1 FIORÌ UNA ROSA BIANCA LA VITA DELLA VENERABILE BENEDETTA BIANCHI PORRO tutti i testi si trovano sul sito http: //www.benedetta.it adattamento scenografico a cura di Velise Bonfante Marzi musiche di Stefano Gustinelli Personaggi: 1) Narratore 2) Ascoltatore (solo all’inizio nell’introduzione) 3) Benedetta 4) la madre Elsa 5) il padre Guido 6) Leonida fratello maggiore 7) Gabriele fratello minore 8) Manuela sorella minore 9) Corrado fratello minore 10) Carmen sorella minore 11) Professore universitario 12) l’infermiera gli amici: 13) Maria Grazia Bolzoni 14) Anna Laura Conti 15) Nicoletta Padovani 16) Francis, Francesca Romolotti 17) Natalino Diolaiti 18) Roberto Corso 19) Paola Vitali altri amici: Giuseppe Zola - Giovanni Giorni Gabriele Casolari - Giuliana - Angela Liliana - Raimondo - Paola Z. N.B. Solo a scopo dimostrativo sono state inserite provvisoriamente delle immagini per le diapositive ma, in fase di allestimento, il recital si arricchirà di una ricerca più approfondita e accurata e sarà suscettibile di migliorie. Inoltre, in fase di realizzazione si valuteranno eventuali modifiche. Al momento il copione è un atto unico della durata di 60 (massimo 75) minuti. 2 suggerimenti per la scenografia suscettibili di migliorie in fase di allestimento 5 - diapositive e filmati 3 4 ingresso amici 1 ingresso familiari 2 Benedetta 2 porta ingresso familiari 6 - angolo coro e musica tappeto Per la scena utilizzare 6 cornici di varie misure poste asimmetriche. Non semplici rettangoli ma cornici vere e proprie, lavorate o intagliate utilizzate per incorniciare foto o quadri. Il quadro fa pensare a una porta, a un passaggio da una vita all’altra, i familiari e gli amici escono dalla loro vita per entrare nella vita santa di benedetta. cornice 1 - I familiari, mamma, papà e fratelli useranno questa porta. cornice 2 dorata - angolo Benedetta, per impreziosire il personaggio il suo spazio sarà delimitato da questa cornice dorata illuminata da luce gialla, che sarà posta in orizzontale, dove Lei scriverà, si muoverà, sarà in poltrona ammalata. La cornice simboleggia anche la reclusione in cui è vissuta per anni. Oppure cornice argentea/bianca e luce bianca e tutto il resto luci dorate e gialle cornice 3 - Foto di Benedetta che lega le tre cornici: il suo angolo, i familiari a lato, gli amici in centro. cornice 4 - ingresso gli amici - situato nel centro per l’importanza che hanno avuto nella vita di Benedetta cornice 5 - Cornice utilizzata per proiettare filmati e diapositive. Lo schermo sarà bianco, sotto in basso e dove non arrivano le immagini sarà decorato con disegni stilizzati di rose. La cornice potrebbe essere composta solo dallo schermo ma, facendola arrivare fino a terra sarà possibile muoversi sul retro senza essere visti dal pubblico. Se possibile proiettare da dietro così davanti allo schermo ci si può muovere liberamente. cornice 6 - Angolo per il coro e la musica, potrà essere una cornice con porta. Cornice in tinta unita, all’inizio quadro vuoto, senza nulla. Col primo balletto appare una grande rosa variopinta / al secondo una rosa di colore rosa / terzo rosa rossa / quarto balletto rosa bianca. 3 Scena 1 - chi è Benedetta Negro Spiritual: Sometimes I Feel like a Motherless Child - Louis Armstrong Inizio con questa musica per “due suonate di trombe”. Sfumare mentre entra l’ascoltatore e lasciare in sottofondo(terminare prima che inizi a cantare Armstrong) diapositive con le parole in inglese Sometimes I feel like a motherless child Sometimes I wish I could fly Like a bird up in the sky Sometimes I feel like a motherless child - Long way from my home Sometimes I wish I could fly - Like a bird up in the sky Closer to my home Sometimes I feel like freedom is here - Sometimes I feel like freedom is so near But we're so far from home Ascoltatore) (Entra il giovane ascoltatore leggendo) A volte mi sento come un bimbo senza mamma a volte mi sento come un’aquila nell'aria Una mattina luminosa e bella deporrò il mio fardello, distenderò le ali e fenderò l’aria, potrete seppellirmi all’est potrete seppellirmi all’ovest ma quella mattina - gli angeli apriranno le grandi ali e io udrò le sante trombe suonare. Narratore) Benedetta ripeteva spesso questo canto negro. Ascoltatore) Chi è Benedetta? Narratore) È una straordinaria figura di giovane santa del nostro tempo, intelligente e sensibile, innamorata della vita e umanamente tanto ricca da legare a sé schiere di amici. Lottò caparbiamente cercando di realizzare il suo sogno: diventare medico. Ascoltatore) Vi riuscì? Narratore) No, si ammalò. E il suo fu un calvario indicibile, in cui, con il progredire della malattia, si alternarono momenti di sconforto e straordinari slanci di entusiasmo di fronte ai doni dell'amicizia, alle bellezze del creato. Ascoltatore) Dove trovò la forza per superare tutte le sue angosce? Narratore) Nella percezione sempre più intensa della vicinanza di Dio. Nel mistero della croce, mistero di amore e di dolore, Benedetta trovò una ragione alle proprie sofferenze e attinse la forza per viverle e accettarle con serenità. Scena 2 - nascita e battesimo - mentre il narratore racconta MUSICA DOLCE poi sfumare - DIAPOSITIVE DEL PAESE DI NASCITA 4 Narratore) Benedetta nasce a Dovadola, piccolo paese in provincia di Forlì, l’8 agosto 1936 dall'ingegner Guido Bianchi Porro e da Elsa Giammarchi. (I genitori saranno o entreranno in scena e, affinché il pubblico poi li riconosca, verranno illuminati a turno da un faro) Il 13 agosto riceve il battesimo "sotto condizione", nella chiesa della SS. ma Annunziata. Le vengono imposti i nomi di Benedetta Bianca Maria. (L’ascoltatore si defila) Mamma Elsa) (Racconta avanzando) Avevamo scelto per lei un altro nome, Bianca Maria Grazia, se non che, il giorno successivo alla nascita, la bimba ebbe una forte emorragia intestinale e mi fu detto dal medico e dall'ostetrica che sarebbe morta. Una vicina di casa mi portò dell'acqua di Lourdes e io la battezzai con il nome di Benedetta; la benedissi col nome stesso, poi me la tenni a lungo fra le braccia. L'emorragia cessò e Benedetta visse. Il medico fu molto sorpreso della cosa (esce). Narratore) (D’ora in poi racconta al pubblico) Benedetta è la seconda di sei figli. (Entra in scena Benedetta. Come sopra per i genitori, i 5 fratelli verranno illuminati a turno da un faro) 1. Leonida fratello maggiore 2. Gabriele fratello minore 3. Manuela sorella minore 4. Corrado fratello minore 5. Carmen sorella minore (restano sul palcoscenico e dalla scena n. 4 si alterneranno nella voce narrante.) filmato (fratelli e sorelle con altri bambini saltellano e giocano.) Narratore) Colpita a pochi mesi da poliomielite, resta con una gambina menomata. I ragazzetti del paese la chiamano "la zoppetta", ma lei non se ne offende. Ragazzi) (Canzonandola) La zoppetta! La zoppetta! Narratore) Allo scoppio della II guerra mondiale la sua famiglia sfolla a Casticciano, presso Bertinoro. Ma della guerra vi è solo un bagliore riflesso nei diari della bimba. (ultima diapositiva del primo gruppo : Casticciano) Benedetta) C'è l'universo incantevole. Che bello vivere! Narratore) Benedetta è una