Anno 2012 • Numero 1
Aut. n° NO/696/2012
val. dal 22/03/2012
INDICE
pag. 3
EDITORIALE
NAZIONALE
Non solo panini. Concordia, c’eravamo anche noi
pag. 4
Dolore, preghiera e sapienza
pag. 5
I Marittimi: profeti inconsapevoli di un mondo nuovo
pag. 6
Donne … on board
pag. 7
Navi … soprattutto persone
pag. 8
News on board
pag. 9
Premiazione a don Giacomo Martino da Wista Italia
pag. 10
Ammiraglio Pierluigi Cacioppo
pag. 10
CENTRI E CAPPELLANI
Livorno, don Luciano è il nuovo cappellano
pag. 15
SOS - See Over the Sea
pag. 16
Il mare a scuola
pag. 18
Area Nord Est
pag. 19
Stella Maris Milazzo
pag. 20
Cappellani senza terra, ma con tante persone
pag. 21
INTERNAZIONALE
Apostleship of the Sea around the world
pag. 22
Premio a Suor Mary Leahy, AOS Australia
pag. 22
Maritime Piracy Response – Psychological Emergency Piracy (PEP)
pag. 23
Unico criterio il servizio
pag. 23
Anno 2012, numero 1
Iscritto al n. 4/2011 del Registro della stampa
presso il Tribunale di Genova
Editore: Federazione Nazionale Stella Maris
Presidente Massimo Franzi
Direttore Responsabile: don Fernando Primerano
Hanno collaborato a questo numero:
don Luciano Cantini, Paolo Cavanna, don Giuseppe Chironna,
Matteo Di Flavia, Massimo Franzi, Antonella Farina,
don Natale Ioculano, Valentina Maffeis, don Giacomo Martino,
Marta Orselli, Elisa Riscazzi, Olivia Zaina
Foto:
copertina e pag. 6 Stefano Schirato, pag. 7 Ulaş Yiğit Ekiz,
pag. 20 e quarta di copertina Egidio Ferrighi
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1/2012
Federazione Nazionale Stella Maris
Piazza Dinegro, 6/A, 16126, Genova
Tel. 010 8938374 • Fax 010 8932456
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Grafica:
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Stampa:
Tipografia Nuova Macciò di Barbieri Alessandro & C. s.n.c. • Genova
EDITORIALE
Stella Maris News
In continuità con il nostro glorioso passato e proiettati nel futuro,
questa pubblicazione vuole raccogliere l’esperienza degli anni trascorsi
e rispondere sempre meglio alle sfide dei tempi e al bene dei marittimi
e di tutto il mondo che ruota intorno ad essi.
L’Apostolato del Mare nasce dall’Apostolato della Preghiera, nel
cui simbolo riporta il Cuore di Gesù: crediamo che la nostra opera
pastorale necessiti non solo dei volontari in attività, ma anche del
ramo contemplativo perché l’accoglienza del marittimo sia una vera
“ospitalità” ecclesiale nei nostri centri come una vera e propria “casa
lontano da casa”. Chiedo prima di tutto a me stesso di perdere tempo per
la preghiera! Se vivessimo “come se Dio esistesse”, ci fermeremmo più
spesso in preghiera per i marittimi, per le loro famiglie, per l’Apostolato
del Mare.
E quando ci sembra di non poter fare niente per i Marittimi, recandoci
in Cappella a pregare avremo speso il tempo nel modo migliore.
La Federazione Nazionale Stella Maris rappresenta la volontà del
laicato cattolico di essere parte attiva dell’Apostolato tra la gente di
mare. Un cammino comune nazionale, anche nelle strutture, consente
un efficace intervento di solidarietà tra i vari centri e i porti italiani.
Dopo molti anni di grave assenza, oggi, grazie al Direttore dell’Opera dell’Apostolato del Mare don Giacomo
Martino, nuovi porti hanno finalmente una presenza di Chiesa dedicata alle centinaia di migliaia di marittimi
che transitano nelle nostre coste. Stranieri in ogni porto, incontreranno sacerdoti e volontari pronti ad
accoglierli, aiutarli a comunicare con le famiglie e pregare insieme.
Desidero con queste righe ringraziare quanti ci stanno sostenendo nel nostro servizio, i nostri Vescovi, i
nostri cappellani, i nostri volontari, la Capitaneria di porto, e tutto il cluster marittimo.
Vocazione dell’Apostolato del mare è essere un ponte tra la Chiesa e il mondo del mare, che si trova a
vivere lontano da casa, e quasi segregato dal mondo. Quella marittima è un’industria molto dinamica, ma
poco attenta ai bisogni delle persone che vi sono impiegate. L’innovazione tecnologica comporta navi più
grandi, equipaggi più ridotti, soste in luoghi lontano dalle città e sempre più brevi. Ciò causa problemi per la
loro vita e la loro salute, soprattutto psicologica. Lo sviluppo non può ridursi alla semplice economia, occorre
cercare un umanesimo integrale e solidale.
La “Stella Maris” è il faro che indica la giusta direzione.
Stella del Mare, gran Madre di Dio e Madre nostra, Tu che conosci tutti i pericoli del corpo e dell’anima che
incombono sulla Gente di Mare, proteggi i Tuoi figli che navigano e le loro famiglie che li attendono.
Stella del Mare, Madre della Santa Chiesa, dai luce e forza a chi porta in mezzo ai marittimi l’amore del Tuo
Divin Figlio e riempi i loro cuori di sovraumano vivificante apostolato.
Stella del Mare, luce nelle tenebre, sii guida ai naviganti nelle tempeste e nei pericoli della vita, suscita in
mezzo a loro dei veri cristiani con cuori innamorati di apostolato e conduci noi tutti al Porto Sicuro della Patria
celeste.
Stella del Mare, benedici il mare, perché diventi sempre più mezzo di comunicazione, di scambio, di
collaborazione, di solidarietà e di fratellanza fra tutti i popoli del mondo e si affermino così quella pace, quella
giustizia e quella concordia per cui Gesù Cristo è morto sulla Croce.
Diacono Massimo Franzi
Presidente Federazione Nazionale Stella Maris
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NAZIONALE
Non solo panini ...
Concordia, c’eravamo anche noi
Una giornata con un clima quasi primaverile,
di quelle in cui si fa una passeggiata al sole per
eliminare il freddo dell’inverno. È questa la prima
immagine che abbiamo di Savona, una volta arrivati
al terminal passeggeri sabato 14 gennaio 2012.
Però non è primavera, e non siamo venuti per una
passeggiata. Come Apostolato del Mare, siamo
chiamati ad essere accoglienza concreta per tutte
quelle persone che arrivano direttamente dall’Isola
del Giglio, dove la M/N Concordia giace appoggiata
sugli scogli.
verbale che spesso non si comprendeva. Perché
per questi “Lost”, come si definiva una ragazza di
Marsiglia incontrata nell’ampio salone, parafrasando
il titolo di una fortunata serie televisiva, non era
importante che noi si comprendesse il tedesco o il
francese, ma che li si ascoltasse. E così abbiamo
dato vita a dialoghi strani, fatti di gesti, di parole
diverse e di aiuti concreti: compilare un foglio, magari
portare un caffè o cercare una aspirina.
C’era davvero tanta voglia di dire, di esprimersi, di
raccontare tutto…anche che le famiglie li stavano
venendo a prendere, quasi a sottolineare un legame
che, in una situazione del genere, si rinsaldava
nuovamente.
Abbiamo trascorso ore e ore con queste persone,
che scendevano dai pullman, spesso avvolti nelle
coperte, o con i loro salvagente ancora stretti tra
le mani, facendo semplicemente quello che i nostri
marittimi ci hanno insegnato in anni di presenza alla
Stella Maris: esserci per loro.
E poi, proprio come accade quotidianamente nei
nostri Seafarers’ center, tanti ripartivano verso casa
e altri ne arrivavano, con le stesse fatiche, con lo
stesso desiderio di comunicare e condividere.
Ecco, probabilmente il senso di tanti gesti e di
mille parole si racchiude in poche righe: quando
accogliamo le persone, quando incontriamo i
marittimi, quando diventiamo un approdo per gli altri,
siamo solo un tramite, un orecchio che ascolta e un
volto presente.
È stato davvero difficile, forse per paura di essere
invadenti, o per timore di non saper dire le parole
giuste, avvicinare queste persone stanche e
desiderose di tornare alle loro case: ci siamo resi
conto che necessitavano non solo di acqua, panini,
o maglioni, ma anche e soprattutto di qualcuno a
cui raccontare l’evento e con il quale condividere le
sensazioni provate.
Abbiamo scoperto, però, che bastava avvicinarsi,
accennare appena una parola, che subito si veniva
investiti da tante parole in lingue diverse, un fiume
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Una parola sola, “Eccomi”, che la Stella del Mare ci
ha insegnato a dire tanto tempo fa e che, malgrado i
timori e le difficoltà, cerchiamo di vivere ogni giorno.
Elisa Riscazzi
NAZIONALE
“Dolore, preghiera e sapienza”
Santa Messa per le vittime della Nave Concordia, Roma 12 febbraio 2012
La nostra preghiera si eleva al Signore per le vittime
della Nave Costa Concordia, recentemente arenata
sugli scogli dell’isola del Giglio. Affidiamo le loro
anime immortali alla misericordia di Dio perché le
accolga nella luce che non tramonta, e preghiamo
per i dispersi, per i naufraghi di quella tragedia, per
i familiari di tutti, affinché la forza e la consolazione
dello Spirito stemperino i tragici ricordi e ritorni presto
la serenità della vita.
Nel momento in cui l’intera Nazione fa pubblica
memoria, e si stringe nella fede a quanti sono segnati
dalla sciagura, non vogliamo dimenticare coloro –
persone e istituzioni – che hanno fatto il proprio dovere
in modo ammirevole per competenza e dedizione, e
i molti volontari che, come sempre nelle circostanze
del maggiore bisogno, si sono prontamente offerti
e prodigati per concorrere all’urgente soccorso. Tra
questi, in prima fila, gli abitanti dell’Isola del Giglio.
