^s^'
g' Ar^BORGESE
di edificare
Tempo
VERGA
TOZZI
,
PAPINI,
E.
,
PRAGA
GALLARATI
NOVARO,
CASTELLINI,
FIUMI,
NICCODEMI,
ERRANTE,
MORETTI
,
-SCOTTI,
RAVEGNANI,
GORKI
E
F.
M.
MARTINI
BONTEMPELLI
COVONI,
SAPONARO,
PIRANDELLO
,
DA
ROCCA,
VERONA
TOLSTOI.
MILANO
Fratelli
T
Terzo
r
é v
e
s
E
,
migliaio.
d
i io
w
i
PROPRIETÀ
/
diritti
per
tutti
di
i
LETTERARIA.
riproduzione
paesi,
compresi
Copyright
Si
non
riterrà
porti
contraffatto
il
timbro
di
e
la
Svezia,
G.
by
A.
qualunque
a
secco
Milano,
la
Norvegia
Società
di
Italiana
1924.
-
e
l'Olanda.
1923.
Borgese,
Treves
riservati
sono
esemplare
della
Tip.
traduzione
quest'opera
degli
che
Autori.
AVVERTENZA,
attività
mia
e
insieme
il
1910
coi
dare
quantitativa
che
e
bel
un
salvezza
moderne
pleta
incom-
e
ed
pia
am-
della
meriggio
primo
sorgere
di
e
in
vita
nostra
stato
sovente
titolo
quel
di
eccesso
questo
di
libro
Né
o
prima
struzione
di-
dicennio
quin-
protagonista
infatti
credo
e
forse
che
benevolenza
ha
di
decennio
stesso;
sia
presente
tempo
Non
io
vi
non
al
quasi
fu
letteraria.
demolitore
per
oggi
giudicassi
critica
la
massa
definizione
per
accennando
se
loro
sesquipedale.
scrittura
demolizione
cui
che
le
che
senso
la
sia
e
edificare,
come
nel
per
poemone
nella
di
tempo
valgano
un
non
se
già
frammento,
all'avvenire,
Il
il
e
non
artistiche
costruzioni
pili
il
fra
surrezioni
Ri-
in
imperfetta
italiana
edificare:
di
d'essere
raccolti
spregiudicata
abbastanza
fra
usciti
tempo.
nuovo
della
certo
pascoli-dannunziana
Tempo
e
il Libro,
letterature
di
la
militante,
o
scritti
Studi
letteratura
giornata
dico
e
alcuni
con
negli
forse
della
di
e
Vita
La
modo
qualche
in
professionale
un'immagine
ma
più
di
ire
il *13»
e
d'un
crìtico
di
e
vuol
conclude
volume
Questo
di
errai
di
tutto
verità.
se-
un
AVVERTENZA
significato che
Io
era
scritti
di
riaccolti
qui
romansi
scrivere
Ma
divenire
in
professione
la
esercitavo
degli
artista
un
e
i
moralmente
liriche
voglio
il
dire
di
tempo
è mio
dovere
ho
che
storia
ai
critici nuovi
il
a
cosa
già da tempo,
quale
pienamente
i libri
stesso,
me
di
compito
è
me,
essere
promessi
che
ciò
difficile.Perciò
d'essere, scrivendo
di
vando
conser-
connazionali,
per
edificare, di
Rubè.
di
tregua
senza
e
è venuto
che
parte
drammi,
e
intellettualmente
e
quando
coetanei
sono
contemporanei
anche
critico; e buona
di giudicare
l'ufflcio
scrivono
tore.
all'au-
riferisce personalmente
si
d'arte
e
lasciando
e
giudicare
loro
alla
volta.
S'intende
che
La
me.
per
ebbe
pesante
a
e
per
certi
altri
da
cavo:
che
essere
un
il
generazione
la
sul
"
vient-de-paraltre
stroncare
per
Critico, deciditi
a
d'esser
che
meriti
non
preserva
la
se
o
veramente
conto
di
qualche
chi
i
tuoi
curare
sgobbando
sui
leUi,
cente
lu-
e
i
trono.
acciacchi.
(e, direi, la
correndo
fa per
bello
fuori qualcosa
criticato. Alla lunga un
non
sciuta
cre-
pugnacemente
„
in
autorità
è
è par»o
metter
sua
ficoltà
dif-
queste
momento
grandeggiare
dal
comincia
Medico,
di
cultura, le
presunzione,
certo
un
sentenziare
articolettOy
la
gusto,
piU di lui, scrivere
da
dell'arte
ad
io appartengo
quale
rispettitroppo
po' futile.Fu costretta
è cresciuta
pigrizia. E
bastasse
alla
certi
per
Una
mente
edificare sola-
giunto orgoglio
sul
Ma
iniziali
la
destino
le idee.
convinzioni,
di
tempo
generazione
un
rifarsi tutto
self-made.
è
non
la
e
tremenda
dandone
di
tuo
critico
spettabi
ri-
sua
alea
sena-
AVVERTFNZA
le
mente
O
Sanctis,
sia
la
scorso,
anni
con
di
tempo
s'inizia
libro
uno
giornata
Jililano,
amore
ria.
bo-
rossa
venuti
questo
in
su
cordo
d'ac-
punto
dedico
dei
Jetteraria
edificare
dire
vuol
mente
umil-
lavorare.
nel
del
l'edificatore,
Tosziy
di
Tempo
Lo
critici
su
secolo
delicato
cui
sto,
mode-
me.
Insomma,
Il
del
tanta
migliori
vadano
e
altri
intimidire
i
che
ultimi
questi
il
gentHe3:sa,
dovrebbero
Credo
ed
De
e
istruttivo,
e
Nencioni
cui
l'arte
per
Sainte-Beuve
ecero
perseverante,
Enrico
come
J
come
prove,
VII
vecchio
alla
di
nome
tempo,
cara
primissimi
Giovanni
più
memoria
edificatori
Verga,
devoto
di
e
Federigo
nella
nuova
d'Italia,
1923.
G.
A.
B.
ziente.
pa-
Clovannl
verga.
I.
CARATTERISTICA.
Vi
-scettici
sono
ch'è
vi
nel
dar
nel
denunciare
a
tal
la
là
quello
di
esaltazione
gli
è
i risultati
verso
Il
un
bello
poco
la
miseria
li
non
eterno
sconfitta.
la
né
quella
del
modo
Tempo
e
di
di
è
estraneo,
principio
ciò
cui
Verso
della
edificare.
del
conta
vinti'
nazione,
ma
amoroso
e
premio
È
progresso.
è
che
speranza,
promessa
Carducci;
come
i suoi
pochissima
con
con
legge
pessi!-
diffidenza
sua
da
in
né
al
BoRGESE.
la
pietà,
con
molto
questo
gli
la
fin
consola
della
triotta
rivela
spettacolo
e
molta
sente
polemica
ripugna,
dursi
tra-
potesse
di
la
perfetta.
si
gli
mondo
e
e
stessi
se
sarebbe
pensiero,
di
genere
male
un
a
se
scetticismo
quali
s'accalorano
mondo
almeno
in
vero;
i
è
vita
Verga,
arte
Ogni
mismo.
ogni
del
dell'entusiasmo.
in
la
tutta
assicurare
sua
il
Schopenhauer,
dolore
il
da
la
è
che
strando
dimo-
raggiungere
come
prova
punto
felicità
più
impossibile
pessimisti,
sono
s'appassionano
che
toso
rispetnon
pa-
coi
de1
TEMPO
relitti (si veda,
DI
EDIFICARE
esempio,
la
prefazione a
al mio)
Dal
tuo
si placa nel cortese
ma
non
di De
socialismo»
la
Amicis; è ossequioso verso
ne
non
scienza, ma
aspetta miracoli. Né, d'altro
diffidenze
fa sistema:
che
canto, delle sue
gli
e
parrebbe atteggiamento troppo ambizioso
poco
chi
a
carvi
garbato. Sicché la sua
voglia ceropera,
un
proclama
d'azione, una
regola di vita,
o
consiglio di suicidio, dice poco
magari un
silenzio vedremo
o
come
nulla; e a questo suo
sia da attribuirsi
la sua
scarsa
penetrazione nel
pubblico. In generale vi si volle cercare
una
della vita
rappresentazione «obbiettiva e fedele»
la
siciliana:
fosse
se
quale, anche
esauriente,
sarebbe
i cocosa
sono
mediocre, come
lori
sempre
per
locali.
Ma
è
poi
Verga
veramente
un
artista
del
le sue
e
pittoresco? Che i suoi grandi romanzi
vallerìa
piccole novelle sian lodate per questo, che CaRusticana, sull'ali del canto, abbia fatto
il giro del
al continente
mondo
e
esponendo
agli stranieri i truci splendori dell'isola focosa
È anzi bene
scuro
l'omale.
che
e
sanguinaria, poco
si foggi qualche prebisogno di ammirare
testo,
chi
la passione
che
ha
e
cuore
non
per
Carmen
dei
si compiaccia
costumi
della
gnoli,
spail grande gusti l'interessante.
chi non
sente
Ma
rava
in Cavalleria
Rusticana, miVerga, nemmeno
all'interessante
al pittoresco; e le pecue
liarità
lo
Sicilia non
della
divertirono, come
divertirono
quelle del Veneto
Fogazzaro. Niente
considerarlo
sarebbe
che
come
uno
più erroneo
e
appaiarlo, che so io, al
spirito folkloristico
far dipendere
che
Pitrè; niente è più frettoloso
la maturità
della sua
arte dalla scelta dell'argomento
indigeno. Tutti i suoi attenti lettori sanno
Giovanni
novelle
certe
che
è
Non
delle
belle
bucolico,
un
di
verghiane
meno
sono
non
Verga
esteta; né sogna
un
palazzi di diamante.
contemplazione. Quello strano
flaubertiani
è:
che
distacco
fra
le
da
fare
ha
tanto
dato
che
più facilmente
molto
due
sue
milanese
materia
siciliane.
è
non
8
ai
La
parola
e
quasi singolare
maniere
d'arte,
critici,si spiega
di solito
sua
si creda.
non
della sua
Certo, fra i racconti
gioventù,tra cui
è la Storia
di una
il più noto
Capinera, e le
della maturità,
e i romanzi
novelle, i drammi
tra i quali ultimi
guiti
primeggiano / Malavoglia se-
e
distanza
breve
a
tale differenza
alla
fa
così mism^ato
Verga,
ebbe
invece
molto
accesa,
tardo
romantico;
come
del
4e-4QQne
la
Elena, c'è
colo,
salto,al mira-
di
un
mediocre
nel
primo periodo
e le dottrine,
gl'ideali
donna
vedendola
ora
Gesualdo
di
al
interna
guardò
e
un
verso
vita
una
come
Ma
don
Marito
pensare
artistica che
santo.
un
Mastro
far
da
grazia
peccatore
dal
intervallo
maggiore
a
da
sentimentale
e
funesta
Vp^'ga
sono
menda
tre-
e
idolo, più spesso angelica
un'Ildegonda. -K^ siiqI dire
primo
di
occhi
con
false. Sono
e
corporea
inche.
gerate,
esa-
E questo
entusiastica.
mano
dipinte con
entusiasmo, che era
dire,
e, vorrei
passeggero
dal
dissono
carattere
biografico e, comunque,
essenziale
di Verga, ne
squilibra l'opera e la
sforma.
Più
egli non
tardi
la
verso
donna,
protagonista lirica
di
luce
Malavoglia
Mastro
don
e
del
di
muta
che
della
fede
romanzo
atteggiamento
resta
sua
pur
rale
mo-
la
sempre
ispirazione,un
tro
cen-
le
e
cenere,
la Trao
di
omonimo,
ria
la Santuzza
di Cavallein
tanta
Gesualdo,
sorelle della Capinera,
Rusticana, sono
come
TEMPO
le due
delle
donne
EDIFICARE
DI
Cacce
due
sono
più
o
meno
la passione
consanguinee di Tigre Reale. Ma
sbollita;
soggettiva del poeta è in qualche modo
le donne
non
e
più il primo piano;
occupano
e
dell'azione
l'interesse
è
intorno
concentrato
a
virile
è ormai
fermo
e
virili,come
lo sguardo con
cui Verga studia
l'amore, la gelosia,
il delitto armato
dalla
concupiscenza. Nei
romanzi
due
maggiori i personaggi agiscono
che
slanci
piuttosto per spinte economiche
per
di passione; più per
bisogno che per desiderio;
le debite
si può, in generale, e con
e
cautele,
stabilire che
Verga è più grande laddove
razione
l'ispisoverchia
economica
l'amorosa, o anche
coscienze
laddove
l'azione
piuttosto
che
è
donne.
a
diversità fra
Cavalleria
contano
Turiddu
sono
il lieve
facilmente
una
Si veda
e
Capinera
di
dimentica,
drammatizzata:
uomini
nei drammi
quale
quelli che
e
Santuzza
In
e
di
tre
men-
Lola
Portineria, eh' è
un
po' languida
le donne
fatali
Lupa ricorda
al
Caccia
di gioventù. Nella
di certi
romanzi
attimo, il calore che
Lupo è raggiunto, per un
Nell'ultima
del
fonde
tutti gli elementi.
opera
invece
giuVerga, Dal mio al tuo, li troviamo
il plebeo arricchito
decaduto
e
staposti: il barone
don
sono
nitidi,di Mastro
ricordi, ancora
nella
ma
brusi perdono
Gesualdo, le due donne
della prima maniera.
sentimentale
ed erotica
in
obbiettivo
tutto
amaramente
e
Quand'è
equidistante dagl'idealietici e dai fervori passionali.
grandi pagine e i
Verga scrive le sue
suoi grandi libri, ed è un
artista; in cui
puro
l'oro della rappresentazione è liberato
quasi da
sfiduad
animarlo
una
ogni lega. Solo rimane
e
dolciastra.
La
a
Rusticana, ove
specialmente Alfio
manierismo
si
intorno
accentrata
Giovanni
data
e
simpatia
stanca
e
Verga
soffrire
r interminabile
il
verso
del
vano
sperare
genere
umano.
Questo disinteresse, che a volte si specchia in
scolorate
trasparenze, lo ha aiutato a realizzare
il programma
quello che fu sempre
degliartisti
Meli o Bellini,
della sua
terra
(grandi come
sfortunati come
ccMUr
Rapisardi): un'opera liscia,
chiara
ed
armonica, assisa
patta, interamente
fondamenta
su
profonde, vestita di limpido sole,
greca.
Per
dei
massimi
la
poeti gli mancò
della
creazione, la shakespeariana
gioia ebra
mase
balzacchiana
o
inestinguibilesete di vita. Rimalinconico
e
un
chi
deluso, con
quegli ocFattitudine
di chi
un
po' sazi, quasi con
resiste alPispirazionee la subisce
malincuore.
a
di' tutta
Ai suoi contemporanei italiani sovrastò
la testa. Nessuno
lui c'insegna che
il
come
contenuto
e
dell'opera d'arte è l'anima umana
che
essere
la
è
forma
sua
l'euritmia.
IL
TEATRO.
IL
Fra
il 1884
e
di
il
e
1903,
don
Mastro
silenzio
Cavallerìa
La
Lupa,
Volpe, Dal
La
tuo
il tempo
Gesualdo
e
Giovanni
,
drammi:
fra
Caccia
al mio.
amore
voglia
Mala-
quello
scrisse
Verga
Rusticana^ In
al Lupo, La
Per
dei
l'ultimo
delsei
Portineria,
Caccia
di
alla
schematica
chiarezza
si possono
vari modi
tentare
di distinzioni
gedie,
traesterne, e si può dire che quattro sono
una,
La
Caccia
alla
Volpe,
è
commedia,
TEMPO
e
Dal
una,
si
ovvero
rusticane
tao
e
milanese; o
un
atto, due
sola
una
di
tragedia
quattro sono
che
la
una,
lieto
a
si è
dramma
di
tentati
Volpe^
popolare
in
stabilire
e
alla
Caccia
Portineria, è
perfino si può dire che tre
in due
(In Portineria, La
(Dal tuo al mio) raggiunge
un
fine;
siciliane
In
una,
porzioni solite di
facendo
è
mio^
può dire
o
quasi e
mondana,
e
al
EDIFICARE
DI
e
in
Lupa),
le
pror
atti. Così
tre
che
sono
è
la
fantasia
è
soprattutto tragica, ch'egli eccelle
nelle rappresentazioni
di color
locale, e che è
è vero
Tanto
novelliere.
dei
che
soprattutto un
sei
Verga
drammi
quelli
che
hanno
atti di
argomento
Rusticana
e
volta
a
arriva
La
per caso
risultati
dove
più
la
tenuto
tragico
al
Caccia
che
un
giusti.Si
a
e
lungo
e
scena
sono
tunatament
piìi fori due
siciliano, Cavalleria
Lupo.
Avviene
qualche
metodo
duca
sbagliato consi
sbaglia strada, ma
si doveva.
si vede, com'è
turale,
napiù addentro
studiava
che
Verga drammaturgo
gli
di Verga narratore.
stessi temi
Egli è un poeta
del travaglio econodella passione amorosa
mico;
e
le sue
rist;intoe il bisogno sono
più forti
e
ispirazioni. Dei sei drammi
quasi esclusive
amorosi
neirultimo, Dal tuo
cinque sono
; solo
al mio, la questione di danaro
za
predomina sencorda
eliminare
l'altra,e l'aria che vi si respira ridon
Gesualdo.
quella di Mastro
cana:
RustiSi riassumono
rapidamente. Cavalleria
Turiddu
non
dovrebbe, sposare
può, come
ucciso
dal
Santuzza
a
e rinunziare
Lola; muore
In Portineria:
Carlini
di Lola.
marito
non
può
alla
la buona
rinunciando
e {malata Malia
amare
za
perfida e bella sorella di lei,Gilda; aggrava, senconsapevolezza né colpa, la malattia di Ma-
Guardando
Giovanni
Verga
la morte.
non
Lupa: Nanni
l'amore
ale
padre rinunciando
può vivere da marito
della
incestuoso
suocera
'gna Pina e
la ganza. Queliberarsi che assassinando
sa
non
sti
lia, e
ne
affretta
drammi
tre
varianti
sono
'ristintosessuale
La
è
più
di
solo
un
motivo:
della
forte
legge morale,
la passione soffoca la bontà e la giustizia.
Negli
altri tre si nota
La
una
complessità crescente.
al Lupo
Caccia
servazione
rappresenta. Tistinto di conlotta
in
due
non
al
tra
col
erotico
furore
e
tutti
e
e Lollo
legge morale. I Musara
colpevoli e
perdonare alle donne
possono
loro seduttore; Mariangela non
carsi
può sacrifiall'amante
né l'amante
a
lei; l'uno e l'air
in stato di disperas'appressano alla morte
zione
La
Caccia
alla Volpe è una
e d'odio.
spe^
di fronte
eie d'ironia
alla
sulle
Fortissimo
primordiali
strando
il
truculenze
nel
Verga
com'esse
sorride
Invece
la blanda
contiene
programma
fra
pur
una
fior di labbra
e
parola
morale.
un
pari tempo
na
Artale, don-
violento
strisciante;invece
di
in
mor
saziata,
geloso,la lascivia inscrupoli. Ma
quale
dell'attacco
minaccia
denti.
prece-
^le passioni
raffinate.
il possesso
il desiderio
senza
l'invidia
a
si estenuino
Livia, Fieri:
sordina!
drammi
rappresentare
nelle società
si mascherino
dei
duello.
di conclusione
Verga
n'è
alla
mina
fem-
dell'assassinio
Dal
tuo
al mio
artistica
e
di
consapevole, e,
nella prefazione.
reticenze,lo ammette
La
mostra
dove
coppia di Lisa e Luciano
rebbe,
sasecondo
il poeta, la salvezza:
nell'amore
che, sorto dai giovani sensi,diviene collaborazio^
ne
etica,e, forte contro le avversità, insegna la
conciliazione
dei sessi e quella delle classi sociali
la subordinazione
e
degli istinti alla legge morale.
È o vorrebb'essere
l'opera di redenzione
TEMPO
verghiana,
il pianoro
XIX
del secolo
si
non
espositivoa
salendo:
mirarono
alcuni
dopo
EDEPICAEB
DI
brevi
Tristani
alla
prenda
lettera
cui
tanti artisti
breve
un
(purché
e
sia
sifal
Paril paragone
soltanto
sfiorato).
Ma
la
del
dialogo di Verga, che è
avidità
esprime
primitive, è
jierfetta quando
insufficiente
far
a
conoscere
più ricchi
saggi
paeLe
Dal
al
mio
tuo
interiori.
ren
figure di
lontane
ed
stano
se
ermetiche, come
ognuna
delle piìi importanti) espo(o almeno
ognuna
nesse
la
sulla scena
essenziale
di sé,
parte meno
il resto segreto. Da ciò l'incomprensione
tenendo
del pubblico. L'espediente dell'autore,che pensò
le battute
di completare
con
ampie didascalie
di
con
(a volte accentuate
parole commosse,
stile non
felice.
verghiano), fu poco
come
può far vedere
Questo stesso riassunto
di Verga sia conseguente ed
l'opera drammatica
di
una
gli manca
organica. Non
speranza
vaga
fraternità e d'amore, collocata
nell'infinito;ma
della vita è rigida e fiera. Il gevisione
la sua
nere
è quello che
umano
è, e può abbellire
domarli.
Le
i suoi
esteriormente
istinti, non
il bisogno del cibo
molle dell'azione sono
sempre
il bisogno dell'amplesso: quello, organizzato
e
dal desiderio
della sicurezza, diventa
avarizia;
nella
gelosia.
questo si prolunga e si sistema
civiltà può camuffare
la realtà, non
La
volgerla;
capolà
dalle menzogne
e chi
venzionali,
convuole, di
secchezza
conoscere
nelle
società
plebee
il
ed
cuore
dell'uomo
incolte. Questo
lo cerchi
to,
sentimen-
in Verga, s'accordava
profondo ed autonomo
le mode
l'arte e con
la scienza, con
del
con
Carmen
di
Bizet fu rappresentata
tempo. La
nel '75; Vita
dei
Campi fu pubblicata nell'SO;
Giovanni
la
in
Chi
neir84.
del Mascagni
Nietzsche,
il
e
Verga guarda
suo
fu
messa
l'ascolta col comento
s'accorge
Ma
Carmen.
la
con
drammatica
Rusticana
Cavalleria
scena
Verga
delle
subito
Bizet
tele
paren-
potè piacere
a
dionisiaco.
gli parve
canto
cale
musi-
malinconia.
con
deboli
cattivi,o
tro
abulici o violenti. Raramente
egli s'indignaconla nequizia, che
per solito gli si rivela come
In questo senso
una
sottospeciedella fiacchezza.
tutti
è impeccabile Cavalleria
Rusticana, ove
dell'istinto. Exmarionette
i personaggi sono
uomini
Gli
romantico,
sono
riserva
'
nali
per
o
la santità
femminili
creature
lui
ad
(Malia
o
alcune
eccezio-
in
Portineria,
al mio),
tuo
in Dal
Lupa^ Nina
umili Beatrici, amanti
angeliche. Ma anche queste
così perché sono
così, né potrebbero
sono
agire o sentire altrimenti. La loro virtù è senza
storia.
sforzo
senza
e
Verga non
rappresenta
è un
caratteri ma
temperamenti; non
poeta della
bertà,
la lotta disperata per la linarra
volontà; non
nella
la vediamo
come
tragedia greca,
il divincolarsi dello spirito nella natura, come
o
lo descrive
Shakespeare. I suoi tre regni-,Tinferno dei violenti,il purgaforio dei fiacchi,il paradiso
delle vergini e delle spose
celesti,stanno
no
ab aeterno, senza
mediazione
e
trapassi.Ciascucristarsolitudine
dei suoi tre tipi sta in una
dibattiti morali, né svolgici sono
lizzata. Non
menti,
I suoi personaggi s'immaginé sfumature.
nano
col destino, di
di contrastare
brevemente
nella
Mara
contrattare
con
l'istinto: appena
ne
fulminati.
cadono
quasi tutti i suoi drammi
carattere
migliorifra essi hanno
Perciò
i
/
tocchi
son
ghi, di catastrofi. Tutto
è concentrato
e,
que,
comun-
di
epilonel quinto
JO
TEMPO
jDOsta
primi quattro (racconto della
i
essendo
atto
deiranima
lotta
EDIFICARE
DI
il
contro
supbertà
lidella
IMstinto,
contro
destino, del
carattere
il
contro
dalle
superflui e bugiardi. Fin
temperamento)
ra
prime battute i protagonisti e la loro storia futuin mano,
determinati
chiusi
a
e
gli stanno
gomitoli; dopo di che il poeta prepriori, come
cipitosame
li sgomitola. Monologhi,
scene
rali,
codi
sarebbero
fuor
spiegazioni, confidenze
mai
chi
scrisse
come
luogo. Si può chiedere
i Malavoglia
Mastro
così vasti come
racconti
e
Gesualdo
don
abbia
non
drammi
scritto
di
loghe
ana-
potuto, ma
proporzioni. Certo che avrebbe
cioè
moltiplicando iì percon
analogo metodo:
sonaggi
d'uno
le
meno.
fenostesso
e
esemplificazioni
al mio
Dal
tuo
s'approssima al genere.
i singoli
maturità
nei
della
romanzi
anche
Ma
rattratti
tuari,
stae
statici',
rettilinei,
personaggi sono
delle
mutare
immobili
nel
vicende, fin^
che
bizzarramente
difficile
è
modello
drammi
come
passione
e
Rusticana
della
del
e
che
e
vita
sua
pesanti parallelismi.
i critici vogliono
morto
come
Verga
ebbe
come
senza
che
'Ntoni
Con
non
La
destino
Caccia
Non
drammatico.
i suoi
è
dei
po' piìi a lungo
gioca un
il gatto col topo; ma
una
drammatica
traduzione
Ora
travolti.
e
il destino
Malavoglia
e
scossi
vengono
ne
se
non
piti
al
vita
ha
l'idea
nostra.
Lupo
Ma
resteranno
imporre
si
della
si
sarebbe
e
vono
scridella
ch'egli
Cavalleria
plari
esem-
sceneggiatura e di dialogo. Ivi il Verga
nel cogliere ciò ch'era
fu pari ai grandi maestri
essenziale
mento
all'argomento e nel togliere ogni eledecorativo
e
parassitario.
di
12
TEMPO
Ma
questi motivi
quando
meno
rittive
si diffusero
o
dosarle
senza
di
EDIFICARE
DI
di ammirazione
in
larghe
nero
ven-
masse
nar-
si
sufficienza, quando
a
stro
atteggiamento rispetto a MaGesualdo
ai Malavoglia (soprattutto
don
e
rispetto ai Malauoglial) il pubblico si disorientò.
trattò
Ammirò
prèndere
e
lesse.
non
Perché?
dice
Qualcuno
scrive
Verga
perché
male.
Vedo
che
critici
lo
che
intorno
che
scrive
male.
non
è
dice
mai
Ma
si
fra gji errori
più tenace
fra
Verga. Anche
quelli
(e lo
grande scrittore
manca
oggi chi
neppur
grande scrittore,sì, ma
come
tutti)
ammirano
il
a
ammirano
ripeta
è
questo
non
Verga è
Questa
ammessa
un
contraddizione
in
nessun'altra
arte,
per
che
grande
un
in
ammette
stesso
dice
che
è
si
non
pittore dipinge
male.
letteratura.
Luigi Russo,
espositore di Verga, se non
Lo
termini
scrittore
l'affettuoso
dice
che
biografo
scrive
Scrittore
dialettale.
ed
male
tale
dialet-
un'orribile
lingua italiana! Sarebbe
cosa,
di blico
indifferenze
altre
pubgiustificare ben
di critica.
da
esautorare
e
ogni propaganda
in
da
è scrittore
né
tivo.
dialettale né catVerga non
Forse, e senza
forse, egli è il più esatto
zoni.
Leopardi e Manprosatore del secojlo, dopo
A
quest'altezza egli giunse tardi, e vi si
in alcune
novelle
mantenne
e
njei
poco,
per
si percepiscono
Malauoglia. Già nel Gesualdo
vi giunse,
alcuni sintomi
di disintegrazione.Ma
e
vi
si
È
Di
mantenne,
quanto
dialettale
alcuni
per
basta.
nella
scarsi
alcune
sua
elementi
centinaia
prosa
di
Verga
di
gine.
pa-
dusse
intro-
vocabolario^
e
Giovanni
Ma
contano.
non
la
IS
Verga
sintassi è
sua
di
ghevole
pie-
una
bilità,
moasciutta,di un candore, di una
di una
hanno
tro
risconprontezza che non
È
i contemporanei.
fra
strano
poi come
che
ebbe
non
uno
pratica di versi sia
gran
riuscito a raggiungere una
musicalità
così calma
e
Chi
vuole
cattivo
a
scrittore
è perfetto.
ritmico
di
descrittivo
esempio
un
dialettale
o
orecchio
suo
i
apra
questo
Malavoglia
171:
p.
'(Soltanto
alla
il
Anche
solenne.
le
onde, quando
Provvidenza,
occhi
luccicavano
volessero
e
dire
più
muggiva
fin
Ovvero
come
mangiarsela;
parola, in
una
dove
c'era
gì)
avessero
nessuno
e
al
mezzo
osava
che
mare
acqua».
fulminea
legga questa
vicino
passavano
individuazione
(p. 105):
«Vanni
Pizzuto
non
per
scarpe,
s'è
terra,
le
passano
Ovvero
«
vecchio
allora
lo
qua
che
io
te
voler
continuava
nulla!
a
Allora
il paese
i tuoi morti
piedi
quando
come
ne
sarò
sotterra,
anche
allora
andrai
lasciare
fare
non
dove
saranno
al
Longa
della
lui,
più,
la
ti
quel
e
Alessi
figlio
ci
casa,
il
tutti
e
nato
osti-
eppure
si
dirti
senza
cuore
Ma
io! che
ti vedevamo
basterà
sotterrati
potrà
avevamo
faccende
sei nato
povero
vuoi.
lo dico
te
tua
le solite
e
dove
vattene
quello che
comprenderai
dentro
il petto, quando
a
i
sg.):
morto
il pane,
non
conosco
io lo ri-
ma
sempre
polvere
il canto
219
(p.
sarà
buscarsi
la
senza
pecore».
ascolti
vagabondo
Dopo
striscia
che
levar
fa
e
andare
conosciuto;
essere
egualmente,
per
ad
messo
di
sciare
la-
cresciuto,e dove
sotto quel marmo,
14
TEMPO
all'altare
davanti
domenica
dell'Addolorata
si
ci
liscio,tanti
EDIFICARE
DI
s'è
che
inginocchiati
sono
fatto
la
sopra,
»
.
