Anno II - Numero 104 - Sabato 4 maggio 2013
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Filippo Corridoni n. 23
NEL RAPPORTO TRA IL CONTRIBUENTE E LE TASSE VA RAGGIUNTO UN PUNTO DI EQUILIBRIO
SCONFIGGERE EQUITALIA
È dal basso che si può contrastare la vessazione fiscale
Le proposte de La Destra per le comunali di Roma
di Francesco Storace
dal basso che deve
partire una vera e propria rivoluzione sociale
che, nel segno dell'equità, garantisca ai
cittadini che stanno più in difficoltà di
non dover soccombere nel rapporto
con una macchina fiscale caratterizzata
dalla vessazione continua del contribuente. Equitalia è diventato il nemico
delle persone, delle famiglie, di quanti
hanno un problema. Le tasse vanno
pagate, ma ad essere perseguito deve
essere chi non le vuole pagare e non
chi non le può pagare.
Per questo abbiamo apprezzato l'iniziativa del Comune di Roma, voluta dal
sindaco Alemanno, tendente ad assumere in proprio la responsabilità del
rapporto col contribuente attraverso il
dipartimento economico dell'amministrazione e non più per il tramite della
società di riscossione.
La tragedia rappresentata da Equitalia
e da chi ha sostenuto la politica delle
vessazioni fiscali volute da Monti, almeno a Roma può cessare se davvero
alle parole del sindaco Alemanno seguiranno i fatti e se il primo cittadino
non sarà ostacolato da chi idolatrava
E’
Trigesimo Buontempo
il vecchio governo.
La Destra è nelle condizioni di dare
un respiro programmatico ancora più
forte all'azione della maggioranza che
sarà chiamata a governare il Campidoglio dopo le elezioni amministrative
di fine maggio, per rendere più umano
ed equo il servizio di riscossione crediti da parte dell'amministrazione comunale. Nella Capitale non vogliamo
suicidi fiscali.
La nostra dirigente che da anni segue
questa battaglia, l'avvocato Monica Nas-
Ostia: in ricordo di Teo
Sabato 25 maggio, sarà
celebrata da monsignor Fisichella a Ostia la messa per il
trigesimo della scomparsa del
presidente de La Destra Teodoro
Buontempo. La funzione si
svolgerà alle 17 nella Chiesa
S.Maria Regina Pacis di Ostia,
situata nell’omonima piazza.
Tempi di tagli
Palazzi e censure
Solo le toghe
restano d’oro
La Boldrini vede
nemici dappertutto
Grazia Bontà
a pag. 2
Federtico Colosimo a pag. 3
Sanità
Femminicidi
Operazione riuscita
grazie alle staminali
Una scia di sangue
da Roma a Livorno
a pag. 4
a pag. 6
Carola Parisi
sisi, seconda capolista de La Destra
alle comunali, ha messo nero su bianco
le azioni che può intraprendere l'amministrazione comunale. Infatti, mentre
i cittadini di tutta Italia chiedono che si
fermi l’azione vessatoria di Equitalia, e
in attesa che il legislatore intervenga e
riformi il procedimento di riscossione,
Roma Capitale può e deve passare alla
riscossione diretta dei tributi ed entrate
locali adottando un procedimento che
garantisca una riscossione equa.
1. Eliminazione dell’aggio (oggi pari al
9%), che è il compenso che si riconosce
al soggetto di riscossione.
2. Possibilità di rateizzazione del singolo credito vantato dall’Amministrazione, senza l’applicazione di ulteriori
costi e sanzioni, con rate a partire da
€ 50,00, fino a un massimo di 120
rate,con applicazione degli interessi
al tasso legale.
3. Richieste di pagamento e attivazione
delle procedure di riscossione coattiva
solo per i crediti dell’Amministrazione
ancora esigibili e per cui non sia intervenuta la prescrizione.
4. Esclusione della prima casa dai
beni ipotecabili e assoggettabili ad
espropriazione forzata, in considerazione
dell’ emergenza abitativa.
5. Sospensione della riscossione per
12 mesi in caso di perdita del lavoro
o in caso di comprovato stato di grave
crisi di imprese e soggetti con partita
I.V.A.
6. Nessuna segnalazione alle centrali
rischi prima della definizione, anche
in sede giudiziale, della posizione debitoria.
E' una battaglia che vale la pena di
fare. E a condurla da protagonisti chiameremo in prima fila i cittadini. I consiglieri che La Destra eleggerà in Campidoglio ne saranno gli alfieri.
LA POLEMICA
Sofri e le torture di Guantanamo:
quando il moralista è sbagliato
di Micol Paglia
l Foglio, 3 maggio 2013. Nella giornata dedicata
alla libertà di stampa, il quotidiano di Giuliano
Ferrara sceglie di parlare d’altro. Due delle sei
pagine che compongono il giornale sono infatti
riempite dalla denuncia nei confronti di uno dei più
vergognosi scandali riguardante un Paese occidentale: le torture nella prigione di Guantànamo.
Per questa vicenda, per le condizioni inumane cui i
detenuti sono sottoposti, non ci sono
descrizioni sufficienti, solo condanne,
unanimi. La premessa, in questo caso,
è più doverosa che mai. Ma non è
questo il punto. La firma apposta in
calce alle 13 colonne comparse ieri su
il Foglio è di qualcuno che, a nessun
titolo, dovrebbe permettersi di parlare
di tortura e disumanità. La “penna eccellente” cui Ferrara ha -vergognosamente- concesso l’enorme privilegio di riempire
due pagine del suo giornale è Adriano Sofri. È
appena il caso di ricordare chi sia e che cosa abbia
fatto nella vita questo “illustre” signore. Direttore e
fondatore di Lotta Continua, Sofri è stato condannato
in via definitiva a 22 anni di reclusione quale mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi.
Scrive Sofri oggi: “Mi sono arrovellato attorno alla
tortura da quando ero ragazzo. Pensarci aveva
parte rilevante nell’educazione dei ragazzi della mia
generazione”. Scriveva Lotta Continua, parlando
di Luigi Calabresi, il 6 giugno del 1970: “Questo
marine dalla finestra facile dovrà rispondere di
tutto. Gli siamo alle costole, ormai, ed è inutile che
si dibatta come un bufalo inferocito (...) Qualcuno
I
potrebbe esigere la denuncia di Calabresi per falso
in atto pubblico. Noi, che più modestamente di
questi nemici del popolo vogliamo la morte (il
corsivo è del redattore, ndr)”. A queste parole che
hanno il peso del piombo, lo stesso con il quale il
corpo di Calabresi è stato crivellato, vanno aggiunte
le infinite minacce, telefonate anonime, scritte intimidatorie e vessazioni interminabili cui la famiglia
del commissario è stata sottoposta prima e dopo
l’omicidio di chi altri non era se non un Uomo
dello Stato. Dica Sofri, cos’è questa,
se non una tortura, continua?
“Io conosco una galera, è ripugnante,
feroce, normale. Il mio solo vantaggio
è che sono più di ogni altro spinto a
immaginare come possa essere Guantànamo”. Non si permetta di pontificare
sulla sua esperienza, il signor Sofri e
ricordi sempre che in quella “cella che
sembrava un cubicolo, di due metri e
mezzo per uno” lui c’è finito perché colpevole di
un omicidio, non certo perché vittima di un errore
giudiziario.
Scrive Sofri sul Foglio: “Io chiudo gli occhi e provo
a vedere 92 celle, con 92 corpi legati mani e piedi
ai loro giacigli o alle loro sedie…”. Non ha immaginato, il direttore di Lotta Continua, quarantun’anni
fa, quale prigione sarebbe stata per Gemma Calabresi
e per i suoi tre figli (l’ultimo lo portava ancora in
grembo) rimanere vedova, poco più che ragazza,
di un marito ucciso senza colpa. Non ha chiuso gli
occhi Adriano Sofri prima di infliggere ad una
donna ed a tre bambini un ergastolo insensato il
cui dolore resta accompagnato da condanna che
recita a caratteri di fuoco “fine pena: mai”!
La BCE abbassa il tasso
d’interesse all’0,50%
Che le banche
ricomincino a
fare le banche
di Massimo Visconti
a Banca centrale europea
ha ridotto il tasso d’interesse principale dallo 0,75
allo 0,5%. Siamo di fronte
ad un nuovo minimo storico
che si stima potrà immettere
nell’economia familiare e
delle imprese 3,6 miliardi
di euro. Ma tutto dipenderà
dai singoli Istituti di Credito
che potranno approfittare di
questo taglio per riprendere
a prestare soldi e rifinanziare
così il mercato dei mutui e
del credito all’impresa. L’ultima riduzione del tasso risale al luglio del 2012, ma
allora gli Istituti di credito
non recepirono il messaggio
e non aprirono i cordoni
della borsa né alle famiglie
né alle imprese, mettendo
la scusa della crisi che non
garantiva i rientri dei prestiti
e dei mutui.. Questa volta è
diverso e le Banche non
hanno più scusanti o alibi.
E’ necessario che il mercato
dei mutui riparta per far riprendere anche il settore
delle costruzioni che attualmente è fermo proprio perché il settore immobiliare è
in sofferenza. Il segnale distensivo dato dalla BCE non
può essere quindi vanificato
dal fatto che le banche continuino a non fare le banche,
ovvero ad essere gli erogatori di finanziamenti e il volano della ripresa economica.
C’è la necessità, come abbiamo più volte detto da
queste pagine, di far circolare sul mercato più denaro
sia per le imprese, che possono riattivare gli investimenti, sia per le famiglie
che possono aumentare i
consumi. Se, come dicono
gli esperti, nel secondo semestre del 2013 si avranno
i primi segni di ripresa, il
taglio della BCE, che entrerà
in vigore l’8 maggio, non
può che sostenere la ripresa
in questione. Spetta quindi
in particolare agli organi di
controllo della Banca d’Italia
vigilare affinché gli Istituti
di credito riprendano a “produrre credito” e non a speculare con prodotti finanziari,
gli stessi che hanno prodotto guasti all’economia
nazionale ed in particolare
alle famiglie e alle imprese.
Non ci sarà ripresa senza
aperture di credito e ricostruzione di una fiducia reciproca tra cittadini e banche. L’Italia non si può permettere di perdere questa
occasione che le viene offerta dalla BCE in un momento particolare per l’economia del nostro Paese.
Ognuno dia il suo contributo
e le banche ricomincino a
fare le banche.
L
2
Sabato 4 maggio 2013
Attualità
Si taglia su pensioni e ammortizzatori sociali, ma l’“ultracasta” guadagna un po’ di più De Mistura
Gli stipendi “togati” non si
toccano, anzi si aumentano
Una sentenza della Corte Costituzionale e un provvedimento del Governo Monti
prevede un surplus annuale di 8 mila euro nelle buste paga di tutti i magistrati
Inviolabile anche l’ “indennità giudiziaria” (che si quantifica in un sesto del salario)
ltro che politici! L’unica, vera e intoccabile
casta in Italia, è quella dei magistrati. Quello
giudiziario è il più tutelato fra i poteri che
regnano in questo Paese. I veri privilegiati,
anche in tempo di crisi, sono loro e chi
osa provare a negarglieli, diventa un nemico.
La Spending Review ha tagliato fondi a settori e comparti dello Stato che davvero sarebbero intoccabili:
dalla sanità alle pensioni, dalle forze armate agli ammortizzatori sociali. Insomma, quando c’è “austerity”
tocca che ciascuno stringa la cinghia. Un sacrificio lo
si chiede a tutti. A tutti, tranne che a loro, all’“ultracasta”.
Nel 2005 il Governo Berlusconi, nella persona dell’allora
ministro dell’Economia Giulio Tremonti, aveva previsto
un blocco dell’aumento degli stipendi togati del 5%,
per almeno 5 anni. Niente da fare, ieri è stato approvato
un contro-decreto (firmato dall’uscente presidente
del Consiglio, Mario Monti) che annulla il precedete
provvedimento e dà il via libera ad un surplus salariale
per tutti i magistrati, con addirittura valenza retroattiva
fino al 2012. In pratica, restituire i soldi dell’Imu non si
può, ma riconsegnare nelle buste paga dei magistrati
quel po’ che si era tolto, sì.
Stipendio inviolabile, quindi. Sembrerebbe quasi una
A
formula costituzionale e, in effetti, lo è. Perché per
stabilire l’intangibilità del salario di tutti i giudici sono
intervenuti addirittura i supremi ermellini della
Consulta. Permettere ad una legge dello Stato di
modificare la busta paga dei magistrati sarebbe addirittura un attentato “all’indipendenza dello stesso
potere giudiziario, in quanto le decurtazioni dello stipendio, incidendo sullo status economico del giudice,
creerebbero una sorta di dipendenza del potere
giudiziario dal potere legislativo ed esecutivo, i quali
finirebbero con il controllare, in maniera arbitraria, la
magistratura e, quindi, a comprometterne l’indipendenza”. Grazie a queste preziosissime parole, contenute in una sentenza della Corte Costituzionale, e
al decreto “Loden”, firmato dal Goveno tecnico del
Prof. Monti, una toga che nel 2011 percepiva uno stipendio di 174 mila euro l’anno, da ieri ne percepisce
182mila. Otto mila euro in più, tondi tondi. Non basta.
I giudici (tutti, senza distinzione di incarico) continueranno a percepire una “indennità fissa”, che viene
elargita in base agli oneri incontrati nel corso della
loro annuale attività lavorativa. Sempre secondo la
Corte Costituzionale, questo “compenso all’attività
dei magistrati” è necessaria quale “supplenza alle
gravi lacune organizzative dell’apparato della giustizia”.
Questa indennità corrisponde ad un sesto di quanto
percepito in busta paga, pari a 30 mila euro e rotti in
più l’anno (per un giudice che ne guadagna 182
mila, ad esempio).
C’è gente che ucciderebbe per avere anche solo
un quinto di cifre del genere, in un momento di crisi
come questo. Anzi no. C’è gente che si uccide per
meno, molto meno.
Grazia Bontà
inviato speciale
sul caso Marò
taffan De Mistura è
stato nominato inviato
speciale presso il governo indiano per affrontare la questione dei due
fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore
Girone, da oltre un anno
ristretti nel Paese asiatico.
E' quanto emerge da una
riunione interministeriale,
presieduta da Enrico Letta
a Palazzo Chigi.
