3 Marzo ‘03 &DSRUHGDWWRUH Orlando Nigro 4ªI 'LUHWWRUH Luca Antonelli 4ªI *UD]LHPLOOHD &26,02 SHUODVWUDRUGLQDULD GLVSRQLELOLWj DOO·LQGLUL]]R www.liceobanfi.brianzaest.it/ ilbanfo2003/index.htm Il Banfo qDQFKHon-line [email protected] 3HUL0(;GHOODSRVWDGHOFXRUH VFULYHWHD [email protected] 3HUVXJJHULPHQWLFRQVLJOL FRUUH]LRQLVFULYHWHD &DSRGLVHJQDWRUH Davide Passoni 4ªI &DSRLPSDJLQDWRUH Jacopo Corbetta 3ªE 9LFHGLUHWWULFH Federica Balconi 5ªE Permetteteci di rivolgervi le nostre più sentite scuse per lo sconvolgente ritardo con cui è stato pubblicato il presente numero, ma vi assicuro che non tutta la colpa è nostra… tralasciando il nostro ritardo congenito dovuto a problemi interni, ci si è messo anche il Ministero a metterci in difficoltà, quindi non ve ne abbiate a male se leggerete degli articoli “un po’ datati”!!! La redazione alle 14.15 tutti i GIOVEDÌ Il Banfo si riunisce Francesco Balocco 1ªD Francesca Biella 3ªE Ilaria Borin 4ªA ginnasio Nicolò Brambilla 3ªE Beatrice Cassanmagnago 1ªE Francesca Corvaglia 3ªI Gaia De Sanctis 1ªI Luca Dartizio 3ªE Clizia Lonati 3ªI Cecilia Mariani 1ªB Elena Martin 1ªI Manuel Melita 1ªI Simone Riva 1ªI Michael Rutili 1ªA Marta Sala 3ªI Ivan Stucchi 5ªE Francesca Tieghi 3ªI 5('$7725, 2003 E\0HP\H/lOOl 3(6&,0DUJDULWD. Tutto procede per il meglio. La scuola va a gonfie vele; i vostri amici avranno bisogno di voi e del vostro ottimismo! (non tutti stanno attraversando un periodo così positivo!) Sfruttate al massimo la vostra energia interiore!!! &$35,&212 :KLVN\ VRXU. C’è qualcosa che vi tormenta. Cercate di distrarvi dedicandovi a qualche attività fisica: i vostri impegni aumenteranno a dismisura e dovrete essere in perfetta forma! %,/$1&,$ 7HTXLOD VXQULVH. Siete pensierosi per via di un tipo/a. Attendete fiduciosi e le cose andranno sicuramente per il meglio! Per compensare sarete fortunatissimi al gioco e un regalo inaspettato vi renderà felici per molto tempo!! /(21( -DPDLFDQ FRIIHH. Siete indecisi su tutto: vestiti, cibo, studio e soprattutto tipo/a ! Non siate così freddi e calcolatori… seguite il vostro istinto perché quello non sbaglia mai! *(0(//, %ORRG\ 0DU\. Il vostro egocentrismo vi rende insopportabili! Cercate di darvi una calmata e siate più disp onibili con gli amici o rischierete di perderli. Riceverete una telefonata da una persona che non sentite da tempo! $5,(7(&XEDOLEUH. E’ il vostro periodo fortunato! Approfittatene per farvi interrogare nelle materie in cui siete più carenti, otterrete senza dubbio ottimi risultati. di lavoro! Smettetela di pensare la scuola come la vostra cr oce… Il liceo vi mancherà! Enjoy yourself… 7252 %. Torelli tanto ambiti… vi mancano i tempi dell’autogestione… eh sì, ma non siete gli unici!! Ora è tempo &$1&52 $QJHOR D]]XUUR. Dopo tante ore passate con un tipo/a capite veramente che fa per voi. Prendete l’occasione al volo… non pensate troppo ora perché potreste cadere in paranoia… suvvia siamo grandi!! Basta farsi le seghe mentali ! $&48$5,2 6H[ RQ WKH EHDFK. Abbiamo capito tutti che siete tipi strani... però non è una buona scusa per fare quello che volete… guardatevi in giro perché se siete single si pr esenteranno diverse occasioni! Fatevi avanti voi con una pers ona appena conosciuta! 6&253,21(:KLWHODG\. Al tuo tipo serve proprio una mano!!! Cerca di assecondarlo in ogni modo, però, come diceva il buon vecchio Seneca… (sarà lui?!?!?!) con moderazione!! Una sorpresa ti aprirà gli occhi… 6$*,77$5,2&DLSLURVND. Ma come stai? Non puoi perdere un’occasione simile per colpa del tuo tipo/a... dai, mica se ne accorgerà. Programmatelo bene il piano per il prossimo sabato sera... Ah, di notevole importanza questo: non parlarne con l’amico/a perché potrebbero fare la spia! 9(5*,1( 9RGND OHPRQ. Un-due-tre… stella! Un-due-tre… stella! Da tempo correte dietro ad un obiettivo o ad una pe rsona... ma c’è sempre qualcosa che vi blocca!! Fate ordine nella vostra testolina e riuscirete a risolvere l’enigma! Buona fortuna. Il direttore Luca Antonelli 4a I Salve giovani studenti del liceo, era ora che il giornalino ripopolasse i corridoi da tempo deserti della nostra scuola. Purtroppo però la redazione ha sofferto e soffre tuttora di una carenza di redattori che rende difficile, e ovviamente lenta, la pubblicazione del giornalino. Questa attività è dunque ormai da catalogare “a rischio” e tra le specie in via di estinzione. Colgo perciò l’occasione per ricordare ad ogni studente che la riunione dei redattori si svolge il giovedì alle 14.15. Questo semplice “pezzo di carta” che è il Banfo è di fatto l’opportunità più grande che uno studente abbia per esprimere le proprie opinioni senza doversi sottoporre allo stress emotivo classico delle assemblee d’istituto, dove ci si trova a discutere davanti a 300 persone. Il giornalino non costituisce necessariamente un impegno fisso, poiché gli articoli possono essere consegnati a qualunque redattore, che lo sottoporrà all’attenzione della redazione che ha il compito di approvare gli articoli. Cercheremo in futuro di essere più celeri, ma per far ciò abbiamo bisogno anche del vostro aiuto. Spero che questa supplica non passi invano sotto vostri occhi e che facciate di questo giornalino una parte della vostra vita scolastica. Grazie e arrivederci al prossimo numero. O r o s c o p o Della serie: era ora 2003 $1'5($ “Hai sentito Elisa? Settimana prossima c’è l’AUTOGESTIONE!” (/,6$“Si, ho sentito…” $ “E non sei felice? L’entusiasmo non invade ogni più recondita viscera del tuo corpo?” (“Beh, veramente… Avevo intenzione di non partecipare, mi sembra una sorta di perdita di tempo, una ormai vuota tradizione!” $“Allora continua a vivere nel tuo grigio mondo di serietà!!” ( “Ma scusa, sii ragionevole… secondo me si tratta di una banale scusa per saltare una settimana di lezione… e poi mi toglieresti una curiosità? Perché hai deciso di fare autogestione?” $“Cosa c’è da decidere? L’Autogestione si fa a priori! Potrò vivere la scuola almeno una settimana l’anno!” ( SHQVD ´TXHVWD QRQ VDUj PLFD XQD PRWLYD]LRQH" 0D FRQ FKL PL VRQRPHVVDDSDUODUH"µSi, vabbè… ciao! 0$5&2“Ciao Elisa! Di cosa stavi parlando con… “lui”?” (“Stavamo discutendo (anche se discutere mi sembra una parola un po’ grossa da usare con un tipo così!) sull’autogestione… e tu cosa ne pensi?” 