Anno II - Numero 104 - Sabato 4 maggio 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Filippo Corridoni n. 23 NEL RAPPORTO TRA IL CONTRIBUENTE E LE TASSE VA RAGGIUNTO UN PUNTO DI EQUILIBRIO SCONFIGGERE EQUITALIA È dal basso che si può contrastare la vessazione fiscale Le proposte de La Destra per le comunali di Roma di Francesco Storace dal basso che deve partire una vera e propria rivoluzione sociale che, nel segno dell'equità, garantisca ai cittadini che stanno più in difficoltà di non dover soccombere nel rapporto con una macchina fiscale caratterizzata dalla vessazione continua del contribuente. Equitalia è diventato il nemico delle persone, delle famiglie, di quanti hanno un problema. Le tasse vanno pagate, ma ad essere perseguito deve essere chi non le vuole pagare e non chi non le può pagare. Per questo abbiamo apprezzato l'iniziativa del Comune di Roma, voluta dal sindaco Alemanno, tendente ad assumere in proprio la responsabilità del rapporto col contribuente attraverso il dipartimento economico dell'amministrazione e non più per il tramite della società di riscossione. La tragedia rappresentata da Equitalia e da chi ha sostenuto la politica delle vessazioni fiscali volute da Monti, almeno a Roma può cessare se davvero alle parole del sindaco Alemanno seguiranno i fatti e se il primo cittadino non sarà ostacolato da chi idolatrava E’ Trigesimo Buontempo il vecchio governo. La Destra è nelle condizioni di dare un respiro programmatico ancora più forte all'azione della maggioranza che sarà chiamata a governare il Campidoglio dopo le elezioni amministrative di fine maggio, per rendere più umano ed equo il servizio di riscossione crediti da parte dell'amministrazione comunale. Nella Capitale non vogliamo suicidi fiscali. La nostra dirigente che da anni segue questa battaglia, l'avvocato Monica Nas- Ostia: in ricordo di Teo Sabato 25 maggio, sarà celebrata da monsignor Fisichella a Ostia la messa per il trigesimo della scomparsa del presidente de La Destra Teodoro Buontempo. La funzione si svolgerà alle 17 nella Chiesa S.Maria Regina Pacis di Ostia, situata nell’omonima piazza. Tempi di tagli Palazzi e censure Solo le toghe restano d’oro La Boldrini vede nemici dappertutto Grazia Bontà a pag. 2 Federtico Colosimo a pag. 3 Sanità Femminicidi Operazione riuscita grazie alle staminali Una scia di sangue da Roma a Livorno a pag. 4 a pag. 6 Carola Parisi sisi, seconda capolista de La Destra alle comunali, ha messo nero su bianco le azioni che può intraprendere l'amministrazione comunale. Infatti, mentre i cittadini di tutta Italia chiedono che si fermi l’azione vessatoria di Equitalia, e in attesa che il legislatore intervenga e riformi il procedimento di riscossione, Roma Capitale può e deve passare alla riscossione diretta dei tributi ed entrate locali adottando un procedimento che garantisca una riscossione equa. 1. Eliminazione dell’aggio (oggi pari al 9%), che è il compenso che si riconosce al soggetto di riscossione. 2. Possibilità di rateizzazione del singolo credito vantato dall’Amministrazione, senza l’applicazione di ulteriori costi e sanzioni, con rate a partire da € 50,00, fino a un massimo di 120 rate,con applicazione degli interessi al tasso legale. 3. Richieste di pagamento e attivazione delle procedure di riscossione coattiva solo per i crediti dell’Amministrazione ancora esigibili e per cui non sia intervenuta la prescrizione. 4. Esclusione della prima casa dai beni ipotecabili e assoggettabili ad espropriazione forzata, in considerazione dell’ emergenza abitativa. 5. Sospensione della riscossione per 12 mesi in caso di perdita del lavoro o in caso di comprovato stato di grave crisi di imprese e soggetti con partita I.V.A. 6. Nessuna segnalazione alle centrali rischi prima della definizione, anche in sede giudiziale, della posizione debitoria. E' una battaglia che vale la pena di fare. E a condurla da protagonisti chiameremo in prima fila i cittadini. I consiglieri che La Destra eleggerà in Campidoglio ne saranno gli alfieri. LA POLEMICA Sofri e le torture di Guantanamo: quando il moralista è sbagliato di Micol Paglia l Foglio, 3 maggio 2013. Nella giornata dedicata alla libertà di stampa, il quotidiano di Giuliano Ferrara sceglie di parlare d’altro. Due delle sei pagine che compongono il giornale sono infatti riempite dalla denuncia nei confronti di uno dei più vergognosi scandali riguardante un Paese occidentale: le torture nella prigione di Guantànamo. Per questa vicenda, per le condizioni inumane cui i detenuti sono sottoposti, non ci sono descrizioni sufficienti, solo condanne, unanimi. La premessa, in questo caso, è più doverosa che mai. Ma non è questo il punto. La firma apposta in calce alle 13 colonne comparse ieri su il Foglio è di qualcuno che, a nessun titolo, dovrebbe permettersi di parlare di tortura e disumanità. La “penna eccellente” cui Ferrara ha -vergognosamente- concesso l’enorme privilegio di riempire due pagine del suo giornale è Adriano Sofri. È appena il caso di ricordare chi sia e che cosa abbia fatto nella vita questo “illustre” signore. Direttore e fondatore di Lotta Continua, Sofri è stato condannato in via definitiva a 22 anni di reclusione quale mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi. Scrive Sofri oggi: “Mi sono arrovellato attorno alla tortura da quando ero ragazzo. Pensarci aveva parte rilevante nell’educazione dei ragazzi della mia generazione”. Scriveva Lotta Continua, parlando di Luigi Calabresi, il 6 giugno del 1970: “Questo marine dalla finestra facile dovrà rispondere di tutto. Gli siamo alle costole, ormai, ed è inutile che si dibatta come un bufalo inferocito (...) Qualcuno I potrebbe esigere la denuncia di Calabresi per falso in atto pubblico. Noi, che più modestamente di questi nemici del popolo vogliamo la morte (il corsivo è del redattore, ndr)”. A queste parole che hanno il peso del piombo, lo stesso con il quale il corpo di Calabresi è stato crivellato, vanno aggiunte le infinite minacce, telefonate anonime, scritte intimidatorie e vessazioni interminabili cui la famiglia del commissario è stata sottoposta prima e dopo l’omicidio di chi altri non era se non un Uomo dello Stato. Dica Sofri, cos’è questa, se non una tortura, continua? “Io conosco una galera, è ripugnante, feroce, normale. Il mio solo vantaggio è che sono più di ogni altro spinto a immaginare come possa essere Guantànamo”. Non si permetta di pontificare sulla sua esperienza, il signor Sofri e ricordi sempre che in quella “cella che sembrava un cubicolo, di due metri e mezzo per uno” lui c’è finito perché colpevole di un omicidio, non certo perché vittima di un errore giudiziario. Scrive Sofri sul Foglio: “Io chiudo gli occhi e provo a vedere 92 celle, con 92 corpi legati mani e piedi ai loro giacigli o alle loro sedie…”. Non ha immaginato, il direttore di Lotta Continua, quarantun’anni fa, quale prigione sarebbe stata per Gemma Calabresi e per i suoi tre figli (l’ultimo lo portava ancora in grembo) rimanere vedova, poco più che ragazza, di un marito ucciso senza colpa. Non ha chiuso gli occhi Adriano Sofri prima di infliggere ad una donna ed a tre bambini un ergastolo insensato il cui dolore resta accompagnato da condanna che recita a caratteri di fuoco “fine pena: mai”! La BCE abbassa il tasso d’interesse all’0,50% Che le banche ricomincino a fare le banche di Massimo Visconti a Banca centrale europea ha ridotto il tasso d’interesse principale dallo 0,75 allo 0,5%. Siamo di fronte ad un nuovo minimo storico che si stima potrà immettere nell’economia familiare e delle imprese 3,6 miliardi di euro. Ma tutto dipenderà dai singoli Istituti di Credito che potranno approfittare di questo taglio per riprendere a prestare soldi e rifinanziare così il mercato dei mutui e del credito all’impresa. L’ultima riduzione del tasso risale al luglio del 2012, ma allora gli Istituti di credito non recepirono il messaggio e non aprirono i cordoni della borsa né alle famiglie né alle imprese, mettendo la scusa della crisi che non garantiva i rientri dei prestiti e dei mutui.. Questa volta è diverso e le Banche non hanno più scusanti o alibi. E’ necessario che il mercato dei mutui riparta per far riprendere anche il settore delle costruzioni che attualmente è fermo proprio perché il settore immobiliare è in sofferenza. Il segnale distensivo dato dalla BCE non può essere quindi vanificato dal fatto che le banche continuino a non fare le banche, ovvero ad essere gli erogatori di finanziamenti e il volano della ripresa economica. C’è la necessità, come abbiamo più volte detto da queste pagine, di far circolare sul mercato più denaro sia per le imprese, che possono riattivare gli investimenti, sia per le famiglie che possono aumentare i consumi. Se, come dicono gli esperti, nel secondo semestre del 2013 si avranno i primi segni di ripresa, il taglio della BCE, che entrerà in vigore l’8 maggio, non può che sostenere la ripresa in questione. Spetta quindi in particolare agli organi di controllo della Banca d’Italia vigilare affinché gli Istituti di credito riprendano a “produrre credito” e non a speculare con prodotti finanziari, gli stessi che hanno prodotto guasti all’economia nazionale ed in particolare alle famiglie e alle imprese. Non ci sarà ripresa senza aperture di credito e ricostruzione di una fiducia reciproca tra cittadini e banche. L’Italia non si può permettere di perdere questa occasione che le viene offerta dalla BCE in un momento particolare per l’economia del nostro Paese. Ognuno dia il suo contributo e le banche ricomincino a fare le banche. L 2 Sabato 4 maggio 2013 Attualità Si taglia su pensioni e ammortizzatori sociali, ma l’“ultracasta” guadagna un po’ di più De Mistura Gli stipendi “togati” non si toccano, anzi si aumentano Una sentenza della Corte Costituzionale e un provvedimento del Governo Monti prevede un surplus annuale di 8 mila euro nelle buste paga di tutti i magistrati Inviolabile anche l’ “indennità giudiziaria” (che si quantifica in un sesto del salario) ltro che politici! L’unica, vera e intoccabile casta in Italia, è quella dei magistrati. Quello giudiziario è il più tutelato fra i poteri che regnano in questo Paese. I veri privilegiati, anche in tempo di crisi, sono loro e chi osa provare a negarglieli, diventa un nemico. La Spending Review ha tagliato fondi a settori e comparti dello Stato che davvero sarebbero intoccabili: dalla sanità alle pensioni, dalle forze armate agli ammortizzatori sociali. Insomma, quando c’è “austerity” tocca che ciascuno stringa la cinghia. Un sacrificio lo si chiede a tutti. A tutti, tranne che a loro, all’“ultracasta”. Nel 2005 il Governo Berlusconi, nella persona dell’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti, aveva previsto un blocco dell’aumento degli stipendi togati del 5%, per almeno 5 anni. Niente da fare, ieri è stato approvato un contro-decreto (firmato dall’uscente presidente del Consiglio, Mario Monti) che annulla il precedete provvedimento e dà il via libera ad un surplus salariale per tutti i magistrati, con addirittura valenza retroattiva fino al 2012. In pratica, restituire i soldi dell’Imu non si può, ma riconsegnare nelle buste paga dei magistrati quel po’ che si era tolto, sì. Stipendio inviolabile, quindi. Sembrerebbe quasi una A formula costituzionale e, in effetti, lo è. Perché per stabilire l’intangibilità del salario di tutti i giudici sono intervenuti addirittura i supremi ermellini della Consulta. Permettere ad una legge dello Stato di modificare la busta paga dei magistrati sarebbe addirittura un attentato “all’indipendenza dello stesso potere giudiziario, in quanto le decurtazioni dello stipendio, incidendo sullo status economico del giudice, creerebbero una sorta di dipendenza del potere giudiziario dal potere legislativo ed esecutivo, i quali finirebbero con il controllare, in maniera arbitraria, la magistratura e, quindi, a comprometterne l’indipendenza”. Grazie a queste preziosissime parole, contenute in una sentenza della Corte Costituzionale, e al decreto “Loden”, firmato dal Goveno tecnico del Prof. Monti, una toga che nel 2011 percepiva uno stipendio di 174 mila euro l’anno, da ieri ne percepisce 182mila. Otto mila euro in più, tondi tondi. Non basta. I giudici (tutti, senza distinzione di incarico) continueranno a percepire una “indennità fissa”, che viene elargita in base agli oneri incontrati nel corso della loro annuale attività lavorativa. Sempre secondo la Corte Costituzionale, questo “compenso all’attività dei magistrati” è necessaria quale “supplenza alle gravi lacune organizzative dell’apparato della giustizia”. Questa indennità corrisponde ad un sesto di quanto percepito in busta paga, pari a 30 mila euro e rotti in più l’anno (per un giudice che ne guadagna 182 mila, ad esempio). C’è gente che ucciderebbe per avere anche solo un quinto di cifre del genere, in un momento di crisi come questo. Anzi no. C’è gente che si uccide per meno, molto meno. Grazia Bontà inviato speciale sul caso Marò taffan De Mistura è stato nominato inviato speciale presso il governo indiano per affrontare la questione dei due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da oltre un anno ristretti nel Paese asiatico. E' quanto emerge da una riunione