“Nel corso dell'incontro –
si legge in un apposito
comunicato - l'ambasciatore Staffan de Mistura ha
riferito i più recenti sviluppi della questione, nella prospettiva di una conduzione unitaria e collegiale del caso. Il presidente del Consiglio, d'intesa con i ministri presenti,
ha quindi nominato l'ambasciatore Staffan de Mistura suo inviato speciale
presso il governo indiano
per la questione. Si è infine
concordato che il formato
della riunione odierna
verrà mantenuto, nell'auspicio di una soluzione
equa e rapida del caso''.
S
Martedì l’insediamento delle commissioni parlamentari dopo i viceministri e sottosegretari
Governo: lo scoglio dei 28
La rabbia di Storace: ''Sette mesi dopo averci fatto perdere in Sicilia, Miccichè
guadagna la promozione a sottosegretario. Scelto da Alfano o da Letta (Enrico)?”
ountdown per le presidenze di commissioni. Il Governo LettaAlfano, messosi alle spalle la “patata bollente” dei viceministri e
dei sottosegretari, ha dato inizio alle trattative per accontentare i
delusi e gli esclusi. C’è tempo fino a martedì. Tra 72 ore, infatti, si insedieranno le commissioni parlamentari. Ma la partita che si prospetta,
sarà più delicata del previsto. Le presidenze delle commissioni parlamentari sono molto ambite – da non sottovalutare, infatti – i benefit:
autoblu, indennità, etc. etc.
Molti i pezzi da novanta da “sistemare”: da Romani a Casini, da
Matteoli alla Gelmini, da Fabrizio Cicchitto alla Brambilla, da Epifani
alla Bernini, da Boccia alla Carfagna, dalla Bindi alla Finocchiaro.
Daniela Santanchè – nelle prossime ore – pare che diventerà la vice
della Boldrini.
C
Commissioni parlamentari
Vent’otto le presidenze da assegnare tra Camera e Senato: sette al Pd,
5 al Pdl e 2 a Scelta Civica. In via dell’Umiltà si pensa all’ex ministro
Paolo Romani alla presidenza della commissione Lavori Pubblici e comunicazioni a Palazzo Madama. Altero Matteoli, invece, al Territorio,
ambiente e beni ambientali. L’ex capogruppo alla Camera, Fabrizio
Cicchitto, agli Affari Costituzionali. Maria Stella Gelmini, dovrebbe
essere destinata alla Cultura. In lizza anche Anna Maria Bernini (Politiche
Esodati e Cassa:
quali priorità?
I
l Ministro dell’Economia Saccomanni, intervenendo alla
presentazione del rapporto OCSE sull’economia Italiana,
ha affermato che la priorità del Governo è rappresentata
dagli esodati e dal rifinanziamento della CIG.
Il Ministro dell’economia ha inoltre affermato che entro i
primi giorni del mese di giugno l’Unione Europea potrà
chiudere la procedura di disavanzo eccessivo nei confronti
dell’Italia.
Tralasciando il fatto che i costi della chiusura del disavanzo
Italiano li hanno pagati i cittadini con le sciagurate riforme
europee), Vittoria Brambilla (Ambiente) e Renata Polverini (Lavoro).
Acque sempre più agitate in casa piddì. Oltre alle varie correnti da accontentare – Renzi, in primis – c’è da placare la rabbia della base. Il
segretario in Piemonte del Pd, Gianfranco Morgando, ha rassegnato
le sue dimissioni. Motivo? L’esclusione di una rappresentanza
piemontese nel governo. Ma per la dirigenza di Largo Nazareno i
grattacapi non finiscono qui. E’ scoppiato, infatti, anche il caso dell’incompatibilità. Il viceministro alle Infrastrutture e dei Trasporti, Vincenzo
De Luca, ricopre l’incarico anche di primo cittadino a Salerno. Ma lui,
di mollare la “poltrona”, non ne vuole proprio sentir parlare. Stessa
sorte per il renziano Graziano Delrio: Ministro per gli Affari regionali,
presidente dell’Anci e sindaco di Reggio Emilia.
La Bindi, rimasta con un pugno di mosche in mano, dovrebbe guidare
la commissione Affari Sociali alla Camera. L’ex segretario della Cgil,
Guglielmo Epifani, alla Lavoro. Alle Finanze, invece, l’economista
Francesco Boccia. Marco Minnini agli Affari Costituzionali oppure alla
Difesa. Alla Giustizia – a Palazzo Madama - potrebbe finire Anna Finocchiaro. Potrebbero essere della partita anche il renziano Matteo
Richetti e il lettiano Marco Meloni.
Per Scelta Civica, si parla di Pier Ferdinando Casini alla presidenza
agli Affari Esteri al Senato. L’ex ministro Renato Balduzzi, invece, agli
Affari Sociali (in lotta con la Bindi).
Polemica Storace-Micciché
La nomina dell’ex ministro di Grande Sud, Gianfranco Micciché, come
sottosegretario alla Pubblica Amministrazione e Semplificazione ha
mandato su tutte le furie il leader de La Destra, Francesco Storace.
Micciché, che doveva essere parte integrante della coalizione di centrodestra alle scorse regionali siciliane per Nello Musumeci (La Destra)
presidente, scelse – all’ultimo minuto - la corsa solitaria; risultando
determinante per la vittoria di Crocetta su Musumeci. Rabbioso il
tweet di Storace: ''Sette mesi dopo averci fatto perdere in Sicilia,
Micciche' guadagna la promozione a sottosegretario. Scelto da Alfano
o da Letta (Enrico)?''.
Giuseppe Sarra
poste in essere dal Governo Monti, non possiamo che augurarci
che il Governo Letta faccia presto a risolvere i due problemi,
quello degli esodati e quello dei Cassa integrati.
Concordiamo anche con la dichiarazione del Ministro Saccomanni sul fatto che non si possono trovare “soluzioni improvvisate” ma bisogna puntare su riforme strutturali che diano
certezze e eliminino le angosce che in questi mesi hanno logorato centinaia di migliaia di famiglie italiane.
Fare presto perché già dal mese di giugno i circa 500 mila lavoratori in cassa integrazione potrebbero rimanere senza
alcun sostegno economico e perché oltre ai circa 270 mila lavoratori esodati che non sono rientrati nei tre decreti della
Fornero, vi sono coloro che, se pur salvaguardati, per effetto
della riforma Sacconi debbono aspettare 12 mesi (senza
alcun sostegno economico) per ricevere la pensione e hanno
terminato i tre o quattro anni di mobilità.
Fare presto significa anche prendere atto delle scuse fatte
nei giorni scorsi dalla ex Ministra Fornero agli esodati per
“aver provocato loro angosce” non imputabili al suo operato.
Non ci interessa più ormai sapere di chi sono le responsabilità
di un disastro sociale come quello degli esodati,agli interessati
preme che si risolva presto il problema.
Alcune proposte di soluzione noi abbiamo tentato di suggerirle
da queste pagine nella speranza di non rimanere inascoltati,
adesso c’è bisogno solo della volontà politica perché si recepiscano i fondi necessari per evitare che il disagio sociale e
la disperazione della gente prendano il sopravvento sulla
ragione.
Il Ministro Saccomanni e il Presidente Letta sono pienamente
coscienti che in una situazione di recessione se le famiglie
possono far fronte almeno ai bisogni primari si eviterà un ulteriore restrizione dei consumi con le ricadute positive anche
sulla produzione.
Saccomanni e Letta a questo punto hanno solo un imperativo:
fare presto.
Massimo Visconti
Vigilanza Rai, Copasir e giunte
Lotta all’ultimo respiro anche nell’opposizione. Da “spartire” la
presidenza della Vigilanza Rai, il Copasir e – con l’occhio vigile del
Pdl, in vista del percorso giudiziario di Berlusconi - la Giunta per le
elezioni e le immunità parlamentari e per l’autorizzazioni a procedere.
I grillini fanno la voce grossa e prenotano la Vigilanza Rai e il Copasir.
Dovrebbero “accontentarsi” della commissione Vigilanza dei servizi
radiotelevisivi. Duello tra Sel (in testa) e Lega per il Copasir. Fratelli
d’Italia e minoranze linguistiche per le giunte.
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Sabato 4 maggio 2013
Attualità
Vittimismo e protagonismo dilagante dalla Camera all’antimafia: l’irrefrenabile voglia di apparire
Piazza Montecitorio: ciak, si gira
“Io non ho paura 2”, protagonista la Boldrini
“
di Federico Colosimo
Io non ho paura”, il film diretto
nel 2003 da Gabriele Salvatores e tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti. Michele Amitrano (in arte Giuseppe Cristiano), nel piccolo Borgo di
Acque Traverse, dove tutto sembra immobile e addormentato, a soli 10 anni,
si imbatte in un incredibile segreto,
contro tutto e contro tutti. Salvando la
vita ad un “povero” bambino rapito,
Filippo e pagando, in parte, con la
propria vita. Il padre, complice dei
rapitori, scambiandolo per l’ostaggio,
gli spara e lo ferisce. Per fortuna, non
è ancora troppo tardi per capire l’errore. Il genitore ha il figlio sanguinante
in braccio, i malviventi vengono tutti
arrestati e il piccolo Filippo viene finalmente consegnato dal padre di Michele stesso all’elicottero dei carabinieri. Il film finisce sull’immagine del
protagonista, ferito ma sorridente e
guarito dopo, e l’ormai salvo Filippo
in procinto di darsi la mano. Un’immagine emozionante.
Dopo 10 anni, ecco la seconda parte
del film. Questa volta, l’attrice protagonista, però, non è una bambina coraggiosa. Ma una donna lamentosa.
Laura Boldrini, dal 16 marzo 2013 –
purtroppo – presidente della Camera
dei Deputati. E’ lì, in Piazza Montecitorio, che viene girata, giorno dopo
giorno, la pellicola. “Io non ho paura”,
grida ripetutamente. “Vengo minacciata ogni giorno di morte, ma non
temo nessuno”, ripete impavida. Già,
attrice, politica – chiamiamola così –
e perfino scrittrice. Il 20 marzo, infatti,
è stato pubblicato il suo secondo libro,
edito da Rizzoli, “Solo le montagne
non si incontrano mai. Storia di Murayo
e dei suoi padri”. La “presidentessa”,
insomma, a quanto dice, viene continuamente accerchiata da “migliaia di
fanatici” che si scatenano contro di lei
solo perché riveste incarichi pubblici.
Insomma alla Boldrini piace la popolarità, la carica istituzionale, ma odia
lo stalking. Si imbatte con continui slogan e promuove campagne significative. Cerca comprensione e vuole pub-
blicità. Soprattutto, però, adora recitare
la parte della tragediografa. Quel ruolo,
le riesce perfettamente. Forse, però,
dovrebbe pensare più alla politica e
accettare le critiche. Senza trovare
sotterfugi e senza attirare troppo l’attenzione. Dal suo omologo del Senato,
l’ex magistrato anti-mafia Pietro Grasso, sotto scorta da una vita, dovrebbe
imparare qualcosa. Il montaggio va
avanti, le riprese di “io non ho paura
2” continuano. Piazza Montecitorio –
Roma, dal lunedì al venerdì. Vedere
per credere.
Il CC di Di Matteo: "Mi hanno bloccato”
l maresciallo dei carabinieri Saverio Masi denuncia: “Ho visto Messina Denaro e volevo catturare
Bernardo Provenzano, ma i
miei superiori me lo hanno
impedito. Querelo tutti”.
Oggi Masi è il caposcorta del
pm Nino di Matteo il pm che
indaga sulla trattativa mafiaStato e che ha portato alla
sbarra i vertici del Ros accusandoli di aver favorito la
latitanza dei “padrini” di
Cosa Nostra. Dal 2001 al
2007, invece, è stato lui
stesso “cacciatore” di mafiosi. E due giorni fa, a distanza di 7 anni, come d’incanto, ha deciso di
presentare formale denuncia
querela, facendo nomi e cognomi di quei “capi” che
avrebbero bloccato e ostacolato le sue indagini.
Perché ha aspettato tutto
questo tempo? E soprattutto: dove sono le prove?
Masi si descrive come un
eroe solitario all’interno
dell’arma e denuncia fatti
“inquietanti”. Dice di aver riconosciuto alla guida di
un’auto il super latitante
Messina Denaro vedendolo
poi entrare in una villa, dove
ad attenderlo ci sarebbe
stata una donna. Non intervenne, però, e non chiese
neanche rinforzi il maresciallo. Semplicemente, annotò tutto e chiese l’autorizzazione a proseguire le
indagini. Negata.
I
Ora Racconta che i superiori
di allora non avevano alcuna
intenzione di catturare Provenzano e che gli proposero
qualsiasi cosa purché rallentasse le indagini. Parla poi,
per concludere, di un “pizzino” scritto da chi si identifica come uno del commando di morte. “Amici
romani di Denaro hanno deciso di eliminare Di Matteo,
Cosa Nostra ha dato il suo
assenso, ma io non sono
d’accordo”. Il nome dell’autore dello scritto, però, naturalmente non si conosce.
Come potevano mancare in
questo fantasioso racconto
– senza alcuno straccio di
prova – le minacce all’amico/collega di Ingroia,
l’onnipresente Di Matteo che
sarebbe dunque (come se
non lo sapesse) in concreto
pericolo di vita?
Masi racconta circostanze
ed episodi incredibili, senza
avere nulla in mano. A cosa
ambisce? A una comparsata
a “Servizio Pubblico”? E’
solo voglia di telecamere e
di un quarto d’ora di celebrità?
Chissà, magari, tra pochi
anni, ci ritroveremo anche
lui in politica. A fare l’oratore
e a raccontare storie sì curiose, avvincenti, ma purtroppo tutte da accertare.
Non siamo in un romanzo,
ci vogliono fatti concreti e
poche parole.
F.Co.
Dipendenti aeroportuali “infedeli”: 29 arresti
per furto e danneggiamento di bagagli
I
bagagli non sono mai al sicuro, tantomeno in aeroporto.
E non si può restare tranquilli
nemmeno dopo aver imbarcato la
propria valigia. I ladri sono ovunque. E, capita che, come secondo
mestiere (o primo), facciano gli
operatori aeroportuali. Sono 86,
infatti, le misure cautelari nei confronti dei dipendenti aeroportuali
che “frugavano” nei bagagli dei
passeggeri. Ventinove sono stati
arrestati e si trovano tutti agli
arresti domiciliari, per altri 57
sono scattati gli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
“In particolare -si legge in una
nota della Polizia di Frontiera di
Fiumicino- sono stati sottoposti
alla misura 19 dipendenti Alitalia,
addetti alle operazioni di handling
all’aeroporto”. Gli altri arrestati
lavorano per società ingaggiate
dalla compagnia di bandiera.