0 “Penso che parteciperò quest’anno, infatti ce ne sono di motivi per farlo! Per prima cosa, considerando l’autogestione come una forma di protesta, ritengo che il disagio che stiamo vivendo (splendidamente espresso in un mirabolante articolo apparso sul precedente numero!) sia un motivo più che valido!” (“In realtà il disagio del cantiere non dipende direttamente dalla nostra scuola ma dalla Provincia e poi mi sembra una situazione necessaria viste le condizioni in cui avrebbero dovuto far lezione molti di noi a causa della mancanza di spazi!” 0“Io non critico le decisioni prese ma il semplice disagio che sto vivendo sulla mia pelle. Inoltre l’autogestione è pur sempre una ovvero “De autogestione dialogo” 44. fatto o da farsi con le 9(57,&$/, mani 1. lo è il mulo 46. preso da terra 2. abitanti del Siam 50. Parma in auto 3. il nonno siculo dei (pericoloso!!! by fRä) racconti per bambini 51. contrario di off 4. cerchietto di metallo 52. esercita influssi 5. non classificato malefici, un “gufo” 6. anche 53. qualcuno alle prime armi 7. rapine 54. Non Toccare 8. AccalappiaCannibali 55. targa di Rovigo 9. comune a tic e tac 56. conduceva il “Tappeto 10. incitato alla violenza volante” 11. articolo determinativo 57. L’orlo al centro 12. malattia della pelle 58. sorella di Pelope, e 14. bagno moglie di Anfione 17. le elimina Ace 61. i suoi germogli sono noti 18. nome di donna 63. HOT in spanish 19. possono essere scorre65. pronome personale voli 66. lavorava sulle piazze 21. Avanguardia Operaia 68. mercenario campano del 23. grandi lavoratrici III a.C. 24. il verso del cavallo 69. la farina per i dolci 27. piccola taglia 30. il primo 007 32. città veneta 34. ha scritto “Robinson 2003 25,==217$/, 1. breve periodo di tempo 7. cosa spiacevole che non si può evitare 13. risulta dalla sintesi dei sette colori dell’iride 14. l’abito dei frutti 15. anfibi 16. Gabriel Batistuta 18. ... che abbaia non morde 20. dove c’è l’autodromo 22. in un film era fatale 25. prefisso 26. di dubbia onestà 28. programma per disegnare 29. può essere di seppia 31. il vocalist 32. borsa internazionale del turismo 33. il dubbio latino 35. due vocali 36. il Taj mausoleo 40. laboratorio di confezioni 42. manzo inglese E\1LNRI5l Crusoe” 36. anse, curve 37. prima di i-o-u 38. antiquato, sorpassato 39. quello romano era vastissimo 41. da dove nasce il pulcino 42. frutto di una rapina 43. il centro di vetro 45. bruciato 47. città campana dell’antichità 48. tomografia al computer in inglese 49. pieno di canne 52. la domenica della Rai 59. recipiente 60. aggettivo qualificativo 61. ... SALA BIM!!!! 62. è famosa la Sister del film 63. la TV americana 64. uguale, dal greco 65. però, but, sed, mas, doch… 67. Le vocali di mani 4 5 6 7 8 9 10 11 12 2003 14 13 43 42 19 18 17 16 15 24 23 22 21 20 28 27 26 25 49 48 34 33 32 31 30 29 38 37 36 35 52 51 50 41 40 39 3 2 1 54 53 60 59 58 57 56 55 64 63 62 61 67 66 65 47 46 45 44 69 68 )HGHULFD%DOFRQLH,YDQ6WXFFKL5aE 'XUDQWHO·DXWRJHVWLRQH« $1'5($ “Si! La scuola è nostra! Spacchiamo tutto!!!!!!!!!!” 0$5&2HG(/,6$“…” possibilità di socializzare e di conoscere persone con cui quotidianamente non avrei alcuno spunto per iniziare una conversazione.” (“Tu sicuramente penserai che sono un’asociale e che voglio rimanere nel mio misero “brodino” ma secondo me la scuola offre moltissime altre occasioni per socializzare, come ad esempio le attività extrascolastiche.” 0“Dopo tutto ritengo che l’autogestione sia anche un’occasione per affrontare tematiche di cui risulta difficile parlare ogni giorno in classe, infatti sono in programma conferenze su temi d’attualità come la crisi della Fiat, il volontariato, la possibile imminente guerra in Iraq…” ( “Difatti non sto assolutamente criticando i rappresentanti d’Istituto, perché so che hanno lavorato tantissimo per organizzare degli incontri che potessero interessare tutti; ma ho la vaga impressione che come al solito ci crederanno in pochi vista la diffusa apatia che ho denotato nelle precedenti assemblee d’Istituto!” 0 “Bene, pensala pure come vuoi… vorrà dire che ci vedremo tra una settimana.” (“Ok, ciao.” $11$ “Ciao Marco, con Elisa stavi parlando di autogestione, vero? IO non ne voglio neppure sentir parlare!! IO entrerò sicuramente in classe! Non posso mica far arrabbiare i professori, IO! No perché sai, IO…” 0 (SHQVD ´PDOHGHWWD URPSL«VFDWROH 0H QH GHYR OLEHUDUH«µ Si, vabbè… ora devo proprio andare, ciao.” Medio 41% Poco 24% Nessuno 11% Referenza Sì 66% - autostrada: Incompleta prevalente41% 20% mente su: altro: 25% No 14% Giudizio sulla scelta di dedicare l’assemblea interamente all’autostrada Sì 41% No 59% Interesse Molto 24% Assemblea di dicembre Talvolta, i numeri delle statistiche sono spietati. Specialmente se vengono letti senza tenere conto che descrivono una realtà fatta di persone. Potrei tranquillamente scrivere: “Alle 10.05 del 30 gennaio 2003 c’erano 171 ragazzi all’interno delle classi della palazzina centrale”. Leggendolo, potreste immaginare che erano proprio 171, non uno di più né uno di meno. Naturalmente non è così: nei pochi minuti che ho impiegato per contarli si sono spostati, sono usciti nei corridoi, altri sono entrati nei corsi e così via; anche il conteggio non è certo esatto al 100%: sicuramente ho commesso molti errori. Per questo non ho neppure tentato una stima sulle persone fuori delle classi. Senza considerare che la situazione si è evoluta nel tempo: se avessi rilevato i dati in un altro momento i risultati sarebbero stati diversi, quindi ho ritenuto doveroso aggiungere l’ora in cui sono stati ottenuti. Esagerando un po’, insomma, l’unica certezza