A tutti l’Italia guarda con stima e gratitudine: in loro
riconosciamo l’anima profonda del nostro popolo,
ricco di intelligenza e di cuore, sempre capace di
grandi cose senza perdersi d’animo. Che la luce
del Signore aiuti a fare verità e giustizia, a sanare le
ferite, a rafforzare la fiducia e, insieme, il coraggio
per il futuro. È possibile e doveroso.
Il Vangelo, che abbiamo appena ascoltato, ci aiuta
a vivere il nostro cammino di uomini e di discepoli
di Cristo Gesù: cammino nel quale si innestano le
vicende liete e tristi dell’esistenza. Nel malato di
lebbra che si accosta al Signore, infatti, è facile vedere
in contro luce ciascuno di noi: sì, perché, se siamo
sinceri con noi stessi, riconosciamo che tutti siamo
un poco malati. Distorsioni concettuali, schematismi
manichei, pregiudizi ostinati, ferite antiche e nuove,
ci rendono poco o tanto come il lebbroso bisognoso
del medico, quello dell’anima. L’uomo colpito dalla
malattia si accosta a Cristo chiedendo la guarigione
del corpo, ma – ottenutala – si rende conto che il
Maestro lo ha sanato non solo fuori, ma anche
dentro, nella profondità del suo essere. Gli ha ridato
quella salute interiore senza la quale anche una vita
efficiente e piena di successo non regge al giudizio di
una coscienza retta e vera; potremmo anche dire, non
regge di fronte allo scorrere inesorabile del tempo,
alle asperità e ai colpi della vita che si abbattono
sui singoli come sulle comunità e sul mondo. Non si
tratta – lo sappiamo – solo delle circostanze infelici
o difficili che punteggiano il cammino di ognuno,
ma della condizione di universale fragilità che è
l’impasto stesso dell’essere umano e del cosmo, la
sua costitutiva finitezza, l’impossibilità di essere fini a
se stessi e bastevoli per la propria felicità. Il Vangelo
ci ricorda, dunque, l’affascinante paradosso umano
che si intreccia di nobiltà e di miseria, di forza e di
debolezza, di temporalità e di tensione all’eterno,
di vita e di morte. Il mistero, e a volte il tormento
che siamo, sospinge lo sguardo dell’umanità verso
l’alto, si fa voce e – come il lebbroso del Vangelo –
invoca la salvezza, e quella felicità che cerchiamo
disperatamente senza riuscire a trovarla appieno e
per sempre.
Cari Fratelli e Sorelle, siamo qui per pregare per
quanti sono segnati dalla sciagura; ma anche per
riflettere e diventare più pensosi circa l’umana
condizione, la nostra finitezza, e così crescere nella
sapienza del cuore e della vita. Il Signore Gesù tocchi
l’anima di tutti e, mentre conforta i tribolati, ci doni la
sua luce.
S.E. Card. Angelo Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
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NAZIONALE
I marittimi: profeti inconsapevoli di un mondo nuovo
Non vogliamo certo enfatizzare questo mondo tutto
speciale e particolare né assurgere agli altari la gente
di mare. Ci conosciamo bene tra di noi e sappiamo
le nostre debolezze e fragilità che sono comunque
diverse dai tanti luoghi comuni che ci attribuiscono
quanti si fermano alla mera apparenza. A bordo,
in particolare, risaltano sempre le cose positive, ci
si concentra, nel dolore della distanza degli affetti,
sulla diversità percepita come arricchimento e non
come disuguaglianza.
Potrebbe sembrare una piccola cosa ma è “l’uovo
di Colombo”, “la rivoluzione copernicana” del primo e
ultimo atteggiamento che abbiamo di fronte all’altro.
Cogliere il prossimo come un “bicchiere mezzo
pieno” sgombra la mente dai pregiudizi e consente
di conoscere e farsi conoscere come si è realmente,
senza le infrastrutture e le maschere che spesso
si usano a terra. Non sarà forse virtù ma il proprio
“io”, che è obbligato a passare i prossimi 6 o 12
mesi con persone di cultura, lingua ed etnia diverse,
si sforza di scoprire i motivi, le ragionevolezze di
questa convivenza anziché fermarsi a criticare le
differenze.
D’altra parte, mentre a terra si dice che il mare
divide una nazione da un’altra, i marittimi scoprono
un mare che “unisce” i continenti e grazie proprio
al loro lavoro che “tesse una invisibile trama sulle
acque di unità tra i popoli del mondo”.
La stessa “tolleranza religiosa” che faticosamente
viviamo a terra è reale condivisione di spiritualità
per gli equipaggi. Non ci si vergogna di nulla; né
delle cose di cui si dovrebbe arrossire né di quelle
intime, ma insieme così belle, come il dono della
Fede. Il popolo del mare è veramente un “popolo
che cammina sugli oceani” e condivide ogni cosa
con la generosità del viandante che fa un pezzo di
strada con gli altri. La propria Fede non si mischia
né tantomeno si irretisce contro le altre, ma è una
Fede capace di dialogo, vero, sincero e di reale
comunione. Si prega insieme, ci si benedice gli uni
gli altri e ciascuno lo fa nel Nome del proprio Dio.
Se è vero, come è vero, che il marittimo, da
sempre, ha vissuto le problematiche e le positività
della globalizzazione lunghi secoli prima della
“globalizzazione mondiale”, è altrettanto vero
che oggi, con grande umiltà, ma soprattutto
inconsapevolezza, diventa profeta del mondo
nuovo.
Mi ripeto nel dire che le virtù del marittimo non
sono innate. Non ci troviamo di fronte a dei santi. La
gente di mare è virtuosa per motivi ambientali, per
necessità, ma è virtuosa in modo genuino anche
se, appunto, inconsapevole. L’umiltà, spesso,
al marittimo l’abbiamo imposta noi che da terra
lo giudichiamo, lo lasciamo spesso solo quando
transita nei nostri porti; noi che ci soffermiamo
su quanto ci divide e che non andiamo al di là
delle semplici apparenze di una tuta sporca del
grasso della sala. Umiltà che, spesso, proviene
dall’ignoranza di essere un tale dono che è spesso
un dono invisibile, perché nascosto dalle lamiere
delle navi.
Ecco come succede che chi avvicina queste
comunità di bordo rimane affascinato da tanta
“condivisione” reale ed autentica. Nemmeno
si trattasse di comunità religiose che vivono in
nome della fraternità! Eppure, involontariamente,
i marittimi sono figura di un mondo futuro in cui
etnie, culture, religioni e lingue convivono, lavorano
e trovano anche il tempo e il desiderio di stimarsi
e di apprendere gli uni dagli altri. Forse, le stesse
persone, una volta a terra, si comporteranno
diversamente, ma rimane “il bicchiere mezzo pieno”
di questa profezia, nascosta ed insieme visibile.
Presagio reale e archetipo tangibile, raggiungibile
ed imitabile di un popolo, forse del futuro, ma
certamente di un “popolo nuovo”.
Don Giacomo Martino
Direttore Apostolato del Mare Italiano
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NAZIONALE
Donne ... on board
Donne in carriera. Donne forti. Donne che sfidano gli
stereotipi. Donne che scelgono una professione che
solo fino a pochi anni fa era esclusivo appannaggio
maschile: il lavoro marittimo.
Oggi, in virtù di fattori di mercato relativi alla
mancanza di ufficiali ed a fattori connessi alla loro
promozione strategica nel mercato del lavoro,
le donne marittime hanno recentemente attirato
una maggiore attenzione: l’International Maritime
Organization (IMO) ha lanciato a tal proposito delle
campagne di impulso al reclutamento delle donne
marittime, e la mancanza di ufficiali ha incoraggiato
molti armatori ad assumere donne a bordo.
Ciò nonostante, la comunità di donne marittime
rimane molto esigua: l’International Labour
Organization (ILO) stima una presenza femminile
pari al 2% del totale del personale imbarcato, stimato
in 1,25 milioni di marittimi nel mondo. In Italia, invece,
la presenza delle donne a bordo raggiunge l’1,2%
del totale degli equipaggi (1998), contro il 4,2% in
Germania (2001), l’8,3% nel Regno Unito (2000),
oltre il 10% in Danimarca (1997) e Norvegia (2001),
e addirittura il 23,3% in Svezia (1997).
Un altro dato interessante riguarda la percentuale
di donne ufficiali: solo il 7% delle donne marinaio
è costituito da ufficiali, contro il rimanente 93% di
semplici marinai. In confronto il 42% degli uomini
sono ufficiali, il 58% marinai.
Eppure, qualcosa sta cambiando: se ancora oggi,
infatti, la maggior parte delle donne marinaio è attiva
nel settore alberghiero delle navi da crociera, dove
spesso svolge mansioni subalterne (Wu stima che il
19% del personale impiegato sulle navi da crociera
sia costituito da donne, impiegate principalmente nei
servizi di accoglienza degli ospiti - 34%, dipartimento
cabine - 23%, sezione bar e ristorazione - 20%), va
diffondendosi la presenza femminile tra gli ufficiali,
sulle navi tanto mercantili quanto passeggeri.
Rispetto alle navi passeggeri, l’esperienza di una
donna a bordo di una nave mercantile, dove risulta
quasi sempre la sola in un gruppo di 15/20 uomini, è
più complessa: vi sono studi che dimostrano come le
donne marittime debbano fronteggiare sfide peculiari
a bordo delle navi cargo; se infatti la vita a bordo può
essere descritta come forma di “istituzione totale”,
che implica sia per gli uomini che per le donne un
conformarsi ad un’identità collettiva di ‘marittimi’
nella vita di ogni giorno, e che, in termini generali,
si caratterizza per l’enfatizzazione di aspetti molto
mascolini del comportamento, in questo contesto
le donne marittime si trovano a mettere in atto varie
strategie per la gestione della loro identità di genere,
che si adatti alla vita a bordo, ma anche nei periodi
di vita a terra, quando fanno ritorno alle loro case.
