Nuova Vita Magistrale PERIODICO D’INFORMAZIONE della ASSOCIAZIONE «NICCOLÒ TOMMASEO» 10122 TORINO – Via del Carmine, 27 Tel. 011.436.63.39 Sito internet: www.associazionetommaseo.it E–mail: [email protected] La storia e l’opera della “Niccolò Tommaseo” I care Altre voci: l’Ecomuseo urbano della scuola “Sclopis” Cronaca ordinaria Quadrante normativo CONOSCI TORINO? Una volpe chiamata Vittorio Anno LVIII • N. 460 • Settembre 2007 Poste Italiane. Sped. in a.p. – 70% – D.C. – D.C.I. – Torino n. 3/2007 Nuova Vita Magistrale n. 460 www.associazionetommaseo.it Per rimanere aggiornati sulle nuove iniziative, visitate il sito web dell’Associazione Magistrale “Niccolò Tommaseo”. A disposizione per la consultazione: • novità dal mondo della scuola e sul mondo della scuola; • aggiornamento in servizio e gruppi di lavoro; • calendario degli appuntamenti; • biblioteca pedagogica; • notiziari associativi. e–mail: [email protected] 2 Nuova Vita Magistrale n. 460 Frammenti si opera una sorta di classificazione culturale degli individui [...]. Il risultato sarà allora un mondo diviso in « civiltà » [...] ognuna delle quali presenterebbe connotazioni culturali definite che impedirebbero in molti casi ogni forma di comunicazione, anzi, condurrebbero allo scontro. [...] Il problema è che [...] si registra sempre più spesso una tendenza a “etnicizzare” qualsiasi tipo di conflitto e problema sociale, a parlare di etnie, se non di razza, laddove si dovrebbe parlare soltanto di individui che interagiscono tra loro e con la società. Individui, quindi, che portano con sé un modo di leggere il mondo, non culture in senso astratto. E le persone non sono monoliti inscalfibili, come ricordano le parole di Tiforau, amico tikopia di Raymond Firth. Alle parole del grande antropologo neozelandese, che cercava di convincerlo di come per lui sarebbe stato difficile abituarsi a vivere la terra dei bianchi, Tiforau rispose: « Che cos’è un uomo, un sasso? ». Il rischio di un eccessivo relativismo è di proporre un concetto di cultura fin troppo « culturale », fondato su diversità concettuali che non sempre superano in consistenza e valore le affinità o le somiglianze pratiche. Nessuno può negare che esistano concezioni del mondo diverse e che senza dubbio le religioni monoteistiche con il loro dogmatismo e con la loro azione escludente siano tra i motori più potenti di queste concezioni, ma non si può estendere il fanatismo di pochi all’esistenza di tutti. [...] Al di là delle reazioni emotive (adeguatamente strumentalizzate dalla politica) occorrerebbe porsi di fronte alla questione della diversità culturale in modo meno paradigmatico. In che misura quei maghrebini, cinesi, africani che convivono con noi nelle nostre città sono solo portatori di diversità? E in che misura, invece, condividono molte delle azioni, delle abitudini, dei costumi che noi frequentiamo tutti i giorni? [...] Oggi, una delle parole chiave nell’ambito della didattica scolastica è «intercultura». Sono sempre più numerose le circolari che invitano a promuovere il dialogo tra le culture attraverso corsi, convegni, dibattiti, attività didattiche varie. Negli ultimi anni, intercultura e multiculturalismo sono entrati nel linguaggio attuale come segnale di presa di coscienza e di auspicio per alcuni, come presagio di decadenza per altri. Infatti, sul fronte opposto ci sono coloro che paventano lo scontro tra culture: ma dove stanno le culture? In tutta sincerità chi ha mai visto due culture incontrarsi o scontrarsi? Si tratta di espedienti retorici e analitici, di astrazioni formulate dagli studiosi per indicare a posteriori processi storici, ma utilizzare tali categorie per leggere la nostra realtà quotidiana può risultare fuorviante. In questa realtà noi vediamo donne, uomini e bambini conoscersi, convivere, lottare, combattere. È a quanto assistiamo ogni giorno per la strada o alla televisione. Dalle carrette del mare che più o meno regolarmente attraccano sulle nostre coste sbarcano disperati, non culture. Una donna o un uomo che hanno fame non sono prima di tutto islamici o induisti: sono affamati. Ciò che suscita diffidenza nella gente o mette paura – sentimenti spesso esasperati dai media di parte – sono i rapinatori e gli spacciatori, a prescindere dalla loro cultura o religione. È se mai la loro attività malavitosa da condannare, non la loro appartenenza culturale. I furfanti sono condannati ovunque. Furto e delinquenza non sono il prodotto di una particolare cultura o religione, ma di particolari individui, e si tratta di un prodotto che accomuna in forma maggiore o minore tutte le società del pianeta. Il problema è che spesso, attraverso un uso qualunquistico, o peggio strumentale, della comunicazione mediatica e scientifica, 3 Nuova Vita Magistrale n. 460 Indice E ancora dobbiamo chiederci, quella diversità, che sicuramente esiste, è un elemento così insormontabile? Siamo davvero affetti da un tale provincialismo cosmico da essere capaci di convivere solo con chi è in tutto e per tutto uguale a noi? Questa eccessiva sovraesposizione dell’identità, di una identità, rischia di trasformarci in esseri unidimensionali, mentre le vicende umane dimostrano che invece siamo degli abilissimi camaleonti culturali. Frammenti Indice .................................................. 3 ........................................................... 4 Ai soci, agli amici, ai lettori ..................... 5 ......................................... 6 ..................................................... 7 ........................................................... 8 (da MARCO AIME, Eccessi di culture, Torino, Einaudi, 2004, pp. 52–56) Vita Associativa Editoriale I care Altre voci: l’Ecomuseo urbano della scuola “Sclopis” Cronaca ordinaria ............................ 10 .................................. 12 La storia e l’opera ..................... 13 ...................................... 16 della “Niccolò Tommaseo” Conosci Torino? Quadrante normativo Altre iniziative 4 ............................. ......................................... 18 23 Nuova Vita Magistrale n. 460 Ai Soci, agli Amici ai Lettori AVVISO IMPORTANTE Ricordiamo a tutti i soci ed agli amici lettori di rinnovare l’associazione per l’anno 2007/2008. L’Associazione “Niccolò Tommaseo” ha bisogno del sostegno di tutti. Invitate amici e colleghi ad iscriversi per il corrente anno: l’iscrizione è facile ed è anche possibile tramite bollettino di c/c postale, senza nessun altro impegno. Allo scopo di favorire tutti coloro che intendono iscriversi o rinnovare la propria adesione all’Associazione “Niccolò Tommaseo”, nel presente numero trovate le indicazioni per il versamento della quota sociale. LA SEDE SOCIALE: Torino – via del Carmine, 27 (piano terreno) presso l’edificio della scuola elementare Federico Sclopis – Tel. 011.436.63.39 SITO INTERNET: www.associazionetommaseo.it E–MAIL: [email protected] APERTURA DELLA SEGRETERIA L’orario di apertura della segreteria è fissato fino al 31 dicembre 2007 nei giorni di martedì 25 settembre, martedì 16 ottobre, martedì 20 novembre e martedi 18 dicembre dalle ore 16 alle ore 18. Il presente notiziario é inviato gratuitamente. QUOTA SOCIALE Il Consiglio Direttivo dell’Associazione ha deliberato per l’anno scolastico 2007/2008 la quota associativa di Euro 25,00. La segreteria è a disposizione anche in altri orari previo appuntamento da concordare almeno con una settimana di anticipo per consulenze, utilizzo dell’aula informatica anche in modo assistito, consultazione di testi, ecc… MODALITÀ DI VERSAMENTO DELLA QUOTA SOCIALE a) bollettino di conto corrente postale intestato a: Associazione Magistrale “Niccolò Tommaseo”, via del Carmine 27 (Torino 10122) – C.C.P. n. 27591106; b) pagamento diretto presso la sede sociale, nei giorni di apertura della Segreteria. Per inserzioni pubblicitarie contattare la segreteria associativa: Tel. 011.436.63.39 E–mail: [email protected] CORTESE INVITO Ricordiamo di indicare sempre nella causale del versamento anche il codice fiscale. Sostenete l’attività dell’Associazione con l’apporto della vostra adesione. HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO La “Niccolò Tommaseo” è una libera Associazione di insegnanti, dirigenti e pensionati della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria. Essa non ha scopo di lucro ed è indipendente da qualsiasi gerarchia amministrativa o confessionale. Valeria Amerano, Gianluigi Camera, Fabrizio Ferrari, Piergiuseppe Manietti, Maria Elena Revelli. 