Ma
così
dai
Malavoglia,
fitto, non
142-149,
cita
si
stilistico è
il tessuto
ove
(se
le
forse
non
gine
pa-
battaglia di Lissa vista da
Acitrezza, le sole staccabili
per antologia).Tutto
v'è
ò un
blocco, e non
l'organismo narrativo
di critica
martello
di
presunte,
sue
di
deficienze
Altri
ne
dei
questi
dei
non
—
né
ma
sfaldare.
possa
viene
certamente
dimostrate
dalle
dimostrabili,
né
scrittore.
la
romanzi.
Ma
le
meno
e
nella
causa
Il
avventure
di
e
s'incontrano
baroni,
è
più
e
dicono
—
le
Simple
Salammbó,
bea
ple-
materia
pubblico
il Coeur
forse
almeno
duchi
popolarità
L'im-
lo
non
ama
piacque
ove
che
Verga
cercano
suoi
miseri.
e
sulla
sventure
di
il Don
ricchi
e
bert
Flausualdo,
Ge-
chiti
arric-
divulgato dejl
piscatorio / Malavoglia?
tentativo.
altro
Bisogna forse fare un
di penetrazione
forza
La
maggiore o minor
si spiega
nelle masse
di un'opera letteraria
non
del carattere
conto
si tien
non
complesso
se
strumento
del suo
espressivo che è la parola.
davanti
che
Può
una
a
o
essere
può parere
nimo
in uno
stato d'apittura lo spettatore si metta
davanti
di
a
una
contemplazione
pura
salvo
rappresentazione. Ma è difficilissimo,
pura
da
raffinati
estetici tanto
sentare
ratemperamenti
per
il vizio, assumere
una
posizione cosi
La
davanti
disinteressata
all'opera letteraria.
parola rappresenta e, in pari tempo, persuade.
Il lettore
vuole
essere
comune
impressionato
In altri
in pari tempo
convinto.
vuole
e
essere
concluin un
una
termini
romanzo
egli cerca
poema
15
Verga
Giovanni
zione.
purificazione dell'emosene
Se la trova troppo evidente
può irritarla trova
d'un inganno; se non
affatto
come
si ritrae perplesso ed Insaziato.
dei Malavoglia?
Qual'è la conclusione
Verga stesso parrebbe guidarci a una
risposta,
nella
prefazione del 1881:
«Il cammino
coso
fatifatale, incessante, spesso
sione
didascalica
una
e
.
febbrile
e
suo
dileguansi
giungere
rag-
è
irrequietudini, le avidità, l'egoismo....
le contraddizioni, dal
cui
attrito
le
tutte
sviluppasi
per
progresso,
dioso
granvisto
risultato,
nell'insieme, da
luce gloriosa che
l'accompagna
Nella
lontano.
T umanità
segue
conquista del
la
nel
che
della
la luce
c'è di
quanto
copre
Il risultato
verità.
meschino
nitario
uma-
teressi
negli inli giustifica
particolari che lo producono;
a^-sthiiolare
quasi come
nDiez.^jiecessari—
Fattività deirindiViduo cooperante
inconscio
a
beneficio
tutti. Ugni
di
universale,
materiale
alle più
dal
raggiungere
e
quando si
scopo!
sua
ci
in
pagina
e
non
cosa
la ruota
come
diversamente
fondo
non
vorìo
la-
benessere
sì domanda
non
umana,
Che
legittimazione!e che
incessantemente,
qualche
scrive
del
cotesto
ambizioni, è legittimato
della
sua
opportunità a
del movimento
incessante;
dove
vada
questa immensa
va».
Muoversi
fino
la
scopo
conosce
come
avanzare:
Come
lo
ricerca
di
elevate
dell'attività
corrente
al certo
dalla
fatto
solo
movente
le
ha
che
raccoglie
queste
monete
mai
d'Issione.
Verga quando
cose
di
senza
scrive!
curvature
verbali
sa
pen-
Allora
fatiche
en-
così
consunte.
Per
esempio
dei
Fantasticherie,un
hanno
Malapoglia^
un
altro
preannunzio
tutt'altro tono:
16
«Mi
è
ora
di
tenaci
hanno
che
ho
DI
parso
nelle
loro
TEMPO
EDIPlCAllfi
leggere
i
per
resistere
cercato
di
dei
affezioni
piccoli
alle
il
cessità
ne-
l'istinto
nel-
deboli,
stringersi fra
della
vita, e
di
tempeste
decifrare
fatale
una
modesto
dramma
deve
aver
sgominato
gli attori
ignoto che
Un
dramma
insieme.
conoscemmo
plebei che
di cui
che
e
qualche volta forse vi racconterò
debba
in ciò:
consistere
parmi tutto il nodo
di
che
quei piccoli, o più
allorquando uno
debole, o più incauto, o più egoista degli altri,
staccarsi
dal
volle
l'ignoto,
vaghezza delper
gruppo
di meglio, o per
sità
curioo
per brama
e
—
di
com'è,
vorace
con
il
conoscere
lui.
—
il dramma
lo
se
E
sotto
non
manca
coltello
del
scoglio»
Qui non
po' oratoria
c'è
il mondo
da
pesce
ingoiò, e i suoi più prossimi
che
questo aspetto vedete
d'interesse.
più
l'argomento
quello che tratta
del
mondo,
delle
interessante
le ostriche
deve
insidie
del
che
le
palombaro
Per
esser
gambero,
stacca
o
dallo
.
Uno
di
più nulla
nelle
magnifiche
quella
sorti
rimedio
e
fede
un
sive.
progres-
aduggia ogni
del
visione. In realtà
Verga, che
gentiluomo
si guardava
la compitezza modesta,
anche
aveva
le idee
del suo
dal polemizzare con
bene
tempo
sociale, positivismo,
(progresso, selezione, benessere
ironia
senza
verismo), alle quali faceva
credeva
in nulla
bellissime
scappellate. Ma non
nella
inesorabile
tristezza di vivere, e
se
non
difensivo
si spingeva fino al ridotto
neanche
e
Il mare
Ginestra.
ottimismo
della
tempestoso
da
e
quello che in
ingoiatore (tanto diverso
il grande
Lidda
Tidda
Pidda
cantalo
aveva
e
Arcade
Giovanni
conterraneo
suo
Meli) lo presconforto
senza
Griovanni
dalla
muniva
della
retorica
santa
17
Verga
«buona
ra».
Natu-
mette
ampessimismo è integrale,e non
ciò quell'acné ribellioni né proteste. Da
cento
calmo
e
tenace, sprovvisto d'irritabilità
il male
di uno
che
racconti
sentimentale, come
di meno
senza
peggio.
speranza
Verista
il Verga
c'è mai
non
è, se
pure
stato
un
grande artista cui si possa affibbiare
HpI
T
gr^nlnm
Pnpctjvji
questo epiteto.Egli è ugO
teorico
del Manzoni, e dal Manzoni
e
apprese
le
contaminazioni
di
tasia
storia e fana
respingere
evitare le rappresentazioni dell'amore
e ad
volle
a
ne
(il Fogazzaro, manzoniano
metà, non
di questo secondo
divieto,e il pubblico
sapere
alcuni
elementi
gliene tenne
conto). Perfino
si trapiantaron
specificideirimmaginazione manzoniana
in quella di Verga, che
li riprodusse
preziosamente impiccoliti.Alla peste dei
Promessi
'67
del
Sposi corrisponde il colera
nei Malavoglia e quello del '37 nel Gesualdo;
al tumulto
di "Milano
fanno
eco
quello contro
il dazio
sulla pece
nei Malavoglia e i tumulti
antiborbonici
nel Gesualdo.
Il dottor
Scipione
è progenie di Azzeccagarbugli. Crocifisso- è un
po' don
Rodrigo,_fì-4eft-iliamffl«rta-.-è. un
po-
Il
suo
Abbondio.
jcliinQLdfm
Ma
i
si veda
rapporti
fra
quale
saggezza
contrasto
e
nel
destino.
considerare
Manzoni
terviene
in-
videnza
Provun'indulgente e bonaria
che
versale
anticipa nel secolo il giudizio unie
uno
maneggia- perfin la peste come
come
giusti. Anche
il
suo
ad
atto
strumento
il
destino
ma
BORGESE.
«verista»
è
altrettanto
d'una
Tempo
eliminare
veggenza
di
edificare.
i rei
salvando
1
Verga interviene, e
intelligentee veggente,
fatta, leopardiana2
18
a?EMPO
mente,
di
Longa
e
di
perfidia.Il
risparmia il
si accanisce
sorte
colera
ammazza
la
feroce
Crocifisso.
povera
La
mala
colpi iterati sulla famiglia
Non
quasi allo sterminio.
questi pescatori si chiama
con
'Ntoni
padron
EDIPICARB
DI
fin
di
per nulla la barca
la Provvidenza.
sardonicamente
Nel
che
ombra
è
non
sacrilegio.Non
di
è
che
gina
(pasacrilega la pia donnicciuola
pensa
197): «coi disgraziati succede
così, che
vuole
una
spina scaccia l'altra,e il Signore non
in
ficcarcele
rebbe
tutte
una
volta, perché si mori-
di crepacuore»,
e
di rappresentare
s'avvede
non
il
così
Signore
sando
pen-
come
up
aguzzino.
Il fondo
di
ma
spagnuoli.
coscienza
là.
La
infausta
Il premio
è
—
vita
lico,
catto-
che
sconsolato
chi
ci crede
per
è
di
terrestre
valle
e
è
verghiana
cattolicesimo
un
lividori
di
sensibilità
della
corda
ri-
nella
dele
fe-
nell'ai
—
lacrime,
buoni, propizia forse qualche
è
ai malvagi. Quanto
volta
più il cuore
nobile, tanto
più è probabile la uia crucis.
Le
provvidenze sociali e politiche giovano
di
anche
meno
giovi la Provvidenza
quanto
la invochiamo
celeste, se
aggiustarci le
per
ed
Non
faccende.
la
ai
iniqua
servono
dì
certezza
umano
e
unità
e
a
splendido
uno
la
In
nulla.
avvenire
soddisfazione
indipendenza
quegli
del
le
per
anni
nere
ge-
guite
conse-
aperto
avevano
le
innografica, in
madre
cui la Natura
ottima
e
era
gli uomini
Fa specie vedere
in salute.
molto
bene
stavano
dire
che
il Verga
(è necessario
gli mancava
ogni velleità di polemica politica?) accingersi
cateratte
a
a
raccontare
degli
anni
grande
una
una
in
cui
storia
si
lirica
familiare
rassodava
e
paesana
l'Italia,fra
il
20
TEMPO
EDIFICARE
DI
è
«Al
\
giorno d'oggi nessuno
stato e vuol pigliareil
i suo
reminiscenza
Strana
cielo
a
pugni».
classicismo
un
fatalistico che
soavemente
e
bene
di
del
contento
derato
mo-
s'innesta
dell'obbedienza passiva
nella dottrina cristiana
omnia perseti
humana
ruit per vetitùm
(Audax
gens
messa
fuori candidamente
in
il
titanismo, fra
nefas),
un'epoca di
Canto
danzoso
bal-
delVamore
e
Nouo.^
il Canto
si svolge intorno alla scelta
Tutto il poema
di 'Ntoni il giovane. Accetterà
egli la legge
statica della tradizione? o tenterà nuove
de?
straTenta
nuove
strade, e si perde, e la casa
crolla. Il protagonistastesso sigilla
a
pag. 339
del libro:
il significato
«Anch'io
allora non
sapevo nulla,e qui non
che so ogni cosa
devo anvolevo starci,
ma
ora
darmene
»
E
scura
.
prima il poeta aveva
compiacenza la filosofia
poco
ascoltato
della
con
storia
di
Venera:
«Una
volta in paese si stava meglio,quando
venuti quellidi fuori a scrivere sulla
non
eran
i bocconi
vi mangiate, come
don
che
carta
taio,
Silvestro,o a pestare fiori di malva nel morcol sangue di quei del paese.
e ingrassarsi
si conosceva,
si sapeva
Allora ognuno
e
quel
comare
che
faceva,
padre
mangiava,
suo
dove
sapeva
che
c'erano
e
e
e
che
avevano
nonno,
e
quel
suo
quando
andava,
nati, e
prendere da questo
e
perfino quel
si vedeva
e
fatto
sempre
le chiuse
uno
passare
erano
di
che
si
quelli
si lasciaiVa
il pesce
non
da quello.Allora la gente
Giovanni
a
di là,
e
qua
e
non
andavu
è
bislacca.
morire
all'ospedale».
poeta sa che questa sapienza
IL
Pure
A
riferisce
la
non
implica
che
se
di
si sbandava
non
21
Verga
voler
cavare
Vivere
Almeno
non
dice
non
insegnava
deboli
come.
si
come
ai
Malavoglia
zionaria:
impassibilità rea-
forti
perisca
è
modo
qualche
necessario
è
scettico.
l'altra inaccettabili
e
in
non
se
o
tettiva
pro-
dai
costrutto
un
l'uno
(anche
possibilismo
un
nichilismo
deduce
ne
un'affettuosità
senza
guibili.
inese-
e
necessario
navigare), e Verga
il Werther^ se
pure
il vincere, mostrava
ai
in un
gesto di protesta,
v'è che
ta
un'erpersuadeva al suicidio. Qui non
di negazione totale, donde
zampilla un
rupe
e
disperata pietà.
getto inattingibiledi sublime
vi s'aggrappa.
Il pubblico, il popolo, non
e
La
malinconia
putrefazione
dal
a
Verga
è
non
tante
dei
secolo
illusioni
lumi
o
Dickens
Tolstoi:
un
o
un
artisti che
tivate
col-
avvicinare
possono
generazione di
probabile ch'egli ai)bia mai
un
la
e
guerra
ottimistiche
nuova
una
come
Balzac
di
alla
succeduta
lettori. Ma
a
dersi
diffon-
Manzoni
oltre
o
le
un
belle
suggerimenti, a loro giudizio
immagini davano
la felicità individuale
e
infallibili,
social,
per
di Vf.r^ resterà
temporale ed eterna. La glocifl
un
po' enigmatica.j2-xemota,
sfinge. J^a
sua
di lettori
fortuna
è
^on
di
lineamenti^
afifi3afa~auna
goria
cate-
superiori ed alla ristretta chiesa
degli artisti che imparano l'arte.
Il culto
é recente.
dei suoi capolavori non
22
TSMPO
DI
EDIFICARE
generazioneletteraria
La
maturità
al
stranamente
oggi pervenuta allg
golare
riconobbe
una
posizione sinsempre
se
Verga anche
questo ossequio fu
di parola e se le cose
dette
parco
documentarlo
per
omaggio
Il bello
sorpassarono
la
Le
mediocrità.
un
raramente
e
circostanze
presenti facilitano
più largo ed aperto.
edificio della letteratura
sontuoso
tumato
principiodi secolo si è fransale,
come
un
palazzo d'esposizioneunivercon
polverìo di calcinacci. Quella
gran
e
grande lirica personalisticasi è polverizzata,
la parola frammentaria
insegue la sensazione
senza
soggetto.
Il Verga richiama
intomo
a
a
un
sé, come
i^estauratore,quelliche desiderano ricominciare
anarchica.
di là da questa dissoluzione
Egli
italiana
di fine
richiama
ad
ad
ma,
ad
venga
cosa
e
costruzione
una
una
voglionoqualche
di duraturo
e
e
di
volontà
esempio
di serio
si
incorruttibile,
Perciò
riferiscono
l'ottantesimo
furono
nistica,
uma-
deiranida cui la decorazione
uno
un
ed
indagine dei problemi
stile essenziale
abolita. Tutti quelliche
recente
non
classica
soltanto
a
ferma, radicata,
Verga.
anniversario
occasioni
nell'arte
cercano
la morte
encomiastiche.
e
Tozzi.
Federigo
I.
CON
Tozzi,
Federigo
socialista
e
alla
fu
poi
umanitaria,
imitazioni
Siena
trecentesca
si
dandosi
ritrasse
ostile
fermezza
di
ricerche
dalle
altra
a
nalmente
Fi-
dagli
e
con
attività
studi,
gazione
ne-
una
e
con
di
degna
e
rivivere
Caterina.
prosa
distrazioni,
senza
di
dottrine
della
ogni
erudite
Santa
a
alFarte
tutto
intransigenze
tentò
accanto
rosea);
e
con
con
cui
in
bolscevica
redentrice
e
formali
dapprima
(non
cattolico,
Maistre
de
fu
senese,
vecchia
conservatore
Joseph
da
CHIUSI.
popolano
maniera
ma
rossa,
OCCHI
GLI
una
antico
un
artigiano.
A
e
sentirlo
fedele
buona
da
le
tutte
di
lussi
mistico
in
assume
cui
ogni
si
capirlo,
si
cui
visionario
ricordo
un'autorità
direbbe
in
Italia
che
la
per
perfezionò,
Bestie
lirico
universale
di
si
lui
distinse
tenacia
in
mistica.
(Treves,
patiménto
e
esteta
in
anche
Tesperienza
era
un
riconosce
paesana
dilettanteschi,
e
vederlo)
razza
altre
con
a
A
decadente.
un
la
(non
permanente
centrata
con-
tempi
Libro
1917),
umano
per
24
TEMPO
del
mezzo
parallelo
nella
è
questo
ves,
DI
ferenza
sof-
contemporanea
una
con
Libro
natura.
mistico
e
visionario
Con
chiusi
(Tregli occhi
lude
titolo,troppo autocritico,al-
romanzo
1919),
EDIFICABE
il
ove
francamente
a
di
metodo
un
spezione,
intro-
austera
di
coscienza,
spietato esame
in cui l'autore coinvolge con
stesso
se
gli altri
personaggi e il paesaggio.
Queste parole, finora
chiare, possono
poco
libro moralista, a un
far
un
a
pensare
prouno
a
e
grajmma
a
tesi. Non
una
d'arte
programma
di
segno
volontà
v'è invece
fuorché
nel
conclusionale
traccia
v'è
titolo,non
fuorché
di
in
un
pagine (148 e 224) e negli ultimissimi
l'autore, in una
ristampa, farebbe
righi che
abolire.
ad
soltanto
bene
L'introspezione scava
nel
nell'emozione
e
dolore, ed è austera
punto
ape disperata; l'esame
perché inconcludente
di coscienza,-fatto ad occhi chiusi,è una
discesa
da
natura
e
una
palombaro entro un'umanità
che
reagiscono alla vita con
contrazioni, ad
altri impercettibili,di spasimo. La
nota
gina
paleopardiana che rappresenta un
giardino
di primavera
come
un
giardino di supplizi può
paio
di
il
illuminare
di
carattere
questo
libro.
autobiografico.Il Tozzi
la
vi
sua
adolescenza, inquadrandola
espone
al giorno
nel primo
amore.
Apre il racconto
contadina
in cui la bella fanciulla
Ghisola, pungendogli
la mano
ferro
da
un
con
calza, gli
del
identità
fa
presentire la funebre
piacere
col sangue.
col dolore, della
voluttà
Lo
chiude
il giorno in cui Ghisola, caduta
e
decaduta, gli
Esso
mostra
è, in largo
nel
la
ventre
suo
condanna
platonica,
in
senso,
cui
di
il
carico
una
di
maternità
passione
giovinetto
aveva
dagia
ran-
follemente
creduto
di bruciare
le scorie
di
primavera
di
Intorno
vita.
25
Tozzi
Federigo
affannosa
una
ai
e
due
spinosa
sono
tadini
con-
ed
mali
interni, aniartigiani, campagne
e
piante.
Ma
con
l*autobiografiaè obbiettivata
sione
precile intime
tore
concretezze
che l'aue
scultoria,
di sé adolescente
né più
non
sono
narra
solidamente
né meno
disegnate di quelle ch'egli
al padre, alla madre,
al passante
attribuisce
dino
contao
Toppa. Di un
perfino al vecchio cane
che
il contatto
dei vitelli,
dice:
amava
rezza
una
«Egli,finita la fatica,provava
gran tenenella
quelle carezze
stalla; quando
per
e
l'alito del
caldo
era
Ricordandosene
sudore.
Del
vitello
padre,
rozzo,
e
umido
mangiava
violento
e
il
come
in
operoso^
suo
silenzio^.
che
aveva
dieci popatrimonio e comperato
deri
facendo
da
mangiare nella Trattoria del
Pesce
Azzurro
natico
e
non
capisce questo figliolue
fantastico,dice:
stato meglio che
non
«E, allora, sarebbe
gli
Perché
fosse
nato.
nato?
gli era
Meglio non
canto,
acparlargli più, sopportando che camminasse
in silenzio,magari
testa
a
bassa^ fino
sul
batterla
a
lastriGpi".
Di Ghisola,che
airimbrunire, dopo una
cessione
prosofferto
la prima
campagnola, aveva
violenza, dice:
«Rivedeva
la processione: anzi
tutta
vertiva
si diriconoscendo
a
a
uno
uno
quegli che
ciantavano
badare
senza
mente
mentala
lei,dicendo
i loro nomi, dietro quel crocifisso
nudo
le gocce
di vernice
e
tarlato; con
rossa
come
in terra, spaccando
battesse
sangue
vero, che
che
gli zoccoli di tutta quella calca! Le pareva
la processione entrasse^ vertiginosamente^denmesso
su
un
26
TEMPO
i suoi
tro
la
e
anche
suonasse
musica
quella
delle
campane
è
Ogni rigo
ed
lavoro
baldacchino
un
di
poco
se
riecheggiata, come
la
valle
tortuosa^ a nicchia:
quasi che parlasse, e il suono
così
forte da farle staccare».
uno
scavo, ottenuto
nel duro
terreno
Se
esterna.
di dissodamento
nella
EDIFICARE
musica
infallibile
interna
Il
ocelli!
sghembo,
DI
tenacia
si
con
una
sione
pres-
della
realtà
che
pensa
è sempre
risoluto
lo
questo
tico
stesso, iden-
negli effetti,per
duecentocinquanta pagine di racconto, in cui
un' immagine,
non
un
periodo, non
non
una
è floscia
battuta
di pigrizia e di
ne;
consuetudisi
se
e
di
invaso
si
di
che
pensa
muove
di
di
dal
in
«Dopo
di
si
che
delle
fa
v'è
piacevolezz
procacità verbale;
pittoresco o
umili
finito
l'in-
verso
il cielo
come
dalla
nice;
cor-
si perpetua
creature
epico; la parola, rovente
proprio significato,si abbruna
suo
ferro
di
case,
con
ripidissima;
villaggiocome
quattro botteghe,
e
riesce
e
battuto.
Fonterutoli,un
altrove
è
non
d'ironico,
trattenuto
non
sacra
severità
una
scoloso
mu-
ritmo
un
nel
pura
così
Non
svasa
paesano
chiuso
orizzonte
il movimento
in
v'è
non
è
colore
pittura
una
vi
sperimentalismo
Il
là
di
è
che
escursionistico.
nemmeno
realistico.
Nulla
reverenza.
truccata;
v'è
sentimento
un
a
diminutivo,
non
il libro
tutto
sintetico, respirante da ogni poro,
luce esploratrice in ogni sguardo, l'animo
dalla
lontano
e
ad
golo
an-
un
la
strada
alta
piìi
esser
»
.
«Per
si
la
in
movevano
la luce
strada
di
fondo
Bisarno,
alcuni
alla svolta.
fosse continuamente
E
cambiata
cipressi
che
pareva
dal
vento
»
.
«Volevano
decidersi, perché
la
strada
fino
28
ritti
EDIFICARE
DI
TEMPO
strade; l'aria
come
è
quell'aratura si sprigiona come
lievemente
sulfureo, un
bile
dà
che
gli anni,
avvicendarsi
vi
la
libro
le
tempi,
trillo dell'amore
dal
traversa
senza
di
tessitura
velo
in
eguali come
Né
quella
ed
drammatico
fano,
dia-
vapore
le persone
mutare;
d'Eliso.
scossa
magra
i
senza
lente
sono
blandizie
è
Il
insostenibile.
volte
un
da
impercetti^
acre, un'angoscia a
è gravemente
tico;
stastagioni sembrano
sofferenza
una
tuttavia
pura;
le
e
cose
perduta
una
immobilità
densa
Ghisola, che
una
romperla
troppo
novella
vimento
imprimere moper
così
a
larga compagine
per
è
ed
descrittiva.
Taluno, leggendo, penserà
realistica ed
agreste. Ghisola
è vista
Pietro
da
Beatrice:
una
come
Nuova
Vita
una
a
si sentì esaltare; ella camminava
adagio
la testa, i cui capelli nerisstmovendo
un
poco
«Egli
simi, lisciati
diverso
tutte
da
le
«Riconosciutolo,
il sorriso
di
soltanto.
non
vedere
volte».
altre
rise
Ed
modo
e
anrossì; poi,
rimase
egli credeva, guardandola,
il suo
fu
volto; e non
salutarla».
di
capace
pettinatiin
erano
l'olio,
con
ciulla
immaginazione del lettore,resta fananche
dopo la vergogna.
Pietro cui le palpebre sono
Altri,rievocando
nella
come
calda, cui i piedi, affondando
acqua
terra
chi
sgomento, che ha gli oclavorata, danno
E,
nella
«di
un
celeste
chiaro
chiaro
e
come
se
derà
difendere», ricori turbamenti
degenerativi di Dostojevski.
cosciente,
innanzi
Altri ancora,
a
quella perizia del subdella
rievocherà
le trasparenze
più
fragile poesia francese.
egli
avesse
qualche
cosa
da
Federigo Tozzi
Certo, molte
degne di essere
l'autore
ricordate
Coti
di
antiche
ed
nuove
gli
di
un'espressione rara
poetica; di quella
29
per
occhi
bellezze
sono
to,
questo libro. Cerchiusi
ci
ha
dato
disagevole materia
delicata
e
struggente fatica
cui l'adolescenza
s'adatta alla vita,affinchè
con
l'età matura
la;
tempo, dominarpossa, per breve
dell'esistenza
di quello stupefatto tirocinio
che
ha talvolta le spossatezze e 1 sussulti d'una
lunghissima agonia; che somiglia al tirocinio
della morte, proprio come
somiglia al pallore
della morte
il pallore della vita nella campagna
marzolina
le fogliesecche
ove
«sono
ancora
i grani germogliati».
sopra
una
II.
TRE
CROCI.
16
Gente
Tozzi
Io
da
venuta
è
agli
fa sapere
1920.
Federigo
che
estremi.
ci posso
non
Roma
marzo
ancora
credere.
Mi
aggrappo
quel
che
resta
in me
della
bella
e
poco
stolta fede nella giustiziaimmanente.
Mi sforzo
a
di credere
anni
Dio
è
quello
ancora
fa;
che
forza
un
che
m'illudevo
artista
per
di
dere
cre-
grazia di
l'acqua
irrepressibile come
che
si può far salire,come
non
il fuoco
che
si può
fare
non
c'è né peste
scendere, e non
né piombo
che
lo possa
finché
ammazzare
egli
abbia
detto tutto quello che
non
da
dire.
aveva
Tre
di
Federigo Tozzi, l' autore
Croci, non
schiantato
dalla
febbre
può essere
spagnola.
una
30
TEMPO
Vedrai
—
fa
pareva
che io
bozze
—
poclie
quella
illustrata
bionda
carne
EDIFICARE
assicurava
Milano, quando
a
sua
due
da
settimane
di
massa
gran
biancastri
occhi
ciò
da
alleggeritae fatta quasi volante
lette in
altri gli dicevamo
Croci
di Tre
e
che quest'altro libro sarà anche
vedrai
bello.
più
Sì,
libro
sia
mi
—
M
lo
voglio
anche
sarà
ciò
vero
il
e
e
debbo
credere:
quest'altro
più bello. Non
può essere
Federigo,
tu, carissimo
che
selvatico
più
Pai tra
lo
sera
degli amici,
Dario
a
che
il migliore
facevi
Niccodemi
pere
sa-
chiedente
notizie:
tue
Dite
—
Niccodemi
a
che
l'ultimo
letto
ha
libro.
mio
L'ultimo
libro
Tozzi!
di
Vien
sorridere,
da
nell'angoscia,al pensiero che possa
di primavera
quella grande irruenza
pur
Ci
vuol
febbre
altro
che
il calore
sette
anni
fa
alla
trice.
crea-
della
subdolo
Noi
prosciugare quella sorgente.
per
assistemmo
larsi
ragge-
calata
di
che
Tozzi
Roma
e
(veniva inurbano
sospettoso, come
za
Siena
tutta forsua
poi sempre
restò, da una
niente
abituati
e
a
leggiadria) ci eravamo
vederlo
caricaturalmente
una
con
valigia
gran
di
libri scritti ed
inediti, oltre quelli
zeppa
laccio
scritti che
nel cervelnon
gli tumultuavano
alle pareti
ressa
potente e gli facevano
del cranio
da
modo
a
una
suo
glabro decorato
a
dozzina
meaea
Vedrai
—
più
di
che
riccioli
arsicci.
quest'altro libro
•
sarà
anche
bello.