bimba sensibile e delicata, intelligente e volitiva. Gioca festosamente coi fratellini e con gli altri bimbi, ma talora si ritrae in pensosi silenzi: sono i momenti in cui guarda stupita il miracolo della vita che trionfa in tutte le cose, nei fiori, nei prati pieni di sole, nell'aurora meravigliosa. Allora confida al suo diario la gioia delle sue scoperte. Benedetta) Oggi ho guardato tanto il cielo, ho pensato tanto, ma qui, nel mio diario, non dirò nulla, perché ripetere i miei pensieri sarebbe sciuparli tutti. Narratore) Corre a vedere la mietitura del grano, si ferma incantata ad ascoltare il canto degli agricoltori, si confonde nelle aie dei contadini con gli altri bimbi, poi sale sul cipresso 5 Benedetta) Lassù fra i suoi rami ho formato la mia casina. Narratore) Il ritorno alla pace rappresenta per la bimba di nove anni solo un'allegra avventura in più. Sono anni sereni quelli trascorsi in Romagna; vita di provincia: le festicciole di compleanno, un po' di catechismo, le lezioni di pianoforte, il vestito bello la domenica. Benedetta) (Alla sorella Manuela) Ti ricordi, Manuela, come eravamo felici quando alla domenica la mamma ci portava a San Mercuriale e tutti volevamo stare attaccati a lei, come eravamo felici allora! E non sapevamo di esserlo. Narratore) Quanta ingenua freschezza nelle notazioni brevi dei diari: i tramonti luminosi, la nebbia che vela i paesi sul colle, la luna, il cielo sereno... Quanta attenzione amorosa a tutto quello che la circonda: gli uomini, le oche, il cane, le rondini, il vitellino, il ciliegio, le rose... È una bambina intelligente e vivace, ma non lascia presagire davvero la sua vocazione spirituale. Scena 3 - a Sirmione (Diapositive o filmato di Sirmione) Narratore) Nel '51 la famiglia Bianchi Porro si trasferisce a Sirmione. Sostituendosi al narratore, ora saranno i 5 fratelli a raccontare Leonida) Si manifestarono in questo periodo i primi sintomi di un grave morbo. Manuela) Benedetta scrive con entusiasmo della sua villa affacciata sul lago Benedetta) (Scrive sul diario) Bianca, dalle persiane verdi, un terrazzo di legno sul davanti, cancello piccolo a lato le camere ampie e spaziose danno un senso di libertà. Gabriele) Sirmione è bella, e a lei piace vivere nella sua villa tra gli ulivi. Manuela) Così come le piacciono le discussioni coi fratelli, la politica, lo sport, le lunghe nuotate nel lago, le voci, le risa, le barche, la gente, le cose. Carmen) Benedetta si appassiona a tutto; le piace molto studiare e trascorre ore al piano. Gabriele) Ma la sua ardente gioia di vivere ha un'ombra di tristezza, un presagio ineffabile, un nascosto tremore. Benedetta) (Scrive) Guardando questo spettacolo il mio animo è preso da ricordi, e da un terribile bisogno di indefinito, di lontano, di silenzio. Un bisogno di essere fuori dal mondo, lontana da tutti, e un bisogno di qualcuno cui confidare i dolori della mia vita; di uno, insomma, che mi consoli. Basta, per confortarmi, alzare il pensiero a Dio. Scena 4 - corre l’anno 1952 filmato Bagatta (In scena studenti con libri) Gabriele) Anno 1952 - Comincia ad accusare una perdita dell’udito. Carmen) È in seconda liceo, al "Bagatta" di Desenzano quando annota nel diario 6 Benedetta) (Scrive) Sono stata interrogata in latino; ogni tanto non capivo quello che il professore mi chiedeva. Che figura devo fare ogni tanto, ma cosa importa? Un giorno forse non capirò niente di quello che gli altri dicono, ma sentirò sempre la voce dell’anima mia: e questa è la vera via che devo seguire. Corrado) Per evitare la malformazione alla schiena deve portare un busto che l’opprime e la condiziona. Manuela) Di giorno in giorno cresce l’inquietudine del suo spirito. Assetata d’amore, comunica ad Anna, la più cara amica dell’adolescenza, i suoi più profondi e delicati sentimenti. CANTO n. 1 : DIO È VERITA’ Gioia vera è lo Spirito Santo in noi. Dio è verità "chi è per la verità ascolta la sua voce". Ci ha dato l'abitudine per facilitare la perseveranza. Vuole che tutti gli uomini giungano alla conoscenza della verità e si salvino. La mano di Dio è il nostro scudo. Nelle sue mani anche le cose più indifferenti possono diventare la nostra cometa. Noi abbiamo bisogno della sua parola come le piante della luce. Lui è pioggia per l'anima arsa ci manda il dolore come una pioggia dopo la siccità. (mentre Benedetta scrive) diapositive del lago - barche 7 Benedetta) (Sempre scrivendo) Sono assetata di pace e desidero abbandonare le onde del mare e rifugiarmi nella quiete di un porto. Ma la mia barca è fragile, le mie vele sono squarciate dal fulmine, i remi spezzati e la corrente mi trascina lontano. Manuela) Dove troverà Benedetta il porto per la fragile barca della sua vita? La prova si fa sempre più dura. Benedetta trema. Benedetta) ... temo che tutto sia illusione e l’illusione mi fa tremare più della disperazione. Corrado) Benedetta conosce il gelo dello scetticismo, l’allucinante paura del vuoto e invoca aiuto. Benedetta) Sapessi, Anna, come ho bisogno del tuo aiuto. Desidero la verità, non desidero che questo, ma nessuno ne sa nulla. Carmen) Ma quella Verità che lei cercava comincia a farsi sentire nella voce della sua anima. La tempesta a poco a poco si placa. Leonida) In questa drammatica esperienza umana si prepara la sua risurrezione. Ad un certo punto accade qualcosa nella vita di Benedetta: e tutto cambia e tutto si illumina. Gabriele) Benedetta scopre dentro di sé la ricchezza della vita interiore. Benedetta) Mi pare di essere, anche in mezzo alle mie sofferenze, piena di gioia che non è terrena. primo balletto - rose colorate, variopinte Ogni ragazze del balletto avrà una rosa in mano e una fra i capelli con dei nastri dello stesso colore. Altri nastri dello stesso colore alla cintura. Se i balletti saranno 4: nel primo rose colorate, variopinte,ad indicare la giovinezza, la primavera. nel secondo rose rosa nel terzo rosse: la maturità, l’amore di Dio nell’ultimo nastri e rose bianche. Scena 5 - gli orecchini filmato Università Milano Da questo punto in poi, sostituendosi ai fratelli, diverranno narratori gli amici Maria Grazia) È una fredda mattina di febbraio, a Milano, il cielo color del piombo. All’università, nel corso di laurea in Medicina sta per iniziare un’importante lezione di biochimica. Nicoletta) L’anfiteatro della grande aula, che si stringe in gradinate concentriche intorno alla cattedra, è gremito di studenti del secondo anno. Maria Grazia) Nell’attesa che entri il professore tutti chiacchierano animatamente e scherzano con i propri vicini. C’è confusione e allegria. 