5 Nuova Vita Magistrale n. 460 Vita Associativa gliorare le competenze professionali degli insegnanti, abbiamo pensato che era necessario delineare una figura docente in grado di ripensare il suo ruolo alla luce dei nuovi contesti sociali in cui si trova ad operare, oltreché alla luce delle nuove necessità formative ed educative degli alunni. Siamo certi che la professionalità docente sia basata sulla responsabilità sociale del proprio lavoro e sulle diverse competenze che quotidianamente tutti gli insegnanti esercitano a fronte delle diverse e complesse realtà che si trovano ad affrontare e vivere. Lo studio ha preso le mosse da un importantissimo principio: la valutazione contribuisce a riconoscere e a far riconoscere un’identità professionale che oggi non sempre è affermata. È stato delineato così il concetto di primato dell’autovalutazione, pensato in un ambiente collaborativo e condiviso, soprattutto indipendente dal valore economico. Il percorso autovalutativo è stato centrato non sulle persone, ma sulle azioni, nell’ottica della ricerca di una nuova consapevolezza professionale e di una maggiore competenza, efficacia e sperimentazione educativa, sia a livello didattico, sia a livello organizzativo e relazionale. Questa autovalutazione, in sintesi, si pone come volano tra una scuola vissuta nella quotidianità della propria autoreferenzialità e una scuola in grado di interpretare il mondo e di far interpretare criticamente lo spazio e il tempo vissuto, soprattutto nell’età dell’infanzia e della preadolescenza. Abbiamo ben presente che la valutazione non può essere onnicomprensiva: l’autovalutazione deve essere una presa di coscienza da cui ritrovare qualità, motivazione e nuovi approcci alla formazione e all’educazione. Il questionario proposto vuole offrire un significativo servizio reso agli insegnanti ed all’istituzione scolastica nel suo complesso. Per la natura stessa della scuola, tale que- AULA INFORMATICA Dal 15 ottobre presso la sede associativa sarà operativa una aula di informatica attrezzata con accesso ad internet gratuito, stampante, scanner e tutto l’occorrente per un utilizzo efficace e produttivo del computer. L’aula sarà disponibile per tutti i soci negli orari di apertura della segreteria e su appuntamento (da richiedere con una settimana di anticipo). Per tutti gli utilizzatori meno esperti è possibile utilizzare il computer in modo assistito, sia per la navigazione su internet che per l’utilizzo di altri applicativi. PROFESSIONE DOCENTE Nel corrente anno scolastico l’Associazione Magistrale “Niccolò Tommaseo” girerà per le scuole per presentare la propria attività, offrire i propri servizi ai docenti e discutere del questionario di autovalutazione messo a punto durante l’anno scolastico trascorso e attualmente in sperimentazione. Chi fosse interessato ad un momento di incontro presso la propria istituzione scolastica può contattare l’associazione telefonicamente, negli orari di apertura della segreteria (011.436 63 39), o tramite posta elettronica ([email protected]). INSEGNANTI: PROFESSIONISTI RIFLESSIVI Quello che l’Associazione Magistrale “Niccolò Tommaseo” in collaborazione con l’AIMC e la CISL Scuola ha messo a punto in diversi incontri tenutisi il trascorso anno scolastico, non è un questionario di autovalutazione qualsiasi. Quando abbiamo iniziato a studiare uno strumento destinato a mi- 6 Nuova Vita Magistrale n. 460 Editoriale stionario non può intendersi definitivo, ma in continua crescita ed evoluzione. Resta inteso che lo strumento che abbiamo sviluppato rappresenta solo una parte del più ampio sistema valutativo d’Istituto che dovrebbe essere avviato per analizzare le varie componenti della realtà educativa e formativa nel suo complesso. Il questionario ed i documenti collegati, sono disponibili, sul sito internet dell’Associazione Magistrale “Niccolò Tommaseo” (www.associazionetommaseo.it) per chiunque ne faccia richiesta. Tutti i documenti sono distribuiti gratuitamente; il questionario può essere liberamente modificato e migliorato nei termini indicati dalla licenza GNU Free Documentation License, come disponibile sul sito della Free Software Foundation (www.fsf.org). Il futuro é affascinante, stregato; il futuro é pieno di mistero e di tutto il possibile. La tecnologia ne fa parte, da sempre, e noi la sposiamo, un po’ consapevoli, un po’ ignoranti, un po’ inconsapevoli. Qualcuno ha inventato la ruota un tempo, e oggi noi corriamo veloci sognando innovazioni sempre maggiori. Queste mie righe riguardano proprio l’invenzione della ruota. Nessuno si é preoccupato di cosa la ruota avrebbe portato nel mondo: esisteva un problema e quella era la soluzione: studi, tentativi non riusciti, fallimenti, sperimentazioni, fino alla riuscita. Cosa ne é seguito? La sua condivisione. In tanti hanno imparato ad usarla e su di essa in tanti hanno fondato il proprio futuro: in tanti hanno ipotizzato un futuro che poggiasse sulla base solida del passato. La ruota é stata presa, studiata, condivisa e ne sono nate idee nuove, progetti che su di essa hanno fatto la loro fortuna, che oramai la davano per scontata. I progetti si sono susseguiti, ognuno migliorando un’idea e condividendola. Molte sono le persone che sono passate e ci hanno lasciato in eredità strategie, metodi e strumenti che ora ci permettono di sognare un domani pieno di prospettive e di voglia di fare. Esiste anche la paura, la paura di non essere in grado di gestire questi strumenti, di non farne un buon uso, di non essere in grado di gestire il nostro passato. Nelle scienze legate alla tecnica viene data per scontata l’esistenza di un passato e questo é tangibile e sotto i nostri occhi: il telefono cellulare, il computer, la lavatrice, i farmaci. Non ci si ferma a riflettere su come lo strumento sia nato, quali strategie esso ha in sé. Le contiene. È mancata, nel mese di luglio, la Direttrice Didattica Celestina Costa, per lunghi anni titolare del 1° Circolo Didattico di Chieri. Figlia del celebre poeta dialettale Nino Costa, diede voce, come fine e appassionata dicitrice, all’opera poetica del Padre. La Tommaseo la ricorda come fedele socia e come voce recitante nei suoi spettacoli teatrali. 7 Nuova Vita Magistrale n. 460 I care... (Don Milani) (dedicato a tutti gli insegnanti come viatico per l’anno scolastico) Il passato in esso non é un suo limite, ma la sua potenza, il suo futuro. Non sempre il passato é così evidente e occorre talvolta fermarsi a riflettere se davvero oggi si stiano utilizzando strategie, strumenti che sono potenza o limite al nostro lavoro. Nelle scienze umane in generale e in quelle pedagogiche in particolare, le idee, le eredità possono nascondersi e questo porta il nostro futuro a essere non potenza, ma limite, limite alla nostra conoscenza ed alle nostre possibilità di progettare strumenti e strategie per un domani ricco di prospettive e voglia di fare. Il nostro passato ci rappresenta e la sua condivisione é il passaggio che garantisce l’esistenza del nostro futuro. Siamo sicuri che la scuola sia consapevole del proprio passato e che oggi non stia reinventando la ruota? Premessa Una telefonata della Cisl Scuola mi propone una corsa a Roma: un Convegno nel trentennale della legge 517/‘77 (la legge che, tra l’altro, introdusse la nuova valutazione degli alunni e l’inserimento dei disabili nelle classi comuni). Non so se accettare, diviso tra il piacere di incontrare vecchi amici in un luogo che più rivedi e più ami e la noia di assistere all’ennesima liturgia di parole, parole di teorici, di politici, di pedagogisti… Poi la curiosità