93° Stagione Concertistica 2014/2015 ARTISTA IN RESIDENZA ALESSIO ALLEGRINI Primo Concerto: Mercoledì 14 gennaio 2015 Teatro Sperimentale, ore 21.00 ALESSIO ALLEGRINI corno FRANCESCO MANARA violino OLIVER KERN pianoforte 60121 ANCONA, Via degli Aranci 2 tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426 Alessio Allegrini Francesco Manara: foto Vico Chamla Oliver Kern PROGRAMMA EUGÈNE BOZZA (Nizza, 1905 – Valenciennes, 1991) En Foret, per corno e pianoforte, op. 40 MAURICE RAVEL (Ciboure, 1875 – Parigi, 1937) Sonata per violino e pianoforte, n. 2 1. Allegretto 2. Blues. Moderato 3. Perpetuum mobile. Allegro MAURICE RAVEL La Valse, Mouvement de valse viénoise, in re maggiore *** JOHANNES BRAHMS (Amburgo, 1833 – Vienna, 1897) Trio per corno, violino e pianoforte, op. 40 1. Andante 2. Scherzo. Allegro 3. Adagio mesto 4. Finale. Allegro con brio NOTE AL PROGRAMMA Eugène Bozza, En Forêt per corno e pianoforte op. 40 Genesi. Conosciuto soprattutto per le sue pagine per ensemble di fiati, Bozza scrive En Forêt nel 1941 dedicandolo a Deveny, docente di corno al Conservatorio di Parigi. Il brano è anche un pezzo di prova per gli allievi, poiché presenta tutta la vasta gamma di difficoltà tecniche e espressive dello strumento. Struttura. Il linguaggio musicale è fedele alla scrittura tonale, dinamico e con una forza che sfocia spesso in forme grandiose e esuberanti. Quasi tutte le possibilità tecniche del corno sono contenute in questo pezzo: glissandi e trilli, con la sordina e senza, pressione o leggerezza delle labbra. Ricezione. Uno dei migliori lavori scritti per corno e pianoforte, nonostante la sua difficoltà esecutiva, resta un brano flessibile e agile. Parte del fascino deriva anche dal fatto che la musica si ispira a un racconto medievale sulla figura di Sant’Uberto, patrono dei cacciatori. La leggenda narra che un giorno, durante una battuta di caccia, il nobile Uberto soccorre un cervo rimasto impigliato con i palchi nei rami di un albero. Avvicinandosi, il giovane vede una croce tra le corna dell’animale e, preso da fervore mistico, cambia la sua vita e si converte al cristianesimo. Bozza utilizza la narrazione nell’utilizzo di due stili: quello venatorio del corno da caccia e quello sacro del canto gregoriano. Annus mirabilis. Nel 1941 truppe tedesche a Leopoli massacrano scienziati e professori polacchi, cominciano i rastrellamenti di ebrei e le deportazioni nei campi di sterminio, i giapponesi attaccano a sorpresa la flotta americana a Pearl Harbor, Rebecca, la prima moglie di Hitchcock vince l’Oscar come miglior film, non viene assegnato il Nobel, debutta il Quartetto Cetra, nasce Placido Domingo, muore James Joyce. Maurice Ravel, Sonata per violino e pianoforte n. 2 Genesi. La partitura della Sonata, abbozzata nel 1922, viene ripresa l’anno successivo e completata nel ‘27. Dedicato all’amica Hélène Jourdan-Morhamge, che a causa di problemi di salute non lo eseguirà mai, il lavoro debutta a Parigi nella Salle Erard il 30 maggio 1927, con Enescu al violino e Ravel al piano. Struttura. Il delicato lirismo dell’Allegretto iniziale è contrastato da temi angolari e indipendenti nella scrittura delle parti. Un esteso passaggio cantabile del violino, sovrapposto ai primi due temi, arriva verso la fine del movimento, che si conclude con un fugato a tre voci. Il secondo movimento, Blues, anticipa il viaggio di Ravel negli Stati Uniti del ‘28. Il linguaggio blues è stilizzato attraverso la bitonalità e la ricchezza timbrica, e molto diffusi sono elementi del jazz “puro”, come settime diminuite e ritmo sincopato. Nel terzo movimento, Perpetuum mobile, la brillantezza del violino