L’accusa? Furto, tentato furto
ed anche danneggiamento. Eh
si perché quando i ladri non riuscivano ad aprire le valigie, pensavano bene di danneggiarle per
ripicca. Sono oltre 100 infatti
gli episodi riscontrati di questo
genere.
L’operazione “stive pulite”, partita
oltre un anno fa, ha visto impegnati numerosi agenti di Polizia
e dei diversi uffici di frontiera. E
nel corso delle indagini sono
state effettuate, per la prima
volta, attività di intercettazioni
audiovisive a bordo degli aeromobili. Proprio grazie alle questo
è stato possibile identificare i
responsabili ed arrestarli. I furti,
secondo quanto è stato riferito
dagli investigatori, avvenivano
a bordo degli aerei durante le
operazioni di carico e scarico
bagagli. E la cosa più curiosa è
che i furti avvenivano regolarmente in vari aeroporti italiani:
Lamezia Terme, Bari, Bologna,
Milano Linate, Napoli, Palermo,
Roma Fiumicino e Verona.
La Polizia sta lavorando per capire se ci siano collegamenti tra
i vari ladri-dipendenti.
“Per il buon esito dell’attività investigativa, viene sottolineato
dalla Polizia, determinante è stato
il ruolo della Direzione Sicurezza
di Alitalia Cai, che ha collaborato
fattivamente con gli inquirenti
mettendosi costantemente a disposizione della Polizia Giudiziaria
nelle fasi più delicate dell’indaPaolo Signorelli
gine”.
E alla Feltrinelli 1300 contratti di solidarietà, mentre il colosso librario investe con La 7
L’Unità di nuovo in crisi, chiudono due redazioni
di Igor Traboni
on accenna a placarsi la
crisi dell’editoria italiana
e alla ribalta torna anche
la vicenda, abbastanza ciclica
come quella del Manifesto, del
quotidiano del Pd <L’Unità>.
Il giornale ieri non era in edicola, per uno sciopero proclamato dal comitato di redazione contro i tagli previsti. “
Dopo anni passati a chiedere
stati di crisi, a espellere i giornalisti più esperti, a bloccare
l’ingresso dei giovani, dopo
l’accordo sottoscritto per un
contratto di solidarietà al 20%,
ora – fa sapere il cdr del giornale fondato da Antonio Gramsci - si arriva al colpo finale
N
con la richiesta di una solidarietà al 50% e della chiusura
di due cronache storiche come
Firenze e Bologna, oltre alla
riduzione a 20 pagine del quotidiano”. La crisi dell’Unità non
risparmia neanche i collaboratori, da mesi in attesa dei
pagamenti. Il rilancio del giornale pare inoltre lontano, tanto
più che la distribuzione è stata
tagliata in Sicilia, Sardegna e
alcune zone della Calabria,
mentre il web stenta a decollare. “Questa dismissione di
fatto mascherata da rilancio
«modernista» è inaccettabile
– sostiene ancora il Cdr - così
come lo sono i pesanti costi
chiesti ai lavoratori. Non è con
i soli tagli che si aggiustano i
conti, ma con il rilancio. Su
questo i giornalisti chiedono
l’apertura di un confronto vero
in mancanza del quale sono
pronti a tutte le forme di lotta.
La prima giornata di sciopero
è proclamata per giovedì 2
maggio”.
Nella crisi dell’editoria, ed in
particolare in quella di sinistra,
rientra anche la vicenda della
Feltrinelli, il colosso librario
che dal 10 giugno prossimo
farà partire i contratti di solidarietà, della durata di un
anno, per ben 1378 dipendenti
divisi tra i 102 punti vendita
in tutta Italia (Librerie Feltrinelli, delle Stazioni e Finlibri).
Una quindicina di queste librerie rischiano addirittura la
chiusura, con 130 esuberi, visto il calo di fatturato superiore
al 10%. Polemiche ci sono
però in casa Feltrinelli perché,
visti i conti poco entusiasmanti
e la necessità di risparmiare
almeno 4 milioni di euro d
qui a un anno, la Feltrinelli
nelle ultime settimane ha acquisito la maggioranza dell’Antica Focacceria San Francesco, storica azienda siciliana
che non opera però in campo
editoriale. E va avanti anche
l’investimento per Effe Tv,
pronta allo sbarco con un canale apposito sul digitale, in
collaborazione (e non a caso
nel consiglio di amministrazione della Effe c’è anche Gad
Lerner) con La 7.
4
Sabato 4 maggio 2013
Attualità
Hannah, bambina di 2 anni e mezzo, a causa di una malformazione viveva con un tubicino al posto della trachea
Una vita normale grazie alle staminali
L’equipe dell’italiano Paolo Macchiarini ha eseguito l’intervento, durato 9 ore. L’organo, trapiantato,
è stato ricostruito in laboratorio attraverso le cellule prelevate dal midollo osseo della piccola
di Carola Parisi
INTERVISTA AD ANNA LASORELLA (COLUMBIA UNIVERSITY)
H
annah era nata
senza trachea. È
una
bambina
americana di soli
due anni e mezzo. Una condanna la sua che
l’ha costretta ad utilizzare un
tubicino che le permetteva
di respirare, mangiare, piangere. Una malformazione rarissima che porta alla morte
nel 99% dei casi. Ora avrà
un’esistenza normale grazie
al trapianto eseguito presso
l’ospedale americano Children's Hospital, nell’Illinois.
Una trachea creata in laboratorio con le cellule staminali
dello stesso paziente è stata
trapiantata in una bambina
così piccola. A effettuare
l'operazione presso il Children's Hospital of Illinois l'italiano Paolo Macchiarini, inventore della tecnica, che
guida il team del Karolinska
Institute di Stoccolma. Nove
ore di sala operatoria che
hanno ridato ad Hannah una
nuova vita. La bambina sta
bene a parte qualche complicazione post-operatoria.
L’utilizzo delle cellule staminali del paziente presentano
l’indubbio vantaggio di escludere il rigetto da parte dell’organismo. Ciò significa il
non dover ricorrere alle apposite terapie farmacologiche
previste nei casi di trapianti
da donatore. Le condizioni
di Hannah presentavano bassissime possibilità di sopravvivenza ma ora, a distanza
di tre settimane dal trapianto,
i medici sono soddisfatti e
non escludono che la bimba
possa avere una vita normale.
I precedenti. Un intervento simile era stato tentato con
successo l'anno scorso, in
Ora dagli Stati Uniti si attende
una speranza per le neoplasie
D
Svezia: il paziente era un malato terminale di cancro, Andemariam Beyene, ingegnere
di origine eritrea. Il gruppo
di medici del Karolinska Institutet di Stoccolma, guidato
dall'italiano Paolo Macchiarini, aveva sostituito la parte
malata con un organo costruito in laboratorio con lo
stesso metodo utilizzato per
Hannah. Lo stesso Macchiarini ha perfezionato la tecnica
con la quale viene ricostruito
l'organo: la trachea costruita
in laboratorio è prodotta a
partire dalle cellule staminali
del paziente, evitando il rischio del rigetto e il robusto
riscorso a farmaci immunosoppressori.
E' il sesto trapianto di trachea
a livello mondiale, ma Hannah
è la più giovane paziente sottoposta a questo tipo di intervento. Le cellule staminali
della paziente sono state coltivate in laboratorio e fatte
crescere su una specie di
intelaiatura biocompatibile a
nido d’ape che fa da struttura
portante sulla quale le cellule
proliferano.
Una tecnica simile a quella
utilizzata dall'University College di Londra per creare il
naso di un uomo che ha causa di un tumore era stato amputato.
Una vita normale. "La cosa
più sorprendente, che per
una bambina è un miracolo,
è che questo trapianto ha
salvato non solo la sua vita,
ma alla fine le consentirà di
mangiare, bere e deglutire,
anche parlare, proprio come
qualsiasi altro bambino normale", ha dichiarato Macchiarini dopo l'intervento. "Hannah
passerà dall'essere un prigioniero virtuale in un letto
d'ospedale a correre e giocare con la sorella e potrà
godere di una vita normale,
che è una bella cosa".
I genitori. "Le parole non possono esprimere il nostro ringraziamento a tutti coloro
che hanno contribuito a rendere questo sogno una realtà", ha detto il canadese Darryl Warren, accompagnato
negli Stati Uniti dalla moglie
coreana, Young-Mi, e la loro
figlia di 4 anni, Dana.
ROSSO e NERO
L
RELIGIONE ED ETICA LAICA
a famosa ‘avversione’ dei cattolici (nel cui
ambito ci sono comunque posizione distinte
e non tutte di netta chiusura) si lega ad un concetto semplice: sacralità della vita umana: “La
ricerca non deve usare le cellule staminali embrionali perché ciò comporta la distruzione dell’embrione”, ripete la pontificia Accademia
della Vita. Che magari darà fastidio ai finti laici,
ma tant’è. L’Accademia ha stilato un documento
per esprimere i problemi etici. Carta canta.
Solo che i documenti della Chiesa in certi consessi vengono letti solo se ci sono germi di terzomondismo, altrimenti è carta straccia. E
invece il parlare è chiaro, anche se scomodo:
“Un fine buono - quale l’utilizzazione delle cellule staminali che se ne potrebbero ottenere per
la preparazione di altre cellule differenziate in
vista di procedimenti terapeutici di grande
aspettativa - non rende buona un’azione in se
stessa cattiva”. Un’enciclica-cardine dei cattolici, la Evangelium Vitae, lo dice con altrettanta
nettezza: La Chiesa ha sempre insegnato, e tuttora insegna, che al frutto della generazione
umana, dal primo momento della sua esistenza, va garantito il rispetto incondizionato
che è moralmente dovuto all’essere umano
I.T.
nella sua totalità”.
etica collettiva, l’individualità persoL’
nale, la religione, la scienza, la tradizione, la politica, ognuna di queste sfere
che coinvolgono così tanto l’uomo moderno hanno risposte diverse sul tema
dell’utilizzo delle cellule staminali. Si tratta
di argomenti che riguardano tutta l’opinione pubblica, ma è importante fare alcune riflessioni. L’uso di cellule staminali
nella ricerca è utile sia per la possibilità di
creare nuovi organi ma anche di ripararne
alcuni malati. Si possono, inoltre, creare cellule nervose in pazienti affetti da malattie
genetiche. La domanda sorge spontanea:
perché limitare la ricerca? Ci troviamo davanti paesi come l’America e l’Inghilterra
che, grazie ai medici italiani ‘fuggiti’ all’estero, fanno passi da gigante nello studio
di malattie genetiche molto rare, riuscendo,
come nel caso di Hannah, a salvare vite destinate ad una morte troppo precoce. La
legge è necessaria, perché non si arrivi alla
degenerazione della ‘fabbrica di pezzi di
ricambio’ per l’uomo. Ma porre una gerarchia così rigida con al vertice l’etica, è una
scelta univoca e troppo vincolante.
C.P.
ottoressa Anna Lasorella, Professore Associato
di Patologia e Biologia Cellulare e Pediatria
della Columbia University, quanti tipi di cellule
staminali possiamo distinguere?
Esistono due tipi principali di cellule staminali, le
cellule staminali embrionali e quelle adulte o somatiche. Si distinguono per due caratteristiche
molto importante, la capacità di trasformarsi in
cellule mature e di replicarsi. Le cellule staminali
embrionali che si derivano dall'embrione ad uno
stadio molto precoce dello sviluppo, sono pluripotenti, possono cioè dare origine a tutti I tipi di
cellule mature dell'organismo (circa 220 tipi) e si
dividono indefinitivamente se cresciute in condizioni
appropriate e possono essere coltivate in teoria
in numero illimitato. Esse danno origine ad un organismo completo durante lo sviluppo embrionale.
Le cellule staminali adulte sono presenti in tutti I
tessuti dell'organismo adulto, cervello, midollo
osseo, intestino, ecc. Hanno una capacità più ristretta delle staminali embrionali di trasformarsi
in cellule adulte mature per lo più limitata alle
cellule del tessuto da cui originano ed una più limitata capacità di replicarsi.
Come si ottengono e come vengono usate?
Le cellule staminali embrionali si ottengono da
embrioni animali allo stadio chiamato di blastocisti
che nell'uomo si raggiunge 4-5 giorni dopo la
fertilizzazione. Il numero di cellule staminali nella
blastocisti è di circa 50-150. Le cellule staminali
embrionali sono usate per generare tutti I tipi di
cellule mature specialmente quando siano richieste
quantità elevate di cellule. Le cellule staminali somatiche possono essere isolate da numerosi
organi incluso il cordone del neonato. Non sono
ancora chiare le caratteristiche delle cellule
staminali in alcuni organi. In genere si identificano
con markers specifici ma questi markers non
sono ancora ben definiti per molti tipi di tessuto.
Vengono sempre più usate in medicina rigenerativa
per esempio in ortopedia per la rigenerazione di
cartilagine articolare o in oculistica (degenerazione
Le cellule staminali. Sono
chiamate staminali tipi di cellule molto diverse fra loro. Il
loro minimo comun denominatore sono due caratteristiche. La prima: sono in grado
di moltiplicarsi quasi all’infinito. Le altre cellule dell’organismo, dopo che si sono
divise un certo numero di
volte, non sono più capaci di
riprodursi. La seconda caratteristica comune a tutte le
staminali: sono in grado di
evolversi in tipi cellulari molto
diversi fra loro, a differenza
delle cellule mature come i
neuroni o i globuli rossi, che
hanno un aspetto definito e
delle funzioni circoscritte in
un ambito preciso. Le cellule
staminali sono cellule ancora
non differenziate e che hanno
la capacità di trasformarsi in
qualsiasi tipo di tessuto: grazie a questo sono oggi le
protagoniste della ricerca in
campo medico. Ma a creare
molta agitazione dai mass
media non è il significato di
queste cellule, ma bensì la
loro provenienza poiché la
retinica).
Dove nasce la discussione etica riguardo le staminali?
Le staminali embrionali pongono un problema
etico perché per l'isolamento delle staminali la
blastocisti deve essere distrutta.