ha il sopravvento e finisco col partire. Fabrizio Ferrari Contro ogni logica aspettativa, vengo coinvolto in una esperienza tanto breve quanto intensa e pregnante, così da indurmi a scrivere questa breve riflessione. Ci sono particolari convergenze di avvenimenti, di atmosfere, di emotività in cui, per una felice concomitanza di accadimenti, ti è concesso di vivere momenti di particolare positività, come se, d’improvviso, la quotidiana banalità assumesse la dimensione irreale della fiaba. Al mattino presto il “pendolino”corre tra i colli toscani, sotto un cielo primaverile trasparente che accarezza finalmente una terra verdissima, intrisa di pioggia recente. Più tardi, nella solita trattoria, famosa per i “carciofi alla romana”, l’inattesa telefonata di una cara insegnate che sente il bisogno di gridarmi la sua gioia per l’ottenuta adozione di due sorelline. Comincio a pensare che esistono giorni in cui le congiunture astrali o forse il caso, riescono a infilare eventi fausti, difficilmente 8 Nuova Vita Magistrale n. 460 l’altro senza atteggiamenti paternalistici o sostitutivi, cura come dimensione dell’emotività da parte di chi educa, che sa controllare la propria affettività per guidare il bambino a controllare la propria. Cura dell’altro che esige fiducia in sé, speranza non fatta di parole, tenerezza, quasi morbidezza che sa ricevere l’impronta del prossimo senza violentarne la personalità. Dopo la suggestione, a sera, con gli amici, un momento di riflessione e di critica. A qualcuno sembra un appello sincero, ma scontato alla pedagogia neo idealistica dell’educazione come “atto di amore”; i più cercano ragioni e motivazioni che avvalorino la costate storica neo romantica e la attualizzino in un presente largamente influenzato dalla tecnica e dalla scienza, senza per questo assumere atteggiamenti apocalittici. Io sono tra questi. E penso e sostengo che, senza nulla rinnegare dell’apporto positivo che le scienze pedagogiche, dalla psicologia alla docimologia, offrono alla scuola, occorra approfondire o riscoprire i valori che sono alla base della professionalità docente, valori sottesi dalla metafora dell’ “I care”. L’interesse al proprio lavoro, la tensione verso l’altro, la speranza di futuro, la formazione continua, l’interazione coi colleghi, il coraggio di perseverare e di superare le difficoltà… Tutto questo rende perfettamente accettabile e condivisibile il patrimonio prezioso di mezzi tecnologici a disposizione della scuola. Fin qui l’impostazione, il quadro d’insieme, direi l’atmosfera generale dell’incontro. Ma tutto questo può sembrare un appello accorato, ma ancora giocato sulla comunicazione verbale, sull’enunciazione di principi validi ma astratti e formali. Quale riscontro nella realtà, quale concretizzazione possibile? Nella seconda sessione del Convegno, la risposta viene dalla comunicazione della ripetibili e per questo forieri di misteriose attese. Il convegno Ma l’esperienza più interessante, sul piano umano e culturale, doveva raggiungermi durante il convegno iniziato nel pomeriggio, col solito, canonico ritardo romano, aggravato dalla gestione sindacale. Il simposio inizia con una comunicazione di Luigina Mortari, ordinaria all’Università di Verona ed è questa lezione a dare il senso ai lavori e a creare un’atmosfera che rompe la nostra routine pedagogica scientista, ancorata al “quantitativo” per aprire un orizzonte di valori qualitativi, ma non alieni, anzi, perfettamente congrui all’agire quotidiano della scuola. C’è un lungo approfondimento del concetto etico di “cura”: cura come attenzione, interesse “all’altro”, come imperativo morale che ha radici bibliche da un lato e classiche dall’altro. Si cita l’Apologia di Socrate “cura della virtù, della verità, della saggezza” e Cicerone, cura come “cultura animi”, fino a Heidegger: educare come “scegliere di scegliere”, “ascoltare la coscienza”. Cura come affanno, preoccupazione, pensiero per quel che conta. La mente corre a Don Milani in questo anno anniversario. “I care”: mi preoccupo di… Quel che conta qui è l’oggetto di cui si ha cura: può essere il denaro, il successo, la visibilità, il consumismo. Si citano sondaggi di adolescenti che sognano soldi, donne, auto, evasioni. O può essere cura “antropologica” per l’uomo, il bambino, il disabile, l’emarginato. Va da sé che la scuola ha scelto, da sempre, questa seconda accezione. E, se non l’ha fatto, non è scuola, ma fabbrica perversa che produce robot per i miti dominanti, il mondo del mercato, individui incapaci di pensare e di amare. Ancora cura “empatica” che sa accogliere 9 Nuova Vita Magistrale n. 460 Altre voci madre di un bimbo disabile tetraspastico, ora scienziato di fama internazionale. È Lucia Frisone, madre di Fulvio di cui, recentemente, la TV ha presentato la vicenda nel film verità: “Il figlio della luna”. L’anziana signora non ha studi particolari, non conosce nulla della pedagogia dotta, ha una scolarizzazione di tipo elementare. Parla un misto di italiano e siciliano, ha una capacità comunicativa, direi drammatica, di livello straordinario, dimostra un’intelligenza ed un carisma che ha dell’incredibile. La Signora parla a braccio per oltre un’ora, non ha sentito la lezione della prof. Mortari ma, inconsapevolmente, ci delinea una storia umana e pedagogica che è l’esemplificazione più convincente della “pedagogia della cura”. Fulvio non si muove, non si nutre, succhia il latte e lo rigetta,per anni non parla, ha una vita puramente vegetativa. La madre “ha cura” di lui, lo osserva, lo studia, non si sostituisce al figlio, sa sperare, interpreta e dà consistenza educativa ad ogni suo segno di vita, escogita mezzi e strumenti di recupero, abbozza una sua elementare, pragmatica didattica. Mobilita la famiglia e il quartiere. Lotta contro le istituzioni e la scuola che lo accetta con diffidenza (siamo nella Sicilia degli anni ‘60) Muove il cielo e la terra e narra di un suo grido disperato di aiuto in una notte passata sul pavimento di una chiesa. La madre di quell’esserino che spera oltre ogni speranza ammira ora suo figlio scienziato che studia la fusione dell’atomo in un apposito Istituto. L’uditorio è come rapito e la tensione ti trasporta nella cavea di un teatro greco. Qui la “Pedagogia della cura” ha dato prova della sua concretezza. Vorrei avere la capacità di trasmetterla con la stessa intensità con cui mi è stata comunicata. Pubblichiamo qui di seguito un contributo a firma Maria Elena Revelli, relativo alla recente nascita dell’Ecomuseo Urbano della Scuola Sclopis. L’Ecomuseo urbano della scuola Sclopis La Scuola Federico Sclopis, che ospita la sede della nostra Associazione, fu costruita nel 1885 su progetto dell’ing. Velasco e racchiude preziose testimonianze d’epoca. Durante l’anno scolastico 2004/2005, gli alunni e le insegnanti dell’Istituto, aderendo al progetto “La scuola adotta un monumento” del Comune di Torino, hanno dato vita alla mostra “Didattica Antica”, raccogliendo le preziose testimonianze di anziani ex allievi. Le loro pagelle e le fotografie di classe hanno permesso la realizzazione di interessanti pannelli disposti cronologicamente. Ad essi si sono aggiunti i progetti costruttivi dell’edificio scolastico e numerosi oggetti della scuola del passato rinvenuti nei magazzini della Sclopis. Valutata positivamente la riuscita dell’operazione, l’anno successivo si è puntato ulteriormente sulle memorie di un tempo. Sono state raccolte notizie sui giochi che si facevano in casa, in strada e a scuola da parte degli ex-allievi. La loro testimonianza, come sempre, è stata molto dettagliata ed ha aiutato i nostri alunni, di quarta e di quinta, a comprendere come si giocava in tempo di guerra e a paragonare i loro giochi con quelli di una volta. Aiutati dagli esperti della Cooperativa Accomazzi, gli alunni delle due classi hanno realizzato con legno, stoffa, colori, i giochi descritti dagli ex-allievi. Un secondo elemento della memoria è stato il paragone tra la scuola urbana e quel- Gianluigi Camera 10 Nuova Vita Magistrale n. 460 la di campagna di