^s^' g' Ar^BORGESE di edificare Tempo VERGA TOZZI , PAPINI, E. , PRAGA GALLARATI NOVARO, CASTELLINI, FIUMI, NICCODEMI, ERRANTE, MORETTI , -SCOTTI, RAVEGNANI, GORKI E F. M. MARTINI BONTEMPELLI COVONI, SAPONARO, PIRANDELLO , DA ROCCA, VERONA TOLSTOI. MILANO Fratelli T Terzo r é v e s E , migliaio. d i io w i PROPRIETÀ / diritti per tutti di i LETTERARIA. riproduzione paesi, compresi Copyright Si non riterrà porti contraffatto il timbro di e la Svezia, G. by A. qualunque a secco Milano, la Norvegia Società di Italiana 1924. - e l'Olanda. 1923. Borgese, Treves riservati sono esemplare della Tip. traduzione quest'opera degli che Autori. AVVERTENZA, attività mia e insieme il 1910 coi dare quantitativa che e bel un salvezza moderne pleta incom- e ed pia am- della meriggio primo sorgere di e in vita nostra stato sovente titolo quel di eccesso questo di libro Né o prima struzione di- dicennio quin- protagonista infatti credo e forse che benevolenza ha di decennio stesso; sia presente tempo Non io vi non al quasi fu letteraria. demolitore per oggi giudicassi critica la massa definizione per accennando se loro sesquipedale. scrittura demolizione cui che le che senso la sia e edificare, come nel per poemone nella di tempo valgano un non se già frammento, all'avvenire, Il il e non artistiche costruzioni pili il fra surrezioni Ri- in imperfetta italiana edificare: di d'essere raccolti spregiudicata abbastanza fra usciti tempo. nuovo della certo pascoli-dannunziana Tempo e il Libro, letterature di la militante, o scritti Studi letteratura giornata dico e alcuni con negli forse della di e Vita La modo qualche in professionale un'immagine ma più di ire il *13» e d'un crìtico di e vuol conclude volume Questo di errai di tutto verità. se- un AVVERTENZA significato che Io era scritti di riaccolti qui romansi scrivere Ma divenire in professione la esercitavo degli artista un e i moralmente liriche voglio il dire di tempo è mio dovere ho che storia ai critici nuovi il a cosa già da tempo, quale pienamente i libri stesso, me di compito è me, essere promessi che ciò difficile.Perciò d'essere, scrivendo di vando conser- connazionali, per edificare, di Rubè. di tregua senza e è venuto che parte drammi, e intellettualmente e quando coetanei sono contemporanei anche critico; e buona di giudicare l'ufflcio scrivono tore. all'au- riferisce personalmente si d'arte e lasciando e giudicare loro alla volta. S'intende che La me. per ebbe pesante a e per certi altri da cavo: che essere un il generazione la sul " vient-de-paraltre stroncare per Critico, deciditi a d'esser che meriti non preserva la se o veramente conto di qualche chi i tuoi curare sgobbando sui leUi, cente lu- e i trono. acciacchi. (e, direi, la correndo fa per bello fuori qualcosa criticato. Alla lunga un non sciuta cre- pugnacemente „ in autorità è è par»o metter sua ficoltà dif- queste momento grandeggiare dal comincia Medico, di cultura, le presunzione, certo un sentenziare articolettOy la gusto, piU di lui, scrivere da dell'arte ad io appartengo quale rispettitroppo po' futile.Fu costretta è cresciuta pigrizia. E bastasse alla certi per Una mente edificare sola- giunto orgoglio sul Ma iniziali la destino le idee. convinzioni, di tempo generazione un rifarsi tutto self-made. è non la e tremenda dandone di tuo critico spettabi ri- sua alea sena- AVVERTFNZA le mente O Sanctis, sia la scorso, anni con di tempo s'inizia libro uno giornata Jililano, amore ria. bo- rossa venuti questo in su cordo d'ac- punto dedico dei Jetteraria edificare dire vuol mente umil- lavorare. nel del l'edificatore, Tosziy di Tempo Lo critici su secolo delicato cui sto, mode- me. Insomma, Il del tanta migliori vadano e altri intimidire i che ultimi questi il gentHe3:sa, dovrebbero Credo ed De e istruttivo, e Nencioni cui l'arte per Sainte-Beuve ecero perseverante, Enrico come J come prove, VII vecchio alla di nome tempo, cara primissimi Giovanni più memoria edificatori Verga, devoto di e Federigo nella nuova d'Italia, 1923. G. A. B. ziente. pa- Clovannl verga. I. CARATTERISTICA. Vi -scettici sono ch'è vi nel dar nel denunciare a tal la là quello di esaltazione gli è i risultati verso Il un bello poco la miseria li non eterno sconfitta. la né quella del modo Tempo e di di è estraneo, principio ciò cui Verso della edificare. del conta vinti' nazione, ma amoroso e premio È progresso. è che speranza, promessa Carducci; come i suoi pochissima con con legge pessi!- diffidenza sua da in né al BoRGESE. la pietà, con molto questo gli la fin consola della triotta rivela spettacolo e molta sente polemica ripugna, dursi tra- potesse di la perfetta. si gli mondo e e stessi se sarebbe pensiero, di genere male un a se scetticismo quali s'accalorano mondo almeno in vero; i è vita Verga, arte Ogni mismo. ogni del dell'entusiasmo. in la tutta assicurare sua il Schopenhauer, dolore il da la è che strando dimo- raggiungere come prova punto felicità più impossibile pessimisti, sono s'appassionano che toso rispetnon pa- coi de1 TEMPO relitti (si veda, DI EDIFICARE esempio, la prefazione a al mio) Dal tuo si placa nel cortese ma non di De socialismo» la Amicis; è ossequioso verso ne non scienza, ma aspetta miracoli. Né, d'altro diffidenze fa sistema: che canto, delle sue gli e parrebbe atteggiamento troppo ambizioso poco chi a carvi garbato. Sicché la sua voglia ceropera, un proclama d'azione, una regola di vita, o consiglio di suicidio, dice poco magari un silenzio vedremo o come nulla; e a questo suo sia da attribuirsi la sua scarsa penetrazione nel pubblico. In generale vi si volle cercare una della vita rappresentazione «obbiettiva e fedele» la siciliana: fosse se quale, anche esauriente, sarebbe i cocosa sono mediocre, come lori sempre per locali. Ma è poi Verga veramente un artista del le sue e pittoresco? Che i suoi grandi romanzi vallerìa piccole novelle sian lodate per questo, che CaRusticana, sull'ali del canto, abbia fatto il giro del al continente mondo e esponendo agli stranieri i truci splendori dell'isola focosa È anzi bene scuro l'omale. che e sanguinaria, poco si foggi qualche prebisogno di ammirare testo, chi la passione che ha e cuore non per Carmen dei si compiaccia costumi della gnoli, spail grande gusti l'interessante. chi non sente Ma rava in Cavalleria Rusticana, miVerga, nemmeno all'interessante al pittoresco; e le pecue liarità lo Sicilia non della divertirono, come divertirono quelle del Veneto Fogazzaro. Niente considerarlo sarebbe che come uno più erroneo e appaiarlo, che so io, al spirito folkloristico far dipendere che Pitrè; niente è più frettoloso la maturità della sua arte dalla scelta dell'argomento indigeno. Tutti i suoi attenti lettori sanno Giovanni novelle certe che è Non delle belle bucolico, un di verghiane meno sono non Verga esteta; né sogna un palazzi di diamante. contemplazione. Quello strano flaubertiani è: che distacco fra le da fare ha tanto dato che più facilmente molto due sue milanese materia siciliane. è non 8 ai La parola e quasi singolare maniere d'arte, critici,si spiega di solito sua si creda. non della sua Certo, fra i racconti gioventù,tra cui è la Storia di una il più noto Capinera, e le della maturità, e i romanzi novelle, i drammi tra i quali ultimi guiti primeggiano / Malavoglia se- e distanza breve a tale differenza alla fa così mism^ato Verga, ebbe invece molto accesa, tardo romantico; come del 4e-4QQne la Elena, c'è colo, salto,al mira- di un mediocre nel primo periodo e le dottrine, gl'ideali donna vedendola ora Gesualdo di al interna guardò e un verso vita una come Ma don Marito pensare artistica che santo. un Mastro far da grazia peccatore dal intervallo maggiore a da sentimentale e funesta Vp^'ga sono menda tre- e idolo, più spesso angelica un'Ildegonda. -K^ siiqI dire primo di occhi con false. Sono e corporea inche. gerate, esa- E questo entusiastica. mano dipinte con entusiasmo, che era dire, e, vorrei passeggero dal dissono carattere biografico e, comunque, essenziale di Verga, ne squilibra l'opera e la sforma. Più egli non tardi la verso donna, protagonista lirica di luce Malavoglia Mastro don e del di muta che della fede romanzo atteggiamento resta sua pur rale mo- la sempre ispirazione,un tro cen- le e cenere, la Trao di omonimo, ria la Santuzza di Cavallein tanta Gesualdo, sorelle della Capinera, Rusticana, sono come TEMPO le due delle donne EDIFICARE DI Cacce due sono più o meno la passione consanguinee di Tigre Reale. Ma sbollita; soggettiva del poeta è in qualche modo le donne non e più il primo piano; occupano e dell'azione l'interesse è intorno concentrato a virile è ormai fermo e virili,come lo sguardo con cui Verga studia l'amore, la gelosia, il delitto armato dalla concupiscenza. Nei romanzi due maggiori i personaggi agiscono che slanci piuttosto per spinte economiche per di passione; più per bisogno che per desiderio; le debite si può, in generale, e con e cautele, stabilire che Verga è più grande laddove razione l'ispisoverchia economica l'amorosa, o anche coscienze laddove l'azione piuttosto che è donne. a diversità fra Cavalleria contano Turiddu sono il lieve facilmente una Si veda e Capinera di dimentica, drammatizzata: uomini nei drammi quale quelli che e Santuzza In e di tre men- Lola Portineria, eh' è un po' languida le donne fatali Lupa ricorda al Caccia di gioventù. Nella di certi romanzi attimo, il calore che Lupo è raggiunto, per un Nell'ultima del fonde tutti gli elementi. opera invece giuVerga, Dal mio al tuo, li troviamo il plebeo arricchito decaduto e staposti: il barone don sono nitidi,di Mastro ricordi, ancora nella ma brusi perdono Gesualdo, le due donne della prima maniera. sentimentale ed erotica in obbiettivo tutto amaramente e Quand'è equidistante dagl'idealietici e dai fervori passionali. grandi pagine e i Verga scrive le sue suoi grandi libri, ed è un artista; in cui puro l'oro della rappresentazione è liberato quasi da sfiduad animarlo una ogni lega. Solo rimane e dolciastra. La a Rusticana, ove specialmente Alfio manierismo si intorno accentrata Giovanni data e simpatia stanca e Verga soffrire r interminabile il verso del vano sperare genere umano. Questo disinteresse, che a volte si specchia in scolorate trasparenze, lo ha aiutato a realizzare il programma quello che fu sempre degliartisti Meli o Bellini, della sua terra (grandi come sfortunati come ccMUr Rapisardi): un'opera liscia, chiara ed armonica, assisa patta, interamente fondamenta su profonde, vestita di limpido sole, greca. Per dei massimi la poeti gli mancò della creazione, la shakespeariana gioia ebra mase balzacchiana o inestinguibilesete di vita. Rimalinconico e un chi deluso, con quegli ocFattitudine di chi un po' sazi, quasi con resiste alPispirazionee la subisce malincuore. a di' tutta Ai suoi contemporanei italiani sovrastò la testa. Nessuno lui c'insegna che il come contenuto e dell'opera d'arte è l'anima umana che essere la è forma sua l'euritmia. IL TEATRO. IL Fra il 1884 e di il e 1903, don Mastro silenzio Cavallerìa La Lupa, Volpe, Dal La tuo il tempo Gesualdo e Giovanni , drammi: fra Caccia al mio. amore voglia Mala- quello scrisse Verga Rusticana^ In al Lupo, La Per dei l'ultimo delsei Portineria, Caccia di alla schematica chiarezza si possono vari modi tentare di distinzioni gedie, traesterne, e si può dire che quattro sono una, La Caccia alla Volpe, è commedia, TEMPO e Dal una, si ovvero rusticane tao e milanese; o un atto, due sola una di tragedia quattro sono che la una, lieto a si è dramma di tentati Volpe^ popolare in stabilire e alla Caccia Portineria, è perfino si può dire che tre in due (In Portineria, La (Dal tuo al mio) raggiunge un fine; siciliane In una, porzioni solite di facendo è mio^ può dire o quasi e mondana, e al EDIFICARE DI e in Lupa), le pror atti. Così tre che sono è la fantasia è soprattutto tragica, ch'egli eccelle nelle rappresentazioni di color locale, e che è è vero Tanto novelliere. dei che soprattutto un sei Verga drammi quelli che hanno atti di argomento Rusticana e volta a arriva La per caso risultati dove più la tenuto tragico al Caccia che un giusti.Si a e lungo e scena sono tunatament piìi fori due siciliano, Cavalleria Lupo. Avviene qualche metodo duca sbagliato consi sbaglia strada, ma si doveva. si vede, com'è turale, napiù addentro studiava che Verga drammaturgo gli di Verga narratore. stessi temi Egli è un poeta del travaglio econodella passione amorosa mico; e le sue rist;intoe il bisogno sono più forti e ispirazioni. Dei sei drammi quasi esclusive amorosi neirultimo, Dal tuo cinque sono ; solo al mio, la questione di danaro za predomina sencorda eliminare l'altra,e l'aria che vi si respira ridon Gesualdo. quella di Mastro cana: RustiSi riassumono rapidamente. Cavalleria Turiddu non dovrebbe, sposare può, come ucciso dal Santuzza a e rinunziare Lola; muore In Portineria: Carlini di Lola. marito non può alla la buona rinunciando e {malata Malia amare za perfida e bella sorella di lei,Gilda; aggrava, senconsapevolezza né colpa, la malattia di Ma- Guardando Giovanni Verga la morte. non Lupa: Nanni l'amore ale padre rinunciando può vivere da marito della incestuoso suocera 'gna Pina e la ganza. Queliberarsi che assassinando sa non sti lia, e ne affretta drammi tre varianti sono 'ristintosessuale La è più di solo un motivo: della forte legge morale, la passione soffoca la bontà e la giustizia. Negli altri tre si nota La una complessità crescente. al Lupo Caccia servazione rappresenta. Tistinto di conlotta in due non al tra col erotico furore e tutti e e Lollo legge morale. I Musara colpevoli e perdonare alle donne possono loro seduttore; Mariangela non carsi può sacrifiall'amante né l'amante a lei; l'uno e l'air in stato di disperas'appressano alla morte zione La Caccia alla Volpe è una e d'odio. spe^ di fronte eie d'ironia alla sulle Fortissimo primordiali strando il truculenze nel Verga com'esse sorride Invece la blanda contiene programma fra pur una fior di labbra e parola morale. un pari tempo na Artale, don- violento strisciante;invece di in mor saziata, geloso,la lascivia inscrupoli. Ma quale dell'attacco minaccia denti. prece- ^le passioni raffinate. il possesso il desiderio senza l'invidia a si estenuino Livia, Fieri: sordina! drammi rappresentare nelle società si mascherino dei duello. di conclusione Verga n'è alla mina fem- dell'assassinio Dal tuo al mio artistica e di consapevole, e, nella prefazione. reticenze,lo ammette La mostra dove coppia di Lisa e Luciano rebbe, sasecondo il poeta, la salvezza: nell'amore che, sorto dai giovani sensi,diviene collaborazio^ ne etica,e, forte contro le avversità, insegna la conciliazione dei sessi e quella delle classi sociali la subordinazione e degli istinti alla legge morale. È o vorrebb'essere l'opera di redenzione TEMPO verghiana, il pianoro XIX del secolo si non espositivoa salendo: mirarono alcuni dopo EDEPICAEB DI brevi Tristani alla prenda lettera cui tanti artisti breve un (purché e sia sifal Paril paragone soltanto sfiorato). Ma la del dialogo di Verga, che è avidità esprime primitive, è jierfetta quando insufficiente far a conoscere più ricchi saggi paeLe Dal al mio tuo interiori. ren figure di lontane ed stano se ermetiche, come ognuna delle piìi importanti) espo(o almeno ognuna nesse la sulla scena essenziale di sé, parte meno il resto segreto. Da ciò l'incomprensione tenendo del pubblico. L'espediente dell'autore,che pensò le battute di completare con ampie didascalie di con (a volte accentuate parole commosse, stile non felice. verghiano), fu poco come può far vedere Questo stesso riassunto di Verga sia conseguente ed l'opera drammatica di una gli manca organica. Non speranza vaga fraternità e d'amore, collocata nell'infinito;ma della vita è rigida e fiera. Il gevisione la sua nere è quello che umano è, e può abbellire domarli. Le i suoi esteriormente istinti, non il bisogno del cibo molle dell'azione sono sempre il bisogno dell'amplesso: quello, organizzato e dal desiderio della sicurezza, diventa avarizia; nella gelosia. questo si prolunga e si sistema civiltà può camuffare la realtà, non La volgerla; capolà dalle menzogne e chi venzionali, convuole, di secchezza conoscere nelle società plebee il ed cuore dell'uomo incolte. Questo lo cerchi to, sentimen- in Verga, s'accordava profondo ed autonomo le mode l'arte e con la scienza, con del con Carmen di Bizet fu rappresentata tempo. La nel '75; Vita dei Campi fu pubblicata nell'SO; Giovanni la in Chi neir84. del Mascagni Nietzsche, il e Verga guarda suo fu messa l'ascolta col comento s'accorge Ma Carmen. la con drammatica Rusticana Cavalleria scena Verga delle subito Bizet tele paren- potè piacere a dionisiaco. gli parve canto cale musi- malinconia. con deboli cattivi,o tro abulici o violenti. Raramente egli s'indignaconla nequizia, che per solito gli si rivela come In questo senso una sottospeciedella fiacchezza. tutti è impeccabile Cavalleria Rusticana, ove dell'istinto. Exmarionette i personaggi sono uomini Gli romantico, sono riserva ' nali per o la santità femminili creature lui ad (Malia o alcune eccezio- in Portineria, al mio), tuo in Dal Lupa^ Nina umili Beatrici, amanti angeliche. Ma anche queste così perché sono così, né potrebbero sono agire o sentire altrimenti. La loro virtù è senza storia. sforzo senza e Verga non rappresenta è un caratteri ma temperamenti; non poeta della bertà, la lotta disperata per la linarra volontà; non nella la vediamo come tragedia greca, il divincolarsi dello spirito nella natura, come o lo descrive Shakespeare. I suoi tre regni-,Tinferno dei violenti,il purgaforio dei fiacchi,il paradiso delle vergini e delle spose celesti,stanno no ab aeterno, senza mediazione e trapassi.Ciascucristarsolitudine dei suoi tre tipi sta in una dibattiti morali, né svolgici sono lizzata. Non menti, I suoi personaggi s'immaginé sfumature. nano col destino, di di contrastare brevemente nella Mara contrattare con l'istinto: appena ne fulminati. cadono quasi tutti i suoi drammi carattere migliorifra essi hanno Perciò i / tocchi son ghi, di catastrofi. Tutto è concentrato e, que, comun- di epilonel quinto JO TEMPO jDOsta primi quattro (racconto della i essendo atto deiranima lotta EDIFICARE DI il contro supbertà lidella IMstinto, contro destino, del carattere il contro dalle superflui e bugiardi. Fin temperamento) ra prime battute i protagonisti e la loro storia futuin mano, determinati chiusi a e gli stanno gomitoli; dopo di che il poeta prepriori, come cipitosame li sgomitola. Monologhi, scene rali, codi sarebbero fuor spiegazioni, confidenze mai chi scrisse come luogo. Si può chiedere i Malavoglia Mastro così vasti come racconti e Gesualdo don abbia non drammi scritto di loghe ana- potuto, ma proporzioni. Certo che avrebbe cioè moltiplicando iì percon analogo metodo: sonaggi d'uno le meno. fenostesso e esemplificazioni al mio Dal tuo s'approssima al genere. i singoli maturità nei della romanzi anche Ma rattratti tuari, stae statici', rettilinei, personaggi sono delle mutare immobili nel vicende, fin^ che bizzarramente difficile è modello drammi come passione e Rusticana della del e che e vita sua pesanti parallelismi. i critici vogliono morto come Verga ebbe come senza che 'Ntoni Con non La destino Caccia Non drammatico. i suoi è dei po' piìi a lungo gioca un il gatto col topo; ma una drammatica traduzione Ora travolti. e il destino Malavoglia e scossi vengono ne se non piti al vita ha l'idea nostra. Lupo Ma resteranno imporre si della si sarebbe e vono scridella ch'egli Cavalleria plari esem- sceneggiatura e di dialogo. Ivi il Verga nel cogliere ciò ch'era fu pari ai grandi maestri essenziale mento all'argomento e nel togliere ogni eledecorativo e parassitario. di 12 TEMPO Ma questi motivi quando meno rittive si diffusero o dosarle senza di EDIFICARE DI di ammirazione in larghe nero ven- masse nar- si sufficienza, quando a stro atteggiamento rispetto a MaGesualdo ai Malavoglia (soprattutto don e rispetto ai Malauoglial) il pubblico si disorientò. trattò Ammirò prèndere e lesse. non Perché? dice Qualcuno scrive Verga perché male. Vedo che critici lo che intorno che scrive male. non è dice mai Ma si fra gji errori più tenace fra Verga. Anche quelli (e lo grande scrittore manca oggi chi neppur grande scrittore,sì, ma come tutti) ammirano il a ammirano ripeta è questo non Verga è Questa ammessa un contraddizione in nessun'altra arte, per che grande un in ammette stesso dice che è si non pittore dipinge male. letteratura. Luigi Russo, espositore di Verga, se non Lo termini scrittore l'affettuoso dice che biografo scrive Scrittore dialettale. ed male tale dialet- un'orribile lingua italiana! Sarebbe cosa, di blico indifferenze altre pubgiustificare ben di critica. da esautorare e ogni propaganda in da è scrittore né tivo. dialettale né catVerga non Forse, e senza forse, egli è il più esatto zoni. Leopardi e Manprosatore del secojlo, dopo A quest'altezza egli giunse tardi, e vi si in alcune novelle mantenne e njei poco, per si percepiscono Malauoglia. Già nel Gesualdo vi giunse, alcuni sintomi di disintegrazione.Ma e vi si È Di mantenne, quanto dialettale alcuni per basta. nella scarsi alcune sua elementi centinaia prosa di Verga di gine. pa- dusse intro- vocabolario^ e Giovanni Ma contano. non la IS Verga sintassi è sua di ghevole pie- una bilità, moasciutta,di un candore, di una di una hanno tro risconprontezza che non È i contemporanei. fra strano poi come che ebbe non uno pratica di versi sia gran riuscito a raggiungere una musicalità così calma e Chi vuole cattivo a scrittore è perfetto. ritmico di descrittivo esempio un dialettale o orecchio suo i apra questo Malavoglia 171: p. '(Soltanto alla il Anche solenne. le onde, quando Provvidenza, occhi luccicavano volessero e dire più muggiva fin Ovvero come mangiarsela; parola, in una dove c'era gì) avessero nessuno e al mezzo osava che mare acqua». fulminea legga questa vicino passavano individuazione (p. 105): «Vanni Pizzuto non per scarpe, s'è terra, le passano Ovvero « vecchio allora lo qua che io te voler continuava nulla! a Allora il paese i tuoi morti piedi quando come ne sarò sotterra, anche allora andrai lasciare fare non dove saranno al Longa della lui, più, la ti quel e Alessi figlio ci casa, il tutti e nato osti- eppure si dirti senza cuore Ma io! che ti vedevamo basterà sotterrati potrà avevamo faccende sei nato povero vuoi. lo dico te tua le solite e dove vattene quello che comprenderai dentro il petto, quando a i sg.): morto il pane, non conosco io lo ri- ma sempre polvere il canto 219 (p. sarà buscarsi la senza pecore». ascolti vagabondo Dopo striscia che levar fa e andare conosciuto; essere egualmente, per ad messo di sciare la- cresciuto,e dove sotto quel marmo, 14 TEMPO all'altare davanti domenica dell'Addolorata si ci liscio,tanti EDIFICARE DI s'è che inginocchiati sono fatto la sopra, » . Ma così dai Malavoglia, fitto, non 142-149, cita si stilistico è il tessuto ove (se le forse non gine pa- battaglia di Lissa vista da Acitrezza, le sole staccabili per antologia).Tutto v'è ò un blocco, e non l'organismo narrativo di critica martello di presunte, sue di deficienze Altri ne dei questi dei non — né ma sfaldare. possa viene certamente dimostrate dalle dimostrabili, né scrittore. la romanzi. Ma le meno e nella causa Il avventure di e s'incontrano baroni, è più e dicono — le Simple Salammbó, bea ple- materia pubblico il Coeur forse almeno duchi popolarità L'im- lo non ama piacque ove che Verga cercano suoi miseri. e sulla sventure di il Don ricchi e bert Flausualdo, Ge- chiti arric- divulgato dejl piscatorio / Malavoglia? tentativo. altro Bisogna forse fare un di penetrazione forza La maggiore o minor si spiega nelle masse di un'opera letteraria non del carattere conto si tien non complesso se strumento del suo espressivo che è la parola. davanti che Può una a o essere può parere nimo in uno stato d'apittura lo spettatore si metta davanti di a una contemplazione pura salvo rappresentazione. Ma è difficilissimo, pura da raffinati estetici tanto sentare ratemperamenti per il vizio, assumere una posizione cosi La davanti disinteressata all'opera letteraria. parola rappresenta e, in pari tempo, persuade. Il lettore vuole essere comune impressionato In altri in pari tempo convinto. vuole e essere concluin un una termini romanzo egli cerca poema 15 Verga Giovanni zione. purificazione dell'emosene Se la trova troppo evidente può irritarla trova d'un inganno; se non affatto come si ritrae perplesso ed Insaziato. dei Malavoglia? Qual'è la conclusione Verga stesso parrebbe guidarci a una risposta, nella prefazione del 1881: «Il cammino coso fatifatale, incessante, spesso sione didascalica una e . febbrile e suo dileguansi giungere rag- è irrequietudini, le avidità, l'egoismo.... le contraddizioni, dal cui attrito le tutte sviluppasi per progresso, dioso granvisto risultato, nell'insieme, da luce gloriosa che l'accompagna Nella lontano. T umanità segue conquista del la nel che della la luce c'è di quanto copre Il risultato verità. meschino nitario uma- teressi negli inli giustifica particolari che lo producono; a^-sthiiolare quasi come nDiez.^jiecessari— Fattività deirindiViduo cooperante inconscio a beneficio tutti. Ugni di universale, materiale alle più dal raggiungere e quando si scopo! sua ci in pagina e non cosa la ruota come diversamente fondo non vorìo la- benessere sì domanda non umana, Che legittimazione!e che incessantemente, qualche scrive del cotesto ambizioni, è legittimato della sua opportunità a del movimento incessante; dove vada questa immensa va». Muoversi fino la scopo conosce come avanzare: Come lo ricerca di elevate dell'attività corrente al certo dalla fatto solo movente le ha che raccoglie queste monete mai d'Issione. Verga quando cose di senza scrive! curvature verbali sa pen- Allora fatiche en- così consunte. Per esempio dei Fantasticherie,un hanno Malapoglia^ un altro preannunzio tutt'altro tono: 16 «Mi è ora di tenaci hanno che ho DI parso nelle loro TEMPO EDIPlCAllfi leggere i per resistere cercato di dei affezioni piccoli alle il cessità ne- l'istinto nel- deboli, stringersi fra della vita, e di tempeste decifrare fatale una modesto dramma deve aver sgominato gli attori ignoto che Un dramma insieme. conoscemmo plebei che di cui che e qualche volta forse vi racconterò debba in ciò: consistere parmi tutto il nodo di che quei piccoli, o più allorquando uno debole, o più incauto, o più egoista degli altri, staccarsi dal volle l'ignoto, vaghezza delper gruppo di meglio, o per sità curioo per brama e — di com'è, vorace con il conoscere lui. — il dramma lo se E sotto non manca coltello del scoglio» Qui non po' oratoria c'è il mondo da pesce ingoiò, e i suoi più prossimi che questo aspetto vedete d'interesse. più l'argomento quello che tratta del mondo, delle interessante le ostriche deve insidie del che le palombaro Per esser gambero, stacca o dallo . Uno di più nulla nelle magnifiche quella sorti rimedio e fede un sive. progres- aduggia ogni del visione. In realtà Verga, che gentiluomo si guardava la compitezza modesta, anche aveva le idee del suo dal polemizzare con bene tempo sociale, positivismo, (progresso, selezione, benessere ironia senza verismo), alle quali faceva credeva in nulla bellissime scappellate. Ma non nella inesorabile tristezza di vivere, e se non difensivo si spingeva fino al ridotto neanche e Il mare Ginestra. ottimismo della tempestoso da e quello che in ingoiatore (tanto diverso il grande Lidda Tidda Pidda cantalo aveva e Arcade Giovanni conterraneo suo Meli) lo presconforto senza Griovanni dalla muniva della retorica santa 17 Verga «buona ra». Natu- mette ampessimismo è integrale,e non ciò quell'acné ribellioni né proteste. Da cento calmo e tenace, sprovvisto d'irritabilità il male di uno che racconti sentimentale, come di meno senza peggio. speranza Verista il Verga c'è mai non è, se pure stato un grande artista cui si possa affibbiare HpI T gr^nlnm Pnpctjvji questo epiteto.Egli è ugO teorico del Manzoni, e dal Manzoni e apprese le contaminazioni di tasia storia e fana respingere evitare le rappresentazioni dell'amore e ad volle a ne (il Fogazzaro, manzoniano metà, non di questo secondo divieto,e il pubblico sapere alcuni elementi gliene tenne conto). Perfino si trapiantaron specificideirimmaginazione manzoniana in quella di Verga, che li riprodusse preziosamente impiccoliti.Alla peste dei Promessi '67 del Sposi corrisponde il colera nei Malavoglia e quello del '37 nel Gesualdo; al tumulto di "Milano fanno eco quello contro il dazio sulla pece nei Malavoglia e i tumulti antiborbonici nel Gesualdo. Il dottor Scipione è progenie di Azzeccagarbugli. Crocifisso- è un po' don Rodrigo,_fì-4eft-iliamffl«rta-.-è. un po- Il suo Abbondio. jcliinQLdfm Ma i si veda rapporti fra quale saggezza contrasto e nel destino. considerare Manzoni terviene in- videnza Provun'indulgente e bonaria che versale anticipa nel secolo il giudizio unie uno maneggia- perfin la peste come come giusti. Anche il suo ad atto strumento il destino ma BORGESE. «verista» è altrettanto d'una Tempo eliminare veggenza di edificare. i rei salvando 1 Verga interviene, e intelligentee veggente, fatta, leopardiana2 18 a?EMPO mente, di Longa e di perfidia.Il risparmia il si accanisce sorte colera ammazza la feroce Crocifisso. povera La mala colpi iterati sulla famiglia Non quasi allo sterminio. questi pescatori si chiama con 'Ntoni padron EDIPICARB DI fin di per nulla la barca la Provvidenza. sardonicamente Nel che ombra è non sacrilegio.Non di è che gina (pasacrilega la pia donnicciuola pensa 197): «coi disgraziati succede così, che vuole una spina scaccia l'altra,e il Signore non in ficcarcele rebbe tutte una volta, perché si mori- di crepacuore», e di rappresentare s'avvede non il così Signore sando pen- come up aguzzino. Il fondo di ma spagnuoli. coscienza là. La infausta Il premio è — vita lico, catto- che sconsolato chi ci crede per è di terrestre valle e è verghiana cattolicesimo un lividori di sensibilità della corda ri- nella dele fe- nell'ai — lacrime, buoni, propizia forse qualche è ai malvagi. Quanto volta più il cuore nobile, tanto più è probabile la uia crucis. Le provvidenze sociali e politiche giovano di anche meno giovi la Provvidenza quanto la invochiamo celeste, se aggiustarci le per ed Non faccende. la ai iniqua servono dì certezza umano e unità e a splendido uno la In nulla. avvenire soddisfazione indipendenza quegli del le per anni nere ge- guite conse- aperto avevano le innografica, in madre cui la Natura ottima e era gli uomini Fa specie vedere in salute. molto bene stavano dire che il Verga (è necessario gli mancava ogni velleità di polemica politica?) accingersi cateratte a a raccontare degli anni grande una una in cui storia si lirica familiare rassodava e paesana l'Italia,fra il 20 TEMPO EDIFICARE DI è «Al \ giorno d'oggi nessuno stato e vuol pigliareil i suo reminiscenza Strana cielo a pugni». classicismo un fatalistico che soavemente e bene di del contento derato mo- s'innesta dell'obbedienza passiva nella dottrina cristiana omnia perseti humana ruit per vetitùm (Audax gens messa fuori candidamente in il titanismo, fra nefas), un'epoca di Canto danzoso bal- delVamore e Nouo.^ il Canto si svolge intorno alla scelta Tutto il poema di 'Ntoni il giovane. Accetterà egli la legge statica della tradizione? o tenterà nuove de? straTenta nuove strade, e si perde, e la casa crolla. Il protagonistastesso sigilla a pag. 339 del libro: il significato «Anch'io allora non sapevo nulla,e qui non che so ogni cosa devo anvolevo starci, ma ora darmene » E scura . prima il poeta aveva compiacenza la filosofia poco ascoltato della con storia di Venera: «Una volta in paese si stava meglio,quando venuti quellidi fuori a scrivere sulla non eran i bocconi vi mangiate, come don che carta taio, Silvestro,o a pestare fiori di malva nel morcol sangue di quei del paese. e ingrassarsi si conosceva, si sapeva Allora ognuno e quel comare che faceva, padre mangiava, suo dove sapeva che c'erano e e e che avevano nonno, e quel suo quando andava, nati, e prendere da questo e perfino quel si vedeva e fatto sempre le chiuse uno passare erano di che si quelli si lasciaiVa il pesce non da quello.Allora la gente Giovanni a di là, e qua e non andavu è bislacca. morire all'ospedale». poeta sa che questa sapienza IL Pure A riferisce la non implica che se di si sbandava non 21 Verga voler cavare Vivere Almeno non dice non insegnava deboli come. si come ai Malavoglia zionaria: impassibilità rea- forti perisca è modo qualche necessario è scettico. l'altra inaccettabili e in non se o tettiva pro- dai costrutto un l'uno (anche possibilismo un nichilismo deduce ne un'affettuosità senza guibili. inese- e necessario navigare), e Verga il Werther^ se pure il vincere, mostrava ai in un gesto di protesta, v'è che ta un'erpersuadeva al suicidio. Qui non di negazione totale, donde zampilla un rupe e disperata pietà. getto inattingibiledi sublime vi s'aggrappa. Il pubblico, il popolo, non e La malinconia putrefazione dal a Verga è non tante dei secolo illusioni lumi o Dickens Tolstoi: un o un artisti che tivate col- avvicinare possono generazione di probabile ch'egli ai)bia mai un la e guerra ottimistiche nuova una come Balzac di alla succeduta lettori. Ma a dersi diffon- Manzoni oltre o le un belle suggerimenti, a loro giudizio immagini davano la felicità individuale e infallibili, social, per di Vf.r^ resterà temporale ed eterna. La glocifl un po' enigmatica.j2-xemota, sfinge. J^a sua di lettori fortuna è ^on di lineamenti^ afifi3afa~auna goria cate- superiori ed alla ristretta chiesa degli artisti che imparano l'arte. Il culto é recente. dei suoi capolavori non 22 TSMPO DI EDIFICARE generazioneletteraria La maturità al stranamente oggi pervenuta allg golare riconobbe una posizione sinsempre se Verga anche questo ossequio fu di parola e se le cose dette parco documentarlo per omaggio Il bello sorpassarono la Le mediocrità. un raramente e circostanze presenti facilitano più largo ed aperto. edificio della letteratura sontuoso tumato principiodi secolo si è fransale, come un palazzo d'esposizioneunivercon polverìo di calcinacci. Quella gran e grande lirica personalisticasi è polverizzata, la parola frammentaria insegue la sensazione senza soggetto. Il Verga richiama intomo a a un sé, come i^estauratore,quelliche desiderano ricominciare anarchica. di là da questa dissoluzione Egli italiana di fine richiama ad ad ma, ad venga cosa e costruzione una una voglionoqualche di duraturo e e di volontà esempio di serio si incorruttibile, Perciò riferiscono l'ottantesimo furono nistica, uma- deiranida cui la decorazione uno un ed indagine dei problemi stile essenziale abolita. Tutti quelliche recente non classica soltanto a ferma, radicata, Verga. anniversario occasioni nell'arte cercano la morte encomiastiche. e Tozzi. Federigo I. CON Tozzi, Federigo socialista e alla fu poi umanitaria, imitazioni Siena trecentesca si dandosi ritrasse ostile fermezza di ricerche dalle altra a nalmente Fi- dagli e con attività studi, gazione ne- una e con di degna e rivivere Caterina. prosa distrazioni, senza di dottrine della ogni erudite Santa a alFarte tutto intransigenze tentò accanto rosea); e con con cui in bolscevica redentrice e formali dapprima (non cattolico, Maistre de fu senese, vecchia conservatore Joseph da CHIUSI. popolano maniera ma rossa, OCCHI GLI una antico un artigiano. A e sentirlo fedele buona da le tutte di lussi mistico in assume cui ogni si capirlo, si cui visionario ricordo un'autorità direbbe in Italia che la per perfezionò, Bestie lirico universale di si lui distinse tenacia in mistica. (Treves, patiménto e esteta in anche Tesperienza era un riconosce paesana dilettanteschi, e vederlo) razza altre con a A decadente. un la (non permanente centrata con- tempi Libro 1917), umano per 24 TEMPO del mezzo parallelo nella è questo ves, DI ferenza sof- contemporanea una con Libro natura. mistico e visionario Con chiusi (Tregli occhi lude titolo,troppo autocritico,al- romanzo 1919), EDIFICABE il ove francamente a di metodo un spezione, intro- austera di coscienza, spietato esame in cui l'autore coinvolge con stesso se gli altri personaggi e il paesaggio. Queste parole, finora chiare, possono poco libro moralista, a un far un a pensare prouno a e grajmma a tesi. Non una d'arte programma di segno volontà v'è invece fuorché nel conclusionale traccia v'è titolo,non fuorché di in un pagine (148 e 224) e negli ultimissimi l'autore, in una ristampa, farebbe righi che abolire. ad soltanto bene L'introspezione scava nel nell'emozione e dolore, ed è austera punto ape disperata; l'esame perché inconcludente di coscienza,-fatto ad occhi chiusi,è una discesa da natura e una palombaro entro un'umanità che reagiscono alla vita con contrazioni, ad altri impercettibili,di spasimo. La nota gina paleopardiana che rappresenta un giardino di primavera come un giardino di supplizi può paio di il illuminare di carattere questo libro. autobiografico.Il Tozzi la vi sua adolescenza, inquadrandola espone al giorno nel primo amore. Apre il racconto contadina in cui la bella fanciulla Ghisola, pungendogli la mano ferro da un con calza, gli del identità fa presentire la funebre piacere col sangue. col dolore, della voluttà Lo chiude il giorno in cui Ghisola, caduta e decaduta, gli Esso mostra è, in largo nel la ventre suo condanna platonica, in senso, cui di il carico una di maternità passione giovinetto aveva dagia ran- follemente creduto di bruciare le scorie di primavera di Intorno vita. 25 Tozzi Federigo affannosa una ai e due spinosa sono tadini con- ed mali interni, aniartigiani, campagne e piante. Ma con l*autobiografiaè obbiettivata sione precile intime tore concretezze che l'aue scultoria, di sé adolescente né più non sono narra solidamente né meno disegnate di quelle ch'egli al padre, alla madre, al passante attribuisce dino contao Toppa. Di un perfino al vecchio cane che il contatto dei vitelli, dice: amava rezza una «Egli,finita la fatica,provava gran tenenella quelle carezze stalla; quando per e l'alito del caldo era Ricordandosene sudore. Del vitello padre, rozzo, e umido mangiava violento e il come in operoso^ suo silenzio^. che aveva dieci popatrimonio e comperato deri facendo da mangiare nella Trattoria del Pesce Azzurro natico e non capisce questo figliolue fantastico,dice: stato meglio che non «E, allora, sarebbe gli Perché fosse nato. nato? gli era Meglio non canto, acparlargli più, sopportando che camminasse in silenzio,magari testa a bassa^ fino sul batterla a lastriGpi". Di Ghisola,che airimbrunire, dopo una cessione prosofferto la prima campagnola, aveva violenza, dice: «Rivedeva la processione: anzi tutta vertiva si diriconoscendo a a uno uno quegli che ciantavano badare senza mente mentala lei,dicendo i loro nomi, dietro quel crocifisso nudo le gocce di vernice e tarlato; con rossa come in terra, spaccando battesse sangue vero, che che gli zoccoli di tutta quella calca! Le pareva la processione entrasse^ vertiginosamente^denmesso su un 26 TEMPO i suoi tro la e anche suonasse musica quella delle campane è Ogni rigo ed lavoro baldacchino un di poco se riecheggiata, come la valle tortuosa^ a nicchia: quasi che parlasse, e il suono così forte da farle staccare». uno scavo, ottenuto nel duro terreno Se esterna. di dissodamento nella EDIFICARE musica infallibile interna Il ocelli! sghembo, DI tenacia si con una sione pres- della realtà che pensa è sempre risoluto lo questo tico stesso, iden- negli effetti,per duecentocinquanta pagine di racconto, in cui un' immagine, non un periodo, non non una è floscia battuta di pigrizia e di ne; consuetudisi se e di invaso si di che pensa muove di di dal in «Dopo di si che delle fa v'è piacevolezz procacità verbale; pittoresco o umili finito l'in- verso il cielo come dalla nice; cor- si perpetua creature epico; la parola, rovente proprio significato,si abbruna suo ferro di case, con ripidissima; villaggiocome quattro botteghe, e riesce e battuto. Fonterutoli,un altrove è non d'ironico, trattenuto non sacra severità una scoloso mu- ritmo un nel pura così Non svasa paesano chiuso orizzonte il movimento in v'è non è colore pittura una vi sperimentalismo Il là di è che escursionistico. nemmeno realistico. Nulla reverenza. truccata; v'è sentimento un a diminutivo, non il libro tutto sintetico, respirante da ogni poro, luce esploratrice in ogni sguardo, l'animo dalla lontano e ad golo an- un la strada alta piìi esser » . «Per si la in movevano la luce strada di fondo Bisarno, alcuni alla svolta. fosse continuamente E cambiata cipressi che pareva dal vento » . «Volevano decidersi, perché la strada fino 28 ritti EDIFICARE DI TEMPO strade; l'aria come è quell'aratura si sprigiona come lievemente sulfureo, un bile dà che gli anni, avvicendarsi vi la libro le tempi, trillo dell'amore dal traversa senza di tessitura velo in eguali come Né quella ed drammatico fano, dia- vapore le persone mutare; d'Eliso. scossa magra i senza lente sono blandizie è Il insostenibile. volte un da impercetti^ acre, un'angoscia a è gravemente tico; stastagioni sembrano sofferenza una tuttavia pura; le e cose perduta una immobilità densa Ghisola, che una romperla troppo novella vimento imprimere moper così a larga compagine per è ed descrittiva. Taluno, leggendo, penserà realistica ed agreste. Ghisola è vista Pietro da Beatrice: una come Nuova Vita una a si sentì esaltare; ella camminava adagio la testa, i cui capelli nerisstmovendo un poco «Egli simi, lisciati diverso tutte da le «Riconosciutolo, il sorriso di soltanto. non vedere volte». altre rise Ed modo e anrossì; poi, rimase egli credeva, guardandola, il suo fu volto; e non salutarla». di capace pettinatiin erano l'olio, con ciulla immaginazione del lettore,resta fananche dopo la vergogna. Pietro cui le palpebre sono Altri,rievocando nella come calda, cui i piedi, affondando acqua terra chi sgomento, che ha gli oclavorata, danno E, nella «di un celeste chiaro chiaro e come se derà difendere», ricori turbamenti degenerativi di Dostojevski. cosciente, innanzi Altri ancora, a quella perizia del subdella rievocherà le trasparenze più fragile poesia francese. egli avesse qualche cosa da Federigo Tozzi Certo, molte degne di essere l'autore ricordate Coti di antiche ed nuove gli di un'espressione rara poetica; di quella 29 per occhi bellezze sono to, questo libro. Cerchiusi ci ha dato disagevole materia delicata e struggente fatica cui l'adolescenza s'adatta alla vita,affinchè con l'età matura la; tempo, dominarpossa, per breve dell'esistenza di quello stupefatto tirocinio che ha talvolta le spossatezze e 1 sussulti d'una lunghissima agonia; che somiglia al tirocinio della morte, proprio come somiglia al pallore della morte il pallore della vita nella campagna marzolina le fogliesecche ove «sono ancora i grani germogliati». sopra una II. TRE CROCI. 