è in contrasto con la relativa semplicità dell’accompagnamento, con riferimenti tematici ai due movimenti precedenti. Una breve ripresa del materiale d’apertura nel finale è sostenuta da un tema di Blues. Giudizio. Le creazioni cui il compositore si dedica mentre concepisce questo lavoro lasciano la loro impronta nella miscela di stili. In particolare, questa Sonata illustra il senso singolare di Ravel per il colore strumentale, attraverso l’esaltazione delle differenze tra violino e piano. In fondo, il musicista ritiene essenzialmente incompatibili i due strumenti e, soprattutto nel primo movimento, esplora tutte le possibilità offerte da questo attrito. Annus mirabilis. Nel 1927 prima trasmissione televisiva via cavo fra Washington e New York, entra in vigore la tassa sul celibato, De Gasperi è arrestato, nasce il Premio Oscar, Lindbergh compie il primo volo in solitaria sull’Atlantico, Gianoli trasmette in diretta la prima radiocronaca, Sacco e Vanzetti sono giustiziati, il film Il cantante di jazz inaugura il cinema sonoro, nasce Mario Bortolotto, muore Ferdinando Russo. Maurice Ravel, La Valse, Mouvement de valse viénoise, in re maggiore Genesi. Il progetto de La Valse, nata come poema sinfonico intitolato Wien e dedicato alla “musa della Belle Ėpoque” Misia Sert, viene accantonato nel 1914. Ripreso qualche anno più tardi come “poème chorégraphique pour orchestre”, è proposto a Djagilev che però non lo ritiene adatto a un balletto. Bisogna aspettare il 1929 perché La Valse, già eseguita per due pianoforti il 23 ottobre 1920 a Vienna da Ravel e Casella, e per orchestra diretta da Chevillard a Parigi il 12 dicembre 1920, riesca ad essere un balletto, con le coreografie di Ida Rubinstein. Struttura. La scrittura è carica di una nuova veemenza. Nonostante Ravel dichiarasse di voler omaggiare il grande Strauss, qui la fantasia della danza si libera dai suoi legacci, non scorre serenamente, ma intraprende gesti ampi e modifica con rapidità le sue movenze, talvolta contrastanti. La rievocazione nostalgica si affianca a una “caricatura grottesca” del valzer viennese. Ricezione. Uno dei brani più amati del repertorio sinfonico, il balletto La Valse non ha molta fortuna. È nella trascrizione per due pianoforti che la composizione fa il giro del mondo. Si deve, invece, ad una trasmissione radiofonica di France Musique dell’8 aprile 1984 la notorietà della versione per pianoforte solo, nell’esecuzione di François-Joël Thiollier. Annus mirabilis. Nel 1920 a Napoli s’inaugura il Museo Nazionale, in Svizzera viene bocciata l’estensione del diritto di voto alle donne, Gandhi inizia la campagna di resistenza passiva e non violenta, negli Stati Uniti entra in vigore il proibizionismo e nasce la prima stazione radio, escono il primo serial muto Fantômas di Sedgwick e Il gabinetto del dottor Calidari di Wiene, nascono Giorgio Bocca e Isaac Asimov, muoiono Giovanni Capurro autore de ‘O sole mio e Augusto Righi. Johannes Brahms, Trio per corno, violino e pianoforte op. 40 Genesi. «Il primo tempo trabocca di insinuanti melodie e l’ultimo parte sparato come da una pistola» scrive Clara Schumann del Trio nato nel 1865, pochi mesi dopo la morte della madre del compositore. Il suo dolore si esprime nel movimento lento marcato mesto, nel tema degli ultimi due movimenti basato su una melodia popolare insegnatagli dalla madre, nell’inusuale organico formato da strumenti che Brahms aveva studiato da ragazzo. Prima esecuzione: 28 novembre 1865 a Zurigo, con Brahms al piano, Hegar al violino e Gläss al corno. Struttura. Il primo movimento è scomposto in vari episodi. A un Andante segue un Poco più animato, poi