un tempo. Dal libro “I sansôssì” di Augusto Monti, abbiamo tratto la descrizione della scuola Sclopis, a quei tempi appena costruita con sistemi innovativi, e la stanzaccia di campagna dove il padre dell’autore aveva ricevuto, da un prete, i primi rudimenti scolastici. Il paragone tra le due realtà ha avuto un risvolto concreto nell’esposizione di banchi rustici e di scuola cittadina, nel contesto di rare memorie didattiche (tabelloni, antichi strumenti e sussidi ecc.). Si è anche approfondito il tema degli exallievi celebri. Oltre ad Augusto Monti, la “Sclopis” è stata frequentata da un bambino molto diligente: Carlo Maria Martini che adesso è un ben noto Cardinale. Tra i banchi della scuola si è anche seduto Guido Ceronetti, che ci ha inviato messaggi divertenti ricordandoci l’importanza dell’insegnamento della musica e del canto. L’anno scolastico appena trascorso ha avuto aspetti importanti: oltre a numerose iniziative per commemorare il terzo centenario dell’assedio di Torino del 1706, ha avuto luogo una ricerca sulla letteratura per l’infanzia seguita da partner di eccezione, come la Fondazione Tancredi di Barolo e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino. La ricerca ha condotto all’acquisizione di testi narrativi per bambini, che sono stati esposti unitamente a pannelli contenti le testimonianze degli ex-allievi sulle loro letture e sulla biblioteca della “Sclopis”. ti spostati nel vestibolo d’ingresso dell’Istituto, costituendo un originale “biglietto di visita” della Sclopis. Un’aula è stata adibita a sede espositiva permanente, raccogliendo le memorie della didattica antica. E’ stata allestita una sezione dedicata alla musica con un pianoforte verticale, numerosi libri e spartiti, antichi apparecchi di diffusione sonora, uniti a strumenti costruiti dagli alunni. Una seconda sezione del Museo è stata dedicata alle esposizioni temporanee prevalentemente dedicate, quest’anno, alle letture dell’infanzia e ai giochi. Nel prossimo anno scolastico, il Museo sarà aperto ufficialmente al pubblico quattro volte e sarà nostra cura rendere note le date sul bollettino per favorire un’ulteriore integrazione tra l’Associazione Magistrale “Nicolò Tommaseo” e la scuola Sclopis che ne ospita la sede. Maria Elena Revelli Intanto la vecchia “Mostra della Didattica Antica” ha dato vita all’ “Ecomuseo Urbano della Scuola Sclopis”, allestito con l’aiuto del Prof. Pompeo Vagliani del Museo della Scuola di Torino e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino. I tabelloni che raccolgono la storia cronologica della scuola e dei suoi allievi sono sta- 11 Nuova Vita Magistrale n. 460 Cronaca ordinaria per il proprio futuro il coraggio e la combinazione felice di un secondo matrimonio avendo visto il primo finire senza naufragare. Sia io che Agatina ascoltavamo molto i nostri alunni; perché la scuola si innestasse nella loro vita fino a modificarla, bisognava concedere ascolto a quelle vite, reggersi forte e discuterne. Venivano fuori, a volte, momenti di pausa ripiegati su se stessi, in cui uno tirava il filo di un ricordo e gli altri gli andavano dietro. Nelle giornate di pioggia, malinconico più di tutti era il gemello: “Era mio amico, Alfio...” Altri: “Mi’ che fforte, Alfio! Con quella moto che ti scassava i timpani!” Il gemello: “Sì, però a me sempre mi difendeva... Una volta al bar, uno mi sfotteva perché a mio padre lo avevano beccato... Lui s’è alzato, s’è messo davanti a me e gli ha detto: se non lo lasci in pace, ti spacco la faccia... E quello, via che se n’è andato...” Un altro, rassegnato: “Eh, Alfio mo’ sta in galera...” Gemello, incredulo: “E pure Sergio!” Una mattina mi sciamarono incontro eccitati per raccontarmi tutti insieme il fattaccio che aveva agitato il borgo, la sera prima, sotto gli occhi di tutti. “Parlate uno per volta, altrimenti non capisco”, li pregai. Il gemello prevalse con una mimica impagabile: “Il padre di Tonino e il padre di Pasquale (alunni di un’altra classe, ma celebri anche fuori dal loro ambito), s’erano messi a litigare giù in cortile. Tutti dalle finestre a guardare, e quelli che gridavano: t’ammazzo, t’ammazzo! e intanto si prendevano a botte. A un certo punto arriva una Volante, ché qualcuno di sopra doveva aver telefonato, e questa qui (indica una compagna) si butta in mezzo alla strada e gli fa fare una sgommata. Il pulotto scende e noi stiamo tutti lì intorno ai padri di Tonino e Pasquale a vedere come va a finire. “Beh? Che sta succedendo?” fa il pulotto. E quei due che volevano ammazzarsi ora si abbracciano, si mettono a ridere: Avevo portato ai bambini un calcio-balilla che era stato mio, conservato con la gelosia del figlio unico, e altri giochi per occupare la ricreazione nei pomeriggi troppo freddi per scendere in giardino. “Al primo litigio ve lo tolgo” avevo minacciato. Come se fosse facile. Intorno al calcetto il volume delle voci si alzava paurosamente, le aste scattavano rabbiose, gli omini frullavano lanciando la pallina fuori dalle sponde; tra i giocatori volavano le sberle. “Ma chi ha portato quel finimondo?” domandò Agatina, la mia contitolare. Aprii comicamente le braccia: “Io. Volevo farli divertire e convivere sereni secondo le regole del gruppo...”. Ridevamo. Avevamo la rapina della giovinezza negli occhi. L’esperienza in quella classe fu nella nostra vita il cemento di un’amicizia che dura ancora. Il nostro accordo faceva bene ai bambini, creava un clima disteso e familiare, senza le tensioni e gli attriti della famiglia. Quando Agatina arrivava a scuola a mezzogiorno, per il turno pomeridiano, di solito era passata dal mercato di via Pavese. Le bambine le correvano intorno, sbirciando nelle borse: “Facci vedere cos’hai comprato. Ti sei presa dei vestiti? Tira fuori, dai...” Lei arrossiva facilmente, rideva e le accontentava. Una volta era un tappeto per il bagno, un’altra una teiera, un giorno fu una camicia da notte rosa pesca, lunga fino a terra, con i pizzi e le maniche plissé. “Da fatina!” aveva esclamato il gemello, con ammirazione. La mia collega era una bruna floridissima, bell’incarnato scuro, occhi verdi vivaci, peli tenuti a bada da sapienti rimedi, un gran seno materno e protettivo. Paziente e ferma più di me. Io avevo alle spalle un matrimonio che mi aveva dato gioia come un osso di pesca in una scarpa; lei viveva nel limbo trepido e vanigliato di chi, medicata la disperazione di una vedovanza precoce, si auguri 12 Nuova Vita Magistrale n. 460 Note storiche dell’Associazione Magistrale “Niccolò Tommaseo” “Ma niente! Siamo amici, noi! Stiamo scherzando” e si battono la mano sulla spalla. Allora il pulotto gli fa delle domande e poi va in macchina, prende il telefono e fa: “Sì, siamo noi. Stiamo in via F.... Ma non ci veniamo più. Qua sono i soliti munnezzari!” Hai capito, maestra, come ci ha chiamati? MUNNEZZARI! Cominciammo così a fare il giornalino di classe. Munnezzari era oltraggioso. Ma, sul piano dell’igiene personale, qualcosa in più si sarebbe potuto pretendere. In fin dei conti i pidocchi li avevo presi anch’io. Su venti alunni l’assistente sanitaria aveva individuato tredici portatori. E non era colpa dei nomadi, che ogni giovedì mattina, entrando in palestra, vedevamo uscire grondanti dai locali delle docce, tutti avvolti in accappatoi bianchi, le teste pulite, avviluppate in turbanti di spugna. La maestra di sostegno, specializzata in cultura Rom, che li aveva appena lavati, indossava ancora il grembiulone di gomma, i guanti e gli stivali da casaro di latteria sociale in alta valle. Mia madre mi aveva aiutato a sfilarmi le lendini. Mio padre, subito, era rimasto interdetto, senza parole. Poi, dal ricordo degli omaggi floreali che, in altri tempi, in altre scuole, avevano minacciato lo spazio vitale della nostra piccola casa, facendolo sbottare un giorno in un esasperato: “Ma insomma, cosa pensano che abbiamo, i giardini pensili di Babilonia?!”, prosciugò il suo commento in uno sconsolato: “Che Babilonia!” Agatina i pidocchi non li aveva presi. Proprio lei, che aveva la forza di frugare nelle capigliature