Università di Roma “Tor Vergata Cattedra di Gastroenterologia Corso di Patologia Sistematica II Lezione di Terapia Medica Epatologica 09.12.2008 Dott. Daniele Di Paolo Steatoepatite non alcolica Epatite B Epatite C Epatite autoimmune Cirrosi biliare primitiva Emocromatosi Morbo di Wilson Colangite sclerosante primitiva Deficit di alfa 1-antitripsina Epatite alcolica Amiloidosi Ascite Encefalopatia epatica Sindrome epatorenale CIRROSI Epatocarcinoma Peritonite batterica spontanea Sanguinamento da varici esofagee/gastriche Prevalenza dei diversi fattori eziologici in Italia Altro 15,7% HBsAg+ 9,9% 9997 soggetti con epatopatia, 2001 Alcol+HCV 12,1% Alcol 6,2% HBsAg (da solo o con altri fattori) = 13,5% HCV (da solo o con altri fattori) = 70,3% Alcol (da solo o con altri fattori) = 20,5% HCV+ 56,1% Stima del numero di pazienti con infezione virale cronica in Italia HCV + 1.800.000 HBsAg+ 600.000 HIV+ 120.000 Terapia dell’epatite da virus dell’epatite B (HBV) Epatite B: epidemiologia • 350-400 milioni di portatori cronici di HBV nel mondo (>70% sono individui asiatici) • L’africa ed alcuni paesi del Mediterraneo hanno una endemicità intermedia fra Asia e paesi occidentali • Negli ultimi 10 anni almeno 250.000 immigrati HBV+ sono entrati in Italia • In Italia circa il 10% circa delle cirrosi è causato da HBV • Complessivamente in Italia i portatori di HBV sono compresi tra l’1,5 ed il 2,5% della popolazione (con maggiore incidenza a partire dalla 3a decade) Infezione da HBV: l’epidemiologia che cambia in Italia 1990 2000 % HBsAg positivi 37,2% 13,1% % HBeAg positivi 63,6% 19,3% Età media (anni) 33,4 44,3 Incidenza di epatite acuta B/100.000 anni/persona 10,4 2 Coinfezione con HDV 23% 8,3% 16,1% 37,4% Cirrosi Epatite B: la malattia acuta 10-70 % Infezione acuta perinatale e dell’infanzia Infezione acuta dell’adulto 30 - 90 % Guarigione 95 % Guarigione <5% ~1* Infezione cronica Epatite cronica Lieve → moderata → severa * incidenza per 100 persone/anno 2 - 5 * (wild type) cirrosi Scompenso 80-90% (wild type) Epatocarcinoma morte/trapianto di fegato Portatore inattivo Epatite B: terapia della epatite acuta B Categorie di malattia e trattamento di prima linea: 1. Epatite acuta di prima insorgenza: • Non trattamento • Trapianto di fegato (nelle forme fulminanti) 2. Riacutizzazione di epatite B cronica in paziente immunocompetente: • Interferone pegilato • Analoghi nucleos(t)idici 3. Riacutizzazione di epatite B cronica in paziente immunocompremesso: • Analoghi nucleos(t)idici precocemente 4. Recidiva di epatite B post-trapianto: • Analoghi nucleos(t)idici precocemente Epatite B: la malattia cronica • La storia naturale dell’epatite cronica B è generalmente progressiva • Il 20-40% dei pazienti sviluppa cirrosi • Ogni anno il 3% dei cirrotici sviluppa scompenso o epatocarcinoma Epatite B: attività necroinfiammatoria Epatite B: progressione della fibrosi Epatite B: cirrosi La fibrosi interessa tutto l’organo e si formano moduli di rigenerazione La massa funzionante si riduce notevolmente e la malattia si manifesta con le complicanze della cirrosi Epatite B: epatocarcinoma L’infezione da HBV aumenta molto il rischio di epatocarcinoma. Il rischio diventa ancora più elevato se l’HBV DNA è positivo ed è presente cirrosi Epatite B: obiettivi terapeutici Obiettivi terapeutici: 1. Guarigione definitiva 2. Controllo della replicazione virale 3. Riduzione dell’attività necroinfiammatoria Sieroconversione ad anti-HBs Perdita dell’HBsAg Miglioramento dell’istologia Sieroconversione ad anti-HBe Perdita dell’HBeAg Riduzione dell’HBV DNA MIGLIORAMENTO DELLA SOPRAVVIVENZA TEMPO Epatite cronica B: quando trattare • Transaminasi elevate (> valore normale) • HBV DNA > 20.000 IU/L • Presenza di fibrosi epatica (valutazione quantitativa alla biopsia epatica) • Cirrosi epatica compensata e scompensata STATO DI MALATTIA (Fibrosi epatica secondo Ishak) Lieve Moderato Severo Cirrosi S0-S1 S2 S3 – S4 S5 – S6 Epatite B: farmaci disponibili TERAPIA ANTIVIRALE INTERFERONE PEGILATO ALFA 2a ANALOGHI NUCLEOS(T)IDICI lamivudina adefovir entecavir telbivudina tenofovir Epatite cronica B: farmaci disponibili ANALOGHI NUCLEOS(T)IDICI INTERFERONE PEGILATO ALFA 2a 1. Epatite cronica attiva lamivudina adefovir entecavir telbivudina tenofovir 1. Epatite cronica attiva non responsiva a Interferone 2. Cirrosi epatica compensata e scompensata Epatite cronica B: farmaci disponibili TRATTAMENTO CURATIVO TRATTAMENTO DI MANTENIMENTO Peg-Interferone Analoghi nucleos(t)idici (lamivudina, adefovir, entecavir, telbivudina, tenofovir) Trattamento a breve termine (12 mesi) per ottenere la guarigione (perdita dell’HBsAg) o la