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Firenze e San Marino
sempre più vicine
nel nome
del Belluzzi
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Un progetto didattico
per sviluppare
il rapportotra uomo,
cavallo e natura
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Cinquant’anni di attività
per l’Associazione
Volontari Sammarinesi
del Sangue
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“Stelle a confronto”, Celti, Etruschi,
Italici e la volta celeste
Quella che si avvicina a piccoli ma inesorabili
avvicendamenti di calendario sarà un’estate stellare. Un’estate all’insegna degli astri e dei cieli d’altri
tempi, così come li percepivano intimamente e li
rappresentavano artisticamente antiche ed evolute popolazioni europee. “Stelle a confronto - Etruschi, Celti, Italici e la volta celeste”, in programma
dal 9 giugno al 24 agosto, si annuncia già dai reperti in esposizione come una delle più importanti rassegne mai organizzate in Europa sul tema. Promossa in sinergia dalla Fondazione San Marino, dalla
SUMS e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Viterbo, la mostra sarà infatti impreziosita dalla presenza delle straordinarie e affascinanti guarnizioni
bronzee delle celeberrima “Brocca di Brno”, autentico tesoro dell’arte celtica, esposte finora solo tre
volte (a Venezia nel 1991, a Varese nel 2004 e a
Bruxelles nel 2006) e concesse nei loro esemplari
originali per l’ultima volta, stante la loro estrema
fragilità, dalle autorità del Moravske Muzeum di Brno per fini espositivi e di divulgazione pubblica
“fuori sede”.
Non saranno tuttavia solo le rappresentazioni
più complete mai rinvenute della conoscenza
astronomica e della sapienza scientifica dell’elite
intellettuale dei Celti, i druidi, i protagonisti di
“Stelle a confronto”. La mostra, difatti, si propone
di indagare attraverso opere emblematiche, il rapporto intessuto da tre diverse civiltà con il cielo, le
costellazioni e i significati trascendentali attribuiti
all’antica cosmogonia: i Celti del III secolo A.C., appunto, gli Etruschi del II secolo A.C. e le genti italiche del VI secolo A.C.
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Concorso artistico
contro la violenza
nei confronti
delle donne
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Firenze e
San Marino più
vicine nel nome
del Belluzzi
Le opere e le imprese di
Giovan Battista Belluzzi,
architetto militare insigne
e avveduto ambasciatore
dell’autonomia sammarinese nell’Italia del Cinquecento, rivivono oggi in tutto il
loro splendore nell’intenso
rapporto di amicizia e di alleanza culturale che nel
suo nome si è di recente instaurato tra l’antica Terra
della Libertà e la città dominata dalla maestosa cupola del Brunelleschi.
Proprio a Firenze infatti
il Belluzzi operò, al servizio del duca Cosimo I de’
Medici, dal 1543 fino alla
morte, avvenuta tragicamente in battaglia nel 1554
nell’assedio alla fortezza
de L’Aiuola nella guerra
contro Siena. E proprio Firenze ha voluto rendere
omaggio nei giorni scorsi
alla memoria e all’ingegno
del massimo teorico delle
fortificazioni rinascimentali di terra, ricambiando
con una cordiale e calorosa accoglienza gli onori
che la comunità sammarinese aveva tributato alla
professoressa
Daniela
Lamberini e ad altri illustri
esponenti del mondo accademico toscano l’11 novembre 2007, in occasione
della presentazione ufficiale della monumentale opera “Il Sanmarino.
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FONDAZIONE SAN MARINO
LA MOSTRA
“Stelle a confronto”, come gli antichi europei
percepivano l’infinito
dalla prima
In collaborazione
con la Fondazione Cassa
di Risparmio di Viterbo,
la Fondazione San Marino
e la SUMS organizzano
una mostra di assoluto
valore internazionale
sul rapporto tra Celti,
Etruschi, Italici e l’ordine
astrale. Dal 9 giugno al 24
agosto al Museo di Stato
Tre sono infatti, spiega Dario Bertuzzi, fotografo e coordinatore dell’esposizione, che
sarà allestita al Museo di Stato, “le sezioni in
cui si articola la mostra, ‘La divinazione etrusca’, ‘La dottrina dei druidi e il calendario dei
Celti’ e ‘Il bestiario zodiacale nell’arte delle situle’. Nella prima, curata da Luigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, troveranno posto alcune statuette di aruspici provenienti dal Museo Villa
Giulia di Roma, nonché il celebre “Fegato di
Piacenza”, custodito a Palazzo Farnese, nel
Museo Civico della città emiliana. Si tratta di
un reperto di rilevanza eccezionale per lo
studio dell’arte divinatoria etrusca. Il manuquesti recipienti istoriati, unitamente ai sogfatto, in bronzo, rappresenta infatti un mogetti, che anche nelle versioni a carattere
dello di fegato di pecora utilizzato dagli arunon antropomorfo finora non decrittate
spici per interpretare e attualizzare i segni
sembrano riecheggiare costellazioni importraibili dall’organo di un animale sacrificato.
