08378_Avvenimenti_10.qxp:Document 2 Firenze e San Marino sempre più vicine nel nome del Belluzzi 4 8-02-2008 17:40 Pagina 1 Un progetto didattico per sviluppare il rapportotra uomo, cavallo e natura 6 Cinquant’anni di attività per l’Associazione Volontari Sammarinesi del Sangue 7 “Stelle a confronto”, Celti, Etruschi, Italici e la volta celeste Quella che si avvicina a piccoli ma inesorabili avvicendamenti di calendario sarà un’estate stellare. Un’estate all’insegna degli astri e dei cieli d’altri tempi, così come li percepivano intimamente e li rappresentavano artisticamente antiche ed evolute popolazioni europee. “Stelle a confronto - Etruschi, Celti, Italici e la volta celeste”, in programma dal 9 giugno al 24 agosto, si annuncia già dai reperti in esposizione come una delle più importanti rassegne mai organizzate in Europa sul tema. Promossa in sinergia dalla Fondazione San Marino, dalla SUMS e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Viterbo, la mostra sarà infatti impreziosita dalla presenza delle straordinarie e affascinanti guarnizioni bronzee delle celeberrima “Brocca di Brno”, autentico tesoro dell’arte celtica, esposte finora solo tre volte (a Venezia nel 1991, a Varese nel 2004 e a Bruxelles nel 2006) e concesse nei loro esemplari originali per l’ultima volta, stante la loro estrema fragilità, dalle autorità del Moravske Muzeum di Brno per fini espositivi e di divulgazione pubblica “fuori sede”. Non saranno tuttavia solo le rappresentazioni più complete mai rinvenute della conoscenza astronomica e della sapienza scientifica dell’elite intellettuale dei Celti, i druidi, i protagonisti di “Stelle a confronto”. La mostra, difatti, si propone di indagare attraverso opere emblematiche, il rapporto intessuto da tre diverse civiltà con il cielo, le costellazioni e i significati trascendentali attribuiti all’antica cosmogonia: i Celti del III secolo A.C., appunto, gli Etruschi del II secolo A.C. e le genti italiche del VI secolo A.C. continua a pagina 2 Concorso artistico contro la violenza nei confronti delle donne 8 Firenze e San Marino più vicine nel nome del Belluzzi Le opere e le imprese di Giovan Battista Belluzzi, architetto militare insigne e avveduto ambasciatore dell’autonomia sammarinese nell’Italia del Cinquecento, rivivono oggi in tutto il loro splendore nell’intenso rapporto di amicizia e di alleanza culturale che nel suo nome si è di recente instaurato tra l’antica Terra della Libertà e la città dominata dalla maestosa cupola del Brunelleschi. Proprio a Firenze infatti il Belluzzi operò, al servizio del duca Cosimo I de’ Medici, dal 1543 fino alla morte, avvenuta tragicamente in battaglia nel 1554 nell’assedio alla fortezza de L’Aiuola nella guerra contro Siena. E proprio Firenze ha voluto rendere omaggio nei giorni scorsi alla memoria e all’ingegno del massimo teorico delle fortificazioni rinascimentali di terra, ricambiando con una cordiale e calorosa accoglienza gli onori che la comunità sammarinese aveva tributato alla professoressa Daniela Lamberini e ad altri illustri esponenti del mondo accademico toscano l’11 novembre 2007, in occasione della presentazione ufficiale della monumentale opera “Il Sanmarino. continua a pagina 4 08378_Avvenimenti_10.qxp:Document 2 8-02-2008 17:40 Pagina 2 FONDAZIONE SAN MARINO LA MOSTRA “Stelle a confronto”, come gli antichi europei percepivano l’infinito dalla prima In collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Viterbo, la Fondazione San Marino e la SUMS organizzano una mostra di assoluto valore internazionale sul rapporto tra Celti, Etruschi, Italici e l’ordine astrale. Dal 9 giugno al 24 agosto al Museo di Stato Tre sono infatti, spiega Dario Bertuzzi, fotografo e coordinatore dell’esposizione, che sarà allestita al Museo di Stato, “le sezioni in cui si articola la mostra, ‘La divinazione etrusca’, ‘La dottrina dei druidi e il calendario dei Celti’ e ‘Il bestiario zodiacale nell’arte delle situle’. Nella prima, curata da Luigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, troveranno posto alcune statuette di aruspici provenienti dal Museo Villa Giulia di Roma, nonché il celebre “Fegato di Piacenza”, custodito a Palazzo Farnese, nel Museo Civico