un Tempo primo che, dopo un ponte, riporta l’Andante iniziale. Tornano il Poco più animato e il Tempo primo che conclude con una coda. Libertà d’invenzione, ma anche esigenze legate all’uso del corno, preparato dall’alternanza dei movimenti ad entrare con il tema principale marcato dolce espressivo. Il secondo tema, più leggero, lo porta il Poco più animato, mentre un terzo motivo fa da collante tra le parti. Lo Scherzo. Allegro è in forma-sonata a due temi, uno ritmico, l’altro melodico. Al breve sviluppo segue una riesposizione senza particolari variazioni. Un unico tema di sapore popolare abita il trio, Molto meno allegro, dopo di che lo Scherzo viene ripetuto testualmente. Anche nell’Adagio mesto Brahms adotta l’avvicendarsi dei motivi: il clima d’inquietudine è espresso dagli effetti sonori del corno. Si contrappone la precisa scrittura armonica del piano. Due i temi divisi in quattro sezioni, con una premonizione del finale. Il Finale (Allegro con brio) segue quasi senza soluzione di continuità: ricordi di battute di caccia e cavalli al galoppo. Tre i temi proposti nell’esposizione, mentre un quarto si udirà solo nello sviluppo. La riesposizione è fedele, con una coda basata soprattutto sul primo tema. Ricezione. Strumentazione particolare e successo evidente visto il proliferare di trii per corno scritti da allora. Brahms specifica l’uso del corno naturale, non quello con le valvole. Non è un dettaglio minore, né un problema che limita, bensì una scelta che indirizza al vero contenuto del pezzo: il corno naturale determina il materiale musicale a ogni livello, dai temi al colore, all’udibilità della grande struttura formale. Il pezzo, nella sua vera essenza e non solo nella sua strumentazione, è un pezzo per corno naturale. Annus mirabilis. Nel 1865 Vittorio Emanuele II si insedia a Firenze, Mendel enuncia le leggi sull’ereditarietà, è assassinato Abraham Lincoln, debutta Tristano e Isotta di Wagner, negli Stati Uniti alcuni veterani della guerra di secessione fondano il Ku Klux Klan, nasce Paul Dukas, muore Felice Romani. Anna Cepollaro 15 dicembre 2014 ALESSIO ALLEGRINI Alessio Allegrini è Presidente del "Movimento Musicians for Human Rights" e Direttore Artistico della "Human Rights Orchestra", MFHR, che si occupa di sostenere lo sviluppo della cultura dei Diritti Umani attraverso la musica. Sotto la Direzione di Allegrini, l'Orchestra si è esibita per il terzo anno consecutivo presso la prestigiosa sala del KKL di Lucerna (Svizzera), con solisti di prestigio superlativo, quali Maria Joao Pires, Hélène Grimaud, Laurie Rubin e Isabelle Faust. In veste di direttore Allegrini ha esordito circa 10 anni fa, dirigendo presso la Simphony Hall di Osaka un singolare concerto tenuto da un'orchestra formata da 100 donne e un gruppo di 87 corni francesi, destando enorme curiosità e un caloroso successo di pubblico. Nel marzo scorso Allegrini ha debuttato presso il Teatro Lirico di Cagliari dirigendo Wagner e Brahms ottenendo grande successo di pubblico e critica. Primo corno solista dell'Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, Lucerne Festival Orchestra e Orchestra Mozart, all'età di 23 anni viene scelto dal maestro Riccardo Muti come Primo Corno Solista presso il Teatro alla Scala di Milano. È stato ospite presso Berliner Philarmoniker, Bayerischer Rundfunk Orchester, Mahler Chamber Orchestra, N.Y. Philarmonia Orchestra. Allegrini è vincitore dei concorsi "Prague Spring Competition" e "A.R.D." di Monaco di Baviera. Recentemente ha eseguito la prima europea del Concerto per corno di Eliott Carter. Riccardo Panfili ha scritto per lui "Out" per corno, orchestra d'archi