tanti, fa pensare a culti e credenze riferibili a
Una sorta di ‘prontuario divinatorio’, quindi,
significati astrali assimilabili in qualche miindispensabile per predire gli accadimenti fusura all’odierna astrologia.
turi. Anche se il ‘Fegato di Piacenza’ è fatto riLa terza sezione, il fiore all’occhiello della
salire dagli studiosi al II secolo A.C., i principi
rassegna, sarà dedicata alla concezione celtidivinatori a cui esso si ispira, e che mettono
ca della vita così coin diretta correlame ricavata dai druidi
zione la divisione
dalla processione del
immaginaria del cietempo
rapportata
lo in sedici regioni
all’ordine intangibile
abitate dagli dei con
che regna nello spazio
le particolarità fisiosiderale.
logiche osservate
Testimone d’eccesull’organo dell’ovizione
di
questa
no, sono molto più
profonda e sacrale
antichi, probabilmente dell’VIII-VII Il“Fegato di Piacenza”,Museo Civico di Piacenza concezione dell’esistenza, basata sull’alsecolo avanti Criternanza di concetti opposti ma indissolubili
sto”. Come tali, pertanto, rimandano ad antie complementari (ad esempio il dio Lugh, il
chissime concezioni, verosimilmente di deri“Luminoso”, che nella mitologia irlandese si
vazione orientale, attraverso le quali l’umacontrappone a Donn, il “Tenebroso”), come
nità ha cercato per secoli di decifrare daldetto, le decorazioni bronzee della “Brocca
l’osservazione delle stelle, simboli di un ordi Brno”, per l’ultima volta esposte in pubblidine universale immutabile, i segni di un’inco. Sette le vetrine che saranno allestite a San
fluenza oscura e determinante, ma tuttavia
Marino sotto l’alta direzione di Venceslas
palpabile e interpretabile, della vita cosmica
Kruta, uno dei massimi conoscitori mondiali
sugli avvenimenti terrestri e sul destino stesdella storia dei Celti. Archeologo, docente di
so dell’Uomo. Questo enorme sforzo conoProtostoria Europea all’Ecole Practique des
scitivo è ben compendiato nella seconda seHautes Etudes della Sorbona e presidente del
zione della mostra, sempre curata da MalnaCentro di Studi Celtici di Parigi, Kruta è l’auti, in cui, spiega Bertuzzi, “saranno esposti ‘Il
tore della stupefacente e affascinante spiegacoperchio di situla di Grandate’, concesso
zione paleoastronomica dei misteri che si andal Museo di Como, e ‘L’olla a corpo panciunidano nell’apparente indistricabile ed enigto’, proveniente dal Museo Archeologico di
matico reticolo di mostri, draghi e figure bizPadova”. Le situle, infatti, sono particolari tizarre che contorna la brocca lignea (cfr. ripi di vasi ad uso rituale, diffusi nell’Italia setquadro a destra). Ad integrare l’assoluto vatentrionale, che recano decorazioni mitololore scientifico e la funzione conoscitiva delgiche ma anche raffigurazioni di animali anl’esposizione - che avrà una sicura replica
cora oggi presenti nella corrente nomencla2 tura zodiacale, come Toro, Pesci, Leone,
nella sede della Fondazione CARIVIT di Viterbo -, provvederanno le preziose consulenze
Ariete. L’uso prettamente cerimoniale di
I segreti della brocca di Brno
Le guarnizioni di bronzo di una
brocca lignea da cerimonia, rinvenute
casualmente nel 1941 nella necropoli
celtica di Brno-Malomerice, in Moravia,
sono tra le opere più emblematiche di
tutta la produzione artistica celtica
giunta fino ai nostri giorni. In particolare, per molti anni è rimasto del tutto inspiegato e indecifrabile il significato attribuibile al fitto reticolato traforato di
mostri che ornavano in origine i due lati della pancia della brocca. Il professor
Venceslas Kruta, autentica celebrità in
fatto di cultura celtica, è riuscito invece
a svelare i segreti della brocca grazie a
un’incredibile operazione di paleoastronomia condotta insieme all’astrofisica Silvia Cernuti. I due reticolati, infatti, altro non sono se non la rappresentazione dell’alternarsi delle due
stagioni del calendario celtico, quella
estiva e quella invernale. Secondo la ricostruzione dei due studiosi, l’ingresso delle due stagioni, corrispondente
alle feste di Belteine e Samain, è fissato nelle guarnizioni attraverso gli occhi degli esseri mostruosi che la compongono. Agli occhi corrispondono infatti altrettante stelle delle costellazioni del Cigno, dell’Aquila e della Lira,
nella parte che riproduce la “costellazione estiva”, e del Toro e di Orione in
quella relativa alla “costellazione invernale”. In pratica, si tratta della trasposizione dei segmenti di cielo visibili a Brno, rispettivamente il 14 giugno
e il 21 novembre del 280 A.C.. Le due
appliques più piccole, invece, si riferirebbero ai solstizi.