Le donne devono adeguarsi al mondo maschile
del bordo, spesso modificando le loro apparenze
ed attitudini da femminili a maschili. Ogni volta
che le donne marittime sbarcano o re-imbarcano,
esse cambiano in maniera flessibile le strategie di
gestione della loro identità, che risultano quindi
fluide, piuttosto che fisse. Nel perseguimento di ruoli
di genere diversi tra “bordo” e “terra”, si crea una
vera e propria dicotomia nella determinazione della
strategia di gestione dell’identità da adottare, in bilico
tra mascolinità (a bordo) e femminilità (a terra).
Si tratta di problematiche molto complesse, qui solo
accennate, e sorprende il numero ridottissimo di
studi e ricerche nel campo dell’impiego di personale
femminile a bordo delle navi. L’Apostolato del Mare
ha in programma la redazione di una monografia
dedicata alle donne marittime, a partire da quelle
che i volontari Stella Maris incontrano nei porti
italiani. La monografia, che mira ad accrescere la
conoscenza su un settore scarsamente indagato e
su cui permangono rappresentazioni stereotipate,
avrà come focus l’indagine delle motivazioni e delle
aspettative che spingono una donna a navigare,
e come esse si sono eventualmente modificate e
riadattate nel corso degli anni trascorsi a bordo.
Olivia Zaina
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NAZIONALE
Navi ... soprattutto persone
Le navi abbandonate. Diciassette casi negli ultimi quattordici mesi
Non accenna a migliorare la situazione dei marittimi
abbandonati su navi in difficoltà nei porti italiani.
Negli ultimi 14 mesi abbiamo affrontato già 17 casi
di navi in difficoltà e di marittimi che rischiavano di
essere abbandonati o che, in molti casi, purtroppo
sono poi stati abbandonati dai loro armatori. Più di
400 marittimi sono stati coinvolti in queste situazioni.
La Stella Maris è intervenuta per assisterli, per
dare loro viveri, generi di prima necessità e tanta
amicizia, portando telefonini e una parola di conforto,
aiutandoli a resistere. Alla fine per moltissimi, oltre
300, c’è stata solo la soluzione del rimpatrio e anche
per questi l’Apostolato del Mare è stato presente
nell’organizzare e pagare il trasporto che li riportava
a casa.
La crisi dei trasporti marittimi, generata dalla
crisi economica mondiale, è peggiorata dalla
seconda metà del 2011, e non si vedono segni di
miglioramento in nessun settore. In molti casi le navi
continuano ad operare in perdita, cioè incassando
noli che non coprono tutti i costi, operativi e finanziari,
dell’armamento, ma questo è preferibile all’alternativa
del disarmo, in cui i ricavi sono nulli.
Si può quindi capire come, nel generale stato di
depressione del settore, le navi più colpite siano le
“carrette del mare” che sopravvivono ai margini del
mercato, quadrando i conti con uno sfruttamento
spinto al massimo degli uomini dell’equipaggio e delle
navi: gli uomini sono arruolati con paghe al di sotto di
qualunque minimo salariale e, il più delle volte, non
pagando nemmeno questo minimo, se non quando si
è costretti a farlo.
Vivendo le realtà di queste tremende situazioni
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di abbandono, non è difficile sentire dai marittimi
i racconti di storie che superano ogni peggiore
immaginazione: persone che non hanno mai visto
in vita loro nemmeno il mare che improvvisamente
vengono imbarcate (con certificati e documenti falsi!)
per fare dei lavori che non conoscono, su navi in
precarie condizioni, vivendo in compagnia di persone
con cui non riescono nemmeno ad intendersi, nella
totale mancanza di igiene, spesso di viveri per nutrirsi.
Sono situazioni al limite della schiavitù: dato che
molti di questi “marittimi” sono privi di documenti,
non possono muoversi; se il Comandante della
nave non lo consente, di fatto, li tiene prigionieri a
bordo. Non ricevono i soldi e non possono tornare
a casa, perché non hanno alternative di un lavoro
nel Paese d’origine. Stanno sulla nave, dove non si
fa nessuna manutenzione, sapendo che, nel migliore
dei casi, rischiano in qualunque momento di fermarsi
in mezzo al mare per un’avaria o perché non hanno
più carburante.
Per fortuna ogni tanto ci rincuora il fatto che la nave
e i suoi marittimi riescono alla fine a ripartire, anche
grazie all’aiuto che hanno dato i volontari della Stella
Maris. Chi non ha vissuto questi momenti non può
apprezzare del tutto la grande gioia che i marittimi
provano quando finalmente la loro nave ricomincia a
muoversi: per loro significa sentirsi di nuovo persone
attive, valide, con un lavoro; vuol dire che vanno a
casa, che rivedranno i loro cari.
Forse sono riusciti con pressioni varie a costringere
l’armatore a pagare un po’ di quanto deve loro, forse
la nave ha imbarcato un carico di viveri e bunker per
arrivare nel porto di destinazione e, con un po’ di
fortuna, il maledetto motore la smetterà di rompersi
tutti i momenti.
Che gioia per tutti quando, dopo un anno di sosta
nel porto di Gioia Tauro, la nave TIGER è finalmente
ripartita. I marittimi, che erano ormai allo stremo
delle forze, esauriti da un’attesa senza fine, sono
rinati. Che ansia quando dopo pochi giorni la nave
si è rifugiata ad Augusta, in avaria, di nuovo con il
motore rotto. Poi è arrivato un rimorchiatore e la
nave è ripartita, alla minima velocità e fermandosi
qualche giorno a Malta, per fare le riparazioni che
consentivano di riprendere il viaggio verso casa,
dove infine è arrivata qualche giorno prima di Natale.
Per i volontari di Gioia Tauro, che per un anno hanno
seguito queste persone, è stata una festa.
Paolo Cavanna
NAZIONALE
News on Board: il Paese sulla nave
Quattro nuove lingue, più informazioni per i marittimi e le “Maritime News”!
Tutto è cominciato più di 10 anni fa quando i
volontari dei Centri Stella Maris preparavano una
piccola rassegna stampa da portare ai marittimi a
bordo, per tenerli aggiornati su ciò che accadeva
sulla terraferma. L’iniziativa nel corso del tempo
si è perfezionata fino ad arrivare a oggi, all’invio
quotidiano di una raccolta di notizie, in 16 lingue
differenti.
A oggi, un team di quattro persone, supervisionate
dall’ufficio della Federazione Nazionale Stella Maris,
redige una raccolta delle principali notizie, dal lunedì
al sabato, in 12 lingue diverse, e dal mese di marzo
2012 le edizioni arriveranno a 16! Infatti, una grande
novità è l’inserimento di tre nuove edizioni giornaliere
nelle lingue: tedesca, spagnola, serba e croata.
Dal crescente numero di richieste di registrazione a
questo servizio e dall’esperienza acquisita, abbiamo
sviluppato la proposta di inviare le edizioni delle News
on Board (NoB) direttamente agli indirizzi mail delle
navi: possiamo spedire le NoB alla nave via satellite
e l’equipaggio scaricherà le edizioni gratuitamente.
Sottolineiamo che questo è un servizio dedicato agli
equipaggi e non ai passeggeri. Come ormai noto, le
edizioni, ciascuna di quattro pagine, sono suddivise in
aree geografiche/linguistiche e comprendono: notizie
dal mondo; notizie relative al Paese di riferimento;
notizie sportive, il versetto biblico giornaliero e, al
venerdì, il Vangelo della domenica successiva. Da
qualche mese abbiamo aggiunto anche il valore
di cambio (aggiornato alle ore 9 di ogni giorno) tra
dollaro ed euro, certi che sia un ulteriore servizio ai
marittimi.
Un’altra novità è l’inserimento di una piccola notizia
finale relativa al mondo della Stella Maris: viene
inserita il lunedì e il giovedì, in inglese per tutte le
edizioni. È un modo per dare ai marittimi i riferimenti
dei nostri Centri, dove sono, quando sono aperti ecc.
Le NoB sono in continua evoluzione, grazie non solo
alla tecnologia, che ci aiuta a scrivere nelle lingue
parlate dai marittimi, ma anche ai suggerimenti che
la Federazione riceve sia da parte dei marittimi sia
dai tanti volontari che ogni giorno si recano a bordo
delle navi.
Le News sono scaricabili dal sito internet www.
stellamaris.tv, previa registrazione, oppure, come
detto, inviate via mail alle navi che ne hanno fatto
richiesta.
Ma non è tutto: dal 22 marzo parte una nuova
pubblicazione. Una volta al mese metteremo a
disposizione le “Maritime News”, cioè una raccolta
di notizie sul mondo marittimo, che potranno essere
scaricate sempre dal nostro sito web, con le stesse
modalità delle News On Board.
Certo non possiamo non evidenziare l’enorme
sforzo economico che la Federazione sta cercando
di sostenere: sta infatti impiegando molte risorse
per mantenere il servizio e il team che si occupa di
preparare tutte le edizioni.
Si richiede quindi, a chiunque potesse, un contributo
per aiutarci in questo importante progetto. È bene
ricordare che le NoB e le Maritime News sono un
servizio gratuito offerto ai marittimi, che non vuole
entrare in concorrenza con altri servizi “press” a
pagamento. Le donazioni potranno essere fatte
tramite versamento con CC postale e CC bancario.
Saremo grati se nella causale del versamento
indicherete la dicitura: “Donazione per NoB.”
Per
qualsiasi
informazione
scrivere
a
[email protected] oppure telefonare al
num. 010 8938374.
Conto Corrente Postale intestato a:
Federazione Nazionale Stella Maris
N. Conto: 99723553
IBAN postale: IT83D07601014000 00099723553
Conto Corrente Bancario intestato a:
Federazione Nazionale Stella Maris
c/o Banca Prossima
Cod. IBAN: IT 28 B 03359 01600 1 000 000 60359
Marta Orselli
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NAZIONALE
Premiazione a don Giacomo Martino da Wista Italia
Genova, 1° dicembre 2011, la consegna del premio
al Direttore dell’Apostolato del Mare
L’associazione Women’s International Shipping &
Trading Association (WISTA) Italia ha riconosciuto
il “Premio Personalità dell’anno 2011” a don
Giacomo Martino, in qualità di direttore nazionale
dell’Apostolato del Mare Italiano.
