Treviso, “Dante Alighieri” Alighieri”, 2008– 2008–2009 Sommario Albert Einstein, la fisica e la matematica Giorgio T. Bagni UNIVERSITAS STUDIORUM UTINENSIS Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Udine [email protected] www.syllogismos.it Cenni biografici Ulm, Berna, Princeton La fisica relativistica Energia e massa Il ruolo della matematica Uno strumento prezioso Cittadino del mondo L’impegno civile La riflessione Il sentimento religioso Cenni biografici Cenni biografici Albert Einstein nacque il 14 marzo 1879 a Ulm, figlio di un tecnico per apparecchi elettrici. Per difficoltà economiche la famiglia si trasferì a Monaco di Baviera, poi a Milano. Albert non ottenne sempre risultati lusinghieri, anche per i metodi dell’istruzione del tempo; fu affascinato dalle scienze. Gli articoli del 1905 Berlino, Princeton A soli ventisei anni, Einstein pubblicò sugli Annalen Der Physik quattro articoli fondamentali. In particolare, il secondo lavoro trattava la teoria quantistica della luce di Planck (1900) e mostrava come la luce sia formata da fotoni rifacendosi all’effetto fotoelettrico (scoperto nel 1902). Per questo contributo gli verrà conferito nel 1921 il Premio Nobel per la fisica. Il terzo articolo tratta della teoria della relatività. Nell’ultimo introdusse l’equivalenza tra massa ed energia espressa dalla formula E = mc2 Nel 1896 gli fu revocata la cittadinanza tedesca (nel 1901 divenne svizzero; più tardi avrà la cittadinanza USA); entrò all’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia a Zurigo. Dal 1902 al 1909 (anni chiave per la sua ricerca fisica) lavorò a Berna. Nel 1916 Einstein, da due anni era rientrato a Berlino come docente, direttore dell’Istituto di Fisica teorica Kaiser Wilhelm e membro dell’Accademia delle Scienze, pubblicò Fondamenti della relatività generale. Nel 1933 si trasferì a Princeton (New Jersey). Gli ultimi anni furono trascorsi cercando una teoria che unisse le forze subatomiche con gravitazione ed elettromagnetismo, questione tuttora irrisolta. Morì il 18 aprile 1955 a Princeton. 1 Sommario Massa ed energia nella relatività Cenni biografici Ulm, Berna, Princeton La fisica relativistica Energia e massa Il ruolo della matematica Uno strumento prezioso Cittadino del mondo L’impegno civile La riflessione Il sentimento religioso Massa ed energia nella relatività L’importanza del pensiero di Einstein nella storia della fisica e della cultura umana è difficilmente quantificabile. Ci limiteremo a proporre alcune riflessioni su: la massa e l’energia nell’impostazione relativistica; il collegamento tra la fisica e la matematica, partendo da alcune considerazioni espresse in un articolo dello stesso Einstein. Una parentesi: energia nel XVII secolo La memoria di Leibniz sulle forze vive Concetti vicini a quello di energia cinetica vengono introdotti nella storia nella storia della fisica a partire dal Settecento. Ma le concezioni, in quel periodo, non erano chiare. La questione dell’energia cinetica veniva affrontata nell’ambito del problema delle forze vive e vedeva coinvolti alcuni dei massimi scienziati e pensatori del periodo (tra i quali, come vedremo, due trevigiani). Tutto ciò sembra ben distante dalla relatività… Il problema delle forze vive: la testimonianza di Vincenzo Riccati Gian M. Ciassi (1654-1679): il Tractatus Physicomathematicus Vincenzo Riccati (17071775), fratello di Giordano, pubblicò il Dialogo (1749): “Propongo (…) argomenti, i quali alla legge dello spazio danno la preferenza, e fanno vedere che l’azioni vogliono misurarsi per gli spazi, e che per conseguenza le forze vive a’ prodotto delle masse ne’ quadrati delle velocità sono proporzionali” (p. 8). Questa osservazione equivale alla scelta di Leibniz sulla forza viva che è stata riconosciuta corretta: del resto, siamo ormai nel 1749… Contro l’impostazione Problema delle forze cartesiana, Gottfried vive: determinare la Wilhelm Leibniz (1646grandezza fisica da 1716) pubblicò (1686): considerare “causa” del moto di un corpo. Per Brevis demonstratio erroris René Descartes (1596memorabilis Cartesii, et 1650) un corpo in moto aliorum circa legem compirebbe lavoro a naturalem, secundum quam spese della quantità di volunt a Deo eamdem moto (massa per semper quantitatem motus velocità). conservari; qua et in re mechanica abutuntur. Il botanico e fisico trevigiano Gian Maria Ciassi scrisse il Tractatus physicomathematicus, pubblicato nel 1677 insieme alle Meditationes de natura plantarum a Venezia. Sono le uniche opere pubblicate da Ciassi che morì a 25 anni, quando era sul punto, secondo alcuni, di ottenere una cattedra di botanica presso lo studio di Padova. 