Scriveva
parola
come
fosse
coscienzioso
prossimo
respirava,
martellata
sull'incudine
stilista. Viveva
libro, dei
sebbene
ogni
rovente
implacabilmente
prossimi libri,e quelli
sua
del
del
che
3Ì
Federigo Tozzi
ancora
erano
stampati
già scritti e non
me
li trascinava
se
dietro,geloso e impaziente, coMa
masserizie.
tori
gli ediuno
zingaro le sue
tardi e, sul principio, non
corrivi;
erano
sicché egli gorgogliava come
una
bottigliacolma
aveva
e
rovesciata
collo
che
riesca
non
vuotarsi
a
da
un
stretto.
troppo
cinque, sei anni fa. Poi trovò
stesso
il grande editore;esplorò più a fondo
se
del rigido particodalte
svincolandosi
larismo
squame
di esteticherie
provinciale verniciato
Allora
così:
era
reazionarie
d'orecchio
duri
finché
d'un
pazienze
e
alle
mentre
ascetico
dista;
apprendella
abusanti
rettili invidie
ai
che
dilettantismi
parevano
penitenze
erano
scolastici
classicismi
di
e
nessuna
sapienza
grazia e della sua
superiorità di cui
sopraffare una
per
a grado a grado
erano
consapevoli si mescolarono,
in tono
riconoscimenti
fede
maggiore. La sua
in se
nell'arte era
ed ingenua
stesso
casta
e
sua
poca
mondana
la
colme
il
difensiva
ira
sua
ossequio di chierico
torto o a ragione, reputava
a
ed
più sapienti di sé. Odiava
e
suo
amore
ed
generoso
cosiddetta
La
febbre
sopravvenuta
lo
ha
di
sua
vita.
con
verso
in
così
Prima
quelli che,
qualche cosa
febbricitante
[Coji gli oóchi
un
innocente.
traditora
ho
poco
dovette
visto
in
Vita' Nuova
mento
mo-
primo della
lottare qualcuno
retorica
fare
un
il
contro
i conti
un'adolescenza
tragica infanzia, con
d'ogni gioia (vagamente adombrata
sua
con
amava;
forse
raggiante felicità,
Raramente
ferito
spagnola, la civile pestilenza
alle calcagna della guerra,
alla
preso
tenacia
avversità.
odio
un
animale
di
ch'è
chiusi); poi dovette
il
tante
con
una
deserta
in
quella
romanzo
destreggiarsi
32
TEMPO
DI
EDIFICARE
responsabilità
miseria, cui la precoce
la consolazione
di
del
pater familias negava
la sua
stessa
allegre tinte boliémìennes, e con
di quenatura
uno
spinosa e ipersensibilecome
gli
Dante
nel girone di
che
alberi
immagina
la sua
delle
rezza
chiaPier
eccessiva
Vigne, e con
la
nel fantasticare
nel vedeire, e con
e
stucchevole
degnazione di quelli che lo leggevano
attendendolo
a
gli
migliori. Il successo
prove
incontro
lenti passi svogliati.Bestie^
veniva
a
nel
il primo
libro
suo
pubblicato da Treves
così pungente
pieno della guerra, era un arbusto
la
con
che
fiori.
nell'anno
un
né
che
Con
né
occhi
cerchi
trentotto
aveva
è
fa
gli
a
venuto
a
la
i deliziosi
odorarne
fuori
chiusi^ venuto
bellissimo
un
dell'armistizio,era
po' svagato e tortuoso
trovi
Non
mese
s'avventuravano
tutti
non
via
come
della
e
m'
fiume
un
foce.
circa
anni, quando
Milano
manzo
ro-
ha
un
portato
avevo
fogli di stampa. Io che non
trenta
pagine senza
potuto leggere le ultime
lacrime
gognarsi
(debolezza di cui, so bene, bisogna verda
letteratura, suquando la nostra
o
muni
cosottoumana, tratta gli uomini
perumana
col sardonico
disprezzo che si meritano)
il mio
io soltanto
non
e
gli ho detto
nesóio
non
Quanto al successo
gli
quid maius.
Tre
Croci
in
—
—
ho
dato
soverchie
illusioni.
Gli
ho
citato
sempio
l'e-
Malauoglia, di cui in quarantanni
cento
duesi sono
vendute
otto
migliaia, esattamente
Croci
copie all'anno. Però, però. Se Tre
in comi Malavoglia, il 1920
penso
non
ancora
sono
Allora
è
c'era
non
non
più il 1881.
freschi
e i lieti afposto che per le ghirlande pagane
innografici,tanto simili in poesia a quelle
storiche
di
ch'erano
in
pittura le evocazioni
dei
Federigo Tozzi
Ussi
le civiche
e
apoteosi
Maccari.
di
Le
belle
che
ne
ce
furono, nacquero
liriche, so bene
malgrado il cattivo gusto sfarzoso dello stile che
fando
triondi poi fu chiamato
Triplice Alleanza
poco
nel Palazzo
di Giustizia,
trovarono
e
zia
grasolo perché in qualche modo
gli rendevano
omaggio. In quel festino la prosa
pessimista
dei
infastidire
e
come
Malavoglia dovè
pura
una
lida
giaculatoria;la lingua, così casta e pale
gentileda ricordare veramente
Leopardi,
miserabile
fu liquidata come
dialettale
e
parve
in un'epoca ligia all'antiquariato
lessicale;un
libro di umanità, quando
meritevoli
esser
per
la dignità di fauno
di poesia occorreva
almeno
di centauro, doveva
sembrare
o
un
po' degradante
e
dall'umiltà
lontano
non
della
storia
naturale, cui infatti somigliava per l'asserita
disciplina del verismo.
v'è letmutate.
terato
sono
Oggi le cose
Oggi non
riconosca
la trinità
rispettabileche non
Leopardi, Manzoni, Verga, anche se i Malavoglia
i Promessi
Croci
non
Tre
sono
Sposi, come
i Malavoglia. Oggi non
dico
che
non
sono
mandi
coil buon
incontrastato
v'è posto
gusto, ma
tutti i gusti in questo promettente caos
terario,
letper
il buono, e perciò
e
perciò anche
per
nuche
l'ultimo
un
grande bel libro come
per
di
.omanzo
stravagante
anni
di
atrici
Tozzi.
In
fin
il
sperarne
travaglio egli
non
piacere
phicare
una
BoRQESE.
al
pubblico
la
critica.
sua
né
Mi
commedia
Tempo
di
fede.
racconti
«frammenti
che
trecentesca
edificare.
era
quindici
fatto propizi
mala
dicono
non
In
aveva
non
scritto
aveva
conti
successo.
alla
concessioni
dei
tibile
Incorrut-
licenziosi
lirici»
fosse
da
da
lice
infe-
rappresen8
34
TEMPO
mesi
tata
scrisse
fa
Milano.
a
al
lettera
una
DI
EDIPICÀRB
Ma
il
egli
giorno dopo
Corriere, dicendosi
vinto
con-
giustiziadei fischi.
che
Era
un
tempo
primo bagliore di gloria
di fortuna
filtrasse fino a lui. A Milano, coi
e
in
che
avesse
foglidi Tre Croci in tasca, pareva
il mondo.
tasca
Sognava sul serio di comprare
della
motocicletta.
una
Ma
lo
m'accorgo che, mentre
credo
credere
piìi, non
posso
io
non
di
in
forza
una
appiglio alla
sogniamo qualcuno
quando
Croci
non
Non
massimo
sono
E
dirlo.
del
questa
forza
superstizione
lunghiam
morto
gli al-
vita.
la
Tre
stronchi
che
Mi
fiore.
pieno
che
naturale
commemoro,
all'arbitrio
il
i
Malavoglia.
dirlo
dà
stesso
è
Ma
una
cessario
ne-
sura
mi-
libro.
i
sono
che
Malavoglia,
un
perché, lungi
in
trecento
può
narratore
dall'avei-e
pagine
sono
non
la
dodici
ancora
il
dare,
possa
anni
di
centrare
con-
di storia
cento
sociale.Tozzi svolge nelle sue duela
catastrofe
adottando
pagine soltanto
matico
metodo
un
piuttosto tragico che epico, dramche
narrativo;
adottato
gico,
traquesto metodo
perché, anche
avrebbe
dovuto
proiettare sufficientemente
nella
l'antefatto
catastrofe, e introdurre
gressivame
prole violenze
dialogiche
(non con
del
e
primo capitolo) il lettore nell'antefatto
tualmente
viri tre
nel fatto.
Invece
protagonisti sono
prima
pagina.
liquidati fin dalla
la decadenza
fisica dei
e
Gl'imbrogli finanziari
familiare
e
36
EDIFICARE
DI
TEMPO
liaiiegala Cp^^ì^^^^i^i libertà)
con
opulento di parole arcaiche
o
personali, presuntuose
dico
soprattutto superflue. Non
nemmeno
sintassi
sua
la
già
ha
è
ritmica
sua
vocabolario
Tozzi
che
—
sarebbero, a
che
a
perché. Ma
non
romanzi
Tozzi
prorompendo
già quanto basta
V'è
e
Ci
con
dato
ha
un
libro
Podere
voglia^
Mala-
gli
e
l'ultima
col
suo
alto
in
teccia
cor-
genio?
tappa.
sua
moralmente
altri
scenza
ricono-
con
questa
concepito
puro,
ragioni
i
ancora
fermarsi
a
reverenza
le
fuori
per
altri
anche
bene,
rompendo
tutto
e
sfrondare.
poco
//
farà
questi
sono
ancora
sono
che
non
e
ci penso
eredi.
La
non
—
enumerar
serve
Croci
Tre
cui
per
un
cercarli
Ci
tecnicismo
pieghevolezze, e
nel
profonda. Ma
e
ancora
di
le
tutte
occulta
deve
cali
straniere, lo-
o
di
sia
rio
vocabola-
un
ed
tisticament
ar-
un'atmosfera
con
organicità con^
lucente, condotto
parola. È un
prima all'ultima
sapevole dalla
di colpa, sorvegliato da
di decadenza
mondo
e
La
serena.
e
pietà
una
intelligenzacaritatevole
abbondanza
non
con
lirica,né si espande
sgorga
continua
vibra
in intrusivi
con
moralismi; ma
virile
Traspare l'emozione
un'angoscia rattenuta.
mai
di chi
che
crede
o
gli uomini
quasi mai
linda
e
facciano
il
male
per
del
amore
male
e
che
l'espiazionepurifichi dove il peccato imperversò.
il velo
Si riconosce
attraverso
facilmente, pure
ligentem
di pudore
che
vieta
ogni espansione a chi dimente
cattolicascrittore
racconta, uno
tolica
educato
che
porta l'austera tristezza catdelle
anche
nel
se
pratiche del
sangue
culto
e
discorre.
da
cui
della
dottrina
Anche
si distacca
in
ortodossa
questo
(questa
è
non
cura
simile
volta
con
o
non
al
Verga
suo
van-
Tozzi
Federigo
individuale
a
di
cui
nuovo
umili
due
ed
con
l'eterno
cui
in
conducendo
si
redime
le
gli
piegava
se
a
per
avesse
prema,
su-
sventura
le ultime
sociale;
pagine
di
Modesta
e
la
colpa
progresso
allora
pianto
di
ri-
e
mazzetti
uno
candela, che,
della
catarsi
coi-doglio.
due
destra
nello
col
dal
misero
il calore
delle
inonorate
quietudine
fino
sola
la
tombe
tre
mesta
letto,uno
una
come
rossa
femminino
Chiarina
e
C'era
sego,
con
sconvolto
fiori sul
di
si accosta
una
nell'animo
«Lola
del
croci
volontà
decorare
lustra
la
fanciulle
di
orna
di
s'illude
non
alla
devoto
tutto
taggio) in quanto,
37
stra.
sini-
a
di
essendo
sua
stoppino
morticelo.
sangue
«Esse
inginocchiate, con
pregavano
di fiori;e
congiunte vicino ai mazzetti
fiamma
un
pood
di
a
loro
«Il
di
il morto
diventava
giorno dopo,
coccio
e
fecero
comprare
il
da
in
mezzo
pivi buono.
sempre
spaccarono
le mani
salvadanaio
Modesta
tre
al Laterino. »
eguali; per metterle
Lo
il
stesso
limite, erto e liscio,che chiude
in
mondo
rappresentato nel libro contribuisce
alla sua
profondità. I persoqualche misura
naggi,
comparse,
dozzina
oltre un
mezza
paio di semiin una
vi stanno
raggomitolati come
di essere
due
modi
bolgia. Vi sono
puri: quello
della povera
ra,
Modesta, che è devota, ignasposa
di coccio, eroina
senza
come
un
vaso
opaca
l'eroismo
neanche
che
cosa
sia, e quello
sapere
Chiarina
delle
due
che
rozze
e
vergini Lola
E
soltanto
vi
sanno
ridere, piangere, pregare.
di essere
sono
poi due modi
peccatori: quello
di Giulio
è soprattutto accidioso
che
e
cidia
acper
si spinge
alle risoluzioni
inettitudine
e
delle firme
all'espediente
false; quello dei suoi
croci
38
TBMPO
fratelli Niccolò
DI
BDIPICARE
Enrico, accidiosi anch'essi ma
virtù
ficilissi
difsoprattutto collerici e golosi. Sono
descriversi
a
quelle, perché insipide,
al generico, poco
tendenti
E sono
brillanti.
ficilissi
difdescriversi
a
queste passioni: cosi
torbide
e
scure
e
prive di quelle somiglianze
con
le
virtù
che
vanità
per
di
verità
le
associandole
ha
ciò
che
circostanze
o
la lussuria.
Il
qualche
non
colori
aiuta
in
vizi
poeta,
rito
spiper
l'uomo
del-
modo
giustificate
all'intossicazione gottosa. Ma
questa malattia
simpatici
tutto
altri
di pseudoscienziato ma
e
pudica fratellanza
per
all'uomo,
anche
attraenti
rendono
l'ambizione
energici come
non
e
e
tale
era
aggraziate
il narratore
esteriori
e
ricrea
gli
offrir-
da
A
movenze.
col
di
soccorso
il lettore
presentandogli
immagini del
fantasie
alle
ristoratrici,
lusso e della
lezza
sensualità,alle lusinghe della belfemminile
e
dell'ingegno che zampilla in
conversazioni
ciato
iridate,Federigo Tozzi ha rinunneanche
senza
pensarci.
Si legga il monologo
che
al suicidio
precorre
di Giulio,quando
l'ora del redde
è venuta
ra-
tiojiem
sordità
coscienza
alle
per
come
le
di
cambiali
suoni
dell'uomo
V'è
false.
occlusi
semicolto
in
e
un
non
certa
una
pozzo.
La
avvezzo
eloquenti introspezioni si dibatte e si fa
Ma
strada
stento.
a
poche pagine nella nostra
hanno
letteratura,pochissime nella recente
sta
quefondo.
Si tocca
Si sente, un
solennità.
po'
il poeta s'è calato
la
nelnel libro, che
dovunque
materia
l'ha esplorata in tutti i versi.
sua
e
V'è religione d'arte
le
e
religione di cuore,
si dica dagli ultimi
consunti
minaristi
sequali, checché
di una
saranno
logora decadenza, non
d'un
La
mai
religione di cuore
scompagnate.
Federigo Tozzi
artista
Tozzi
come
al lettore
né
si
o
La
si
zioni
profonde in esortain conclusioni
da fabula docet,
neiripocrisia che profuma la
estrinseca
putredine.
39
aon
faccia
Lascia
del
si
che
passibile
im-
rimane
narratore
il lettore.
commuova
ch'eglistesso è insopportabilmente
lo senti da quella dignità rassegnata
commosso,
cui guarda le sventure
le
e
e
ossequiosa con
tante
colpe, nulla prendendo in tono futile e diletle futilità,
e
nemmeno
e
tando
palpisempre
ad
che
in segreto per ogni cosa
accada
E senti un'identica
un'anima
umana.
religione
d'arte
che
in quella severità
sceglie soltanto
il particolare indispensabile ed offre la parola
necessaria
purificata d'ogni detrito, senza
pannatura
apné polvere, stesa
si direbbe, in
bella calligrafia
alle parole sue
accanto
pagne
comMa
tu
senti
—
—
necessarie.
Sì, rivedo la calligrafia del
fronzoli
senza
e
chiara, senza
rigonfiamento alle curve.
Tozzi:
grande,
il
neanche
perfluo
su-
Purificata
e
necessaria.
L*artista che
e
di
affrontato
ha
virtù
così
arduo
di cato
pecl'ha espresso
così
mondo
un
e
risolutament}e è già in alto.
JS2
Quand'ebbi
fui tanto
non
doveva
un
finito di
paziente
venire
la
sera
bigliettoche lo
umile
egli era
altro.
croci
Gli
resteranno
chiacchiere
leggere
da
Croci
attendere
dopo
a
fece
andare
con
sé
dicevo
Tre
fra
piantate
Gli
casa.
fogli,
che
scrissi
in visibilio: tanto
in
l'altro: Le
su
in
l'amico
credente
e
marzo.
un
che
qual-
tue
tre
cimitero
di
letterarie.
Esagerazione,dovuta
airentusiasmo
e
a
un
40
TEMPO
fiducia
di
eccesso
di
EDIFICARE
DI
la
che
Le
punire.
vita
carica
s'in-
implacabile
chiacchiere
tutti i
di
sono
tempi, immortali; e Federigo Tozzi era mortale.
stanotte
a Rotma, nella
Federigo Tozzi è morto
di via del Gesù.
La
sua
camera
povera
moglie,
che
ha
in piìi di Lola
di Chiarina
la fine
e
è loro
intelligenzae per il cuore
prerà
sorella,comla
Così
forza
croce
s'è spenta
che
spento
dopo
un
fosse
lo
e
adorabile
mi
finora
Croci.
Tre
anni
trentotto
a
riuscita
la
più grande
svincolarsi
a
desolato
prima o poi
spezzata, di
mio
l'aspro
dal-
perdono
non
rude
al
lui
in
un
gentile che tutto
sparire, sentiranno
e
suo
il dovere
di
venerare
ritrovare
le
sue
strada
dolore,
Quegli altri,
stesso
insanabile.
sembra
critici,che
amico, così
sembra
la
col
piangeranno
mi
oggi
autori
di
groviglio della letteratura
giovane. S'è
alla vigiliadella gloria e del capolavoro,
preannunzio che quasi ce ne dava certezza.
Alcuni
che
l'autore
per
la
orme,
sua
opera
ricominciare
di
laddove
fulminato
egli cadde
da
alla
una
imperscrutabile volontà, davanti
quale Egli stesso, di là dalla vita, c'ingiunge
l'ossequio e il silenzio.
UNA
Dirò
alcune
così
come
non
ancora
vita
mi
da
che
cose
ricorrono
saprei
di
d'artista.
VITA
artista.
Federigo Tozzi,
memoria;
perché
alla
ordinatamente
narrare
Ma
tutti,ed
di
so
ori
è
come
il
suo
se
nome
la
sta
queè
morte
nosciuto
co-
lo
Federigo Tozzi
Perciò
svelato.
avesse
dispiacerà
non
Nacque
oste
era
il
del
si chiamava
qui per la
biografiche.
1883.
capodanno
della
padrone
e
del
note
Siena
a
di
sai-anno
ti-ovare
alcune
adunate
vi
41
«Sasso
«Pesce
trattoria
azzurro»
e
quelli cui
prima volta
Suo
Il commercio
rosso».
allora
che
ora
padre
si chiama
era
ficuo
pro-
il padre
ed
ebbe
guadagni con
di
Federigo comperò
qualche terra
fama
di danaroso.
ebbe
né
Federigo, che non
fratelli né
destinato
a
sorelle, era
raccogliere
l'eredità e a conservare
la clientela,ma
quel
destino
fino
da
principio non
gli piacque.
Che
cosa
gli piacesse propriamente nei primi
anni
sarebbe
facile dire. A
non
guardare la
fosse
sua
immagine di fanciullo si vede come
e
ne
malcerto
cui
vennero
e
svagato. Di
studiare
non
aveva
pacità
ca-
né
le scuole
tecniche
voglia,e cominciate
le interruppe malamente.
La
professione del
si
Sicché
padre poi gli ripugnava addirittura.
risoluto
capisce che il padre, il quale era uomo
si amareggiasse per
tutto di un
e
quel
pezzo,
il figlio,
che
ch'era timido,
e
figliofannullone
violento come
i timidi, si serrasse
e
sono
spesso
in un
talvolta lampeggiava d'odio.
che
rancore
I coetanei
lo conobbero
che
in quel tempo
Era
benevoli.
scontroso
quasi mai
gli furono
e senza
'grazia;la sua intelligenza,che si divincolava
cautela
contadina
con
dalle pastoie fra
le quali in una
casa
era
troppo umile
sorta,
invece
tarda
e
cieca; e il suo
pareva
cuore,
ch'era
chiuso
cattivo.
venuto
un
per
Da
paura
un
virgulto
rozzo
e
per
ceppo
malato
ed
tenerezza,
popolano
ogni aria
reva
paera
lo
feriva.
Poi
la
madre,
che
gli era
molto
cara,
morì
42
TBMPO
di
di
e
crepacuore
EDIFICÀBS
DI
lasciandolo
stanchezza
prio
pro-
trigna.
maragazzino, ed il padre gli dette una
Ella gli fu tutt'altro che
nemica, senza
tuttavia
Tamicizia
della
madre.
potergli dare
Perciò
egli s'ingolfòsempre
più nella solitudine,
e
la
adolescenza
sua
Ma
queste
con
ed
Così
nel
è
la
morte
delicato
amore
di
forma
vedono
si
strani
mesi
e
d'un
rievocati
dovette
in
come
cercarsi
le
persona
prima
e
vinezza
giola
con
cinanza
vi-
primo
un
//
comincia
di
una
d'aitilo,
ch'eglivisse
quando
terza
Anche
morte
diario. Ricordi
quale
Podere
con
una
padre. C'è
suo
in
lunga novella
impiegato, nella
qualche modo
gli
viario
impiegato ferrofuori
pane
della
paterna.
casa
Teneva
e
della
dire
non
per
chiusi, pubblicato
madre,
padre, con
dell* autore
sue
biografia.
nell'auto-
della
terribile.
e
parte dai ricordi
rappresentazione
poi,
occhi
in
del
inaccessibile
delle
più
fanciullezza
sua
raccontate,
radice
si trovano
della
con
gli
ha
Le
hanno
ed
Con
'19, ove
memorie
le
stesso
esattezza.
liriche
sono
opere
egli
cose
copia
gran
fu deserta.
padre
e
per
smorzavano
il
cuore
soffrire. Un
il dolore
per
ad
la
madre
per
la tristezza
sensitiva
fragilecapillaritàdi emozione; e dal
certi
impeti aggressivi che tuttavia
subito.
Aveva
la testa
potente
lo fece
debole.
Questa discordanza
una
per
si
dalla
romanziere
del
prima
neonato
volta.
quando
Alcune
la
a
luce
nature
descrivere
lo
ferisce
sono
lente
vita, e patiscono per molti
in quel primo
anni
quasi come
giorno. Federdi queste. Tutto
deva
rigo Tozzi era
quello che vesentiva
lo piagava. Perciò
si ricordava
e
41 tutto, quasi che
gli fosse
ogni sensazione
adattarsi
alla
s'è provato
44
TEMPO
polso
han
non
sé
da
a
lo
nano
grandi vi si condansperata.
dineghittosità saviamente
cose
per
una
L'esperta
sublime
scoraggiano
il
riconoscimento
Tozzi
giovane
del
suo
la
ed
estetico
nella
vita
Il
lo
mete
della
giovinezza
nulla
concluse
molte
volte
della
Toscana
reazioni
amare
piedi
a
e
in
rico
sto-
disanimava
di
mano.
torbidi
furono
negli
illusorie
pratica, assaggiò
e
lo
fuori
troppo
tentare,
a
paesaggio
si svolse
cui
robustezza
eccitava
del
l'orizzont
del-
problema
dunque
per
fu
stesso
rarefatta
in
Non
sconvolti.
i mediocri.
spinoso. La
assai
nobiltà
proponendogli
I primi anni
e
sconfortata
se
e
tettura
un'archi-
da
vastità
popolano
sangue
mentre
di
concittadini
viene
che
dalla
e
dei
diffidenza
ammonimento
stesso
del
EDIFICARE
DI
studi
né
luzionarie
rivo-
fedi
cattoliche,percorse
bicicletta
ritrovandosi
le
strade
brigate d'amici
cui ebbe
di ventura, con
in comune
propositi
di raffinate
niche
purità e plebee bestemmie, sardobevute
di
e
allampanati rimorsi,amorazzi
trivio e smarrimenti
La
morte
preraffaellitici.
nel
d'una
del padre, avvenuta
'908, lo liberò
lui egli non
né
Per
era
pesante costrizione.
che
uno
poteva essere
spostato e un
degenere:
svogliato dell'onesto
lavoro, fiacco e intempe^
ed
dicolmen
aggressivo al tempo stesso, rirante, timido
innamorato
essere
immensamente
poiché
non
regolarmente le
di una
qualche
di
in
libri
superiori
era
scuole.
riuscito
Se
riflessione
che
alla
dovevano
sua
nemméno
il vecchio
generale,
genza
intellia
fare
era
capace
il suo
derigo
Fe-
il solito
apparirgli come
figlio
nulla
unico
che
a
dilapidatone e buono
capita,
specie di maledizione
celeste, a punire chi fece
fortuna
peccando.
operosamente
doveva
Federigo Tozzi
Questa
così
foiiiina
solidamente
l'aveva
fatta
del
era,
resto,
ancora
piantala da sopravvivere a chi
soldo
bicchieri
a
soldo, mescendo
colmi
non
ben
agli
assalariati
in
non
45
parte subito
in trattoria
al
e
dopo
e
lesinando
castrino.
la
Presto
la
paga
presto,
e
si
polverizzò.
casuccia
a
Federigo ebbe una
Castagneto fuori
anche
e
qualche podere, ma
porta CamoUia
la matrigna da
sostentare
(verso la quale egli
ebbe
animo
gentile) e, ad intervalli di
sempre
alcuni
mesi, moglie e figlio,e, quel ch'è piiì,
la sua
volontà
sentirgli
d*arte,troppo esclusiva per condi curare
bene
grinteressi.Pochi anni
in
solo podere, dato
dopo s'era ridotto a un
affittanza
settantacinque lire al mese.
per
il 30 maggio 1908, e il 4 magSposò Emma
gio
dell'anno
successivo
ebbe
Glauco.
ne
sta
Quefu appariscente e più
donna, quanto meno
si tenne
riservata,tanto maggiore influsso ebbe
su
Federigo. La sua
grazia giovanile andò
sto
presfiorendo
tra
le angustie e le malattie, rimanendo
però inestinguibilenei grandi occhi
di
azzurri
perseverare
indòmita
addolorata.
presso
e
Non
quella
petrosa. Ma
volle
che
sempre
sua
morte,
le fu
sempre
natura
ch'era
il marito
quietudine
Alla quale
una
facile
ancora
ritornò
morale
a
lei
tratta
sot-
andava
giunta
conogni rischio.
una
estetica: poisingolare concordanza
ché
Emma
fu giudice tranquillo
nessuno
come
e
consigliere quasi infallibile della sua
arte,
ch'ella
in certo
modo
e
suscitò
accompagnò
dai
primi tentativi sino alls[ perfezione. Egli
vedremo
fra poco,
una
ebbe, come
esemplare
vita d'artista,
fatta di rinunzie
estetiche
valenti
equiad
ad
una
fortune
rinunzia
altre
che
ascetica.
E
quest'unica
non
di
nobbe
coaver
TEMPO
EDIFICARE
DI
di
spezzarsi piuttosto
di stancarsi, compiutamente
che
e
sposa
rale,
sorella, impeccabile nel gusto letterario e motrovato
una
cajìace
compagna
risuscitatrice
la
cui
con
L'arte
Tozzi
di
il matrimonio.
comincia
Era
letteratura
in
blando
silenzioso
propriamente
facilissimo
Italia.
riso
sor-
Federigo
di
madre
povera
la
fanciullezza.
consolato
aveva
del
allora
ne
dopo
darsi
alla
Si
rinnegavano i maestri,
si diffìdavano
i classici,si leggeva poco
liano
d'itanulla
di latino, s'imparava
e
una
niera
madall'ultimo
scrittore
francese
qualunque
in voga
nei
circoli d'eccezione,e in quella si
diceva
che
ciò
tutto
la mente,
passava
per
né
Fino
allora
senza
scegliere né costruire.
era
prevalsa una
poderosa e torrida esaltazione
della
natura, in cui veniva
sopraffatto l'uomo
fra
soffocato
Ora
e
strepito il dolore.
gran
di un
lirismo
un
s'imponeva la moda
po' squallido
faceva
e
un
po' esibizionista,che
gran
conto
avariata
da
ritmi
(in una
poetici
prosa
in
versi
di grullaggini fano
tastiche
prosaici) anche
ed
nulla
che
bello
la
e
anche
di
buono.
di
bazzecole
si
quanto
Ma
allora
stampava
né
era
non
Non
caffè.
da
buona
è
fosse
né
bella
moda.
Tozzi
fece
subito
n'ebbe
se
appena
il latino,e
Imparò
e
principalmente i
Avrebbe
perché
aveva
lavora
e
sentiva
del
guadagno
mentre
di
non
poteva.
quei tempi
gli
senesi
del
di
Gli
non
ardui
toscani
come
ejrano
cento.
tre-
e
la
tuto,
po-
ognuno
necessità
vendendo
e
Siena.
avesse
se
approssimarsi
andava
di
dugento
lodi
dicolo
ri-
resero
scrittori
altrimenti
sete
lo
fuori
sentore
studiò
fatto
che
Ma
stranezze, che
misteriosi
soltanto
le
re.
ter-
tori
scrit-
suof
Federigo
compaesani,
e
gli
ma
fatti dello
stesso
Tozzi
47
dovevano
suo
coetanei
parere
e
sangue
degli stessi
quella loro
in
nervi,s'eglifisava la mente
sensibilità
malaticcia
a
primaverile, erompente
di crudele
violenza
tratti in slanci
e
poi di
in una
subito
contratta
spasimante adorazione
di Cristo
della
e
Vergine.
Nel 1912 pubblicò, per gli editori senesi Giuntori
scritun
tini-Bentivoglio,
Antologia di antichi
quasi
senesi, dai primissimi e diremmo
Cecco Angiolierie Folgore
primaticci,attraverso
Caterina
da San Gemignano, fino a Santa
ch'egli
devotamente
diceva
«più grande della sua città».
suoi
Ora
che
letto
abbiamo
per leggere le altre
lasciò
compiute ed
Croci
Tre
ammirabili
cose
stiamo
e
Tozzi
che
tornare
inedite, possiamo
curiosità
alle pagine affettuose
con
nuova
di
quella prefazione. Di Cecco
Angiolieri,nella
cui spavalderia sentiva
forse vagamente
giato
echegil suo
travaglio, scrisse: «Chi ha dettato
all'Angiolieri?Rivolgendo sottanta
delicatezza
tosopra
to
strauno
questa giocondità troveremmo
fitto
di
rimaste
ma
sembrano
di
carni
per
e
coloro
altra
«In
altri
sopra
Più
racconti
ancora
che
si
laudi:
dolcezza».
questi
la
va
sincerità
quest'anima
la quale sta
tardi
alcuni
«Le
sanguinare
flagellarono a
ogni «strofa sembra
dispaia a consolare
avevano
di
Delle
dolore».
Dei
cercata
ingenua
sempre
Dio^^.
lettori
anime
vicenda;
vi
che
poeti senesi
forse più che
e
cercarono
paia
apnon
nori:
migli
ne-
ma;
dell'ani-
rozza
dolorosa
le
come
Cristo
che
le
laudi
e
inquieta
nei
suoi
migliori tracce dei russi, segnatamente
di Dostoievski
di Cecof, ed
di Verga,
anche
e
il cui nome
fu ripetutoa proposito di Tre. Croci.
48
TEMPO
Egli iiilatti lesse
A
Verga s'accostò
prestati
morte.
