AMISSI DEL PIOVEGO associazione culturale e ambientalista di voga alla veneta 30 anni 1980-2010 Casetta dell’Acqua – 137, Via San Massimo – 35129 Padova www.amissidelpiovego.it e-mail: [email protected] Cod. fiscale 92095920283 – Associazione iscritta nei registri delle associazioni riconosciute della Provincia di Padova e del Comune di Padova. Operante ai sensi del IV comma dell’art. 118 della Costituzione italiana secondo il principio di sussidiarietà. Società di voga alla veneta della Federazione Italiana Voga Veneta, Coordinamento Nazionale, iscritta al nr. 91256 del registro CONI, affiliata all’Ente di Promozione Sportiva ASI al nr. VEN-PD0066. Presidente: Maurizio Ulliana - contatti: cell. 3487077807 Presidente onorario Elio Franzin - tel e fax 0498722256 Alla c.a. Gent.mo C.S. Giuseppe Perna Spett.le Ministero per i Beni e le Attività Culturali Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Nucleo di Venezia Rif. Verbale in Padova di accertamento edilizio paesaggistico monumentale del 4 aprile 2012. Gent.mo C.S. Giuseppe Perna, come da intese Le invio le seguenti note al verbale da Lei redatto nel corso del sopralluogo del 4 aprile 2012 all’area in Padova di Via San Massimo 137 “Golena di San Prosdocimo/Castelnuovo”. Note al verbale del 4 aprile 2012 – CC TPCVENU E’ storia documentata che a Padova nel corso del Novecento sono stati tombinati alcuni dei suoi corsi d’acqua (Alicorno, Naviglio interno-Piovego, ecc.) e parallelamente sono stati sepolti dai rifiuti urbani e industriali, dalle macerie, dall’incuria i suoi principali monumenti legati alle acque: tra questi la cavana e la porta del Castelnuovo, le due scalinate del Portello, la conca delle Porte Contarine. Le stesse mura cinquecentesche lungo i tratti bagnati dal Piovego sono state sommerse da detriti e vegetazione. Gli enti responsabili della tutela di beni culturali e paesaggio han fatto poco rispetto l’importanza. Non è solo questione di soldi, ma di atteggiamento culturale e ideologico. Ciò che non si vede non si apprezza. Da circa 30 anni, a Padova, alcuni cittadini sono attivi, prodromi del principio di sussidiarietà art. 118 comma Costituzione italiana, per migliorare la situazione. Il processo lungo e faticoso che ha portato alla loro riscoperta, alla loro visibilità, è cominciato nella primavera del 1981 grazie ad una indicazione relativa alla scalinata del Portello del compianto storico dell’arte Giulio Bresciani Alvarez. Come era evidente in un paio di dipinti del Canaletto (1760 ca) dove sembrava esserci solo terra, sotto doveva esserci la scalinata del porto alla Porta veneziana Ognissanti (1518). Lo scavo di una giornata, con badile, di volontari privati cittadini, ha consentito di riportare alla luce i primi gradini della scalinata Grande che fu poi restaurata dal Comune qualche anno dopo. Identica storia per l’altra scalinata al Portello, quella Piccola o della Fraglia dei Barcari (restauro 2009). E’ stata ridata una identità storica al Portello. Alla riscoperta di alcuni dei monumenti idraulici è seguito il ritorno della “voga alla veneta” sulle acque del Piovego. Essa era scomparsa dal centro storico in seguito al tombinamento del Naviglio interno decretato nel 1956. 1 ASI VEN-PD0066 - CONI 91256 ASI VEN-PD0066 - CONI 91256 AMISSI DEL PIOVEGO Dal 1994 e successivamente si è anche sviluppata l’attività economica del turismo culturale fluviale. La compagnia di navigazione fluviale Delta Tour ha ottenuto la concessione per installare un approdo proprio in Golena San Prosdocimo. Le due attività voga veneta e turismo fluviale sono complementari e tutelano e valorizzano il Piovego. Nell’estate 1984 gli Amissi del Piovego hanno ricevuto in consegna dal Comune di Padova sindaco Settimo Gottardo - la golena comunale di San Prosdocimo e in concessione precaria l’edificio