In America è consentito, per legge, l'uso delle
staminali. Che vantaggi ci sono rispetto ad un paese
come il nostro, dove la regolamentazione di questa
pratica è confusa e sommaria?
Anche negli Stati Uniti la situazione è ancora
confusa. Il governo federale pone delle restrizioni
permettendo il finanziamento di studi che coinvolgono l'uso delle cellule staminali embrionali
solo se si usano cellule attualmente in coltura (ci
sono al momento 20 linee continue). In alcuni stati
le regole meno restrittive permettendo e finanziando la raccolta e lo sviluppo di nuove cellule
embrionali. Non esiste alcuna restrizione all'uso
delle staminali somatiche che e' comunque regolamentato per le applicazioni terapeutiche in maniera molto rigorosa.
Quali malattie possono essere curate? Ed a che
punto sono le sperimentazioni delle terapie a base di
cellule staminali?
Cellule staminali ematopoietiche sono usate da
molti anni per trattare malattie ematologiche
maligne o immunodeficienze. Cellule staminali
somatiche sono usate in cardiologia, in ortopedia
e chirurgia ricostruttiva della cute (cardiovascular
repair dopo infarto, treatment of lung fibrosis,
spinal cord injury and bone and cartilage repair).
Una area importante per l'uso delle staminali somatiche è quella delle malattie neurodegenerative
(Parkinson, sclerosi multipla) ed il diabete. Negli
stati Uniti sono stati iniziati negli ultimi anni almeno
200 studi clinici che si basano sull'uso di cellule
staminali. Comunque molti di questi studi riguardano malattie neoplastiche in cui le cellule staminali
ematopoietiche sono usate per ricostituire un midollo osseo danneggiato da terapie anti-tumorali.
C.P.
maggior parte di esse vengono ricavate da embrioni.
L’embrione è già l’unione fra
l’ovocita e lo spermatozoo,
in seguito si divide fino a formare un ammasso di cellule
che prende il nome di morula
e dopo ulteriori divisioni
quello di blastula. Da qui partono una serie di problematiche che non dividono solo
l’opinione pubblica ma anche
religiosi, politici, (anche all’
interno del partito stesso),
medici e ricercatori: l’embrione è già una vita o è ancora una “cosa”? L’embrione
è da considerarsi una vita,
in quanto abbiamo lo stesso
patrimonio genetico fin dallo
zigote oppure una semplice
cosa da poter distruggere
o manipolare a nostro piacimento?
La situazione italiana. Nel
nostro Paese è in corso una
strana battaglia legislativa
sull’uso terapeutico delle
cellule staminali. Il nocciolo
della questione è, in realtà,
semplice: in tutti i paesi del
mondo l’uso terapeutico di
cellule staminali di derivazione embrionale o da tessuti differenziati, è considerato dal punto di vista legale
analogo all’uso di farmaci.
Questo comporta che l’eventuale approvazione delle cellule staminali come strumenti
terapeutici, è sottoposta a
valutazioni molto severe e
restrittive. Una legge approvata dal Senato il 10 aprile
scorso, ma non ancora dalla
Camera, a seguito di un precedente decreto del ministro
Balduzzi, assimila invece,
per un tempo determinato,
(secondo l’autorevole rivista
scientifica Nature) l’uso terapeutico delle cellule staminali ai trapianti d’organo,
che hanno una legislazione
meno stringente.
La situazione in Italia è ambigua infatti la legge proibisce
l’ utilizzo di embrioni italiani
per il prelievo delle cellule
staminali, e ne permette l’uso
esclusivamente da quelli importati dall’estero, ma questo
non risolve le discordanze
che ci sono alla base.
5
Sabato 4 maggio 2013
Esteri
La carestia ha già fatto 250mila vittime, la metà bambini. Allarme della Fao
Somalia allo stremo, il mondo tace
Il Paese è intanto interessato da una pericolosa espansione del fondamentalismo islamico
a carestia ha ucciso 260mila
persone in Somalia tra il 2010
e il 2012. Circa la meta' era
costituita da bambini sotto i
cinque anni, secondo un nuovo rapporto della FAO e del Famine
Early Warning Systems Network. Un
numero di morti superiore a quello
calcolato per la drammatica carestia
del 1992 che uccise 220mila persone
in Somalia. La crisi e' stata causata da
una grave siccita' resa ancora piu'
letale dai conflitti tra gruppi rivali in
lotta per il potere. Mark Smulders della
FAO ha commentato alla Bbc: "Lo studio
testimonia la concreta enormita' di
questa tragedia umana".
"I dati della ricerca suggeriscono che
cio' che e' avvenuto in Somalia e' una
delle peggiori carestie degli ultimi
venticinque anni" ha aggiunto Chris
Hillbruner del Fews Net. Circa il 4,6
per cento della popolazione totale e il
dieci per cento dei bambini sotto i
cinque anni sono morti nel sud e nel
centro della Somalia durante la carestia.
"Il rapporto conferma che avremmo
dovuto fare di piu' e agire prima contro
questa emergenza", ha spiegato Philippe Lazzarini, coordinatore umanitario
dell'Onu per la Somalia. Nella regione
del Basso Scebeli e' morto a causa
della carestia circa il diciotto per cento
dei bambini sotto i cinque anni mentre
a Mogadiscio il diciassette per cento.
Una carestia addirittura più grave di
quella del 1992, quando i morti furono
L
circa 200mila, a causa di una eccezionale carestia di cibo ed acqua.
Una tragedia che però i mass media
internazionali, compresi quelli italiani,
stanno ignorando, dando magari più
spazio alle tensioni interne della Somalia, con la lotta al terrorismo islamico
che rischia comunque di espandersi.
Anche nelle regioni semi-autonome
del Nord e relativamente meno pericolose del Puntland e Somaliland, come
riportava ieri il quotidiano Avvenire in
un reportage di Matteo Fraschini Koffi,
sono state recentemente infiltrate dal
fondamentalismo islamico, tanto che
alcuni giornali locali hanno riportato
la notizia secondo la quale le autorità
del Puntland hanno messo a morte 13
membri di al-Shabab e adesso i militanti islamici hanno giurato vendetta.
Federico Campoli
Pakistan
Islamabad, ucciso il pm
del caso Bhutto
n ennesimo fatto di sangue che sconvolge il
Pakistan: è stato assassinato infatti Chaudhry Zulfikar, pubblico ministero titolare delle indagini sull'attentato all'ex primo ministro
Benazir Bhutto, assassinato
nel 2007. Il magistrato è stato
ucciso da un commando armato che l’ha affiancato lungo la strada che porta a un
tribunale di Rawalpindi, vicino Islamabad, sede di alcune udienze del caso Bhutto. L’ufficiale di polizia presente al momento dello
scontro a fuoco, Mohammed
Ishaq, ha spiegato che Zulfikar è stato colpito alla testa,
al petto e alla schiena, la
sua auto crivellata e il parabrezza ridotto in frantumi.
Nel momento della collisione il magistrato ha perso il
controllo della vettura finendo addosso a una passante,
morta sul colpo. A quel punto l'agente di scorta ha risposto al fuoco ferendo almeno un membro del commando, pur riportando egli
stesso delle ferite d’arma
da fuoco. Gli assassini di
Zulfikar sono riusciti a fuggire, mobilitando una strenua caccia all'uomo.Nel caso
resta l’ombra del coinvolgimento dell'ex presidente
U
Pervez Musharraf, rientrato
in Pakistan dopo quattro anni
di esilio e ora agli arresti
domiciliari. Da sempre ritenuto protagonista dell’assassinio di Bhutto e degli
attacchi di Mumbai del 2008.
Da parte sua Musharraf, salito al potere con un colpo
di Stato nel 1999 e in carica
all'epoca dei fatti, ha respinto ogni accusa, scaricando
le responsabilità sulle attività
dei talebani in Pakistan. I
giudici inoltre l’hanno bandito dalle prossime elezioni
parlamentari e il tribunale
di Peshawar, a nord-est del
Pakistan, è andato oltre bandendo Musharraf dai pubblici uffici a vita.
Il presidente pakistano Asif
Ali Zardari ha condannato
l'assassinio di Zulfikar, ritenendolo un fattore aggravante per il già teso clima
nel paese che si appresta
alle elezioni politiche dell'11
maggio: prima volta in cui
si vedrà il passaggio di consegne tra governi civili democraticamente eletti. Al
momento le ragioni dell’agguato non sono ancora chiare ma tutti gli elementi tendono a convergere verso il
processo Bhutto di cui Zulfikar seguiva gli sviluppi.
Francesca Ceccarelli
6
Sabato 4 maggio 2013
Dall’Italia
È stata trovata a terra, vicino al suo scooter, in condizioni disperate: è spirata in ospedale
Uccisa in campagna
Mistero fitto ad Ostia
Folle notte di violenza all’Eur: egiziano muore
dopo un’aggressione all’arma bianca in strada
oma sempre più
violenta. Non è il
remake del film
poliziesco italiano
diretto da Franco
Martinelli nel 1975. Ma è la
notte di sangue che si è registrata nella Capitale nella
notte di giovedì.
R
Ostia - Alessandra Iacullo, 30
anni, originaria di Dragona
(periferia di Roma) è stata
accoltellata mortalmente nella
notte fra giovedì e venerdì,
intorno alle 22. Il suo corpo,
trovato in via Riserva del Pantano, luogo isolato e di campagna vicino Ostia, era sotto
il suo scooter. A notarlo alcuni
passanti che hanno immediatamente allertato il 118.
La giovane è morta poco
dopo all’ospedale Grassi. All'inizio si è pensato ad un incidente stradale, ma i medici
del pronto soccorso si sono
accorti subito che le ferite al
collo, alla gola ed alle braccia
non potevano essere compatibili con quelle di un incidente. La donna è stata accoltellata e uccisa. “Omicidio
volontario”, dunque, a detta
dei Pm che indagano sulla
vicenda.
La scientifica e gli agenti della
squadra mobile di Roma stan-
no ascoltando amici e familiari della donna. E gli investigatori stanno cercando di
fare luce sulla vita di Alessandra, comprese le sue relazioni sentimentali. Non è
chiaro, infatti, se avesse o
meno un rapporto stabile con
qualcuno.
Al momento, ancora non sono
stati eseguiti fermi e, finora,
nessuno delle persone interrogate sembra aver perso le
tracce della ragazza già dal
pomeriggio. Ma la verità potrebbe venir fuori analizzando
i contatti e le telefonate della
giovane donna delle ultime
ore. Telefonate che, forse,
sveleranno il motivo per il
quale la ragazza si trovasse
in quel luogo a quell’ora. Un
appuntamento con qualcuno?
Oggi, intanto, è prevista l'autopsia sul corpo della donna.
Nella stessa zona, un paio di
settimane fa, un’infermiera
era stata uccisa dall’ex marito,
una guardia giurata che l’aveva freddata con quattro colpi
di pistola mentre era al volante.
Eur - La seconda vittima del
folle giovedì romano è un cittadino egiziano di 49 anni. Il
suo corpo, in fin di vita, è
stato ritrovato all’Eur, in viale
Omicidi a raffica
Una scia di sangue si allunga
sull’Italia: in poche ore tante
vittime, dalla Toscana
alla Capitale. Tra casi di risolvere
e misteri da chiarire, sempre
più spesso sono le donne
a subire l’estremo sacrificio
Roma – La tragedia ieri pomeriggio in Via Aurelia
Guardia giurata spara alla moglie e si suicida
L’uomo ha fatto fuoco sulla congiunta, poi ha rivolto l’arma contro se stesso
micidio-suicidio a
Roma. Il luogo
della tragedia è un
appartamento di Via Aurelia dove sono stati ritrovati due corpi senza
vita. In pieno pomeriggio
un uomo, Cristian Agostini, una guardia giurata di 39 anni ha, prima
ucciso la moglie, Chiara
Di Vita di 29, sparandole.
Poi, con la stessa pistola
si è suicidato. I due avevano un figlio che, fortunatamente, al momento
dell’episodio non era in
casa, ma a scuola dove
ad aspettarlo c’era suo nonno. A dare l’allarme agli agenti del commissariato Aurelio
intorno alle 17.20 è stato un vicino di casa
che ha chiamato il 113 segnalando gli spari
O
America. Per lui fatali le ferite
riportate a seguito di un’aggressione. Secondo alcuni testimoni, gli autori del pestaggio sarebbero due romeni,
che poi sono scappati, senza
che provenivano dall’appartamento della
coppia. I poliziotti una volta giunti sul
posto assieme al personale sanitario del
118 di Roma non hanno potuto far altro
lasciare traccia. Sul corpo è
stata ritrovata una ferita d'arma da taglio, presumibilmente un coltello. L’uomo è morto
poco dopo essere stato soccorso e trasportato al San-
che constatare il decesso
dei due. In loco anche
agenti della Polizia scientifica e della Squadra mobile della Capitale. Ancora
non si conoscono i motivi
alla base del gesto.
Soltanto quindici giorni fa
un episodio analogo: Guglielmo Perettini, anche
lui guardia giurata, non
accettava la fine del rapporto con sua moglie.
Dopo l’ennesima lite le
aveva sparato 6 colpi di
pistola. La donna, Michela Fioretti, era morta
sul colpo. In preda al panico l’uomo si era allontanato per poi spararsi un colpo alla tempia, ma,
miracolosamente (e sfortunatamente per
lui) era riuscito a sopravvivere.
P. S.
t’Eugenio. Indaga la Squadra
Mobile, ma al momento non
si hanno altri dettagli sui motivi del delitto.
Due delitti che non hanno
nulla in comune, ma che non
fanno altro che evidenziare
le continue violenze ed omicidi che si stanno verificando
nella Capitale.
Paolo Signorelli
SVOLTA NELLE INDAGINI SULL’ASSASSINIO DI CASTAGNETO CARDUCCI: FERMATO UN UOMO
Strangolata per un rapporto sessuale negato
I Carabinieri bloccano un senegalese clandestino: è stato l’ultimo a vedere Ilaria Leone
A Livorno altra macabra scoperta: barista trovata morta in albergo, s’ipotizza l’overdose
o hanno preso mentre, verosimilmente, si apprestava a darsi
alla macchia. D’altronde alla vita
di clandestinità è abituato: perché –
nonostante ciò possa crucciare alla
Presidente della Camera dei Deputati
– un clandestino è Ablaye Ndoye, il
34enne senegalese, immigrato irregolare con precedenti, fermato per
l’efferato omicidio di Livorno. Ndoye
non aveva il permesso di soggiorno
ed era già destinatario di un provvedimento di espulsione le cui pratiche
erano in corso. Per carità, fino a prova
contraria, è innocente e va trattato con
umanità e rispetto assoluto. Però ci
sono tanti punti fermi nell’inchiesta che
sembrano inchiodarlo ad una tesi accusatoria terribile: omicidio, forse con
violenza, sicuramente a sfondo sessuale.
