SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 2) Codice di accreditamento: NZ00394 1°
3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE
CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: LA NUOVA ALBA 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Ambito /Settore di intervento: Assistenza (A) Area d’intervento: assistenza donne con minori a carico e donne in difficoltà CODIFICA: A‐11 1
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Premessa: breve descrizione del progetto Il progetto si rivolge alle donne vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale con minori a carico, accolte nelle strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, con l’obiettivo di sviluppare un percorso di autonomia che le conduca verso un progressivo e stabile inserimento sociale che possa, con il tempo, garantire all’intero nucleo famigliare una reale indipendenza . Il percorso si propone di intervenire su quelle che sono le cause che procurano difficoltà di inserimento lavorativo e sociale a partire dalla necessità di esprimersi correttamente in italiano per passare all’acquisizione di strumenti utili ai fini di un adeguato e non fallimentare inserimento nel mondo del lavoro. Le attività previste saranno quindi legate a percorsi di alfabetizzazione e tirocini lavorativi all’interno dei rami produttivi e commerciali dell’ Associazione (lavanderia, caseificio, apicoltura, casa per ritiri spirituali…) e accompagnamento alla ricerca di lavoro sul territorio per poi arrivare alla ricerca di una soluzione abitativa indipendente. CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Provincia di Cuneo Il contesto territoriale di riferimento del progetto è la Provincia di Cuneo con una popolazione di circa 590.833 al 31.07.2010 (fonte Istat). E’ la provincia più vasta del territorio piemontese, ma anche una delle meno popolate, nonostante negli ultimi anni si sia comunque registrato un discreto aumento demografico. La particolare conformazione del territorio, composto da una parte montuosa, una pianeggiante e una collinare costellata da numerosi paesini, fa sì che la rete urbana e stradale in generale della provincia risulti essere molto frammentata. La viabilità infatti risulta essere molto problematica proprio per i disagi dovuti ad un sistema di trasporti vecchio e inadeguato sia rispetto alle esigenze dei propri cittadini e delle imprese locali, sia in relazione alle esigenze di chi deve transitare in questa area da o verso Liguria o il sud della Francia; questo elemento risulta rilevante anche ai fini del nostro progetto perché la carenza nei trasporti pone non pochi ostacoli alla autonomia delle destinatarie del progetto. Un altro dato rilevante è l’aumento del tasso di disoccupazione che, mentre dal 1995 al 2007 risultava essere uno tasso di tra i più bassi d’Italia( toccando la soglia più bassa nel 2004 con il 2,2%) negli ultimi tre anni ha subito un aumento considerevole. Solo per dare un idea dell’andamento del fenomeno riportiamo come dato, che nel periodo gennaio‐settembre 2009, rispetto agli stessi mesi del 2008, in Piemonte le persone in cerca di un’occupazione sono passate da 94.000 unità a ben 130.000 unità, corrispondenti ad un rialzo che sfiora il 40%. Il dato, fornito dall’Osservatorio regionale, conferma che nel 2009 in Piemonte a crescere sono state, non a caso, solamente le forme di lavoro precarie e marginali: dal lavoro 2
intermittente a quello di natura occasionale. Per le altre forme di lavoro decisamente più stabili gli indicatori sono tutti in rosso. E così, al settembre 2009 in Piemonte il tasso di disoccupazione è balzato dal 4,8% del settembre 2008 al 6,5% del settembre 2009, ovverosia su valori ben oltre la media del Settentrione dove si registra un tasso di disoccupazione al 5,1%. Questo tasso raggiunge il 6,5 % se si parla di stranieri maschi e tassi del 12,2% se si considerano le donne straniere. In situazioni di gravi problemi occupazionali la difficoltà di incontrare il lavoro, quindi, per gli stranieri ed in particolare per le straniere aumentano, non tanto a causa di fenomeni riconducibili a pregiudizi razziali quanto piuttosto a selezioni sempre più esigenti per quanto riguarda la formazione professionale e soprattutto la conoscenza della lingua italiana. Collegato a questo quadro causale si può facilmente immaginare che donne in gravi difficoltà possano più facilmente cadere nelle maglie della criminalità organizzata CONTESTO SETTORIALE DI RIFERIMENTO IL PROBLEMA DELLA TRATTA DI ESSERI UMANI IN PROVINCIA DI CUNEO Il problema della tratta, soprattutto a scopo di sfruttamento sessuale, coinvolge molte aree del Piemonte; ma altre forme di sfruttamento, lavorativo, a scopo di accattonaggio o di impiego nelle economie illegali, sono presenti sulla scena regionale e coinvolgono sia persone adulte che minori. In generale il traffico degli esseri umani è un fenomeno in costante evoluzione: le organizzazioni criminali che lo gestiscono si riorganizzano continuamente per garantire continuità agli ingenti incassi che ne derivano, per questo motivo ad ogni azione di prevenzione e contrasto, organizzata anche in collaborazione con altre associazioni e con le forze dell’ordine, corrisponde una reazione da parte delle organizzazioni criminali che sostituiscono rapidamente le donne che si sottraggono al racket ed accedono a programmi di protezione sociale con altre ragazze che reclutano in zone sempre più remote dei paesi di origine. Le condizioni economiche, sociali e culturali che caratterizzano i paesi di origine e di destinazione, e il desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita emigrando da contesti in cui sono presenti povertà, disoccupazione, conflitti o regimi repressivi, sono tra le principali cause che, spingendo le persone a voler migrare, le rendono più vulnerabili nei confronti delle organizzazioni di trafficanti. La tratta per sfruttamento sessuale di donne e minori resta predominante e, nonostante i molteplici interventi messi in atto, continua ad essere diffusa su tutto il territorio provinciale . La prostituzione di strada è presente ovunque e viene esercitata prevalentemente su strade urbane ed extraurbane, su statali e nelle aree delle stazioni ferroviarie. A questo proposito sembra interessante segnalare la particolare conformazione del territorio provinciale cuneese, composto da una parte montuosa, una pianeggiante e una collinare costellata da numerosi paesini. Questo come si accennava poco sopra fa sì che la rete urbana e stradale in generale della 3
provincia risulti essere molto frammentata e ricca di percorsi urbani ed extraurbani lunghi tortuosi e con sviluppi di tipo ramificato che ben si prestano a diventare sede di prostituzione. Va considerato insieme a ciò che le persone che ogni giorno percorrono le strade verso la Francia o la Liguria o che semplicemente si muovono all’interno della provincia per lavoro sono milioni. Il profilo delle vittime di sfruttamento sessuale in strada risulta piuttosto uniforme su tutto il territorio. Si tratta prevalentemente di donne di nazionalità nigeriana, provenienti da Benin City ma anche da villaggi più remoti della Nigeria; le equipe delle Unità di strada , che permettono agli operatori di entrare direttamente in contatto con le persone che si prostituiscono in strada, riscontrano un significativo abbassamento dell’età delle donne, spesso minorenni, anche se non dichiarano mai la minore età. Le donne riportano spesso storie connotate da violenze e soprusi da parte degli sfruttatori e molto spesso portano sul corpo i segni dei maltrattamenti subiti. Rimangono costanti anche in strada gli episodi di furti, aggressioni e ingiurie. Ciò è possibile poiché continua ad essere difficoltoso per le donne denunciare gli episodi di violenza a causa della condizione di clandestinità o per paura di vendette da parte degli aggressori. I prezzi delle prestazioni sono sempre più bassi e le donne sono presenti in strada con qualunque condizione atmosferica, spesso affamate o in precarie condizioni di salute. La nostra associazione rileva inoltre, sempre più frequentemente, la presenza di donne in gravidanza e l’aumento delle fragilità psicologiche. Su tutto il territorio regionale si assiste ad un progressivo spostamento della prostituzione in luoghi chiusi e difficilmente raggiungibili da parte di enti ed associazioni. Le persone trafficate che vengono sfruttate nell’ambito della prostituzione in luoghi chiusi, oltre ad essere sottoposte a ritmi di lavoro molto elevati, sono infatti spesso spostate da un appartamento all’altro, rendendo difficile l’intervento delle Forze dell’Ordine e causando nelle vittime, un isolamento sociale che le lega ancora di più all’organizzazione che le sfrutta. Inoltre spesso sono scarsamente informate sui rischi sanitari che corrono e sulla possibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, diffidano dei servizi sanitari e manifestano scarsa conoscenza in materia di diritti. I dati forniti dalla ricerca interregionale affidata per il Piemonte all’Associazione PIAM nel 2007, rilevano circa 1700 donne straniere che si prostituiscono in strada e circa 1200 che si prostituiscono al chiuso per un totale di 2900 donne ( dati che possono essere confermati grazie a ricerche più recenti ma non sintetizzate, anche per l’anno corrente). Per quanto riguarda la provincia sede e beneficiaria del progetto, i dati forniti dalla stessa ricerca interregionale su un periodo di analisi che va dal 2005 al 2010 riferiscono che nella provincia di Cuneo ‐ La maggior parte delle prostitute che operano nella provincia è di origine africana. ‐ Le ragazze sono residenti a Torino e vengono condotte sul posto di lavoro da accompagnatori privati, non sempre facenti parte dell’organizzazione sfruttatrice. 4
‐ A Cuneo e Mondovì, inoltre, sembra molto diffuso e redditizio lo sfruttamento della prostituzione in appartamento, che peraltro richiama clientela anche da fuori provincia. ‐ Negli anni che vanno dal 2005 al 2010 sono state chiuse sette case di appuntamenti. ‐ Le reti che gestiscono la prostituzione al chiuso si avvalgono della collaborazione di persone di diversa nazionalità: sono italiani generalmente i gestori dei locali che sfruttano l’attività prostituiva ed i fornitori della logistica, le reti straniere si occupano del reperimento e della gestione delle donne coinvolte. Per quanto riguarda ancora la provincia di Cuneo secondo una stima del Gruppo Abele che nel 2007, ha intervistato 100 donne con le quali varie associazioni hanno preso contatto in strada, emergono questi dati: Età delle donne che si prostituiscono in strada (Nigeria) 20‐25 anni 62% * 26‐30 anni 38% *questo dato comprende anche quelle donne probabilmente minorenni che hanno riferito un’età diversa Età delle donne che si prostituiscono in strada (Europa orientale) 18‐20 anni 23% 21‐25 anni 36% 26‐30 anni 36% 36‐40 anni 5% Nazionalità delle donne che si prostituiscono in strada Albania 42 Nigeria 37% Romania 9% Moldavia 3% Ucraina 3% Macedonia 3% Polonia 3% Titolo di studio delle intervistate Elementare 10,5% Media 28,9% Media superiore) 52,6% Laurea 7,9% Fonte: Centro Studi Gruppo Abele Attività delle intervistate nei loro Paesi di provenienza Disoccupata 26,1% Insegnante 6,5% 5
Commerciante 20,7% Impiegata 8,7% Agricoltore/operaia 6,5% Studentessa 18,5% Commessa 13% Fonte: Centro Studi Gruppo Abele. DESCRIZIONE BISOGNO GENERALE 1. Accoglienza delle donne che escono dal giro della prostituzione Nel breve periodo il bisogno che emerge è sicuramente quello di riuscire a dare accoglienza a quelle donne che intenzionate a uscire dal giro della prostituzione vengono in contatto con l’Associazione. Si ricorda a tale proposito dell’aumento delle richieste per donne incinta o con figli. 2. Ricerca di una sistemazione abitativa stabile e integrazione nel tessuto sociale. Il secondo bisogno più importante che le donne vittime della tratta evidenziano più sul lungo termine è quello di trovare una situazione abitativa stabile in cui vivere con i propri figli e farli crescere supportati da una rete che possa contribuire a risollevare la donna dallo stato di emarginazione e possa sostenerla nei momenti di bisogno. In secondo luogo il ricongiungersi con i figli che sono rimasti in Nigeria e per i quali le donne inizialmente vogliono riuscire almeno a provvedere in termini di denaro inviato nel paese di origine. Per fare questo è necessario aiutarle ad integrarsi e condurle verso una maggiore conoscenza del territorio e dei servizi che esso può offrire. 3. Difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro Le donne trafficate che iniziano un percorso di integrazione, come si sottolineava poco prima, vengono fortemente discriminate, non solo per l’appartenenza al genere femminile, ma anche a causa del colore della pelle, della cultura e del recente passato di prostitute e, ancora, nella fase di inserimento nel mercato del lavoro, si sommano ulteriori forme di debolezza per la scarsa conoscenza della lingua italiana, la scarsa professionalizzazione, una concezione del lavoro legata alla cultura del Paese di provenienza L’ultima fase nel percorso di integrazione delle vittime di tratta è infatti rappresentato dall’inserimento delle donne nei corsi di formazione professionale e dalla successiva ricerca di un lavoro stabile, fino al raggiungimento della completa indipendenza. Le tappe di questa fase si ripetono in maniera pressoché identica per tutte le donne, però, a seconda dei casi, la durata del percorso può variare da 6 a 24 oppure anche a 30 mesi. In molti casi la presenza di un fidanzato o di un marito a fianco delle donne facilita notevolmente la strada verso l’autonomia. 6