chiamato Casetta dell’acqua. E’ bene precisare che dal 1984 ad oggi il Comune di Padova, non ha mai contestato la legittimità della presenza degli Amissi in Golena San Prosdocimo: non esiste un solo atto in tale senso. Non solo: ma per effetto di rinnovo tacito permane in vigore la concessione del 1984 e la convenzione comunale nr. 2409 del 21/12/1995 (vgs all. 1 pagina 16 - quella del 2001 non è mai stata da noi accettata). Il nostro rapporto con il Comune di Padova non è mai stato revocato, ma confermato più volte anche in diversi atti, e anche quest’anno 2012 (rinnovo dell’iscrizione nel registro comunale delle associazioni al nr. 527 - vgs all. 2). Nella logica di collaborazione con il Comune e quale Servizio alla Città, anche in questi giorni si sono perfezionati accordi per alcune iniziative pubbliche culturali-ambientali e di voga alla veneta. - Le affermazioni dell’arch Lo Bosco, contenute nel verbale, sono palesemente errate. Derivano da un comportamento in auge in una parte dell’amministrazione comunale ed associazioni referenti (a mio giudizio una “consorteria delle mura”) volto a non riconoscere gli Amissi del Piovego come soggetto titolato e prestatore di un Servizio per la Città in Golena San Prosdocimo: il controllo dei cittadini della gestione delle mura cinquecentesche (anche perché abbiamo proposto la costituzione dell’Opera delle mura). Da decenni, fino al 1984, l’area storica monumentale ed ambientale della golena San Prosdocimo e delle sue mura cinquecentesche era occlusa alla vista e preclusa alla fruibilità degli abitanti padovani, essendo utilizzata come centro “rifiuti” e conseguentemente coperta, sia da materiali vari che da automezzi e capannoni. Gli Amissi del Piovego hanno consentito il recupero e mantengono l’impegno per la tutela, visibilità e fruibilità rispettosa e coerente dell’area. Il 4 aprile 2012 il Nucleo di Venezia del Comando carabinieri tutela patrimonio culturale (Ministero per i beni e le attività culturali), congiuntamente ad alcuni funzionari delle due sovrintendenze competenti e del Comune di Padova, ha eseguito un sopraluogo sul terreno del Castelnuovo attiguo all’accesso interno alla cavana e sul terreno del Castelnuovo attiguo all’accesso esterno alla cavana. Lo scopo del sopraluogo del Nucleo di Venezia era quello di verificare la corretta osservanza sia delle norme di legge che disciplinano l’attività edilizia (D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380) sia di quelle di cui al Decreto legislativo 22 gennaio 2002, n.42. E’ evidente che sia sul terreno del Castelnuovo attiguo all’accesso interno alla cavana sia sul terreno del Castelnuovo attiguo all’accesso esterno alla cavana non è mai stata eseguita nessuna opera di qualunque genere. 2 ASI VEN-PD0066 - CONI 91256 AMISSI DEL PIOVEGO Il semplice sterro operato dagli Amissi del Piovego con dei badili ha comportato la rimozione di rifiuti urbani, di detriti, di sassi, di ghiaia e di terra che impedivano la visibilità sia dell’accesso interno della cavana del Castelnuovo che della bocca della cannoniera. In particolare è noto al Comune di Padova quanto gli Amissi del Piovego svolgono per il decoro del luogo. A conferma si ricorda l’iniziativa pubblica del 2007, proprio sotto l’egida del Comune di Padova. Nell’ambito del Campus cittadino “Giovani per un mondo unito - Comeet” (movimento focolarino), in collaborazione con Legambiente, un gruppo di circa 15 ragazzi, fra i circa 200 provenienti da tutte le città del nordest, svolsero in 3 giorni una pulizia di alcuni siti lungo il Piovego compresi l’area ex Finesso e la cavana di San Prosdocimo (vgs. all. 3). Successivamente, fui convocato e sentito dalla Polizia Municipale in merito alle modalità di svolgimento dello sterro in cavana, che è bene sottolineare, era nelle condizioni di discarica (come è tutt’ora il locale interno alla Porta fluviale del Castelnuovo). La cronistoria della trasformazione in discarica di rifiuti urbani sia del terreno interno del Castelnuovo sia della golena è divisa in due fasi, la prima iniziata nel 1920 e la seconda nel dicembre 1936 come conseguenza di due delibere comunali. 