La regolazione dei sistemi locali Il riemergere delle economie locali • Dagli anni ‘70 riemerge l’importanza delle specificità territoriali sugli esiti industriali • Il declino di una regione può essere il risultato di fattori non strettamente industriali • Errori strategici degli attori locali possono essere tra le cause del declino economico • Il declino industriale regionale e le strategie di risposta eventualmente formulate hanno accresciuto la consapevolezza della rilevanza della dimensione territoriale locale La mobilitazione degli attori locali • Negli anni ‘70 mobilitazione degli attori locali in difesa di strutture industriali obsolete • Il tentativo di invertire i processi di declino ha dato origine a strumenti organizzativi e agenzie locali, il cui successo non è univoco, che costituiscono delle nuove esperienze organizzative I distretti industriali • Lo sviluppo dei distretti industriali ha accresciuto l’attenzione per gli aspetti territoriali delle strutture industriali. • Produzione flessibile: i vincoli alla localizzazione risultano accresciuti o diminuiti dalle trasformazioni industriali che il nuovo sistema di produzione comporta? • Due punti di vista: a)la grande impresa come decisore strategico ha interesse a rendersi il più possibile indipendente rispetto alle specificità e alle politiche locali (es. Fiat); b)la localizzazione delle attività produttive non può prescindere dalla presenza in loco degli skills e delle risorse umane e organizzative che permettono una produzione flessibilmente specializzata Identità locale (o regionale) • L’identità è caratteristica fondamentale della “regione per sé”, ovvero dotata dei meccanismi decisionali collettivi che ne fanno un attore • Identità: a) è una rappresentazione (dello stesso soggetto spesso ci sono più rappresentazioni non necessariamente condivise); b) l’identità è costituta dalla combinazione di più proprietà, non solo economiche • Il fatto che negli ultimi decenni l’identità regionale si fondi sempre più su proprietà economiche, segna il passaggio tra regionalismo “hard” e regionalismo “soft” Regionalismo soft • L’altro nei cui confronti si definisce l’idedntità regionale non è più soltanto lo stato-nazione ma assume altre due configurazioni: • a) sovranazionale, europea • b) transnazionale costituita da regioni/città di altri stati • Non si mette più in discussione l’appartenenza allo stato e la sua integrità territoriale, ma prevalgono motivazioni di carattere economico: i fini diventano negoziabili Regioni hard/soft • Hard: nelle regioni a identità forte e storicamente consolidata l’autonomai viene rivendicata e concessa indipendentemente da considerazioni economiche e nonostante la razionalità economica e amministrativa • Soft: nelle regioni “artificiali” gli elementi di carattere economico-amministrativo costituiscono parte essenziale delle motivazioni della costituzione, e in seguito l’indicatore fondamentale della loro vitalità e successo economico La logica della rete • Crescente attività estera di agenzie economiche regionali • Affermarsi, non necessariamente formalizzato e istituzionalizzato, di reti di città che usano le proprie specializzazioni per creare economie di rete e per produrre beni di club, i cui vantaggi sono riservati solo ai soci di club, ovvero ai partner della rete Il nuovo regionalismo • Siamo oggi di fronte a una situazione che comporta: la presenza di attori locali di varia natura; identità collettive e motivazioni fortemente caratterizzate in senso economico; nuovi tipi di relazioni fra attori non fisicamente contigui; un sistema di appartenenze plurime con intensità, durata, finalità variabili. • Più che alla scomparsa di confini e di unità territoriali consolidate (lo stato nazione) stiamo assistendo alla nascita di nuove entità che determinano nuove forme di appartenenza. Si tratta sia di regioni storiche che di regioni “artificiali”. Concertazione e sviluppo locale ALCUNE DEFINIZIONI • Concertazione: accordo formalizzato, cioè non soltanto implicito e tacito, su obiettivi concordati da attori i cui interessi sono tradizionalmente e/o potenzialmente diversi e/o contrastanti. Tra attori pubblici e privati e tra associazioni imprenditoriali e sindacati. • Concertazione locale: tipo sempre più diffuso di pratiche pattizie e di partenariato caratterizzato dall’individuazione di obiettivi da raggiungere o di comportamenti da tenere entro certi tempi, con certe modalità, sulla base di risorse dedicate, il tutto formalizzato in appositi pubblici