interministeriale, presieduta da Enrico Letta a Palazzo Chigi. “Nel corso dell'incontro – si legge in un apposito comunicato - l'ambasciatore Staffan de Mistura ha riferito i più recenti sviluppi della questione, nella prospettiva di una conduzione unitaria e collegiale del caso. Il presidente del Consiglio, d'intesa con i ministri presenti, ha quindi nominato l'ambasciatore Staffan de Mistura suo inviato speciale presso il governo indiano per la questione. Si è infine concordato che il formato della riunione odierna verrà mantenuto, nell'auspicio di una soluzione equa e rapida del caso''. S Martedì l’insediamento delle commissioni parlamentari dopo i viceministri e sottosegretari Governo: lo scoglio dei 28 La rabbia di Storace: ''Sette mesi dopo averci fatto perdere in Sicilia, Miccichè guadagna la promozione a sottosegretario. Scelto da Alfano o da Letta (Enrico)?” ountdown per le presidenze di commissioni. Il Governo LettaAlfano, messosi alle spalle la “patata bollente” dei viceministri e dei sottosegretari, ha dato inizio alle trattative per accontentare i delusi e gli esclusi. C’è tempo fino a martedì. Tra 72 ore, infatti, si insedieranno le commissioni parlamentari. Ma la partita che si prospetta, sarà più delicata del previsto. Le presidenze delle commissioni parlamentari sono molto ambite – da non sottovalutare, infatti – i benefit: autoblu, indennità, etc. etc. Molti i pezzi da novanta da “sistemare”: da Romani a Casini, da Matteoli alla Gelmini, da Fabrizio Cicchitto alla Brambilla, da Epifani alla Bernini, da Boccia alla Carfagna, dalla Bindi alla Finocchiaro. Daniela Santanchè – nelle prossime ore – pare che diventerà la vice della Boldrini. C Commissioni parlamentari Vent’otto le presidenze da assegnare tra Camera e Senato: sette al Pd, 5 al Pdl e 2 a Scelta Civica. In via dell’Umiltà si pensa all’ex ministro Paolo Romani alla presidenza della commissione Lavori Pubblici e comunicazioni a Palazzo Madama. Altero Matteoli, invece, al Territorio, ambiente e beni ambientali. L’ex capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, agli Affari Costituzionali. Maria Stella Gelmini, dovrebbe essere destinata alla Cultura. In lizza anche Anna Maria Bernini (Politiche Esodati e Cassa: quali priorità? I l Ministro dell’Economia Saccomanni, intervenendo alla presentazione del rapporto OCSE sull’economia Italiana, ha affermato che la priorità del Governo è rappresentata dagli esodati e dal rifinanziamento della CIG. Il Ministro dell’economia ha inoltre affermato che entro i primi giorni del mese di giugno l’Unione Europea potrà chiudere la procedura di disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia. Tralasciando il fatto che i costi della chiusura del disavanzo Italiano li hanno pagati i cittadini con le sciagurate riforme europee), Vittoria Brambilla (Ambiente) e Renata Polverini (Lavoro). Acque sempre più agitate in casa piddì. Oltre alle varie correnti da accontentare – Renzi, in primis – c’è da placare la rabbia della base. Il segretario in Piemonte del Pd, Gianfranco Morgando, ha rassegnato le sue dimissioni. Motivo? L’esclusione di una rappresentanza piemontese nel governo. Ma per la dirigenza di Largo Nazareno i grattacapi non finiscono qui. E’ scoppiato, infatti, anche il caso dell’incompatibilità. Il viceministro alle Infrastrutture e dei Trasporti, Vincenzo De Luca, ricopre l’incarico anche di primo cittadino a Salerno. Ma lui, di mollare la “poltrona”, non ne vuole proprio sentir parlare. Stessa sorte per il renziano Graziano Delrio: Ministro per gli Affari regionali, presidente dell’Anci e sindaco di Reggio Emilia. La Bindi, rimasta con un pugno di mosche in mano, dovrebbe guidare la commissione Affari Sociali alla Camera. L’ex segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, alla Lavoro. Alle Finanze, invece, l’economista Francesco Boccia. Marco Minnini agli Affari Costituzionali oppure alla Difesa. Alla Giustizia – a Palazzo Madama - potrebbe finire Anna Finocchiaro. Potrebbero essere della partita anche il renziano Matteo Richetti e il lettiano Marco Meloni. Per Scelta Civica, si parla di Pier Ferdinando Casini alla presidenza agli Affari Esteri al Senato. L’ex ministro Renato Balduzzi, invece, agli Affari Sociali (in lotta con la Bindi). Polemica Storace-Micciché La nomina dell’ex ministro di Grande Sud, Gianfranco Micciché, come sottosegretario alla Pubblica Amministrazione e Semplificazione ha mandato su tutte le furie il leader de La Destra, Francesco Storace. Micciché, che doveva essere parte integrante della coalizione di centrodestra alle scorse regionali siciliane per Nello Musumeci (La Destra) presidente, scelse – all’ultimo minuto - la corsa solitaria; risultando determinante per la vittoria di Crocetta su Musumeci. Rabbioso il tweet di Storace: ''Sette mesi dopo averci fatto perdere in Sicilia, Micciche' guadagna la promozione a sottosegretario. Scelto da Alfano o da Letta (Enrico)?''. Giuseppe Sarra poste in essere dal Governo Monti, non possiamo che augurarci che il Governo Letta faccia presto a risolvere i due problemi, quello degli esodati e quello dei Cassa integrati. Concordiamo anche con la dichiarazione del Ministro Saccomanni sul fatto che non si possono trovare “soluzioni improvvisate” ma bisogna puntare su riforme strutturali che diano certezze e eliminino le angosce che in questi mesi hanno logorato centinaia di migliaia di famiglie italiane. Fare presto perché già dal mese di giugno i circa 500 mila lavoratori in cassa integrazione potrebbero rimanere senza alcun sostegno economico e perché oltre ai circa 270 mila lavoratori esodati che non sono rientrati nei tre decreti della Fornero, vi sono coloro che, se pur salvaguardati, per effetto della riforma Sacconi debbono aspettare 12 mesi (senza alcun sostegno economico) per ricevere la pensione e hanno terminato i tre o quattro anni di mobilità. Fare presto significa anche prendere atto delle scuse fatte nei giorni scorsi dalla ex Ministra Fornero agli esodati per “aver provocato loro angosce” non imputabili al suo operato. Non ci interessa più ormai sapere di chi sono le responsabilità di un disastro sociale come quello degli esodati,agli interessati preme che si risolva presto il problema. Alcune proposte di soluzione noi abbiamo tentato di suggerirle da queste pagine nella speranza di non rimanere inascoltati, adesso c’è bisogno solo della volontà politica perché si recepiscano i fondi necessari per evitare che il disagio sociale e la disperazione della gente prendano il sopravvento sulla ragione. Il Ministro Saccomanni e il Presidente Letta sono pienamente coscienti che in una situazione di recessione se le famiglie possono far fronte almeno ai bisogni primari si eviterà un ulteriore restrizione dei consumi con le ricadute positive anche sulla produzione. Saccomanni e Letta a questo punto hanno solo un imperativo: fare presto. Massimo Visconti Vigilanza Rai, Copasir e giunte Lotta all’ultimo respiro anche nell’opposizione. Da “spartire” la presidenza della Vigilanza Rai, il Copasir e – con l’occhio vigile del Pdl, in vista del percorso giudiziario di Berlusconi - la Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari e per l’autorizzazioni a procedere. I grillini fanno la voce grossa e prenotano la Vigilanza Rai e il Copasir. Dovrebbero “accontentarsi” della commissione Vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Duello tra Sel (in testa) e Lega per il Copasir. Fratelli d’Italia e minoranze linguistiche per le giunte. 3 Sabato 4 maggio 2013 Attualità Vittimismo e protagonismo dilagante dalla Camera all’antimafia: l’irrefrenabile voglia di apparire Piazza Montecitorio: ciak, si gira “Io non ho paura 2”, protagonista la Boldrini “ di Federico Colosimo Io non ho paura”, il film diretto nel 2003 da Gabriele Salvatores e tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti. Michele Amitrano (in arte Giuseppe Cristiano), nel piccolo Borgo di Acque Traverse, dove tutto sembra immobile e addormentato, a soli 10 anni, si imbatte in un incredibile segreto, contro tutto e contro tutti. Salvando la vita ad un “povero” bambino rapito, Filippo e pagando, in parte, con la propria vita. Il padre, complice dei rapitori, scambiandolo per l’ostaggio, gli spara e lo ferisce. Per fortuna, non è ancora troppo tardi per capire l’errore. Il genitore ha il figlio sanguinante in braccio, i malviventi vengono tutti arrestati e il piccolo Filippo viene finalmente consegnato dal padre di Michele stesso all’elicottero dei carabinieri. Il film finisce sull’immagine del protagonista, ferito ma sorridente e guarito dopo, e l’ormai salvo Filippo in procinto di darsi la mano. Un’immagine emozionante. Dopo 10 anni, ecco la seconda parte del film. Questa volta, l’attrice protagonista, però, non è una bambina coraggiosa. Ma una donna lamentosa. Laura Boldrini, dal 16 marzo 2013 – purtroppo – presidente della Camera dei Deputati. E’ lì, in Piazza Montecitorio, che viene girata, giorno dopo giorno, la pellicola. “Io non ho paura”, grida ripetutamente. “Vengo minacciata ogni giorno di morte, ma non temo nessuno”, ripete impavida. Già, attrice, politica – chiamiamola così – e perfino scrittrice. Il 20 marzo, infatti, è stato pubblicato il suo secondo libro, edito da Rizzoli, “Solo le montagne non si incontrano mai. Storia di Murayo e dei suoi padri”. La “presidentessa”, insomma, a quanto dice, viene continuamente accerchiata da “migliaia di fanatici” che si scatenano contro di lei solo perché riveste incarichi pubblici. Insomma alla Boldrini piace la popolarità, la carica istituzionale, ma odia lo stalking. Si imbatte con continui slogan e promuove campagne significative. Cerca comprensione e vuole pub- blicità. Soprattutto, però, adora recitare la parte della tragediografa. Quel ruolo, le riesce perfettamente. Forse, però, dovrebbe pensare più alla politica e accettare le critiche. Senza trovare sotterfugi e senza attirare troppo l’attenzione. Dal suo omologo del Senato, l’ex magistrato anti-mafia Pietro Grasso, sotto scorta da una vita, dovrebbe imparare qualcosa. Il montaggio va avanti, le riprese di “io non ho paura 2” continuano. Piazza Montecitorio – Roma, dal lunedì al venerdì. Vedere per credere. Il CC di Di Matteo: "Mi hanno bloccato” l maresciallo dei carabinieri Saverio Masi denuncia: “Ho visto Messina Denaro e volevo catturare Bernardo Provenzano, ma i miei superiori me lo hanno impedito. Querelo tutti”. Oggi Masi è il caposcorta del pm Nino di Matteo il pm che indaga sulla trattativa mafiaStato e che ha portato alla sbarra i vertici del Ros accusandoli di aver favorito la latitanza dei “padrini” di Cosa Nostra. Dal 2001 al 2007, invece, è stato lui stesso “cacciatore” di mafiosi. E due giorni fa, a distanza di 7 anni, come d’incanto, ha deciso di presentare formale denuncia querela, facendo nomi e cognomi di quei “capi” che avrebbero bloccato e ostacolato le sue indagini. Perché ha aspettato tutto questo tempo? E soprattutto: dove sono le prove? Masi si descrive come un eroe solitario all’interno dell’arma e denuncia fatti “inquietanti”. Dice di aver riconosciuto alla guida di un’auto il super latitante Messina Denaro vedendolo poi entrare in una villa, dove ad attenderlo ci sarebbe stata una donna. Non intervenne, però, e non chiese neanche rinforzi il maresciallo. Semplicemente, annotò tutto e chiese l’autorizzazione a proseguire le indagini. Negata. I Ora Racconta che i superiori di allora non avevano alcuna intenzione di catturare Provenzano e che gli proposero qualsiasi cosa purché rallentasse le indagini. Parla poi, per concludere, di un “pizzino” scritto da chi si identifica come uno del commando di morte. “Amici romani di Denaro hanno deciso di eliminare Di Matteo, Cosa Nostra ha dato il suo assenso, ma io non sono d’accordo”. Il nome dell’autore dello scritto, però, naturalmente non si conosce. Come potevano mancare in questo fantasioso racconto – senza alcuno straccio di prova – le minacce all’amico/collega di Ingroia, l’onnipresente Di Matteo che sarebbe dunque (come se non lo sapesse) in concreto pericolo di vita? Masi racconta circostanze ed episodi incredibili, senza avere nulla in mano. A cosa ambisce? A una comparsata a “Servizio Pubblico”? E’ solo voglia di telecamere e di un quarto d’ora di celebrità? Chissà, magari, tra pochi anni, ci ritroveremo anche lui in politica. A fare l’oratore e a raccontare storie sì curiose, avvincenti, ma purtroppo tutte da accertare. Non siamo in un romanzo, ci vogliono fatti concreti e poche parole. F.Co. Dipendenti aeroportuali “infedeli”: 29 arresti per furto e danneggiamento di bagagli I bagagli non sono mai al sicuro, tantomeno in aeroporto. E non si può restare tranquilli nemmeno dopo aver imbarcato la propria valigia. I ladri sono ovunque. E, capita che, come secondo mestiere (o primo), facciano gli operatori aeroportuali. Sono 86, infatti, le misure cautelari nei confronti dei dipendenti aeroportuali che “frugavano” nei bagagli dei passeggeri. Ventinove sono stati arrestati e si trovano tutti agli arresti domiciliari, per altri 57 sono scattati gli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. “In particolare -si legge in una nota della Polizia di Frontiera di Fiumicino- sono stati sottoposti alla misura 19 dipendenti Alitalia, addetti