1) La Delibera 27 agosto 1920 n. 157 (prot. gen. N. 29094) del R. Commissario M. Sorge. (vgs all. 4) L’attuale livello del terreno del Castelnuovo attiguo all’accesso interno alla cavana, che è di circa tre metri al di sopra del livello attuale delle acque del Piovego, è dovuto al fatto che dal 1920 fino agli anni della Seconda guerra mondiale il terreno interno del Castelnuovo è stato utilizzato come discarica per i rifiuti urbani destinati ad essere trattati nelle vicine 20 celle di fermentazione sistema Beccari costruite dopo il 1920 ai piedi della cortina muraria lungo l’attuale via G. Orus. Una conferma della destinazione a discarica del terreno interno al Castelnuovo dal 1920 fino agli anni della Seconda guerra mondiale è stata data dai “Sondaggi di scavo e dalle indagini stratigrafiche eseguiti nell’area del Castelnuovo (2006-2007)” pubblicati dallo Studio di archeologia S. Tuzzato in: “Il Castelnuovo di Padova la fortezza mancata” (a cura di U. Fadini, Padova 2011) in particolare dal saggio 6 (pp. 111-114). Allo scopo di proteggere dalla pioggia e dagli schizzi di terra la “mascareta” di proprietà del Comune affidata in concessione agli Amissi del Piovego, che viene abitualmente ricoverata dentro la cavana del Castelnuovo, gli Amissi del Piovego hanno sterrato l’accesso interno della cavana allo scopo di scendere dal terreno, che si trova a un livello superiore di circa tre metri a quello delle acque del Piovego, fino alla “mascareta”. La “mascareta”, lunga m.8,50 supera quella della cavana. Gli Amissi del Piovego si sono limitati inizialmente a ricoprire la prua dell’imbarcazione con un manufatto, costituito da una tela cerata appoggiata ad un asse di legno, destinato a soddisfare tale necessità transitoria, temporanea e contingente. Attualmente la prua della “mascareta” è protetta da una copertura di plastica trasparente sostenuta da quattro pali infissi sull’acqua che non limita in nessun modo la visibilità della cavana della facciata interna del Castelnuovo. 3 ASI VEN-PD0066 - CONI 91256 AMISSI DEL PIOVEGO Lo sterro con i badili degli Amissi del Piovego si è verificato pertanto su un terreno utilizzato per decenni come discarica di rifiuti urbani, di materiale disomogeneo. di laterizi, di carbone e di materiale ferroso della vicina Fonderia ing. Poliuto Tormene in seguito trasferitasi a Due Carrare. Lo sterro si è verificato successivamente al saggio 6 eseguito dallo Studio di archeologia S. Tuzzato nel 2006-2007. Lo sterro ha fatto parte della operazione che, mediante la eliminazione delle macerie e dei rifiuti urbani, ha restituito alla cavana del Castelnuovo la sua funzione originaria di ricovero di una imbarcazione collegata alla catena difensiva, manovrata dall’argano posto sopra la cortina muraria, che attraversava il Piovego. 2) La delibera 30 dicembre 1936 del podestà Guido Solitro di trasferimento della discarica urbana dal terreno interno al Castelnuovo alla golena del Castelnuovo. (vgs all. 5) Per ragioni di carattere igienico e per ragioni di carattere estetico, il “deposito di immondizie” situato sul terreno interno al Castelnuovo fu trasferito con delibera del podestà Guido Solitro del 30 dicembre 1936 sulla golena esterna al Castelnuovo. L’articolo “Un insospettato cantiere oltre le vecchie mura”, apparso su “Il Gazzettino” il 6 luglio 1942 contiene una descrizione dettagliata del lavoro di cernita dei rifiuti urbani depositati nella golena. In seguito ai lavori di consolidamento della golena del 1937 per