vincendo ogni ripugnanza; Agatina che periodicamente preparava una sedia su cui i bambini si alternavano di malavoglia mentre lei si chinava scrupolosa a cercare e spulciare con le maniche rimboccate, se ne era salvata. La sua carità cristiana le attirava le giuste protezioni celesti. Continuiamo a ripercorrere la storia dell’Associazione “N. Tommaseo”, iniziata il precedente numero del notiziario, con il secondo articolo a firma di Riccardo Gervasio. Nel terzo congresso, che si svolse a Como nel 1909, si dibatterono questioni di carattere economico di grande portata (fino alla minaccia di attuare una forma assolutamente inconsueta ed anticostituzionale di protesta, lo sciopero dei maestri, definito da Luigi Sturzo « sciopero dei padri e delle madri », come a dire inconcepibile!; ma alla conclusione dei suoi lavori ottenne il maggior numero di suffragi per la carica di presidente nazionale della Tommaseo un uomo di centro, moderato, autonomista, appartenente alla cosiddetta corrente professionale (o sindacale), un uomo equilibratissimo, ma volitivo e temprato alla lotta: il maestro torinese Felice Mattana. A questo punto si verificarono in seno all’associazione insistenti pressioni politiche da parte dei deputati cattolici (Baslini, Cameroni ed altri ), preoccupati della loro posizione in parlamento, fra l’atteggiamento del Governo, che aveva prospettato la costituzione di Consigli provinciali cui affidare la gestione delle Scuole (vedi zampino dello Stato), e l’allarmato proposito di difendere il principio dell’autonomia, secondo l’impegno assunto di fronte all’associazione. Il fatto è che in quel frattempo i ministri Danco e Credaro, con il beneplacito dell’Unione laica, avevano in animo di avocare allo Stato tutto l’organismo scolastico e stavano perseguendo il loro obiettivo con una Valeria Amerano 13 Nuova Vita Magistrale n. 460 tattica tale da non urtare la suscettibilità degli oppositori, anzi da eluderne perfino i sospetti. Il congresso di Milano del 1910 offrì ai Tommaseisti ampie possibilità di discutere i lati positivi e quelli negativi della questione, per cui, tenuto conto dell’impegno governativo di garantire il rispetto dei programmi vigenti sull’istruzione religiosa e della spontanea accondiscendenza a costituire i Consigli provinciali con criterio paritetico, si votò un ordine del giorno favorevole alla riforma. Mattana però, meno ottimista dei colleghi congressisti, ritirò la propria candidatura al rinnovo della carica presidenziale. Non può sfuggire la curiosa circostanza che la corrente magistrale cattolica, capeggiata dall’équipe della rivista bresciana, da oppositrice siasi così facilmente trasformata in fautrice della nuova legge proposta dallo Stato liberale e bene accolta dalle opposte tendenze parlamentari! Si osservò, e forse non a torto, che la Tommaseo (già impersonata da Mattana), « formalmente battuta, come associazione, sulla legge Credaro... acquistava proprio da questo momento maggior slancio d’ascesa... spogliandosi definitivamente di ogni rigida pregiudiziale clericale come d’ogni punta socialistoide e puntando verso il “trionfo di una linea possibilistica... moderata e progressiva ad un tempo». Il congresso di Firenze del 191l rivelò a sua volta un sostanziale ottimismo di fronte all’avvenire della scuola, un’unanimità di vedute e d’intenti davvero confortante, una linea chiara di condotta in seno all’ associazione, sia sotto gli aspetti politici che tecnici del problema che aveva suscitato tante perplessità. Probabilmente la via seguita era la giusta. Il nuovo presidente, terzo della serie dei «cattolici deputati», fu l’on. Giuseppe Micheli, temperamento realistico e com- prensivo, molto apprezzato nell’ambiente magistrale, favorevole alla legge Daneo Credaro per quanto conteneva di positivo nei confronti del programma d’azione della Tommaseo. L’associazione intanto si affermava nelle elezioni per il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, con una percentuale proporzionalmente alta rispetto all’Unione, che disponeva della maggioranza assoluta dei voti delle regioni centro-meridionali, ma accusava disagio e disorientamento, soprattutto per le scarse garanzie che offriva la sinistra parlamentare alla risoluzione di questioni fondamentali di politica scolastica: istituzione dei Patronati, riforma del Monte Pensioni, incremento dei corsi popolari, concessione del libretto ferroviario, disciplina dei Congedi. La Tommaseo, più obiettiva e pratica nell’impostazione di detti problemi, ne trattava ampiamente durante i congressi regionali, senza dimenticare quello della formazione religiosa della classe docente e le rivendicazioni delle maestre delle scuole inferiori per un trattamento di parità rispetto ai colleghi maschi. Non si può dire che corressero tempi favorevoli per i piani di riforma (si combatteva in Libia pe rassicurare all’Italia una posizione di parità nel consesso dei popoli europei), tuttavia l’avvicinamento al Governo del gruppo cattolico-costituzionale della classe magistrale consentiva un’applicazione accettabile della legge Credaro, già avversata proprio dai cattolici, a dispetto dei socialisti che prima ne erano stati i fautori più zelanti. L’Unione perdeva quota perchè risentiva della crisi socialista, dal momento che quel partito, già pervaso da un lodevole spirito riformatore di avanzata democrazia, veniva spinto verso posizioni oltranziste rivoluzionarie ed antidemocratiche. Invano Filippo Turati tentò di promuovere l’unione delle due Unioni e di avviare un dialogo che con- 14 Nuova Vita Magistrale n. 460 ducesse ad un’intesa con le forze del proletariato! Il connubio cristiano-liberale diede qualche buon risultato per quanto concerne il perfezionamento dei rapporti d’impiego dei maestri e la loro regolamentazione giuridica. I costruttivi lavori del congresso di Napoli del 1913, dopo che l’on. Micheli conservò per acclamazione la presidenza del sodalizio, riscossero l’apprezzamento di Luigi Sturzo, sinceramente ammirato per la serietà d’impostazione dei problemi, per la concezione spiritualistica della vita e della scuola e, in modo specifico, per la competenza e la sensibilità nel trattare le questioni di carattere professionale-sindacale. Dopo la scissione l’A.M.I. non rifiutò di collaborare a fianco dell’U.M.U. per il raggiungimento di comuni traguardi nel campo giuridico economico, né dimostrò di considerare l’associazione parallela come un’antagonista da combattere, ma piuttosto come uno stimolo alla vigilanza ed all’azione. Negli anni successivi la Tommaseo si fece interprete dell’afflato patriottico che pervase la Scuola italiana e versò il suo tributo di sangue per il compimento dell’indipendenza nazionale. Durante il periodo bellico tuttavia la sua attività si contrasse, per forza maggiore, limitandosi ad esercitare la carità con intenti sociali e nelle forme promosse dalla Cassa Mutua Magistrale. Si chiudeva cosi con un fervido atto di amor di patria l’epoca d’oro dell’Associazione Magistrale Italiana, autentica « depositaria delle aspirazioni degli insegnanti », fondata un decennio innanzi « per la difesa degli interessi morali ed economici degli insegnanti primari, e per l’ incremento della istruzione e della educazione popolare sulla base dei principi cristiani » (art. primo dello Statuto sociale, approvato nel congresso di Milano del 1907). L’organizzazione interna della “Niccolò Tommaseo” constava allora d’una Confederazione nazionale articolata in Federazioni regionali e in Sezioni provinciali e comunali. Ciascuna sezione si reggeva conformemente ai canoni del proprio Statuto, adeguato alle esigenze locali ma non dissimile da quello centrale. I soci erano tenuti a versare una quota annua di L. 2,50, la quinta parte della quale era devoluta a beneficio della Cassa generale. Nelle assemblee provinciali si procedeva all’elezione di un Consiglio, nel cui seno si dovevano esprimere i nomi di un Presidente e di due vicepresidenti, nonchè scegliere i membri di una Giunta ristretta con compiti esecutivi. Le cariche si rinnovavano ogni due o tre anni, a metà o un terzo per volta, in base a sorteggio. Presso ogni sezione provinciale, che assumeva un suo nome distintivo (quella di Torino si chiamava Lega Rayneri), funzionavano un Ufficio di consulenza legale, un Segretariato per la tutela dei soci nel disbrigo di pratiche amministrative, un Gruppo di redattori del Bollettino di collegamento ed un Comitato di vigilanza coordinatore delle attività della Cassa di mutuo soccorso. 