Il 34enne e Ilaria Leone, la ragazza di
19 anni trovata morta strangolata a Castagneto Carducci, si conoscevano.
Mercoledì, la sera dell’omicidio, avevano
un appuntamento e i tabulati telefonici
parlano chiaro: l’ultima chiamata sul
telefonino di Ilaria è quella del senegalese: quella sera si sono sentiti più
L
volte, tra le 22.30 e la
mezzanotte del 1
maggio. Altro dato
inoppugnabile: ieri
mattina, quando lo
hanno preso, si stava
preparando a scappare. A riferirlo al procuratore di Livorno
Francesco De Leo il
comandante provinciale dei carabinieri,
il colonnello Alessandro Della Gala.
Certo, tante cose vanno accertate.
L’ipotesi che gli inquirenti hanno maturato al momento è che vi sia stata la
proposta di un rapporto sessuale, che
la ragazza glielo abbia negato, che sia
esplosa a quel punto la rabbia. Dal
luogo dell’appuntamento Ilaria ragazza
sarebbe stata poi trascinata fino al
luogo del ritrovamento, come fanno
supporre le tracce sul terreno. Del
resto sulla salma, oltre alle ecchimosi
causate dallo strangolamento, sono
state rinvenute tracce biologiche: sono
stati disposti esami del dna per accertare se possano appartenere al fermato. Traumi rivelati anche nella zona
pubica, che era denudata al momento
del ritrovamento. L’autopsia oggi potrebbe
chiarire altri aspetti.
Intanto gli interrogatori continuano, anche
per reperire elementi
utili da testimoni o
persone informate
dei fatti. È stato interrogato anche un
secondo senegalese, che inizialmente
sembrava coinvolto nell'omicidio. Chiarita la sua innocenza, il ragazzo è stato
fatto uscire da una porta secondaria
della caserma, davanti alla quale c’erano
gli amici della vittima. Perché a Castagneto Carducci, adesso, la tensione si
respira nell’aria di una campagna incantevole, che però ha visto reciso
troppo presto uno dei suoi fiori più
belli.
Potrebbe essere sciolto invece il mistero della morte di una seconda ragazza, Alexandra Lenzi. Sarebbe stata
infatti un overdose una barista 20enne
livornese di origine russa trovata esanime ieri mattina nella camera di un
albergo in via Grande, in pieno centro
a Livorno. A riferirlo è stato proprio il
procuratore capo della città toscana,
Francesco De Leo, a margine di una
conferenza stampa convocata per fornire ulteriori dettagli sulla morte della
19enne Ilaria Leone. Alexandra Lenzi
è stata trovata riversa in bagno dal fidanzato, con cui condivideva la camera d'albergo. Sul posto sono arrivati
i sanitari inviati dal 118, le volanti e
gli investigatori della squadra mobile.
All'hotel anche il medico legale: da
un primo esame la ragazza non ha
segni di violenza subita e nemmeno
di autolesionismo. "È in corso l'ispezione cadaverica, sul corpo della ragazza non ci sono segni di violenza.
Le indagini sono in corso" ha detto
ieri sera il capo della squadra mobile,
Marco Staffa. La mamma della giovane,
Francesca, 55 anni, è stata informata
di quanto era accaduto mentre si trovava in banca, al Mps in piazza della
Colonnella dove lavora: la donna ha
accusato un malore ed è stata soccorsa
dal personale della Misericordia.
Robert Vignola
Roma, via Filippo Corridoni n.23
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7
Sabato 4 maggio 2013
Italia DAL CENTRO E DAL NORD
Genova: il 36enne è comunque in carcere per un delitto analogo
Omicidio Biggi, confermata
A Ponsacco l’ennesima tragedia della crisi
È
L’uomo, caduto in uno stato depressivo, ha
deciso di farla finita lanciandosi nel vuoto
E
l’assoluzione per Luca Delfino
di Emma Moriconi
stato assolto anche in
appello Luca Delfino, 36
anni, processato per
l'omicidio dell'ex fidanzata Luciana Biggi. Era
la notte tra il 28 e il 29 aprile
2006 quando, a Genova, una coppia si imbatté nel corpo di Luciana, riverso in una pozza di
sangue. L’ultimo a vederla viva
era stato proprio Delfino, con cui
Luciana aveva avuto una tormentata storia d’amore. Luca era un
tipo violento e possessivo, molti
sono gli episodi ricostruiti dagli
inquirenti che lo dimostrano. La
sera del 28 aprile i due sono insieme, con altri amici. La telecamera di sorveglianza li registra,
registra l’inquietudine di Luca e
la violenta discussione che segue.
Lui si allontana, lei lo segue. Il
luogo del ritrovamento è a trenta
metri dal punto in cui i due si sarebbero salutati. Luciana muore
soffocata dal suo stesso sangue
che fuoriesce dalla ferita da fen-
dente alla giugulare destra e invade bronchi e polmoni.
Non viene trovato nulla di significativo, e Luca viene lasciato a
piede libero, senza alcuna limitazione alla sua libertà personale.
Un mese dopo Luca comincia a
frequentare Maria Antonietta Multari, per gli amici Antonella. Anche
con lei la gelosia diventa un incubo. I genitori della giovane
scoprono che Luca è sospettato
dell’omicidio di Luciana, ma lei
continua a frequentarlo. Le liti
sono frequenti e violente, i carabinieri intervengono ma non
prendono misure. Il 10 agosto
Delfino ruba uno scooter e segue
Antonella: quaranta coltellate, e
la donna muore. Un passante
blocca Luca, intervengono le
forze dell’ordine, lui dice di non
ricordare nulla.Viene riconosciuto
seminfermo di mente e condannato a 16 anni e otto mesi di detenzione, pena che sta scontando
nel carcere di Prato. Ora gli elementi per rinviarlo a giudizio per
l’omicidio di Luciana ci sono, e il
Senza lavoro da due anni
operaio 45enne si suicida
di Carlotta Bravo
processo inizia nel marzo 2010,
ma porta ad un’assoluzione “per
non aver commesso il fatto”. Centotrenta pagine di motivazione: il
movente e l’opportunità non bastano per condannarlo, e poco
conta il fatto che la scena del crimine di Luciana Biggi sia stata
compromessa. Poco contano tante
altre vicende che la criminologa
Roberta Bruzzone descrive nel
suo libro “Chi è l’assassino, diario
di una criminologa” e che, però,
non consentono di affermare la
colpevolezza di Delfino, che dun-
que fu assolto perché, secondo
la Corte, non c’erano sufficienti
prove per dimostrare che si trovasse sul luogo del delitto. Sentenza che suscitò molte polemiche. Tuttavia il pg di Genova Luciano Di Noto valutò che non
c’erano margini per l’impugnazione. Quindi l’appello si è svolto
per stabilire solo l’eventuale risarcimento per la sorella gemella
della vittima, Bruna Biggi, costituitasi parte civile. Ieri la sentenza:
nessun risarcimento per la morte
di Luciana.
ra disoccupato da due anni
per questo ha
deciso di farla
finita gettandosi dal sesto piano di
un palazzo. Un altro suicidio dettato dalla crisi
quello che è avvenuto
giovedì sera a Ponsacco, in provincia di Pisa.
La vittima è un uomo
di 45 anni che aveva perso il
lavoro due anni fa e da allora
era caduto in un forte stato
depressivo che lo avrebbe
portato a compiere il tragico
gesto. L’uomo è salito al sesto
piano di un palazzo di Ponsacco, dove abitano alcuni suoi
parenti, passando per una scala aperta al pubblico e si è lasciato cadere nel vuoto. A dare
l’allarme è stato un passante
che ha assistito alla tagica scena. L’uomo, padre di una figlia
di 13 anni, era un operaio sen-
za lavoro fisso. I militari dell’arma (Foto: Pisa Today) stanno
cercando di verificare le cause
che hanno portato il 45enne a
compiere un gesto così disperato. La pista più “calda” è
quella legata ai problemi economici della sua famiglia, che
abita a San Giuliano Terme.
Anche l’amministrazione comunale sta cercando di capire
se si fosse mai rivolto agli uffici
preposti per chiedere aiuto,
ma finora i controlli non hanno
dato riscontri.
BRESCIA
GIGLIO
Arrestati falsi
agenti
“Concordia
via nel 2014”
i presentavano come agenti
della polizia stradale, simulavano controlli agli automobilisti
nelle aree di servizio delle autostrade del nord Italia e poi li rapinavano. La banda di falsi agenti,
cinque iraniani che si spostavano
sulla A4 lungo la Brescia-Padova
a bordo di due Alfa Romeo simili
a quelle utilizzate dalle forze dell'ordine, è stata sgominata ieri
mattina dalla Postrada di Vicenza
che, dopo un inseguimento, è riuscita ad arrestare i rapinatori. Nell’operazione sono stati recuperati
10.500 euro e 10.000 franchi svizzeri,
patenti di guida albanesi, permessi
di soggiorno spagnoli contraffatti e
4 autovetture utilizzate per le “scorribande”. Era da tempo che la Polizia
Stradale di Verona, Vicenza e Padova
stava svolgendo servizi in autostrada,
per contrastare il fenomeno ed incastrare i malviventi.
S
Eurosky Tower .
L’investimento più solido è puntare in alto.
MILANO
ASCOLI PICENO
“Federica: morta
per meningite”
Rubavano rame:
sgominata banda
ubavano rame su commissione
in impianti per il fotovoltaico di
Marche, Lazio e Abruzzo. I sette rumeni della banda sono stati arrestati
in flagranza di reato dai Carabinieri
di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. I militari
dell'Aliquota operativa del Nor, diretti
dal tenente Saverio Loiacono e coordinati dal capitano Giancarlo Vaccarini, hanno disarticolato la banda
e recuperato 30 quintali di rame. Il
materiale era stato sottratto in uno
degli ultimi colpi messi a segno
giovedì notte dai rumeni in due impianti in località Cesolo di San Severino Marche, in provincia di Macerata. La refurtiva aveva un valore
di 55 mila euro.
La nave Costa Concordia non
dovrà stare nell'orizzonte dell’Isola
del Giglio nel prossimo anno” e “con
la fine di questo anno vorremmo traguardare l’obiettivo della rimozione”.
È l'auspicio che il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando ha indicato al
termine della riunione con gli enti
locali circa la rimozione e lo smaltimento del relitto della Costa Concordia.
“Non vogliamo incertezze sui tempi
della rimozione, non vogliamo che la
nave faccia troppa strada nel Mediterraneo, ma soprattutto non vogliamo
che vada in un porto del terzo mondo
dove non ci sono né controlli ambientali, né sulle condizioni di lavoro
di chi dovrà smantellarla” ha proseguito Orlando aggiungendo invece
che “Piombino è il porto più vicino”
e che “qui si possono intrecciare rilancio produttivo, innalzamento della
qualità ambientale e occupazione”.
“
R
arebbe stata una meningite fulminante la causa della morte di Federica Iammatteo, il tatuaggio, dunque,
non centrerebbe nulla. È l’idea di Massimo Galli, professore di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Milano e direttore della Terza Divisione
di Malattie Infettive all’ospedale Luigi
Sacco, convinto che la giovane sia
stata uccisa da un’infezione da meningococco. Il medico esclude che lo
shock anafilattico sia stato provocato
dall’inchiostro del tatuaggio, ed ha
spiegato al Corriere della Sera: “Se
mi presentassero un caso di questo
genere, con uno shoc irreversibile e
anifestazioni emorragiche, e non sapessi del tatuaggio, penserei subito a
una sepsi meningococcica”.
S
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8
Sabato 4 maggio 2013
Italia
DA ROMA E DAL LAZIO
Regione Lazio: dopo l’ok al bilancio, è scontro aperto sulle politiche sanitarie
“Liste di attesa, situazione intollerabile”
Francesco Storace, dopo le proposte sul taglio delle Asl, è pronto
a dare battaglia anche sul futuro dell'Agenzia di sanità pubblica
scontro aperto anche sul
futuro dell’Agenzia di sanità
pubblica e il mancato taglio
del numero delle Asl che
costano alle tasche dei cittadini ben 800milioni di euro l'anno.
A mettere in evidenza i lati oscuri
della Sanità laziale ci pensano i consiglieri Francesco Storace e Fabrizio
Santori. Gli esponenti de La Destra
hanno presentato al commissario
Zingaretti un’interrogazione in cui
si chiede come intende intervenire
per ridurre le liste di attesa e per
rimuovere il blocco delle prenotazioni come disposto dalla legge 266
del 2005.
Attraverso i numeri forniti dal Recup
(Prenotazione prestazioni sanitari)
gli esponenti de La Destra hanno
estrapolato le prestazioni e i tempi
di attesa anche per una semplice
visita specialistica.
“Dai dati ufficiali risulta che - si
legge nell’interrogazione presentata
dai consiglieri de La Destra – per
una Mammografia bilaterale a Roma
si aspettano 156 giorni al Policlinico
Casilino, 190 al poliambulatorio di
Acilia. Ancora peggio fuori della capitale: 193 giorni di attesa all’ospedale di Tivoli, 311 al poliambulatorio
di Ferentino (Frosinone), 308 a quello
di Formia (Latina)”. Sempre nel testo
presentato, sottolineano i consiglieri:
“Non va meglio per un’altra prestazione diagnostica richiestissima
come l’Ecografia dell’addome completo: per l’analisi occorrono 247
È
giorni all’ospedale Sandro Pertini,
299 a quello di Subiaco (Frosinone),
311 a Isola del Liri (Latina)”.
Un’analisi attenta e dettagliata. “Per
l’Ecodoppler – scrivono gli esponenti
de La Destra - degli arti superiori e
inferiori al poliambulatorio di Ceprano
occorrono 326 giorni, praticamente
1 anno. Eppure è un esame fondamentale per individuare con esattezza
la presenza di una trombosi”.