documenti Governance vs Government • Nei casi di sviluppo locale che hanno avuto successo gli attori riconoscono esplicitamente o implicitamente l’esistenza di valori condivisi e di interessi comuni e la regolazione avviene attraverso forme di governance piuttosto che di government • La rete organizzativa, invece di singole organizzazioni, diventa lo strumento caratteristico dell’azione collettiva strutturata La rete organizzativa • Il carattere endogeno di questo tipo di regolazione lo rende(va) assai poco istituzionalizzato (gli attori non hanno bisogno di conformarsi a valori esterni al sistema locale per ottenere risorse,materiali e non, necessarie al suo funzionamento) • Il modello ha un elevato grado di legittimazione cognitiva (percezione e accettazione) da parte degli attori, e un basso grado di legittimazione normativa. • Negli anni ‘80 modalità di regolazione economica fondate sulla cooperazione vengono estese a contesti in cui non erano presenti (vengono quindi istituzionalizzate) La concertazione locale • È diventato il modo legittimo di regolazione dei sistemi locali • Differisce da quella nazionale o europea: a) L’ambito territoriale è locale, subnazionale b) La materia degli accordi è più ampia: non solo politiche pubbliche, ma anche singoli problemi o progetti locali (i risultati solitamente sono beni di club: trasferimento di tecnologia, formazione professionale, supporto all’innovazione c) Aumenta il numero degli attori: attori più numerosi e anche di natura diversa d) Negoziazione in senso lato: i partner concordano fin dall’inizio su una serie di richieste o progetti e l’accordo è spesso la ragione per cui si promuove il patto Esperienze di concertazione locale • Partenariato pubblico/privato e pubblico/pubblico (es. parchi tecnologici) • Relazioni industriali regionalizzate (microconcertazione) • Distretti industriali di seconda generazione (definizione anche formale) • Progetti finanziati da programmi europei (concertazione come precondizione pe il finanziamento) • Patti territoriali Concertazione e sviluppo locale • Dicotomia interno/esterno: il fatto che gli attori e le risorse impiegate nel processo siano (prevalentemente) endogene o esogene rispetto all’area considerata determina tipi potenzialmente assai diversi di sviluppo Concertazione e sviluppo locale ATTORI interni esterni interne Sviluppo endogeno Sviluppo indotto esterne Sviluppo accompagnato Sviluppo esogeno RISORSE Gli ostacoli alla concertazione locale • Verso la fine degli anni ‘90 alla crescente diffusione dei patti sociali a base territoriale si accompagna un visibile peggioramento della loro performance. • Il patto appare in alcuni casi come un modesto sostituto dell’efficace governance a base territoriale che manca • In molti paesi, soprattutto in Italia, un’elevata percentuale dei fondi allocati non è stata utilizzata • I casi di insuccesso evidenziano tre ordini di fattori ostacolanti: presenza di global players; eccesso di istituzionalizzazione; inadeguatezza delle strutture di implementazione Gli ostacoli alla concertazione locale • Global players: la presenza di decisori strategici (tipicamente grandi imprese multinazionali) che non hanno un ruolo di rilievo nelle iniziative di concertazione, per scarso e strumentale interesse per i giochi locali • Istituzionalizzazione: due tipi di comportamento degli attori locali (cinico/realistico e corrotto o collusivo); istituzionalizzazione come spostamento dei fini: l’unico fine dell’organizzazione diventa quello della sua sopravvivenza • Implementazione: non c’è serio cambiamento di strategia senza cambiamento della struttura organizzativa: il cambiamento delle strutture esistenti o la creazione di nuove sono indicatori della serietà delle strategie Rete di organzzazioni/Organizzazioni rete DEFINIZIONI • • Rete di organizzazioni: insieme di relazioni relativamente stabili, di natura non gerarchica e interdipendente, fra una serie di attori collettivi che hanno in comune interessi e/o norme rispetto ad una politica e che si impegnano in processi di scambio per perseguire interessi comuni, riconoscendo che la cooperazione costituisce il modo migliore per realizzare i loro obiettivi. NB: manca l’elemento della costituzione di un nuovo attore collettivo Rete di organzzazioni/Organizzazioni rete • Organizzazione rete: Modello stabile di transazioni cooperative tra attori individuali o collettivi che costituisce un nuovo attore collettivo • Il concetto di organizzazione dovrebbe segnare sempre un soggetto capace di