della città emiliana. Si tratta di un reperto di rilevanza eccezionale per lo studio dell’arte divinatoria etrusca. Il manuquesti recipienti istoriati, unitamente ai sogfatto, in bronzo, rappresenta infatti un mogetti, che anche nelle versioni a carattere dello di fegato di pecora utilizzato dagli arunon antropomorfo finora non decrittate spici per interpretare e attualizzare i segni sembrano riecheggiare costellazioni importraibili dall’organo di un animale sacrificato. tanti, fa pensare a culti e credenze riferibili a Una sorta di ‘prontuario divinatorio’, quindi, significati astrali assimilabili in qualche miindispensabile per predire gli accadimenti fusura all’odierna astrologia. turi. Anche se il ‘Fegato di Piacenza’ è fatto riLa terza sezione, il fiore all’occhiello della salire dagli studiosi al II secolo A.C., i principi rassegna, sarà dedicata alla concezione celtidivinatori a cui esso si ispira, e che mettono ca della vita così coin diretta correlame ricavata dai druidi zione la divisione dalla processione del immaginaria del cietempo rapportata lo in sedici regioni all’ordine intangibile abitate dagli dei con che regna nello spazio le particolarità fisiosiderale. logiche osservate Testimone d’eccesull’organo dell’ovizione di questa no, sono molto più profonda e sacrale antichi, probabilmente dell’VIII-VII Il“Fegato di Piacenza”,Museo Civico di Piacenza concezione dell’esistenza, basata sull’alsecolo avanti Criternanza di concetti opposti ma indissolubili sto”. Come tali, pertanto, rimandano ad antie complementari (ad esempio il dio Lugh, il chissime concezioni, verosimilmente di deri“Luminoso”, che nella mitologia irlandese si vazione orientale, attraverso le quali l’umacontrappone a Donn, il “Tenebroso”), come nità ha cercato per secoli di decifrare daldetto, le decorazioni bronzee della “Brocca l’osservazione delle stelle, simboli di un ordi Brno”, per l’ultima volta esposte in pubblidine universale immutabile, i segni di un’inco. Sette le vetrine che saranno allestite a San fluenza oscura e determinante, ma tuttavia Marino sotto l’alta direzione di Venceslas palpabile e interpretabile, della vita cosmica Kruta, uno dei massimi conoscitori mondiali sugli avvenimenti terrestri e sul destino stesdella storia dei Celti. Archeologo, docente di so dell’Uomo. Questo enorme sforzo conoProtostoria Europea all’Ecole Practique des scitivo è ben compendiato nella seconda seHautes Etudes della Sorbona e presidente del zione della mostra, sempre curata da MalnaCentro di Studi Celtici di Parigi, Kruta è l’auti, in cui, spiega Bertuzzi, “saranno esposti ‘Il tore della stupefacente e affascinante spiegacoperchio di situla di Grandate’, concesso zione paleoastronomica dei misteri che si andal Museo di Como, e ‘L’olla a corpo panciunidano nell’apparente indistricabile ed enigto’, proveniente dal Museo Archeologico di matico reticolo di mostri, draghi e figure bizPadova”. Le situle, infatti, sono particolari tizarre che contorna la brocca lignea (cfr. ripi di vasi ad uso rituale, diffusi nell’Italia setquadro a destra). Ad integrare l’assoluto vatentrionale, che recano decorazioni mitololore scientifico e la funzione conoscitiva delgiche ma anche raffigurazioni di animali anl’esposizione - che avrà una sicura replica cora oggi presenti nella corrente nomencla2 tura zodiacale, come Toro, Pesci, Leone, nella sede della Fondazione CARIVIT di Viterbo -, provvederanno le preziose consulenze Ariete. L’uso prettamente cerimoniale di I segreti della brocca di Brno Le guarnizioni di bronzo di una brocca lignea da cerimonia, rinvenute casualmente nel 1941 nella necropoli celtica di Brno-Malomerice, in Moravia, sono tra le opere più emblematiche di tutta la produzione artistica celtica giunta fino ai nostri giorni. In particolare, per molti anni è rimasto del tutto inspiegato e indecifrabile il significato attribuibile al fitto reticolato traforato di mostri che ornavano in origine i due lati della pancia della brocca. Il professor Venceslas Kruta, autentica celebrità in fatto di cultura celtica, è riuscito invece a svelare i segreti della brocca grazie a un’incredibile operazione di paleoastronomia condotta insieme all’astrofisica Silvia Cernuti. I