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cipali del diario: la porta-libreria, «un po’ barriera, un
po’ colonne d’Ercole», dove echeggia la Canzone della
claustrofobia; la cucina, in cui si narra della Giovane
aviatrice, uno dei Racconti dell’alloggio segreto (pubblicati separatamente); la sala da pranzo, in cui esplodono le incomprensioni con gli adulti (Canzone della difficile convivenza); la cameretta di Peter, che evoca la scoperta di sentimenti già ‘grandi’ (Duetto dell’amor trovato); la soffitta, luogo delle meditazioni di Anna, dibattuta tra la speranza della liberazione imminente e l’inquietudine per la sorte delle amiche, là fuori, che sembrano rimproverarla per essersi nascosta (Corale della
speranza e Madrigale del rimorso). Qui il racconto
diventa quasi realtà in un crescendo minaccioso che fa
rivivere gli attimi più terribili; il postludio (Canzone della
felicità fiduciosa) rivela infine l’identità della Guida che
ora parla in prima persona, risvegliando nei giovani un
affetto commosso e partecipe. Se il testo dello spettacolo resta fedele al Diario, la musica elabora liberamente
i Canti per i bambini morti musicati nel 1905 dall’ebreo
Gustav Mahler, importante compositore della tradizione
austro-tedesca; la struggente meditazione mahleriana
sull’enigma della morte degli innocenti assume qui un
significato profetico additando l’immane tragedia di
milioni di piccoli come Anna. Lei, Anna, non ci sarà: alle
sue parole darà voce il coro di ragazzi, arcano suono
dell’alloggio segreto che continua ad invitarci al dovere
della Memoria.
La Scuola all’Opera
La Scuola all’Opera
STAGIONE 2007 2008
Anna
o Il percorso
della memoria
Elisabetta Lipeti
GENNAIO 2008
DATE
DELLE RAPPRESENTAZIONI
Giovedì 24 ore 10.30 e ore 15
Venerdì 25 ore 10.30
Piccolo Regio Puccini
Gennaio 2008
Stampa: la fotocomposizione - Torino
Era una brunetta dagli occhi dolci e sognanti, voleva
fare la scrittrice, da grande, e si esercitava compilando
un diario indirizzato ad un’amica immaginaria: «Cara
Kitty…». Grande, però, non poté diventare: ebrea, fu
deportata ad Auschwitz e di lì a Bergen Belsen, dove
morì nel marzo ’45, poche settimane prima che gli
Inglesi liberassero il campo. Annelies Marie Frank nasce
il 12 giugno 1929 a Francoforte, in Germania; nel
1933, dopo l’emanazione delle leggi razziali, la famiglia Frank emigra ad Amsterdam, ma nel ’40 l’Olanda
è invasa dai tedeschi e subito scattano anche lì le famigerate leggi: ecco dapprima l’esclusione dalla scuola e
poi la decisione di trovare riparo in un nascondiglio. Il
6 luglio ’42 i Frank, i coniugi Van Pels, il loro figlio Peter
(e successivamente il dottor Pfeffer), entrano nell’alloggio segreto, separati dal resto del mondo da una portaarmadio che imprigiona e protegge allo stesso tempo.
Qualcuno però sa e non è disposto a tacere: il 4 agosto
’44 la polizia fa irruzione nell’alloggio e arresta i clandestini. Alla fine della guerra, solo il padre di Anna sarà
sopravvissuto al Lager; il Diario ritrovato verrà dato alle
stampe nel ’47.
Lo straordinario documento delinea la personalità brillante di Anna, ottima narratrice e acuta osservatrice,
dotata di una spiccata ironia con cui descrive con freschezza le situazioni paradossali causate dalla forzata
convivenza. Nel piccolo cosmo di faccende domestiche,
affetti, incomprensioni, primi amori, l’eco della tragedia
mondiale risuona con terribile lucidità; ma con innocente fiducia, come una luce nelle tenebre, Anna scrive:
«conservo ancora le mie speranze, nonostante tutto,
perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo».
La casa di Anna diventa museo nel 1960; il nostro spettacolo parte da lì, mettendo in scena una scolaresca di
allora accolta da una strana Guida, un signore malinconico che indurrà i ragazzi, inizialmente un po’ distratti, ad una crescente partecipazione emotiva. La visita si svolge in cinque tappe, o ‘stazioni’, che corrispondono ad altrettanti luoghi della casa evocanti i temi prin-
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ANNA
o il percorso della memoria
Cantata scenica in cinque stazioni per voce recitante,
coro di voci bianche e strumenti
Commissione del Teatro Regio
Prima rappresentazione assoluta
Libretto
Marco Ravasini
liberamente ispirato a Il diario di Anne Frank
Musica
Enrico Maria Ferrando
su temi, spunti e suggestioni da Gustav Mahler
Regia
Riccardo Fracchia
Scene
Ivano Coviello
Costumi a cura del
Laboratorio di sartoria del Teatro Regio
Direttore
Carlo Bertola
Maestri del coro
Claudio Marino Moretti
Claudio Fenoglio
Coro di voci bianche del Teatro Regio
e del Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Torino
Personaggi
Myriam voce bianca Miriam Schiavello
Lucrezia Mele
Sacha voce bianca Carlo Alberto Italia
Alexander Bickert
Loukje voce bianca Stefania Costa
Fabiola Salaris
Viktor voce bianca Marzio Mula
Matteo Gorrea
La guida attore Antonio Sarasso
Le voci della casa
Elena Bertero, Alexander Bickert,
Emma Bruno, Marta Caputo,
Margherita Carrà, Alice Cavalli,
Diego Cettino, Sofia Elena Coretti,
Manuela Costa, Stefania Costa,
Elena Crisman, Emanuela De Fezza,
Serena Esposito, Fiammetta Fanari,
Giulia Ghirardello, Matteo Gorrea,
Nicole Greco, Francesca Idini,
Carlo Alberto Italia, Giada Labate,
Sofia Magni, Alice Marras,
Lucrezia Mele, Alyssa Mhimid,
Sergio Milano, Francesco Monchiero,
Giulia Moretto, Marzio Mula,
Bianca Maria Pezzini, Luca Pipia,
Luca Pitino, Chiara Rubeo,
Beatrice Rulli, Fabiola Salaris,
Elena Scamuzzi, Miriam Schiavello,
Martina Scimone, Alessandro Suppo,
Vittoria Trifiletti, Vittorio Viola,
Giulia Voghera
Gruppo strumentale degli Allievi
del Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Torino
Simone Cremona clarinetto
Enzo Ceccantini saxofono
Dario Avagnina tromba
Diego Bruno trombone
Diana Subashi violino
Alessandro Spagnuolo contrabbasso
Elisa Di Dio, Jordi Manuello percussioni
Salvatore Barbone, Alberto Tosa,
Vassil Tashkov, Roberto Vizzuso, figuranti
Maestri collaboratori
Chiara Marcolongo e Sergio Merletti
Luci
Mario Merlino
Nuovo allestimento Teatro Regio Torino
Lo spettacolo sarà preceduto da una introduzione
di Elisabetta Lipeti
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