La Thuile, 17 agosto 2010 32 volte l’Italia, 1.400.000.000 abitanti Luoghi comuni sulla Cina • “basso prezzo e bassa qualità” • Fabrizio Landi, A.D. di Esaote (elettronica medicale): “Siamo andati a Shentzen semplicemente perché c’è il miglior concentrato mondiale di know-how nel settore di nostro interesse” (Venezia, 15 aprile 2010) Venezia, 15 aprile 2010 Luoghi comuni sulla Cina Diritti umani? • Il 12 maggio 2008, nel Sichuan, si è scatenata una forte scossa di terremoto di magnitudo 7,8 gradi della scala Richter: 60mila morti, 30mila dispersi e 360mila feriti • Secondo la rivista medica britannica The Lancet, la macchina dei soccorsi cinese ha funzionato bene • Si può dire lo stesso per New Orleans e l’uragano Kathrina? Il quotidiano China Daily il 6 aprile 2010 titola: “L'Aquila assomiglia a città fantasma" Luoghi comuni sulla Cina Diritti sindacali? • Sciopero di Liaoyang del 2002: decine di migliaia di lavoratori licenziati dalle imprese statali del Nordest del paese scendono in piazza: nessuna informazione pubblica • Maggio 2010: Scioperi nelle fabbriche Honda di Huangpu e Zengcheng, entrambi zone industriali di Guangzhou. Honda concede gli aumenti salariali richiesti (circa il 100%) Scioperi alla Honda Luoghi comuni sulla Cina • Giugno 2010: sciopero nella fabbrica Toyota di Guangzhou • Luglio 2010: sciopero nella fabbrica della Mitsumi Electric di Tianjin, città portuale a cento chilometri a est di Pechino Scioperi alla Toyota Scioperi alla Mitsumi Electric Luoghi comuni sulla Cina Massima informazione pubblica: il premier Wen Jiabao ha sottolineato ‘la necessità di prendersi cura degli operai migranti, di proteggerli e rispettarli, soprattutto se giovani’ Quindi: • I lavoratori cinesi provvedono da soli alla tutela dei propri diritti sindacali, e lo fanno in fretta • Le autorità cinesi appoggiano le rivendicazioni sindacali quando riguardano imprese a capitale straniero (Liaoyang del 2002 riguardava imprese governative, mentre nel 2010 gli scioperi colpivano imprese giapponesi) Un po’ di numeri Principali indicatori macroeconomici Indicatore PIL Prezzi correnti (miliardi di Rmb) 2003 2004 2005 2006 13.639,9 16.028,0 18.670,1 21.433,3 Prezzi correnti (miliardi di US$) 1.647,9 1.936,5 2.278,3 2.688,1 Tasso di crescita reale (%) 10,0 10,1 10,4 10,7 Inflazione (%) 1,2 3,8 1,8 1,5 Esportazioni (Fob) 438,3 593,4 762,5 970,9 Importazioni (Fob) -393,6 -534,4 -628,3 -793,5 44,7 59 134,2 177,4 Bilancia Commerciale Saldo Tasso di cambio Rmb/US$ (media annuale) Riserve internazionali (milioni US$, no oro) 8,28 408,2 8,28 614,5 Fonte: Economist Intelligence Unit. Country Report, marzo 2007 8,19 821,5 7,97 1.075,6 Ancora un po’ di numeri Rischio paese La SACE colloca la Cina nella categoria OCSE 2 su 7 (dove il rischio va da 0 = minimo a 7 = massimo) Condizioni di Assicurabilità: nessuna restrizione = tutti i tipi di operazione sono consentiti Rating Standard & Poor’s A (su AAA - investment grade; Italia A +) Moody’s A2 (su Aaa; Italia AA2) Fitch A (su AAA – Italia AA) Fonte: Economist Intelligence Unit. Country Report, marzo 2007 Ancora numeri Cosa fa l’Italia? Andamento dell’interscambio commerciale Italia-Cina 2003 2004 2005 4.448 2006 2007 2008 Esportazioni* 3.850 4.605 5.703 6.311 6.444 Importazioni* 9.552 11.828 14.130 17.962 21.764 23.600 - 5.702 - 7.380 - 9.525 - 12.259 - 15.453 - 17.156 29,0 27,3 Saldo* Esp/Imp (%) 40,3 37,6 32,6 31,8 * in Milioni di Euro Fonte Dati ISTAT Esportazioni mondiali USA Germania Giappone Francia GB Italia Cina Il Sole 24 ORE, 14.8.2010 “Nel secondo trimestre 2010 l'economia tedesca è cresciuta al ritmo più rapido da vent'anni: il 2,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Un ritmo cinese di sviluppo. Non è un caso: buona parte della crescita è legata all'export, e l'aumento del commercio con la Cina (+93%) rende i paesi emergenti partner commerciali quasi equivalenti all'area dell'euro. Negli ultimi dodici mesi per esempio le vendite di auto tedesche in Cina sono aumentate del 335%, mentre calavano in buona parte dell'area