Scuola catechisti/Iniziare alla Prima Comunione
STEFANO TORRISI
l’Eucaristia deve essere sempre
accompagnata dall’amore e dal
servizio verso gli altri.
I tempi della preparazione
immediata
L’iniziazione cristiana trova il suo culmine nella celebrazione
della Prima Eucaristia.
Tra tradizione e novità
In Italia la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana conosce cammini e tempi diversi. I bambini che iniziano il
«cammino catecumenale», lo
concludono con la celebrazione
della Cresima e dell’Eucaristia.
La preparazione è gestita dal
parroco e dai catechisti, in armonia con i genitori dei bambini.
■ La catechesi specifica per preparare un bambino alla «Messa
di Prima Comunione» è centrata sul significato dell’Eucaristia
nella vita di un cristiano. L’Eucaristia lo inserisce e lo rende
partecipe in modo più pieno e
dinamico alla vita della comunità ecclesiale. I catechisti facciano capire che la Chiesa da
sempre si riunisce ogni domenica per celebrare Gesù risorto. È
Gesù stesso che ha voluto che i
suoi amici si trovassero insieme
per spezzare e condividere fraternamente il pane.
■ Con la Messa diventiamo e ci
sentiamo popolo di Dio. È nella
Messa della domenica che si
manifesta e cresce la Chiesa e
tutti si sentono fratelli, figli di
un unico Padre.
■ Gesù per la sua presenza tra
noi non ha scelto una pietra
preziosa o delle cose rare e costose: ha scelto il pane e il vino,
le cose più semplici, che non
mancano nemmeno nelle famiglie dei più poveri. Ma in quel
pezzo di pane e in quelle gocce
di vino si rende presente Gesù,
il Figlio di Dio.
■ I bambini sono certamente in
grado di capire (e bisogna dirglielo) che essi possono comunicare con Gesù non solo ricevendo il Pane Eucaristico, ma anche nella preghiera, nell’ascolto della Parola di Dio, vivendo
la fraternità in famiglia e con
gli amici. La Comunione eucaristica è il momento culminante
e insieme la fonte degli altri modi di incontrare Gesù e di fare
comunione con lui.
■ Si faccia notare come tre
evangelisti – Matteo, Marco e
Luca – raccontino la Prima Eucaristia vissuta da Gesù con i
suoi apostoli il Giovedì sera, prima della grande Pasqua ebraica e prima della sua Passione e
Morte in croce. Giovanni invece
ricorda che Gesù ha inserito in
questa cena il gesto della «lavanda dei piedi». Ecco perché
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■ Alcune settimane prima, durante gli incontri abituali di catechesi, si approfondisca il tema
dell’Eucaristia. Naturalmente questo è possibile nei gruppi in cui
tutti la celebrano nello stesso
giorno o in giorni ravvicinati.
■ Sia che si faccia un cammino
catecumenale, sia che si segua
la prassi tradizionale, siano coinvolti i genitori.
■ Per i bambini e i genitori si
può pensare a una giornata
speciale vissuta in parrocchia o
altrove, in cui sia possibile fare
un’esperienza di vita comune,
di riflessione e di preghiera, per
aiutare bambini e adulti a cogliere l’importanza di quanto si
preparano a fare.
■ È preferibile distinguere il
tempo della preparazione alla
Prima Eucaristia da quello della preparazione alla Prima Riconciliazione. Ciascun sacramento ha una sua preparazione specifica.
L’Eucaristia inserisce i ragazzi
nella Chiesa e li rende partecipi
in modo più pieno e dinamico alla
vita della comunità parrocchiale.
La celebrazione
Celebrare la Prima Eucaristia è
una cosa entusiasmante e va
vissuta in modo che non manchino né bellezza, né un clima di
gioiosa festività, né, soprattutto,
momenti di vera preghiera.
Quando celebrare la Prima Eucaristia?
Sono possibili soluzioni diverse:
• in un unico giorno a un certo
punto dell’anno, ma non troppo avanti, di modo che si possa
fare qualche momento di catechesi anche dopo;
• in giorni diversi lungo tutto
l’anno, a piccoli gruppi, badando a conservare l’aspetto festivo.