alle operazioni di handling all’aeroporto”. Gli altri arrestati lavorano per società ingaggiate dalla compagnia di bandiera. L’accusa? Furto, tentato furto ed anche danneggiamento. Eh si perché quando i ladri non riuscivano ad aprire le valigie, pensavano bene di danneggiarle per ripicca. Sono oltre 100 infatti gli episodi riscontrati di questo genere. L’operazione “stive pulite”, partita oltre un anno fa, ha visto impegnati numerosi agenti di Polizia e dei diversi uffici di frontiera. E nel corso delle indagini sono state effettuate, per la prima volta, attività di intercettazioni audiovisive a bordo degli aeromobili. Proprio grazie alle questo è stato possibile identificare i responsabili ed arrestarli. I furti, secondo quanto è stato riferito dagli investigatori, avvenivano a bordo degli aerei durante le operazioni di carico e scarico bagagli. E la cosa più curiosa è che i furti avvenivano regolarmente in vari aeroporti italiani: Lamezia Terme, Bari, Bologna, Milano Linate, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino e Verona. La Polizia sta lavorando per capire se ci siano collegamenti tra i vari ladri-dipendenti. “Per il buon esito dell’attività investigativa, viene sottolineato dalla Polizia, determinante è stato il ruolo della Direzione Sicurezza di Alitalia Cai, che ha collaborato fattivamente con gli inquirenti mettendosi costantemente a disposizione della Polizia Giudiziaria nelle fasi più delicate dell’indaPaolo Signorelli gine”. E alla Feltrinelli 1300 contratti di solidarietà, mentre il colosso librario investe con La 7 L’Unità di nuovo in crisi, chiudono due redazioni di Igor Traboni on accenna a placarsi la crisi dell’editoria italiana e alla ribalta torna anche la vicenda, abbastanza ciclica come quella del Manifesto, del quotidiano del Pd <L’Unità>. Il giornale ieri non era in edicola, per uno sciopero proclamato dal comitato di redazione contro i tagli previsti. “ Dopo anni passati a chiedere stati di crisi, a espellere i giornalisti più esperti, a bloccare l’ingresso dei giovani, dopo l’accordo sottoscritto per un contratto di solidarietà al 20%, ora – fa sapere il cdr del giornale fondato da Antonio Gramsci - si arriva al colpo finale N con la richiesta di una solidarietà al 50% e della chiusura di due cronache storiche come Firenze e Bologna, oltre alla riduzione a 20 pagine del quotidiano”. La crisi dell’Unità non risparmia neanche i collaboratori, da mesi in attesa dei pagamenti. Il rilancio del giornale pare inoltre lontano, tanto più che la distribuzione è stata tagliata in Sicilia, Sardegna e alcune zone della Calabria, mentre il web stenta a decollare. “Questa dismissione di fatto mascherata da rilancio «modernista» è inaccettabile – sostiene ancora il Cdr - così come lo sono i pesanti costi chiesti ai lavoratori. Non è con i soli tagli che si aggiustano i conti, ma con il rilancio. Su questo i giornalisti chiedono l’apertura di un confronto vero in mancanza del quale sono pronti a tutte le forme di lotta. La prima giornata di sciopero è proclamata per giovedì 2 maggio”. Nella crisi dell’editoria, ed in particolare in quella di sinistra, rientra anche la vicenda della Feltrinelli, il colosso librario che dal 10 giugno prossimo farà partire i contratti di solidarietà, della durata di un anno, per ben 1378 dipendenti divisi tra i 102 punti vendita in tutta Italia (Librerie Feltrinelli, delle Stazioni e Finlibri). Una quindicina di queste librerie rischiano addirittura la chiusura, con 130 esuberi, visto il calo di fatturato superiore al 10%. Polemiche ci sono però in casa Feltrinelli perché, visti i conti poco entusiasmanti e la necessità di risparmiare almeno 4 milioni di euro d qui a un anno, la Feltrinelli nelle ultime settimane ha acquisito la maggioranza dell’Antica Focacceria San Francesco, storica azienda siciliana che non opera però in campo editoriale. E va avanti anche l’investimento per Effe Tv, pronta allo sbarco con un canale apposito sul digitale, in collaborazione (e non a caso nel consiglio di amministrazione della Effe c’è anche Gad Lerner) con La 7. 4 Sabato 4 maggio 2013 Attualità Hannah, bambina di 2 anni e mezzo, a causa di una malformazione viveva con un tubicino al posto della trachea Una vita normale grazie alle staminali L’equipe dell’italiano Paolo Macchiarini ha eseguito l’intervento, durato 9 ore. L’organo, trapiantato, è stato ricostruito in laboratorio attraverso le cellule prelevate dal midollo osseo della piccola di Carola Parisi INTERVISTA AD ANNA LASORELLA (COLUMBIA UNIVERSITY) H annah era nata senza trachea. È una bambina americana di soli due anni e mezzo. Una condanna la sua che l’ha costretta ad utilizzare un tubicino che le permetteva di respirare, mangiare, piangere. Una malformazione rarissima che porta alla morte nel 99% dei casi. Ora avrà un’esistenza normale grazie al trapianto eseguito presso l’ospedale americano Children's Hospital, nell’Illinois. Una trachea creata in laboratorio con le cellule staminali dello stesso paziente è stata trapiantata in una bambina così piccola. A effettuare l'operazione presso il Children's Hospital of Illinois l'italiano Paolo Macchiarini, inventore della tecnica, che guida il team del Karolinska Institute di Stoccolma. Nove ore di sala operatoria che hanno ridato ad Hannah una nuova vita. La bambina sta bene a parte qualche complicazione post-operatoria. L’utilizzo delle cellule staminali del paziente presentano l’indubbio vantaggio di escludere il rigetto da parte dell’organismo. Ciò significa il non dover ricorrere alle apposite terapie farmacologiche previste nei casi di trapianti da donatore. Le condizioni di Hannah presentavano bassissime possibilità di sopravvivenza ma ora, a distanza di tre settimane dal trapianto, i medici sono soddisfatti e non escludono che la bimba possa avere una vita normale. I precedenti. Un intervento simile era stato tentato con successo l'anno scorso, in Ora dagli Stati Uniti si attende una speranza per le neoplasie D Svezia: il paziente era un malato terminale di cancro, Andemariam Beyene, ingegnere di origine eritrea. Il gruppo di medici del Karolinska Institutet di Stoccolma, guidato dall'italiano Paolo Macchiarini, aveva sostituito la parte malata con un organo costruito in laboratorio con lo stesso metodo utilizzato per Hannah. Lo stesso Macchiarini ha perfezionato la tecnica con la quale viene ricostruito l'organo: la trachea costruita in laboratorio è prodotta a partire dalle cellule staminali del paziente, evitando il rischio del rigetto e il robusto riscorso a farmaci immunosoppressori. E' il sesto trapianto di trachea a livello mondiale, ma Hannah è la più giovane paziente sottoposta a questo tipo di intervento. Le cellule staminali della paziente sono state coltivate in laboratorio e fatte crescere su una specie di intelaiatura biocompatibile a nido d’ape che fa da struttura portante sulla quale le cellule proliferano. Una tecnica simile a quella utilizzata dall'University College di Londra per creare il naso di un uomo che ha causa di un tumore era stato amputato. Una vita normale. "La cosa più sorprendente, che per una bambina è un miracolo, è che questo trapianto ha salvato non solo la sua vita, ma alla fine le consentirà di mangiare, bere e deglutire, anche parlare, proprio come qualsiasi altro bambino normale", ha dichiarato Macchiarini dopo l'intervento. "Hannah passerà dall'essere un prigioniero virtuale in un letto d'ospedale a correre e giocare con la sorella e potrà godere di una vita normale, che è una bella cosa". I genitori. "Le parole non possono esprimere il nostro ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a rendere questo sogno una realtà", ha detto il canadese Darryl Warren, accompagnato negli Stati Uniti dalla moglie coreana, Young-Mi, e la loro figlia di 4 anni, Dana. ROSSO e NERO L RELIGIONE ED ETICA LAICA a famosa ‘avversione’ dei cattolici (nel cui ambito ci sono comunque posizione distinte e non tutte di netta chiusura) si lega ad un concetto semplice: sacralità della vita umana: “La ricerca non deve usare le cellule staminali embrionali perché ciò comporta la distruzione dell’embrione”, ripete la pontificia Accademia della Vita. Che magari darà fastidio ai finti laici, ma tant’è. L’Accademia ha stilato un documento per esprimere i problemi etici. Carta canta. Solo che i documenti della Chiesa in certi consessi vengono letti solo se ci sono germi di terzomondismo, altrimenti è carta straccia. E invece il parlare è chiaro, anche se scomodo: “Un fine buono - quale l’utilizzazione delle cellule staminali che se ne potrebbero ottenere per la preparazione di altre cellule differenziate in vista di procedimenti terapeutici di grande aspettativa - non rende buona un’azione in se stessa cattiva”. Un’enciclica-cardine dei cattolici, la Evangelium Vitae, lo dice con altrettanta nettezza: La Chiesa ha sempre insegnato, e tuttora insegna, che al frutto della generazione umana, dal primo momento della sua esistenza, va garantito il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano I.T. nella sua totalità”. etica collettiva, l’individualità persoL’ nale, la religione, la scienza, la tradizione, la politica, ognuna di queste sfere che coinvolgono così tanto l’uomo moderno hanno risposte diverse sul tema dell’utilizzo delle cellule staminali. Si tratta di argomenti che riguardano tutta l’opinione pubblica, ma è importante fare alcune riflessioni. L’uso di cellule staminali nella ricerca è utile sia per la possibilità di creare nuovi organi ma anche di ripararne alcuni malati. Si possono, inoltre, creare cellule nervose in pazienti affetti da malattie genetiche. La domanda sorge spontanea: perché limitare la ricerca? Ci troviamo davanti paesi come l’America e l’Inghilterra che, grazie ai medici italiani ‘fuggiti’ all’estero, fanno passi da gigante nello studio di malattie genetiche molto rare, riuscendo, come nel caso di Hannah, a salvare vite destinate ad una morte troppo precoce. La legge è necessaria, perché non si arrivi alla degenerazione della ‘fabbrica di pezzi di ricambio’ per l’uomo. Ma porre una gerarchia così rigida con al vertice l’etica, è una scelta univoca e troppo vincolante. C.P. ottoressa Anna Lasorella, Professore Associato di Patologia e Biologia Cellulare e Pediatria della Columbia University, quanti tipi di cellule staminali possiamo distinguere? Esistono due tipi principali di cellule staminali, le cellule staminali embrionali e quelle adulte o somatiche. Si distinguono per due caratteristiche molto importante, la capacità di trasformarsi in cellule mature e di replicarsi. Le cellule staminali embrionali che si derivano dall'embrione ad uno stadio molto precoce dello sviluppo, sono pluripotenti, possono cioè dare origine a tutti I tipi di cellule mature dell'organismo (circa 220 tipi) e si dividono indefinitivamente se cresciute in condizioni appropriate e possono essere coltivate in teoria in numero illimitato. Esse danno origine ad un organismo completo durante lo sviluppo embrionale. Le cellule staminali adulte sono presenti in tutti I tessuti dell'organismo adulto, cervello, midollo osseo, intestino, ecc. Hanno una capacità più ristretta delle staminali embrionali di trasformarsi in cellule adulte mature per lo più limitata alle cellule del tessuto da cui originano ed una più limitata capacità di replicarsi. Come si ottengono e come vengono usate? Le cellule staminali embrionali si ottengono da embrioni animali allo stadio chiamato di blastocisti che nell'uomo si raggiunge 4-5 giorni dopo la fertilizzazione. Il numero di cellule staminali nella blastocisti è di circa 50-150. Le cellule staminali embrionali sono usate per generare tutti I tipi di cellule mature specialmente quando siano richieste quantità elevate di cellule. Le cellule staminali somatiche possono essere isolate da numerosi organi incluso il cordone del neonato. Non sono ancora chiare le caratteristiche delle cellule staminali in alcuni organi. In genere si identificano con markers specifici ma questi markers non sono ancora ben definiti per molti tipi di tessuto. Vengono sempre più usate in medicina rigenerativa per esempio in ortopedia per la rigenerazione di cartilagine articolare o in oculistica (degenerazione Le cellule staminali. Sono chiamate staminali tipi di cellule molto diverse fra loro. Il loro minimo comun denominatore sono due caratteristiche. La prima: sono in grado di moltiplicarsi quasi all’infinito. Le altre cellule dell’organismo, dopo che si sono divise un certo numero di volte, non sono più capaci di riprodursi. La seconda caratteristica comune a tutte le staminali: sono in grado di evolversi in tipi cellulari molto diversi fra loro, a differenza delle cellule mature come i neuroni o i globuli rossi, che hanno un aspetto definito e delle funzioni circoscritte in un ambito preciso. Le cellule staminali sono cellule ancora non differenziate e che hanno la capacità di trasformarsi in qualsiasi tipo di tessuto: grazie a questo sono oggi le protagoniste della ricerca in campo medico. Ma a creare molta agitazione dai mass media non è il significato di queste cellule, ma bensì la loro provenienza poiché la retinica). Dove nasce la discussione etica riguardo le staminali? Le staminali embrionali pongono un