azione • L’attore collettivo (l’organizzazione) permane sempre anche in caso di variazioni tra gli attori costituenti Rete di organzzazioni/Organizzazioni rete • La rete ha scopi o risultati comuni ai suoi membri • Il risultato perseguito dall’attore-rete non è in genere desiderato per sé, ma come mezzo per il raggiungimento di fini o scopi dei singoli attori componenti: significa che le organizzazioni rete hanno tendenzialmente un carattere accentuatamente strumentale, e che i comportamenti degli attori che le costituiscono hanno tendenzialmente un carattere opportunistico Rete di organzzazioni/Organizzazioni rete • Lo scambio è tendenzialmente simmetrico in quanto la rete ha carattere volontario e può essere abbandonata dai suoi componenti quando questi pensino di non ricavarne più vantaggio • Si può parlare di rete se gli attori componenti sono autonomi; l’autonomia è dovuta al possesso di risorse scambiabili perché desiderabili da altri componenti e comporta la possibilità di perseguire scopi distinti da quegli degli altri componenti e della rete stessa • Parlare di autonomia implica che i nodi della rete siano attori , cioè capaci di azioni intenzionali Rete di organzzazioni/Organizzazioni rete • Se i nodi di una rete sono attori, essi sono per definizione consapevoli della propria identità e della propria appartenenza a un’entità che è la rete (es. abitanti di un distretto industriale) • La rete (distretto) diventa un attore collettivo solo se subentra il requisito del meccanismo decisionale collettivo che permette a qualcuno di agire a nome del distretto (es. personalità giuridica, consorzio) Gli attori-nodi Diversi tipi di rete possono essere l’esito di transazioni stabili tra diversi tipoi di attori: a) Attori individuali b) Attori collettivi semplici o omogenei c) Attori collettivi composti o eterogenei Il controllo d la regolazioni di attori e di reti eterogenee esigono meccanismi di governance e possono dar luogo a un nuovo attore colletivo la cui azione coinvolge gli attori preesistenti. L’azione viene concretamente esercitata da una nuova struttura organizzativa o da uno dei nodi presistenti La cooperazione nella rete • È possibile essere contemporaneamente legati in maniera forte a certe reti, in maniera debole ad altre • Un’organizzazione può funzionare efficacemente come attore unitario pur non costituendo per i suoi membri-nodi appartenenza unica e neppure privilegiata: la rete ha spesso per i membri carattere strumentale La cooperazione nella rete Una rete che costituisce per i membri appartenenza soggettivamente secondaria può avere successo se: a) Le motivazioni e gli scopi hanno carattere economico e sono quindi negoziabili b) Vengono utilizzati meccanismi di “learning by monitoring” c) Non è previsto il diritto di veto ma sono consentite forme di “exit” provvisorio e reversibile La cooperazione nella rete • L’organizzazione rete è un meccanismo di coordinamento che per definizione implica cooperazione “intrinseca o regolata”: lavorare insieme sviluppando piani e azioni che consentono ai membri dell’organizzazione di decidere insieme. • La cooperazione tra competitori (pubblici e/o privati) è tanto più probabile quanto più la rete è in grado di fornire beni di club (un bene dal cui godimenti gli estranei possono essere esclusi La cooperazione nella rete • Una rete intesa come club è in grado di fornire risorse la cui produzione sarebbe più costosa per i singoli membri ( i prodotti della concertazione locale sono tipici beni di club: es. formazione professionale) • Una rete è in grado di valorizzare (pubblicizzare, commercializzare) risorse dei membri meglio di quanto essi farebbero da soli (es. consorzi produttori di merci DOC) • La scarsità di certe risorse è spesso una motivazione fondamentale della costituzione di reti, per questo l’ingresso in una rete è spesso utile per attori relativamente deboli Evoluzione delle organizzazioni rete • L’organizzazione rete può nascere: a) Per disaggregazione di un’organizzazione precedentemente unitaria quando i nuovi attori mantengono relazioni stabili in presenza di uno scopo comune b) Per aggregazione di attori che rimangono autonomi ma che avendo uno scopo comune trasformano relazioni occasionali in stabili Evoluzione delle organizzazioni rete Dopo periodi di esistenza la rete può: a) Permanere in presenza di soddisfacente raggiungimento degli scopi b) Sciogliersi per mancato raggiungimento degli scopi c) Riaggregarsi in attore unitario che conserva tracce del passato reticolare