due reticolati, infatti, altro non sono se non la rappresentazione dell’alternarsi delle due stagioni del calendario celtico, quella estiva e quella invernale. Secondo la ricostruzione dei due studiosi, l’ingresso delle due stagioni, corrispondente alle feste di Belteine e Samain, è fissato nelle guarnizioni attraverso gli occhi degli esseri mostruosi che la compongono. Agli occhi corrispondono infatti altrettante stelle delle costellazioni del Cigno, dell’Aquila e della Lira, nella parte che riproduce la “costellazione estiva”, e del Toro e di Orione in quella relativa alla “costellazione invernale”. In pratica, si tratta della trasposizione dei segmenti di cielo visibili a Brno, rispettivamente il 14 giugno e il 21 novembre del 280 A.C.. Le due appliques più piccole, invece, si riferirebbero ai solstizi. Una tesi affascinante, fondata e accreditata, che conferma la straordinaria sapienza scientifica raggiunta dai druidi e la profonda sacralità della dottrina da questi posseduta, fondata sull’alternanza regolare di principi opposti ma indissolubili e complementari, come il susseguirsi del giorno e della notte, delle quindicine lunari buia e chiara e, appunto, delle due stagioni dell’anno. di Anna Maria Moretti, direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Soprintendente Archeologico dell’Etruria Meridionale e dello storico Romualdo Luzi, presidente delle Biblioteche della città di Viterbo, nonché apposite postazioni interattive allestite a cura del Politecnico di Milano. Il progetto delle teche, illuminate dalla ILTI di Torino, è dell’architetto Massimo Bottini. 08378_Avvenimenti_10.qxp:Document 2 8-02-2008 17:40 Pagina 3 febbraio 2008 n.1 L’APPUNTAMENTO “I Pionieri - Banche, Banchieri e… a San Marino 1874-1905”, un volume di Menetto E. Bonelli “In occasione del 125° anniversario della fondazione, la Cassa di Risparmio ha scelto di svelare se stessa, di mettere a nudo gli anni cruciali della propria nascita e del proprio sviluppo, con l’auspicio che questa pubblicazione possa aprire un’ulteriore prospettiva di studio e gettare una nuova luce su di un’epoca che per la nostra Repubblica costituisce indubbiamente l’inizio della modernità”. Sono le parole di chiusura della presentazione del Presidente Gilberto Ghiotti al volume “I PIONIERI - Banche, Banchieri e… a San Marino 1874 1905. La Cassa di Risparmio Sammarinese dalla prima idea alla prima fondazione”, dell’avvocato Menetto E. Bonelli. E’ il risultato di uno straordinario lavoro di due anni di analisi, trascrizione, interpretazione critica, annotazione dei singoli documenti, degli statuti, dei verbali dei consigli di amministrazione, degli elenchi degli azionisti, dei rendiconti dello stato patrimoniale della Cassa di Risparmio. Ma sono presenti anche i documenti che riguardano la fondazione della Società dell’Unione e della Società Unione Mutuo Soccorso all’interno della quale nasce, come dire, l’idea di una banca a San Marino. Il volume è fornito anche di una densissima e avvincente prefazione dell’avvocato Bonelli e di un’appendice sulla vicenda dolorosa della Banca Popolare Sammarinese. “Da questi documenti salta fuori - commenta Menetto E. Bonelli - che a San Marino vi era un gruppetto di giovani, formati nelle università italiane, che portano idee e fermenti nuovi in un ambiente chiuso. Tanto per citarne qualcuno, Palagi, Emilio Belluzzi, reduce dalle ultime battaglie garibaldine, Marino Balsimelli è un altro, uno dei più vecchi era mio nonno Menetto Bonelli: è tra quelli che redigono i primi statuti sia della Cassa di Risparmio che della Banca Popolare di Borgo. Sono sempre le stesse teste che si muovono. E non è un caso che la prima iniziativa sia la Mutuo Soccorso. Mentre fuori San Marino le mutuo soccorso nascono dal basso per combattere l’usura e le casse di risparmio nascono a loro volta dalle società di mutuo soccorso che sono società di operai, qui è l’oligarchia che costruisce gli strumenti per la classe operaia. La forza motrice è una sola: quella di creare a San Marino un sistema di previdenza”. “Non è un caso che lo statuto della Cassa di Risparmio - sottolinea l’autore del volume - sia costruito su una norma fondamentale. La Cassa nasce infatti come