problema etico perché per l'isolamento delle staminali la blastocisti deve essere distrutta. In America è consentito, per legge, l'uso delle staminali. Che vantaggi ci sono rispetto ad un paese come il nostro, dove la regolamentazione di questa pratica è confusa e sommaria? Anche negli Stati Uniti la situazione è ancora confusa. Il governo federale pone delle restrizioni permettendo il finanziamento di studi che coinvolgono l'uso delle cellule staminali embrionali solo se si usano cellule attualmente in coltura (ci sono al momento 20 linee continue). In alcuni stati le regole meno restrittive permettendo e finanziando la raccolta e lo sviluppo di nuove cellule embrionali. Non esiste alcuna restrizione all'uso delle staminali somatiche che e' comunque regolamentato per le applicazioni terapeutiche in maniera molto rigorosa. Quali malattie possono essere curate? Ed a che punto sono le sperimentazioni delle terapie a base di cellule staminali? Cellule staminali ematopoietiche sono usate da molti anni per trattare malattie ematologiche maligne o immunodeficienze. Cellule staminali somatiche sono usate in cardiologia, in ortopedia e chirurgia ricostruttiva della cute (cardiovascular repair dopo infarto, treatment of lung fibrosis, spinal cord injury and bone and cartilage repair). Una area importante per l'uso delle staminali somatiche è quella delle malattie neurodegenerative (Parkinson, sclerosi multipla) ed il diabete. Negli stati Uniti sono stati iniziati negli ultimi anni almeno 200 studi clinici che si basano sull'uso di cellule staminali. Comunque molti di questi studi riguardano malattie neoplastiche in cui le cellule staminali ematopoietiche sono usate per ricostituire un midollo osseo danneggiato da terapie anti-tumorali. C.P. maggior parte di esse vengono ricavate da embrioni. L’embrione è già l’unione fra l’ovocita e lo spermatozoo, in seguito si divide fino a formare un ammasso di cellule che prende il nome di morula e dopo ulteriori divisioni quello di blastula. Da qui partono una serie di problematiche che non dividono solo l’opinione pubblica ma anche religiosi, politici, (anche all’ interno del partito stesso), medici e ricercatori: l’embrione è già una vita o è ancora una “cosa”? L’embrione è da considerarsi una vita, in quanto abbiamo lo stesso patrimonio genetico fin dallo zigote oppure una semplice cosa da poter distruggere o manipolare a nostro piacimento? La situazione italiana. Nel nostro Paese è in corso una strana battaglia legislativa sull’uso terapeutico delle cellule staminali. Il nocciolo della questione è, in realtà, semplice: in tutti i paesi del mondo l’uso terapeutico di cellule staminali di derivazione embrionale o da tessuti differenziati, è considerato dal punto di vista legale analogo all’uso di farmaci. Questo comporta che l’eventuale approvazione delle cellule staminali come strumenti terapeutici, è sottoposta a valutazioni molto severe e restrittive. Una legge approvata dal Senato il 10 aprile scorso, ma non ancora dalla Camera, a seguito di un precedente decreto del ministro Balduzzi, assimila invece, per un tempo determinato, (secondo l’autorevole rivista scientifica Nature) l’uso terapeutico delle cellule staminali ai trapianti d’organo, che hanno una legislazione meno stringente. La situazione in Italia è ambigua infatti la legge proibisce l’ utilizzo di embrioni italiani per il prelievo delle cellule staminali, e ne permette l’uso esclusivamente da quelli importati dall’estero, ma questo non risolve le discordanze che ci sono alla base. 5 Sabato 4 maggio 2013 Esteri La carestia ha già fatto 250mila vittime, la metà bambini. Allarme della Fao Somalia allo stremo, il mondo tace Il Paese è intanto interessato da una pericolosa espansione del fondamentalismo islamico a carestia ha ucciso 260mila persone in Somalia tra il 2010 e il 2012. Circa la meta' era costituita da bambini sotto i cinque anni, secondo un nuovo rapporto della FAO e del Famine Early Warning Systems Network. Un numero di morti superiore a quello calcolato per la drammatica carestia del 1992 che uccise 220mila persone in Somalia. La crisi e' stata causata da una grave siccita' resa ancora piu' letale dai conflitti tra gruppi rivali in lotta per il potere. Mark Smulders della FAO ha commentato alla Bbc: "Lo studio testimonia la concreta enormita' di questa tragedia umana". "I dati della ricerca suggeriscono che cio' che e' avvenuto in Somalia e' una delle peggiori carestie degli ultimi venticinque anni" ha aggiunto Chris Hillbruner del Fews Net. Circa il 4,6 per cento della popolazione totale e il dieci per cento dei bambini sotto i cinque anni sono morti nel sud e nel centro della Somalia durante la carestia. "Il rapporto conferma che avremmo dovuto fare di piu' e agire prima contro questa emergenza", ha spiegato Philippe Lazzarini, coordinatore umanitario dell'Onu per la Somalia. Nella regione del Basso Scebeli e' morto a causa della carestia circa il diciotto per cento dei bambini sotto i cinque anni mentre a Mogadiscio il diciassette per cento. Una carestia addirittura più grave di quella del 1992, quando i morti furono L circa 200mila, a causa di una eccezionale carestia di cibo ed acqua. Una tragedia che però i mass media internazionali, compresi quelli italiani, stanno ignorando, dando magari più spazio alle tensioni interne della Somalia, con la lotta al terrorismo islamico che rischia comunque di espandersi. Anche nelle regioni semi-autonome del Nord e relativamente meno pericolose del Puntland e Somaliland, come riportava ieri il quotidiano Avvenire in un reportage di Matteo Fraschini Koffi, sono state recentemente infiltrate dal fondamentalismo islamico, tanto che alcuni giornali locali hanno riportato la notizia secondo la quale le autorità del Puntland hanno messo a morte 13 membri di al-Shabab e adesso i militanti islamici hanno giurato vendetta. Federico Campoli Pakistan Islamabad, ucciso il pm del caso Bhutto n ennesimo fatto di sangue che sconvolge il Pakistan: è stato assassinato infatti Chaudhry Zulfikar, pubblico ministero titolare delle indagini sull'attentato all'ex primo ministro Benazir Bhutto, assassinato nel 2007. Il magistrato è stato ucciso da un commando armato che l’ha affiancato lungo la strada che porta a un tribunale di Rawalpindi, vicino Islamabad, sede di alcune udienze del caso Bhutto. L’ufficiale di polizia presente al momento dello scontro a fuoco, Mohammed Ishaq, ha spiegato che Zulfikar è stato colpito alla testa, al petto e alla schiena, la sua auto crivellata e il parabrezza ridotto in frantumi. Nel momento della collisione il magistrato ha perso il controllo della vettura finendo addosso a una passante, morta sul colpo. A quel punto l'agente di scorta ha risposto al fuoco ferendo almeno un membro del commando, pur riportando egli stesso delle ferite d’arma da fuoco. Gli assassini di Zulfikar sono riusciti a fuggire, mobilitando una strenua caccia all'uomo.Nel caso resta l’ombra del coinvolgimento dell'ex presidente U Pervez Musharraf, rientrato in Pakistan dopo quattro anni di esilio e ora agli arresti domiciliari. Da sempre ritenuto protagonista dell’assassinio di Bhutto e degli attacchi di Mumbai del 2008. Da parte sua Musharraf, salito al potere con un colpo di Stato nel 1999 e in carica all'epoca dei fatti, ha respinto ogni accusa, scaricando le responsabilità sulle attività dei talebani in Pakistan. I giudici inoltre l’hanno bandito dalle prossime elezioni parlamentari e il tribunale di Peshawar, a nord-est del Pakistan, è andato oltre bandendo Musharraf dai pubblici uffici a vita. Il presidente pakistano Asif Ali Zardari ha condannato l'assassinio di Zulfikar, ritenendolo un fattore aggravante per il già teso clima nel paese che si appresta alle elezioni politiche dell'11 maggio: prima volta in cui si vedrà il passaggio di consegne tra governi civili democraticamente eletti. Al momento le ragioni dell’agguato non sono ancora chiare ma tutti gli elementi tendono a convergere verso il processo Bhutto di cui Zulfikar seguiva gli sviluppi. Francesca Ceccarelli 6 Sabato 4 maggio 2013 Dall’Italia È stata trovata a terra, vicino al suo scooter, in condizioni disperate: è spirata in ospedale Uccisa in campagna Mistero fitto ad Ostia Folle notte di violenza all’Eur: egiziano muore dopo un’aggressione all’arma bianca in strada oma sempre più violenta. Non è il remake del film poliziesco italiano diretto da Franco Martinelli nel 1975. Ma è la notte di sangue che si è registrata nella Capitale nella notte di giovedì. R Ostia - Alessandra Iacullo, 30 anni, originaria di Dragona (periferia di Roma) è stata accoltellata mortalmente nella notte fra giovedì e venerdì, intorno alle 22. Il suo corpo, trovato in via Riserva del Pantano, luogo isolato e di campagna vicino Ostia, era sotto il suo scooter. A notarlo alcuni passanti che hanno immediatamente allertato il 118. La giovane è morta poco dopo all’ospedale Grassi. All'inizio si è pensato ad un incidente stradale, ma i medici del pronto soccorso si sono accorti subito che le ferite al collo, alla gola ed alle braccia non potevano essere compatibili con quelle di un incidente. La donna è stata accoltellata e uccisa. “Omicidio volontario”, dunque, a detta dei Pm che indagano sulla vicenda. La scientifica e gli agenti della squadra mobile di Roma stan- no ascoltando amici e familiari della donna. E gli investigatori stanno cercando di fare luce sulla vita di Alessandra, comprese le sue relazioni sentimentali. Non è chiaro, infatti, se avesse o meno un rapporto stabile con qualcuno. Al momento, ancora non sono stati eseguiti fermi e, finora, nessuno delle persone interrogate sembra aver perso le tracce della ragazza già dal pomeriggio. Ma la verità potrebbe venir fuori analizzando i contatti e le telefonate della giovane donna delle ultime ore. Telefonate che, forse, sveleranno il motivo per il quale la ragazza si trovasse in quel luogo a quell’ora. Un appuntamento con qualcuno? Oggi, intanto, è prevista l'autopsia sul corpo della donna. Nella stessa zona, un paio di settimane fa, un’infermiera era stata uccisa dall’ex marito, una guardia giurata che l’aveva freddata con quattro colpi di pistola mentre era al volante. Eur - La seconda vittima del folle giovedì romano è un cittadino egiziano di 49 anni. Il suo corpo, in fin di vita, è stato ritrovato all’Eur, in viale Omicidi a raffica Una scia di sangue si allunga sull’Italia: in poche ore tante vittime, dalla Toscana alla Capitale. Tra casi di risolvere e misteri da chiarire, sempre più spesso sono le donne a subire l’estremo sacrificio Roma – La tragedia ieri pomeriggio in Via Aurelia Guardia giurata spara alla moglie e si suicida L’uomo ha fatto fuoco sulla congiunta, poi ha rivolto l’arma contro se stesso micidio-suicidio a Roma. Il luogo della tragedia è un appartamento di Via Aurelia dove sono stati ritrovati due corpi senza vita. In pieno pomeriggio un uomo, Cristian Agostini, una guardia giurata di 39 anni ha, prima ucciso la moglie, Chiara Di Vita di 29, sparandole. Poi, con la stessa pistola si è suicidato. I due avevano un figlio che, fortunatamente, al momento dell’episodio non era in casa, ma a scuola dove ad aspettarlo c’era suo nonno. A dare l’allarme agli agenti del commissariato Aurelio intorno alle 17.20 è stato un vicino di casa che ha chiamato il 113 segnalando gli spari O America. Per lui fatali le ferite riportate a seguito di un’aggressione. Secondo alcuni testimoni, gli autori del pestaggio sarebbero due romeni, che poi sono scappati, senza che provenivano dall’appartamento della coppia. I poliziotti una volta giunti sul posto assieme al personale sanitario del 118 di Roma non hanno potuto far altro lasciare traccia. Sul corpo è stata ritrovata una ferita d'arma da taglio, presumibilmente un coltello. L’uomo è morto poco dopo essere stato soccorso e trasportato al San- che constatare il decesso dei due. In loco anche agenti della Polizia scientifica e della Squadra mobile della Capitale. Ancora non si conoscono i motivi alla base del gesto. Soltanto quindici giorni fa un episodio analogo: Guglielmo Perettini, anche lui guardia giurata, non accettava la fine del rapporto con sua moglie. Dopo l’ennesima lite le aveva sparato 6 colpi di pistola. La donna, Michela Fioretti, era morta sul colpo. In preda al panico l’uomo si era allontanato per poi spararsi un colpo alla tempia, ma, miracolosamente (e sfortunatamente per lui) era riuscito a sopravvivere. P. S. t’Eugenio. Indaga la Squadra Mobile, ma al momento non si hanno altri dettagli sui motivi del delitto. Due delitti che non hanno nulla in comune, ma che non fanno altro che evidenziare le continue violenze ed omicidi che si stanno verificando nella Capitale. Paolo Signorelli SVOLTA NELLE INDAGINI SULL’ASSASSINIO DI CASTAGNETO CARDUCCI: FERMATO UN UOMO Strangolata per un rapporto sessuale negato I Carabinieri bloccano un senegalese clandestino: è stato l’ultimo a vedere Ilaria Leone A Livorno altra macabra scoperta: barista trovata morta in albergo, s’ipotizza l’overdose o hanno preso mentre, verosimilmente, si apprestava a darsi alla macchia. D’altronde alla vita di clandestinità è abituato: perché – nonostante ciò possa crucciare alla Presidente della Camera dei Deputati – un clandestino