Per una semplice visita oculistica,
ad esempio, all’ambulatorio del lungomare Toscanelli a Ostia “occorre
aspettare 187 giorni – spiegano Storace e Santori – 210 al poliambulatorio di Ladispoli e 212 all’ospedale
S.Maria Goretti di Latina. Per l’Esame
del fondo oculare, invece, servono
211 giorni al reparto Oculistico dell’ospedale Odontoiatrico George
Eastman di viale Regina Elena, 141
al poliambulatorio di via Dina Galli,
Eternit, sicurezza:
le battaglie de La Destra
nelle periferie
edele ad una consolidata tradizione, La Destra sta
impostando la sua campagna elettorale sul territorio
e a Roma questo significa parlare dei problemi delle
periferie. Dalla Magliana Anna Marsili, del gruppo Motivati
per Passione, si fa sentire sulla delicatissima tematica
dell’eternit. “I capannoni sono una bomba di amianto innescata in un quartiere la cui densità abitativa è tra le più
alte di Roma. Nella fase di smantellamento si stanno
smuovendo quintali di terra che vengono depositati fino
ad un’altezza di circa 2 metri. Con grande probabilità
questo veleno si sparge nell’area circostante sugli ignari
cittadini della Magliana con conseguenze pericolose sulla
loro salute. Nel 2008, su delibera, parrebbe che il progetto
di smantellamento si sia fermato. La speranza ora è che
questo progetto vada avanti per il bene dei residenti e
degli abitanti delle zone limitrofe e che la nuova struttura
che sorgerà sia accuratamente custodita e tutelata”, conclude Anna Marsili.
Dal trullo, invece, i consigli di due militanti al primo
cittadino confermano che La Destra sarà formazione di
pungolo per tutta la coalizione: “le parole del Sindaco
Alemanno durante la visita al Trullo trovano il nostro deciso
appoggio”, dichiarano in una nota congiunta Augusto
Santori e Marco Campitelli rispettivamente capogruppo
e capolista de La Destra nel Municipio XI.“Ci siamo battuti
in prima persona in tempi non sospetti al fianco dei
residenti affinché il Trullo tornasse ad avere una Caserma
dei Carabinieri e continueremo a farlo nei mesi che verranno, sperando nella collaborazione del Sindaco e delle
Istituzioni preposte. Una caserma è emblema di presenza
delle istituzioni sul territorio: non è pensabile che un quartiere come il Trullo possa esserne sprovvista.”
F
171 all’ospedale San Paolo. Eppure
è un’analisi che l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità raccomanda di fare almeno una
volta all’anno a tutte le persone affette
da miopia o di oltre 40 anni di età”.
Ma quando le attese superano il limite della “decenza”, evidenziano
gli esponenti de La Destra “le liste
vengono bloccate nonostante una
legge lo vieti”. “Questa è una situazione intollerabile che – concludono
- va affrontata senza demagogia e
tentennamenti”.
Giuseppe Sarra
A tre settimane dal voto per Roma Capitale, proliferano le indagini demoscopiche sulle intenzioni degli elettori
I sondaggi prevedono: ballottaggio sicuro
Leggero vantaggio di Ignazio Marino su Gianni Alemanno.
Cinque Stelle sgonfiato, effetto Monti per Marchini: non va oltre il 10%
na campagna elettorale senza sondaggi è come un ricco banchetto
senza un buon vino. È la linfa vitale
dei vari schieramenti, il terreno fertile su
cui alimentare dibattiti e polemiche e portare acqua al proprio mulino. Ognuno ha
il suo e tutti sono diversi dagli altri. Diciamocelo, è anche un modo per influenzare
l’elettorato e un grande strumento per avvalorare consensi veri o presunti. Motivo
per il quale questo diabolico strumento
ad otto giorni dalla data delle elezioni
deve per legge sparire dalle scene, ma
fino a quel giorno, niente e nessuno ci impedirà di gustarci a fondo la battaglia dei
U
sondaggi e tutto ciò che ne segue, con i
vari candidati strasicuri della loro vittoria
perché c’è il sondaggio a certificarlo. Che
poi quest’ultimo sia commissionato da loro
stessi poco importa. Tuttavia in occasione
delle prossime elezioni amministrative
sembra che la situazione sia un po’ più
equilibrata e che nessuno si sbilanci più
di tanto. Neanche il centro sinistra che solitamente poche settimane prima della
chiamata alle urne giura di essere anni
luce avanti agli avversari, e poi si è visto
come va a finire. No questa volta, tutti si
tengono cauti e lo stesso Marino che in
quanto ad arroganza ha sicuramente staccato tutti gli altri contendenti, si trova costretto ad ammettere che le distanze sono
piuttosto ravvicinate e che il responso è
insindacabile. Con ogni probabilità infatti,
sarà ballottaggio e a giocarsela saranno il
sindaco uscente Gianni Alemanno e lo
stesso chirurgo senatore del Pd. Destra
contro sinistra come nelle migliori tradizioni,
con buona pace dei grillini che fino a
poche settimane fa si dicevano sicuri di
espugnare Roma, cavalcando il consenso
nazionale e l’impasse di governo venutasi
a creare. Lo sconosciuto De Vito invece
non va oltre un misero 18/19% ed è quanto
mai improbabile che possa riuscire a recuperare terreno in questi 20 giorni di
campagna elettorale, nonostante il solito
comizio salvagente di Grillo in programma
il 24. Nessuno tsunami a Roma quindi e
peggio andrà al bell’Alfio Marchini (Arfio
per il popolo dei social network) che non
riesce a sfondare quota 10%. Il suo personaggio affascina ma non abbastanza per
vedersi garantite le chiavi della città eterna.
Sarà quindi un testa a testa AlemannoMarino, appaiati qualche punto sopra il
30%, che si protrarrà oltre il 26/27 maggio
e che conoscerà il suo esito solo il 9
giugno, giorno del ballottaggio. C’è comunque da aggiungere che tutti i sondaggi,
commissionati dalle varie coalizioni, risalgono ai giorni precedenti alla nascita del
governo di larghe intese, che come ormai
noto ha fatto perdere consensi al Pd e ha
permesso al centrodestra di attestarsi al
primo posto nella classifica di gradimento.
Bisognerà quindi stabilire, quanto la tecnica
di prendere le distanze dal suo partito
con una serie di discutibili movimenti
(come ad esempio assentarsi dall’aula il
giorno della votazione della fiducia) attuata
da Marino, possa dare i suoi frutti. L’impressione è che possa essere un’arma a
doppio taglio per il candidato che poco
conosce Roma e ancor meno gli elettori
di sinistra.
Ugo Cataluddi
9
Sabato 4 maggio 2013
TARANTO
La crisi che strozza
i lavoratori italiani
Non riceve la paga da diversi mesi,
padre di famiglia costretto ad indebitarsi
a avuto una crisi convulsiva
dopo l’ennesimo slittamento
dello stipendio. Una situazione, per lui, che deve mantenere
la sua famiglia, ormai insostenibile.
È successo in un’azienda metalmeccanica di Taranto a un trentenne brindisino. Come riporta
“La Gazzetta del Mezzogiorno”
giovedì, dopo due mesi di mancata
retribuzione, gli operai della Tecnomec (con sede a Taranto nell’area ex Belleli) attendevano la
busta paga relativa alle spettanze
di marzo. La brutta sorpresa per
gli operai (circa un centinaio) è
arrivata all’ora della pausa pranzo:
i soldi per le paghe non ci sono e
si dovrà attendere ancora. Peccato
che, già una settima prima il discorso era stato lo stesso: bisogna
attendere ancora.
Questa volta però Antonio Greco
di Torchiarolo, tubista, non ha
retto: lui, padre di tre figli e con
qualche debito accumulato negli
ultimi mesi a causa dei ritardi
nella corresponsione degli stipendi, è stato colto da un malore
subito dopo aver appreso la no-
H
tizia. La sua collera è esplosa
improvvisamente: alle imprecazioni è seguito un malore e poi
lo svenimento. Il tutto davanti
agli occhi dei colleghi, i quali,
dopo averlo soccorso e aver chiamato le ambulanze (sul posto ne
sono giunte due), sono tornati
amareggiati al lavoro. Stanchi ed
arrabbiati per una situazione che
si trascina ormai da troppo tempo:
ma nonostante ciò continuano a
lavorare, probabilmente anche
perché sono coscienti del fatto
che, se perdono quel lavoro, rimarranno disoccupati. Loro però
non possono fare a meno di parlare di un paradosso: la Tecnomec
di un ingegnere di Altamura avrebbe infatti commesse importanti
nella metalmeccanica, dove costruisce impianti e scambiatori
di calore, e della carpenteria pesante. Gli operai si chiedono come
mai, nonostante il lavoro ci sia,
per loro lo stipendio non arrivi.
Insomma la crisi oltre ad uccidere
sta anche stritolando gli italiani,
arrivati ormai al limite.
B.F.
Italia
Salerno – Accanto al manifesto funebre spunta quello di accusa
Perde il lavoro e si impicca
i parenti: “Colpa dello Stato”
è un unico colpevole per
la morte di Nicola Carrano
ed è lo Stato. Lo hanno
voluto far sapere a tutti i
figli dell’ennesima vittima
della crisi. Nicola, operaio edile, si è
impiccato perché, a un anno dal licenziamento, non riusciva più a trovare
lavoro. E a 62 anni, con una moglie e tre
figli, il fardello della dignità di uomo e di
padre era divenuto insopportabile. Per
questo giovedì mattina, dopo che la
moglie Silvana era uscita per fare la
spesa, ha fatto girare una corda intorno
alle travi del tetto della sua abitazione, a
Matinella di Albanella in provincia di
Salerno, e ha compiuto il gesto estremo
uccidendosi. È stata la moglie a trovarlo
al suo rientro, poco prima dell’ora di pranzo:
lo ha cercato in casa ma lui non c’era. Poi in
soffitta l’amara scoperta. Inutili i disperati
soccorsi, il medico del 118 non ha potuto
far altro che dichiarare il decesso. A confermare il dramma che stava vivendo l’uomo,
che prima di suicidarsi ha lasciato scritto
anche un biglietto, sono proprio i suoi
familiari. “Mio padre ci ripeteva di sentirsi
inutile senza lavoro non riusciva a vivere.
Per noi figli non voleva essere un peso – ha
C’
ripetuto la figlia Carmela - Lo ha scritto
anche nella lettera quando ha detto che
mio fratello gli aveva comprato gli occhiali,
che lui non poteva acquistare. Non accettava
di essere aiutato. La perdita del lavoro gli
aveva causato una forte depressione. E’
stato un padre esemplare, un grande lavoratore, ci ha amato tanto, così come amava i
suoi nipoti. Nostro padre è stato vittima dell’indifferenza dello Stato”. Per Carrano la
colpa delle sue disgrazie era tutta e solo
dello Stato: colpa dello Stato se la ditta
di calcestruzzi in cui lavorava come camionista è fallita e se, di conseguenza,
ha perso il lavoro che svolgeva da oltre
vent’anni. Troppo anziano per trovare
un altro lavoro, troppo giovane per andare
in pensione (mancavano tre anni). “La
colpa è del sistema che non fornisce alternative – ha dichiarato il genero Fabio
Saponara – Il lavoro è dignità e perderlo
per mio suocero è stato come perdere
la propria dignità, la capacità di dare
sostentamento alla propria famiglia.
Aveva 62 anni, mancava poco alla pensione ma lo Stato non fa niente. Era un
lavoratore instancabile. Quando lavorava
presso la ditta di calcestruzzi, guidava
la betoniera, dopo che era tornato a
casa si dedicava al suo orticello. È per
questo suo modo di essere che non è
riuscito a farsene una ragione. Non ha mai
accettato il licenziamento dopo il fallimento
della ditta presso cui ha lavorato per oltre
25 anni”. Ora, accanto al manifesto di morte
e la data dei funerali, la famiglia ha fatto affiggere un altro su cui si legge: “Da parte
della famiglia Carrano tutto questo a causa
dello Stato. Grazie”.
Barbara Fruch
NAPOLI
NAPOLI
Una pizza solidale
Ruba rame:
folgorato
Finché c’è pizza c’è speranza”
è questo il nome del progetto
nato nel carcere minorile di
Nisida già dal 2010 che oltre
ad aiutare i giovani in difficoltà
da una mano anche tanti poveri.
Ed è quello che sta succedendo
nei locali della “Pizzeria dell'Impossibile” (uno spazio messo a disposizione dal Comune
in via De Blasiis) dove le pizze
sono preparate e servite da
15 minori a rischio che hanno
iniziato un corso di formazione
per imparare un lavoro e diventare pizzaioli. Il progetto,
partito a febbraio, è promosso
dall’Associazione Scugnizzi con
l'aiuto della catena di ristoranti
Fratelli La Bufala e del Comune
di Napoli. “In totale abbiamo
15 ragazzi, dieci segnalati dal
Tribunale dei Minori e altri cinque provenienti dai quartieri
disagiati – spiega Antonio
Franco, presidente dell'Associazione Scugnizzi - Questi ragazzi, non avendo un lavoro e
non avendo studiato, sono particolarmente ‘appetibili’ dalla
criminalità. Noi cerchiamo di
dare una alternativa. Lavorano
tre giorni alla settimana: dalle
10 alle 12 fanno scuola seguiti
da un vero maestro pizzaiolo,
dalle 12 alle 14 apriamo la pizzeria”. E i clienti sono i poveri
della città. “Distribuiamo 50
ticket-pizza al giorno a chi è in
difficoltà, tramite le parrocchie
oppure le associazioni di volontariato – spiega ancora il
presidente - Il locale non è
una mensa per poveri: non ci
sono lunghe tavolate ma soltanto piccoli tavoli per massimo
quattro persone. I clochard
sono accolti e trattati come
clienti ‘normali’”.
“
DAL SUD
morto folgorato a Caivano,
nel napoletano all’'interno
di una cabina elettrica. L’uomo,
di circa 50 anni, la cui identità
non è ancora stata identificata,
probabilmente è stato ucciso
da una scossa mentre tentava
di rubare cavi di rame. È successo in via Rosselli all'interno
di una ditta attiva nel settore
dei rifiuti speciali del ferro e del
rame, attualmente sottoposta
alla procedura di fallimento e
amministrata da un 54enne di
Napoli. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo
operativo di Casoria e i colleghi
della locale Tenenza. Il decesso,
secondo gli investigatori, dovrebbe essere stato causato
dalla folgorazione presa durante
un furto dei cavi elettrici tentato
nella notte dall’uomo che presenta segni evidenti di bruciature
da scossa sulla mano sinistra.