8 Studente) (Alla compagna) Vedi quella ragazza laggiù, quattro file più sotto di noi? La conosci? Ieri è arrivata un po’ tardi e non c’era più posto. Allora, per agganciare, l’ho fatta sedere accanto a me, al posto che avevo occupato per un mio amico. Mi ha sorriso sai? Ma poi s’è messa a guardare dritto il professore, senza perdersi una parola, zitta per tutta l’ora. Sarebbe carina, ma mette su una superbia …! Non parla con nessuno. Chi si crede di essere. Maria Grazia) Vuoi vedere che la faccio parlare io? (Si sporge verso il basso e la fa chiamare dai compagni. A Benedetta) Ehi, tu, come ti chiami? Mi presti i tuoi orecchini da provare? Nicoletta) Benedetta guarda in su senza capire, sorride confusa, lo sguardo smarrito e imbarazzato. (Maria Grazia ripete il tutto gesticolando.) Nicoletta) Benedetta si illumina. Ha compreso. E subito , con premura, si toglie gli orecchini e li fa passare. (Scambio degli orecchini) Maria Grazia) Benedetta è una ragazza graziosa, fine. A guardarla sembra più giovane delle compagne di corso. Veste con cura e si concede alcune civetterie come tutte le ragazze: le piacciono molto gli orecchini, ne ha di tutte le fogge e li cambia sovente. Ha un bel viso ovale incorniciato da capelli scuri, occhi grandi e attenti. Nicoletta) Ma ogni tanto, specie quando gli altri le rivolgono la parola, li abbassa con imbarazzo, accenna un sorriso, tace. Si sente terribilmente ridicola a far così. Ma vuole a tutti i costi nascondere il suo penoso segreto: è quasi completamente sorda. Scena 6 - l’esame all’università - filmato dell’Università cattolica di Milano Francis) Estate 1955. Dopo mesi di studio Benedetta affronta l’esame fondamentale del primo biennio. È uno dei più difficili. Roberto) Quella mattina la grande aula è gremita di studenti. Benedetta si sente tremare ma si avvia, scendendo a fatica le gradinate verso uno dei microscopi per la prima parte della prova. Mette a fuoco e subito riesce a riconoscere il preparato del vetrino. Paola) L’assistente si ricorda di lei. la guarda con simpatia e le passa i foglietti con su scritte le domande. Benedetta risponde a tutte con sicurezza. Poi qualcuno le fa un cenno, il professore l’ha chiamata per la seconda parte dell’esame, quella teorica, più difficile. Lei non lo sente, indugia un attimo. Nicoletta) Il professore, già un po’ maldisposto le rivolge la parola ma Benedetta con capisce. diventa rossa per la vergogna, si scusa, tenta di spiegarsi: Benedetta) Soffro di una forma nervosa … sono in cura da uno psicanalista … non sento più niente. Maria Grazia) A questo punto il coro si risate dei compagni la interrompe. 9 Benedetta) La prego di aver pazienza, spero di guarire … se potesse farmi le domande per iscritto Nicoletta) Il professore, ormai fuori dai gangheri le urla in faccia: Professore) Che pazienza e pazienza! Figuriamoci! Chi ha mai visto un medico sordo! Maria grazia) Il libretto universitario vola contro la porta scagliato con violenza. Benedetta) Le chiedo scusa, non volevo offenderla. Nicoletta) Il professore rimane muto. Anche i compagni ora fanno silenzio. Benedetta se ne va. Alla mamma che le chiede l'esito dell'esame, Benedetta risponde Benedetta) Il professore è stato buono perché non mi ha rovinato il libretto con un brutto voto. Francis) Per intervento del Rettore l'esame viene ridato; l'esito è positivo e provvisoriamente le è concesso di proseguire gli studi. Ma ebbe inizio allora il suo più duro calvario. Lunghe degenze in cliniche, consulti, interventi chirurgici, sofferenze, menomazioni, umiliazioni non valsero a farla desistere dal suo sogno di diventare medico. Roberto) Inesorabilmente assediata dalla grave malattia, tralasciò l’università all’ultimo esame. Paola) Sorda, totalmente paralizzata, priva d’ogni facoltà sensitiva, divenne, in seguito all’ultimo intervento, anche cieca. CANTO n. 2 : UMILTÀ E PAZIENZA L'umiltà è farsi piccoli come bambini è guardare a Dio riconoscere la nullità è riconoscere Dio L'umiltà è la più nascosta delle virtù è la porta per entrare è la chiave del cielo è pudore delle nostre doti. La semplicità è annullarsi in Dio è attendere tutto, è servire Dio. La semplicità è umiltà di spirito. La pazienza vince gli ostacoli è aspettare Dio. è l'arma con cui Cristo ha vinto le tenebre. La pazienza è pace anticipata, è saper aspettare, è sopportare … occorre aver pazienza dalla pazienza si riconoscono i figli di Dio. Scena 7 - corre l’anno 1957 - l’operazione alla testa (In scena d’ora in poi Benedetta sarà seduta in una poltrona e attorniata dai familiari e/o amici) Francis) Gli unici mezzi di comunicazione con il mondo erano un fil di voce e la sensibilità in una mano, attraverso la quale le venivano fatti percepire sul corpo e sul volto segni convenzionali. 10 Roberto) Benedetta ha spezzato con l’amore la sua solitudine: crocefissa ha cantato le meraviglie della vita. Ha dimenticato se stessa per gli altri, ha vissuto il dolore come mistero d’amore e fonte di grazia. A tutti ha donato la speranza. La sua fede ha operato prodigi. Mamma Elsa) Il 27 giugno 1957 viene operata, per la prima volta, alla testa. Le radono il capo. Anna Laura) Forse Benedetta, in quel momento, rivide uno scorcio della sua infanzia: il contadino, chiamato Natale, che in un piovoso giorno di settembre tagliava la lana ad una pecora mentre la nebbia saliva fino a ricoprire il piccolo paese di Bertinoro Benedetta) Mentre mi tagliavano i capelli, mi sentivo come un agnello cui tagliano la lana e pregavo il Signore che mi facesse forte e piccola. Il Signore vuole da noi grandi cose. Ho sofferto tanto e ho domandato al Signore di essere una pecorella nelle sue mani. Paola) Dopo breve, infatti, la neurofibromatosi si sarebbe manifestata in tutta la tragicità del suo rarissimo quadro. Il 7 agosto: viene operata al midollo spinale. Natalino) Da questo momento rimarrà totalmente paralizzata agli arti inferiori, costretta dapprima su di una poltrona, poi a letto per oltre quattro anni. A poco a poco perde il gusto, il tatto, l’odorato. Anna Laura) Gli amici le sono accanto nella sua grande spirituale avventura. Benedetta li ama tutti teneramente, profondamente, e insieme formano una cosa sola. Narratore) Gli amici si rivelarono lo strumento attraverso il quale Dio “parla” a Benedetta e la aiuta a cogliere i segni della sua presenza, grazie ai quali lei scopre il volto del signore nella vita. Francis) La sua pace, la sua gioia sempre più manifestavano la loro origine soprannaturale. Benedetta) C'è un sole meraviglioso e una tale pace: io mi sento incredibilmente euforica, felice, libera, mi sembra di essere in un cantuccio di paradiso terrestre. Nicoletta) Sempre più coloro che le erano vicini divenivano consapevoli di quello che operava Dio in lei, sempre più si sentivano testimoni di un mistero di grazia. Ella si distacca pian piano da tutto senza rimpianti: si lascia portare da Dio. scena 8 - primo viaggio a Lourdes col miracolo di una ammalata mamma Elsa) Maggio 1962, primo viaggio a Lourdes.Quando Benedetta ricevette la cartolina in cui si confermava la sua iscrizione al pellegrinaggio a Lourdes, mi pregò di lasciarla un poco sola, e s'immerse in preghiera. Ma, ad un tratto, suonò due volte il campanello, per richiamarmi. (Suono del campanello) mamma Elsa) Ero in giardino e non sentii. Mezz'ora dopo, quando rientrai nella stanza di Benedetta, lei mi rimproverò dolcemente. Benedetta) Mamma, perché non sei venuta quando ti ho chiamata? È avvenuta una grande cosa: la notizia che potrò andare a Lourdes mi ha fatto lacrimare … Ho potuto di nuovo piangere, mamma. Volevo che tu toccassi le mie lacrime”. 