consentire le manovre degli automezzi, al successivo deposito dei rifiuti urbani e poi anche di macerie della Seconda guerra mondiale, il livello della golena del Castelnuovo è stato innalzato di oltre tre metri rispetto a quello esistente nel 1920 (installazione del tamburrano di Noventa Padovana). Dal 1984 fino all’inverno del 1995-1996 mediante delle scavatrici meccaniche sono stati eseguite dal Comune di Padova tre operazioni di scavo sulla golena delle quali esiste una abbondante documentazione fotografica. In preparazione della terza operazione di scavo della golena del terreno, come ha scritto l’arch. del Comune di Padova G.P. Martinoni nel Progetto per il completamento dello sterro del 29 gennaio 1993: “ E’ stata accertata la conformazione degli strati che compongono lo spessore del terreno: è un tipico terreno di natura golenale e di formazione relativamente recente ed è stato verificato, presente la Soprintendenza Archeologica, come non vi possano essere insediamenti o stazioni di tipo antropico”. Purtroppo malgrado le tre operazioni di scavo la golena non è stata abbassata fino al livello esistente nel 1920. Il terzo scavo della golena, eseguito nell’inverno 1995-1996, ha comportato il costo di L.82.783.000. Lo sterro degli Amissi del Piovego, eseguito con i badili, che ha reso visibile la cannoniera del Castelnuovo, è stato avvenuto successivamente alle operazioni delle scavatrici meccaniche e dopo che la dichiarazione della Sovrintendenza archeologica relativa alla inesistenza nella golena di insediamenti o stazioni di tipo antropico. 4 ASI VEN-PD0066 - CONI 91256 AMISSI DEL PIOVEGO La visibilità della cannoniera è un elemento importante per la leggibilità del Castelnuovo durante le visite guidate, per la verifica del livello delle acque del Piovego nel 1519 quando è stato realizzato il Castelnuovo. Le macerie, le pietre, i sassi che nascondevano la cannoniera sono rimossi e collocati in un cumulo ben visibile proprio per consentire una ulteriore verifica della storia della golena dopo il 1937. Pertanto ribadiamo che le due operazioni di sterro eseguite con i badili dagli Amissi del Piovego sul terreno interno al Castelnuovo attiguo alla cavana e sul terreno esterno attiguo alla cannoniera rientrano nella cura costante che è stata rivolta nei confronti del monumento per la sua visibilità e per il suo decoro. La tutela dell’area in concreto è data innanzitutto da atti amministrativi coerenti. Purtroppo la Soprintendenza e l’amministrazione comunale sono responsabili negativamente perché: - hanno autorizzato nel 2010-2011 l’installazione di capannoni e tendoni per spritz e feste; - non hanno controllato i lavori preparatori l’installazione e dopo la loro rimozione, inclusa la posa abusiva dell’esistente ghiaino; - non hanno dato riscontri alle comunicazioni circa l’esito incompleto e imperfetto dei lavori di restauro 2006-2008. Finché la Golena sarà considerata un luogo vuoto da riempire (come affermato da un illustre amministratore comunale) non si favorisce la tutela e la valorizzazione della Golena per quello che è: una straordinaria testimonianza del passato e oggi un luogo ideale per la voga alla veneta, il turismo fluviale culturale e le visite didattiche, per la qualità della vita quotidiana degli abitanti, 365 giorni all’anno. Si acclude documentazione integrativa: 1. copia libretto “(per la tutela de) La Golena di San Prosdocimo” 2. copia rinnovo 2012 iscrizione registro comunale associazioni 3. copia documentazione fotografica 2007: “Pulizia con i Giovani per un mondo unito Comeet” 4. trascrizione delibera 27 agosto 1920 n. 157 (prot. gen. N. 29094) del R. Commissario Michele Sorge; 5. copia delibera del 30 dicembre 1936/807 del Podestà di Padova. In fede. Padova, 11 aprile 2012 Maurizio Ulliana - Presidente Amissi del Piovego 5