4. I rischi della strada : aumento delle maternità inattese o frutto di violenza Oltre a vivere in assoluta sottomissione ai trafficanti ed alle maman e nella più assoluta clandestinità, queste donne sperimentano i rischi della strada, quali, maltrattamenti e abusi, incidenti stradali ed uccisione. Sono ormai centinaia le ragazze che ogni anno subiscono il loro martirio sulle nostre strade da parte di clienti, di maniaci o dai trafficanti per una resa dei conti. E chi può contare il numero di tante giovani morte durante i faticosi viaggi, via terra e via mare o sparite nel nulla? Quante famiglie attendono ancora notizie che non giungeranno mai! C’è poi il rischio del contagio dell’AIDS — di cui il 10‐15% risulta HIV siero‐positiva — e quello delle gravidanze indesiderate con conseguenti aborti. Normalmente le ragazze dell’Est subiscono una media di 3 aborti ciascuna, mentre per una donna Africana, che considera la maternità il più grande valore, l’aborto non è solo l’interruzione di una vita nascente, bensì l’uccisione di una cultura. OFFERTA DELL’ENTE L’Associazione Papa Giovanni XXIII è impegnata sul fronte della Tratta in provincia di Cuneo con sei Strutture di Accoglienza, ed in particolare tre di queste, coinvolte nel presente progetto convogliano tutte le attività e servizi che l’ente ,mette a disposizione dell’intervento sulla tratta. Le Strutture coinvolte direttamente nel presente progetto sono: • Casa Famiglia San Marco di Savigliano • Casa Famiglia Santa Maria dell’Accoglienza di Cherasco • Nucleo famigliare Miglietti di Boves Le altre Strutture coinvolte nella accoglienza delle vittime della tratta che l’Ente mette in campo sono: • Casa di Accoglienza di Farigliano • Casa famiglia San Martino di Verzuolo • Casa Famiglia Santa Chiara di Narzole Grazie al censimento delle accolte fatto nelle varie strutture al momento dell’accoglienza riesce a fornire per la sola provincia di Cuneo questi dati che fanno emergere aspetti demografici importanti: LE RAGAZZE ACCOLTE NELLE STRUTTURE IN PROVINCIA DI CUNEO AL MOMENTO SONO 53 con i loro 22 figli, 10 donne sono incinta. Le persone prese in carico dall’ente sono prevalentemente donne di nazionalità nigeriana vittime di sfruttamento della prostituzione in strada (il 65,9% del totale). 7
ETA’: Circa la metà delle persone prese in carico nell’ambito del progetto 27 su 53 (51,4%), ha un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, 23 persone (43,3%) sono entrate nei programmi di assistenza e integrazione sociale ad un’età compresa tra i 26 e i 30 anni, 3 persone (5,3% )tra i 31 e 35 anni. Rispetto all’inserimento delle donne vittime di tratta nei programmi di assistenza e integrazione sociale, si vuole qui evidenziare come per le donne nigeriane, anche qualora vi sia una volontà di riscatto che spinge a uscire dal circuito di sfruttamento, si pongono spesso ulteriori ostacoli che rendono ancora più difficile per queste donne intraprendere un percorso finalizzato al raggiungimento dell’autonomia. Da un lato le forme di discriminazione che le vittime di sfruttamento sessuale nigeriane incontrano durante il percorso di integrazione sociale sono legate, oltre all’appartenenza di genere e al recente passato di prostitute, anche a fattori culturali e al colore della pelle. Inoltre, (come ricorda una recente ricerca dell’UNICRI/AICCRE), esiste un nesso molto forte tra la tratta delle giovani donne nigeriane e il basso livello di istruzione e la mancanza di opportunità per ottenere un reddito. L’impossibilità da parte delle famiglie di sostenere i costi per garantire un’adeguata educazione rende estremamente difficile per queste ragazze accedere al mercato del lavoro formale nel paese di origine, e le rende più vulnerabili favorendo la loro offerta come potenziali vittime della tratta di esseri umani. L’inserimento nel mondo del lavoro, una volta iniziato il percorso di protezione sociale, viene pertanto reso ancora più difficoltoso dal fatto che, ancora prima di poter accedere ad una formazione professionale adeguata, per queste donne (talvolta anche analfabete) si rende necessario iniziare un percorso educativo elementare. NUMERO FIGLI* 23 DONNE 1 SOLO FIGLIO 15 2 FIGLI 15 SENZA FIGLI *(DI CUI 22 VIVONO IN STRUTTURA CON LA MAMMA E PER GLI ALTRI SI PENSA AD UN RICONGIUNGIMENTO) Modalità di emersione Il percorso di emersione che porta le vittime di tratta che escono dalla condizione di sfruttamento ad entrare in contatto con l’ Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII può essere determinato da vari fattori. Si evidenzia un numero consistente di vittime che hanno telefonato o si sono recate presso le strutture autonomamente per chiedere aiuto o per avere informazioni; secondo le indicazioni degli operatori, in questa decisione gioca un 8
ruolo fondamentale il “passaparola”: molte donne infatti scambiano i numeri di telefono degli uffici o i nomi degli operatori di riferimento con altre vittime, contribuendo così a far maturare la decisione di entrare in contatto con gli enti e le associazioni che possono supportarle nell’uscita dai circuiti di sfruttamento. Unità di strada 20 Forze dell'ordine 2 Autonomamente 10 Amico/a‐conoscente della vittima 3 Istituzioni locali 1 Cliente 5 Colleghi/e della vittima 6 Numero verde nazionale 3 L’Associazione rende noto che le richieste di accoglienza a cui non si è potuto dare risposta durante il 2010 sono state 48 ( 45 donne e 3 bambini) per il 2011 si prevedono altrettante richieste. Per quanto riguarda il percorso di autonomia delle 53 donne: 40 donne hanno frequentato corsi di alfabetizzazione forniti dall’associazione o da enti formativi che collaborano con l’Associazione 19 hanno usufruito di tirocini lavorativi retribuiti 15 donne hanno trovato lavoro all’esterno ma solo 10 hanno ottenuto un contratto a tempo determinato. 7 hanno avuto più esperienze lavorative durate meno di tre mesi ed ora sono nuovamente disoccupate. In tutto delle 53 donne quelle che potrebbero essere inserite nel mondo del lavoro (alcune di esse hanno figli molto piccoli o stanno portando avanti una gravidanza) ma che risultano disoccupate sono 32. Servizi Analoghi Nel solo territorio in cui ha sede il progetto gli stranieri sono 32.239 (dati forniti dalla Provincia di Cuneo al 31.12.2009) su un totale di 52.761 su tutta la provincia, e si considera che da molti di essi potrebbe esserci la necessità di corsi di alfabetizzazione. Molte sono le segnalazioni ai servizi sociali di donne che necessitano di un accompagnamento psicologico e/o alla genitorialità ma molte di esse non possono incontrare risposta nei servizi provinciali preposti. Altre associazioni segnalano una difficoltà nel dare risposte al bisogno di accoglienza a donne e bambini che arrivano da situazioni grandi di disagio legate allo sfruttamento. 9
Di seguito elenchiamo le associazioni che erogano risposte a servizi analoghi sul fenomeno della Tratta in provincia: Provincia di Cuneo
Associazione albanese Besa' Associazione Mergimtari' Associazione MondoQui' Associazione romena C.I.C. (Coordinamento Immigrati Cuneo)
Caritas Diocesana (Saluzzo) Centri per l'impiego Centro ISI (Informazione Salute Immigrati)‐
CNCA Piemonte 'Casa Famiglia Aim Karim‐Saluzzo'
'Casa ristoro e pace'
'Centro di accoglienza maschile Caritas‐Saluzzo' 'Centro di accoglienza "l'Alternativa"‐Bra' 'Centro di Accoglienza "Villaggio della Gioia"‐
Narzole Cuneo'
'Centro di ascolto del Gruppo Missionario‐Ceva' 'Centro Diocesano Migrantes
'Centro Migranti ‐ Sportello Informativo. Cuneo' 'Centro Operativo "Il Villaggetto"‐Boves' Comunità Prima Accoglienza femminile‐Cuneo'
Immigrazione e dipendenze ‐ CNCA Piemonte
Servizio stranieri del Comune di Alba Sportello Informativo di Bagnolo Piemonte
Sportello Informativo di Barge Sportello Informativo di Fossano Sportello Informativo di Saluzzo Sportello Informativo di Savigliano 'Centro Operativo "Villa Bossea"‐Borgo San Giuseppe Cuneo'
'Centro unificato Caritas ‐ S. Vincenzo‐Cuneo' Gruppo Emmaus‐Boves'
'Comunità islamica di Cuneo'
'Comunità "Casa della Giovane"‐ Cuneo' 'Consulta degli stranieri di Fossano' 'Cooperativa l'Arca‐Cuneo'
'Cooperativa Orso'
'A.P.M. (Associazione Provinciale Migranti)‐ 'Cooperativa "La Tenda"‐ Cuneo'
'Al Warda‐il fiore' 'Dalla parte dell'educare'
'Alloggi Santa Barbara, Cuneo' 'Granello di Senape'
'Informagiovani ‐ Sportello Immigrati‐Alba' 'ANOLF ‐ Sportello Immigrati‐Cuneo' 'Assocaizione Somala Stella' 'Mensa cittadina‐Cuneo'
'Associazione Incontrarci'‐Cuneo 'Ostello di accoglienza O.A.S.I.‐Cuneo' 'Associazione Mosaico‐Bra' 'Parrocchia di San Giovanni Bosco‐Cuneo' 'Associazione Provinciale Migranti'‐Cuneo
'Associazione "Centro Famiglia Luca e Giulio"'
'Associazione "Orizzonti di pace"‐Cuneo'
'C.A.V. ‐ Centro di Aiuto alla Vita‐Saluzzo'
'S.A.F. (Solidarietà ‐ Aiuto assistenziale ‐ Fraternità) Cuneo'
'Sportelli Informativi‐Mondovì, Ceva, Dronero' 'Sportello Stranieri ‐ Bra'
'Sportello Unico Integrato‐ Fossano, Savigliano Saluzzo'
'Sportello Unico per l'Immigrazione‐Cuneo' 'Caritas Diocesana ‐ Fossano' 'Caritas Diocesana, Cuneo' BISOGNI SPECIFICI 1. L’ Incremento dei percorsi di inserimento lavorativo risulta essere, dalla nostra analisi ed esperienza, la prima tra le emergenze da affrontare per poter offrire una possibilità concreta di integrazione 2. L’inadeguatezza di molte delle ragazze accolte davanti ad una maternità sovente inattesa se non addirittura vittima di violenza richiede come secondo bisogno specifico a cui il presente progetto intende rispondere il sostegno alla genitorialità delle 22 mamme accolte e delle mamme che entreranno in struttura 10
7) Obiettivi del progetto: OBIETTIVO GENERALE L’obiettivo che ci si prefigge attraverso il progetto è quello di aiutare le donne vittime della tratta accolte nella struttura dell’Associazione ad acquisire le competenze necessarie per un buon inserimento nel territorio provinciale rivolto ad una indipendenza in grado di soddisfare il bisogno di autonomia della donna. BISOGNO DEL CONTESTO 1 Incremento dei percorsi di inserimento lavorativo OBIETTIVI SPECIFICO 1 INDICATORI DI RISULTATO
‐Test richiesto dalla Questura di Attivazione del maggior Cuneo numero possibile di ‐Somministrazione di un questionario percorsi di inserimento da noi redatto per verificare le lavorativi competenze acquisite in itinere. −n°di esperienze di tirocinio svolte ‐N° di borse lavoro ‐N° di contratti lavorativi realizzati ‐Questionari di soddisfazione RISULTATI ATTESI Ci proponiamo di portare nell’arco di sei il livello di conoscenza della lingua ad un risultato sufficiente tale da permettere alle ragazze di superare il test della questura per l’ottenimento del permesso di soggiorno Maggiore capacità di orientamento nel contesto socio culturale di riferimento Dare al maggior numero di ragazze almeno una opportunità di formazione/tirocinio ed una possibilità legata all’inserimento nel mondo del lavoro SITUAZIONE DI ARRIVO: ogni ragazza avrà iniziato e concluso il percorso formativo che inizia con il corso di alfabetizzazione passa attraverso una proposta formativa o di tirocinio sul territorio per arrivare ad un inserimento lavorativo. BISOGNO DEL CONTESTO 2 Sostegno alla genitorialità delle 22 mamme accolte e delle mamme che entreranno in struttura OBIETTIVO INDICATORI DI RISULTATO
RISULTATI ATTESI SPECIFICO 2 Realizzazione di percorsi personali e di gruppo per le 22 mamme con figli e per le 10 mamme che stanno vivendo la gravidanza N° di mamme che aderiscono alla proposta effettuata Somministrazione di questionari di soddisfazione circa il percorso Aiutare le future mamme ad realizzare una maggiore consapevolezza sia circa il percorso di gravidanza sia nell’essere mamme sia nell’accettazione di figli non attesi o frutto di violenze subite ‐creare gruppi di auto mutuo aiuto SITUAZIONE DI ARRIVO: le donne in gravidanza arriveranno pronte al parto attraverso il percorso di elaborazione e accompagnamento. Le mamme con figli in struttura avranno raggiunto un buon grado di consapevolezza della loro genitorialità e avranno condiviso il loro percorso con altre mamme creando una base di confronto utile al rafforzamento del loro ruolo educativo, sia nella fase preparto che post‐parto. 11
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi L’ideazione del progetto LA NUOVA ALBA si è articolata secondo una serie di attività, che si svolgeranno nel periodo temporale compreso tra GIUGNO 2011 e GENNAIO 2012. In particolare si svolgeranno le seguenti attività preliminari: 9 Incontri di coordinamento con gli operatori delle tre strutture di accoglienza per identificare i bisogni specifici delle strutture; 9 Incontri con il responsabile del Servizio Internazionale Antitratta dell’Associazione per avere un quadro generale del fenomeno a livello internazionale e per ottenere informazioni relativamente alle attività di sensibilizzazione messe in atto per contrastare il fenomeno; 9 Incontri con i due coordinatori del servizio Antitratta dell’Associazione competenti sul territorio della provincia di Cuneo 9 Mappatura dei bisogni del territorio attraverso contatti con i Servizi Sociali e le associazioni locali; 9 Lettura dell’evoluzione del fenomeno dell’Antitratta a livello nazionale attraverso i dati delle Unità di strada dell’Associazione e anche degli atti del Dipartimento delle Pari Opportunità della Regione Piemonte, dell’Osservatorio dello stesso; 9 Attività di Unità di Strada sul territorio della Provincia di Cuneo; 9 Accoglienza delle vittime nelle strutture dell’Ente proponente; 9 Lettura del report “Piemonte contro la tratta” e “Piemonte contro la tratta 2” (progetto che ha messo in rete 10 associazioni che svolgono unità di strada e molteplici enti istituzionali provinciali e regionali, a cui l’Associazione ha partecipato come partner; 9 Verifica delle risorse materiali, strumentali e di personale dell’Associazione; 9 Incontri con gli enti che si occupano di inserimento lavorativo per le vittime della tratta presenti sul territorio per la messa in rete delle risorse; 9 Verifica di collaborazioni con Istituzioni quali Questure e Prefetture, Associazioni che si occupano di percorsi art.18 o art. 13, Asl, Centri per l’impiego; 9 Consultazione dei Piani di Zona; 9 Definizione degli obiettivi, dei piani d’attuazione e delle attività; 9 Stesura dell’elaborato progettuale. 12
OBIETTIVO SPECIFICO 1
Implementazione di percorsi di inserimento socio‐ lavorativo MESI 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
ATTIVITA‐AZIONI
0. PREPARATORIA 1. PIANIFICAZIONE ATTIVITA’ 1.1. Rilevamento bisogni 1.2. Programmazione 2. ATTIVAZIONE CORSI
2.1 Ricerca di opportunità formative sul territorio
2. 2 corso di alfabetizzazione 2.3 Attivazione altri corsi 3.ATTIVITA’ DI INSERIMENTO LAVORATIVO
3.1. Attivazione di tirocini presso aziende 3.2 Accompagnamento ricerca del lavoro