2 Una pagina del Tractatus ciassiano “Un corpo G posto nella posizione E e sollevato sino ad A richiede la stessa forza (vis) richiesta da un corpo F [in D] sollevato sino a B… se e solo se i pesi di G e di F sono inversamente proporzionali ai bracci GC, FC e quindi alle altezze virtualmente percorse [AE, BM]”. Anche questa osservazione equivale alla scelta di Leibniz sulla forza viva Ciassi e Leibniz Confrontiamo due passi …dunque In questonove caso anni la data prima di pubblicazione della pubblicazione deve essere della notata: memoria siamo leibniziana! nel 1677… Scrisse Ciassi nel 1677: Scrisse Leibniz nel 1686: “Un corpo pesante “Suppongo che sia un’oncia, necessario altrettanto posto con un altro lavoro per sollevare in questo movimento un corpo di una libbra [leva], se sollevato a all’altezza di quattro pollici quattro braccia di richiede tanto lavoro quanto ne serva per quanto un corpo pesante sollevare un corpo di quattro once quattro libbre sollevato ad all’altezza di un pollice”. un braccio”. Ciassi, Leibniz verso l’energia cinetica (e chiudiamo la parentesi…) Torniamo a Einstein L’energia nella relatività L’analogia testuale rilevata è evidente, ma si riferisce ad una considerazione preliminare. Inoltre Leibniz (nella memoria del 1686) considera un corpo in caduta libera, Ciassi no: il risultato ciassiano non è dunque del tutto provato. Sarebbe comunque interessante, per una ricostruzione storica della vicenda, appurare l’eventuale conoscenza del libretto ciassiano da parte di Leibniz. Il Tractatus ciassiano è degno di essere rivalutato anche dal punto di vista metodologico: l’uso dello strumento geometrico nell’argomentazione di soggetto fisico è significativo e moderno. Torniamo a Einstein L’energia nella relatività Torniamo a Einstein L’energia nella relatività L’impostazione relativistica si basa su due postulati: Le leggi della fisica sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali: non esiste un sistema inerziale privilegiato (Principio di relatività). La velocità della luce nel vuoto ha lo stesso valore c in tutti i sistemi inerziali. Anche Einstein basa la propria ricerca sull’applicazione della matematica (ma mentre Ciassi usava la geometria euclidea, Einstein impiagava l’analisi matematica). Il successo della ricerca di Einstein si basava inoltre sulla valutazione dell’opera dei suoi predecessori e soprattutto sulla sua eccezionale intuizione: egli si accostava con rispetto alla natura e notava che «la cosa più incomprensibile del mondo è che esso sia comprensibile». Einstein fu dunque geniale nel conferire un senso fisico ai risultati ottenuti dall’intuizione, sorretta dallo strumento matematico. Il fatto che la velocità della luce sia assoluta rispetto al tempo e allo spazio portò ad alcune fondamentali implicazioni riassunte nei tre punti seguenti: il tempo diventa relativo: per oggetti in movimento il tempo risulta “rallentare”; lo stesso spazio diventa relativo: tutti gli oggetti in movimento subiscono una “contrazione” di lunghezza; l’equivalenza tra la massa e l’energia. 