una società per azioni con un preciso impegno di tutti gli azionisti: nel momento in cui il patrimonio raggiungerà le 50.000 lire la società per azioni si scioglierà. Verrà rimborsata l’azione per far nascere, e nascerà nel 1905, la Cassa di Risparmio senza gli azionisti. Di fatto la Cassa di Risparmio diviene una fondazione”. “Ma - sottolinea ancora Bonelli - l’altra domanda decisiva è questa: perché nascono questi due istituti e hanno entrambi l’obbligo di devolvere una parte degli utili al Fondo pensioni della Mutuo Soccorso? Perché la vera preoccupazione era quella di creare uno strumento valido per la società di allora. Non bisogna dimenticare che San Marino aveva 9.000 abitanti, la speranza di vita era piuttosto bassa. E quindi andando in pensione a 65 anni, voleva dire avere 200, 300 pensionati, non di più. Il Fondo si poteva quindi costituire e avere una certa robustezza”. “La previdenza contro gli infortuni e le malattie riservata ai soli operai, uomini e donne, ha funzionato. Il Fondo era attivo e funzionava così: tutte le settimane un incaricato andava a ritirare il contributo anche dagli operai per finanziarlo. Questa gente aveva a casa un librettino con un buco e un cordellino che stava attaccato a un chiodo vicino alla porta di casa. L’esattore arrivava, prendeva i soldi e poi segnava il libretto. Gli operai consegnavano tutte le settimane 0,25 centesimi. C’erano due giorni di franchigia e poi veniva rimborsato l’80% della paga”. “L’altra cosa da sottolineare è questa: la banca nasce non perché ci fosse del risparmio da raccogliere. A San Marino vigeva fondamentalmente una economia del baratto. La Mutuo Soccorso quando si ritrova tre, quattromila lire, che erano soldoni allora, non sa dove metterli. Li deve far rendere. Si accorge che dandoli alle banche italiane danno un certo rendimento ma se li gestisse in proprio, prestandoli, guadagnerebbe di più, Tant’è che compra le cambiali della gente a San Marino per ricavarne degli utili”. “Quando la Mutuo Soccorso – continua ancora Menetto Bonelli nel suo avvincente racconto - inventa la Cassa di Risparmio, l’organo pubblico dice no, voi non fate la banca da soli. Costituite una società per azioni, di cui voi diventate partecipanti al 15%. Le altre azioni vengono vendute, messe sul mercato”. “Nel 1884 diventa azionista anche una donna. Qualche anno dopo un’altra donna, in un sistema in cui le donne non contavano niente. Non avevano nemmeno titolo per disporre dei propri beni se non ricorrendo al magistrato. Eppure possono comprare le azioni e possono votare nelle assemblee della Cassa. Ma non andranno mai a votare: rilasceranno una delega ai mariti di rappresentarle”. “Insomma, quello che mi ha entusiasmato e sorpreso nella lettura di questi documenti sono questi giovani che sono gli iniziatori dello stravolgimento di un sistema. Portano delle novità, trovano dei vecchi che fanno resistenza, ma anche dei vecchi che li aiutano come l’allora Segretario di Stato alle Finanze e agli Affari Esteri Domenico Fattori”. “Ma il vero gigante è Federico Gozi. Un uomo straordinario, il vero padrone della Repubblica; avendo in mano la banca controlla l’economia del Paese. E’ lui quello che persegue il vero fine: quello di arrivare al fondo pensioni. E’ lui quello che vuole trasformare la Cassa da società per azioni e farla diventare una fondazione”. 3 08378_Avvenimenti_10.qxp:Document 2 8-02-2008 17:40 Pagina 4 FONDAZIONE SAN MARINO IL FOCUS Firenze e San Marino sempre più vicine nel nome del Belluzzi dalla prima Giovan Battista Belluzzi, architetto militare e trattatista del Cinquecento”, curata dalla docente universitaria fiorentina e finanziata dalla Fondazione San Marino nell’ambito delle iniziative indette per il cinquecentenario della nascita dell’architetto-soldato. Ed è così che, sotto l’egida ideale del sammarinese forse più illustre di tutti i tempi, una ristretta delegazione della Fondazione, guidata dal Consigliere Leo Marino Morganti, ha avuto l’onore e il privilegio di essere ammessa il 31 gennaio scorso a una straordinaria visita a Palazzo Vecchio, all’interno di una speciale giornata celebrativa interamente dedicata all’approfondimento della figura del Belluzzi e della sua