Una tesi affascinante, fondata e accreditata, che conferma la straordinaria
sapienza scientifica raggiunta dai druidi
e la profonda sacralità della dottrina da
questi posseduta, fondata sull’alternanza regolare di principi opposti ma indissolubili e complementari, come il susseguirsi del giorno e della notte, delle
quindicine lunari buia e chiara e, appunto, delle due stagioni dell’anno.
di Anna Maria Moretti, direttrice del Museo
Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Soprintendente Archeologico dell’Etruria Meridionale
e dello storico Romualdo Luzi, presidente
delle Biblioteche della città di Viterbo, nonché apposite postazioni interattive allestite a
cura del Politecnico di Milano. Il progetto delle teche, illuminate dalla ILTI di Torino, è dell’architetto Massimo Bottini.
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L’APPUNTAMENTO
“I Pionieri - Banche, Banchieri e… a San Marino 1874-1905”,
un volume di Menetto E. Bonelli
“In occasione del 125° anniversario della fondazione, la Cassa di Risparmio ha scelto di svelare se
stessa, di mettere a nudo gli anni cruciali della propria nascita e del proprio sviluppo, con l’auspicio
che questa pubblicazione possa aprire un’ulteriore prospettiva di studio e gettare una nuova luce
su di un’epoca che per la nostra Repubblica costituisce indubbiamente l’inizio della modernità”.
Sono le parole di chiusura della presentazione
del Presidente Gilberto Ghiotti al volume “I PIONIERI - Banche, Banchieri e… a San Marino 1874 1905. La Cassa di Risparmio Sammarinese dalla
prima idea alla prima fondazione”, dell’avvocato
Menetto E. Bonelli.
E’ il risultato di uno straordinario lavoro di due
anni di analisi, trascrizione, interpretazione critica, annotazione dei singoli documenti, degli statuti, dei verbali dei consigli di amministrazione, degli elenchi degli azionisti, dei rendiconti dello stato patrimoniale della Cassa di Risparmio. Ma sono
presenti anche i documenti che riguardano la fondazione della Società dell’Unione e della Società
Unione Mutuo Soccorso all’interno della quale nasce, come dire, l’idea di una banca a San Marino.
Il volume è fornito anche di una densissima e
avvincente prefazione dell’avvocato Bonelli e di
un’appendice sulla vicenda dolorosa della Banca
Popolare Sammarinese.
“Da questi documenti salta fuori - commenta
Menetto E. Bonelli - che a San Marino vi era un
gruppetto di giovani, formati nelle università italiane, che portano idee e fermenti nuovi in un ambiente chiuso. Tanto per citarne qualcuno, Palagi,
Emilio Belluzzi, reduce dalle ultime battaglie garibaldine, Marino Balsimelli è un altro, uno dei più
vecchi era mio nonno Menetto Bonelli: è tra quelli
che redigono i primi statuti sia della Cassa di Risparmio che della Banca Popolare di Borgo. Sono
sempre le stesse teste che si muovono. E non è un
caso che la prima iniziativa sia la Mutuo Soccorso.
Mentre fuori San Marino le mutuo soccorso nascono dal basso per combattere l’usura e le casse di
risparmio nascono a loro volta dalle società di mutuo soccorso che sono società di operai, qui è l’oligarchia che costruisce gli strumenti per la classe
operaia. La forza motrice è una sola: quella di creare a San Marino un sistema di previdenza”.