soppressione della replicazione di HBV senza terapia Trattamento a lungo termine per mantenere la soppressione della replicazione di HBV Epatite cronica B: terapia • INTERFERONE PEGILATO ALFA 2a – Posologia: 180 mcg a settimana sottocute per 12 mesi – Indicazioni: epatite cronica B attiva (NO CIRROSI) – Obiettivi terapeutici: • guarigione (UNICO INDURRE LA FARMACO IN GRADO GUARIGIONE DI CON SIEROCONVERSIONE HBsAg/HBsAb) • controllo della malattia (MANTENIMENTO A LUNGO TERMINE DI BASSI LIVELLI DI HBV DNA E DELLA NORMALIZZAZIONE TRANSAMINASI) DELLE Epatite cronica B: terapia • ANALOGHI NUCLEOS(t)IDICI – LAMIVUDINA, ADEFOVIR, ENTECAVIR, TELBIVUDINA, TENOFOVIR – Posologia: dosaggio variabile secondo le molecole e durata senza limiti – Indicazioni: epatite cronica B attiva e cirrosi (anche scompensata) – Obiettivi terapeutici: • controllo della malattia (MANTENIMENTO A LUNGO TERMINE DI HBV DNA NEGATIVITA’ E DELLA NORMALIZZAZIONE DELLE TRANSAMINASI) • prevenire lo scompenso della cirrosi epatica • permettere il trapianto di fegato nel paziente cirrotico candibile al trapianto Epatite cronica B: efficacia dell’interferone pegilato alfa 2a Normalizzazione delle transaminasi e soppressione virologica a 4 anni dalla fine del trattamento 30 Pazienti (%) 25 27% 20 24% 17% 15 10 5 0 Transaminasi normali HBV DNA<20.000 copie/ml HBV DNA<400 copie/ml Epatite cronica B: efficacia dell’interferone pegilato alfa 2a Aumento progressivo della perdita dell'HBsAg nei 4 anni dalla fine del trattamento Pazienti con perdita dell'HBsAg (%) 12 11% 10 8 8% 6 6% 4 2 3% 0 1 2 3 Anni dopo la sospensione della terapia 4 Epatite B: efficacia degli analoghi nucleos(t)idici • Elevata efficacia nell’inibire la replicazione di HBV (HBV DNA negativo entro 3-6 mesi di terapia) • Elevata tollerabilità anche nel paziente con cirrosi scompensata • Permettono il trapianto di fegato nei pazienti con cirrosi scompensata ed attiva replicazione virale • Si assumono per orale • Riducono il rischio di progressione di malattia e di sviluppo di epatocarcinoma • Migliorano la funzione epatica e lo stadio di malattia nella cirrosi scompensata Epatite B: efficacia degli analoghi nucleos(t)idici Limiti della terapia con analoghi nucleos(t)idici: - incidenza di sviluppo di resistenza virale elevata per lamivudina e non trascurabile per adefovir - Rischio di dipendente sviluppo di resistenza virale tempo- - Rischio di riattivazione di malattia e scompenso nel paziente con cirrosi in caso di sviluppo di resistenza al farmaco - Non efficaci per eliminare HBV Terapia dell’epatite da virus dell’epatite C (HCV) Epatite C: epidemiologia • L’infezione da HCV è oggi la causa o la concausa più frequente di malattia cronica del fegato, di cirrosi e di epatocarcinoma nel mondo occidentale • Causa del 60-75% delle cirrosi in Italia • HCV scoperto nel 1989; in Italia la diagnosi mediante la determinazione di anticorpi anti-HCV si è resa effettuabile dalla seconda metà degli anni 90 • 180 milioni di portatori cronici nel mondo di cui 1,5 milioni in Italia e 5-10 milioni in Europa • Il 60-70% dei pazienti sviluppano una epatite cronica a transaminasi elevate e potenzialmente posso sviluppare cirrosi ed epatocarcinoma Epatite cronica C: tempo di progressione a cirrosi Istologia cirrosi 5% dei casi 60% dei casi severa moderata 35% dei casi mite minima 5 10 15 20 anni 25 30 35 40 Epatite cronica C: fattori che influenzano la progressione di malattia Epatite C: genotipi virali HCV • Complessa variabilità genetica di HCV: – 6 genotipi maggiori • genotipi 1– 6 (In Italia 1 - 4) – Multipli sottotipi • a, b, c ecc – Quasispecie • I genotipi influenzano la risposta al trattamento antivirale: – Genotipi 1 e 4 definiti “DIFFICILI” da trattare – Genotipi 2 e 3 definiti “FACILI” da trattare Epatite C: genotipi virali HCV 1a, 1b 2a, 2b, 2c, 3a 1a, 1b 2a, 2b, 3a 2a 4 4 1b, 3a 1b 1b, 6 3b 1a, 1b, 2b, 3a 5a 1b, 3a Epatite C: genotipi virali HCV Genotipo 4,5,6 4% Genotipo 2,3 22% USA: > 1a Europa: > 1b Genotipo 1 74% Epatite cronica C: terapia antivirale Indicazioni al trattamento antivirale: • Transaminasi persistentemente al di sopra dei valori normali (richieste almeno 2 misurazioni l’anno) • Paziente naive (mai trattato in passato) o relapse (trattato con risposta durante la terapia e ritorno della replicazione nel periodo post-trattamento) Controindicazioni al trattamento antivirale: • Non risposta a precedenti trattamenti con la terapia attuale • Presenza di cirrosi in fase avanzata (CHILD B e C) Epatite cronica C: terapia attuale • INTERFERONE PEGILATO ALFA 2a – Posologia: 1 dose da 180 mcg a settimana sottocute per 12 mesi O • INTERFERONE