è Ablaye Ndoye, il 34enne senegalese, immigrato irregolare con precedenti, fermato per l’efferato omicidio di Livorno. Ndoye non aveva il permesso di soggiorno ed era già destinatario di un provvedimento di espulsione le cui pratiche erano in corso. Per carità, fino a prova contraria, è innocente e va trattato con umanità e rispetto assoluto. Però ci sono tanti punti fermi nell’inchiesta che sembrano inchiodarlo ad una tesi accusatoria terribile: omicidio, forse con violenza, sicuramente a sfondo sessuale. Il 34enne e Ilaria Leone, la ragazza di 19 anni trovata morta strangolata a Castagneto Carducci, si conoscevano. Mercoledì, la sera dell’omicidio, avevano un appuntamento e i tabulati telefonici parlano chiaro: l’ultima chiamata sul telefonino di Ilaria è quella del senegalese: quella sera si sono sentiti più L volte, tra le 22.30 e la mezzanotte del 1 maggio. Altro dato inoppugnabile: ieri mattina, quando lo hanno preso, si stava preparando a scappare. A riferirlo al procuratore di Livorno Francesco De Leo il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Alessandro Della Gala. Certo, tante cose vanno accertate. L’ipotesi che gli inquirenti hanno maturato al momento è che vi sia stata la proposta di un rapporto sessuale, che la ragazza glielo abbia negato, che sia esplosa a quel punto la rabbia. Dal luogo dell’appuntamento Ilaria ragazza sarebbe stata poi trascinata fino al luogo del ritrovamento, come fanno supporre le tracce sul terreno. Del resto sulla salma, oltre alle ecchimosi causate dallo strangolamento, sono state rinvenute tracce biologiche: sono stati disposti esami del dna per accertare se possano appartenere al fermato. Traumi rivelati anche nella zona pubica, che era denudata al momento del ritrovamento. L’autopsia oggi potrebbe chiarire altri aspetti. Intanto gli interrogatori continuano, anche per reperire elementi utili da testimoni o persone informate dei fatti. È stato interrogato anche un secondo senegalese, che inizialmente sembrava coinvolto nell'omicidio. Chiarita la sua innocenza, il ragazzo è stato fatto uscire da una porta secondaria della caserma, davanti alla quale c’erano gli amici della vittima. Perché a Castagneto Carducci, adesso, la tensione si respira nell’aria di una campagna incantevole, che però ha visto reciso troppo presto uno dei suoi fiori più belli. Potrebbe essere sciolto invece il mistero della morte di una seconda ragazza, Alexandra Lenzi. Sarebbe stata infatti un overdose una barista 20enne livornese di origine russa trovata esanime ieri mattina nella camera di un albergo in via Grande, in pieno centro a Livorno. A riferirlo è stato proprio il procuratore capo della città toscana, Francesco De Leo, a margine di una conferenza stampa convocata per fornire ulteriori dettagli sulla morte della 19enne Ilaria Leone. Alexandra Lenzi è stata trovata riversa in bagno dal fidanzato, con cui condivideva la camera d'albergo. Sul posto sono arrivati i sanitari inviati dal 118, le volanti e gli investigatori della squadra mobile. All'hotel anche il medico legale: da un primo esame la ragazza non ha segni di violenza subita e nemmeno di autolesionismo. "È in corso l'ispezione cadaverica, sul corpo della ragazza non ci sono segni di violenza. Le indagini sono in corso" ha detto ieri sera il capo della squadra mobile, Marco Staffa. La mamma della giovane, Francesca, 55 anni, è stata informata di quanto era accaduto mentre si trovava in banca, al Mps in piazza della Colonnella dove lavora: la donna ha accusato un malore ed è stata soccorsa dal personale della Misericordia. Robert Vignola Roma, via Filippo Corridoni n.23 Tel. 06 37517187 - 06 45449107 Fax 06 94802087 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Direttore editoriale Guido Paglia Società editrice Amici del Giornale d’Italia Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Marketing e Pubblicità Daniele Belli Progetto grafico e impaginazione Raffaele Di Cintio Nicola Stefani Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità su Il Giornale d’Italia rivolgiti a Eco Comunicazione e Marketing via di San Bartolomeo 9 Grottaferrata (Rm) 06 94546475 7 Sabato 4 maggio 2013 Italia DAL CENTRO E DAL NORD Genova: il 36enne è comunque in carcere per un delitto analogo Omicidio Biggi, confermata A Ponsacco l’ennesima tragedia della crisi È L’uomo, caduto in uno stato depressivo, ha deciso di farla finita lanciandosi nel vuoto E l’assoluzione per Luca Delfino di Emma Moriconi stato assolto anche in appello Luca Delfino, 36 anni, processato per l'omicidio dell'ex fidanzata Luciana Biggi. Era la notte tra il 28 e il 29 aprile 2006 quando, a Genova, una coppia si imbatté nel corpo di Luciana, riverso in una pozza di sangue. L’ultimo a vederla viva era stato proprio Delfino, con cui Luciana aveva avuto una tormentata storia d’amore. Luca era un tipo violento e possessivo, molti sono gli episodi ricostruiti dagli inquirenti che lo dimostrano. La sera del 28 aprile i due sono insieme, con altri amici. La telecamera di sorveglianza li registra, registra l’inquietudine di Luca e la violenta discussione che segue. Lui si allontana, lei lo segue. Il luogo del ritrovamento è a trenta metri dal punto in cui i due si sarebbero salutati. Luciana muore soffocata dal suo stesso sangue che fuoriesce dalla ferita da fen- dente alla giugulare destra e invade bronchi e polmoni. Non viene trovato nulla di significativo, e Luca viene lasciato a piede libero, senza alcuna limitazione alla sua libertà personale. Un mese dopo Luca comincia a frequentare Maria Antonietta Multari, per gli amici Antonella. Anche con lei la gelosia diventa un incubo. I genitori della giovane scoprono che Luca è sospettato dell’omicidio di Luciana, ma lei continua a frequentarlo. Le liti sono frequenti e violente, i carabinieri intervengono ma non prendono misure. Il 10 agosto Delfino ruba uno scooter e segue Antonella: quaranta coltellate, e la donna muore. Un passante blocca Luca, intervengono le forze dell’ordine, lui dice di non ricordare nulla.Viene riconosciuto seminfermo di mente e condannato a 16 anni e otto mesi di detenzione, pena che sta scontando nel carcere di Prato. Ora gli elementi per rinviarlo a giudizio per l’omicidio di Luciana ci sono, e il Senza lavoro da due anni operaio 45enne si suicida di Carlotta Bravo processo inizia nel marzo 2010, ma porta ad un’assoluzione “per non aver commesso il fatto”. Centotrenta pagine di motivazione: il movente e l’opportunità non bastano per condannarlo, e poco conta il fatto che la scena del crimine di Luciana Biggi sia stata compromessa. Poco contano tante altre vicende che la criminologa Roberta Bruzzone descrive nel suo libro “Chi è l’assassino, diario di una criminologa” e che, però, non consentono di affermare la colpevolezza di Delfino, che dun- que fu assolto perché, secondo la Corte, non c’erano sufficienti prove per dimostrare che si trovasse sul luogo del delitto. Sentenza che suscitò molte polemiche. Tuttavia il pg di Genova Luciano Di Noto valutò che non c’erano margini per l’impugnazione. Quindi l’appello si è svolto per stabilire solo l’eventuale risarcimento per la sorella gemella della vittima, Bruna Biggi, costituitasi parte civile. Ieri la sentenza: nessun risarcimento per la morte di Luciana. ra disoccupato da due anni per questo ha deciso di farla finita gettandosi dal sesto piano di un palazzo. Un altro suicidio dettato dalla crisi quello che è avvenuto giovedì sera a Ponsacco, in provincia di Pisa. La vittima è un uomo di 45 anni che aveva perso il lavoro due anni fa e da allora era caduto in un forte stato depressivo che lo avrebbe portato a compiere il tragico gesto. L’uomo è salito al sesto piano di un palazzo di Ponsacco, dove abitano alcuni suoi parenti, passando per una scala aperta al pubblico e si è lasciato cadere nel vuoto. A dare l’allarme è stato un passante che ha assistito alla tagica scena. L’uomo, padre di una figlia di 13 anni, era un operaio sen- za lavoro fisso. I militari dell’arma (Foto: Pisa Today) stanno cercando di verificare le cause che hanno portato il 45enne a compiere un gesto così disperato. La pista più “calda” è quella legata ai problemi economici della sua famiglia, che abita a San Giuliano Terme. Anche l’amministrazione comunale sta cercando di capire se si fosse mai rivolto agli uffici preposti per chiedere aiuto, ma finora i controlli non hanno dato riscontri. BRESCIA GIGLIO Arrestati falsi agenti “Concordia via nel 2014” i presentavano come agenti della polizia stradale, simulavano controlli agli automobilisti nelle aree di servizio delle autostrade del nord Italia e poi li rapinavano. La banda di falsi agenti, cinque iraniani che si spostavano sulla A4 lungo la Brescia-Padova a bordo di due Alfa Romeo simili a quelle utilizzate dalle forze dell'ordine, è stata sgominata ieri mattina dalla Postrada di Vicenza che, dopo un inseguimento, è riuscita ad arrestare i rapinatori. Nell’operazione sono stati recuperati 10.500 euro e 10.000 franchi svizzeri, patenti di guida albanesi, permessi di soggiorno spagnoli contraffatti e 4 autovetture utilizzate per le “scorribande”. Era da tempo che la Polizia Stradale di Verona, Vicenza e Padova stava svolgendo servizi in autostrada, per contrastare il fenomeno ed incastrare i malviventi. S Eurosky Tower . L’investimento più solido è puntare in alto. MILANO ASCOLI PICENO “Federica: morta per meningite” Rubavano rame: sgominata banda ubavano rame su commissione in impianti per il fotovoltaico di Marche, Lazio e Abruzzo. I sette rumeni della banda sono stati arrestati in flagranza di reato dai Carabinieri di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. I militari dell'Aliquota operativa del Nor, diretti dal tenente Saverio Loiacono e coordinati dal capitano Giancarlo Vaccarini, hanno disarticolato la banda e recuperato 30 quintali di rame. Il materiale era stato sottratto in uno degli ultimi colpi messi a segno giovedì notte dai rumeni in due impianti in località Cesolo di San Severino Marche, in provincia di Macerata. La refurtiva aveva un valore di 55 mila euro. La nave Costa Concordia non dovrà stare nell'orizzonte dell’Isola del Giglio nel prossimo anno” e “con la fine di questo anno vorremmo traguardare l’obiettivo della rimozione”. È l'auspicio che il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando ha indicato al termine della riunione con gli enti locali circa la rimozione e lo smaltimento del relitto della Costa Concordia. “Non vogliamo incertezze sui tempi della rimozione, non vogliamo che la nave faccia troppa strada nel Mediterraneo, ma soprattutto non vogliamo che vada in un porto del terzo mondo dove non ci sono né controlli ambientali, né sulle condizioni di lavoro di chi dovrà smantellarla” ha proseguito Orlando aggiungendo invece che “Piombino è il porto più vicino” e che “qui si possono intrecciare rilancio produttivo, innalzamento della qualità ambientale e occupazione”. “ R arebbe stata una meningite fulminante la causa della morte di Federica Iammatteo, il tatuaggio, dunque, non centrerebbe nulla. È l’idea di Massimo Galli, professore di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Milano e direttore della Terza Divisione di Malattie Infettive all’ospedale Luigi Sacco, convinto che la giovane sia stata uccisa da un’infezione da meningococco. Il medico esclude che lo shock anafilattico sia stato provocato dall’inchiostro del tatuaggio, ed ha spiegato al Corriere della Sera: “Se mi presentassero un caso di questo genere, con uno shoc irreversibile e anifestazioni emorragiche, e non sapessi del tatuaggio, penserei subito a una sepsi meningococcica”. S Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La vicinanza di grandi aziende (italiane e multinazionali) e la posizione assolutamente strategica rispetto agli aeroporti e al centro città garantiscono una elevata richiesta di unità abitative di piccolo/medio taglio in affitto per manager e dirigenti. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it 8 Sabato 4 maggio 2013 Italia DA ROMA E DAL LAZIO Regione Lazio: dopo l’ok al bilancio, è scontro aperto sulle politiche sanitarie “Liste di attesa, situazione intollerabile” Francesco Storace, dopo le proposte sul taglio delle Asl, è pronto a dare battaglia anche sul futuro dell'Agenzia di sanità pubblica scontro aperto anche sul futuro dell’Agenzia di sanità pubblica e il mancato taglio del numero delle Asl che costano alle tasche dei cittadini ben 800milioni di euro l'anno. A mettere in evidenza i lati oscuri della Sanità laziale ci pensano i consiglieri Francesco Storace e Fabrizio Santori. Gli esponenti de La Destra hanno presentato al commissario Zingaretti un’interrogazione in cui si chiede come intende intervenire per ridurre le liste di attesa e per rimuovere il blocco delle prenotazioni come disposto dalla legge 266 del 2005. Attraverso i numeri forniti dal Recup (Prenotazione prestazioni sanitari) gli esponenti de La Destra hanno estrapolato le prestazioni e i tempi di attesa anche per una semplice visita specialistica. “Dai dati ufficiali risulta che - si legge nell’interrogazione presentata dai consiglieri de La Destra – per una Mammografia bilaterale a Roma si aspettano 156 giorni al Policlinico Casilino, 190 al poliambulatorio di Acilia. Ancora peggio fuori della capitale: 193 giorni di attesa all’ospedale di Tivoli, 311 al poliambulatorio di Ferentino (Frosinone), 308 a quello di Formia (Latina)”. Sempre nel testo presentato, sottolineano i consiglieri: “Non va meglio per un’altra prestazione diagnostica richiestissima come l’Ecografia dell’addome completo: per l’analisi occorrono 247 È giorni all’ospedale Sandro Pertini, 299 a quello di Subiaco (Frosinone), 311 a Isola del Liri (Latina)”. Un’analisi attenta e dettagliata. “Per l’Ecodoppler – scrivono gli esponenti de La Destra - degli arti superiori e inferiori al poliambulatorio di Ceprano occorrono 326 giorni, praticamente 1 anno. Eppure è un esame fondamentale per individuare con esattezza la presenza di una trombosi”. Per una semplice visita oculistica, ad esempio, all’ambulatorio del lungomare Toscanelli a Ostia “occorre aspettare 187 giorni – spiegano Storace e Santori – 210 al poliambulatorio di Ladispoli e 212 all’ospedale S.Maria Goretti di Latina. Per l’Esame del fondo oculare, invece, servono 211 giorni al reparto Oculistico dell’ospedale Odontoiatrico George Eastman di viale Regina Elena, 141 al poliambulatorio di via Dina Galli, Eternit, sicurezza: le battaglie de La Destra nelle periferie edele ad una consolidata tradizione, La Destra sta impostando la sua campagna elettorale sul territorio e a Roma questo significa parlare dei problemi delle periferie. Dalla Magliana Anna Marsili, del gruppo Motivati per Passione, si fa sentire sulla delicatissima tematica dell’eternit. “I capannoni sono una bomba di amianto innescata in un quartiere la cui densità abitativa è tra le più alte di Roma. Nella fase di smantellamento si stanno smuovendo quintali di terra che vengono depositati fino ad un’altezza di circa 2 metri. Con grande probabilità questo veleno si sparge nell’area circostante sugli ignari cittadini della Magliana con conseguenze pericolose sulla loro salute. Nel 2008, su delibera, parrebbe che il progetto di smantellamento si sia fermato. La speranza ora è che questo progetto vada avanti per il bene dei residenti e degli abitanti delle zone limitrofe e che la nuova struttura che sorgerà sia accuratamente custodita e tutelata”, conclude Anna Marsili. Dal trullo, invece, i consigli di due militanti al primo cittadino confermano che La Destra sarà formazione di pungolo per tutta la coalizione: “le parole del Sindaco Alemanno durante la visita al Trullo trovano il nostro deciso appoggio”, dichiarano in una nota congiunta Augusto Santori e Marco Campitelli rispettivamente capogruppo e capolista de La Destra nel Municipio XI.“Ci siamo battuti in prima persona in tempi non sospetti al fianco dei residenti affinché il Trullo tornasse ad avere una Caserma dei Carabinieri e continueremo a farlo nei mesi che verranno, sperando nella collaborazione del Sindaco e delle Istituzioni preposte. Una caserma è emblema di presenza delle istituzioni sul territorio: non è pensabile che un quartiere come il Trullo possa esserne sprovvista.” F 171 all’ospedale San Paolo. Eppure è un’analisi che l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità raccomanda di fare almeno una volta all’anno a tutte le persone affette da miopia o di oltre 40 anni di età”. Ma quando le attese superano il limite della “decenza”, evidenziano gli esponenti de La Destra “le liste vengono bloccate nonostante una legge lo vieti”. “Questa è una situazione intollerabile che – concludono - va affrontata senza demagogia e tentennamenti”. Giuseppe Sarra A tre settimane dal voto per Roma Capitale, proliferano le indagini demoscopiche sulle intenzioni degli elettori I sondaggi prevedono: ballottaggio sicuro Leggero vantaggio di Ignazio Marino su Gianni Alemanno. Cinque Stelle sgonfiato, effetto Monti per Marchini: non va oltre il 10% na campagna elettorale senza sondaggi è come un ricco banchetto senza un buon vino. È la linfa vitale dei vari schieramenti, il terreno fertile su cui alimentare dibattiti e polemiche e portare acqua al proprio mulino. Ognuno ha il suo e tutti sono diversi dagli altri. Diciamocelo, è anche un modo per influenzare l’elettorato e un grande strumento per avvalorare consensi veri o presunti. Motivo per il quale questo diabolico strumento ad otto giorni dalla data delle elezioni deve per legge sparire dalle scene, ma fino a quel giorno, niente e nessuno ci impedirà di gustarci a fondo la battaglia dei U sondaggi e tutto ciò che ne segue, con i vari candidati strasicuri della loro vittoria perché c’è il sondaggio a certificarlo. Che poi quest’ultimo sia commissionato da loro stessi poco importa. Tuttavia in occasione delle prossime elezioni amministrative sembra che la situazione sia un po’ più equilibrata e che nessuno si sbilanci più di tanto. Neanche il centro sinistra che solitamente poche settimane prima della chiamata alle urne giura di essere anni luce avanti agli avversari, e poi si è visto come va a finire. No questa volta, tutti si tengono cauti e lo stesso Marino che in quanto ad arroganza ha sicuramente staccato tutti gli altri contendenti, si trova costretto ad ammettere che le distanze sono piuttosto ravvicinate e che il responso è insindacabile. Con ogni probabilità infatti, sarà ballottaggio e a giocarsela saranno il sindaco uscente Gianni Alemanno e lo stesso chirurgo senatore del Pd. Destra contro sinistra come nelle migliori tradizioni, con buona pace dei grillini che fino a poche settimane fa si dicevano sicuri di espugnare Roma, cavalcando il consenso nazionale e l’impasse di governo venutasi a creare. Lo sconosciuto De Vito invece non va oltre un misero 18/19% ed è quanto mai improbabile che possa riuscire a recuperare terreno in questi 20 giorni di campagna elettorale, nonostante il solito comizio salvagente di Grillo in programma il 24. Nessuno tsunami a Roma quindi e peggio andrà al bell’Alfio Marchini (Arfio per il popolo dei social network) che non riesce a sfondare quota 10%. Il suo personaggio affascina ma non abbastanza per vedersi garantite le chiavi della città eterna. Sarà quindi un testa a testa AlemannoMarino, appaiati qualche punto sopra il 30%, che si protrarrà oltre il 26/27 maggio e che conoscerà il suo esito solo il 9 giugno, giorno del ballottaggio. C’è comunque da aggiungere che tutti i sondaggi, commissionati dalle varie coalizioni, risalgono ai giorni precedenti alla nascita del governo di larghe intese, che come ormai noto ha fatto perdere consensi al Pd e ha permesso al centrodestra di attestarsi al primo posto nella classifica di gradimento. Bisognerà quindi stabilire, quanto la tecnica di prendere le distanze dal suo partito con una serie di discutibili movimenti (come ad esempio assentarsi dall’aula il giorno della votazione della fiducia) attuata da Marino, possa dare i suoi frutti. L’impressione è che possa essere un’arma a doppio taglio per il candidato che poco conosce Roma e ancor meno gli elettori di sinistra. Ugo Cataluddi 9 Sabato 4 maggio 2013 TARANTO La crisi che strozza i lavoratori italiani Non riceve la paga da diversi mesi, padre di famiglia costretto ad indebitarsi a avuto una crisi convulsiva dopo l’ennesimo slittamento dello stipendio. Una situazione, per lui, che deve mantenere la sua famiglia, ormai insostenibile. È successo in un’azienda metalmeccanica di Taranto a un trentenne brindisino. Come riporta “La Gazzetta del Mezzogiorno” giovedì, dopo due mesi di mancata retribuzione, gli operai della Tecnomec (con sede a Taranto nell’area ex Belleli) attendevano la busta paga relativa alle spettanze di marzo. La brutta sorpresa per gli operai (circa un centinaio) è arrivata all’ora della pausa pranzo: i soldi per le paghe non ci sono e si dovrà attendere ancora. Peccato che, già una settima prima il discorso era stato lo stesso: bisogna attendere ancora. Questa volta però Antonio Greco di Torchiarolo, tubista, non ha retto: lui, padre di tre figli e con qualche debito accumulato negli ultimi mesi a causa dei ritardi nella corresponsione degli stipendi, è stato colto da un malore subito dopo aver appreso la no- H tizia. La sua collera è esplosa improvvisamente: alle imprecazioni è seguito un malore e poi lo svenimento. Il tutto davanti agli occhi dei colleghi, i quali, dopo averlo soccorso e aver chiamato le ambulanze (sul posto ne sono giunte due), sono tornati amareggiati al lavoro. Stanchi ed arrabbiati per una situazione che si trascina ormai da troppo tempo: ma nonostante ciò continuano a lavorare, probabilmente anche perché sono coscienti del fatto che, se perdono quel lavoro, rimarranno disoccupati. Loro però non possono fare a meno di parlare di un paradosso: la Tecnomec di un ingegnere di Altamura avrebbe infatti commesse importanti nella metalmeccanica, dove costruisce impianti e scambiatori di calore, e della carpenteria pesante. Gli operai si chiedono come mai, nonostante il lavoro ci sia, per loro lo stipendio non arrivi. Insomma la crisi oltre ad uccidere sta anche stritolando gli italiani, arrivati ormai al limite. B.F. Italia Salerno – Accanto al manifesto funebre spunta quello di accusa Perde il lavoro e si impicca i parenti: “Colpa dello Stato” è un unico colpevole per la morte di Nicola Carrano ed è lo Stato. Lo hanno voluto far sapere a tutti i figli dell’ennesima vittima della crisi. Nicola, operaio edile, si è impiccato perché, a un anno dal licenziamento, non riusciva più a trovare lavoro. E a 62 anni, con una moglie e tre figli, il fardello della dignità di uomo e di padre era divenuto insopportabile. Per questo giovedì mattina, dopo che la moglie Silvana era uscita per fare la spesa, ha fatto girare una corda intorno alle travi del tetto della sua abitazione, a Matinella di Albanella in provincia di Salerno, e ha compiuto il gesto estremo uccidendosi. È stata la moglie a trovarlo al suo rientro, poco prima dell’ora di pranzo: lo ha cercato in casa ma lui non c’era. Poi in soffitta l’amara scoperta. Inutili i disperati soccorsi, il medico del 118 non ha potuto far altro che dichiarare il decesso. A confermare il dramma che stava vivendo l’uomo, che prima di suicidarsi ha lasciato scritto anche un biglietto, sono proprio i suoi familiari. “Mio padre ci ripeteva di sentirsi inutile senza lavoro non riusciva a vivere. Per noi figli non voleva essere un peso – ha C’ ripetuto la figlia Carmela - Lo ha scritto anche nella lettera quando ha detto che mio fratello gli aveva comprato gli occhiali, che lui non poteva acquistare. Non accettava di essere aiutato. La perdita del lavoro gli aveva causato una forte depressione. E’ stato un padre esemplare, un grande lavoratore, ci ha amato tanto, così come amava i suoi nipoti. Nostro padre è stato vittima dell’indifferenza dello Stato”. Per Carrano la colpa delle sue disgrazie era tutta e solo dello Stato: colpa dello Stato se la ditta di calcestruzzi in cui lavorava come camionista è fallita e se, di conseguenza, ha perso il lavoro che svolgeva da oltre vent’anni. Troppo anziano per trovare un altro lavoro, troppo giovane per andare in pensione (mancavano tre anni). “La colpa è del sistema che non fornisce alternative – ha dichiarato il genero Fabio Saponara – Il lavoro è dignità e perderlo per mio suocero è stato come perdere la propria dignità, la capacità di dare sostentamento alla propria famiglia. Aveva 62 anni, mancava poco alla pensione ma lo Stato non fa niente. Era un lavoratore instancabile. Quando lavorava presso la ditta di calcestruzzi, guidava la betoniera, dopo che era tornato a casa si dedicava al suo orticello. È per questo suo modo di essere che non è riuscito a farsene una ragione. Non ha mai accettato il licenziamento dopo il fallimento della ditta presso cui ha lavorato per oltre 25 anni”. Ora, accanto al manifesto di morte e la data dei funerali, la famiglia ha fatto affiggere un altro su cui si legge: “Da parte della famiglia Carrano tutto questo a causa dello Stato. Grazie”. Barbara Fruch NAPOLI NAPOLI Una pizza solidale Ruba rame: folgorato Finché c’è pizza c’è speranza” è questo il nome del progetto nato nel carcere minorile di Nisida già dal 2010 che oltre ad aiutare i giovani in difficoltà da una mano anche tanti poveri. Ed è quello che sta succedendo nei locali della “Pizzeria dell'Impossibile” (uno spazio messo a disposizione dal Comune in via De Blasiis) dove le pizze sono preparate e servite da 15 minori a rischio che hanno iniziato un corso di formazione per imparare un lavoro e diventare pizzaioli. Il progetto, partito a febbraio, è promosso dall’Associazione Scugnizzi con l'aiuto della catena di ristoranti Fratelli La Bufala e del Comune di Napoli. “In totale abbiamo 15 ragazzi, dieci segnalati dal Tribunale dei Minori e altri cinque provenienti dai quartieri disagiati – spiega Antonio Franco, presidente dell'Associazione Scugnizzi - Questi ragazzi, non avendo un lavoro e non avendo studiato, sono particolarmente ‘appetibili’ dalla criminalità. Noi cerchiamo di dare una alternativa. Lavorano tre giorni alla settimana: dalle 10 alle 12 fanno scuola seguiti da un vero maestro pizzaiolo, dalle 12 alle 14 apriamo la pizzeria”. E i clienti sono i poveri della città. “Distribuiamo 50 ticket-pizza al giorno a chi è in difficoltà, tramite le parrocchie oppure le associazioni di volontariato – spiega ancora il presidente - Il locale non è una mensa per poveri: non ci sono lunghe tavolate ma soltanto piccoli tavoli per massimo quattro persone. I clochard sono accolti e trattati come clienti ‘normali’”. “ DAL SUD morto folgorato a Caivano, nel napoletano all’'interno di una cabina elettrica. L’uomo, di circa 50 anni, la cui identità non è ancora stata identificata, probabilmente è stato ucciso da una scossa mentre tentava di rubare cavi di rame. È successo in via Rosselli all'interno di una ditta attiva nel settore dei rifiuti speciali del ferro e del rame, attualmente sottoposta alla procedura di fallimento e amministrata da un 54enne di Napoli. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo operativo di Casoria e i colleghi della locale Tenenza. Il decesso, secondo gli investigatori, dovrebbe essere stato causato dalla folgorazione presa durante un furto dei cavi elettrici tentato nella notte dall’uomo che presenta segni evidenti di bruciature da scossa sulla mano sinistra. Il cancello d’ingresso della ditta è stato trovato aperto con segni di forzatura. È Falsa schizofrenica in manette ra perfettamente sana ma dai certificati risultava affetta da '”schizofrenia delirante”': i carabinieri di Napoli hanno arrestato una falsa invalida, Rosa Palumbo, di 71 anni, bloccata in una banca mentre ritirava la pensione (500 euro) che percepiva indebitamente dal 2008. I militari le hanno sequestrato la somma e il libretto della pensione. Secondo una prima stima, finora avrebbe indebitamente percepito circa 34mila euro. L'arrestata è finita ai domiciliari. E 10 Sabato 4 maggio 2013 Arte Arriva nel capoluogo lombardo la prima edizione della kermesse ospitata nel Wow Spazio Fumetto Milano Manga Festival È Duecento anni di arte giapponese in mostra fino al 21 luglio di Emma Moriconi stato inaugurato ieri il primo “Milano Manga Festival” alla Rotonda di Via Besana a Milano con una mostra sul fumetto giapponese dal titolo “200 anni di arte Manga”, organizzata da Asatsu – DK Inc. in collaborazione con l’Associazione Culturale Giappone in Italia e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano. La mostra ha aperto la prima edizione del Festival che si protrarrà fino al 21 luglio negli spazi della Rotonda e presso il Wow Spazio Fumetto. La mostra rimarrà chiusa il 10, 11 e 12 giugno per la rotazione delle opere in funzione di motivi conservativi. L’interessante ed originale esposizione , curata da Isao Shimizu, riunisce quasi cinquecento tavole di oltre 350 artisti. L’iniziativa ha il patrocinio del Consolato generale del Giappone in Italia, dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo e dalla Fondazione Italia Giappone ed è frutto di anni di lavoro, coinvolgendo oltre venti tra le maggiori case editrici giapponesi. L’assessore alla cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno è entusiasta dell’evento: “ Milano accoglie con entusiasmo – ha detto – la prima edizione del Manga Festival. Fra la nostra città e il Giappone c’è da lungo tempo un rapporto intenso, frutto non solo del gemellaggio con Osaka, ma anche del grande interesse sempre manifestato dai Milanesi per le diverse espressioni della cultura nipponica”. In previsione anche una mostra antologica di questa particolare arte che, dice l’assessore, “si colloca al crocevia tra cultura, storia e società e offre la possibilità di osservarne l‘evoluzione e la diffusione in tutto il mondo”. La mostra rappresenta varie epoche, a partire dal 1814 – l’anno di uscita dei “Manga di Hokusai” – fino ai giorni nostri. Le sale allestite saranno cinque, scandite per temi: il tema 1 porta il titolo di “Manga DNA” e prevede la “presentazione dei “Manga di Hokusai”, degli Ukiyo-e e delle “giapponeserie” che appassionarono l'Europa di fine sec. XIX e inizi XX. Espressioni artistiche la cui influenza sopravvive ancora nel DNA del manga contemporaneo”, come si legge sullo spiritoso sito dedicato all’evento. Il secondo tema titola “dall’adulto al bambino”, il terzo è “Il Dio del Manga”. Il quarto tema, poi, è intitolato “l'età delle riviste” ed è una “panoramica a 360 gradi dei 150 anni di storia delle riviste, che tanta importanza hanno avuto nella diffusione del Manga. I visitatori avranno la possibilità di sfogliarle e leggerle direttamente”. Il quinto ha per titolo “l’età dell’oro”, mentre il sesto tema è “la svolta multimediale”. Il materiale esposto è originale e illustra l’evoluzione del genere nel tempo. C’è poi una sezione speciale della mostra dedicata a Captain Tsubasa, trasmesso in più di 100 paesi e conosciutissimo in Italia con il titolo di “Holly e Benji”, che prevede lo “schermo “GOL!” interattivo, con grafiche variabili per ogni possibile tiro in porta ed una zona destinata alle foto ricordo. Fino al 19 maggio, inoltre, si terrà il primo evento speciale del Milano Manga Festival dedicato Go Nagai. Il corner espositivo presenterà un'ampia rassegna di opere di Mazinga Z e di Atlas Ufo Robot. Il Milano Manga Festival "occuperà" anche Wow Spazio LA CAPITALE INAUGURA LA BELLA STAGIONE APRENDO LE PROPRIE PORTE ALLE INIZIATIVE CULTURALI Roma, Open House G li architetti, gli studenti di architettura e gli appassionati sono avvisati: il 4 e il 5 maggio c’è Open House Roma, una full immersion tra gli edifici della Capitale. Quella di quest’anno è la seconda edizione di una kermesse che si tiene ogni anno in 19 città del mondo aderenti alla rete internazionale Open House Worldwide. Solo per l’anno scorso sono state registrate oltre 26mila visitatori, cifra che quest’anno si vuole bissare. Il 2013 conta l’apertura gratuita di oltre 145 siti, rispetto ai cento del 2012, di interesse architettonico. Dall’antico al moderno e al contemporaneo, tutti siti visitabili con guida e con il contorno di workshop, installazioni, tour su due ruote e laboratori ludici pensati per i bambini che vogliono addentrarsi nel mondo dell’architettura. Roma per due giorni apre ogni zona della città, dalle sedi istituzionali alle biblioteche antiche, dai palazzi di civile abitazione ai villini, agli appartamenti privati, testimonianza diretta di gusto e storia inconfondibile. Open House Roma è stato organizzato dall’associazione Open City Roma, , con Roma Capitale (Dipartimento Turismo) e l’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia. A sostenere l’iniziativa la fondazione GIMEMA-Franco Mandelli onlus e FGTecnopolo Professional Lab. Ecco alcuni dei luoghi da visitare: la paleocristiana Santa Sabina all’Aventino, la nuova stazione Tiburtina, la Direzione Generale della Rai, Palazzo Giustiniani (apertura concessa dal Senato della Repubblica), il palazzo della Marina, la vanvitelliana Biblioteca Angelica in piazza Sant’Agostino, grandi musei pubblici come il Nazionale di Palazzo Venezia e alcuni musei civici di Roma Capitale, i nuovi alloggi di via Giustiniano Imperatore, Casa Ovidio (un villino borghese del primo ’900 ristrutturato negli anni ’50), i nuovi nuclei residenziali a Corviale, i cortili di Testaccio, la “città giardino” della Garbatella, la nuova Sala dei Fiorentini nell’Oratorio di San Filippo Neri, decine di chiese e basiliche, il sepolcro degli Scipioni in via di Porta Latina.I siti sono suddivisi in sei aree, dal centro storico alla periferia, così da consentire la massima libertà nella scelta dell’itinerario. Fiore all’occhiello della manifestazione l’Acquario Romano in piazza Manfredo Fanti 47, Casa romana dell’Architettura e sede dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia. All’interno dell’Acquario, eccezionalmente visitabile per l’occasione, si possono avere informazioni, le guide su carta e inoltre si può consultare un pannello con la mappa della città dove sono riportate tutte le possibili mete di Open House. F.Ce. Fumetto di viale Campania, che sarà sede di una serie di eventi collaterali che daranno vita al vero e proprio Festival: corsi, workshop, incontri con gli autori e conferenze con esperti provenienti dal Giappone, ma anche ita- liani, oltre a un`ampia selezione di Manga in italiano a disposizione presso la biblioteca del Museo. Dal 15 maggio al 15 giugno, poi, Wow Spazio Fumetto ospiterà una mostra speciale sulla migliore autoproduzione di narrativa visuale nipponica, i dôjinshi, i Manga indipendenti che segnano il confine con le culture e le arti d`avanguardia. La mostra, a ingresso gratuito, getterà uno sguardo sul futuro della centenaria arte del Manga. Ecco un evento per tutti i gusti: coni e coppette a volontà Gelato World Tour 2013 Fino al 5 maggio una manifestazione dedicata interamente alla bontà regina dell’estate oma diventa capitale del gelato. Fino al 5 maggio sbarca nella Capitale il Gelato World Tour 2013-14, evento organizzato da Carpigiani Gelato University e Sigep (Main Partner IFI e MEC3, Technical Partner Cono Roma), con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, dell'Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale e dei Maestri della Gelateria Italiana. Una manifestazione nata con lo scopo di promuovere la cultura di questo alimento fresco e tanto amato dai più grandi ai più piccoli. Un akermesse che viene ripetuta in otto città nei cinque continenti: Roma, Valencia, Chicago, Dubai, Shanghai, San Paolo, Sydney e Berlino.Ad ogni tappa sedici gelatieri selezionati si sfideranno creando gusti che combinano tradizione e innovazione: il gelato sarà prodotto giornalmente con ingredienti della MEC3 (l'azienda numero uno al mondo nella produzione di ingredienti per gelateria artigianale e pasticceria) all'interno di un laboratorio in trasparenza dotato delle più recenti macchine della Carpigiani e servito nelle vetrine della IFI dotate di innovativa chiusura ermetica. Inoltre il pubblico potrà cimentarsi con i maestri gelatai: nel Villaggio del Gelato World Tour ci saranno mini-lezioni tenute dai docenti di R Carpigiani Gelato University. Passpartout dell’evento la Gelato Pass che permetterà varie degustazioni nonchè la possibilità di diventare giudici della gara, votare il proprio gusto preferito e partecipare al concorso "Gusta&Vinci", che mette in palio un iPod nano e un iPad4. Il Gelato Museum organizzerà inoltre laboratori didattici per bambini e offrirà inoltre l'opportunità di scoprire le tappe della storia del gelato, dal 12.000 a.C. ad oggi.. Ogni gelatiere elaborerà un solo gusto ritenuto il proprio cavallo di battaglia. La classifica sarà generata sulla base delle votazioni del pubblico e di una giuria professionale: i primi 3 classificati si aggiudicheranno l'opportunità di rappresentare l'Italia al Gran Finale del Gelato World Tour, a settembre 2014 sul lungomare di Rimini, contendendosi il titolo di World's Best Gelatiere cin gara con gli altri "colleghi", prescelti dal pubblico e dagli esperti dei 5 continenti. Francesca Ceccarelli 11 Ponderosa Sabato 4 maggio 2013 Televisione A dieci anni dalla realizzazione finalmente arriva sui nostri schermi. Il ricordo va a Bonanza Serie tv di registi vari – USA – 2001/2002 – 20 episodi, 60’ ciascuno - Con Daniel Hugh Kelly, Drew Powell, Matt Carmody, Jared Daperis N di Nicola Palumbo evada, 1849. Ben Cartwright (Kelly) è appena arrivato dall’est insieme alla sua giovane terza moglie di origine francese e i suoi tre ragazzi, Adam (Carmody), Eric (Powell) e William (Daperis), quest’ultimo chiamato da tutti Little Joe. Tre figli avuti da tre donne diverse. I Cartwright sono alla ricerca di un buon posto dove mettere definitivamente radici, costruire una fattoria e vivere felici del proprio duro lavoro. Per iniziare, Ben e sua moglie trovano un’occupazione presso un emporio di Eagle Station di proprietà di una coppia di ebreo/polacchi, segnata dal lutto per la perdita degli unici due figli che avevano; i Cartwright sono ben accolti e apprezzati per la serietà e l’abnegazione che hanno nei confronti del lavoro e non di rado Ben consiglia per il meglio il suo titolare sugli affari da concludere o da evitare. Fra i secondi c’è quello proposto da un losco individuo, subito respinto dal proprietario dell’emporio proprio grazie a un prezioso suggerimento di Ben. Quest’ultimo ignora che, con la sua azione, è diventato il bersaglio di quell’individuo il quale, nel tentativo di uccidere Ben, causa una tragedia dove a morire saranno alcune persone innocenti. È il breve riassunto del primo episodio di questa serie tv di produzione americana che, dopo più di dieci anni dalla sua realizzazione, finalmente approda sui nostri schermi grazie a Rai Tre. Chi ci segue, almeno quelli “diversamente giovani”, ricorderanno certamente “Bonanza”, serie degli anni Sessanta e diventata poi un vero e proprio cult: “Ponderosa” è una sorta di remake o, meglio, una nuova versione, un po’ come è accaduto spesso per la vicenda di Pat Garrett e Billy Kid, o quella della sfida all’OK Corral. Fra l’altro la vecchia serie era anche conosciuta proprio col titolo di questa che stiamo presentando, e non è un caso che i personaggi abbiano gli stessi nomi e, alcuni di essi, anche la fisionomia simile, come ad esempio quella degli attori che interpretano Adam ed Eric Cartwright, rispettivamente Pernell Roberts e Dan Blocker nella vecchia serie, Matt Carmody e Drew Powell nella nuova. Ambientato in Nevada, in realtà “Ponderosa” è girato in Australia, nella verde contea di Daylesford che si fa ammirare