16 Gente Tozzi Io da venuta è agli fa sapere 1920. Federigo che estremi. ci posso non Roma marzo ancora credere. Mi aggrappo quel che resta in me della bella e poco stolta fede nella giustiziaimmanente. Mi sforzo a di credere anni Dio è quello ancora fa; che forza un che m'illudevo artista per di dere cre- grazia di l'acqua irrepressibile come che si può far salire,come non il fuoco che si può fare non c'è né peste scendere, e non né piombo che lo possa finché ammazzare egli abbia detto tutto quello che non da dire. aveva Tre di Federigo Tozzi, l' autore Croci, non schiantato dalla febbre può essere spagnola. una 30 TEMPO Vedrai — fa pareva che io bozze — poclie quella illustrata bionda carne EDIFICARE assicurava Milano, quando a sua due da settimane di massa gran biancastri occhi ciò da alleggeritae fatta quasi volante lette in altri gli dicevamo Croci di Tre e che quest'altro libro sarà anche vedrai bello. più Sì, libro sia mi — M lo voglio anche sarà ciò vero il e e debbo credere: quest'altro più bello. Non può essere Federigo, tu, carissimo che selvatico più Pai tra lo sera degli amici, Dario a che il migliore facevi Niccodemi pere sa- chiedente notizie: tue Dite — Niccodemi a che l'ultimo letto ha libro. mio L'ultimo libro Tozzi! di Vien sorridere, da nell'angoscia,al pensiero che possa di primavera quella grande irruenza pur Ci vuol febbre altro che il calore sette anni fa alla trice. crea- della subdolo Noi prosciugare quella sorgente. per assistemmo larsi ragge- calata di che Tozzi Roma e (veniva inurbano sospettoso, come za Siena tutta forsua poi sempre restò, da una niente abituati e a leggiadria) ci eravamo vederlo caricaturalmente una con valigia gran di libri scritti ed inediti, oltre quelli zeppa laccio scritti che nel cervelnon gli tumultuavano alle pareti ressa potente e gli facevano del cranio da modo a una suo glabro decorato a dozzina meaea Vedrai — più di che riccioli arsicci. quest'altro libro • sarà anche bello. Scriveva parola come fosse coscienzioso prossimo respirava, martellata sull'incudine stilista. Viveva libro, dei sebbene ogni rovente implacabilmente prossimi libri,e quelli sua del del che 3Ì Federigo Tozzi ancora erano stampati già scritti e non me li trascinava se dietro,geloso e impaziente, coMa masserizie. tori gli ediuno zingaro le sue tardi e, sul principio, non corrivi; erano sicché egli gorgogliava come una bottigliacolma aveva e rovesciata collo che riesca non vuotarsi a da un stretto. troppo cinque, sei anni fa. Poi trovò stesso il grande editore;esplorò più a fondo se del rigido particodalte svincolandosi larismo squame di esteticherie provinciale verniciato Allora così: era reazionarie d'orecchio duri finché d'un pazienze e alle mentre ascetico dista; apprendella abusanti rettili invidie ai che dilettantismi parevano penitenze erano scolastici classicismi di e nessuna sapienza grazia e della sua superiorità di cui sopraffare una per a grado a grado erano consapevoli si mescolarono, in tono riconoscimenti fede maggiore. La sua in se nell'arte era ed ingenua stesso casta e sua poca mondana la colme il difensiva ira sua ossequio di chierico torto o a ragione, reputava a ed più sapienti di sé. Odiava e suo amore ed generoso cosiddetta La febbre sopravvenuta lo ha di sua vita. con verso in così Prima quelli che, qualche cosa febbricitante [Coji gli oóchi un innocente. traditora ho poco dovette visto in Vita' Nuova mento mo- primo della lottare qualcuno retorica fare un il contro i conti un'adolescenza tragica infanzia, con d'ogni gioia (vagamente adombrata sua con amava; forse raggiante felicità, Raramente ferito spagnola, la civile pestilenza alle calcagna della guerra, alla preso tenacia avversità. odio un animale di ch'è chiusi); poi dovette il tante con una deserta in quella romanzo destreggiarsi 32 TEMPO DI EDIFICARE responsabilità miseria, cui la precoce la consolazione di del pater familias negava la sua stessa allegre tinte boliémìennes, e con di quenatura uno spinosa e ipersensibilecome gli Dante nel girone di che alberi immagina la sua delle rezza chiaPier eccessiva Vigne, e con la nel fantasticare nel vedeire, e con e stucchevole degnazione di quelli che lo leggevano attendendolo a gli migliori. Il successo prove incontro lenti passi svogliati.Bestie^ veniva a nel il primo libro suo pubblicato da Treves così pungente pieno della guerra, era un arbusto la con che fiori. nell'anno un né che Con né occhi cerchi trentotto aveva è fa gli a venuto a la i deliziosi odorarne fuori chiusi^ venuto bellissimo un dell'armistizio,era po' svagato e tortuoso trovi Non mese s'avventuravano tutti non via come della e m' fiume un foce. circa anni, quando Milano manzo ro- ha un portato avevo fogli di stampa. Io che non trenta pagine senza potuto leggere le ultime lacrime gognarsi (debolezza di cui, so bene, bisogna verda letteratura, suquando la nostra o muni cosottoumana, tratta gli uomini perumana col sardonico disprezzo che si meritano) il mio io soltanto non e gli ho detto nesóio non Quanto al successo gli quid maius. Tre Croci in — — ho dato soverchie illusioni. Gli ho citato sempio l'e- Malauoglia, di cui in quarantanni cento duesi sono vendute otto migliaia, esattamente Croci copie all'anno. Però, però. Se Tre in comi Malavoglia, il 1920 penso non ancora sono Allora è c'era non non più il 1881. freschi e i lieti afposto che per le ghirlande pagane innografici,tanto simili in poesia a quelle storiche di ch'erano in pittura le evocazioni dei Federigo Tozzi Ussi le civiche e apoteosi Maccari. di Le belle che ne ce furono, nacquero liriche, so bene malgrado il cattivo gusto sfarzoso dello stile che fando triondi poi fu chiamato Triplice Alleanza poco nel Palazzo di Giustizia, trovarono e zia grasolo perché in qualche modo gli rendevano omaggio. In quel festino la prosa pessimista dei infastidire e come Malavoglia dovè pura una lida giaculatoria;la lingua, così casta e pale gentileda ricordare veramente Leopardi, miserabile fu liquidata come dialettale e parve in un'epoca ligia all'antiquariato lessicale;un libro di umanità, quando meritevoli esser per la dignità di fauno di poesia occorreva almeno di centauro, doveva sembrare o un po' degradante e dall'umiltà lontano non della storia naturale, cui infatti somigliava per l'asserita disciplina del verismo. v'è letmutate. terato sono Oggi le cose Oggi non riconosca la trinità rispettabileche non Leopardi, Manzoni, Verga, anche se i Malavoglia i Promessi Croci non Tre sono Sposi, come i Malavoglia. Oggi non dico che non sono mandi coil buon incontrastato v'è posto gusto, ma tutti i gusti in questo promettente caos terario, letper il buono, e perciò e perciò anche per nuche l'ultimo un grande bel libro come per di .omanzo stravagante anni di atrici Tozzi. In fin il sperarne travaglio egli non piacere phicare una BoRQESE. al pubblico la critica. sua né Mi commedia Tempo di fede. racconti «frammenti che trecentesca edificare. era quindici fatto propizi mala dicono non In aveva non scritto aveva conti successo. alla concessioni dei tibile Incorrut- licenziosi lirici» fosse da da lice infe- rappresen8 34 TEMPO mesi tata scrisse fa Milano. a al lettera una DI EDIPICÀRB Ma il egli giorno dopo Corriere, dicendosi vinto con- giustiziadei fischi. che Era un tempo primo bagliore di gloria di fortuna filtrasse fino a lui. A Milano, coi e in che avesse foglidi Tre Croci in tasca, pareva il mondo. tasca Sognava sul serio di comprare della motocicletta. una Ma lo m'accorgo che, mentre credo credere piìi, non posso io non di in forza una appiglio alla sogniamo qualcuno quando Croci non Non massimo sono E dirlo. del questa forza superstizione lunghiam morto gli al- vita. la Tre stronchi che Mi fiore. pieno che naturale commemoro, all'arbitrio il i Malavoglia. dirlo dà stesso è Ma una cessario ne- sura mi- libro. i sono che Malavoglia, un perché, lungi in trecento può narratore dall'avei-e pagine sono non la dodici ancora il dare, possa anni di centrare con- di storia cento sociale.Tozzi svolge nelle sue duela catastrofe adottando pagine soltanto matico metodo un piuttosto tragico che epico, dramche narrativo; adottato gico, traquesto metodo perché, anche avrebbe dovuto proiettare sufficientemente nella l'antefatto catastrofe, e introdurre gressivame prole violenze dialogiche (non con del e primo capitolo) il lettore nell'antefatto tualmente viri tre nel fatto. Invece protagonisti sono prima pagina. liquidati fin dalla la decadenza fisica dei e Gl'imbrogli finanziari familiare e 36 EDIFICARE DI TEMPO liaiiegala Cp^^ì^^^^i^i libertà) con opulento di parole arcaiche o personali, presuntuose dico soprattutto superflue. Non nemmeno sintassi sua la già ha è ritmica sua vocabolario Tozzi che — sarebbero, a che a perché. Ma non romanzi Tozzi prorompendo già quanto basta V'è e Ci con dato ha un libro Podere voglia^ Mala- gli e l'ultima col suo alto in teccia cor- genio? tappa. sua moralmente altri scenza ricono- con questa concepito puro, ragioni i ancora fermarsi a reverenza le fuori per altri anche bene, rompendo tutto e sfrondare. poco // farà questi sono ancora sono che non e ci penso eredi. La non — enumerar serve Croci Tre cui per un cercarli Ci tecnicismo pieghevolezze, e nel profonda. Ma e ancora di le tutte occulta deve cali straniere, lo- o di sia rio vocabola- un ed tisticament ar- un'atmosfera con organicità con^ lucente, condotto parola. È un prima all'ultima sapevole dalla di colpa, sorvegliato da di decadenza mondo e La serena. e pietà una intelligenzacaritatevole abbondanza non con lirica,né si espande sgorga continua vibra in intrusivi con moralismi; ma virile Traspare l'emozione un'angoscia rattenuta. mai di chi che crede o gli uomini quasi mai linda e facciano il male per del amore male e che l'espiazionepurifichi dove il peccato imperversò. il velo Si riconosce attraverso facilmente, pure ligentem di pudore che vieta ogni espansione a chi dimente cattolicascrittore racconta, uno tolica educato che porta l'austera tristezza catdelle anche nel se pratiche del sangue culto e discorre. da cui della dottrina Anche si distacca in ortodossa questo (questa è non cura simile volta con o non al Verga suo van- Tozzi Federigo individuale a di cui nuovo umili due ed con l'eterno cui in conducendo si redime le gli piegava se a per avesse prema, su- sventura le ultime sociale; pagine di Modesta e la colpa progresso allora pianto di ri- e mazzetti uno candela, che, della catarsi coi-doglio. due destra nello col dal misero il calore delle inonorate quietudine fino sola la tombe tre mesta letto,uno una come rossa femminino Chiarina e C'era sego, con sconvolto fiori sul di si accosta una nell'animo «Lola del croci volontà decorare lustra la fanciulle di orna di s'illude non alla devoto tutto taggio) in quanto, 37 stra. sini- a di essendo sua stoppino morticelo. sangue «Esse inginocchiate, con pregavano di fiori;e congiunte vicino ai mazzetti fiamma un pood di a loro «Il di il morto diventava giorno dopo, coccio e fecero comprare il da in mezzo pivi buono. sempre spaccarono le mani salvadanaio Modesta tre al Laterino. » eguali; per metterle Lo il stesso limite, erto e liscio,che chiude in mondo rappresentato nel libro contribuisce alla sua profondità. I persoqualche misura naggi, comparse, dozzina oltre un mezza paio di semiin una vi stanno raggomitolati come di essere due modi bolgia. Vi sono puri: quello della povera ra, Modesta, che è devota, ignasposa di coccio, eroina senza come un vaso opaca l'eroismo neanche che cosa sia, e quello sapere Chiarina delle due che rozze e vergini Lola E soltanto vi sanno ridere, piangere, pregare. di essere sono poi due modi peccatori: quello di Giulio è soprattutto accidioso che e cidia acper si spinge alle risoluzioni inettitudine e delle firme all'espediente false; quello dei suoi croci 38 TBMPO fratelli Niccolò DI BDIPICARE Enrico, accidiosi anch'essi ma virtù ficilissi difsoprattutto collerici e golosi. Sono descriversi a quelle, perché insipide, al generico, poco tendenti E sono brillanti. ficilissi difdescriversi a queste passioni: cosi torbide e scure e prive di quelle somiglianze con le virtù che vanità per di verità le associandole ha ciò che circostanze o la lussuria. Il qualche non colori aiuta in vizi poeta, rito spiper l'uomo del- modo giustificate all'intossicazione gottosa. Ma questa malattia simpatici tutto altri di pseudoscienziato ma e pudica fratellanza per all'uomo, anche attraenti rendono l'ambizione energici come non e e tale era aggraziate il narratore esteriori e ricrea gli offrir- da A movenze. col di soccorso il lettore presentandogli immagini del fantasie alle ristoratrici, lusso e della lezza sensualità,alle lusinghe della belfemminile e dell'ingegno che zampilla in conversazioni ciato iridate,Federigo Tozzi ha rinunneanche senza pensarci. Si legga il monologo che al suicidio precorre di Giulio,quando l'ora del redde è venuta ra- tiojiem sordità coscienza alle per come le di cambiali suoni dell'uomo V'è false. occlusi semicolto in e un non certa una pozzo. La avvezzo eloquenti introspezioni si dibatte e si fa Ma strada stento. a poche pagine nella nostra hanno letteratura,pochissime nella recente sta quefondo. Si tocca Si sente, un solennità. po' il poeta s'è calato la nelnel libro, che dovunque materia l'ha esplorata in tutti i versi. sua e V'è religione d'arte le e religione di cuore, si dica dagli ultimi consunti minaristi sequali, checché di una saranno logora decadenza, non d'un La mai religione di cuore scompagnate. Federigo Tozzi artista Tozzi come al lettore né si o La si zioni profonde in esortain conclusioni da fabula docet, neiripocrisia che profuma la estrinseca putredine. 39 aon faccia Lascia del si che passibile im- rimane narratore il lettore. commuova ch'eglistesso è insopportabilmente lo senti da quella dignità rassegnata commosso, cui guarda le sventure le e e ossequiosa con tante colpe, nulla prendendo in tono futile e diletle futilità, e nemmeno e tando palpisempre ad che in segreto per ogni cosa accada E senti un'identica un'anima umana. religione d'arte che in quella severità sceglie soltanto il particolare indispensabile ed offre la parola necessaria purificata d'ogni detrito, senza pannatura apné polvere, stesa si direbbe, in bella calligrafia alle parole sue accanto pagne comMa tu senti — — necessarie. Sì, rivedo la calligrafia del fronzoli senza e chiara, senza rigonfiamento alle curve. Tozzi: grande, il neanche perfluo su- Purificata e necessaria. L*artista che e di affrontato ha virtù così arduo di cato pecl'ha espresso così mondo un e risolutament}e è già in alto. JS2 Quand'ebbi fui tanto non doveva un finito di paziente venire la sera bigliettoche lo umile egli era altro. croci Gli resteranno chiacchiere leggere da Croci attendere dopo a fece andare con sé dicevo Tre fra piantate Gli casa. fogli, che scrissi in visibilio: tanto in l'altro: Le su in l'amico credente e marzo. un che qual- tue tre cimitero di letterarie. Esagerazione,dovuta airentusiasmo e a un 40 TEMPO fiducia di eccesso di EDIFICARE DI la che Le punire. vita carica s'in- implacabile chiacchiere tutti i di sono tempi, immortali; e Federigo Tozzi era mortale. stanotte a Rotma, nella Federigo Tozzi è morto di via del Gesù. La sua camera povera moglie, che ha in piìi di Lola di Chiarina la fine e è loro intelligenzae per il cuore prerà sorella,comla Così forza croce s'è spenta che spento dopo un fosse lo e adorabile mi finora Croci. Tre anni trentotto a riuscita la più grande svincolarsi a desolato prima o poi spezzata, di mio l'aspro dal- perdono non rude al lui in un gentile che tutto sparire, sentiranno e suo il dovere di venerare ritrovare le sue strada dolore, Quegli altri, stesso insanabile. sembra critici,che amico, così sembra la col piangeranno mi oggi autori di groviglio della letteratura giovane. S'è alla vigiliadella gloria e del capolavoro, preannunzio che quasi ce ne dava certezza. Alcuni che l'autore per la orme, sua opera ricominciare di laddove fulminato egli cadde da alla una imperscrutabile volontà, davanti quale Egli stesso, di là dalla vita, c'ingiunge l'ossequio e il silenzio. UNA Dirò alcune così come non ancora vita mi da che cose ricorrono saprei di d'artista. VITA artista. Federigo Tozzi, memoria; perché alla ordinatamente narrare Ma tutti,ed di so ori è come il suo se nome la sta queè morte nosciuto co- lo Federigo Tozzi Perciò svelato. avesse dispiacerà non Nacque oste era il del si chiamava qui per la biografiche. 1883. capodanno della padrone e del note Siena a di sai-anno ti-ovare alcune adunate vi 41 «Sasso «Pesce trattoria azzurro» e quelli cui prima volta Suo Il commercio rosso». allora che ora padre si chiama era ficuo pro- il padre ed ebbe guadagni con di Federigo comperò qualche terra fama di danaroso. ebbe né Federigo, che non fratelli né destinato a sorelle, era raccogliere l'eredità e a conservare la clientela,ma quel destino fino da principio non gli piacque. Che cosa gli piacesse propriamente nei primi anni sarebbe facile dire. A non guardare la fosse sua immagine di fanciullo si vede come e ne malcerto cui vennero e svagato. Di studiare non aveva pacità ca- né le scuole tecniche voglia,e cominciate le interruppe malamente. La professione del si Sicché padre poi gli ripugnava addirittura. risoluto capisce che il padre, il quale era uomo si amareggiasse per tutto di un e quel pezzo, il figlio, che ch'era timido, e figliofannullone violento come i timidi, si serrasse e sono spesso in un talvolta lampeggiava d'odio. che rancore I coetanei lo conobbero che in quel tempo Era benevoli. scontroso quasi mai gli furono e senza 'grazia;la sua intelligenza,che si divincolava cautela contadina con dalle pastoie fra le quali in una casa era troppo umile sorta, invece tarda e cieca; e il suo pareva cuore, ch'era chiuso cattivo. venuto un per Da paura un virgulto rozzo e per ceppo malato ed tenerezza, popolano ogni aria reva paera lo feriva. Poi la madre, che gli era molto cara, morì 42 TBMPO di di e crepacuore EDIFICÀBS DI lasciandolo stanchezza prio pro- trigna. maragazzino, ed il padre gli dette una Ella gli fu tutt'altro che nemica, senza tuttavia Tamicizia della madre. potergli dare Perciò egli s'ingolfòsempre più nella solitudine, e la adolescenza sua Ma queste con ed Così nel è la morte delicato amore di forma vedono si strani mesi e d'un rievocati dovette in come cercarsi le persona prima e vinezza giola con cinanza vi- primo un // comincia di una d'aitilo, ch'eglivisse quando terza Anche morte diario. Ricordi quale Podere con una padre. C'è suo in lunga novella impiegato, nella qualche modo gli viario impiegato ferrofuori pane della paterna. casa Teneva e della dire non per chiusi, pubblicato madre, padre, con dell* autore sue biografia. nell'auto- della terribile. e parte dai ricordi rappresentazione poi, occhi in del inaccessibile delle più fanciullezza sua raccontate, radice si trovano della con gli ha Le hanno ed Con '19, ove memorie le stesso esattezza. liriche sono opere egli cose copia gran fu deserta. padre e per smorzavano il cuore soffrire. Un il dolore per ad la madre per la tristezza sensitiva fragilecapillaritàdi emozione; e dal certi impeti aggressivi che tuttavia subito. Aveva la testa potente lo fece debole. Questa discordanza una per si dalla romanziere del prima neonato volta. quando Alcune la a luce nature descrivere lo ferisce sono lente vita, e patiscono per molti in quel primo anni quasi come giorno. Federdi queste. Tutto deva rigo Tozzi era quello che vesentiva lo piagava. Perciò si ricordava e 41 tutto, quasi che gli fosse ogni sensazione adattarsi alla s'è provato 44 TEMPO polso han non sé da a lo nano grandi vi si condansperata. dineghittosità saviamente cose per una L'esperta sublime scoraggiano il riconoscimento Tozzi giovane del suo la ed estetico nella vita Il lo mete della giovinezza nulla concluse molte volte della Toscana reazioni amare piedi a e in rico sto- disanimava di mano. torbidi furono negli illusorie pratica, assaggiò e lo fuori troppo tentare, a paesaggio si svolse cui robustezza eccitava del l'orizzont del- problema dunque per fu stesso rarefatta in Non sconvolti. i mediocri. spinoso. La assai nobiltà proponendogli I primi anni e sconfortata se e tettura un'archi- da vastità popolano sangue mentre di concittadini viene che dalla e dei diffidenza ammonimento stesso del EDIFICARE DI studi né luzionarie rivo- fedi cattoliche,percorse bicicletta ritrovandosi le strade brigate d'amici cui ebbe di ventura, con in comune propositi di raffinate niche purità e plebee bestemmie, sardobevute di e allampanati rimorsi,amorazzi trivio e smarrimenti La morte preraffaellitici. nel d'una del padre, avvenuta '908, lo liberò lui egli non né Per era pesante costrizione. che uno poteva essere spostato e un degenere: svogliato dell'onesto lavoro, fiacco e intempe^ ed dicolmen aggressivo al tempo stesso, rirante, timido innamorato essere immensamente poiché non regolarmente le di una qualche di in libri superiori era scuole. riuscito Se riflessione che alla dovevano sua nemméno il vecchio generale, genza intellia fare era capace il suo derigo Fe- il solito apparirgli come figlio nulla unico che a dilapidatone e buono capita, specie di maledizione celeste, a punire chi fece fortuna peccando. operosamente doveva Federigo Tozzi Questa così foiiiina solidamente l'aveva fatta del era, resto, ancora piantala da sopravvivere a chi soldo bicchieri a soldo, mescendo colmi non ben agli assalariati in non 45 parte subito in trattoria al e dopo e lesinando castrino. la Presto la paga presto, e si polverizzò. casuccia a Federigo ebbe una Castagneto fuori anche e qualche podere, ma porta CamoUia la matrigna da sostentare (verso la quale egli ebbe animo gentile) e, ad intervalli di sempre alcuni mesi, moglie e figlio,e, quel ch'è piiì, la sua volontà sentirgli d*arte,troppo esclusiva per condi curare bene grinteressi.Pochi anni in solo podere, dato dopo s'era ridotto a un affittanza settantacinque lire al mese. per il 30 maggio 1908, e il 4 magSposò Emma gio dell'anno successivo ebbe Glauco. ne sta Quefu appariscente e più donna, quanto meno si tenne riservata,tanto maggiore influsso ebbe su Federigo. La sua grazia giovanile andò sto presfiorendo tra le angustie e le malattie, rimanendo però inestinguibilenei grandi occhi di azzurri perseverare indòmita addolorata. presso e Non quella petrosa. Ma volle che sempre sua morte, le fu sempre natura ch'era il marito quietudine Alla quale una facile ancora ritornò morale a lei tratta sot- andava giunta conogni rischio. una estetica: poisingolare concordanza ché Emma fu giudice tranquillo nessuno come e consigliere quasi infallibile della sua arte, ch'ella in certo modo e suscitò accompagnò dai primi tentativi sino alls[ perfezione. Egli vedremo fra poco, una ebbe, come esemplare vita d'artista, fatta di rinunzie estetiche valenti equiad ad una fortune rinunzia altre che ascetica. E quest'unica non di nobbe coaver TEMPO EDIFICARE DI di spezzarsi piuttosto di stancarsi, compiutamente che e sposa rale, sorella, impeccabile nel gusto letterario e motrovato una cajìace compagna risuscitatrice la cui con L'arte Tozzi di il matrimonio. comincia Era letteratura in blando silenzioso propriamente facilissimo Italia. riso sor- Federigo di madre povera la fanciullezza. consolato aveva del allora ne dopo darsi alla Si rinnegavano i maestri, si diffìdavano i classici,si leggeva poco liano d'itanulla di latino, s'imparava e una niera madall'ultimo scrittore francese qualunque in voga nei circoli d'eccezione,e in quella si diceva che ciò tutto la mente, passava per né Fino allora senza scegliere né costruire. era prevalsa una poderosa e torrida esaltazione della natura, in cui veniva sopraffatto l'uomo fra soffocato Ora e strepito il dolore. gran di un lirismo un s'imponeva la moda po' squallido faceva e un po' esibizionista,che gran conto avariata da ritmi (in una poetici prosa in versi di grullaggini fano tastiche prosaici) anche ed nulla che bello la e anche di buono. di bazzecole si quanto Ma allora stampava né era non Non caffè. da buona è fosse né bella moda. Tozzi fece subito n'ebbe se appena il latino,e Imparò e principalmente i Avrebbe perché aveva lavora e sentiva del guadagno mentre di non poteva. quei tempi gli senesi del di Gli non ardui toscani come ejrano cento. tre- e la tuto, po- ognuno necessità vendendo e Siena. avesse se approssimarsi andava di dugento lodi dicolo ri- resero scrittori altrimenti sete lo fuori sentore studiò fatto che Ma stranezze, che misteriosi soltanto le re. ter- tori scrit- suof Federigo compaesani, e gli ma fatti dello stesso Tozzi 47 dovevano suo coetanei parere e sangue degli stessi quella loro in nervi,s'eglifisava la mente sensibilità malaticcia a primaverile, erompente di crudele violenza tratti in slanci e poi di in una subito contratta spasimante adorazione di Cristo della e Vergine. Nel 1912 pubblicò, per gli editori senesi Giuntori scritun tini-Bentivoglio, Antologia di antichi quasi senesi, dai primissimi e diremmo Cecco Angiolierie Folgore primaticci,attraverso Caterina da San Gemignano, fino a Santa ch'egli devotamente diceva «più grande della sua città». suoi Ora che letto abbiamo per leggere le altre lasciò compiute ed Croci Tre ammirabili cose stiamo e Tozzi che tornare inedite, possiamo curiosità alle pagine affettuose con nuova di quella prefazione. Di Cecco Angiolieri,nella cui spavalderia sentiva forse vagamente giato echegil suo travaglio, scrisse: «Chi ha dettato all'Angiolieri?Rivolgendo sottanta delicatezza tosopra to strauno questa giocondità troveremmo fitto di rimaste ma sembrano di carni per e coloro altra «In altri sopra Più racconti ancora che si laudi: dolcezza». questi la va sincerità quest'anima la quale sta tardi alcuni «Le sanguinare flagellarono a ogni «strofa sembra dispaia a consolare avevano di Delle dolore». Dei cercata ingenua sempre Dio^^. lettori anime vicenda; vi che poeti senesi forse più che e cercarono paia apnon nori: migli ne- ma; dell'ani- rozza dolorosa le come Cristo che le laudi e inquieta nei suoi migliori tracce dei russi, segnatamente di Dostoievski di Cecof, ed di Verga, anche e il cui nome fu ripetutoa proposito di Tre. Croci. 48 TEMPO Egli iiilatti lesse A Verga s'accostò prestati morte. Ma negli anni successivi. i Malavoglia rese ultimo, e non da un paio d'anni glieli mese un prima della i russi da all'amico aveva EDIFICARE M che se non dell'anima il turbamento il candore e di tutto in se dell'espressione li trovò prima molto stesso mili sie negli antichi toscani ch'eran ai russi moderni quel loro pallore per la di mistione ix)zzezza contemplativo e per delicato di pugnace e uscivano dall'oscurità A Verga rimase ma fu di da di cui lui, e ogni dura, stillava, come resina Non dei volse alle lettere smania per libidine al banco alla tecnica soffriva del impressa e dire punto crudele, Ma Per aveva storia stessa questo, studiò tempo molte poema. La una sua punto per sterminata dirle mettere per i latini e La rivista, a la ferto sof- aveva ignuda tutta la faceva da alla ove fare se confortarsene salire, tranon randolo. nar- infinite,parendogli adolescenza, tutta in memoria una la come storia chiaramente radice i toscani. nel Abbozzò dele feversale. unibene. e suo in sato, pas- quel un poche rifinì. Fece Vergine, per imparare voce che anspiegata. Pubblicò la frusta Torre, in cui menò e opere, Città della si discorra come e o ferroviaria altro cose della voleva e paterno ombra dolore suo fatua e appreso impiegato. Ma tempo l'anima troppo, con superficie che ogni perché gli restasse Da certo stazione alla o breve discorrere la pur stilla corteccia aveva e più ricco pagina, sua una poiché non della stamperia per costrurre; tanto ambizione; fu nuovi. odorosa. si scuola di cui con tempi nell'arte inferiore lirica visionario alla luce diverso tanto la linfa per così slancio Federigo in tondo e così con i futurismi 49 destra d'imbarbarimento contro di ogni sorta accigliatospirito conservativo il segno, di Tozzi credè restaurare sul serio sanfedismo un sull'esempio di Giuseppe Queste esagerazioni gli Non perdonate. nistra si- di dell'arte, che, passato momento un per e politico-religioso Maistre. De sarebbero trovò state invece mente facil- indulgenza lo della cui respinse le seduzioni sgarbo con moda fortuna sino e pesò sulla sua letteraria, alla vigiliadella morte. Sinceramente molti non che fosse davvero intelligente potevano credere una incapace di «mettersi al corrente» persona col gusto dei tempi. Egli andò innanzi per conto suo, lento, guardingo, invincibile una tardivo, con repugnanza a fare Voleva e un un guardare come sapere martirio di anche se finché fu era in dare udito bene era a del sicuro faccia in si fa ha ombra alcune non dirla. la terreno. da cosa Così, quasi dire, con maestro: un ogni ora, divenne riconoscerlo tale troppo arduo vita. Ora quasi tutti sappiamo chi egli fosse,ma non se passo levarsi dovuto ed tutto essere di mezzo luce. per Abbiamo ignari, di ingenui che società rinnovarono una putrefatta, o di una Così questo testardo reame. pastorella che salvò un luce primitivo è riuscito a lasciare una molti molte lordure di purificazione su e su brillanti BOROESE. volte della chimici Tempo di di recente edificare. letteratura liana. ita- 60 TEMPO nel Ali'incirca Era t'anni. Aveva stesso. S'era Da parole quel tempo versi più la Lo e sua nell'estate del ed dai anime Sapeva '13. uno soro te- un zecchini. come abbia non abbia vocazione dettine bene- quasi fatto sciuto rigorosamente ricono- che credo che sonanti e Conosceva conquistato aveva lucide tura architet- molte con e del vizi frammentarismo. delle conobbi, dopo da qualche durava già trenesplorato se incorrotto esercitazioni di Aveva l'opera d'arte è una di superiori verità. occulti prendista d'ap- tempo suo i classici del e il lungo. mantenuto che echi finì studiato inesorabile gli 1913 stato funambolismo esattamente EDIPICABÈ DI di prosatore. scambio a anno, Lo aveva epistolare che Cornigliano Ligure, preceduto al- di un'indimenticabile visita giorni nel farmi l'India dalaltro morituro, Guido un Gozzano, reduce ritornoe prossimo a un viaggio senza così scarno e consunto. era Federigo Tozzi non Aveva collo di toro, una un gran testa quadrata che occhi chiarissimi con fari, guardavano come il torace massiccio con e polsi di contadino mantici. Ci essere come polmoni che dovevano certi suoi sono scritti,dai quali apparie quale di gaudente barbarica fosse in lui robustezza nel alla forza soffrire e quanta accanto fosse la sua davanti strada bravura una a rosa polvecuni da Chianti del '19 percorrere da vuotare condusse, di corsa a gara. tra il o a un Ancora selvaggio fiasco di nell'estate mare e il tEMPO lacrime facilmente mentiva, non in espansioni fierezza in gorgoglio d'ira. teneva violenza,e poi si trat- la restandogliene Non EDIPICIRE reprimeva che Minacciava Dt un d'animale tremito un transigeva, retoriche. si non Della sua rito. fe- glieva sciostessa certi letterati, così danteschi a parole e così politicantia fatti, anzi volentieri sarebbe ma se ne sbarazzato, avesse se potuto, per farsi la vita più agevole. E la portava come una pesante armatura che, invece di proteggerlo, gli appesantiva il passo i passanti. scostava e Di del amici io lo primo tempo, quando ormai conobbi, gli rimanevano pochi, tra cui Paòlieri Ferdinando Domenico e Giuliotti, poeta di spirito strano e singolare il quale nel '20 del Giorno ritratto di pubblicò sui Libri un un Federigo che almeno verso (in quanto per si proponeva la rappresentazione deiruomo noso care molto carnale, zotico e terrestre)era sol'anima del Tozzi scalpitante migUante. L'altra metà frenata e perpetuamente ma del memore cielo gli sfuggiva. Forse il Giuliotti lo credeva un transfuga di Siena e della fede comune? Tozzi fin dall'incontro di Cornigliano volle ch'io gli fossi amico. E la sua amicizia, ch'era di un tutta getto e intransigente come l'amore, vinceva A mi ventò dia ogni resistenza. poco poco indispensabile. Oggi ch'egli è disparso non vanto menava come — — mi di pare ch'eglimi vivere lasciò. virili in ancora La parte affezione sua incrollabili sicurtà del aveva calore chezze fran- di giudizio; gradazioni opportunistiche, poiché di o spregiava, ed era innocente e ignorava le egli o amava lontanissima ogni pur ombra di trascuranza Federigo Tozzi Considero perfidia. di o donò la scelta e l'ordinamento per la che A fra al letto di morte me i massimi m'abbia sorte ch'egli mi pubblicazione la e due come opere Tamicizia fece di che 63 delle onori sue fici bene- e concessi. Roma la moglie egli giunse nel 1914, con in il figlio: povero Aveva canna. e bisogno fra i lettori, di guadi pubblicare, di orientarsi dagnare di curarsi rassil'indispensabile per vivere, nell'arte con vole. autorequalche consenso Tireremo velo su un cadde. quello che gli acTrovò alcuni riconoscimenti,per lo più inefficaci e platonici. La separabil miseria gli stette inalle calcagna come l'ombra. Non domestica alla una giunse mai fino a procurare di tanto in tanto moglie, e se ne lamentava la sua di petto sbarrando con voce gli gran occhi sull'interlocutore. Dapprincipio visse in casuccia una vedeva un col il viale Parioli presso Glauco e po' di verde Poi cane. squallida nemmeno sicché vien artista di decennio prima nuda e aveva come male cui al nessuno sia morto di in morire, Per servono di abete a per nulla giocava l'aperto al- berga stam- una via tenervi diremo in del avvicinarsi farsi di in almeno Gesù, ove i suoi pochi libri; tenere cuore un pensando che fu maggiore in questo tanta indigenza.Un mese indugiare non in sentendo meditava un'asse si trasferì ove in mettere il cesso»? «suc- camera in fila i libri. rammarichi che la colpa che era non prattutto so- buone maniere aveva perché non di convivenza, e urtava troppi, e non sapeva trafficare. Poi, siccome portava la povertà senzn che finzione, pareva non e che gli pesasse non avesse bisogno di trarsene fuori. sua: 64 TEMPO Era da poco fu Essa retrovia. editrice di e Tarte. si libri già d'accordo si sentiva alla la con lo lessero politici da casa nella rassodato L'attesa sua sua impazientiva sconfortarlo. senza Nel 1917 ch'era Il trincea da far la guerra. venne impedimento non quegli anni in Egli era Treves, e maniera quando altro un romanzi non se Roma a fortuna, perché EDIFICABE DI face come un la titolo e capolino albo materia analogisti che Bernard. di Tristan quel ziano nella vita Nel della di rifarlo a un Era invece tutto di sgomento e trasferito natura toz- sentire il dolore l'uomo. del- manzo gli occhi chiusi, roTozzi autobiografica che Con apparve tessitura portato aveva lucido modo 1919 libro,Bestie, di disegni preparatorii. tolosi ingannarono alcuni fretvi trovarono cordi perfino ricon Roma Siena da disfarlo per e parecchie riprese. Questa volta non furono pochi quelli che se n'accorsero. Il libro aveva qualche personaggio di grandissimo stile, specialmente Ghisola, e profondità inesauste nel paesaggio. e d'indagine nei sentimenti Ora divorante investito da un fuoco egli era di creazione. Pubblicava là novelle, degne e qua di stare raramente le più non a con paro dei russi, che solenni ricordano profondità per di scandaglio, non imitazioni di maniera. per a Si provava alludere che al teatro. al mimo piacque alla E intendo non boccaccesco, Spezia e a Le Firenze con questo due mogli, e poi cadde ad alcuni Milano, ma drammi, Gente da poco, V Incaico, che doveva lasciare inediti. Pubblicava Tre Croci, il primo suo grande racconto di materia totalmente impersonale, e coimpiva a Federigo Tozzi 66 di un coi Ricordi e alacremente, col Podere impiegato, il poema autobiografico. Era chiaro la sua che ormai, sfaccettata interajmente rienza espesarebl)e ubertosa si una volto, con lirica, abbondanza biettiva. obsenza intoppi, alla narrazione Poteva come dei uno Lo stile maturità tetismo mistica coperta tirare del lucentezza una volumi trenta per prosatori epici di era avanti XIX, secolo la adamantina, l'eccessivo sinquasi perfetta. Anche accennava già a sciogliersiin quell'onda che dopo la prima giovinezza aveva mai senza lasciarla Il inaridire. nelle ultime ignoto si svelava pagine di in quelle soltanto. L'orizzonte Croci, e non gli si allargava ad ogni passo. la dovuti Questi premi gli erano per incorruttibilità fedeltà e aUe cose supreme. dio Tre l'intelle del- sua Solo abbandonò, per l'illusione di un desiderio facile guadagno e per di celiare. Ma, dò quando la commedia, Le due mogli, cadde, manlettera al Corriere dar una ragione ai per amico scrisse critici,e a un (il 18 dicembre del '19): «Il mio fiasco è più che meritato e non testo. proLa mia dignità e la mia intelligenza non volta una mi si consentono io dire possa quello che è, stato ti recitato cercare che il non e da è ripeto,non da di me attenuanti. sarebbe mimo quello Niccoli, in che il di caso avere di non Sebbene apparso è, se fosse vernacolo.... cercare scuse.... sbagliato a Ma, conosco ri- scrivere poi a farla recitare.... Io di quegli autori, che vogliono trasformare non sono i fiaschi in successi; perché da so me che un successo, quanto la mia commedia per mimo di più) sia piaciuta a non e (che è un quella commedia e 56 TEMPO Spezia, Firenze a EDIFICARE DI altrove, sarebbe e stificato ingiu- stato scroccato». e L'epilogo della vita sua fu arioso come un finale. Già in nell'estate ultima escursioni certe che Soratte, rivelandosi alla Toscana) allora della in fece lui a per Maccarese a Roma. La prosa ubriaco di al e descrisse impareggiabile diretta a chioli, il quale poi l'ha pubblicata. Ma dell'inverno furono pivigrandi. Niccodemi gli offerse di portarlo a in automobile. Giunse qui prima di mezzo una gioie, (ch'era attaccatissimo la prima volta la bellezza di campagna alcune avuto aveva di luce e mai arrivato Cavacle gioie Milano braio, feb- Visitò qualche amico che se gli era carissimo, come gli fosse almeno di prendere congedo dalle stato concesso visioni più splendide e dai cuori piiì fraterni. Fu in ricevuto alcune presentì la case, ove sul serio coi guadagni se gloria. Domandava letterari sarebbe Aveva motocicletta. legati di si sentì Tre in Croci, dire che e, corsa. tasca a i datili v'erano a comperare ancora fogli non leggere, quando dentro Ancora i suoi il 22 febbraio di vibrazioni grandissimi occhi cernii da diventare abbaglianti. Non nessun aveva presentimento. Ma pieni di morte. gli ultimi suoi scritti sono capolavoro, una cesero s'ac- tutti " scriveva: «L'altro giorno ti spedii / Malavoglia. Credo Da che a quest'ora tu l'avrai avuto. quando m'è riuscito da tornato sono a Milano, non scrivere le giornate con una nulla; e passo E finché mi verrà nervosità non quasi dolorosa. di vincere da lavorare, starò così.... Io sogno alla Lotteria una motocicletta. Non penso ad Federigo Tozzi sia possibile! » Ebbe Gli in a rivista messo finestre e che io, non dal e biblico Noi il e finire, ri- Podere, che di Tolseppe, Giu- pubblicato essere a Il lineare racconto di non in mo^ndo. in che facesse capo aperte. Volle cominciare bene bito su- bra, febbraio, e prese la polmonite. Ma semricordarlo,che gli fosse impossibile,dopo il terribile quasi un cominciare avevano a finire,se impiegato. immacolata imitata nella dormire di prosa doveva aprile di tempo i Ricordi stoi voleva libri, almeno . ancora scritto nella coi clie Peccato altro. 57 sforzo in cui s'era contratto per allentamento: di vent'anni, sopportare un quella pausa di gioia l'abbia ucciso. giorni fra la vita e la morte, febbre altissima e con respirazione soffocata. Tre Diceva: la se medesimo, croci,e indicava Ma né lo strazio della moglie e il piccolo figlio. in* strettezze, né lasciava famiglia che quello atrocissimo di dell'opera spezzata gli vietarono nel consolato appressarsi alla fine interamente Dio della sua non fanciullezza, che gli s'era mai affatto oscurato e ora gli ricompariva in una piena luce nel trapasso. Diceva, con tudine quieche santa: a quanti lo assistettero parve Sono Era nelle mani di Dio. pallido, bianco, cresciuta la barba biondastra. pesante, egli era Stette molti per Il venerdì e tarda del sera divenne ch'era la 19 20 e marzo fu chiarato di- pericolo. Ma eccellente, non fuori fosse il sabato il medico egli,sebbene ci potè credere. A 20 la febbre spiro galoppò, e il rerantolante. Spirò all'alba del 21, domenica di Passione. È seppellito a Siena. è ripreso NeU'/nca/co, ove e purificato quel 68 TEMPO del DI EDIFICARE fra padre e figlio che fu della sua alla base esperienza lirica e mistica, si leggono queste parole: motivo « contrasto Dovrai scampo in credea'e Dio; altro hai non ». IV. PODERE. IL Nel e '20 del marzo Federigo Tozzi si pubblicavano Tre Croci Un anno dopo appare moriva. // Podere. I lettori di paesaggi e grande locali sentimentali e ci scrittore per la fatica di aveva Ecco conoscere. vicinanze; si racconto questo la ecco generare che già Siena lo sventurato fatto e le un bilmente ammira- sue diate imme- sofferente campagna (con in troveranno senso di focazione sof- Leopardi aveva prima la giovinezza smarrita di Remigio provato),ecco Selmi, fratello del protagonista di Con gli occhi chiusi di un e di impiegato. quello dei Ricordi dell' adolescenza Lo l' agitazione della stento e i due motivi ìntimamente sono primavera lirici, connessi l'uno all'altro, cui scaturisce da tutta l'opera del Tozzi. il fatto; perché dovrei Rinunzio riassumere a riferire le più importanti notazioni o giche psicoloe sono o quasi tutte importanti limitarmi esteriori. In poche parole, a formule d'un si tratta uomo sibile, giovanissimo, debole, senche lasciato la timido, irresoluto aveva il padre vigoroso e plebeo vicasa paterna, ove che — forse solo — 60 TEMPO della motivo di buono conti che di e gli s'era gentilezza, falsa sua EDIFICARE DI modesto, faceva e me no- tali pagare rispetto sempre personaggi che un procuravano si vedano fatto i tre maggiore ». 