euro”. Il Sole 24 ORE, 16.8.2010 Hong Kong: ritorna alla Cina nel 1997 Dichiarazione Congiunta Sino-Britannica del 19 dicembre 1984: allo scadere dei 99 anni (nel 1997) di affitto dei Nuovi Territori, Hong Kong sarebbe stata consegnata alla Repubblica Popolare Cinese. Deng Xiaoping concordò con la GB che la Repubblica Popolare Cinese non avrebbe interferito con il sistema capitalista di Hong Kong per i successivi 50 anni. Deng Xiaoping CINA: un Paese, due sistemi "Pianificazione e forze di mercato non rappresentano l'essenziale differenza che sussiste tra socialismo e capitalismo. Economia pianificata non è la definizione di socialismo, perché c'è una pianificazione anche nel capitalismo; l'economia di mercato si attua anche nel socialismo. Pianificazione e forze di mercato sono entrambe strumenti di controllo dell'attività economica.” Deng Xiaoping Deng Xiaoping inventa le Regioni Amministrative Speciali e le Zone Economiche Speciali • Per comprendere la coesistenza di un regime “capitalistico” in seno ad un Paese dichiaratamente “comunista” occorre comprendere cosa sono le Regioni Amministrative Speciali e le Zone Economiche Speciali. • Esse sono pezzi di territorio cinese prescelti in base alla loro vocazione geo-economica, dove sono contemplate politiche speciali e misure flessibili per la gestione del sistema economico. CINA: la Costituzione Nelle democrazie occidentali siamo abituati: • alla separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) • a veder assegnata a legge di rango superiore (costituzione) la tutela dei diritti fondamentali e della struttura dell’economia • a vedere l’amministrazione soggetta, quindi, alle leggi. CINA: la Costituzione In Cina non è così. • Il potere appartiene per intero all'Assemblea Nazionale del Popolo (ANP: 2979 membri eletti per 5 anni dalle province, dalle regioni autonome, dalle municipalità e dalle forze armate): Constitution of the People's Republic of China, Article 2: “ All power in the People's Republic of China belongs to the people. The National People's Congress and the local people's congresses at various levels are the organs through which the people exercise state power. The people administer state affairs and manage economic, cultural and social affairs through various channels and in various ways in accordance with the law”. CINA: la Costituzione Quindi: i diritti umani fondamentali quanto i diritti economici non sono regolati da norme sovraordinate ai pubblici poteri, bensì direttamente da questi ultimi vi sono strette analogie con i sistemi costituzionali monarchici Occorre ricordarselo quando si parla di capitalismo socialista o capitalismo cinese CINA: le Regioni Amministrative Speciali (Hong Kong e Macao) Le regioni amministrative speciali (abbreviazione inglese: SARs) sono Hong Kong e Macao, costituite nel 1997 e nel 1999 quando la sovranità delle due regioni è stata trasferita alla Repubblica Popolare Cinese dal Regno Unito e dal Portogallo. Le SARs gestiscono in modo autonomo: le corti d'appello, il sistema legale, le politiche per il rilascio del passaporto, la moneta, il controllo doganale, le politiche di immigrazione, l'estradizione; non controllano: le relazioni diplomatiche e la difesa nazionale. partecipano a diverse organizzazioni internazionali e manifestazioni sportive con rappresentanti autonomi separati dalle delegazioni della Repubblica Popolare Cinese. non fanno uso della struttura amministrativa della Repubblica Popolare Cinese. Le Zone Economiche Speciali Esse sono: • nella provincia del Guangdong : Shenzhen, Zhuhai e Shantou • nella provincia del Fujian : Xiamen • l'intera provincia dell'Hainan. Vi sono previsti speciali incentivi fiscali per gli investimenti stranieri. Sviluppo di caratteristiche economiche basate su quattro principi: attrarre e utilizzare capitali stranieri promozione di joint-ventures tra società cinesi e società straniere e di imprese con capitale esclusivamente straniero produrre principalmente per l'esportazione adozione del sistema di mercato. Le Zone Economiche