Le socie dell’Associazione Wista Italia, insieme
al loro Presidente, la Dott.ssa Daniela Fara, hanno
scelto di conferire il premio all’Apostolato del
Mare per l’impegno da sempre profuso a favore
dei marittimi e della Gente di Mare, e rivolto ai
bisogni dei più disagiati. La cerimonia si è svolta
a Genova il 1° dicembre 2011.
I casi di abbandono di navi con equipaggi a
bordo da parte di armatori senza scrupoli - ha
ricordato Wista Italia - è un dramma ricorrente, e
purtroppo il più delle volte nascosto nel panorama
del trasporto marittimo. Grazie all’Apostolato del
Mare e ai volontari Stella Maris, è stato possibile
intervenire in termini di solidarietà e accoglienza.
L’associazione Wista ha ricordato come le
attività di ship visiting dei volontari svelino talvolta
situazioni ai limiti della sopravvivenza. Impossibile
non evidenziare che, con la crisi economica
degli ultimi tempi, le richieste di solidarietà e di
intervento si sono moltiplicate e, quasi fosse un
copione, i casi estremi di equipaggi abbandonati
si verificano con le stesse modalità. Considerando
le conseguenze difficili e disumane in cui vengono
a trovarsi i marittimi, l’Apostolato del Mare non ha
esitato ad intervenire anche nei casi di pirateria
e quindi sequestro di molti marittimi, non solo
italiani.
Nel corso della serata, il Direttore dell’Apostolato
del Mare ha voluto ricordare anche Raina
Junacovic, moglie dell’ufficiale marconista morto,
insieme ad altre 30 persone, nel naufragio della
Seagull nel 1974. La sua battaglia contro gli
armatori ombra è durata tutta la vita, ed è anche
grazie a lei se oggi i marittimi viaggiano più sicuri.
Ammiraglio Pierluigi Cacioppo
Venerdì 24 febbraio si è tenuto a Roma il cambio
della guardia al Comando Generale delle Capitanerie
di Porto, con il passaggio tra l’Amm. Ispettore Capo
Marco Brusco e l’Amm. Ispettore Capo Pierluigi
Cacioppo. Quest’ultimo, nel suo intervento durante
la cerimonia di avvicendamento, ha parlato “delle
eccezionali qualità professionali e morali di tutte le
componenti delle Capitanerie di porto e lo spirito di
collaborazione con le istituzioni dello Stato e con le
altre forze armate e di polizia”.
Dall’Apostolato del Mare giungano all’Ammiraglio
Pierluigi Cacioppo gli auguri più sentiti.
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1/2012
Stella Maris News
Our new review Stella Maris News is born
Continuing our glorious past and turning our
eyes to the future, this review is enriched by the
experiences of the past years, and wants to give
a better response to the challenges of the present
times having in mind always the welfare of seafarers
and of the people around them.
The Apostleship of the Sea is born from the
Apostleship of the Prayer, whose symbol is Jesus
Christ’s heart: that’s why we believe that our
pastoral work needs not only volunteers, but also
a contemplative “sector”, so that our welcome in
the Stella Maris’ Centers can be a real ecclesial
hospitality, offering a “Home away from home”. I
demand first of all to myself to “waste” time praying!
If we would live “as if God would exist”, we would
spend more time in prayers for the seafarers, for
their families, for the Apostleship of the Sea. And
when we think there’s nothing more we can do for
seafarers, going to Chapel and praying for them will
be the best way to spend time!
The Italian Federation Stella Maris expresses
the will of the Catholic laity to be an active part of
the Apostleship among the seafarers. A common
national progression made also in the organizations
is the way to implement an intervention of effective
solidarity between the different Stella Maris’ Centers
and the Italian ports.
After many years of absence, today, thanks to
the commitment of Fr. Giacomo Martino, National
Director of the Apostleship of the Sea – Italy,
many ports have finally a presence of the Church,
dedicated to the thousands of seafarers visiting our
ports. Foreign in every port, they’ll find chaplains and
volunteers ready to welcome them, helping them to
get in touch with families and to pray together.
With these lines, I want to thank here all the people
who are supporting us, our Bishops, our Chaplains,
our volunteers, the Italian Coast Guard and all the
maritime cluster.
The Apostleship of the Sea wants to be a bridge
between the Church and the maritime world, made
of people living away from their homes, isolated from
the world. The maritime industry is very dynamic but
shows very little attention to the needs of the people
working in it. The technological innovation produces
bigger ships, smaller crews, turnaround times for
ships in port dramatically reduced. This causes
problems for seafarers’ lives and health, particularly
psychologically. Development can’t be considered
as made only of economic aspects, it demands too
special care for the human side, in its integrity, in
the spirit of solidarity.
Stella Maris is the beacon which shows the right
way.
Who we are:
Let’s give voice to seafares!
The Italian Federation Stella Maris collects
together the Stella Maris Associations federated,
and supports its members by:
• Message left in Stella Maris Center – Porto
Nogaro
M/v “Hatice” – 22/06/2011
“I want to express my deep gratitude to you and
to the volunteers in Genoa, for the way they help
us in 2009. God bless you!” – Vasif (Azerbaijan
seafarer abandoned on board a ship)
• Providing training for the new volunteers (with
the possibility to achieve the Ship Welfare Visitors
certification, recognized by the International
Committee on Seafarers’ Welfare);
• Supporting the new Centers with their “start up”,
providing training and know how;
• Arranging insurance available, to fulfil the
insurance obligation towards the volunteers;
• Offering supply contracts already stipulated,
for services like phone cards, Internet, money
change, money transfer, etc.
• Publishing 6 days a week the “News on Board”
for seafarers (see related section).
• Messages left in Stella Maris Center – Genoa:
M/v “SCL Basilea” – 02/03/2011
“Sweet and nice place of the Genoa. We had a
great full service.” – All crew.
M/v “Miramis” – 11/01/2012
“God bless us all. Have a safe voyage.” – Prisco,
Alexander, Henry, Rhenette.
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1/2012
Stella Maris News
A new Brand!
Our Lady Sea Star embraces the People of the
Sea!
This is the strong conviction we want to express
through the new logo of the Italian Federation Stella
Maris. The logo appears for the first edition of this new
review. The choice has been to include in a single
symbol our origins and our community of intentions
with the Apostleship of the Sea – Italy and with the
Stella Maris’ Centers. Representing our Lady almost
lifting the ship from the waves, surrounding her cloak
around the ship, it’s a reminder of the feeling of trust
in Mary Sea Star, common to all the people.
Moreover, the inclusion in the symbol of the cargo
ship reminds to everyone, including the people who
ignore the reality of our action, the importance of the
human cargo carried onboard the ships, a cargo who
must be welcomed, protected, and embraced, like
and more than the goods.
Project “News on Board”
News on Board (NoB) is the service offered free of
charge to all seafarers by Italian Federation Stella
Maris (IFSM). Since the beginning it has been very
much appreciated by all users; it is distributed by
Stella Maris’ centers in Italy and abroad and also by
other associations dealing with seafarers welfare
in many world ports. NoB can be distributed also
to all ships which subscribe the service. All ships
visitors can get it from the website www.stellamaris.
tv, downloading the 11 different editions issued
daily in the more common languages spoken by
seafarers calling in our ports (as ascertained by
the survey “The seafarers’ welfare” - 2009) and
printing them for distribution on board the ships
they visit. Moreover, we’re working to prepare 4
new editions (Spanish, German, Serb, Croatian)
plus a twice weekly “Maritime News” from the
shipping world in English.
Our News on board are published 6 days a week,
and the information contained in all the editions is of
high quality, taken from an international informative
network, whose reliability is guaranteed. NoB
provides the daily main news (up-to-date news,
international and local political news,...) and
also some sports news, selected on the basis of
seafarers’ nationality. We add, in certain periods
of the year (Christmas, Easter, other special
days,...), some specific communications for the
crews.
From the growing number of request of registration
to this service and from the acquired experience,
we developed the proposal of sending every issue
of NoB directly to the ships’ email addresses.
Provided we have the email address of the ship,
we can send NoB by satellite communication to
the ship and the crew will download NoB freely.
We wish to underline this is a service dedicated
to seafarers and not to passengers. NoB offer to
seafarers a daily up-to-date source of information,
in many different languages, so they can feel
closer to their home and they can be in touch with
the daily situation of their own countries.
Interview with Eugenio, Ship Visitor in Porto Nogaro
Why did you decide to become a Stella Maris’
volunteer?
I chose Stella Maris because I already had
previous experiences as volunteer, and I’ve
been involved in this reality by a friend of mine.
Becoming part of this organization, I’ve been able
to understand better seafarers’ life and troubles,
which I partly experienced when I sailed, an
experience difficult to explain to the people
outside.
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Which were your expectations when you began?
I expected to be helpful, above all with my
knowledge of languages, since I can speak
Russian, and here, in Porto Nogaro, many crews
come from Ukraine and Russia.
Can you tell us a particular episode happened
during your voluntary service?
More than a particular episode, I’m still surprised
by the fact that seafarers at the beginning look
with suspicion to our service.
How are you welcomed onboard as ship visitor?
Even if sometimes at first seafarers treat us with
a certain suspiciousness, as I said before, usually,
after a while, we are welcomed with a smile.
Stella Maris News
Prayer read during a Mass offered for the repose
of the soul of Concordia shipwreck victims
Invocation to Mary
O Mary,
that through the centuries you have been called:
Star of the Sea and Mother of sailors
in this tragic moment for the Italian and
international maritime world,
we, people of the sea, once again turn to you
to plead your mother’s help.