4. ATTIVITA’ DI SOCIALIZZZAZIONE 4.1. Programmazione attività 4.2. Realizzazione attività 5. VERIFICA DEI PERCORSI OBIETTIVO SPECIFICO 2
Incremento dei percorsi personali e di gruppo di sostegno alla genitorialità per le 22 mamme con figli e per le 10 mamme che stanno vivendo la gravidanza MESI AZIONI
0. PREPARATORIA 1. PIANIFICAZIONE ATTIVITA’ 1.1. Rilevamento bisogni 1.2. Programmazione 2. ELABORAZIONE DEI PERCORSI INDIVIDUALI 2.1. Verifica dei progetti precedenti 2.2. Stesura progetti individualizzati 3. INCREMENTO DEI PERCORSI DI SUPPORTO ALLA MATERNITÀ 3.1 accompagnamento della donna nel periodo della gravidanza 3.2. accompagnamento in gruppo di confronto 4. SUPPORTO ALLA GENITORIALITÀ DELLE DONNE CON FIGLI 4.1 ‐accompagnamento in gruppo delle mamme 4.2 – colloqui individuali 5. VERIFICA 0 1 2 3 4
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OBIETTIVI SPECIFICO 1 Implementazione di percorsi di inserimento socio‐ lavorativo ATTIVITA’ 0. Preparatoria ATTIVITA1. PIANIFICAZIONE ATTIVITA’ •
Selezione delle Allieve 9 Riunione in ogni struttura con i responsabili per descrivere l’attività del corso di alfabetizzazione e raccogliere le opinioni ed i bisogni dal loro punto di vista 9 Riunione con le ragazze accolte in struttura e proposta in plenaria 9 Definizione dei tempi e delle modalità di frequenza al corso AZIONE1.1. Rilevamento bisogni Colloquio preliminare e valutazione del livello di comprensione 9 Stesura in equipe di un’intervista in forma cartacea a cui rispondere per iscritto da sottoporre alle ragazze 9 Confronto in equipe sulle modalità e parametri del colloquio orale 9 Suddivisione del lavoro di intervista 9 Incontro con ogni ragazza e intervista sotto forma scritta e orale AZIONE 1.2 PROGRAMMAZIONE 9 Definizione dei gruppi a seconda del livello di partenza 9 Incontro d’equipe per raccolta dati e confronto 9 Definizione di una graduatoria ai fini di una divisione delle beneficiarie in tre gruppi ‐(livello 1 analfabete) (livello 2 scarsa conoscenza dell’italiano scritto e parlato) (livello 3 conoscenza avanzata) 9 Divisione delle ragazze nei 3 gruppi Programmazione e scelta del testo 9 Ricerca libri di testo 9 Definizione delle materie da insegnare 9 Raccolta definitiva di disponibilità docenti 9 Confronto in equipe sui libri d’adottare 9 Definizione delle appendici e integrazioni da inserire 9 Definizione di un orario definitivo 9 Definizione delle aule 9 Scelta e intestazione registri presenza 9 Acquisto materiale didattico ATTIVITA’ 2 – ATTIVAZIONE CORSI AZIONE 2.1 Ricerca di opportunità formative sul territorio 9 Identificazione del bisogno formativo specifico/attitudine lavorativa 9 Colloquio con le ragazze accolte per orientamento lavorativo 9 Verifica della conoscenza della lingua italiana scritta e parlata 9 Analisi degli interessi riscontrati dal colloquio con le ragazze 9 Analisi delle competenze possedute 9 Stesura del curriculum vitae 9 Valutazione del singole opportunità formative trovate per le donne straniere che hanno partecipato al corso di alfabetizzazione 9 Contatto con gli enti dediti alla formazione del personale 9 Ricerca su internet di stage formativi attraverso i siti degli enti formatori del territorio 9 Inserimento ambito formativo esterno prescelto 9 Accompagnamento ai colloqui con enti territoriali per la formazione professionale o
Partecipazione a corsi di formazione organizzati AZIONE 2. 2 corso di alfabetizzazione 9 Grammatica italiana 9 Lettura e comprensione di un testo 9 Orientamento sul territorio 9 Verifica e valutazione 9 Incontro di verifica con le insegnanti per formulare il testo d’esame •
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Scelta degli argomenti Compilazione degli esercizi Verifica scritta Colloqui orali Colloqui individuali Valutazione degli elaborati e del colloquio orale Riunione d’equipe Restituzione alle allieve dei risultati AZIONE 2.3 Attivazione altri corsi 9
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Educazione civica e cultura italiana Geografia politica e amministrativa e fisica dell’Italia La Costituzione Italiana Verifica e valutazione Incontro di verifica con le insegnanti per formulare il testo d’esame Scelta degli argomenti Compilazione degli esercizi Verifica scritta Colloqui orali Colloqui individuali Valutazione degli elaborati e del colloquio orale Riunione d’equipe Giudizi Voti 3.ATTIVITA’ DI INSERIMENTO LAVORATIVO AZIONE 3.1 ATTIVAZIONE DI TIROCINI PRESSO AZIENDE 9 Verifica delle aziende disponibili ad attivare tirocini lavorativi 9 Ricerca su internet e sugli elenchi preposti delle aziende del territorio diviso per categorie 9 Contatto via mail per presentare la proposta all’azienda 9 Contatto telefonico 9 Visita in azienda e colloquio di proposta 9 Inserimento in azienda sede di tirocinio 9 Presentazione della ragazza 9 Accompagnamento in azienda per visita preliminare 9 Colloquio con i responsabili e tutor 9 Inserimento 9 Tutoraggio dell’inserimento 9 Visite in azienda 9 Contatti telefonici con il tutor 9 Altre attività e azioni di monitoraggio AZIONE 3.2 ACCOMPAGNAMENTO RICERCA DEL LAVORO 9 Analisi degli interventi passati tirocini/esperienze formative 9 Valutazione degli abbandoni ed eventuali correttivi 9 Somministrazione di un questionario alle ragazze che hanno usufruito di un tirocinio lavorativo 9 Somministrazione di un questionario alle aziende che hanno ospitato i tirocini lavorativi 9 Elaborazione dei questionari raccolti e verifica delle cause di fallimento o di riuscita dell’inserimento 9 Verifica disponibilità nelle aziende che hanno assunto ragazze nei percorsi precedenti ad assumere altre dipendenti 9 Compilazione curriculum vitae per ogni ragazza 9 Colloqui con le singole ragazze per compilazione parte anagrafica 9 Compilazione dati anagrafici 9 Iscrizione ai centri per l’impiego territoriali 9 Iscrizione alle agenzie interinali 9 Distribuzione curriculum e domande di lavoro sul territorio 9 Inserimento in azienda 9 Accompagnamento sul luogo di lavoro 15
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Sostegno iniziale alla gestione del denaro
Incontri con i referenti delle aziende per la valutazione del percorso lavorativo Studio del percorso casa‐lavoro Organizzazione trasporto Accompagnamento nella ricerca di vestiario appropriato allo svolgimento della mansione quali divise o altro Tutoraggio in itinere Telefonate in azienda al responsabile Telefonate e colloqui con le ragazze Visite in azienda Valutazione intermedia Rinforzo delle competenze Valutazione finale 4. ATTIVITA’ DI SOCIALIZZZAZIONE AZIONE 4.1. Programmazione attività 9 Incontro con i responsabili delle strutture per individuare bisogni e risorse 9 Riunione con le ragazze per raccogliere richieste e proposte 9 Contatto con parrocchie del territorio 9 Contatti con volontari e associazioni giovanili 9 Contatti con associazione di stranieri in provincia di Cuneo 9 Raccolta informazioni circa corsi e proposte legate al tempo libero 9 Proposte alle ragazze interessate AZIONE 4.2. Realizzazione attività •
Iscrizione ai corsi •
Inserimento nei gruppi e associazioni •
Proposta e frequenza ai momenti risocializzanti dell’ Ente‐ Associazione Papa Giovanni XXIII‐ quali campi di condivisione, incontri per i giovani e feste, laboratori creativi e artistici o sportivi già attivati AZIONE 5. VERIFICA DEI PERCORSI •
Studio degli andamenti e frequenze ai corsi •
Valutazione numero nuovi contatti •
Somministrazione schede rilevamento soddisfazione •
Raccolta nuove proposte OBIETTIVO SPECIFICO 2 Proposta di percorsi personali e di gruppo per le 22 mamme con figli e per le 10 mamme che stanno vivendo la gravidanza ATTIVITA’2.1 – CREAZIONE DEL GRUPPO DELLE MAMME Azione 2.1.2. – creazione del sottogruppo mamme in attesa e di 2 gruppi mamme con figli 9
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Incontro con i responsabili delle strutture Incontro con le donne in esame Raccolta adesioni Compilazione schede a cura delle figure proponenti di dati e informazioni utili alla programmazione Inserimento nei gruppi ATTIVITA’2.2– SUPPORTO ALLA MATERNITÀ NON ATTESA E/O NON DESIDERATA Azione 2.1.3. ‐ individuazione dei bisogni emersi 9 Incontri di conoscenza e prima condivisione 9 Giochi di ruolo 9 Materiale video e condivisione vissuti in plenaria 9 Proposta di percorsi personalizzati Azione 2.2.1 – colloqui individuali con le donne in gravidanza ed elaborazione del vissuto della donna 9 laboratori e attività specifici 9 La gestione delle emozioni 9 Adattamento alla maternità 16
Azione 2.2.2. – accompagnamento della donna nel periodo pre‐parto
9 Accompagnamento della donna nelle seguenti attività: 9 iscrizione e frequenza ai corsi preparto presenti sul territorio 9 visite ginecologiche 9 essere mamma: individuazione dei bisogni del nascituro 9 preparazione del corredo del nascituro 9 presa coscienza del corpo che cambia 9 Informazioni di igiene e cura della gestante 9 Informazioni circa il parto 9 Acquisto dell’abbigliamento pre‐maman Azione 2.2.3 Accompagnamento in gruppi di confronto Argomenti e attività proposte: 9 Ginnastica pre‐parto 9 Attività in piscina 9 L’allattamento 9 Le paure del parto 9 Il parto 9 Ruolo della mamma 9 Il papà 9 Attaccamento 9 Sviluppo del sè ATTIVITA’ 2.3 SUPPORTO ALLE MAMME CON FIGLI Azione 2.3.1 accompagnamento in gruppo delle mamme •
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Argomenti trattati negli incontri di gruppo: Il gioco Capire il proprio figlio e intuirne i bisogni Sviluppo intellettivo e affettivo del bambino I bisogni della mamma Paure e ansie Difficoltà Mancanza del papà / compagno Diffusione e visione di materiale pedagogico Iscrizione alle biblioteche territoriali Affiancamento nell’ inserimento scolastico dei bambini nella scuola Colloqui con gli insegnanti Letture e materiale video per attivare la discussione Attivazione momenti e laboratori per mamme e figli Azione 2.3.2 colloqui individuali •
Percorsi individuali e personali a seconda dei bisogni e delle richieste 8.2 Risorse Umane Riepilogo RUOLO Responsabili di servizi Coordinatori e responsabili di sedi Psicologo Educatori volontari Infermiere insegnante medico NUMERO TOTALE PERSONALE COINVOLTO
NUMERO
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Obiettivo Specifico 1 Implementazione di percorsi di inserimento socio‐ lavorativo N° Risorsa umana/Ruolo Specifica professionalità ATTIVITA’ svolte rispetto ed attinenza all’obiettivo specifico 1 Responsabile Servizio
Antitratta della Provincia di Cuneo (Dipendente) 1 Insegnante (Volontario) Esperienza pluriennale nella
gestione delle strutture di accoglienza, nel coordinamento dei progetti di art.13 e art.18, nel contrasto alla tratta di esseri umani, nelle Unità di Strada. Laurea Magistrale in Lingua e Letteratura Straniera Esperienza pluriennale di insegnamento e sostegno scolastico. 4 Responsabili e coordinatori di struttura 2 (Dipendenti) 2 (Volontari) 3 Educatori Professionali 2 (Volontari) 1 (Dipendente) Tale Figura svolge un ruolo di coordinamento su tutte le attività previste dal presente progetto 0. PREPARATORIA 2.Attivazione corsi AZIONE 2. 2 corso di alfabetizzazione 2.3 Attivazione altri corsi 1 Dott.ssa in scienze dell’Educazione. 4. ATTIVITA’ DI SOCIALIZZZAZIONE
Esperienza pluriennale come 5. VERIFICA DEI PERCORSI coordinatrice in centri diurni. 3.ATTIVITA’ DI INSERIMENTO responsabile dal 1991 di casa Famiglia. LAVORATIVO Esperienza pluriennale di Pratica psicomotoria a livello educativo e in campo rieducativo Esperienze di vissuto psicomotorio e di espressione corporea – arte‐terapia 3 Educatori professionali : laurea Interfacoltà. Esperienza pluriennale nella gestione di gruppi. 2.Attivazione corsi Tutti in possesso del titolo di educatori AZIONE 2. 2 corso di alfabetizzazione professionali e laureati in scienze dell’Educazione Esperienza pluriennale come supporto a bisogno disabili e non, e gestione di 3 Volontari gruppi; ‐Suora domenicana diplomata istituto magistrale ‐Ex volontaria di servizio civile laureanda in scienze dell’Educazione ‐ volontaria dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII con esperienza di affido e accoglienza minori stranieri 2.Attivazione corsi 2.3 Attivazione e sviluppo altri corsi ( in particolare offre la loro disponibilità tre mattine a settimana come baby‐sitters per i neonati che seguono la mamma al corso di alfabetizzazione) Obiettivo Specifico 2 Proposta di percorsi personali e di gruppo per le 22 mamme con figli e per le 10 mamme che stanno vivendo la gravidanza N° Risorsa umana/Ruolo Specifica professionalità ATTIVITA’ svolte rispetto ed attinenza all’obiettivo specifico 1 Responsabile Servizio
Antitratta della Provincia di Cuneo Esperienza pluriennale nella
gestione delle strutture di accoglienza, nel coordinamento dei progetti di art.13 e art.18, nel contrasto alla tratta di esseri umani, nelle Unità di Strada Tale Figura svolge un ruolo di coordinamento su tutte le attività previste dal presente progetto 0. PREPARATORIA 18
4 Responsabili e coordinatori di struttura 2 (Dipendenti) 2 (Volontari) 1 Infermiere (Volontaria) 1 Psicologa (Volontaria) 4 Educatori Professionali 2 (Dipendenti) 2 (Volontari) 1 Medico (Volontaria) 1 Dott.ssa in scienze dell’Educazione. Esperienza pluriennale come coordinatrice in centri diurni. responsabile dal 1991 di casa Famiglia. Esperienza pluriennale di Pratica psicomotoria a livello educativo e in campo rieducativo. Esperienze di vissuto psicomotorio e di espressione corporea – arte‐terapia 3 Educatori professionali con diploma e laurea in scienze dell’educazione Laurea in Scienze Infermieristiche