15 Nuova Vita Magistrale n. 460 Aveva sposato la nipote del re Luigi di Francia, che era talmente ricco e potente da essere soprannominato il Re Sole. Luigi abitava in un castello bellissimo, a Parigi, e ripeteva a tutti: – Voglio diventare il sovrano più potente del mondo. Nel parco del castello c’erano lunghi viali circondati da alberi, che si specchiavano nei laghetti e nelle vasche delle fontane. Per entrare nell’edificio si saliva uno scalone molto grande e, alla porta, s’incontravano le guardie con le sciabole luccicanti. Le stanze del re erano meravigliose, piene di mobili lucidi, di lampadari e di quadri. Un giorno il sovrano, con la corona in testa e con un abito finemente ricamato, era seduto sul trono e osservava la carta geografica del suo grande regno. Sulla carta c’era anche un altro territorio, che il Re Sole guardava con invidia: lo stato del potente imperatore Leopoldo. – Ah, se potessi avere qualcuna delle sue terre – sospirava il Re Sole – potrei diventare il sovrano più potente del mondo! In quel momento il maggiordomo introdusse un messaggero, sudato per la lunga corsa che aveva fatto. L’uomo si inchinò profondamente, poi disse: – Sire, vi annuncio la morte del re Carlo di Spagna! – Povero Carlo – rispose il Re Sole – sapevo che era molto malato e che non aveva figli… Poi guardò il primo ministro ed esclamò: – Ora che il re Carlo è morto senza eredi, devo riuscire a impadronirmi del suo regno! Mio nipote Filippo potrebbe essere il nuovo re di Spagna! E così io potrei diventare più potente dell’imperatore Leopoldo La regina scosse la testa e disse: – Luigi, lo sai che non sei solo al mondo. In questo momento l’imperatore Leopoldo starà pensando alla stessa cosa…è da tempo che cerca una corona per il suo secondogenito Carlo. CONOSCI TORINO? In occasione del terzo centenario dell’assedio di Torino del 1706, il nostro collaboratore Piergiuseppe Menietti ha ideato una fiaba sull’avvenimento e la ha proposta agli allievi della prima classe della Scuola Primaria «Federico Sclopis». Visto l’interesse suscitato dalla narrazione, la proponiamo in due puntate ai nostri lettori, anche perché qualche insegnante potrebbe leggerla ai suoi allievi… UNA VOLPE CHIAMATA VITTORIO Prima puntata C’era una volta, tanti anni fa, un bel ragazzo bruno che si chiamava Riccardo e che viveva a Torino. Non era nobile, ma sognava di diventare ufficiale nell’esercito del suo sovrano, il duca Vittorio Amedeo II. Riccardo era giovane, ma già da qualche anno era entrato alla corte come paggio del duca. Nel palazzo viveva anche Giselda, una contessina bellissima, dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurri come il cielo d’estate. Riccardo si era innamorato di lei e avrebbe voluto sposarla. Un giorno s’incontrarono sulla stretta scala di una torre: il paggio saliva e la contessina scendeva. Riccardo raccolse tutto il coraggio che aveva e le rivelò il suo amore. La fanciulla non parve molto stupita e disse: L’avevo capito, anche tu mi piaci, ma il duca Vittorio Amedeo, di cui sono parente, impedirà sicuramente le nozze perché tu sei di buona famiglia, ma non sei un nobile! – Ciò detto si asciugò una lacrima e continuò a scendere le scale a precipizio. Il duca era un personaggio straordinario. Aveva vestiti modesti, non era molto bello, ma i suoi occhi brillavano di intelligenza e di coraggio. Era talmente astuto che lo chiamavano «Vittorio la volpe». 16 Nuova Vita Magistrale n. 460 – Allora gli dichiarerò guerra e voglio che si allei con me il duca Vittorio Amedeo di Savoia, quel ragazzo che ha sposato mia nipote e che mi ha già combinato un sacco di guai. Mentre il re di Francia prendeva le sue decisioni, a Torino Riccardo pensava intensamente al suo avvenire e aveva deciso di chiedere aiuto al suo amico Pietro, che era il figlio del mago più famoso del ducato. Pietro lo condusse nel laboratorio del padre. Il mago aveva una lunga barba bianca ed un vestito blu ancora più lungo. La stanza era piena di grandi libri, di pentole dove bolliva chissà cosa, di distillatori dai quali uscivano gocce di liquidi di vari colori. – Dunque, dunque – disse il mago accarezzandosi la barba. Poi guardò Riccardo, gli prese una mano e gliela immerse in una bacinella piena di una strana acqua verdastra; con un tubicino di vetro raccolse un po’ di quel liquido e lo guardò controluce. – … vedo, vedo… che sei innamorato e che la tua bella ti sfugge… perché, perché… non sei un nobile. Poco male, diventerai un grande cavaliere, ti distinguerai per il tuo coraggio e il duca ti ringrazierà acconsentendo al matrimonio. Tieni questa pietra, è magica. Stringendola e dicendo la parola magica «stermastermà» potrai diventare invisibile e nessuno potrà ferirti con la sciabola e con un colpo di pistola… o di fucile. Ma sii saggio: potrai farlo una volta sola perché, dopo l’uso, la pietra sparirà. Il paggio Tommasino rientrò al palazzo in un momento delicato. Il duca Vittorio era in riunione con i suoi ministri e diceva con fermezza: – Il Re Sole di Francia vuole che io sia suo alleato, ma non mi fido. Sarò costretto a schierare le mie truppe con le sue, ma prima o poi mi ribellerò e lo batterò sul campo di battaglia! Anzi, voglio che il mio esercito sia potenziato. I miei paggi dovranno smetterla di servirmi qui al palazzo: diventeranno ufficiali! Riccardo sentì il cuore battere forte forte: – Ufficiale, sarò ufficiale nell’esercito del duca! Così, per lui, iniziò una vita molto dura: lezioni, addestramenti, marce. Ma, dopo sei mesi, era un ufficiale perfetto e gli affidarono una compagnia di soldati. Intanto la guerra era iniziata. Vita dura: lunghi trasferimenti, notti passate a dormire sotto la tenda sentendo la dura terra sotto la schiena, qualche scontro a fuoco. Così passarono due inverni e due estati. Alla sera, prima di dormire, Riccardo pensava a Giselda. E Giselda, intenta a ricamare nel palazzo di Torino, pensava a lui e aveva timore che potesse essere ferito…o peggio. La notizia giunse all’accampamento in uno dei primi giorni di ottobre dell’anno 1703: finalmente la volpe chiamata Vittorio aveva abbandonato il Re Sole di Francia e, con la sua astuzia, era riuscita a passare dalla parte dell’Imperatore Leopoldo. Cominciò un periodo ancora più duro, per Riccardo. L’esercito francese stava avanzando verso Torino, il Re di Francia voleva costringere il duca Vittorio Amedeo alla resa. Ogni tanto, quando temeva dei pericoli, Riccardo toccava la tasca dei calzoni e sentiva la durezza della pietra dell’invisibilità che gli aveva donato il mago. (segue nel prossimo numero) Piergiuseppe Menietti 17 Nuova Vita Magistrale n. 460 Quadrante normativo confermato in 50.000 assunzioni a tempo indeterminato di personale docente ed educativo e di 10.000 assunzioni a tempo indeterminato di personale A.T.A.. La ripartizione è stata come di consueto in contingenti provinciali da cui poi si è provveduto alla nomina per metà dei posti dalle graduatorie concorsuali e per l’altra metà dalle graduatorie ad esaurimento (ex permanenti). Il contingente dei posti relativo alla nostra regione è dettagliato nella tabella e conta un totale di più di 3 800 assunzioni in ruolo per tutti gli ordini e gradi di scuola. È sicuramente un primo segnale positivo per tutte le scuole e il sistema d’istruzione in generale. Per tutte le notizie sotto riportate è possibile ottenere presso la sede associativa informazioni e chiarimenti, consultare le norme, quadri sintetici esplicativi e quanto necessario per una chiara e completa informazione. ASSUNZIONI CON CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO PER IL PERSONALE