opera di sommo interprete del modello difensivo definito dagli studiosi “fronte bastionato all’italiana”. Accolti da Dario Nardella, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Firenze e accompagnati da Claudio Mastrodicasa, architetto della Fabbrica di Palazzo Vecchio, l’ufficio che dal 1444 si occupa di qualsiasi trasformazione della residenza medicea, gli ospiti sammarinesi si sono incamminati in un emozionante percorso all’interno delle sale abitualmente interdette al pubblico perché occupate dagli uffici delle più alte cariche comunali o rigorosamente riservate a cerimonie e ricevimenti straordinari. Particolarmente significativo l’incontro con Nardella - avvenuto nella splendida Sala Lorenzo il Magnifico -, che ha portato i saluti del Sindaco Leonardo Domenici e ha sottolineato l’indissolubile legame che unisce Palazzo Vecchio, destinato a divenire dal 2011 Museo Civico, al Sanmarino, fedele servitore della dinastia medicea e presente materialmente negli incomparabili dipinti custoditi nel Palazzo, dipinti tutti da Giorgio Vasari e dai suoi aiutanti tra il 1556 e il 1559. Dalla Sala in cui l’Aretino celebra la magnificenza e il mecenatismo di Lorenzo, raffigurato ora circondato dagli ambasciatori delle più grandi nazioni del mondo, ora in visita ai più potenti reami d’Italia, ora attorniato dagli artisti, dai letterati e dai filosofi della sua corte come Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e il Poliziano, alla Sala intitolata a Cosimo il Vecchio, anch’egli ritratto insieme ai più celebrati ingegni dell’epoca come il Brunelleschi, fino 4 alla Sala Cosimo I. Qui, a sormontare idealmente i simboli della dinastia medicea, la tartaruga e il capricorno, riprodotti nel pavimento, l’affresco in cui il duca si erge fiero e solenne, circondato dagli artisti e dagli architetti più noti della Firenze di metà Cinquecento. Spiccano Benvenuto Cellini, lo stesso Vasari, Baccio Bandinelli, Bartolomeo Ammannati, Nicolò Tribolo e, di profilo, Giovan Battista Belluzzi, il cui vero volto è stato disvelato nel tondo vasariano da Daniela Lamberini dopo anni di ipotesi e appassionate ricerche. La visita si è poi snodata attraverso la Sala Giovanni dalle Bande Nere, dominata dal ritratto di Caterina Sforza, madre del condottiero, e nelle Sale dedicate ai due Pontefici della dinastia, Leone X e Clemente VII. Nella prima campeggiano Caterina de’ Medici, regina di Francia, e la presa della Rocca di San Leo da parte delle truppe pontificie. Nella seconda, la rappresentazione dell’estenuante assedio di Firenze da parte dell’esercito im- 08378_Avvenimenti_10.qxp:Document 2 8-02-2008 17:40 Pagina 5 febbraio 2008 n.1 IL FOCUS Un momento della presentazione dell’opera di Daniela Lamberini, “Il Sanmarino. Giovan Battista Belluzzi, architetto militare e trattatista del Cinquecento”, svoltasi il 31 gennaio presso l’Archivio di Stato di Firenze. Al centro, il Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione e Cultura, Francesca Michelotti, mentre pronuncia il suo messaggio di saluto . periale di Carlo V, nel 1530. Infine, a conclusione dell’itinerario, una puntata allo sterminato Salone dei Cinquecento con la dotta ricostruzione della sua genesi fatta dall’architetto Mastrodicasa, e una rapida e indimenticabile escursione nel “Tesoretto”, lo studio privato di Cosimo I. Un sorta di bugigattolo rettangolare, oscuro e austero, impreziosito da una ricca collezione di quadri che gravano alle pareti in doppia fila, in cui lo schivo duca riceveva e liquidava rapidamente dopo interminabili attese i suoi interlocutori, per tornare in fretta ai suoi studi di scienze naturali e alchimia. Per tutta la durata del percorso la rappresentanza della Fondazione San Marino è stata accompagnata dal Sindaco di San Casciano, Ornella Signorini, intervenuta di persona per testimoniare l’alto valore scientifico dell’opera della studiosa fiorentina. Grazie alla pubblicazione degli autografi delle piante delle mura fortificate a cui il Sanmarino lavorò, ha rimarcato il primo cittadino del Comune sito in Val di Pesa, è stato infatti possibile “attingere preziosissime e finora sconosciute informazioni sulle origini e la natura della cinta muraria della nostra