“noi professiamo l’obbedienza per meglio servire i nostri fratelli” (RV 19) lettera del Superiore provinciale arissimi, continuando la riflessione sulla Regola di Vita, incontriamo i numeri riguardanti il voto di obbedienza e la ricerca della volontà di Dio (RV nn. 19-20). Affronto questo argomento con la consapevolezza che è uno dei temi più difficili da viversi oggi nella vita religiosa, ma anche nella prospettiva del prossimo Capitolo Provinciale, “prima autorità della provincia” (RV 80), e momento in cui eleggeremo il nuovo Consiglio provinciale. Il Capitolo è luogo di esercizio dell’autorità e dell’obbedienza (per un approfondimento rinvio a tre articoli apparsi su “Speciale Testimoni”: Autorità e obbedienza, in Testimoni n. 6/2001; Obbedire da cristiani, in Testimoni n. 21/2003; Autorità e servizio d’aiuto, in Testimoni n. 14/2005). I due numeri della Regola di Vita sull’obbedienza si aprono e si chiudono con il riferimento a Gesù Cristo: “Alla sequela di Cristo… noi C n professiamo l’obbedienza” (RV 19); “Annunciamo al mondo il messaggio di Gesù che ha preso tra i suoi il posto di Colui che serve”. Il riferimento a Gesù Cristo e alla sua sequela è essenziale. Il nostro voto è radicato sull’obbedienza di Cristo e sul suo affidamento al Padre, fino alla drammaticità assoluta della sua ora, della sua morte in croce (cfr. Fil 2,6-11). È il Cristo che è venuto per fare la volontà di Padre (cfr. Gv 6,38-40), è il Cristo uomo estremamente libero, e per amore totalmente obbediente e servo di tutti (cfr. Mc 9,35 e Gv 13,1-17), che noi vogliamo seguire; noi vogliamo avere in noi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, è questa, in effetti, la nostra vita. L’obbedienza ha come scopo “servire i nostri fratelli e partecipare alla missione della Congregazione”. “L’obbedienza diventa fonte di dinamismo apostolico. Chi ha fatto suoi gli interessi di Cristo non può fare altro che spendersi fino all’e- otiziario 22 • settembre/ottobre 2006 stremo limite del possibile per l’instaurazione del suo Regno” (La vita consacrata e la sua missione nella chiesa e nel mondo, n. 54). La seconda parte del numero 19 collega il voto di obbedienza, alla docilità allo Spirito Santo, e all’impegno ad obbedire ai superiori. La relazione tra noi e Dio è misurata dall’obbedienza, dall’ascolto docile (ob-audire), affettivo ed effettivo. L’obbedienza è per tutti. Tutti sono chiamati all’obbedienza. Un’obbedienza che per alcuni si realizza anche nell’esercizio dell’autorità. Su questo punto apro una parentesi suggeritami da un intervento di Enzo Bianchi. “Oggi – ha affermato – nella vita religiosa abbiamo una strana situazione: frustrante per quelli che esercitano l’autorità e molto ambigua per tutti gli altri membri della comunità… La maggior parte degli interventi che un superiore fa all’interno della sua comunità tendono a garantire semplicemente il funzionamento della comunità… La frustra- 1 zione di un superiore è quella di dover intervenire su cose per cui non ha senso che un superiore intervenga: perché ci sono ritardi alle riunioni, perché qualcuno manca alle riunioni, perché qualcuno non ha fatto qualcosa bene”. In effetti, è deprimente dover “richiamare” religiosi, che hanno alle spalle anni e anni di professione religiosa, alla fedeltà alla preghiera, alla celebrazione dell’Eucaristia, all’osservanza dei voti (castità, povertà, obbedienza), a quanto hanno scelto di vivere in piena libertà; per non dire quando si deve giungere a richiamare su atteggiamenti di buon senso all’interno della comunità, di sana educazione, di rispetto e di collaborazione. Doversi comportare da “guardiani” (mi scuseranno i francescani per questo uso improprio di un loro vocabolo) è veramente sconcertante e deprimente. L’esercizio dell’autorità ha come obiettivo quello di aiutare a vivere insieme il Vangelo. I superiori non sono nient’altro che occasione di obbedienza al Vangelo. L’obbedienza è unicamente un rapporto con il Signore, con la sua volontà, con la sua parola. Si obbedisce a Dio e solo a Lui, e il Papa, i vescovi, i superiori sono occasione di obbedienza a Dio, sono incaricati di aiutarci nell’obbedienza a Dio. Il numero 20 si sofferma sulla ricerca della volontà di Dio fatta “in comunità… con i nostri fratelli”. “La vita fraterna è il luogo privilegiato per discernere e accogliere il volere di Dio e camminare insieme in unione di mente e di cuore… Nella fraternità, animata dallo Spirito, ciascuno intrattiene con