DOCENTE ED EDUCATIVO E A.T.A. È stata pubblicato il 3 luglio il Decreto Ministeriale n. 56 che ha dato avvio alle nomine in ruolo già previste dalla legge finanziaria 2007. Il contingente previsto è stato materna disp imm.r. elem disp imm.r. media disp imm.r. media spec disp imm.r. sup disp imm.r. sup. spec disp imm.r. sostegno disp imm.r. ALESSANDRIA 85 53 181 111 121 77 108 76 113 71 ASTI 30 19 83 52 62 41 43 37 50 BIELLA 37 23 98 61 73 46 101 78 CUNEO 103 64 236 145 228 144 218 NOVARA 65 41 99 62 103 66 TORINO 330 202 1.090 667 741 461 16 13 p. educat. disp imm.r. 609 389 31 268 180 47 29 356 237 148 98 61 883 562 90 67 44 28 2 403 266 576 372 257 158 24 14 9 2 2 2 1 1 tot disp imm.r. 2 15 3.036 1.890 VERBANOCUSIO-OSSOLA 16 10 46 29 66 44 71 56 VERCELLI 30 19 63 39 59 41 76 60 431 1.896 1.166 1.453 920 13 1.283 894 696 16 LEGENDA: disp. = posti disponibili imm.r. = docenti immessi in ruolo 18 51 2 2 674 32 419 29 2 215 150 279 191 20 6.049 3.865 Nuova Vita Magistrale n. 460 Per ora ci limitiamo a trascrivere una pagina significativa del nuovo testo che ne riassume la struttura e lo spirito: Ci teniamo infine a comunicare che Il Ministro Fioroni, nel “question time” tenutosi il 25 luglio alla Camera, rispondendo ad una interrogazione dell’on.le Alba Sasso sulla opportunità di anticipare al prossimo anno i tempi di conclusione del piano triennale per l’immissione in ruolo dei precari (anche per effetto di 50.000 pensionamenti previsti a settembre 2007), ha dichiarato che ci sono concrete possibilità che “prima della fine dell’anno”, possano essere immessi in ruolo ulteriori 20.000 docenti e 5.000 ATA, confermando l’aliquota di assunzioni già prefissate per il prossimo anno. Le nuove immissioni dovrebbero discendere, secondo le dichiarazioni del Ministro, sia dalle disponibilità conseguenti ai pensionamenti che dalle indicazioni che sono state date agli Uffici Scolastici sugli organici. L’organizzazione del curricolo La scuola predispone il Curricolo, all’interno del Piano dell’offerta formativa, nel rispetto delle finalità, dei traguardi di competenza e degli obiettivi di apprendimento posti dalle Indicazioni. Il curricolo si articola in campi di esperienza nella scuola dell’infanzia e in aree disciplinari nella scuola del primo ciclo. Campi di esperienza Nella scuola dell’infanzia i campi di esperienza sono: Il sé e l’altro; Il corpo e il movimento; Linguaggi, creatività, espressione; I discorsi e le parole; La conoscenza del mondo. È compito della mediazione educativa aiutare il bambino a orientarsi nella molteplicità degli stimoli nei quali è immerso e avviarlo a organizzare i suoi apprendimenti. I campi di esperienza sono luoghi del fare e dell’agire del bambino orientati dall’azione consapevole degli insegnanti e introducono ai sistemi simbolico-culturali. LE NUOVE “INDICAZIONI PER IL CURRICOLO” La Commissione di “revisione” delle Indicazioni Nazionali nominata dal Ministro Fioroni ha ultimato il suo lavoro all’ inizio dell’estate. Il suo compito consisteva nella riformulazione delle precedenti Indicazioni emanate, in via provvisoria, dal Ministro Moratti. Nel momento in cui stiamo scrivendo il documento sta per andare alla firma del Ministro per essere poi inviato alle scuole dell’Infanzia e del primo Ciclo (scuole elementari e secondarie di primo grado). Si tratta ancora di un testo non definitivo che le scuole dovranno esaminare ed applicare, in forma sperimentale, nell’anno scolastico che sta per iniziare. A nostro parere il nuovo testo non stravolge le precedenti Indicazioni, ma ne apporta significative modifiche all’insegna della semplificazione e dell’essenzialità. Ci riserviamo di affrontare un commento più analitico nel prossimo numero del Notiziario. Aree disciplinari Nella scuola del primo ciclo gli apprendimenti vengono organizzati in maniera progressivamente orientata ai saperi disciplinari, raggruppati in tre aree: a) linguistico-artistico-espressiva; b) storico-geografico-sociale; c) matematico-scientifico-tecnologica. La progettazione didattica promuove la ricerca delle connessioni tra i saperi disciplinari e la collaborazione tra i docenti. 19 Nuova Vita Magistrale n. 460 Traguardi di sviluppo della competenza L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione ha il compito di rilevare la qualità dell’intero sistema nazionale, fornendo alle scuole, alle famiglie e alla comunità sociale, al Parlamento e al Governo elementi di informazione essenziali circa la salute e le criticità del nostro sistema di istruzione, e questo all’interno di un confronto internazionale che oggi va assumendo sempre più rilevanza. Al termine della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado vengono individuati traguardi di sviluppo della competenza per ciascun campo di esperienza, area e discipline. Tali traguardi rappresentano punti di riferimento posti al termine dei più significativi snodi del percorso curricolare. Obiettivi di apprendimento NUOVO REGOLAMENTO PER LE GRADUATORIE DI Gli obiettivi di apprendimento sono definiti in relazione al terzo e al quinto anno della scuola primaria e al terzo anno della scuola secondaria di primo grado. Sono obiettivi ritenuti strategici al fine di raggiungere i traguardi sviluppo delle competenze previsti dalle Indicazioni. CIRCOLO E D’ISTITUTO Dall’a.s. 2007/2008 in ogni istituzione scolastica sono state costituite nuove graduatorie di circolo/istituto relative a posti di insegnamento, classi di concorso o posti di personale educativo definite con il Decreto Ministeriale n. 53 del 21 giugno 2007. I dirigenti scolastici utilizzano le graduatorie per conferire sia le supplenze annuali e temporanee fino al termine delle attività didattiche per posti che non sia stato possibile coprire con il personale incluso nelle graduatorie ad esaurimento, sia le supplenze temporanee per la sostituzione del personale temporaneamente assente e per la copertura di posti disponibili, per qualsiasi causa, dopo il 31 dicembre di ciascun anno. Gli interessati a presentare domanda per tali graduatorie, che avranno validità biennale e saranno divise in tre fasce, dovevano presentare domanda entro fine luglio e scegliere per due circoli didattici e otto Istituti Comprensivi. Un totale quindi di dieci scuole e non più trenta come avveniva in precedenza. Per quanto riguarda gli incarichi è importante segnalare una novità del nuovo regolamento, ovvero la possibilità di scegliere se si intende o meno accettare supplenze infe- Valutazione Agli insegnanti compete la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione didattica, nonché la scelta dei relativi strumenti nel quadro dei criteri deliberati dai competenti organi collegiali. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. Alle singole istituzioni scolastiche spetta poi la responsabilità dell’autovalutazione, che ha la funzione di introdurre modalità riflessive sull’intera organizzazione dell’offerta educativa e didattica della scuola, ai fini del suo continuo miglioramento, anche attraverso dati di rendicontazione sociale o dati che emergono da valutazioni esterne. 