per gli splendidi paesaggi naturali, che però nulla hanno a che vedere con lo stato americano. L’ambientazione non è la sola cosa che desterà curiosità, almeno in coloro che sono attenti ai dettagli, essendo magari anche amanti del genere western. Infatti nei venti episodi prodotti, sono rari i casi di sparatorie, uccisioni, duelli all’alba o all’ultimo sangue; anche la presenza di indiani nativi è ridotta al lumicino e last but not least, la bizzarra abitudine di portare la colt infilata direttamente nella cintura dei pan- taloni, con le classiche fondine diventate qui più un optional che altro. I Cartwright poi sono soliti girare praticamente disarmati, questo anche grazie ai sani principi che papà Ben non si stanca mai di ripetere ai suoi tre amatissimi figli, allevati praticamente senza una madre. Come in tutte le serie tv, anche in questa ci sono alcuni episodi che ci sono rimasti impressi più di altri. Fra i primi ricordiamo “Arma segreta”, dove un pugile impostore arriva nella città di Eagle Station per sfidare in un incontro di boxe chiunque pensi di batterlo, con l’intento di vincere così anche un bel gruzzolo di denaro: nessuno però sospetta che il boxeur, durante i suoi incontri, stringe in mano una specie di pugno di ferro, in grado di fare veramente male. È in questo episodio, uno dei primi, che conosciamo quale è la “filosofia” che guida i protagonisti e, quindi, l’intera serie: basti pensare al botta e risposta nel finale in cui Eric si mostra meravigliato verso la bravura di papà Ben a combattere a mani nude, e il genitore che gli spiega quale sia stata la sua arma segreta: aveva lottato per suo figlio. Non mancano storie che non sfigurerebbero in una riedizione di “Cuore”, come quelle che hanno per protagonisti animali: alludiamo a “Salvataggio” e “Nati liberi”. Nel primo c’è un pony selvaggio intrappolato in una grande pozza d’acqua dove rischia di annegare; nel secondo Eric prende a cuore le sorti di alcuni lupi, catturati da cacciatori senza scrupoli con lo scopo di gettarli nell’arena di combattimento dove, manco a dirlo, dietro c’è un forte giro di scommesse che attira gente dalle contee vicine. Non manca nemmeno la storia d’amore, di solito appena accennata negli altri episodi, ma protagonista in “Una scelta difficile” dove Adam, di fronte a due donne, si trova a dover decidere a chi rivolgere le sue attenzioni. A dispetto del titolo, “Il mostro del lago” non è un horror, ma una storia che vede un falso predicatore smascherato dai Cartwright non senza difficoltà, a causa della cotta che Eric si prende per la figlia del sacerdote impostore. Episodio chiave, almeno per chi scrive, è “Jack Wolf” dove abbiamo una sorta di cambio della guardia fra due dei numerosi coprotagonisti che caratterizzano “Ponderosa”, quello fra Maurice “Frenchy” Deveraux, di chiare e continuamente rivendicate origini francesi e proprietario di un emporio che lo ha reso ricco, con Jack Wolf, texano dagli occhi di ghiaccio, dalle battute sferzanti, dal cinismo che gli esce anche dai pori della pelle, il quale rileva il negozio di Deveraux, primo di tanti altri affari, loschi o meno, che concluderà o tenterà di farlo. Non neghiamo che le nostre simpatie sono rivolte a questi due personaggi per certi aspetti simili, con il primo, spesso supponente, in grado però di farci anche divertire con le sue citazioni in lingua francese, e il secondo che ci affascina col suo sguardo impietoso. Un altro legame che unisce i due è il capolavoro di Michel Cimino “I cancelli del cielo”: è su quel set che, più di trent’anni fa, si sono incontrati Brad Dourif, cioè Deveraux, e Jim Knobeloch, ossia Wolf. Di tutti gli attori di “Ponderosa”, Dourif è l’unico che, oltre a vantare numerose partecipazioni in produzioni televisive, ha anche un curriculum cinematografico niente male: lo troviamo infatti nella trilogia di “Il signore degli anelli”, in “Jungle fever”, “Velluto blu”, senza dimenticare il suo esordio in “Qualcuno volò sul nido del cuculo” nel ruolo di Billy Bibbit. Degli altri personaggi che fanno parte della saga di “Ponderosa”, vale la pena di segnalare quello di Shelby Sterrett, bionda, belloccia, dalla femminilità totalmente assente, proprietaria del sa- loon di Eagle Station, un tipino in grado di centrare una moneta con un solo colpo di pistola, mentre con l’altra mano si accende uno dei suoi grandi sigari; Hop Sing è il fantastico chef cinese di casa Cartwright; Daniel Larson, detto Big Dan, è l’aiutante e guardia spalla di Deveraux; Margaret e Tess Green, cioè madre e figlia, entrambe belle, entrambe con il “rischio” di accasarsi con due dei Cartwright. Ma non vi diciamo quali. Riguardo al gruppo di registi, il discorso è analogo a quello appena fatto per gli attori. Infatti l’unico ad avere notorietà internazionale sul grande schermo è Simon Wincer, autore fra gli altri di “D.A.R.Y.L.”, “Free Willy”, “Carabina Quigley”, “Harley Davidson & Marlboro Man”. Due parole infine sull’edizione italiana. Affidata alla Palma Film di Monica Palleschi, per i personaggi principali sono stati scelti alcuni dei più bravi doppiatori in circolazione a cominciare da Francesco Prando, voce di Ben Cartwright; inoltre c’è Pasquale Anselmo che doppia Wolf; Dario Penne, una voce una leggenda, è abbinato al personaggio di Eli Orowitz, il proprietario dell’emporio dove inizialmente lavora Ben. Quanto alle donne ci sono Alessandra Korompay per Margaret e Giò Rapattoni per Shelby. Tutti professionisti, le cui voci sono da anni presenti nelle colonne audio italiane di tantissimi film stranieri. Provate a chiudere gli occhi durante un qualsiasi episodio, e avrete la sensazione di essere di fronte a un film con Daniel Craig, Nicolas Cage, Anthony Hopkins, Michelle Pfeiffer e Lucy Liù. 12 Cucina La fuga dei fornelli Sabato 4 maggio 2013 Gli chef italiani ora vanno all’estero da protagonisti creando vere e proprie mode culinarie anche in Asia e in Russia S La cucina, intanto, diventa la nuova “regina” della tv. Decine di programmi: dalle preparazioni casalinghe e fai da te ai professionisti di MasterChef di Carola Parisi i sa, l’Italia è famosa per essere la culla della cultura e per essere un’ eccellenza quando si parla di cibo. Infatti, da qualche anno gli chef nostrani conquistano anche i migliori ristoranti al- l’estero. Ma, soprattutto, dettano tendenze, creando specialità che incantano anche paese lontani. Basta leggere i premi de Le Fooding, movimento e guida gastronomica spiccatamente francese, e scoprire che ad essere incoronata come miglior tavola di Parigi è il ristorante Ro- seval, dove il giovane sardo Simone Tondo inventa piatti a 5 stelle. Lavorano nei bistrot francesi. Sono pieni di talento ed idee. Chef e cuochi che non hanno sbandierato la loro origine italiana attraverso inutili stereotipi, tra tovaglie a quadretti e spaghetti al pomodoro. La loro terra hanno saputo raccontarla pienamente nei loro piatti, integrando il rinomato stile francese alla semplice qualità dei prodotti italiani. Da Londra a Singapore, da Parigi a Mosca, i cuochi italiani hanno molto successo. Non è una sorpresa, dunque, per noi, scoprire che è italiana la donna chef migliore del mondo. Si chiama Nadia Santini e ha ricevuto il premio per la miglior chef del mondo della rivista britannica World's 50 Best Restaurants. La cucina di Nadia Santini affonda le sue radici nella tradizione italiana, ma con influenze moderne. Già nel 1996 Santini fu la prima italiana ad ottenere tre stelle Michelin per il ristorante 'Dal Pescatore' a Runate, tra Mantova e Cremona, la cui cucina è stata anche la sua lunga palestra. E' li' che ha imparato tutto, iniziata dalla nonna del marito, Teresa, che gestiva il ristorante fondato dalla famiglia nel 1925. Una lunga storia di amore e di passione per i fornelli e per la cucina italiana doc. E poi c’è la televisione. Negli ultimi anni sono nati decine e decine di format televisivi ispirati alla vita tra i fornelli. Da la ‘mamma’ che prepara delle polpette veloci per far mangiare le odiate verdure al proprio figlio, fino alle composizioni e agli abbinamenti di sapori dei cuochi di Masterchef. Un programma di successo che incrocia tra loro, racconto, cibo, tormentoni, sfide, vincitori e sconfitti, ci fanno appassio- Quando la torta diventa arte Qui sopre lo chef Gordon Ramsay nare al percorso dei vari personaggi, aiutati dal ritmo incalzante. Manca, e si nota, però, una spiegazione più esauriente dei piatti cucinati, a favore dei giudizi fantasiosi e volutamente sprezzanti dei giudici. Sembra tutta roba nuova, ma i programmi di cucina in Tv c’erano già negli anni ’50. E oggi, i telespettatori più accaniti aspettano l’arrivo di ‘Cucine da incubo,’ versione italiana di Kitchen Nightmares con lo chef Antonino Cannavacciuolo al posto del cattivissimo Gordon Ramsay. di marshmallow è il top. Mi piace creare dal nulla, è un passatempo che mi permette di scaricare la tensione''. Marianna Carbone si definisce una ''food blogger'' per passione e divertimento, con il sogno di diventare una pasticcera. Sul suo blog, seguitissimo, si può imparare guardando, grazie a tutorial e a meticolose descrizioni fotografiche: cupcake a mo' di mucca o Babbo natale, biscotti, muffin, addirittura una torta nuziale, tutto naturalmente guarnito con fiocchi, cuori, fiori e immagini buffe, nello stile più amato dai cake designer. ''Il blog - racconta la blogger - l'ho messo su da circa un anno: pubblico ricette, foto o tutorial. La mia è solo una passione, ma, perché no, un giorno potrebbe trasformarsi in una professione vera e propria. Mi piacerebbe molto cambiare stile di vita. Al momento lavoro come analista-progettista dei sistemi informatici in una società di te- lecomunicazioni''. ''Ho iniziato un po' per gioco un po' per sfida - aggiunge - Sin da piccola ho sempre amato pasticciare con le mani. Crescendo ho coltivato la mia passione per la pasticceria. Prima facevo dolci più legati alla tradizione italiana come torte o biscotti e da un paio di anni mi sono avvicinata al cake design''. ''Ho seguito corsi e ora ne tengo anche io alcuni. In genere quelli della durata di 4 o 5 ore sono monotematici e sono composti da una parte teorica in cui do delle nozioni di base e delle curiosità sulle tecniche e da una parte pratica. Nella seconda parte si realizza il dolce e si fa la decorazione. Le classi sono da 10 a massimo 13 persone: in questo modo tutti riescono a seguire e lavorare in maniera omogenea. Nella vita - conclude - andiamo sempre di corsa e non voglio riproporre questo aspetto anche nel cake design. La pasticceria serve anche a tirare fuori la creatività''. C.P. CAKE DESIGN LA TENDENZA DEL MOMENTO: FESTIVAL E BLOG SPIEGANO COME DIVENTARE UNA PASTICCERA CREATIVA Il blog l'ho messo su da circa un anno: pubblico ricette, foto o tutorial. La mia è solo una passione, ma, perché no, un giorno potrebbe trasformarsi in una professione vera e propria.” È la moda del momento: il cake design. Realizzare torte scenografiche, non solo buone da magiare, ma bellissime da vedere. Dopo il successo del della Cake Design Week a Napoli, arriva un evento per tutto gli amatori di glasse e decori. Prevede 35 corsi e 14 workshop in 3 giorni il programma del Cake Design Italian Festival del 24-25-26 Maggio allo Sheraton Hotel di Milano Malpensa. Qualsiasi sia il vostro livello di abilità o la vostra tecnica preferita, troverete pasta da zucchero per i vostri denti. I migliori nomi del cake design internazionale saranno a vostra disposizione per rivelare segreti, sciogliere dubbi e soddisfare curiosità. Mich Turner, Eleonora Molly Coppini, Nana & Nana, Chiara Pennati, Fiorella Balzamo, Karla Chumpitaz, Kristina Rado, Christian Giardina, sono solo alcuni degli artisti che offriranno la loro esperienza e la loro creatività durante i corsi e i workshop del Cake Design Italian Festival di quest’anno. Come si fa a rendere una particolare espressione del viso di un soggetto? Come si crea “l’effetto pelle” del manico di una cappelliera? Che differenza c’è fra le varie tipologie di pasta da zucchero e quali sono le più adatte per modellare? E poi i diversi tipi di colorazione: pittura, polvere, spray, aerografo, gold leaf e i loro diversi effetti. Le crown cakes realizzate con varie tecniche tra cui la decorazione a mano con sac à poche. I vari stili per guarnire i biscotti, la realizzazione di soggetti 3D senza l’utilizzo di stampi. Ma è in tv che molti programmi televisivi fanno vedere il dietro le quinte di famose pasticcerie, e su internet impazzano i blog. Spatoline per tagliare e spalmare, piccole formine e mattarelli in silicone con superfici disegnate con pois, merletto o intreccio. Non sono gli attrezzi per lavorare il pongo ma gli utensili indispensabili per gli appassionati di cake design. Una tradizione tutta anglosassone che ultimamente sta spopolando anche in Italia, raccogliendo migliaia di seguaci. ''Io in genere vado contro corrente - spiega Marianna Carbone, informatica di 36 anni, che sull'argomento ha creato il blog www.merysdream.it - e questa passione per me è nata quando non era ancora conosciuta in Italia. Mi piace molto quello che mi permette di sporcarmi le mani e di impastare, quindi modellare la pasta di zucchero, ma anche il marzapane, e la pasta