Mary, Star of the Sea,
we want to entrust you the victims of this tragedy,
welcome them into your arms
and bring them to their Creator and Father
that they will receive the eternal reward
for the good they did in their life.
We want to recommend you also the relatives
of these victims, wipe away their tears,
give them comfort and assurance that one day
they will again embrace their loved ones
in an endless life.
Mary, Mother of sailors,
we want to pray for the missing ones
and their families.
Sustain them in this distressing waiting
full of hopes, doubts and uncertainties.
If their fate is already done,
promote the discovery of their bodies
so that their loved ones will have a grave
where to lay a flower.
Mary, Star of the Sea,
in this tragedy, many are those
who have been injured in the body
and the spirit, especially children.
Reinforce them with your motherly care
so that they can soon return to embrace
their loved ones and be back to normal life
without trauma or fear.
Mary, Mother of sailors
on behalf of all survivors we wish to thank you
for all the lives that were saved,
for the commitment and generosity of the crew,
of the volunteers and of the civil
and military authorities.
Bless the people of the Island of Giglio
who did not hesitate to open the doors of their homes
and their hearts to provide
immediate assistance to survivors.
Mary, Star of the Sea
There are many controversies, debates
and accusations surrounding this tragedy.
While we do not feel to condemn anyone,
we ask for justice
objectively analyzing the events,
identifying the personal responsibilities
while respecting people and the law
without seeking the scoop or sensationalism.
Mary, Mother of sailors
we implore to cover with your maternal cloak
all those that for any reason are out at sea,
protect them from all dangers,
and always guide them to a safe harbor.
In particular, we would like to entrust to you
the undocumented immigrants who rely on the sea
to sail towards a better future,
and often disappear beneath the waves of the sea
with no fuss and no one talking about them.
Mary, Star of the Sea,
finally support with your sanctifying grace
all of the AOS chaplains and volunteers,
so that they can continue to do their mission
of welcoming and of spiritual and material
assistance to all seafarers regardless of race, creed
and nationality and ensure
that the Stella Maris Centers
around the world can always be
a home away from home
and offer shelter, hope and comfort
22nd January, Genoa
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Stella Maris News
Becoming a volunteer!
Why choosing to be a volunteer with Stella Maris?
It’s the way to discover seafarers’ life conditions
and to know more about the themes regarding
the meeting of these invisible people in the Italian
ports. With practical activities, like ship visiting,
welcoming seafarers in the Stella Maris’ centers,
knowing the port area, the volunteers can meet the
seafarers’ world, and their hard conditions of living
and working.
It is also an experience useful to reconsider our
choice of doing volunteer work, looking at it “from
the sea perspective”. It is an occasion to discover
new and amazing types of volunteer work, suitable
for who wants to open up new horizons.
An universe of cultures, religions, nationalities,
hopes, environments to be explored: a unique
opportunity to become part of an international and
professional world, often unknown.
We’re looking for…
…persons who want to know the seafarers’ reality
and to commit themselves to welcome seafarers…
even for 2 hours a week!
…persons able to speak English at least at a
basic level…
…persons who think that the volunteer service
can be passion and profession!
If you are interested, please mail to
[email protected]
Work in progress ... A new research about the seafarers’s world!
Dear seafarers,
during the next weeks you will be asked by Stella
Maris’ volunteers to fill a survey regarding your life
conditions onboard and your opinion about the portbased welfare services.
The information, collected through this anonymous
survey, will be used to update our previous research
“The seafarers’ welfare”, published in 2009. The new
research tries to investigate how the world economic
crisis has affected the number of seafarers in transit
in the Italian ports. Moreover, the aim of this work is
to understand if the port-based welfare services has
increased and improved since 2009.
A great attention will be given to study in depth two
phenomena which are escalating, and becoming
more frequent and widespread: on the one hand,
abandoned ships and seafarers; on the other hand,
maritime piracy.
Finally, we underline that all the data will be treated
in compliance with the Italian Legislative Decree
n. 196/03: they will become property of the Italian
Federation Stella Maris, and used only for research
purposes.
We kindly ask you to support us contributing to the
success of this survey! Thank you in advance for
your cooperation!
How you can help ...
You can help us to deliver to the seafarers in need a wide range of programs whenever and wherever we
can make a difference.
You can make a donation using the following details:
Bank Account:
Postal Account:
Federazione Nazionale Stella Maris
No. 99723553
Federazione Nazionale Stella Maris
At the Bank: BANCA PROSSIMA
IBAN CODE: IT 28 B 03359 01600 1 000 000 60359
BIC: BCITITMX
Your donation allows us to continue working to help seafarers!
For more information, please don’t hesitate to contact us!
Tel + 39 010 8938374
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Mail: [email protected]
CENTRI E CAPPELLANI
Livorno, don Luciano è il nuovo cappellano
Nel Motu Proprio Stella Maris Giovanni Paolo II
raccomandava ai Vescovi di garantire un sacerdote
che in forma stabile si potesse prendere cura della
“gente di mare” presente in ogni porto. Al porto di
Livorno da poco è stato nominato don Luciano
Cantini: di seguito riportiamo la sua testimonianza
all’indomani dell’assegnazione dell’incarico.
«Livorno è una città portuale, e il nostro porto nella
panoramica nazionale è certamente uno dei più
importanti, ogni anno vi transitano circa 650.000
marittimi di tutte le nazionalità. È davvero il mondo
che è rappresentato su una piccola striscia di terra
lungo il mare, ma separata dal resto del territorio,
un luogo “sospeso”, una terra di confine in molti
sensi, quasi un “non-luogo”. Il porto è una porzione
del nostro territorio, che da un lato ha il mare che è
“altro” rispetto alla terra ferma: il mare è immenso,
sconfinato, ma, da sempre, luogo di comunicazione
e di trasporto. Le navi portano persone e merci, ma
anche i propri confini di acciaio che nascondono una
comunità di persone, una piccola società che vive,
lavora; oltre i confini delle paratie, il marittimo scorge
il suo paese e la famiglia amata, ed il porto dove
poggiare i piedi per terra ed allacciare i rapporti con
il resto dell’umanità e le persone amate.
Ma non è così, perché all’altro lato del porto ci
sono i cancelli, che non sempre sono superabili a
causa delle leggi internazionali di sicurezza; capita
anche che, per alcune nazionalità, non sia concesso
neppure di poggiare i piedi sulla banchina. Ecco
perché ho detto che il porto è quasi un “non-luogo”,
perché non appartiene al mare, ma neppure al
territorio che lo circonda.
A fronte di queste condizioni, l’Apostolato del
Mare si adopera per permettere il superamento
di questi confini, che, oltre ad essere reali, sono
anche psicologici. I confini rimangono tali anche
quando i marittimi sostano in un porto per qualche
ora e sembra che tutte le strade di comunicazione
diventino aperte… confini che si portano dentro
anche tornando a casa, sulla terra ferma, nella
famiglia amata che ogni volta trovano cresciuta
e diversa. L’Apostolato del Mare, con i suoi Centri
Stella Maris ed i suoi volontari, va incontro a questa
moltitudine multietnica per offrire il “benvenuto”.
“Ero straniero e mi avete accolto” dice il Vangelo:
è l’invito ad un cambiamento della relazione. Da
indifferente a interessata, da superficiale a profonda,
da burocratica ad amichevole, da affrettata a
paziente, “partecipa” dell’altro, della sua fragilità, dei
suoi problemi, cambia il nemico in amico, lo straniero
in concittadino, il diverso in uguale...
Concretamente, la Stella Maris di Livorno offre
il servizio di visita a bordo. La visita, sempre
graditissima, è una ventata di umanità in una comunità
ristretta; si scambia qualche parola, si ascolta molto:
è una “pastorale in cinque minuti” per offrire sostegno
e coraggio, condividere un pensiero o una preghiera,
percepire i bisogni e trovare una qualche soluzione.
Il secondo aspetto è il “Centro Stella Maris”: un locale
oltre il Varco Valessini dove il marittimo trova degli
amici, una piccola cappella, una TV, dei computer, la
linea WiFi, i telefoni con cui parlare a casa.
La figura del prete, in questo contesto, dovrebbe
essere l’anima dei volontari, quello che offre lo stile e la
qualità della accoglienza, che diventa testimonianza
cristiana. Le richieste più frequenti sono per il
Vangelo (abbiamo un’edizione multilingue), il rosario
e le immaginette con le preghiere. Il Prete, quando
sale a bordo, ha sempre una parola da spendere
ed una preghiera da condividere, e questo avviene
anche con marittimi di altre fedi. A tale quotidianità,
si aggiungono le occasioni della celebrazione
della Messa a bordo in particolari occasioni, della
confessione, della benedizione di una nave…
Il prete da solo, però, può fare poco. Occorrono
volontari che si appassionino a questo “rapporto”
nuovo con tanta gente così diversa e ricca di umanità,
come la Gente di Mare.»
Don Luciano Cantini
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CENTRI E CAPPELLANI
SOS - See Over the Sea
Livorno e Piombino, quando il volontariato diventa cuore aperto
Ha preso avvio lo scorso 9 febbraio 2012 il Corso
di formazione al volontariato “SOS - See Over the
Sea”, organizzato dall’Associazione Stella Maris di
Livorno insieme con la Stella Maris di Piombino, al
Comitato locale per il Welfare della Gente di Mare di
Livorno e alla Federazione Nazionale Stella Maris,
con il contributo del Centro Servizi Volontariato
della Toscana. Si tratta di un corso di formazione al
volontariato nel settore dell’accoglienza ai marittimi
in transito nei due porti di Livorno e Piombino.
Negli incontri svolti finora, sono state affrontate
varie tematiche: dopo un’introduzione generale
sulle motivazioni al volontariato, ossia i valori che
soggiacciono alla scelta del volontariato, la dicotomia
tra cooperare e competere, la relazione d’aiuto e
di fiducia tra il volontario e l’Altro, si è passati ad
approfondire, insieme con Ivan Bruno, Ufficiale della
Capitaneria di Porto di Livorno, la gestione degli
aspetti di safety e security dentro il sistema portuale.