è che non erano 171. Ho usato come esempio il caso limite, ma un discorso analogo vale naturalmente anche per le altre rilevazioni, incluse le percentuali del sondaggio realizzato durante l’assemblea. E allora, perché presentare lo stesso questi dati? Oppure, perché non fingere di avere dei numeri certi ed esatti? La risposta è che credo che rappresentino effettivamente la realtà, anche se dobbiamo essere consapevoli della loro approssimazione: è inevitabile in questo tipo di analisi. Solo così potranno esserci utili e farci riflettere, senza illudersi, ma senza neppure rifiutarli perché non del tutto precisi. Per questo vorrei prima di tutto scusarmi, poi invitarvi a considerarli per come sono: indicativi. Avevo pensato di scrivere un altro commento per questi dati. Un commento asettico, senza far altro che descrivere la situazione che emerge dai sondaggi realizzati durante l’assemblea autogestita di dicembre e l’autogestione. Avevo perfino deciso di tenere distinti i due insiemi di dati, resistere alla tentazione di accostamenti tra dati raccolti in modo diverso, in contesti diversi, e che descrivono esperienze che forse hanno poco in comune. $&ROSLWR$0DQFDWR 2003 ,0H[ Msg x la babbo natale del Charro: penso si chiami Marta, è tr carina… voglio conoscerla! Torna presto e non farmi aspettare fino al natale $QRQLPR dell’anno prossimo (6 tr bella con quel cappello)!! a Lorenzini di II C… ma come kaz… em… caspita eri vestito il 21? %\'DQLHODGL D Donato Vulcano di 3aE sei troppo bono. Hai degli okki troppo dolci… sembri %\WLSHGL,GHOO·RUDWRULR un orsacchiottino dolce dolce a %\XQH[VWXGHQWH Silvia M. di 3 I sei veramente stupenda $TXHVWRSXQWRQRQSRVVLDPRFKHDXJXUDUYL XQGROFH69DOHQWLQRFRQLOYRVWUR DPRUH«HDYRLDPLFLFKHSHURUDVLHWHVROLEXRQGLYHUWLPHQWRSHULOIH E EUDLR6)DXVWLQRSURWHWWRUHGHLVLQJOH&LDRDWXFF &. • • • • &DULVVLPD /XDQD VHFRQGR QRL HVVHUH DWWUDWWH ILVLFDPHQWH GD XQ UDJD]]R QRQ q XQ SUREOHPD«DQ]L6HFRPHGLFLVHLOHWWHUDOPHQWH FRWWDGLOXLODYHQGHWWDQRQqDIIDWWR ODPRVVDJLXVWDGDIDUHLQTXHVWRPRGRLQIDWWLLOULVXOWDWRVDUHEEHTXHOORGLSHUGHUOR 3RWUHVWL ´DWWLUDUOR ILVLFDPHQWHµ D WH JLRFDQGR XQ SR· FRQ OH WXH GRWL H VH VHL GDYYHUR FRVu FDULQD H GHVLGHUDWD LO ULVXOWDWR qJDUDQWLWR 6H TXHVWR QRQ GRYHVVH DFFDGHUH F·q VHPSUHO·XOWLPDVSLDJJLDYHQGLFDWLFRQLOVXRPLJOLRUHDPLFR)DFFLVDSHUHFRPHDQGUj DILQLUH«LQERFFDDOOXSR /(77(5$ Cari amici della “Posta del Cuore” mi chiamo Luana. Sono una ragazza di terza e sono follemente innamorata di un bellissimo ragazzo di 5^B. Non ne scrivo il nome perché le mie compagne (sn solo invidiose…) mi sfotterebbero; però vi dico che ha una fluente chioma rossa ed un paio d’occhi azzurro-acqua marina che mi fanno veramente sciogliere. Il problema è che ne sono attratta anche fisicamente, tanto che quando penso al suo splendido corpo di nuotatore (un po’ grassoccio ma dove conta) mi viene l’irresistibile tentazione di compiere un’azione peccaminosa (sapete a cosa mi riferisco…). Io sono carina (dicono), quindi desiderata e potrei vendicarmi della sua indifferenza in qualunque momento… ma nn ce la faccio. Credo di essere proprio cotta! Cosa posso fare? Vi prego, datemi un consiglio! &DURDIIH]LRQDWROHWWRUHGLA*ODWXDVLWXD]LRQHqGDYYHURSDUWLFRODUHHILQFKpQRQ FRQYLQFHUDL O·RUPDL IDPRVD SURI GL ELRORJLD D SUHVHQWDUWL OD IDQFLXOOD GDOOD ´EORQGD WHVWD HW FODUR YLVRµ QRL QRQ SRVVLDPR DLXWDUWL SL GL WDQWR 7L FRQVLJOLDPR VROR GL FRQILGDUH LQ XQ IXWXUR PLJOLRUH H QHO IUDWWHPSR q PHJOLR FKH WX FHUFKL GL HVVHUH XQ EUDYRVFRODUHWWRDJOLRFFKLGLPDPPDFKLRFFLD Confidando in un tuo preciso e puntuale consiglio ti ricordo quanto sia cotto e quanto premo per conoscerla. P.S. Colgo l’occasione per salutare i miei due cumpa nonché tutte le ragazze della scuola. /(77(5$ Carissima posta del cuore, sono un tuo affezionato lettore (non so proprio come farei senza di te), ti scrivo per sottoporti il mio annoso problema. Sono un ragazzo di 3a G pazzamente innamorato della dolce e stupenda figlia della mia altrettanto fantastica e bellissima professoressa di biologia (già citata nello scorso numero del Banfo). Io fremo, ardo e mi struggo al pensiero di conoscere la dolce fanciulla ma la sua mammachioccia non è del mio stesso avviso; fortunatamente, spinta da una forte compassione, e forse anche dall’istinto materno, qualche giorno fa mi ha portato la foto di quell’angelo biondo. Appena il mio sguardo si posò su quella celestiale immagine dalla “blonda testa et claro viso” il mio animo s’innalzò ad uno stato di sublime beatitudine. 8Q·XQLFD ULVSRVWD SHU L *LRYDQL DWOHWLFL H -HRUJH 0\FOH DQG IULHQGV VLHWH GDYYHUR PROWRVLPSDWLFLQRQORPHWWLDPRLQGXEELRVRORSHULOIDWWRFKHVLHWHDPLFLGHLJLRYLQL YLUJXOWLPDQRQSRVVLDPRWROOHUDUH FKLPHWWHLEDVWRQLWUDOHUXRWHDOOHFRSSLHGLGROFL LQQDPRUDWL«6H*LXOLDHLOVXRER\FLDR%HSSHVWDQQREHQHLQVLHPHYRL QRQSRWHWHIDU DOWUR FKH PHWWHUYL LO FXRUH LQ SDFH H ULPHWWHUYL DOOD ULFHUFD GHOO·DQLPD JHPHOOD YL ULFRUGLDPRFKHODVFXRODqIUHTXHQWDWDGDSLGLUDJD]]LH /(77(5$ Cara posta del cuore siamo dei ragazzi di 4a di classi diverse ma accomunati dalla passione per Giulia Rocca di 3aH. Questa ragazza, a mio parere la più carina della scuola, a quanto mi hanno detto ricambierebbe anche i nostri sentimenti ma c’è un problema: il suo tipo. Questo è una crosta, più appiccicoso di una caramella succhiata che monopolizza la bella Giulia dai capelli corvini (ed è veramente brutto a nostro parere). Questo è l’appello che rivolgiamo a Giulia: goditi la vita (e noi!)