PEGILATO ALFA 2b – Posologia: 1 dose da 1,5 mcg/Kg a settimana sottocute per 12 mesi + • RIBAVIRINA – Posologia: 800 mg/die (genotipi 2/3) - 1000 mg o 1200 mg (genotipi 1/4) per via orale Epatite cronica C: terapia antivirale e definizioni di risposta al trattamento • Risposta virologica sostenuta (SVR): mantenimento della negatività dell’HCV RNA sierico oltre il 6° mese dal termine del trattamento • Non responder: presenza di HCV RNA positività al 6° mese di trattamento (il trattamento deve essere interrotto per non risposta) • Relapse: ritorno della positività dell’HCV RNA dopo il termine del trattamento (negatività ottenuta entro il 6° mese di trattamento) Epatite cronica C: efficacia della terapia attuale Risposta virologica sostenuta (SVR) % 100 90 80 80% 70 70% 60 50 60% 40 45% 30 20 10 0 Complessiva Genotipo 1/4 Genotipo 2 Genotipo 3 Epatite cronica C: terapia antivirale Fattori che riducono la percentuale di guarigione: - grado crescente di fibrosi epatica (la presenza di cirrosi in fase iniziale dimezza la percentuale di successo del trattamento antivirale) - genotipi “difficili” (1 e 4) - steatosi epatica di grado moderato e severo - bassa aderenza al trattamento (riduzione delle dosi per ridotta tollerabilità al trattamento) - bassa compliance del correttamente la terapia) paziente (non assume Terapia della cirrosi e delle sue complicanze Ascite: generalità • Formazione di liquido libero nella cavità peritoneale • Causata da direttamente condizioni il peritoneo morbose (es. che tumori colpiscono primitivi o secondari, patologie infiammatorie ecc.) o che non coinvolgono il peritoneo (cirrosi, scompenso cardiaco, s. nefrosica ecc.) • Non associata a malattie del peritoneo: – Ipertensione portale: cirrosi (80%), insuff. cardiaca congestizia, pericardite costrittiva, ostruzione v. cava inf., s. di Budd Chiari, trombosi portale – Ipoalbuminemia: cirrosi, s. nefrosica, malnutrizione Ascite: generalità • Nella cirrosi è conseguenza dell’ipertensione portale che causa un aumento della pressione idrostatica nel letto sinusoidale epatico e della sodio-ritenzione renale • È di natura trasudatizia • Segno prognostico negativo • Sopravvivenza: – 10 anni nel cirrotico compensato – 2-3 anni nel cirrotico con ascite – 6 mesi nel cirrotico con ascite refrattaria – 2 mesi nel cirrotico con sindrome epatorenale Ascite: generalità • Causa più frequente di ricovero nel pazienti cirrotico • Importante lo stato emodinamico (pressione arteriosa, frequenza cardiaca) e la funzione renale (sodiemia e filtrato glomerulare) • Gravità: – lieve – moderata – tesa – responsiva alla terapia diuretica – refrattaria alla terapia diuretica Classificazione secondo Child-Pugh Punteggio 1 2 3 Encefalopatia assente lieve severa Ascite assente trattabile refrattaria Bilirubina (mg/dL) <2 2-3 >3 Albumina (g/dL) >3 2,5 - 3 < 2,5 Tempo di protrombina (%) > 70 40 - 70 < 40 CLASSE A punti 5 – 6 CLASSE B punti 7 – 9 CLASSE C punti 10 - 15 Ascite: paracentesi esplorativa • Gradiente siero-ascite (albumina nel siero – albumina nell’ascite) > 1,1 g/dL (indicativo di ipertensione portale) < 1,1 g/dL (indicativo di di altre cause) • Proteine totali, LDH e glucosio (< 1g/dL, normale, >50 mg/dl nella peritonite batterica spontanea) (> 1 g/dL, elevato, <50 g/dL nelle peritoniti secondarie o nella carcinomatosi) • Conta dei neutrofili (>250/mmc in caso di peritonite batterica spontanea) • Citologia (nel sospetto di neoplasia) • Esame colturale (per identificare l’agente infettante) Ascite refrattaria • Il versamento nonostante: peritoneale non viene mobilizzato – aderenza alla dieta iposodica e con restrizione idrica – assunzione di spironolattone (antialdosteronico che contrasta l’iperaldosteronismo che si innesca nella cirrosi) fino a 400 mg/die (minor dosaggio in caso di ridotta tollerabilità del farmaco) – assunzione di furosemide (diuretico dell’ansa che contrasta il riassorbimento di sodio nel tubulo prossimale) fino a 160 mg/die (minor dosaggio in caso di ridotta tollerabilità del farmaco) • Cause: progressione della cirrosi, grave ipoalbuminemia insufficienza renale, trombosi portale, occlusione delle vene sovraepatiche Ascite: terapia • Riduzione dell’apporto di liquidi (1 L/die) e sodio (1000 – 1200 mg/die) • Diuretici – conservatori di K+: spironolattone, kanreonato di k, canrenone (da 100 a 400 mg/die) – dell’ansa: furosemide (da 25 torasemide (da 10 a 50 mg/die) a 160 mg/die), • Albumina ev. (se < 2,8 g/dL in presenza di ascite) • Paracentesi evacuativa e riespansione plasmatica con albumina (8 gr ogni litro di ascite rimosso) • In caso di ascite refrattaria: ridurre o sospendere la terapia diuretica