Ma
negli anni successivi.
i Malavoglia
rese
ultimo, e non
da
un
paio d'anni
glieli
mese
un
prima della
i russi
da
all'amico
aveva
EDIFICARE
M
che
se
non
dell'anima
il turbamento
il candore
e
di tutto
in
se
dell'espressione li trovò
prima
molto
stesso
mili
sie
negli antichi toscani ch'eran
ai russi
moderni
quel loro pallore
per
la
di
mistione
ix)zzezza
contemplativo e per
delicato
di
pugnace
e
uscivano
dall'oscurità
A
Verga
rimase
ma
fu
di
da
di
cui
lui, e
ogni
dura, stillava, come
resina
Non
dei
volse
alle
lettere
smania
per
libidine
al banco
alla
tecnica
soffriva
del
impressa
e
dire
punto
crudele,
Ma
Per
aveva
storia
stessa
questo,
studiò
tempo
molte
poema.
La
una
sua
punto
per
sterminata
dirle
mettere
per
i latini
e
La
rivista,
a
la
ferto
sof-
aveva
ignuda
tutta
la
faceva
da
alla
ove
fare
se
confortarsene
salire,
tranon
randolo.
nar-
infinite,parendogli
adolescenza, tutta
in
memoria
una
la
come
storia
chiaramente
radice
i toscani.
nel
Abbozzò
dele
feversale.
unibene.
e
suo
in
sato,
pas-
quel
un
poche rifinì. Fece
Vergine, per imparare
voce
che
anspiegata. Pubblicò
la frusta
Torre, in cui menò
e
opere,
Città della
si discorra
come
e
o
ferroviaria
altro
cose
della
voleva
e
paterno
ombra
dolore
suo
fatua
e
appreso
impiegato. Ma
tempo
l'anima
troppo, con
superficie che ogni
perché gli restasse
Da
certo
stazione
alla
o
breve
discorrere
la
pur
stilla
corteccia
aveva
e
più ricco
pagina,
sua
una
poiché non
della stamperia
per
costrurre;
tanto
ambizione;
fu
nuovi.
odorosa.
si
scuola
di
cui
con
tempi
nell'arte
inferiore
lirica
visionario
alla luce
diverso
tanto
la linfa
per
così
slancio
Federigo
in
tondo
e
così
con
i futurismi
49
destra
d'imbarbarimento
contro
di
ogni sorta
accigliatospirito conservativo
il segno,
di
Tozzi
credè
restaurare
sul
serio
sanfedismo
un
sull'esempio di Giuseppe
Queste esagerazioni gli
Non
perdonate.
nistra
si-
di
dell'arte,
che, passato
momento
un
per
e
politico-religioso
Maistre.
De
sarebbero
trovò
state
invece
mente
facil-
indulgenza
lo
della
cui respinse le seduzioni
sgarbo con
moda
fortuna
sino
e
pesò sulla sua
letteraria,
alla vigiliadella morte.
Sinceramente
molti non
che fosse davvero
intelligente
potevano credere
una
incapace di «mettersi al corrente»
persona
col gusto dei tempi.
Egli andò innanzi per conto suo, lento, guardingo,
invincibile
una
tardivo, con
repugnanza
a
fare
Voleva
e
un
un
guardare
come
sapere
martirio
di
anche
se
finché
fu
era
in
dare
udito
bene
era
a
del
sicuro
faccia
in
si fa
ha
ombra
alcune
non
dirla.
la
terreno.
da
cosa
Così, quasi
dire,
con
maestro:
un
ogni ora, divenne
riconoscerlo
tale
troppo arduo
vita. Ora
quasi tutti sappiamo chi
egli fosse,ma
non
se
passo
levarsi
dovuto
ed
tutto
essere
di
mezzo
luce.
per
Abbiamo
ignari, di ingenui che
società
rinnovarono
una
putrefatta, o di una
Così questo testardo
reame.
pastorella che salvò un
luce
primitivo è riuscito a lasciare una
molti
molte
lordure
di purificazione su
e
su
brillanti
BOROESE.
volte
della
chimici
Tempo
di
di
recente
edificare.
letteratura
liana.
ita-
60
TEMPO
nel
Ali'incirca
Era
t'anni.
Aveva
stesso.
S'era
Da
parole
quel tempo
versi
più
la
Lo
e
sua
nell'estate
del
ed
dai
anime
Sapeva
'13.
uno
soro
te-
un
zecchini.
come
abbia
non
abbia
vocazione
dettine
bene-
quasi fatto
sciuto
rigorosamente ricono-
che
credo
che
sonanti
e
Conosceva
conquistato
aveva
lucide
tura
architet-
molte
con
e
del
vizi
frammentarismo.
delle
conobbi, dopo
da
qualche
durava
già trenesplorato se
incorrotto
esercitazioni
di
Aveva
l'opera d'arte è una
di superiori verità.
occulti
prendista
d'ap-
tempo
suo
i classici
del
e
il
lungo.
mantenuto
che
echi
finì
studiato
inesorabile
gli
1913
stato
funambolismo
esattamente
EDIPICABÈ
DI
di
prosatore.
scambio
a
anno,
Lo
aveva
epistolare che
Cornigliano Ligure,
preceduto
al-
di
un'indimenticabile
visita
giorni nel farmi
l'India
dalaltro morituro, Guido
un
Gozzano, reduce
ritornoe
prossimo a un
viaggio senza
così scarno
e consunto.
era
Federigo Tozzi non
Aveva
collo di toro, una
un
gran testa quadrata
che
occhi chiarissimi
con
fari,
guardavano come
il torace
massiccio
con
e
polsi di contadino
mantici.
Ci
essere
come
polmoni che dovevano
certi suoi
sono
scritti,dai quali apparie quale
di gaudente
barbarica
fosse
in lui
robustezza
nel
alla forza
soffrire e quanta
accanto
fosse
la sua
davanti
strada
bravura
una
a
rosa
polvecuni
da
Chianti
del
'19
percorrere
da
vuotare
condusse,
di
corsa
a
gara.
tra
il
o
a
un
Ancora
selvaggio
fiasco
di
nell'estate
mare
e
il
tEMPO
lacrime
facilmente
mentiva, non
in espansioni
fierezza
in
gorgoglio d'ira.
teneva
violenza,e poi si trat-
la
restandogliene
Non
EDIPICIRE
reprimeva
che
Minacciava
Dt
un
d'animale
tremito
un
transigeva,
retoriche.
si
non
Della
sua
rito.
fe-
glieva
sciostessa
certi
letterati,
così danteschi
a
parole e così politicantia fatti,
anzi
volentieri
sarebbe
ma
se
ne
sbarazzato,
avesse
se
potuto, per farsi la vita più agevole.
E
la portava
come
una
pesante armatura
che,
invece
di proteggerlo, gli appesantiva
il passo
i passanti.
scostava
e
Di
del
amici
io lo
primo
tempo, quando
ormai
conobbi, gli rimanevano
pochi, tra cui
Paòlieri
Ferdinando
Domenico
e
Giuliotti,
poeta
di spirito strano
e
singolare il quale nel '20
del
Giorno
ritratto di
pubblicò sui Libri
un
un
Federigo che almeno
verso
(in quanto
per
si proponeva
la rappresentazione
deiruomo
noso
care
molto
carnale, zotico e terrestre)era
sol'anima
del Tozzi scalpitante
migUante. L'altra metà
frenata e perpetuamente
ma
del
memore
cielo
gli sfuggiva. Forse il Giuliotti lo credeva
un
transfuga di Siena e della fede comune?
Tozzi
fin
dall'incontro
di
Cornigliano volle
ch'io gli fossi amico.
E la sua
amicizia, ch'era
di un
tutta
getto e intransigente come
l'amore,
vinceva
A
mi
ventò
dia
ogni resistenza.
poco
poco
indispensabile. Oggi ch'egli è disparso
non
vanto
menava
come
—
—
mi
di
pare
ch'eglimi
vivere
lasciò.
virili
in
ancora
La
parte
affezione
sua
incrollabili
sicurtà
del
aveva
calore
chezze
fran-
di
giudizio;
gradazioni opportunistiche, poiché
di
o
spregiava, ed era innocente
e
ignorava le
egli o amava
lontanissima
ogni pur
ombra
di
trascuranza
Federigo Tozzi
Considero
perfidia.
di
o
donò
la scelta
e
l'ordinamento
per
la
che
A
fra
al letto di morte
me
i massimi
m'abbia
sorte
ch'egli mi
pubblicazione
la
e
due
come
opere
Tamicizia
fece di
che
63
delle
onori
sue
fici
bene-
e
concessi.
Roma
la moglie
egli giunse nel 1914, con
in
il figlio: povero
Aveva
canna.
e
bisogno
fra i lettori,
di guadi pubblicare, di orientarsi
dagnare
di
curarsi
rassil'indispensabile per vivere,
nell'arte con
vole.
autorequalche consenso
Tireremo
velo su
un
cadde.
quello che gli acTrovò
alcuni
riconoscimenti,per lo più
inefficaci e platonici. La
separabil
miseria
gli stette inalle calcagna come
l'ombra.
Non
domestica
alla
una
giunse mai fino a procurare
di tanto
in tanto
moglie, e se ne lamentava
la sua
di petto sbarrando
con
voce
gli
gran
occhi
sull'interlocutore. Dapprincipio visse
in
casuccia
una
vedeva
un
col
il viale Parioli
presso
Glauco
e
po' di verde
Poi
cane.
squallida
nemmeno
sicché
vien
artista
di
decennio
prima
nuda
e
aveva
come
male
cui
al
nessuno
sia morto
di
in
morire,
Per
servono
di abete
a
per
nulla
giocava
l'aperto
al-
berga
stam-
una
via
tenervi
diremo
in
del
avvicinarsi
farsi
di
in
almeno
Gesù, ove
i suoi pochi libri;
tenere
cuore
un
pensando che
fu maggiore in questo
tanta
indigenza.Un mese
indugiare
non
in
sentendo
meditava
un'asse
si trasferì
ove
in
mettere
il
cesso»?
«suc-
camera
in fila i libri.
rammarichi
che
la
colpa
che
era
non
prattutto
so-
buone
maniere
aveva
perché non
di convivenza, e urtava
troppi, e non
sapeva
trafficare. Poi, siccome
portava la povertà senzn
che
finzione, pareva
non
e
che
gli pesasse
non
avesse
bisogno di trarsene fuori.
sua:
64
TEMPO
Era
da
poco
fu
Essa
retrovia.
editrice
di
e
Tarte.
si
libri
già d'accordo
si sentiva
alla
la
con
lo
lessero
politici da
casa
nella
rassodato
L'attesa
sua
sua
impazientiva
sconfortarlo.
senza
Nel
1917
ch'era
Il
trincea
da
far
la guerra.
venne
impedimento
non
quegli anni
in
Egli era
Treves, e
maniera
quando
altro
un
romanzi
non
se
Roma
a
fortuna, perché
EDIFICABE
DI
face
come
un
la
titolo e
capolino
albo
materia
analogisti che
Bernard.
di Tristan
quel
ziano
nella
vita
Nel
della
di
rifarlo
a
un
Era
invece
tutto
di
sgomento
e
trasferito
natura
toz-
sentire
il dolore
l'uomo.
del-
manzo
gli occhi chiusi, roTozzi
autobiografica che
Con
apparve
tessitura
portato
aveva
lucido
modo
1919
libro,Bestie,
di disegni preparatorii.
tolosi
ingannarono alcuni fretvi trovarono
cordi
perfino ricon
Roma
Siena
da
disfarlo
per
e
parecchie riprese. Questa volta non
furono
pochi quelli che se n'accorsero. Il libro
aveva
qualche personaggio di grandissimo stile,
specialmente Ghisola, e profondità inesauste
nel paesaggio.
e
d'indagine nei sentimenti
Ora
divorante
investito da un
fuoco
egli era
di creazione.
Pubblicava
là novelle, degne
e
qua
di stare
raramente
le più
non
a
con
paro
dei russi, che
solenni
ricordano
profondità
per
di scandaglio, non
imitazioni
di maniera.
per
a
Si provava
alludere
che
al teatro.
al
mimo
piacque
alla
E
intendo
non
boccaccesco,
Spezia
e
a
Le
Firenze
con
questo
due
mogli,
e
poi
cadde
ad alcuni
Milano, ma
drammi, Gente da poco,
V Incaico, che
doveva
lasciare
inediti. Pubblicava
Tre
Croci, il primo suo
grande racconto
di materia
totalmente
impersonale, e coimpiva
a
Federigo Tozzi
66
di un
coi Ricordi
e
alacremente, col Podere
impiegato, il poema
autobiografico. Era chiaro
la sua
che ormai, sfaccettata
interajmente
rienza
espesarebl)e
ubertosa
si
una
volto, con
lirica,
abbondanza
biettiva.
obsenza
intoppi, alla narrazione
Poteva
come
dei
uno
Lo
stile
maturità
tetismo
mistica
coperta
tirare
del
lucentezza
una
volumi
trenta
per
prosatori epici
di
era
avanti
XIX,
secolo
la
adamantina,
l'eccessivo sinquasi perfetta. Anche
accennava
già a sciogliersiin quell'onda
che
dopo la prima giovinezza aveva
mai
senza
lasciarla
Il
inaridire.
nelle
ultime
ignoto si svelava
pagine di
in quelle soltanto. L'orizzonte
Croci, e non
gli si allargava ad ogni passo.
la
dovuti
Questi premi gli erano
per
incorruttibilità
fedeltà
e
aUe
cose
supreme.
dio
Tre
l'intelle
del-
sua
Solo
abbandonò, per l'illusione di un
desiderio
facile guadagno e per
di celiare. Ma,
dò
quando la commedia, Le due mogli, cadde, manlettera al Corriere
dar
una
ragione ai
per
amico
scrisse
critici,e a un
(il 18 dicembre
del '19):
«Il mio
fiasco è più che meritato
e
non
testo.
proLa mia
dignità e la mia intelligenza non
volta
una
mi
si
consentono
io
dire
possa
quello che è,
stato
ti
recitato
cercare
che
il
non
e
da
è
ripeto,non
da
di
me
attenuanti.
sarebbe
mimo
quello
Niccoli, in
che
il
di
caso
avere
di
non
Sebbene
apparso
è, se fosse
vernacolo....
cercare
scuse....
sbagliato a
Ma,
conosco
ri-
scrivere
poi a farla recitare.... Io
di quegli autori, che vogliono trasformare
non
sono
i fiaschi
in successi; perché
da
so
me
che un
successo,
quanto la mia commedia
per
mimo
di più) sia piaciuta a
non
e
(che è un
quella
commedia
e
56
TEMPO
Spezia,
Firenze
a
EDIFICARE
DI
altrove, sarebbe
e
stificato
ingiu-
stato
scroccato».
e
L'epilogo
della
vita
sua
fu
arioso
come
un
finale.
Già
in
nell'estate ultima
escursioni
certe
che
Soratte, rivelandosi
alla Toscana) allora
della
in
fece
lui
a
per
Maccarese
a
Roma.
La
prosa
ubriaco
di
al
e
descrisse
impareggiabile diretta a
chioli, il quale poi l'ha pubblicata. Ma
dell'inverno
furono
pivigrandi.
Niccodemi
gli offerse di portarlo a
in automobile.
Giunse
qui prima di mezzo
una
gioie,
(ch'era attaccatissimo
la prima
volta la bellezza
di
campagna
alcune
avuto
aveva
di
luce
e
mai
arrivato
Cavacle
gioie
Milano
braio,
feb-
Visitò
qualche
amico
che
se
gli era
carissimo, come
gli fosse
almeno
di prendere congedo dalle
stato concesso
visioni più splendide e dai cuori
piiì fraterni.
Fu
in
ricevuto
alcune
presentì la
case, ove
sul
serio
coi guadagni
se
gloria. Domandava
letterari
sarebbe
Aveva
motocicletta.
legati di
si
sentì
Tre
in
Croci,
dire
che
e,
corsa.
tasca
a
i
datili
v'erano
a
comperare
ancora
fogli non
leggere, quando
dentro
Ancora
i suoi
il 22
febbraio
di
vibrazioni
grandissimi occhi cernii
da
diventare
abbaglianti.
Non
nessun
aveva
presentimento. Ma
pieni di morte.
gli ultimi suoi scritti sono
capolavoro,
una
cesero
s'ac-
tutti
"
scriveva:
«L'altro
giorno ti spedii / Malavoglia. Credo
Da
che
a
quest'ora tu l'avrai avuto.
quando
m'è
riuscito
da
tornato
sono
a
Milano, non
scrivere
le giornate con
una
nulla; e passo
E finché
mi verrà
nervosità
non
quasi dolorosa.
di vincere
da
lavorare, starò così.... Io sogno
alla
Lotteria
una
motocicletta.
Non
penso
ad
Federigo Tozzi
sia
possibile! »
Ebbe
Gli
in
a
rivista
messo
finestre
e
che
io,
non
dal
e
biblico
Noi
il
e
finire,
ri-
Podere,
che
di
Tolseppe,
Giu-
pubblicato
essere
a
Il
lineare
racconto
di
non
in
mo^ndo.
in
che facesse
capo
aperte. Volle cominciare
bene
bito
su-
bra,
febbraio, e prese la polmonite. Ma semricordarlo,che gli fosse impossibile,dopo
il terribile
quasi
un
cominciare
avevano
a
finire,se
impiegato.
immacolata
imitata
nella
dormire
di
prosa
doveva
aprile
di
tempo
i Ricordi
stoi voleva
libri, almeno
.
ancora
scritto nella
coi
clie
Peccato
altro.
57
sforzo
in
cui
s'era
contratto
per
allentamento:
di
vent'anni, sopportare un
quella pausa di gioia l'abbia ucciso.
giorni fra la vita e la morte,
febbre
altissima
e
con
respirazione soffocata.
Tre
Diceva:
la
se
medesimo,
croci,e indicava
Ma
né lo strazio della
moglie e il piccolo figlio.
in* strettezze, né
lasciava
famiglia che
quello
atrocissimo
di
dell'opera spezzata gli vietarono
nel
consolato
appressarsi alla fine interamente
Dio
della
sua
non
fanciullezza, che
gli s'era
mai
affatto oscurato
e ora
gli ricompariva in
una
piena luce nel trapasso. Diceva, con
tudine
quieche
santa:
a quanti lo assistettero
parve
Sono
Era
nelle mani
di Dio.
pallido, bianco,
cresciuta
la barba
biondastra.
pesante, egli era
Stette
molti
per
Il venerdì
e
tarda
del
sera
divenne
ch'era
la
19
20
e
marzo
fu
chiarato
di-
pericolo. Ma
eccellente, non
fuori
fosse
il sabato
il medico
egli,sebbene
ci potè credere.
A
20
la febbre
spiro
galoppò, e il rerantolante.
Spirò all'alba del 21,
domenica
di
Passione.
È
seppellito a Siena.
è ripreso
NeU'/nca/co, ove
e
purificato quel
68
TEMPO
del
DI
EDIFICARE
fra
padre e figlio che fu
della sua
alla base
esperienza lirica e mistica,
si leggono queste parole:
motivo
«
contrasto
Dovrai
scampo
in
credea'e
Dio;
altro
hai
non
».
IV.
PODERE.
IL
Nel
e
'20
del
marzo
Federigo
Tozzi
si
pubblicavano Tre Croci
Un
anno
dopo appare
moriva.
// Podere.
I lettori di
paesaggi
e
grande
locali
sentimentali
e
ci
scrittore
per
la
fatica
di
aveva
Ecco
conoscere.
vicinanze;
si
racconto
questo
la
ecco
generare
che
già
Siena
lo
sventurato
fatto
e
le
un
bilmente
ammira-
sue
diate
imme-
sofferente
campagna
(con
in
troveranno
senso
di
focazione
sof-
Leopardi aveva
prima
la giovinezza smarrita
di Remigio
provato),ecco
Selmi, fratello del protagonista di Con gli occhi
chiusi
di un
e di
impiegato.
quello dei Ricordi
dell' adolescenza
Lo
l' agitazione della
stento
e
i due
motivi
ìntimamente
sono
primavera
lirici,
connessi
l'uno all'altro,
cui scaturisce
da
tutta
l'opera del Tozzi.
il fatto; perché dovrei
Rinunzio
riassumere
a
riferire
le più importanti notazioni
o
giche
psicoloe sono
o
quasi tutte importanti
limitarmi
esteriori.
In poche parole,
a formule
d'un
si tratta
uomo
sibile,
giovanissimo, debole, senche
lasciato
la
timido, irresoluto
aveva
il padre vigoroso e plebeo vicasa
paterna, ove
che
—
forse
solo
—
60
TEMPO
della
motivo
di buono
conti
che
di
e
gli
s'era
gentilezza,
falsa
sua
EDIFICARE
DI
modesto,
faceva
e
me
no-
tali
pagare
rispetto
sempre
personaggi che
un
procuravano
si vedano
fatto
i tre
maggiore ». 0
s'era fatta anche
appaiono a pag. 149: «Fosca
fosse abbastanza
giovane. Ai polsi
gobba, benché
riusciva
ci aveva
due
a nascondere
soprossi, che non
fino
né meno
tirando
giù le maniche
ei
le mani
a
strapparle». Sua figlia «aveva
la tubercolosi
alle ossa;
un
piedi fasciati,con
la cera
visuccio
come
neri,
strutta, gli occhi
d'una
lucentezza
Il
figlioera
occhiali
muscoli
mezzo
noccioluti.
e
ha
non
fosse
non
Anche
altro fascino
straziato
lirismo
non
è che
morale
ed
estetico
pre».
sem-
due
grossi
rittura
collo,addigonfiezza
le tempie
testa
rasata
tutti i versi».
per
infetto
il
quello
della
che
sarebbe
la
e
questo bulicame
incolpevoleza. Egli
suo
una
come
a
con
sembrava
le guance,
di cicatrici bianche:
sparsa
In
deforme,
flosci
incavate
erano
era
e
aumentare
pareva
«sporco, magro,
di ferro.... Il
cerchiati
livido
di
che
un
gonista
protasua
folle
puro
dall'ansietà economica.
se
Il suo
stupefazione; la sua reazione
alla vita si esaurisce
in qualche
raro
e
fievole gemito. Si ripensa alle povere
Bestie
del
si può credere
che
Tozzi; o anche
tutto il senso
una
del
stupende
righe
«Egli,allora, per non
queste
libro
sia
sintetizzato
in
di
pagina 143:
doverle
parlare ancora,
esci; quasi piangendo. Ma, fuori, c'era un bel
sole; e si sentì subito
meglio. Nel
cielo, che
le nuvole
lenziose.
sipiìialto del solito,
pareva
passavano
Un
casa;
con
senza
le ali di
uccello
avvicinarcisi
un
nero
nell'acqua; facendo
svolazzava
nero
Un
mai.
luccicante
lo stesso
e
rumore
sopra
la
calabrone,
turchino
d'una
cadde
pie-
Federigo
triizza;
lo
delle
una
inghiottì;poi
«Egli pensò,
61
Tozzi
anatre
se
come
e
goccioloso.
il becco
scosse
nuotando
accorse
Sono
sognasse:
vane
gio-
!»
.
La
del
bellezza
gran
implacabile d'uno
stato
libro
d'animo
Selmi,
lui, sarebbe
amante
un
della
e
e
Tozzi
della
la
Senonché
natura.
chiamerei
che
d'idillio avvelenato.
Remigio
idillico,un
continuità
è nella
per
tudine
soli-
campagna
un
spettacolo per turisti,ma
ha
afi'are per
bisogno di vivere, e
gente che
nel caso
pessimo affare. Così tutte
speciale un
in torture, e non
le contemplazioni si mutano
cielo che non
v'è aspetto della terra
e del
venga
tica.
del bisogno e della fadalla presenza
oscurato
d'indole
Si aggiunga a quest'ostacolo,
ticolarmen
pareconomica, quell'altroche sempre
siderio
tra il denei personaggi di Tozzi
si frappone
di vivere
e la
piena
possibilitàdi una
vita. I mutamenti
delle ore
e delle
stagioni, il
sonno
e il cibo,le semine
e i raccolti:
ogni cosa
si fa in una
eccitazione
di febbre
maligna e
non
più clemente
pungente, e la natura
appare
// Podere
è una
degli uomini.
georgica tragica,
cordarl
risolutezza
cantata
con
una
negatrice che, a riè tanto
quanto più
più affascinante
qui
è
non
uno
monotona.
do
dialogo disperato fra i contadini Tortello
e Berto
(pag. 144 segg.) e le pagine del vianche
della mietitura, ove
e la descrizione
l'ha
quella solennità, così festosa per chi non
il
Citerò
vissuta
conti
la
con
che
distruzione
in
tornano,
non
e
falce
di
lutto.
pugno
assume
e
col
un
rodio
dei
aspetto di
62
ttEMPO
BDIFICABB
DI
tellavan
salgli uomini, gl'insettidisturbati
insieme
da tutte le parti,verdi, neri e
certi ragni dalle zampe
grigi; mentre
me
lunghissied
esili percorrevano
i solchi,sparendo
l'ombra
neldi una
fenditura
subito
e ricomparendo
in cima
lucertole scappavano
a qualche zolla. Le
giare,
induosava
innanzi; qualche ramarro
sempre
poi, spariva anche
più rapido. Di
ma,
rado
gliata
era
possibile che qualche vipera fosse tai rospi, enormi
a
e
pezzi; ma
nerastri,
«Dietro
che
restavano
intontiti
come
la
squarciati con
delle
punta
infilati
erano
falci;poi
un
e
tadino,
con-
calcio, li lanciava dall'altra parte
del filare. Qualche
di ragno
si apriva; e
cova
gl'innumerevoliragnolini si spandevano in tutti i
con
Si
sensi.
uccelli
un
gli
abbandonati, con
si
vespai vuoti. I bruchi
penne,
immobili
un
sottosopra, rimanendo
poco
senza
rivoltavano
poi
e
I mezzi
andati
nidi
trovavano
di
cercavano
stilistici di
facendosi
andarsene».
Tozzi
cui
si serviva
erano
piiì nudi e scultorii,e
si potrebbe dare
mentosa
un'impressione torcanicola
con
parole più essenziali di
difficilmente
di
sempre
queste:
«Il
terreno
zoccoli
così
era
bruciava
arroventito
che
gli
senza
i
che
cavano
varpiedi; e le passere
le vallate
da
poggio a poggio, pareva
cadessero
giù a strapiombo »
illude con
volta, raramente, la natura
una
che
.
A
delizia.
momentanea
sua
«La
luna
la
strada;
sciava
c'era
e
i
là,
era
luna
forte
pioppi
alito di vento
Pare
li abbia
davvero
visti
che
e
E
e
sapeva
e
bella.
avevano
che
il
sentiti
allora
da
La
lui
per
la
la
Tressa
voce.
si sentisse
plenilunio e
scrive:
sé
la
messo
non
Tozzi
la
sua
scn"
Non
subito».
primavera
prima volta.
Tozzi
Federigo
di
L'ispirazione
vista
Croci
era
più
era
in
fine
meno
d'amore.
che
che
direbbe
della
conchiuso
il
Podere
Il
libro
Tozzi
cui
ha
struggle
for
inferiori
ha
Certo,
«Ora
che
dire,
Vano
quei
pochi
s'egli
sai
il
viava
s'av-
È
un
perfezione
nelle
e
con
dello
soffocato
lirismo
i
fr
vivi,
.
quello
ritornerai
a
struggimento!
poveri
Tozzi
e,
creature
precedenti.
fosse
dire
Croci;
Tre
La
uomini
life negli
che
postumo
disperante.
ossessivo.
espresso
è
non
apparso
intensità
ed
monocorde
e
larga.
più
un'
scavasse
dendo
approfon-
e
a
denzione
re-
interna
autobiografico,
strada
ha
una
Ma
anteriore
poema
una
su
ch'è
libro
tristezza
Tozzi
ricerca.
sua
dramma
trovava
restringendo
sostanzialmente,
è,
il
esperienza
sua
via
questo
apparenza:
per
Si
la
via
andasse
l'ambito
sai
e
Tre
in
quella
e
prima
a
che
Croci
Tre
in
sconsolata
dentro
imbuto
ad
ricca
Podere,
nel
che
vasto
chiusi
occhi
più
e
E
Podere.
nel
e
gli
varia
più
pareva
Con
63
occhi.
che
vedere
Non
noi
vuoi
le
ci
gli
diremmo:
tu
come
solo
stelle».
sono
più
stelle
A. S. Novaro.
felicità
La
Essa
Silvio
Angiolo
la
cui
Novaro,
dissimulava
libri
ma
nei
e
veli
in
La
timore.
di
strato
uno
di
versi
traverso
a
istintivo
un
sott'acqua, oltre
vedeva
quella
degli dei».
«l'invidia
nei
tuttavia
luceva
distrarre
per
chiamavano
antichi
gli
che
nasconde
si
si
appresa
obbiettività.
ch'è
Ora
morta
more,
più ragione il tisfogato la loro vendetta,
in solitula contemplava
dine
e
«gli dei»
il Novaro,
che
prima
guardandosi attorno
se
perchè gli altri non
fuori
da
quest'acquario
avendo
la
espone
la
di
pena
avvedessero, la trae
diafano
e
silenzioso, e
mente
veraagli altri. Valeva
ne
felicità
la
crede, quella che
la popolana,
di cui
dice
Su
che
plinti
s'alzavano
pare
di
ordinata
nel
La
Essa
viverla.
perfetta, quella
somiglia alla rosa
per
a
cui
ziosa
pre-
ammirare
la
sanità
materiale
tura,
na-
finta.
estetiche
pagano
padre, madre,
lontananza.
di
e
quadrangolare
colonne
batticuore
certo
un
nasconderla
si
non
di
con
ed
stesso
veramente
era
era
se
a
ha
non
e
e
morali.
cristiano
figlio.Intorno
casa
era
rossa
La
ritmo
era
sul
una
mare:
vita
tario:
trini-
siepe
un
promontorio
Era
della
nell'azzurro.
fiamma
ali all'anime.
libertà dava
La
e
di
lotta. Di
in
tanto
Oneglia.
gno.
ignoto il biso-
Era
della
il frastuono
remoto
66
8, Covato
A,
tanto
migravano
spiritiancora
la città solo
con
saziati
le stelle.
a
per tornare
quel nido sotto
Il
padre era poeta: con
unanime, lenta, intorno
l'invidia. La
madre
era
una
a
concorrenza
nominanza
cui
non
più
quieta,
svolazzava
Cantava
musicista.
verso
belle
antiche, e danzava, pel padre e pel figlio.
Il figlio
il FiglioPerfetto: una
incarnazione.
era
successivi ereditari
Non
s'arriva a questo senza
nei quali arte e natura
affinamenti
congiurano
In
calda.
in una
come
serra
quella atmosfera
arie
v'era molto
filtrato attraverso
ellenismo
la cultura
nordica.
avrebbe
fatto lo stupore del
Jacopo Novaro
mo
poeta anglosassoneche pensò al «figliodell'uo»
o del
poeta germanico che fece nascere
Euforione da Elena e Fausto, Felix da Guglielmo
il
Meister
tenera
e dalla
passante. Felix era
suo
vero
interiore:
nome
il fabbro
armonioso.