l’altro un prezioso dialogo per scoprire la volontà del Padre, e tutti riconoscono in chi presiede l’espressione della paternità di Dio e l’esercizio dell’autorità ricevuta da Dio, a servizio del discernimento e della comunione” (VC 92). Il discutere insieme ha come obiettivo quello di n condurre tutti a sottomettersi insieme alla volontà di Dio, così come riusciamo a percepirla in un dato momento con la nostra fede e la nostra intelligenza. È il discernimento comunitario, “un procedimento assai utile, anche se non facile né automatico, perché coinvolge competenza umana, sapienza spirituale e distacco personale” (VFC 50). “Vissute nella fiducia, nella fede e nella rinuncia, l’autorità e l’obbedienza si completano e favoriscono la vita fraterna” (RV 20). L’autorità e l’obbedienza hanno bisogno di fiducia, fede e rinuncia. Oggi è necessario un ritorno alla fiducia, una spiritualità della fiducia. “Ogni governo è l’esercizio della nostra responsabilità condivisa per la vita e la missione dell’Ordine – scrive p. T. Radcliffe –. Si basa sulla fiducia che dovremmo avere l’uno verso l’altro… Il nostro governo si fonda sulla fiducia nei fratelli... Talvolta saremo delusi, ma questo non è un motivo per rinunciare a una fondamentale fiducia reciproca”. La fiducia è un capitale che non riguarda solo chi è al governo, ma un capitale di investimento di tutta la provincia. “Contro lo spirito di discordia e di divisione, autorità e obbedienza risplendono come un segno di quell’unica paternità che viene da Dio, della fraternità nata dallo Spirito, della libertà interiore di chi si fida di Dio nonostante i limiti umani di quanti Lo rappresentano. … chi obbedisce ha la garanzia di essere davvero in missione, alla sequela del Signore e non alla rincorsa dei propri desideri o delle proprie aspettative. E così è possibile sapersi condotti dallo Spirito del Signore e sostenuti, anche in mezzo a grandi difficoltà, dalla sua mano sicura (cfr At 20,22s)” (VC 92). Fraternamente saluto tutti. Prato, 29 settembre 2006 p. Manuel Barbiero sss Superiore Provinciale COMUNICATO N. 3 consiglio generale 1. nomine Il Superiore Generale, con il consenso del suo Consiglio, ha nominato: - p. Naidu Arputha Raj (India) Direttore degli scolastici per 4 anni rinnovabili (21 marzo 2006); - p. Bernard Noël Tine (Senegal) membro della Commissione Internazionale della Prima Formazione, in sostituzione di p. Martin Tine dimessosi in seguito all’elezione a Superiore regionale del Senegal (12 luglio 2006); - p. Bong Luistro Responsabile degli studenti internazionali SSS residenti nella Curia generale (1° settembre 2006). 2. presentazione ufficiale dell’edizione elettronica degli Scritti del fondatore Nel quadro delle celebrazioni del 150° anniversario della nostra fondazione, il Consiglio generale ha previsto la presentazione ufficiale dell’edizione elettronica degli Scritti del Fondatore per il 5 dicembre 2006, presso il Centro Matteo Ricci dell’Università Gregoriana a Roma, con l’intento di dar rilievo a questa iniziativa nel contesto della vita religiosa e in quello universitario. Il programma dell’incontro prevede l’intervento di p. André Guitton e del otiziario 22 • settembre/ottobre 2006 2 Centro che ha curato la realizzazione (CI&B: Centre Informatique et Bible) e due interventi sull’attualità ed utilità di questa pubblicazione. Questo incontro è rivolto a tutti i/le Superiori/e di Congregazioni che sono legate a noi per la storia o la condivisione del carisma e tutti gli specialisti della spiritualità e storia del XIX secolo e le riviste di spiritualità e di vita religiosa. Il Superiore generale informerà tutti i Superiori generali presenti a Roma in occasione della prossima riunione plenaria di novembre. 3. la sede a roma degli studenti internazionali della Congregazione Nel 2001 il Consiglio generale aveva domandato alla Provincia italiana di accogliere nella casa di San Claudio (Roma) gli studenti internazionali SSS, per assicurare loro un contesto di vita e un clima comunitario. Valutando l’esperienza di questi ultimi anni, la comuni- tà di S. Claudio ha constatato di non essere la sede adatta per gli studenti internazionali SSS. Il Consiglio generale ha cercato delle soluzioni viabili per risolvere questo problema, per dare la possibilità di fare degli studi di specializzazione per il servizio della Congregazione. Il Consiglio generale ha deciso di accogliere questi studenti presso la Curia generale. A motivo del ridotto numero di stanze disponibili, non sarà possibile accoglierne più di quattro o cinque simultaneamente. 