e percussioni, eseguito in prima mondiale a Berlino, dove Allegrini e Panfili sono stati insieme protagonisti con grande successo e unanime consenso di pubblico e critica. Nel 2006 ha ricevuto in Italia, dalla Fondazione Exodus di Don Mazzi, il premio nazionale La casa delle Arti, “per aver saputo coniugare impegno professionale e stile di vita”. Ha inciso in 3 diversi CD, per la Deutsche Grammophone i concerti di Mozart per corno e orchestra, la Sinfonia Concertante e i Concerti Brandeburghesi (Orchestra Mozart, Dir. Claudio Abbado). In veste di direttore d'orchestra, ha inciso per Amadeus i concerti per oboe di Strauss e Lebrun, presso il Teatro delle Muse di Ancona, per l'anniversario dei 10 anni dalla nascita della FORM - Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, di cui nel 2015 Allegrini è ospite, dirigendo un programma che prevede musiche di Wagner, Strauss e Beethoven. Allegrini ha partecipato come testimonial ai due films di Failoni e Merini: "In viaggio con Claudio Abbado tra Caracas e l'Havana”, e "L'Orchestra", dedicato all'Orchestra Mozart di Claudio Abbado. FRANCESCO MANARA Francesco Manara ha frequentato il Conservatorio "G. Verdi" di Torino dove nel 1990 si è diplomato sotto la guida di M. Marin con il massimo dei voti, lode e menzione d'onore. In seguito, grazie ad una borsa di studio conferitagli dalla "De Sono Associazione per la Musica" si è perfezionato con G. Prencipe, F. Gulli, R. Ricci, S. Gheorghiu e ad Amsterdam con H. Krebbers. In formazione di duo violino e pianoforte ha studiato con F. Gulli/E. Cavallo e con P. Amoyal/A. Weissenberg e si è diplomato presso la Scuola Superiore di Musica da Camera del Trio di Trieste, anche in formazione di trio. Nel 1992 è stato scelto da Riccardo Muti come Primo Violino Solista dell'Orchestra del Teatro alla Scala e dell’Orchestra Filarmonica della Scala. Sempre come Primo Violino Solista è stato invitato a suonare con l’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra Mozart di Bologna, la Bayerische Staatsoper Orchestre di Monaco e la Royal Concertgebauw Orchestra di Amsterdam. In questo ruolo ha collaborato con direttori quali C. Abbado, D. Barenboim, F. Bruggen, S. Bychkov, R. Chailly, M. W. Chung, Sir Colin Davis, R. F. de Burgos, G. Dudamel, V. Gerghiev, C. M. Giulini, D. Harding, L. Maazel, Z. Metha, R. Muti, A. Pappano, G. Prêtre, M. Rostropovich, G. Rozdstvenskij, G. Sinopoli, J. Temirkanov, R. Ticciati. È stato Premiato in numerosi Concorsi Internazionali tra cui “Michelangelo Abbado” di Sondrio (Primo Premio), "J. Joachim" di Hannover, "A. Stradivari" di Cremona, "L. Spohr" di Freiburg, "Dong‐A" di Seoul, "ARD" di Monaco, "Čajkovskij" di Mosca (Premio speciale), "Premio Paganini" di Genova (Premio speciale), CIEM di Ginevra (Primo Premio). Le affermazioni in tali concorsi lo hanno condotto presto verso una brillante carriera solistica che lo ha visto esibirsi con un centinaio di orchestre tra cui l'Orchestra della Suisse Romande, Bayrische Runfunk di Monaco, Radio di Stoccarda, Radio di Hannover, Wiener Kammerorchester, Royal Philarmonic Orchestra, Tokyo Symphony, Sinfonica Nazionale della RAI e, in più occasioni, la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti. Nel 1998 ha debuttato al Lincoln Center di New York con il Concerto op. 61 di Beethoven. Nella Stagione 2011 è stato invitato dalla Royal Philarmonic Orchestra per suonare il Concerto di Čajkovskij a Londra. Il suo repertorio, che spazia da Bach ai contemporanei, comprende anche i 24 Capricci di Paganini, eseguiti integralmente più volte, e tutte le Sonate e Partite di Bach. Con l'Orchestra di Padova e del Veneto ha