20 Nuova Vita Magistrale n. 460 riori ai dieci giorni. Sono state infatti formulate due graduatorie distinte: una subgraduatoria per le supplenze inferiori ai dieci giorni (brevi) e un’altra per quelle per un periodo più lungo (temporanee). Nel caso si scelga di accettare anche le supplenze brevi bisogna ricordare che anche solo una rinuncia porta ad essere cancellati dalla subgraduatoria, mentre due rinunce a supplenze temporanee portano ad essere spostati in calce alla graduatoria. Con tale regolamento si è cercato di garantire una maggiore tutela degli alunni in caso di assenze del personale docente. PRIMO RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELLA SCUOLA La Rivista “Tuttoscuola” che costituisce, da tempo, un osservatorio privilegiato sul mondo dell’educazione, si è cimentata nell’ardua impresa, unica nel suo genere, di elaborare un interessante, ampio studio sulla qualità del servizio scolastico in Italia. L’iniziativa, che sarà ripetuta negli anni a venire, ha utilizzato una imponente serie di informazioni desunte da fonti ufficiali (Min. P.I., ISTAT, Min. degli Interni ecc.) per elaborare una graduatoria di eccellenza sulle prestazioni scolastiche, suddivisa per ciascuna delle 100 province italiane, a loro volta raggruppate per regione e per aree geografiche. Lo Studio e le analisi ampiamente commentare sono contenuti in una elegante volumetto di 135 pagine che può essere richiesto anche per via fax (06 68802728) all’Editrice Tuttoscuola, via della Scrofa, 39 00186 Roma. Vediamo un po’ più da vicino la struttura del Rapporto. Sono state individuate 5 macroaree di ricerca: – Strutture e Risorse (Patrimonio delle scuole, spese Enti locali, tecnologie, agibilità edifici). – Organizzazione e servizi (Rapporto alunni/classe, tempo scuola, supporti all’attività scol., efficienza amministrativa). – Condizioni del personale (Docenza, presenza maschile, precarietà,stabilità del personale). – Livelli di istruzione (Ritardi scolastici, dispersione, scolarizzazione della popolazione). – Risultati scolastici (Livelli di apprendimento 1° e 2° ciclo, esiti scolastici, diplomati 2006). ELEZIONI DEGLI ORGANI COLLEGIALI A LIVELLO DI ISTITUZIONE SCOLASTICA. ANNO SCOLASTICO 2007/08 Anche per il prossimo anno scolastico le suddette elezioni si svolgeranno secondo quanto previsto dall’O.M. 215/91 e successive modifiche ed integrazioni. Lo stabilisce la C.M. n. 67 del 2.8.2007 che conferma integralmente anche le istruzioni diramate con la C.M. 192/00. La data delle votazioni dei consigli di circolo/istituto che cesseranno con l’anno scolastico 2006/07 (nonché delle relative eventuali elezioni suppletive) dovrà essere fissata in un giorno festivo (8.00-12.00) ed in quello successivo (8.00-13.30), non oltre il termine di domenica 11 e lunedì 12.11.2007. RINNOVO CONTRATTUALE COMPARTO SCUOLA INTERRUZIONE NEGOZIATO Con una nota del 12.07.07, sottoscritta da Snals-Confsal, Flc-Cgil, Cisl-Scuola, UilScuola, è stata formalizzata l’interruzione del negoziato per il rinnovo contrattuale del Comparto Scuola a seguito della incerta disponibilità delle risorse finanziarie aggiuntive per il Comparto Scuola stesso. Ciascuna macroarea comprede quattro quadri (sopra indicati tra parentesi) a loro 21 Nuova Vita Magistrale n. 460 sposti in 4 tranche, pressoché di pari importo, con decorrenze aprile 2007, novembre 2007, ottobre 2008 e ottobre 2009. Il periodo precedente rimane coperto dalla indennità di vacanza contrattuale che viene riassorbita in occasione del primo aumento. Inoltre sul piano normativo vanno registrate alcune novità con riferimento all’apprendistato, al completamento d’orario, all’attività di non insegnamento dei docenti, alla distinzione tra malattia e infortunio, alle assenze dovute a gravi patologie, ai permessi per le cure mediche per i lavoratori con una invalidità superiore al 50%, i permessi per il diritto allo studio e alla crescita professionale. Presso la sede associativa è possibile prendere visione e ritirare una copia del Contratto firmato ad inizio giugno. volta suddivisi in indicatori di qualità per un totale di 152 voci secondo le quali viene analizzato ogni aspetto della nostra scuola. Riportiamo, a mo’ di esempio, i dati relativi alla provincia di Torino quali compaiono nella graduatoria delle 100 province italiane considerate. I dati si riferiscono alle cinque macroaree, ma, ovviamente, dallo studio è possibile rilevare la collocazione della nostra provincia per ciascuno dei 152 indicatori previsti: – Strutture… (5° posto) – Organizzazione… (12°posto) – Condizioni del personale (57° posto) – Livelli di istruzione (64°posto) – Risultati scolastici (42° posto) – Sintesi finale tra le 5 macroare: (12° posto) RITENUTA INPDAP SULLE PENSIONI In ottemperanza ad un disposto dell’ultima legge finanziaria, l’INPDAP procederà, d’ufficio, a trattenere una somma pari al 15% della pensione lorda ai propri amministrati pensionati a far tempo dal 1° novembre p.v.. Ciò al fine di incrementare il proprio fondo prestiti da estendere ai pensionati stessi. I pensionati che non intendono sottoporsi alla trattenuta di cui sopra devono presentare richiesta scritta, da inviare all’INPDAP di appartenenza, entro il 31 ottobre p.v.. I neo pensionati hanno tempo sei mesi entro la data della prima trattenuta. Noi consigliamo di utilizzare una raccomandata postale con ricevuta di ritorno. Per la provincia di Torino le sedi INPDAP sono: – via Arcivescovado, 9 - 10121 Torino; – via Millio, 41 - 10141 Torino. Forniamo il fac-simile del modulo con cui chiedere, eventualmente, la non applicazione della trattenuta. Per il Piemonte la collocazione media è al 4° posto tra le regioni e l’area geografica nord ovest al 1° posto nazionale. Si tratta ovviamente di analisi basate su dati essenzialmente quantitativi. È possibile, comunque, evidenziare carenze che, se colmate, possono offrire interessanti prospettive di miglioramento del servizio scolastico. AGIDAE: FIRMATO IL CCNL 2006-2009 Con la firma definitiva del 4 giugno di FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS e SINASCA e l’Agidae, il nuovo CCNL 2006/2009 diventa effettivamente operativo. Il contratto prevede, tra l’altro, che la retribuzione mensile, prendendo a riferimento il livello V° dei docenti, verrà incrementata a regime (ottobre 2009) di 250 euro, corri- 22 Nuova Vita Magistrale n. 460 All’INPDAP di ........................................... Via ....................................................................... Io sottoscritto/a .......................................................................................................................................................................................... Nato/a a .......................................................................................... il ............................................................................................................ Residente a .................................................................................... via ........................................................................................................ Titolare della pensione INPDAP n° .............................................................................................................................................. DICHIARO di rinunciare alla trattenuta dello 0,15% sulla mia pensione, come contributo per il fondo credito. Data ............................................................ In fede Firma ................................................................. Altre iniziative zione interculturale e giustizia sociale, e in due giornate di convegno, propriamente detto (lunedì 21 e martedì 22 gennaio 2008) con symposia e libero dibattito. Il convegno intende promuovere la comunicazione e la cooperazione nelle diverse comunità di apprendimento, offrendo agli educatori l’opportunità di condividere risorse ed esperienze con colleghi impegnati negli stessi campi d’azione. CONVEGNO INTERNAZIONALE A TORINO DAL TITOLO: “COOPERATIVE LEARNING IN MULTICULTURAL SOCIETIES: CRITICAL REFLECTIONS” I grandi temi dell’educazione interculturale, dell’apprendimento cooperativo e della consapevolezza interculturale saranno trattati al convegno internazionale che si svolgerà a Torino nei giorni 19-22 gennaio 2008. Il convegno si articolerà in due giornate laboratoriali (sabato 19 e domenica 20 gennaio 2008) con workshops dedicati alla messa in pratica dell’apprendimento cooperativo in situazioni concrete, alla classe interculturale e all’educa- TAVOLA ROTONDA (A CURA DELL’AIMC TORINO) Giovedì 18 ottobre, alle ore 15, presso il Convitto Nazionale Umberto I (via Bligny, 1 Torino) avrà luogo una tavola rotonda dal titolo: “Insegnare oggi”. 23 Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Torino n. 2798 in data 8 giugno 1978 Direttore Responsabile: MICHELE CHICCO – Via Richelmy, numero 19 – Torino Grafica e impaginazione: Comp2 – Via Colombo, 61 – 10129 Torino Tipolitografia: Emme Grafica – Via Piazzi, 5 – 10129 Torino