Successivamente
sono
state
affrontate
numerose questioni che, a vario titolo, influenzano
l’accoglienza dei marittimi, con specifico riguardo
alle visite a bordo: dalla normativa contenuta nella
Maritime Labour Convention 2006, alle bandiere di
convenienza, dall’ISPS Code alle navi abbandonate.
Sono stati poi illustrati i servizi che vengono offerti ai
marittimi nei Centri Stella Maris, in Italia e nel mondo,
che rendono riconoscibile quella che viene definita
“La casa lontano da casa”, e che corrispondono ai
principali bisogni espressi dai naviganti. Proseguono
anche le lezioni di lingua inglese, declinate come
“inglese marittimo”, funzionali cioè alle necessità
del volontario Stella Maris, che apprende come
comunicare correttamente a bordo delle navi e con
i marittimi.
Uno degli elementi più significativi emersi dalle
prime lezioni del corso (che proseguirà nei prossimi
mesi, per concludersi con un evento finale previsto a
Livorno per il 7 settembre 2012) è stato il progressivo
rinsaldarsi del gruppo dei partecipanti: si tratta di un
insieme di persone con background molto variegati,
ma la curiosità verso l’ambiente porto, l’apertura
all’Altro, il desiderio di esprimere solidarietà nei
confronti degli invisibili del mare hanno costituito un
collante capace di creare un bel clima di affiatamento
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e condivisione.
Abbiamo chiesto agli iscritti la disponibilità a scrivere
qualche riflessione sull’esperienza formativa che
stanno vivendo:
“Prima di un mesetto fa non sapevo neanche
dell’esistenza dell’organizzazione Stella Maris e
della sua missione, ma devo ammettere che appena
mi hanno proposto questo corso l’idea mi ha subito
appassionato. La mia formazione è sempre stata
improntata su un indirizzo interculturale e sociale
e, da brava livornese, sono anche sempre stata
affascinata dal porto e dalla sua particolare realtà, così
l’idea di poter unire queste due passioni ed in più fare
qualcosa per una realtà altrettanto particolare come
è quella dei marittimi, mi ha subito entusiasmato. Il
corso è affascinante e non ha deluso le aspettative, i
formatori e gli altri rappresentati dell’organizzazione
di Livorno sono persone affidabilissime e da cui
possiamo imparare molto anche solo ascoltando
i loro racconti! Spero un giorno di avere anche io
altrettanto da raccontare!” Virginia
“Chi come me è cresciuto accanto ad un porto è
sempre rimasto affascinato da quell’atmosfera che
si respira varcandone l’ingresso. Facendo il corso
ti rendi conto però che l’attenzione è rapita dalle
navi e non dalle persone. Capire le nozioni tecniche
ed associarle alle normali esigenze dei marittimi
hanno evidenziato invece il ruolo delle persone
che ci lavorano e ne hanno amplificato la visibilità
offuscata a cose normali. La passione di chi opera in
Stella Maris è coinvolgente, e pensare di poter dare
il proprio piccolo contributo a questa operazione dà
una grande soddisfazione. Potrei dire che la “magia”
del porto si sta spostando nella consapevolezza del
duro lavoro che ci sta dietro.” Alessandro
“L’esperienza che stiamo facendo, nel frequentare il
CENTRI E CAPPELLANI
corso di formazione, è sicuramente positiva per tanti
motivi:
- il gruppo che si sta formando è vario e, proprio nella
sua varietà, si apprezza la ricchezza dello scambio
nella crescita comune;
- i docenti sono persone innamorate dell’aiutare il
mondo dei marittimi con competenza e dedizione
e le loro non sono certo delle “lezioni teoriche”, ma
certamente si apprezza il loro vissuto, la loro grossa
testimonianza di fede e al mondo di oggi ne abbiamo
bisogno!!
Grazie per ora e speriamo che tale esperienza possa
divulgarsi, l’Associazione della Stella Maris possa
essere più conosciuta da tutti specialmente in questa
città di mare.” Anna
“Cosa dire come aspirante volontaria della
Stella Maris? Se riesco ad arrivare fino alla fine
del corso, se riesco a superarlo, se riesco ad
essere accettata…a parte tutti questi se, sarei
molto contenta di occuparmi dei marittimi! Non
conoscevo questa realtà. É vero, ogni ambiente ha
problematiche che coinvolgono l’essere umano e gli
creano difficoltà, ma qui sono ancora più particolari
e pesanti. Un fatto mi ha indotto a riflettere. Durante
una lezione ci è stato spiegato come può succedere
che un marittimo, che si imbarca regolarmente,
possa diventare (senza colpa) “INVISIBILECLANDESTINO”, perciò perdere ogni diritto civile
senza nemmeno poter scendere a terra. Mi sembra
impossibile che nell’era della globalizzazione,
quando tutto è facile, ci siano situazioni del genere!
Se la società “civile” può tollerarlo (anzi non ne parla
nessuno) e la popolazione in generale lo ignora, io
non sono disposta a sapere e a non fare niente!
Non potrò cambiare le regole, ma almeno dare un
piccolo aiuto, essere un sostegno momentaneo,
farmi solidale e condividere con queste persone un
po’ della mia esistenza, tentare di comunicare con
loro l’affetto che unisce una famiglia, come fossimo
tutti parte di una grande famiglia. Credo proprio che
oltre alle cose materiali, tipo telefono, computer, ecc.
(essenziali per chi è lontano dai propri cari), faccia
piacere il rapporto umano: sono anziana e non potrò
fare tutto quello che vorrei, ma ho sempre fatto del
volontariato, ho sempre amato le persone senza
distinzioni, senza remore, senza giudizi, e se Dio è
d’accordo con me, vorrei provare a dare il mio povero
contributo ai marittimi!” Clara
“Seduti sulle poltrone di sala in conversazione, uomo
che stimo molto, semplice e accorto, argomento il
mare, gli uomini del mare. Ascoltare le sue parole
per iniziare a capire ed entrare dentro quel mondo
lontano.
Mi aggrappo a tutto, a vascelli, a mari in tempesta,
a vecchi mercantili, a navi di lusso, nei ricordi cerco
racconti letti o sentiti di uomini del mare ma tranne:
“Nostalgia al calar della sera”, Il Vecchio e il mare, il
Titanic, e tempo fa rimasi molto colpita dall’articolo
del “Venerdì” che riportava opere d’arte straordinarie
“Il silenzioso popolo del mare” - Museo Subacuàtico
de Arte in Cancun; e a questo punto non trovo altro,
la mia conoscenza sull’argomento è scarsa, lui mi
parla di lunghe navigazioni, di famiglie lontane, di
uomini lontani e io capisco di capire poco su questo
tema.
Un bel giorno mi si presenta l’occasione di iscrivermi
al corso della Stella Maris e qui devo dire che ho
incominciato a scoprire un mondo.
Sto cercando nell’universo i pezzi dispersi dell’anima
mia, questo è quello che provo quando ascolto le
parole di Olivia nei racconti dei naviganti, non è da
dove inizi che è importante, per partire basta iniziare
da un qualsiasi punto della terra e scopri la realtà
della tua vita che ti appartiene. È solo l’inizio di un
cammino fatto di piccole cose, di piccoli aiuti, ma di
presenza.” Antonella
“Sono partito con l’idea del corso già in cantiere,
e per essere sincero, vedevo maggiormente le
difficoltà, difficoltà sempre maggiori a mano a mano
che si avvicinavano le date programmate. Per quanto
ci siamo dati da fare le adesioni languivano. Poi qusi
allimprovviso si è formato il gruppo al di sopra di
ogni aspettativa, sia nel numero che nell’interesse
dimostrato.
Non è stato solo un interesse per gli argomenti ma
anche la volontà di comunicare ed il desiderio di
comunicarsi. In un clima così c’è da aspettarsi solo
cose belle ... è proprio vero che il Signore moltiplica
le nostre piccole cose e nel suo progetto ci fa scoprire
meraviglie.” Don Luciano Cantini
Grazie a tutti, per la passione e l’interesse che
traspaiono da queste parole. La consapevolezza, in
una società dove sempre più prevale l’individualismo
spinto, che vi siano ancora tante persone disposte
a spendersi per gli altri, fa emergere ancor di più
il valore prezioso di una relazione umana che si
instaura nell’arco breve di una visita a bordo o di un
colloquio al Centro Stella Maris.
Olivia Zaina
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1/2012
CENTRI E CAPPELLANI
“Il mare a scuola”
Un Progetto dell’Associazione Stella Maris Savona Vado
Dal 21 febbraio 2012 ha preso avvio il primo ciclo di
incontri con i ragazzi degli Istituti Secondari savonesi
che hanno aderito al progetto “Il mare a scuola”,
realizzato dall’associazione Stella Maris di Savona
grazie al contributo della Fondazione A. De’ Mari.
Il progetto, che vede coinvolta la maggior parte
degli Istituti Secondari della città di Savona, è rivolto
ai ragazzi delle classi terze, quarte e quinte, con lo
scopo di fornire un percorso formativo che presenti
la realtà dei lavoratori marittimi, motore dei nostri
scambi internazionali, attraverso un’attenta riflessione
sulle loro condizioni lavorative, umane e salariali, ed
un’approfondita analisi su tematiche importanti quali
bandiere di comodo (FOC – Flag of Convenience),
safety e security, normative ILO (International
Labour Organization) e IMO (International Maritime
Organization), navi abbandonate. Ogni percorso, per
ciascuna classe, prevede due incontri: nel primo viene
presentata la realtà del popolo del mare attraverso
attività interattive e di role playing , mentre nel secondo
incontro si porta in classe l’esperienza diretta dei
volontari che svolgono attività di ship visiting nei porti
di Savona e di Vado. Al termine dei due incontri verrà
organizzata una visita guidata nel porto di Savona e
presso la sala operativa della Capitaneria di Porto.