4. informazioni D’intesa con il Superiore provinciale di Gran Bretagna e Irlanda, dal 1° settembre fratel Antony Jukes è inserito alla Curia generale dove aiuterà per la segreteria. La Provincia delle Filippine, nel quadro delle celebrazioni e delle attività per il suo 50° anniversario di fondazione, organizzerà il V Congresso Internazionale di LITE a Davao City dal 3 al 5 agosto 2007. TRASFERIMENTI E NUOVE NOMINE • Dal Cero p. Venceslao, concluso l’anno sabbatico in Palestina si inserisce nella comunità di Milano Sant’Angela Merici. • Damiani p. Leone, a motivo della sua salute è stato trasferito dalla comunità di Mogliano Marche alla comunità di San Benedetto del Tronto. • Gennuso p. Pietro Paolo, dalla caserma di Ascoli Piceno è trasferito nella caserma di Rivoli (TO). In accordo con l’Ordinario Militare e con l’interessato, p. Pietro Paolo farà parte a tutti gli effetti della comunità di Torino, continuando per il momento a prestare il suo servizio nell’ordinariato militare. • Chrast fra Milos, della Provincia del Sud-Tirolo si inserisce nella comunità di Prato, nell’ambito della collaborazione tra le nostre province. • Fumagalli p. Flavio, dal 1° ottobre è responsabile del Centro Eucaristico. Questa nomina è un primo passo in vista di dare una risposta positiva alla richiesta del Consiglio Generale di poter contare su p. Vittore Boccardi per il Centro Eucharistia. PARIGI 25-27 AGOSTO 2006 riunione della Commissione della formazione permanente rano presenti alla riunione: P. Antonio Pedretti (Italia, Presidente della Commissione), P. Pedro Nunez (Spagna, segretario di fatto della Commissione), P. Jean-Claude Cuennet (provinciale della provincia, Francia-Svizzera e presidente della Conferenza Europea), P. Agustin Odriozola (Spagna), P. E n Giovanni Moretti (Italia), P. Léon Bollen (Belgio), P. Maurice Rouleau (Irlanda), Invitato il sig. Pier Giuseppe Gabellini (Italia). Il Padre Arnaldo Pangrazzi è stato invitato a presentare il tema: L’enneagramma, uno strumento per la crescita personale e comunitaria. Pangrazzi, sacerdote del- otiziario 22 • settembre/ottobre 2006 l’Ordine dei Camilliani, è professore di pastorale e formazione pastorale clinica presso il Camillianum, ha animato numerosi corsi di pastorale sanitaria, di relazioni di aiuto, di dinamica di gruppo e di enneagramma in diversi paesi, tra cui l’Italia, la Spagna, il sudAmerica. Nella giornata di venerdì 25 ago- 3 sto ci ha introdotti poco a poco alla conoscenza del sistema enneagramma, che si rivela molto profondo ma anche complesso. La seconda giornata invece è stata dedicata ai suoi aspetti pratici e alle sue relazioni con la spiritualità e l’ascesi cristiana. Il poco tempo che avevamo è bastato solo per darcene un’idea generale. Gli aspetti toccati sono stati: • I tre centri della personalità: 1. le viscere, centro istintuale, 2. il cuore, centro emotivo e relazionale, 3. la testa, centro del pensiero. • I nove tipi di personalità (o enneatipi): tre triadi, appartenenti ciascuna a uno dei tre centri. • Un test e una prima descrizione dei nove tipi dà modo a ciascuno di potersi collocare, con una buona probabilità, in uno dei 9 tipi, e di vedere anche quali altri tipi contribuiscono a formare la personalità concreta di ciascuno. Questo ci fa capire che ognuno di noi partecipa un po’ di tutti i nove enneatipi, ma ne ha uno che è più forte e condiziona in certo grado il comportamento. Il lavoro consiste nel cercare di vincere le pulsioni e i condizionamenti perché il nostro comportamento diventi più libero e maturo. Per far questo occorre conoscere le caratteristiche di ogni tipo, in modo particolare il proprio. Perciò il relatore ci ha presentato altri elementi dell’enneagramma: • Le cause che ci spingono ad agire o a reagire in un modo piuttosto che in un altro, • Ciò che ciascuno evita, i meccanismi di difesa, le trappole in cui si può cadere (queste trappole si riferiscono a valori positivi che, se perseguiti con troppa ossessione, rendono ancora più schiavo della propria tendenza). • Ogni tipo ha la propria passione. Le 9 passioni corrispondono più n o meno ai 7 vizi capitali della spiritualità cristiana, con l’aggiunta della vanagloria e della paura. Le 9 virtù che, se esercitate coscientemente servono a vincere le passioni. • La teoria dell’ala e quella delle frecce ci fanno comprendere che all’interno di ogni tipo vi sono molte