! Non passare tutta la tua lussureggiante adolescenza con lo stesso (NO COMMENT) tipo, prova a 'HLJLRYDQLDWOHWLFL guardarti intorno. P.S. i giovini virgulti concordano e appoggiano il movimento!! /(77(5$ Mi unisco alla crociata dei giovani atletici, sono un ragazzo molto carino seriamente attratto dal tipo di Giulia. Io e i miei amici, che come me hanno scoperto proprio grazie a lui la loro omosessualità, daremmo qualsiasi cosa per passare una notte di fuoco con il nostro principe dai capelli fulvi! Quella ragazza, di cui siamo molto gelosi, ci divide dal nostro riccio angioletto! Principe fulvo scappa con noi!! -HRUJH0\FOHDQGIULHQGV $XWRJHVWLRQH QXRYH FRQRVFHQ]H QXRYL DPRUL H« 6 9DOHQWLQR FKH VL VWD DYYLFLQDQGR 2YYLDPHQWH QRL GHOOD SRVWD GHO FXRUH QRQ SRWHYDPR PDQFDUH H TXLQGL HFFRFL TXD FRPH VHPSUH D IDUYL FRPSDJQLD H D GDUYL XQD PDQR FRQ L YRVWULSLFFROLJUDQGLSUREOHPLGLFXRUH 2003 Invece mi sono trovato costretto a confrontare i due risultati, a paragonarli a quello che ho potuto vedere, al “clima” che si è respirato nei corridoi, ai commenti delle persone. Non è un bel parallelo. Fa quasi sorridere rileggere ora gli articoli preparati per commentare l’assemblea di dicembre. Come potete leggere nell’articolo alla pagina successiva, anche allora la partecipazione non fu “corale”. Paragonata a quella dell’autogestione, per non parlare di quella della due assemblee di gennaio, sembra quasi “ecumenica”. Infatti era presente un certo interesse verso la tematica dell’autostrada. Certo, non sono mancati studenti poco partecipi, che avrebbero preferito trattare altri problemi o che semplicemente avevano voglia solo di giocare a carte (o a battaglia navale...) e saltare una mattinata scolastica (ma durante i due giorni di autogestione sono stati organizzati una ventina di corsi “frivoli”…). In generale, la scelta di dedicare l’assemblea interamente alla Pedegronda è stata poco compresa. Nelle intenzioni dei rappresentanti d’istituto, tuttavia, la referenza avrebbe dovuto Autogestione - Giovedì Numero corsi: 15 riguardare anche altri argomenti, oltre ad approfondiConteggio (10.15-10.18): 171 re quelli già presentati. In molte classi, in particolare se queste avevano già assistito all’assemblea, la Autogestione - Venerdì 15 discussione ha comunque toccato diverse altre te- Numero corsi: matiche più vicine alla realtà scolastica. Quasi tutte Conteggio (8.50-9.08): 433 329 le classi hanno organizzato seri dibattiti, anche se in Di cui in corsi “seri”: Di cui veramente seri: 170 alcune la referenza è stata parziale o ridotta, mentre poche non hanno per nulla discusso. Nel primo giorno di autogestione (giovedì) erano “attivi” 15 “corsi”, di cui 7 di carte; con gli altri corsi, molti tutt’altro che seri, hanno raccolto circa 171 persone. Gli studenti del Banfi sono un migliaio… e non credo proprio che tutti gli altri fossero in classe. Molto meglio è andata venerdì, con ben 433 persone nei corsi. Non sono mancati corsi “seri” che, almeno nella fase iniziale, hanno visto la partecipazione di un certo numero di persone. Sulla gestione dell’assemblea di dicembre abbiamo riscontrato pareri discordanti, ma sembra prevalere una certa soddisfazione. Non mi sembra neppure necessario commentare le due assemblee di gennaio. Chi c’era (pochi) sa che cosa intendo. Sabato, poi, è stato un giorno di “assemblea per pochi intimi”. Prima di discutere sull’organizzazione sarebbe necessario chiedersi quale è stato il contributo degli studenti e quali segnali la scarsa partecipazione ha lanciato. Tutti siamo responsabili per la riuscita (o mancata riuscita) di assemblee e autogestioni. Credo che ogni studente debba ritenersi personalmente responsabile per il risultato. Insomma, dove eravamo, banfini? Jacopo 3aE « » “Voci” dall’assemblea «Uno spunto per approfondire tematiche che non sono trattate nella vita scolastica» Davide Mauri 4aH «Al posto dell’autogesta, ci vorrebbe una assemblea al mese» Elisa Castelli 5aB «Il tema dell’autostrada non coinvolge» «Bisognerebbe trattare tematiche più vicine al mondo dei giovani» «È stata gestita male» «Presentata benissimo» «L’assemblea era fatta bene, ma ripetitiva» «Anche noi referenti non siamo molto informati, avrebbero dovuto darci prima il materiale» «Chi aveva già fatto l’assemblea non era più molto interessato, abbiamo trattato altre tematiche» «Viva il medioevo, tornino i cavalli (cun el biruccin), viva me nona» Bidello Maurizio Ciao!!! Siamo i ragazzi di 1ªI che tengono la rubrica degli animali. Mercoledì 18/12/02 (il giorno dell'assemblea autogestita) ci avrete visto girare per le classi e magari abbiamo intervistato proprio voi. Premettiamo che erano assenti 111 ragazzi su 350 circa che avrebbero dovuto esserci nelle classi che abbiamo intervistato (circa 1/3 degli alunni). WHY??? Perché non sono venuti a scuola questi benedetti 111 figliuoli??? Facile! Non era un giorno di lezione e quindi non serviva a niente venire a scuola! Non serviva a niente?!?!?! Ci rivolgiamo a questi 111 e a tutti gli altri che hanno fatto lo stesso. Ma Kavoli! La scuola non è solo dure e (a volte) insopportabili ore di lezione e studio. Ma è anche incontrarsi, socializzare, e discutere e confrontarci insieme, sui vari problemi. Non è un comportamento ragionevole e degno dei banfini restare a casa durante l'assemblea autogestita. Chiusa la parentesi (fuori tema ?!?!?). Noi c'eravamo e girando per le classi abbiamo raccolto un po’ d'informazioni. La maggior parte dei banfini intervistati sono risultati contrari alla Pedegronda (solamente 16 favorevoli). La scuola si divide circa a metà alla domanda: "Preferite che venga costruito la metro o la ferrovia?" (due alternative ragionevoli alla costruzione della Pedegronda). Chi ha votato per la metro l'ha scelta perché non crea un forte impatto ambientale, è veloce e funzionale. Chi invece preferisce la ferrovia dice che è meglio quest'ultima perché non inquina, non deturpa l'ambiente, se viene potenziata e arricchita di treni merci si può risolvere il problema dei numerosi TIR che circolano sulle autostrade, e aumentano l'intasamento nelle ore di punta, ed è sicuramente poco rumorosa. Anche la maggior parte dei sindaci intervenuti all'assemblea, sono favorevoli a trovare un alternativa alla Pedegronda, anche perché un altro difetto di questa autostrada è il costo davvero elevato. Trovare un'alternativa sembra essere dunque la scelta più logica, e questo *DLD6LPRQH0DQXHO(OHQD D , sopratutto per la nostra salute. Assemblea Autogestita 2003 2003 2UOD, Tornando ad analizzare i fatti in maniere più oggettiva voglio far notare due cose a conclusione della mia cronaca, una negativa e una positiva. 