Anche
lo conobbero
credono
quelli che non
al padre, quando rivede il suo
profilo potente
le sue
citava
e
spalle quadrate «sul cielo che febbridi
stelle».
che
un
Atteggiamenti semidivini
presumono
da
traversata
e un'azzurrità
porticato sul mare
colombe.
e veritieri,
Eppure così moderni
ché
pernon
mai
da
come
un
secolo
e
mezzo
siamo
l'Uomo
fisica e metafisica delpieni di questa speranza
Totale,dell'essere terrestre che santifichi
siano stan-*
Ja terra. Ogni padre, nelle cui vene
chezza e slancio,
insieme
vorrebbe
specchiarsied
esaurirsi nel suo
vino
figliounico e perfetto:nel di-
adolescente
BoKGESP.
Tempo
che
di
lo soverchi
edificare.
di tutta
la testa
5
66
TEMPO
dal
e
profilo diritto
ferme
gl'insegnila
«Gonfalone
sale
ti
e
cavaliere
a
cui
è
«
»
che
La
misura.
non
ciò
a
te
che
nella
bussola
Ognuno
e
ritrovava
musica.
una
in
se
stampato
la
ti mettevi
con
giaceva
come
netto
era
degno.
Ti
»
«
Chi
in
forma
noi
la
la
giusta
adito
che
il
l'avresti
né
più
né
lo serbassi
in
adeguata,
definitivo.
Vicino
e
a
te
l'ancora.
La
vita pareva
eri tu. Di buon'ora
strada.
ci destavi
spetto
ri-
probo
la certezza
tu
se
col
l'uomo
inarticolato
savi
ver-
pido
lim-
tuo
dava
stella,il porto
sua
te, si
ci
si ascoltava
antecedenza
esatto
di
nella
cui s'ascolta
ora
cerca
«
apprezzava
che
non
esperienza. Con
espresso
meno,
e
purezza
ch'era
di
maturo
pensiero
tu
tua
la fiducia
e
e
vedeva
tutto
esso
il moribondo
l'ossigeno.
nutriva, si nutre
colora di te, si orienta
Ridendo
in te.
la vita,l'immortalità.»
«L'occhio
»
pupille
la
discendevi
come
cerca,
Chi
ti
delle
legge.
allegrezza!»
e
mia
da
amore
EDIPlOAEfi
salute
della
«Questo
che
DI
al
piano....»
La
casa
era
piena di ospiti senza
e
passo
volto. Era
abitata
da quei tre beati,in un
senza
ritmo
di bassorilievo
che
fissità
aveva
già ima
E
intorno
ad
essi erano
gentilmente funeraria.
Scarlatti,Bach, Beethoven, Mozart, e i poeti e
nelle
gli eroi. E rose, rinnovate
ogni mattina
di cristallo. Quando
veniva
il 22 aprile,
coppe
:« giorno della
«in fretta collocavamo
i
mamma»,
il suo, con
la sua
doni, io,tu, la nonna, ciascuno
La
dedica.
mamma
nelle
stanze
il
di
deva
attensopra
prime note della
segnale convenuto, le
Pastorale^.
Tutto
era
trasognato
Ma
il bell'adolescente
aveva
e
canoro.
il volto
severo,
la bocca
mente
quasi corrucciato,
ferma, il labbro forteEuf orione,dai
aggrondato. Proprio come
TEMPO
in
BDIFICàRS
DI
assunzione
una
antichi
degli
della
fervore
sottrarli
alla
trasfiguratrice, come
quelle
al
che
miti
trafugano, in mezzo
battaglia, i prediletti degli dei per
delle ombre
putredine ed al regno
inconsolabili.
Il
e
sua
non
che
di
padre
nel
esitò
non
donna,
qui, non
ne
è
profondamente
sacrificio
reca
in
trascende
La
Jacopo
un
e,
orgoglio
questo
libretto
l'orizzonte
del
divinizzazione
concorde
il
di
italiano,
con
cittadino.
la
Ma
commemorativo,
sentimento
qui
universalizzati
scoria
e fatti arte
senza
polemica
è un
non
e
italiano,
pratica. Quello che è morto
è il Figlio Perfetto,
combattente:
un
alpino, un
Il
colui
che
doveva
non
e non
poteva morire.
invece
lettore
sa
(e da
questa consapevolezza
il suo
viene
dannato,
già consegreto pianto) ch'egli era
dall'ideale
perchè solo la lontananza
garantisce la prosecuzione della vita, affidandole
ufficio. E
un
ripensa alle tre figure musicali
Casa
della
del
Rossa, troppo pure nella cornice
bassorilievo
non
perchè il bassorilievo
apparisse
già degno di un
sarcofago.
Ora
i due
antica
e
superstiti tentano, con
derna
moalla vita di là
fermezza, di rinsaldarsi
dallo
è un
stacco
sanguinoso. Questo libretto
rendimento
di grazie agli dei
invidiosi
primo
rinunzia
atto
un
placati dalla
incomparabile,
ci feriscono
che
d'ossequio alle forze supreme
e
c'ingiungono di guarire. Il dolore vi è composto
in
non
so
quale erta freddezza
pindarica che
la desolazione
di una
veste
superbia disperata
ed esalta
la rassegnazione con
un
impercettibile
accento
di
sfida.
e
rimpianto
nale.
naziosono
Il sogno
Il
libro
errante
del
mio
di Guido
sogno
da Verona.
errante
non
so
se
di
piacere al pubblico quanto i romanzi
i critici,
dovrebbe
attrarre
da Verona, ma
ai quali per la prima volta quest'autore viene in
un
interrompendo
po' Timpersoper
soccorso,
ed invitando
narrazione
in
nale
quasi Testraneo
V'è anche
in questo libro il racconto,
sua.
casa
inframmezzato
di scorci
ed anzi
predomina, ma
introspettivi,di allusioni autobiografiche,di opinioni
di
i
scorribande
liriche. Fra
e sentenze,
abbellano
molti
e lo
o
oggetti che lo mobiliano
al
v*è anche
uno
specchio davanti
ingombrano
Verona
da
e ripassa, dando
quale Guido
passa
com'è
al visitatore
fatto il
di vedere
agio anche
padron di casa.
Vedere:
che
ficile.
capire è un'altra cosa, e piìi difè detto, per
Non
esempio, che passare
soffermarsi
allo specchio
davanti
plare
conteme
a
la propria immagine
sia sempre
di
segno
possa
Guido
saziata
vanità.
Molti
scontentezza
pensano
di sé
a
e
stessi per
consola
insi rimirano
per
Verona
da
è di
se
Guido
provocarsi alla smorfia.
di chi lo credeva
questi, e soffre, con
sorpresa
un
profluo e tranquillo romanzatore
grassoccio,
di autocritica
fino
e
all'esasperazione morbida
70
TEMPO
ad
congelato
un
il lettore
per
nulla è
cinismo
Perciò, e
più
facile
è
chi
più che
....
mi
ciò che
né
può
dei
è
udire
il canto
crudele
tratto
di
Nessuno
questa
me
ai
è nel
rigo
oratorio
sensibili
meno
sincerità
di altro
i
di
suno
nesquarto; ma
perfin sguaiatamente
si
che
legge
in
i?i-
modo
superlativo.
rodimento,
interiore, questa
questo
solidità
minacciosa
e
anche
in
stile,laddove l'autore si gloria di
purisangue e di spandere a piene
bellezza
e
musica
coi
critici
Bluette
con
flaubertiana
in
è evidente
pagine
montare
stesso
di
mancanza
fiducia
Mimi
terribilmente,
dubiterà, perché
scarsa
grossa
sé:
di
d^ autore:
antipaticoa
mani
confessioni
umili
il frastuòno
e
che
un
giudizio di
m'allontano.
non
vieta
della
far
e
innamoratamente
troppo,
verace
narlo,
canzo-
e
la strada.
odia
s'io
versi
dubiterà
di
sue
amo
me
pace
primi
tre
cuore
aver
Terribilmente
tutto
cora,
an-
concludente
dice
porta lontano:
il mio
Poiché
deriderlo
credesse
Verona
nevrastenico.
arrossire
altri motivi
meno
qualcuno rinfacciandogli le
di
po'
un
per
che
anche
come
generoso:
fa
che
lui.
nulla
ma
EDIFIOAEB
DI
e
si
nel
mondo
dà
l'aria
dannunziana
superbia.
Si
sente
e
di
fa
la
difendere
insolenza
uno
voce
stacco
o
con
fra
dissimulata
mal
dazione
trepil'alterigiavocale e una
del
consenso
degli occhi, in attesa
di
Dietro
estorto.
quella pomposa
apparenza
v'è molta
da buon
modestia
apologia alcibiadea
invettive
ai critici
figliuolo;e tutte quelle reboanti
del
finiscono
per dileguare nell'aria ovattata
modo
in
triste
stesso
verso:
antipatica a me
pensarci, Guido
superlativo, col quale, senza
Il sogno
da
Verona
errante
conseguito
ha
benevolejitiae di tutto
Perché
a
sfuggire
la
Verona
da
Guido
di
71
più efficace captafio
il libro.
stretto
poi antipatico a se stesso? perché comai
fuggire la sua
ombra, pur senza
al
tedio?:
il
che
tanto
è
Libro
nuovo
giro del mondo, illustrato da novelle
e
poesie (deiroceano e del deserto, provinciali
e cinesi,indiane
e russe,
e
parigine,mai^occhine
in italiano e in francese)
in verso
e in
prosa,
fra viagche per la facile simpatia comunicativa
giatori
ture
di lungo corso
prendono talvolta andaque
Kipling sia dovunkiplinghiane, sebbene
un
come
a
in
icasa isua
Guido
e
posto. Pare
nessun
culla
in
da
Verona
come
se
non
sia
a
casa
la
avuto
avesse
albergo, e, per quanto
ad immaginarlo
che
riuscite ormai
facciate,non
in un
scriva
discorra
dialetto o che dipinga
o
di quegli angoli terrestri,
uno
pieni di un odore
fissità da stella
d'orto chiuso, precisati in una
la Sicilia di Verga o la Turenna
polare, come
I grandi express,
di Balzac.
i transatlantici,i
i luoghi ov'egli dà aphoule vards, i teatri sono
puntament
al destino; e la lingua che
scrive,
avveniristiche
malgrado le sporadiche temerità
svelto
cui quando vuole
può indulgere col suo
lucidia e fluida koinè italiana,
ingegno verbale, è una
alla quale, se gli capita, sostituisce volentieri
il francese
e bravamente
perché ha gli
spigolipiviesatti ed è più universale e generico.
sua
Di
Guido
solito
da
grande
un
la
critica
Verona
mercantile
e
facile
appello a
meravigUa
piace
così
norme
codificarle.
non
sia
Prima
a
Ma
per ambizione
la critica ha la bisogna
questo autore,
con
che
il francese
snob.
per
invece
sentenzia
e
pacifiche e
ancora
di tutto
venuto
si
le basta
sicure
un
fare
che
Orazio
guarda alle
fa
a
molte
viltà
e
e
se
fu
ed
ebbe
DI
ogni
suo
EDIPICARB
deducono
ne
senza
dell'arte
radicato
in tante
di
un
paese
di
capace
menti
e
da
la
dibilmente
incre-
alla
dovuto
secoli
per
della bellezza
che
le spese
letteratura,anzi senza
letteratura
senza
popolo, fatta
V'è molta, anche
se
vole,
inconsape-
alfabeto,ed una
pei confratelli.
invidia
criterio
sua:
povero
pagare
popolo
un
spaccia il
equivoco
volume
l'abbiezione
tradizione
non
di
che
migliaia
Verona,
TBMPO
per
senza
lo scrittore
che
vende;
meno
al-
ma
riflettendo
gli inconsapevoli ammetteranno
si misurano
che, se le qualità d'un libro non
rate,
delle migliaia tiproporzionalmente al numero
il criterio della
anche
proporzione inversa
si può
non
prendere sul serio. E si spìngono
il naso
fino alla pudicizia,arricciando
davanti
molti
non
a
quel tanfo di pornografia: mentre
fra i poeti narrativi
italiani pose i novellatori
sono
in
di
morigerati
passare
per
paragone
Guido
da
Verona, la cui arte è, sovente, più
libertina
che
nuda
tendenza
veli,ma
malinconia
una
a
spesso
senza
molto
che
che,
non
è
più
unificato
al
curiose
bel
con
estetizzata, senza
Poi
collegialemalizia.
atticlie severità
mancano
l'amore
rappresenta
e
il
verso
in
trecento
gusto
sappenninic
tran-
letteratura
una
e
non
in
un
paese
politicamente
mezzo
secolo,
fresco se
Tarte
già da parecchi secoli starebbe
vi fosse
la
privilegio dell'Attica (Firenze con
colonia
sua
vi fosse negato diritto
e
romana)
di cittadinanza
Dori
Beoti. Il Verga, di
a
e
a
cui per
molto
gli ateniesi si sbrigarono
tempo
scrive
sentenziando
che
clinare
male, fu poi sul dedegli anni, forse anche grazie alla scarsa
fortuna
in
commerciale, amnistiato ; ma
nere
gesarà
forza
riconoscere, presto o tardi,
da
ic
la
vanità
di
che,
dallo
così
di
della
73
Verona
primati
nostra
tempo, venire
a
e
d'Italia
terre
sapore
uomini
e
letteratura
scuola
dai
denza
l'evi-
e
castigato paesaggio
altre
sottile,ve ne sono
rappresentare
santa
da
e
fertilità
per
le
tutte
non
scarno
e
OuiOo
stantii
questi
se
sobrio
di
errante
sogno
un
che
passioni
deve, da
filistei. E
valgono
pre-
nell'arte
che
e
ispirano
gusto
la
un
Terra-
po'
di
finalmente
da Verona.
grosso guaio per Guido
scrive
romanzi, porta a termine
Egli compone,
ciò che ha cominciato, insomma
fa qualche cosa.
v'è
E
altro
un
questo
che
che
nulla
e
non
si
secondo
la raffinatezza
cui
per
sterilità
è di moda
non
merita
giunge
una
si manifesta
indulgenza
alla
se
trina
dot-
certa
non
nella
il lirismo
lirica,la drammaticità
nel
la pittoricità
dramma,
che
s'arresta ai paradigmi della tavolozza, e un
certo trascendentale
be
solfeggio sofìiato nelle tromdel giudiziouniversale.
ciò non
è detto
alzare
Tutto
di colpo
per
ai fastigi delFassoluto, ma
da
Guido
Verona
il problema
indicare
della sua
che
è
arte
per
Finché
superiore ai metodi della «stroncatura».
si sarà detto che i suoi libri si vendono
troppo,
che sono
scritti in esperanto, che trattano
ria
matenon
libertina
consuma
con
sdolcinate
ferità melodrammatiche
(le quali a un
apologeta di poco scrupolo
perfino il petrarchismo di
potrebbero ricordar
si sarà detto nulla
Byron e di Lamartine), non
di concreto
tamente,
indefinie di specifico,e continuerà
duello
con
poco
sugo, questo bizzarro
fra Guido
in cui gli avverida Verona
e Ja critica,
sari
si sbracciano
due
figgendo
su
pedane parallele trada
tica,
fantasma.
La criparte a parte un
Guido
che
a ogni libro
mazza,
pubblica, lo amcon
così
poco
costrutto
che
deve
rico-
74
TEMPO
minciare
quel
se
sangue
la critica
mai
Tanno
svenarlo
a
EDIFICABE
DI
è di
non
perché
cavaliere?
Guido
canto
sare
ver-
do
quan-
i libri di Carolina
stroncato
aveva
D'altro
Invernizio?
dopo. E
Verona
da
(grave segno) di essere
air^co
della
abbonato
Stampa^ e, dopo aver
botte
da
orbo
la critica,
contro
menato
gran
la giostra ripassando un'ultima
conclude
volta
davanti
allo specchio ed autocomplimentandosi
in quella guisa poco
lusinghiera: antipatico a
stesso
in modo
me
superlativo.
O perché si bistratta
da sé, posto che
la critica
pubblicamente
confessa
"
contendenti
dei
vorrebbe,
critica
ha
di
benissimo
sa
La
tutti i torti?
ha
un
d'aver
dell'arte
ciascuno
L'autore
raggiunto Farte
molto
lontano;
ancora
benissimo
è che
rimorso.
suo
avere
non
d'esserne
sa
verità
fare
che
che
con
che
e
la
uno
vilipendio
del vero
non
un
può trattarsi come
rivendugliolo
Le
di carta
straccia.
così da
principk),
parve
la critica recalcitra
e
puntiglio al dovere
per
che
di
coscienza
ha
ricredersi
che
e
facesse
non
vendica
si
Allora
vedrebbe
si
le
di
a
all'Eco
la
critica
serio.
sia
come
e
Uno
dovrebbe
rinunci
lavorare
sul
facezie.
critica
l'autore
della
Stampa e continui
rassegni a parlarne
senza
con
professione
armistizio:
un
proporre
si
e
difficile
essere
Guido
da
giusti con
Verona, tanto strettamente
avviluppato è il bello col brutto nell'opera sua.
Almeno
nei
con
del
mio
romanzi
la continuità
sogno
errante
v'è
una
certa
media
giunta
ragdel racconto, ma
il libro
ha
dislivelli scoscesi. In
76
EDEPICAEE
DI
TEMPO
le
pili
raggiungere sovente
svelte e maestrevoli
leggiadrie ( « Il Tempo
gli
una
grande bianca
sfuggiva dal cervello come
La città
farfalla che
leggermente volasse via »
all'orizzonte «lontanissima, sottile,co^
apparve
fino
progredito
a
—
me
un
tropicale»
un'ombra
—
venne
vicino
e
spesso
Guido
da
fascia
di
collare
tetro
un
neirincendio
calza
da
ago
la
velluto»
della
notte
me
gola «co«Egli mi
guardano
tua
—
si
come
guardandomi
le donne, con
gli occhi fermi....»).Il malessere
è più sostanziale,e si rivela soprattutto nella sovrapposizio
della
«poesìa» alla realtà. Troppo
leggere
dedicare
d'una
di
dice:
scrivere
poesia», e
«ai nomadi,
«con
il libro
di lontananza,
dei
Verona
musica
reale
e
«con
rifugge
non
malati
che
d'esilio».
capacità
di
per
un
sia»,
poe-
Dotato
dal
sono
gli
da-
rappresentazione
(si ricordi il bar della Grande
Rouquine in
Mimi
sibilità
senBluette) e, per giunta, d'un'autentica
delle sue
che
lirica,pare
zioni
rappresentascusa
voglia chiedere
impiallacciandole
d'un sentimentalismo
che
arriva
alla tragenon
dia,
del suo
lirismo
e che
voglia farsi perdonare
certo
che
ammaestrandolo
non
a
ghigno freddo
effettua l'ironia. A
messo
su
volte, dopo aver
ammirabilmente
l'impalcatura di un
racconto,
il protagonista e il racconto
un
con
ajmmazza
di posto o con
mal
di cuore
suicidio
fuor
un
nessuna
appiccicaticcio,così, senza
ragione al
alibi coi critici che
un
mondo, tanto per avere
farlo
vorrebbero
(non
anch'
mai
modo
ed
passare
Paul
de
Kock
ricordo
si scrive
così :
se
più nemmeno
ha
egli è fra gli autori che la critica non
sentito il bisogno di stroncare). A- questo
V infedele,
Rosa
ha
e Dirce
sciupato Una
anche
Mimi
Bluette
che
non
doveva
arri-
ai Guido
errante
Il sogno
da
Verona
77
quella perfezione di suicidio e fa
sentire un
po' di nostalgiaper le piccole vagabonde
di Colette Willy.
si comincia
dei suoi
a leggere uno
Quando
trepidanti per la
migliori racconti si è sempre
dei protagonisti.Si spera
l'autore li
sorte
che
una
salvi,che non
tagli il nodo
gordiano con
da
scure
stri
giustiziere,
troppo pesante per i nada biancheria
di cui è fatto il nodo, troppo
rutilante
di sfumature.
per quelle atmosfere
si ha l'impressionech'egli sia snerInsomma
vato
dalla
vendo,
critica e dall'autocritica e che, scriormai
abbia
certo
terror
un
panico da
Buon
di coscienziosità
esame.
dolorosa,
segno
da
artista vero;
ma
pericolo di dispersione. Il
libro del mio
ci dà
errante
un
poetasogno
fino
vare
narratore
a
mezz'aria,un destino estetico in
come
(per esagerare) se Guido
a
È
Verona
fosse
dell'arte
dieci anni
entrato
nella
fa
speso.
so-
da
chiesa
col
in capo,
i
berretto
touriiste,
knickerbockers
la sigarettain bocca
chierando
chiace
e
a
voce
alta; ma
poi, tra i richiami
dei sagrestani e gli intimi
avvertimenti
del suo
della santità del
proprio cuore, si fosse accorto
in ginocchio
luogo,e scopertosi il capo e messosi
cominciato
ad adorare, rimbix)ttandosi
da
avesse
sé
en
villanamente
turbarlo
volubile
le
e
distrazioni
sviata.
ma
da
fare
Può
sua
Ha
con
invidia
a
questo libro pare
sulla
amarezza
troppo
che
volte
di
qualità
tanti
che
venivano
che
del
di natura
devoti
stia
ancora
a
a
immaginazione
prendista:
neofita,dell'ap-
una
ancora
soglia, dubitoso
essere
le
tutte
e
di volere
baccalaurei.
e
In
guardare, indeciso
della
direzione.
giorno egli trovi nella
sientimentale gli argini per quella
torrenziale
un
vena
narrativa
e
in certe
sue
78
TEMPO
virtù
solide
di
la
ce^si,
che
le
se
Se
la
gioia
nella
il
che
mondo,
e
farà
delizia,
e
Seno
dà
neh
consigli
Lasciamolo
un
gli
é
la
che
critica
forse
è
dunque
fare,
pari
stesso
pere,
sa-
vando
tro-
la
intorno
per
sua
con
pria
pro-
laute
men
centuali
per-
critica.
perfin
dà
quando
in
consistam,
che,
la
tobiografiche
au-
di
se
romanzo
placherà
la
malinconia
andando
recherà
gli
che,
indicare
Tubi
invano
cercava
sca?
offu-
voltmie
unificherà
esperienza
sua
le
esplorazioni
la
e
11
e
giustificherà
vedere
boc-
stanno
questo
certe
discordi,
finora
patria
di
il
chiosando
accennate,
che
fra
dovrebbero
approfondisce
qui
tempo
gli
rilegge,
bolso?;
come
in
sentii
un
a
nel
che
pagine
sono
freno
cose
romantico
Vi
strada.
le
mente
onesta-
ama
duplicità
la
libri,
vede
sopraggiunto
il
cosa,
talvolta
prossimi
caccevole
s'egli
la
per
decadente
nei
che
rappresentatore,
cosa
mentalismo
EDIFICARE
DI
o
quando
peggiore
vuol
purché
dare
li
lasci
le
busse.
dire.
letture.
Le mie
I.
Opere e frammenti
L'Antologia Poeti
delV
Amore,
:
Verona.
Sciogli la treccia.... di G. da
d'oggi,di Papini e Pancrazi.
L'Uragano,
Moretti.-
di M.
L'Isola
-
G.
di
Bocca.
1920.
AprUe
Ho
romanzi
alcuni
letto
:
confessione
rimasuglio di rossore.
guadagnare l'indulgenza di
farsi
voler
si
ci
dovrebbe
non
a
ternite,
confra-
certe
dallo
così
astenere
da
Perché,
un
senza
-
vere
scri-
leggere romanzi, essendo
poco
di chi ruba
ladro
men
quello che tiene il sacco.
si esercitò conche prima
La stessa malevolenza
tro
il poema
epico si trasferì poi tutta contro
il romanzo
tro
connon
suo
figlioprimogenito. Ma
il
il
dal
come
'
dramma
e
che
cosa
fine, un
che
Milo
voluta
non
passarla
per
e
in
una
struttura.
staccio
impalpabilità degna
si
e* è
un
polverizzavano
allo
di
novella
la
genere
principio,
un
avesse
poco
Come
Non
il libro
significato e
per
Contro
solamente.
romanzo
e
ogni
contro
e
mezzo
Ci
fu
conferirle
tali raffinati
spiega questo decadimento
bisogno di spiegarlo. È
del
un
un
tempo
Venere
la
e
di
la
tendito
in-
gusto?
aspetta
80
TEMPO
sincrono
EDIFlOAB£
DI
di
concomitante
e
Ma
ora
che
questa
altre
tante
voga
è
illanguidita
quasi tutte le suddette
a
sciogliendo,restando
qualche solitario asceta casalingo come
e
si spengie
si vanno
chiusura
a
cui
monasteri
dei
se
casa,
e
ne
deve
denze.
deca-
nite
confrater-
ricordarle
dopo
le monache
rimasero
la
di
la benevolenza
può discorrere con
anticipo di commemo^
ispirarsi un
razione.
Carducci
;
non
D'Annunzio
fece
i suoi
che
da
che
scritto
aveva
di
tutto,
romanzi
espansioni
passaggio
e
del
ma
liriche
appariva
i suoi
suo
in conche
slargantesidi
convincere
Fogazzaro non
seppe
sipadani ; e Verga rimase, per
e
drammi
gi
sagviamente
ov-
sultavan
ri-
lirismo
quasi
più ampie ;
i letterati
altre
ci-
ragioni,
Poi venne
scrisse:
inaccessibile.
Pascoli
e
«Sì,
la poesia pura.
la poesia è rara.
Proprio rara
Ma
c'è la poesia applicata. La
poesia applicata
è dei
dei
grandi poemi, dei grandi drammi,
che
grandi romanzi.
Ora, molto ci corre
quesb*
siano tutta poesia. Imaginate che siano
un
gran
le
Nel
sono
mare
perle ; ma
mare,
ognuno.
quante? Ben poche ; però in quale più, in quale
Occorre
dire che
in essi poemi,
anche
meno.
si
di rado
drammi,
romanzi, la poesia pura
i letterati,o
E allora, pensarono
trova
»
pura
ci mettiamo
fare
e
a
poesia pura
perché non
Poi sopraggiunse Croce, e, paragonando
basta?
che
sta
anch'egli la poesia al bel fanciuUetto
sul gradino infimo
della
scala
spirituale,disse
che
tutto
«un
potrebbe contrarsi
poema
gran
di gioia, di dolore, dì arriin un'esclamazione
mirazione, di rimpianto». E allora, pensarono,
mettersi
fare esclamazioni, a proa
perché non
nunciare
parole dapprincipio in libertà provvi.
te mie
81
letture
dopo, via via che
libere addirittura?
all'aria,
Non
voglio ascrivere a quei
scria
siano
si
e
abituate
due
maestri, come
altra volta si fece per Voltaire e Rousseau, la colpa
di quello che successe
dopo, tanto più che Tessenziale era
già successo
prima. Ma è disperante
seppe
(o incoraggiante per la filosofia scettica di Giucome
Rensi) constatare
ogni epoca si foggi
le dottrine che convengono
ai suoi propri fatti
della bellezza
compiuti. È noto che cosa
pensasse
sciare
volpina la volpe cui era capitato di lala coda
in una
tagliuola: le parevano
brutte
le consorèlle
complete. Se a cavallo dei
secoli
XIX
Manzoni
e
XX
avessimo
avuto
in
Italia
un
anche
avuto
Tolstoi, avremmo
cii"
dottrina dell'operad*ai*te intesa come
chiuso, come
architettura,come
tazione
rappresen-
una
colo
o
un
d'umanità.
costruttiva
una
Invece
fiorì
prattutto
so-
lirica
grandiosamente sbadata di
a
questa l'ars
; e accanto
naturali
sensazioni
interiettiva che metteva
poetica dell'innocenza
l'arte all*infimo gradino della scala
spirituale
e
l'idoleggiavaneirimmagine del bel fanciullo
la riassumeva
Così venne
e
in
il culto
su
apposta, dei torsi
Meglio assiso
a
traducendo
:
Mallarmé.
tanto
meno
come
arte
la
novella
BoRGESB.
in
del
toh!
un
frammento
fatto
che in
pie,meglio che assiso
che
sdraiato morto.
meglio che il libro la pagina,
in margine,
pagina la notazione
meglio che la
e
meglio che la
a
o
serie,dei ruderi preventivi.
sdraiato,e meglio
0
ah!
un
notazione
la carta
bianca
sacra
Tanto
si fa
più che quanto meno
si fajla. Dapprima
fu considerata
inferiore il dramma,
poi il romanzo,
tutto il resto, salvo il delicato
e
Tempo
di
edificare.
6
82
TEMPO
Sgorbio leggero
vitalba.
della
dramma
un
evanescente
e
Naturalmente
o
un
perché
un
Ne
non
qualche
sa
la
come
piuma
condannavano
dicendo
romanzo,
dramma
era
e
sottinteso.
restava
EDIPIOABB
DI
lo
che
dannavano
con-
Ma
romanzo.
facciamo
cosa,
Pirandello.
nome,
Io
però ho promesso
benevolenza, e voglio
Anche
mantenere.
il
questa perversione aveva
la difesa, anche
suo
se
buono, ed era
maligna
e
ringhiosa e da cane
d'ortolano,dell'arte come
mercantili.
responsabilità e rito contro
gl'intrugli
Purché
fosse
salvaguardata la verginità
delle Muse, non
esitavano
neanche
conciare
a
malamente
contato
lìUoimètété) ha racil gesto del giovine Attis, autolesionista
fanatismo
religioso:
Catullo
per
{le
Devolsit
Ma
buon
a
così
latin
ilei acuto
brai^e
sibi
pondera silice.
concludeva
conto
Procul
a
Alios age
E
stessi.
se
tuus
mea
sit
furor omnis, era, domo;
alias age
incitatos,
sia di noi
:
rabidos.