varianti, per questa ragione l’enneagramma non può essere utilizzato per classificare le persone. Ogni persona è unica, anche se rientra in uno dei 9 enneatipi. L’utilità dell’enneagramma è quello di far comprendere meglio perché una persona sia spinta ad agire in un modo o nell’altro e quali orientamenti deve prendere per migliorare se stesso e per relazionarsi meglio con gli altri. Per quanto riguarda la relazione con la spiritualità cristiana è stato evidenziato che questo sistema è neutrale, non confessionale, ma contiene elementi di somiglianza con la nostra spiritualità, in particolare l’ascesi come la si è praticata in tutta la nostra tradizione, per esempio la lotta contro i vizi e la pratica delle virtù. All’obbiezione che l’enneagramma sembra basarsi sullo sforzo umano e tenga poco conto della grazia è stato risposto che per chi ha la fede, è sempre la grazia che ci aiuta ad ottenere dei risultati. Noi dobbiamo sempre utilizzare tutti i mezzi positivi che Dio mette nelle nostre mani, pur sapendo che Egli, autore di tutto, è quello che effettivamente dà compimento ai nostri sforzi. L’agricoltore, semina, cura il campo, ma è Dio che fa crescere e porta i frutti a maturazione. La domenica mattina è stata dedicata ad una valutazione da parte della commissione e a proposte per la sessione di formazione permanente che avrà luogo nel gennaio 2008. Nei primi mesi del 2007 infatti, in varie province avranno otiziario 22 • settembre/ottobre 2006 luogo i capitoli provinciali. All’unanimità si esprime un giudizio positivo sulla validità dello strumento presentato, anche se non si nascondono i rischi quando venga utilizzato indiscriminatamente. Come tutti gli altri sistemi di classificazione della personalità potrebbe essere utilizzato per classificare e giudicare le persone. Per evitarlo occorre che sia presentato con una preparazione, in un clima di rispetto reciproco, meglio ancora di preghiera. Questo ci fa pensare ad altri mezzi ascetici come il capitolo delle colpe in uso in varie comunità religiose, o allo strumento della rilettura o della revisione di vita. Sono cose da prendere con serietà, e nel solo intento di purificarci e di progredire nel cammino spirituale, sotto l’influsso della grazia di Dio. La presenza del laico Pier Giuseppe ci fa comprendere la distanza che a volte c’è fra il nostro modo di ragionare e quello della gente di oggi. Egli ci ha detto che nella discussione sulla spiritualità aveva visto noi partire da un tipo di spiritualità molto alta, come se da questa avessimo difficoltà a discendere in ciò che è umano, mentre lui che partiva da un livello umano doveva fare molto sforzo per raggiungerci a un livello più alto: noi dovevamo fare un cammino di discesa e lui uno di ascesa. L’enneagramma è come un ascensore che può essere utilizzato sia per salire che per scendere. Viene quindi fatta una proposta che sarà sottoposta alla Conferenza dei Provinciali europei, la quale si riunirà a Dublino dal 12 al 14 ottobre prossimo. Pubblicheremo la proposta dopo l’eventuale approvazione dei provinciali. In ogni modo la Commissione si riunirà ancora a Parigi nei giorni 13 e 14 gennaio 2007 per programmare la sessione di gennaio 2008. 4 DALLE COMUNITÀ “per un’altra strada”: l’eurocampo e sant’agata équipe dell’Eurocampo due anni fa ha iniziato una riflessione sul futuro di questa esperienza insieme alla comunità di S. Agata, intuendo che questa Comunità, che in Italia è aperta alla presenza di giovani che desiderano qualcosa “di più” dalla propria vita e cercano il progetto di Dio, potrebbe essere anche il “futuro” dell’Eurocampo. Sono cominciati così degli incontri sempre più frequenti e profondi, fino ad arrivare alla decisione di tentare insieme una proposta ai giovani dell’Europa proprio nell’anno celebrativo del 150° anniversario di vita della Congregazione. Ecco così nascere, con fatica, ma con sempre più entusiasmo una collaborazione che, alla fine, si è dimostrata proficua e... “vincente”. Il punto di partenza per la preparazione di questo EC 2006 sono stati, ancora una volta, i giovani che incontriamo ogni anno all’Eurocampo e a Sant’Agata: con loro e per loro abbiamo lavorato duramente per più di un anno con l’obiettivo di proporre un’esperienza di vita “segnata” dall’Eucaristia, e adatta a culture e modi di vivere diversi. Il tema “Per un’altra strada” è stato quasi... “obbligato” dopo la Giornata Mondiale della Gioventù” dell’anno scorso a Colonia. L’“altra strada” l’abbiamo