Il cancello d’ingresso della ditta
è stato trovato aperto con segni
di forzatura.
È
Falsa schizofrenica
in manette
ra perfettamente sana ma
dai certificati risultava affetta
da '”schizofrenia delirante”': i
carabinieri di Napoli hanno arrestato una falsa invalida, Rosa
Palumbo, di 71 anni, bloccata
in una banca mentre ritirava la
pensione (500 euro) che percepiva indebitamente dal 2008.
I militari le hanno sequestrato
la somma e il libretto della pensione. Secondo una prima stima,
finora avrebbe indebitamente
percepito circa 34mila euro.
L'arrestata è finita ai domiciliari.
E
10
Sabato 4 maggio 2013
Arte
Arriva nel capoluogo lombardo la prima edizione della kermesse ospitata nel Wow Spazio Fumetto
Milano Manga Festival
È
Duecento anni di arte giapponese in mostra fino al 21 luglio
di Emma Moriconi
stato inaugurato ieri
il primo “Milano
Manga Festival” alla
Rotonda di Via Besana a Milano con
una mostra sul fumetto giapponese dal titolo “200 anni
di arte Manga”, organizzata
da Asatsu – DK Inc. in collaborazione con l’Associazione
Culturale Giappone in Italia
e promossa dall’Assessorato
alla Cultura del Comune di
Milano. La mostra ha aperto
la prima edizione del Festival
che si protrarrà fino al 21
luglio negli spazi della Rotonda e presso il Wow Spazio
Fumetto. La mostra rimarrà
chiusa il 10, 11 e 12 giugno
per la rotazione delle opere
in funzione di motivi conservativi.
L’interessante ed originale
esposizione , curata da Isao
Shimizu, riunisce quasi cinquecento tavole di oltre 350
artisti. L’iniziativa ha il patrocinio del Consolato generale del Giappone in Italia,
dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo e dalla Fondazione Italia
Giappone ed è frutto di anni
di lavoro, coinvolgendo oltre
venti tra le maggiori case
editrici giapponesi.
L’assessore alla cultura del
Comune di Milano Filippo
Del Corno è entusiasta dell’evento: “ Milano accoglie
con entusiasmo – ha detto –
la prima edizione del Manga
Festival. Fra la nostra città e
il Giappone c’è da lungo
tempo un rapporto intenso,
frutto non solo del gemellaggio con Osaka, ma anche
del grande interesse sempre
manifestato dai Milanesi per
le diverse espressioni della
cultura nipponica”.
In previsione anche una mostra antologica di questa particolare arte che, dice l’assessore, “si colloca al crocevia
tra cultura, storia e società e
offre la possibilità di osservarne l‘evoluzione e la diffusione in tutto il mondo”.
La mostra rappresenta varie
epoche, a partire dal 1814 –
l’anno di uscita dei “Manga
di Hokusai” – fino ai giorni
nostri.
Le sale allestite saranno cinque, scandite per temi: il tema
1 porta il titolo di “Manga
DNA” e prevede la “presentazione dei “Manga di Hokusai”, degli Ukiyo-e e delle
“giapponeserie” che appassionarono l'Europa di fine sec.
XIX e inizi XX. Espressioni
artistiche la cui influenza sopravvive ancora nel DNA del
manga contemporaneo”,
come si legge sullo spiritoso
sito dedicato all’evento. Il secondo tema titola “dall’adulto
al bambino”, il terzo è “Il Dio
del Manga”. Il quarto tema,
poi, è intitolato “l'età delle
riviste” ed è una “panoramica
a 360 gradi dei 150 anni di
storia delle riviste, che tanta
importanza hanno avuto nella
diffusione del Manga. I visitatori avranno la possibilità
di sfogliarle e leggerle direttamente”. Il quinto ha per titolo “l’età dell’oro”, mentre il
sesto tema è “la svolta multimediale”. Il materiale esposto
è originale e illustra l’evoluzione del genere nel tempo.
C’è poi una sezione speciale
della mostra dedicata a Captain Tsubasa, trasmesso in
più di 100 paesi e conosciutissimo in Italia con il titolo di
“Holly e Benji”, che prevede
lo “schermo “GOL!” interattivo, con grafiche variabili per
ogni possibile tiro in porta
ed una zona destinata alle
foto ricordo.
Fino al 19 maggio, inoltre, si
terrà il primo evento speciale
del Milano Manga Festival
dedicato Go Nagai. Il corner
espositivo presenterà un'ampia rassegna di opere di Mazinga Z e di Atlas Ufo Robot.
Il Milano Manga Festival "occuperà" anche Wow Spazio
LA CAPITALE INAUGURA LA BELLA STAGIONE APRENDO
LE PROPRIE PORTE ALLE INIZIATIVE CULTURALI
Roma, Open House
G
li architetti, gli studenti di architettura e gli appassionati
sono avvisati: il 4 e il 5 maggio
c’è Open House Roma, una full immersion tra gli edifici della Capitale.
Quella di quest’anno è la seconda
edizione di una kermesse che si tiene
ogni anno in 19 città del mondo
aderenti alla rete internazionale Open
House Worldwide. Solo per l’anno
scorso sono state registrate oltre
26mila visitatori, cifra che quest’anno
si vuole bissare. Il 2013 conta l’apertura gratuita di oltre 145 siti, rispetto
ai cento del 2012, di interesse architettonico. Dall’antico al moderno e
al contemporaneo, tutti siti visitabili
con guida e con il contorno di workshop, installazioni, tour su due ruote
e laboratori ludici pensati per i bambini che vogliono
addentrarsi nel mondo dell’architettura. Roma per due
giorni apre ogni zona della città, dalle sedi istituzionali
alle biblioteche antiche, dai palazzi di civile abitazione
ai villini, agli appartamenti privati, testimonianza diretta
di gusto e storia inconfondibile. Open House Roma è
stato organizzato dall’associazione Open City Roma, ,
con Roma Capitale (Dipartimento Turismo) e l’Ordine
degli Architetti di Roma e Provincia. A sostenere
l’iniziativa la fondazione GIMEMA-Franco Mandelli
onlus e FGTecnopolo Professional Lab.
Ecco alcuni dei luoghi da visitare: la paleocristiana
Santa Sabina all’Aventino, la nuova stazione Tiburtina,
la Direzione Generale della Rai, Palazzo Giustiniani
(apertura concessa dal Senato della Repubblica), il
palazzo della Marina, la vanvitelliana Biblioteca Angelica
in piazza Sant’Agostino, grandi musei pubblici come il
Nazionale di Palazzo Venezia e alcuni musei civici di
Roma Capitale, i nuovi alloggi di via Giustiniano Imperatore, Casa Ovidio (un villino borghese del primo
’900 ristrutturato negli anni ’50), i nuovi nuclei
residenziali a Corviale, i cortili di Testaccio, la “città
giardino” della Garbatella, la nuova Sala dei Fiorentini
nell’Oratorio di San Filippo Neri, decine di chiese e basiliche, il sepolcro degli Scipioni in via di Porta Latina.I
siti sono suddivisi in sei aree, dal centro storico alla
periferia, così da consentire la massima libertà nella
scelta dell’itinerario. Fiore all’occhiello della manifestazione
l’Acquario Romano in piazza Manfredo Fanti 47, Casa
romana dell’Architettura e sede dell’Ordine degli
Architetti di Roma e Provincia. All’interno dell’Acquario,
eccezionalmente visitabile per l’occasione, si possono
avere informazioni, le guide su carta e inoltre si può
consultare un pannello con la mappa della città dove
sono riportate tutte le possibili mete di Open House.
F.Ce.
Fumetto di viale Campania,
che sarà sede di una serie
di eventi collaterali che daranno vita al vero e proprio
Festival: corsi, workshop, incontri con gli autori e conferenze con esperti provenienti
dal Giappone, ma anche ita-
liani, oltre a un`ampia selezione di Manga in italiano a
disposizione presso la biblioteca del Museo. Dal 15 maggio al 15 giugno, poi, Wow
Spazio Fumetto ospiterà una
mostra speciale sulla migliore
autoproduzione di narrativa
visuale nipponica, i dôjinshi,
i Manga indipendenti che segnano il confine con le culture
e le arti d`avanguardia. La
mostra, a ingresso gratuito,
getterà uno sguardo sul futuro
della centenaria arte del
Manga.
Ecco un evento per tutti i gusti: coni e coppette a volontà
Gelato World Tour 2013
Fino al 5 maggio una manifestazione dedicata
interamente alla bontà regina dell’estate
oma diventa capitale del
gelato. Fino al 5 maggio
sbarca nella Capitale il Gelato World Tour 2013-14,
evento organizzato da Carpigiani Gelato University e
Sigep (Main Partner IFI e
MEC3, Technical Partner
Cono Roma), con il patrocinio del Ministero degli Affari
Esteri, dell'Assessorato alle
Politiche Culturali e Centro
Storico di Roma Capitale e
dei Maestri della Gelateria
Italiana. Una manifestazione
nata con lo scopo di promuovere la cultura di questo
alimento fresco e tanto
amato dai più grandi
ai più piccoli. Un
akermesse
che
viene ripetuta in
otto città nei cinque
continenti:
Roma, Valencia,
Chicago, Dubai,
Shanghai, San
Paolo, Sydney e
Berlino.Ad ogni
tappa sedici gelatieri selezionati si sfideranno creando gusti
che combinano tradizione e innovazione: il gelato
sarà prodotto giornalmente con ingredienti della MEC3 (l'azienda numero uno al mondo nella produzione di
ingredienti per gelateria artigianale e pasticceria) all'interno di un laboratorio in
trasparenza dotato delle più recenti macchine della Carpigiani e servito nelle vetrine
della IFI dotate di innovativa chiusura ermetica. Inoltre il pubblico potrà cimentarsi con i
maestri gelatai: nel Villaggio del Gelato World
Tour ci saranno mini-lezioni tenute dai docenti di
R
Carpigiani Gelato University. Passpartout dell’evento la Gelato Pass che permetterà varie
degustazioni nonchè la possibilità
di diventare giudici della gara,
votare il proprio gusto preferito e partecipare al concorso "Gusta&Vinci", che
mette in palio un iPod
nano e un iPad4. Il Gelato
Museum organizzerà inoltre laboratori didattici per
bambini e offrirà inoltre l'opportunità di scoprire le tappe
della storia del gelato, dal 12.000
a.C. ad oggi..
Ogni gelatiere elaborerà un solo gusto
ritenuto il proprio cavallo di battaglia.
La classifica sarà generata sulla base
delle votazioni del pubblico e di una
giuria professionale: i primi 3 classificati si aggiudicheranno l'opportunità
di rappresentare l'Italia al Gran Finale
del Gelato World Tour, a settembre
2014 sul lungomare di Rimini, contendendosi il titolo di World's Best
Gelatiere cin gara con gli altri "colleghi", prescelti dal pubblico e dagli
esperti dei 5 continenti.
Francesca Ceccarelli
11
Ponderosa
Sabato 4 maggio 2013
Televisione
A dieci anni dalla realizzazione finalmente arriva sui nostri schermi. Il ricordo va a Bonanza
Serie tv di registi vari – USA – 2001/2002 – 20 episodi,
60’ ciascuno - Con Daniel Hugh Kelly, Drew Powell,
Matt Carmody, Jared Daperis
N
di Nicola Palumbo
evada, 1849. Ben
Cartwright (Kelly)
è appena arrivato
dall’est insieme alla
sua giovane terza
moglie di origine francese e
i suoi tre ragazzi, Adam (Carmody), Eric (Powell) e William
(Daperis), quest’ultimo chiamato da tutti Little Joe. Tre
figli avuti da tre donne diverse.
I Cartwright sono alla ricerca
di un buon posto dove mettere definitivamente radici,
costruire una fattoria e vivere
felici del proprio duro lavoro.
Per iniziare, Ben e sua moglie
trovano un’occupazione presso un emporio di Eagle Station di proprietà di una coppia
di ebreo/polacchi, segnata
dal lutto per la perdita degli
unici due figli che avevano; i
Cartwright sono ben accolti
e apprezzati per la serietà e
l’abnegazione che hanno nei
confronti del lavoro e non di
rado Ben consiglia per il meglio il suo titolare sugli affari
da concludere o da evitare.
Fra i secondi c’è quello proposto da un losco individuo,
subito respinto dal proprietario dell’emporio proprio
grazie a un prezioso suggerimento di Ben. Quest’ultimo
ignora che, con la sua azione,
è diventato il bersaglio di
quell’individuo il quale, nel
tentativo di uccidere Ben, causa una tragedia dove a morire
saranno alcune persone innocenti.
È il breve riassunto del primo
episodio di questa serie tv
di produzione americana che,
dopo più di dieci anni dalla
sua realizzazione, finalmente
approda sui nostri schermi
grazie a Rai Tre. Chi ci segue,
almeno quelli “diversamente
giovani”, ricorderanno certamente “Bonanza”, serie degli anni Sessanta e diventata
poi un vero e proprio cult:
“Ponderosa” è una sorta di
remake o, meglio, una nuova
versione, un po’ come è accaduto spesso per la vicenda
di Pat Garrett e Billy Kid, o
quella della sfida all’OK Corral. Fra l’altro la vecchia serie
era anche conosciuta proprio
col titolo di questa che stiamo
presentando, e non è un caso
che i personaggi abbiano
gli stessi nomi e, alcuni di
essi, anche la fisionomia simile, come ad esempio quella degli attori che interpretano Adam ed Eric Cartwright, rispettivamente Pernell Roberts e Dan Blocker
nella vecchia serie, Matt Carmody e Drew Powell nella
nuova. Ambientato in Nevada, in realtà “Ponderosa” è
girato in Australia, nella verde
contea di Daylesford che si
fa ammirare per gli splendidi
paesaggi naturali, che però
nulla hanno a che vedere
con lo stato americano. L’ambientazione non è la sola
cosa che desterà curiosità,
almeno in coloro che sono
attenti ai dettagli, essendo
magari anche amanti del genere western. Infatti nei venti
episodi prodotti, sono rari i
casi di sparatorie, uccisioni,
duelli all’alba o all’ultimo
sangue; anche la presenza
di indiani nativi è ridotta al
lumicino e last but not least,
la bizzarra abitudine di portare la colt infilata direttamente nella cintura dei pan-
taloni, con le classiche fondine diventate qui più un
optional che altro. I Cartwright poi sono soliti girare
praticamente disarmati, questo anche grazie ai sani principi che papà Ben non si
stanca mai di ripetere ai suoi
tre amatissimi figli, allevati
praticamente senza una madre. Come in tutte le serie
tv, anche in questa ci sono
alcuni episodi che ci sono
rimasti impressi più di altri.