:
Da
questa polveragliad'oziosi logogrifi
le mani....
poeticiil poeta tenga monde
Ho
detto
po' di rossore
bruciapelo
Non
è
d'avere
affatto
dire,
spiaccia come
e
grigie
conta
un
cose
che
sebbene
nell'arte
farmi
passare
per
m'era
Venuto
confessando
queste
come
letto
alcuni
novità
una
dirla
così
quel
a
romanzi.
questa
che
sto
per
circospezione
di brune
paradosso. Ragazzi
a
un
senza
—
chiome
in
po' più
—
tutte
dello
mettetevi
le
altre
sforzo.
in
cose
testa
la
che
forza
84
di
TjsjkU'O
timo
deirimparzialità,purché
il criterio
quel
a
modo
che
dicevamo
l'una
annunziare
bastava
EDIFICARfi
e
Ma
sopra.
l'altra
teso
in-
non
di
non
queste
leggi. Bisognava rispettarle.Fin da principio
fa specie vedere
quale prevalenza ci abbiano
gli
scrittori (poeti in versi e in prosa) di Toscana
e
così, la
luoghi finitimi : che, se fosse davvero
italiana del secolo XX
sarebbe
letteratura
quasi
centesca.
più circoscritta entro una
regione di quella trePoi
la
si considera
maggioranza
gli adepti
da
Conclave
alla
scuola
Strano
timidezza
senza
non
cui
vi
fiorentina
e
di
gono
dispon-
pendances
dé-
sue
solo vi manca,
e
dirsi,uno
il meno
davvero
non
era
degno. Ammesso, come
si deve
molto
largo (a
ammettere, il concetto
di kimono)
maniche
che
gli antologisti fanno
corrispondere alla parola poesia, ci sono
pagine
di Prezzolini incomparabilmente
più poetiche di
mai
tante
a
ficcate là dentro.
altre
[Ancora.
Caduta
vennero
su
in Italia la monarchia
alcune
[mettere un
a
Dapprima
si
il
e
con
e
anche
antologie.Passeranno
ste.
quevole,
proposito della imparzialità è commendesulla buona
fede dei raccoglitori
avrebbe
tempo
Il
striarono
s'indu-
così gevoli
preTaltra. Ora
è
tante
sono
Tuna
oscurano
che
po' d'ordine in quel caos.
Tltaliacon
a disciplinare
si provarono
le riviste. Ma
le riviste
ora
che
oligarchie
raria,
lette-
delle
torto
marcio
l'arte
d'essere
fuori
De
Bosis
; tanto
è
chi
volesse
Ma
dubbi.
insinuare
è tanto
facile da
imparziali non
praticare. E quando s^è vissuto' per molti anni
è agevole orientarsi
dentro
al
non
un
gruppo
fuori.
Per esempio, è lecito fare
primo uscirne
im'antologia di poeti italiani d'oggi lasciando
vero
e
Giulio
che
Orsini?
l'hanno
Si
fatta.
che
è
cito
le-
Le
letture
mie
86
[Diranno che né De Bosis né Giiilio Orsini
la prima fioritura in questi due decenni.
ebbero
Non
per
novecentisti
sono
De
Bosis.
Gnoli
decennio
Ma
nie Vivanti
e
ottocentisti.
sono
Giulio
Orsini, anche
pubblicato volumi
aveva
innanzi,
;
è tutto
Grazia
novecento.
Ma
Passi
se
menico
Do-
qualche
poi An-
Lucini
e
Deledda, Fanzini
la «prima
fioritura»
nel
Negri ebbero
messi.
Chi sa
secolo XX?
Eppure ce li hanno
perché. Grazia Deledda si e Zùccoli no; Fanzini
sì e Pirandello
no
; Lipparini si e Beltramelli
Novaro
Hanno
escluso i due
e
Fastonchi;
no.
Chiesa
Benelli
e
e
Bontempelli ;
; Michelstàdter
tore,
Bertacchi
e
Romagnoli. Chi sa perché. Tu, letrespinti,questi e
supponi che li abbiano
tutti gli altri,perché l'ultimo dei quarantasei è
più poeta del primo degli esclusi. Tu immagini
che in Italia ci siano quarantasei poeti più poeti
cui
di Benelli
verso
(per citarne proprio uno
sono
non
sospetto d'idolatria) Quarantasei poeti
armo(quello del Fabbro
più poeti di Novaro
ti dico nulla, perché non
niosó) Io non
voglio
il quarantesimosesto. Ti dico
neanche
offendere
soltanto: va
e
e
giudica da te. Il libro
compra
è piacevole e ben stampato, e fornito di curiose
note
biografichee bibliografiche.Fra l'altro,se
accetti il mio consiglio,
contribuirai
far presto
a
esaurire
la tiratura; sicché Papini e Pancrazi
inferamente
provvedere a un'edizione
possano
rifatta.
dì strabocchevole
[Papini poi, ch'è un uomo
Ne
sue.
ingegno, sceglierà meglio fra le cose
ha di molto
che
belle in ogni sUo libro. Le cose
ha messe
sono
più che rispettabili,
nell'antologia
ma
Papini ne ha di migliori.Io, per esempio,
se
di
gii fossi stato vicino gli avrei sconsigjliato;
e
Ada
.
.
TBMPO
nulla,
ha
ma
la
lontano
renétta.
mela
la
includere
EDIFICARE
DI
Non
è
l'inconveniente
Versilia
di
cosa
da
ricordare
da
una
La
D'Annunzio.
di
quale è
sieme
inOra, mettere
poesia novecentista.
darsi
senza
un'antologia del 1900-1920
(Laudi) e di Pascoli
pensiero di D'Annunzio
èj
Ucello) non
(Castelvecchio, Conviviali, Paulo
menticar
impresa da pigliarsia gabbo. Bisogna farli diAltrimenti
si ha l'aria di quelli che
1 signori sono
in villeggiatur
girano il palazzo mentre
]
La parentesi è chiusa.
pure
una
Guido
Insomma
Perché
no?
lo
A
da
Guido
Verona
da
romanzi
scrivere
l'hanno
ce
Verona
e
lo
messo.
tutto
soprat-
nuoce
smerciarne
molti
difetto, difetto per
(questo secondo
è quello che precipuamente
scandalizza
eccesso,
scrivesse
soltanto pagine,
certuni). Se da Verona
rasse
frammenti, riflessi,lembi di paesaggio, e se ticon
un
discrezione, sarebbe
questa roba
tutti gli altri.
immortale
come
fuori
Prendiamo
la Treccia, e caviamone
la
lotta dei galli,una
arrivo, una
partenza, un
ad
di strada, una
svolta
arco
lampada
poco
col
prima dell'alba, il tirocinio di Maddalena
rocinio
diacono
Ralph (il sole sul braccio) e l'altro tinel vento).
l'istitutrice (la candela
con
esemplari
Non
c'è
vista
degli
essere
block-notes
nulla
da
ridire:
esteti frammentisti.
perle.
non
E
mancano
dal
almeno
infatti nei
Per
loro
pagine
che
punto
loro
di
bero
dovreb-
libriccini
a
potrebbero
pari pari nella Treccia.
A
contò
proposito di perle, un
grande poeta racsigente
volta la parabola della perla intranuna
andò
che
dal gioielliere
implorando: per
mi
di Dio, non
l'amore
bucare^ altrimenti sono
inserirsi
il
buco,
faccio
È
fra
se
poesia
la
ti
non
la collana?
insieme
mettere
a
contrasto
il solito
87
le rispose:
gioielliere
fritta. Ma
come
letture
mie
Le
pura
la
e
poesia applicata.
vuol
critici il torto
certi
Per
dunque
da
anche
lavori
non
(e
collane
fare
Io
prenda
senza
coscienza.
Se
scrivere
li deve
non
c'è
che
e
che
cosa
serio,questa
fatti nella
al
certo
che
serio
una
sul
gFitalianihanno
presa
sempre
è l'arte. I progressi ch'egliha
di
invece
credo
l'arte sul
Verona
è; che
cate;
perle bu-
Sono
smercia).
le
false.
sono
Verona
di da
maniera
desiderio
di
Ha
sintassi senza
una
piacere alle cameriere.
il tran
tran
del
pieghevolezza, ripetuta secondo
modello
ritmica
fisso dannunziano; e una
che
è ballabile; ma
la scelta
della
troppo spesso
parola può essere
gustosa e sagace. È paesista,
è buon
pagnamento
rappresentatore di certe figure d'accomnon
(lord Pepe). Ed ha malinconie
Il
e
guaio
la
che
Treccia
A
io
non
dalla
conrotte
ancora
è che
collana
abbia
molti
è
opinione.
scrittori
scrittore fosse
delle
inversamente
copie
faccia
spetta
a
noi
volta che
—
le persone
che
critici,
esplorare se
meno
stesso
e
Ma
noiaì
meno
nem-
e
il
non
malevole
vedere
siamo
non
che
—
io spero
che
airautore.
bene
decretare
d'incurabili,
disperato. Egli dovrebbe
la
quanti grandissimi
la grandezza dello
se
mero
proporzionale al nu-
Piuttosto
vendute!
successo
scarso
la
che
e
artistiche.
Italia
in
credo
Il divertimento
Altrimenti
avremmo
Non
pezzi
a
grandissimo successo.
Su questo argomento
infallibili misure
sono
Non
un
noiosa.
la tiratura.
lo
sfilata.
avuto
è sembrata
ho
non
posa.
il libro è proprio fatto
se
suo
è
dici
me-
caso
la
sia
prima
glielodicono
non
gli riesca
88
TEMPO
DI
EDIFICARE
È
possibile ch'egli
esule
da
sia fatalmente
ogni patria interiore?
la strada,
se
non
e che
non
gli resti da celebrare
suna
l'albergo,il vagone-letto e la cortigiana? Nesfissità è pili disgraziata, artisticamente,
abitudine
del
vagabondaggio cronico; nessuna
Lo sraè tanto
monotona
dicamento,
quanto l'indisciplina.
Ja rinunzia
ad
ogni precisione di
l'inizio di
di volontà
sentiménto
e
può essere
la catastrofe.
libro
un
narrativo, può esserne
in cui per tre o quatMa
cos'è un
che
trocento
romanzo,
pagine tutti i personaggi si provana
l'autore li sta
ad acchiappare bolle di sapone
e
le mani
di tanto
in tanto
a
guardare battendo
né ironia né disperazione: bravi!
senza
e dicendo
questa sì che è la vita!
rona
Veda
s'è potuto figurare Guido
Poi, come
di trovare
che
ubi
un
fosse
cansisfam.
interessante
materia
d'arte
la
ghissimo
verginità che, ipotecata da lunin
tutti i pensabili modi, va
tempo
finalmente
a
ingrossare il patrimonio erotico
dell'ultimo
creditore?
Quando, si noti bene,
è collegata a nessun
questa conquista non
blema
proè colpa,
è amore
e
non
spirituale,e non
si riduce
ad imia pura
e seimpliceconclusione
ma
fisica? Se la storia fisiologicae patologica di
una
d'arte,Krafft-Ebing
verginitàfosse materia
bero
e
gli altri descrittoli di degenerazioni sareb-
storia
di
una
rivali
di
Dostoievski
accanto
anche,
avremmo
febbre,
e
della
stanchezza
dispiaceri
è Tanima
se
e
del
non
e
una
di
tutti
Ma
corpo.
la carne;
sensuale, presente
spingersicon
ai romanzi
della
dell'appetito,
i romanzi
della
via,
lasci-
sete,
della
ceri
gli altri pia-
il campo
e
il limite
sensualità
E
Flaubert
di
e
donde
l'arte
del-
che
anl'artista,
fin dove
può
traluca
an-
Le
Famore,
Cora
mie
oltrepassato il quale decadrebbe
e
la materialità
verso
Manzoni
letture
voleva
ne
non
referto
del
addirittura
e
sapere,
piìi religiosiche
ripetiamo tutti,motivi
aveva,
fatto di pensare
estetici. Vien
così
scrupoloso, poteva fare
la voglia che
descrivere
per
di Lucia.
E che
desiderava
c'era da
Lucia
su
medico.
che,
giù
non
era
belle
alcune
pagine
Rodrigo ebbe
Don
Rodrigo
don
descrivere?
per
se
allo
modo
stesso
di una
desiderio
può aver
ogni maschio
c'è.
non
femmina, quando l'amore
Nemmeno
me
a
piace quel miscuglio di cose
gradazio
e
quella dereligiosee profane nella Treccia
di immagini
stimolanti
di
sacre
a
Verona
si può
concupiscenza. Da
giustificare
fino a un
certo
che
punto ricordando
queste
goffaggininon l'ha inventate lui. Ma ne abbiamo
in
cui
avuto
di
bestemmie
anticristianesimo
estetico
e
di
forbite
alla
Vergine, da piìi di un secolo in
Sarebbe
tuttavia
tempo di smettere, senza
qua.
che, per mutare, a quel dilettantismo satanico
da qualche segno
come
sottentri,
parrebbe, un
dilettantesco.
meno
baciapilismo non
di da
Qualcuno fra i pii!ifervorosi giustizieri
Verona
gliha rinfacciato il sangue ebraico,quasi
esalando
le meun
morie
sospiro di nostalgia verso
dei ghetti.Antisemitismo
letterario?
E
di cattivo
da
poi accusano
gusto Guido
Verona.
Cosa
di
esatto
buon
gusto,
nel
disegno
e
nel
di Marino
retti,
Mosentimento, è Vlsola delV Amore
ispirata,si direbbe, da un'occulta volontà
polemica contro
la letteratura licenziosa
e
contro
90
TEMPO
quella
BDIFICAIIE
forti tinte ed
a
svenevole
anche
crepuscolare,
e
assorbita
superata
e
che
cortigiane ma
paesaggio immaginario ove
vi
sorriso
quanta
è
ove
rezza
tene-
derelitte
Moretti
dell'amore
Hotel
Grand
lì,un
poeti
sfiatati,
zitelle nel
vecchie
sono
per
è tutta
qui
un
con
quell'altra,
contro
all'ironia.
insieme
Non
DI
covero
finge un rinon
lungi di
e,
Siglsbées ove baritoni
mancati
e vagabondi
approdati (si
dei
una
a
«quiescenza»
protagonisti di
pensa
buona
più brillanti romanzi) tirano una
paga
e
pensione per dare a quelle
godono un'ottima
tardivo
Chi
amore.
poverette l'illusione di un
è la santa
memoria
di una
vecchia
rina
signopaga
americana
che
cautele
alle
e
suicidio:
Marino,
È
alcun
È
senso.
dove
e
e
di
avete
irride
c'è
trovato
Se
d'altri
da
per
e
Ma
stesso.
fosse
violino
punto
così
un
per
queste
tempi,
bellerie?
cor-
del
Poema
flui
melli-
e
anche
o
zano
di Goz-
Paradisiaco
caricatura
temperata
sentimentalismo
un
non
amorosi
vergognarsi
equilibriopericolante fra lacrime
delizia. Sono
vera
corbellerie,ma
e
quel cicaleccio lascia
d'un
anche
alle
romanzi
Palazzeschi
direi,smussata
e
Ma
pido
Cu-
un
interamente
dei
Francia
Moretti
di
perfino
cedersi
con-
disinteressata,
in
etica, non
programmatica
decorazione, è tappezzeria, è, se
volete,caricatura
della
senza
l'età
intemperie delregolamento. E c'è un
del
un'arte
sociale, non
non
morire
finto.
non
Messer
cartone.
serio, resistente
sul
amore
ali di
le
volle
non
capriccio. C'è
questo
con
des
e
di
che
sé, con
riso ch'è
di
echi
genere
dolenti
e,
ride
sorun
una
periore;
su-
gni
de-
antico.
punto
la
raffinata com'è
trama
il
del
romanzo
disegno, Moretti
92
TEMPO
straziata
amici
è
fino
polemica più
vampante
all'ultima
l'ammirazione
quella
Se
fosse
artistica.
un'armonia
d'infedeltà
di
cameriere
della
di
senso
Certe
simmetriche
(Nora
plina.
disci-
la vedova
—
Un
mensa.
valere
Uno
—
l'attenden
delper
sgarba
sull'intera classe
fulmini
a
zie
denun-
Luciana
—
ingenue da
copiate dal vero.
attira
lavoratori
suo
di
così
di Dumbo
sono
se
dell'autore
così
sono
false anche
ch'è
il
donnesche
l'amante
—
che
com'egli la rappresenta,
conreggerla per
sottoporla
vita
la
agli occhi.
arte, e lo stile
dalla
prima
piìi spontanea
robustezza
suscitare
dovrebbe
Marcella
la
per
può
che
così
pagina,
solitudine
fino
reboante
e
dagli
dairindifle-
una
inzaccherarsi
ancora
degno:
offeso
e
rifugiarsi in
a
non
per
donne
dalle
costretto
superba
Questa
vuoto, abbandonato
cuore
tradito
e
renza,
n'è
il
e
EDIFICARE
DI
dei
molesto
compagno
in cattiva
luce
d'ospedale,ch'era siciliano,mette
l'isola. Rocca, durante
tutta
brica
tutto il libro, fabNora.
Poi lo spezza
che si chiama
un
(idolo,
del romanzo
è una
d'improvviso. La conclusione
I personaggi, perseguitati dalla
tabula
nace
terasa.
antipatia dell'autore o rinnegati quando
sciano
proprio il lettore stava per affezionarsi,si sfaE ne
pressione
resta l'imtutti,salvo chi racconta.
d'una
Rocca
è
non
il
aveva
non
il libro.
ma
a
a
di
prima
volte
di
sono
È
oratoria.
ancora
primo
suo
compendiati
irrealtà
vero
disfarli
romanza.
trent'anni,e.
V Uragano
I difetti che
ho
scono
esaurinon
veniali,ma
che i personaggi li disfà,
li fa, con
bravura
che
una
perfin troppo scaltrita. E li muove
diecine
senza
imbrogliare i fili. E ha un'arte
conosce
trapassi che non
imbarazzi, e un pollice
forte che
modellare
sa
e
sbrigarsi.Certe
pare
Le mie
9S
letture
un'eloquenza che non
affatto la sincerità,certi paesaggi moesclude
rali
naturali
e
sono
dipinti con
smo
un'impressioniche
non
rative
narignora il profondo. Le masse
sensazioni
si
con
distribuite
sono
che
dette
sono
direbbe
un
con
maturo.
Nella
senso
del
sua
prosa
peso
c'è
roba, di troppo varia qualità e provenienza;
il
n
ma
meglio
troppo poco,
troppo che
il deserto.
Ha
che
e
meglio U torrente
tempo
E
di castigarsi.
ha
col
ne
voglia. Severissimo
è indulgente con
Vi
stesso.
se
prossimo, non
nel libro alcune
sono
tocritiche,
spavalde confessioni autroppa
che
Se
al
suo
dove
si citano
non
si riferiscono
a
per
non
Gino
discreti
in-
essere
Rocca
non
e
pseudonimo Guido Colvago, egli sa già'
zo,
D*altronde,alla chiusa del romanpecca.
dice
d'averlo
scritto per irrobustirsi
parai'si alla strada. Se si domina, farà
e
pre-
strada.
II.
"
Dario Niccodemi
Ate la vecchia „.
Morte
e la sua
Pensieri di Alessandro
in maschera.
Manzoni.
A
Milano
di
Distaso.
Le
che
Cronae a Koma.
Albinea,
di Marco Praga.
Teatrali,
Fiorella,di Michele
Saponaro. La finedell'Umanesimo,di G. Toffanin.
-
-
-
-
-
-
-
Maggio
Povera
1920.
vecchia
e zioppa
come
critica,
Ate, Ate
la zoppa,
Ate la vecchia», condannata
guire
insea
l'arte peccatrice. Ma raggiungerla non
può.
Come
farò io a gareggiare con
demi?
NiccoDario
Egli scopre, e il mio ufficio,poco appetibile
in questo furor
di verità, consiste
nel
di quei pituno
coprire.Egli svela,ed io, come
«
94
DI
TEMPO
ch'ebbero
timorati
lorastri
EDIFIGABB
la commissione
di dissimulare
michelangioleschi, dovrei
folgoranti realtà ch'egli squaderna.
consuetudine
Una
ragionevole vieta al
velare
i nudi
le
di
discorrere
di
romanzo
un
critico
dirne
senza
Un'altra
consuetudine
parole il tema.
ragionevole gl'inibiscedi ripetere
dell'arte
che
come
inverecondie.
nudo
in
Roma
d'armistizio
il
proprio
in
occultarlo
Ho
nettare.
di
vino
e
fatto
Guido
deve
vestirlo
da
di
farò
un
perché è
famiglia
in
e
prima
volta
con
La
Morte
Ma
dirò
biscotto
la
d'oro
—
società
una
ch'ella
ancora
la
—
è
crede
né
madre
studia, inon
il primo
inglese che
non
sillaba
d'italiano
soddisfatta
averne
di
che
fosse
impara,;
giorno
il benservito
averle
insegnato
una
sillaba
un
noi.
così
in
su
una
hanno
liquidato,
adolescente, tutti
le
di
nell'amor
dà
imparato
è
chiamano
nell'intelligenza e
nemmeno
schera
ma-
nuano
conti-
anche
né
crede
Non
interiori.
problemi
nel
diavolo, né nella legge né nella
di
in
cose
venuta
e
cia
Trec-
(Milano, Vitagliano)
le
ad
e
chiama
alla
non
Dio
in
i
nell'amor
libro
l'altra
splendore
uno
certo
Il romanziere
Verona.
Dora
Proviamo.
italiana
mostrarlo
a
più difficile. Pei critici. Se
alleggerirci
così, dovremo
libro
Grecia,
velo
Io
così
dacie
au-
d'un
il vino.
Niccodemi
di
letteratura
il soggetto
se
le
in
nudo
nella
nudo, come
pari tempo?
il pane
pane
critico
Ma
candidissimo.
è
nudo
è
che
mente
egual-
addebitate
sarebbero
Amor
e
il
lui
a
cune
al-
in
né
verità,
Non
sposa.
nei
né
suoi
letti;
di-
governante
sapeva
dopo
anno,
un
l'italiano
d'inglese.
una
e
senza
Le
d*oro
Dora
le
se
avessero
nota
sue
di
in
messo
Pensieri
dalle
sarebbe
non
di
prose
Arnaldo
a
di
Cervesato
oltre la pag.
andata
e
7,
zoni,
Man-
Alessandro
mano
letteratura
cura
95
letture
mie
filosofia tratti
Luigi Perazzi
(R. Carabba,
con
una
editore,
delV anima
da
Cultura
diretta
Lanciano, nella
G. Papini). A pag.
7 Cervesato
cita Manzoni:
i« Donato
racconta, nella Vita di Virgilio,che
non
questi, interrogato da Mecenate, quale cosa
le cose,
tutte
o
«generi sazietà, rispose che
fra
di
la somiglianza
la qualità o
'«per
per
riuscire
i«loro,possono
stucchevoli, meno....»
«
Meno
che?
le
meno
sensazioni
tattili?
l'intendere, praefer ijitelligere.È
è anche
da
«sentenza
da filosofo,ma
un
poeta
i gramma«come
erano
non
Virgilio; e certo
«tici,che potessero affibbiargliela».
Il libretto
è bellissimo, e mi
lino
capita sul tavodella
proprio oggi 22 maggio, annivearsario
'«....meno
morte
di
devoti
sono
Alessandro.
don
Ho
letto
che
alcuni
pellegrinaggio a Brusufa visitata,
glio,la villa (memorabile
pochi mesi
come
e
giustamente suol dirsi, dai ladri. Ladri
devoti
ci vanno.
Ma
gli scrittori italiani se ne
è roba per
tengono alla larga. E certo quella non
sia di nobile famiglia milanese
Dora, quantunque
andati
in
anch'essa.
E
non
crede
nemmeno
nell'intelligenza.
TEMPO
In
che
dei
tomi
che
gli occhi
con
di tutto
prima
Rimane
che
putrefare,
Crede
nelle
si toccano
e
quei
che
cose
con
bei
mano,
sua
un
occorre
per
bel
credere
da
stupefacente bellezza.
nima
con
quel tanto d'acorpo
nella
dunque
un
le resta
tutti,salvo
credono
filosofi fichtiani.
si vedono
e
Non
dunque?
ciò
in
non
se
crede
EDIFICAÌIE
DI
farlo
non
^ui
in
cadavere
materialmente
si
prolunga
veleni.
di raffinati
vegetativa carica
Questa è, fin dalle prime pagine, la premessa
del romanzo.
Esso
e
s'annunzia, decisivamente
studio
da
robusta
uno
come
mano
circoscritto,
vita
una
di
Il nudo
nudo.
statua
una
è
virtualmente
La
mozza.
che
testa
acefalo
vi
sta
come
su
può
valore
ha
valore
non
un
plastico ma
è un
motore.
spirituale;è un'appendice, non
Non
in alcun
riuscito
sono
a
immaginarmi
modo
la faccia di Dora.
ha
Quella che Ventura
stata
che
(andipinta sulla copertina è ed è sempre
prima dell*attimo terrificante ivi abbozzato)
avere
la
un
Non
di
straziata
maschera
è,
una
non
è mai
stirata
e
di
un'isterica.
la
quietudine raggiante
La respingo dalla
tizianesca.
stata
semidivinità
mia
invano.
cerco
fantasia, ma
In genere
so
perfettamente com'è fatta Teroina
d'un grande racconto, tanto meglio quanto meno,
com'è
scrive.
proprio delPaurte poetica,il poeta la dePer esempio, Anna
Karenina
sotto la nuvolosa
chioma
piedi puerili
fiammante
nera.
sull'orlo
che
Dora
del
sembra
la
conosco
tutta, dai
tura
bagno allsL capigliavivere
per
conto
Le
SUO
come
non
è
mie
Niccodemi
Dario
la faccia
d'oro. Ma
bestia
una
97
letture
mi
che
E
no.
noia
dia
con
screto.
ditroppi particolari.Egli è stato saviamente
alla vastità degli
ha
accennato
Appena
forse un
alla bocca
occhi
po' larga, quanta
e
ci vuole
accogliere quell'innumere riso di
per
bianchi
denti. Eppure quei pochi particolarinon
tica,
di una
si sciolgono nel calore
immagine sinte-
crollando
si sommano
e
Dato
il
problema
Saponaro,
(Milano, Vitagliano).
Fiorella
di
Parecchi
hanno
di
centro
la
alta
testa
d'oro
Dora
nel
d'ogni
le deve
altro
Il
male,
ani-
portiamo
torso, eppure
il firmamento.
verso
la
non
vedo
bene
(incessa patuit dea?). Sebbene
testa
eretta.
umana,
gravità,come
dovrebb'essere
tore
au-
all'assurdità,quasi
pensato
all'incredibilità dell'andatura
nostro
questo il
assillato Michele
ha
che
È
faccia.
la
trovare
nudo,
la caricatura.
verso
pesare.
È
se
incede
quando
così
la
vuotata
stessa
quando
il
nudo.
giace
supina.
La
fede
sua
sente
come
dev'essere
è
una
una
Si
cerca
sola:
Tempo
Ella
lo
fulgida nelle cui viscere
sorgente di gioia. Chi la farà
Questo è l'unico quesito di
il tema
il nudo
del
di
libro.
gemello.
capisce che, avendo
se
questa ricerca
BORGESB.
suo
rupe
sgorgare? come?
Dora.
Questo è
Dora
una
edificare.
bruciato
non
le
tutti
riesce
i
Dora
7
scelli,
va-
è
TEMPO
perduta. Le
di
trincee
Forse
DI
hanno
Tanima.
ammazzato
Non
ha
linea.
seconda
il
EDIFICARE
nudo
gemello
giovanissimo
duchino
che
ha
incontrato
a
Viareggio
cui
si è fidanzata.
Ma
e
con
poi sopravviene
homme
maturo
à femmes^ con
vent'anni
un
più
di lei che
ha
ne
contandole
diciassette,e la distrae racIl duchino
è un
l'apologo della rosa.
e i ragazzi non
sanno
cogliere la rosa.
ragazzo,
Si
s'insanguinano, la sciupano. Per
pungono,
fino
rosa
e
cogliere una
aspirarne il profumo
all'estasi ci vuole
la mano
vezza.
sperimentata e avCosì
Dora
Dora
non
di
nome
Si
Qui
ha
la
frode
prostrarla
Guarita, cade
avventuriere
in
La
suo
nome.
odore.
malattie
e
che
fece
rosa
è
al
la
Ma
rosa.
la
profumo.
di
e
Dora.
lo
Ella
Il
cerca.
convelle
tutta
di
non
core
ran-
fino
morte^
falso
un
di
energia
minati.
Inno-
tutti
minacciose
sfruttatore
avuto
quarant'anni,
ancora
tragedia
gemello,
patita la
di
hanno
Sono
dà
non
preda
elettrica
la promessa
il
la
il nudo
a
cui
ha
mani
comincia
trovato
alla
Non
battésimo.
a
non
sue
per
hanno
non
quell'uomo. Coglie
ancora
nelle
rosa
altri
«cameriera».
«Quell'uomo»
è
Gli
colorato
un
«quell'uomo» o «il barone», «il
il «padre»,
principe», il «duchino»,
duca», «il
la «madre»,
la
tempo di andare
ed
certo
un
«quell'uomo»
sposa
ha
volto,ed ha appena
battesimo.
chiamano
era
principe, fosco
femmine, attraverso
la natura
suo
passata
stupendo
di
mano,
le
mantiene
corpo
e
dà
lescente.
adotutto
100
TEMPO
Il
Dora
BDIPICAKE
DI
dietro
Sant'Ambrogio.
«principe» abita
vi giunge prima
deiralba, dopo aver
rato
giMilano
ch'ella non
nevosa,
per ogni verso
Ed
accecante.
Ma
anche
ecco
la
sbarra
vettura, simile
in
non
se
conosceva
un
illuminata.
di
ubriaco
un
rinto
labi-
un
mascherato
colosso
È
strada.
finestra
la
ecco
a
le
che
domenica
ghermisce la donna.
quell'orrida bocca
un
sanguinosamente
lasciar
ta
l'agguanpresa,
grassa. Si togliela maschera,
da
Cercata
Ella
si dibatte.
nella
gli
bocca,
farle
per
senz' avvedersene
Egli,
labbro.
al
collo
Così
addenta
e
finisce
in
un
bacio
perfetto bacio.
Questa è la Morfei
la
strozza.
la
atroce
cercatrice
del
che
Ebbene,
Un
c'è da
dire?
intelligentem'ha
lettore
Guido
da
Verona.
Prima
di
tutto
a
maschera.
in
somiglia
detto:
questa somiglianza c'è
e
non
la
veroniano, ma
è quasi regolarmente
protagonista di da Verona
avariata. Qui l'anima
sentimentale
e il cuore
una
defunti
sono
prima della prima pagina. Un nudo
credo
non
assoluto
come
questo di Niccodemi
c'è. Lo
altri
che
Le
la
l'abbia
sua
cantilena.
da
dato.
poi
maniere
di
e
fisiologicoè
spunto
Verona
prosa
vuol
Questo qui
La
diversissime.
sono
è
tutta
essere
è
un
curve
musicale
romanzo
e
zione
narra-
languori,
fino
tutto
alla
d'un
mie
Le
fiato,
dritto
cli'essere
pel cinema.
rozzi
tocchi,
Appunto
potrebbe magari
La
pronto
è
Passo
si
orrore.
di
invece
le
un
un
oltre
tratti di
questa
dentro
prosa
a
dice
già
ghi
lar-
lettore
che
quello stesso
questa
C*è perfino, parecchie volte,
un
gli.
che
questa quisquilia, convinto
essere
pare
le
e
--
di
error
da
tradotta
sue
trecento
come
an-
tinte.
mezze
e
secondo
un
recidivo
un
e
atmosfere
senza
—
—
prosa
potrebbe
in quindici giorni. È
è violenta, a
scrittura
scritto
stato
101
fondo,
a
un
come
letture
in
noci
ci ballano
La
sacco.
un
ternazio
in-
lingua
una
parole
trecento
Certo
stampa.
tassi
sin-
crudi.