3 Sommario Un articolo del 1921 Il rapporto tra la fisica e la matematica in Einstein merita un approfondimento. In “Geometria ed esperienza” (Geometrie und Erfahrung), S.B. Preuss. Akad. Wiss. 5, 1-8 (1921), egli si chiede: «Com’è possibile che la matematica, che è un prodotto del pensiero umano indipendente da ogni altra esperienza, se la cavi così bene al confronto con l’esperienza?» Così Einstein imposta la questione: «Laddove le leggi della matematica corrispondono alla realtà, esse non sono certe, e laddove sono certe, esse non corrispondono alla realtà». Cenni biografici Ulm, Berna, Princeton La fisica relativistica Energia e massa Il ruolo della matematica Uno strumento prezioso Cittadino del mondo L’impegno civile La riflessione Il sentimento religioso Un articolo del 1921 Un articolo del 1921 «Il progresso raggiunto dall’assiomatica sta nel fatto che con essa si separa nettamente il contenuto logico– formale da quello empirico o intuitivo; solo quello logico formale costituisce secondo l’assiomatica l’oggetto della matematica». Einstein sembra porsi in linea con l’impostazione di D. Hilbert: «Trattiamo da questo punto di vista un qualunque assioma della geometria, ad esempio il seguente: per due punti dello spazio passa sempre una e una sola retta. Come va interpretato, nel vecchio e nel nuovo senso?» Un articolo del 1921 Un articolo del 1921 «Questi assiomi sono libere creazioni dello spirito umano. Tutte le altre leggi geometriche sono conseguenze logiche degli assiomi. Gli assiomi definiscono primariamente gli oggetti, di cui la geometria tratta. Schlick ha perciò assai appropriatamente definito gli assiomi nel suo libro sulla teoria della conoscenza come “definizioni implicite”». Lo stesso Einstein deve però ammettere: «D’altra parte è certo che la matematica in generale, e in particolare la geometria, devono ringraziare per il loro sviluppo la necessità di sperimentare il comportamento delle cose reali». «Vecchia interpretazione. Tutti sanno che cosa è una retta e che cosa è un punto. Che questa conoscenza derivi da una facoltà dello spirito umano o dall’esperienza, da una cooperazione di entrambi o in qualche altro modo, il matematico non si cura di distinguere. […] L’assioma […] è l’espressione di una parte di questa conoscenza a priori. Nuova interpretazione. La geometria tratta di oggetti, contrassegnati con le parole retta, punto, eccetera. Non si presuppone una qualche conoscenza o intuizione di questi oggetti, ma solo la validità, in ogni caso puramente formale, cioè liberata da ogni contenuto intuitivo ed empirico, di assiomi». L’idea che lo spazio geometrico possa avere diverse “forme” era stata introdotta in matematica nella prima metà del XIX secolo da Bernhard Riemann (18261866), il quale affermò che la forma dello spazio è definita attraverso la sua curvatura. Nella Relatività generale, il concetto di gravità si lega a quello di curvatura di uno spazio a 4 dimensioni (spazio–tempo): la materia modifica la curvatura; il comportamento dinamico degli oggetti varia al variare della curvatura dello spazio–tempo. 4 Sommario Cenni biografici Ulm, Berna, Princeton La fisica relativistica Energia e massa Il ruolo della matematica Uno strumento prezioso Cittadino del mondo L’impegno civile La riflessione Il sentimento religioso Il pacifismo di Einstein Dopo la seconda guerra mondiale, però, Einstein si impegnò nuovamente nella causa per il disarmo internazionale e per l’impiego della scienza a scopi pacifici. Compì il suo ultimo atto pubblico 1’11 aprile 1955, una settimana prima di morire, sottoscrivendo un manifesto inviatogli da Russell che costituì la base per il Movimento Pugwash degli Scienziati contro l’Atomica. Nel 1995 a tale associazione fu assegnato il premio Nobel per la pace. Sommario Durante la prima guerra mondiale, Einstein fu tra i pochi accademici tedeschi a criticare pubblicamente il coinvolgimento della Germania nella guerra. Tale presa di posizione lo rese vittima di gravi attacchi e persino si cerco di screditare perfino le sue teorie scientifiche. Emigrato negli USA, di fronte alla minaccia rappresentata dal regime nazista accantonò le proprie posizioni pacifiste e nel 1939 scrisse assieme a molti altri fisici la celebre lettera indirizzata al presidente Roosevelt, nella quale veniva sottolineata la possibilità di realizzare una bomba atomica. Il pacifismo di Einstein Il pacifismo di Einstein Cenni biografici Ulm, Berna, Princeton La fisica relativistica Energia e massa Il ruolo della matematica Uno strumento prezioso Cittadino del mondo L’impegno civile La riflessione Il sentimento religioso «Gli uomini veramente superiori delle generazioni passate hanno riconosciuto l’importanza degli sforzi per assicurare la pace internazionale. Ma ai nostri tempi lo