0 s'era fatta anche appaiono a pag. 149: «Fosca fosse abbastanza giovane. Ai polsi gobba, benché riusciva ci aveva due a nascondere soprossi, che non fino né meno tirando giù le maniche ei le mani a strapparle». Sua figlia «aveva la tubercolosi alle ossa; un piedi fasciati,con la cera visuccio come neri, strutta, gli occhi d'una lucentezza Il figlioera occhiali muscoli mezzo noccioluti. e ha non fosse non Anche altro fascino straziato lirismo non è che morale ed estetico pre». sem- due grossi rittura collo,addigonfiezza le tempie testa rasata tutti i versi». per infetto il quello della che sarebbe la e questo bulicame incolpevoleza. Egli suo una come a con sembrava le guance, di cicatrici bianche: sparsa In deforme, flosci incavate erano era e aumentare pareva «sporco, magro, di ferro.... Il cerchiati livido di che un gonista protasua folle puro dall'ansietà economica. se Il suo stupefazione; la sua reazione alla vita si esaurisce in qualche raro e fievole gemito. Si ripensa alle povere Bestie del si può credere che Tozzi; o anche tutto il senso una del stupende righe «Egli,allora, per non queste libro sia sintetizzato in di pagina 143: doverle parlare ancora, esci; quasi piangendo. Ma, fuori, c'era un bel sole; e si sentì subito meglio. Nel cielo, che le nuvole lenziose. sipiìialto del solito, pareva passavano Un casa; con senza le ali di uccello avvicinarcisi un nero nell'acqua; facendo svolazzava nero Un mai. luccicante lo stesso e rumore sopra la calabrone, turchino d'una cadde pie- Federigo triizza; lo delle una inghiottì;poi «Egli pensò, 61 Tozzi anatre se come e goccioloso. il becco scosse nuotando accorse Sono sognasse: vane gio- !» . La del bellezza gran implacabile d'uno stato libro d'animo Selmi, lui, sarebbe amante un della e e Tozzi della la Senonché natura. chiamerei che d'idillio avvelenato. Remigio idillico,un continuità è nella per tudine soli- campagna un spettacolo per turisti,ma ha afi'are per bisogno di vivere, e gente che nel caso pessimo affare. Così tutte speciale un in torture, e non le contemplazioni si mutano cielo che non v'è aspetto della terra e del venga tica. del bisogno e della fadalla presenza oscurato d'indole Si aggiunga a quest'ostacolo, ticolarmen pareconomica, quell'altroche sempre siderio tra il denei personaggi di Tozzi si frappone di vivere e la piena possibilitàdi una vita. I mutamenti delle ore e delle stagioni, il sonno e il cibo,le semine e i raccolti: ogni cosa si fa in una eccitazione di febbre maligna e non più clemente pungente, e la natura appare // Podere è una degli uomini. georgica tragica, cordarl risolutezza cantata con una negatrice che, a riè tanto quanto più più affascinante qui è non uno monotona. do dialogo disperato fra i contadini Tortello e Berto (pag. 144 segg.) e le pagine del vianche della mietitura, ove e la descrizione l'ha quella solennità, così festosa per chi non il Citerò vissuta conti la con che distruzione in tornano, non e falce di lutto. pugno assume e col un rodio dei aspetto di 62 ttEMPO BDIFICABB DI tellavan salgli uomini, gl'insettidisturbati insieme da tutte le parti,verdi, neri e certi ragni dalle zampe grigi; mentre me lunghissied esili percorrevano i solchi,sparendo l'ombra neldi una fenditura subito e ricomparendo in cima lucertole scappavano a qualche zolla. Le giare, induosava innanzi; qualche ramarro sempre poi, spariva anche più rapido. Di ma, rado gliata era possibile che qualche vipera fosse tai rospi, enormi a e pezzi; ma nerastri, «Dietro che restavano intontiti come la squarciati con delle punta infilati erano falci;poi un e tadino, con- calcio, li lanciava dall'altra parte del filare. Qualche di ragno si apriva; e cova gl'innumerevoliragnolini si spandevano in tutti i con Si sensi. uccelli un gli abbandonati, con si vespai vuoti. I bruchi penne, immobili un sottosopra, rimanendo poco senza rivoltavano poi e I mezzi andati nidi trovavano di cercavano stilistici di facendosi andarsene». Tozzi cui si serviva erano piiì nudi e scultorii,e si potrebbe dare mentosa un'impressione torcanicola con parole più essenziali di difficilmente di sempre queste: «Il terreno zoccoli così era bruciava arroventito che gli senza i che cavano varpiedi; e le passere le vallate da poggio a poggio, pareva cadessero giù a strapiombo » illude con volta, raramente, la natura una che . A delizia. momentanea sua «La luna la strada; sciava c'era e i là, era luna forte pioppi alito di vento Pare li abbia davvero visti che e E e sapeva e bella. avevano che il sentiti allora da La lui per la la Tressa voce. si sentisse plenilunio e scrive: sé la messo non Tozzi la sua scn" Non subito». primavera prima volta. Tozzi Federigo di L'ispirazione vista Croci era più era in fine meno d'amore. che che direbbe della conchiuso il Podere Il libro Tozzi cui ha struggle for inferiori ha Certo, «Ora che dire, Vano quei pochi s'egli sai il viava s'av- È un perfezione nelle e con dello soffocato lirismo i fr vivi, . quello ritornerai a struggimento! poveri Tozzi e, creature precedenti. fosse dire Croci; Tre La uomini life negli che postumo disperante. ossessivo. espresso è non apparso intensità ed monocorde e larga. più un' scavasse dendo approfon- e a denzione re- interna autobiografico, strada ha una Ma anteriore poema una su ch'è libro tristezza Tozzi ricerca. sua dramma trovava restringendo sostanzialmente, è, il esperienza sua via questo apparenza: per Si la via andasse l'ambito sai e Tre in quella e prima a che Croci Tre in sconsolata dentro imbuto ad ricca Podere, nel che vasto chiusi occhi più e E Podere. nel e gli varia più pareva Con 63 occhi. che vedere Non noi vuoi le ci gli diremmo: tu come solo stelle». sono più stelle A. S. Novaro. felicità La Essa Silvio Angiolo la cui Novaro, dissimulava libri ma nei e veli in La timore. di strato uno di versi traverso a istintivo un sott'acqua, oltre vedeva quella degli dei». «l'invidia nei tuttavia luceva distrarre per chiamavano antichi gli che nasconde si si appresa obbiettività. ch'è Ora morta more, più ragione il tisfogato la loro vendetta, in solitula contemplava dine e «gli dei» il Novaro, che prima guardandosi attorno se perchè gli altri non fuori da quest'acquario avendo la espone la di pena avvedessero, la trae diafano e silenzioso, e mente veraagli altri. Valeva ne felicità la crede, quella che la popolana, di cui dice Su che plinti s'alzavano pare di ordinata nel La Essa viverla. perfetta, quella somiglia alla rosa per a cui ziosa pre- ammirare la sanità materiale tura, na- finta. estetiche pagano padre, madre, lontananza. di e quadrangolare colonne batticuore certo un nasconderla si non di con ed stesso veramente era era se a ha non e e morali. cristiano figlio.Intorno casa era rossa La ritmo era sul una mare: vita tario: trini- siepe un promontorio Era della nell'azzurro. fiamma ali all'anime. libertà dava La e di lotta. Di in tanto Oneglia. gno. ignoto il biso- Era della il frastuono remoto 66 8, Covato A, tanto migravano spiritiancora la città solo con saziati le stelle. a per tornare quel nido sotto Il padre era poeta: con unanime, lenta, intorno l'invidia. La madre era una a concorrenza nominanza cui non più quieta, svolazzava Cantava musicista. verso belle antiche, e danzava, pel padre e pel figlio. Il figlio il FiglioPerfetto: una incarnazione. era successivi ereditari Non s'arriva a questo senza nei quali arte e natura affinamenti congiurano In calda. in una come serra quella atmosfera arie v'era molto filtrato attraverso ellenismo la cultura nordica. avrebbe fatto lo stupore del Jacopo Novaro mo poeta anglosassoneche pensò al «figliodell'uo» o del poeta germanico che fece nascere Euforione da Elena e Fausto, Felix da Guglielmo il Meister tenera e dalla passante. Felix era suo vero interiore: nome il fabbro armonioso. Anche lo conobbero credono quelli che non al padre, quando rivede il suo profilo potente le sue citava e spalle quadrate «sul cielo che febbridi stelle». che un Atteggiamenti semidivini presumono da traversata e un'azzurrità porticato sul mare colombe. e veritieri, Eppure così moderni ché pernon mai da come un secolo e mezzo siamo l'Uomo fisica e metafisica delpieni di questa speranza Totale,dell'essere terrestre che santifichi siano stan-* Ja terra. Ogni padre, nelle cui vene chezza e slancio, insieme vorrebbe specchiarsied esaurirsi nel suo vino figliounico e perfetto:nel di- adolescente BoKGESP. Tempo che di lo soverchi edificare. di tutta la testa 5 66 TEMPO dal e profilo diritto ferme gl'insegnila «Gonfalone sale ti e cavaliere a cui è « » che La misura. non ciò a te che nella bussola Ognuno e ritrovava musica. una in se stampato la ti mettevi con giaceva come netto era degno. Ti » « Chi in forma noi la la giusta adito che il l'avresti né più né lo serbassi in adeguata, definitivo. Vicino e a te l'ancora. La vita pareva eri tu. Di buon'ora strada. ci destavi spetto ri- probo la certezza tu se col l'uomo inarticolato savi ver- pido lim- tuo dava stella,il porto sua te, si ci si ascoltava antecedenza esatto di nella cui s'ascolta ora cerca « apprezzava che non esperienza. Con espresso meno, e purezza ch'era di maturo pensiero tu tua la fiducia e e vedeva tutto esso il moribondo l'ossigeno. nutriva, si nutre colora di te, si orienta Ridendo in te. la vita,l'immortalità.» «L'occhio » pupille la discendevi come cerca, Chi ti delle legge. allegrezza!» e mia da amore EDIPlOAEfi salute della «Questo che DI al piano....» La casa era piena di ospiti senza e passo volto. Era abitata da quei tre beati,in un senza ritmo di bassorilievo che fissità aveva già ima E intorno ad essi erano gentilmente funeraria. Scarlatti,Bach, Beethoven, Mozart, e i poeti e nelle gli eroi. E rose, rinnovate ogni mattina di cristallo. Quando veniva il 22 aprile, coppe :« giorno della «in fretta collocavamo i mamma», il suo, con la sua doni, io,tu, la nonna, ciascuno La dedica. mamma nelle stanze il di deva attensopra prime note della segnale convenuto, le Pastorale^. Tutto era trasognato Ma il bell'adolescente aveva e canoro. il volto severo, la bocca mente quasi corrucciato, ferma, il labbro forteEuf orione,dai aggrondato. Proprio come TEMPO in BDIFICàRS DI assunzione una antichi degli della fervore sottrarli alla trasfiguratrice, come quelle al che miti trafugano, in mezzo battaglia, i prediletti degli dei per delle ombre putredine ed al regno inconsolabili. Il e sua non che di padre nel esitò non donna, qui, non ne è profondamente sacrificio reca in trascende La Jacopo un e, orgoglio questo libretto l'orizzonte del divinizzazione concorde il di italiano, con cittadino. la Ma commemorativo, sentimento qui universalizzati scoria e fatti arte senza polemica è un non e italiano, pratica. Quello che è morto è il Figlio Perfetto, combattente: un alpino, un Il colui che doveva non e non poteva morire. invece lettore sa (e da questa consapevolezza il suo viene dannato, già consegreto pianto) ch'egli era dall'ideale perchè solo la lontananza garantisce la prosecuzione della vita, affidandole ufficio. E un ripensa alle tre figure musicali Casa della del Rossa, troppo pure nella cornice bassorilievo non perchè il bassorilievo apparisse già degno di un sarcofago. Ora i due antica e superstiti tentano, con derna moalla vita di là fermezza, di rinsaldarsi dallo è un stacco sanguinoso. Questo libretto rendimento di grazie agli dei invidiosi primo rinunzia atto un placati dalla incomparabile, ci feriscono che d'ossequio alle forze supreme e c'ingiungono di guarire. Il dolore vi è composto in non so quale erta freddezza pindarica che la desolazione di una veste superbia disperata ed esalta la rassegnazione con un impercettibile accento di sfida. e rimpianto nale. naziosono Il sogno Il libro errante del mio di Guido sogno da Verona. errante non so se di piacere al pubblico quanto i romanzi i critici, dovrebbe attrarre da Verona, ma ai quali per la prima volta quest'autore viene in un interrompendo po' Timpersoper soccorso, ed invitando narrazione in nale quasi Testraneo V'è anche in questo libro il racconto, sua. casa inframmezzato di scorci ed anzi predomina, ma introspettivi,di allusioni autobiografiche,di opinioni di i scorribande liriche. Fra e sentenze, abbellano molti e lo o oggetti che lo mobiliano al v*è anche uno specchio davanti ingombrano Verona da e ripassa, dando quale Guido passa com'è al visitatore fatto il di vedere agio anche padron di casa. Vedere: che ficile. capire è un'altra cosa, e piìi difè detto, per Non esempio, che passare soffermarsi allo specchio davanti plare conteme a la propria immagine sia sempre di segno possa Guido saziata vanità. Molti scontentezza pensano di sé a e stessi per consola insi rimirano per Verona da è di se Guido provocarsi alla smorfia. di chi lo credeva questi, e soffre, con sorpresa un profluo e tranquillo romanzatore grassoccio, di autocritica fino e all'esasperazione morbida 70 TEMPO ad congelato un il lettore per nulla è cinismo Perciò, e più facile è chi più che .... mi ciò che né può dei è udire il canto crudele tratto di Nessuno questa me ai è nel rigo oratorio sensibili meno sincerità di altro i di suno nesquarto; ma perfin sguaiatamente si che legge in i?i- modo superlativo. rodimento, interiore, questa questo solidità minacciosa e anche in stile,laddove l'autore si gloria di purisangue e di spandere a piene bellezza e musica coi critici Bluette con flaubertiana in è evidente pagine montare stesso di mancanza fiducia Mimi terribilmente, dubiterà, perché scarsa grossa sé: di d^ autore: antipaticoa mani confessioni umili il frastuòno e che un giudizio di m'allontano. non vieta della far e innamoratamente troppo, verace narlo, canzo- e la strada. odia s'io versi dubiterà di sue amo me pace primi tre cuore aver Terribilmente tutto cora, an- concludente dice porta lontano: il mio Poiché deriderlo credesse Verona nevrastenico. arrossire altri motivi meno qualcuno rinfacciandogli le di po' un per che anche come generoso: fa che lui. nulla ma EDIFIOAEB DI e si nel mondo dà l'aria dannunziana superbia. Si sente e di fa la difendere insolenza uno voce stacco o con fra dissimulata mal dazione trepil'alterigiavocale e una del consenso degli occhi, in attesa di Dietro estorto. quella pomposa apparenza v'è molta da buon modestia apologia alcibiadea invettive ai critici figliuolo;e tutte quelle reboanti del finiscono per dileguare nell'aria ovattata modo in triste stesso verso: antipatica a me pensarci, Guido superlativo, col quale, senza Il sogno da Verona errante conseguito ha benevolejitiae di tutto Perché a sfuggire la Verona da Guido di 71 più efficace captafio il libro. stretto poi antipatico a se stesso? perché comai fuggire la sua ombra, pur senza al tedio?: il che tanto è Libro nuovo giro del mondo, illustrato da novelle e poesie (deiroceano e del deserto, provinciali e cinesi,indiane e russe, e parigine,mai^occhine in italiano e in francese) in verso e in prosa, fra viagche per la facile simpatia comunicativa giatori ture di lungo corso prendono talvolta andaque Kipling sia dovunkiplinghiane, sebbene un come a in icasa isua Guido e posto. Pare nessun culla in da Verona come se non sia a casa la avuto avesse albergo, e, per quanto ad immaginarlo che riuscite ormai facciate,non in un scriva discorra dialetto o che dipinga o di quegli angoli terrestri, uno pieni di un odore fissità da stella d'orto chiuso, precisati in una la Sicilia di Verga o la Turenna polare, come I grandi express, di Balzac. i transatlantici,i i luoghi ov'egli dà aphoule vards, i teatri sono puntament al destino; e la lingua che scrive, avveniristiche malgrado le sporadiche temerità svelto cui quando vuole può indulgere col suo lucidia e fluida koinè italiana, ingegno verbale, è una alla quale, se gli capita, sostituisce volentieri il francese e bravamente perché ha gli spigolipiviesatti ed è più universale e generico. sua Di Guido solito da grande un la critica Verona mercantile e facile appello a meravigUa piace così norme codificarle. non sia Prima a Ma per ambizione la critica ha la bisogna questo autore, con che il francese snob. per invece sentenzia e pacifiche e ancora di tutto venuto si le basta sicure un fare che Orazio guarda alle fa a molte viltà e e se fu ed ebbe DI ogni suo EDIPICARB deducono ne senza dell'arte radicato in tante di un paese di capace menti e da la dibilmente incre- alla dovuto secoli per della bellezza che le spese letteratura,anzi senza letteratura senza popolo, fatta V'è molta, anche se vole, inconsape- alfabeto,ed una pei confratelli. invidia criterio sua: povero pagare popolo un spaccia il equivoco volume l'abbiezione tradizione non di che migliaia Verona, TBMPO per senza lo scrittore che vende; meno al- ma riflettendo gli inconsapevoli ammetteranno si misurano che, se le qualità d'un libro non rate, delle migliaia tiproporzionalmente al numero il criterio della anche proporzione inversa si può non prendere sul serio. E si spìngono il naso fino alla pudicizia,arricciando davanti molti non a quel tanfo di pornografia: mentre fra i poeti narrativi italiani pose i novellatori sono in di morigerati passare per paragone Guido da Verona, la cui arte è, sovente, più libertina che nuda tendenza veli,ma malinconia una a spesso senza molto che che, non è più unificato al curiose bel con estetizzata, senza Poi collegialemalizia. atticlie severità mancano l'amore rappresenta e il verso in trecento gusto sappenninic tran- letteratura una e non in un paese politicamente mezzo secolo, fresco se Tarte già da parecchi secoli starebbe vi fosse la privilegio dell'Attica (Firenze con colonia sua vi fosse negato diritto e romana) di cittadinanza Dori Beoti. Il Verga, di a e a cui per molto gli ateniesi si sbrigarono tempo scrive sentenziando che clinare male, fu poi sul dedegli anni, forse anche grazie alla scarsa fortuna in commerciale, amnistiato ; ma nere gesarà forza riconoscere, presto o tardi, da ic la vanità di che, dallo così di della 73 Verona primati nostra tempo, venire a e d'Italia terre sapore uomini e letteratura scuola dai denza l'evi- e castigato paesaggio altre sottile,ve ne sono rappresentare santa da e fertilità per le tutte non scarno e OuiOo stantii questi se sobrio di errante sogno un che passioni deve, da filistei. E valgono pre- nell'arte che e ispirano gusto la un Terra- po' di finalmente da Verona. grosso guaio per Guido scrive romanzi, porta a termine Egli compone, ciò che ha cominciato, insomma fa qualche cosa. v'è E altro un questo che che nulla e non si secondo la raffinatezza cui per sterilità è di moda non merita giunge una si manifesta indulgenza alla se trina dot- certa non nella il lirismo lirica,la drammaticità nel la pittoricità dramma, che s'arresta ai paradigmi della tavolozza, e un certo trascendentale be solfeggio sofìiato nelle tromdel giudiziouniversale. ciò non è detto alzare Tutto di colpo per ai fastigi delFassoluto, ma da Guido Verona il problema indicare della sua che è arte per Finché superiore ai metodi della «stroncatura». si sarà detto che i suoi libri si vendono troppo, che sono scritti in esperanto, che trattano ria matenon libertina consuma con sdolcinate ferità melodrammatiche (le quali a un apologeta di poco scrupolo perfino il petrarchismo di potrebbero ricordar si sarà detto nulla Byron e di Lamartine), non di concreto tamente, indefinie di specifico,e continuerà duello con poco sugo, questo bizzarro fra Guido in cui gli avverida Verona e Ja critica, sari si sbracciano due figgendo su pedane parallele trada tica, fantasma. La criparte a parte un Guido che a ogni libro mazza, pubblica, lo amcon così poco costrutto che deve rico- 74 TEMPO minciare quel se sangue la critica mai Tanno svenarlo a EDIFICABE DI è di non perché cavaliere? Guido canto sare ver- do quan- i libri di Carolina stroncato aveva D'altro Invernizio? dopo. E Verona da (grave segno) di essere air^co della abbonato Stampa^ e, dopo aver botte da orbo la critica, contro menato gran la giostra ripassando un'ultima conclude volta davanti allo specchio ed autocomplimentandosi in quella guisa poco lusinghiera: antipatico a stesso in modo me superlativo. O perché si bistratta da sé, posto che la critica pubblicamente confessa " contendenti dei vorrebbe, critica ha di benissimo sa La tutti i torti? ha un d'aver dell'arte ciascuno L'autore raggiunto Farte molto lontano; ancora benissimo è che rimorso. suo avere non d'esserne sa verità fare che che con che e la uno vilipendio del vero non un può trattarsi come rivendugliolo Le di carta straccia. così da principk), parve la critica recalcitra e puntiglio al dovere per che di coscienza ha ricredersi che e facesse non vendica si Allora vedrebbe si le di a all'Eco la critica serio. sia come e Uno dovrebbe rinunci lavorare sul facezie. critica l'autore della Stampa e continui rassegni a parlarne senza con professione armistizio: un proporre si e difficile essere Guido da giusti con Verona, tanto strettamente avviluppato è il bello col brutto nell'opera sua. Almeno nei con del mio romanzi la continuità sogno errante v'è una certa media giunta ragdel racconto, ma il libro ha dislivelli scoscesi. In 76 EDEPICAEE DI TEMPO le pili raggiungere sovente svelte e maestrevoli leggiadrie ( « Il Tempo gli una grande bianca sfuggiva dal cervello come La città farfalla che leggermente volasse via » all'orizzonte «lontanissima, sottile,co^ apparve fino progredito a — me un tropicale» un'ombra — venne vicino e spesso Guido da fascia di collare tetro un neirincendio calza da ago la velluto» della notte me gola «co«Egli mi guardano tua — si come guardandomi le donne, con gli occhi fermi....»).Il malessere è più sostanziale,e si rivela soprattutto nella sovrapposizio della «poesìa» alla realtà. Troppo leggere dedicare d'una di dice: scrivere poesia», e «ai nomadi, «con il libro di lontananza, dei Verona musica reale e «con rifugge non malati che d'esilio». capacità di per un sia», poe- Dotato dal sono gli da- rappresentazione (si ricordi il bar della Grande Rouquine in Mimi sibilità senBluette) e, per giunta, d'un'autentica delle sue che lirica,pare zioni rappresentascusa voglia chiedere impiallacciandole d'un sentimentalismo che arriva alla tragenon dia, del suo lirismo e che voglia farsi perdonare certo che ammaestrandolo non a ghigno freddo effettua l'ironia. A messo su volte, dopo aver ammirabilmente l'impalcatura di un racconto, il protagonista e il racconto un con ajmmazza di posto o con mal di cuore suicidio fuor un nessuna appiccicaticcio,così, senza ragione al alibi coi critici che un mondo, tanto per avere farlo vorrebbero (non anch' mai modo ed passare Paul de Kock ricordo si scrive così : se più nemmeno ha egli è fra gli autori che la critica non sentito il bisogno di stroncare). A- questo V infedele, Rosa ha e Dirce sciupato Una anche Mimi Bluette che non doveva arri- ai Guido errante Il sogno da Verona 77 quella perfezione di suicidio e fa sentire un po' di nostalgiaper le piccole vagabonde di Colette Willy. si comincia dei suoi a leggere uno Quando trepidanti per la migliori racconti si è sempre dei protagonisti.Si spera l'autore li sorte che una salvi,che non tagli il nodo gordiano con da scure stri giustiziere, troppo pesante per i nada biancheria di cui è fatto il nodo, troppo rutilante di sfumature. per quelle atmosfere si ha l'impressionech'egli sia snerInsomma vato dalla vendo, critica e dall'autocritica e che, scriormai abbia certo terror un panico da Buon di coscienziosità esame. dolorosa, segno da artista vero; ma pericolo di dispersione. Il libro del mio ci dà errante un poetasogno fino vare narratore a mezz'aria,un destino estetico in come (per esagerare) se Guido a È Verona fosse dell'arte dieci anni entrato nella fa speso. so- da chiesa col in capo, i berretto touriiste, knickerbockers la sigarettain bocca chierando chiace e a voce alta; ma poi, tra i richiami dei sagrestani e gli intimi avvertimenti del suo della santità del proprio cuore, si fosse accorto in ginocchio luogo,e scopertosi il capo e messosi cominciato ad adorare, rimbix)ttandosi da avesse sé en villanamente turbarlo volubile le e distrazioni sviata. ma da fare Può sua Ha con invidia a questo libro pare sulla amarezza troppo che volte di qualità tanti che venivano che del di natura devoti stia ancora a a immaginazione prendista: neofita,dell'ap- una ancora soglia, dubitoso essere le tutte e di volere baccalaurei. e In guardare, indeciso della direzione. giorno egli trovi nella sientimentale gli argini per quella torrenziale un vena narrativa e in certe sue 78 TEMPO virtù solide di la ce^si, che le se Se la gioia nella il che mondo, e farà delizia, e Seno dà neh consigli Lasciamolo un gli é la che critica forse è dunque fare, pari stesso pere, sa- vando tro- la intorno per sua con pria pro- laute men centuali per- critica. perfin dà quando in consistam, che, la tobiografiche au- di se romanzo placherà la malinconia andando recherà gli che, indicare Tubi invano cercava sca? offu- voltmie unificherà esperienza sua le esplorazioni la e 11 e giustificherà vedere boc- stanno questo certe discordi, finora patria di il chiosando accennate, che fra dovrebbero approfondisce qui tempo gli rilegge, bolso?; come in sentii un a nel che pagine sono freno cose romantico Vi strada. le mente onesta- ama duplicità la libri, vede sopraggiunto il cosa, talvolta prossimi caccevole s'egli la per decadente nei che rappresentatore, cosa mentalismo EDIFICARE DI o quando peggiore vuol purché dare li lasci le busse. dire. letture. Le mie I. Opere e frammenti L'Antologia Poeti delV Amore, : Verona. Sciogli la treccia.... di G. da d'oggi,di Papini e Pancrazi. L'Uragano, Moretti.- di M. L'Isola - G. di Bocca. 1920. AprUe Ho romanzi alcuni letto : confessione rimasuglio di rossore. guadagnare l'indulgenza di farsi voler si ci dovrebbe non a ternite, confra- certe dallo così astenere da Perché, un senza - vere scri- leggere romanzi, essendo poco di chi ruba ladro men quello che tiene il sacco. si esercitò conche prima La stessa malevolenza tro il poema epico si trasferì poi tutta contro il romanzo tro connon suo figlioprimogenito. Ma il il dal come ' dramma e che cosa fine, un che Milo voluta non passarla per e in una struttura. staccio impalpabilità degna si e* è un polverizzavano allo di novella la genere principio, un avesse poco Come Non il libro significato e per Contro solamente. romanzo e ogni contro e mezzo Ci fu conferirle tali raffinati spiega questo decadimento bisogno di spiegarlo. È del un un tempo Venere la e di la tendito in- gusto? aspetta 80 TEMPO sincrono EDIFlOAB£ DI di concomitante e Ma ora che questa altre tante voga è illanguidita quasi tutte le suddette a sciogliendo,restando qualche solitario asceta casalingo come e si spengie si vanno chiusura a cui monasteri dei se casa, e ne deve denze. deca- nite confrater- ricordarle dopo le monache rimasero la di la benevolenza può discorrere con anticipo di commemo^ ispirarsi un razione. Carducci ; non D'Annunzio fece i suoi che da che scritto aveva di tutto, romanzi espansioni passaggio e del ma liriche appariva i suoi suo in conche slargantesidi convincere Fogazzaro non seppe sipadani ; e Verga rimase, per e drammi gi sagviamente ov- sultavan ri- lirismo quasi più ampie ; i letterati altre ci- ragioni, Poi venne scrisse: inaccessibile. Pascoli e «Sì, la poesia pura. la poesia è rara. Proprio rara Ma c'è la poesia applicata. La poesia applicata è dei dei grandi poemi, dei grandi drammi, che grandi romanzi. Ora, molto ci corre quesb* siano tutta poesia. Imaginate che siano un gran le Nel sono mare perle ; ma mare, ognuno. quante? Ben poche ; però in quale più, in quale Occorre dire che in essi poemi, anche meno. si di rado drammi, romanzi, la poesia pura i letterati,o E allora, pensarono trova » pura ci mettiamo fare e a poesia pura perché non Poi sopraggiunse Croce, e, paragonando basta? che sta anch'egli la poesia al bel fanciuUetto sul gradino infimo della scala spirituale,disse che tutto «un potrebbe contrarsi poema gran di gioia, di dolore, dì arriin un'esclamazione mirazione, di rimpianto». E allora, pensarono, mettersi fare esclamazioni, a proa perché non nunciare parole dapprincipio in libertà provvi. te mie 81 letture dopo, via via che libere addirittura? all'aria, Non voglio ascrivere a quei scria siano si e abituate due maestri, come altra volta si fece per Voltaire e Rousseau, la colpa di quello che successe dopo, tanto più che Tessenziale era già successo prima. Ma è disperante seppe (o incoraggiante per la filosofia scettica di Giucome Rensi) constatare ogni epoca si foggi le dottrine che convengono ai suoi propri fatti della bellezza compiuti. È noto che cosa pensasse sciare volpina la volpe cui era capitato di lala coda in una tagliuola: le parevano brutte le consorèlle complete. Se a cavallo dei secoli XIX Manzoni e XX avessimo avuto in Italia un anche avuto Tolstoi, avremmo cii" dottrina dell'operad*ai*te intesa come chiuso, come architettura,come tazione rappresen- una colo o un d'umanità. costruttiva una Invece fiorì prattutto so- lirica grandiosamente sbadata di a questa l'ars ; e accanto naturali sensazioni interiettiva che metteva poetica dell'innocenza l'arte all*infimo gradino della scala spirituale e l'idoleggiavaneirimmagine del bel fanciullo la riassumeva Così venne e in il culto su apposta, dei torsi Meglio assiso a traducendo : Mallarmé. tanto meno come arte la novella BoRGESB. in del toh! un frammento fatto che in pie,meglio che assiso che sdraiato morto. meglio che il libro la pagina, in margine, pagina la notazione meglio che la e meglio che la a o serie,dei ruderi preventivi. sdraiato,e meglio 0 ah! un notazione la carta bianca sacra Tanto si fa più che quanto meno si fajla. Dapprima fu considerata inferiore il dramma, poi il romanzo, tutto il resto, salvo il delicato e Tempo di edificare. 6 82 TEMPO Sgorbio leggero vitalba. della dramma un evanescente e Naturalmente o un perché un Ne non qualche sa la come piuma condannavano dicendo romanzo, dramma era e sottinteso. restava EDIPIOABB DI lo che dannavano con- Ma romanzo. facciamo cosa, Pirandello. nome, Io però ho promesso benevolenza, e voglio Anche mantenere. il questa perversione aveva la difesa, anche suo se buono, ed era maligna e ringhiosa e da cane d'ortolano,dell'arte come mercantili. responsabilità e rito contro gl'intrugli Purché fosse salvaguardata la verginità delle Muse, non esitavano neanche conciare a malamente contato lìUoimètété) ha racil gesto del giovine Attis, autolesionista fanatismo religioso: Catullo per {le Devolsit Ma buon a così latin ilei acuto brai^e sibi pondera silice. concludeva conto Procul a Alios age E stessi. se tuus mea sit furor omnis, era, domo; alias age incitatos, sia di noi : rabidos. : Da questa polveragliad'oziosi logogrifi le mani.... poeticiil poeta tenga monde Ho detto po' di rossore bruciapelo Non è d'avere affatto dire, spiaccia come e grigie conta un cose che sebbene nell'arte farmi passare per m'era Venuto confessando queste come letto alcuni novità una dirla così quel a romanzi. questa che sto per circospezione di brune paradosso. Ragazzi a un senza — chiome in po' più — tutte dello mettetevi le altre sforzo. in cose testa la che forza 84 di TjsjkU'O timo deirimparzialità,purché il criterio quel a modo che dicevamo l'una annunziare bastava EDIFICARfi e Ma sopra. l'altra teso in- non di non queste leggi. Bisognava rispettarle.Fin da principio fa specie vedere quale prevalenza ci abbiano gli scrittori (poeti in versi e in prosa) di Toscana e così, la luoghi finitimi : che, se fosse davvero italiana del secolo XX sarebbe letteratura quasi centesca. più circoscritta entro una regione di quella trePoi la si considera maggioranza gli adepti da Conclave alla scuola Strano timidezza senza non cui vi fiorentina e di gono dispon- pendances dé- sue solo vi manca, e dirsi,uno il meno davvero non era degno. Ammesso, come si deve molto largo (a ammettere, il concetto di kimono) maniche che gli antologisti fanno corrispondere alla parola poesia, ci sono pagine di Prezzolini incomparabilmente più poetiche di mai tante a ficcate là dentro. altre [Ancora. Caduta vennero su in Italia la monarchia alcune [mettere un a Dapprima si il e con e anche antologie.Passeranno ste. quevole, proposito della imparzialità è commendesulla buona fede dei raccoglitori avrebbe tempo Il striarono s'indu- così gevoli preTaltra. Ora è tante sono Tuna oscurano che po' d'ordine in quel caos. Tltaliacon a disciplinare si provarono le riviste. Ma le riviste ora che oligarchie raria, lette- delle torto marcio l'arte d'essere fuori De Bosis ; tanto è chi volesse Ma dubbi. insinuare è tanto facile da imparziali non praticare. E quando s^è vissuto' per molti anni è agevole orientarsi dentro al non un gruppo fuori. Per esempio, è lecito fare primo uscirne im'antologia di poeti italiani d'oggi lasciando vero e Giulio che Orsini? l'hanno Si fatta. che è cito le- Le letture mie 86 [Diranno che né De Bosis né Giiilio Orsini la prima fioritura in questi due decenni. ebbero Non per novecentisti sono De Bosis. Gnoli decennio Ma nie Vivanti e ottocentisti. sono Giulio Orsini, anche pubblicato volumi aveva innanzi, ; è tutto Grazia novecento. Ma Passi se menico Do- qualche poi An- Lucini e Deledda, Fanzini la «prima fioritura» nel Negri ebbero messi. Chi sa secolo XX? Eppure ce li hanno perché. Grazia Deledda si e Zùccoli no; Fanzini sì e Pirandello no ; Lipparini si e Beltramelli Novaro Hanno escluso i due e Fastonchi; no. Chiesa Benelli e e Bontempelli ; ; Michelstàdter tore, Bertacchi e Romagnoli. Chi sa perché. Tu, letrespinti,questi e supponi che li abbiano tutti gli altri,perché l'ultimo dei quarantasei è più poeta del primo degli esclusi. Tu immagini che in Italia ci siano quarantasei poeti più poeti cui di Benelli verso (per citarne proprio uno sono non sospetto d'idolatria) Quarantasei poeti armo(quello del Fabbro più poeti di Novaro ti dico nulla, perché non niosó) Io non voglio il quarantesimosesto. Ti dico neanche offendere soltanto: va e e giudica da te. Il libro compra è piacevole e ben stampato, e fornito di curiose note biografichee bibliografiche.Fra l'altro,se accetti il mio consiglio, contribuirai far presto a esaurire la tiratura; sicché Papini e Pancrazi inferamente provvedere a un'edizione possano rifatta. dì strabocchevole [Papini poi, ch'è un uomo Ne sue. ingegno, sceglierà meglio fra le cose ha di molto che belle in ogni sUo libro. Le cose ha messe sono più che rispettabili, nell'antologia ma Papini ne ha di migliori.Io, per esempio, se di gii fossi stato vicino gli avrei sconsigjliato; e Ada . . TBMPO nulla, ha ma la lontano renétta. mela la includere EDIFICARE DI Non è l'inconveniente Versilia di cosa da ricordare da una La D'Annunzio. di quale è sieme inOra, mettere poesia novecentista. darsi senza un'antologia del 1900-1920 (Laudi) e di Pascoli pensiero di D'Annunzio èj Ucello) non (Castelvecchio, Conviviali, Paulo menticar impresa da pigliarsia gabbo. Bisogna farli diAltrimenti si ha l'aria di quelli che 1 signori sono in villeggiatur girano il palazzo mentre ] La parentesi è chiusa. pure una Guido Insomma Perché no? lo A da Guido Verona da romanzi scrivere l'hanno ce Verona e lo messo. tutto soprat- nuoce smerciarne molti difetto, difetto per (questo secondo è quello che precipuamente scandalizza eccesso, scrivesse soltanto pagine, certuni). Se da Verona rasse frammenti, riflessi,lembi di paesaggio, e se ticon un discrezione, sarebbe questa roba tutti gli altri. immortale come fuori Prendiamo la Treccia, e caviamone la lotta dei galli,una arrivo, una partenza, un ad di strada, una svolta arco lampada poco col prima dell'alba, il tirocinio di Maddalena rocinio diacono Ralph (il sole sul braccio) e l'altro tinel vento). l'istitutrice (la candela con esemplari Non c'è vista degli essere block-notes nulla da ridire: esteti frammentisti. perle. non E mancano dal almeno infatti nei Per loro pagine che punto loro di bero dovreb- libriccini a potrebbero pari pari nella Treccia. A contò proposito di perle, un grande poeta racsigente volta la parabola della perla intranuna andò che dal gioielliere implorando: per mi di Dio, non l'amore bucare^ altrimenti sono inserirsi il buco, faccio È fra se poesia la ti non la collana? insieme mettere a contrasto il solito 87 le rispose: gioielliere fritta. Ma come letture mie Le pura la e poesia applicata. vuol critici il torto certi Per dunque da anche lavori non (e collane fare Io prenda senza coscienza. Se scrivere li deve non c'è che e che cosa serio,questa fatti nella al certo che serio una sul gFitalianihanno presa sempre è l'arte. I progressi ch'egliha di invece credo l'arte sul Verona è; che cate; perle bu- Sono smercia). le false. sono Verona di da maniera desiderio di Ha sintassi senza una piacere alle cameriere. il tran tran del pieghevolezza, ripetuta secondo modello ritmica fisso dannunziano; e una che è ballabile; ma la scelta della troppo spesso parola può essere gustosa e sagace. È paesista, è buon pagnamento rappresentatore di certe figure d'accomnon (lord Pepe). Ed ha malinconie Il e guaio la che Treccia A io non dalla conrotte ancora è che collana abbia molti è opinione. scrittori scrittore fosse delle inversamente copie faccia spetta a noi volta che — le persone che critici, esplorare se meno stesso e Ma noiaì meno nem- e il non malevole vedere siamo non che — io spero che airautore. bene decretare d'incurabili, disperato. Egli dovrebbe la quanti grandissimi la grandezza dello se mero proporzionale al nu- Piuttosto vendute! successo scarso la che e artistiche. Italia in credo Il divertimento Altrimenti avremmo Non pezzi a grandissimo successo. Su questo argomento infallibili misure sono Non un noiosa. la tiratura. lo sfilata. avuto è sembrata ho non posa. il libro è proprio fatto se suo è dici me- caso la sia prima glielodicono non gli riesca 88 TEMPO DI EDIFICARE È possibile ch'egli esule da sia fatalmente ogni patria interiore? la strada, se non e che non gli resti da celebrare suna l'albergo,il vagone-letto e la cortigiana? Nesfissità è pili disgraziata, artisticamente, abitudine del vagabondaggio cronico; nessuna Lo sraè tanto monotona dicamento, quanto l'indisciplina. Ja rinunzia ad ogni precisione di l'inizio di di volontà sentiménto e può essere la catastrofe. libro un narrativo, può esserne in cui per tre o quatMa cos'è un che trocento romanzo, pagine tutti i personaggi si provana l'autore li sta ad acchiappare bolle di sapone e le mani di tanto in tanto a guardare battendo né ironia né disperazione: bravi! senza e dicendo questa sì che è la vita! rona Veda s'è potuto figurare Guido Poi, come di trovare che ubi un fosse cansisfam. interessante materia d'arte la ghissimo verginità che, ipotecata da lunin tutti i pensabili modi, va tempo finalmente a ingrossare il patrimonio erotico dell'ultimo creditore? Quando, si noti bene, è collegata a nessun questa conquista non blema proè colpa, è amore e non spirituale,e non si riduce ad imia pura e seimpliceconclusione ma fisica? Se la storia fisiologicae patologica di una d'arte,Krafft-Ebing verginitàfosse materia bero e gli altri descrittoli di degenerazioni sareb- storia di una rivali di Dostoievski accanto anche, avremmo febbre, e della stanchezza dispiaceri è Tanima se e del non e una di tutti Ma corpo. la carne; sensuale, presente spingersicon ai romanzi della dell'appetito, i romanzi della via, lasci- sete, della ceri gli altri pia- il campo e il limite sensualità E Flaubert di e donde l'arte del- che anl'artista, fin dove può traluca an- Le Famore, Cora mie oltrepassato il quale decadrebbe e la materialità verso Manzoni letture voleva ne non referto del addirittura e sapere, piìi religiosiche ripetiamo tutti,motivi aveva, fatto di pensare estetici. Vien così scrupoloso, poteva fare la voglia che descrivere per di Lucia. E che desiderava c'era da Lucia su medico. che, giù non era belle alcune pagine Rodrigo ebbe Don Rodrigo don descrivere? per se allo modo stesso di una desiderio può aver ogni maschio c'è. non femmina, quando l'amore Nemmeno me a piace quel miscuglio di cose gradazio e quella dereligiosee profane nella Treccia di immagini stimolanti di sacre a Verona si può concupiscenza. Da giustificare fino a un certo che punto ricordando queste goffaggininon l'ha inventate lui. Ma ne abbiamo in cui avuto di bestemmie anticristianesimo estetico e di forbite alla Vergine, da piìi di un secolo in Sarebbe tuttavia tempo di smettere, senza qua. che, per mutare, a quel dilettantismo satanico da qualche segno come sottentri, parrebbe, un dilettantesco. meno baciapilismo non di da Qualcuno fra i pii!ifervorosi giustizieri Verona gliha rinfacciato il sangue ebraico,quasi esalando le meun morie sospiro di nostalgia verso dei ghetti.Antisemitismo letterario? E di cattivo da poi accusano gusto Guido Verona. Cosa di esatto buon gusto, nel disegno e nel di Marino retti, Mosentimento, è Vlsola delV Amore ispirata,si direbbe, da un'occulta volontà polemica contro la letteratura licenziosa e contro 90 TEMPO quella BDIFICAIIE forti tinte ed a svenevole anche crepuscolare, e assorbita superata e che cortigiane ma paesaggio immaginario ove vi sorriso quanta è ove rezza tene- derelitte Moretti dell'amore Hotel Grand lì,un poeti sfiatati, zitelle nel vecchie sono per è tutta qui un con quell'altra, contro all'ironia. insieme Non DI covero finge un rinon lungi di e, Siglsbées ove baritoni mancati e vagabondi approdati (si dei una a «quiescenza» protagonisti di pensa buona più brillanti romanzi) tirano una paga e pensione per dare a quelle godono un'ottima tardivo Chi amore. poverette l'illusione di un è la santa memoria di una vecchia rina signopaga americana che cautele alle e suicidio: Marino, È alcun È senso. dove e e di avete irride c'è trovato Se d'altri da per e Ma stesso. fosse violino punto così un per queste tempi, bellerie? cor- del Poema flui melli- e anche o zano di Goz- Paradisiaco caricatura temperata sentimentalismo un non amorosi vergognarsi equilibriopericolante fra lacrime delizia. Sono vera corbellerie,ma e quel cicaleccio lascia d'un anche alle romanzi Palazzeschi direi,smussata e Ma pido Cu- un interamente dei Francia Moretti di perfino cedersi con- disinteressata, in etica, non programmatica decorazione, è tappezzeria, è, se volete,caricatura della senza l'età intemperie delregolamento. E c'è un del un'arte sociale, non non morire finto. non Messer cartone. serio, resistente sul amore ali di le volle non capriccio. C'è questo con des e di che sé, con riso ch'è di echi genere dolenti e, ride sorun una periore; su- gni de- antico. punto la raffinata com'è trama il del romanzo disegno, Moretti 92 TEMPO straziata amici è fino polemica più vampante all'ultima l'ammirazione quella Se fosse artistica. un'armonia d'infedeltà di cameriere della di senso Certe simmetriche (Nora plina. disci- la vedova — Un mensa. valere Uno — l'attenden delper sgarba sull'intera classe fulmini a zie denun- Luciana — ingenue da copiate dal vero. attira lavoratori suo di così di Dumbo sono se dell'autore così sono false anche ch'è il donnesche l'amante — che com'egli la rappresenta, conreggerla per sottoporla vita la agli occhi. arte, e lo stile dalla prima piìi spontanea robustezza suscitare dovrebbe Marcella la per può che così pagina, solitudine fino reboante e dagli dairindifle- una inzaccherarsi ancora degno: offeso e rifugiarsi in a non per donne dalle costretto superba Questa vuoto, abbandonato cuore tradito e renza, n'è il e EDIFICARE DI dei molesto compagno in cattiva luce d'ospedale,ch'era siciliano,mette l'isola. Rocca, durante tutta brica tutto il libro, fabNora. Poi lo spezza che si chiama un (idolo, del romanzo è una d'improvviso. La conclusione I personaggi, perseguitati dalla tabula nace terasa. antipatia dell'autore o rinnegati quando sciano proprio il lettore stava per affezionarsi,si sfaE ne pressione resta l'imtutti,salvo chi racconta. d'una Rocca è non il aveva non il libro. ma a a di prima volte di sono È oratoria. ancora primo suo compendiati irrealtà vero disfarli romanza. trent'anni,e. V Uragano I difetti che ho scono esaurinon veniali,ma che i personaggi li disfà, li fa, con bravura che una perfin troppo scaltrita. E li muove diecine senza imbrogliare i fili. E ha un'arte conosce trapassi che non imbarazzi, e un pollice forte che modellare sa e sbrigarsi.Certe pare Le mie 9S letture un'eloquenza che non affatto la sincerità,certi paesaggi moesclude rali naturali e sono dipinti con smo un'impressioniche non rative narignora il profondo. Le masse sensazioni si con distribuite sono che dette sono direbbe un con maturo. Nella senso del sua prosa peso c'è roba, di troppo varia qualità e provenienza; il n ma meglio troppo poco, troppo che il deserto. Ha che e meglio U torrente tempo E di castigarsi. ha col ne voglia. Severissimo è indulgente con Vi stesso. se prossimo, non nel libro alcune sono tocritiche, spavalde confessioni autroppa che Se al suo dove si citano non si riferiscono a per non Gino discreti in- essere Rocca non e pseudonimo Guido Colvago, egli sa già' zo, D*altronde,alla chiusa del romanpecca. dice d'averlo scritto per irrobustirsi parai'si alla strada. Se si domina, farà e pre- strada. II. " Dario Niccodemi Ate la vecchia „. Morte e la sua Pensieri di Alessandro in maschera. Manzoni. A Milano di Distaso. Le che Cronae a Koma. Albinea, di Marco Praga. Teatrali, Fiorella,di Michele Saponaro. La finedell'Umanesimo,di G. Toffanin. - - - - - - - Maggio Povera 1920. vecchia e zioppa come critica, Ate, Ate la zoppa, Ate la vecchia», condannata guire insea l'arte peccatrice. Ma raggiungerla non può. Come farò io a gareggiare con demi? NiccoDario Egli scopre, e il mio ufficio,poco appetibile in questo furor di verità, consiste nel di quei pituno coprire.Egli svela,ed io, come « 94 DI TEMPO ch'ebbero timorati lorastri EDIFIGABB la commissione di dissimulare michelangioleschi, dovrei folgoranti realtà ch'egli squaderna. consuetudine Una ragionevole vieta al velare i nudi le di discorrere di romanzo un critico dirne senza Un'altra consuetudine parole il tema. ragionevole gl'inibiscedi ripetere dell'arte che come inverecondie. nudo in Roma d'armistizio il proprio in occultarlo Ho nettare. di vino e fatto Guido deve vestirlo da di farò un perché è famiglia in e prima volta con La Morte Ma dirò biscotto la d'oro — società una ch'ella ancora la — è crede né madre studia, inon il primo inglese che non sillaba d'italiano soddisfatta averne di che fosse impara,; giorno il benservito averle insegnato una sillaba un noi. così in su una hanno liquidato, adolescente, tutti le di nell'amor dà imparato è chiamano nell'intelligenza e nemmeno schera ma- nuano conti- anche né crede Non interiori. problemi nel diavolo, né nella legge né nella di in cose venuta e cia Trec- (Milano, Vitagliano) le ad e chiama alla non Dio in i nell'amor libro l'altra splendore uno certo Il romanziere Verona. Dora Proviamo. italiana mostrarlo a più difficile. Pei critici. Se alleggerirci così, dovremo libro Grecia, velo Io così dacie au- d'un il vino. Niccodemi di letteratura il soggetto se le in nudo nella nudo, come pari tempo? il pane pane critico Ma candidissimo. è nudo è che mente egual- addebitate sarebbero Amor e il lui a cune al- in né verità, Non sposa. nei né suoi letti; di- governante sapeva dopo anno, un l'italiano d'inglese. una e senza Le d*oro Dora le se avessero nota sue di in messo Pensieri dalle sarebbe non di prose Arnaldo a di Cervesato oltre la pag. andata e 7, zoni, Man- Alessandro mano letteratura cura 95 letture mie filosofia tratti Luigi Perazzi (R. Carabba, con una editore, delV anima da Cultura diretta Lanciano, nella G. Papini). A pag. 7 Cervesato cita Manzoni: i« Donato racconta, nella Vita di Virgilio,che non questi, interrogato da Mecenate, quale cosa le cose, tutte o «generi sazietà, rispose che fra di la somiglianza la qualità o '«per per riuscire i«loro,possono stucchevoli, meno....» « Meno che? le meno sensazioni tattili? l'intendere, praefer ijitelligere.