Fra i primi ricordiamo “Arma
segreta”, dove un pugile impostore arriva nella città di
Eagle Station per sfidare in
un incontro di boxe chiunque
pensi di batterlo, con l’intento
di vincere così anche un bel
gruzzolo di denaro: nessuno
però sospetta che il boxeur,
durante i suoi incontri, stringe in mano una specie di
pugno di ferro, in grado di
fare veramente male. È in
questo episodio, uno dei primi, che conosciamo quale
è la “filosofia” che guida i
protagonisti e, quindi, l’intera
serie: basti pensare al botta
e risposta nel finale in cui
Eric si mostra meravigliato
verso la bravura di papà Ben
a combattere a mani nude,
e il genitore che gli spiega
quale sia stata la sua arma
segreta: aveva lottato per
suo figlio. Non mancano storie che non sfigurerebbero
in una riedizione di “Cuore”,
come quelle che hanno per
protagonisti animali: alludiamo a “Salvataggio” e “Nati
liberi”. Nel primo c’è un
pony selvaggio intrappolato
in una grande pozza d’acqua
dove rischia di annegare;
nel secondo Eric prende a
cuore le sorti di alcuni lupi,
catturati da cacciatori senza
scrupoli con lo scopo di gettarli nell’arena di combattimento dove, manco a dirlo,
dietro c’è un forte giro di
scommesse che attira gente
dalle contee vicine. Non
manca nemmeno la storia
d’amore, di solito appena
accennata negli altri episodi,
ma protagonista in “Una scelta difficile” dove Adam, di
fronte a due donne, si trova
a dover decidere a chi rivolgere le sue attenzioni. A
dispetto del titolo, “Il mostro
del lago” non è un horror,
ma una storia che vede un
falso predicatore smascherato dai Cartwright non senza
difficoltà, a causa della cotta
che Eric si prende per la figlia del sacerdote impostore.
Episodio chiave, almeno per
chi scrive, è “Jack Wolf” dove
abbiamo una sorta di cambio
della guardia fra due dei numerosi coprotagonisti che
caratterizzano “Ponderosa”,
quello fra Maurice “Frenchy”
Deveraux, di chiare e continuamente rivendicate origini
francesi e proprietario di un
emporio che lo ha reso ricco,
con Jack Wolf, texano dagli
occhi di ghiaccio, dalle battute sferzanti, dal cinismo che
gli esce anche dai pori della
pelle, il quale rileva il negozio
di Deveraux, primo di tanti
altri affari, loschi o meno, che
concluderà o tenterà di farlo.
Non neghiamo che le nostre
simpatie sono rivolte a questi
due personaggi per certi
aspetti simili, con il primo,
spesso supponente, in grado
però di farci anche divertire
con le sue citazioni in lingua
francese, e il secondo che ci
affascina col suo sguardo impietoso. Un altro legame che
unisce i due è il capolavoro
di Michel Cimino “I cancelli
del cielo”: è su quel set che,
più di trent’anni fa, si sono
incontrati Brad Dourif, cioè
Deveraux, e Jim Knobeloch,
ossia Wolf. Di tutti gli attori
di “Ponderosa”, Dourif è l’unico che, oltre a vantare numerose partecipazioni in produzioni televisive, ha anche
un curriculum cinematografico niente male: lo troviamo
infatti nella trilogia di “Il signore degli anelli”, in “Jungle
fever”, “Velluto blu”, senza
dimenticare il suo esordio in
“Qualcuno volò sul nido del
cuculo” nel ruolo di Billy Bibbit. Degli altri personaggi
che fanno parte della saga
di “Ponderosa”, vale la pena
di segnalare quello di Shelby
Sterrett, bionda, belloccia,
dalla femminilità totalmente
assente, proprietaria del sa-
loon di Eagle Station, un tipino
in grado di centrare una moneta con un solo colpo di pistola, mentre con l’altra mano
si accende uno dei suoi grandi sigari; Hop Sing è il fantastico chef cinese di casa Cartwright; Daniel Larson, detto
Big Dan, è l’aiutante e guardia
spalla di Deveraux; Margaret
e Tess Green, cioè madre e
figlia, entrambe belle, entrambe con il “rischio” di accasarsi con due dei Cartwright. Ma non vi diciamo
quali. Riguardo al gruppo di
registi, il discorso è analogo
a quello appena fatto per gli
attori. Infatti l’unico ad avere
notorietà internazionale sul
grande schermo è Simon
Wincer, autore fra gli altri
di “D.A.R.Y.L.”, “Free Willy”,
“Carabina Quigley”, “Harley
Davidson & Marlboro Man”.
Due parole infine sull’edizione italiana. Affidata alla
Palma Film di Monica Palleschi, per i personaggi
principali sono stati scelti
alcuni dei più bravi doppiatori in circolazione a cominciare da Francesco Prando, voce di Ben Cartwright;
inoltre c’è Pasquale Anselmo
che doppia Wolf; Dario Penne, una voce una leggenda,
è abbinato al personaggio
di Eli Orowitz, il proprietario
dell’emporio dove inizialmente lavora Ben. Quanto
alle donne ci sono Alessandra Korompay per Margaret
e Giò Rapattoni per Shelby.
Tutti professionisti, le cui
voci sono da anni presenti
nelle colonne audio italiane
di tantissimi film stranieri.
Provate a chiudere gli occhi
durante un qualsiasi episodio, e avrete la sensazione
di essere di fronte a un film
con Daniel Craig, Nicolas
Cage, Anthony Hopkins, Michelle Pfeiffer e Lucy Liù.
12
Cucina
La fuga dei fornelli
Sabato 4 maggio 2013
Gli chef italiani ora vanno all’estero da protagonisti creando vere e proprie mode culinarie anche in Asia e in Russia
S
La cucina, intanto, diventa la nuova “regina” della tv. Decine di programmi:
dalle preparazioni casalinghe e fai da te ai professionisti di MasterChef
di Carola Parisi
i sa, l’Italia è famosa
per essere la culla
della cultura e per
essere un’ eccellenza
quando si parla di
cibo. Infatti, da qualche anno
gli chef nostrani conquistano
anche i migliori ristoranti al-
l’estero. Ma, soprattutto, dettano tendenze, creando specialità che incantano anche
paese lontani. Basta leggere
i premi de Le Fooding, movimento e guida gastronomica spiccatamente francese,
e scoprire che ad essere incoronata come miglior tavola
di Parigi è il ristorante Ro-
seval, dove il giovane sardo
Simone Tondo inventa piatti
a 5 stelle.
Lavorano nei bistrot francesi.
Sono pieni di talento ed idee.
Chef e cuochi che non hanno
sbandierato la loro origine
italiana attraverso inutili stereotipi, tra tovaglie a quadretti e spaghetti al pomodoro. La loro terra hanno saputo raccontarla pienamente
nei loro piatti, integrando il
rinomato stile francese alla
semplice qualità dei prodotti
italiani. Da Londra a Singapore, da Parigi a Mosca, i
cuochi italiani hanno molto
successo.
Non è una sorpresa, dunque,
per noi, scoprire che è italiana la donna chef migliore
del mondo. Si chiama Nadia
Santini e ha ricevuto il premio per la miglior chef del
mondo della rivista britannica World's 50 Best Restaurants. La cucina di Nadia
Santini affonda le sue radici
nella tradizione italiana, ma
con influenze moderne. Già
nel 1996 Santini fu la prima
italiana ad ottenere tre stelle
Michelin per il ristorante 'Dal
Pescatore' a Runate, tra Mantova e Cremona, la cui cucina
è stata anche la sua lunga
palestra. E' li' che ha imparato tutto, iniziata dalla nonna
del marito, Teresa, che gestiva il ristorante fondato dalla famiglia nel 1925. Una lunga storia di amore e di passione per i fornelli e per la
cucina italiana doc.
E poi c’è la televisione. Negli
ultimi anni sono nati decine
e decine di format televisivi
ispirati alla vita tra i fornelli.
Da la ‘mamma’ che prepara
delle polpette veloci per far
mangiare le odiate verdure
al proprio figlio, fino alle
composizioni e agli abbinamenti di sapori dei cuochi
di Masterchef. Un programma di successo che incrocia
tra loro, racconto, cibo, tormentoni, sfide, vincitori e
sconfitti, ci fanno appassio-
Quando la torta diventa arte
Qui sopre lo chef Gordon Ramsay
nare al percorso dei vari
personaggi, aiutati dal ritmo
incalzante. Manca, e si nota,
però, una spiegazione più
esauriente dei piatti cucinati,
a favore dei giudizi fantasiosi
e volutamente sprezzanti dei
giudici. Sembra tutta roba
nuova, ma i programmi di
cucina in Tv c’erano già negli
anni ’50. E oggi, i telespettatori più accaniti aspettano
l’arrivo di ‘Cucine da incubo,’ versione italiana di Kitchen Nightmares con lo chef
Antonino Cannavacciuolo al
posto del cattivissimo Gordon Ramsay.
di marshmallow è il top. Mi piace
creare dal nulla, è un passatempo che mi permette di scaricare
la tensione''.
Marianna Carbone si definisce
una ''food blogger'' per passione
e divertimento, con il sogno di
diventare una pasticcera. Sul suo
blog, seguitissimo, si può imparare guardando, grazie a tutorial
e a meticolose descrizioni fotografiche: cupcake a mo' di mucca
o Babbo natale, biscotti, muffin,
addirittura una torta nuziale, tutto
naturalmente guarnito con fiocchi,
cuori, fiori e immagini buffe,
nello stile più amato dai cake
designer.
''Il blog - racconta la blogger
- l'ho messo su da circa un
anno: pubblico ricette, foto o
tutorial. La mia è solo una
passione, ma, perché no, un
giorno potrebbe trasformarsi
in una professione vera e
propria. Mi piacerebbe molto cambiare stile di vita. Al
momento lavoro come analista-progettista dei sistemi informatici in una società di te-
lecomunicazioni''.
''Ho iniziato un po' per gioco un
po' per sfida - aggiunge - Sin da
piccola ho sempre amato pasticciare con le mani. Crescendo
ho coltivato la mia passione per
la pasticceria. Prima facevo dolci
più legati alla tradizione italiana
come torte o biscotti e da un
paio di anni mi sono avvicinata
al cake design''.
''Ho seguito corsi e ora ne tengo
anche io alcuni. In genere quelli
della durata di 4 o 5 ore sono
monotematici e sono composti
da una parte teorica in cui do
delle nozioni di base e delle curiosità sulle tecniche e da una
parte pratica. Nella seconda parte
si realizza il dolce e si fa la decorazione. Le classi sono da 10
a massimo 13 persone: in questo
modo tutti riescono a seguire e
lavorare in maniera omogenea.
Nella vita - conclude - andiamo
sempre di corsa e non voglio riproporre questo aspetto anche
nel cake design. La pasticceria
serve anche a tirare fuori la creatività''.
C.P.
CAKE DESIGN LA TENDENZA DEL MOMENTO: FESTIVAL E BLOG SPIEGANO COME DIVENTARE UNA PASTICCERA CREATIVA
Il blog l'ho messo su da circa un anno: pubblico ricette, foto o
tutorial. La mia è solo una passione, ma, perché no, un giorno
potrebbe trasformarsi in una professione vera e propria.”
È
la moda del momento: il
cake design. Realizzare torte
scenografiche, non solo buone da magiare, ma bellissime da
vedere. Dopo il successo del
della Cake Design Week a Napoli,
arriva un evento per tutto gli amatori di glasse e decori. Prevede
35 corsi e 14 workshop in 3 giorni
il programma del Cake Design
Italian Festival del 24-25-26 Maggio allo Sheraton Hotel di Milano
Malpensa. Qualsiasi sia il vostro
livello di abilità o la vostra tecnica
preferita, troverete pasta da zucchero per i vostri denti.
I migliori nomi del cake design
internazionale saranno a vostra
disposizione per rivelare segreti,
sciogliere dubbi e soddisfare curiosità. Mich Turner, Eleonora
Molly Coppini, Nana & Nana,
Chiara Pennati, Fiorella Balzamo,
Karla Chumpitaz, Kristina Rado,
Christian Giardina, sono solo alcuni degli artisti che offriranno
la loro esperienza e la loro creatività durante i corsi e i workshop
del Cake Design Italian Festival
di quest’anno.
Come si fa a rendere una particolare espressione del viso di
un soggetto? Come si crea “l’effetto pelle” del manico di una
cappelliera? Che differenza c’è
fra le varie tipologie di pasta da
zucchero e quali sono le più
adatte per modellare?
E poi i diversi tipi di colorazione:
pittura, polvere, spray, aerografo,
gold leaf e i loro diversi effetti.
Le crown cakes realizzate con
varie tecniche tra cui la decorazione a mano con sac à poche. I
vari stili per guarnire i biscotti,
la realizzazione di soggetti 3D
senza l’utilizzo di stampi.
Ma è in tv che molti programmi
televisivi fanno vedere il dietro
le quinte di famose pasticcerie, e su internet impazzano i
blog.
Spatoline per tagliare e
spalmare, piccole formine e mattarelli in silicone
con superfici disegnate
con pois, merletto o intreccio. Non sono gli attrezzi per lavorare il pongo
ma gli utensili indispensabili per gli appassionati di
cake design. Una
tradizione tutta anglosassone che
ultimamente
sta spopolando anche in
Italia, raccogliendo migliaia di seguaci.
''Io in genere vado contro corrente - spiega Marianna Carbone, informatica di 36 anni,
che sull'argomento ha creato il
blog www.merysdream.it - e
questa passione per me è nata
quando non era ancora conosciuta in Italia. Mi piace molto
quello che mi permette di sporcarmi le mani e di impastare,
quindi modellare la pasta di zucchero, ma anche il marzapane,
e la pasta
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