1) In caso di vera emergenza se questo è il piano siamo spacciati. 2) Finalmente dopo anni qualcosa si è mosso ed è stata organizzata un’evacuazione. Esiste FINALMENTE un piano d’evacuazione, non perfetto, con qualche intoppo di troppo (ricordiamoci però la situazione complicata della scuola per via del cantiere) e forse una sola prova non basta, ma comunque c'è! E questo è un notevole passo avanti. Alcuni di voi sanno che la mia classe si trova imboscatissima, nel punto del liceo più lontano dalla civiltà, in pratica siamo dentro l’ITCG e attraverso il sottilissimo muro perimetrale percepiamo i loro tentativi di comunicazione: botte sul muro, urla, canti tribali. Inoltre la giornata è scandita dalla LORO campanella, mentre della nostra non c'è traccia. Quindi è stata la bidella a portarci l'allegra notizia dell’evacuazione. Ora mettiamo caso succeda una vera emergenza. Se l'arcangela bidella non arriva perché pensa a salvare la pelle invece di rischiarla per noi, oppure quel giorno non c'è, noi che facciamo? Dopo che ci è pervenuta la notizia abbiamo lasciato la classe, ma in ritardo rispetto al programma, quindi ci siamo ritrovati bloccati dal resto della scuola in fuga. Una volta riusciti a passare attraverso la porta d'ingresso dell'anno scorso ci siamo ritrovati di nuovo bloccati da un altro gruppo di fuggitivi proveniente da sinistra... Infine, ultimi, abbiamo finalmente raggiunto le passerelle in direzione delle palestre. Ma quelle simpatiche assi di legno erano scivolose fino all'inverosimile! Una persona intelligente potrebbe pensare di risolvere il problema camminando sul marciapiede sulla destra che costeggia il muro. ERRORE! I nostri simpatici amici di ragioneria aprivano e chiudevano le finestre per cercare di beccare qualcuno. Quindi o ti ammazzavi cadendo sulle passerelle o ti facevi spaccare la testa. Ora secondo programma, saremmo dovuti passare nel prato fra le palestre e l'istituto di cui sopra, invece no! Siamo passati sotto le pensiline (ottima scelta in caso di vera emergenza, sotto di loro saremmo davvero al sicuro...) fino all'ITIS!!! Arrivati qui la strada era bloccata da una gru (in effetti erano già 20 secondi che non succedeva niente) e si è dovuti schivarla passando nel pantano (stile apocalypse now). Sopravvissuti a questo percorso di guerra abbiamo finalmente raggiunto la pista d'atletica. Ce l'abbiamo fatta! Siamo vivi! 2UHFUHGR te.... L’evacuazione! Ora siamo pronti, se succede qualcosa riusciremo a salvare la pelle in breve tempo. Breve??? Beh, forse non proprio... Per farvi capire cosa intendo vi racconterò l’evacuazione come l’ho vissuta io. In un cupo sabato di Gennaio siamo stati sottoposti alla prova estrema per uno studen- Scuola, XOW LPD DI I UR Q W L H UD Quella voce, lieve ma allo stesso tempo forte e decisa, riusciva a catturare l’attenzione di quelle centinaia di ragazzi come poche altre. Le sue erano parole che venivano dalla storia di un’intera umanità, una storia a volte talmente vergognosa ed orrenda da essere scomoda, e che narravano ricordi di un passato ancora troppo presente. La signora Fausta Finzi è una delle persone che ancora portano nell’animo il segno indelebile e profondo dell’esperienza della deportazione nei campi di concentramento nazisti, maledettamente noti perché simbolo della più lucida e selvaggia follia umana, che ora ritornano nelle nostri menti grazie al più diretto dei modi: la testimonianza. Un libro o qualsiasi altro documento, a volte, può apparire distante e di scarso impatto, certamente il racconto di una dei pochi sopravissuti vale più di qualsiasi altro mezzo. Dopo anni di un silenzio, obbligato dallo scarso interesse e dal desiderio di dimenticare della società del dopoguerra, questa testimone vuole ora raccontare al mondo l’atroce verità per non farla cadere nell’oblio. Raccontare le proprie memorie, oltre a dare, forse, un personale senso di liberazione, rimane un dovere che pesa sulle coscienze di tutti i sopravvissuti. “È vero che tacere i ricordi è faticoso quanto parlarne”, afferma la Finzi nel suo libro Varcare la soglia, titolo significativo che non indica solo l’entrata in quei maledetti inferni ma anche proprio il coraggio di fare i conti con il tremendo passato, superando lo scoglio dell’indifferenza della gente che non ha vissuto su di sé tutto ciò. Forse chi ha subito l’esperienza della deportazione vorrebbe chiudere con quel passato e dimenticare, ma nessuno ci può riuscire. Per la signora Finzi, rinchiusa per quasi un anno, fra il ’44 e il ’45, in uno dei tanti inferni, quello di Ravensbrück, la prigionia può essere considerata il centro della sua vita, ne ha cambiato, trasformato ed inciso il corso, determinando future scelte e prese di coscienza. Ma ella è il chiaro esempio di come si possa trarre da questa esperienza un arricchimento, una maturazione e soprattutto un monito per le generazioni future. Sono molto poche ormai le persone tra noi che conservano ancora quel ricordo. Per questo dobbiamo considerare preziosa la loro testimonianza. Resistere in quell’inferno non era questione di talento: era destino, fortuna e forza di volontà. Come racconta la signora Finzi, era obbligatorio combattere: chi s’arrendeva era già morto. Era una lotta per la sopravvivenza, a volte, selvaggia senza più regole, pietà o rispetto. Le immagini dei camini dei forni che fumavano, i bambini inconsapevoli in fila davanti alle camere della morte e quelle persone ridotte a fantasmi non finiranno mai di tormentare chi ha sopportato su di sé tutto ciò. Ma bisogna evitare un grande errore: ricordare il dolore e riflettere non basta, è importante stare in guardia anche oggi. Gli stermini sono continuati, continuano. Cambogia, Turchia e Ruanda sono stati teatri di simili