È è anche da «sentenza da filosofo,ma un poeta i gramma«come erano non Virgilio; e certo «tici,che potessero affibbiargliela». Il libretto è bellissimo, e mi lino capita sul tavodella proprio oggi 22 maggio, annivearsario '«....meno morte di devoti sono Alessandro. don Ho letto che alcuni pellegrinaggio a Brusufa visitata, glio,la villa (memorabile pochi mesi come e giustamente suol dirsi, dai ladri. Ladri devoti ci vanno. Ma gli scrittori italiani se ne è roba per tengono alla larga. E certo quella non sia di nobile famiglia milanese Dora, quantunque andati in anch'essa. E non crede nemmeno nell'intelligenza. TEMPO In che dei tomi che gli occhi con di tutto prima Rimane che putrefare, Crede nelle si toccano e quei che cose con bei mano, sua un occorre per bel credere da stupefacente bellezza. nima con quel tanto d'acorpo nella dunque un le resta tutti,salvo credono filosofi fichtiani. si vedono e Non dunque? ciò in non se crede EDIFICAÌIE DI farlo non ^ui in cadavere materialmente si prolunga veleni. di raffinati vegetativa carica Questa è, fin dalle prime pagine, la premessa del romanzo. Esso e s'annunzia, decisivamente studio da robusta uno come mano circoscritto, vita una di Il nudo nudo. statua una è virtualmente La mozza. che testa acefalo vi sta come su può valore ha valore non un plastico ma è un motore. spirituale;è un'appendice, non Non in alcun riuscito sono a immaginarmi modo la faccia di Dora. ha Quella che Ventura stata che (andipinta sulla copertina è ed è sempre prima dell*attimo terrificante ivi abbozzato) avere la un Non di straziata maschera è, una non è mai stirata e di un'isterica. la quietudine raggiante La respingo dalla tizianesca. stata semidivinità mia invano. cerco fantasia, ma In genere so perfettamente com'è fatta Teroina d'un grande racconto, tanto meglio quanto meno, com'è scrive. proprio delPaurte poetica,il poeta la dePer esempio, Anna Karenina sotto la nuvolosa chioma piedi puerili fiammante nera. sull'orlo che Dora del sembra la conosco tutta, dai tura bagno allsL capigliavivere per conto Le SUO come non è mie Niccodemi Dario la faccia d'oro. Ma bestia una 97 letture mi che E no. noia dia con screto. ditroppi particolari.Egli è stato saviamente alla vastità degli ha accennato Appena forse un alla bocca occhi po' larga, quanta e ci vuole accogliere quell'innumere riso di per bianchi denti. Eppure quei pochi particolarinon tica, di una si sciolgono nel calore immagine sinte- crollando si sommano e Dato il problema Saponaro, (Milano, Vitagliano). Fiorella di Parecchi hanno di centro la alta testa d'oro Dora nel d'ogni le deve altro Il male, ani- portiamo torso, eppure il firmamento. verso la non vedo bene (incessa patuit dea?). Sebbene testa eretta. umana, gravità,come dovrebb'essere tore au- all'assurdità,quasi pensato all'incredibilità dell'andatura nostro questo il assillato Michele ha che È faccia. la trovare nudo, la caricatura. verso pesare. È se incede quando così la vuotata stessa quando il nudo. giace supina. La fede sua sente come dev'essere è una una Si cerca sola: Tempo Ella lo fulgida nelle cui viscere sorgente di gioia. Chi la farà Questo è l'unico quesito di il tema il nudo del di libro. gemello. capisce che, avendo se questa ricerca BORGESB. suo rupe sgorgare? come? Dora. Questo è Dora una edificare. bruciato non le tutti riesce i Dora 7 scelli, va- è TEMPO perduta. Le di trincee Forse DI hanno Tanima. ammazzato Non ha linea. seconda il EDIFICARE nudo gemello giovanissimo duchino che ha incontrato a Viareggio cui si è fidanzata. Ma e con poi sopravviene homme maturo à femmes^ con vent'anni un più di lei che ha ne contandole diciassette,e la distrae racIl duchino è un l'apologo della rosa. e i ragazzi non sanno cogliere la rosa. ragazzo, Si s'insanguinano, la sciupano. Per pungono, fino rosa e cogliere una aspirarne il profumo all'estasi ci vuole la mano vezza. sperimentata e avCosì Dora Dora non di nome Si Qui ha la frode prostrarla Guarita, cade avventuriere in La suo nome. odore. malattie e che fece rosa è al la Ma rosa. la profumo. di e Dora. lo Ella Il cerca. convelle tutta di non core ran- fino morte^ falso un di energia minati. Inno- tutti minacciose sfruttatore avuto quarant'anni, ancora tragedia gemello, patita la di hanno Sono dà non preda elettrica la promessa il la il nudo a cui ha mani comincia trovato alla Non battésimo. a non sue per hanno non quell'uomo. Coglie ancora nelle rosa altri «cameriera». «Quell'uomo» è Gli colorato un «quell'uomo» o «il barone», «il il «padre», principe», il «duchino», duca», «il la «madre», la tempo di andare ed certo un «quell'uomo» sposa ha volto,ed ha appena battesimo. chiamano era principe, fosco femmine, attraverso la natura suo passata stupendo di mano, le mantiene corpo e dà lescente. adotutto 100 TEMPO Il Dora BDIPICAKE DI dietro Sant'Ambrogio. «principe» abita vi giunge prima deiralba, dopo aver rato giMilano ch'ella non nevosa, per ogni verso Ed accecante. Ma anche ecco la sbarra vettura, simile in non se conosceva un illuminata. di ubriaco un rinto labi- un mascherato colosso È strada. finestra la ecco a le che domenica ghermisce la donna. quell'orrida bocca un sanguinosamente lasciar ta l'agguanpresa, grassa. Si togliela maschera, da Cercata Ella si dibatte. nella gli bocca, farle per senz' avvedersene Egli, labbro. al collo Così addenta e finisce in un bacio perfetto bacio. Questa è la Morfei la strozza. la atroce cercatrice del che Ebbene, Un c'è da dire? intelligentem'ha lettore Guido da Verona. Prima di tutto a maschera. in somiglia detto: questa somiglianza c'è e non la veroniano, ma è quasi regolarmente protagonista di da Verona avariata. Qui l'anima sentimentale e il cuore una defunti sono prima della prima pagina. Un nudo credo non assoluto come questo di Niccodemi c'è. Lo altri che Le la l'abbia sua cantilena. da dato. poi maniere di e fisiologicoè spunto Verona prosa vuol Questo qui La diversissime. sono è tutta essere è un curve musicale romanzo e zione narra- languori, fino tutto alla d'un mie Le fiato, dritto cli'essere pel cinema. rozzi tocchi, Appunto potrebbe magari La pronto è Passo si orrore. di invece le un un oltre tratti di questa dentro prosa a dice già ghi lar- lettore che quello stesso questa C*è perfino, parecchie volte, un gli. che questa quisquilia, convinto essere pare le e -- di error da tradotta sue trecento come an- tinte. mezze e secondo un recidivo un e atmosfere senza — — prosa potrebbe in quindici giorni. È è violenta, a scrittura scritto stato 101 fondo, a un come letture in noci ci ballano La sacco. un ternazio in- lingua una parole trecento Certo stampa. tassi sin- crudi. L*Qrdine telegrafica. I tagli sono è a filo a piombo. Ma chi si contenta gode, e chi si contenta la può chiamar lapidaria. Lasciamo questa prosa scenario di andar gli aggettivi. Lo Parigi è superficiale sino a far sorridere, ma quello della Di Riviera meno. complicazioni spirituali da c*erano Per descrivere molte. non leva quello che voha i colori che trovato dipingere Niccodemi facevano al caso. da dire l'ha Quello che aveva è la dicitura detto? è chiara? cinquant'anni che il vedere che cosa prima ci sia riuscito? poi se di pili? da Scivolando che certa la prosa balbuzie riportare la per barbara solo criterio abbia voluto e di si italiana a Tautore è e cercate anche può cui con è estetico che Niccodemi toscaneggi ante letteratura allora china, questa d'accordo siamo non dire meglio vorrebbero balia. di 102 DI TEMPO Ma EDIFICARE la portano volete dire. E questi qui Lo dove so a.... tuttavia non posso nori mi- amici, alle scomuniche cui vorreste vietarmi sottomettermi,egregi e maggiori con parlare di letteratura di tutto, un Prima quello esiste,se non è milanese. Parnaso di Manzoni. Alessandro di cui Se milanese non l'Apollo Musagete il culto Dante di fu lunghi secoli il segno distintivo della risoirè cache Dante ora letteraria, nonizzato gente coscienza senza possibilitàdi revoca, è TattegManzoni quello che definisce un giamento verso di Manzoni atteggiamento letterario. Nel nome tutti milanesi. Ma siamo siamo pochi. Si può di far passare la marachella tentar per leoparil dilettantismo. Perfino dismo per leopardismo! per Ma Manzoni con alla letteratura Quanto su È fiorentino libri così è non Dieci non ce d'armistizio n'è. essa è milanese giù quant'è fiorentina o romana. da Verona perchè pubblica presso A Milano si stampano si smere ciano pili che in ogni altra città d'Italia. per Bemporad? Ma marachelle il fenomeno stato. E sempre ha letterario. senso striale indu- era quando mi stabilii a Roma fosse tutta moda come se svillaneggiareRoma nere teapposta a Roma Ara^o. Papini venne per un anni fa fierissimo discorso adversus romanos. adontò. Prezzolini se ne principe romano sentirlo che e a poi era inconciliabile, pareva calisse. quella sciagurata città fosse la bestia dell'Aposi trapiantarono tutti Poi alla spicciolata Un Le lavorando come Ma coincidenze. pugliese Distaso chiamava breria Li- sua Monti. dei qualunque completa unità di queste cose lano. Mi- Milano mi in Libia sarei Sono no, cose talmente da " a pag. morire. vin Bari ma donne ricadenti una che per la Razza di che Puglia Infatti a città per e le che ne avrei mitato vo- Si a è non ancora Ovvero: poli «Nalano». Mi- domerà 15 leggo integralmente: pag. guerra accadrebbe cosa non po cor- inferiore». toscano. dalla del Sentivo riproduco Torno giovani su è provava pericolo certamente innocenti. 72: «Penso in non stampare immoralità intatta. Solo che forza da convertirla in serenità „. tanta fa si poco che la mia con giorno il stomacato, frizzante " " sgrazie. di- perché ribrezzo beduino. un «poesia» questa sgraziat di- sapido combattuto consideravo tagliatocol forse a dovrebbe non stesso il robusto che ben lo con rimasto ha che (Albìnea, Firenze, Vallecchi) : quando tanto vede d'Italia fa corpo appunto minciò co- sono fino che perché e insomma intelligentee im Ma fiorentina. uno a è alla maniera frammentista le papa, a Io, dalli dalli,mi ridussi modestamente vi presi stanza, Ed ecco che, appena Si capisce Milano. il crucifige a c'entro per nulla, e che si tratta di non io E alla serio Trinità sulla Yoce^ 103 alloggiatoda sul sempre della « è Prezzolini Anche Roma. a letture mie uscissero belle e spalle,i a oggi ho se un spasso bel che sciolti, magnifici capelli. portassero 104 TEMPO Al comparire della DI I EDIFICARE centesima donna, gli uomini briachi,folli di ebbrezza, senza il caos». e si verificherebbe nessun ritegnopiù è questa letteratura «milanese» Simpatico. Ma non in dosi omeoipatiche? tutti sarebbero — Letteratura capisco che vietarmi di e perciò non esiste, cosa pretendano quando vogliono parlarne. milanese è milanese Non non né milanese europea, gli uomini oziosi guerra la guerra è l'armistizio. In e solitarie impararono le loro donne consumar a letteratura fantastica. La delle frontiere e la difficoltà d'accesso chiusura quintalidi Si la stimolarono francese aggiunga sette lire simo prezzo che come svalutazione e «produzione» il libro d'oggi,anche questo di Niccodemi, costa della molto meno, nazionale. va se è a vilis- a considerata lira,di quanto la costasse un I sùbiti guadagni rendono nell'anteguerra. vogliosiagliacquisti;nelle case dei nuovi romanzo ricchi o semiricchi due tre librerie colme tengon luogo di nobiltà cominceranno di del libro parvenus quando saranno e di cultura^ di I le librerie in tutte le vità no- gliai case zeppe. La crisi d'arresto. superproduzione avrà una Ma rimarrà. L'abitudine alla qualcosa di buono volta presa, si perde; e tutti non lettura,una gli italiani che scrivono avranno imparato come si fa un novella leggibile, romanzo come o una si mette insieme una commedia rappresentabile. Non ci belli e sarà belle. che da scriverne di veramente Le la Intanto letture mie l'armistizio fronte e di non avere Tighermire [volere Toc- un lodando Ma un che restava la il buono; ma perchè carri d'assalto? Il coro scena s'era Praga non le Cronache sue trasferito se n'è travolgentenel Non scuola». «nuova di tutti. tacere diventò smania questa con geni in file serrate, e guai se il plodivinizzava milite, non tone. essere Non su rammaricarsi pareva qualche perduta. Volevano e polare po- vano già i letterati italiani s'istruipezzo nella formazione della falange macedone. Da uno, finalmente col arrembaggio svaniranno psicosipostbellica. Ognuno durante della casione di anima di Certi fenomeni sfondato divenuta o Italia. in sedarsi italiana, letteratura Ruggero Bonghi, sarà 105 dar saputo del urlante più sulla le quinte. Marco Da questo pace. non dietro teatrali il bello mancava quel procedere che tro, tea- 1919 era (Milano,Tre- di maestro ves) che cominciano benigne, come parlante a novizi, e poi via via s'infervorano fino a un pittoresco ed eloquente sdegno. Praga è artista e hidalgo. L'arte a masse compatte non gli va, e tira giù certi fendenti che lo fan quasi andare ruzzoloni quando non s'accorgein tempo che l'opera d'arte contro cui dà di cozzo è vuota l'aria. come troppo spesso -— — Ma perchè Forse bitorum dovrei un tacere mio di Index letteratura Ubrorum porterebbe al fallimento le lanese»? «mi- prohlcase edi- 106 TEMPO trici? o trenta male sarebbe sorda salir faccio che cinquantamila? come critica,zoppa e Povera ci io sono EDIWCABB DI muta e che Ate la tirature Che a Non zoppa! diventare dovesse cieca. e le anche imitare dovesse la Se non cupasse s'ocproverbiale politica dello struzzo. dei libri che leggono tutti,dovrebbe ad continuare occuparsi di quelli che nessuno legge né mai leggerà? È questo il motivo per cui la critica italiana è non popolare in Italia. C'è un equivoco tra la critica e il pubblico.. Quella legge certi libri, questo ne legge certi altri. E contrano s'invanno non per vie parallele, che mai. Quali libri legge generalmente definiti poesia da secentista.Paolo un dev'essere non soltanto né chiara coli Ec- la critica? né Beni: «La precisa: v'essere de- magnifica». legge generalmente il pubblico quali libri altro secentista, d'oggi? Eccoli indicati da un Angelo Ingegneri: «Il succèsso d'un'opera, più merito che da ogni suo intrinseco,dipende dalla E in messa a scena tappezzeria». inventate apposta, le Paiono lettore le troverà tutti con a i suoi fine delVumajiesìfno Bocca). Ma dev'essere titolo che simile superba una che dal e il per difetti di la tappezzeria. Credo Giuseppe che 235 d'un Il libro capitale: La Toffanin rino, (To- si da raccomansimile a superba non copertina anzi e resterà di Niccodemi romanzo soltanto 233 pag. citazioni. due Niccodemi non pjre- 108 TEMPO EDIFICARE DI finiscono nel quel modo bacio nel mio manzo rosanguinario del teppista il vizio è punito e la virtù, se ci fosse, anima di cittatrionferebbe dino ho scritto,con di sociologo, un document mente e pour le ragazze educate a — — — servir E In Vhistoire à avrebbe finire ci se Abbiamo le alla la retorica. misure dottrina dello Abbiamo andiamo del critica a nuto conte- moirali? le autorità. tutte accoppato ammazzato ragione. luogo, dove aggrappiamo sfoderiamo e come suo ultimo e siede. XX modo a secondo du Abbiamo stile,deridendola detronizzato le regole, quella della verisimiglianza.Abbiamo morale l'arte. nelintrusione di qualunque compresa deriso Eppoi restiamo giudicare la Morte in quando asso in si Voi maschera. di tratta critici cademici ac- ch*è dimostrarlo a brutto, ma vi voglio. Le male Tepiteto di parole, compreso né ficcano. gliono. Ragioni ci vomilanese, né fanno l'arte è rappresentache E, se è vero zione che espressiva di quel qualunque fantasma che l'artista abbia scelto,sfido io a dimostrare la Morte in maschera, così viva e palpitante e bella sia una incatenante e diretta, non gran direte cosa. ci sentiamo Invece assai pivi che attratti spinti. re- E e a quell'emozione ci si manifesta ambigua l'animo del lettore di un'opera perigliosa.Abbiamo d'arte o non piuttostoquello di chi assiste ima L'anima lotta cruenta è sospesa; o ma a un processo di tenerezza o celebre? di oscura Le rivolta? e l'arte, altro le somiglia volto dell'arte che Chi ora con un donna volto di l'arte ha è. Perché moggio è sotto scolpirà una fosse se come la nudità. sua sul E è la verità. grande non ma sulla rimetterà Chi è Niccodemi di 109 letture seconda Questa, questa bravura un mie dea la fiamma sacra il moggio? nuda, se nuda per sere, dev'es- metterla un su a un tempio? piedistalloinnanzi venire da non Qualche libro dovrà pur alle nostre figlie.Qualcuno dovrà dire: virginibus puerisque canto. scondere na- pur quale sarà quel volto? Michele Saponaix) lo cerca. Egli partì un giorno lano, di Puglia (Peccato, Mila sua terra per di vita rustica, di sanità, Treves) in cerca Marie alla maniera ducci-dannunzi carnatura, di bionde E di e seno con acre un sorella era Allora Ora, sentore all'ultimo rimediato era bastarda uno vi trovò un d'incesto neo a sotto mala un pena tuffo. L'amica del scrittore campagnola protagonista. ancora un po' acerbo. scrittore Fiorella^ è uno provetto. Rive e monti del Lago Maggiore,eccoli lì,in una vellicante,aromatica, improvvisa, cui non prosa disdegnerebbe talvolta un italiano Chateaubriand. Fiorella,la dolcissima amante, è imorta da quattr'anni. Egli,il pittore, vuole dipingerla ignuda, fosse viva. E v'è un'angoscia di ricerca come se mnemonica che ti stupisce e t'ammalia. Tutto in 110 DI TEMPO BDIFICARfi rappresentarsi,dal collo ai brevi piedi. il volto? Il problema il volto, chi gli darà Ma i polsi a qualunque far tremare è tale da tore: pit«bel cadavere», inspirargli rievocare un è facile di è a la vita. E nuovo problema compito della lo stesso Queir Come sapeva darle chi che faccia una se è un la Come madre? che non poesia faccia, se Fiorella,di dovè fosse di padre, questo la sentimentale ricostruire può nemmeno di Lessing: pittura? di necrofilia accanita Perchè letterato. un il nientemeno ha a l'anima? sapeva surdo. asnon nisse, ve- può (Ed è di una Tamante fanciulla possibilequesto? esser Elsa ignomesi due rava ignorandola tutta come per cheria, Lohengrin? sì che è possibile in fantasti- essendo non Fiorella che la creatura immaginaria del perfetto bacio.) Perciò, checché nudo Fiorella resta dica l'autore, un senza testa, è l'inquietudine di quel mutilata. Ma statua una che fa vuoto, è l'angosciadi quella mutilazione di d'arte queste pagine e le impregna vibrare un sopraffino tormento. Pare in questo libriccino si dia convegno che l'arte tutta italiana armistizio di Per cercare pace. il volto. Dato trovare faccia. una una il tempio, cercare per Dato il nudo il trovare me nu- ignoto. La oltre guerra, straziata. Chi ad vorrebbe fare in la cui tutto, fu un il moralista carne carnaio contro cicatrizzata di carne teratura let- una si prova la gioia? agguantare In di cervello questa sensualità è tanta pezza. cu- mie Le Tutte autorità le in «catarsi» Aristotele della consiste purificazione la La testa. Rinascimento Da esso Da esso (ammesso ci spensierata arte coscienza dell'arte vele, tne e di fiato letteraria sero per- del dubbio. nuova. gonfia non volte due Rinascimento o non qualche di co§a il che concesso Rinascimento alla analogo letteratura armistizio). Il .dell'arte tema il ma cuore non discendendo vita sue estetica intricate della non le con L'autonomia se nostri i Manzoni. le di nella sentenza quel sotto la sorse Il vento fosse gioconda, illividì poi Quando questa scovarono piacere cioè catarsi, passioni. della tico. dramma- ma particolare nella delle umanisti il che storia la raccontato ponderoso, disse tragedia tardi ha libro un tuirne isti- Bisogna nell'arte. anche appunto, 111 crollate. sono deiraltre, Toffanin, letture nel sino comune spirituale. è il nudo volto, senza passioni. dell'arte al non fondo e delle compatto si ritrova sue dici ra- terreno Di •iEVSiO 11Ì3 EDIFICABS III. Il libro del Keynes La su Le verità conseguenze politicae della pace. economiche Dostoievski. Giugno 1920. Vorrei sottoporre ai miei deferentemente quesito: sono colleghi ^questo modesto proprio sicuri che la bellezza letteraria esclusivamente o principalmente cercarsi amici essi e debba bri li- nei letterari? Mi C. ci faceva B., membro di autore un del libro della glese e pace^ rivedo Tasco John Maynard Keynes, King's College di Cambridge, pensare che ora con su Le lessi tradotto conseguenze mesi fa nel in prefazione di che economitesto da italiano Vincenzo iti- cenzo Vinfrida. Giuf- Il è noto né come Keynes non poèta né come orator. un Egli ci tiene a passare per puro economista, e per tale mi risulta riverito dalla è un dei competenti. Il suo libro confraternita libro di superiore giornalismo politico,irrorato da copiose dimostrazioni scientifiche,e sostiene le paci di Parigi sono che guibili. inesedisastrose e Solo i vinti una collaborazione tra i vincitori in lungo processo di potrà risanare tempo l'Europa. Non concordanti razioni considesono economista, ma di politicae di umanità mi avevano già da tempo acquisito a quest'ultima tesi del Keynes. Quanto alla sua dimostrazione io, che scientifica, ed Le uon Ma famosa. non i scienziato sono una né suddetta quali la scarpa di tutti non mancati sono mie vecchia. letture 113 questa scienza, la del E parere. scienziati secondo sono mancano mio è rugosa dimostrazione Se trovo Keynes prova come quattro e solo quattr'ottoche la Germania può pagare tanto, i suoi avversari ribattono per filo e per la stessa Germania che può pagare, e segno dunque deve pagare, dieci volte tanto. Scappucciato la grinta l'impassibile teorico,denunziano del germanofilo. Supponiamo pure che fra cinque secoli o un millennio si parli dell'economia la politicacon stessa cui oggi rievo-» rispettosa curiosità con chiamo le altre scienze medievali. e l'astrologia Essa fu dirà qualcuno la scienza mitica della borghesia liberale. Era molto interessante serie di fenomeni certa una quando descriveva curiosissima ma era (come fanno i meteorologi), — pretendeva deviare quando (come — il corso della storia i meteorologi posassero a padroni del beliloe del cattivo tempo). Essa fu in pari tempo la forza e Fa debolezza di quella classe e di quel regime. Ne fu la forza,perché le diede il fascino di una incantevole utopia, simile in alle utopie virtuiste delle Città qualche modo del Sole. Come queste insegnavano in che modo potessero costituirsi repubbliche perfettissime, a che tutti i vizi, a patto gli uomini rinunciassero così l'economia politicaadditava quale sarebbe stato il corso della storia se gli uomini, soffocata mento, sentiogni altra passione e ogni diverso avessero logicamente e matematicamente vissuto seguendo le norme del beninteso interMa d'altro canto fu ì» debolezza resse. di quella classe e di quel regime, appunto perché di se BOBQESE. Tempo di edificare. 8 114 tanto, anzi in tanto la vita le quando storia la e l'economia i fatti carta Per si che, e scatenano, li che di invece carli, elen- obbedientemente alle funzioni si riducesse di che dimostirare i sentimenti e i che teuga. Così accadde di dirigere politica,in quanto presumeva c'è scienza non di tutti e più complicate sono passioni anni gli tutti s'incaricavano fatti giorni, i EDIPICAHÉ Di TEMPO di Cassandra una stampata. esempio eresiarca — la guerra Dio per che di potrebbe chiosare seri gli economisti — questo cordo d'ac- erano sarebbe europea tutti quanti. Ma turo fu- stata un gli europei la fecero lo stesso. Poi venne Keynes e alla Conferenza di Parigi dimostrò, a fil di logica di Versailles il trattato di e aritmetica, che sarebbe altro castigo di Dio. Ma stato non un restò che scrivere gli diedero retta. E a lui non bellissimo libro affinché i posteri avessero un oh his prophetic soul! agio di esclamare: castigo Sì, ma patetica il libro carità della animano che come se bello per rende delle sorte che per Livio niente di le cifre se rapporti ne sicali; mu- infocato sua da quello che nella lirica convinzione una incorruttibile esatto dità dall'ari- dissimulata sicché una per gotica eleganza di dialettici,per gli slanci gli Ecco insomma un superbo affermazioni è Bello rappresentassero una descrittivi. lo mal umana di storia libro bellissimo. partita doppia, proporzioni, scorci è soggetto alla singole (allo stesso modo è e non anche storia dei se non ci fosse Tarquini). Ecco 116 TEMPO DI EDIFICABE dall'altro d'Inghilterra, non portava non era assistito fossero presenti mano e la a caminetto. segretario particolare, e funzionari in materia lui d'intorno. sua voce Egli portafoglio e né carte alcun da della seconda a né del parecchi ministri sebbene sua sé con lato non cesi, fran- discussione, Il suo passo, di mancavano la gore, vi- tuttavia, e specialmente egli aveva assai vecchio dopo l'attentato, l'aspettodi un uomo ma che le conservava sue forze per occasioni importanti.Parlava raramente, lasciando francese ai suoi esposizione del caso e funzionari: riversato restava all'indietro spesso nella ad occhi la prima stri mini- chiusi una sedia, con faccia le sue impassibile di cartapecora, con mani innanzi. Una grigio-inguantate incrociate breve un domanda, frase, decisiva o cinica, una dei suoi miabbandono nistri, inqualificabilesubitaneo la cui vare, si curava di salposizione non finta ostinatezza da rafforzata una poche parole dette in un piccante inglese erano neralment gesufficienti. Ma loquela e passione il bisogno, non mancavano quando se ne presentava il rapido esplodere delle parole, spesso e di tosse accesso profonda, proseguito da un duceva la sua impressione più per forza e per che effetto di persuasione. » sorpresa per Parecchie delle vibrazioni percettib imoriginali sono Ma nella versione. vi resta quel che Nemmeno gnavano basta. i grandi storici classici disemeglio di così. ai Domandavo sicuri che la sua crìtici letterari: bellezza letteraria siete si proprio cerchi e si trovi esclusivamente letterarie? Perché re o nelle opercosì dovreste principalmente se fosse non allargare il ed metodo cambiar 117 letture mie Le delle campo stre vo- esplorazioni. che epoche d'oro può essere voi l'indaginesia semplice e circoscritta come cadenza Ma nelle cosiddette la vorreste. epoche di decosiddette Nelle avvengono Ricordiamo per antico. mondo strane confusioni. tempi esempio gli ultimi Quale travaglio per del conservare il bell'esametro! latino, per restaurare lianti strabiquante raffinatezze,quanti aromi, che sorprese! il bello letterario di quell'epocasi trova Pure del Nuovo nel greco terra terra Te.stamento e dei Padri nel rozzo latino e degli inni litur^ vale forse più di tutto gici.Il solo Te Deum il bel Però Claudiano. i critici letterari non pavano s'occu- di quella roba. fa male Può a nessuno. sere esUn'ipotesi non alcune fra qualche secolo che pagine di facciano Keynes e alcune pastorali di Mercier di tanta sorridere mai letteratura professionale del secolo xx. Viceversa, sono proprio persuasi gli scrittori e pensatori politiciche la verità politica si debba nei libri cercare proprio ed esclusivamente di storia e di economia politica? A proposito di Russia leggo m\V Idiota di Dostoievski: «Il non sentimento può da nessun essere nessun ateismo; nella religioso, incrinato errore, vi è da da sua mento, ragiona- nessun delitto,da nessun qui qualche essenza, cosa che re- 118 TEMPO sta resterà e d:^ bdipicarb airinfuori eternamente di tutto che non qualche cosa raggiungeranno mai la cosa damentale fongli argomenti degli atei. Ma è che in nessun luogo si nota questo nel che della Russia!... » cuore meglio E a proposito di bolscevismo leggo nello stesso pagina innanzi: libro, una non era un «Quest'uomo ladro, era onesto, e Ma molto benestante contadino. logio quell'oroper desiderio gli piacque tanto, e ne ebbe un così furioso che non potè padroneggiarsi; prese il suo amico un coltello,e non gli volse appena le spalle dormendo, di gli si appressò a passo lupo, mirò bene, alzò gli occhi al cielo, si fece questo, il della segno croce questa preghiera: meriti solo Cristo. del colpo, come mormorò e — — un i Signore, perdonami per un Sgozzò l'amico suo con rologio». montone, poi gli prese l'o- di Consìglio la meditazione contro a quelli che declamano come a quelli che vorrebbero caso, devotamente Dostoievski così gli orrori russi russificare, poniamo Milano. IV. Ricordi Due - la piccolaborghesia: Giovani; L'Amore. impiegato. La vita intensa,di Bontempelli; Alla deriva,di imperi....mancati, di Palazzeschi. Federig-oTozzi di e un - - Maria Messina. - di Cìiéri, Colette. Agosto A davanti 0 in possiamo fare a meno alla cornice, in un androne portico di villaggio,dove volte un non 1920. di fermarci suburbano il modesto Le mie letture 119 insieme le prove fotografo popolare ha messo arte. più eccellenti della sua Aspettando un tram osservare o un a battello, ci mettiamo quel bersagliere che appoggia il gomito sulla spalliera di una poltrona a fiocchi, quel capostazione che vanti guardando imperterrito dapur a ha non se dimenticato galloni deposto su che dello a braccetto il berretto mensola, una quella Tarla ha sposo a di tre sposa dovere proprio oltrepassare un bagnarsi guado senza la gonna di raso, quel nonno che contemplando due floride a se generazioni raccolte intorno pare canto il segno dare abbia di un a poco in tutta regola. Dapprincipio facciamo fra che corale così per il tram o c'interessiamo e di me tempo; poi, siccoil battello ritarda e fuori piove, davvero a cogliticcia, racquella umanità c'industriamo nel giuoco di pazienza le anime decifrare nascoste il ammazzare i visi sotto e duali indivi- le storie spietatamente cati ritoc- dal Ma dati fotografo. prima del fotografo,quanta i modelli somiglianti e disinvolti! e riuscire per nello irriconoscibili! veritieri! poco pena stesso Come s'erano tempo sono poco posano! E Come quale serietà, perfino leggermente angosciosa, ha essi questa funzione di posare davanti per air « artista » ! Bisogna risalire alla prima munione coo alla leva o al fidanzamento per vare tro- di così solenne. stro E, se il noqualche cosa in soggetto ha qualche volta testimoniato tribunale, si ricorda di quell'oracosì snen^ante d'attesa e di quella cerimonia così importante e di simile dignitosa per trovare qualche cosa al turbamento esporsi alla festivo lente che lo invade della macchina. nell'atto di Ma qui non 120 TEMPO di si tratta t'altro dire tutti hanno che non se malaffare tutta segreto da di Si vede bene che an- Alla conto. essere si vedesse le verità, nien- nascondere, bene parrebbe se la contrario. rendono ne fidanzata di Al un se EDIFICARE verità, la verità. la che DI gnorina si- donna una tenerezza o ar* ziale marvolto; il bersagliere dev'essere il parrucchiere sì, ma quanto permettono l'ha azzimato, l'artista che gli ha rimesso sul dorè che disporglielain tutta luce chi fra quelle gale di fiocla sua stessa e e di cortinaggi.Soprattutto è indispensabile soltanto il bersagliere abbia in viso che zialità marle mani e in faccia la sposa e per esitanza il nient'altro le esclusivamente ammesse punzione com- imparziale unicamente nonno Sono riservata che nevolenza be- zioni emo- tutte e su proverbiali,statiche, d*o!rdinanza, la piccola che unifica predomina il sentimento è l'impodentro la cornice, e che folla accolta nenza dell'atto posare senza non un siduo re- di stupore per le meraviglie della scienza. sibile, sguardo dev'essere diritto,spalancato, infles- Lo quello come la di superficie della del investita riflettore nasconde ma nell'anima luce. Infatti del che la illumina sorgente soggetto non si poi r« artista» ad arrotondare ancora un poco le pupille, dando aglisciagurati un aspetto di ossessione congelata la quale contrasta assurdamente e monomaniaca le guance ad arco di cerchio, cocon me prosperose si possono in alcun modo liare conciqueste non vede che col pesto. Ci penserà chiaroscuro mediocre sbiadito e malaticcio della degli acidi male adoprati. Eppure, la piccola borghesia, che è il soggetto di vedersi quest'arte fotografica, ama presentata rap- carta di buio così e e ci si riconosce con delizia. Le mie letture 121 mensioni! dienne a psicologiairrazionale misteri che in generale si amTanto mette dietro che quelle facce bolse ci sia il periore sunulla, e se il passante di educazione Misteri puro d'una tempo avesse direbbe anima come dissero che la che di dire anima ha il suo piccola borghesia certi fanatici non tutto dell'alto non Medio siero penha Evo la donna. una speciale predilezione Federigo Tozzi aveva bene e considerando questi soggetti, per si può dire ch'eglisia stato come la sua opera della piccola il rappresentatore altro nessun la sottometteva borghesia. Si capisce che non assestata ritocchi dopo averla e a a negli pose fa il fotografo di provincia. abiti di festa come Ma la guardava di sfuggita,con fare quel suo Ma sospettoso, acuto e frettoloso e tenace, pur e zinale scopriva voragini d*anima sotto quel sorriso doze quella regolarità protocollare. del Tozzi Fui non e sono troppo amico per letto queste prime tre pubblicazioni postuavere me che a seguono molto severa Tre sul Croci mio con una glianza sorve- giudizio.Qualche brusìo indistinto,in cui però si percepivano le umane parole non esageriamo, troppo umane s'era fatto sentire un paio di mesi dopo la sua Ora abbiamo davanti morte. colta racagli occhi una di novelle, Giovani, pubblicata da Treves, un'altra raccolta di novelle, L'amore, pubblicata da di Ricordi Vitagliano, un piccolo romanzo, nel numero di maggio un impiegato^ apparso della Rivista letteraria (Roma, Corso Umberto, fermamente mente coscienziosan. 456). Rimango e alla mia prima opinione, che del resto incontrato ha molti e nessun aperti consensi persuasivo contrasto. La leUeratura italiana ve- 122 nuta la dopo su santissima scolidannunziana non narrativa prosa trinità di alla e Non Tozzi. carduccipa- solo; non ha discorrere sapeva fatto cose mode di e che, libere Non dislivelli possano manca con Appunto di Cecof, di cosi il breve idolatrava perfino La di alle europea. l'altro o conto. rac- in a sono comune se e è non ritrae ne facile trovare trecentesca antenati drammatizzare e una e cosa qual- alla niera ma- cinquecentesca questo che toscano volta una soddisfa in- ci ricordiamo volta opposto di loro delle perciò qualche racconto i suoi novella si provò sca. boccacce- vuol sapere ria, va a finire la stocome la storia di Tozzi a va finire, sempre gente non di solito resta linea retta ispirazione pensieri o lì troncata che lirica innanzi dei toscano, concessioni fatalità diametralmente novella della ma valore il lettore passioni, e e buon Tuno all'immutabile abbandonati com'è sticano ru- mondo poco letteratura citare di scrittore riscono pubblicistiche,s'inse- nella di caso dirò ma generale È un'altra questione poi se questi libri popolari. Spesso presto o tardi divenire il cosiddetto intreccio, i personaggi messi fissità sentimentale da una bolgia sono minimi. là il è I di compromissioni direttamente in che si della potenza ch'egli quasi solo, questo povero che aveva viaggiato così e che abbia quanto so determinazione alla accosti EDIFICARE DI TEMPO un segmento l'infinito. La suppone è come parte nello gran alle difficoltà di cambiare il per di fermare la pendenza dei sua mento sgocorso peramenti, tem- 124 TBMPO EDIFIOABB DI la critica ingrati.Anch'egli, come soffriva delle pingui facilità sua contemporanea, della un'aderenza moda e cercava e più casta della vissuta. Ma pi*ù iscarna parola alla cosa la sua di essere costituita da ricerca, invece di opposizioni ragionate come una somma viene avnella in un critica, consistette semplice duri più e ed durevole slancio di solite lo di si poteva in verso materia una davvero raccontare stile», e le formule parole difendersi potevano oscurissime e le lustrare ilme ani- cinquecento in tutte stati sono listico sti- le redazioni pittori che per il pericolo dell'accademismo contro quello opposto ed si trovano giornali. Ci di dalle ascetismo si nemmeno sintattiche che consunte diversa bisogno; poiché non la piccola borghesia difficilissime quelle con narrativa aveva dozione L'a- strada. nuova all'inflessibile costringe cui egli «bello una ma non andati meno grave e sionismo dell'impres- tipatico anscegliersiil modello è uno Tozzi brutto. di questi pittori, e risultati ch'egli ha e i crificando raggiunti da solo, sacon ingenuo e inconsapevole eroismo le occasioni di popolarità, valgono venti tutte anni di battaglia critica. i suoi assume (superfluo dirlo) verso Egli non piccoloborghesi un atteggiamento dì superiore sono beffa. Ma nemmeno a si dà l'aria di una lica aposto- protezione. Basterebbe questa differenza deludere a quelli che lo considerano, d'altronde tore imitasenza volergli far torto, come russi dei russi. Dei egli è un affine, non un copista. I russi, oltre un ideale trascendente, e hanno redentrice anche la realtà un ideale terrestre a cui perchè giorno gli Tutti, qual più qual meno, sono un nano paragosia non ficata. parisolo Le letture mie 125 a profeti politiciche stanno Lenin come gli Enciclopedisti a Robespierre, i) ha altro ideale è affatto politicoe non Tozzi non siamo entrati trascendenza. nella che Quando nelle sue rappresentazioni,ci pare che il mondo scrittori artisti ma sia così non e e fuori del mondo nulla maniera di Mi ed d'aver pare e letto in pi bianchezza. è non tutto non e del di dirlo, del consenta vede virtuoso un ci sia non Tozzi. Questa è tamente perfet- artistica. articolo un che" la morto e di escludere assolutamente Tozzi appena di ssione cosà lo vede come concentrare italiana che essere possa critico dà prosa Giusto. Perché sua chiaroscuro, ma, chiaro-e-chiaro. su un'imTozzi mi si Dov'egli finché ambiguità o oscurità raspa e scava sia in piena luce. Quel bulicame di sentimenti che appiattati e guardinghi in uomini hanno più Tunivocità compatta dei primitivi cantano non in un solo leit-motiv come il 1) Ricordavo altra volta fra i testi indispensabiliall'intelligenza della Russia d'oggi1 Idiota di Dostoievski. Aggiungo, poiché mi se ne offre l'occasione,un altro idiota,Ivan l'Idiota di Tolstoi (BibliotecaAmena Treves, n. ratura 919, 1920).La lette- si esercitò infaticabilmente sul mito di origine del evangelica spiritu,e questo apologo tolstoiano pauper contiene gli elementi essenziali dell'utopia leninista. Un lettore che volesse metter sotto lente d'ingrandimento i nuclei russa profeticidella prosa tolstoiana potrebbe dire che Simone il è l'Intesa occidentale guerriero è la Germania, Taràs il Panciuto il fratello Ivan che non di eser vuol saperne citi stanziali e di sistema monetario dà da mangiare e non se non callose è lo slavismo rivoluzionario. a chi ha le mani Ma è non Esagerazioni. esagerato dire che poche pagine di Tolstoi valgono a rendere ragione dei fatti d'oggi più di molte inchieste in comitiva. Ciononpertanto si continua a ripetere che Lenin è un esecutore di....Marx e un mandatario dì interessi ebraici. Qranitica serenità dei luoghi comuni 1 mentre 126 TEMPO 'Ntoni padron la se come di dà cavai e e primordiali vicenda Ma dialettico cole mole- come s'influenzano che annullarsi! lettuale intel- fare. da intesi dell'anima cora an- borghesia formidabile quale dell'amore mai senza conoscono molto certamente dell'odio è egli EDlflCAftB Verga e non introspettividella ì lussi gli DJ e stile che a gliene che, contemporaneità e accostamenti sezionano mentre con l'attimo, si manifestano diligenza levigatezzecristalline testimoni di una della in cui il pudore probità ignora perfino viene, se con stesso! Avevo di promesso non sfogliando i Ricordi vita grigia di un'anima andrò la musica una è debole acceleramenti senza ricordare citare, e però non di un impiegato, ove né la detta con Ma pause. dei Butteri larghezza epica di Campagna nel nel volume Treves romana e volume Vitagliano.E, fra gli esemplari di l'arte quelche plementari, può dirsi delle contemporaneità comsceglierò Un pezzo di lettera nella seconda dre raccolta, Pigionali,Un'amante, Mia manella prima. voglio Tolto brusìo quell'indistinto stati tutti d'accordo nel di cui sopra, rimpiangere e mo sianel- l'esaltare Tozzi. Siamo anche stati tutti d'accordo nel celebrare l'ottantesimo Buon maestro del Verga. compleanno Se è grande questa concordia. segno unanimemente riverito, se è nobile il il prediletto e rimpianto, vuol dire che compagno la letteratura la critica italiana sulla stanno e buona Ma strada. allora perché tante ire letterarie e soprat- Le tanti tutto specie sdegni vedere bene ogni e critici? contro critico verità della 127 letture critici di come unico su mie si consideri della bellezza gli argomenti che contano nemici. coi colleglli d^accordo e tutti va Vien che queste ire critico-letterarie pensare né abbiano con proprio nulla da vedere di letteratura Tozzi cosa sua né non la con positari detre men- così fatto non la critica. l'intreccio conclude sempre Fa (ma che statiqueste anime il fatto nuovo s'attacca senza mutarle), e la irrita il lettore superficialmente reticenza c'è da concludere? su curioso. questo tipo di lettore sia del giuoco, la penel Demone nultima La vita intensa, delle novelle che fanno dei romanzi di Massimo romanzo Bontempelli rata (Firenze, Vallecchi).La partita di poker è nartale da una e con agitare foga crescente il lettore che anche intende non se ne affatto, deciso specie perché i quatti*o partners hanno di non dare valore un esplicitoalla puglia, ma di imbussolare ne quattro valori diversi,di estrarchiuso sorte di tenerlo uno a e e segreto sino alla fine della partita. Solo allora vedranno delle differenze quale sia il significatomonetario simboliche. Ebbene, l'autore-protagonista che ha perso «centocinquanta» ha perso pochi soldi o millecinquecento lire? E quali complicazioni Bisogna vedere menato pel naso dall'uno verranno È cosa se impossibile di molto come che non serio Bontempelli ci ha ne o di o dall'altro venga fuori estremamente esposto con tanta destino? qualche faceto, profu- TÈMPO 128 Dt BDIPIOAEE della parparticolari tutte le vicende tita. Invece di viene Taufaceto: che ne questo tore-protagonistasi rifiuta di dirci il valore della puglia, e ci lascia in asso dopo averci assetati, di sione e U conclude la è Ci diatriba contro lettori. riso. Ci franco (specie in grotteschi che sono (specie in sono scorci più una questo l'esempio pivi caratteristico umorismo. suo con curiosità dei malsana Non racconto Morte d del sfigurazio tra- il suscitano Mio zio non oltre U riso. che vanno futurista) cose Si può ricordare Mark Twain a proposito di tificare. Bontempelli: ma per idenper distinguere,non è raggiunto Twain L'effetto di Mark abitualmente con una presunzione d'ingenuità di fronte da alla parte dell'autore,che si mette era vita le se come ancora tutte e Il dei tavole le cose non nell'abolizione della un prospettiva. Bontempelli è il ingenuo, e il suo stupore deriva da un cui con fra confronto si fece le la guerra e dopo-guerra. Questo confronto della si parla mai non guerra Ciò non toglie che questo sia ridere tanto uno fra contrario i libri di soprattutto premesse la realtà e del sero esistes- nicanti. intercomu- fossero consiste metodo suo valori è ideologiche quotidiana sottaciuto, nella libro piìi Vita che seri tensa. In- fa del dopo-guerra. In lazzeschi più serio di quello di Palecchi) {Due imperi,.., mancati, Firenze, Valche tratta esplicitamente della guerra. singolare e qualche volta potente lirico parla ora molto sul serio,e parla male certo Questo umorista senso è Le della Se guerra. queste pagine facessimo in è che diremmo 129 lettui mie litica po- postdisfattista. tisticamente arsuggerire cose libro un strage può molto superiori ai libri di RoUand lazzeschi del Padi Barbasse, e l'ingegno maturante o si rivela con pallidi in sprazzi non Io non parecchie pagine di questa confessione. che il suo pacifismo neocattolico nemmeno nego razione all'adodi buona essere lega.Ma, accanto possa troppo parole.... per la Vergine, ci sono volontari di grottesco invenatura in libertà: donde una della L'orrore di Inoltre, le esperienze racconta Roma. di tutte sono è Appena lontanissimo un l'autore Firenze a caserma, in se che guerra e a sfondo avviati alla compagni di camerata la che dubbio lontanissima strage. Ora, nessun è tragica. sia triste. Ma non vita di caserma è tragica abbastanza 0 almeno quando non la vita di trincea c'è anche e la vita d'ospedale, s'intravvedo no l'assalto alla che anche baionetta sulla si dicono la e di vita dire, esagerando Le cancrena. si possono sulla vita di caserma un cose poco, po' di più, collegio-convitto, e, esagerando un sulla vita di albergo. Invece Palazzeschi s'impietosiscefino allo spasimo fino alla ribellione,parlando di e s'indigna donde sé e dei suoi compagni di caserma: che qual- Ma c'è ancora redentrice: BoRGESE. qualcuno Maria Tempo involontario. umorismo di venatura che Messina di edificare. crede che in nella guerra questo suo 9 130 TEMPO romanzo nuovo fa e in bruciare Il buona discrete Dickens. di senza una e di e il di illustri Nel e digerite piccolo ria glo- aspirante alla l'amore. si verghiana reminiscenze sciano s'accaLe tracce associano della è commozione del consolazioni alle travaglio economico inaridisce scuola La e gliata. sba- e anch'egli un è dinamico, ma nobile vita una protagonista suo borghese, degli studi perfetto amore. 