inciso il Concerto di B. Compagnoli (Dynamic), con la Filarmonica della Scala diretta da Muti, la Sinfonia Concertante di Mozart (Sony), con il violista Danilo Rossi e con i Cameristi della Scala, le 8 Stagioni di Vivaldi e Piazzolla per la Musicom. Con questo gruppo e con questo programma, nel luglio 2007 si è esibito in Piazza del Duomo a Milano davanti a un pubblico di oltre 10.000 persone. Il concerto ha avuto un tale successo di pubblico e di critica che è stato ripetuto al Festival di Ravello, a Parigi, al Teatro dell’Opera di Varsavia, in Spagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Lituania, Lettonia e a Mosca, nella prestigiosa Sala Čajkovskij. Con quest’orchestra Manara suona in tutto il mondo, nella duplice veste di direttore e solista. Recentemente si è esibito in tournée negli Stati Uniti (incluso un concerto alla Carnegie Hall nel giorno del compleanno di Verdi) in trascrizioni solistiche di opere verdiane. Ha inoltre effettuato registrazioni per la Radio di Monaco, per Radio France e per la Suisse Romande. Francesco Manara è il fondatore del "Trio Johannes" con il quale ha inciso l’integrale dei trii e dei quartetti con pianoforte di Brahms (per la rivista Amadeus) e il Trio Arciduca di Beethoven. Questa formazione cameristica è stata premiata al Concorso Internazionale di Musica da Camera del Trio di Trieste e a quello di Osaka ed è risultata vincitrice del "Concert Artists Guild Competition" di New York. Nel 2002 il trio ha debuttato alla prestigiosa "Carnegie Hall" di New York. Dal 2001 è inoltre il Primo Violino del "Quartetto d'Archi della Scala", con il quale si esibito in Italia, Sudamerica, Giappone, Stati Uniti, Francia, Germania, Svizzera e Austria (Mozarteum di Salisburgo) e ha effettuato registrazioni per la casa discografica Fonè con musiche di Verdi, per la rivista Amadeus, per le etichette Decca e Concerto (Naxos). Docente di violino presso l'Accademia della Scala, la Milano Music Master e il Conservatorio di Reggio Emilia è stato invitato a tenere masterclass alla Manhattan School di New York, in Giappone, Colombia e Venezuela e ha tenuto corsi di qualificazione professionale per orchestra presso la Scuola di Musica di Fiesole e il Laboratorio Sperimentale di Spoleto e corsi di violino all'Istituto Superiore di Musica "L. Perosi" di Biella, all’Accademia di Alto Perfezionamento di Portogruaro, al “Musica Riva Festival”, alla Scuola Musicale di Milano, all’Accademia “Stupor Mundi” di Castelbuono (Palermo) e all’“Accademia Musicale Pescarese”. Ha tenuto masterclass presso i Conservatori di Milano, Como, Udine, Reggio Calabria, Cosenza, Palermo. Francesco Manara è giurato di prestigiosi concorsi internazionali come il Concorso “Romanini” di Brescia, il “Premio Paganini” di Genova e il Concorso “Joachim” di Hannover. La famosa rivista "The Strad", che lo ha più volte recensito, lo ha definito "un artista di notevole sincerità e profondità, pronto ad affrontare i più importanti palcoscenici del mondo". Suona un Giovanbattista Guadagnini del 1773. OLIVER KERN Oliver Kern nasce nel 1970 a Schwäbisch Gmünd in Germania, dove inizia lo studio del pianoforte a soli 5 anni. Giovanissimo intraprende l’attività artistica, distinguendosi nel panorama musicale tedesco per i brillanti risultati ottenuti in concorsi pianistici internazionali. Si diploma con lode in pianoforte, in direzione d’orchestra e di coro, all’Accademia “Staatliche Hochschule für Musik” di Stoccarda, sotto la guida di Wan Ing Ong. Successivamente si perfeziona in pianoforte con i maestri Rudolf Buchbinder e Karl-Heinz Kämmerling, alla “Musik-Akademie” di Basilea e al “Mozarteum” di