orrori, senza che nessuno sia intervenuto. Basta con le ambiguità. Condannare i massacri del passato e poi lasciare che continuino nel presente è inaccettabile. Gli insegnamenti degli errori passati non vanno ignorati ed è per questo che vengono continuamente riproposti. La Giornata della Memoria, che si celebra ogni anno, non è uno sterile ricordo di un passato lontano ed archiviato, ma un forte richiamo a non dimenticare, a fare in modo che un passato vergognoso e barbaro rimanga tale, un crimine ingiustificabile contro l’umanità che non dovrà più ripetersi. Michael Rutili 1aA R ico rd a n d o 2003 3HUVRQDFKHWLDI IDVFLQDQHOODVFXROD +DLPDLWUDGLWR" &RVDGLFHO·DOWURD GLWH" +DLPDLELJLDWR" 3ULPREDFLR /XRJRGLQDVFLWD 'DWDGLQDVFLWD 1RPH &RJQRPH Sì Tutti Tr intelligente Me la sposo No comment No La mia tipa Sì, tante volte n.d. 15 Vimercate 17-02-83 Livio Bergo No +DLPDLIDWWRVX No XQDFDQQD" comment 7LIDLOHSLVWH No No GDVFL" Niente 4OVFKHQQOHJOLKDLNiente DQFRUDGHWWR No $YHWHPDLFRQVXPD No WROD´FROD]LRQHµ comment LQVLHPH" 6HLVWDWRDVLQFHUR Certo DQHOO·LQWHUYLVWD" No comment &RVDVWUDQDIDWWD FRQOXLOHL 3URJHWWLVHQWLPHQ Sposarci WDOLSHULOIXWXUR Vuole sempre avere 'LIHWWRGHOO·DOWURD ragione Semplice, dolcissimo 3UHJLRGHOO·DOWURD No Livio No Splendida ragazza 15 Caserta 3-6-87 Rosa Argenziano Da ormai molti anni il numero dei ritardatari aumenta in maniera vertiginosa. Verso le 7:45 nel piazzale del Banfi stazionano già i primi studenti arrivati con i mezzi pubblici o scaricati lì da un genitore di passaggio. Qualcuno ripassa mate, qualcuno sonnecchia, qualcun altro legge la gazzetta dello sport. Alle 7:55 circa, altri pullman scaricano altri alunni, arrivano alcuni professori, il bidello parla col prof della partita del giorno precedente, due bidelle si suggeriscono diversi modo in cui cucinare il pollo… Fin qui quotidiana routine. Il bello arriva alle 8:15'01" quando tutti dovrebbero essere in classe da un secondo. Ma non è così perché un gruppo scelto e ridotto di persone (10/20) arriva regolarmente in ritardo, dando vita a tremendi mini-show. I ritardatari sono sempre gli stessi, si comportano sempre allo stesso modo, dicono sempre le stesse cose, e perciò possono essere divisi in categorie. L'AFFANNATO: arriva tra le 8:16 e le 8:20, cammina ad ampie falcate, corricchia, lo zaino in bilico tra la spalla destra e le gambe, consegna il libretto in bidelleria e corre in direzione della classe, perde una scarpa e lo zaino, mentre alcune gocce di sudore scendono sulle gote infuocate. Poi recuperati zaino e scarpa, il tipo (in genere di sesso maschile) sparisce nella classe. Due mattine dopo sarà ancora lì con la sciarpa al vento e un guanto dimenticato nel parcheggio. LA SNOB: arriva lemme lemme alle 8:20. Si avvicina alla postazione dei bidelli, consegna lentamente la giustifica, chiedendo che ora, che giorno, che anno è. Agguantato con nonchalance il libretto raggiunge la classe dopo altri 5 minuti. Entra in classe, ti guarda con lieve disprezzo (“mentre tu eri già in questa scuoletta, io sbadigliavo elegantemente nel mio letto caldo”). La variante maschile ha i capelli lunghi, l'aria da doors, è stato tutta notte a provare con la band e fa capire che è già tanto se viene a scuola. IL SIMPATICO: entra a scuola, butta un sorriso al prof come per dire: “scusi, mia sorella sta in bagno 28 minuti tutte le mattine, domani magari sfondo la porta, che ci posso fare, non trovavo neanche il libro di storia e una calza, finita sotto il letto dove tra l'altro ho trovato il compito in classe dell'anno scorso e una mela marcia, il motorino nel parcheggio è il più scassato di tutti, ma mio padre è razza Brianza, e non me lo vuole cambiare, cerchi di capirmi almeno lei”. Il prof lo capisce e il simpatico se ne va a posto. I FRATELLI: Lui fa la quinta e non gli importa di arrivare in ritardo; anzi è trendy. Lei fa la prima ed è preoccupata per via della prof di mate che la sgrida. La loro madre, che lavora dalle parti del liceo e ha trasmesso loro il gene del ritardo, ha deciso di conciliare il suo orario con quello dei figli. Così costoro entrano sempre alle 8:20 con la giustificazione in mano, la piccola schizza subito in classe, mentre il fratello prende la via del bar dove ingurgiterà un paninozzo al prosciutto da mezzo chilo. I PROF: e se un prof arriva in ritardo, da chi si fa giustificare? Il professore entra in classe dicendo agli alunni una stupida scusa del tipo “mia figlia si è svegliata tardi”. E il preside, chi lo giustifica? Manuel 1ªI 2003 Elena Martin 1a I Il venerdì sera a Concorezzo (il mio paese) si svolge il “Caffè delle mamme” che è un punto di incontro tra donne Italiane e straniere, per la maggior parte musulmane, con i loro bambini a cui partecipano anche alcune ragazze e insegnanti. Lì ci si trova bene, i bambini giocano e disegnano e le mamme parlano e ballano, per questo ci vado anch’io con la mia mamma e la mia sorellina. Io mi occupo dei bambini. Non è un lavoro, non è volontariato e non è puro divertimento, ma è scoprire come si sta bene insieme e, se lo si guarda dal di fuori, è un chiaro messaggio di pace. Si può vedere un bimbo biondo, bianco e americano, giocare a palla e ridere insieme ad una bambina mora e mediorientale. Nella stanza accanto trovi donne Italiane, tedesche, americane, africane e arabe coi capelli scuri raccolti sotto un ampio velo che copre loro anche il collo. Tutte siedono parlando e mangiando il cibo che ognuna a casa ha preparato secondo le sue tradizioni e l’insegnamento di sua madre. Questo incontro è nato come momento in cui ci si trovava per cucinare cibi italiani e, soprattutto, non italiani, per permettere l’integrazione delle donne straniere nel nostro paese ed è diventato subito una festa. Ora la sede si è trasferita in un luogo dove non c’è la cucina e ci si incontra unicamente per il gusto di stare insieme. Il punto culminante di questi incontri avviene quando qualcuno mette nel registratore