1 sogni della EDIFICARE (Alla Deriva^ Milano, Treves) di passione patriottica fuoco scorie le bellicosa un DI a maniera raggiunta non grazia riservata, malinconica, sana, paepaziente riflessivo tirocinio artistico questa scrittrice lascia intravvedere per venire l'av- gni più risolute,libere ormaji d'oesitazione certa e languore. Una passeggiata in erta una e spoglia è degna, a campagna di reggere modo coi paesaggi confronto a suo, cose di anche Colette. La quale, pubblicando Chéri (Paris, Arthème lavorare sul suo tema a Fayard), continua diletto preteratura che è anche tema un prediletto della letrosa, francese, quello della cortigiana amotìi inquadrando il limpido e triste tramonto honesta sta e perfino onequesta sua bella e davvero Lea in rappresentazioni di vita cittadina e di vita campagnola così esatte e Smaltate che pochi scrittori francesi nitore. sono capaci di tanto femminile La mano si riconosce in quella meticolosità di ricamatrice che non a permette rilievo. Com'è nessuna senza parola di restare moderna del sentire! com'è tica annell'equivocità nel In gusto decorativo! pieno '920 essa espone con delizia l'arte di fare quella di passeggiare all'aperto e il riso e di squisiti di moderare all'amore i modi trattenere e più le 182 OSMH) d'accordo fa quei con ed continua grandezze valenti «la che stamparono EDIflGAtlS DI ha coltura indipendente dalle decadenze». È e innanzi essi avevano timoniere al timone. i giovani quali mesi una storia, aitile storie, di due che vero pensato gine pa- stampato del tutto concdiabili con non cose questa. ci vuole una disciplina letteraria,e Dunque un rivista La veronese Ma Poesia e chi ed eleggere? Arte ha rittura addi- referendam^ segno dei tempi, sulla questione: «quale tra gli scrittori italiani poca il più rappresentativo dell'econsiderarsi deve letto le prime presente, e perché?». Ho lanti. sconsorisposte,nel fascicolo di agosto, e sono Uno solo, dopo aver vagliato i titoli di mala di Soffici, si decide Croce di Fanzini e a pel primo. Lipparini risponde picche. Ugo pena «E landa sulla sconfinata Zampieri conclude: di padrone, tra voce non èj ch'io veda, nessuna bandito il gregge che un bela». dini BalProprio in quel giro di tempo Antonio ciana pubblicava un articolo di nostalgia carducd'essere con queste parole che meritano ristampate: noi crediamo forse in qual«Carte in tavola: cuno dei viventi? saremmo disposti a riconoscere il primato di qualcuno? a dire a qualcuno: tu te ci si statura sei d'una e a più che la nostra Chi ha sì umiliarsi? senza un può inchinare questi interrogativisi lasci guardare negli per occhi Ho » . visto, fulmineamente, ad occhi bassi, come tutti i letterati figliedi Maria liani ita- alla comunione. È vera fuori scherzo, dire difficile, di quella detta dal Baldini. una E verità si più potrebbe mie Le Per suo di una 133 si potrebbe chiedere: c'è qualcuno tra noi che non aspiri per conto creda o non speri a quel primato? che non essere proprio quel tale a cui si riconosca la comutìe cui ci si inchini statura più che e a continuare. — letture esempio, umiliarsi? senza Se c'è alzi la mano. — molte. non alzerebbe; ma Io vorrei soltanto esprimere alcuni brevi dubbi in margine. È proprio indispensabile avere un s'esprime lo Zampieri? e «padrone», secondo il despotismo, illuminato o no, è una regola nello nale svolgimento letterario o un'apparizione eccezio- Qualche si mano cui di non mette conto soprattutto quand* A che non è il potere ièfacile stabilire con si dovesse impossibile dittatorio luna di tuarla? effetducci Car- sola formula. magnanimità di storico e tìi cittadino ed jallasua vigoria di poeta, del poeta esclusivamente dell'uomo ai meriti e non ma Baldini giudica che anche se «senza della famiglia dei grandi potè lo stesso essere perarono arrogarsi qualunque diritto». Cooper trentanni anche tra cui in pricause collaterali, ma linea la ripercussione ch'ebbei'o sul costume letterario l'unificazione e Paccentramento tico poliCerto, in gran parte, alla la perpetuità, augurare d'Italia. Parve monarchia sua necessario accentratrice costituire loga un'ana- in poesia e in critica. Ora non quelle cause più, ed opei'ano anche ducci avessimo se un poeta maggioi*e di Carriusciremmo non a fargli l'unanimità. Siamo tornati in repubblica, come quasi sempre vivemmo non Mi in Italia e fuori tra letterati. E disciplinatrices'Iia da cercare in una di padrone. voce quanto alle idee, che pare, torità l'au- nelle idee, siamo sulla 1S4 TEMPO DI EDIPICARB perfino troppo levigata e piana. dicano le non è, checché Questa in cui viviamo un'epoca di grande lotta letteraria, apparenze, manchi anzi è di patriarcale concordia, sebbene in discussione il patriarca. Si metta un mento argoqualunque, purché di genere superiore tale da toccare non e gli interessi e le vanità di romantico personali. Per esempio, si discorra classico o di fren dell'arte o di rapporti fra e moralità bellezza fra genio e regola, ovvero e o di Dante, o di Leopardi, o di Verga. Dove sono dove gli eretici gli urti delle opposte scuole? le polemiche di cose e e i devoti e, insomma, i sentid'idee? Le menti mutare, ma parole possono solo sono corali,e le baruffe cominciano alle compequando da quelle altezze si scende tizioni di di gruppi. e persone A quésta irascibilità dei letterati contribuisce strada: buona seriamente n Perché ricordo della monarchia molti, fuorviati ciana. carduc- dall'abitudine di di non quei trent'anni,pensano potere aver pace i colleghi non la loro dofinché riconosceranno mina^zione, e moltissimi agitazione guardano con il compagno mento sospettandolo di volere da un moall'altro farsi ungere re. Quanti Cassii Bruti timore di un così puerile cesarismo! e per si perde in questa reciproca e quanto tempo sorveglianza, che sarebbe pili vantaggioso alla scrittura di belle opere! Certe volte dedicare molti critici si mettono d'accordo elogiare per un amico fiorito di un sono ha che per intrecciate è certo ma promesse; a (chi abbia cose) che, se è un come se bel libretto adornassero quelle lodi caute e tortuose riserve, tanto un po' d'esperienza di queste il capretto fuori messo Tanno sacrificio,tanto venturo lo stesso autore letture mie Le 135 libretto troppo più bello,scantoneranno arroteranno il ferro addirittura silenzio o farà in un eguaglianza. Altre o cinque o quindici, la manomessa per vendlcai-e volte si mettono insieme, tre fabbricare per di (quante, Se la riche, Le sono e c*è da tira lui, burrasca la che è lui. Fortuna mare e ci non che sulla così le sempre che del tirare è non tutti in Io muta nulla al fatto Però bene. spesso ad archiviare fra se ad di uno. parecchi a noi scrittore. tanto né alla generazione Italia si fede, buona di anni venticinque questo non in che in venti ci decidessimo della denza deca- e finalmente passato un revocabil ir- monarchia anni. come (di 1 testi, letteraria, il refeche guadagnato. Supponiamo rendum ed Arte di Poesia desse la maggioranza Quell'uno sarebbe fritto,almeno per Accanto grande sempre le memorie l'ideale tanto E essenziale quasi e Questi peccatuzzi corrotta. e tutti ci ricordiamo. e tempi alla italiano di molto, i credo non secoli lavora corta costumi confrontati diffìcile, di cui cui altri! metafo^ dei solo nei stati,non sempre io mi ricordo, ma nei venti o sono l'imbarcaz nel- l'uomo acque decadenza letterario costume guasta ci nella la che certo sono stesse dell'illusione. avvedersi nabili intermi- s'affoga. lamentazioni luoghi questi armistizio!).S'imbarcano Guai allora al navigante che libbra più degli pesi una paglia, certo a in mese, rivista una o gruppo di barca. viene in mese anni stessa un in vive Egli l'ebbe tanto Goethe,o nel anche probabilmente non ha la fortuna Carducci, corso Victor qualche e della di prima sua Hugo di vita (ma neggiare tro- lui guale) ine- questi 136 TEilPO la pagò volte a d'un si dibatta che davvero, di C'è financo così se dubitare a fosse? veramente L'inquietudine e la diffidenza dall'isolamento gli vengono scrittore. sé creda o giustizi insuperiore giustizia nella presunta il grancui soggiace quasi normalmente de una di contrasti pneumatica la e L'impopolarità costringono Ebbene? stesso. se s'eglivive essere, campana silenzio. complottato lo acri fra nella soffocare sconoscenza di morte). Può dopo cara EDIPICÀRB DI che in lievito un verso si sformano tra- della accrescitore sua ispirazione; e, disperando di piacere ai colleghi, nello spazio e nel tempo egli allarga idealmente il pubblico dei suoi rio, giudici e lettori. Al contrala cura di ottenere ossessiva il suffragio dei letterati finalmente essere contemporanei per candidato alla le striminzisce corona di radici che opere fino alla chitide ra- venir potrebbero che i buoni letterati più rigogliose. Fissiamo italiani siano cinquecento. approssimativamente di essi, scrivendo, non 499 che a Ognuno pensa su lettori, ciera e dice che li tamente un E e voce Palazzi poco che poi le belle di poco conosce Fernando sia li vede se ; tutti buono, perchè di persona. Il io ma al vantaggio ne la con di inferiore lettere davanti disgTaziaè calcolo la che credo loro di cifra vero. noi avremmo, minori lo scrittore se genere, presentati rapd'un la sua tratto con emergesse dalla Un scotifinata landa? dioso tepadrone unanime per repubblica, in belato un sono del decennio; ammesse imitatore gregge mentile le oggi, feconde gerebbe echegin piena iniziative. Le Certo mie i diadochi letture 137 di Carducci (D'Annunzio, Pascoli e Croce) non ebbero fortune placide nel pubblico dei 500. e costanti, senza scosse, delle loro glorie contribuirono E alle traversie i seguaci troppo zelanti, adoperandosi perchè la d'essi ereditasse ciascuno potestà indivisa del è che Maestro e iiritando ciò con la suscettibilità dei terati repubblicani. Alla rinnegazione dei letD'Annunzio, che ha tante risorse quante del Rinascimento, risponde un magico individuo la sua lirica nella sua trasferendo biografia e letterati mettendosi a vivere delineato secondo nelle Laudi. il modello Croce da lui tativo ogni tendi erosione tro alreagisce aggiungendo un masso rettangolare di color pressapoco gran travertino a quel suo edificio che per la mole e la tranquillitàsembra Aristotele voglia emulare Pascoli solo non risponde. stesso La lotta intorno più oscure tempi. Si e a confuse sente un Pascoli di che è questi di oscuri caduco inquisitorialecui Croce hanno assoggettatoil povero difese intransigentidei suoi dovrebb'essere fra stata processo nelle a e e le confusi nel tanto i suoi ripetitori poeta quanto Non sacerdoti. difficile riconoscere cose che la denza ten- del analitismo Pascoli, portandolo a un psicologico di capillarità squisitamente romantica il soggetto e e facendogli quasi annullare teva scomporlo in sensazioni rudimentali, lo metin conflitto d'intendere di col nostro tradizionale modo la poesia, e in genere ogni grande poesia, che con è tivo l'impera- sintesi e co- 138 TEMPO struzione. Ma DI d'altro canto analitico questo metodo EDIFICARE fu è indubitabile profondità appassionante, e di quella iniziale parte merito gran deiranima letteratura in zione esplora- italiana si dei e superfici retoriche v'è esperienza ritmica, scenografici. Non né in verso né in prosa, per cui la giovane letteratura sufficiente consapevolezza italiana, se avesse di sé, non riferirsi al Pascoli dovrebbe la come a caposcuola. Si può azzardare profezia che quest'alti-a generazione debba essere solo verso Carducci «il gran non più generosa la poeanche Trascurato», ma più giusta verso sia disgustò panorami delle la se è che una con Pascoli dal trattato che tornite Pascoli. di Fra coloro si sforzano che di mettere al sicuro la citata con va gloria pericolante di Pascoli Moràbito. Ella è. una onore donna, Francesca in buon Difficile cui la ora della Libreria metodo Voce Renato Renato in Roma gli scritti)fu, quale Benedetto Ravenna, di Giacché imitazione! tutti or un'imitatrice senso, «fiore Croce nel di speranze». discorso Non Serra. Serra va l'ha gliendo racco- definito dantesco ebbe (di di ancora atteggiamento quadrato che si prestasse a ripetizionisicure, a rielaborazioni stato non equivoche.. Se fosse vissuto sarebbe di questo e d'altro;ma, capace spento nel punto più critico del suo divenire, lascio di sé tanto che quanto basta perché uno voglia seguirne la maniera sdruccioli il e verso ripeterne le orme un manierato. certo, È un ovvio alle apparenze Serra torno inl'imitatore s'attarda più vistose e più fiacche; che gli piacerà l'informazióne che volte esibisce a l'inesattezza,ovvero vaga quel miscuglio, che in mani meno esperte di- e perciò in 140 TEMPO canti gli uomini che vibrante e «in di verità Io È e a modo allora» di cava occulta». bello dubita che propria slittare del senza sol delle sere es- parale Pascoli? d'agosto. sue scoperta. (e voi sentite runìore a meno, può di segreto domanda — Serra il o morbide di che essere più s'attagli, tutti gli uomini? prigioniero voglio farmi però non proprio la Moràbito e liquida la sua «Oh ed può ma questo cerchio in chiuso sia non i poeti, anzi che Bene; assoluto». questa definizione tutti offrirsi trice, Misticismo, incalza Faupoco. siderio è distacco, spogliamento, de- Troppo Troppo. per crearono, musica nuova una a BDUTCARB DI verso role pail il allora è questa la parola «oh manierìsimo) piena di senso, la risolutiva, la vera? derle racchiuè troppo vuota «O e non per vaga il segreto di quell'unica poesia? i«E d'altra parte, spijega tutto? e tutto comprende? — «Non posso che darmi una risposta, e disfazione un'insod- » dolga, rimane. di Noi, che gentilezza e sappiamo quanto spettia d'arte sia in cosiffatte trepidazioni, ridi amor non scondere quel dolore. Ma possiamo nacerti così precisa (e per che da una di Pascoli rispettiimpareggiabile) conoscitrice de la fin meno mot avremmo sperato un scioso: angoil libro che s'aprisse,se mai, ma non si chiudesse un con enigma. Queste 250 pagine di leggiadro ardore ardono polemico. Ma la polemica all'arte di Pas'è svolta proprio intorno soolije proprio di questa si tratta. Era egli un era? Nessuno, nemmeno grande artista? non Pascoli Pietrobono o più che non Pistelli,ama l'ami la Moràbito. Eppure a p. 245 ella scrivCj. non so bene dove Le mie in calce alcuni ad fra 141 letture i piìi divini versi del suo poeta: pleniluniol'orto;il melo d'un tremolìo d'argento.... appena al Splende trema «Ah tutto che l'anima diverso da V'è Saffo! che è poetica; più in Qui quel ed i danno che è piacere un classici, meno di misterioso e brile feb- partecipare alla creazione d'una poesia che non sapremmo il ha palpito e il arte^ perchè un come ma della vita. mirare per smarrita; alcunché esso chiamare mistero è » alto si passa in troppo il gno. se- quello che accade molte volte ài Pascoli in questi versi,che stesso sono (ma non per^In arte v'è nulla che fettamente non artistici). che sia al disopra dell'arte,e l'entusiasmo per l'arte, di meglio mette amor un poeta al disopra delÈ finendo che è metterlo (poilo stesso,appare e che col in troverà tale da questa non ed altre Credo al Pascoli che e sue o lievemente convertire involontariamente le al di là al di qua rato inconside- Benedetto Crode pagine della Mor àbito validate (e indebitamente) con- condanne. la Moràbito scrivere un possa libro e non debba men tornare caloroso più solido. Oggi ella manifesta giovanili pevoli colcerti critici, e aggraziate antipatie contro di sicurezza soprattutto di «soddisfatta sé». Singolari,e più che repubblicani, costumi, i quali al lavoro in buona fede compiuto prima del nostro delle armi. Ma perfin Ponore negano ella fatto verso la verità ha quale cammino bro girando lesta sugli alti tacchi alla fine del lirinnegare tutta la strada fino allora per ma l42 studiosamente più alla grossa manieria dandosi o percorsa, della zappa — del cui secondo EDIFICARE DI TEMPO è dire o e sui omaggio all'andazzo e triviale cosa era in piedi dire non formulaine eh* ella un'opinione precisa? Mi pare troppo ingegno per reputare a lungo che perfezione nella vita del pensiero consista («insoddisfatta malsicurezza di sé», per nelle ancora dolci dirla per -- abbia l'ideai nella stere insi- d'antan. mode non predilige i classici; signora Moràbito che le paiono abbastanza non mistici,salvo Saffo. Ma oggi tutti gridano: classici! classici!, così nelle arti figurativecome in poesia,e a questa si deve in gran ventata nuova parte la persecuzione la chiesa che che subisce pascoliana. Andice: di cui sopra, Lipparini, neirinchiesta vi sono scrittori rappre!«Oggi in Italia non sentativi: vi è lo scrittore o meglio, non sentativo. rappreC'è un da cui, forse,ci salveremo caos in senso classico. con una energica reazione La «Lo sarà lo Non scrittore pensare. Dacché scrivo all'antitesi contenuto giustificare una l'arte classica e a questp come fosse di cercato le di di valori vedere condoglianze la via scopersero di quella dell'Atlantico, anche non domani». di modo dare essere riesce un di e che alzi sottospecie della modo senza pareva vergognoso mi di destra. Non reazione classico-romantico tutte su tenuto di ho gerarchia fedele, non tanti che poi questa rappresentativo di da lontano questo molto sono attuerà che scrittore essere almeno mi da mantica, rosono parte Damasco quando futurista d'accordo con Palazzi, Scolari, Reggio lo negano riducono ha dette quegli altri che, parlando mente Romantica, crociana- e Critica mia delia 148 letture mie Le classico-romantico il dualismo e di dire, modo giù a un lo stesso mentre Croce, se dalla teoria passa di bel nuovo alla critica e alla storia,introduce i concetti scacciati,accompagnandoli tutt'al più procedurale. Si vedano, con qualche riserva classico e che su esempio, le ottime cose per romantico e perfino su italiano e germanico su per dantesco nel discorso classici ritorni questi bisognerà su o Ma Ravenna. di classiche reazioni intendersi. pure carna pericoli.Uno s'in«i calligrafi». in quelli che io chiamerei fa si era anni Dieci crepuscolari. Oggi si è in ogni numerosi Sono scrittori molto calligrafi. mentati tormolto seri,molto rispettabili, parte d'Italia, della bella scrittura. Chi dal problema Ci sono di noi di una per ha non lo due meno alle elementari avuto maestro un rare incredibilmente patetico nel narcalligrafia, di versare come qualmente gli accadesse macchia di China d'inchiostro sopra un'esse già pronta preziosa pergamena da consegnarsi la mattina e dopo, ed egli,dato disperazione, prima incontenibile sfogo alla dorandola escogitassedi profittardella macchia scola cavandone una e fulgida pancia d'esse maiuq d'Apelle)? Ma (trovata degna invero disse se noi suoi scolaretti mai non quell'esse iniziale in una fosse iniziale men lui soltanto sono esattamente La cosa sire da o di la si ricordava letta,ma Così di parola, scritta lettera forse e somaro; e non per nem- l'aveva lettera. che meno gli scrittori calligrafi, potrebbero chiamarsi grammatici. dire ha per essi un'infinitesima 144 Di a?EMPO EDIFICALE il modo enorme importanza, ma che art sich). Sembra Idie Phrase pennellucci forbiti,e nello scrivere ricamatrici da sarebbe Humaine Da raccontare difRcoltà del di faticare giamenti attegil ben Comédle di fraseologia. che, salvo la gran bello scrivere del la bellezza per o in rezza l'ama- e società una che Flaubert Imaginate un in mente né Bovary né Pécuchet sgomento della carta bianca, o un barbari. avesse solo lo assillato fantasia senza non ma delaire Baudal unicamente Mallarmé, invece, nostri calligrafi. panico del lavoro,o timor sé con hanno hanno non santità e scrivano ci rimettono manuale un in dire Commedia loro Dimna La vista. della che di un i pubblicista. Avrete in natura, e I quali, va da esistono sé, non è che carattere un immaginario. questo non Ma esiste la tendenza, da simbolicamente me certi rispetti ammirabile, giacesagerata: per ché più fatica dura questa il contaminazioni e a devozione la se sopravvissuto avrà Ma eruditi che merito civiltà alla riconoscere da in sporcare sarà forse mestieri, e a in parte delle nostre venale brutti ai mezzo di sta quelettere mistizio. d'ar- letteratura è taili pregi comuni: uomini da puro delle Muse serbare artigianato sacro lasciarlo non mira ai da quali, oltre vero poeta fanciulli, il di questa indole lega Un classicismo si ricolcanta. dell'abate ai classici,caso mai, pei tramiti Cesari di Pietro Giordani, e una letteraturg e che alle che né vergini primo nascere vetrina di «la bella e piangere fa L'altro ai più un'aria né fa ridere funebre e ha fin veneranda dal da museo. pericolo reazione è quella che chiamavamo all'ungherese», cioè che per tutti i romanticismi disgusto di ricominci Dadon Quel alla finestra disse " Poscia che ma con rima. ottava t'aggnanti,eh' io ti crocchio così inzafardato e in per appunto mise l'occhio e lo trovò nell'orto; eh' io Fa : il Boccacci za, (Bari, Later- Balsamo-Crivelli 1920): quattrocento pagine si futurismi e i classici. Ecco copiare a Riccardo di no 146 letture mie Le porto 1 „ al bahbo piegò sul daranzal il ginocchio, Giovannin divenne rosso e smorto; eh' e' lo colse in pieno fn sotto, non manciatella di terreno. nna Ovvero: il fiato, trattenea Fra tatti Giovannin ed aguzzava gli occhi nel buiccio, non avea dallato, perchè Fiammetta e ma raccapriccio; che so non provava quando, passo passo, terminato ed umidiccio, fu '1 e-orridoio angusto Coscia squassò il torchietto e sparse le roccie ed il bitume. e illuminò E il lume pensi che le pagine sono quasi quattrocento,e in ogni pagina c'è quattro di vocabolario, di rimario, Conoscenza ottave. di movenze dialogiche,di espedienti narrativi, di vesti, d'armi, di droghe, di costumi: tutto guale. tesoro che nessuno un oggi possiede forse l'usi stupirebbe se Nessuno un giorno da fuori il genio. ([uesto talento sbucasse ha Ma fatto intanto a come non accorgersi che questa è metrica morta, lingua morta, anima Ammirabile! morta? che un romantica? un'ottava poetica ci abbia è non Quando una con si domanda dissuaso B0RGE8E. così è poema ma poetico, né si Tempo colossale mento allena- poesia,né classica trano, s'incontra,e se n'incon- ancora sua veritiera come un'anima di un edificare. così Tintimo vibrazione canto sensibile dal non per10 146 TEMPO disperata. È inutile vivere fuori dei tempi delle e passioni Il vento dell'arte non gonfia due volte vele, o Rinascimento. s€verare su voler nostre. le tue non Anche Pascoli quello di Dante, un'altra, e nessuno deìVAqailone si ricalca Quando nelle come cosiffatti narrativa pericoli in che per talune l'attillatura nonostante Che cellula prenderebbe del va gatorio. Pur- dritto alla dei manali setti- dantesche la tano con- terzine, la ma II Balsamo-Crivelli umoristici. da gli antichi una per si terzine morta faceva era era parodia cui risuscitabili. sono terzina una metrica dico non quelli secondo a schemi? Io schema ritmica che bene vinta darla per schemi metrici gli così strada una S'intende e EDIFICARE DI è lontano freschezza pagine del degli antichi lirica suo e poema, panni, spira re- di sperare questo appunto ci consente bertà ch'egliin avveinire ami più pienalmente la sua lie il vivo linguaggio dei suoi tempi. ; e Cose sulla e egregie, anche sidl'umanità discorso Dante di terzina s'eglile qualifica ovvie, e Dante di in genere ha dette sulla poesia il Croce nel stampato integralmente dal 15 settembre. Carlino del V'è, fra l'altro,una definizione del sentimento dantesco («sentimento del mondo, fondato ferma fede e un una sopra sicuro ravennate, che vada Sono certo Francesca benissimo va da per una robusta Dante lontà») vo- que quantun- ogni poeta di stirpe classica. si tratta di Dante, la che, quando di sé non sicurezza spiace nemmeno bene soddisfatta a animato giudizio, e per Mor àbito: e sfido io! Non Vale la 148 TEMPO DI EDIFICASH d'incomparabile splendore su rimase interdetto sodio, ma questo quelPepi- o alla davanti siccia «mas- struttura». Dice veritiera con il semplicità che Croce è leggerlo e Dante di onorare miglior modo lo Scheha fatto benissimo farlo leggere. Perciò la sua bella edizione della rillo ristampando Vita Nuova (Milano, Hoepli, 1920) ad aggiungervi il il Canzoniere «la il Barbi che pensiero tanto attesa lasciarsi senza non ha ne critica» edizione dello egli cita è la pagina definitiva. Chi considerata per come di eccesso ci una purità; magistrali, in tutte Nell'introduzione Scherillo. di De dal dato ancora Taiutano. s'aiuta,Dio e Dante sono Introduzione, note, comenti insieme dotti cioè e popolari, come queste edizioni turbare Sanctis in cui antiartistica creatura dissente Beatrice protesta: e volle imporre di restringerci alla contemplazione dell'Apollo del Belvedere della Venere o medicea, noi ci ribellammo, e «Quando volgemmo di essere lo si sguardo Laocoonte. affrancamento commosso Ma da al tragico volle quella ribellione ogni tirannia.... lore do- E se ci te l'arunicamente costringere ad ammirare tormentosa di Michelangelo, di Shakespeare, donne di Victor Hugo, e a torcer lo sguardo dalle Manoi protestiamo». Dante dell'Urbinate.... ha creato Piccarda, Francesca, Pia, Cunizza, dal rovesciare Nella. senza ma Ammiriamole, noi «Non chiederemo a piedistallo Beatrice. dore Francesca, per risolverci ad ammirarla, il canla mitezza e verginale di Beatrice o d'Ervoi d'adorar recalcitrate non ma mengarda: si vuol mie Le Beatrice di e Verità solo La le sonanti piedi liberatore i e ^ non in in nere ge- trascinando il romanticismo che ultimi suoi mai all'arte specie, catene siva; ecces- parere provarono davanti classica all'arte e foga può muoversi dendo preten- colpevoli ! » quelli che a di il tormento ai diventino sacrosante. ma Ermengarda, venerare prima che 149 letture epigoni ci avevano largite. VI. Gallarati-Scotti e Fogazconversioni al cattolicesimo. zaro. " Resnrrezioui „ e resurrezioni. Papini e la Storia Del Cristo. in di delle pubblico e della messa pregare undici. cora Ancristiano secondo Tolstoi. e spirito Dogma Le - - - - - - Balsamo-Crivelli,Tozzi, Palazzeschi. Ginliotti. Cattolicesimo - Cceur e simple. la bandiera rossi,e Un'antologiadi - - Cecchi, Pesci deWumiltà. Ottobre è sommario, lungo Drang via tedesche la dai In è sino Damasco di francese. il fenomeno tracci ne scendendo und la storia una ch'io Sturin conversioni delle Questa di o dei ritorni al cattolicesim spetterà s'alunga, e nessuno in quattro pagine un primi pentimenti dello alle marce della per recente complesso si potrebbe origine tedesca. Come l'esaltazione 1920. sistematica della quattro tura letteradire che furono ragione tedesco, così fu genealogia del superuomo, lirico piliche d'"^ni altro popolo, il sentimento della sconfitta e della rinunzia, e la riconciliazione col medievalismo fu una caratteristica,a volte drammatica volte pittoresca,del periodo a e romantico. 150 TEMPO BDIPICAKB DI dire è avvenuto nulla che può anche di cui l'Italia non abbia dato in Europa per la del Tasso è crisi certo saggio, e prima un un esemplare degli innumerevoli rivolgimenti le seguirono. Senonché, che nei di coscienze si Ma secoli successivi vita diventò, per italiano non la mette conto sembrava letterato ragioni che qui ripetere,timida, riservata, poco fu il metà seconda della anche secolo del cultura nostra intorbidato politiche,essendo cattolici mentre del numerose appariscente, e nella scorso Patteggiamento il cattolicesimo intima verso da derazioni consi- difficile dichiararsi cattolicesimi antinazionale. a Così torto o a gione, ra- la fioritura neoguelfa dell'epoca postnapoleonica e quarantottesca fu dispersa ai quattro venti, e noi crescemmo letterario. in pieno paganesimo È vero che Carducci, dopw avere respinto il di rosse Galileo dì chiome, scrisse la Chiesa frasi che incoraggiavano interPolenta pretazioni certe e ortodosse Ma si arrestò alla nel discorso di San Marino. soglia,ed anzi se ne ritrasse con sgomento quando gli fecero capire che stava che sissimo gli dei. È vero Pascoli, ansioper abiurare di tutte le fedi, non subodoratore rimase insensibile all'odor d'incenso, e lo stesso nunzio D'Antrepidò nella Contemplazione della Morte. Ma insomma restavano a presentimenti subito di Rimbaud, di Claudel, repressi,e perfino la moda di Péguy che mediato dell'imdilagò negli anni anteguerra procurò più adepti ai loro schemi ritmici stilistici e magari alle lunghe e suj parentesi quadre che alle loro convinzioni massimi problemi. Restava, oltre i sospiri di Graf, il caso Fogazzaro, così singolare e difficile che c'è voluto ramplissixno volume di Tommaso mie Le per siamo. stoldi, Ca- e chiaro. vederci 1920) ci 161 (A. F., Milano, Baldini Gallarati-Scotti Ora letture la Abbiamo di conversione Papini. razione dichiamalincuore, devo fare una dubbi personale affinché non sorgano sulla mia disposizioned'animo verso questo fatto fra pocol o e gli altri analoghi che vediamo Sebbene a vedremo. Anch'io, il mio devo il mio paganesimo, «ha ognuno fatto aver « la fatto» il mio satanismo^, decadentismo, come » rosolia sua il e billo. mor- suo si notte dei tempi, ed ebbi il perdono nella privilegiodi guarire assai di buon'ora. Non è merito è è Soltanto Quel che ed certo che dir ero mio. alle mode di insultare saperne dei classici. Non renne, maggio- appena la mia già insopportabile per ero resistenza volevo che cose sono e Gesù discipli in- perché Cristo non e dj tanti ripetevo, come miei coetanei di Firenze, che Michelangelo è da un e pittore di facchini facchini, e che i il capolavoro di un Pricmwssi ciente, defiSposi sono corna ero non le facce sono tua editore di fra mi che poco sto anni in un una rosse vestita mia sta il che in o di madre curiosità anni, quegli prosa Galileo vergine Per di alterne in componevo del genere convinto vero e il falso foglia,e non versi giaculatoriesul chiome di quella o stessa di cupa per volontà alle costole da e doglianza. di amico un più di ristampando alcuni miei (1903-1905), e verranno volume della Biblioteca tro quatscritti fuori Rara 152 TEMPO diretta Achille da EDIFICARE DI Pellizzari. barbogia nel e conclusivo; insistenza Dovunque chiedere in c'è una il arte struttivo co- sazietà una dovunque del mito di Ulisse navigatore di tutte reazionaria le Sirti e un'esigenza del limite, dell'ordine, della convinzione organizzatrice.Uno scritto che ha (adottato poi da me per titolo Resurrezioni quattro anni fa per tutta la raccolta) è proprio in onore della Pasqua e della Madonna, contro il paganesimo il superomismo il gusto del see squipedale. Due solvere saggi di mitologia vogliono riin favore problemi Eschilo. di Giove e dell'autorità di d'interpretazione della Prometeide Un altro contrappone (nel '905) i dizi giu- di qualità a quelli di quantità grossolane categorie del grande sostituite a quelle del bene e «le dilettantismo Del tutte per piazza al aristocratici e mare del perché di della ricerca verso la male. del «Se siamo anche passar nella villa,panteisti dinanzi nella bettola, pagani fra cattolici nel e il peso le larve di scritto,il 1904), chiostro le tutte sulla pesano non intero (primavera respinge del piccolo» socialisti divenire Partenone Un Caronte». e dicevo: necessario Tolleriamo convento. e in materialisti e le colonne del teoretico opinioni, è le opinioni: di capaci alcuni barca Vascello denunziava denze, cre- tasma fan- la vacuità d'esperimenti, e concludeva, nel troppo dolce stile di quei tempi: «I navigatori sono pronti: tutto essi videro, Ora essi vogliono vivere, comunque, sanno. tutto ormai la loro giornata, e remare al tramonto Il vascello un fumo di costa. sensazioni Desiderio e del ritorno s'appressa alla degli tranquillo dalla casa fantasma ritorna. Un letto bianco li punge. riva. Sale avi. lo Il vigatore na- attende, mie Le letture 163 un dormire; due occhi buoni per amare; altare,forse, per inginocchiarsi». Chi contro si rivoltò più vivacemente questa spose fu proprio Papini che mi ririnunziante prosa per dalie le rime per colonne baldanzose del Leonardo. mesi Ora, pochi In molte fa, mi i nostri oramai cose scriveva press'a di modi Figurati che leggo con detto nel Sposi, «Chi Tavrebbe si avvicinano. Promessi Ma di rievoco perché secolo l'aria d'essere No: cristiana domo gli scherzi il Borromeo darmi serio e pini? Pa- l'idea non amo genere. presentare per quasi deirinnotìiinato prendo troppo sul di Papini, l'originalità di cattivo Ovvero 1903!» Per mea? che e pensare delizia i queste reminiscenze Pro scorso? poco: regolare istanza alla repubblica letteraria affinché mi sia decretala la palma di precursore martire? Nemmen e è stato dei più sopquesto; giacché il martirio portabili merita non e essendo alcuni età nella consistito mi anni rimunerazioni feci di sorpassato uomo fama arretrato incapace e di narie, straordiche e in per vane gio- tenersi al corrente. Io veramente corridore, vangelo e ardentemente e non avevo non sapevo adottare il nuovo curiosi quella lena ogni anno nume importavano da grande mutare di che spiriti alla nuovg stagionedall'Olimpo di Francia. La mia fedeltà a Leopardi e a Manzoni, al contenuto organico alla forma e nei tempi delle pachiusa, aveva role in libertà e del polverio frammentista qual- 164 che TEMPO è di accademico cosa amici EDIFICARE DI dicevo: Voi tondo. e Lasciatemi mi dove sorpassate corri, finirò col che, corri opprilmente. Ai di Il mondo sono. tanta con sentirvi miei rapidità alle ansare troppo risalire, spalle.Così dicevo, per non fin dal '15 (v. Conciliatore^voi. II, p. 25 Ora efficace con quelle idee che Prezzolini le idee reazionarie sono improprietà chiama Contenuto che comandano. religiosonostro, forma classica. Questa è la legge a cui vuole ispirarsi mie . la letteratura. nuova [Dico la la letteratura che letteratura Tiraboschi e seria sulla in passerà sotto blocco ha a letteratura di nome quale dopoguerra. Non del scritto alcune turo fu- un mistizio, d'arfredde Massimo Bontempelli in un parole conclusive fista suo colloquio di profezie letterarie col Neoso{Tempo, 21 ottobre): chiarazi dila sua [«Mentre il Neosofista, nonostante così ottimisticamente parlava, io lo subdolamente tratto verso avevo quella vetrina innanzi di libraio cui poco egli s'era rifiutato di accostarsi. E, di sorpresa fermandomi, gli colà multicolore delle additai l'ampia distesa «novità». dei nostri ratori narL'opera più recente tellettu d'ogni specie s'offriva di là alla fame indei contemporanei, un come prato fiorito a una greggia. zione intencon [«— E questo? gli domandai e tutto questo? profondamente malvagia c'entra. Non non [«— Questo rispose è niente.»] Che sertori importa se alcuni fra i più fervorosi as— — — del — contenuto riconciliatisi si riconciliano con moderno col me? mio modo in forma di vedere, .Queste sono sica, clasnon quisquilie, 156 TEMPO cui in mento Può da aspettavamo che questo momento stanno cose lavorava libro da di Scrive capitoli; la finirà pubblicherà subito Un giornale di scrittore rumoroso della te. sia vicino. Papjini così. presso misteriosamente, Poi mole. gran di un pezzo, un si tratta. che a sì, Papini, dire: gjlisi potesse essere Le EDIFICARE che quello ecco DI s'è a di fine la verso di sapere Gesù in cento venuto Vita una un a del La mese. Vallecchi. Roma annunziato ha toscano che è rientrato » nel «il seno cramenti regolarmente ai Sache intende e sottoporre le sue opere passate e future alla Congregazione dell'Indice. Allora lettera al Tempo Papini ha scritto una ch'io dell' 8 ottrovo ristampata nel Carlino Chiesa, che s'accosta tobi'e. In quel giro di tempo Ridolfo Mazzucconi, fino strada e l'ha a riluttante costretto nella apparsa Lettera intervista e che è belle. «Io Non è ho che vero bisogno tino, giornalista fiorenha fatto la lunga malagevole Bulciano vora, ove Papini laun di Nazifme un'intervista a del interamente sono Papini fare sia un 10. buone e convertito. adesione particolare alla Chiesa cattolica perché in questa Chiesa fui battezzato, e mi sono sposato, ed allevo le Ciò che c'è di vero è ch'egli è mie » figliuole. tornato Cristo a «dopo le esperienze del caos» « di e non più. » Se pratichi spera separarsene che non o pratichi il culto è cosa riguarda lui, «Ho altro. soltanto ì] personalmente, e nessun dovere, come cristiano, di migliorare la mia ha ne anima, che grandissimo bisogno, e di colla vita quotid,iana le mie confermare scenti crenon certezze. » Non è vero ch'egliabbia de- Le ciso mie sottoporre la di primatur all'autorità la massima libertà in Francia. mio nuovo » e giudizio. Basti Fogazzaro da resto, la di osservare. hanno Vim- serbando e ricordare noi Bloy e stessa natura indirizzo continenza una di Del « grandi cattolici bisogno di chiedere ecclesiastica Tommaseo Manzoni, zione Congrega- alla opera sua il sentire senza 157 «Molti dell'Indice. scritto letture un m'impone parole e di atti che del riserbo io e voglio » Egregiamente. È presumibile che il libro sia concepito e scritto in questo spirito e che dalla fatica di Papini venga fuori una sima bellisnuova cosa. Ma allora col voluti lo letterati riserbo zelo l'intervista fra l'altro la Nazione che in busta manda a tutti i di Palazzi) stampa mette la e si legge: a fatto compagnandol ac- in veramente ruovo che ancora ancora pubblicato e nemmeno mente completascritto,denota questa nuova come, per di Papini, sia grande l'aspettativa di opera si discute lettera «Il si dall'autore continenza (i cinquecento una discrezi in- perché tante primizie? Come — e dell'editore della d'Italia e con cui altri polemiche e concilia dicono — intorno ad un lavoro non il tumultuoso manifestarsi della quanti seguono sua genialità»? All'editore diremo, di passaggio, che il fatto è punto nuovo, che da quando il romannon e ticismo deteriore il byronismo e insegnarono ai letterati l'arte di vivere fragorosamente in diti pubblico s'è discusso piiì dei capolavori ineche di quelli pubblicati (anche perché la 158 TÈMPO prima Di è categoria più EDIFICARE numerosa dacabile) sin- meno e vuol dire affatto che questo non episodi di pubblicità nei quali il Papini Ma alcuni responsabilità ci autorizzino,come della sua fede vorrebbero, a dubitare Per fede. vent'anni buona sua egli ha diretta in mezzo chiodati. di ora ha Nella letteratura italiana Che meraviglia che messo lettera di il passo un le babbucce abbia strepito ed che alla e accorata modestia contro quelli irritazione lui,della per difficilmente cui che ci battono sincerità nato cammi- con poni scar- un po' un anche velluto? mal di e della e po' peso intervista nella molti faccia di hg non cenni ac- sono repressa la cassa gran- lettore sto one- dubitare. Tanti, ricordando le troppe metamorfosi la di Papini, ricordano favoletta del pastorello che gridava: al lupo! al lupo! Ebbene, io credo che questa volta il grido sia veritiero. Se farsi Papini volesse reclame^ dovrebbe davvero la comunione in piazza, se prender fosse Ciò che è possibile,e magari tonsurarsi. tipico nelle sue dichiarazioni è invece la cautela. Prima Sì: di tutto che uno può d'un osservante il il dovrebbe accettare in blocco logie espedienti di simborazionalista cavillose. Un intellettuale,un fu scettico e solipsista, di ieri, anzi che uno il dovere di giustificarequest'adosentirebbe zione. S'imbroglierebbeneirapologetica.Rischierebbe di sdrucciolare nel modernismo, con pò- dogma e rito quelle «crescenti certezze». venisse tratto e pubblicamente disenza Le probabilità di che ette un Il testo C'è nes. posto per La di una i liberi credenti non li mansio- agli accanto mente, giustificaufficial- ha conto suo, risolvendo, ciascuno grado, il problema dei cristiana grado col rito rapporti che sunt multae che Chiesa l'idea accettano per scandalo uno occhio. li vede di malnon ragione, ma Li preferisce certo ai modernisti. Essa luzioni si modifica organismo che non per rivoa lei, violente; ma resistenza, attorno uomini che vivono zona spirituale ove ed un dice sacro osservanti. è dj inutile. ed acre di provocare verità la progredire far molte con e 159 letture mie e a col giova in modi così presuntuoso le dogma, di noi può essere da precisare, e giova, in ogni caso, alla terribile società nella quale viviamo. Chi in che voglia vedere rapporto possano il rito e il dogma stare da un lato e lo spirito dominio religioso dall'altro,senza intransigente di quelli su questo né ribellione libertaria di Vecchi nel quelli, legga i Tre questo contro nessuno volume nel di Tolstoi // Cero volume Nonostante la V Idiota Ivan o Vecchi i Due (Bibl. Amena, 918 919). e biografia di Tolstoi! Soprattuttoessere cristiano significasforzarsi di vivere secondo ciò che insegnano i Vangeli. 'Il sermone dice della che cose montagna in questi momenti di conversioni, dovrebbe ognuno, sapere bisogno di a farsi memoria su coloro vedere in pubblico che hanno quando pregano. Tozzi era peccatore, e tutti,a cominciare da 160 TRMPO DI BDIFICARB Era in fondo lui stesso, lo sapevano. salvo lo sapeva, la moglie nessuno credente, timi in- alcuni e e amici. Ma questa luce interna come di catastrofe undici delle si dica, non è pini « cristiano come per sperimentato, un come parte per chi, n^ta notturno e Ardigò come avventure, nuove un'altra. qualcuno, di considerasse asilo la e che Pa- . di retroconversione cosa una » sopportabile l'abiura nella fede, l'abbandona, la è osa ora diamoci svelta, ricor- alla è, spesso, È Ma quasi vergognosa come splende nella riassumere per il cristianesimo che E e emerge, Croci! Tre Insomma, messa pudica sua chi, dopo da cui sarebbe Renan. o tutto aver il anche cresciuto simo cristiane- all'alba si chevole stoma- una cosa. Ricordiamoci e che queste una semel che cose si volta fanno tanto. abbas semper seriamente Il e abbas, tosamente digni- cristianesimo è a gl'inferidi Virgilio. È facile, almeno è un affar serio uscirne. parole, entrarvi, ma Se di marchio he un porta sempre spretato. ha Chi voglia di tenersi anche questa volta al corrente di non restar a e troppo addietro tuto Papini, ci rifletta almeno quanto ci ha rifletlui. Non c'è sia impaziente. Tanto, non furia. Il cristianesimo c'è da quasi duemiranni. come Le e accenna non a il futurismo Cristo di E parole storia La libertà. confusioni. si facciano non in è mica Non Lacerba. è non 161 di moda. passar le o letture mie sali, universono cristianesimo,il cattolicesimo mente ma nessuno può credere e pregare sinceraItaliani restiamo, nella lingua sua. se non anche cattolici. (specialmente) se torniamo Vedo che Domenico Giuliotti ha pubblicato Carabba cesi^ un'Antologia di cattolici franpresso che comincia un con Elogio del Boifl. Ha fatto benissimo, per la nostra curiosità. Il Ma mi non crede che riesce chi con natico fadi cattolicesimo genere l'eresia sterminatore, col ferro e col fuoco, del- e e certo un della colpa possa, Italia. Nel in il domenicanismo è d'accordo d'essere e clima debba del piantato tra- essere nostro paes^ rigoglia. Il cattolicesimo è antiumanesimo, italiano non umanesimo superiore. Però, siccome non il cristianesimo è anche zia, giusti- dimenticare dobbiamo quelliche erano cristiani anche anni fa, senza frequentare la delle undici. C'era appunto GiuUotti. Ci messa fu la Torre gna. a Siena, e il San Giorgio a Bolonon C'erano Il caso Paolieri Borsi più complesso parte. BOBQBSB. Tempo Anile. (Colloqui^ Confessioni è a ed di e meriterebbe edificare. un a lia) Giu- discorso 11 162 TEMPO In conti fin dei vuole non molto Non DI clie a conversazione bonaria questa arrivare paio d'avvertimenti un semplici, molto ovvi. ci accorgiamo crediamo, noi letterati,quando del cattolicesimo, di scoprire rica. l'AmeCristo è è non Mettiamoci in seria la più fa in e sconcia al in fra Italia ciò Germania nesimo cristia- impegnativa. e menti Altri- le tante con provinciali' e copicchiando sensation. à l'adesione che capo tardive anni novità una cosa una sarebbe cento EDIFICARE che miottature scim- cui diamo an- si faceva, vent'anni fa in Francia. Dev'essere cui possa altro un evitato parere che ogni anche menomo accenno questa ghirigoro o ghiribizzo di «crisi» da sia cupati. esteti disoc- il futile e degenererà' verso sarà mente, letterarialo svenevole benefica, anche alla letteratura giovane. Le darà qualche è sopratutto finora da dire. Giacché essa cosa una un tura pitfraseologiache cerca argomento, una lirica che canta che dipinge tavolozze, una ed al fogliodi carta. 