IL CAFFÈ
16 marzo 2008
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Progetti e
per far ripartire
la locomotiva
FATTI E SOCIETÀ
idee
Corsa ad ostacoli per un rilancio
Le difficoltà di un Paese che si arrota su se stesso
Mauro Martinoni, docente dell’Usi, ha risposto al nostro
invito di suggerire idee e progetti per il Ticino. Ma lo fa
con originalità ed ironia, elencando un ipotetico quanto
realistico manuale per (non) realizzare le strategie di sviluppo di un Paese.
E
gregio direttore,
da un po’ di tempo sto cercando di redigere
un “Manuale per la (non) realizzazione
delle strategie di sviluppo”: mi sembra
possa dare un contributo alla presentazione
dei vari progetti per il Ticino.
Un primo capitolo potrebbe essere dedicato alla “Pianificazione - magari definita strategica - di carta” e ai
“Progetti incarnati da donne e uomini”. Sulla mappa si
tracciano le righe, si colorano le superfici, di rosso l’industria, di verde l’agricoltura e via multi colorando. La
carta ubbidisce e non solleva obiezioni. Diversi sono i
progetti incarnati da uomini che hanno una testa e un
cuore e seguono caparbiamente un sogno, non ubbidiscono ai piani, sono come figli cresciuti che fanno di testa loro. Di solito i piani di carta restano sulla carta, perchè il territori non si lascia commuovere e non fa spuntare l’insalata solo perchè la cartina è pitturata di verde.
I progetti degli uomini dipendono dall’intelligenza e
dalla forza dei loro sogni, e spesso si realizzano a dispetto dei regolamenti e dei piani di sviluppo. Forse la
strategia consiste umilmente nel creare le premesse perché i talenti non vadano persi, gli entusiasmi smorzati e
le risorse scoraggiate. La pianificazione serve per il
quotidiano, in attesa che arrivi l’eccezionale che ti permette di crescere, come
premessa per non perdere l’inatteso. Allora se riconosci Dimitri nasce una scuola di teatro, se riconosci Cora Carloni si sviluppa l’opera in favore della fanciullezza, se riconosci Mario Botta cresce
l’Accademia di architettura. Vale anche per un ristorante, una ditta di falegname o una fattoria. Il gruppo
di lavoro, la commissione di pianificazione quadriennale si fanno dopo, quando la forza dell’idea ha maturato un consenso. Per crescere ci vuole un padre o una
madre. Progetti che hanno tanti padri sono orfani. Certo
avere un padre significa poi superare il complesso edipi-
Secondo il professore di Scienze della Comunicazione, chi
non vuol realizzare i progetti è una tale maggioranza e dispone di tali abilità che non ha bisogno dei suoi modesti
consigli. Un Paese, par di capire dall’analisi di Martinoni,
che spesso e volentieri si arrota su se stesso. E si ferma
ANCHE LA TUA IDEA CONTA
Fai conoscere le tue idee a politici e lettori, proponi
un progetto che farà correre la “Locomotiva Ticino”
verso un futuro di successo. Scrivi a [email protected]
LA LETTERA/7
POTREI SCRIVERE UN MANUALE
SU COME (NON) CI SI SVILUPPA
MAURO MARTINONI
co, e vivere al di là del padre; ma di regola capita quando si è già un po’ cresciuti e si può continuare da soli.
Un secondo capitolo potrebbe occuparsi del finanziamento. Poi si cercano i soldi.Non ci sono mai i soldi per
realizzare un progetto da sogno, o il sogno di un progetto. Magari in un certo momento storico il pubblico ha
definito altre priorità, o non ha effettivamente soldi. (Se
poi si trovano soldi pubblici allora è necessario un esame rigoroso e la garanzia che ci sia un effettivo beneficio pubblico). Ma in Svizzera, evidentemente, i soldi ci
sono. Spesso troppi. In Ticino anche. Il compito è convincere chi li ha che il tuo sogno ha la forza di giustificare il finanziamento necessario.
Un terzo capitolo sulla regolamentazione. C’è una tendenza, in nome della legalità e della razionalità, di rendere lo stato sempre più un muro di cemento armato,
senza crepe e senza spazi vuoti: ogni attività è regolamentata, definita, prevista, se possibile
proibita. Se qualcosa è sfuggita a un solerte
funzionario, un ancor più solerte parlamentare provvede a fare un’interpellanza per un
nuovo regolamento. Se si vuole proporre
un’attività bisogna cercare una crepa e metterci un seme più forte del cemento armato. Se si aspetta un regolamento federale,
se si vuol vedere cosa fanno gli altri, quando si è pronti è tardi. I regolamenti regolamentano quel-
lo che c’è, se si applicano alle idee innovative non possono che ammazzarle. Bisogna stare attenti perché un
progetto approvato in linea di principio rischia ancora di
essere ammazzato in via di fatto. Un progetto approvato
dal Parlamento, dal Consiglio comunale, osannato dalla
società civile può morire se il numero di posteggi non è
quello previsto nella sfera magica dei funzionari.
Un quarto capitolo sul perfezionismo. Mio nonno diceva “l’è mei sbaia giust, che fa giust sbaia”. Meglio fare
in modo imperfetto la cosa giusta che in modo perfetto
la cosa sbagliata. Se vuoi andare a Zurigo, devi prendere
il treno nella giusta direzione, poi puoi sbagliare coincidenza, prendere un regionale invece che un intercity.
Meglio che prendere il vagone più comodo, diretto, ma
che va a Milano. Bisogna fare in fretta e sbagliare qualche dettaglio. Se si vuole realizzare un progetto perfetto
quando è pronto non è più attuale, i contrari si sono coalizzati , i concorrenti hanno già occupato il campo.
Un quinto capitolo sul regionalismo.Se un progetto di
sogno, sostenuto da una donna o un uomo di talento ha
ottenuto consenso e finaziamento può ancora soccombere se incappa nelle rivendicazioni regionalistiche;
nessuno si si occupa più del cosa, ma del dove, vecchie
gelosie tra poveri vengono a galla e non si realizza
niente.
Potrei continuare con altri capitoli essenziali come l’invidia (si perdona tutto, salvo il successo), la sostenibilità
(come sostenere i progetti quando i padri (o madri) fondatori scompaiono), la gestione dei gruppi di lavoro (si
può sterilizzare qualsisi progetto, sostenendolo): mi fermo qui perchè vorrei prima capire, magari dall’eco dei
lettori, se un manuale così concepito possa essere utile,
sia per chi vuole realizzare progetti sia per chi non li
vuole realizzare. Ma forse mi illudo. Chi non vuole realizzare i progetti è una tale maggioranza e dispone di tali abilità che non ha bisogno di questi modesti consigli.
Chi poi vuole realizzarli ha la forza di farlo. Ad ogni
modo fatemi sapere.
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