cittadina”. Nel pomeriggio, ancora di scena il Bel- luzzi, stavolta all’Archivio di Stato. In una sala affollatissima, arricchita da una cospicua partecipazione di cittadini sammarinesi della comunità fiorentina e di studenti e docenti della Facoltà di Architettura, replica in grande stile della presentazione dei due preziosi volumi redatti da Daniela Lamberini. Relatori, Ferruccio Martelli, Responsabile degli archivi medicei dell’Archivio di Stato, Alessandro Cecchi, Direttore del Dipartimento di pittura medioevale-primo rinascimentale della Presentazione fiorentina in grande stile per lo studio di Daniela Lamberini sul Sanmarino. Concessa dal Comune a una delegazione della Fondazione San Marino una straordinaria visita nelle Sale di Palazzo Vecchio interdette al pubblico Galleria degli Uffici, il Direttore della Biblioteca Leopardiana di Vinci, Romano Nanni e l’architetto Leo Marino Morganti. Da tutti gli intervenuti, coordinati dalla Direttrice del prestigioso istituto archivistico fiorentino, Rosalia Manno, sono giunti apprezzamenti assai lusinghieri per il valore scientifico dello studio. Su tutti Nanni, che ha elogiato l’elegante stile narrativo adottato dall’autrice e l’alta efficacia divulgativa dell’opera, che porta “importanti e innovativi contributi alla conoscenza della storia degli intellettuali medicei del Cinquecento”. Grande soddisfazione è stata espressa dal Segretario di Stato all’Istruzione e alla Cultura, Francesca Michelotti, giunta appositamente a Firenze per portare il suo messaggio di saluto al convegno, e dal Consigliere Morganti, che ha auspicato l’avvento di una collaborazione sempre più stretta tra la Repubblica e le istituzioni culturali di Firenze, anche in funzione di un rilancio internazionale di San Marino che comporti un riconoscimento esplicito della sua storia, della sua statualità, della sua millenaria tradizione. Un percorso virtuoso dunque, che qualora si avverasse vedrebbe la Fondazione San Marino sicuramente im- 5 pegnata in prima fila. 08378_Avvenimenti_10.qxp:Document 2 8-02-2008 17:40 Pagina 6 FONDAZIONE SAN MARINO IL PROGETTO Un progetto didattico per sviluppare il rapporto tra uomo, cavallo e natura Bambini al Centro Ippico Federale di Pennarossa 6 “Come ogni Federazione sportiva anche la nostra ha compiti fondamentali che vanno oltre l’aspetto prettamente agonistico: in questa iniziativa lo sviluppo della relazione tra uomo e cavallo è il mezzo con il quale si cerca di educare culturalmente i ragazzi verso una ritrovata simbiosi con la natura”. Sono le parole del Vice-presidente della Federazione Ippica Sammarinese, Giancarlo Bollini, a commento del Progetto Didattico rivolto agli alunni della Scuola elementare e della Scuola media inferiore, che ha avuto il sostegno della Fondazione San Marino - Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino - Sums. Il Progetto si muove su piani diversi: tende, da un lato, a sviluppare nei giovani la migliore conoscenza possibile del corpo e dell’individualità attraverso il gioco, il movimento ed il contatto fisico con il cavallo, nonché ad educare a un rapporto con l’animale fondato sugli aspetti relazionali e su un approccio non antropocentrico ma consapevole, sereno e collaborativo, e a trasmettere le conoscenze tecniche specifiche dell’equitazione di base, dall’altro, a stimolare la scoperta e la conoscenza dell’ambiente naturale. L’obiettivo è quello di organizzare un’esperienza, attraverso la sperimentazione e la risoluzione di nuove situazioni, che incentivi la formazione di un processo in grado di fornire ai ragazzi strumenti per migliorare la comunicazione del corpo e al contempo contribuisca allo sviluppo del carattere e della personalità. Strategico in questo ambito sarà il costante rapporto dei ragazzi con l’ambiente per l’accrescimento della percezione e dell’integrazione con la natura, con un particolare riferimento agli insetti, vissuti spesso con fastidio e addirittura fonti di fobie. Come spesso accade anche per i meravigliosi monu- menti che ogni giorno sono lì accanto a noi, anche i piccoli animali o gli insetti che in qualche modo frequentiamo ogni giorno, sono in qualche modo perfetti sconosciuti. Il progetto vuole invece