e riespandere la volemia con albumina; posizionamento di shunt trasngiugulare intraepatico portosistemico (TIPS) nella cirrosi CHILD B (no se CHILD C) Peritonite batterica spontanea: generalità • Infezione del liquido ascitico sostenuta contaminazione batterica in assenza indraaddominali primitive (perforazioni di da cause intestinali, ascessi, diverticolite, colecistite batterica ecc) • Cause: – traslocazione batterica di batteri intestinali (in genere gram- come Escherichia Coli e Klebsiella Pneumonie) attraverso la mucosa enterica, i linfonodi mesenterici, il torrente ematico ed i sinusoidi epatici favorita dalla ipertensione portale – compromissione del sistema reticolo-endoteliale e difetto di difese antibatteriche nel liquido ascitico Peritonite batterica spontanea: terapia • Antibioticoterapia: – Cefalosporine (cefotaxime 2 gr ogni 8-12 ore; alternative: ceftriazone, cefocid ecc.) – Chinolonici (ciprofloxacina 500 mg ogni 12 ore; alternative: norfloxacina, levofloxacina) • Profilassi primaria (primo episodio) solo in caso di emorragia digetiva con norfloxacina 400 mg/die • Profilassi secondaria norfloxacina 400 (dopo il mg/die primo o episodio) con trimetoprim- sulfametossazolo (800 mg/die per 5 gg/settimana) Sindrome epatorenale: generalità • Insufficienza renale prerenale (funzionale) che insorge in pazienti con cirrosi ed è espressione estrema di quelle alterazioni dell’emodinamica sistemica (vasodilatazione arteriosa sistemica) e renale (vasocostrizione splancnica e renale) che caratterizzano la cirrosi stessa (attivazione di sistemi vasocostrittori endogeni) • Si differenzia dalle altre forme di insufficienza renale prerenale perché non risponde alle manovre di espansione del volume plasmatico • Si differenzia dall’insufficienza renale organica per la normalità dei parametri che esplorano la funzione tubulare Sindrome epatorenale: generalità • Creatininemia > 1,5 mg/dL • Clearance della creatinina < 40 ml/min • Mancata risposta alla sospensione dei diuretici ed all’espansione del volume plasmatico l’infusione di 1,5 L di soluzione fisiologica • Oliguria < 500 ml nelle 24 ore • Riduzione della sodiuria < 10 mmol/L • Iponatriemia < 130 mmol/L • Rapporto osmolarità urinaria/plasmatica > 1 • Normalità del sedimento urinario mediante Sindrome epatorenale: generalità • Tipo I: rapido e progressivo deterioramento della funzione renale con raddoppio dei valori iniziali di creatininemia o dimezzamento dei valori iniziali di clearance della creatinina a distanza di 2 settimane (con valori assoluti rispettivamente > 2,5 mg/dL o < 20 ml/min) • Tipo II: andamento lentamente ingravescente (nell’arco di mesi) dell’insufficienza renale • Prognosi grave (sopravvivenza di poche settimane) • L’unico trattamento è il trapianto di fegato (la terapia medica può solo prolungare la sopravvivenza) Sindrome epatorenale: terapia • Obiettivi: – vasocostrizione periferica (ma non renale) in grado di aumentare la volemia e quindi la perfusione renale – aumento della volemia mediante la somministrazione di plasma expander (es. albumina) e la sospensione della terapia diuretica • Sospensione della terapia diuretica • Riespansione con alte dosi albumina endovena (al 20% 100 ml/die) • Dopamina a dosi sub-pressorie (2-4 mcg/Kg/minuto) che stimolando i recettori dopaminergici periferici aumenta la perfusione renale e migliora la risposta ai diuretici • Più efficace la Terlipressina somministrata in boli endovena ripetuti Encefalopatia epatica: generalità • Sindrome neurologica caratterizzata da alterazioni dello stato mentale e della funzione neuromuscolare secondaria a cirrosi epatica in stadio avanzato • Secondaria all’azione sul sistema nervoso centrale di ione ammonio e altre sostanze di sintesi da parte dei batteri intestinali (benzodiazepine endogene) • Elevazione dell’ammoniemia • Episodio acuto (in genere indotto da una causa precipitante, es. sanguinamento da varici, infezione sistemica, uso eccessivo di diuretici, uso di benzodiazepine o oppioidi) • Forma cronica subclinica (alterazione dei soli test psicometrici) o ricorrente/continua (senza causa scatenante evidente) Encefalopatia epatica: generalità Patogenesi: • Mancata trasformazione epatica di ammonio (in ammoniaca) e altre sostanze (derivati del triptofano e benzodiazepine endogene) di derivazione intestinale e loro azione diretta sul sistema nervoso centrale (passano in modo variabile la barriera ematoencefalica) o indiretta attraverso l’aumento del tono GABAergici • Passaggio diretto di sangue dal circolo portale a quello sistemico saltando la normale perfusione epatica Importante fattore predittivo di mortalità: sopravvivenza del 20-40% a 3 anni Encefalopatia epatica: generalità Stadiazione dell’encefalopatia epatica secondo i criteri di West Haven: • GRADO 1: Lieve riduzione della consapevolezza, euforia o ansia, riduzione della capacità attentiva, inadeguatezza nell’esecuzione di addizioni e sottrazioni • GRADO 2: Letargia o apatia, disorientamento temporale, palese cambiamento di personalità, comportamento inappropriato • GRADO 3: Dalla sonnolenza al semistupor, responsivo agli stimoli, confusione, grossolano disorientamento, comportamento bizzarro • GRADO 4: Coma epatico Encefalopatia epatica acuta: terapia • Sospensione dei diuretici • Sospensione e proscrizione di farmaci psicoattivi (es. benzodiazepine) • Idratazione • Somministrazione di aminoacidi ramificati endovena fino alla remissione • Correzione di squilibri idroelettrolitici • Arresto dell’eventuale sanguinamento da varici • Lattulosio per os e mediante clistere evacuativo Encefalopatia epatica cronica: terapia • Dieta a basso contenuto di proteine • Lattulosio (disaccaridi) fino ad ottenere almeno 2 evacuazioni al giorno • Ridurre al minimo l’uso di diuretici • Ridurre al minimo le paracentesi evacuative • Uso di antibiotici ad azione intestinale non assorbibili (es. paromomicina) a cicli brevi ed intermittenti • Evitare farmaci psicoattivi (benzodiazepine, oppioidi) Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: generalità • La rottura delle varici esofagee è la causa del 60-70% delle emorragie digestive nella cirrosi (gastropatia congestizia del 20% e varici gastriche del 5%) • Mortalità del 20% ed elevato rischio di risanguinamento (20% nelle prime 6 settimane) • Il trattamento attivo consente il controllo del sanguinamento in 80-90% in 24 ore • Indicatori di rischio – Child Pugh – età – abuso alcolico attivo – trombosi portale – pressione portale (misurato come gradiente portoepatico o HVPG) Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: generalità • La valutazione di primo livello di un paziente con sospetta ipertensione portale deve comprendere una esofago-gastro-duodenoscopia (EGDS) • L’esame endoscopico è utile per: – confermare il sospetto di ipertensione portale – valutare il rischio di emorragia digestiva (dimensioni, segni rossi) – definire la sorgente di una emorragia digestiva – stimare e monitorare il rischio di sanguinamento Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: generalità Classificazione delle varici esofagee secondo NIEC (“North Italian Endoscopic Club”) Dimensioni: - F1 lineari: varici di piccole dimensioni che possono essere ridotte mediante pressione esercitata dall’endoscopio - F2 a rosario: varici di piccole dimensioni che non possono essere ridotte mediante pressione esercitata dall’endoscopio, tortuose che occupano meno di 1/3 del lume - F3 tortuose: varici confluenti, tortuose che occupano fino alla metà del lume Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: generalità Classificazione delle varici esofagee secondo NIEC (“North Italian Endoscopic Club”) Colore: - Blu (Cb): varici che assumono una colorazione più scura della circostante mucosa esofagea, espressione dell’assottigliamento dell’epitelio posto al di sopra delle varici - Bianco (Cw): varici che assumono lo stesso colore della mucosa esofagea circostante Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: generalità Classificazione delle varici esofagee secondo NIEC (“North Italian Endoscopic Club”) Segni rossi: - Macchie rosso ciliegia (cherry red spots [CRS]): piccole dilatazioni cistiche di colore rosso poste al di sopra delle varici; sono graduate in rapporto alla loro frequenza - Ematocisti (hematocystis spots [HCS]): simili come forma alle macchie rosso ciliegia, ma di maggior volume - Strie rossastre “a colpo di frusta” (red wale marking [RWM]): aree eritematose a decorso longitudinale, definite anche varici sopra le varici - Rossore diffuso (diffuse redness [DR]): colorazione rossa diffusa della mucosa Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: generalità Classificazione delle varici esofagee secondo NIEC (“North Italian Endoscopic Club”) Sede: - S: varici che iniziano sopra la biforcazione della trachea - M: varici che iniziano dal 1/3 medio dell’esofago - I: varici che iniziano dal 1/3 inferiore dell’esofago Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: generalità Classificazione delle varici gastriche secondo Sarin: • GOV 1 (varici cardiali): in continuità con le varici dell’esofago e si estendono lungo la piccola curva; sono lineari o tortuose • GOV 2 (varici gastro-esofagee): in continuità con le varici dell’esofago e si estendono attraverso la