“Non è un caso che lo statuto della Cassa di Risparmio - sottolinea l’autore del volume - sia costruito su una norma fondamentale. La Cassa nasce infatti come una società per azioni con un preciso impegno di tutti gli azionisti: nel momento in
cui il patrimonio raggiungerà le 50.000 lire la società per azioni si scioglierà. Verrà rimborsata l’azione per far nascere, e nascerà nel 1905, la Cassa
di Risparmio senza gli azionisti. Di fatto la Cassa di
Risparmio diviene una fondazione”.
“Ma - sottolinea ancora Bonelli - l’altra domanda decisiva è questa: perché nascono questi due
istituti e hanno entrambi l’obbligo di devolvere
una parte degli utili al Fondo pensioni della Mutuo
Soccorso? Perché la vera preoccupazione era quella di creare uno strumento valido per la società di
allora. Non bisogna dimenticare che San Marino
aveva 9.000 abitanti, la speranza di vita era piuttosto bassa. E quindi andando in pensione a 65 anni,
voleva dire avere 200, 300 pensionati, non di più. Il
Fondo si poteva quindi costituire e avere una certa robustezza”.
“La previdenza contro gli infortuni e le malattie
riservata ai soli operai, uomini e donne, ha funzionato. Il Fondo era attivo e funzionava così: tutte le
settimane un incaricato andava a ritirare il contributo anche dagli operai per finanziarlo. Questa
gente aveva a casa un librettino con un buco e un
cordellino che stava attaccato a un chiodo vicino
alla porta di casa. L’esattore arrivava, prendeva i
soldi e poi segnava il libretto. Gli operai consegnavano tutte le settimane 0,25 centesimi. C’erano due
giorni di franchigia e poi veniva rimborsato l’80%
della paga”.
“L’altra cosa da sottolineare è questa: la banca
nasce non perché ci fosse del risparmio da raccogliere. A San Marino vigeva fondamentalmente una
economia del baratto. La Mutuo Soccorso quando
si ritrova tre, quattromila lire, che erano soldoni
allora, non sa dove metterli. Li deve far rendere. Si
accorge che dandoli alle banche italiane danno un
certo rendimento ma se li gestisse in proprio, prestandoli, guadagnerebbe di più, Tant’è che compra
le cambiali della gente a San Marino per ricavarne
degli utili”.
“Quando la Mutuo Soccorso – continua ancora
Menetto Bonelli nel suo avvincente racconto - inventa la Cassa di Risparmio, l’organo pubblico dice no, voi non fate la banca da soli. Costituite una
società per azioni, di cui voi diventate partecipanti al 15%. Le altre azioni vengono vendute, messe
sul mercato”.
“Nel 1884 diventa azionista anche una donna.
Qualche anno dopo un’altra donna, in un sistema
in cui le donne non contavano niente. Non avevano nemmeno titolo per disporre dei propri beni se
non ricorrendo al magistrato. Eppure possono
comprare le azioni e possono votare nelle assemblee della Cassa. Ma non andranno mai a votare: rilasceranno una delega ai mariti di rappresentarle”.
“Insomma, quello che mi ha entusiasmato e
sorpreso nella lettura di questi documenti sono
questi giovani che sono gli iniziatori dello stravolgimento di un sistema. Portano delle novità, trovano dei vecchi che fanno resistenza, ma anche dei
vecchi che li aiutano come l’allora Segretario di
Stato alle Finanze e agli Affari Esteri Domenico Fattori”.
“Ma il vero gigante è Federico Gozi. Un uomo
straordinario, il vero padrone della Repubblica;
avendo in mano la banca controlla l’economia del
Paese. E’ lui quello che persegue il vero fine: quello di arrivare al fondo pensioni. E’ lui quello che
vuole trasformare la Cassa da società per azioni e
farla diventare una fondazione”.
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FONDAZIONE SAN MARINO
IL FOCUS
Firenze e San Marino sempre più vicine
nel nome del Belluzzi
dalla prima
Giovan Battista Belluzzi, architetto militare e trattatista del Cinquecento”, curata dalla docente universitaria fiorentina e
finanziata dalla Fondazione San Marino
nell’ambito delle iniziative indette per il
cinquecentenario della nascita dell’architetto-soldato.
Ed è così che, sotto l’egida ideale del
sammarinese forse più illustre di tutti i
tempi, una ristretta delegazione della Fondazione, guidata dal Consigliere Leo Marino Morganti, ha avuto l’onore e il privilegio di essere ammessa il 31 gennaio scorso a una straordinaria visita a Palazzo
Vecchio, all’interno di una speciale giornata celebrativa interamente dedicata all’approfondimento della figura del Belluzzi e della sua opera di sommo interprete
del modello difensivo definito dagli studiosi “fronte bastionato all’italiana”.