11 contenuto inni alla penna dell'arte: di quest'arte calligrafica è l'amore narcismolto d'una malinconia cosa nobUe, ma sufifinon indispensabile ma siana, premessa Se ciente la crisi per non fare dell'arte. meglio sarà, per ciò che si riferisce ai diare e cristianesimo^ sturapporti fra letteratura fondo a l'esperienza del Tasso e ancor Il 164 TEMPO DI EDIPICARB ridentificazione compresa Spirito Santo di e pappagallo. Sono sicuro su cui esatto d'accordo. di squisite pubblicato un volumetto (Pesci Rossi, Firenze, Vallecchi), prose. è possibile esprimere non giudizio piìi ha ed equilibrato di quello che dato ne ha Cecchi brevi sarà Papinl che Palazzi Fernando ciascuno che neìVItalla scrive di tobre: ot- questi venti pezzi di prosa mitati, formano temi i Pesci che rossi, angusti, livoi finireste, aridissimi proprio là dove di il suo paziente lavoro egli comincia da fossore so non necropoli lillipuziana, e con invisibili di precisione,scava, che strumenti tomizza, anasonda, rivela: minuzioso, complicato, delicato, sottile. « Oggi però, che i suoi lunghi sforzi hanno finalmente a vinto, egli riesce precisare con l'espressione questi gradi infinitesimali, queste che sfumature gono sfuginesprimibili di sensazioni le a ogni percezione. E sa dissimulare strutture complesse e intricate di questi mondi patica subcoscienti sotto un'apparente limpidità, simdi bonomia e d'arguzia. minatore «L'incontentabile chi conserva negli ocranee, sotterdilatati lo stupore delle cose ancora traviste nei pozzi fondi fondi; ma pure «In di — — la sua bocca — Caratteristica la riduzione sciolta da arte al ogni strano di dirsi a vincolo di scrivere. dei si Se sorride». libretto questo minimo — è appunto temi, affinché manifesti si ricorda la più ressata disinte- che fra i mie Le libri d'esercizi c'è nulla sono male di libro un Ma Anche in di s'è giorni che più pronta Infatti,le più, né sono è tal ci Pochi stesso Noi « P.P. sono, diera ban- né le ranno baste- non ho bell'ie bastano non rinascita a cristiana formularla né restaurazioni 22 i lettuali. intel- ottobre, parlava d'Aosta che non è né sturziano: chiara una alla al divino visione tradizione Nazzareno fratellanza di La il Duca abbiamo dottrina sto, Cri- schierarmi». letterarie giorni fa, il né rossi a La fatti,io cui valgono non seguire: tornare or i sotto senso neoclassico letterarie bastate. del programmi ritorno intitolato vorranno mai Pesci non solfeggi. volevo parlare. ha dichiarazioni che cosa nello che bandiera la i di e le dichiarazioni e che Bach, (Carlino^ 7 ottobre). «se verranno egli conclude mio» conto di occupato del articolo dell'umiltà «Per uno questo che Cecchi un dire a. d'esercizi è non 165 anche n'è ce letture e di alla della via da venti secoli d'amore.... e sublime sua La vita è ritornare piacere. Dobbiamo ai sentimenti d'altruismo di abnegazione». e Ma lio qual'è dunque la bandiera sotto cui EmiCecchi si schiera? Forse quella d'Emanuele dovere, un non un Filiberto? Essa di bandiera Chesterton. «non E la e copertina nemmeno d'un Lasciamo stare d'un libro di libro zoni Man- » . E Ma perché non contro no? credo vi sia disinfezione ogni degenerazione snobistica la copertina. preventiva, e ogni scic- 166 TEMPO cheria BDIFICARB DI di dilettantesca questo neocristianesimo, quella che ci i capitoli XX Pentecoste e Sposi. di migliore bandiera Essa Vico, il seguenti e parla, «veramente alla s'addice come e l'inno offrono dei dice come barbarie parlare mutolo, dipinto^ la per messi dei Pro- dell'epoca, blasoni delle e bandiere. «È trapunta eucaristica; e fiori di greca tela eletta, e oserei diresottile fregiata agli orli d'una in una di sobri a campo colori. Nel di corallo, specie di monile la croce, campeggia la grande M, e l'I H S con in E intorno come son disposti,ordinatamente un giardino, i simboli e le figure di quanto v'è Ci sono di più bello in tutta la creazione. gli riche caalberi, e gli uccelli sugli alberi; canestre di frutta e vasi di fiori. Sotto una piccola colonnetta, due loggia rurale, separati da una la colpa. ed Eva avanti Adamo fidanzati, come Un in guarnellino accorre moretto con passo di ballo,giulivo,dalle lontananze, per respirare lui l'aure di cotesto anche paradiso. Una grossa sulla tela. Quante farfalla s'è posata lievissima dei campi e dei volte ho cercato, nelle farfalle mia farfalla: della musei, i colori quel bleu etrusco, tirreno, quel verde glaciale,quel nero di polvere millenaria, senza poterli quel rosso E non mai ritrovare! discretamente, il manca, mezzo, sotto dell'economia simbolo infatti e una le soltanto sigle e dei sei. Non primi delle scienze. numeri Vedete fino l'umanità, a sei, poesia. ventiquattro manca la le squisite maiuscole È questa la bandiera sotto lettere dell'alfabeto. la quale vorrei morire; quest'infantileteogonia, Ed ecco, ricamata in settant'anni fa da mia suocera, nel Le cantuccio è non di «E^ del bandiera e sincere: il 6, babele nella nella «È «Siamo sarà in nella della sicuri che, delle la lingUic; il e casa po, cam- umiltà. grande opoi prima volta ima ancora limitate concrete, babele la nazioni. delle bandiera la sere es- È reazione. cose economica; babele rica ca- potere per della alle l'abbici, È solo. bandiera ritorno al bandiera. formidabili, d'uno la è non mia la troppo bandiera la monache, di rusticano. soltanto segni 167 scoletta campanile d'un Ma « letture qualche di rintocco mie bandiera la importa, non dell'umiltà trionfo». Io di il percepisco è sul pagina questa Ma insensibile i-esto non della sentimento E eloquenza suocera, che è non e l'ispira. residui troppi con «fanciullino». di e vessillo verace leziosa, ancora all'elegante di tismo este- umile per niente. (Provi a sono un grande Non che cattolico settant'anni, a effetto il momento, un Tommaseo. gli del fa. a ad secolo la quando dico Cecchì, Manzoni Magari attribuirla scorso, bandiera sua a o a Gioberti. Cantù. di or fu camata. ri- niamo, PoVedrà 168 TEMPO DI BDIFICAEB VII. La di F. M. Martini. di Dio, di Marino Moretti. Yerginitàj Il cuore La cascina sul Po, di Mario Borsa. nascosto, di A. S. Noyaro. voce - - - Novembre Chi sentito aveva Marino Moretti si al cattolicesimo? «convertito» fosse die dire 1920. è un delle frequentatore della mes^a Egli non ha undici, e in tutti i suoi anni di lavoro non ha mai chiesto serbato una recensione, né mai vita un rancore ingiusto giudizio. In una per all'arte e all'arte soltanto esemplarmente devota di ha proibito a se stesso la soglia della camera la critica vaglia i titoli dei compensazione ove la possibilitàdi produttori, e s'è preclusa, con Né favori. la renderli, la possibilitàdi chiedere la sua d'armistizio letteratura con sualità gelida senné le sciccherie avuto calligrafichehanno ad apsu^ lui, e i suoi libri continuano parire presa umiltà bianchi, di vera vestuti, scritti in una alla via po' dice. che cosa della un la cui prosa di Due con Perciò il suo cammino sulla passerà ancora visamente tempo prima ch'egliimprovdella sia lunga vigilia, compensato fama accadde come è è di servire ambizione sola anni Tòzzi, a fa nello lento e monotono, e Fanzini. Moretti stesso lavorava ufficio porta romano. a portg Diversi temperamenti, così che né l'uno né l'altro poteva agire sul vicino, eppure piace i nomi fede accostarne che perché la stessa di Tozzi treagitava il robusto irregolare cuore erano i due Le mie letture 169 più quieto petto di Moretti, e quegli la stessa con questicolorista adoravano nel mava scultore fedeltà una stessa di idea arte oscena non e bugiarda. Di quel tempo è La ì"oce di Dio Trevesi è pubblicata da che ora cio» Non e sciupare !'«intrecvoglio raccontare di del racconto. Chiunque sia desideroso lettura dovrà buona leggerlo e cercarlo da una non sé, ansietà con delle ultime fino crescente sempre pagine. La prima allo zio stra- è larga, orizzonte di terra bassa, un piana, statica,come d'essersi molti lettori crederanno e impigliati in un importa ben di Romagna, dalla di color romanzo fatica poco e di di locale. Invece descrivere avrebbe trascrivere parte potuto frasi il suo anche a Morfetti paesino esimersi dialettali di pagina. La e scrupolosamente a pie di Cristina e la sua sua Menga, protagoniste della di DÌQy sono Yoce ciale romagnole, e dalla vita soche a pano grado a grado le stringe si sviluploro della tragedia, inidijvigli elementi duale e ;universale.Da ciò la calma abbondanza di determinazioni d'ambiente, nelle prime cento o centocinquanta pagine: stipe che poi prenderanno fuoco ad un tratto,ma già belle a vedersi il poeta le sceglie una ad mentre una niella vita popolana boscaglia di una guardata con amore. compassione e con Sempre piacque a Moretti indugiare presso fissar gli la sconsolata delle donne debolezza e occhi sulle ombre imprecisabilidella loro vita B aloni da di sensazioni. interna, circondate fu sempre esse con cavaliere,sebbene veritiero, anche deriderle affettuosamente quando parve ridivisola delV Amore, Qui gli uomini mede, (ArchiCiro Buda, lo zio Tugnaz) roteano iu tradurle 170 TEMPO uccelli alto,come su conti cui da cose Ma semplici. Fautore note l'anima nient' altro da tutti a è infinita assedia zati abboz- bravamente ci fosse non forme e EDIPICÀBB preda, lasciati li quasi e dire DI e in fin dei pazienza con Cristina, di Menla di di tre Giustina, di Angiolla, di Clotilde,dell'alinnumerevoli creature d'impulso e di dolore che breve scendono bra. nell'omcanzone dopo una I segreti della voluttà, del peccato, della maternità attimo un svelati, ma vengono per è senza cui l'artista, uguale la grazia con quasi timoroso della sua stessa potenza e pentitone d'una il velo sulla come indiscrezione,richiude solennità torno indegli intravisti segreti e riconvoca ad essi il silenzio. Quanti, dopo Batzac, hanno considerato le donne con più gentilezza ga, di Marino Moretti Gli dirò mi son ? pagine,due sole,del è la 273 piaciute. Una che due meno di Archimede per romanziere un Moretti inviti che l'incontr sg. Quelandrebbe Buda eccellente; non non respinge della Ciro con misericordia senza libro suo per va tutti gli cinematografica. All'azione è superfluo, all'emozione del lettore può servire, caso mai, il ritorno del canto galeotto: tecnica Che attribuito a bella notte un di Dio, dalla sparito, del notte dev'essere rubare donne, Ma anonimo. passante cieco strumento per della destino o ha sedotto in cui c'è sparito. Non Ciro da, Bu- volontà Cristina è più posto per lui in un'opera che è salita tant'oltre. è la pagina 283, e più precisamente L'altra La l'ultimo serva Menga periodo del romanzo. ha intuito che la «Rapida, sua Cristina decisa, la è morta vecchia sinata). (assass'alzò e 172 TEMPO dustria che man analitiche scelte fra Il trema. EDIFICARE DI modo suo po' grigie con un e è non perativo l'atto im- foggia la materia giandone schegla resistenza, ma alito tepido quasi un dire cui la materno, con iterato, vorrei finché la veda scalda spirante. E alla limga yien fuori un guito sequesto: «correva epiteto come satirica» dalla sua gina (pagrande ombra 273), che generato da un travaglio onesto e ben altre ridi pagine e pagine suscita sonanze diuturno tutti di quelle che seguano agli aggettivi, impettiti e annoiati, dei prosatori calligrafi. Appunto perciò nelle ultime cento pagine non lo stilista sia di primo se sappiamo più decidere Le di second'ordine. o via; si parole saltano del pollice che abolisce il diaframma Vale a dire è stilista che immemori stessa, il battito dalla oppresso Dieci a pensava blande e del accelerato Moretti altro che poco le sonnolente sue Altri, a a infantile, essendo fanciulli e alle il verginellolui stesso. moda la moda e verso e in "ia4enze ciullezza immagini di fan- lui poeta vergini pietà. rievocare stucchevole divenire doveva cuore, crepuscolare, un o di e cosa. dalla soUeVato e era accanto nostro sulle Pascoli,seguirono ^r quell'indirizzo,e fra essi Fausto la Alla lunga quell'idoleggiare Gozzano la e ormai, in quelle cento gine, patanto, soldi prim'ordine. Sentiamo ha dell'arte che raggiunto se simpatia fa anni lo scrittore tra ma Tuttavia e in colui non di orme alcun tempo Maria tini. Mar- fanciullezza senso che deteriore canta ai bambinello questa degenerò aveva che un parve senso, e Lt e il fanciullo era visto alla guerra, combattè sul fu raccolto morente il esperienza tabula rasa Moretti. da fu forza glio me- sione viacquistare una per virilità e della vita. Abbiamo percorso miracolosamente straziato vittoria: sulla di utile della temeraria, quasi tanta qualcosa Rimettersi il cammino Martini corpo 173 sempre pur del superuomo. dell'infanzia era sincera letture mie e da conquistare lavoro, l'amore, luttuosa ed un la eroica audacia ghermì ri- campo, la vita, e l'anima con con pur col ebbe devastata triplicetrofeo di paternità. Questa è il tema del suo Verginità (Firenze, Bémporad), che s'apre con un'agonia e si chiude con un osanna. Colui che ieri,annaspando nella fanghigliadella revocabil l'irfutile bella vita, sospirava vanamente verso che si innocenza dei primi anni, ora è sentito appesantire come ha ascadavere sistito un e alla sua l'orrore con propria risurrezione quistato constupefatto che suscita l'assurdo ha anche una vera vera innocenza, una nità, vergirediviva revole fanciullezza: tanto più autouna neir asserirsi in quanto s'obbietUva nella del poeta ed egli, finalmente piccola creatura fanciullo la purità degli occhi, è uir per per I balbettii di la- compiutezza dell'auto-coscienza. ieri tendono a comporsi in inni. Romanzo Le suture sono propriamente no. deboli,i passaggi (p. e. p. 166 e 219) sono più lirici che narrativi, le battute di dialogo sono poetizzate (v. p. 210 e sg.),e molti perspesso sonaggi, la sposa esclusa del protagonista, non romanzo passano Altri come ombre nere su uno schermo co. bian- personaggi (citeròRenato Spella e suo i soli) appaiono più saldi. sono padre che non In complesso è un libro di liriche che cantano 174 Di TEMPO JBDIFICARE in tutti i i-esurrezione,e come miai vi sono disparità. Roma le parole appena meno ancora e una poco, di letteratura tracce sono in capitoli sono Tultimo, il di fede crescendo ove un con ammirabile mi ove di altri bellissimi; d'uomini e riche li- piace nate belli, alcuni fatto è di letterati. Gli per genere mondo libri di e luce, ritmato coraggio quadratura sbocca in un canto del energicamente sul valore d'aurora, decide libro. resiste all'assalto bra momenti fin'ora avrà l'ombra ancora difendersi può il mio L'onda ormai. stanza vedute avevo è sepolta ogni parte Già ogni scia più; ora come ferite in ferite luce finché in pieno la mia lampada lampada «La sonno mortale. dunque, vergogna del la il Ora ha luce ! si E contro le guina San- corpo. rosso sinua inscuna cia- ormai reca più lama cuore da mille acuta della della notte: ancora.... sbadigliato,il come chiede questo stenuta so- la livido sangue accesa lo camera lanciata la quale freddo le non non l'impalpabile suo l'ombra; ferisce V assale di luce d'ombra suo invade sembra biancore lama numerevo in- sono spadroneggiando. entra tutto Ecco, passa? luce: si vertiginosa, tanto e dell'immane covato nemici suoi eppure torre circuisce una ha ignorate; e notte! Questa casa: una a la questa densità un la alla vetta d* sue crepe durante in fondo in è mille per Come chiarità della chi po- per vita. che ombra piìi,povera spasimo, quando i che moltiplicano a ogni secondo non sono più due, tre le scie di la dell*om- il blocco appena dell'alba. Riconosco che «D'altronde di morire. cuore s;u,o i)alpitodi rosso vita Posso suo gnerlo spe- quasi si perché sente che Le del cuore del chiarore sul che mie mondo. 175 letture cielo sta accendersi per il ...» lessicali e sintattici gli elementi di questa pagina siano rapiti in un'enfasi fa pensare che al interiettiva a Mascagni; ma la migliore Mascagni, a quello che nonostante il consenso focosa approssimatività sa estorcere dell'ascoltatore. Quando parla di fanciullezza Martini trova accenti egualmente persuasivi e più delicati: Non che nego «Ieri è camminavano bella i suoi avanti Piero. e sorella mia venuta I due si Le trovarmi. a due Be- bambini: tenevano per mano; così gli stessi occhi, gli stessi cappelli.Erano eguali quei capelli che si sarebbe detto un'unica capigliatura fosse stata divisa sulle due teste. movimento Andavano di onda; un lenti, con onda che umana sguardo materno dalla è alta più Vo anche stati d'animo. l'un rive pareva dello casse traboc- Bebella che nel preferire i capitoli rievocazioni d'anteguerra, d'essere così le notazioni potenti sono tratti camminava col Cecchi alle guerra sentendomi non queste. In genere in dove a nelle Piero». d'accordo di ma parte di incanalata era E e del severo nale supplizio car- immediatamente il sentimento verso tradotte che vincola capitolo ajraltro è ben degno di un poeta. «Ho dice agli spigiocato alla guerra vera» riti del padre e della madre «con gli uomini veri, come qui, sotto i vostri occhi un tempo gherita. Mare giocavo alla guerra francese con Sandro Perché ho giocato anche la morte, con babiK)! Lt" dico tu a non no te, babbo; ma è meglio che parlare alla tua vicina. Oramai Io sappia la mamma! non Con te, vecchio ga. . . 176 TEMPO ribaldino, la con E gli uomini. fra morte Ho babbo! morte, mie nelle mani Ho intenderci! di modo c'è EDIFICAKE DI seminato anche anche è questa la tata diven- gliva M'inorgo- cosa! piccola una giocato da ragazzo di più la pallina di cui armavo la mia di quelle palline che potrei fionda, una forse dietro qualche canterano oggi ritrovare rannicchiata pavimento e commessura tutta coperta di eroe e umilia anche e ed esalta in questo libro d'amore che fuoco gran Achei Troiani di tela matura c'è favilla una di quej il sole come fu prima del distinzioni. le varca illumina che e inconsapevole mano di intervenuto, superbia d'interventista Il dolore martire, di italiano vittorioso. che Ed parete col polvere o dell'uva troppo di ragno come gli acini fine di autunno....» a Nessuna della nella dalla acceso Omero. vecchio con quella giorno Pastonchi scandita esattezza di linguaggio ch'io non sua riferire: Vedrai che se so successo dopo uno, contorsioni tante novatrici, scriverà un romanzo in un cominciando pomeriggio d'estate la didel colle.,.. ligenza saliva per la strada Mi diceva Eccolo Po un Mario di Borsa alla invece maniera di del cui all'estremo lombarda che scende detto — da di di nostra di tratto quel fino sorgimen Ri- storia comunemente Milano Editrice antico: tempo la sul beri copertina alnude e comincia donne buon Cascina sulla ha che narra lembo Gasa (Milano, Caddeo) velati così. La romanzetto un al Po, «La scina ca- sorgeva pianura La Bassa fra il Pavese — Le mie da parte una 17Ì letture il Cremonese e Era dall'altra. cascina, vicina all'arginedel fiume distante dalla strada e provinciale,anzi quasi dispersa e isolata fra i prati e le risaie». Artista e narratore Mario Borsa, il tenace e paziente polemista, l'informatore documentario è fra quelli che restee ranno previdente il cui nome legati alla pace di Rapallo? Se è vero e che il disprezzo comprovabile in tutti i modi dei letterati italiani per la politica non prova è neLl*anima che non vuoto se l'irrespirabile dei suddetti è men mazione l'affernon vera letterati, complementare che la condanna ventiva preuna gix)ssa inflitta dai d'azione degli uomini i morti e i letterati C'è vivi. e alle opere di Disraeli che artisti- parte fa ridere nel regno delle ombre, ci sono, per risalire più indietro e più in alto,Dante Alighierie Giulio Cesare ai quali è argomento sollazzo la dottrina di letterato secondo deve cui il attendere leggere vocabolari bisogne. e a Il romanzetto uomo di fede struttivi nella spesso d'accordo in quanto io Come la narra infanzia sua gli sviluppi attraverso giù fino alla guerra e ch'eglisi fa della pace impuro. cova poeta razione l'ispid'oca a temperar penne senza sporcarsi in altre vita d'azione,cercandone e e sono rurale di i dati un qo- seguendone gli anni di tirocinio giù al dopoguerra e all'idea zione giusta e della ricostrue imorale d'Italia. Io Borsa, con puro mentre di Borsa economica del uomo ma sono ciò mi d'azione e molto concerne letterato critico devo fare una letterario, distinzione taglientefra la prima e la seconda parte del piccolo Ubro. La seconda parte è polemica, azione, giornaBOBGESB. Tempo di edificare. 12 178 TEMPO arte in EDIFICAEfi tutto lismo, programma, non DI quel stretto,anche senso animano le altre che che se si vuole, ma la fedie e la pagine eloquenticome la 197 e Artistica è invece seguono. la prima parte, e duole che il Borsa non abbia la pazienza di seguirne il metodo nella avuto continuazione. In quelle prime cento pagine è esposta la fanciullezza del protagonista,nella sul Po, con Cascina figure di campagnoli e di donne ritratte in maniera schietta e bonaria, e di natura fra le quali molte con scene sono buona fede del Po, è addirittura Arte linda,modesta, commovente e (drammatica. decente, e appunto perciò molto più rispettabile delle montagne cui nemmeno il terremoto a fa partorireun della guerra europea colo pic- gradevolie la una, piena topo. In questa eccellente famigliadi scrittori senza iattanza e senza trucchi Angiolo Silvio Novaro ha un suo posto d'onore. Dopo la prosa lirica del Fabbro la lirica tenuemente armonioso esce narrativa del Cuore nascosto (Milano,Treves). Io vorrei consigliareagli amici della poesia e del poeta di non leggere le pagine del Cuore nascosto che sono di tutte anteriori alla morte tener Jacopo senza presente il libretto del Fab- br0 armonioso Per quanto ove uno è quella sventura. cantata sia buono e sagace architetto costruire le navate del tempio ove egli la cupola e la croce adora la vita; ma sopra C'è un architetto sudi essa affar suo. non periore sono pone che ha i suoi piani ed alla fine li imall'artefice: ed è, per dirla con Marino Moretti,la volontà di Dio. Novaro costruì la potrà 180 TEMPO si quando EDIPICAEK DI piangere poteva la per delle morte farfalle. Allora tu forse piangesti Che giorni,questi1 Scrivendomi: sorte! dolorosa Che farfalle Le morte! sono soggiorno Questo funebre Mi Anche ritorno. pesa: Novaro, // cestello, le ove libro un ciulli, fan- per pagine migliori clie debbono reverenti blandizie di autore hanno sempre di fandonie darsi ricor- agli impudichi mercanti i prosatori fra l'infanzia, era corrompere dal mito della prima età.. poeti ammaliati E l'antico tetto su per i e pendente Fosse la luna, Ed io piccolo innocente Nella cuna! Il Cuore si sotto i è nascosto colpi riassumono della con crollo al allude il libro guerra. di ove con questo bel Gli ultimi fermezza devota più estasi e in agonia Arde l'anima mia, Scruta cupida la traccia oltre i cieli: Che la conduca Aspetta l'ora che cadano gli ultimi il tilezza gen- sogno versi ne senso: In Che Le E la fraterna spalanchi le porte, le faccia Vedere Il libro veli, Morte vale Iddio più faccia a faccia. singole liriche, tra le è molto non se breve, delle che quali è raro una, A volte il sino in fondo le promesse. mantenga donata. palpita abbanpoeta si smarrisce, e la metafora Più spesso si sente, in uno stilista così Le né toscano fonderli consistenza discorde che addurrò diversa essere non solo esempio parola che un la non accosta di Per suono. sottolineare basterà scrittore lessicali elementi d'arbitrio, tacciato quale di e di toscanizzato, abbastanza bene senza 181 inesperienza qualche scrupoloso, letture mie nel turba l'immagine. Le stelle Consumano Si il a spegne L'ultimo Ma e pochi di un'eco sera^ rondini La sera, mi si che che resta non blu strida di già la anche sciolgono, serena, s'odono non si malinconia. ch'empievano piace residui fiorellini tavola sulla Le poco lettura di di coronella Luccica la dopo e ^ seme. questi musica La (ove loro giorni a poco vento, fuoco: loro memoria nella al tremano più. lunghezza legge interiormente cima agli della cantata come fosse se trisillaba). in Resta, Novaro ha tutto di sentimentale E la avuto questo è così altri, di fortuna un triste un verso adunare libro: e dolce insieme. in il cui ritmo 182 TEMPO DI EDIFICARE Vili. Verona. I poeti di Verona di Ferrara. Con Fiumi a e il nnovi Antichi e giovani. Leopardi e leopardismo. LeoLa dannunzianesimo. letteratura italiana see condo pardismo Crémieus*Guido rica Lida Verona e i frammentisti. Heine nella traduzione di V. Errante. ironia. e pura - - - - - - - Govoni - Tasso. e Milano. L'offensiva contro Lina di Schwarz. apologo - Un - Mondadori. - Gennaio Ho alla tornava di ma solo anche Io sono avere aver letto pochi mancato invece del non mai il tempo l'incomodità mi all'andare nulla di in delle Me e una o di non stri illu- n'era coincidenze mattinata di talvolta viaggi, e costringeva Sì, dire.) piede c'era, fino messo altri di uno le città fra mi esiste? d'arte e giorni fa. Verona. Brennero c'era celebre; avevo sono confessano città una comune volevo qiiesto che quelli che libro un è non visitato dove a di uno non ma recchi pafatto quest'altro incontro poco questo; da l'amico provvidenziale. Io esterno (Pei quali il mondo quelli.... un pareva che l'aveva me persona Ora Fiumi scrivevamo giorni prima due Bonuzzi. Guglielmo Lionello Ci Verona. sua anni, conoscere stazione alla trovato 1921. a sempre questa volta col passarvi una al ritorno. treno rata se- Non a con meglio che andarvi spasso la guida di un |m'avrebbe poeta veronese ; Fiumi aiutato a a godere Verona, e Verona dere compreni Fiumi amici suoi e colleghi. e Nella c'era il plenilunio, serata all'andare al ritorno la nebbia. nella mattinata Queste mie Le circostanze due in vista punto in di veronesi cose luci sotto sì ch'io fanno divenuto d'essere che 183 letture ; non mi non picchi molto bianco petente com- città V ho quella cara si potrebbero immaginare deva, più false, e la falsità della nebbia renirsto per e dire, anche piìi autorevole la falsità del plenilunio in cui Verona i^vocabile mi s'era rivelata fra veli. Fiumi, che è un cellente ecun po' dapcamminatore, mi condusse pertutto le salvo mi fece cosi lo dico colline che ricurvo belli musei; e d'una fa così nudi trecenteschi tettura, archi- anch'esso bisogna proprio e severi che dire non che questo che convengo, molto di Verona un'idea per dare le città, l'avesse mai veduta; ma è non chi i e apposta. Ne fanno a ben Ise sono le chiese grazia quasi larghe piazze drammatiche, e un palazzi e che dentro intrawedere fiorentina,e fiume che non più quanto ricche sono giova, almeno la prima animo con di solenni, tanto più camente, volta, visitarle sintetie A viandante. studiarle ci sarà poi tempo in avvenire, e intanto ce ne rimarrà deggiante, quella prima immagine svagata e onè di futte la più delicata. che Si capisce che a Piazza delle Erbe chiesi notizie delle bombe austriache di Angelo Dall'Oca e M'informai Bianca. Berto fa moni. mai Barbarani, Ma Verona a notizie di è ed tempo, Simoni domandai e non strano a anche della di che vita Renato Si- lo vedono più che a domandar che viene Verona vada uno da tanto da Milano, e giusto dai suoi paraggi. Qualche volta ci ricordamimo, com'era dell'abate Cesari di rito, e di delle buone Verona ove una tradizioni città lo scrivere accademiche che quasi naturalmente in buona lingua fanno raria, lette- è regolq 184 di buona più creanza BDIFICARE DI TEMPO città traspadana. Fiumi che dieci ore passai con lettere dalle devoto onestamente Mi molto piacque così a si visibile una passi, all'arte Milano a o avanti a che dissipata e Verona gloria. Infatti a non riuscivano l'aria aveva la m' mala addebitare salire a di tivo, na- vive non reietto. S. Egli gran nardo, Leo- si fosse non apparisse in piena i più alti campanili Fiumi e là, e qua come si tesse podoveri se dei noncuranza sua a luogo chi sprone nebbia pò* crucciata, un al lo pena sforacchiarla a altra buone. cose un nel ansietà timore per alle e sente verso me, ogni m'apparve, nelle otto o gurato fiTero lui, quale me libri: nobile, sensibile, amore quel suo squisito quando e raro Roma aveva dai e in che osservata d'ospitalitàquel contrattempo. Per distrarlo gli la storiella di quel sindaco del mio raccontai un ospite di riguardo al che, condotto paese si vedeva belvedere (donde quel giorno non bel nulla), gli disse, allargando le braccia: un Scusi — E non la c'è se aveva nebbia. nessuna intenzione di scherzare, essendo la mia il pubblico ufficiale: non particolarmente ferace Vidi giunge cortile lo molto misurata, i mobili studio sono poeti ironisti. dì anche e di terra Fiumi. La luce vi da un erro, proprio fatti per uno di esibirsi. Diedi e non se non voglia di lavorare un po' di sfogo alla curiosità, profittando specialmente il mio dei che ospite pochi minuti di una mi lasciò solo andando in cerca preziosa la aveva quale non bottiglia di ValpoUcella che ha , altro difetto stampe e le non d'essere Rovistai fra se sturata ì in ora libri, esaminai pitture ch'erano alle timeridiana an- le paixti, le Lt Utture mie i vani presso nei lirica ironica anche sculture 185 finestre. delle pittorie Quanta scultori amici di Ferrara! e quanta questi poeti di Verona tassi! «espressione» di particolari,e quanto poca sinquale cura dell'aggettivoe quale disdegno di del verbo! le Mussole Apro Nelle (Taddei, Ferrara): di notti i che di Fiumi gingfno più pure giardinettipubblici deserti offerti erano ai radi passanti. Piumosi ventagli di frescure l'aria marezzavano con ' scie cangianti profumi. di Pochi Solo lontani e i lumi. bar più tardivo dietro le ciglia d'ebano delle gaggie un ingolfavacon il a ovale suo d'un ostinazione incisivo di popone roseo lampi di nichel e di cristalli. via, tra i rami, il gas in asterischi gialli. NuU'altro. Una subacquea pace nerazzurra. Ma sopra, le stelle a migliaia altro giardino: formavano un Via il firmamento la Via E su era Lattea quando della per l'atteso fine fine fine fine sabbia. una ghiaia, scarpino ghiaia sgrigliolavaindeciso, si capiva bene se venisse dalla terra o dal paradiso. non Apro le Arie Paesane di Sandro Quadretto di vecchia maniera: il Danubio che specchia un villaggiobarocco; un tocco d'azzurro: sulla riva, tra il grano. Baganzani: 186 TEBIPO DI Margherita su pensosa di un'ombra sfondo, aguzzi Per come un gabbiano barca una EDU'IOARE corrosa. bosco un d'abeti campaniletti gotici: grande stupore diffuso: fatti avanti ! Amore È analitico il metodo Ovvero il prendo vegnani che viene Sinfanjaje dalle Myricce. Giuseppe Ra- di : d'Italia: la terra «Canto infinita Lombardia, la scorticata, nerigna e mistica della rigida; dell'Abruzzo, ignuda e ed azzurra, acciaiata terra ariosa la terra e ed arruffata cupa, intri- frastagliata ed ingreppita; la terra cristallina della cale Toscana, musie e e patriarcale,soave gentile, luminosa consolatrice una come figura del Ghirlandaio; la terra grigiastra dell'Emilia, francescana bizzarra e e e nostalgica, fumosa monotona, e silenziosa, immensa raccolta; la terra del Lazio, attonita nomade e giallastra, nitida e maestosa, pura melodica, scree polata cosa, ed la arenosa; tepida terra orientale,colorita gioconda canto XJui, tutta Sicilia, magica profiunosa, fantastica incantatrice; e ed la della d'Italia. terra gnata, so- tanto se più celebrativi Laudi. delle cerco «In nella e » fosse l'aggettivazionenon acerba, si ripenserebbe agli elenchi O ed fondo strada ehiai-o mare le Prose ad di Filippo De un'osteria sudicia biaccoso col scura Pisis: con portichetto,ho celeste e rosa locanda, visto con un vele 188 TEMPO EDIFICAEB DI Questi, ed altri,più o nello stile,sono e di Vivono Ferrara. alcuni quella città; hanno Poesia ed Arte^ che Scolari l'anima somiglianti neli poeti di Verona e in questa, altri in meno domani Verona a la fino era sarà rivistina, loro ieri diretta a diretta da da Ravegnani; la casa Ferrara hanno a editrice,Taddei, di Alberto Neppi, che proprietà dello scrittore copertine fiorate, e, pubblica i suoi colleghi con li invidia, dirsi strano a un poeta!, non per né dirsi per un a editore!, conta, piìi strano e arricchircisi. di Di molta avvicino io mi curiosità e solito apprendere rarità degli che ad incontri mia dalla e giovane coij mente con più disposta ad insegnare. Ciò viene dalla con quelli della nuova nerazion gea un coscienza di delle generazione dei mauuais egualmente antipatico s'io colpe dei miei coetanei mi e dicessi alla se di sa insomma Ma e che i da Fiumi E nel nuovi Ma per non qui che partecipe sento l'una vanno Siccome ha cos'hanno in di culto cima Leopardi di a mazione affer- presuntuoso. per il sottile, della generazion avrebbero preceduti non lodarsi, io preferisco starli mette a sentire nuovo. ogni siamo cosa Leopardi. tutti,antichi e giovani, d'accordo. sono In dalle dicessi mondo: in blocco. li che sapere per giovani rebbe Sone- maitres. l'altra di untuoso, che che so ne condannare usano gran me appartenere innumerevoli città una cronache esempio, e i modi di onorare pardi. Leo- d'Italia,a quanto risulta di quella città, vive, mondane cenacolo «un leoparprospera Le letture mie 189 tissimo l'ald'onorare quale, di tutti i modi dubbio il più ingegnoso. poeta, è senza c'è modo D'imitare nessuno. Leopardi non straziante Ripetere la sua esperienza psicologica, rivivere un'altra volta sul serio,com'egli li visse, gli spasimi fantasticati di tutti i Werther l'avevano che impossibile, e preceduto, è cosa desiderata da nessun il non se poeta, neanche destino gli offrisse in premio il capolavoro. C'è sì un modo, di giovarsidell'esperienzadi Leopardi, in quanto fu esperienza letteraria: diano : » il nocturna versare manu^ esemplare di stile e di un allora diurna: versare c'intenderemo, come disciplina. Ma caro dice l'essenziale è lineare. giustamente che nitidezza quella sua sene far- Lei Fiumi? di Leopardi poeti di Verona eccellano e di Ferrara proprio per questa virtù? Io non dico in addotti che gli esempi da me queste pagine siano opportuni e sufficienti per un'idea dare di questa scuola poetica. I miei lettori ne su giù quello ch'io so sapranno per di Verona, vista sotto il plenilunio e la nebbia. Ma la parte del discorso che voi preferite è il verbo c'è o non l'aggettivo? È l'aggettivo, questione. Fra le particellecongiuntive, riverite il ma, limita mediocremente che e frena, e Sta bene; idolatrate il Le ma come che pare che tutto i confonde. lirica è ancora in gran i punti. La parte espositiva, segni d'interpunzione prediligetei vostra Fra due ben lontani dal descrittiva,e numerati va. Siamo Leopardi. dette esclusivamente tuttavia non vanno Queste cose voialtri. Quanti mai a s'immaginano gentato inaroggi d'essere leopardiani, perché hanno di leopardismo il loro vocabolario! Al- 190 Di TEMPO cuni andati sono un rimetter a Ma su EDIFICARE più passo in là, l'impalcatura del dicevo sono quanti ancora dal capire che la sintassi non interno del singolo periodo! Quanti di — celare ben concepire e è si tani lonaffare un lusingano leopardiana patina una vano pro- periodo. — sotto di modo si e il loro kl'imimaginare,radicalmente dannunziano! Prima di Verbo, il bisognerà tutto in tutti sono si Leopardi, chiama al E i sensi. cfuelli che il verbo, restaurare allora vecchio partiti pel molti che mondo, sione delu- senza approderanno che si chiama mondo, nuovo di ancora Manzoni. un pubblicherà presto romanzo; Govoni sfiora pubblicato già uno; il racconto. talvolta Ma i raggiunge Ravegnani ha ne Neppi spesso veronesi nel e che non vi che c'è e ferraresi non c'è qualche Fiumi Anche incoraggiato esaurito dai che storiche, il tempo. Quest'anno fuori da di cosa mi applicata». arte di niente salvezza sia in sono che nel pura, male. «lirica: È il l'errore divulgato Aveva frammentisti. non puri, stimano e lirica della Perché? ora male, diceva: Croce, lirici genere sussistono di dai le sue più. resto è Pascoli, futuristi, ragioni Ha fatto suo Dante e abbiamo quello buone per dei due centenari: Promessi Spo^i. ripensare. quello Sono sioni occa- di Le 191 letture mie francese, Crémieux, italiana letteratura d'oggi Un critico nella D'Annunzio D'Annunzio e ha detto che non c'è che Alte D'Annunzio. e che sanno ogni parte. Tutti i medici il malato il strilla proprio quando si tocca punto giusto. D'Annunzio Essere un significaessere poeta di prim'ordine, in quella determinata maniera. Essere dannunziano significa realizzarsi per di mezzo vagabondaggi interni ed esprimersi grida per In da questo quelli non e di mezzo che senso lettera quelli che numerosi in Italia del maestro sono, come sempre, hanno neggiato, svilla- più impetuosamente lo che fanno o gli gnorri, quando nominate, se come Dannunziani l'avessero non sono dannunziani tisti che sono non interiettive. seriamente pretendere di possano I più fedeli allo spirito dannunziani. essere alla enumerazioni i i futuristi futuristi di mai letto. sinistra, e di destra lo o frammen- un'enfasi vogliano: quelli con che vorrebbe rotonda del sopraffare la voce di un'arida bole dee maestro, questi col correttivo è che sarebbe lissima beluna ironia, il cui senso còsa essere superuomini, ma purtroppo si puòj,e perciò è giocoforza ridursi a fare non dir si i fanciuUini. Dalla quale intonazione Laudi è e mutata rinunzia lirica molto più simile a Ma, insomma, la tecnica viene, naturalmente, una da quella delle diversa quella del l'ideale Poema è mutato, non descrittiva disiaco. Para- e né aggettivale. 192 TEMPO Il loro è Di che 1 EDIFICARXS cosidetto Leopardi, a guardar D'Annunzio esaurito. un bene, noq Quante turisti contumelie, specie da parte dei fudi destra Guido o frammentisti, contro Il quale ha avuto da Verona! il torto di piacere al gran pubblico e di tirare centomila copie. Ma di framprendete un qualunque volume lirico puro, di differenziarlo da Guido mentista,di e cercate, se da Verona. vi riesce, Sensualità amareggiata e nostalgievagabonde nei lirici puri e nell'impuro romanziere ; in quellie in di ubi consistam; in questo assoluta mancanza tutti ugualmente dannunzianesimo saziato e scontento. Se Guido da domandato a Verona, invece d'irritare i letterati mettendo nato aduinsieme romanzi, avesse due volumi in uno le sue o più belle pagine che si trovano nej (quelle per esempio Libro del mio in Mafia e anche sogno errante di prima quaMaddalena), che frammentista lità! che lirico puro! che collaboratore di riviste d' avanguardia! Ho poi Fiumi qualche spiegazione di cui i poeti giovani hanno fatto su quell'ironia il sale. Vi un ingredienteindispensabilecome ironista a quel modo pare proprio che fosse un il Leopardi? «Appena avete un sentimento, uno slancio,una commozione, sonate U campanello in soccorso e chiamate come una l'ironia, dia guarche debba carceraria mettere a posto quei ribaldi. » Non posso nessuna persuaso. dire che Fimni Debbo spiegazione. non m'abbia dire che non dato m'ha Le Ognuno ha le sue cerco specialmente vorrei colar che modo masticano Nord predilezioni,e canti nei Heine io lo Ma Heimkehr. di italiani,e in partialmeno o gl'ironisti, quelli che non il tedesco, leggessero il Mare del tutti nella i letterati traduzione in versi (Firenze, Le Mounier), traduzione può essere, di una 19^ letture mie il Premendo degna quanto chiamarsi perfetta. tanto sull'acqua, ventre suo rante Er- di Vincenzo si sdraia deforme il vento del Nord. Con stridula voce smorzata, siccome un ritroso barbogio che s'animi a ciarla col muso tratto, un nell'acqua.... che temperatura porti Heine l'entusiasmo e la commozione e a quale ventata velli frigoriferapoi di subito li raggeli. Sono disli- Bisogna che il vedere a ironismo al nostro domestico darebbero capogiro. Ironisti della lirica pura, leggete Heine. nisti Iro- panziniani, leggete Sterne. In suoi v^ità i amici, sono sentimentali sono dissimulano non e ferraresi,Govoni sentimentali, e p|roprio come veri poeti a mjodo loro, ma vieronesi e il sentimentalismo con l'ironia dispiaceretroppo alla generazione dei per mau- pais maitres. BORQESB. Tempo di edificare. 13 i 194 tEMPO Ora di clie vedo classici il volume Tasso e Alla scomunica grande poeta la farà, Treves Tasso. del EDIFIOARfi Govoni da edita la DI e la per diretta Ojetti, da ! Il fiasco buon'ora in accademica incorse collezione furono del il povero cui catastrofe una italiana. del Agli accademici suo egli dispiacque soprattutto perché tempo cinico e Vuoto, perché aveva non abbastanza era di commuoversi e sentimenti, ed era capace per di letteratura Poi commuovere. così rigogliosoche Manzoni come A un parola Anche anche varrebbe al lo giorno sperò pro- uomini grandi riverirono. che letterato la la ho di visto di pena parola vere scri- cuore. più di scrivere la mirare pericoli, e di amsuoi difetti,ci sarà ci veirgogneremo tutti i suoi cuore., con non Tasso, davvero che volte di valutazione Sanctis giovane detto cento Quando De e altro ho recente l'errore una tutti con letteratura. nuova Fiumi i osa Tasso. ammirare diversi questi giovani poeti sono Intanto, come U ha dalla generazione che si preceduti! Non fanno scambiano non recensioni, non rumore, nei grandi giornali,non arrivisti, scrivono sono conoscono non sono arrivati, non personalmente li cercano, li rispettano gli arrivati e non eppure una con equanimità di giudizio in cui] trovo spesso Tutte cose un che candore non rasserenante. bastano a fare il giovano. Per fare il poeta ci vuole lo sterminio degli aggettivi,e la liberazione Panima da tutte le guardie carcerarie. Quanto a cultura, i giovanissimihanno ma poeta, anche del- spesso 196 TEMPO che A Dopo cinque fronti d'Europa I i Verona sua letteraria Milano. tutti su la un'offensiva vorrebbero contro EDIFIOARB DI vive ditta Mondadori. il porti è Egli la rinascita per Ammirabili Verona a e Roma, quelli clie più di bella Roma offensive, stampa, nome fra della di anni di sebbene l'editore operano stampa. i suoi libri per specialmente sono fanciulli. Qualche fanno volta, non più sempre, si direbbe e piacere a guardarsi che a leggersi,, che amino l'editore e gl'illustratori l'infanzig i novellatori e meglio che non sappiano amarla i poeti. di questi poeti sono Parecchi sere o vogliono es- fanciuUini. Ma i bambini storielle le non vogliono sentire dai coetanei; le domandano ai grandi. Bisogna essere grandi, adulti, e non balbettare,se si vuole piacere ai piccoli. Fra quelli che sanno parlare ai piccoli voglio ricordare Mario Pensuti {Pap.nocchina^ Milano, Quintieri) e Lina Schwarz. le Di questa, Mondadori Gira La rigira di qua cingallegra dove " andata far visita col pubblicato di là, sarà? figliolo sno all'usignolo. Usignolo puoi L'arte bella L'arte bella vien insegnare tu Quell'arte bella di L'usignolo dice di Tu e e Sarà A ha cantare „ no, insegnar hai il tuo da canto ? si può. non Dio, ed io ci ho il mio. Sei tilene. Can- Le Ma, bella è lirici Io, anche per 197 letture Schwarz, signora cara mie i Sua questa grandi. Anche lena cantiper puri. mi se la vorrei prendesse imparare d'imitare vaghezza a memoria. pardi, Leo- i Gualtiero Rievocando mie le nella nel nelle urtante volto tissima gli nel nervoso di tenacia sé: vi visibile la barriera, oltre l'ambizione, l'amor soprattutto politica;ma destino. Esso che sua se persuasiva, che sostenuta Castellini volontà: che si tradiva persona corrosa o era e quando se non della si vuole sua sorriso età. di poco di insuperabile e ombra la care quale potevate collodi patria, la passione eravi la nella sua e nella fatalità del magrezza ben sapeva volontà. dalla le una suo più voce, si soprattutto questo: rammento sue gello sug- un largo un un'altera come sul pronuncia- mettevano cose ed — tratti a ma passava delle colo mono- ambizione rivincita molto sempre era scrive il mascella la nordica, «Egli parlava tumulti bene; quale ch'era fanciullesco nei e stava lo scheletro e che parola e logico che gli serrava che qualsottili,teneva impassibilmente un'elegante per che — labbra gazzarre airocchio ciò con della incisivo le fin Gualtiero su amicissimo: dizione ragionamento volta impressioni d'accordo Castellini,mi trovo Raffaele Calzini, suo «Fermo Castellini. periosa im- della decidere Gualtiero smisurata parole napoleoniche costanza fortemente e con si maggiore Timpressione ho sempre, ch*egliavrebbe riesce quello vita anni. in e 199 Castellini Grualtiero potuto divenire quella degli altri. Morì nella a di pria pro- ventottb » Morì, di polmonite, al fronte francese, il 15 giugno 1918, proprio alla vigiliadella battaglia Il suo sacrificio fu senza del Piave. compensi, ai più alti avviene la sua e fede, come spesso nella del credenti, non potè trionfare prova anni sedio fatto. Due partecipato all'asprima aveva po di Gorizia,e s'era ammalato giusto in temdividere coi commilitoni la gioia non per della conquista. Così pravvivere ora moriva, quando souna bastava settimana per convertire religiosa in ima pratica certezza. Ricordo quale mi appariva negli anni delTanteguerra quand'io capitavo a Milano ed egli veniva qualche volta la mattina all'albergoe la fede uscivamo dominata . La insieme. conversazione lui era mente netta- perciò si manteneva secca e serrata; la disputa non degenerava mai la polemica oratoria né si smussava in verso scherzi socievoli. Faceva specie questo giovane, così rigido in un'epoca così pieghevole, così così ironica. semplice e serio in un'atmosfera Tale nei suoi appariva anche libri, nei suoi azione di organizzatore poliarticoli,nella sua tico. E tale è nell'autoritratto che ha dipinto di sé in questo volume di lettere, i) Era scrittore; eppure è raro che un tente, combatanche se ignoto ed escluso dalla possibilità di pubblicare epistolari e diari, abbia scritto dal fronte dalla retrovia o dall'ospeo 1) Gualtiero da e Gastkluni, Lettere,1915-1918. Treyes, editori,1921, telli Milano,Fra- 200 TEMPO EDIFICARE DI da teraria. letogni ambizione Tutto è lindo, scarno, chiaro, prosaicamente La idea di riferire sola pressioni imespositivo. di guerra lo fa sorridere; e se la svigna provandosi alla meglio a parodiare i futuristi. dale distacco tanto con Scrivendo lettere si non altro alcun propone notizie sue alla madre, quello di dar alle sorelle, a qualche intima amica, e bada che al paese le notizie e i giudizi non nocivi siano che scopo in guerra e che sofferenza sua e che ciò dice di sé riveli la non apprensione le sue Per donne. trecento e care più pagine egli non sola volta tradisce una questi doveri, ai quali il suo ossequio è perfetto. rizzati Noi, educati da molteplici esperienze ed autodal in tenga non fra confronto lettera priamo, lettera,sco- e checché egli faccia nascondersi, per soffriva che di guerun'anima e ch'egli aveva riero miles di si ma Le non glorlosus. prime è ocGradisca lettere squillano. «Intanto anche cupata. Si a tempo sindaco di vera di Nago. non contarli novanta quarto «Domani tra due tutti.» giorni di mese mesi «Oggi di arriverò non il poco fatto Pensate!» due il peso «Domani resistere; sa di guerra. si è calcolato » «Si Speriamo che finita la di guerra, questo 12.o mese la seconda, certo più lunga, e filosofia quindicesimo li conta?» ad altri mese di anni di guerra; li e di già oggi il prima in con glio me- sono compie «Così, guerra.» sarà mamma, non guerra. papà giorni Poi sente speranza. cara guerra: Ma contarli.» campagna preparo Sj"ero di «Oggi conta. e dell'immobile e io presto «Abbiamo » militare. vita del e niente.... a tempo primo mese bene va minceremo co- mi fronte.» chi mai or- Gualtiero Le dal lontananza la 201 principalmente soffre di cui cose Castellini sociale consorzio sembrano la e scarsa «Atrofia del cervello» occupazione dell*intelligenza. la chiama, e altra volta spiega: «Io sto anche si può tocontento talmente non bene e qui, ma dimenticare che siamo dei cerebrali, e quel rimuginare sul futuro, sulPandamento della guerra,... può dare maggiore impressione di nostalgia.» « Del papà non parlo ormai più nelle lettere perché la guerra mai lunga ci ha orautomi. Si sente, ma fatti così: si non in rivela e norn si dice gran che, più....Viviamo una specie di aridità apparente che è soltanto difesa contro tutto quello cui la guerra la nostra fa pensare. Dico che di » queste le sembrano Castellini. Le altre o renze maggiori soffeci non sono o, vuol è parlarne. più probabile, egli non Sulla oppressione della disciplina,sulla necessità, volte atroce, di obbedire a a quelli che di obbedirgli,sul tonnento meriterebbero fisico^ della morte sulla presenza tace con una zione perfedi contegno che ispira la riverenza. Una sola volta leggiamo un' impressione di fuoco : «Pensi il fuoco che è tale nemica d'artiglieria come che la il vampare e notte e è neve delle cannonate tornano si a abbiamo quattro giorni e scomparsa e lettera non nemiche nereggiare nostri che per la sciolgono le montagne. È Ma di pausa. son si dorme quattro notti che non si .lavora. Scusi e se dunque è sconnesso; lontano. mondo