ricostruire una rinnovata relazione con la natura, trasformando la diffidenza in confidenza. Più conoscenza e quindi più rispetto, seppure all’interno di una necessaria prudenza. L’iniziativa, divisa in tre unità didattiche, coinvolge 31 classi delle Scuole elementari e 20 classi della Scuola media, per un totale di 756 alunni che parteciperanno a 230 ore di lezione. Le lezioni si svolgeranno presso il Centro Ippico Federale di Pennarossa. Saranno presenti due tecnici federali, esperti del Centro Naturalistico Sammarinese e un esperto in etologia equestre. Saranno utilizzati cavalli e pony di media e piccola taglia adeguati all’età dei partecipanti e alle caratteristiche psicofisiche degli alunni. Ogni gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi che si alterneranno ogni trenta minuti nelle aree didattiche previste: monta a cavallo; area naturalistica; area motoria e/o etologia equestre. “La nostra esperienza ci insegna – sottolinea il Vice-presidente della Federazione Ippica Sammarinese - che il contatto con gli animali modifica il comportamento dei ragazzi e li conduce verso una forma di autodisciplina in virtù della sintonia che si crea tra uomo e cavallo. Insomma, si sviluppa una presa di coscienza di se stessi completamente diversa. D’altronde, quanto può essere utile il rapporto con il cavallo lo abbiamo verificato anche nel caso di bambini ipercinetici. Anzi, debbo segnalare che la Federazione ha già in cantiere un progetto di ippoterapia dedicato proprio ai portatori di handicap e ai bambini con grave carenze motorie”. 08378_Avvenimenti_10.qxp:Document 2 8-02-2008 17:40 Pagina 7 febbraio 2008 n.1 L’INTERVENTO Cinquant’anni di attività per l’Associazione Volontari Sammarinesi del Sangue Già negli Anni ’40 e ’50 erano presenti a San Marino “donatori occasionali” pronti a soddisfare le richieste che provenivano dall’Ospedale. Ma bisognò attendere la fine del secondo decennio perché si creassero le condizioni giuste per procedere all’organizzazione di un’associazione di donatori di sangue. La prima riunione si svolse il 18 febbraio 1958. Il 22 dicembre del 1959 il Consiglio dei XII riconobbe quella che sarebbe divenuta l’AVSS (Associazione Volontari Sammarinesi del Sangue), la cui personalità giuridica fu sancita dal Consiglio Grande e Generale nel 1960. Nello stesso anno si tenne la prima assemblea generale. Da allora, si sono succeduti alla presidenza Pietro Emiliani, Leo Marino Dominici, Giuseppe Rossi, Giampaolo Rolli, Paolo Mancini e Renzo Ghiotti, attualmente in carica. In bilancio, 3.000 iscritti e 1.000 donazioni all’anno, una cifra molto superiore al reale fabbisogno dell’Ospedale di Stato. Grazie al costante lavoro portato avanti nei decenni, prima per realizzare un Centro Trasfusionale, poi per la plasmaferesi e, di pari passo, per incentivare la collaborazione con i Centri Trasfusionali di Urbino e di Ancona, oggi San Marino ha la completa autonomia anche per quanto riguarda gli emoderivati. Per celebrare questo lungo percorso, condotto con un occhio agli scopi umanitari e un occhio tutto dedicato alle nuove scoperte scientifiche e soprattutto alla sicurezza della donazione, l’AVSS coglie l’occasione del cinquantesimo anniversario dalla fondazione. Una scadenza dilatata in tre anni, tanti quanti ne furono necessari per arrivare alla costituzione e all’operatività, che si sostanzierà di un nutrito programma. Grazie al contributo della Fondazione San Marino, numerose sono le iniziative messe in calendario dagli organismi direttivi dell’AVSS, innanzitutto per commemorare degnamente la statura morale e professionale di alcune figure che hanno segnato la storia dell’associazione e che sono rimasti nel cuore e nel ricordo di tutti i sammarinesi. A questo scopo, si è pensato ad un libro, affidato ad un’appassionata ricercatrice storica qual è Maria Antonietta Bonelli, la quale ripercorrerà nell’opera non solo tutti i passaggi salienti della vita dell’associazione, ma riporterà anche alla luce i tratti umani, oltre che professionali, dei soci fondatori ed eccezionali animatori dello sviluppo dell’AVSS. Altro obiettivo importantissimo è quello di modernizzare, oltre che sollecitare, il rapporto con gli associati, investendo