11 mamma Elsa) Da tempo Benedetta non poteva più piangere. Maria Grazia) In questo primo viaggio a Lourdes c’è un particolare, che rivela l’umiltà e la carità eroica di Benedetta. Mamma Elsa) A Lourdes, Benedetta e Maria - un’umile ragazza di 22 anni, che da due non camminava- si ritrovarono accanto, davanti alla Grotta dove erano state trasportate in barella, per un ultimo saluto alla Madonna. Anna Laura) Maria era disperata, singhiozzava forte. Era venuta a Lourdes con una cieca fiducia nel miracolo. La sua situazione è disperata perché ha la mamma molto ammalata, incapace di assisterla. Benedetta la consola, poi le prende una mano e la stringe fra le sue, congiunte come in un’unica preghiera. Benedetta) La Madonnina è lì, la Madonna ti guarda. Maria! Diglielo alla Madonnina che ti aiuti. Anna Laura) E si raccoglie in un profondo silenzio. Di lì a poco si vede Maria scendere dalla barella e camminare. Anche Benedetta desiderava la guarigione ma si abbandona al Signore e fa sua la gioia dell’amica miracolata. Al ritorno scrive a Nicoletta: Benedetta) Nel nostro pellegrinaggio abbiamo avuto una miracolata. Che bellezza! Ne sono ancora scossa. che emozione e che gioia! La misericordia di Dio è senza limiti. Sono andata a chiedere la guarigione, ma il criterio di Dio supera il nostro ed Egli agisce sempre per il nostro bene. Anna Laura) Benedetta riprende il suo faticoso salire, nella spoliazione sempre più grande di sé Benedetta) ... a Lourdes avevo una forte aridità, ma ne sono tornata con tanta fede e umiltà. Ci vuole umiltà, cioè riconoscersi poveri, per chiedere e per riconoscere la verità... CANTO n. 3 : FEDE E SPERANZA La fede fa fare prodigi è il nostro ultimo porto dove Dio ci attende, è la più grande medicina è un pinnacolo che tutto domina è l'armonia fra Dio e la sua creatura è lotta e perseveranza. Bisogna aver fede , Bisogna aver fede, Bisogna aver fede, Bisogna aver fede! Speranza è rimedio divino è aspettare l'aiuto di Dio, è la luce di Dio fra le tenebre è intravedere il bene La carità è abitare gli uni negli altri è chinarsi sui dolori di tutti è il luogo divino che tempra ogni animo è pazienza con gli altri. Carità è sopportare e amare Il dolore è la carità, l'ordine è carità senza carità, niente conta … 12 scena 9 - l’uccellino in gabbia Roberto) Più volte la madre racconta della misteriosa libertà di Benedetta che cresceva con l'aggravarsi della malattia e trovava la sua sorgente in Dio mamma Elsa) (Al pubblico) Per un suo compleanno, le regalai un uccellino in gabbia e le dissi: (A Benedetta) Vedi, Benedetta, ora quel passerotto è in gabbia come te. Benedetta) No, no. Io, mamma non sono mai stata tanto libera come da quando sono immobile. scena 10 - Benedetta viene operata alla testa per la 2a volta Mamma Elsa) 27 febbraio 1963 - giorno delle ceneri Clinica Città di Milano. Benedetta viene operata alla testa. Dopo l’intervento Benedetta trascorse una notte di terrore, di angoscia, ripeteva: Benedetta) Che fatica mio Dio, che fatica. Quanto ho sofferto: la mia croce è più pesante di quello che posso sopportare, ma voglio donare con gioia, non per forza. Il Signore è il mio pastore. Mi ritrovo nell’orto degli ulivi. Mamma Elsa) Il giorno dopo (28 febbraio 1963) Alla mattina assiste per l'ultima volta alla celebrazione della Messa nella sua camera. Maria Grazia) All’elevazione Suor Domenica notò che gli occhi di Benedetta erano iniettati di sangue: era diventata cieca. È il giorno più tragico e forse il più grande nella sua vita. Il viaggio nel mistero di Dio è ormai compiuto. Seguono ore disperate. Benedetta) Sono brutte le tenebre, eppure io so di non essere sola: nel mio silenzio, nel mio deserto, mentre cammino. Lui è qui: mi sorride, mi precede; mi incoraggia a portare a Lui qualche piccola briciola di amore . Mi accade di trovarmi a volte a terra, sulla via, sotto il peso di una croce pesante. Allora Lo chiamo con amore e Lui dolcemente mi fa posare la testa sul Suo grembo. Natalino) Sorda, totalmente paralizzata, cieca, Benedetta comunica con gli altri attraverso quel fil di voce che le è rimasto e gli altri le "parlano" piegando le dita della sua mano destra e premendogliele sul corpo e sul volto secondo un alfabeto muto convenzionale. Paola) In questo modo le vengono trasmesse le lettere degli amici, le pagine dei libri, le notizie del mondo, i pensieri di tutti. Roberto) Benedetta cammina, stringendo con la mano il lembo di una incrollabile serenità. Benedetta) Ho capito che mi è stato ripagato quello che mi era stato tolto, perché possiedo la ricchezza dello Spirito. Se si ama l’Amore, si finisce per vivere di Amore. Giuseppe) In queste parole c’è l’itinerario semplice e immenso della santità di Benedetta: entrando in comunione con Dio, comincia a vivere la misericordia di Dio, comincia a vivere il desiderio di salvezza che prova Dio, comincia a vivere la passione della redenzione dei fratelli. E così il suo desiderio sarà uno solo: abitare negli altri. scena 11 - unzione degli infermi Mamma Elsa) Venerdì 1 marzo 1963 - ricevette l’estrema unzione. Seguì quel sacramento con mente lucida, recitando dal Cantico delle Creature queste parole: 13 Benedetta) Laudato sii mi Signore per sora nostra morte corporale. Giuseppe) La mattina del 2 marzo riacquistò per brevi istanti la vista e riconobbe Maria Grazia. Come in delirio pronunciava frasi spezzate: Benedetta) Tu mi sarai accanto e mi fortificherai nell’ultima agonia e nello spavento della morte. Se qualcuno ti farà del male, ricordati, non è perché vogliono farti del male, ma perché non sanno quello che fanno. Pregate perché domani si aprano le porte del Regno per me. Giuseppe) E rivolgendosi a Maria Grazia diceva: Benedetta) Grazie per essermi stata accanto mentre le ferita mi faceva sudare sangue. Il tuo nome è dolce, la tua vista è l’ultima della sera: anch’essa è dolce come la sera che scende. mamma Elsa) Poi su di lei scese una grande pace, la pace che l’avrebbe accompagnata fino all’ultimo giorno, fino all’incontro con Dio. Fu come se, togliendole per sempre la luce degli occhi, il Signore avesse fatto risplendere più viva la luce del suo spirito. secondo balletto - rose rosa Scena 12 - le nozze di Manuela - filmato mamma Elsa) Lunedì di Pasqua 1963. Manuela si sposa. La casa è festosamente animata, c’è via vai di gente; ogni angolo trabocca di fiori. Manuela è già vestita con l’abito da sposa. È molto bella. Maria Grazia) Manuela si china a baciare Benedetta prima di andare in chiesa. Benedetta può solo alzare un poco la mano, le sfiora il viso con una timida carezza, come se avesse paura di sciuparle il viso Benedetta) Non piangere Manuela, tanti auguri. Sii felice. Maria Grazia) La sposa si avvia verso la chiesa al braccio del padre. Tutti gli occhi sono per lei. Nella confusione Benedetta è rimasta sola. Nella sua mente si rincorrono pensieri, ricordi, sogni a lungo accarezzati, svaniti. In quel momento la sorella è per lei il simbolo stesso della vita che a lei viene negata. Scena 13 - 2° viaggio a Lourdes 14 CANTO n 4 : LA MADONNA È CANDORE CRISTALLINO La Madonna è candore cristallino è pura come il cristallo è la più dolce delle madri è la madre di tutti è la fonte prima di ogni virtù è la