Accolti da Dario Nardella, Presidente
della Commissione Cultura del Comune di
Firenze e accompagnati da Claudio Mastrodicasa, architetto della Fabbrica di
Palazzo Vecchio, l’ufficio che dal 1444 si
occupa di qualsiasi trasformazione della
residenza medicea, gli ospiti sammarinesi
si sono incamminati in un emozionante
percorso all’interno delle sale abitualmente interdette al pubblico perché occupate dagli uffici delle più alte cariche
comunali o rigorosamente riservate a cerimonie e ricevimenti straordinari. Particolarmente significativo l’incontro con
Nardella - avvenuto nella splendida Sala
Lorenzo il Magnifico -, che ha portato i saluti del Sindaco Leonardo Domenici e ha
sottolineato l’indissolubile legame che
unisce Palazzo Vecchio, destinato a divenire dal 2011 Museo Civico, al Sanmarino,
fedele servitore della dinastia medicea e
presente materialmente negli incomparabili dipinti custoditi nel Palazzo, dipinti
tutti da Giorgio Vasari e dai suoi aiutanti
tra il 1556 e il 1559.
Dalla Sala in cui l’Aretino celebra la
magnificenza e il mecenatismo di Lorenzo,
raffigurato ora circondato dagli ambasciatori delle più grandi nazioni del mondo,
ora in visita ai più potenti reami d’Italia,
ora attorniato dagli artisti, dai letterati e
dai filosofi della sua corte come Marsilio
Ficino, Pico della Mirandola e il Poliziano,
alla Sala intitolata a Cosimo il Vecchio, anch’egli ritratto insieme ai più celebrati ingegni dell’epoca come il Brunelleschi, fino
4 alla Sala Cosimo I. Qui, a sormontare idealmente i simboli della dinastia medicea, la
tartaruga e il capricorno, riprodotti nel pavimento, l’affresco in cui il duca si erge fiero e solenne, circondato dagli artisti e dagli architetti più noti della Firenze di metà
Cinquecento. Spiccano Benvenuto Cellini,
lo stesso Vasari, Baccio Bandinelli, Bartolomeo Ammannati, Nicolò Tribolo e, di
profilo, Giovan Battista Belluzzi, il cui vero
volto è stato disvelato nel tondo vasariano da Daniela Lamberini dopo anni di ipotesi e appassionate ricerche.
La visita si è poi snodata attraverso la
Sala Giovanni dalle Bande Nere, dominata dal ritratto di Caterina Sforza, madre
del condottiero, e nelle Sale dedicate ai
due Pontefici della dinastia, Leone X e
Clemente VII. Nella prima campeggiano
Caterina de’ Medici, regina di Francia, e
la presa della Rocca di San Leo da parte
delle truppe pontificie. Nella seconda, la
rappresentazione dell’estenuante assedio di Firenze da parte dell’esercito im-
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febbraio 2008 n.1
IL FOCUS
Un momento
della presentazione
dell’opera di Daniela
Lamberini,
“Il Sanmarino. Giovan
Battista Belluzzi,
architetto militare e
trattatista del
Cinquecento”,
svoltasi il 31 gennaio
presso l’Archivio
di Stato di Firenze.
Al centro, il Segretario
di Stato alla Pubblica
Istruzione e Cultura,
Francesca Michelotti,
mentre pronuncia il suo
messaggio di saluto .
periale di Carlo V, nel 1530.
Infine, a conclusione dell’itinerario,
una puntata allo sterminato Salone dei
Cinquecento con la dotta ricostruzione
della sua genesi fatta dall’architetto Mastrodicasa, e una rapida e indimenticabile escursione nel “Tesoretto”, lo studio
privato di Cosimo I. Un sorta di bugigattolo rettangolare, oscuro e austero, impreziosito da una ricca collezione di quadri che gravano alle pareti in doppia fila,
in cui lo schivo duca riceveva e liquidava
rapidamente dopo interminabili attese i
suoi interlocutori, per tornare in fretta ai
suoi studi di scienze naturali e alchimia.
Per tutta la durata del percorso la rappresentanza della Fondazione San Marino
è stata accompagnata dal Sindaco di San
Casciano, Ornella Signorini, intervenuta
di persona per testimoniare l’alto valore
scientifico dell’opera della studiosa fiorentina. Grazie alla pubblicazione degli
autografi delle piante delle mura fortificate a cui il Sanmarino lavorò, ha rimarcato
il primo cittadino del Comune sito in Val
di Pesa, è stato infatti possibile “attingere
preziosissime e finora sconosciute informazioni sulle origini e la natura della cinta muraria della nostra cittadina”.