individuata in Gesù stesso, “Via, Verità e Vita”, che, nell’Eucaristia ci ha lasciato non solo un sacramento, ma una “strada alternativa per interpretare la vita”. Abbiamo vissuto, pregato e riflettuto insieme, l’équipe dell’Eurocampo con P. Mario Vecchiato, animatore di S. Agata, cercando la modalità migliore per trasmette qualcosa della “ricchezza” che la nostra Congregazione custodisce come dono carismatico dello Spirito. E così ne è uscito un itinerario interessante che cerchiamo di raccontare in poche righe. Domenica, 30 luglio, giorno di arrivo a S. Agata: alla sera, al momento della preghiera del Padre nostro (con la quale abbiamo concluso ogni giornata), il saluto di P. Mario “non sentitevi ospiti, ma parte di questa Comunità SSS, fratelli e sorelle che, a pieno titolo, sono soggetti attivi della nostra Comunità di S. Agata!” ha aperto subito il cuore di tutti ad essere disponibili a vivere in pienezza. Lunedì 31 luglio: l’introduzione vissuta “visitando” i luoghi di vita della Comunità di S. Agata per rendesi conto di ciò che questa comunità sss vive e ciò che propone agli amici/che che desiderano condividere la propria vita. Nel pomeriggio l’inizio dell’itinerario di riflessione, attraverso un tempo personale in cui ognuno è stato invitato a fa- L’ n re il punto della propria vita, guardando alla “strada” fin lì percorsa. Martedì 1 agosto: al mattino tempo di lavoro, così come vuole la vita della Comunità di S. Agata e, al pomeriggio una catechesi con l’obbiettivo di ri-scoprire la “strada” nuova che Gesù propone a coloro che vogliono seguirlo. Mercoledì 2 agosto, festa di S. Pier Giuliano Eymard: questo giorno è stato dedicato al pellegrinaggio ad Assisi, accompagnati da due testimoni qualificati: S. Francesco e il nostro Santo Fondatore. Da loro ci siamo lasciati provocare dalla “via della santità”, come risposta alla chiamata dello Spirito Santo che, nell’Eucaristia, traccia per tutti strade di santità. Giovedì 3 agosto: ancora lavoro al mattino e Lectio Divina al pomeriggio sulla pagina di Gv 3: l’incontro di Nicodemo con Gesù. Questo ebreo, attratto dalla nuova via di Gesù, và da Lui di notte, ritornandosene per... “un’altra strada”, quella dell’amore, sulla quale reimpostare la propria esistenza. Alla sera, l’apertura del “deserto”, come luogo privilegiato per un incontro profondo con Gesù e per lasciarci “modellare dalla Sua Parola”. Un’esperienza, quella del deserto, che è continuata il.... Venerdì 4 agosto, con la sveglia alle ore 2,30!!! Dalle 3 alle 4 preghiera davanti all’Eucaristia, seguita da un cammino nella notte, in attesa della luce del nuovo giorno: simbolo della nostra vita che, camminando con Gesù, si apre alla vera luce. Un’esperienza “dura”, questa, ma densa di emozioni, di scoperta, di gioia di vivere e di trovare nel contatto con Gesù il nuovo orizzonte su cui camminare. Alla sera la celebrazione della Penitenza, come segno concreto di conversione e di impegno a cambiare vita. Sabato 5 agosto: l’ultimo giorno, il giorno delle decisioni. Mattinata dedicata alla riflessione e alla preghiera, alla stesura di una lettera a se stessi, controfirmata da qualche amico/a, che verrà spedita fra qualche mese, per ricordare a tutti e ad ognuno, la decisine di intraprendere la nuova via scoperta con Gesù. La celebrazione dell’Eucaristia è stata il “compimento” del cammino della settimana. Ventidue giovani (7 italiani, 1 francese, 1 irlandese, 3 spagnoli, 3 tedeschi e 7 della Repubblica Ceca), una giovane famiglia belga con 3 bambini (la mamma aveva partecipato all’Eurocampo negli anni scorsi). Otto tra animatori e accompagnatori, dai diversi paesi d’Europa: una grande comunità che, in meno di ventiquattr’ore ha creato subito legami forti di fraternità, collaborazione e ami- otiziario 22 • settembre/ottobre 2006 5 cizia. Caratteristica della nostra convivenza è stata la gioia: una gioia autentica, spontanea, libera, che ci ha permesso di gustare il clima aperto e profondo della Comunità dei sacramentini di sant’Agata. Una gioia manifestata e dichiarata da tutti i giovani e gli animatori. Una gioia tradotta anche da un libretto con foto ed indirizzi di tutti, perché l’esperienza vissuta possa continuare a vivere anche nella distanza di uno dall’altro. Il frutto più bello di questo campo, però, è stata senza dubbio la realizzazione di un cammino di collaborazione tra la Comunità di Sant’Agata e l’Eurocampo: due proposte di vita dirette ai giovani che, nell’anno anniversario