Speciali sono indicate separatamente nella pianificazione nazionale e nella pianificazione finanziaria. L'amministrazione economica è di competenza dell'autorità provinciale. L'autorità legislativa è esercitata dal congresso e dal governo locali. Allargamento della “specialità” • Con l’accesso della Cina al WTO (2001), l’economia cinese é entrata in uno stadio di apertura globale e pertanto le zone economiche speciali sono diventate sempre meno “speciali”; infatti, le politiche preferenziali che violino i principi non discriminativi del WTO devono essere gradualmente eliminate; inoltre, altre province e zone del paese possono oggi sviluppare direttamente relazioni commerciali con l’estero negli stessi termini delle zone economiche speciali inizialmente costituite. • L’attrattiva esclusiva delle prime zone economiche speciali sta pertanto oggi scemando e gli investimenti diretti esteri, che all’inizio della riforma e della politica della porta aperta si erano concentrati in queste zone, si stanno ora espandendo verso le altre province del paese a più basso costo del lavoro. • Le prime zone economiche speciali si sono specializzate nei settori ad alta tecnologia. Cina: mercato dei beni di consumo in crescita • L’economia cinese: 10,2 % di crescita media del PIL (negli ultimi 10 anni) • Ceto medio benestante di 200 milioni di persone • Primo mercato al mondo per la vendita di automobili • Secondo mercato al mondo per la vendita di beni di lusso • Seconda economia al mondo dopo gli USA • 747 milioni di utenti di telefoni cellulari (2009) • Oltre 338 milioni di utenti internet (2009) • Domanda di importazione di vini in crescita del 72.7% all’anno (2006-2008) • 100 milioni di turisti cinesi nel mondo entro il 2020 Cina: rischi e opportunità • • • • • • • Identificare partner commerciali giusti Tradurre i ricavi in reale profitto Semplificare la burocrazia Minimizzare i rischi Reperire personale qualificato Contraffazioni Corruzione I vantaggi di Hong Kong • • • • • • • • • • Economia flessibile Posizione ideale Imprenditoria dinamica Sistema legale valido e indipendente Tutela della proprietà intellettuale Libero scambio di informazioni, persone, beni e capitali Governo aperto e trasparente Tradizionale cultura anti-corruzione Centro finanziario internazionale Tassazione semplice e contenuta: 16.5% sulle aziende e 15% sulle persone fisiche I vantaggi di Hong Kong: una posizione geografica ideale Mercato “interno” di Hong Kong - Pearl River Delta 47 milioni di abitanti • rappresenta il 25% dell’import/export dell’intera Cina • 16.2% di crescita annuale del PIL • 60.000 aziende di proprietà di Hong Kong • Accordo C.E.P.A. (Closer Economic Partnership Arrangement) I vantaggi di Hong Kong Numero 1 international air cargo: 10.000 tonnellate/m al giorno 150 città, 40 in Cina Uno dei più attivi porti container del mondo: Collegato con 500 porti 66.500 TEU al giorno I rapporti economici con l’Italia L’Italia è il 13º partner commerciale di Hong Kong L’interscambio commerciale Hong Kong/Italia è stato pari a: US$ 7,1 miliardi nel 2009 Esportazioni verso l’Italia: US$ 3,5 miliardi Importazioni dall’Italia: US$ 3,6 miliardi Quindi Hong Kong è ... una risorsa per le imprese che hanno rapporti con la Cina, perché: le restrizioni poste dalla legislazione cinese agli investimenti diretti in Cina da parte di soggetti esteri non si applicano alle società costituite secondo il diritto di Hong Kong; si possono quindi creare liberamente società controllate in Cina la cultura e l’operatività degli operatori di Hong Kong rende più rapida ed efficiente la conduzione degli affari Ma Hong Kong è nella “black list” Cos’è la “black list”? • La concorrenza fiscale fra Stati egualmente sovrani, ma di differente grado di sviluppo, fa sì che alcuni di essi (in genere quelli in via di sviluppo) tentino di rendere più accattivante la propria economia con un basso livello di tassazione od altri tipi di agevolazioni settoriali. • I Paesi più sviluppati reagiscono con le “Liste nere”, ossia elenchi di Paesi ritenuti “concorrenti fiscalmente sleali”. Le attività di propri cittadini presso quei Paesi vengono considerate con sospetto ed ostacolate in vari modi. • L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha cercato di regolamentare questa materia dettando delle linee guida. Hong Kong nella “black list” • L’OCSE ha abolito la lista nera (G20, 2009) • ha stabilito che i Paesi debbono impegnarsi allo scambio di informazioni • entrano nella “lista bianca” i Paesi che abbiano stipulato almeno 12 trattati contro le doppie imposizioni e per lo scambio di informazioni (secondo il modello OCSE) • Hong Kong ha già stipulato 11 trattati ed è in procinto di stipulare il 12º Hong Kong nella “black list” • • • • L’Italia ha invece mantenuto la lista nera dei c.d. “paradisi fiscali”, nella quale è inclusa Hong Kong (ma non la Cina!) Ha stabilito l’inversione dell’onere probatorio Cioè, i soggetti residenti possono dedurre i costi sostenuti ad HK se forniscono la prova che: - i soggetti esteri svolgano prevalentemente un'attività commerciale effettiva; - le operazioni poste in essere rispondano ad un effettivo interesse economico ed abbiano avuto concreta attuazione (art. 110 comma 11 TUIR ) Per le controllate estere (“CFC” - Controlled Foreign Companies: artt. 167 e 168 TUIR ) vale un meccanismo analogo, ma le condizioni esimenti sono, alternativamente: - che la società non residente svolga un'effettiva attività industriale o commerciale, come sua principale attività, nello Stato nel quale ha sede - ovvero che dalle partecipazioni non consegua l'effetto di localizzare i redditi in Stati o territori in cui sono sottoposti ai regimi fiscali privilegiati Hong Kong nella “black list” Già nel 2006 contribuenti qualificati hanno lamentato la difficoltà di adempiere all’onere probatorio, e comunque l’ostacolo che questa disciplina realizza nei traffici con l’area più produttiva del pianeta (vedi l’“Audizione dei tributaristi di grandi imprese a Roma a cura della Commissione Consultiva sulla Imposizione Fiscale delle Società” del 19-10-2006). Pensiamo ai “costi”, disciplina che colpisce più direttamente le PMI: un acquirente italiano di manufatti cinesi – ma con factory appartenente a società di HK incontra serie difficoltà a chiedere al proprio fornitore i dati elementari che dimostrano l’effettività di una attività commerciale. Soprattutto, il fornitore non ha alcun dovere di fornire queste informazioni conclusioni onere probatorio eccessivo; una procedura amministrativa farraginosa e priva di garanzia giurisdizionale, ostacolano il contribuente nell’avvalersi di un diritto (violazione del principio di proporzionalità) inclusione di Hong Kong nella black list, in assenza di una conforme raccomandazione OCSE ed anzi oltre ai limiti di essa (artt. 10 e 117 Cost.: rispetto degli accordi internazionali). assunzione del principio del livello di tassazione per individuare i “paradisi fiscali”, contrariamente al criterio OCSE dello scambio di informazioni (Recommendation of the Council on Counteracting Harmful Tax Competition del 9 Aprile 1998 e Recommendation of the Council on Implementing the Proposals contained in the 1998 Report on Harmful Tax Competition del 16 Giugno 2000) conclusioni • Costringere l’impresa italiana ad ottenere informazioni sui fornitori di HK, che non sono tenute a fornirle, per evitare una presunzione di elusione, è rispettoso delle libertà garantite dal Trattato UE? Cosa penserebbe in merito la Commissione Europea? • Fra breve HK stipulerà il 12º accordo contro le doppie imposizioni, uscendo dalla lista “grigia” OCSE ed entrando in quella “bianca”. Ove l’Italia non si adeguasse, sorgerebbe un altro problema di rispetto degli artt. 10 e 117 Cost., nonché di contrasto con la funzione delle convenzioni contro le doppie imposizioni e con il principio di non discriminazione dettato dal Trattato UE, applicabile anche ai rapporti con paesi terzi all'Unione europea. • L’Italia non favorisce le proprie imprese nel cogliere le opportunità del mercato cinese ed anzi le ostacola. GRAZIE!