Alcune attenzioni nella preparazione:
• sia i bambini che gli adulti si
sentono più tranquilli quando
sanno che cosa devono fare, i
gesti che devono compiere, le
parole che devono dire. La celebrazione deve essere sobria, bella, intelligibile.
■ La decorazione della chiesa,
l’illuminazione, la regolazione
dell’impianto di amplificazione,
siano accurate (i genitori possono partecipare alla preparazione). Siano previsti posti per tutti.
Se queste cose funzionano, già
si è creata l’atmosfera giusta.
■ I catechisti e altri adulti accolgono all’ingresso i genitori e i
bambini, danno il foglio dei
canti, indicano loro un posto,
propongono l’assistenza per i
più piccini... Si instaura così un
ambiente fraterno. Si fanno imparare alcuni canti. Siano date
norme precise per le fotografie
(con allegra simpatia, non con
aggressività. Anziché avere tanti fotografi, se ne può proporre
uno solo, che faccia il servizio
per tutti). La celebrazione può
incominciare.
Ogni domenica i cristiani da sempre
si riuniscono per celebrare Gesù
risorto. È Gesù che ha voluto
che i suoi amici condividessero così
fraternamente il pane e la vita.
■ Si facciano partecipare tutti,
con qualche attività specifica,
alla celebrazione. Per esempio:
– un adulto della comunità dice
una parola d’accoglienza;
– i genitori (con i padrini e le madrine) vanno a presentare i bambini e a manifestare il consenso
per la loro Prima Comunione;
– alcuni catechisti introducono
e leggono la Parola di Dio;
– i bambini mostrano un
SONO PRONTI? CHI LO DECIDE?
Il giudizio viene dato in base ad alcuni criteri oggettivi e con un’attenzione particolare per ciascuno.
■ Anzitutto la partecipazione a un periodo adeguato di preparazione, che risvegli in loro il desiderio di
conoscere Gesù Cristo, di incontrarlo, di vivere con
lui. Ogni bambino sia guidato a leggere il Vangelo
con il suo gruppo di catechesi, a pregare, a vivere
fraternamente con gli altri.
■ Ogni bambino deve essere interpellato e deve poter esprimere il suo desiderio. Lo può fare con una
paginetta indirizzata al parroco o in altra forma: un
disegno, un incontro, una celebrazione... Si vedano
al riguardo le celebrazioni proposte dalla Guida per
La Prima Comunione dei
l’itinerario catecumenale dei ragazzi a cura del Servizio bambini nella parrocchia
nazionale (Elledici), opportunamente adattate seSankt-Laurentius di
condo il cammino fatto dai ragazzi.
Kleinostheim (Germania).
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cartellone o un pannello
sull’Eucaristia che hanno fatto
a catechismo;
– alcuni adulti e bambini propongono le intenzioni di preghiera, portano all’altare i doni
al momento dell’offertorio.
■ È opportuno usare una delle
tre preghiere eucaristiche per la
Messa dei fanciulli, con le acclamazioni cantate (e accompagnate da gesti).
■ Si curino il movimento dei
bambini verso il posto dove riceveranno la Comunione e il gesto
specifico della Comunione.
■ La festa in famiglia o al ristorante ha un suo proprio valore;
tra l’altro contribuisce a sottolineare l’importanza dell’avvenimento. Ma abbia il timbro della
semplicità, si eviti di darle un
carattere troppo profano, e
quando è possibile, la si condivida con altri bambini e altre
famiglie.
■ Genitori e bambini considerino la Prima Eucaristia come la
tappa di un cammino e non come il punto d’arrivo.
Il ruolo dei genitori
■ I genitori siano coinvolti nelle
decisioni e nella preparazione
alla celebrazione del sacramento. Si proponga per loro un cammino parallelo, adeguato alle
loro esigenze di cristiani adulti.