della fondazione dei sacramentini, hanno voluto e saputo mettersi insieme, alla ricerca di una “nuova via” di proposta anche vocazionale. L’esserci parlati, confrontati per diversi mesi, l’aver pregato lo Spirito insieme, l’aver cercato di tradurre l’Eucaristia per i giovani... per noi animatori è stato davvero un cammino su “un’altra strada”: quella della comunione che diventa missione. Dopo quattro anni di partecipazione, i giovani della Repubblica Ceca, accompagnati e guidati da fra Milos, ci han- no proposto di vivere il prossimo Eurocampo nella loro terra, a Litomerice, dove una grande casa, un ex-seminario, sarebbe a nostra disposizione. L’équipe dell’Eurocampo verificherà nei prossimi mesi la reale fattibilità della proposta. Ma, certo, Sant’Agata si sta rivelando come la “continuità ideale”, nei prossimi anni, di una proposta di vita, quella dell’Eurocampo, che ha raggiunto ormai il ventiduesimo anno di vita! Anche da qui desidero ringraziare tutti coloro che hanno collaborato. Alcuni li ho nominati nel racconto. Voglio infine ricordare coloro che hanno fatto le tante (e sono davvero tante!) traduzioni delle proposte di catechesi, Lectio Divina, preghiere, riflessioni.... Senza queste non avremmo potuto “gustare” la bellezza dei testi preparati dagli animatori. Chiedo a tutti coloro che leggeranno queste righe il ricordo nella preghiera per i giovani che hanno partecipato a questa esperienza, perché siano ora “forti” nel cammino sulla strada che hanno scoperto. P. Maurizio Zorzi “facciamo la pace? eucaristia dono di riconciliazione” es Saisies, località turistica e sciistica a 1650 metri di altezza nell’Alta Savoia, a circa 70 Km dal Monte Bianco, vicino a Megeve, a Beaufort (patria del formaggio). L’Arc en Ciel, un grande chalet che offre ospitalità a ragazzi, giovani e famiglie per incontri di vario tipo. Sei famiglie (3 italiane, due francesi, una tedesca) con un totale di 15 figli con età che variava dai sedici mesi ai dodici anni. Quattro animatori: i padri Jean Pierre Silvant e Maurizio Zorzi, e due collaboratrici “storiche”: Genevieve Vidard e Daniela Baggi. Ecco il contesto del quarto campo europeo per famiglie organizzato dal Gruppo Emmaus, dal 12 al 19 agosto 2006. Come le altre volte il nostro obiettivo era quello di offrire ad alcune famiglie un’esperienza di vita fraterna attorno all’Eucaristia, e possiamo dire che anche quest’anno siamo riusciti a realizzarlo. La casa L n Arc en Ciel ha favorito la fraternità fra tutti, ma anche la vita singola delle famiglie che hanno potuto vivere, con i propri figli, una vacanza vera anche se... “alternativa”. Le giornate si sono succedute tra passeggiate in montagna, tempi di preghiera (mattino e sera e la celebrazione eucaristica), momenti di riflessione e scambio soprattutto per i genitori, e lavoretti manuali per i bambini. Il tema era quello del perdono nella vita della famiglia, all’interno della coppia, con i figli e con la storia che ci circonda. Un tema sempre attuale, che tocca la sensibilità di tutti, perché di perdono tutti abbiamo bisogno. L’immagine del ritorno del Figlio Prodigo di Rembrandt è stata l’icona che ci ha accompagnato lungo tutta la settimana. Dopo la presentazione di ogni famiglia fatta domenica 13, alle coppie è stata proposta la riscoperta del proprio matrimonio e della vita co- otiziario 22 • settembre/ottobre 2006 niugale come “alleanza”, fermandosi a riflettere anche sui “rischi” cui è sottoposta, quindi sulla necessità di “Rifare l’alleanza con il perdono”. Data la loro giovanissima età, mentre i genitori riflettevano e condividevano, i figli si sono dedicati alla realizzazione di piccoli lavoretti che presentavano ai genitori durante la preghiera della sera, sentendosi così anch’essi parte importante della vita della settimana. Inserita nel 150° anno di fondazione dei sacramentini, anche questa settimana ha voluto essere “esperienza giubilare” di noi sacramentini, insieme ad alcuni laici con i quali condividiamo la storia di oggi. P. Maurizio Zorzi NB. Chi volesse sussidi o più dettagli relativi a questa settimana o all’Eurocampo, si rivolga direttamente a P. Maurizio Zorzi. 