monti momento un cammina scrivo far dai » per sentirmi Osa scrivere è destinata né legato al caro così, perché la alla madre né alle relle. so- rire Eppure quale fiero pudore in quel rifeal colore delle glieffetti del bombardamento 202 DI TEMPO EDIFICARE alla sua carne montagne e non povera in quel non quale gentilezza di modestia solo né a pericoli né a eroismi ma dormire al camminane e lavorare! e umana! nare accen- al che e non suono quell'errore logico deirultimo riodo, pecui da sembrerebbe nesso ch'egli scriva sconmondo lontano! per sentirsi legato al caro Qui un cuore prode e delicato giunge di slancio dà profondo al brivido Non e si leale bruciando lirico può avere tutte le sensibilità una così pronta su questa . dolorosamente meditare senza in specie guerra Castellini è sobrio echi sulla e di remoti. In in guerra parole, ma breve terarie. let- tappe le genere. parole sue può dire dio; perfetto guerriero italiano,senz'och'egli e un la guerra, anzi la vuole, è ne vuole accetta il proseguimento sino alla vittoria, con uno rito spialla necessità, di cui di risoluto omaggio suscitano tuttavia la faccia conosce nelle si Si tremenda. cercano pagine esplosioni d'ira contro difficile concepire il nemico. Ma, poiché sembra che Castellini obbiettiva la guerra senz'odio,ecco l'odio fuori di sé, e lo colloca come una cosa naturale, materiale, senza consapevolezza, nello i due fra intercede eserciti avversari. spazio che «Si ha l'impressione che quel silenzio sia fra i nostri due anche il deserto odii, la zona fra i due popoli di fronte. » brulla in mezzo, resa «Per me la guerra oggi è qui, in quel terribile gisce spazio che è la sosta fra noi e loro. » Perciò reai parolai che, dal dignitosamente contro vini fronte interno, felicitano i soldati pei giorni diinvano vivono. che tutte le sue cose nel sacre tempo «Divini — certamente bellissimi per e, soprattutto,per ma — la loro la come zione proie- parte ne- 304 TEMPO immutabile «umana, raccontare, senza tolstoiana»,e perciò può insistere,episodi di carattere e tolstoiano chiaramente complimenti a di merito per BDIFICARE DI soldato un guerra fatto caporale promosso mi e «Ho questo: come risponde: Come? — ai alter? Mi E cerco no. comandag breve di persuaderlo in un colloquio.» «Ora» scrive un giorno «chiudo questi vaniloqui e xiDaudet Da Tola leggo la Sonafa a Kreutzer. è sempre il mondo fatto di quelloI» stoi.... ma dalla dalla solitudine insieme Temprato e realtà il suo e pensiero politicosi fa piii cauto aderente alle situazioni. vengono Sempre più rari digli eccessi di passione parLitante e di Mi de go — sciovinista. fanatismo proposte seconda «così lità personail rifiuto delle subito Tenciclica che un di nunzio accoglie l'analto coraggio con guerra pensa fa concreta», dichiarazione alla devoto), cuore con equivale (ma guerra seconda alla che tedesche della e inchina Bissolati,riconosce di una Si pale» pa- effetto, e *17, con certo fuori, dopo il disastro di ottobre obbiettivo: siva «Eccesquesto giudizio stranamente Giolitti,che mi pare rindignazione contro abbia parlato bene, e benissimo Federzoni. Non » mai smargiasso per se stesso, aveva potuto nei prirpitempi parlare con fervore paradossale del- vien Tadorata tutto Italia. noi. Le I Russi vanno gesta degli alleati Faremo male? non lo vono. commuo- Di ci siamo che noi dinamici, pensa, non Ma e i tedeschi. poi l'orizzonte gli si estende, e vi sorge la luce di una Vede superiore giustizia. combattere i francesi,e ne prova certo «un senso di raccoglimento (usiamo le parole più schive) di fronte pronto a e questo deciso, successo che loro in terra nostra, c'insegna innegabilmente 205 Castellini Gualtiero Giustizia,perfino il e giustiziaverso diario d*un disertore rese unghefrasi di questo genene: con Tappla a Linz. Siamo giunti qui. Un pomeriggio domenicale. Mi assalgono i ricordi del bel tempo felice. Vedo la primaverja e quelli che ne godono. Mi volto meglio la abbondante, verso nemico. «Leggo il a fare guerra». l'alleato : — - — dall'altra SanV parte per Ambrogio Insomma è una «la guerra che chiede, sia per il sangue più, ancora, censurare. cosa » sia per dà non grave altro nel che ho bisogno di tanta che forza penso cere di forza che viene da lontano per vin- e — il Giusti come farmi non per e dire non e questa nostalgia». Soffrire dignità e tanta con meditare tanta con la superiore. Ma se figura di Castellini ci s'ingrandisceancora, pensiamo alle deduzioni pratiche ch'eglitrae dal dolore dal suo suo e pensiero. Alcune sue parole, scritte venti giorni prima del '18, hanno della morte, il 25 maggio un è umanità valore vedere mi quando entusiasmo lassù,in mia e vivendo ho voluto mi par sempre andare medaglia. né di pagar lontano La linea. Io ho — sento dai poi guerra in me, mentre e che l'istinto di di commuovermi di, musica, intelligenza — a si deve che — contraddizione, questa è utile «Stamattina soldati,perchè lascio della rovescio di i inno un della coscienza da testamentario: a né già deve al pensare è fatta non soldati. per stenza resi- ogni momento, ho l'orgoglio rendere prodigarmi, persona, — tendo sen- della ma dar an- non Voglio se dove bile, possi- illudermi molto bene 206 TEMPO Paese, ma tutto a pensando al mio di doloroso EDrt"ICAR13 m leggere anche quello che di so hanno saputo dopo precisava, riprendendo il filo dello stesso pensiero: della della e problema guerra si affaccia sostanziale non possiamo spesso risolverlo. Zola Tolstoi e di proumano, fondo, dire». E il no giorsene avveder- senza «È pace anche Teoricamente certo che nel a il senso Adì, ma sì: praticamente risolvere il resistere,vincere, e poi problema. Il nostro Papà era così: teoricamente Che aristocratico. democratico, praticamente vuol dire,in fondo, cercare i mezzi e ottenere per E vincere. la soluzione soltanto si avrà dopo ristabilito le sorti di tutti secondo aver giustizia» Il che vuol dire, chiosiamo noi, collocare T ideale limite matematico, ma mai a un non perderlo di alla pace alla giustiziaaccettando e vista, e mirare la vita ogni giorno come lotta e martirio. La e quale posizione è perfettamente virtuosa inattaccabile così dal lato etico come dal politico. Parole che ho citate, definitive, queste ultime nelle una quali si riassume personalità in cui il patriottismo illuminato ormai rumanitarie smo intrepido, il coraggio e il dolore, l'orgoglio la disciplina,il pensiero e l'azione ramente intee sono era venzionale conequilibrati. Si sente che non umiltà vere: scriquella che gli faceva «faccio il mio pre», semcome piccolo dovere . «vi converte mando in la mia fede modesta che si retorica era pazienza», e che non iattanza quella che nei giorni di Gaporetto gli faceva scrivere: «Pure, se Dio ci darà la tenacia di durare tutto da qualche anno, spero rifaremo E si ripensa con emozione a quella sua capo». breve la madre (ch'era degna di polemica con lui e tìella quale egli era degno) , quaud'ella non Castellini Gualtiero contenersi più sa la è guerra e ìun^a, eroico rihsegnamento «Pur comprendendo prego di sotto — imposta vita in E via. righe: quasi tutti buona facciamo Un un'anima lunga trincee è modo un grande, Già di nessuno e Croce, tato qualche la ci raccolta dicono moderno Fra e le all'altezza sui scelse le sono ha sue troppo pur- inquietarti. Gualtiero». «Castellini prende». lunga: che anima dire per è dalle fuori Anima scherzoso teva po- destino Baci. lo dei parlando lo storico studio problemi vie del quella di filosofico cosiffatte tutto spirituali prossimo italiane del ha guerra, e oltre preziose religiosi pensieri in morto testimonianze di morte Non noi. sempre e sulle dino, citta- grippe salta ingegno eroiche, che la che tedesco giovane un mo sia- ci magnanimo. giovane il Il dire: e che la capo; soleva gentile e — compiuto compagnia. superiore suo morale serenità santa mamma, tanto sol- non anche ma santità. «Cara preso Ci di ti » di di stato lei: da tutti trovarlo ufficio tuisce resti- materno, siamo legge ora un a coglierlo ultime oggi una poteva seconda affetto tuo entusiasmo. con pronto la che le s'ebbe che legge epistolare, una soprattutto La il riflettere sotto Gualtiero e che istante, un per pensa, pò* un 207 Castellini. esor^ a ziare ini- nianze testimo- per del le cose mondo avvenire. poche stanno II Dante dentro scura seduzioni Dante e per e noi è che è Lo abisso non Non o Le do quan- sua di ciò che altre vita onoranze e ingenuamiente o e questo alle letteratura La fondo. pro- Ma politiche accademiche. stette ne se autorità ma luj riva, Da tentativi centenario. del alle fra accorgiamo la narrare molti avemlmo nell'anno molte sull'altra toccarlo. per ci è varcabile. chi voglia per la sua figura. o ciò biografo. lingua che parla nettamente avanti quasi ci facciamo di faccia gli stiamo affidate è un*om- delle vediamo cisa pre- il per la per vicino Da è passioni. Senonchè il Rinascimento, uno stacco breve l'accento stretto viva. difficoltà nostro Dante ritratto mi luce una molte e di abbiamo Più sommaria. ma bra noi che L*immagine di Scotti. e lo coltà diffi- vere descri- genere furono tarie universimilitante accuratamente farsi di Dante, che sa disparte. Essa non cese dipartimento franpoeta troppo italiano per un logico. fraseocimitero un e troppo vivente per in Una per Yita una di larga Dante cerchia il per di popolo, o lettori,ha almeno scritta Il Dante 209 di Scotti i) l'autore della Vita arati-Scotti, di Fogazzaro. Con questa eglirispondeva, volere fino a che punto è non o volere,alla domanda: è riuscito completamente riuscito e come non nella seconda dei tentativi più ampi che uno Gali Tommaso del secolo metà sentiti d'idee letteratura una la come abbozzo è un e sempre noi lia fatti per dare air Itaviventi e di sentimenti si siano xix De voleva di poeta. Dante. Ancora Sanctis? Fogazzaro Il grande poeta nostro, assai più il solo che, con una esperienza anche gnare della manzoniana, veramente vasta possa insedi noi un'arte poetica,è ancora a ciascuno e per sempre, vare ritro- rifarci a un dobbiamo duo stessi, troppo arpassato, e le tradizioni più recenti sono, in d'autorità. Appunto perciò, complesso, povere tito e non per ^ggestione della data. Scotti ha senil bisogno di scrivere una vita di Dante. Ma i dati di fatto sono oscuri e lacunosi, e facilmente patta soggettialla leggenda.V'è quella comuniformità d'ombra, e v'è quel distacco stretto ma cipio. precipitosodi cui parlavo in prinLo sforzo di rendere credibile e coerente narratori biografia(ignotoagli innumerevoli di Goethe ed anche, per risalire tanto tano, più lonallo stile di Plutarco) è evidente estraneo in tutti i biografidi Dante e in Scotti non meno che negli altri. La nianze sproporzione fra le testimola che Dante dà di se stesso e i controlli e disponiamo fuori delle suno sue uno squilibrioa cui forse nesopere genera ha il potere di sottrarsi. Questa invadenza del poeta pesa sullo storico anche più che sei le integrazionidi 1) Tommaso Italiano BORQSSB. cui Gallarati-Scotti,Vita di Dante. per il Libro del Popolo, 1921. Temvo di edificare, tuto Milano,Isti- U 210 TEMPO secoli DI BDIPICARB tìi ripetizioni bigotte:T pesantissimo. Nell'insieme bene mi che pare ultimo dei quali lo Scotti abbia stito resi- questi pericoli. Esagera anch*egli, a della tutti,l'importanza obbiettiva a volte politicafiorentina di Dante, dimenticando fu sovrano della sua gistrato, mach'egli non città,ma altri cinque, per breve con e tempo, che della Commedm sere dev'esripostasi sublime d'inventario accettata beneficio con quando di mettere, nello si tratta stretto quadro della canto ace Alighieri di fronte al papa storia, Dante 83 il trova a all'imperatore. Ma pag. quando definisce quell'azione pogiusto accento litica attiva di buon e «partecipazione modesta Obbedisce cittadino alla vita del Comune » che qual- quasi come . volta Dante ha alla maniera «non ha mai dicendo encomiastica piegato mai il che genio», «non adulare, seppe suo e piegato costa», e non fu sola frase sincera». non «incapace di una Sebbene la vita di egli sappia che nemmeno Dante fui esente di compromessi sigenze praticie di trannarrare a poetiche e sia costretto gina (panell'/ra l'uomo 103) come politicosuperasse dovuto folle «le ripugnanze che avrebbe provare nelle trattative vecchi con venali» feudatari a e giudicare poco dopo (pag. 119) severajnente una qualche tortuosità d'ispirazione del Convivio. Ma distrazioni rari sono eccessi,momentianee che offuscano non la chiarezza guida lo Scotti dà racconto a questo suo più persuasiva quanto meno che Non o di che si trattava sovvertire la sua per sobrio libro. Il pensiero e costante, e un'originalità tanto ricercata ed esibita. lui di nozioni critica è del scoprire fatti nuovi acquisite,e quelle volte si esercita sullo scarso e di- 212 TEMPO poetica. «Certamente, rivelano, egli si doveva di in quegli anni e di coltura parole sue sentito rimproverare il suo passato poetico specialmente nei essere esilio lui a di e alcune come Intorno amoroso. centri EBIPICARE DI — studio i dotti — invidiosi le loro erudite denze, diffiavergli mostrato vano quella che essi stimafacendogli pesare attività leggera di lirico erotico. La una sere esgrande passione e i suoi versi dovevano dovevano sua stati commentati la persona, sua di sembrata Dopo » «Si trovava sua vita. che aveva Che di la tutta negli nasce, Nulla ideale? mondo suo Così disperata, la vita ciò cosa il » questa vava tro- dell'Impero. fallimento al si non in pugno di gli restava sofferto,atteso, studiato, tentato realizzare cenere. fronte di egli fallimento al davanti soltanto VII Arrigo di fine la solo già fatta era ogni opera pregio (Convivio, 1-3). Sono ma minor chiare. parole Non sfavorevolmente. ultimi o poca anni di otto Commedia. Divina per tende S'in- è Dante originalmente poeta Vita Nuova c'è più di quanto che nella corra oce è probabile che, se attestarlo; ma per d'azione avuto l'uomo avesse fortuna, il poeta molto sarebbe andato non piiì in là della Vita e la Nuova, ed è poi certo che tra la Vita Nuova che bene Commedia la c'è passione pratica La attiva vita ed sfocia una ma è alla nello al permesso infine, Commedia, quale della ha volta sua le da asilo enuncia Il nella profeta aveva un versare. tra- dalla nasce vita attiva, vendetta l'eterno nel- asilo delusioni contro temporale. se una tempo Il poeta cerca fantastico solo poeta di stesso restaurazione. questo che smisurata distanza una del po; tem- programma già superato l'ar- tista, dice scambio lo tra È della proprio di tutte comuni. E sempre visto Dante Ma vede. che la vita poesia pratica e le parole, della questo come è l'essenziale non d'aver biografo suo il rilievo in cui il il profilo dello sconfitto l'insistenza con cui accentua alla fantasia all'azione. Da ogni lato sua personalilà Dante sconfina. Il piccolo dello Scotti è tutto inspirato da questa dalla e libro tastica fan- vere crederanno s'arrende, è questo duplice passaggio dall'azione della lo ormai era serenamente cose moltissimi ritrattista mette nuovo diverse chiuso. parere lo 213 Scotti Scotti; o, con l'esperienza e compiuto, Tanello era di Dante n fantasia perciò ha pagine belle come quelle sull'esilio e i peccati di Dante (95-96) e quella bancarotta sulla vita politicacome (158) e quelle aJ regno sul ritorno irrazionale di Dio (166 e seguenti)e quelle sulla vita a Ravenna; perciò all'ombra zionale convenaggiunge qualche chiaroscuro di Dante lo spazio e restringe un poco visione, e ci separa da lui. Dico dello spazio che separa noi uomini dal medievale, non di quello che invarcabile fra la poesia di odierno, avesse che e che voluto perchè Dante è Dante s'apre lo spirito letterario voragine. Se Scotti e addirittura scrivere derni mo- libro un sia per dire come modo un più spesso ospite incoche un nume indigete nella tradizione letteraria italiana,come e perché la letteratura militante di oggi si sia dalle onoranze,, astenuta avrebbe non potuto far di meglio.« Egli » dice lo Scotti «non è il letterato odioso tipo creato dal Rinascimento lo sfruttatore dell'arte,il virtuoso delle lettere....» «Non si compio insiste altrove «una grande opera d'arte se in qualche e — — 214 TEMPO modo se si non perde per la essa le si sacrifica senza si brucia, in se non non I EDIFICARE m propria anima, misura essa e tazioni, esi- sienza tutta la materia greggia e incomposta della propria umanità. In questo l'artista sovrano si distinguedal mediocre artefice di versi e di libri. Per lui lo scrivere è la forma più alta di vita e di azione: è una mente purificazioneascetica ed un atto veraeroico. » Ma appunto perciò sulle due principalicime del italiano Parnaso — quella sfacciati e quella dei decoratori in c'è posto per monumenti non a cartapesta Dante. Appunto perciò la letteratura militante dei mercanti — solo per disgustodegli sbandiee non assente, ramenti, dal centenario. Se potessero parlar franco preferirebberoBettinelli. A Dante vivo Giovanni del Virgilio, rimprovererebbero,come di cantare per la gente dotta. per il volga e non è stato ed Dante, riverito fino alla cortigianeria, italiano. dal lctteratume è tepidamente amato la sua L'esempio ch'eglioffre è troppo diffìcile, strada è troppo malagevole. lo raccomanda lo Scotti, Nessuno, e nemmeno Non come esempio da imitare scolasticamente. cadere in un'enfasi bislacca, si imita Dante senza i puri classici senza si imitano dere canon come così nella melensagginedell'acquadistillata, ogni industria d'alambicco, diversa, nonostante dall'acquadi sorgiva!Né si tratta di ripetere, fu le secondo nuove circostanze e devoto in cui un di Dante credente di Cristo. Il poeta italiano la poesia come cui le vivono solitudine e il suo fede tentò Carducci. generazioni,la sua in buona sdegno: come Scotti parla d'imitazione nuove umile in una nel senso zione parla d'imitasmetta di siderare con- pianta ornamentale Il in coltivare da la più e l'arte tratti essere un si poeta, Così Dante, dei facendo essere mortali a ogni italiano sarebbe cioè credito poeta e e me co- come fra uomo uomini, come non di vergognato impeccabile un rappresentatore, società viva vocazione Dante puro d'avorio torre prigioni; come una come 216 la delle coscienze, professione. una Scotti fugga serra; obbrobriosa fra coscienza di Dante di campare e turbabile incon- nella suirimmortalità. può, dantesco. senza emulare 1 Teatro renascentur Multa nuovo. cecidere; ma iftm quae italiano la ha da risorgere non disputa sul teatro perché è sempreverde da parecchi secoli e, se stanza muta gradualmente di fronda, non muta di soGli italiani, essi soli, e non si son che messi in capo fin daj Rinascimento letteratura ohe si rispettidev'essere come una e un bel di tronco. palazzo le con scale,scalone, stanze per sue scuderie, cantine, abitare e sale è di presentanza, rapda s'ha completa, completare via via secondo un piano prestabilito tramandato dai Greci e imitato più o men bene In ogni palazzo letterario i dai popoli moderni. saloni più illustri sono quellidell'epopeae del si diedero dramma. un Dapprima gl'italiani specialmente gran da fare per l'epopea;poi che culminarono le drammatiche dopo glorie della Francia e dell'Inghilterra si appassionò Ed oggi non v'è molta di preferenza al dramma. talia sul serio perché all'Igente che si rammarichi manchi nale naziovero un e proprio poema e, non se — — come l'Iliade e l'Eneide; ma sono simi moltis- al sul serio intorno quelliche si torturano cosiddetto problema, che è poi un qui prò quo pedantesco e accademico, del teatro nazionale. I dati di questo problema sono tutti,almeno Teatro 217 nuovo Si qualche misiu'a, arbitrari. ia che supporre vi non di teatro un la teatro sacra salvezza sia col letteraria e sistenza negando l'e- si continua dramma; pK"eticasenza cainincia italiano (come se rappresentazione e sero fos- non il melodramma); si prosegue riducendo annullando o di tipo dei singolitentativi drammatici il valore a Pirandello, dalla «regolare», da Machiavelli alla commedia se; borghetragediaclassicheggiante si conclude invitando i «giovani» a una cie spe- lavoro di riparare la paese collettivo dovrebbe si cui con in Ma, se quando parve alla manchevolezza. critica,anche nessup divenuta in Italia nel chiedere ribelle,fu così ortodossa come alle millenarie e rispettoai santi schemi tradizioni,in nessun paese il genjo dei poeti fu così indipendente e, in alto senso, romimtico noi da come nel forme nuove creare nell*abo- e di lavorare quando credeva liana progenitori. La poesia itascendentale quanto è capolavoro è quasi tutta trae visionaria, dal dolce stil nuovo lire le antiche pur falsariga dei sulla in Divina dalla e rami Conxmedia Per del futurismo. nella talvolta realtà. la con la che secoli spezzava A s'è raffinata essa in e ove le e la coscienza sue basi nel dal lontananze. si mondo alla donna media^ Com- morta, del poema fisico della lirica cielo cavalleresco, poesia leopardiana sembra, capovolta, stellato onnipresente, nelF infinito e guardare gli uomini e la terra e brile feb- una filiformi, se coli addirittura, i vin- questa fuga nell'assurdo paesaggio morale certi e rendeva petrarchesca fedeltà le cavalcate avere Pascoli la sintesi cabalistica della Diulna debbono il non sette a dell'assoluto ricerca sublimazione pure fino nella solo vicinissimo morte, da e quelle 218 Il di predominio uno mostra lettere nostre EDIPICAIIB DI TEMPO nelle spirito cosiffatto quanto Teducazione cattolica scendental tra- abbia agito sulla nostra degli esempi grecogente più profondamente romani. Naturalmente sultanze questa direttiva ha ripositive e negative. Il capolavoro raggiunge finitezze e trasparenze incomparabili; poiché il capolavoro è raro, la gran massa ma, nutrita dall'amore della produzione, non per voli alti di cui la realtà ma non degli capace è ambiziosa, risulta più pallida e insignificante Altre al paragone. letterature vano più pedestri troe neirosservazione che alimento cinie del si direbbe conferisce che e della un vita alla un tutti di portata interesse certo com'è così anche a e die- cui manca di opere l'impulso In Italia la smania del assoluto. centinaia a capolavoro condanna sublime alla sterilità presuntuosa folle ad alture poeti incapaci di rassegnarsi Il gusto della realtà è scarsamente più modeste. v'è né sviluppato, e senza questo gusto non intere di né romanzo Gli dramma. hanno italiani ch'essi an- i loro tici; drammae capolavori narrativi in una della ricerca ma pochi; concentrati di perfezione senza margine così che ciascuno il romanzo, ai Propiessi essi (si pensi, per esaurire pito il comSposi o ai Malapoglia) sembra di un generazione; grande artista e di una tali né non tanti, per piacevolezza e varietà, da riempire la vita di una signora divoratrice di racconti dell'anno ajnorosi biblioteche cartelloni da occupare al frequentatore di romanzesca le o la Il Qarattere italiana non circolanti, né produzione eminentemente tutte La teatro. basta basta a drammatica lirico a le sere zione produfornire tenere i interna. e fantastico 220 TEMPO EDIPICAEE DI è tutti i carmina quello che promette più indifferenti alla E si comprende che, non pane. loro coscienza letteraria,non vogliano, facendo contro teatro, sentirsi degradati, e recalcitrino la quale altra cosa la dottrina estetica secondo fra è il teatro altra e è cosa la letteratura. considerazioni Queste del parte il fenomeno spiegare possono «teatro di cui nuovo», in s'è discorrere, prò e contro, ma più Non in questi ultimi anni. v'è contro s'è voluto una scuola, come dire, e tanto meno fatto un una combriccola. gran che prò parecchi a poetiche parecchi genera mune co- azioni pubblico in è il caso di esprimere e di analoghe. Non giusto ingiudizio complessivo, che sarebbe tutti quei drammi se leggero, come macchine Ma officina. critica casi e fossero di d'animo stato uno scrittori, che reazioni e un v'è V'è migliori come significativoe dalla nelle nelle sforzo uno uscite serie a non stessa peggiori inutile di di osservazioni dello scritil campo tore al popolo e alla vita italiano avvicinandolo allargare collaborare a ogni giorno e preparandolo E all'indipendenza intellettuale del suo paese. nelle peggiori v'è un nelle migliori come voco, equiche nuoce di metodo errore un gravemente tico è nell'atteggiamentocriai risultati. L'errore miglia. di fae polemico che dà a tutte un'aria di La come pesa non riassunta ho canzi prima un aver in alcuni incubo andare osano letteraria tradizione chiesto su davanti scusa italiana dati di questo genere: po- fondamentali questi scrittori che al pubblico senza alla poesia. Ognuno al lavoro si metta dopo un pare in un'asserzione si concluda che contrasto di essi che intimo battiva com- «Ah, voi dite che il Teatro teatro vi ci fa può, la commedia vino. Di necessità in poesia? Ora un ha certo un inferiore», «genere alibi. di chiamare oscuro Intanto, tutte il dramma e le volte dramma,, il pane il vino pane, le confessioni,i grotteschi,le fiabe, commedia, qui Poi le avventure. articolo a un evita che Egli lui. darsi con supera è non io». vedere di rimorso letteratura? vedere faccio E lo è non 221 nuovo critico la e mezzo a in cui santità d'inserire ragiona della nel e condannato in dramma fantasia. a un documenta personaggi reali, mette sublime canarino cura far la Oppure, un lirica naggio persocome in gabbia o un grammofono casa una d'impiegato. Oppure piglia pari pari i personaggi del suo piccolo e profondo dramma di tutti i giorni e li veste di piume sentimentale perché spagnuole o di pelli trogloditiche,non la Spagna o il mito in quanto senta senz'altro la ottenere Spagna e in quanto mito, ma per la lontananza il pittoresco. e poesia attraverso Tutti questi espedienti si equivalgono. In sohstanza gli autori che se ne valgono considerano, una senz'awedersene, la realtà come pietanza la poesia come si versa condimento che e un sulla la letteratura pietanza bell'e pronta. Poiché italiana predilige i fiori illustri e fra offrirci un osano mazzo questi la rosa, essi non di fiori campestri senza prima averli profumati di profiunieri. Fanno, sì, il teatro, con essenze chiedendone alla ma scusa complimentosamente poesia. il nuovo soffre di un teatro suo Insomma, non presunto peccato originale.E perciò esso risolve il dissidio fra scuola e blimità popolo^ fra surealtà nella letteratura italiana,pia e un 222 TEMPO riporta lo scolastico verità di di DI sulla peso ove l'elemento scena, si accapiglia con la tradizionale e sperimentale. Ci pubblico di e molte confusioni si dovrebbero minare eli- sono critica che bene comprendere per ^ EDIFICARE questa strana fioritura fondono giovanile.Parecchi, per esempio, conl'arte di questi novatori con quella di Pirandello,che sta invece quasi completamente loro perfette a sé,che ha prodotto cose a modo // giuoco delle parti e Così è se vi pare come e che di merita fuori vedono artificio e forma e finisce che la della Ma non all'in- mi occupiamo. Moltissicommedie nuove scrittori che esecuzione a ardentemente critica che lavorano di conquistare le confusioni del pubblico impensieriscono: quello d'accordo essere per in ultimo sempre discussa e condannando sperano sicura. con Tarte una perflua suappello, rende È invece giustizia. pericoloso l'equivoco mina stessa di questi scrittori: l'ispirazione questa, credenza che queste falange di una sul serio in menzogna, e sommaria vera, di cui ci della corrente non una esaminata essere che la realtà non basti all'arte e la poesia vi si possa inserire dal di fuori. Dal quale equivoco viene l'atmosfera non vitale delle loro della commedie, in cui le creature realtà piana e grassa boccheggiano nell'aria rarefatta dell'astrattismo Parecchi belle. da rimorsi di essi sono estetico. capaci di Purché sgombrino impai-aticci,purché di accettare in blocco la cose loro abbiano la loro mente interamente il raggio co- ispirazione. Non è vero che il teatro abbia le sue leggi (che sebbene da Aristofane tanti in giù poi nessuno, ci si siano provati, è riuscito a raccogliere in è vero che ài pubblico abbia un codice). Non Teatro fle per sia viva esigenze»: un'opera è vero soggiogarlo. Non è vero poetica. Non sue l'assurdo che 228 nuovo di manca realismo vitalità il lirismo e che che compromesso. di un davvero le cabale stare e le di caso di uno alla davanti vero il faticoso un vita e quale nella a Se è essi e namora s'in- vissuta, lasci suggestioni calcolate,sia uomo un Ma vengono non fantasia la un'opera premeditato sempre realtà la drammatici. siano non finisce Natura, plicemente semcome Faust, e farà un'opera terribilmente come è, per esempio, La Parigina. Se di essi è agitato davvero da uno una nazione immagitrascendentale, curi di portare tutto il l'alta senza dramma, riguardi pel pubblico, a quelfarà fece e teatro, come temperatura, Ma nella non faccia, Tempesta. Shakespeare né lo spettatore dalla questi né quegli, passar trascendentale del monologo a quella temperatura già disse poetica, del di di quadretto sublimità l'altro e Siffatte docce genere. di realismo soffocano alternate l'una e suppliziano i nervi. Il pubblico digerisce tutto, perfin l'arte vera, siano di sapori troppo purché gl'ingredienti non pazienti lo si imdiscordi; segue chiunque, purché non e in qua già largo di benevolenza gli sarà largo di gloria si decidano drammaturghi al menandolo — realista scusa una vieta e fantastico o e ^enza «teatro non che i dargli a sia lo del senza — è nuovo»; appena trascinare disputa accademica non gusta. Esso là. in e nuovi teatro derne chie- spettatore in ch'esso non prende com- Pirandello. Perfino i titoli delle Pirandello di invasata può con dal formularsi più che occupata, personalità. Il quale problema Noi pronunciamo a questo modo. sola una fu come ci emissione regoliamo o di la voce crediamo di golarci re- noi di fosse ognuno considerata attentamente, di davvero se Ma, monade. elementi quanti sempre, della brevissima paroletta io, e una ma l'ani- die mostrano opere dissoni dissociabili e unità! è formata in quanti aspetti, che volta volta a a valgono per definitivi,si presenta medesimo ed stesso uomo un se a agli altri! quali stacchi il me profondi separano questa presunta lirico stesso intimo ed dal stesso di oggi da pratico, e il me mani! Nulla, anzi, è più illusorio che espressione stesso, adoperiamo: me questa non sì non pure visione quello cosi abbondantemente di quell'altra che o Non v'è medesimezza perpetua, non v'è tuffa mai è che senza Problema all'infinito. nella corrente: ritorno filosofico Non stessa non do^ di ma quivale: l'etabilità mu- visibil di- il nostro solo corrente. di punto irrevocabile (e ma individualità, non e di e mendace e individuo. sino sociale stesso me io Esso vista, ma fantasma. nuovo), o tema ar- Pirandello Sarebbe tistico? altro iiient' 225 filosofico problema pensato; diventa che artistico tema ch'è sofferto. Varrebbe dal momento fosse se la pena che giorno lontano, quando fosse giunto per lui il di raccoglierele vele, Pirandello momento ci la genesi biografica di questa sua narrasse sistente perdominante e ispirazione.Ma forse egli curiosità si stupirebbe della nostra e rebbe gli verfatto di risponderci, mezzo trasecolato, mai avrebbe che non capisce come potuto peu'ad altro. C'è dunque sare qualcosa, nella vita un s'avvicini alla paurosa grandezza ed alla grottesca comicità di questo problema? È possibileaprir gli occhi alla luce della vita e veder altro? su altro,meditare interna ed è Infatti che esterna, che alla esagerato dire, come fine del XIX secolo si dice, spesso le religioni almeno fossero liquidate.Una dente rimaneva, e arfino al fanatismo; quella che divinizzava i diritti e la potenza dell'individuo, e neva sottopotutti del soggetto.Un una ammesso, più era del i fenomeni mondo alla Dio trascendente non realtà obbiettiva delle Ma, creduta. tutte anche se critica più era non cose l'individuo si frantumava, il a rotoli, soggetto andava che cosa restava più in piedi? Anche Pirandello, tutti gli uomini di quel tempo, sarebbe come del di portare corone al simulacro stato beato se Dio Io e anche d'intonare colpa sua lo sguardo se al non la c'è sua Laus riuscito. Yitae. Appena Non è volto all'Individuo so^ dell'epoca, ha cominciato veder a doppio e triplo vrano, que e multiplo. Anche quest'ultimodogma era dunanche una relatività, quest'ultimo appiglio era nume inafferrabile. Qualcuno supporrà BOROESE. Tempo ch'io di edificare. attribuisca a Piran15 226 TEMPO dello motivi pensiero.Io DI EDIPICARB fini dei s'è dato quali egli non invece trovo questo sgomento ììh dell'io nettamente rico davanti alla molteplicità 119 di Sei personaggi in cercp. a pag. espresso d'autore (edit Bemporad) : « Soltanto per sapere, lei com'è adesso,si vede.... signore,se veramente vede come per esempio, a distanza di tempo, quel che lei era una volta,con tutte le illusioni che allora si faceva; con tutte le cose, dentro e intorno a lei,come allora le parevano ed erano, realmente erano Ebbene, signore: per lei! illusioni che adesso lei non ripensando a quelle si fa più; a tutte quelle cose le che ora non sembrano un più come tempo; non per lei erano si sente mancare, dico queste tavole di palnon coscenico, il terreno, il terreno ma sotto i piedi, lei argomentando che ugualmente questo come si sente,tutta la sua realtà d'oggi ora così com'è, è^ destinato a parerle illusione domani?» Da e il pessiciò, erma bifronte,l'umorismo mismo e — -- Pirandello: ulmori"imo acre mante, consue così diverso dal dolce solletico, che altri di maestri ai che no meritamente quest'arte, celebri,fanvanti piedinidelle lettrici; pessimismo che dadi alle ultime conseguenze talvolta riecheggia, senza s'imbosca non e accenti imitarli, nella già altra volta udimmo nostra poesia.«Eppure» si legge a pag. 126 del Fu Mattia Pascal la (ed. Bemporad) «eppure ha l'illusione di rendere coscienza, pensavo, più facile e più comoda l'esistenza! Ma, anche mettendo amche la renda veramente con più facile, tutte le sue macchine così difficilis complicate, E quale peggior servizio a chi io: domando sia condannato a una briga vana, che render» glielafacile e quasi meccanica? sconfortati che — — » 228 TEMPO barcolla L'uomo vincoli catene e Pascal è forzato BDIPICARE DI sorretto da d*ogni sorta; e il fu Mattia autentico risuscitare col suo a cade e se è non nome. Pirandello è inverosimile che Non la storia dell'uomo misso, qualche 0 «come la via l'ombra tratto del rabbiosamente su essa. Flaminia, andato a mi lì? rono s'affissafar un corpo, e rimasi alzai un infine piede mio contemplarla; a Cha- matto. un guardai attorno; poi gli occhi su da narrata senz'ombra di simile. cosa «Uscii di casa» (p. 231) Mi ritrovai dopo un pezzo per vicino a Ponte Molle. Che ero Mi conoscesse Ma io no, io poteva l'ombra calpestarla, «Chi «Due era mia. piìiombra di noi due? non io lei? o ombre! «Là, là per terra; e ciascuno poteva passarci il cuola testa,schiacciarmi re: sopra: schiacciarmi e io,zitto; l'ombra, zitta. la mia vita.... «L'ombra d'un 'morto: ecco «Passò rimasi lì fermo carro: un apposta: le il cavallo,con prima quattro zampe, poi le del carro. «Là, così! forte,sul collo! Oh, oh, anche tu, cagnolino? Su, da bravo, sì: alza un'anca! alza ruote » un'anca! Chamisso Può anch'essere che l'affinitàcon fra i roMa sia solo apparente e superficiale. mantici, fra i decadenti, si devono care cernon e i presupposti di Pirandello. In essi,oltre che nella sua propria coscienza,egliha trovato del dissidio e la volontà di supeil tormento rarlo. — E già che nel Fu fanno Mattia Pascal sono atteggiamenti dialogo presentireil teatro. Il Pirandello 229 tolosi fretsono diretto,i passaggi intermedi e abbozzati, mentre qualche volta appena sfruttate senza situazioni principali sono re^ è sempre le sidui. tardi quest*autoreè arrivato relativamente al teatro, l'indugio si deve timidezza alla sua di professore. Non finché la di erudito e osava, fosse ineluttabile, necessità non presentarsi al novità che dovevano berie. strampubblico con parere cato Ripugnava a quest'uomo sensibile e deli- Se metter fuori volerlo simile, senza e l'enorme alle scomposizioni Il dramma dalla l'altro stesso portano, si direbbe stesso stesso di — Ci un da funzioni due d'intenti, scultori dissidio fra quella e due perlo, sa- risti. futu- tanto Tuno e di un'inconciliabil aspetti Protagonista ed antagonista un po' grossolanamente, lo allo cappello, e Fio e il tu si riferiscono della rappresoggetto. Perciò il metodo sentazione non specie può consistere che in una sollazzevole non fregolismo. — molti vollero si decidesse ancora un'altra Il diversità lui, difatti,non quanto umano, essere. di così neanche senza pittori e in consapevolezza fra dello dei sorge essere forse e nonostante drammatica tecnica una un anni prima che Pirandello queste temerità. E ci vorrà forse po' di tempo prima ch'egli superi a timidezza. problema morale e psicologicoche lo ispira è grande; i personaggi a cui lo attribuisce sono di mea piccoli.Quel Mattia Pascal è un uomo 230 TEMPO che mediocre che non EDIPICABB DI levatura; così abbia si capisce come scapigliata; così vinezza ideale di che brutto gior una il che in si esaurisce viaggetto e in una relazioni Ripetta. Le sue Se esperienze meschine. sentiamo avuto limitato libera vita una goffatnente suo che qual- mobiliata camera a volgari, le sue ha ressante, un pensiero integli appartiene e che sono non dell'autore. quella volta parla e pensa per conto Il problema della doppia personalitànon è pane subirlo, ma pei suoi denti. Egli può ciecamente viverlo. non Simili osservazioni ed drammatici, Dramnia è la fra per pei Sei naggi personaggi. perso- i fra inafferrabile vita serenità nel come inconsistenza, sua della varietur ne l'arte imlmuta- aireternità? travagliatodalla può Puomo, e dairattimo si passa come trovare anche i randello Pipiù potenti che abbia dell* io scritti. Qui il problema i rapestetici. Quali sono in termini porti tradotto bile? farsi possono creazione La tragicitàconsiste in questo: che alla sua Tarte volta si proietta sulla vita, che il fantasticato tumulh diventa reale, e il fiume della mutevolezza tuante ingoia queirillusione di eternità. Pensiero altissimo; e perciò stupisce artistica? Pirandello che lo abbia di piccolo-borghesi incapaci Così avviene volta tanee di e che compia c*è tutto il pubblico e tempo qualche non sia alcuni conto. siano volta altra questo dramlma divertente Ma qualche non capire che cosa in e oscure rendersene parole le loro che in incarnato in spoi^ grado è soltanto non una bizzarra. ancora ottanfanni. lui lo scrittore di prima Allora che Pirandello tutti riconosceranno prim'ordine, ed egli stesso Pirandello avrà fatto uu altro bel Q31 pò* di strada. Le su« pari al signifiqato hanno: la scomposizione analitica deirinche avrà dividuo dato ricostruzione luogo a una sintetica sotto la guida della coscienza religiosa unisce tutti i particolarismi; e che la morale creature sanamente saranno divenute reazionaria che è al fondo di tutte in luce. queste negazioni sarà venuta Ce ne sono preannunzi dovunque. Nel Fu 'Mattia Pascal, a pag. 191, si legge: «Se la morte, insomma, che ci fa tanta ra, pauTestinzione esistesse e fosse soltanto,non non il soffio che spegne in noi questo della vita,ma noi abche biamo lanternino, lo sciagurato sentimento di essa, penoso, perchè limitato, pauroso, oltre definito da questo cerchio d*ombra fittizia, àmbito dello scarso il breve lume, che noi, pòlucciole vere sperdute, ci proiettiamo attorno, rimane in cui la vita nostra come imprigionata, sale, esclusa per alcun tempo dalla vita univercome che dovreimo eterna, nella quale ci sembra un già ci siamo e sem^giorno rientrare, mentre mento vi rimarreimo, ma senza più questo sentipre d'esilio che ci angoscia?». dice: E nei Sei personaggi (p. 53) il Padre desolazione «....una mortale, che è la vendetta.... del Dèmone delPEsperimento che è in me, purtroppo: di un bene cioè delPattuazione bile... impossila fede assoluta, quella quando manchi fede che ci fa accettare umilmente la vita com'è; orgogliosamente intendiajmo di sostituirci realtà che crediamo ad essa, creando per gli altri una modo non a è^ signore; loro; mentre ha in sé la propria realtà che perché aiascuno va quando sia nociva a rispettatain Dio, anche e noi noi! » 282 TEMPO Sono dire, tutta anche che e tra i contrasti la sua dei che, di parentesi Tarea deirarte piii i EDIFICARE sentimenti questi uscire DI disattenti passa dozzinali indagine grotteschi. e prima occupare, Allora pirandelliana. le della degli umoristi' appassionata ferenza dif- dissonanze acerbe sue vono decosì per s'accorgeranno tra poi, o di e mestiere, le zioni diletta- Emilio Quìdqwd più di Praga. dicere tentabat emt. versus Una cilità fa- trascinava Tispirazione delaire, Emilio Praga, e in Heine, in Musset, in Bausuoi predilettiesemplari, Qgli vide piuttosto ganze. elegli appariscenti dissidi che le ardue Se che ovidiana umilmente: confessò ne ohe Io mi son nn La lascio andare. quando ya la penna Si descrisse un indegno, di te Di cui mancar ma non tanta o povero divina, nn poeta sognatore Tali alla celeste meta, l'amore. mancò modestia si giovarono 1 critici che, il giudizio,lo belFe fatto nelFopera sua nel contenuto e ripeterono pari pari. Nella forma irregolare; satanismo, eropassò per un tismo, atteggiamenti d'improvvisatore zingaresco, alla lettera;e molti, senza tutto fu preso scerlo, conodi trovarlo al suo posto nella sapevano «scapigliaturamilanese», tra Boito e Tarchetti. Ma questo ppète maudit osservò il Croce che trovato •— 234 TEMPO si die la né briga Ora la non — tenerezze né brutalità idilliche a arte, sua in le tutte sue si oastità. volume un sembra me rio se- ; e, scossa sentimentali adunata poetica, e a opera studiarsi così con sua sensuali della e interamente appare sul conosceva superficie rugosa la trovano EDIFICARE leggerlo atroci odi pò* un di DI più proficua glianze inegua- in una scarna sviluppi, che tramiti fra fossero antologia ove scelte^senza le composizioni migliori.Egli non runa e l'altra, è infatti di quei poeti la cui essenza spirituaìesi i e in concentra canta non troppo alcune per di un lirismo mo; supregocce eccezione quando l'ispirazione è divenuta bile; irrefrenacompressa il suo vivere è un cantare sante, inces- lungo a tutto ma significatodella questa ubertosa il e in C'è suoi differenza una sua è opera continuità notevole di tutto sopratgrafica. autobio- valore fra le sparenze; Trae poesie, fra Tavolozza anche nelle pagine iniziali l'impressione ma del lettore oscilla a più riprese finché trovi l'equilibrio.Da principio non sappiamo ritrovarci in quella facondia naria, un po' troppo boin quello strofeggiar pratiano ove, guendo seinclinazione la comoda del ritmo, parole di lusso che e parole conversati ve, apostrofi eroi- prime le ultime e , e con uno bottate sardoniche ruzzolano strepito baldanzoso. staccarci, e presto Ma tutte pure insieme non comprendiamo sappiamo che fàscino soprattutto un quella lirica ci attrae con la capacità, singolarmente forte narrativo, con nel Praga, di concretare in un breve giro di versi gli elementi di un racconto organico e bene articolato. e Pensando ad alcujii a certe rievocazioni ove bozzetti, le battute fanzia d'indel 286 TEMPO Della EDIFICARE DI pratica di colorista gli restano lo talvolta fanno somigliare stranamente che tracce un a parnassiano: Parea e del color In la che, a che sincero sbrigliatezza del sintetici forme e s'imprimono È fosco,ha la pienamente di rado non solito suo proverbiali robustamente così dolce credo che marea. sentito poeta; così ritrova, malgrado poetare, accenti che contratte e memoria. nella crin un il crin ti sfiori guanciale. Sullo stesso Non ciel è queste visioni e il zaffiro, egiz'iansplendea ruscello immobile lo smeraldo che più gioia franca esista, fé pura in questa terra!.. Che resti una eternamente trista! Fossi Cassandra in guerra! eternamente Fossi Diomede una pietà profonda, M'agita ancora dal cinico E, ingegno al cor devoto^ Il desiderio dell'Iddio Disperammo, Giovinetti oh m'innonda. cosa ancora e orribile! buoni, L'empietà sposando al facile Rimeggiar delle canzoni. Sono cose diverse, ma ricordabili l'una canto ac- al forte sentimento perché in ciascuna corrisponde Tespressione ben delineata e danno un pendio comprecisa e perché tutte insieme dei motivi sinceri del e più costanti confessione rale, Praga. Una plenaria, estetica e moairaltra si troverà apre la raccolta nel canto alla Musa Trasparenze, non con tutto cui si per- Emilio dove fetto,ma si Praga 287 leggono quartine di bile ammira- slancio: Oggi Satana, domani In ginocchio nella polrere Implorando a giunte mani; Or Or frenetico di gemente e vergognoso, Come nn nom Porti un abito Né in Del Che quei orgoglio, che in reggia nna cencioso; dì che novissimo al toI fantastico poeta, apparìa nel ciel d'Italia Come pallida cometa, La Fu E rugiada dell'encomio profusa al mio passaggio, stupii,povera D^esier Né vista e quel dì che lampada, raggio; d'esser un primo fischio Mi trafisse a parte a parte. Per scoprirmi all'occhio attonito Le voragini dell'arte; Musa altera Ansie ancor E oh! dillo all'anime del mio destino, all'orecchio — susurralo Del mio pallido bambino Non Non In La Non un verso a Bruto — o a Cesare, sol gettato ai venti cui freme e rugge e turbina bufera degli eventi! un solo all'empiaSatira, Alla livida Ironia.... Diedi il braccio alla mia patria. Le Nei un negai la poesia. quali versi, del .'73, è riconoscibile una sfida polemica al Carducci almeno alla poesia o ed Epodij sebdel tipo di Giambi carducciana bene le convinzioni politiche dei due poeti in di patria e a odio del clero fosquanto ad amor TSMPQ IDIPIÒARfi DI Odio identiche. superficiale e manierato in Praga; suggerito,a torto o a ragione, da una storica in Carducci; ma visione in sistematica teria quello episodio accessorio, in questo invece maintegrante dell'arte. Per dir pitibireve e più del notevole chiaro, è molto questo proclama mica. Praga contro la poesia pratica, politica, polesuperba consapevolezza Egli acquista una dell'intimità e dell'indipendenza proprie alla sua enfatico ma mente degnaispirazione,e con gesto non pio depone il reliquiario della sua poesia un'offerta ai piedi del Creatore. come sero Non facile sarebbe chi a cosi poeta cosi mosso, esposto alle occasioni, un'idea tanto della poesia pura quanto scopriamo in quest'inno dedicatorio in un Siamo ben letto porre supagitato,così l'avesse non altera e quella di transige in- che la tutta dalla lontani «scaj)iglianell'ovvio in cui questa parola ritura» schia senso d'esser presa; me giacché un'idea estetica cozia, quella cui il Praga aderisce implica rinundisciplina, stile. In genere ai lettori meno glierei preparati io consicominciare di proprio dal fondo, da Qui è il Praga migliore e magTrasparenze. giore. sua opera. Qui se stesso in da invoca il presunto De un Dio che doni — Il mio e pan tutto ove innocenti: fa che non si ammali illnsìone dei miei di quotidiano è la santa clamaui Profundis oh! Onnipotente! La mia pallida mnsa, Ultima riassume satanico fatali! canzone. Ch'io possa Negli Dammi E adorarti, o Signore, sempre astri in cielo,e nei fiori in giardino; la calma permetti che e dammi yiva il mio un po' d'amore, bambino! non 239 ì^milio Praga Qui il Come goccia cader nna della rasserenatole presentimento nel tno Morte, tranqnillo oceano, plenilnnio sereno! morte: seno, soave qui l'ansiosa paternità: e e 0 mio 0 mio bambino, nnica mìa giglio,0 mimosa.... dolcezza, queiresaltazionedi tenerezza per venerabili il futuro gli diventano chiama creatura); bellissima con Tamicizia e senza Io, da lontano mia nella crescente esulterò dì (mio rando! vene- la sua macchia: ^" perduto ti diran sovrane eletto,e ai lieti un come il bimbo audacia ombra quando, plaudendo, del duplice liuto, cui ripensando della nostra speme, i benedetti due poeti griderò: s'anco non giunti insieme! è Tode di Alessandro in morte Qui finalmente tutta bella ma tutta Manzoni, non significativa pei rapporti ideali tra il poeta degli Inni Sacri il capostipite la scapigliatura milanese, tra e e la terza generazione romantica. infanzia! Mia seria adolescenza! Blanda Manzoni! Io vi chiamo Non è molto del «reprobo poeta di messale sdegnoso e d'ostensorio»,del cantore di esplorare chi sa quali orgiasticoche credeva abissi di sincerità gridando: rimasto Giù " 1) Versi al Fu ed oblìo! questo cranio mio. giù, giù tino, giù primo albor Fanciulla,incidi: E un poeta scritti in un — su — sonno yiator,t'arresta giorno buio. Ad e ridi „, Arrigo Boito. 