Nel pomeriggio, ancora di scena il Bel-
luzzi, stavolta all’Archivio di Stato. In una
sala affollatissima, arricchita da una cospicua partecipazione di cittadini sammarinesi della comunità fiorentina e di studenti e docenti della Facoltà di Architettura, replica in grande stile della presentazione dei due preziosi volumi redatti da
Daniela Lamberini. Relatori, Ferruccio
Martelli, Responsabile degli archivi medicei dell’Archivio di Stato, Alessandro Cecchi, Direttore del Dipartimento di pittura
medioevale-primo rinascimentale della
Presentazione fiorentina
in grande stile per lo studio
di Daniela Lamberini
sul Sanmarino.
Concessa dal Comune
a una delegazione
della Fondazione
San Marino
una straordinaria visita
nelle Sale di Palazzo Vecchio
interdette al pubblico
Galleria degli Uffici, il Direttore della Biblioteca Leopardiana di Vinci, Romano
Nanni e l’architetto Leo Marino Morganti.
Da tutti gli intervenuti, coordinati dalla
Direttrice del prestigioso istituto archivistico fiorentino, Rosalia Manno, sono
giunti apprezzamenti assai lusinghieri per
il valore scientifico dello studio. Su tutti
Nanni, che ha elogiato l’elegante stile narrativo adottato dall’autrice e l’alta efficacia divulgativa dell’opera, che porta “importanti e innovativi contributi alla conoscenza della storia degli intellettuali medicei del Cinquecento”. Grande soddisfazione è stata espressa dal Segretario di
Stato all’Istruzione e alla Cultura, Francesca Michelotti, giunta appositamente a Firenze per portare il suo messaggio di saluto al convegno, e dal Consigliere Morganti, che ha auspicato l’avvento di una
collaborazione sempre più stretta tra la
Repubblica e le istituzioni culturali di Firenze, anche in funzione di un rilancio internazionale di San Marino che comporti
un riconoscimento esplicito della sua storia, della sua statualità, della sua millenaria tradizione. Un percorso virtuoso dunque, che qualora si avverasse vedrebbe la
Fondazione San Marino sicuramente im- 5
pegnata in prima fila.
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FONDAZIONE SAN MARINO
IL PROGETTO
Un progetto didattico per sviluppare il rapporto
tra uomo, cavallo e natura
Bambini al Centro
Ippico Federale di
Pennarossa
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“Come ogni Federazione sportiva anche la nostra ha
compiti fondamentali che vanno oltre l’aspetto prettamente agonistico: in questa iniziativa lo sviluppo della
relazione tra uomo e cavallo è il mezzo con il quale si
cerca di educare culturalmente i ragazzi verso una ritrovata simbiosi con la natura”.
Sono le parole del Vice-presidente della Federazione
Ippica Sammarinese, Giancarlo Bollini, a commento del
Progetto Didattico rivolto agli alunni della Scuola elementare e della Scuola media inferiore, che ha avuto il
sostegno della Fondazione San Marino - Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino - Sums.
Il Progetto si muove su piani diversi: tende, da un lato, a sviluppare nei giovani la migliore conoscenza possibile del corpo e dell’individualità attraverso il gioco, il
movimento ed il contatto fisico con il cavallo, nonché ad
educare a un rapporto con l’animale fondato sugli aspetti relazionali e su un approccio non antropocentrico ma
consapevole, sereno e collaborativo, e a trasmettere le
conoscenze tecniche specifiche dell’equitazione di base,
dall’altro, a stimolare la scoperta e la conoscenza dell’ambiente naturale.
L’obiettivo è quello di organizzare un’esperienza, attraverso la sperimentazione e la risoluzione di nuove situazioni, che incentivi la formazione di un processo in
grado di fornire ai ragazzi strumenti per migliorare la comunicazione del corpo e al contempo contribuisca allo
sviluppo del carattere e della personalità.
Strategico in questo ambito sarà il costante rapporto dei ragazzi con l’ambiente per l’accrescimento della
percezione e dell’integrazione con la natura, con un particolare riferimento agli insetti, vissuti spesso con fastidio e addirittura fonti di fobie.
Come spesso accade anche per i meravigliosi monu-
menti che ogni giorno sono lì accanto a noi, anche i piccoli animali o gli insetti che in qualche modo frequentiamo ogni giorno, sono in qualche modo perfetti sconosciuti. Il progetto vuole invece ricostruire una rinnovata
relazione con la natura, trasformando la diffidenza in
confidenza. Più conoscenza e quindi più rispetto, seppure all’interno di una necessaria prudenza.