L’obiettivo di questo progetto, oltre a far conoscere
agli allievi la realtà della vita e del lavoro a bordo delle
navi, consiste nel coinvolgere i ragazzi nel mondo del
volontariato ed in particolare nell’accoglienza della
“gente di mare”.
Valentina Maffeis
“Il mare a scuola” anche a Genova
Anche l’Associazione Stella Maris di Genova
proporrà alle Scuole Secondarie di II grado un
percorso formativo sui temi dell’educazione alla
mondialità, declinati nel settore specifico del trasporto
marittimo. Il progetto, che si avvale di un contributo
della Provincia di Genova e che prenderà avvio nel
mese di marzo 2012, vuole presentare la realtà dei
lavoratori marittimi, attraverso la riflessione sugli stretti
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legami esistenti con le tematiche della globalizzazione
delle merci e dei trasporti, della sostenibilità dei nostri
consumi e degli stili di vita.
Si tratta di temi già presenti nella programmazione
scolastica e affrontati sotto vari aspetti da più discipline,
ma che assumono una valenza nuova e specifica se
riletti alla luce delle peculiarità del trasporto marittimo,
che rende possibile la globalizzazione delle merci.
CENTRI E CAPPELLANI
Area Nord Est
Vari sono gli eventi che vedranno protagonisti i tre
porti del Friuli Venezia Giulia nei mesi di marzo ed
aprile.
Il 24 marzo si terrà a San Giorgio di Nogaro la
presentazione della pubblicazione “Stella Maris
Porto Nogaro: 2009/2011 – diario di bordo”, che
raccoglie testimonianze e apporti di quanti hanno
accompagnato i primi tre anni di esistenza del
servizio di accoglienza dei marittimi a Porto Nogaro.
Il progetto, che si avvale del contributo del
Centro Servizi Volontariato del FVG, ha permesso
di realizzare non solo redazione, stampa e
presentazione del libretto, ma anche l’iniziativa
denominata “Porto Aperto”: già sperimentata
con successo in altri porti italiani, essa mira a far
conoscere la complessità del sistema portuale
stimolando un’operazione di partecipazione ed
apertura. Grazie alla collaborazione con il Comitato
territoriale per il welfare della gente di mare,
personale della Capitaneria e volontari del Centro
Stella Maris inviteranno la cittadinanza ad entrare
dentro il porto, oltre i varchi doganali, ed a conoscere
il mondo di quello che, per San Giorgio di Nogaro,
rappresenta uno dei principali motori dell’economia:
come si lavora, quali problemi vi sono e come si
pensa di risolverli. I visitatori saranno accompagnati
virtualmente in un percorso dove protagonista sarà
l’uomo: l’uomo che lavora in ambito portuale, l’uomo
che lavora sulle navi, e l’uomo che esplora questa
realtà.
La famiglia Stella Maris nell’Area Nord est, che
solo pochi mesi fa aveva registrato la nascita di una
nuova Associazione a Trieste, si arricchisce di un
nuovo arrivato: anche nel porto di Monfalcone, infatti,
dove già da diverso tempo si stava lavorando per
coinvolgere un gruppo di volontari, presto ci sarà un
Centro dedito all’accoglienza dei lavoratori marittimi.
L’inaugurazione del Centro stesso, fissata al
giorno 20 aprile p.v., rappresenta da un lato il punto
di arrivo di un processo, durato circa due anni, di
sensibilizzazione delle comunità ecclesiali della
zona e di coinvolgimento del mondo marittimo,
dall’altro una nuova partenza, orientata a garantire,
nel concreto, quel supporto costante al personale
navigante che costituisce la cifra caratterizzante
della Stella Maris nel mondo.
Prezioso l’apporto di vari soggetti, che hanno
dimostrato interesse ed attenzione verso questo
settore di volontariato così specifico: ricordiamo qui
l’Azienda Speciale per il Porto di Monfalcone e l’Ing.
Sergio Signore, che si sono adoperati per mettere
a disposizione un locale da adibire a Centro Stella
Maris, nelle immediate vicinanze del gate dell’area
portuale; la Capitaneria di Porto, nella persona
del Com.te C.F. Sandro Nuccio, che sta portando
a termine l’iter di costituzione del Comitato per il
welfare della Gente di mare; il locale Propeller Club,
ed in particolare l’ex Presidente Ing. Gustavo Caizzi,
che ha organizzato un evento, nel settembre 2011,
di presentazione alla città del progetto di avvio della
Stella Maris a Monfalcone. Sono stati poi realizzati
vari incontri con parrocchie, gruppi scout, scuole al
fine di far maturare anche nella società civile e nelle
comunità ecclesiali una maggiore consapevolezza
sul ruolo fondamentale del traffico marittimo, e
dei suoi protagonisti, nello sviluppo dell’economia
cittadina, nonché sulle condizioni di vita e di lavoro di
queste persone a bordo delle navi.
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CENTRI E CAPPELLANI
All’evento del 20 aprile, cui verranno invitate varie
autorità civili e militari, prenderà parte S.E. Mons. Dino
De’ Antoni, Arcivescovo della diocesi di Gorizia, che,
fin dalla presentazione della ricerca “Il benessere dei
lavoratori del mare”, svoltasi a Monfalcone nel 2009,
aveva manifestato la propria vicinanza al mondo del
mare e dei pescatori in particolare, grazie alle sue
origini chiozzotte.
Il giorno successivo, il 21 aprile, si terrà a Trieste un
evento, fortemente voluto dal vescovo, S.E. Mons.
Giampaolo Crepaldi, che intende raccontare ad una
città che “vive” di mare, dove la tradizione marinara
è sempre stata molto sentita, il mondo odierno dei
lavoratori marittimi e della gente di mare.
La conferenza, che anticiperà alcuni dei contenuti
della nuova mappatura sui transiti dei marittimi,
che l’Apostolato del Mare ha in cantiere per il 2012,
vedrà l’attivo coinvolgimento del neo costituito
Comitato locale di welfare, presieduto dall’Amm.
Antonio Basile, che ha incoraggiato e supporta con
entusiasmo la presenza della Stella Maris a Trieste.
L’Associazione, nel frattempo, che tra pochi mesi
dovrebbe trasferirsi nella nuova sede, si sta facendo
conoscere dai marittimi attraverso l’attività di ship
visiting, che viene svolta più volte alla settimana da
un gruppo di volontari.
Olivia Zaina
Stella Maris di Milazzo
Il 29 febbraio, con la vendita all’asta presso il
Tribunale di Barcellona, si è chiuso il lungo capitolo
della nave BABA T, ormeggiata nel Porto di Milazzo.
Gli ultimi marittimi erano stati rimpatriati nel luglio
2009, grazie alla disponibilità dei volontari della
Stella Maris locale a prendere in custodia la nave
ormeggiata nel porto. È stato proprio uno di loro,
Matteo Di Flavia, marittimo in pensione e punto di
riferimento per i volontari, a comunicarci il buon
esito delle trattative e la conclusione di questa triste
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vicenda, iniziata nel dicembre 2008, e protrattasi fino
a luglio 2009 con i marittimi a bordo; poi, come detto,
è rimasta solo la nave in custodia ad alcuni volontari
della Stella Maris locale.
Quando una vicenda si conclude, si è sempre
contenti perché, se non sempre si può avere il bene
maggiore, ci si accontenta del male minore. Un
grazie a Matteo e a tutti i volontari della Stella Maris
di Milazzo per l’opera svolta a favore della gente di
mare.
CENTRI E CAPPELLANI
Cappellani senza terra, ma con tante persone
I Cappellani di bordo, come i marittimi, sono invisibili e la loro opera è
spesso sconosciuta. Un’esperienza per entrare un po’ nel loro mondo.
Nel poco spazio concessomi, mi concentrerò sulla
caratteristica principale del ministero di quelli che,
come me, hanno fatto la scelta di servire questa
“parte” di Chiesa che sono le navi. Mi piace chiamarli:
sacerdoti-marittimi, e cioè il fatto che siamo dei
lavoratori a tempo pieno o part-time, a bordo delle
navi senza, pur tuttavia, rinunciare in alcun momento
alla nostra identità di sacerdoti.
L’esperienza, che personalmente sto vivendo da
circa otto anni, è per me fonte di ispirazione per
progetti che implicano una presenza religiosa in
mare, se non altro perché noi sacerdoti abbiamo
anche la capacità di adattarci ai cambiamenti, per
quanto - il più delle volte - molto faticosi: orari,
attività, stare in mezzo al mare ecc. È veramente una
nuova forma di apostolato e un nuovo modo di vita
che a tanti sacerdoti e Vescovi è ancora sconosciuto.
Certamente i motivi che portano i sacerdoti a
lavorare a bordo delle navi sono e devono essere
principalmente religiosi. Secondo me non dobbiamo
parlare di missione, ma preferisco parlare del nostro
camminare insieme con loro e del nostro integrarci
in mezzo a loro (cammino inverso). Io non ho mai
pensato di stare a bordo senza lavorare, anzi a volte
non si finisce mai, ma è con il lavoro che mi sono
integrato: Messa, feste, colloqui, confidenze, problemi
di lavoro ecc, a volte basta solo la presenza. Mi sono
sempre preoccupato delle condizioni di vita e di
lavoro a bordo, i sindacati, invece, fanno bene la loro
parte per migliorare le situazioni dei marittimi e devo
dire che c’è molta attenzione su questo punto. Alcuni
dei miei confratelli dicono che dobbiamo annunciare
il Vangelo. Io dico che dobbiamo vivere il vangelo.
La nostra vita, i nostri gesti, qualsiasi cosa facciamo
deve far capire alla gente cosa è essenziale nella
nostra vita. Non insisto nell’annunciare. Certamente,
non mi sento come un “assistente sociale”, questo,
però non significa che la mia presenza non si
ripercuota sulla vita sociale dell’equipaggio e sul
benessere dei marittimi. Noi sacerdoti abbiamo un
interesse particolare per la qualità della vita di bordo
(Welfare) e ci interessiamo fortemente agli uomini
con i quali viviamo e i marittimi di questo sono
consapevoli. I marittimi inoltre apprezzano molto il
fatto che i sacerdoti rimangano a bordo a lungo. Per
loro questo è un aspetto molto importante che prova
l’autenticità dell’attenzione nei loro confronti.