240 TEMPO della «torva l'Italia Di alla invece tornano Vecchio lustri quercia una come sa Iddio se infelice Questa Profanò la Iddio sa mai Se Vissi vii ho se v'è come mia adamantina bieca via! vegliato al l'anima senso aspettando mio un mai Che Non affranto perla fina, giovinezza mia la Per Lo e vita, sibarita. luce sua nella errando Un lo gentilezze certe mente Penombre: di cinque E nostra impetuosi gridi pallida giostra poeti suicidi. Una A Boito: levando Corre dogliose Arrigo da evocata musa» Per E EDIFICARE DI di amarezza mi mio gioiello. punse; fantasma non bello giunse.... delusione che possa bare tur- letteraria candore, né moda che riesca a inquinare tanta semplicità. Sotto una superficie torbida zoniana; l'acqua è limpida, mandi fronte ed alla natura e agli uomini è molto diverso l'atteggiamento del Praga non da Ciò vale dire quello del Manzoni. quanto idea di Dio, pur le ch'egli ha la. medesima con anticlericali le sue sue ambizioni e stiche. panteipose così cordiale Cristiano del la e resta, anche se non piccia s'im- dogma. Cristiano tardi è senza posizione dogma: di non Pascoli? sarà poco più Praga Emilio Gol che si vuole non parallelo un fra istituire in Praga dissimili estremamente nella il 241 alcun il Pascoli: e neirindole dirlo? la luce adamantina Ma, poiché i sia permesso avrebbe non — ancora nomi volta una e sogno c*è bi- — mai attribuito perla fina. son capitatiinsieme, a, una due poeti musicale preparazione stilistica.Pascoli di modo di notare che fu nario sorprendente nel Pascoli,universitario e dottriso ortodosso, l'audacia di dir tutto se stesin rima, di fare della canzone in ritmo e il suo pane quotidiano,di nulla considerare tanto umile e abbietto disgustatigli attraverso rintrodursi Per occhi. diversamente alcuni nella la Musa che ma dovesse questo lato fu non aspetti della tradizione venne Gozzano, poeti il cui gusto per e le con cose tico roman- del meno Praga, e potè opera sua letteraria quell'idealedella verità piana e popolare ch'era stato supremamente Poi torcerne lui i italiana della caro forma ai mantici. ro- crepuscolari, intime e delicate sione confesuna respinse modestamente, quasi con di trepida debolezza, la poesia concionatrice,e la cui attenzione alle voci sbiadite della ci esercitò a serie ricerche, d'anima coscienza e di stile, da cui la nostra letteratura trarrà,e g^ià comincia a vigore. Se è vero che trarre, nuovo e l'opera di Praga non può essere compresa giudicata se non da chi abbia letto Trasparenze^ è anche ch'essa vero è, tutta quanta, ij;idispenBORGESE. Tempo di edificare. 16 242 DI TEMPO EDlPlCARfi la testarda abbia contenacia servato ch'era ben l'idea che tra la degno di venir conservato: c'è la poesia, tra la vita e l'arte, non e prosa il può correre ^èr necessità stacco d'abisso ma chi voglia sapere come ritardari di questiromantici alle nostre lettere qualcosa sabile per rapporto che tra la radice corre Metrica,lingua,metafora Praga esemplari.Se essere caldo cuore e commosso non e e il fiore. in Emilio sono poeta vuol dire aver pronta fantasia egli artista vuol indubbiamente poeta; se essere i materiali espresaccuratamente dire scegliere sivi vecchia nomia antid'una noi diremo, servendoci che qualche volta giova,ch'egliè meno in tutto la colpa si artista che poeta. Ma non deve attribuire alla sua negligenza.Il compito dico fino a che punto consapevole, non ch'egli, suta s'era proposto, avvicinare la poesia alla vita visè e parlata,era Il ponte fra il verso troppo pesante per un gettare un la lingua uomo solo. scire poteva riuin tutto felice. Da ciò le sconcordanze, le approssimazioni,le licenze poetiche tanto più sgradevoliquanto più il discorso vuol essere suo tentativo umile,gli urti Da è dei e primi, e fra inconciliabili ciò le audacie senza non non qualitàverbali. stonature: La stanzaccia di Steno stava accosciata in alto Di un palazzo affittatoda un ebreo di Rialto; Palazzo in cui da secoli i topison signori, dai creditori, E che allora un roso patrizio, esitato. Aveva, dopo molto esitare, mi resta il casato. Dicendo: va la casa, ma È ma ha facile criticare la fattura di di Nonna il Gozzano delV Amica imparato più che Non c*è nulla di in tanta già questi versi: Speranza ci lirica dotta. nella poesia itadiflìcile, Tenti ventuno. e I. Dicembre Non voglio dire memorabile per che questa avvenimenti ai d'anno fine letterari 1920. resterà da gonare para- di mettere politici.Eppure pena fletter un po' da canto i singoli libri e di riper alcuni su aspetti più generali di quella che s'è convenuto «la di chiamare produzione ch*è sembrato attuale». L'armistizio, un biennio d'armistizio non un'era, è finito,e la letteratura avrà vita molto piìi lunga delle circostanze ciali soin gran e politiche a cui doveva parte il suo za vigore. Vorremmo dunque domandarci, sennessuna pretesa di rispondere per filo e per si presenta la letterache fisonomia tura con segno: italiana in questa inaugurazione d;i pace ? è certo Prima di tutto che c'è insoddisfazione, nei lettori e critici e nei negli autori stessi. di sentimento le tutte Questo, si dirà, è un epoche; ed è verissimo, perchè il capolavoro assoluto l'èra dell'armistizio non esiste, e quando pure ne vale avesse messi d'accordo, mo tutti nel desiderare altre fuori lettori cose e non la a dozzine critici solo ed sarem^ autori, altrettanto Venti belle di ma niente ha di simile Non dire: Finsoddisf caratteri suoi quella a che realizzati s'erano fa. Allora anni bellezza. diversa dunque che volevo giorni ha certi 245 ventuno e questo era azione dei e specifici stri nonon dieci sentivamo pali quattro princi- zio, Carducci, D'Annuntemperamenti artistici, Pascoli,Fogazzaro, Fultimo dei quali faceva in certo senso parte per se stesso. I giovani dapfa quei tre, poi gareggiare con prima si misero mente si riusciva ad uguagliarli, videro che non e finalconclusero Lo strano è che che tutte non e ne tre metteva le volte conto. avessero gione; ra- può dubitare che quei tre loro modo fossero a poeti grandi e degni di si può nemmen suscitare non emulazione, ma dubitare che i giovani d'allora fossero, in quanto emularli nel loro stesso campo, volevano troppo deboli; e infine è chiaro che quei tre avevano natura che cantato e un amplissimo De rerum ormài naturalistica era bel l'ispirazione per un esaurita i giovani,se volevano che far e pezzo qualche cosa di buono, dovevano volgersialtrove. perché si non Dove? De Sanctis concludeva italiana molte riletta volte ancora diceva con citata una di e una la Storia pagina della che ratura Letteè stata tuttavia merita d'essere volta. «Una letteratura simile» che quella ch'egliprofetava e che tutti vorremmo seria preparaziouna ne «suppone di studi originalie diretti in tutt'i rami dello critica libera da preconscibile, guidati da una cetti e e paziente esploratrice; suppone pure vita nazionale una pubblica e privata, lungamente in noi, ne' nostri sviluppata. Guardare costumi, nelle nostre idee, ne' nostri pregiudizi, nelle nostre e qualità buone cattive; convertire 246 TEMPO il mondo moderno assimilandocelo DI in mondo nostro, studiandolo, trasformandolo; e il motto petto^ secondo nostro EDIFICARB il esplorare di testamentario Leopardi: questa è la propedeutica alla nazionale letteratura pariscono moderna, della quale comdi noi piccoli indizi con vaste presso Giacomo la storia Da il e Giuseppe E al suo E romanzo. Giusti Leopardi grande lavoro termine. ci è non del Assistiamo la ancora uscita secolo ad manca il dramjma. manca è uscita non ci storico: romanzo da lirica.... Il è il Abbiamo ombre. una media. com- la ancora decimonono nuova mentazione fer- di una zione. formanuova d'idee, nunzia Già vediamo in questo secolo disegnarsi E dobbiamo il nuovo secolo. questa volta non a' secondi trovarci alla coda, non posti.» i giovani d* allora, i Si poteva credere che si dicevano desanctisiani', o quali tutti erano memoria a questa pagina e procurassero, sapessero le sue secondo forze, di seguirne ognuno sero Se volgli insegnamenti. Invece fu il contrario. le spalle ai tre lirici che li avevano duti precefu siva non perchè giudicassero troppo escludella natura desolali e quella celebrazione personaggi; ma perché paquei paesaggi senza reva ad essi che quei tre fossero troppo vivi e vizio macchiati dal robusti e dell'eloquenza e sedotti dall'ambizione di costruire e che, in una nuazione dimostrassero quella pallida esteparola, non è che il segno dell'arte suprema. Se zaro, Fogazcompatimento fu perché si tenessero vere non capaci di scriromanzi siderarono perché conmigliori dei suoi ma di una sopporta marchio come volgarità inil solo proposito di scrivere un manzo. ro- guardarono con superbo Venti Cosi venne più dei uno 247 ventuno e strani decenni della storia letteraria. Certo quasi millenne in questi ultimi dieci anni venuti anche sono su temperamenti di veri artisti e sono apparse cose senza belle; né potrei dire il contrario nostra le lodi che smentire pento. Ma mi non di e nella gli studenti dei si distinsero di universitari posteri, per curezza si- vicendevoli storia apparirebbero disperazione di noia, nostra così segnalate per e dominata essere ricordo vi di cui e interminabile e liberalità per altre elogi, poche alcuni breve nel più che sé ad dovesse anche esclusivamente, dagli scrittori la se trascorsa ora epoca dette ho che ne facessero fra Tesplorazione nelle tesi di laurea meriterebbero premi di virtù. Nemmeno il famigerato seicento così fu squallido. Chi vuole fin da ora un presentimento di ciò che due secoli uno o sarà il sentimento deiravvenire ritorni alPanto- Poeti cCoggi edita dal Vallecchi e giudichi, di presso, trentacinque o quaranta di a un fanno quei quarantasei. A vederli tutti insieme tale effetto che nessuna reazione un pu^ parere insolente,nemmeno Topuscolo di Pietro Mastri nelPintenzione che dell'autore era spietato. Per tutto quel tempo sole attività furono due logia dei allo scrittore. permesse tragedia, non non libro di critica alcun tutto le Muse. tollerata era Ma Non romanzo, commedia, non non poema, né opera lirica e la la genere ; fuorché considerato scelleratezza che solo lirica! e che tro con- critica! Quella di silenzi più che di parole, e i suoi strumenti espressivi erano gli spazi, i puntini, le pagine bianche, ì sottintesi che dovevano far pensare a passerelle lanciate sì e no sugli abissi. Questa, la critica,contava era se fatta 248 DI TEMPO sulle dita di storia della sola una storica, e EDIFICARE se i libri mano di zione narra- putacaso, scriveva francese (ma dico uno, letteratura una così perdonare il professorale perditempo trattando Victor da Hugo e Corneille i precursori dei dadaisti Danti da facchini e che erano Alighieri redivivi. Queste però non per dire) si biasimevoli la che faceva critica essere periodo venne un lirica restarono gli alle loro capisce stroncature. Poi raffinamento. Alla non se si menti, fram- segni d*interpunzione la accapo; e faceva articoli, e di ulteriore i L*una lirica la faceva potevano non Se eccezioni. critica si e sublimò prattutto so- in l'altra spiravano allungando il chiusi uccelletti collo, come esperimento per la campana dentro pneumatica. Alcuni vivi' e verdi, di questi scrittori sono si dolgono in cuor loro del tempo e perduto mentre della sapienza pubblicamente si vantano acquistata nella lunga vigilia.Questi li aspetteremo ironia. opere sia il cas.o. appena il coraggio di tacere divenute, secondo vere Altri finché e loro li ammireremo coetanei le forze non ebbero fossero il loi^ lontà. giudizio,pari alla voE certo non ria era facile,dopo tanta baldonaturalistica, ripiegarsi,osservarsi',«esplorare il proprio petto». Gli artisti nuovi non Werther scrivere a un venticinque potevano convinti di avere dei Leserano anni, perché non accanto. sing dietro a loro né degli Herder è pure Ma certo che il popolo italiano non teva po- aspettare per alcuni secoli Tarte che i letterati confezionando così pazienti con gli andavano processi. La guerra è sopravvenuta ad accelerare si crede, per gli svolgimenti, e non solo, come motivi materiali, cioè per la insolita difficoltà Venti e ventuno 249 dine importazione del libro francese e per l'abitudi leggiere invalsa nell'ozio forzato delle trincee nelFavida e ignoranza dei nuovi ricchi. C'è motivo un più sostanziale. Un popolo che ha vissuto questi anni di vita ha bisogno di sentirsi in nelle qualche modo parole rappresentato della sua lingua.Non che cercasse precisamente d* libri di guerra; necessità di libri suoi in aveva cui si specchiasse comunque Né Tanimo suo. chiedere mi osava questi libri ai frammentisti, otti- deimolitori perché vecchia forma poteva sorgere vita Da un a ciò drammi che Tozzi e ha di buoni la la e un merito disgregazionedella tabula che citare il che sa bei soltanto libri due rasa su cui di fango non breve chi ricorda soli esempi, di d'ogni erba faccio non questo diluvio lasciato e Ma questo biennio. conto, in così Anche è stato pure un Idi Moretti non poco retorica scritto,per e fascio questo terno linguaggio psicologico e inai quali dar ma pessimi costruttori stomachevole. cosa personaggio pareva la colluvie di romanzi, di novelle, di in ho e stati beneficii sono — — sono prosa e che un ciò narrativa una decina acquisto di tempo. peggio della letteratura recente, anche la vera e propria letteratura d' armistizio è rappresentata che né da quei due né da non altri degni più o meno di far loro compagnia, da gente che si nomina ma gere redinon per non si presenta cataloghi,con quante attenuanti al giudizio dell'avvenire! La più valida è questa: che i dell'autorità quando rappresentanti tradizionale sono paraliticio^i sbrigliamento dei reprobi diviene simpatico e proficuo. Tra il deserto la boscaglia si preferisce la boscae glia. Se i letterati ortodossi si gloriano dì vi- 260 TEMPO nell'Italia vere dei tempi sui cenotafi e antenati di delle loro fa anime di torbido, pur e riescono ad sedicenti fuori lapidarie invitando i cortesi indulgenza la presenta uno chio, spec- chi sé a scrive d'essere e merita ammirarle, contemporanei almeno secolo un cialtroneria sia BDIPICÀRE grajHìsconoparole ad modesta DI medesimo libri scomposti accendere suoi ai e che ma qualche un gliore ba- d'emozione. Ora tutti malcontenti: son buttando che alPanno a s'illudevano capolavoro, sera giù e di almeno sei collo acchiappare i lettori che speravano nel di rotta questi e volta romanzi volo a divorandone una scrittori uno al tnese il per battersi d'im- l'arte dele i sacerdoti significativo, che sì quanti articoli amebei pura per in tutti i giornali quotidiani non scambino scono riefra di loro. Sbadigliano, a leggersi nemmen lo sbadiglio sia un che e voglion far credere segno po' di e ne attonito ossecruio, ma il trucco è un vecchio. Alcune Una libro curiose inchieste tempi. ne va pubblicando la rivista Poesia ed Arte^ ho fatto parola in altra occasione. Un vane giovalente, Ravegnani, insiste nel dire, a un sono la vita moderna che presso, che bile di poesia: errore poteva di segni non dei è suscietti^ capirsi in pardi, Leo- concordi cosa sono oggi. Ma in una sta esiquelli che rispondono: nell'opinioneche non scrittore rappresentativo dell'epoca nostra uno che bene e (questo è più strano) sarebbe ci fosse. Un'altra che teressan inchiesta, anche più inè pubblicata dalla rivistina nuova il Segnalibro, «Quale sarà la credete che del periodo sucletteraria cessivo principale corrente alI*odierno, di assoluto disorientamepto non 262 TEMPO consisterà EDIFICARE DI in una e maggior discrezione minore di pontificale.Qualche cosa prosopopea simile ha puscolo già detto Fracchia parlando del credei critici ; né mi paiono molto diverse le considerazioni cui dà luogo un articolo di a critica militante Tonelli nuova nella {Per una di Rivista Cultura). Per persistere in questi decennali i più che atteggiamenti minossiani in una critici dltalia libro un Eroi la o dovrebbero come Port-Royal Storia di De dovrebbero fermezza nostri metter si tutti,chi prima chi e di i critici guardati quel genere tentano dopo, meno, la claustrale con Invece ben sono storici amonumenti su airarte Sanctis. contemporanei sugli 0, quanto Sanctis. De di Letture le o rinunziato aver ciascuno scritto avere dal e conto per giudicò sarà giudicato: nel che v*è anche ed una purificazione morale Il loro passaggio dalla critica all'arte estetica. è episodio di dilettantismo, perché non è non li conobbe Chi ritorno. in giovipassaggio ma nezza le vie loro deirarte. ch*essi sa Chi pensarono all'arte,e se perché sentivano mente solo a ciò le loro il loro sommal- lungamente astennero ne che e sempre forze sufficie in- ancora gusto chiedeva, e tica l'esercizio della crisegretamente considerarono l'arte che tirocinio un piuttosto come per come un Non all'opera veramente di e cuore, per bella. l'arte e sforzi ad verso un di e delle più gano giun- augurarlo la critica. La somiglierà memore degli non per caritatevole si dibattono alcuni Bisogna sofferte amarezze sarà sogno, i coetanei che o per questi artisti riusciti quella degli artisti mancati; critica a ufficio per sé stante. è dunque escluso che tutti e ancora dar vita dignitosa in an^ Venti bea gustie ad essa e quietata,non di camarille che di tutte Non è mislmo abbiano che un e le 263 ventuno e note; soddisfatta finalmente boli nei concilia- dissiperàTingegno nella politichettaletteraria e politichetteè la più meschina delitto cedere stimar una verosimile almeno volta che tanto le questa influenza paci sulle alFotti'20 del lettere: della sua tenacia e della popolo persuaso sua e dopo tanti fortuna, consapevole finalmente secoli di sé, non si contenti più né di sermoni da accademici né di bolle di sapone da perdi-» da lacchè. giorni né di romanzi un II. Dicembre Mi piacerebbe, per stessa) postero a me la letteratura anche del dimenticare davanti al momento, un e di '21. il mio Si di guardare capisce romanzo e 1921. diventare da lontano che dovrtei le mie riche; li- quale e alle quali potrei forse assumere un atteggiamento di critico puro e di storico spassionato fra cent'anni o oggi stesso, né oggi né fra cent'anni sarei creduto. ma 1920, e Riapro il Segnalibro del dicembre referendum sull'avvenire letterario. rileggo un Bianchi Adolfo formulava una profezia che non mi teraria, letcorrente insignificante:«La nuova pare che seguirà alla presente crisi politica e spirituale,sai'à impersonata dal nuovo figlio Tale personaggio le^iendario^dopo del secolo. all'Isonzo combattuto al Piave, s'è dato aver e alla pazza la via di Damasco gioia e percorre in cerca d'un nuovo piacere o d'una saggezza 254 TEMPO Perciò favolosa. DI BDIFICARB è destinato ad aggiungere altre Wilde. e a pagine al De Profundis di Oscar verità della scoprire, nel dolore, il senso e., il Gian nel godimento, disgusto». Secondo Dàuli, di domani la letteratura «s'accorgerà che v'è nel dramma mondo ressante un e più vasto più intedel del dramma proprio io in rapporto alla donna all'arte». Agostino Lanzillo o letteraria classica» corrente «una prevedeva della parola). sul valore (tutto sta a intendersi in Benedetto «Noi siamo Migliore concludeva: che di ciclo letterario un potrebbe chiamarsi Ecco il durerà velocità. Quanto questa corsa? Certo, ci stancheremo». problema. È venuta ratura presto la stanchezza, e la letted'armistizio e durata, com'era giusto, quanto l'armistizio. L'atmosfera letteraria del che già di pace, adeguata a un^ epoca vuole prendere consapevolezza di sé e formarsi vorato un Ognuno ha lastile,un sistema. gusto, uno in questi ultimi zione tempi per la restauradi valori ha sentito ij duraturi, ognuno di un redde dovere rationem,, e molti scrittori, diverse di molto origini,si ritrovano improvvisamente affratellati nel bisogno di un libro concludente '21 è e conclusivo. Il poema di Pastonchi il e Papini, l'apologia di Cadorna di D'Annunzio, Notturno l'autobiografiadi Ada di Soffici, l'estetica dei Sei Negri e il romanzo decina una Personaggi e l'etica di Ali; almeno di cui nessuno di libri', somiglia all'altro nel nel valore, ma tutti compagni contenuto e per d'accordo di mettersi l'intenzione degli autori in un'opera orsé stessi e di riassumersi ganica con sono e programtmatica. Pochi quelli che nella guerra e nell'immediato dopoguerra fossero e il Cristo di Venti andati la per sulla saldi i e innanzi, senza loro strada, deviazioni perplessità, e attività cui la e linea stessa 256 ventuno e di quella con si recente ieri. Fra (in largo senso) siano ricordati Croce Gentile, fra gli artisti Moretti. Gli altri, non critici Ferrerò escluso tion ha antique storico si identifichi bene de il come quello con dalla il '21 ricorderanno Ruine nella mostrato scossi sono vede che come clie il ventuno critico di è ciale, so- dei tempi, e capitale.Si data una ufficio di suo mutazione civilisa- la ai destinato tenari. cen- Sintesi, architettura, libro: queste le parole cui approssimativamente si può contrassegnare con è cosg il nuovo gusto. Il frammentismo c'è voluto della magìa meno trapassata, e non il pulvidi D'Annunzio ancora scolo per trattenerne T involucro dentro epico e eloquente del N óf turno. I giovani che dieci anni fa, supponendosi iniziarono con antidannunziani, quelle loro delicatezze analitiche una forma suprema dannunzianesimo, ora, pubblicato il Notturno, ossequiano la bandiera sotto cui tanto militato senz'accorgersene. avevano tempo per danno lealmente Cesare Ma, mentre a ad altre prove. quel ch'è di Cesare, si preparano ed di estrema La fatto maledetta il italiano non bene, legge di disavventure che frequenta il voglia né mezzi e né una d'armistizio dimostrando libri gli mancano il lusso molte suo letteratura letteratura e i pochi il per pure pubblico teatro nazionale. buoni ha e che pagarsi Dopo le incontri che è diventato gii capitarono negli anni scorsi esso un e più difficile; questa resipiscenza si poco chiama crisi libraria. Ma, considerata bene, non è che ammonimento un agli editori perché si 256 DI TEMPO limitino mentichin discelgano; agli autori perché non il pubblico italiano è il popolo che Quasi tutti i libri notevoli di quest'anno e italiano. stati sono accolti Tanteguerra questa è fra vittoria: vivere EDIFICARE neanche le conseguenze popolo respinge un libero favore un osava non che sudditanza con allo straniero alle sonante immaginare; della guerra riconosciutosi anche e in e motmento per un e della degno letteratura di la gliori incoraggia i suoi misici spiritualicui clasrono Shakespeare, ambi- larghe comunanze e romantici, Sofocle e ugualmente e che solo i decadenti Sempre più difficile diventa come incompresi gloriarsideirinsuccesso del genio. segno Bel che critico! Molto giarono. spreai geni di un migliore di quello in cui, prima della guerra, la critica alla debolezza te. dell'arvigoreggiò abbarbicandosi Chi parla oggi di povertà delle nostre lettere si confanlamenti no che non ripete per abitudine alPattuale realtà. Si deve risalire ai primissimi del secolo per ritrovare anni un impeto così critico potrebpromettente come be oggi. Un nuovo nima interpretare un'opera con l'altra,intuire l'acomune del tempo delle testimonianze, attraverso la diversità dello Pirancon spiegare Fanzini tisti, e Moretti con Tozzi, e gli eroici coi disfate i lirici coi teatrali, e soprattutto ciascuno in sé stesso, e illuminare la via agli artisti e alle agevolare la lettura al lettore. Si tende ai problemi robuste costruzioni seri. Questa e è degna di un letteratura critico. nuova Ma vuol critico dire aver essere raggio, gusto e copreferire la verità alla combriccola, la biblioteca al caffè; vuol l'arte ma dire saper metterla d^ parte, perché l'artista può rispet- Venti l'arte del tare e compagno la che intende non e 257 ventuno di solito ma propria; vuol non ama dire non invidiare 1 coetanei, non vecchi, non dire anche respingere i giovani. Vuol sapere di di di antico molto e moderno; leggere gran roba e stampata manoscritta; sgobbare come le grandi ocriservarsi casioni, Sainte-Beuve; non per che sono l'avvenimento brillante,l'amico da stroncare. da gonfiare, il nemico È un nobile e utile ufficio,sebbene e aspro un po' ingrato e implichi pesanti rinunzie. Chi i umiliare fa o vuol dell'arte tempo che né fanno fare sua arte la pietra animo gli per per altri e conto di suo paragone, studiare farà fatalmente sul non avrà! serio quello e di credendo sempre, politica letteraria. Fra i non critica, eviterà' la parecchi che hanno qualità per la critica dan in recensioni troppo scarne prova far ne e in o gola sinsaggi troppo sporadici, o si limitano a una forma e cuno preferibilmente al teatro, c'è qualche voglia accettare del crila missione tico subirne è la disciplina? Il posto non e meschino. Vale la pena di occuparlo. Bos"MB. Tempo di edificare, 17 Gorkl è Tolstoi di Tolstol. e convalescente a infermità. grave della convalescenza una sincero e, Anche Non vita c'è condizione perché Tuomo gliore mi- diventi si e agevolezza una con Crimea^ in quasi si direbbe, translucido della Nietzsche Gaspra, penetri com- magicia. qualche cosa. sapeva Gorki intuì, senz'avvedersene, ne questa verità misterioso un manca fisiologicacui non sentore metafisico, e profittò della buona con"ad in Crimea, Oleise; giuntura. Anch' egli era piuto a egli, più che principiante, vicino quel comdi esempio maestro; Gorki, autore per Bassi al poeta di Anna Karenina. Fondi, accanto Doveva essere tentazione terribile e il per Lo il nume, giovane contemplare per spiare il segreto del creatore. vide spesso, gli parlò, lo ascoltò. Delle e rono una delle sparsi gli anni che e osservazioni poi prese credette i decenni. Tolstoi nota dolce prendist l'apversazioni con- in glietti fo- perduti. Passai morì ad Asta- 260 TEMPO come s'è andato DI EDIFICARE svolgendo,per noi è fuor di dubbio». Così come s'è andato svolgendo? A me, ch« n'intendo mille volte meno me del Campa, pareva invece che fra le debolezze fondamentali del leninismo fosse Fininteliigenza dei precedenti russi in genere e tolstoiani in religiosi, ispecie.Con ciò non voglio negare che molj:e correnti tolstoiane, consapevolio no, siano in rare quella tempesta. Ma mi pare eccessivo consideTolstoi come il profeta,l'unico profeta e tura ispiratoredella presente catastrofe e della fuE il pensiero secondo il quale redenzione. ramente» proprio nel libretto di Gorki «s'intravede chiala missione di Tolstoi politico-sociale dico falso o erroneo, meritevole "M ma è, non qualche chiarimento. Aspettiamolodallo stesso Campa, che è bene in grado di darcelo. Per oggi come oggi,queste poche pagine hanno senso un più profondamente artistico che politico. Guardatelo Gorki,l'uomo di molto ingegno,di grande ingegno,di straordinario talento,vicino e a Tolstoi,che è puramente semplicemente l'uomo di genio. È notorio che in certo senso c'è più affinità fra l'idiozia e il genio che fra il genio, e il talento. di talento,vorrebbe Gorki, l'uomo sapere com'è fatto il genio.Tolstoi si lascia guardare tutti i suoi ben ))ene,pare disposto a rivelargli segreti.Poi ride e gli sfugge. Ma che c'è di me, Qorki difficile? È ToUtoi e 261 do, più semplice di questo monè come il segreto per afferrare i passeri:basta mettergliun pizzico di sale sulla coda. Invece Gorki vuol persuadere, e gli ne se non gironza intorno e lo fotografa in tutte le pose e il sangue le celse lule e potesse gli analizzerebbe è chiaro Per esempio, non che nervose. un di genio, un sublime uomo pensatore ed apostolo, la cosa dovrebb*essere coerente e È sistematico? Invece Gorki. Tolstoi, Fascetico, quando parla di dònne, è grossolano, indecente. a «Oggi, nel mandorleto, egli domandava chiaro, per Cecof: Avete «— soluta in voi condotto vita una dis-i molto gioventù?» tedesca letto una avevo (Nella traduzione Tolstoi avrebbe detto: espressione più cruda. «haben sie viel gehurt?») Cecof rimane imbarazzato e borbotta qualcosa d'indistinto. Tolstoi il mare fessò: con«guardando , , Io fui insaziabile». Un'altra volta Gorki e — del cupo avendo e le socchiuso labbra, Come più. Che uccello Gorki i non Allora dei hanno Tolstoi fanno come nel quella parte acuti i fitto e date arroton- pagnava fanciulli,accom- abilità. senza furente! E lo diviene sempre è e gli spi^a fringuello, fringuelli,che in tutta la loro che una canzone e sono gelosi. che dice un cose lampeggianti sulle sulla gelosiae sulPamore. To', pensa Gorki, ma pur occhi da tare can- è?» gli dice costumi vita è gli odono cantava verde; egli guardava il canto «— «L'uccello uccello. un Tolstoi molto donne aride e e fredde sugli uomini queste enormità sono e e 262 TEMPO contraddizione ia E DI EDIFICARE la con Sonata Kreutzer. a glie lo dice, poveretto. si effuse Tolstoi riso largo un e luminoso sorn rispose: e «—Io È in chiaro anche almeno o parlava aJmare di uomo un l'uomo genio, specie santità, dovrebb'essere sto, giula giustizia.Invece Tolstoi Dostoievski di «Era che alla aspira quando fringuello». un sono non come natura di segue: violenta: quando protuberanze delle s'adirava, gli si formavano le orecchie. sulla testa calva, e moveva Sentiva male. Nel v'era suo molto, ma pensava sangue qualcosa d'ebreo. Fu sospettoso, gonfio d'amor È strano k" che proprio, pesante e sfortunato. si legga tanto; non capisco perché». la sfortuna Anche gli rimproverava. lo almava? Pensava a Dio. Dunque eoa sempre che cuore No, dice Gorki semplice e devoto? la sa Dio lui e fra erano lunga, le relazioni tana. come quelle di due orsi in una E questo nemico della violenza, questo puri-s che tano condannò autunnale. SCO la caccia! Con Eccolo carezzevole revolmente gli betulle. Poi si ricorda di due un liscia mano satinati umidicci in tronchi squisitiversi bo^ amor delle idiln liei : I funghi In fondo son passati,eppnr alla selva il loro odore. piedi una lepre. Nicolaievic Leone fece un balzo, s'impennò tutto, divenne in volto e, da vecchio rosso cacciatore, emise un grido di attacco. Poi mi guardò con un inesprimibile vago sorriso e si mise a ridere «A un tratto ci passò persiste umido fra i Gorki di Tolstoi bello Coirne ini parve » la umiltà! sua Una volta «Lesse leggeva una la testa alla fine, rialzò esclamò nettamente: Bene del Padre scena sino occhi, e, Sergio. chiusi gli scritto,vecchio, bene!» Gorki annota non queste contraddizioni Si vedano licenziata. le una governante «— Ma come hai entusiasmo righe di tumultuoso quesfultimo episodio. Rimane davanti spiro soffocato,come È natura. schi 263 piccolo riso arguto, umano. ! in quel momento un E e Testasi davanti con cementa attonito, col a un quello a miracolo che rcr di i Jtede^ il «demònico». goethiani chiamerebbero Appunti, fogliettivolanti, notazioni vise: improv- di sublime, come alla naturalità inno del genio. un è difficile essere Non un genio: basta esserlo. Anche essere un grande scrittore è un pro^ blema come tir quattro e quattro fann*otto, a senma hanno cui un accento Tolstoi. Egli ha curiosità per Gorki, ma non simpatia, dalFalto la sua letteratura. È e guarda molto letteratura. «Tutti i vostri mugiki» gli dice Voi abbellite tutto; parlano molto saggiamente. la natura; gli uomini e gli uomini special*mente.» A volte gli fa vere strapazzate: «Voi volete rinverniciare tutte le giunte e tutte le fenditure dei vostri quadri. Ricordate sen che in Anderè detto: la doratura svanisce, e la pelle di tutto rimane; e da noi i mugiki dicono: porco solo la verità rimane. La vostra passa, lingua « » « 264 TEMPO è poi è EDIFICARB DI ardita, piena troppo Non conveniente.... c'è dì trucchi, ciò di bisogno non trucchi». Gorki suoi strani due gli racconta cielo scrofoloso e putrido, d'un color sogni: un verdastro-giallo,ecc., ecc., e certi scarponi vuoti Un giorno camminano che una su landa nevosa. «Egli sollevò le folte sopracciglia si mise mi e a guardò attentatnente Questo è terribile! Voi avete veduto lo avete Anche inventato? questo, non come qualcosa di letterario.» Poi ci riflette sopra, e aggiunge: — «Fu lo di far strade, ed ubriaco, far nostri dell'arte letterati perché vita vrebbero mandare Gorki rilutta genere, ma direbbe in realtà qui che ventò in- gioco per perchè un v'è le era cocchiere sui e (ce n'è) rielaborano che credono l'elaborato e di parano im- libri,questo libricci'no lo doun'arte poetica. a |mente come cede, si difende ed adora. avviene mini agli uoistinto, come seimpre d'ingegno, è soprattutto logico. Perciò egli ha l'aria di dire a Tolstoi : un primo molnento fa il santo. sei un santo, dunque mone, Ma Tolstoi è un no. genio, un deartista,un Il tu del cose da launo, riflettere. » la in i tavolini alcoolico,come — Hoffmann tedesco correre altre analfabeta. Quei scrittore di suo spirito e di senso, una di contraddizioni. selva Egli è, per dirla con sola parola, un una epico, un Omero, e quando anche con gli dei. La gli piace si trastulla della sua santità realtà gli è più sacra un groviglio di Gorki Gorki Allora secondo che sii tu di crede Te santo. un 265- capito, aver dice: gli momento ToUtoi e lo proibisco. in un voglio non no, — e In nome alla tua sta. d'articoerenza deirarte, ti richiamo Quella tua avidità di sofferenza, quella tua ad vevi Astapovo ce le dofuga, quella tua morte risparmiare. E anche ha capito. Preten-^ questa volta non deva Tolstoi si riducesse alle proporzioni che di un esteta, di un poeta professionale, di un letterato puro, di uno scrutinaparole, insomma è più schifosamente di ciò che il contrario l'arte? delè Giacché la conciliazione sua mondo 7101 care realtà. Ma a questo limite, a a artisti, patto che Tuttavia e luce una cui patto che non mai rinunci non dica a mai cer-^ la vita di là deirarte. questa dà genza di Gorki. nello stesso non se trova non lizza egli purifica e stisi rassegni patto che non in a la verità grande poeta metafisica immaginario la mai il che vero spasimante inintellip grande arte al libriccino stessa di c'è riuscito. Egli voleva capire Tolstoi, e non Allora, disperatamente, lo ha rappresentato. Noi i suoi racconti i non verso e sappiamo essere suoi tanto era drammi in mai alto così severi come in giunto. Una dell'intellettuale corso stato al un si genio. Una «epico». come queste volta dà fu Tolstoi. «notérelle» alfine Ma non l'intelligenza vinta, e dà libero per volta alfine anche Gorki è ^66 Ciò c'è dentro in Italia, essere È ci polveroso smo cui non questa volta troppo diverso adoperava è non amore. namorati, Chi hanno per di framm^iti- forse Tolstoi a ha ama tutti a da ingegno. talento!» FINE. decennio un in cartapesta- Gorki, e parola la dirlo, giusto l'architettura diceva menti fram- quanck) cosa, decennio avviamo mancherà «L'ingegno» senso momento un di bella gran il dopo libercolino un una amore. ove EDIFICARE anche che prova può in DI TEMPO certo in ingegno genio Guardate «l'ingegno gl'ina 268 DEI INDICE NOMI CITATI Corneille, 248. Crémienx, 191. Croce Benedetto, 132, 137, 138, 141, 146, 147, 148, 190, 207, 233, 256. IN VOLUME QUESTO Flaubert, 14, 88, 123, 144, 163. Fogazzaro, 2, 17, 19, 80- 160, 157, 209, 245, 246, Folgore da San Gemigna. 47. no, Fracchia, 262. 251. D'Amico, D' Annunzio Gabriele, 80, 150, 190, 192, 254, 255. 134, 146, 147, 177, 190, 195, 86, 137, 245, 251, Dante, 32, 148, 163, 208-215, 248. Dandet, 204. Dàuli Gian, 254. Da Verona Gentile, 255. Giacosa Piero, 219. Vincenzo, 167. Giolitti Giovanni, 204. Giordani Pietro, 144. Guido, 69-78, Amicis 2. Edmondo, De Bosis, 84, 85. Deledda Grazia, 85, 195. Dei VirgilioGioranni, 214. De Maistre Giuseppe. 23, 49. De Pisis De Sanctis, 148, 194, 209, Filippo, 12. Giuffrida Vincenzo, 112. Giuliotti Domenico, 52, 161. Giusti Giuseppe, 205, 246. Gnoli Domenico, 85. Goethe Volfango, 135, 209. Gorki Massimo, 258-266. Govoni Dickens, 21, 130. Di Giacomo, 11. Disraeli,177. Dostoiewski, 28, 47, 88, 117, 118, 125, 259, 262. Corrado, 187, 190, 193, 194. Gozzano Guido, 50, 90, 139,. 172, 241, 242. . Graf, 245, 251, 252. Errante 150. Heine, 75, 193, 238. Herder, 248. Hoffmann, 264. Hugo Victor, 135, 148, 248. Vincenzo, 193, Ibsen, 19. Ingegneri Angelo, Eschilo, 152. Invernizio Federzoni Luigi, 106. Carolina, 74. 204. Ferrerò, 255. Fiumi Lionello, 182, 183, 184, 185, 189, 190, 192, 194. Tommaso,, 151, 208-215. Gioberti 83, 86, 87, 88, 89, 93, 100, 102, 192. De Gallarati-Scotti Keynes John Maynard, 112^ 113, 114, 117. Kipling, 71. NOMI DEI INDICE CITATI 73. Lamartine, Agostino, 254. Lazzaretti Davide, 43. Lanzillo Lenin, 125, 131. Leopardi Giacomo, 12, 33, 58, 134, 153. 188, 189, 190, 192, 197, 243, 246, 250. 110, 248. Lessing, Lipparini,86, 132, 142. Lncini, 85. IN QUESTO VOLUME Negri Ada, 85, 254. Neppi Alberto, 188, 190. Niccodemi Dario, 30, 51, 93, 94, 97, 99, 100, 101 104, 106, 107, 109. Niccoli,55. Nietzsche, 9. Novaro Angiolo-Silvio,6468, 85, 178, 180, 181. Jacopo, 65, 67, 68, Novaro 178. OjettiUgo, Machiavelli, 217. 81, 144. Mallarmé, Alessandro, 12, 17, S6» Omero, 264. Orlando V. Orsini 194. E., 116. Giulio, 84, 85» 3Ianzoni 19,21,33,43,81,89,95, 99, 102, 111, 153, 167, 163, 165, 167, 190, 194, 195, 239, 240. Martini Fausto Maria, 172, 173. Marx Carlo, 126. Mascagni Pietro, Mastri 157, 175. Rodolfo, 156, 163. Meli Giovanni, 6, 16. Mercier, 117. Michelangelo, 148, 161. Michelstadter, 85. Migliore Benedetto, 264. Moràbito Francesca, 138, 140, 141, 142, 146. Moretti Marino, 89, 90, 91, 168, 169, 170, 171, 172, 173, 178, 249, 255, 256. Mozart, 66. Mnsset, 233 163. Palazzi Fernando, 136,143, 164. Pancrazi Pietro, 247. Mazzncconi Palazzeschi,90, 128, 129, Pietro,83,85, 163. Paolieri Ferdinando, 52, 161 Papini Giovanni, 83, 86, 102, 151, 153, 155, 156, 167, 158, 160, 164, 254. Panzini, 85, 132, 168, 256. Parini, 99. Pascoli, 80, 86, 137, 138, 139, 140, 141, 146, 150, 172, 190, 217, 240, 241, 245. Pastonchi, 85, 176, 254. Pégny, 83, 150. Pellizzari Achille, 152. Pensati, 196. Perazzi Lnigi, 95. Pietrobono, 140, 270 DEI INDICE NOMI CITATI Luigi, 61, 82, Pirandello 217, 85, 195, 261, 256. 224-232, Pistelli,140. Pitrè, 2. Plutarco, 209. Porta, 99. Praga Emilio, 233-248. Praga Marco, 105. Prezzolini, 84, 102, 103, 164. VOLUME QUESTO IN Soffici,132, 264. Sofocle, 256. Stecchetti, 243. Stendhal, 107. Sterne, 193. Tarchetti Tasco 233. Vincenzo, 112. Torquato, 160, 162. Tasso 194. Tiraboschi, Tito Raffaello, 148, 195. 6. Rapisardi, Giuseppe, 186, Ravegnani 190, 250. 188, 143. Reggio, Ernesto, 160. Rensi Giuseppe, 81. 150. Rimband, Rocca Gino, 91, 92, 93. Rolland, 129. Renan Russo Toffanin Giuseppe, 107. Tolstoi Leone, 21, 57, 75 81, 125, 159, 203, 204, 206, 258-266. Tommaseo Nicolò, 157, 167. ToneUi, 252. Tozzi Federigo, 23-63, 121, 122, 123, 124, 126, 159, 168, 249, 256. Twain Mark, 128. 81. Luigi, Saffo, 141, Livio, 114. 85. Romagnoli, Rousseau, 154. 12. 142. Sainte-BeuTe, 257. Saponaro Michele, 97, 109. Verga Giovanni, 1-22, 33, 48,71,72,80,126,134,261. Vico Giovanni Battista,166. Vigny, 75. Vivanti Annie, 85. Voltaire, 81. Scherillo, 148. Schopenhauer, 1. Schwarz, 196, 197. Scolari, 143, 188. Scotti (v. Gallarati-Scotti.) Wilde Willy Oscar, 254. Colette, 77, 130. Renato, 138, 139, 140. Shakespeare, 9, 148, 223, Serra Zampieri 256. Shaw, Simoni 227. Renato, 183. Zola Ugo, 132, 133» Emilio, 206. Zùccoli Luciano, 85. INDICE. Pag. Attertenza t , I. n. ivi Caratteristica 6 teatro H m. 11 fortuna La .25 Tozzi Federigo À. ,1 Verga Giovanni I. Con gli II. Tre Croci III. Una vita IV. Il Ì"7Ì cbitisi occhi 29 40 d'ai-tista 58 Podere 64 Novaro S. H sogno Le mie di errante 69 Verona da Gnido 79 letture, I-VIII I. Opere - frammenti e : L'Antologia Poeti dell'amore, di Sciogli d'oggi, M. Moretti. (Da pag. di l'i treccia.... di Panini V - 79 da Verona, L'isola - di Uragano, G. Rocca. 98.) pag. a 0. Pancrazi e n. « Ate la vecchia - ». Niccodemi Dario - Pensieri di di Distaso. Albinea, di Fiorella, Praga. dell'Umanesimo, Roma. - Marco - (Da pag. 93 e la Michele di a - A Cronache Le - in Morte sua Manzoni. Alessandro schera. ma- Milano Saponaro. - a e di Teatrali, fine La Toffanin. G. 111.) pag. ni. n libro del Eeyoes pace. su Le verità La - (Da pag. politica 112 e pag. a della economiche conseguenze Dostoievski. 118.) IV. Federigo pelli. Tozzi di Ricordi - Due e la piccola borghesia: - di Maria (Da Messina. pag. 118 - a Chéri, pag. L'Amore; Giovani; La vita impiegato. int^nsa^ di Palazzeschi. imperi.... mancati, un di 131.) di Bontem- Colette. Alla riva, de- "272 INDICE V. Il pubblico dei 500. L'ideale della monarchia letteraria. L'imitazione La lotta intorno a Pascoli. di Serra. cesca Frandi Pascoli. Moràbito ligrafia e il misticismo Classicismo,cale «e reazione all'ungherese ». La letteratura dei caldi Riccardo Balsamoli^afle i suoi meriti. Il Boccaccino Crivelli. Dn discorso dantesco di Croce. Le liriche dantesche edite da Scherillo e la poeticitàdi Beatrice. - - - - - - - - - (Da pag. 131 149.) pag. a VL conversioni al cattolicesimo. Qallarati-Scotti e Fogazzaro. « Risurrezioni » e resurrezioni. Rapini e la Storia di Cristo. Del predare in pubblico e della messa delle undici. Ancora Dogma e spirito cristiano secondo Tolstol. Balsamo-Crivelli, Tozzi, Palazzeschi, Un'antologia di Giuliotti. Cattolicesimo e Cceur simple. Cecohi,Pesci rossi, la bandiera dell'umiltà. e Le - - - - - - - - - (Da pag. 149 a pag. 167.) vn. La voce - di Dio, di Marino Moretti. tini. Verginità,di F. M. Marsul Po, di Mario La cascina Borsa. scosto, naIl cuore di A. S. Novaro. - - (Da pag. 168 a 181.) pag. Vili. Fiumi l poeti di Verona a Verona. e di Ferrara. tichi -Ane nuovi giovani. Leopardi e il leopardismo. Leopardannunzianesimo. La letteratura italiana secondo dismo e Guido da Verona Crémieux. e i frammentisti Lirica pura Heine di V. Errante. ironia. nella traduzione e Govoni L'offensiva contro Milano. Mondadori. e Tasso. Un apologo di Lina Sohwarz. Con - - - - - - - - - - (Da pag. Onaltiero 182 a pag. - 197.) Castellini I9è * di Scotti Il Dante Teatro 208 . 21S nnovo Pirandello 224 Emilio 23S Praga Venti e ventuno, I-II 344 Gorki e Tolstoi 268 Indice dei nomi citati in questo Tolume ...... 2ft9 i