1. PIANIFICAZIONE ATTIVITA’ 1.2. Programmazione 1.1. Rilevamento bisogni 3. INCREMENTO DEI PERCORSI DI SUPPORTO ALLA MATERNITÀ 3.1–accompagnamento della donna nel periodo della gravidanza 3.2. – accompagnamento in gruppo di confronto Laurea Magistrale in Psicologia con 2. ELABORAZIONE DEI PERCORSI esperienza nell’accompagnamento di INDIVIDUALI 4.1 ‐ accompagnamento in gruppo delle donne vittime di violenza mamme 4.2 – colloqui individuali 5. VERIFICA 4. SUPPORTO ALLA GENITORIALITÀ DELLE DONNE CON FIGLI 3.2. – accompagnamento in gruppo di confronto Tutti con Laurea triennale in Scienze 3.1–accompagnamento della donna nel periodo della gravidanza dell’educazione. 3.2. – accompagnamento in gruppo di Esperienza pluriennale in gestione e confronto coordinamento di progetti di 5. VERIFICA accoglienza e reinserimento Laureata in medicina e chirurgia 3.1–accompagnamento della donna Specializzata in Igiene e Medicina nel periodo della gravidanza Preventiva ‐Esperienza come docente 3.2. – accompagnamento in gruppo di nella materia di “medicina sociale” confronto presso la scuola educatori 4. SUPPORTO ALLA GENITORIALITÀ professionali . Attualmente DELLE DONNE CON FIGLI dipendente presso il SER.T ASL 17 4.1 ‐ accompagnamento in gruppo delle mamme 4.2 – colloqui individuali 5. VERIFICA 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto I volontari instaureranno con il tempo, relazioni interpersonali all’interno della casa famiglia, che permetteranno la conoscenza dei disabili e degli operatori locali di progetto, a tal fine ai volontari verrà proposto fare un esperienza con vitto e alloggio per avere la possibilità di entrare a pieno nel clima relazionale della casa ed insature rapporti più significativi con i ragazzi disabili che per le difficoltà di linguaggio e comprensione richiedono dei tempi più lunghi. Il Piemonte data la sua particolare composizione demografica, e sempre stato un territorio, con una forte immigrazione interna di giovani dal Sud, come dimostrato dai tanti giovani del Sud Italia che hanno partecipato ai nostri progetti di SCN passati, pertanto riteniamo importante fornire ai giovani la possibilità di poter conoscere, attraverso l’esperienza di SCN, una realtà territoriale/ambientale/culturale diversa dalla propria, onde accrescere il proprio bagaglio culturale/esperienziale. Soprattutto nella fase iniziale al volontario verranno proposte e prospettate le varie attività possibili, secondo le priorità ed i bisogni degli utenti e delle strutture. Sarà data loro la possibilità di sperimentarle nei primi tre mesi e dopo la verifica di inizio quarto se necessario saranno apportate modifiche alle mansioni assegnate 19
OBIETTIVO SPECIFICO 1 Obiettivo specifico 1 Implementazione di percorsi di inserimento socio‐ lavorativo Il volontario collabora/partecipa: 9 Collabora con il Servizio Internazionale Antitratta alla verifica dei formatori disponibili per l’organizzazione del corso 9 Contatta gli operatori delle Unità di Strada e delle strutture dell’Associazione che accolgono vittime di tratta per proporre la partecipazione al corso di formazione 9 Partecipa al corso di formazione assieme agli operatori delle Unità di Strada e agli operatori delle strutture che accolgono vittime di tratta 9 Collabora alla stesura del calendario 9 Partecipa agli incontri di equipe periodici con gli operatori delle Unità di Strada 9 Collabora alla stesura del report intermedio e di quello finale 9
Contatto con la vittima 9
Informazione sui diritti delle vittime della strada e della legislazione esistente 9
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Ascolto della vittima Richiesta di compilazione della scheda (anonima) indicante età, nazionalità e luogo di esercizio 9
Valutazione quantitativa e qualitativa dei dati disponibili 9
Informatizzazione delle schede 9
Suddivisione per nazionalità 9
Suddivisione per età 9
Suddivisione per luogo di esercizio 9
Raccolta dei dati dai vari operatori da parte del Servizio Internazionale Antitratta e del Servizio Antitratta di Cuneo 9
Riunione con i vari operatori per mettere in luce eventuali criticità 9
Elaborazione statistica dei dati 9
Confronto con i dati precedenti 9
Comparazione con i dati disponibili a livello nazionale 9
Aggiornamento dei bisogni rilevati 9
Aggiornamento dell’evoluzione del fenomeno 9
Confronto sull’attività svolta 9
Raccolta eventuali richieste d’aiuto 9
Divisione dei ruoli 9
Verifica disponibilità delle risorse umane 9
Trasporti 9
Attività di supporto nella logistica 9
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Attività di supporto nella gestione della struttura in cui opera Collabora con gli operatori delle varie strutture all’analisi delle motivazioni degli abbandoni espresse dalle ragazze Collabora alla valutazione dei bisogni espressi dalle ragazze Partecipa alle riunioni di confronto con tutti gli operatori delle strutture coinvolte nel progetto Partecipa agli incontri di equipe con i responsabili del Servizio Internazionale Antitratta e del Servizio Antitratta di Cuneo per condividere l’evoluzione dei percorsi Collabora con gli operatori delle strutture nella valutazione dei punti di forza dei progetti di reinserimento conclusi Collabora con gli operatori della struttura alla stesura di un mini‐report interno sullo stato degli abbandoni e sui percorsi di reinserimento conclusi Assiste ai colloqui di orientamento delle ragazze accolte Collabora alla valutazione della realizzazione delle richieste riportate dalle ragazze Partecipa agli incontri d’equipe periodici interni alle strutture Verifica gli spazi e gli arredi delle strutture Collabora alla pianificazione delle attività che si svolgeranno nelle strutture Partecipa alla presentazione alle ragazze degli operatori che lavorano in struttura Collabora alla vita quotidiana della struttura Accompagna le ragazze alle visite mediche e di accertamento Collabora alla gestione della cucina e degli spazi comuni Aiuta le ragazze ad organizzarsi in turni per le pulizie di casa Partecipa agli incontri periodici di confronto all’interno della struttura sulla vita di casa e sui bisogni Collabora con il Servizio Internazionale Antitratta nella verifica che non ci siano fogli di via espulsioni in atto che possano ostacolare la progressione della domanda di permesso di soggiorno Accompagna le ragazze presso gli Uffici Immigrazione della Questura e della Assiste ai colloqui di orientamento formativo delle ragazze accolte nelle strutture Partecipa alla preparazione delle aule sede dei corsi acquista materiale di cartolibreria, libri, materiale didattico 9
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Partecipa alle attività di alfabetizzazione
Accompagna le ragazze presso i servizi territoriali utili Si occupa di trasporti e spostamenti Accompagna le ragazze in biblioteca Aiuta le ragazze nella stesura del curriculum vitae Ricerca stage su Internet attraverso i siti degli enti formatori Accompagna le ragazze ai Centri per l’impiego Accompagna le ragazze alla ricerca del lavoro presso bar, alberghi, ristoranti Accompagna le ragazze ai colloqui con enti territoriali per la formazione professionale Accompagna le ragazze sul luogo di lavoro Partecipa, con gli operatori della struttura agli incontri con i referenti delle aziende per la valutazione del percorso lavorativo della ragazza Accompagna le ragazze alla ricerca del vestiario appropriato allo svolgimento della mansione quale divise o altro Gestisce un corso di alfabetizzazione interno alla struttura dove svolge il Servizio Ricerca su Internet associazioni di volontariato che organizzano corsi e laboratori Partecipa agli incontri di equipe tra gli operatori delle varie strutture per scegliere le iniziative da organizzare Collabora alla stesura di un programma dettagliato per ogni laboratorio Collabora all’allestimento delle sale dove si svolgeranno le lezioni Ricerca di insegnanti di italiano volontari 9
Ricerca di insegnanti di informatica volontari realizzate 9
Promuovere la partecipazione ai laboratori organizzati realizzate 9
Organizzazione e partecipazione ai corsi di alfabetizzazione interni ed esterni alle strutture 9
Ricerca di associazioni di volontariato che organizzano corsi e laboratori 9
Incontri d’equipe e scelta delle iniziative da organizzare 9
Verifica della disponibilità degli insegnanti 9
Definizione degli obiettivi da raggiungere 9
Stesura di un programma dettagliato per ogni laboratorio 9
Stesura di un calendario per ogni laboratorio 9
Verifica della disponibilità degli spazi 9
Allestimento delle sale dove si svolgeranno le lezioni 9
Preparazione del materiale tecnico e didattico necessario 9
Supporto alla realizzazione degli interventi 9
Verifica di gradimento del corso 9
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Analisi delle competenze acquisite OBIETTIVO SPECIFICO 2 Proposta di percorsi personali e di gruppo per le 22 mamme con figli e per le 10 mamme che stanno vivendo la gravidanza Il volontario collabora/partecipa: 9 Partecipa agli incontri d’equipe e alla divisione dei ruoli 9 Partecipa alle agli incontri d’equipe e alla scelta delle iniziative da organizzare 9 Collabora alla scelta dei luoghi dove realizzare gli eventi 9 Collabora alla stesura di un calendario delle iniziative da organizzare 9 Affianca gli operatori nel contatto agli enti locali 9 Collabora alla scelta dei luoghi ove realizzare gli eventi 9 Collabora al reperimento e alla preparazione del materiale tecnico necessario 9 Collabora alla redazione di articoli per il mensile “Sempre” e il sito dell’Associazione 9 Collabora alla stesura del prodotto cartaceo 9 Partecipa alla ricerca del materiale esistente attraverso internet, cineteche, biblioteche 9 Collabora a reperire il materiale di consumo 9 Partecipa alla manifestazioni nazionali sul servizio civile 9 Diffonde il materiale informativo durante la manifestazione sul servizio civile 9
Organizzazione di incontri sul territorio 9
Analisi, all’interno di ogni struttura, delle motivazioni espresse dalle ragazze 9
Valutazione dei bisogni espressi dalle ragazze in ogni struttura 9
Confronto tra gli operatori di tutte le strutture coinvolte nel progetto 9
Incontri di équipe con i responsabili del Servizio Internazionale Antitratta e del Servizio Antitratta della zona di Cuneo per condividere l’evoluzione dei percorsi 9
Colloqui con le ragazze che hanno concluso il percorso di gravidanza per evidenziarne gli aspetti positivi e quelli negativi 21
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Colloqui di orientamento con le ragazze accolte 9
Collabora nella ricostruzione dell’anamnesi familiare delle ragazze 9
Analisi dei bisogni espressi 9
Valutazione della realizzazione delle richieste riportate dalle ragazze 9
Partecipa nella fase legata alla ripresa di contatti con la famiglia d’origine 9
Analisi delle capacità e delle competenze possedute dalle ragazze 9
Valutazione della capacità di autonomia 9
Verifica delle risorse messe in atto 9
Verifica delle difficoltà incontrate nella gestione delle ragazze 9
Verifica delle difficoltà legate alle differenze culturali 9
Verifica della gestione del denaro e della capacità di autonomia delle donne 9
Verifica delle procedure e dei tempi per ottenere i documenti 9
Realizzazione di incontri di equipe periodici interni alla strutture 9
verifica ed eventuale adeguamento degli spazi e degli arredi delle strutture 9
verifica della attività promosse dalla struttura e delle risorse disponibili 9
verifica e divisione dei ruoli degli operatori all’interno delle strutture 9
pianificazione delle attività della struttura 9
Presentazione degli operatori che lavorano nella struttura e dei ruoli che ricoprono 9
Presentazione della struttura e delle regole da rispettare 9
Partecipazione alla vita quotidiana della struttura 9
Presentazione del responsabile del Servizio Internazionale Antitratta e del responsabile del Servizio Antitratta di Cuneo, ai quali rivolgersi per informazioni di tipo legale o burocratico 9
Accompagnamento delle ragazze alle visite mediche di accertamento 9
Partecipazione laboratori ginnastica dolce 9
Partecipazione laboratori per mamme e figli 9
Partecipazione e collaborazione con gli operatori nelle attività di piscina 9
Colloquio e compilazione della scheda di accoglienza 9
Collaborazione nella gestione della cucina e degli spazi comuni 9
Suddivisione in turni per le pulizie di casa 9
Partecipazione alle attività previste 9
Partecipazione a incontri periodici di confronto sulla vita di casa e sui bisogni 9
Controllo e verifica delle attività che le ragazze svolgono nelle strutture 9
Accompagnamento delle ragazze agli Uffici Immigrazione della Questura e della nelle aree dove si trovano le sedi di attuazione del progetto 9
Colloqui con le ragazze per mettere in luce eventuali bisogni e necessità 9
Eventuale ricerca di nuovi operatori specializzati o di volontari 9
Incontri d’equipe, tra i responsabili di ogni struttura, il responsabile del Servizio Internazionale Antitratta , del Servizio Antitratta della zona di Cuneo e delle associazioni partner per l’organizzazione delle attività 9
Valutazione delle tematiche specifiche da affrontare 9
Valutazione dell’organizzazione di eventuali manifestazioni pubbliche legate al tema della maternità 9
Scelta dei luoghi dove concentrare gli eventi di sensibilizzazione 9
Stesura di un calendario di eventi 9
Incontri d’equipe e divisione di ruoli in base alle competenze 9
Contatti con enti locali, comuni e province per la realizzazione di fiaccolate, manifestazioni, eventi pubblici 9
Scelta della città e del luogo 9
Scelta delle metodologia dell’intervento 9
Preparazione del materiale didattico, strumentale o tecnico per la realizzazione dell’evento 9
Scelta dell’argomento specifico da trattare 22
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Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 10
Numero posti con vitto e alloggio: 6
Numero posti senza vitto e alloggio: 0
Numero posti con solo vitto: 4
13 Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 14 Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 30
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15 Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a: 1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro 2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate 3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile 4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e promozione del servizio civile 5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del servizio 6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite domenicali, campi invernali ed estivi) Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel giorno festivo di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il giorno di riposo di cui non si è usufruito Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione non è possibile prendere giornate di permesso. 23
16 Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato: N.