6 il grest a cendon: s.o.s. SPERANZA anniversario dei 150 anni di fondazione della nostra Congregazione ci ha suggerito di dedicare la storia del Grest a S. Pier Giuliano Eymard e all’Eucaristia come “pane di speranza” per il nostro mondo. Riportiamo l’articoletto scritto da Valentina e Miriam, due ragazze di II media, apparso su La Vita del popolo (giornale diocesano di Treviso) subito dopo la fine del Grest. “È sempre bello partecipare al Grest! Queste settimane sono state diverse dalle precedenti. Infatti gli animatori non hanno interpretato la storia, ma siamo stati noi, con i giochi inventati allo scopo da p. Valerio. La storia parlava di “terre desolate” (il mondo), abitate da mostri maligni (il peccato), che noi, creature benigne, dovevamo liberare. I laboratori ci hanno fatto riflettere molto grazie ai numerosi cartelloni creati da ogni gruppo sui temi della povertà, della miseria, della fame, della malattia, dello sfruttamento, della superficialità e dell’ignoranza, legati a tutta la terra, ma soprattutto alle situazioni del terzo mondo. Haiti, Guatemala, Sahara Occidentale, Sudan sono gli Stati su cui ci siamo informa- L’ ti durante il percorso. Abbiamo anche trascritto la vita di alcuni santi che si sono dedicati interamente ai poveri: la beata Madre Teresa di Calcutta, S. Rita, S. Francesco, S. Lucia e S. Caterina. La loro bontà era veramente sincera e il loro altruismo grande e pieno di gioia. Il narratore della storia era poi S. Pier Giuliano Eymard che ci invitava, all’inizio di ogni settimana, a darci da fare per contribuire anche noi a risolvere questi problemi. Questo Grest, anche se diverso dagli altri, ci ha fatto aprire gli occhi sulle realtà e sulla cattiveria di ogni giorno, dandoci una spinta a voler bene al prossimo”. È stata un’esperienza un po’ faticosa perché ha costretto i ragazzi e gli animatori a confrontarsi su una realtà che, spesso, si vorrebbe nascondere per non pensarci. Ma noi crediamo sia importante vivere la nostra fede “dentro” la vita e scoprire come l’Eucaristia non sia solo celebrazione ma, come diceva il nostro Fondatore, il “pane per la vita dei popoli”. P. Maurizio Zorzi 6 AGOSTO - festa di S. pier giuliano eymard a s. benedetto del tronto N elle celebrazioni per ricordare i 150 anni di fondazione del nostro Istituto era già stata programmata in comunità la domenica 6 agosto come memoria liturgica solenne del Santo Fondatore. È stata preceduta da un triduo guidato da p. Antonio Genziani. Con una parola calda e sacramentina ha presentato S. Pier Giuliano come l’uomo della contemplazione, l’uomo dell’azione e l’uomo del cenacolo. Il vescovo diocesano, mons. Gervasio Gestori, ci ha regalato la sua presenza in due momenti della festa: alla mensa fraterna di mezzogiorno e alla mensa eucaristica della sera, con grande partecipazione dei Sanbenedettesi n Ecco l’omelia che ha tenuto durante la solenne concelebrazione: “Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù” (Atti): questo leggevamo nella prima lettura della Messa propria di S. Pier Giuliano Eymard. Mi chiedo: che cosa vuol dire che rendevano testimonianza con grande forza? Forse gli apostoli urlavano? Andavano in giro sbraitando? Facevano gesti strepitosi? Il testo ispirato è chiaro: quella gente cristiana “aveva un cuor solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro in comune”. Sembra otiziario 22 • settembre/ottobre 2006 dunque di dover dire che la forza di quella testimonianza consistesse nella comunione dei cuori e poi nella condivisione dei beni: due atteggiamenti di rottura, l’uno interiore ed invisibile, e l’altro esteriore e controllabile. Sono due modalità di vita che non potevano non colpire, perché rare e controcorrente: qui stava la forza del messaggio. La conseguenza era quella della grande simpatia presso la gente. Non solo, ma tanti si aggregavano al gruppo dei cristiani e la comunità dei discepoli si allargava e cresceva. Vorrei dunque far notare che anche oggi c’è bisogno di questo e che il richiamo più forte, capace di contagiare, 7 rimane sempre quello della testimonianza della vita. “Dio è Amore” (1 Gv). Questo leggiamo nella seconda lettura della Messa. Se Dio è Amore, come ci ha recentemente ricordato anche il Papa nella sua Enciclica, e se noi siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio, allora noi realizziamo la nostra identità, cioè siamo quello che dobbiamo essere, solo se siamo capaci di amare. Se oggi abbiamo tante persone, che non si sentono riuscite, che vivono in modo triste, che sono dominate dall’infelicità, che sono alienate, questo dipende soprattutto dal fatto che esse non sanno amare. Amare non è facile, perché l’amore vero è delicato, può andare facilmente in crisi, deve essere custodito con cura e difeso diligentemente. L’amore si può