giunzione esofagogastrica verso il fondo; sono lunghe e tortuose • IGV 1 (varici isolate del fondo): localizzate solo nel corpo gastrico • IGV 2 (varici ectopiche): localizzate in ogni sede (anche antrale) Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: generalità Classificazione della gastropatia congestizia secondo NIEC (“North Italian Endoscopic Club”): • Pattern mosaico-simile (MPL): presenza di piccole aree poligonali circondate da un bordo depresso biancogiallastro. Il mosaico è definito LIEVE quando l’aureola è uniformemente rosa, MODERATO se il centro è rosso e SEVERO se l’aureola è uniformemente rossa • Punti rossi (RPLs): sono lesioni piccole (< 1 mm) piatte e rosse • Punti rosso-ciliegia: sono lesioni rotonde con diametro > 2 mm leggermente protrudenti nel lume dello stomaco • Punti neri-marroni (BBs): sono lesioni piatte di forma irregolare, nere o marroni, che persistono dopo lavaggio, causate da emorragia intramucosa Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: CLASSIFICAZIONE NIEC del rischio di prima emorragia PARAMETRO A. Classe di Child + B Grandezza varici + C Segni rossi VALORE PUNTI A 6,5 B 13,0 C 19,5 F1 8,7 F2 13,0 F3 17,4 Assenti 3,2 Lievi 6,4 Moderati 9,6 Severi 12,8 Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: CLASSIFICAZIONE NIEC del rischio di prima emorragia PUNTEGGIO PROBABILITA’ DI EMORRAGIA AD UN ANNO 0 - 20,0 1,6 % 20,1 – 25,0 11 % 25,1 – 30,0 14,8 % 30,1 – 35,0 23,3 % 35,1 – 40 37,8 % > 40,0 61,9 % Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: profilassi del primo sanguinamento • No varici: ripetere l’endoscopia ogni 2 anni • Varici piccole (F1): ripetere l’endoscopia ogni 12 mesi • Varici medie (F2): beta-bloccanti non selettivi (propranololo da 40 a 160 mg/die fino ad ottenere una frequenza cardiaca di 60 bpm) • Varici grandi (F3): beta-bloccanti (legatura per via endoscopica nei pazienti intolleranza ai beta-bloccanti) con controindicazioni o Sanguinamento da varici esofagee: terapia dell’emorragia acuta • Farmaco vasoattivo appena possibile somatostatina, octrotide) per 2-5 giorni (terlipressina, • Trasfusioni di emazie concentrate • profilassi antibiotica (cefalosporina di III generazione) • Endoscopia entro 12 ore dal sanguinamento • Legatura delle varici per via endoscopica appena possibile (l’associazione della terapia farmacologica ed endoscopica è da preferire alla monoterapia medica o endoscopica) • TIPS nei pazienti in cui la terapia medica endoscopica non hanno interrotto il sanguinamento ed Sanguinamento da varici esofagee/gastriche: prevenzione secondaria (del risanguinamento) • Non in trattamento con beta-bloccanti: beta-bloccante + legatura endoscopica • Già in trattamento con beta-bloccanti: legatura endoscopica • In caso di fallimento del trattamento farmacologico ed endoscopico: TIPS Sanguinamento da varici gastrice: profilassi e terapia dell’emorragia acuta • Profilassi primaria: come per le varici esofagee (non si effettua la legatura endoscopica) • Profilassi secondaria: come per le varici esofagee (si possono legare solo le varici GOV 1) • Trattamento del sanguinamento attivo: come per varici esofagee (applicazione di adesivi tissutali al posto della legatura elastica) Trapianto di fegato Trapianto di fegato Trapianto ortotopico di fegato in Italia: indicazioni per malattia Trapianto ortotopico di fegato in Italia: indicazioni generali • Cirrosi Child Pugh B e C (score > 7) • Età < 65 anni • Assenza di malattia che elevano il rischio chirurgico • Assenza di tumori non epatici • Presenza di epatocarcinoma (fino a 3 noduli di massimo 3 cm di diametro o 1 nodulo di massimo 5 cm di diametro) • Assenza di trombosi portale completa • In caso di malattia da HBV, se HBV DNA negativo (con o senza farmaci antivirali) Trapianto ortotopico di fegato in Italia: sopravvivenza a 10 anni 100 90 80 73 % 70 60 % 50 40 HBV ALCOOL 30 HCV CRIPTOGENETICA 20 EPATITE FULMINANTE CIRROSI BILIARE PRIMITIVA 10 EPATOARCINOMA ALTRO 0 0 6 12 24 36 Mesi dal trapianto 60 84 120 Terapia delle epatiti autoimmuni tipo I e II Epatite autoimmune: generalità • Malattia epatica colestatica o non, cronica, ad eziologia sconosciuta e a patogenesi autoimmunitaria • Si caratterizza per la presenza di epatite di interfaccia ed infiltrato linfocitario dello spazio portale alla biopsia, ipergammaglobulinemia e persistente elevazione delle transaminasi e/o GGT • Colpisce prevalentemente le donne (M/F=1/3,6) • Il 50% circa dei pazienti evolve in cirrosi • TIPO I: anticorpi anti-nucleos (ANA) e/o anticorpi antimuscolo liscio (ASMA) positività • TIPO II: anticorpi anti microsomi di fegato e rene (AntiLKM 1) • Indicazioni