sviluppo della tecnica ha fatto di questo postulato etico una questione di esistenza per l’umanità civilizzata di oggi. […] I potenti gruppi industriali interessati alla fabbricazione delle armi sono, in tutti i paesi, contrari al regolamento pacifico delle controversie internazionali e i governanti non potranno realizzare questo scopo importante senza l’appoggio energico della maggioranza della popolazione». La scienza e la religione Einstein e la “religiosità cosmica” «La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca», scrisse Einstein nel 1941. Da Religione e Scienza (1930): «Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell’esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere». 5 La scienza e la religione Einstein e la “religiosità cosmica” La scienza e la religione Einstein e la “religiosità cosmica” Oltre le religioni basate sul «carattere antropomorfo» si trova la «religiosità cosmica. Essa non può essere pienamente compresa da chi non la sente poiché non vi corrisponde nessuna idea di un Dio antropomorfo. L’individuo è cosciente della vanità delle aspirazioni e degli obiettivi umani e, per contro, riconosce l’impronta sublime e l’ordine ammirabile che si manifestano tanto nella natura quanto nel mondo del pensiero. […] Già nei primi gradi dell’evoluzione della religione (per esempio in parecchi salmi di David e in qualche Profeta), si trovano i primi indizi della religione cosmica». La scienza e la religione Einstein e la “religiosità cosmica” Einstein e Planck … avversari? «La religione cosmica è l’impulso più potente e più nobile alla ricerca scientifica. […] Quale gioia profonda a cospetto dell’edificio del mondo e quale ardente desiderio di conoscere, sia pure limitato a qualche debole raggio dello splendore rivelato dall’ordine mirabile dell’universo, dovevano possedere Kepler e Newton per aver potuto, in un solitario lavoro di lunghi anni, svelare il meccanismo celeste! […] Non è senza ragione che un autore contemporaneo ha detto che nella nostra epoca, votata in generale al materialismo, gli scienziati sono i soli uomini profondamente religiosi». Concludendo, è difficile valutare la religiosità di Einstein… Classificare Einstein panteista non darebbe ragione della sua complessa posizione. Le lettere degli ultimi anni tornano spesso sul tema di Dio, con accenti quasi confidenziali (“grande vecchio”, “colui che conosce i segreti del mondo”). Sembra che lo facciano al di là dell’espediente retorico, forse manifestando l’aspirazione di riferirsi all’Assoluto non solo come ad una razionalità impersonale. «Una cosa ho imparato in questa lunga vita, – scriverà all’amico Michele Besso il 15 aprile 1950 – non volendo rimanere in superficie, è maledettamente difficile avvicinarsi a Lui». «I geni religiosi di tutti i tempi risentono di questa religiosità cosmica che non conosce né dogmi né Dei concepiti secondo l’immagine dell’uomo. Non vi è perciò alcuna Chiesa che basi il suo insegnamento fondamentale sulla religione cosmica. [È] fra gli eretici di tutti i tempi che troviamo uomini penetrati di questa religiosità superiore e che furono considerati dai loro contemporanei più spesso come atei, ma sovente anche come santi. Sotto questo aspetto uomini come Democrito, Francesco d’Assisi e Spinoza possono stare l’uno vicino all’altro». E anche Max Planck, in campo fisico per alcuni versi avversario di Einstein (“il buon Dio non gioca a dadi!”), nel 1937 scriveva: «Religione e scienza non si escludono, come alcuni oggi credono o temono, ma si completano e si condizionano a vicenda. […] È la lotta incessantemente prolungata e mai languente contro lo scetticismo e contro il dogmatismo, contro l’incredulità e contro la superstizione, che religione e scienza conducono insieme». Se la mia teoria della relatività si dimostrerà corretta, la Germania mi rivendicherà come tedesco e la Francia dichiarerà che sono un cittadino del mondo. Se la mia teoria si dimostrerà falsa, la Francia dirà che sono tedesco e la Germania dichiarerà che sono un ebreo Albert Einstein Per materiali e indicazioni bibliografiche si può consultare: www.syllogismos.it A tutti Voi grazie dell’attenzione 6