ammalare. Vorrei dunque far notare che oggi abbiamo bisogno di amore, da dare e da ricevere, e vorrei anche ricordare che non c’è amore senza perdono e non c’è amore senza sacrificio. “Senza di me non potete fare nulla” (Gv). Così abbiamo sentito dal Vangelo. Le parole di Gesù sono estremamente chiare: la nostra capacità di realizzazione è nulla senza di Lui. II Signore è il cibo della nostra anima ed è la forza della nostra riuscita nella vita. Riuscita come persone, non tanto come professione. Egli ci ha donato con la sua infinita sapienza la possibilità di riuscire, mettendoci in contatto con Lui mediante l’Eucaristia: “II mio Corpo è vero cibo, il mio Sangue è vera bevanda... Chi mangia questo pane, vivrà in eterno”. Le parole di Cristo non sono mai vane, il Signore è fedele e mantiene sempre quanto promette. S. Pier Giuliano Eymard conosceva bene questi insegnamenti del Signore e conosceva bene i bisogni esistenziali della gente del suo tempo. Era convinto che c’era bisogno di amore fraterno e di solidarietà umana, sapeva che le persone si realizzano solo con l’amore e credeva fermamente nella presenza di Gesù nell’Eucaristia. E così, in maniera sempre più chiara comprese quale fosse la sua missione nella Chiesa e per il mondo: essere apostolo dell’Eucaristia, sacramento dell’amore di Gesù e cibo delle anime. Nel 1856, 150 anni fa, fonda la Congregazione dei Padri Sacramentini, e tre anni dopo fonda le Ancelle del SS. Sacramento. Aveva 45 anni di età, era prete da 22 anni, ed incominciò a dedicarsi con convinzione e con grande zelo per la diffusione del culto e dell’amore verso questa misteriosa e realissima presenza del Signore nell’Eucaristia, riuscendo ad ottenere abbondanti frutti spirituali. Di che cosa ha bisogno il nostro mondo attuale? Di che cosa noi abbiamo bisogno? Mi direte che abbiamo bisogno di pace, di giustizia, di tranquillità, di fiducia, di speranza, ecc. Sì, tutto questo è vero. Ma io vorrei dire che abbiamo bisogno an- che e soprattutto del Signore. Quando possediamo veramente il Signore, abbiamo anche la pace, la giustizia, la serenità, la gioia, l’amore. E se oggi queste cose fondamentali ci mancano, è perché ci manca troppo il Signore nella nostra vita: ci stiamo dimenticando di Gesù, della preghiera e della fede, della fiducia in lui e della nostra ubbidienza a lui. La presenza nella nostra città da oltre 60 anni dei Padri Sacramentini è stata e continua ad essere importante e preziosa. Essi offrono non solo un servizio pastorale alla comunità dei credenti, specialmente con il ministero delle Celebrazioni eucaristiche e delle Confessioni, ma sono un richiamo forte ed una testimonianza essenziale per quello che veramente conta per la nostra vita di persone e di credenti. Essi ci ricordano che oggi abbiamo tutti ancora bisogno del Signore, che ci è necessario il cibo dell’Eucaristia, che dobbiamo pregare di più. Vorrei pertanto che questo Santuario fosse sempre un luogo frequentato per l’adorazione e la contemplazione, per il silenzio che ascolta e per l’amore che perdona. In questa chiesa i peccatori possano ricevere il perdono, gli sfiduciati ritrovino speranza, quanti si sentono soli abbiano il conforto di una amicizia vera, chi è debole si nutra con il Pane dell’anima. Grazie, Signore, per questa tua grande presenza, grazie, Gesù, per il tuo infinito amore per noi, grazie per il conforto che non ci lasci mai mancare, grazie di tutto, dolcissimo Gesù”. NOTIZIE IN BREVE Con un anno di anticipo sui tempi inizialmente previsti, si è chiusa la vendita dell’immobile di Casier. Dopo lunghe trattative, i pagamenti sono avvenuti in quattro rate a partire dal luglio 2003 all’agosto 2006. Su questa alienazione la Curia Generale, tolte le spese (molto forti sono state quelle causate dalle due occupazioni), ha ricevuto il 10% del ricavato (cfr S.G. 99.07/3) per alimentare il fondo delle missioni. Ringraziamo il Signore di averci fatti giungere a buon fine; e con Lui ringraziamo anche tutti coloro che ci hanno aiutato in questo cammino. n Conferenza Europea 12 – 14 ottobre a Dublino Conferenza Africana 13 – 18 novembre in Senegal Riunione degli Economi a Pesaro 13 – 14 novembre Il p. Provinciale e p. Silvano Nicoli saranno in visita alla Comunità di Ndoumbi dal 19 al 31 ottobre date prossimi C.P.O. 5-6 ottobre a Prato – 21-22 novembre a Pesaro Solidali nel dolore con p. Pietro Paolo Gennuso per la morte della sorella otiziario 22 • settembre/ottobre 2006 8 pensieriecolori.it Casier