L’iniziativa, divisa in tre unità didattiche, coinvolge
31 classi delle Scuole elementari e 20 classi della Scuola
media, per un totale di 756 alunni che parteciperanno a
230 ore di lezione.
Le lezioni si svolgeranno presso il Centro Ippico Federale di Pennarossa.
Saranno presenti due tecnici federali, esperti del
Centro Naturalistico Sammarinese e un esperto in etologia equestre. Saranno utilizzati cavalli e pony di media e piccola taglia adeguati all’età dei partecipanti e
alle caratteristiche psicofisiche degli alunni. Ogni
gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi che si alterneranno ogni trenta minuti nelle aree didattiche previste: monta a cavallo; area naturalistica; area motoria
e/o etologia equestre. “La nostra esperienza ci insegna
– sottolinea il Vice-presidente della Federazione Ippica
Sammarinese - che il contatto con gli animali modifica
il comportamento dei ragazzi e li conduce verso una
forma di autodisciplina in virtù della sintonia che si
crea tra uomo e cavallo. Insomma, si sviluppa una presa di coscienza di se stessi completamente diversa.
D’altronde, quanto può essere utile il rapporto con il
cavallo lo abbiamo verificato anche nel caso di bambini ipercinetici. Anzi, debbo segnalare che la Federazione ha già in cantiere un progetto di ippoterapia dedicato proprio ai portatori di handicap e ai bambini con
grave carenze motorie”.
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febbraio 2008 n.1
L’INTERVENTO
Cinquant’anni di attività per l’Associazione Volontari
Sammarinesi del Sangue
Già negli Anni ’40 e ’50 erano presenti a San Marino “donatori occasionali”
pronti a soddisfare le richieste che provenivano dall’Ospedale. Ma bisognò attendere la fine del secondo decennio
perché si creassero le condizioni giuste
per procedere all’organizzazione di
un’associazione di donatori di sangue.
La prima riunione si svolse il 18 febbraio 1958. Il 22 dicembre del 1959 il
Consiglio dei XII riconobbe quella che
sarebbe divenuta l’AVSS (Associazione
Volontari Sammarinesi del Sangue), la
cui personalità giuridica fu sancita dal
Consiglio Grande e Generale nel 1960.
Nello stesso anno si tenne la prima assemblea generale. Da allora, si sono
succeduti alla presidenza Pietro Emiliani, Leo Marino Dominici, Giuseppe Rossi, Giampaolo Rolli, Paolo Mancini e
Renzo Ghiotti, attualmente in carica. In
bilancio, 3.000 iscritti e 1.000 donazioni
all’anno, una cifra molto superiore al
reale fabbisogno dell’Ospedale di Stato.
Grazie al costante lavoro portato avanti
nei decenni, prima per realizzare un
Centro Trasfusionale, poi per la plasmaferesi e, di pari passo, per incentivare la
collaborazione con i Centri Trasfusionali di Urbino e di Ancona, oggi San Marino ha la completa autonomia anche per
quanto riguarda gli emoderivati.
Per celebrare questo lungo percorso, condotto con un occhio agli scopi
umanitari e un occhio tutto dedicato alle nuove scoperte scientifiche e soprattutto alla sicurezza della donazione,
l’AVSS coglie l’occasione del cinquantesimo anniversario dalla fondazione. Una
scadenza dilatata in tre anni, tanti quanti ne furono necessari per arrivare alla
costituzione e all’operatività, che si sostanzierà di un nutrito programma.
Grazie al contributo della Fondazione San Marino, numerose sono le iniziative messe in calendario dagli organismi
direttivi dell’AVSS, innanzitutto per
commemorare degnamente la statura
morale e professionale di alcune figure
che hanno segnato la storia dell’associazione e che sono rimasti nel cuore e
nel ricordo di tutti i sammarinesi.
A questo scopo, si è pensato ad un
libro, affidato ad un’appassionata ricercatrice storica qual è Maria Antonietta
Bonelli, la quale ripercorrerà nell’opera
non solo tutti i passaggi salienti della vita dell’associazione, ma riporterà anche
alla luce i tratti umani, oltre che professionali, dei soci fondatori ed eccezionali animatori dello sviluppo dell’AVSS.
Altro obiettivo importantissimo è
quello di modernizzare, oltre che sollecitare, il rapporto con gli associati, investendo in un progetto di comunicazione verticale che consenta di dialogare in tempo reale con iscritti e donatori.