L*Qrdine
telegrafica. I tagli sono
è a filo a piombo.
Ma
chi
si contenta
gode, e chi si contenta
la può chiamar
lapidaria. Lasciamo
questa prosa
scenario
di
andar
gli aggettivi. Lo
Parigi è
superficiale sino a far sorridere, ma
quello della
Di
Riviera
meno.
complicazioni
spirituali da
c*erano
Per
descrivere
molte.
non
leva
quello che voha
i colori che
trovato
dipingere Niccodemi
facevano
al caso.
da dire l'ha
Quello che aveva
è
la dicitura
detto?
è chiara?
cinquant'anni che il
vedere
che
cosa
prima
ci
sia
riuscito?
poi se
di
pili?
da
Scivolando
che
certa
la
prosa
balbuzie
riportare
la
per
barbara
solo
criterio
abbia
voluto
e
di
si
italiana
a
Tautore
è
e
cercate
anche
può
cui
con
è
estetico
che
Niccodemi
toscaneggi ante
letteratura
allora
china,
questa
d'accordo
siamo
non
dire
meglio
vorrebbero
balia.
di
102
DI
TEMPO
Ma
EDIFICARE
la portano
volete dire. E
questi qui
Lo
dove
so
a....
tuttavia
non
posso
nori
mi-
amici, alle scomuniche
cui vorreste
vietarmi
sottomettermi,egregi
e
maggiori con
parlare di letteratura
di tutto, un
Prima
quello
esiste,se non
è
milanese.
Parnaso
di
Manzoni.
Alessandro
di
cui
Se
milanese
non
l'Apollo Musagete
il culto
Dante
di
fu
lunghi secoli il segno distintivo della risoirè cache Dante
ora
letteraria,
nonizzato
gente coscienza
senza
possibilitàdi revoca, è TattegManzoni
quello che definisce un
giamento verso
di Manzoni
atteggiamento letterario. Nel nome
tutti milanesi.
Ma
siamo
siamo
pochi. Si può
di far passare
la marachella
tentar
per leoparil dilettantismo.
Perfino
dismo
per leopardismo!
per
Ma
Manzoni
con
alla letteratura
Quanto
su
È
fiorentino
libri
così
è
non
Dieci
non
ce
d'armistizio
n'è.
essa
è milanese
giù quant'è fiorentina o romana.
da Verona
perchè pubblica presso
A Milano
si stampano
si smere
ciano
pili che in ogni altra città d'Italia.
per
Bemporad?
Ma
marachelle
il fenomeno
stato. E
sempre
ha
letterario.
senso
striale
indu-
era
quando mi stabilii a Roma
fosse tutta
moda
come
se
svillaneggiareRoma
nere
teapposta a Roma
Ara^o. Papini venne
per
un
anni
fa
fierissimo
discorso
adversus
romanos.
adontò.
Prezzolini
se
ne
principe romano
sentirlo che
e
a
poi era inconciliabile,
pareva
calisse.
quella sciagurata città fosse la bestia dell'Aposi trapiantarono tutti
Poi alla spicciolata
Un
Le
lavorando
come
Ma
coincidenze.
pugliese
Distaso
chiamava
breria
Li-
sua
Monti.
dei
qualunque
completa unità
di queste cose
lano.
Mi-
Milano
mi
in Libia
sarei
Sono
no,
cose
talmente
da
"
a
pag.
morire.
vin
Bari
ma
donne
ricadenti
una
che
per
la
Razza
di
che
Puglia
Infatti
a
città
per
e
le
che
ne
avrei
mitato
vo-
Si
a
è
non
ancora
Ovvero:
poli
«Nalano».
Mi-
domerà
15
leggo
integralmente:
pag.
guerra
accadrebbe
cosa
non
po
cor-
inferiore».
toscano.
dalla
del
Sentivo
riproduco
Torno
giovani
su
è
provava
pericolo
certamente
innocenti.
72: «Penso
in
non
stampare
immoralità
intatta. Solo che
forza da convertirla in serenità
„.
tanta
fa si
poco
che
la mia
con
giorno
il
stomacato,
frizzante
"
"
sgrazie.
di-
perché
ribrezzo
beduino.
un
«poesia»
questa
sgraziat
di-
sapido
combattuto
consideravo
tagliatocol
forse
a
dovrebbe
non
stesso
il robusto
che
ben
lo
con
rimasto
ha
che
(Albìnea, Firenze, Vallecchi) :
quando
tanto
vede
d'Italia
fa
corpo
appunto
minciò
co-
sono
fino
che
perché
e
insomma
intelligentee
im
Ma
fiorentina.
uno
a
è
alla maniera
frammentista
le
papa,
a
Io, dalli dalli,mi ridussi modestamente
vi presi stanza,
Ed
ecco
che, appena
Si capisce
Milano.
il crucifige a
c'entro per nulla, e che si tratta di
non
io
E
alla
serio
Trinità
sulla
Yoce^
103
alloggiatoda
sul
sempre
della
«
è
Prezzolini
Anche
Roma.
a
letture
mie
uscissero
belle
e
spalle,i
a
oggi ho
se
un
spasso
bel
che
sciolti,
magnifici capelli.
portassero
104
TEMPO
Al
comparire
della
DI
I
EDIFICARE
centesima
donna, gli uomini
briachi,folli di ebbrezza, senza
il caos».
e si verificherebbe
nessun
ritegnopiù
è questa letteratura «milanese»
Simpatico. Ma non
in dosi omeoipatiche?
tutti
sarebbero
—
Letteratura
capisco
che
vietarmi
di
e perciò non
esiste,
cosa
pretendano quando vogliono
parlarne.
milanese
è milanese
Non
non
né milanese
europea,
gli uomini oziosi
guerra
la guerra
è l'armistizio. In
e
solitarie impararono
le loro donne
consumar
a
letteratura fantastica. La
delle frontiere e la difficoltà d'accesso
chiusura
quintalidi
Si
la
stimolarono
francese
aggiunga
sette
lire
simo
prezzo
che
come
svalutazione
e
«produzione»
il libro d'oggi,anche
questo di Niccodemi,
costa
della
molto
meno,
nazionale.
va
se
è
a
vilis-
a
considerata
lira,di quanto
la
costasse
un
I sùbiti guadagni rendono
nell'anteguerra.
vogliosiagliacquisti;nelle case dei nuovi
romanzo
ricchi
o
semiricchi
due
tre librerie colme
tengon luogo di nobiltà
cominceranno
di
del libro
parvenus
quando
saranno
e
di
cultura^
di
I
le librerie in tutte le
vità
no-
gliai
case
zeppe.
La
crisi d'arresto.
superproduzione avrà una
Ma
rimarrà.
L'abitudine alla
qualcosa di buono
volta presa,
si perde; e tutti
non
lettura,una
gli italiani che scrivono avranno
imparato come
si fa un
novella leggibile,
romanzo
come
o una
si mette
insieme una
commedia
rappresentabile.
Non
ci
belli
e
sarà
belle.
che
da
scriverne
di
veramente
Le
la
Intanto
letture
mie
l'armistizio
fronte
e
di
non
avere
Tighermire
[volere
Toc-
un
lodando
Ma
un
che
restava
la
il buono; ma
perchè
carri d'assalto? Il coro
scena
s'era
Praga
non
le
Cronache
sue
trasferito
se
n'è
travolgentenel
Non
scuola».
«nuova
di tutti.
tacere
diventò
smania
questa
con
geni in file serrate, e guai se
il plodivinizzava
milite, non
tone.
essere
Non
su
rammaricarsi
pareva
qualche
perduta.
Volevano
e
polare
po-
vano
già i letterati italiani s'istruipezzo
nella formazione
della falange macedone.
Da
uno,
finalmente
col
arrembaggio svaniranno
psicosipostbellica. Ognuno durante
della
casione
di
anima
di
Certi fenomeni
sfondato
divenuta
o
Italia.
in
sedarsi
italiana,
letteratura
Ruggero Bonghi, sarà
105
dar
saputo
del
urlante
più sulla
le quinte. Marco
Da
questo
pace.
non
dietro
teatrali
il bello
mancava
quel procedere
che
tro,
tea-
1919
era
(Milano,Tre-
di maestro
ves) che cominciano
benigne, come
parlante a novizi, e poi via via s'infervorano
fino a un
pittoresco ed eloquente sdegno. Praga
è artista e hidalgo. L'arte a masse
compatte non
gli va, e tira giù certi fendenti che lo fan quasi
andare
ruzzoloni
quando non
s'accorgein tempo
che l'opera d'arte contro
cui dà di cozzo
è vuota
l'aria.
come
troppo spesso
-—
—
Ma
perchè
Forse
bitorum
dovrei
un
tacere
mio
di
Index
letteratura
Ubrorum
porterebbe al fallimento
le
lanese»?
«mi-
prohlcase
edi-
106
TEMPO
trici?
o
trenta
male
sarebbe
sorda
salir
faccio
che
cinquantamila?
come
critica,zoppa
e
Povera
ci
io
sono
EDIWCABB
DI
muta
e
che
Ate
la
tirature
Che
a
Non
zoppa!
diventare
dovesse
cieca.
e
le
anche
imitare
dovesse
la
Se non
cupasse
s'ocproverbiale politica dello struzzo.
dei
libri che
leggono tutti,dovrebbe
ad
continuare
occuparsi di quelli che nessuno
legge né mai
leggerà? È questo il motivo
per
cui la critica italiana
è
non
popolare in Italia.
C'è
un
equivoco tra la critica e il pubblico..
Quella legge certi libri, questo ne
legge certi
altri. E
contrano
s'invanno
non
per vie parallele, che
mai.
Quali libri legge generalmente
definiti
poesia
da
secentista.Paolo
un
dev'essere
non
soltanto
né
chiara
coli
Ec-
la critica?
né
Beni:
«La
precisa:
v'essere
de-
magnifica».
legge generalmente
il pubblico
quali libri
altro secentista,
d'oggi? Eccoli indicati da un
Angelo Ingegneri: «Il succèsso
d'un'opera, più
merito
che da ogni suo
intrinseco,dipende dalla
E
in
messa
a
scena
tappezzeria».
inventate
apposta, le
Paiono
lettore
le
troverà
tutti
con
a
i suoi
fine delVumajiesìfno
Bocca).
Ma
dev'essere
titolo che
simile
superba
una
che
dal
e
il
per
difetti
di
la
tappezzeria. Credo
Giuseppe
che
235
d'un
Il
libro
capitale: La
Toffanin
rino,
(To-
si da
raccomansimile
a
superba
non
copertina
anzi
e
resterà
di Niccodemi
romanzo
soltanto
233
pag.
citazioni.
due
Niccodemi
non
pjre-
108
TEMPO
EDIFICARE
DI
finiscono
nel
quel modo
bacio
nel mio
manzo
rosanguinario del teppista
il vizio è punito e la virtù, se
ci fosse,
anima
di cittatrionferebbe
dino
ho
scritto,con
di sociologo, un
document
mente
e
pour
le ragazze
educate
a
—
—
—
servir
E
In
Vhistoire
à
avrebbe
finire
ci
se
Abbiamo
le
alla
la
retorica.
misure
dottrina
dello
Abbiamo
andiamo
del
critica
a
nuto
conte-
moirali?
le autorità.
tutte
accoppato
ammazzato
ragione.
luogo, dove
aggrappiamo
sfoderiamo
e
come
suo
ultimo
e
siede.
XX
modo
a
secondo
du
Abbiamo
stile,deridendola
detronizzato
le
regole,
quella della verisimiglianza.Abbiamo
morale
l'arte.
nelintrusione
di
qualunque
compresa
deriso
Eppoi restiamo
giudicare la Morte
in
quando
asso
in
si
Voi
maschera.
di
tratta
critici
cademici
ac-
ch*è
dimostrarlo
a
brutto, ma
vi voglio. Le
male
Tepiteto di
parole, compreso
né ficcano.
gliono.
Ragioni ci vomilanese, né fanno
l'arte è rappresentache
E, se è vero
zione
che
espressiva di quel qualunque fantasma
che
l'artista abbia
scelto,sfido io a dimostrare
la Morte
in maschera, così viva e palpitante e
bella
sia una
incatenante
e
diretta, non
gran
direte
cosa.
ci sentiamo
Invece
assai
pivi che
attratti
spinti.
re-
E
e
a
quell'emozione ci si manifesta
ambigua
l'animo
del lettore di un'opera
perigliosa.Abbiamo
d'arte o non
piuttostoquello di chi assiste
ima
L'anima
lotta
cruenta
è sospesa;
o
ma
a
un
processo
di tenerezza
o
celebre?
di
oscura
Le
rivolta?
e
l'arte,
altro
le
somiglia
volto
dell'arte che
Chi
ora
con
un
donna
volto
di
l'arte ha
è. Perché
moggio
è sotto
scolpirà una
fosse
se
come
la
nudità.
sua
sul
E
è la verità.
grande
non
ma
sulla
rimetterà
Chi
è
Niccodemi
di
109
letture
seconda
Questa, questa
bravura
un
mie
dea
la
fiamma
sacra
il
moggio?
nuda, se nuda
per
sere,
dev'es-
metterla
un
su
a
un
tempio?
piedistalloinnanzi
venire
da non
Qualche libro dovrà
pur
alle nostre
figlie.Qualcuno dovrà
dire:
virginibus puerisque canto.
scondere
na-
pur
quale sarà quel volto?
Michele
Saponaix) lo cerca. Egli partì un giorno
lano,
di Puglia (Peccato, Mila sua
terra
per
di vita rustica, di sanità,
Treves) in cerca
Marie
alla maniera
ducci-dannunzi
carnatura, di bionde
E
di
e
seno
con
acre
un
sorella
era
Allora
Ora,
sentore
all'ultimo
rimediato
era
bastarda
uno
vi trovò
un
d'incesto
neo
a
sotto
mala
un
pena
tuffo. L'amica
del
scrittore
campagnola
protagonista.
ancora
un
po' acerbo.
scrittore
Fiorella^ è uno
provetto.
Rive e monti
del Lago Maggiore,eccoli lì,in una
vellicante,aromatica, improvvisa, cui non
prosa
disdegnerebbe talvolta un italiano Chateaubriand.
Fiorella,la dolcissima
amante, è imorta da quattr'anni. Egli,il pittore,
vuole
dipingerla ignuda,
fosse viva. E v'è un'angoscia di ricerca
come
se
mnemonica
che
ti stupisce e t'ammalia.
Tutto
in
110
DI
TEMPO
BDIFICARfi
rappresentarsi,dal collo ai brevi piedi.
il volto?
Il problema
il volto, chi gli darà
Ma
i polsi a qualunque
far tremare
è tale da
tore:
pit«bel cadavere», inspirargli
rievocare
un
è facile
di
è
a
la vita. E
nuovo
problema
compito della
lo stesso
Queir
Come
sapeva
darle
chi
che
faccia
una
se
è
un
la
Come
madre?
che
non
poesia
faccia, se
Fiorella,di dovè
fosse
di
padre,
questo
la
sentimentale
ricostruire
può
nemmeno
di
Lessing:
pittura?
di
necrofilia
accanita
Perchè
letterato.
un
il
nientemeno
ha
a
l'anima?
sapeva
surdo.
asnon
nisse,
ve-
può
(Ed è
di una
Tamante
fanciulla
possibilequesto? esser
Elsa ignomesi
due
rava
ignorandola tutta come
per
cheria,
Lohengrin? sì che è possibile in fantasti-
essendo
non
Fiorella
che
la
creatura
immaginaria del perfetto bacio.) Perciò, checché
nudo
Fiorella
resta
dica l'autore,
un
senza
testa,
è l'inquietudine
di quel
mutilata. Ma
statua
una
che fa
vuoto, è l'angosciadi quella mutilazione
di
d'arte queste pagine e le impregna
vibrare
un
sopraffino tormento.
Pare
in questo libriccino
si dia convegno
che
l'arte
tutta
italiana
armistizio
di
Per cercare
pace.
il volto. Dato
trovare
faccia.
una
una
il
tempio,
cercare
per
Dato
il nudo
il
trovare
me
nu-
ignoto.
La
oltre
guerra,
straziata.
Chi
ad
vorrebbe
fare
in
la
cui
tutto, fu
un
il moralista
carne
carnaio
contro
cicatrizzata
di
carne
teratura
let-
una
si
prova
la
gioia?
agguantare
In
di cervello
questa sensualità
è
tanta
pezza.
cu-
mie
Le
Tutte
autorità
le
in
«catarsi»
Aristotele
della
consiste
purificazione
la
La
testa.
Rinascimento
Da
esso
Da
esso
(ammesso
ci
spensierata
arte
coscienza
dell'arte
vele,
tne
e
di
fiato
letteraria
sero
per-
del
dubbio.
nuova.
gonfia
non
volte
due
Rinascimento
o
non
qualche
di
co§a
il
che
concesso
Rinascimento
alla
analogo
letteratura
armistizio).
Il
.dell'arte
tema
il
ma
cuore
non
discendendo
vita
sue
estetica
intricate
della
non
le
con
L'autonomia
se
nostri
i
Manzoni.
le
di
nella
sentenza
quel
sotto
la
sorse
Il vento
fosse
gioconda,
illividì
poi
Quando
questa
scovarono
piacere
cioè
catarsi,
passioni.
della
tico.
dramma-
ma
particolare
nella
delle
umanisti
il
che
storia
la
raccontato
ponderoso,
disse
tragedia
tardi
ha
libro
un
tuirne
isti-
Bisogna
nell'arte.
anche
appunto,
111
crollate.
sono
deiraltre,
Toffanin,
letture
nel
sino
comune
spirituale.
è
il
nudo
volto,
senza
passioni.
dell'arte
al
non
fondo
e
delle
compatto
si
ritrova
sue
dici
ra-
terreno
Di
•iEVSiO
11Ì3
EDIFICABS
III.
Il libro del
Keynes
La
su
Le
verità
conseguenze
politicae
della pace.
economiche
Dostoievski.
Giugno 1920.
Vorrei
sottoporre ai miei
deferentemente
quesito: sono
colleghi ^questo modesto
proprio sicuri che la bellezza letteraria
esclusivamente
o
principalmente cercarsi
amici
essi
e
debba
bri
li-
nei
letterari?
Mi
C.
ci faceva
B., membro
di
autore
un
del
libro
della
glese
e
pace^
rivedo
Tasco
John
Maynard
Keynes,
King's College di Cambridge,
pensare
che
ora
con
su
Le
lessi
tradotto
conseguenze
mesi
fa nel
in
prefazione
di
che
economitesto
da
italiano
Vincenzo
iti-
cenzo
Vinfrida.
Giuf-
Il
è noto
né come
Keynes non
poèta né come
orator.
un
Egli ci tiene a passare
per
puro
economista, e per tale mi risulta riverito dalla
è un
dei competenti. Il suo
libro
confraternita
libro di superiore giornalismo politico,irrorato
da
copiose dimostrazioni
scientifiche,e sostiene
le paci di Parigi sono
che
guibili.
inesedisastrose
e
Solo
i vinti
una
collaborazione
tra
i vincitori
in lungo processo
di
potrà risanare
tempo l'Europa.
Non
concordanti
razioni
considesono
economista, ma
di politicae di umanità
mi avevano
già da
tempo acquisito a quest'ultima tesi del Keynes.
Quanto alla sua dimostrazione
io, che
scientifica,
ed
Le
uon
Ma
famosa.
non
i
scienziato
sono
una
né
suddetta
quali la
scarpa
di
tutti
non
mancati
sono
mie
vecchia.
letture
113
questa scienza, la
del
E
parere.
scienziati secondo
sono
mancano
mio
è rugosa
dimostrazione
Se
trovo
Keynes
prova
come
quattro
e
solo
quattr'ottoche la Germania
può pagare
tanto, i suoi avversari ribattono per filo e per
la stessa
Germania
che
può pagare, e
segno
dunque deve pagare, dieci volte tanto. Scappucciato
la grinta
l'impassibile
teorico,denunziano
del germanofilo.
Supponiamo pure che fra cinque secoli o un
millennio si parli dell'economia
la
politicacon
stessa
cui oggi rievo-»
rispettosa curiosità con
chiamo
le altre scienze
medievali.
e
l'astrologia
Essa
fu
dirà qualcuno
la scienza
mitica
della borghesia liberale. Era
molto
interessante
serie di fenomeni
certa
una
quando descriveva
curiosissima
ma
era
(come fanno i meteorologi),
—
pretendeva deviare
quando
(come
—
il
corso
della
storia
i
meteorologi posassero a padroni del
beliloe del cattivo tempo). Essa fu in pari tempo
la forza e Fa debolezza
di quella classe e di
quel regime. Ne fu la forza,perché le diede il
fascino
di una
incantevole
utopia, simile in
alle utopie virtuiste delle Città
qualche modo
del Sole. Come
queste insegnavano in che modo
potessero costituirsi repubbliche perfettissime,
a
che
tutti i vizi,
a
patto
gli uomini rinunciassero
così l'economia
politicaadditava quale sarebbe
stato il corso
della storia se gli uomini, soffocata
mento,
sentiogni altra passione e ogni diverso
avessero
logicamente e matematicamente
vissuto seguendo le norme
del beninteso
interMa d'altro canto fu ì» debolezza
resse.
di quella
classe e di quel regime, appunto
perché di
se
BOBQESE.
Tempo
di edificare.
8
114
tanto, anzi
in
tanto
la
vita
le
quando
storia
la
e
l'economia
i fatti
carta
Per
si
che,
e
scatenano,
li
che
di
invece
carli,
elen-
obbedientemente
alle funzioni
si riducesse
di
che
dimostirare
i sentimenti
e
i
che
teuga. Così accadde
di dirigere
politica,in quanto presumeva
c'è scienza
non
di
tutti
e
più complicate
sono
passioni
anni
gli
tutti
s'incaricavano
fatti
giorni, i
EDIPICAHÉ
Di
TEMPO
di
Cassandra
una
stampata.
esempio
eresiarca
—
la
guerra
Dio
per
che
di
potrebbe chiosare
seri
gli economisti
—
questo
cordo
d'ac-
erano
sarebbe
europea
tutti quanti. Ma
turo
fu-
stata
un
gli europei
la fecero
lo stesso.
Poi
venne
Keynes e alla
Conferenza
di Parigi dimostrò, a
fil di logica
di
Versailles
il trattato
di
e
aritmetica, che
sarebbe
altro castigo di Dio. Ma
stato
non
un
restò che scrivere
gli diedero retta. E a lui non
bellissimo
libro affinché
i posteri avessero
un
oh his prophetic soul!
agio di esclamare:
castigo
Sì, ma
patetica
il libro
carità
della
animano
che
come
se
bello
per
rende
delle
sorte
che
per
Livio
niente
di
le
cifre
se
rapporti
ne
sicali;
mu-
infocato
sua
da
quello
che
nella
lirica convinzione
una
incorruttibile
esatto
dità
dall'ari-
dissimulata
sicché
una
per
gotica eleganza di
dialettici,per
gli slanci
gli
Ecco
insomma
un
superbo
affermazioni
è
Bello
rappresentassero
una
descrittivi.
lo
mal
umana
di storia
libro
bellissimo.
partita doppia,
proporzioni,
scorci
è
soggetto alla
singole (allo stesso modo
è
e
non
anche
storia
dei
se
non
ci fosse
Tarquini).
Ecco
116
TEMPO
DI
EDIFICABE
dall'altro
d'Inghilterra,
non
portava
non
era
assistito
fossero
presenti
mano
e
la
a
caminetto.
segretario particolare,
e
funzionari
in
materia
lui d'intorno.
sua
voce
Egli
portafoglio e
né
carte
alcun
da
della
seconda
a
né
del
parecchi ministri
sebbene
sua
sé
con
lato
non
cesi,
fran-
discussione,
Il
suo
passo,
di
mancavano
la
gore,
vi-
tuttavia, e specialmente
egli aveva
assai vecchio
dopo l'attentato,
l'aspettodi un uomo
ma
che
le
conservava
sue
forze
per
occasioni
importanti.Parlava
raramente, lasciando
francese
ai suoi
esposizione del caso
e
funzionari:
riversato
restava
all'indietro
spesso
nella
ad
occhi
la prima
stri
mini-
chiusi
una
sedia, con
faccia
le sue
impassibile di cartapecora, con
mani
innanzi.
Una
grigio-inguantate incrociate
breve
un
domanda,
frase, decisiva o cinica, una
dei suoi miabbandono
nistri,
inqualificabilesubitaneo
la cui
vare,
si curava
di salposizione non
finta ostinatezza
da
rafforzata
una
poche
parole dette in un
piccante inglese erano
neralment
gesufficienti. Ma
loquela e passione
il bisogno,
non
mancavano
quando se ne presentava
il rapido esplodere delle parole, spesso
e
di tosse
accesso
profonda, proseguito da un
duceva
la sua
impressione più per forza e per
che
effetto di persuasione. »
sorpresa
per
Parecchie
delle
vibrazioni
percettib
imoriginali sono
Ma
nella versione.
vi resta
quel che
Nemmeno
gnavano
basta.
i grandi storici classici disemeglio di così.
ai
Domandavo
sicuri
che
la
sua
crìtici letterari:
bellezza
letteraria
siete
si
proprio
cerchi
e
si
trovi esclusivamente
letterarie? Perché
re
o
nelle opercosì dovreste
principalmente
se
fosse
non
allargare il
ed
metodo
cambiar
117
letture
mie
Le
delle
campo
stre
vo-
esplorazioni.
che
epoche d'oro può essere
voi
l'indaginesia semplice e circoscritta come
cadenza
Ma
nelle cosiddette
la vorreste.
epoche di decosiddette
Nelle
avvengono
Ricordiamo
per
antico.
mondo
strane
confusioni.
tempi
esempio gli ultimi
Quale travaglio per
del
conservare
il bell'esametro!
latino, per restaurare
lianti
strabiquante raffinatezze,quanti aromi, che
sorprese!
il bello letterario di quell'epocasi trova
Pure
del Nuovo
nel greco
terra
terra
Te.stamento e
dei Padri
nel rozzo
latino
e
degli inni litur^
vale forse più di tutto
gici.Il solo Te Deum
il bel
Però
Claudiano.
i critici
letterari
non
pavano
s'occu-
di
quella roba.
fa male
Può
a
nessuno.
sere
esUn'ipotesi non
alcune
fra qualche secolo
che
pagine di
facciano
Keynes e alcune
pastorali di Mercier
di tanta
sorridere
mai
letteratura professionale
del
secolo
xx.
Viceversa, sono
proprio persuasi gli scrittori
e
pensatori politiciche la verità politica si
debba
nei libri
cercare
proprio ed esclusivamente
di storia e di economia
politica?
A
proposito di Russia
leggo m\V Idiota di
Dostoievski:
«Il
non
sentimento
può
da
nessun
essere
nessun
ateismo;
nella
religioso,
incrinato
errore,
vi è
da
da
sua
mento,
ragiona-
nessun
delitto,da
nessun
qui qualche
essenza,
cosa
che
re-
118
TEMPO
sta
resterà
e
d:^ bdipicarb
airinfuori
eternamente
di
tutto
che
non
qualche cosa
raggiungeranno
mai
la cosa
damentale
fongli argomenti degli atei. Ma
è che
in nessun
luogo si nota questo
nel
che
della
Russia!...
»
cuore
meglio
E a proposito di bolscevismo
leggo nello stesso
pagina innanzi:
libro, una
non
era
un
«Quest'uomo
ladro, era onesto, e
Ma
molto
benestante
contadino.
logio
quell'oroper
desiderio
gli piacque tanto, e ne ebbe un
così furioso
che
non
potè padroneggiarsi; prese
il suo
amico
un
coltello,e non
gli volse
appena
le spalle dormendo,
di
gli si appressò a passo
lupo, mirò bene, alzò gli occhi al cielo, si fece
questo,
il
della
segno
croce
questa preghiera:
meriti
solo
Cristo.
del
colpo,
come
mormorò
e
—
—
un
i
Signore, perdonami
per
un
Sgozzò l'amico suo con
rologio».
montone,
poi gli prese l'o-
di
Consìglio la meditazione
contro
a
quelli che declamano
come
a
quelli che vorrebbero
caso,
devotamente
Dostoievski
così
gli orrori russi
russificare, poniamo
Milano.
IV.
Ricordi
Due
-
la
piccolaborghesia: Giovani; L'Amore.
impiegato. La vita intensa,di Bontempelli;
Alla deriva,di
imperi....mancati, di Palazzeschi.
Federig-oTozzi
di
e
un
-
-
Maria
Messina.
-
di
Cìiéri,
Colette.