sorgente del candore è madre del puro amore, è avvocata celeste lenisce il dolore di tutti si china misericordiosa su ogni pena dell'uomo. è luce che fuga ogni tenebra, che dissolve ogni tenebra, è bene e unità è bontà immensa nella misura in cui si crede è ordine, ma nella libertà. è amore per tutti gli uomini è verità, è misericordia! Quelli che confidano in te non saranno confusi con l'aiuto di Maria è possibile superare una tentazione, che dono eterno! Mi hai afferrata! Mamma Elsa) Intanto, sopraggiunta l'estate, Benedetta viene trasportata a Lourdes, per il suo secondo ed estremo pellegrinaggio. Il 10 giugno 1963, in attesa di partire, scrive all’amica Francis: Benedetta) Vado ad attingere forza dalla Mamma celeste, poiché non so abituarmi, come vorrei, a vivere felicemente nel buio, nell’attesa di una luce più viva e più calda del sole! Ma Dio mi aiuterà, perché sa che io esisto. Giuliana) Il miracolo di Lourdes fu sopra ogni altro, proprio quello di una sua comunione con la Madonna. Da lei ottiene “dolcezza, pazienza e serenità”. Benedetta) ...ed io mi sono accorta più che mai della ricchezza del mio stato e non desidero altro che conservarlo. È stato questo per me il miracolo di Lourdes, quest’anno. Angela) Il miracolo di Lourdes, è la scoperta della sua autentica vocazione alla croce. Raimondo) Chiusa in un deserto sconfinato, Benedetta canta la gioia di vivere e ringrazia senza fine il Signore per il meraviglioso dono della vita. scena 14 - Dio Esiste ed è amore Benedetta) Ho trovato - ed era nel dolore - ho trovato che Dio esiste ed è amore. 15 Paola) Benedetta ci assicura che Dio abita anche nel dolore. Dio è presente anche nelle bufere della vita e le trasforma in case di pace. Benedetta, nel momento più tragico della sua vita, consegna a tutti noi questo straordinario messaggio: Benedetta) Fino a tre mesi fa godevo ancora della vista; ora è notte. Però nel mio calvario non sono disperata. Io so che in fondo alla via Gesù mi aspetta. Prima nella poltrona, ora nel letto, che è la mia dimora, ho trovato una sapienza più grande di quella degli uomini. Ho trovato che Dio esiste ed è amore, fedeltà, gioia, certezza, fino alla consumazione dei secoli ... Roberto) E Benedetta visse seminando amore, e cioè visse non abitando nella preoccupazione di sé, come quasi tutti facciamo, ma visse abitando negli altri, e vivendo negli altri sentì Dio, e sentendo Dio avvertì una grande pace e la diffuse dovunque. Scena 15 - stillate cielo dall’alto filmato Francis) Qualche giorno dopo Benedetta domandò a Maria Grazia Benedetta) Conosci la preghiera dell’Avvento “Stillate cielo dall’alto”? Mi piacerebbe riascoltarla. Giuseppe) Maria Grazia cominciò a recitare, ma ad un tratto si interruppe, non ricordava più i versetti successivi. Benedetta completò lei stessa quella preghiera bellissima Benedetta) Stillate cieli dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia, si apra la terra, produca la salvezza e germogli insieme la giustizia, Io, il Signore, ho creato tutto questo. Maria Grazia) (Sbalordita) Ma allora la ricordavi, perché mi hai chiesto di recitala? Benedetta) Perché era dolce sentir ripetere le parole del Signore. CANTO n. 5 : DIO È DIO DELLA PACE Dio è Dio della pace La pace è amore di Dio è frutto della volontà di Dio è Dio nel cuore, è dono del Paradiso è la mano di Dio che ci cura è libertà di spirito è il premio che Dio dà alla serenità dell'animo è quiete dell’anima e del corpo è un bene infinito è il premio di Dio per la lotta col male La pace di Dio è infinita Dopo la tempesta, Dio concede la pace. La pace è abbandono a Dio, è riposo in Dio è come luce che accompagna il sorgere del sole. La serenità è pace dell'anima con Dio e con l’uomo. Pace la letizia son doni di Dio. La pace divina è arcobaleno del cuore. 16 terzo balletto - rose rosse Scena 16 - di Beethoven MUSICHE «Pastorale» (La scena si apre con la Pastorale di Beethoven che andrà sfumando.) filmato Narratore) Maria Grazia scrive a Benedetta Maria Grazia) Domenica ero colma di vuoto e di solitudine: in casa non c’era nessuno: così ho acceso la radio, distrattamente. E di colpo è scoppiata «la tempesta» dalla «Pastorale» di Beethoven. Mi sono accorta di colpo che il sole entrava a fiotti dalla finestra Ero libera! Così libera! La rivelazione penso che sarà così: improvvisa e folgorante, come mugghio di acque dietro una diga E conosceremo la Verità, e saremo liberi E ho pensato una cosa ancora più bella: Beethoven era già sordo quando scrisse tutte le sue opere più alte: quindi le scrisse esclusivamente per gli altri. E alla fine della lunga sofferenza compone la «gioia» della 9a sinfonia. La sua sordità non gli aveva impedito di esprimere se stesso, anzi, di «comunicare» se stesso agli altri. Veramente io credo che non esista ostacolo all’onnipotenza di Dio; se siamo docili ai Suoi disegni Egli abiterà in noi e sarà il Suo Spirito a «intercedere per noi con gemiti ineffabili» e allora veramente giungeremo alla pienezza e riusciremo ad esprimerci senza voce e senza parole, perché Lui agirà e parlerà in te. (La musica della sinfonia si riaccende e poi sfuma.) Scena 17 - le amiche e gli amici Narratore) Il rapporto epistolare fra Benedetta e i suoi amici ha in Cristo il suo baricentro. Lui è il senso e il significato di tutto, compreso l’esistere quotidiano Liliana) Nel suo rapporto con Cristo, la sua vita divenne sempre più una festa di amore. Quello che caratterizzò la sua vita negli ultimi mesi, fu certamente la ricchezza meravigliosa dell'amicizia. Era così piena che aveva bisogno di donare a tutti qualcosa, traboccava di amore. Paola Z.) Lei che non vede e non sente, prova il gusto delle cose, cioè a sentirle e a vederle dal di dentro e a captare la bellezza chi c’è in tutte le cose: diceva che il sole c’era anche se lei non lo vedeva, ed il sole era tutta la vita. Noi, che lo vediamo tutti i giorni nel suo splendore, non accorgiamo mai del sole e forse mai l’abbiamo sentito come lo sente lei, la certezza di una luce che c’è anche se lei non la vede. Roberto) Col suo sforzo di portarsi a Dio malgrado il male, Benedetta ha costruito anche le nostre amicizie, creando delle esperienze spirituali senza età né limiti. Angela) Per lei l'amicizia era fare la strada insieme. Paola) Si andava in compagnia a trovarla. Il suo non era più un letto; al di là di ogni evidenza Benedetta ci faceva dimenticare di essere presso una persona ammalata. Tutto il giorno, a turno, comunicavamo con lei; c'erano momenti in cui si rideva, sì, si cantava insieme, si recitava nona e vespro. scena 18 - Natale - filmato di un presepio Mamma Elsa) Per la ricorrenza del S. Natale voleva che Corrado e Carmen preparassero, nell'angolo più umile della casa, il presepio. E lei lì, ogni mattina, ogni sera, si fermava, raccolta, immobile in preghiera; sembrava una statua, eloquente, discesa dal cielo. Una volta le disse: 17 mamma Elsa) Mi sembri soltanto figlia di Dio ma non più mia figlia. Benedetta) Sì mamma, prima di tutto figlia di Dio. quarto balletto - rose bianche Scena 19 - i due genitori mamma Elsa) (Racconta al pubblico) Una volta io ebbi un bisticcio con mio