Si comincia dal sito internet dell’associazione che, con opportuni software,
consentirà lo scambio di informazioni,
richieste, notizie, ma anche di commenti, osservazioni e soprattutto includerà la
diffusione di note di
educazione sanitaria
nel campo della donazione del sangue.
Anche la classica
chiamata telefonica
al donatore per la
convocazione, sarà
sostituita dal più
semplice, immediato
e meno costoso SMS.
Ma il progetto più
ambizioso e carico di
valenze umanitarie riguarda indubbiamente la possibilità di
estendere l’attività
dell’AVSS alla donazione di organi.
Un traguardo non
semplice, che passa
L’AVSS prepara il calendario
delle celebrazioni
ricordando i grandi personaggi
che la fondarono e pensando
a nuovi traguardi nel segno della scienza
e dei valori umani
attraverso opportune modifiche statutarie, ma soprattutto attraverso la sensibilizzazione degli organismi istituzionali affinché si legiferi in materia. Infatti, lasciando da parte le tecniche di trapianto, che sono prerogativa di istituti
specializzati, San Marino ha le tecnologie e le professionalità per eseguire gli
espianti. Non si può farlo solo perché
mancano le norme adeguate. Ecco perché partirà dall’AVSS un’iniziativa finalizzata a colmare questa lacuna. Una
nuova mission per celebrare degnamente il cinquantesimo della fondazione,
con lo stesso spirito e con la stessa voglia di fare che fu propria dei suoi fondatori.
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8-02-2008
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FONDAZIONE SAN MARINO
IN BREVE
Concorso artistico contro la violenza
nei confronti delle donne
Monosci da discesa
per i disabili
La Segreteria di Stato
per gli Affari Esteri e la
S.U.M.S. maschile e femminile, con il contributo della
Fondazione San Marino,
hanno organizzato un concorso per la realizzazione
di un’opera a carattere figurativo nell’ambito delle
iniziative a sostegno della
campagna paneuropea lanciata per prevenire e combattere la violenza contro
le donne, compresa la violenza domestica.
Il concorso è rivolto ai
giovani sammarinesi o residenti in territorio sammarinese di età compresa tra i
14 ei 20 anni ed è finalizzato a sensibilizzare i giovani
cittadini sulla necessità di
fermare la violenza degli
uomini nei confronti delle
donne ed in particolare la
violenza che si concreta all’interno della famiglia.
Nel ricordo sempre vivo del figlio Michele il ragionere Guido Zafferani ha donato, tramite la Fondazione San Marino,
all’Associazione Attiva-Mente (Associazione Culturale e Sportiva Disabili Fisici )
due monosci da discesa, grazie ai quali le
persone diversamente abili avranno la
possibilità di accedere alle piste da sci
per svolgere attività sportiva.
Il manifesto della Campagna Paneuropea per prevenire
e combattere la violenza contro le donne
L’Associazione Crna Gora, che ha l’obiettivo di favorire lo scambio artistico e
culturale tra San Marino e Montenegro ha
organizzato, in collaborazione con l’Associazione Artisti Sammarinesi, un gemellaggio artistico: l’artista sammarinese Thea
Tini esporrà le sue opere nelle sale del
Museo di Arte Moderna della città di Pod-
Direttore:
Gianni Di Pasquale
Redazione:
Saverio Mercadante
Editore:
Fondazione San Marino
Cassa di Risparmio della Repubblica
di San Marino - S.U.M.S
Via Belluzzi, 1 - 47890 San Marino
tel. 0549 872 572
www.fondazionesanmarino.sm
[email protected]
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Comitato Editoriale:
Giovanni Galassi - Gilberto Ghiotti
Marino Rossi - Maria Chiara Reggini
Gemellaggio culturale
tra San Marino e Montenegro
gorica nel periodo che va dal 15 marzo al
15 aprile. Gli artisti montenegrini Natasha
Durovic e Nenad Soskic esporranno le loro opere a San Marino in data ancora da
definire. L’iniziativa ha avuto il patrocinio
delle Segreterie di Stato per gli Affari Esteri e della Cultura e il contributo della Fondazione San Marino.
Tipografia:
Studiostampa s.a. - R.S.M.
Progetto grafico:
Studio AG - R.S.M.
Fotografie:
Filippo Pruccoli
Abbonamento Postale:
Spedizione in abbonamento postale
Tabella E (tassa riscossa) - Autorizzazione
N. 795 del 7.07.2006 della Direzione Generale PP.TT. della Repubblica
di San Marino
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Avvenimenti N. 10 - Fondazione San Marino