Sede di
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progetto
Nominativi degli Operatori Locali di
Progetto
Comune
Indirizzo Cod.
N. vol. per ident. sede
sede Cognome e Data di
nome
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Nominativi dei Responsabili Locali di Ente
Accreditato
Cognome e Data di
nome
nascita
C.F.
VEDI FILE SEDI PROGETTO
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17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima come obiezione di coscienza sostitutiva al servizio militare, poi come servizio civile nazionale, sia in Italia che all’estero. Per questa ragione, credendo profondamente nello strumento del Servizio Civile e nei valori che trasmette a livello sociale, riteniamo che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco temporale di emanazione e scadenza del bando, ma siano permanenti e attraversino trasversalmente le altre attività dell’Ente. L’Associazione ha implementato da diversi anni un ufficio centrale finalizzato alla gestione dei progetti di servizio civile, con una sede locale per le varie aree, italiane ed estere, ove opera. Nel corso di tutto l’anno riceviamo richieste di partecipazione ai progetti da parte dei giovani grazie anche l’attivazione di un numero verde, cosi come durante tutto l’anno portiamo avanti azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e la testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica attiva, operativa ed immediata. Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione A = 82 del Servizio Civile Nazionale Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione C = 40 del progetto “Frutti di dignità” TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZAZZIONE: A+C = 122 Alle suddette 122 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi un elevato grado di rilevanza. Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività: Programma di sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ N° ORE Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale (nel mese di maggio) a Rimini, e a cui A 14 partecipano tutte le zone periferiche a livello nazionale ed internazionale dell’associazione. I volontari in servizio civile di tutto il territorio si occupano della gestione del banchetto. 25
Collaborazione fissa con il mensile “Sempre” attraverso la rubrica “Frontiere di pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero Collaborazione fissa con il giornalino trimestrale “Volontariamente‐ il Taccuino delle Buone Notizie” Partecipazione alle iniziative locali, patrocinate dal Comune di Saluzzo, con banchetti di distribuzione del materiale informativo tramite volontari in servizio e operatori delle sedi a progetto. Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, ecc. TOTALE ORE QUANTIFICABILI 32 16 20 82 EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ non quantificabili Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596 Partecipazione come soci, ai percorsi di sensibilizzazione della Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile e alla presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri B Invio, tramite posta prioritaria, di materiale promozionale ad indirizzi privati acquistati da aziende specializzate in riferimento al target giovani del territorio Realizzazione e diffusione di uno spot televisivo e radiofonico Programma di promozione del progetto: “LA NUOVA ALBA” EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ N° ORE Incontro pubblico (all’atto dell’eventuale approvazione del progetto a bando) che illustri e chiarifichi ai giovani interessati a presentare C domanda il percorso progettuale. Ci si avvarrà di testimonianze dei 4 giovani che hanno concluso il periodo di SCN in progetti analoghi dell’Ente, con preferenza di quelli attivati nello stesso territorio. 26
Interventi nelle scuole: 8 moduli da 3 ore ciascuno per incontri formativi nelle scuole superiori della provincia/e interessata/e al progetto. Di seguito le scuole superiori contattate: ‐ Liceo Classico Silvio Pellico ‐ Ist. Magistrale Edmondo De Amicis ‐ Liceo Classico G. Arimondi ‐ Liceo Scientifico G. Ancina ‐ I.T. Commerciale E. Tesauro ‐ I.T. Industriale G. Vallauri ‐ Ist. Magistrale Giacomo Soleri ‐ I.T. Commerciale C. Denina ‐ I.T. Agrario “Umberto I” Incontri in struttura con gruppi scout e gruppi parrocchiali, circa un incontro al mese serale o nei fine settimana. TOTALE ORE QUANTIFICABILI 24 18 40 EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ non quantificabili Collaborazione fissa con il giornalino trimestrale “Volontariamente‐ il Taccuino delle Buone Notizie” Promozione su siti web: 1. www.apg23.org 2. www.odcpace.apg23.org 3. www.peacelink.it 4. www.condividere.eu 5. www.csvsocsolidale.it ‐ anche newsletter 6. www.lascaladelre.it 7. www.piscinafossano.it 8. www.vitatorino.org 9. www.tesc.it Newsletter a: 1. gruppi scout a livello nazionale 2. informa giovani del territorio provinciale 3. centri missionari diocesani d’Italia 4. giovani tra i 18 – 28 anni sul territorio provinciale (indirizzario acquisito da ufficio interno di Fund Raising) 5. tavolo enti servizio civile Piemonte 6. mailing ‐ list dell’Associazione Condividere ‐Piemonte 27
Promozione con inserti su riviste/quotidiani: 1. Mensile “Sempre” 2. Il Giornale del Piemonte 3. La Fedeltà 4. Il Corriere di Saluzzo 5. La gazzetta di Saluzzo 6. Il Corriere di Savigliano 7. La Guida 8. La Stampa – Cuneo 9. Piazza Grande 10 Provincia Granda Promozione con spot televisivi: 1. ‐ Rete 7 Piemonte 2. ‐ Torino + 3. – GRP 4. – Radio stereo 105 Partecipazione con banchetti ad eventi sul territorio provinciale: ‐ Fiera del Volontariato a Saluzzo (CN) D ‐ Mercatino della Solidarietà a Verzuolo (CN) ‐ Sagra d’Autunno a Cuneo (CN) ‐ Festa degli Sport a Fossano (CN) Affissione di materiale promozionale presso: 1. Ass. Condividere 2. Ass. “Baladin” – Scuola di musica “La scale del Re” 3. Coop. “I tesori della terra” – Maneggio “San Martino” 4. Farmacia T. Ceva 5. CONSORZIO STUDI” Ente Formativo 6. CENTRO DI AIUTO ALLA VITA ‐CUNEO” 7. ISTITUTO OPERA SAN GIUSEPPE 8. Ass. Cav Fossano 9. Asso. Sportiva dil. “Vivi Sport Fossano” Stampa e diffusione di dépliant (n° copie: 160), volantini (n° copie: 600) e manifesti (n° copie: 200) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, agli sportelli informa‐giovani, nelle Parrocchie, nelle Scuole, nell'Università di Savigliano facoltà di scienze dell'Educazione e nell'Università di Cuneo facoltà di Giurisprudenza DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 122 ORE 28
17 Criteri e modalità di selezione dei volontari: Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso l’UNSC 18 Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 19 Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso l’UNSC 20 Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 21 Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: NESSUNO 22 Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo particolare alle attività per il raggiungimento degli obiettivi specifici, alla promozione del progetto qual ora approvato, alla formazione specifica e alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le risorse sono state suddivise in generali e specifiche. Le prime sono riferite alle azioni di promozione e l’organizzazione della formazione specifica, alcune di queste sono state ripartite in base al numero dei progetti presentati in quanto vengono sostenute dalla Sede Centrale di Gestione del SCN dell’ente. Le risorse specifiche riguardano spese aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi specifici previsti a progetto. 29
RISORSE FINANZIARIE GENERALI A. Formazione specifica di 1° e 2° livello come da box 35 ‐ 41 Sottovoci Materiale didattico Organizzazione logistica del coordinatore Tutor d’aula Formatori Descrizione spesa Risorse finanziarie Durante il corso vengono somministrati materiali cartacei didattici e vengono 50 euro utilizzati materiali di cancelleria vari La programmazione e la preparazione del percorso formativo richiede il tempo di un coordinatore per contatti telefonici con 150 euro docenti e volontari, affitto e predisposizione delle aule Come previsto nei box della formazione specifica, l’ente valorizza l’utilizzo di una figura all’interno dell’aula che faciliti la 200 euro partecipazione di tutti. Il 40% dei tutors coinvolti richiedono compenso. Alcuni formatori effettuano la loro docenza in forma gratuita altri richiedono un 800 euro compenso. Numericamente il 50% dei formatori richiede il pagamento Totale spesa A: 1.200 euro B. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto Sottovoci Descrizione spesa Elaborazione grafica Ogni anno il materiale grafico viene materiale rivisitato e modificato, attualizzando i promozionale contenuti e la presentazione Il prodotto grafico viene stampato da una Stampa materiale tipografia in 500 copie di volantini e 100 promozionale copie di manifesti (come da box 17) Il numero verde è attivo quotidianamente Spese Numero (in orario di ufficio) per rispondere alle Verde domande dei giovani interessati (come da box 17) Vengono acquistati da aziende specializzate Acquisto indirizzario indirizzi privati in riferimento al target target giovani giovani del territorio L’ente invia ai giovani del territorio Invio lettere materiale tramite posta prioritaria (mailing informative list – Promo Posta – spedizioni varie) Partecipazione ad L’ente partecipa come descritto nel box eventi “sensibilizzazione e promozione” a diversi Risorse finanziarie 25 euro 75 euro 10 euro 25 euro 75 euro 100 euro 30
eventi con propri operatori su tutto il territorio italiano. Rimborsa le spese di viaggio ai volontari coinvolti. Totale spesa B: 310 euro RISORSE FINANZIARIE SPECIFICHE Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate ad alcune delle attività del progetto elencate nel punto 8.1 e alle risorse tecniche previste alla voce 25. Nell’elenco sottostante non saranno riportate tutte le azioni/attività, ma soltanto quelle per cui è previsto lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive. OBIETTIVO SPECIFICO 1 Incremento dei percorsi di inserimento lavorativo FASE DI IDEAZIONE DEL PROGETTO Risorse AZIONI/Attività finanziarie Incontro tra responsabili delle varie strutture e progettista per 250 euro verificare e ipotizzare la progettazione TOTALE SPESA C: 250 euro
AZIONE 1 – Incontri/tavoli con enti del territorio 1.1 – Convocazione degli enti del territorio e organizzazione dei 500 euro tavoli di lavoro 1.2 – Realizzazione degli incontri 300 euro AZIONE 2 ‐ Attività di sensibilizzazione della popolazione 2.2 – Partecipazione ad eventi pubblici sul territorio 800 euro 2.3 – Organizzazione di momenti di convivialità multietnica 1.200 euro AZIONE 3 – Potenziamento e qualificazione degli interventi sul campo 3.2 – Potenziamento delle attività dell’unità di strada 1.500 euro AZIONE 4 – Supporto ed accoglienza dei braccianti 4.2– Inserimento degli utenti nelle Case di Accoglienza 1.200 euro 4.3– Azione di supporto nel disbrigo delle pratiche 2.000 euro amministrative e burocratiche Totale spesa D:
7.500 euro TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE: A+B+C+D = 9.260 EURO 31
23 Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): 1. ISTITUTO OPERA SAN GIUSEPPE Promozione del servizio civile e del progetto Attività: Promozione del progetto Ruolo rivestito:
Affissione di locandine distribuzione volantini Azioni finalizzate alla realizzazione del progetto
Attività: Ruolo rivestito: L’Istituto Opera San Giuseppe attraverso il presidente RICERCA DEL LAVORO don Luigi Galleano si è mostrato disponibile ad accogliere ATTIVAZIONE TIROCINIO una ragazza beneficiaria del progetto in sede di tirocinio lavorativo. 2. “CENTRO DI AIUTO ALLA VITA ‐CUNEO” Promozione del servizio civile e del progetto Attività: Promozione del progetto Attività: Attività 2d:supporto alla maternità non attesa o non desiderata Azione 2d.3: accompagnamento della donna nel periodo pre‐parto Ruolo rivestito:
Affissione di locandine distribuzione volantini Ruolo rivestito:
Il Centro di Aiuto alla Vita si rende disponibile attraverso i suoi volontari e professionisti competenti a incontrare le donne che versano in situazione di disagio legate a gravidanze non desiderate e/o iniziate in seguito a violenza offrendo collaborazione nelle attività volte a condurre la donna verso un’elaborazione dei vissuti. Si rendono disponibili a fornire orientamento e sostegno alle donne durante il tempo di gestazione allo scopo di aiutare le medesime ad affrontare il parto in modo sereno. 3. “ CONSORZIO STUDI” Ente Formativo Promozione del servizio civile e del progetto Attività: Promozione del progetto Azioni finalizzate alla realizzazione del progetto
Attività: Attività 1. 1 Attivazione di un corso di alfabetizzazione Ruolo rivestito:
Disponibilità a promuovere attraverso i propri canali il progetto in essere. Ruolo rivestito:
L’ente formativo CONSORZIO STUDI si è resa disponibile a collaborare offrendo le competenze dei propri formatori 32
per accrescere, qualificare e supportare il lavoro svolto dalle varie figure previste dal presente progetto nell’attività in oggetto. 4. ”Farmacia T. Ceva” Promozione del servizio civile e del progetto Attività : Promozione del servizio civile: Ruolo rivestito:
Distribuzione volantini
Azioni finalizzate alla realizzazione del progetto:
Attività 2b.3: Sostegno all’attività di accoglienza delle ragazze vittime della tratta Consulenza medica Ruolo rivestito:
La farmacia attraverso il dott. Schellino si è resa disponibile a diventare sede di raccolta di farmaci da banco di prima necessità che possano essere utili all’assistenza delle ragazze accolte in strutture dell’Ente Il dott. Schellino si rende disponibile a: consigliare in materia di farmaci e a svolgere educazione sanitaria per quanto concerne le sue competenze specifiche 5. “GALVAN CENTER” Promozione del servizio civile e del progetto Attività : Promozione del servizio civile Azioni finalizzate alla realizzazione del progetto:
Attività di socializzazione Ruolo rivestito:
Distribuzione volantini
Ruolo rivestito:
fornisce materiali e strumentazioni all’allestimento di banchetti ed ai laboratori. destinate VEDI ALLEGATI 3
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24 Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Si elencano di seguito le risorse tecniche e strumentali necessarie all’attuazione del progetto in riferimento agli obiettivi prefissati ed alle attività previste nel punto OBIETTIVO SPECIFICO 1 Incremento dei percorsi di inserimento lavorativo Attività Risorse tecniche e strumentali 0. PREPARATORIA •
1. PIANIFICAZIONE ATTIVITA’ •
1.1. Rilevamento bisogni 1.2. Programmazione 2. ATTIVAZIONE CORSI 2.1 Ricerca di opportunità formative sul territorio 2. 2 corso di alfabetizzazione 2.3 Attivazione altri corsi 3.ATTIVITA’ DI INSERIMENTO LAVORATIVO 3.1. Attivazione di tirocini presso aziende 3.2 Accompagnamento ricerca del lavoro 4. ATTIVITA’ DI SOCIALIZZZAZIONE •
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1 stanza adibita per gli incontri di equipe, con i servizi sociali e per gli incontri personalizzati con le ragazze 1 computer per la catalogazione e la gestione dei dati 1 telefono fisso 3 telefoni cellulari 1 fax 1 stampante 1 fotocopiatrice 1 scanner 1 connessione Internet ADSL materiale di cancelleria 36 libri di testo (2 livelli) Facile Facile– Nina edizioni dizionari inglese‐italiano atlanti 2 lavagne archivio dati data base per raccolta ed elaborazione dati 1 auto per gli accompagnamenti delle utenti 3 pulmini per il trasporto vestiti usati da distribuire 1 videoproiettore 2 televisori 2 lettori DVD 2 decoder 1 connessione sky 3 lettori CD e altra strumentazione per la gestione del tempo libero giochi in scatola, riviste, libri, palloni carte da gioco per la gestione del tempo libero materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale) 1 stanza adibita a mensa con 4 tavoli e 20 34
4.1. Programmazione attività 4.2. Realizzazione attività •
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5. VERIFICA DEI PERCORSI •
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sedie 1 salone adibito a sala da pranzo con 7 tavoli e 50 sedie 1 cucina attrezzata con frigo a due ante, cucina industriale a 6 fuochi , una lavastoviglie, una macchina per fare il gelato a livello industriale una stanza con un computer per il tempo libero (tv, giochi...) un salone per gli incontri e le feste che può tenere oltre 100 persone spazio esterno per passeggiate, giardinaggio, orto e allevamento animali OBIETTIVO SPECIFICO 2 Incremento dei percorsi personali e di gruppo di sostegno alla genitorialità per le 22 mamme con figli e per le 10 mamme che stanno vivendo la gravidanza Attività Risorse tecniche e strumentali 0. PREPARATORIA •
1. PIANIFICAZIONE ATTIVITA’ •
1.1. Rilevamento bisogni 1.2. Programmazione 2. ELABORAZIONE DEI PERCORSI INDIVIDUALI 2.1. Verifica dei progetti precedenti 2.2. Stesura progetti individualizzati 3. INCREMENTO DEI •
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1 stanza adibita per gli incontri di equipe, con i servizi sociali e per gli incontri personalizzati con le ragazze 1 computer per la catalogazione e la gestione dei dati 1 telefono fisso 1 telefono cellulare 1 fax 1 stampante 1 fotocopiatrice 1 connessione Internet ADSL materiale di cancelleria 2 aule 2 lavagne archivio dati data base per raccolta ed elaborazione dati 2 macchine per gli accompagnamenti delle utenti giochi per bimbi piccoli vestiti da bimbi abiti pré‐maman 1 pulmino per il trasporto 35
PERCORSI DI SUPPORTO ALLA MATERNITÀ •
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3.1–accompagnamento della donna nel periodo della gravidanza •
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3.2. – accompagnamento in gruppo di confronto •
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4. SUPPORTO ALLA GENITORIALITÀ DELLE DONNE CON FIGLI 4.1 ‐ accompagnamento in gruppo delle mamme 4.2 – colloqui individuali •
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vestiti usati da distribuire biblioteca provvista di libri sulla gravidanza e parto e riviste specifiche 2 televisori 1 lettore DVD 2 decoder 2 lettori CD e altra strumentazione per la gestione del tempo libero giochi in scatola, riviste, libri, palloni carte da gioco per la gestione del tempo libero materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale 10 corredi neonato 19 passeggini 10 carrozzine 10 culle 10 lettini 4 vasche bagno neonato biberon ciucci scaldabiberon 15 tappetini per ginnastica dolce 1 salone adibito a sala da pranzo con 8 tavoli e 50 sedie 1 cucina attrezzata con frigo, cucina industriale a 4 fuochi , una lavastoviglie una stanza per il tempo libero (tv, giochi....)
spazio esterno per giardinaggio 5. VERIFICA CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 25 Eventuali crediti formativi riconosciuti: Nessuno 26 Eventuali tirocini riconosciuti : Nessuno 36
27 Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: ll progetto “LA NUOVA ALBA” consente l’acquisizione delle seguenti competenze rinvenibili nel “PRONTUARIO PROVVISORIO ED IN PROGRESSIONE DELLE COMPETENZE EVENTUALMENTE ATTRIBUIBILI CON “DICHIARAZIONE” FORMALE DELLA REGIONE IN CAPO AI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE”, predisposto dalla Regione Emilia‐Romagna, come da allegato 4: 1 – COMPETENZE DI BASE E’ in grado di: − Riconoscere il ruolo e le funzioni delle Autonomie Locali e dei loro organi di governo 2 – COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI 2e ) Utenza adulta con problemi: E’ in grado di : ‐ Riconoscere le problematiche specifiche legate alla tipologia di utenza adulta (immigrazione, problemi legali, problemi sanitari); ‐ Collaborare alla identificazione delle metodologie di intervento e alla costruzione della necessaria rete relazionale con servizi ed istituzioni competenti per territorio; ‐ Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi; ‐ Accompagnare e supportare l’adulto nelle varie attività di lavoro, di studio e ricreative; ‐ Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione e di ricostruzione della rete relazionale; ‐ Utilizzare le tecniche specifiche di animazione, attività di intrattenimento, attività sportive, attività culturali, supporto alle attività lavorative. 3 – COMPETENZE TRASVERSALI E’ in grado di: − Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall’associazione − Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia − Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non − Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari − Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità − Lavorare in team per produrre risultati collettivi − Relazionarsi e collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi in rapporto ai propri compiti ed ai risultati da raggiungere - Trasferire/mediare agli operatori professionali le specifiche richieste degli utenti - Fronteggiare situazioni di emergenza/imprevisti, controllando la propria emotività rispetto a situazioni di difficoltà. 37
Le suddette competenze verranno certificate mediante il rilascio della “Dichiarazione delle competenze, a valere come credito formativo”, e riconosciute dalla Regione Emilia‐Romagna in attuazione dell’articolo 10, primo comma, della L.R. 20 del 2003 (vedi nota 1 a piè box). Inoltre Il progetto “LA NUOVA ALBA” rende possibile l'acquisizione delle seguenti competenze, rilevabili secondo il sistema di valutazione e monitoraggio accreditato presso l'Ufficio Nazionale Servizio Civile dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. 1. Conoscenza ed esperienza pratica rispetto all’applicazione delle principali strategie di relazione d’aiuto 2. Capacità di integrarsi con altre figure professionali nella costruzione e gestione del lavoro di equipe 3. Conoscenza delle tecniche educative (animazione, gioco e socializzazione) per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi 4. Conoscenza delle strategie di reinserimento sociale 5. Conoscenza ed esperienza pratica in merito alle principali metodologie del lavoro in rete con le istituzioni 6. Capacità di mediazione nonviolenta dei conflitti 7. Conoscenza di base delle strategie di tutela dei diritti umani Le suddette competenze verranno certificate e riconosciute dal Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII quale Ente terzo, secondo il protocollo di intesa denominato “Protocollo di intesa fra il Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII e l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per il riconoscimento delle competenze acquisibili attraverso la partecipazione a progetti di servizio civile nazionale ai sensi della legge n 64/2001 e successive circolari e direttive”. _____________________________________________ Nota 1: 1
Si richiama il testo dell’articolo 10, comma 1, della L.R. 20 del 2003 («la Regione Emilia‐Romagna stabilisce, a favore dei giovani che abbiano effettuato le prestazioni di servizio civile volontario di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) per l'intero periodo individuato nei progetti d'impiego, un'adeguata valutazione dei relativi titoli indicati dall'interessato nell'ambito della documentazione richiesta per le selezioni pubbliche finalizzate all'assunzione nei ruoli regionali, sia a tempo determinato che indeterminato.«), che costituisce riconoscimento regionale delle competenze maturate dai volontari durante il servizio civile, in coerenza le figure messe a concorso. In proposito potrebbero esserci analoghi riconoscimenti di competenze da parte degli enti locali che hanno attivato la facoltà prevista dall’articolo 11, comma 2, della stessa L.R. («Gli Enti locali possono, altresì, nei limiti delle proprie competenze, prevedere benefici e riconoscimenti a favore dei volontari in servizio civile per le stesse finalità ed entro i limiti previsti dalla presente legge, nonché dal documento di programmazione triennale di cui all'articolo 7.») o da parte di altri enti, associazioni, cooperative; Questo sistema, peraltro, si colloca in coerenza con le previsioni della L.R. 12 del 2003 "NORME PER L'UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA' DI ACCESSO AL SAPERE, PER OGNUNO E PER TUTTO L'ARCO DELLA VITA, ATTRAVERSO IL RAFFORZAMENTO DELL'ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, ANCHE IN INTEGRAZIONE TRA LORO" in particolare con l'art. 5, primo comma ("Ogni persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento formale e la certificazione delle competenze 38
acquisite. Il riconoscimento può essere utilizzato, anche in ottemperanza alle disposizioni comunitarie, per conseguire un diploma, una qualifica professionale o altro titolo riconosciuto. A tal fine la Regione promuove accordi con le componenti del sistema formativo e con le parti sociali per la definizione di procedure per il riconoscimento, la certificazione e l'individuazione degli ambiti di utilizzazione delle diverse competenze, nonchè per il riconoscimento delle competenze acquisite nel mondo del lavoro, utilizzabili come crediti per i percorsi formativi.") e con il successivo art. 6 ("1. Gli studenti, all'atto della prima iscrizione ad attività di istruzione o di formazione professionale successiva all'assolvimento dell'obbligo scolastico, possono richiedere il rilascio del libretto formativo personale, nel quale sono iscritti i titoli, le qualifiche e le certificazioni conseguite. 2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, definisce con proprio atto le caratteristiche del libretto formativo, nonché le modalità per il rilascio dello stesso a tutti coloro che lo richiedono. 3. Nel libretto possono essere iscritti anche gli attestati di frequenza in esito a percorsi dell'educazione non formale, le competenze ed i crediti formativi comunque acquisiti e documentati, nonché dichiarazioni di autoformazione.") Vedi allegati 4
Formazione generale dei volontari 28 Sede di realizzazione: La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti ed essendo la formazione residenziale, dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi: a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 – Mercatino Conca (PU) b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita, 18 – 47900 – Marebello (RN) c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) d) Centro diurno Santa Chiara, via Villafalletto 24 – 12045 – Fossano (CN) e)Cooperativa Rinascere, via Ungaretti 20 – 36031 – Povolaro di Dueville (VI) 39
29 Modalità di attuazione: La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo nazionale. 30 Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII 31 Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Partendo dai contenuti previsti per la formazione generale, nella determina “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” del 4 aprile 2006, la metodologia di realizzazione prevista per la stessa è la seguente: Elementi metodologici generali: Lezioni frontali (almeno per il 50% del monte ore complessivo). Dinamiche non formali (almeno per il 20% del monte ore complessivo): − Training − Teatro dell’Oppresso (TDO) − Simulazioni − Giochi di ruolo − Materiali video − Dibattiti − Brainstorming − Lavoro di gruppo − Formazione di Gruppo − Tutoring specifico rispetto ai bisogni formativi − Momenti di servizio ed attività comuni al gruppo − Materiali cartacei (dossier etc.) − Libri e testi − CD‐ROM tematici − Testimonianze − Auto‐formazione − Verifiche periodiche − Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio − Cineforum − Laboratori tematici 40