al trattamento: persistentemente elevate ed evidenza fibrosi epatica progressiva transaminasi istologica di Epatite autoimmune: terapia • Prednisone in monoterapia – 60 mg (1a settimana) – 40 mg (2a settimana) – 30 mg (3a e 4a settimana) – 20 mg (mantenimento fino all’obiettivo) • Prednisone + azatioprina – Pred 30 mg + Aza 50 mg (1a settimana) – Pred 20 mg + Aza 50 mg (2a settimana) – Pred 15 mg + Aza 50 mg (2a e 3a settimana) – Pred 10 mg + Aza 50 mg (mantenimento fino all’obiettivo) • Si può sospendere il trattamento dopo almeno 6 settimane di completa normalizzazione di transaminasi ed indici di colestasi Terapia della cirrosi biliare primitiva (CBP) e della colangite sclerosante primitiva (CSP) Cirrosi biliare primitiva: generalità • Malattia epatica colestatica cronica di eziologia sconosciuta e a patogenesi autoimmunitaria • Interessa soprattutto le donne • Caratterizzata dalla distruzione dei dotti biliari intraepatici interlobulari, da infiammazione granulomatosa portale, da colestasi intralobulare incompleta, positività per gli anticorpi anti-mitocondrio (AMA+ nel 95% dei soggetti affetti) • Progressione variabile, ma generalmente più lenta delle altre malattie croniche del fegato • Diagnosi di certezza si ottiene con la biopsia epatica ed il reperto di lesioni dei dotti interlobulari tipiche Cirrosi biliare primitiva: generalità • 2/3 dei pazienti asintomatici sviluppano sintomi (fatica, prurito, ittero, e le complicanze maggiori della cirrosi) • La sopravvivenza medio dei pazienti sintomatici è di 7 anni • Criteri diagnostici: 2 criteri maggiori + 2 minori o 1 maggiore + 4 minori CRITERI MAGGIORI CRITERI MINORI AMA positività Prurito che richiede trattamento Biopsia epatica con lesioni caratteristiche Ittero con normalità della coagulazione Fosfatasi alcalina > 2 volte i v.n. IgM > 2,8 g/L Schirmer test + (< 10 mm di secrezione lacrimale in 5 min Cirrosi biliare primitiva: terapia • Unico farmaco in grado di rallentare la progressione di malattia: – ACIDO URSODESOSSICOLICO (dosaggio di 13-15 mg/kg a tempo indefinito) STADIO AVANZATO (bilirubina < 10 mg/dL) Nessun trattamento efficace UDCA non indicato PAZIENTI ITTERICI (> 2 bilirubina < 10 mg/dL) UDCA di dubbia utilità Efficacia dubbia PAZIENTI ASINTOMATICI (con bilirubina < 2 mg/dL) UDCA indicato Efficacia dimostrata PAZIENTI ASINTOMATICI (con stadio istologico III-IV) UDCA indicato Efficacia dimostrata PAZIENTI ASINTOMATICI (con stadio istologico I-II) UDCA utilità dubbia Efficacia non dimostrata Colangite sclerosante primitiva: generalità • Malattia epatica colestatica cronica di sconosciuta e a patogenesi autoimmunitaria eziologia • Si associa nel 50-75% dei casi a malattie infiammatorie croniche intestinali (nei 2/3 dei casi a colite ulcerosa) • Distruzione infiammatoria e fibrosi obliterativa dei dotti epatici intra e/o extraepatici (in assenza di precedenti interventi sulle vie biliari) • Più frequente nel sesso maschile (M/F = 2/1) • Età mediana alla diagnosi 35 anni • Incidenza di colangiocarcinoma dal 6 al 36% • Sopravvivenza mediana dalla diagnosi è di 12 anni • Sospetto diagnostico: segni biochimici di colestasi cronica (elevazione di GGT, fosfatasi alcalina, +/bilirubina) Colangite sclerosante primitiva: generalità • Ittero di tipo prevalentemente ostruttivo (bilirubina diretta) ma variabile in relazione alla risoluzione degli eventi ostruttivi e della ricanalizzazione delle vie biliari • La persistenza dell’ittero elevato implica una prognosi infausta a breve termine • Positività degli anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (p-ANCA) nel 26-75% dei casi • Diagnosi di certezza: colangio-RM o CPRE (colangiopancreatografia retrograda endoscopica) • Stenosi segmentarie brevi ed anulari con interposti normali o dilatati con aspetto a “catena di rosario” della via biliare principale associate a dilatazioni non uniformi e segmentarie delle vie biliari intraepatiche Colangite sclerosante primitiva: generalità • La biopsia è utile per la stadiazione istologica della malattia: – STADIO I: colangite o portite – STADIO II: fibrosi periportale o epatite periportale – STADIO III: fibrosi settale e/o necrosi a ponte – STADIO IV: cirrosi biliare • Esami richiesti nel follow-up: – Colonscopia con biopsie per escludere la eventuale concomitante malattia infiammatoria cronica del colon – CEA e Ca 19-9 periodicamente per la diagnosi precoce di colangiocarcinoma Colangite sclerosante primitiva: terapia • Unico farmaco in grado di rallentare la progressione di malattia: – ACIDO URSODESOSSICOLICO (dosaggio di 13-15 mg/kg a tempo indefinito) • In caso di stenosi dominanti della via biliare