in un progetto di comunicazione verticale che consenta di dialogare in tempo reale con iscritti e donatori. Si comincia dal sito internet dell’associazione che, con opportuni software, consentirà lo scambio di informazioni, richieste, notizie, ma anche di commenti, osservazioni e soprattutto includerà la diffusione di note di educazione sanitaria nel campo della donazione del sangue. Anche la classica chiamata telefonica al donatore per la convocazione, sarà sostituita dal più semplice, immediato e meno costoso SMS. Ma il progetto più ambizioso e carico di valenze umanitarie riguarda indubbiamente la possibilità di estendere l’attività dell’AVSS alla donazione di organi. Un traguardo non semplice, che passa L’AVSS prepara il calendario delle celebrazioni ricordando i grandi personaggi che la fondarono e pensando a nuovi traguardi nel segno della scienza e dei valori umani attraverso opportune modifiche statutarie, ma soprattutto attraverso la sensibilizzazione degli organismi istituzionali affinché si legiferi in materia. Infatti, lasciando da parte le tecniche di trapianto, che sono prerogativa di istituti specializzati, San Marino ha le tecnologie e le professionalità per eseguire gli espianti. Non si può farlo solo perché mancano le norme adeguate. Ecco perché partirà dall’AVSS un’iniziativa finalizzata a colmare questa lacuna. Una nuova mission per celebrare degnamente il cinquantesimo della fondazione, con lo stesso spirito e con la stessa voglia di fare che fu propria dei suoi fondatori. 7 08378_Avvenimenti_10.qxp:Document 2 8-02-2008 17:40 Pagina 8 FONDAZIONE SAN MARINO IN BREVE Concorso artistico contro la violenza nei confronti delle donne Monosci da discesa per i disabili La Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e la S.U.M.S. maschile e femminile, con il contributo della Fondazione San Marino, hanno organizzato un concorso per la realizzazione di un’opera a carattere figurativo nell’ambito delle iniziative a sostegno della campagna paneuropea lanciata per prevenire e combattere la violenza contro le donne, compresa la violenza domestica. Il concorso è rivolto ai giovani sammarinesi o residenti in territorio sammarinese di età compresa tra i 14 ei 20 anni ed è finalizzato a sensibilizzare i giovani cittadini sulla necessità di fermare la violenza degli uomini nei confronti delle donne ed in particolare la violenza che si concreta all’interno della famiglia. Nel ricordo sempre vivo del figlio Michele il ragionere Guido Zafferani ha donato, tramite la Fondazione San Marino, all’Associazione Attiva-Mente (Associazione Culturale e Sportiva Disabili Fisici ) due monosci da discesa, grazie ai quali le persone diversamente abili avranno la possibilità di accedere alle piste da sci per svolgere attività sportiva. Il manifesto della Campagna Paneuropea per prevenire e combattere la violenza contro le donne L’Associazione Crna Gora, che ha l’obiettivo di favorire lo scambio artistico e culturale tra San Marino e Montenegro ha organizzato, in collaborazione con l’Associazione Artisti Sammarinesi, un gemellaggio artistico: l’artista sammarinese Thea Tini esporrà le sue opere nelle sale del Museo di Arte Moderna della città di Pod- Direttore: Gianni Di Pasquale Redazione: Saverio Mercadante Editore: Fondazione San Marino Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino - S.U.M.S Via Belluzzi, 1 - 47890 San Marino tel. 0549 872 572 www.fondazionesanmarino.sm [email protected] 8 Comitato Editoriale: Giovanni Galassi - Gilberto Ghiotti Marino Rossi - Maria Chiara Reggini Gemellaggio culturale tra San Marino e Montenegro gorica nel periodo che va dal 15 marzo al 15 aprile. Gli artisti montenegrini Natasha Durovic e Nenad Soskic esporranno le loro opere a San Marino in data ancora da definire. L’iniziativa ha avuto il patrocinio delle Segreterie di Stato per gli Affari Esteri e della Cultura e il contributo della Fondazione San Marino. Tipografia: Studiostampa s.a. - R.S.M. Progetto grafico: Studio AG - R.S.M. Fotografie: Filippo Pruccoli Abbonamento Postale: Spedizione in abbonamento postale Tabella E (tassa riscossa) - Autorizzazione N. 795 del 7.07.2006 della Direzione Generale PP.TT. della Repubblica di San Marino