La metodologia attiva, utilizzata nei tempi previsti dalla determina del 4 aprile 2006, è finalizzata al coinvolgimento dei volontari in: lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che su alcune tematiche trattate nelle formazione generale, quali il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti, tutti possediamo delle pre‐conoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni. La formazione generale si effettua in modo residenziale, cercando ove possibile di unire volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un ambiente plurale, che sia pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento reciproco. La modalità residenziale è essa stessa esperienza formativo/educativa, che impegna i volontari al rispetto, alla collaborazione, alla gestione collettiva di spazi e tempi e favorisce iniziative complementari quali: incontri con soggetti della comunità locale, giornate tematiche, serate conviviali con cucina tipica della zona di provenienza dei volontari, visite ad esperienze sul territorio. Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici compiti di: − organizzazione logistica − creazione gruppo e facilitazione relazioni interpersonali − valutazione e verifica dell’efficienza e dell’efficacia dei moduli − mediazione e gestione dei conflitti all’interno del gruppo La formazione generale è suddivisa in due corsi residenziali che verranno effettuati nel corso dei primi 5 mesi di servizio civile volontario, come da determina. 32 Contenuti della formazione: Il percorso formativo proposto si compone di contenuti utili allo sviluppo delle mansioni richieste ma ancor prima punta ad offrire ai volontari un’occasione di educazione alla cittadinanza attiva ed alla coscienza di essere attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale. Primo Corso: formazione generale “Introduzione e strumenti” Questo evento formativo verrà effettuato nel corso dei primi due mesi di Servizio 41
Civile volontario L’identità del gruppo in formazione − Conoscenza fra i volontari 1 − Costruire un’identità di gruppo − Condivisione di motivazioni e aspettative − Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile Si tratta di un laboratorio nel quale il formatore lavorerà alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari partendo dal background individuale e di gruppo. Il gruppo, nel corso del modulo, si collocherà rispetto al servizio civile condividendo idee, aspettative, motivazioni ed obiettivi individuali. La metodologia utilizzata è quella del lavoro individuale, con l'ausilio di schede o attraverso modalità creative, e della discussione di gruppo. Presentazione dell’Ente Approfondimenti − La storia − I valori − La missione dell’ente − Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi L’intervento sociale dell’ente − Modus operandi − Ambiti e tipologie d’intervento 2 − Beneficiari − Il progetto di servizio civile I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause − Fondamenti teorici della condivisione diretta nell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII − La differenza tra condividere e prestare un servizio − Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova − La società del gratuito Durante la lezione, per fornire ai volontari gli elementi di conoscenza del contesto in cui si troveranno a svolgere il servizio civile, vengono presentate la storia, le caratteristiche specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’ente. Saranno esplicitati gli ambiti di intervento dell’Ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXII e i fondamenti teorici da cui muove la propria attività operativa, in quanto alla base del lavoro quotidiano portato avanti nelle strutture di accoglienza dell’associazione sta proprio la condivisione diretta con gli “ultimi”, come strumento di rimozione delle cause che stanno alla radice delle ingiustizie sociali. La modalità utilizzata è frontale. 42
Il lavoro per progetti − Metodologia della progettazione: dalla definizione degli obiettivi alla 3 valutazione dei risultati attesi. − Valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto. Si presenterà ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici. Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie. Il modulo consiste in una lezione principalmente frontale che sia avvale dell'ausilio di strumenti multimediali. Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà La storia del servizio civile la sua evoluzione: − La storia dell’Obiezione di Coscienza − Dalla legge 772/72 alla legge 230/98 − I valori e le finalità della legge 64/2001 4 − Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze Gli attori del servizio civile: − UNSC − Enti (figure coinvolte nel servizio civile) − I Volontari Il dovere di difesa della patria La Costituzione italiana: − Vivere il dettato costituzionale nella quotidianità − Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05 5 Diritti Umani: − Dichiarazione dei diritti umani − Organismi di tutela − Strumenti di osservazione e monitoraggio dei diritti umani − Strumenti e tecniche di tutela e difesa dei diritti umani La difesa civile non armata e nonviolenta − Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili − Le forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta 6 − Elementi fondamentali del conflitto − Dimensioni e livelli del conflitto − Individuazione di strategie di gestione nonviolenta dei conflitti − Gli strumenti della nonviolenza 43
I moduli 4, 5 e 6, essendo a nostro avviso strettamente collegati, verranno affrontati in successione. Partendo dall’origine dell’obiezione di coscienza al servizio militare, e ripercorrendo la storia che ha portato alla situazione attuale, si approfondiranno il concetto di difesa civile e difesa popolare nonviolenta, riportando alcuni esempi storici, fino ad arrivare alla legge 64/2001 e al sistema del servizio civile. La costituzione, approfondita nel modulo 5, servirà da riferimento trasversale all’analisi e approfondimento delle diverse tematiche. Dedicheremo inoltre alcune ore al tema “Gestione e trasformazione nonviolenta del conflitto” in quanto riteniamo la dimensione conflittuale di centrale importanza nella relazione in generale ed in particolare nella relazione d’aiuto che caratterizzerà l’intervento dei volontari in servizio civile presso l’ente, nonché nella costruzione della pace. L’obiettivo principale sarà quello di analizzare il concetto di conflitto, mettendo in luce i luoghi comuni che ne riguardano il significato e approfondendone le caratteristiche principali e gli ambiti nei quali esso si può manifestare. Se ne evidenzierà la “dimensione creativa” mettendo in luce le potenzialità che possono derivare da una sua gestione positiva all’interno delle relazioni con se stessi e con gli altri. Si introdurrà infine il tema della gestione nonviolenta dei conflitti come modalità di prevenzione delle situazioni di guerra e di violenza, attraverso l’analisi di alcuni esempi storici. Nell'affrontare il tema, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti multimediali quali video, letture, canzoni. L'utilizzo di strumenti come il brainstorming, il confronto e i lavori di gruppo è mirato a favorire l'approfondimento e la rielaborazione dei contenuti proposti. La normativa vigente e la carta di impegno etico − La carta di impegno etico 7 − Le norme attuali Diritti e doveri del volontario del servizio civile − Ruolo del volontario 8 − Diritti e doveri del volontario in servizio civile Nei moduli 7 e 8, partendo dalla “Carta di impegno etico”, si analizzeranno le norme messe a punto dal legislatore per la gestione del Servizio Civile Nazionale, approfondendo quelli che sono i diritti e i doveri dell’ente e del volontario, alla luce della circolare sulla gestione. La modalità di presentazione sarà quella della lezione frontale, prevedendo 44
spazio adeguato a disposizione dei volontari per domande e risposte. Secondo Corso: formazione generale “Approfondimenti e ulteriori strumenti” Questo evento verrà effettuato nel corso del quarto mese di Servizio Civile volontario L’identità del gruppo in formazione − Ri‐definizione dell’identità di gruppo 1 − Recupero delle motivazioni iniziali Durante questo laboratorio si recupereranno, tramite attività interattive e dinamiche, gli aspetti motivazionali, l’identità di gruppo e le aspettative iniziali che hanno portato i volontari alla scelta del servizio civile. La difesa civile non armata e nonviolenta − Modello M‐m e modello E 2 − Pace positiva e pace negativa − Il conflitto interpersonale e l’esperienza di servizio civile Si approfondirà il tema della nonviolenza, affrontato nel 1° modulo ed in più si analizzeranno alcune situazioni conflittuali che i volontari hanno vissuto o stanno vivendo nella loro esperienza di servizio civile, cercando di farne emergere potenzialità ed elementi positivi, rimanendo nell'ottica di gestire e non di evitare il conflitto. Si privilegerà una modalità attiva e partecipata con l'utilizzo di simulazioni, brainstorming, training, giochi‐esercizio. Per favorire la rielaborazione e l'approfondimento delle attività proposte saranno utilizzati lavori di gruppo e dibattiti. La solidarietà e le forme di cittadinanza − Ruolo del volontario in servizio civile nella società − Concetto di cittadinanza attiva 3 − Ruolo delle istituzioni e del Terzo Settore − Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo − Il ruolo degli organismi internazionali. Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato − Le forme di associazionismo sociale 4 − I diversi attori sociali: pubblico e privato − Il volontariato: quali competenze? La protezione civile 5 45
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Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile Concetto di rischio: P x V x E Il metodo Augustus Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni Nei moduli 3, 4 e 5 l’obiettivo è quello di offrire ai volontari una visione ampia della società e delle possibili risposte di fronte a problematiche quali povertà, esclusione sociale e sottosviluppo. Si analizzerà il concetto di cittadinanza attiva e solidarietà sociale per poi estendere l’analisi sulle attività sociali e di volontariato delle istituzioni e del Terzo Settore. Si cercherà inoltre di allargare la riflessione in maniera più ampia possibile, consapevoli di vivere in un mondo oramai completamente globalizzato. Infine si affronterà il tema della Protezione Civile come esempio di cittadinanza attiva, facendone emergere le affinità con la tematica della difesa della patria, centrale quando si parla di servizio civile volontario. Nell'affrontare questo modulo si privilegerà l'utilizzo di una modalità attiva e partecipata da parte dei volontari, con strumenti quali schede/tracce di riflessione, brainstorming, strumenti multimediali, simulazioni, tecniche del TDO, discussioni e confronti di gruppo. Lavoro per progetti − Verifica e valutazione della fase di inserimento dei volontari 6 − Analisi dell’andamento del servizio: punti di debolezza e punti di forza − Volontari in servizio civile: quale crescita umana e professionale? Dopo circa 4 mesi dall’avvio al servizio, il formatore condurrà i volontari ad analizzare e verificare l’andamento del loro servizio sotto diversi aspetti e cercherà di rispondere ai quesiti aperti che sono sorti in questa prima fase. Allo sviluppo di questo modulo saranno utili questionari, schede di approfondimento, simulazioni. Alla fine di ognuno dei due eventi formativi si effettuerà una verifica, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad una maggiore efficacia dell’evento. 46
33 Durata: Moduli formativi L’identità del gruppo in formazione Presentazione dell’Ente Il lavoro per progetti Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della patria La difesa civile non armata e nonviolenta La normativa vigente e la carta di impegno etico Diritti e doveri del volontario del servizio civile La solidarietà e le forme di cittadinanza Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato La protezione civile TOTALE ORE FORMAZIONE GENERALE
Ore Ore lezioni dinamiche Totale frontali non form. ore 3 6 9 4 0 4 3 1 4 2 2 4 1 1 1 2 1 2 3 1 0 3 3 4 2 2 4 3 1 4 3 24 1 20 4 44 Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 34 Sede di realizzazione: La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti ed essendo la formazione residenziale, dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa. Pertanto è previsto che i corsi di formazione specifica siano tenuti nelle seguenti sedi: PRIMO LIVELLO a) Casa di Pronta Accoglienza “Villaggio dell'amicizia” Via Fontana Torino 19, Fr. Ceretto – Costigliole Saluzzo (CN) b) Casa Esercizi Spirituali Altavilla, Via Altavilla, 29 12051 Alba (CN) c) Casa di Prima Accoglienza “Capanna di Betlemme” Fr.Mellea, 1 – 12060 Farigliano (CN) SECONDO LIVELLO d) Casa di Pronta Accoglienza “Villaggio dell'amicizia” Via Fontana 47
Torino 19, Fr. Ceretto – Costigliole Saluzzo (CN) e) Centro diurno Santa Chiara, via Villafalletto 24 – 12045 – Fossano (CN) f) Casa di Pronta Accoglienza “Nostra Signora della Speranza” via dell'Annunziata, 3 ‐ 12037 Saluzzo (CN) 35 Modalità di attuazione: In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente 36 Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: PRIMO LIVELLO Nome cognome Luogo di nascita Data di nascita Codice fiscale NICOLA LAPENTA Bra (CN) 09/04/1974 LPNNCL74D09B111P GIOVANNI PAOLO RAMONDA Fossano (CN) 03/05/1960 RMNGNN60E03D742J ROMINA ANTONIETTA RICHARD Saluzzo (CN) 03/07/1974 RCHRNN74L43H727A ARRA' SIMONA Macerata 29/09/67 RRASMN67P69E783H Nome cognome Luogo di nascita Data di nascita Codice fiscale FRANCO ROBERTO Sant Tropez 23/01/62 (Francia) SECONDO LIVELLO FRNRRT62A23Z110S 48