principale o dei dotti biliari epatici maggiori è indicato il posizionamento di endoprotesi biliari mediante CPRE • Gli episodi di colangiti ricorrenti richiedono la terapia antibiotica per batteri anaerobi, gram + (inclusi gli enterococchi) e gram – (incluso lo Psedomonas Aeruginosa) Colangite sclerosante primitiva: terapia • Colangite a severità clinica moderata: – monoterapia con ureidopenicilline (mezlocillina o piperacillina) – monoterapia con cefoperazone • Colangite a severità clinica elevata (con batteriemia): – ureidopenicilline + aminoglicosidi + medronidazolo – ureidopenicilline + tazopactam + metronidazolo – ciprofloxacina • Profilassi colangiti ricorrenti: – cotrimossazolo (trimetoprim + sulfametossazolo) – ciprofloxacina Terapia delle malattie da accumulo (emocromatosi e morbo di Wilson) Emocromatosi: generalità • Malattia epatica genetica (autosomica recessiva) più frequente • Causata dalla deficienza e/o disregolazione della proteina EPCIDINA (ormone circolante che regola il metabolismo del ferro) • Aumento della saturazione della transferrina (>45%) e della ferritinemia (>500 mcg/L) • Mutazioni nel gene HFE (C282Y e H63D) cromosoma 6 • Aumento del deposito di ferro nel fegato ed in altri organi (cuore, pancreas, cute, testicolo) • Manifestazioni cliniche: cirrosi, diabete, ridotta fertilità, pigmentazione nera della cute, miocardiopatia) Emocromatosi: generalità • 28,4% degli uomini e 1,2% delle donne omozigoti per emocromatosi sono sintomatici • Sospetto diagnostico: aumento saturazione transferrina + ferritinemia + epatomegalia + elevazione transaminasi + eventuali segni clinici • Diagnosi: mutazione in omozigosi (gene HFE) • Utile la quantificazione del ferro intraepatico con la biopsia Emocromatosi: generalità Approccio clinico alla rilevazione di livelli aumentati di ferritina: – è un rilievo già presente in passato? – è presente un aumento recente? – vi è elevazione della saturazione della transferrina? – è presente obesità? – è presente un consumo alcolico significativo? – è presente infiammazione? – vi è una storia familiare di sovraccarico di ferro? Emocromatosi: terapia • SALASSO terapia: – salassi con sedute multiple da 250-500 ml ciascuna – fino ad ottenere un valore di ferritinemia<50 mcg/L) • Chelanti del ferro: – Desferioxamina (per somministrazione parenterale durante la notte); scarsa tollerabilità per disfuzione renale e citopenia – Chelanti per via orale (non applicati perché costosi e con numerosi effetti collaterali) Morbo di Wilson: generalità • Malattia genetica autosomica recessiva (cromosoma 13) con difetto di produzione epatica del trasportatore transmembrana del rame (ATP7B) utile per l’eliminazione del rame epatico nella bile • Ne risulta accumulo di rame e danno cronico nel fegato • Perdita di funzione di ATP7B comporta anche la riduzione della secrezione della apoceruloplasmina (proteina che veicola il rame nel sangue) dal fegato (livelli più bassi nel sangue) con conseguente suo accumulo nel fegato stesso • Queste alterazioni comportano accumulo di rame anche nel sistema nervoso centrale (degenerazione dei nuclei della base) e nella cornea (anello corneale di KayserFleisher presente nel 50% dei pazienti) Morbo di Wilson: generalità • La malattia epatica (che può mancare pur in presenza di quella neurologica) è presente soprattutto in età infantile o giovanile • Malattia a prognosi infausta se non si intraprende un trattamento precocemente con chelanti del rame • Esistono molte mutazioni descritte (circa 100 polimorfismi) che a volte rendono impossibile la diagnosi genetica • Diagnosi clinica e biochimica difficile per l’aspecificità dei reperti (può esordire anche con una forma fulminante di malattia epatica) • Malattia neurologica è più frequente nella 2a e 3a decade e si caratterizza per una sindrome Parkisonsimile a rapida evoluzione associata a disturbi psichiatrici Morbo di Wilson: terapia • Terapia di prima linea: Penicillamina (chelante del rame che ne riduce l’assorbimento) per via orale fin dalla fase asintomatica per tutta la vita • Effetti collaterali della penicillamina: anemia aplastica, leucopenia, trombocitopenia, s. nefrosica, s. lupus simile ecc. • Alternative alla penicillamina: zinco, trientina (poco disponibile, ma più indicata nella malattia neurologica o epatica scompensata) • Il trapianto di fegato che è curativo per il difetto genetico è riservato solo ai casi di malattia epatica di gradi severo (epatite fulminante o cirrosi) Per ogni dubbio….. Per ogni curiosità….. Per ogni approfondimento….. Dr. Daniele Di Paolo Cattedra di Gastroenterologia TORRE E SUD 5° piano [email protected] 347.3665273