marito e mi arrabbiai molto. Quella mattina quando andai a portare la colazione a Benedetta lei mi prese la mano e l’accarezzò. Faceva quale gesto affettuoso tutte le mattine. E nell’accarezzarmi la mano mi disse: Benedetta) Mamma sento che non sei tranquilla. Cos’è successo? mamma Elsa) (A Benedetta) Ho bisticciato con il babbo. (Al pubblico) E il mattino dopo mi chiese: Benedetta) Ma sei ancora arrabbiata ? mamma Elsa) (Al pubblico) risposi di sì, il nostro dialogo avveniva per mezzo dell’alfabeto muto. Passarono circa otto o dieci giorni: lei non mi faceva più domande per timore di essere indiscreta. Ma una mattina mi disse: Benedetta) Mamma, deve essere molto grave ciò che ti è successo, perché ancora non sei tranquilla, non ti sento tranquilla. mamma Elsa) (Al pubblico) Dapprima io dissi: (A Benedetta) Ma no, Benedetta. (Al pubblico), poi però non seppi resistere e aggiunsi: (A Benedetta) Mi voglio dividere dal babbo. Benedetta) E di quanti metri ti vuoi dividere? mamma Elsa) No, non scherzare, parlo sul serio. Benedetta) Mamma, ricordati che l’uomo non può dividere ciò che Dio ha unito. mamma Elsa) Ma io sono stanca di questa situazione. (Al pubblico) E allora Benedetta mi disse: Benedetta) Mandami il babbo. mamma Elsa) (Al pubblico) Mio marito ogni mattina appena alzato passava sempre dalla camera di Benedetta, stava sulla porta, accendeva una sigaretta e rimaneva là fermo a guardarla. Non aveva voluto imparare il linguaggio tattile, il linguaggio della mano, si ribellava all’idea di sua figlia immobilizzata e ridotta a quel modo. Lei però sapeva che il babbo ogni mattina la guardava ed era contenta, contenta di questo. Quella mattina, quando dissi a Guido che Benedetta gli voleva parlare, lui rispose: il padre Guido) No, no, no, tu sai che non ho imparato l’alfabeto muto, perché non posso pensare a mia figlia così: noi speravamo che avesse tutto e invece le è stato tolto tutto. Mi dà fastidio, non ho il coraggio, non entro. E poi perché sei andata a raccontargli i nostri litigi: vuoi farla soffrire di più? mamma Elsa) (Al pubblico) Lo lasciai parlare . Poi gli dissi con calma: (Al marito) Non le ho raccontato niente, le ho detto soltanto che sono arrabbiata. (Al pubblico) Lui ripeté: il padre Guido) (Alla moglie) Io non vado. Dille che mi hanno chiamato mentre stavo per entrare: andrò domani. mamma Elsa) (Al pubblico) La mattina dopo trovò un’altra scusa: 18 il padre Guido) Dille che sono andato a Brescia. mamma Elsa) (Al pubblico) E il giorno dopo: il padre Guido) Dille che in stabilimento occorreva la mia presenza. mamma Elsa) (Al pubblico) Andammo avanti così per circa un mese. Allora non ne potei più: (Al marito) Se non vuoi andare da Benedetta le dico la verità. il padre Guido) No, non dirle che non voglio andare, dille che mi hanno cercato. mamma Elsa) (Al marito) Però se Benedetta morisse tu rimarresti con il rimorso di non essere andato ad ascoltarla, non sapresti mai cosa ti voleva dire. (Al pubblico) Guido rifletté. Vedevo che era tormentato. Alla fine di decise: il padre Guido) Va bene, vado questa mattina. Vieni anche tu con me? mamma Elsa) (Al pubblico) Entrammo. Io presi la mano destra di Benedetta e le comunicai: (A Benedetta) Il babbo è qui: da tanti giorni lo aspettavi ma lui non poteva. Adesso è venuto. (Al pubblico) Lei gli disse, cercandolo: Benedetta) Babbo, dammi le mani. mamma Elsa) (Al pubblico) Quando il babbo le diede la mani, lei le baciò e disse: Benedetta) Queste mani, queste manone grosse quanto hanno lavorato per i tuoi figli: come ti sono grata , scusami babbo se qualche volta ti ho dato dei dispiaceri. Adesso vai al tuo lavoro, non voglio rubarti del tempo, volevo solo dirti che da tanto non sentivo le tue mani. mamma Elsa) (Al pubblico) Mio marito, che si aspettava un rimprovero, a sentirsi dire quelle parole, a vedersi baciare le mani, si mise a piangere e uscì dalla camera. Io rimasi. Benedetta si immerse in preghiera. Dopo un poco stese la mano e sentì che io ero là vicino a lei. Benedetta) Mamma sei ancora qui? Perché non mi parli? mamma Elsa) Perché sono molto arrabbiata con te, Benedetta. Benedetta) Davvero mamma e perché? mamma Elsa) (Al pubblico) Ero proprio in collera e dissi tutto di un fiato: (alla figlia) Perché è quasi un mese che volevi parlare con il babbo io mi aspettavo che tu gli dicessi chissà che cosa, e invece l’hai ringraziato per il suo lavoro, gli hai baciato le mani. Benedetta) Allora mamma sono anch’io arrabbiata con te. mamma Elsa) Ah va bene, invertiamo le cose. Benedetta) Non invertiamo niente mamma, soltanto ricordati: se qualcuno sbaglia nei tuoi confronti o verso altre persone, fargli sentire che lo ami di più. Solo così proverà l’umiliazione di aver sbagliato. L’amore corregge, i rimproveri suscitano ribellione. Amalo come prima e più di prima: lui comprenderà così il proprio errore. Nicoletta) Quest’episodio è un autentico fiore che porta il profumo del cenacolo, ed in particolare porta il profumo del comandamento dell’amore, che tutti ripetiamo ma tanto poco viviamo. Per questo non si sente nel mondo il profumo del Vangelo, il profumo dei cristiani. Scena 20 - l’elemosina filmato mamma Elsa) (Al pubblico) A volte, quando eravamo per la strada ed incontravamo qualche mendicante, io mi rifiutavo di fare la carità: ci sono dei mendicanti che danno l’impressione di non aver realmente bisogno di aiuto o di non far buon uso del denaro che ricevono in elemosina. È una riflessione che, a torto o ragione, facciamo in molti. Così dopo molti di questi incontri io dicevo: “Basta!” e la mia borsa rimaneva chiusa. Ma lei non si dava per vinta: 19 Benedetta) Va bene, mamma, chiederò i soldi al babbo. mamma Elsa) (Al pubblico) Io ero esasperata : (Alla figlia) Ma Benedetta, oggi ho già fatto la carità tre volte! (Al pubblico) E lei osservava con calma Benedetta) Mamma, non c’era mica il punto dopo la terza volta. Non c’è limite alla carità. mamma Elsa) Così da mia figlia ho imparato tante cose, infinite sfumature di delicatezza. La sua bontà era evangelica. Non le interessava sapere se la propria carità giungeva a buon fine, non voleva mai sapere perché una persona chiedeva aiuto, sentiva che doveva aiutare, senza fare domande. Mi diceva: Benedetta) Se qualcuno ti chiede aiuto, bisogna solo aiutarlo e basta. Non c’è fine in quello che si deve fare e si deve dare agli altri. CANTO n. 6 : CANTO SULLA CARITÀ La carità è abitare negli altri è chinarsi sui dolori di tutti è il luogo divino che tempra l’animo è pazienza con gli altri. Carità è sopportare Carità è amare Il dolore è carità, l'ordine è carità senza carità, niente conta … Possiamo dare, possiamo amare possiam servire, possiam soffrire, possiam amare senz’essere amati, possiam ringraziare per essere creati. Una spalla a chi sta per cadere, i nostri occhi a chi non può vedere. La forza a un anziano. auguri sinceri per chi vive lontano. Possiamo donare anche il denaro, pur se ci sembra che abbiamo poco da dare e sempre tanto per chi non ha nulla, possiamo sfamare un bimbo in culla. Doniamo sempre, doniamo con gioia, vivendo per gli altri cambiamo la storia. State tranquilli, state sereni i vostri debiti saranno saldati. Tutti coloro ci potran benedire se noi avremo sempre da offrire! 