■ Questo è compito dei catechisti, ma all’inizio tocca al parroco avere verso di loro un atteggiamento positivo, senza pensare necessariamente che non
siano troppo interessati all’evento. Li coinvolga e li faccia
sentire corresponsabili. È questa
una magnifica occasione per il
parroco e i catechisti di vivere
la propria vocazione missionaria tra molte famiglie che spesso hanno un legame debole con
la comunità ecclesiale.
■ Alcune famiglie non molto vicine alla comunità parrocchiale
possono scoprire, attraverso un
contatto più cordiale e frequente con la comunità, che esiste
PRESENTAZIONE DEI FANCIULLI DELLA PRIMA COMUNIONE
ALLA COMUNITA PARROCCHIALE
Dopo l’omelia il celebrante si rivolge all’assemblea:
«Cari fratelli e amici. Sono qui con noi
12 bambini e 15 bambine che, a partire dal mese di ottobre dell’anno scorso,
tutte le settimane hanno frequentato
il catechismo per prepararsi a ricevere
il sacramento dell’Eucaristia. La Prima
Comunione non è una tappa religiosa
che interessa solo questi bambini, ma
tutta la nostra comunità parrocchiale:
cioè i loro genitori, le altre famiglie e
tutta quanta la parrocchia! Per questo,
cari bambini, oggi vi presentate alla
vostra comunità parrocchiale, per comunicare a essa la data della vostra
Prima Comunione e per domandare a Parrocchia Santa Maria di Nazareth
(Sestri Levante). Prime Comunioni.
tutti l’aiuto della loro preghiera».
I bambini vengono chiamati per nome dalle catechiste. Chi è chiamato risponde:
«Eccomi!» e si dispone in semicerchio insieme agli altri in presbiterio.
Un bambino
«A nome di tutti i miei compagni e mio, comunico alla nostra comunità parrocchiale che noi riceveremo la Prima Comunione in questa chiesa, domenica
25 aprile, nel corso della celebrazione eucaristica delle ore 11. Con l’aiuto del
Signore e della Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, ci impegniamo
a partecipare con assiduità, per il tempo che ancora ci rimane, agli incontri di
catechismo, per prepararci in modo adeguato a ricevere questo Sacramento».
Una bambina
«A voi tutti chiediamo la preghiera e il vostro aiuto: dipende anche da voi se
la nostra Prima Comunione porterà frutto; dipende anche da voi se la nostra fede potrà maturare fino a diventare cristiani adulti».
Un papà o una mamma
«Anche noi genitori promettiamo di seguire questi ragazzi, aiutandoli con l’esempio, con il consiglio e la preghiera. Abbiamo partecipato agli incontri che
ci ha proposti il parroco ed esprimiamo la nostra riconoscenza alle catechiste
che in parrocchia lavorano per il bene dei nostri figli, aiutandoli a maturare
nella conoscenza e nell’amore per Gesù presente nel sacramento dell’Eucaristia. È importante che i nostri figli imparino a partecipare con fedeltà alla
Messa della domenica e a viverla in modo attivo e consapevole. Li affidiamo
alla Vergine Maria, patrona della nostra parrocchia (oppure al santo titolare
della parrocchia) perché li protegga dal male e dai pericoli e li aiuti a crescere come autentici figli di Dio».
una Chiesa diversa, più accogliente e simpatica.
■ I genitori possono essere aiutati anche da qualche sussidio,
alcune schede o un libretto.
Strumenti di uso facile. Il parroco o il catechista li sfoglino con
loro e suggeriscano il modo di
utilizzarli.
■ Un’attenzione particolare si
deve prestare ai genitori divorziati, che non si sentono spesso
a loro agio, temendo di essere
esclusi o respinti. Giovanni Paolo II, nella sua Esortazione apo-
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stolica sulla famiglia (1981) dice: «Esorto caldamente i pastori
e l’intera comunità dei fedeli
affinché aiutino i divorziati,
procurando con sollecita carità
che non si considerino separati
dalla Chiesa» (Familiaris consortio 84).
■ Molti genitori probabilmente
vorranno comunicarsi insieme
ai bambini. Si dia loro la possibilità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione organizzando per essi un incontro a
parte.
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