una cassetta di musica araba o africana: si sistemano le sedie in un cerchio al cui centro, a turno, due o tre donne ballano muovendo il ventre con un foulard legato ai fianchi o agitando ritmicamente braccia e gambe. È uno spettacolo! È una festa nella festa! Invito chiunque abbia la possibilità di partecipare ad incontri come questi (o magari a quello che si svolge a Concorezzo) di provare ad andarci. Invito chiunque a scoprire come si può stare bene ed essere felici tra persone che se non fossero venute in Italia sarebbero, forse, “nostri nemici” (nostri come Stato, ma non certo miei!). Ovunque, sta diventando la parola d’ordine dei media e dei leader mondiali: Guerra. I politici a cui affidiamo le sorti del nostro povero pianeta sembrano colti da un insaziabile bisogno bellico. Se Bush, con i suoi fedeli “amici” (Regno Unito, Canada, Australia, Italia, Spagna, …), non vedono l’ora di bombardare di nuovo l’odiato Iraq, gli stati della Lega Araba sono pronti a difendere Saddam Hussein, perché già infastiditi dagli attacchi in Afghanistan. Come già detto, fra gli alleati, c’è anche il nostro paese. Nonostante le opposizioni e le numerose proteste, il Governo sostiene che aiutare gli Stati Uniti nelle loro azioni è un dovere per contrastare il terrorismo (ma anche per controllare le risorse mondiali petrolifere che, per una strana coincidenza, si trovano negli stati presi di mira della campagna americana). Intanto Germania, Francia e Russia fanno sapere che non parteciperanno alle eventuali operazioni, se non appoggiate da una risoluzione Onu, e sono felici di ricevere le attenzioni dagli USA, che cercano di includere anche le forze di queste nazioni nella micidiale macchina da guerra pronta per il Medio Oriente. Israele, permanentemente in conflitto coi vicini islamici, sostiene la causa americana e propone, persino: – Perché non facciamo, intanto che stiamo sistemando Saddam, un pensierino al fastidioso Iran? – In questo scenario, degno di una partita di Risiko, fatto di minacce, ricatti e tensioni, la gente comune rimane in ansia ed angosciata dallo spettro della guerra. Nonostante tutto però, nell’America ancora spaventata dall’11 Settembre e dalle ondate di terrorismo successive, si continua a dare il proprio appoggio (anche se in misura minore rispetto a qualche mese fa) ad un governo che promette un’autentica crociata contro i “Nemici dell’Occidente”. 2003 6LPRQH5LYDD , Tutti o quasi, pensano che la vivisezione sia una pratica che, pur coinvolgendo milioni di animali, porti ad un beneficio per l'uomo in quanto esso viene avvantaggiato dalle scoperte mediche effettuate grazie agli esperimenti sugli animali. Molti dubitano tuttavia degli effettivi vantaggi di questa pratica. Pochi sanno però che ogni anno si utilizzano in tutto il mondo circa 500.000 animali solo per test cosmetici. Come fare quindi a non essere complici della sofferenza e della morte decretate dagli usi e consumi umani, e come invece poter essere protagonisti di scelte concrete che fanno bene agli animali, ma anche alla salute e all'ambiente? Ogni anno muoiono migliaia di animali sfigurati da rossetti, intossicati da profumi, bruciati da creme. Per provare un nuovo ingrediente gli animali sono costretti ad inalare o a respirare o addirittura ingoiare elementi tossici. I conigli poi, visto che non lacrimano, sono i più utilizzati per testare colliri e creme, e devono quindi subire gli effetti devastanti senza alcuna possibilità naturale di reazione per espellere la sostanza. Tutto questo fino alla distruzione del bulbo oculare. Con quale vantaggio per la bellezza e la salute umana non si sa. Gli italiani hanno speso in cosmetici nel 1999 undici miliardi e mezzo di vecchie lire in prodotti dedicati ai capelli, al corpo, all'igiene, al viso, al trucco, per non parlare dei profumi. Possiamo essere d'aiuto agli animali, alla nostra salute e all'ambiente, rivolgendo la nostra piccola/grande forza di consumatori verso alcune marche piuttosto che altre. Lo stop lo possiamo scrivere noi con il nostro rossetto, con il nostro dopobarba, con il nostro dentifricio; basta scegliere i prodotti di aziende che non commissionano od effettuano esperimenti su animali. Attenzione però, per lo più le aziende non testano su animali il prodotto finito, ma i suoi “ingredienti”, anche a causa della normativa europea vigente che non ha ancora messo al bando i prodotti chimici testati su animali (anzi, la sperimentazione è ancora obbligatoria) né riconosciuto come validi protocolli sperimentali alternativi all’uso delle cavie animali. Prima di acquistare un prodotto perciò, informiamoci sempre se tale prodotto è stato testato sui nostri poveri amici che non possono parlare ma che soffrono al pari di noi. Ricordiamoci sempre che noi possiamo scegliere, gli animali no. Emozioni a due ruote Daniele & Marco 2aL È il gran giorno, siamo seduti davanti alla mitica “Variante Ascari” a goderci una gara di moto… Ma ecco che dal lungo rettilineo arriva a “manetta” la Yamaha nera. È in prossimità della curva, scala velocemente le marce dalla quinta alla prima con la musica soave dei quattro tempi. Si proietta nella celebre curva con un “piegone” degno dei migliori centauri: il pilota si alza dal sellino, si butta verso sinistra inclinando la moto di 70 gradi e toccando con la saponetta posta sulle ginocchia l'infimo cordolo che ha tratto all'errore numerosi campioni. Immettendosi nella curva, “pinza” con decisione i freni e si esibisce in una lunga “derapata” restando magicamente appeso alla moto, domando tutti i suoi cavalli. Con un grande equilibrio e una notevole forza muscolare, frutto di estenuanti ore di duri e faticosi allenamenti nelle più attrezzate e specializzate palestre, riesce a mantenere la pesante moto in posizione stabile. Mostra una facilità disarmante ai nostri umili occhi di spettatori nell'introdurre la moto nella difficile curva; la sua lunga chioma castana, che esce