20 Scena 21 - verso la santità Narratore) Per Benedetta gli amici di Gioventù studentesca si dimostreranno preziosi per la sua crescita spirituale: i consigli che la raggiungono attraverso lettere e visite a casa le permetteranno di condividere gioie e fatiche del cammino, di trovare le conferme a quanto sta scoprendo: di formulare per iscritto la dottrina che lei stessa stava vivendo, affinché altri potessero impararla. Benedetta) Sono in certi istanti sbalestrata, senza sostegno, come in una scala traballante senza appoggio, vagando e non riuscendo più a salire. Eppure lo voglio... Brancolo nel buio e ho la luce dentro, non posso balbettare ed ho infinite cose, dolcissime, da comunicare con Lui. Angela) Da questa certezza nasce la serenità. Evidentemente Benedetta conosce la lotta, conosce la prova, conosce il deserto; sa che le nuvole possono oscurare il sole, ma non possono spegnerlo. Benedetta) Mi domando spaventata com’è terribile avere solo paura di perdere Dio. E questo mi è accaduto, solo la paura! Francis) Di che cosa ha paura Benedetta? Forse sono nubi di dubbio, momenti di stanchezza; sono istanti nei quali Benedetta non vede più limpidamente il sole dell’amore di Dio: e soffre! Benedetta) (a Francis) Dentro di me ho sentito ancora la voce del Padre. Assetata sono corsa a farmi confortare. Era lui. L’ho risentito! L’ho ritrovato, Francis, che sollievo! Con Lui mi sento di poter camminare lontano, in capo al mondo, se Lui vorrà. Raimondo) E qual è l’orizzonte del dolore di Benedetta? L’orizzonte sono gli altri, sempre gli altri. Scrive a Francis: Benedetta) Il mio compito non è solo quello di scrutarmi dentro, ma di amare la sofferenza di tutti quelli che vivono o vengono attorno al mio letto, e mi danno e mi domandano l’aiuto di una preghiera. Angela) Così la sofferenza di Benedetta, attraversata dalla carità, diventa un vero apostolato. Ella può dire: Benedetta) Dal mio letto vi seguo tutti, io così inoperosa, e vi tengo vicino al cuore, sotto le coltri, mentre voi camminate col tempo... Liliana) La sua anima è popolata di gente, gente che lei amava e seguiva teneramente Il cuore di Benedetta cammina per le vie del mondo, cammina dove camminano i suoi amici. Chiudi pure i miei occhi: Ti posso vedere; serra le mie orecchie: Ti posso ascoltare e senza piedi posso a Te arrivare e senza bocca ancora posso Te invocare. Spezza le mie braccia, e a Te mi afferro col mio cuore come con una delle mani, arresta il cuore e pulserà la mente; accendi pure nella mente un fuoco immenso, e nel mio sangue Ti potrò portare. Rainer Maria Rilke 21 scena 22 - testimonianze di amici un amico) Nel corso del tempo in cui la frequentai, gli ultimi due anni, la sua vita diventava sempre più difficile, i dolori si moltiplicavano, e io avvertivo sempre più grande in lei questa accettazione consapevole, questo farsi condurre da Dio senza porre mai riserve, rifiuti, rimpianti. Ultimamente era diventata di una sincerità sconcertante, che non aveva niente di terreno: ricordava la sincerità dei bambini. un’amica) Sento profondamente, nel mettermi di fronte a lei, la necessità di una sincerità totale, assoluta, spoglia di atteggiamenti e di finzione. E allora mi scopro improvvisamente così povera, così arida, così priva di fede e colma di menzogna da non avere da offrire alla Benedetta niente altro che il mio silenzio Benedetta) Dentro di me, ho sentito ancora la voce del Padre. Assetata sono corsa a farmi confortare. Era Lui. L'ho risentito! L'ho ritrovato! Con Lui mi sento di poter camminare lontano, in capo al mondo, se Lui vorrà. Io non voglio pause; non desidero soste; ho ritrovato il Signore, ho risentito la Sua voce, ed è stato dolcissimo il colloquio, così soave. Roberto) Quanto più il tempo le manca, tanto più la incalza una volontà inesausta di amore. Può dire all'amica: Benedetta) Se ci fermiamo, allora noi siamo solo dei curiosi e non degli assetati di Dio» (16-10-63). Natalino) Immobile nel suo letto, sorda e cieca, ella vive un'avventura sempre più straordinaria e nuova via che, nel suo abbandono, si lascia possedere dal Cristo. Angela) Tutte le avventure umane sono nulla al confronto di questa avventura. Cammina, corre, poi sale, s'innalza sempre più leggera incontro a Dio che la chiama. Liliana) All'ansietà, alla fatica subentra pian piano la pace, anzi la gioia. Benedetta affonda in una solitudine, in un silenzio che sono pieni di una misteriosa ma reale presenza. Benedetta) Come amo il Signore! Lui, che veramente mi ha sempre custodita, ed è accorso ad aiutarmi tutte le volte che L'ho invocato. Sia benedetto il nome santo, alleluia! Com'è bello avere un Padre nel cielo che ci aiuta, e ci ama più di noi stessi, e conosce anche il numero dei capelli del nostro capo. Raimondo) Il suo cammino era stato verso la vita, non verso la morte. E conosce ora la gioia. Non aveva conosciuto la gioia, quando le sorrideva la vita, la conosce ora che muore. Francis) È lei che conforta, lei che sostiene chi va a visitarla li incoraggia, apre e dilata la loro anima alla confidenza, e tutti ricevono da lei, mentre essa non sembra aver più nulla da dare. scena 23 - Poi venne l’ultima estate - sogno della rosa Narratore) Poi venne l’ultima estate. Le voci del lago, lo splendore e il profumo dei fiori sono ormai l'eco d'un sogno. Nel paesaggio di tenebra, Benedetta ricerca il suo Dio. Benedetta) ...i giorni passano nell'attesa di Lui che io amo nell'aria, nel sole che non vedo più, ma che sento ugualmente nel suo calore quando entra attraverso la finestra a scaldarmi le mani, nella pioggia che scende dal cielo a lavare la terra... Narratore) il 1 Novembre ‘63"Sogna" una rosa bianca che splende nella tomba di famiglia. L’amica Giuliana, di ritorno dalla processione al cimitero, sente di dover passare da Benedetta che, appena sa della sua presenza, si mostra ansiosa di comunicare: 22 Benedetta) Ti devo dire una cosa importante: ... sono entrata in un cimitero di Romagna, c'era una sola tomba aperta, illuminata da una luce tanto forte che la mia vista non riusciva a sostenerla e in mezzo a questa luce ho visto una rosa bianca. Tu cosa ne dici?" Narratore) A Giuliana che esitava a rispondere, Benedetta soggiunse: Benedetta) Non parlarne con nessuno. Narratore) Il racconto è seguito anche dalla sorellina Carmen, presente a insaputa di Benedetta. Narratore) Si avvicina l'ultimo suo Natale, "e Benedetta diceva di pregare perché in quella notte la pace scendesse sul mondo e diceva che lei aveva chiesto una grande grazia al Signore, di farla rinascere in quella notte con Lui. Io le portai un crocifisso. Benedetta volle toccarlo, poi disse - Anch'io così, ma sempre in letizia". Già da tempo Benedetta si preparava al suo mistico Natale. Benedetta) Adesso io cammino per la strada che conduce a Betlemme: alla stalla dove il Bimbo nasce, mistero di amore e di dolore. Narratore) Benedetta si avvia al suo Getsemani di solitudine Benedetta) Sai, mamma, per molti Benedetta è già morta. Eppure molti mi ricorderanno; rimpiangeranno di non essermi stati accanto in quest’ora. La fine è vicina, ma non dovrai mai sentirti sola, mamma; ti lascio tanti figli, tanti figli da guardare. Narratore) Benedetta sente avvicinarsi il momento dell'Incontro. Scena 24 - la croce - filmato Narratore) Sconvolgente è la testimonianza della mamma. mamma Elsa) Fu in una mattinata per me molto laboriosa che, stanca ed esasperata, la presi di peso e la gettai sul suo letto; cadde così, con le braccia aperte e con la testa dolcemente inclinata su una spalla: mi fece ancor più stizza il vederla così dolce e disponibile e, dovendola lavare, le tolsi con poca delicatezza la vestaglia, poi la camicia. Improvvisamente vidi, attraverso lei, la figura del Cristo crocifisso. Piansi e le domandai perdono. (Sfumare l’immagine di Benedetta e sovrapporvi l’immagine di Cristo in Croce) Benedetta) No, no. Sono io mamma, che devo domandare perdono a te, perché si vede che queste cose non te le so domandare abbastanza bene. mamma Elsa) Sì, Benedetta era ormai trasformata nel Cristo. Tutti più o meno confusamente lo sentivano. 