COMINO MARIA PAOLA Mondovì (CN) ISAIA ALBERTO Saluzzo (CN) 03/12/79 CONTERNO IVANA Torino (TO) GALLO FABIO CAVA DE’ 22/08/1969 GLLFBA69M22C361V TIRRENI(SA) 27/08/1962
CMNMPL62M67F351L SIALRT79T03H727T 10/07/1961 CNTVNI61L50L219P 37 Competenze specifiche del/i formatore/i: PRIMO LIVELLO NOME COGNOME COMPETENZE SPECIFICHE NICOLA LAPENTA Responsabile del Servizio Civile Nazionale, con esperienza pluriennale di intervento in aree e situazioni di conflitto, formazione al servizio civile di obiettori di coscienza, volontari ed operatori, educazione alla pace. GIOVANNI PAOLO RAMONDA Psicopedagogista, sessuologo, giornalista pubblicista, da oltre venticinque anni è responsabile della Casa Famiglia “Sant’Albano” in Sant’Albano Stura (CN). Presidente generale della Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII dal 2008. ANTONIETTA ROMINA RICHARD Educatrice Professionale attualmente è responsabile di Casa Famiglia nonché operatrice part‐time di un centro diurno della cooperativa il Ramo dove conduce diversi laboratori; ha maturato tre esperienze missionarie in Sud America (Cile, Bolivia, Venezuela); ha seguito diversi progetti di affidamento di minori disabili e non. ARRA' SIMONA Laurea Magistrale indirizzo Sviluppo ed Educazione, buona conoscenza del software Statistico SPSS. Dal '93 responsabile di casa famiglia 49
SECONDO LIVELLO NOME COGNOME COMPETENZE SPECIFICHE FRANCO ROBERTO Educatore Professionale, dal '93 responsabile di Casa Famiglia, lavora in un Cooperativa Sociale COMINO MARIA PAOLA Laurea Magistrale in scienze dell’educazione. Esperienza pluriennale come operatore di strutture riabilitative e di accoglienza. Esperienza nell’ideazione e realizzazione di laboratori espressivi‐corporei‐riabilitativi. Esperta di dinamiche di gruppo, problem solving e creatività. ISAIA ALBERTO Educatore professionale con esperienza in formazione e percorsi di orientamento in laboratori scolastici ed extra scolastici, oltre che educativa di strada con i giovani. IVANA CONTERNO Laureata Magistrale in Medicina e Chirurgia, specializzata in igiene e medicina preventiva. Docente di medicina sociale presso la scuola di educatori professionali. Dal 91 lavora presso il Sert di Savigliano nel quale è stata anche responsabile del Servizio Tossicodipendenze dell’ Asl. 17 di Fossano. FABIO GALLO Educatore Professionale, O.S.S. (operatore socio‐
sanitario) laureando in giurisprudenza, è stato tre anni responsabile di una Casa di Pronta Accoglienza; è stato tre anni assistente volontario nei carceri di Fossano e Saluzzo; da cinque anni è responsabile di Casa‐famiglia. Progect‐
Manager di Progetti sull’inserimento lavorativo di Vittime della Tratta Si allegano Curriculum Vitae VEDI ALLEGATI 5
38 Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovani XXIII, si struttura su due livelli: − un primo livello che prevede la partecipazione contemporanea di tutti i volontari in servizio Civile, all'occorrenza suddivisi in gruppi di max 25 persone, a carattere residenziale. Questi incontri si terranno in concomitanza degli eventi di formazione generale; 50
− un secondo livello che prevede una serie di incontri periodici, fra i volontari che prestano servizio sul medesimo territorio. La metodologia adottata è classificabile come metodologia attiva in quanto favorisce il coinvolgimento dei volontari, non solo in lezioni frontali ma anche in lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. Entrambi i livelli formativi hanno come obiettivo la fornitura dei contenuti specifici necessari ai volontari per la realizzazione delle azioni previste dal progetto ma si differenziano per tempistica e periodicità degli eventi formativi. Elementi metodologici generali (primo e secondo livello): − Lezioni frontali − Training − Teatro dell’Oppresso (TDO) − Simulazioni − Giochi di ruolo − Materiali video − Dibattiti − Brainstorming − Lavoro di gruppo − Materiali cartacei (dossier etc.) − Libri e testi − CD‐ROM tematici − Testimonianze e lezioni di esperti in materia − Verifiche periodiche − Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio − Cineforum − Laboratori tematici SECONDO LIVELLO La formazione specifica di secondo livello si contraddistingue per la sua connotazione di natura tecnica. I contenuti riguarderanno argomenti di carattere motivazionale come le dinamiche psico‐relazionali, gli aspetti culturali propri dei paesi di origine delle vittime, la comunicazione interculturale, l’inquadramento giuridico legale. La formazione è affidata sia a formatori dell’ente, che hanno maturato specifiche competenze, sia a psicologi, legali, mediatori culturali. La formazione specifica consiste in incontri di formazione partecipativa, dedicati alla co‐valutazione e allo scambio di buone prassi nei percorsi di accoglienza e in due giornate di formazione a carattere residenziale, rivolte agli operatori impegnati nel progetto e ai volontari. Nel corso delle due giornate ci saranno momenti di formazione frontale e momenti di confronto libero in gruppi. 51
39 Contenuti della formazione: Come indicato al punto 39 la formazione specifica si realizza su due livelli, entrambi volti a fornire le competenze utili per concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e specifici, attraverso le azioni previste dal progetto. PRIMO LIVELLO I contenuti caratterizzanti di questo primo livello, che coinvolge simultaneamente tutti i volontari in servizio civile presso l'ente sono: 1. La relazione d'aiuto (durante il primo ed il secondo corso residenziale) Elementi generali ed introduttivi − Il rapporto “aiutante‐aiutato” − Le principali fasi della relazione di aiuto − La fiducia − Le difese all’interno della relazione di aiuto − Presa in carico della persona aiutata − Ascolto ed empatia − Gestione della rabbia e dell’aggressività − Il disagio psicologico dei minori − L’handicap fisico e psichico − La devianza − L’abuso e il problema della tutela delle vittime Elementi di approfondimento suddivisi per aree 1. Area Minori − Il mondo interno del bambino − Il passaggio dalla dipendenza all’autonomia − L’attaccamento − Il vissuto psicologico del bambino in affido − La gestione dell’aggressività nella relazione con il minore − Sviluppo del sé e disturbi borderline di personalità − Trauma della sessualità e abuso − Forme di violenza − Povertà e prostituzione 2. Area Handicap Fisico e Psichico − Il vissuto psicologico della persona con handicap − Le principali forme di handicap psichico − Il Burn‐Out come rischio nelle relazioni educative 3. Area Devianza 52
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Le radici della devianza Principali manifestazioni comportamentali della devianza Analisi di casi borderline La conquista della fiducia e la gestione dell’aggressività nella relazione di aiuto con adolescenti devianti − Attaccamento e processi di metallizzazione (M. Main) − Crimine violenza e attaccamento 2. Il lavoro per progetti (nel corso dell’ultimo mese di servizio) Verifica, valutazione ed analisi di: − Obiettivi del progetto − Andamento del servizio − Competenze acquisite − Il sistema formativo L’obiettivo di questo ultimo modulo è quello di avere un quadro complessivo e una valutazione di esito, di efficacia ed efficienza del progetto. A tal fine il formatore guiderà il gruppo all’analisi e alla rielaborazione del servizio svolto cercando di cogliere i punti critici e gli aspetti problematici incontrati. Farà emergere i punti di forza e, sulla base di questi, stimolerà il gruppo a migliorare e ri‐progettare l’esperienza di servizio civile. Si effettuerà un laboratorio di auto‐valutazione delle competenze. In una prima fase di lavoro individuale, ogni volontario ricostruirà la storia del proprio servizio civile: analizzerà le azioni svolte e prenderà in esame le conoscenze, le capacità e le caratteristiche personali necessarie all’espletamento di ognuna di esse. Il formatore, sulla base del lavoro precedente, inviterà ognuno dei volontari a costruire un proprio profilo dal punto di vista delle conoscenze e competenze acquisite ed un ipotesi sul proprio percorso formativo e professionale futuro, che verrà esplicitato in modo assembleare. SECONDO LIVELLO Questo secondo livello si caratterizza per l'ulteriore specificità formativa, in relazione all'esperienza di Servizio Civile proposto ai volontari. La formazione verrà realizzata in itinere attraverso un lavoro strutturato con docenti per aree tematiche. L’impianto della formazione in itinere al progetto si struttura sulla base degli obiettivi generali e specifici definiti precedentemente e sulla base delle attività che il volontario dovrà svolgere. Nello specifico, attraverso i formatori segnalati e l’utilizzo degli strumenti già indicati, verranno attivati i seguenti incontri: Modulo 1: Viaggio formativo nella realtà territoriale dell’ente •
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Analisi della storia dell’ente nel territorio specifico Storia delle strutture presenti sul territorio del progetto 53
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Ambiti di intervento Modulo 2: Conoscenza Territorio •
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Quadro culturale e legislativo Analisi dei bisogni Risposte possibili Modulo 3: Analisi, rielaborazione e approfondimento dei contenuti emersi in occasione del primo e secondo corso di formazione generale •
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La relazione d’aiuto La condivisione diretta Il lavoro per progetti Modulo 4 : Dimensione culturale del fenomeno della tratta di esseri umani ai fini di sfruttamento sessuale • Volto alla comprensione della prostituzione come sottoinsieme specifico del fenomeno della tratta di esseri umani, con particolare riferimento alla dimensione culturale delle vittime. • Il fenomeno della tratta è particolarmente complesso sotto il profilo dell’attuazione e degli attori che sfruttano, gestiscono o subiscono il racket.
Modulo 5: Il ruolo dell’operatore Il ruolo dell’operatore nell’accoglienza di donne Vittime della Tratta • Necessario a comprendere le varie fasi che scandiscono il percorso proposto dall’ ente alle vittime: l’ incontro sulla strada ed il primo contatto con la vittima, il suo inserimento in strutture d’accoglienza protette, come si articolano e costruiscono i percorsi di reinserimento •
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analisi del ruolo dell’operatore obiettivi e compiti dell’operatore competenze generali e trasversali conoscenze tecnico‐specialistiche operatore / volontario: differenze ed analogie di ruolo il contatto sulla strada, l’accoglienza, il reinserimento, la rimozione delle cause, Modulo 6: Promozione di informazione qualificata volta alla rimozione delle cause • Finalizzato a sviluppare la comprensione e le competenze utili ad agire sulle cause all’origine del fenomeno. In particolare verranno trattati i temi della prevenzione e del reinserimento nei paesi d’origine, attraverso la presentazione e lo studio di iniziative programmi e progetti volti a tale scopo 54
Modulo 7: Permessi di soggiorno, legalità e diritti umani. Possibili percorsi di recupero e prospettive legislative • Finalizzato alla comprensione della legislazione a cui fa riferimento la popolazione target del progetto, particolarmente utile per lo sviluppo delle attività di accompagnamento delle donne vittime di tratta presso le istituzioni preposte alla loro regolarizzazione • Sostegno e recupero dei minori vittime di tratta • Apprendimento di aspetti psico‐pedagogici nella relazione di aiuto con vittime della tratta minori e minori stranieri non accompagnati Modulo 8: La comunicazione nella relazione di aiuto • Finalizzato a fornire competenze relazionali specifiche, utili alla gestione della relazione d’aiuto che il volontario instaurerà con l’utente ma anche a conoscere problematiche psicologiche e/o psichiatriche tipiche di soggetti in situazione migratoria e tipiche di vittime di violenza •
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La comunicazione verbale e non verbale e le sue funzioni Le condizioni personali, del educatore per una relazione d’aiuto Sentimenti ed emozioni : come gestire la conflittualità (rabbia, gioia, vergogna) Che cos’è il conflitto nella relazione 40 Durata: PRIMO LIVELLO Modulo formativo Quando La relazione di aiuto: − elementi generali ed introduttivi A − elementi di approfondimento suddivisi per aree B Il lavoro per progetti Durata Nel corso de primi quattro mesi di servizio 12 h Nel corso dell’ultimo mese 8 h Durata totale primo livello (A+B) SECONDO LIVELLO Modulo formativo C Quando 20 h Durata
Modulo 1: Viaggio formativo nella realtà territoriale dell’ente Primo mese 6 ore Modulo 2: Conoscenza Territorio Secondo mese Modulo 3: Analisi, rielaborazione e approfondimento dei contenuti emersi in occasione del primo e secondo corso di formazione generale Terzo e 6 ore quinto mese 6 ore 55
Modulo 4: Dimensione culturale del fenomeno della tratta di esseri umani ai fini di sfruttamento sessuale Modulo 5: Il ruolo dell’operatore delle Unità di Strada Modulo 6: Promozione di informazione qualificata volta alla rimozione delle cause Modulo 7: Permessi di soggiorno, legalità e diritti umani. Possibili percorsi di recupero e prospettive legislative Modulo 8: La comunicazione nella relazione di aiuto Quarto mese Quinto mese Settimo mese 8 ore 8 ore 6 ore Quarto e sesto mese 6 ore Ottavo mese 6 ore Durata totale secondo livello (C) 52 h DURATA TOTALE FORMAZIONE SPECIFICA: (A+B)+C = 72 ORE Altri elementi della formazione 41 Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento Data 23/03/2011 Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente Lapenta Nicola _____________________________________ 56
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