Nella mia esperienza spesso ho potuto constatare
dei credenti, come pure dei non-credenti, che
apprezzano molto l’affrontare con loro argomenti
filosofici e personali; a questo proposito, nei momenti
di vera difficoltà, il sacerdote diventa il solo e unico
punto di riferimento. Io mi sono posto sempre in
ascolto. Non dobbiamo apparire come persone
che fanno sermoni o come leader che potrebbero
impedire agli altri di esprimersi o di prendere iniziative,
falsando così i rapporti. È importante comprendere
che il sacerdote che è in mare non deve essere
visto come un elemento isolato, ma come parte di
un insieme. Io non ho mai navigato “per piacere
personale”, ma mi sono sforzato di essere l’elemento
navigante di un gruppo.
Io mi auguro che la Chiesa vorrà mantenere questo
tipo di presenza in mare, in un mondo in cui la vita
dei marittimi conta ben poco e dove le decisioni sono
prese da coloro che non la conoscono. Mi auguro,
infine, che molti sacerdoti servano questa parte di
Chiesa “itinerante”, certamente la gioia sarà grande
nell’aver messo a servizio di tanti fratelli, di varie
nazionalità, la propria fede ed il proprio ministero.
don Giuseppe Chironna
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INTERNAZIONALE
Apostleship of the Sea around the world
Il 13 febbraio, a un mese dal tragico incidente della
nave Concordia, all’Isola del Giglio - e non solo - si
è celebrato un momento di preghiera in suffragio
delle vittime e di conforto per quanti hanno vissuto in
prima persona questa tragica esperienza. La grande
famiglia dell’Apostolato del Mare ancora una volta ha
testimoniato la sua grande unità. Riportiamo alcuni
dei tanti messaggi di partecipazione e di solidarietà
ricevuti da varie parti del mondo.
“Hello, I just wanted to pass along that today we
had a house full of crew members from the Carnival
Triumph cruise ship. I gave out small flyers as they
walked in the door asking for a moment of silence
for the victims and families of the Costa Concordia
tragedy beginning at 12:00 noon. Everyone was on
the phones or internet when 12:00 rolled around
and when I announced it was noon and time for the
moment of silent prayer for the Costa Concordia
EVERYONE stopped talking and bowed their heads.
It was an incredible, beautiful respect for those lost.
God bless.” (K.P. Galveston Seafarers Center)
“We had a celebration this evening in our seamen’s
centre: some volunteers and some crew from a cruise
ship, Atlantic Star. After the celebration, we prepared
a postcard. We will be happy if you can send it by any
means to some of the crew members of the Costa
Concordia.” (AOS Marseille - France)
“Know that here in Brisbane, Australia, I will be
celebrating Mass with the Catholic Psychiatric Pastoral
Care team on the occasion of their commissioning
for Mission in 2012. We will be in communion with
you across the seas. It will be 9am Brisbane time on
Monday, Feb 13. Fraternally.” (Brisbane - Australia)
“Il Signore riceva nel Suo Eterno Riposo le Vittime
ed assista con il conforto della Sua Grazia i feriti e
rispettive famiglie. In unione di cuore e preghiera:
AOS Keelung” (Cappellano del Porto di Keelung
-Taiwan)
“We, the AOS of Mauritius, have had already
the opportunity to send our condolences and the
assurance of our prayers and solidarity in the
aftermath of the tragic foundering of Costa Concordia.
At the suggestion of AOS , we shall have a mass
on the 13thFebruary at St Michel Church in Grand
Gaube (Mauritius). We shall pray for all the victims
and their families, for the crew and survivors of Costa
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Concordia. We shall be in communion with the people
praying at the Isola del Giglio.” (AOS Mauritius)
“I announce you that we will pray for the victims of
the Costa Concordia in a mass for fishers and their
families, on Sunday 19 February in the San Antonio
Church of Knokke-Heist near the port of Zeebrugge.
May the souls of the victims rest in God’s eternal
harbor. May God also strengthen the affected
families. Let us be joint in spirit and form one heard
to support them. Sincerely yours” (National chaplain
- seafisheries - Belgium)
“Come sempre siamo dei “vasi comunicanti”, facendo
parte della comunità dei migranti e naviganti: anche
noi questa volta esprimiamo la nostra solidarietà
e vicinanza con le persone coinvolte per fare una
grande preghiera con gli amici di Costa Concordia.
Tutti i crewmembers di Costa Atlantica, presenti e
uniti. 13 febbraio, in navigazione - rotta tra GRAND
CAYMAN e ROATAN” (Chaplain Costa Atlantica)
“Il giorno 13 febbraio nella Cattedrale di Rio Grande
(Brasile) alle 18, ora brasiliana, pregheremo per tutte
le persone della Costa Concordia e ricorderemo
specialmente i morti. Questo gesto di comunione
dell’Apostolato del Mare diventi un’opportunità per
vivere la solidarietà con tutta la gente del mare.”
(Apostolato del Mare - Stella Maris di Rio Grande
- Brasile)
Premio a Suor Mary Leahy,
AOS Australia
In occasione dell’Australia Day, Suor Mary Leahy,
delle Suore di S. Giuseppe, è stata premiata con
una medaglia per l’opera svolta nell’AOS Australia a
favore dei marittimi.
Già nel 2010, il Centro Stella Maris di Sydney, dove
Suor Mary opera, aveva ricevuto il primo premio nel
settore del welfare ai marittimi.
Bella la testimonianza resa: “Il nostro Centro è
l’unico cattolico: gli altri due sono curati dall’ITF e
dalla Chiesa Anglicana. Ma la bellezza di tutto è
che lavoriamo insieme perché abbiamo un unico
compito, il benessere della gente di mare. Questi,
a causa dell’attenzione che il mondo dello shipping
pone al guadagno, rischiano di essere dimenticati e
trascurati da tutti.” Nel ringraziare per il Premio ha
ancora detto: “Mi sembra molto strano ricevere un
tale riconoscimento, io amo quello che faccio.”
Congratulazioni, Suor Mary, anche da tutti noi!
INTERNAZIONALE
Maritime Piracy Response
Psychological Emergency Piracy (PEP)
Il primo febbraio si è tenuto a Roma, nella sede del
CIRM, un incontro su: “Maritime Piracy response –
Psychological Emergency Piracy”. Un tema comune
sviluppato da tre prospettive diverse, quella del CIRM,
dell’ITF e dell’Apostolato del Mare (AOS). Ognuno
nel proprio ambito ha messo a fuoco il problema
soffermandosi soprattutto sul dramma che vivono
i marittimi e le loro famiglie. Un vero incubo, che
inizia col sequestro e non finisce con la liberazione.
Un’esperienza che segna la vita e compromette
l’equilibrio stesso della persona.
nazionale, dell’operato dell’AOS: esso, ha detto don
Giacomo, “è vicino ai marittimi in tutto il mondo con
più di 350 Centri Stella Maris e quotidianamente si fa
prossimo a ogni marittimo con competenza, passione
e amore. Collaborare vuol dire avere a cuore la
persona; proprio per questo, unire sinergicamente
più competenze diventa un’opportunità per offrire
maggiori servizi che vanno oltre l’immediato. La
necessità di prepararsi adeguatamente è un dovere
verso queste persone che sono il cuore della nostra
missione”.
Come essere vicini ai marittimi e alle loro famiglie
durante e dopo questa drammatica esperienza?
La risposta a questa domanda ha generato
un impegno sinergico tra CIRM, ITF e AOS. A
rappresentare l’AOS è stato invitato don Giacomo
Martino, direttore nazionale dell’Apostolato del
Mare Italiano, il quale ha affrontato il tema all’ordine
del giorno partendo da una panoramica, non solo
Unico criterio il servizio
La nomina a Cardinale di S.E. Mons. Antonio Maria Vegliò
Il Santo Padre Benedetto XVI, domenica 19 febbraio
u.s. ha nominato ventidue nuovi cardinali, tra cui S.E.
Mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio
Consiglio dei Migranti e gli Itineranti. Una nomina
che sentiamo molto vicina e che sottolinea l’interesse
della Chiesa sul tema delle migrazioni, delle tante
persone che si muovono per necessità e che ogni
giorno devono scontrarsi con molte difficoltà, di
ordine pratico e psicologico. Un aspetto quindi che
accomuna i marittimi, “stranieri in ogni porto”. La
Gente di Mare infatti è anche uno dei settori di cui
si occupa il Pontificio Consiglio per i Migranti e gli
Itineranti, di cui il neo cardinale Mons. Vegliò ha
sempre avuto riguardo.
Durante la Cerimonia, il Card. Vegliò è stato il quarto
a ricevere dalle mani del Papa la berretta, l’anello e la
pergamena con il titolo cardinalizio, inoltre ha potuto
celebrare sull’altare insieme al Santo Padre. Ad
ognuno dei nuovi cardinali, il Papa ha letto le formule
latine e ha scambiato qualche frase. Nell’omelia,
Benedetto XVI ha riassunto così il senso del rito:
“I cardinali sono chiamati a servire la Chiesa e il
popolo di Dio, il servizio non si fa secondo le logiche
del mondo, che sono quelle del potere e della gloria.
Vi è chiesto di servire la Chiesa con amore e vigore,
con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con
l’energia e la fortezza dei pastori, con la fedeltà e il
coraggio dei martiri, siete chiamati a considerare e
valutare le vicende, i problemi e i criteri pastorali che
toccano la missione di tutta la Chiesa. E in questo
‘delicato’ compito l’esempio è quello di Cristo, pronto
all’estremo sacrificio”.
La Federazione Nazionale Stella Maris esprime
le migliori felicitazioni per la nomina a Cardinale
e si stringe nella preghiera per il servizio che il
Card. Vegliò è chiamato a svolgere.
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