dal casco olografato della “Shoei” color grigio metallizzato, nero notte e blu oceano, svolazza nell'aria ed è sferzata dal vento provocato dall'elevata velocità. La tuta di pelle nero-bianco-rossa è increspata dal vento in numerose piegature. A sua volte il ciclomotore, quasi in posizione orizzontale, rimane aggrappato al suolo vincendo la forza di gravità che lo attirava crudelmente verso lo spietato asfalto. L'animo ribelle della moto è reso mansueto dal suo “domatore”, che ne controlla la direzione. Il colore nero della carena e due fanali anteriori accesi fanno assomigliare la moto a una pantera pronta a balzare addosso alla preda mostrando tutti i suoi artigli e le sue fauci voraci. Il motore, d'ottima fattura, è ben visibile ai nostri occhi, così come le varie saldature che uniscono lo "scheletro" della moto. Lungo il tracciato si possono osservare nitidamente il pilota, la moto e le parti che la compongono mentre non si vede in modo chiaro lo sfondo alle spalle del pilota. Il paesaggio dietro la moto è brullo e privo di vegetazione, e possiamo vedere un pezzo di rettilineo prima della curva dove si trova la moto. La sfumatura dello sfondo, prodotta dall'alta velocità, rende il paesaggio somigliante a un quadro impressionista. L'asfalto grigio della pista presenta numerose strisce nere in prossimità della curva, provocate dalle frenate al limite delle moto. È veramente fantastico stare quassù, sugli spalti proprio di fronte alla curva, a osservare ed ammirare le incredibili manovre che i motociclisti compiono per affrontare questa difficile curva. Ed ecco arrivare il pilota sulla “Yamaha TDM” nera: finalmente il nostro campione preferito passerà proprio davanti a noi per affrontare questa terribile curva. Emozionati ci alziamo tutti in piedi per vedere se riuscirà a vincere la forza di gravità e ammansire la moto che giunge alla massima velocità dal lungo rettilineo antistante. Abbiamo il cuore in gola e una sola domanda ci batte in testa: ce la farà? Si piega agilmente all'interno della svolta: il tempo si ferma, teniamo tutti il respiro, qualcuno guarda verso il cielo… un urlo liberatorio: ce l'ha fatta! Negli spalti si alzano grida di trionfo e saltiamo con le braccia alte quasi a voler toccare il cielo. Questo trepidare andrà avanti così per altri ventuno giri tra gioie e sofferenze. 2003 Michael Rutili 1aA George W. Bush, forse dopo essersi cimentato in qualche videogioco di strategia o aver gustato film di spionaggio internazionale, ha creato un “Asse del Male”. Fantastico! Con la sua invenzione, nella sua guerra al terrorismo, può sistemare tutti quelli che non collaborano con i suoi piani (per la cronaca questi “cattivi” sono Iraq, Iran, Corea del Nord, Sudan e un’altra decina che rientrano nella “fase seguente dell’operazione Giustizia Infinita”). Tutte queste nazioni rette da dittature, governi comunisti o antiUSA, sono state condannate anche perché non mantengono relazioni economiche favorevoli agli Stati Uniti od osano sfidare l’America, anche ospitando gruppi islamici. Purtroppo, un’eventuale soluzione armata non farebbe altro che peggiorare le condizioni di vita dei popoli di queste nazioni. Quanto agli elettori di Mr. Bush, si trovano scaraventati in un perfetto clima da Guerra Fredda, ma molto vicina a diventare “calda”, dove, al posto dei leader sovietici, c’è un fantasma: quello di Bin Laden. Non si dove sia e neanche se sia vivo, ma si continua ad accusarlo di tutti gli atti terroristici accaduti ultimamente. In seguito alla tragedia americana, viene usato sempre come giustificazione dagli U.S.A. per qualsiasi decisione altrimenti malvista. Bisogna dire che un bell’aiuto viene da filmati e dichiarazioni di Osama o colleghi che, periodicamente, sono generosamente dispensati da Al Qaeda, la famigerata organizzazione di Bin Laden, alle Tv arabe. L’oramai arcinoto gruppo può sembrare una finzione: quando succede qualcosa, sono sempre loro! Forse non sono gli impiegati della Casa Bianca travestiti, ma dopo le prime volte credibili ora sta diventando una consuetudine tale da creare perplessità. Se tutto ciò accadesse in un film sarebbe appassionante, ma, purtroppo,questa volta è la realtà. Tutto ciò, lo faremo, nel capitolo: Fra qualche mese “ $OH)UDQ] Ma cosa sta dicendo! Io il pupazzo di neve lo faccio come tutti! Con la neve! Con una giacca ci faccio il naso, con i sassi gli occhi e i bottoni della giacca, e in mano ci metto una scopa! - Ma una scopa…? (Accenna il movimento di spazzare) - No, guardi,una scopa d’assi! E di fronte ci faccio un altro pupazzo disperato perché ha ricevuto la scopa d’assi e aveva la primiera e dietro uno che gli fa segno che non doveva buttare il settebello e infine il barista a due metri che arriva col bianco! DIALOGHI IMMORTALI puntini sulle virgole Con la collaborazi collaborazione di Alessandro Sala 3aE Tum tum, pam pam e via… T La media si fa al mercato Perché qui, io l’anno prossimo… non ho intenzione di fare le interrogazioni… io poi spiego e interrogo. Chi era questo costui? Potete legger eggere stracci di quotidiani Andando avanti così potret trete scontentare e scontentare, arriverà un momento… Pennacchi trian ngolari, naturalmente sferici… Su, non on buttar buttarti giù… qui ci sono tanti che vivono di depressione L’aria nelle spall alle porta alla sepoltura Non si rimboscano le piante Il libre etto non è il conto della spesa. Ragazzi… non è che possiamo mettere i 1HOODYLWDELVRJQ JQDULGHUHFHUWRPDDQFKHVFKHU]DUH La frase del MESE: - - - - - Anche l’uccello si dà delle spinte verso l’alto (Marco) - E chi c’ha 5 si attacca al muro Qui c’è stato un variaggio di colore Io non ho fatto la Madonna di Fatima per dire se era positivo o negativo (Cecilia) ... Per cui, tipo Mercatino di Portobello non studiavano la matematica (Cecilia) La luce è figlia dell’atomo eccitato - Siete proprio due chiacchieroni con la , maiuscola (Ilaria) Professori celeberrimi Frasi celebri 2003