23 Scena 25 - morte di Benedetta mamma Elsa) Era il 23 gennaio 1964: al mattino l'infermiera mi disse infermiera) Benedetta oggi muore. mamma Elsa) (Al pubblico) Io non le credetti, ma l'infermiera, ripeté: infermiera) (A Elsa) Muore, me l'ha detto lei stessa questa notte; (A Carmen) e tu Carmen, prima di andare a scuola vai a salutare tua sorella, perché sarà l'ultima volta. Narratore) Carmen s'avvicinò a Benedetta Benedetta) Carmen sii più buona che brava. mamma Elsa) (Al pubblico) Vedendo che il respiro di Benedetta si faceva affannato, per distrarla, notando un uccellino sulla finestra, le dissi: (A Benedetta) Benedetta, che cosa vedo, c'è un uccellino. (Al pubblico) Mi chiese: Benedetta) Da quale parte? mamma Elsa) Alla tua destra. Narratore) (Al pubblico) E lei, priva da vari mesi anche della voce ridotta a penoso balbettio, intona una vecchia canzone: "Rondinella pellegrina". balletto breve con ballerina vestita da RONDINELLA che, attraversando la scena, vola via breve canto Rondinella Pellegrina Rondinella pellegrina, che ti posi in sul verone ricantando ogni mattina quella flebile canzone, che vuoi dirmi in tua favella, pellegrina rondinella? Solitaria nell'oblio, dal tuo sposo abbandonata, piangi forse al pianto mio, vedovetta sconsolata? Piangi, piangi in tua favella, pellegrina rondinella. (Autori: T. Grossi - S. Palladini - 1834) Narratore) La sua voce limpida e nuova stupisce i presenti. infermiera) (A mamma Elsa) Non sente, signora, è una voce di cielo, un angelo è sceso in questa stanza, Benedetta muore! Entra la signora morte vestita di bianco - si aggira sul palcoscenico (il bianco significa purificazione ed è un colore che si usa per i santi e i purificati) 24 Narratore) Sono gli ultimi istanti della sua vita terrena. mamma Elsa) (Al pubblico) Io, Benedetta la vedevo normale, ma rimasi agitata. Andai in cucina a prendere del tè. Vidi uno sciame di uccelli e c'era nebbia. In giardino scorsi una macchia bianca e pensai: Carmen andando a scuola ha gettato della carta. Scesi per toglierla, ma vidi che era una rosa bianca sbocciata. Tornai subito a dirlo a Benedetta. Lei mi disse come trasalendo: Benedetta) Mamma, questo è un dolce segno. Narratore) Aveva tante volte ripetuto: "Per coloro che credono, tutto è segno". E incrociò le braccia sul petto. mamma Elsa) Te la vado a prendere. Benedetta) No, aspetta ancora un po' … non è ancora il momento … Prima dovrei pregare, e non ho più tempo Narratore) Poi aggiunse Benedetta) Grazie Narratore) E morì. Ore 10.40 del mattino di Giovedì, 23 gennaio 1964, giorno dello sposalizio della Vergine. A ventisette anni, consumata da una terribile malattia Benedetta Morì. Scena 26 - Invocazione per la Beatificazione di Benedetta Padre nostro, noi ti ringraziamo per averci donato in Benedetta una cara sorella. Attraverso la gioia e il dolore di cui hai riempito la sua breve giornata terrena, Tu l'hai plasmata quale immagine viva del tuo Figlio. Con Benedetta al nostro fianco ti chiediamo, Padre, di poterci sentire più vicini a Te e ai fratelli nell'amore, nel dolore e nella speranza. In un'accettazione piena e incondizionata del tuo disegno. Fa che la sua testimonianza così radicale della potenza salvifica della croce c'insegni che il dolore è grazia e che la Tua volontà è gioia. Concedi, o Padre, la luce del tuo Spirito alla Chiesa affinché possa riconoscere Benedetta fra i testimoni esemplari del tuo amore. Narratore) Benedetta ci ha lasciato alcune riflessioni. Sono brevissime meditazioni, scritte con mano affaticata, si ha l'impressione di trovarsi davanti a uno scroscio di pensieri e di luce spirituale. 25 Scena 27 - Finale (A uno a uno entreranno tutti i personaggi e, a turno, alternandosi, pronunceranno una frase, ci sarà una girandola di voci fino ad affievolirsi sul finale con l’abbassarsi delle luci. Oppure, al contrario, le voci e le luci partiranno in sordina aumentando piano piano fino ad avere un vortice di voci e di suoni.) Il perdono è il dono più sublime di Dio: per amore suo dobbiamo perdonare anche chi ci fa del male Mi pare di essere, anche in mezzo alle mie sofferenze, piena di gioia che non è terrena. Nelle mani di Dio anche le cose più insignificanti possono diventare la nostra cometa. Le meraviglie del Paradiso sono così splendide da meritare ogni sforzo. Come il sole dissipa le nebbie, così fa Dio con le tenebre dell'animo. Noi abbiamo bisogno della parola di Dio come le piante della luce. Tutte le cose riflettono chi le ha create: come pozzanghere il cielo. Dio ci manda il dolore come una pioggia dopo la siccità. Quelli che confidano nel Signore non saranno confusi Provvidenza Divina è l'aiuto in tutti i momenti. A ognuno il Cristo dà una parte dei suoi dolori. La Madonna è la più dolce delle madri. L'umiltà è farsi piccoli come bambini Il dolore ci butta tra le braccia di Dio. Riconoscere i propri errori è umiltà. La carità è abitare gli uni negli altri. L'amore vince tutti gli ostacoli. Canto finale Tu sei stata uno strumento di Dio per seminare speranza nella strada del dolore Tu, senza camminare c’insegni la strada della vita Tu, senza sentire ci fai scoprire la voce di Dio Tu, senza vedere guidi noi ciechi nella veloce vita verso l’Incontro, verso la Luce Benedetta, aspettaci! Parla di noi al Signore, con la tua dolcezza umile serena, luminosa. Benedetta, grazie Per il bene che hai fatto Benedetta, grazie per il bene fai! Benedetta, grazie Per il bene che hai fatto Benedetta, grazie per il bene fai! 26 Narratore) Giunti al termine di questo viaggio dentro il viaggio di Benedetta, sentiamo che la speranza è entrata dolcemente anche in noi: avvertiamo che una luce si è accesa nella nostra povera vita. Sì, pieni di emozione e di stupore possiamo ripetere con lei: diapositiva - una rosa bianca con musica dolce in sottofondo voce di Benedetta fuori campo: Io penso che tutto sia come la primavera che sboccia, rifiorisce, profuma, dopo il freddo e il gelo dell’inverno … Se sapremo vivere tutti gli attimi con Dio, tutto sarà incantevolmente stupendo. alzare il volume della musica precedente poi sfumare Fine