Salisburgo. Ottiene molti riconoscimenti in Concorsi pianistici internazionali: primi e secondi premi nei Concorsi di Senigallia, Hamamatsu, Pechino e Parigi. Si impone all’attenzione della critica vincendo i due prestigiosi concorsi “ARD” di Monaco 1999, “Beethoven” di Vienna 2001, nel quale consegue anche il premio speciale per la migliore interpretazione delle Sonate di Beethoven. Quest’ultima vittoria conferisce a Kern l’eccellenza di primo tedesco ad aver conseguito tale traguardo. Apprezzato interprete di Beethoven e Brahms, la critica gli riconosce il merito di un virtuosismo tecnico non fine a se stesso, ma rivolto ad un’accurata ricerca timbrica ed espressiva: “l’esecuzione beethoveniana di Kern è la prima veramente convincente dopo quelle dei mostri sacri degli anni Trenta-Cinquanta” (R. Risaliti). Il suo rigore intellettivo lo induce alla realizzazione di progetti culturali singolari: esegue l’opera omnia pianistica di Brahms nel Classix Festival 2003 a Braunschweig e nella Stagione musicale 2004-2005 a Seoul, in Corea. “Con grande intensità e poesia Kern modella il ciclo delle opere brahmsiane” (Braunschweiger Zeitung). Si è esibito in Festival importanti e in famose Sale da concerto in America, in Asia e in Europa, riscuotendo ovunque successi di pubblico: Musikverein di Vienna, Auditorium S. Cecilia di Roma, Teatro alla Scala Milano, Schauspielhaus di Berlino, Musikhalle di Amburgo, Herkulessaal di Monaco, Salle Gaveau di Parigi, Saitama Arts Centre Tokyo, Seoul Arts Center, Century Hall Beijing. Ha suonato con orchestre famose, New Japan Philharmonic Orchestra, Seoul Symphony Orchestra, China National Symphony Orchestra, Radiosinfonieorchestre di Berlino, Monaco, Hannover e Vienna, dirette dai Maestri Dennis Russell Davies, Michael Stern, Lü Jia, Marc Soustrot, Gerard Oskamp, Dmitri Yablonski. Ha inciso per la radio e la televisione tedesca, austriaca, francese, italiana e giapponese. Svolge, oltre a quella solistica, attività di musica da camera con il celebre Quartetto d’Archi della Scala, con Francesco Manara, Primo violino solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala, con Alessio Allegrini, Primo corno solista dell’Orchestra “Mozart” di C. Abbado e dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia. Ha pubblicato per la casa discografica “Realsound” diversi CD con opere solistiche di Beethoven, Berg, Brahms, Chopin, Ravel, Schubert, Schumann, Scriabin, Stravinskij. Oliver Kern inoltre, dopo aver insegnato come Professore di Pianoforte alla Hanyang University Seoul/Korea e alla Hochschule für Musik und Theater Hamburg, è Professore di pianoforte alla rinomata Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Francoforte. *** ABBONAMENTI: Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2014/2015 degli Amici della Musica BIGLIETTI INTERI: € 22.00 RIDOTTI: € 13.50 (riservato a: Palchettisti, Amici delle Muse, ARCI, UNITRE, studenti universitari, giovani da 19 a 26 anni, invalidi e disabili – un biglietto omaggio per l’accompagnatore) RIDOTTI EXTRA: € 4.00 (gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori e Superiori; bambini e ragazzi fino a 19 anni) Ingresso gratuito riservato a n. 10 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per ritirare il biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del Teatro delle Muse nel giorno del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili. BIGLIETTERIA: Tel. 071 52525 – Fax 071 52622 [email protected] PER INFO: Società Amici della Musica “Guido Michelli” Via degli Aranci, 2 Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 - 16.30) [email protected] www.amicimusica.an.it