Agosto
A
davanti
0
in
possiamo fare a meno
alla cornice, in un
androne
portico di villaggio,dove
volte
un
non
1920.
di fermarci
suburbano
il modesto
Le
mie
letture
119
insieme
le prove
fotografo popolare ha messo
arte.
più eccellenti della sua
Aspettando un
tram
osservare
o
un
a
battello, ci mettiamo
quel bersagliere che appoggia il gomito sulla
spalliera di una
poltrona a fiocchi, quel capostazione
che
vanti
guardando imperterrito dapur
a
ha
non
se
dimenticato
galloni deposto
su
che
dello
a
braccetto
il berretto
mensola,
una
quella
Tarla
ha
sposo
a
di
tre
sposa
dovere
proprio oltrepassare un
bagnarsi
guado senza
la gonna
di raso, quel nonno
che contemplando
due
floride
a
se
generazioni raccolte intorno
pare
canto
il segno
dare
abbia
di un
a
poco
in tutta regola. Dapprincipio facciamo
fra
che
corale
così
per
il tram
o
c'interessiamo
e
di
me
tempo; poi, siccoil battello ritarda e fuori piove,
davvero
a
cogliticcia,
racquella umanità
c'industriamo
nel giuoco di pazienza
le anime
decifrare
nascoste
il
ammazzare
i visi
sotto
e
duali
indivi-
le storie
spietatamente
cati
ritoc-
dal
Ma
dati
fotografo.
prima del fotografo,quanta
i modelli
somiglianti e
disinvolti!
e
riuscire
per
nello
irriconoscibili!
veritieri!
poco
pena
stesso
Come
s'erano
tempo
sono
poco
posano! E
Come
quale serietà, perfino leggermente angosciosa,
ha
essi questa funzione
di posare
davanti
per
air « artista » ! Bisogna risalire
alla prima
munione
coo
alla leva
o
al fidanzamento
per
vare
tro-
di così solenne.
stro
E, se il noqualche cosa
in
soggetto ha qualche volta testimoniato
tribunale, si ricorda di quell'oracosì snen^ante
d'attesa e di quella cerimonia
così importante
e
di simile
dignitosa per trovare
qualche cosa
al turbamento
esporsi alla
festivo
lente
che
lo invade
della macchina.
nell'atto di
Ma
qui
non
120
TEMPO
di
si tratta
t'altro
dire
tutti hanno
che
non
se
malaffare
tutta
segreto
da
di
Si
vede
bene
che
an-
Alla
conto.
essere
si vedesse
le
verità, nien-
nascondere,
bene
parrebbe
se
la
contrario.
rendono
ne
fidanzata
di
Al
un
se
EDIFICARE
verità,
la
verità.
la
che
DI
gnorina
si-
donna
una
tenerezza
o
ar*
ziale
marvolto; il bersagliere dev'essere
il parrucchiere
sì, ma
quanto permettono
l'ha azzimato, l'artista che
gli ha rimesso
sul
dorè
che
disporglielain tutta luce
chi
fra quelle gale di fiocla sua
stessa
e
e di cortinaggi.Soprattutto è indispensabile
soltanto
il bersagliere abbia
in viso
che
zialità
marle mani
e
in
faccia
la
sposa
e
per
esitanza
il
nient'altro
le
esclusivamente
ammesse
punzione
com-
imparziale
unicamente
nonno
Sono
riservata
che
nevolenza
be-
zioni
emo-
tutte
e su
proverbiali,statiche, d*o!rdinanza,
la piccola
che
unifica
predomina il sentimento
è l'impodentro
la cornice, e che
folla accolta
nenza
dell'atto
posare
senza
non
un
siduo
re-
di stupore per le meraviglie della scienza.
sibile,
sguardo dev'essere diritto,spalancato, infles-
Lo
quello
come
la
di
superficie
della
del
investita
riflettore
nasconde
ma
nell'anima
luce. Infatti
del
che
la
illumina
sorgente
soggetto
non
si
poi r« artista»
ad arrotondare
ancora
un
poco le pupille, dando
aglisciagurati un aspetto di ossessione
congelata
la quale contrasta
assurdamente
e monomaniaca
le guance
ad arco
di cerchio, cocon
me
prosperose
si possono
in alcun
modo
liare
conciqueste non
vede
che
col
pesto. Ci penserà
chiaroscuro
mediocre
sbiadito
e
malaticcio
della
degli acidi male
adoprati.
Eppure, la piccola borghesia, che è il soggetto
di vedersi
quest'arte fotografica, ama
presentata
rap-
carta
di
buio
così
e
e
ci
si
riconosce
con
delizia.
Le
mie
letture
121
mensioni!
dienne
a
psicologiairrazionale
misteri
che in generale si amTanto
mette
dietro
che
quelle facce bolse ci sia il
periore
sunulla, e se il passante di educazione
Misteri
puro
d'una
tempo
avesse
direbbe
anima
come
dissero
che
la
che
di
dire
anima
ha
il
suo
piccola borghesia
certi fanatici
non
tutto
dell'alto
non
Medio
siero
penha
Evo
la donna.
una
speciale predilezione
Federigo Tozzi aveva
bene
e considerando
questi soggetti,
per
si può dire ch'eglisia stato come
la sua
opera
della piccola
il rappresentatore
altro
nessun
la sottometteva
borghesia. Si capisce che non
assestata
ritocchi dopo averla
e a
a
negli
pose
fa il fotografo di provincia.
abiti di festa come
Ma
la guardava di sfuggita,con
fare
quel suo
Ma
sospettoso,
acuto
e
frettoloso
e
tenace,
pur
e
zinale
scopriva voragini d*anima sotto quel sorriso doze
quella regolarità protocollare.
del Tozzi
Fui
non
e
sono
troppo amico
per
letto queste prime tre pubblicazioni postuavere
me
che
a
seguono
molto
severa
Tre
sul
Croci
mio
con
una
glianza
sorve-
giudizio.Qualche
brusìo
indistinto,in cui però si percepivano le
umane
parole non
esageriamo,
troppo umane
s'era fatto sentire un
paio di mesi dopo la sua
Ora
abbiamo
davanti
morte.
colta
racagli occhi una
di novelle, Giovani, pubblicata da Treves,
un'altra raccolta di novelle, L'amore, pubblicata
da
di
Ricordi
Vitagliano, un
piccolo romanzo,
nel numero
di maggio
un
impiegato^ apparso
della Rivista
letteraria (Roma, Corso
Umberto,
fermamente
mente
coscienziosan.
456). Rimango
e
alla mia
prima opinione, che del resto
incontrato
ha
molti
e
nessun
aperti consensi
persuasivo contrasto. La leUeratura italiana ve-
122
nuta
la
dopo
su
santissima
scolidannunziana
non
narrativa
prosa
trinità
di
alla
e
Non
Tozzi.
carduccipa-
solo;
non
ha
discorrere
sapeva
fatto
cose
mode
di
e
che, libere
Non
dislivelli
possano
manca
con
Appunto
di Cecof,
di
cosi
il breve
idolatrava
perfino
La
di
alle
europea.
l'altro
o
conto.
rac-
in
a
sono
comune
se
e
è
non
ritrae
ne
facile trovare
trecentesca
antenati
drammatizzare
e
una
e
cosa
qual-
alla
niera
ma-
cinquecentesca
questo
che
toscano
volta
una
soddisfa
in-
ci ricordiamo
volta
opposto
di
loro
delle
perciò qualche
racconto
i suoi
novella
si
provò
sca.
boccacce-
vuol sapere
ria,
va
a finire la stocome
la storia di Tozzi
a
va
finire,
sempre
gente
non
di solito resta
linea
retta
ispirazione
pensieri o
lì troncata
che
lirica
innanzi
dei
toscano,
concessioni
fatalità
diametralmente
novella
della
ma
valore
il lettore
passioni, e
e
buon
Tuno
all'immutabile
abbandonati
com'è
sticano
ru-
mondo
poco
letteratura
citare
di
scrittore
riscono
pubblicistiche,s'inse-
nella
di
caso
dirò
ma
generale
È un'altra
questione poi se questi libri
popolari. Spesso
presto o tardi divenire
il cosiddetto
intreccio, i personaggi messi
fissità sentimentale
da
una
bolgia sono
minimi.
là
il
è
I
di
compromissioni
direttamente
in
che
si
della
potenza
ch'egli quasi solo, questo povero
che
aveva
viaggiato così
e
che
abbia
quanto
so
determinazione
alla
accosti
EDIFICARE
DI
TEMPO
un
segmento
l'infinito. La
suppone
è
come
parte nello
gran
alle difficoltà di cambiare
il
per
di fermare
la
pendenza
dei
sua
mento
sgocorso
peramenti,
tem-
124
TBMPO
EDIFIOABB
DI
la critica
ingrati.Anch'egli, come
soffriva delle pingui facilità
sua
contemporanea,
della
un'aderenza
moda
e
cercava
e
più casta
della
vissuta. Ma
pi*ù iscarna
parola alla cosa
la sua
di essere
costituita
da
ricerca, invece
di opposizioni ragionate come
una
somma
viene
avnella
in un
critica, consistette
semplice
duri
più
e
ed
durevole
slancio
di
solite
lo
di
si
poteva
in
verso
materia
una
davvero
raccontare
stile», e
le formule
parole
difendersi
potevano
oscurissime
e
le
lustrare
ilme
ani-
cinquecento
in tutte
stati
sono
listico
sti-
le redazioni
pittori
che
per
il pericolo dell'accademismo
contro
quello opposto
ed
si trovano
giornali. Ci
di
dalle
ascetismo
si
nemmeno
sintattiche
che
consunte
diversa
bisogno; poiché non
la piccola borghesia
difficilissime
quelle
con
narrativa
aveva
dozione
L'a-
strada.
nuova
all'inflessibile
costringe
cui
egli
«bello
una
ma
non
andati
meno
grave
e
sionismo
dell'impres-
tipatico
anscegliersiil modello
è uno
Tozzi
brutto.
di questi pittori,
e
risultati ch'egli ha
e i
crificando
raggiunti da solo, sacon
ingenuo e inconsapevole eroismo
le occasioni
di popolarità, valgono venti
tutte
anni
di battaglia critica.
i suoi
assume
(superfluo dirlo) verso
Egli non
piccoloborghesi un
atteggiamento dì superiore
sono
beffa.
Ma
nemmeno
a
si dà
l'aria di
una
lica
aposto-
protezione. Basterebbe
questa
differenza
deludere
a
quelli che lo considerano,
d'altronde
tore
imitasenza
volergli far torto, come
russi
dei russi. Dei
egli è un
affine, non
un
copista. I russi, oltre un ideale trascendente,
e
hanno
redentrice
anche
la
realtà
un
ideale
terrestre
a
cui
perchè
giorno gli
Tutti, qual più qual meno,
sono
un
nano
paragosia
non
ficata.
parisolo
Le
letture
mie
125
a
profeti politiciche stanno
Lenin
come
gli Enciclopedisti a Robespierre, i)
ha altro ideale
è affatto politicoe non
Tozzi non
siamo
entrati
trascendenza.
nella
che
Quando
nelle sue
rappresentazioni,ci pare che il mondo
scrittori
artisti ma
sia così
non
e
e
fuori del mondo
nulla
maniera
di
Mi
ed
d'aver
pare
e
letto in
pi
bianchezza.
è
non
tutto
non
e
del
di dirlo, del
consenta
vede
virtuoso
un
ci sia
non
Tozzi. Questa
è
tamente
perfet-
artistica.
articolo
un
che" la
morto
e
di escludere
assolutamente
Tozzi
appena
di
ssione
cosà
lo vede
come
concentrare
italiana
che
essere
possa
critico
dà
prosa
Giusto.
Perché
sua
chiaroscuro,
ma,
chiaro-e-chiaro.
su
un'imTozzi
mi
si
Dov'egli
finché
ambiguità o oscurità raspa e scava
sia in piena luce. Quel bulicame
di sentimenti
che
appiattati e guardinghi in uomini
hanno
più Tunivocità compatta dei primitivi
cantano
non
in
un
solo
leit-motiv
come
il
1) Ricordavo
altra volta fra i testi indispensabiliall'intelligenza
della Russia d'oggi1 Idiota di Dostoievski. Aggiungo,
poiché mi se ne offre l'occasione,un altro idiota,Ivan l'Idiota
di Tolstoi
(BibliotecaAmena
Treves,
n.
ratura
919, 1920).La lette-
si esercitò infaticabilmente
sul mito di origine
del
evangelica
spiritu,e questo apologo tolstoiano
pauper
contiene gli elementi
essenziali dell'utopia
leninista. Un lettore
che volesse metter
sotto lente d'ingrandimento i nuclei
russa
profeticidella prosa tolstoiana potrebbe dire che Simone il
è l'Intesa occidentale
guerriero è la Germania, Taràs il Panciuto
il fratello Ivan che non
di eser
vuol saperne
citi stanziali e di sistema monetario
dà da mangiare
e non
se
non
callose è lo slavismo rivoluzionario.
a chi ha le mani
Ma
è
non
Esagerazioni.
esagerato dire che poche pagine di
Tolstoi valgono a rendere
ragione dei fatti d'oggi più di
molte inchieste in comitiva.
Ciononpertanto si continua a
ripetere che Lenin è un esecutore di....Marx e un mandatario
dì interessi ebraici. Qranitica
serenità dei luoghi comuni
1
mentre
126
TEMPO
'Ntoni
padron
la
se
come
di
dà
cavai
e
e
primordiali
vicenda
Ma
dialettico
cole
mole-
come
s'influenzano
che
annullarsi!
lettuale
intel-
fare.
da
intesi
dell'anima
cora
an-
borghesia
formidabile
quale
dell'amore
mai
senza
conoscono
molto
certamente
dell'odio
è
egli
EDlflCAftB
Verga e non
introspettividella
ì lussi
gli
DJ
e
stile
che
a
gliene
che,
contemporaneità e accostamenti
sezionano
mentre
con
l'attimo, si manifestano
diligenza
levigatezzecristalline testimoni di una
della
in cui il pudore
probità ignora perfino
viene,
se
con
stesso!
Avevo
di
promesso
non
sfogliando i Ricordi
vita grigia di un'anima
andrò
la
musica
una
è
debole
acceleramenti
senza
ricordare
citare, e però non
di un
impiegato, ove
né
la
detta
con
Ma
pause.
dei Butteri
larghezza epica
di Campagna
nel
nel volume
Treves
romana
e
volume
Vitagliano.E, fra gli esemplari di l'arte
quelche
plementari,
può dirsi delle contemporaneità comsceglierò Un pezzo di lettera nella
seconda
dre
raccolta, Pigionali,Un'amante, Mia manella
prima.
voglio
Tolto
brusìo
quell'indistinto
stati tutti d'accordo
nel
di
cui
sopra,
rimpiangere
e
mo
sianel-
l'esaltare Tozzi.
Siamo
anche
stati tutti d'accordo
nel celebrare
l'ottantesimo
Buon
maestro
del Verga.
compleanno
Se è grande
questa concordia.
segno
unanimemente
riverito, se è nobile
il
il
prediletto e rimpianto, vuol dire che
compagno
la letteratura
la critica italiana
sulla
stanno
e
buona
Ma
strada.
allora
perché
tante
ire letterarie
e
soprat-
Le
tanti
tutto
specie
sdegni
vedere
bene
ogni
e
critici?
contro
critico
verità
della
127
letture
critici
di
come
unico
su
mie
si consideri
della
bellezza
gli argomenti che contano
nemici.
coi colleglli
d^accordo
e
tutti
va
Vien
che queste ire critico-letterarie
pensare
né
abbiano
con
proprio nulla da vedere
di
letteratura
Tozzi
cosa
sua
né
non
la
con
positari
detre
men-
così
fatto
non
la
critica.
l'intreccio
conclude
sempre
Fa
(ma
che
statiqueste anime
il fatto nuovo
s'attacca senza
mutarle), e la
irrita il lettore superficialmente
reticenza
c'è da
concludere?
su
curioso.
questo tipo di lettore sia
del giuoco, la penel Demone
nultima
La
vita intensa,
delle novelle che fanno
dei romanzi
di Massimo
romanzo
Bontempelli
rata
(Firenze, Vallecchi).La partita di poker è nartale da
una
e
con
agitare
foga crescente
il lettore che
anche
intende
non
se
ne
affatto,
deciso
specie perché i quatti*o partners hanno
di non
dare
valore
un
esplicitoalla puglia, ma
di imbussolare
ne
quattro valori diversi,di estrarchiuso
sorte
di tenerlo
uno
a
e
e
segreto
sino alla fine della partita. Solo allora vedranno
delle differenze
quale sia il significatomonetario
simboliche.
Ebbene, l'autore-protagonista
che
ha perso
«centocinquanta» ha perso pochi
soldi o millecinquecento lire? E quali complicazioni
Bisogna vedere
menato
pel naso
dall'uno
verranno
È
cosa
se
impossibile
di
molto
come
che
non
serio
Bontempelli ci
ha
ne
o
di
o
dall'altro
venga
fuori
estremamente
esposto
con
tanta
destino?
qualche
faceto,
profu-
TÈMPO
128
Dt
BDIPIOAEE
della parparticolari tutte le vicende
tita.
Invece
di
viene
Taufaceto:
che
ne
questo
tore-protagonistasi rifiuta di dirci il valore della
puglia, e ci lascia in asso
dopo averci assetati,
di
sione
e
U
conclude
la
è
Ci
diatriba
contro
lettori.
riso. Ci
franco
(specie in
grotteschi che
sono
(specie in
sono
scorci
più
una
questo l'esempio pivi caratteristico
umorismo.
suo
con
curiosità dei
malsana
Non
racconto
Morte
d
del
sfigurazio
tra-
il
suscitano
Mio
zio
non
oltre U riso.
che
vanno
futurista) cose
Si può ricordare
Mark
Twain
a
proposito di
tificare.
Bontempelli: ma
per idenper distinguere,non
è raggiunto
Twain
L'effetto di Mark
abitualmente
con
una
presunzione d'ingenuità
di fronte
da
alla
parte dell'autore,che si mette
era
vita
le
se
come
ancora
tutte
e
Il
dei
tavole
le
cose
non
nell'abolizione
della
un
prospettiva. Bontempelli è il
ingenuo, e il suo
stupore deriva
da
un
cui
con
fra
confronto
si fece
le
la guerra
e
dopo-guerra. Questo confronto
della
si parla mai
non
guerra
Ciò
non
toglie che questo
sia
ridere
tanto
uno
fra
contrario
i libri
di
soprattutto
premesse
la realtà
e
del
sero
esistes-
nicanti.
intercomu-
fossero
consiste
metodo
suo
valori
è
ideologiche
quotidiana
sottaciuto,
nella
libro
piìi
Vita
che
seri
tensa.
In-
fa
del
dopo-guerra.
In
lazzeschi
più serio di quello di Palecchi)
{Due imperi,.., mancati, Firenze, Valche
tratta
esplicitamente della guerra.
singolare e qualche volta potente lirico
parla ora molto sul serio,e parla male
certo
Questo
umorista
senso
è
Le
della
Se
guerra.
queste pagine facessimo
in
è
che
diremmo
129
lettui
mie
litica
po-
postdisfattista.
tisticamente
arsuggerire cose
libro
un
strage può
molto
superiori ai libri di RoUand
lazzeschi
del Padi Barbasse, e l'ingegno maturante
o
si rivela con
pallidi in
sprazzi non
Io non
parecchie pagine di questa confessione.
che il suo
pacifismo neocattolico
nemmeno
nego
razione
all'adodi buona
essere
lega.Ma, accanto
possa
troppo parole....
per la Vergine, ci sono
volontari
di grottesco invenatura
in libertà: donde
una
della
L'orrore
di
Inoltre, le esperienze
racconta
Roma.
di
tutte
sono
è
Appena
lontanissimo
un
l'autore
Firenze
a
caserma,
in
se
che
guerra
e
a
sfondo
avviati alla
compagni di camerata
la
che
dubbio
lontanissima
strage. Ora, nessun
è tragica.
sia triste. Ma
non
vita di caserma
è tragica abbastanza
0
almeno
quando
non
la vita di trincea
c'è anche
e la vita d'ospedale,
s'intravvedo
no
l'assalto alla
che
anche
baionetta
sulla
si dicono
la
e
di
vita
dire, esagerando
Le
cancrena.
si possono
sulla vita di
caserma
un
cose
poco,
po' di più,
collegio-convitto,
e, esagerando un
sulla vita di albergo.
Invece Palazzeschi
s'impietosiscefino allo spasimo
fino alla ribellione,parlando di
e s'indigna
donde
sé e dei suoi compagni
di caserma:
che
qual-
Ma
c'è
ancora
redentrice:
BoRGESE.
qualcuno
Maria
Tempo
involontario.
umorismo
di
venatura
che
Messina
di
edificare.
crede
che
in
nella guerra
questo
suo
9
130
TEMPO
romanzo
nuovo
fa
e
in
bruciare
Il
buona
discrete
Dickens.
di
senza
una
e
di
e
il
di
illustri
Nel
e
digerite
piccolo
ria
glo-
aspirante alla
l'amore.
si
verghiana
reminiscenze
sciano
s'accaLe
tracce
associano
della
è
commozione
del
consolazioni
alle
travaglio economico
inaridisce
scuola
La
e
gliata.
sba-
e
anch'egli un
è
dinamico,
ma
nobile
vita
una
protagonista
suo
borghese,
degli studi
perfetto amore.
1 sogni
della
EDIFICARE
(Alla Deriva^ Milano, Treves)
di passione patriottica
fuoco
scorie
le
bellicosa
un
DI
a
maniera
raggiunta
non
grazia riservata, malinconica,
sana,
paepaziente riflessivo tirocinio artistico
questa scrittrice lascia
intravvedere
per
venire
l'av-
gni
più risolute,libere ormaji d'oesitazione
certa
e languore. Una
passeggiata
in
erta
una
e
spoglia è degna, a
campagna
di reggere
modo
coi paesaggi
confronto
a
suo,
cose
di
anche
Colette.
La
quale, pubblicando Chéri (Paris, Arthème
lavorare
sul suo
tema
a
Fayard), continua
diletto
preteratura
che è anche
tema
un
prediletto della letrosa,
francese, quello della cortigiana amotìi
inquadrando il limpido e triste tramonto
honesta
sta
e perfino onequesta sua bella e davvero
Lea
in rappresentazioni di vita cittadina e di
vita campagnola
così esatte e Smaltate
che pochi
scrittori francesi
nitore.
sono
capaci di tanto
femminile
La mano
si riconosce
in quella meticolosità
di ricamatrice
che
non
a
permette
rilievo. Com'è
nessuna
senza
parola di restare
moderna
del sentire!
com'è
tica
annell'equivocità
nel
In
gusto decorativo!
pieno '920 essa
espone
con
delizia
l'arte
di
fare
quella di passeggiare all'aperto e
il riso e di
squisiti di moderare
all'amore
i
modi
trattenere
e
più
le
182
OSMH)
d'accordo
fa
quei
con
ed
continua
grandezze
valenti
«la
che
stamparono
EDIflGAtlS
DI
ha
coltura
indipendente
dalle
decadenze».
È
e
innanzi
essi
avevano
timoniere
al
timone.
i
giovani
quali mesi
una
storia,
aitile storie, di
due
che
vero
pensato
gine
pa-
stampato
del tutto concdiabili
con
non
cose
questa.
ci vuole
una
disciplina letteraria,e
Dunque
un
rivista
La
veronese
Ma
Poesia
e
chi
ed
eleggere?
Arte
ha
rittura
addi-
referendam^ segno dei tempi,
sulla questione: «quale tra gli scrittori italiani
poca
il più rappresentativo dell'econsiderarsi
deve
letto le prime
presente, e perché?». Ho
lanti.
sconsorisposte,nel fascicolo di agosto, e sono
Uno
solo, dopo aver
vagliato i titoli di
mala
di Soffici,
si decide
Croce
di Fanzini
e
a
pel primo. Lipparini risponde picche. Ugo
pena
«E
landa
sulla sconfinata
Zampieri conclude:
di padrone, tra
voce
non
èj ch'io veda, nessuna
bandito
il gregge
che
un
bela».
dini
BalProprio in quel giro di tempo Antonio
ciana
pubblicava un articolo di nostalgia carducd'essere
con
queste parole che meritano
ristampate:
noi crediamo
forse in qual«Carte
in tavola:
cuno
dei viventi? saremmo
disposti a riconoscere
il primato di qualcuno? a dire a qualcuno: tu
te ci si
statura
sei d'una
e
a
più che la nostra
Chi
ha
sì
umiliarsi?
senza
un
può inchinare
questi interrogativisi lasci guardare negli
per
occhi
Ho
»
.
visto, fulmineamente,
ad occhi
bassi, come
tutti i letterati
figliedi
Maria
liani
ita-
alla
comunione.
È
vera
fuori scherzo, dire
difficile,
di quella detta dal Baldini.
una
E
verità
si
più
potrebbe
mie
Le
Per
suo
di
una
133
si
potrebbe chiedere:
c'è qualcuno tra noi che non
aspiri per conto
creda
o
non
speri
a
quel primato? che non
essere
proprio quel tale a cui si riconosca
la comutìe
cui ci si inchini
statura più che
e a
continuare.
—
letture
esempio,
umiliarsi?
senza
Se
c'è alzi
la
mano.
—
molte.
non
alzerebbe; ma
Io vorrei soltanto esprimere alcuni brevi dubbi
in margine. È proprio indispensabile avere
un
s'esprime lo Zampieri? e
«padrone», secondo
il despotismo, illuminato
o
no, è una
regola nello
nale
svolgimento letterario o un'apparizione eccezio-
Qualche
si
mano
cui
di
non
mette
conto
soprattutto quand*
A
che
non
è
il potere
ièfacile stabilire con
si dovesse
impossibile
dittatorio
luna
di
tuarla?
effetducci
Car-
sola formula.
magnanimità di
storico e tìi cittadino ed jallasua
vigoria di poeta,
del poeta esclusivamente
dell'uomo
ai meriti
e
non
ma
Baldini giudica che
anche
se
«senza
della famiglia dei grandi potè lo stesso
essere
perarono
arrogarsi qualunque diritto». Cooper trentanni
anche
tra cui in pricause
collaterali,
ma
linea la ripercussione ch'ebbei'o sul costume
letterario l'unificazione e Paccentramento
tico
poliCerto,
in
gran
parte, alla
la perpetuità,
augurare
d'Italia. Parve
monarchia
sua
necessario
accentratrice
costituire
loga
un'ana-
in
poesia e in
critica. Ora
non
quelle cause
più, ed
opei'ano
anche
ducci
avessimo
se
un
poeta maggioi*e di Carriusciremmo
non
a
fargli l'unanimità.
Siamo
tornati in repubblica, come
quasi sempre
vivemmo
non
Mi
in
Italia
e
fuori
tra
letterati. E
disciplinatrices'Iia da cercare
in una
di padrone.
voce
quanto alle idee, che
pare,
torità
l'au-
nelle idee,
siamo
sulla
1S4
TEMPO
DI
EDIPICARB
perfino troppo levigata e piana.
dicano
le
non
è, checché
Questa in cui viviamo
un'epoca di grande lotta letteraria,
apparenze,
manchi
anzi è di patriarcale concordia, sebbene
in discussione
il patriarca. Si metta
un
mento
argoqualunque, purché di genere
superiore
tale da
toccare
non
e
gli interessi e le vanità
di romantico
personali. Per esempio, si discorra
classico o di fren dell'arte o di rapporti fra
e
moralità
bellezza
fra genio e regola, ovvero
e
o
di Dante, o di Leopardi, o di Verga. Dove
sono
dove
gli eretici
gli urti delle opposte scuole?
le polemiche di cose
e
e i devoti
e, insomma,
i sentid'idee?
Le
menti
mutare, ma
parole possono
solo
sono
corali,e le baruffe cominciano
alle compequando da quelle altezze si scende
tizioni
di
di gruppi.
e
persone
A quésta irascibilità dei letterati contribuisce
strada:
buona
seriamente
n
Perché
ricordo
della
monarchia
molti, fuorviati
ciana.
carduc-
dall'abitudine
di
di non
quei trent'anni,pensano
potere aver
pace
i colleghi non
la loro dofinché
riconosceranno
mina^zione, e moltissimi
agitazione
guardano con
il compagno
mento
sospettandolo di volere da un moall'altro farsi ungere
re.
Quanti Cassii
Bruti
timore
di un
così puerile cesarismo!
e
per
si perde in questa reciproca
e
quanto tempo
sorveglianza, che sarebbe
pili vantaggioso
alla scrittura di belle opere! Certe volte
dedicare
molti
critici si mettono
d'accordo
elogiare
per
un
amico
fiorito di
un
sono
ha
che
per
intrecciate
è certo
ma
promesse;
a
(chi abbia
cose) che,
se
è
un
come
se
bel
libretto
adornassero
quelle lodi
caute
e tortuose
riserve, tanto
un
po' d'esperienza di queste
il
capretto
fuori
messo
Tanno
sacrificio,tanto
venturo
lo
stesso
autore
letture
mie
Le
135
libretto troppo più bello,scantoneranno
arroteranno
il ferro
addirittura
silenzio o
farà
in
un
eguaglianza. Altre
o
cinque o quindici,
la manomessa
per vendlcai-e
volte si mettono
insieme, tre
fabbricare
per
di
(quante,
Se
la
riche,
Le
sono
e
c*è da
tira
lui,
burrasca
la
che
è lui. Fortuna
mare
e
ci
non
che
sulla
così
le
sempre
che
del
tirare
è
non
tutti
in
Io
muta
nulla
al fatto
Però
bene.
spesso
ad archiviare
fra
se
ad
di
uno.
parecchi
a
noi
scrittore.
tanto
né
alla generazione
Italia si
fede,
buona
di
anni
venticinque
questo non
in
che
in
venti
ci decidessimo
della
denza
deca-
e
finalmente
passato
un
revocabil
ir-
monarchia
anni.
come
(di
1 testi,
letteraria,
il refeche
guadagnato. Supponiamo
rendum
ed Arte
di Poesia
desse
la maggioranza
Quell'uno sarebbe
fritto,almeno
per
Accanto
grande
sempre
le memorie
l'ideale
tanto
E
essenziale
quasi
e
Questi peccatuzzi
corrotta.
e
tutti ci ricordiamo.
e
tempi
alla
italiano
di
molto,
i
credo
non
secoli
lavora
corta
costumi
confrontati
diffìcile,
di cui
cui
altri!
metafo^
dei
solo nei
stati,non
sempre
io mi ricordo, ma
nei venti o
sono
l'imbarcaz
nel-
l'uomo
acque
decadenza
letterario
costume
guasta
ci
nella
la
che
certo
sono
stesse
dell'illusione.
avvedersi
nabili
intermi-
s'affoga.
lamentazioni
luoghi
questi
armistizio!).S'imbarcano
Guai
allora al navigante che
libbra
più degli
pesi una
paglia, certo
a
in
mese,
rivista
una
o
gruppo
di
barca.
viene
in
mese
anni
stessa
un
in
vive
Egli
l'ebbe
tanto
Goethe,o
nel
anche
probabilmente
non
ha
la fortuna
Carducci,
corso
Victor
qualche
e
della
di
prima
sua
Hugo
di
vita
(ma
neggiare
tro-
lui
guale)
ine-
questi
136
TEilPO
la
pagò
volte
a
d'un
si dibatta
che
davvero,
di
C'è
financo
così
se
dubitare
a
fosse?
veramente
L'inquietudine e la diffidenza
dall'isolamento
gli vengono
scrittore.
sé
creda
o
giustizi
insuperiore giustizia nella presunta
il grancui soggiace quasi normalmente
de
una
di
contrasti
pneumatica
la
e
L'impopolarità
costringono
Ebbene?
stesso.
se
s'eglivive
essere,
campana
silenzio.
complottato
lo
acri
fra
nella
soffocare
sconoscenza
di
morte). Può
dopo
cara
EDIPICÀRB
DI
che
in
lievito
un
verso
si
sformano
tra-
della
accrescitore
sua
ispirazione; e, disperando di piacere ai colleghi,
nello spazio e nel tempo
egli allarga idealmente
il pubblico
dei suoi
rio,
giudici e lettori. Al contrala cura
di ottenere
ossessiva
il suffragio dei
letterati
finalmente
essere
contemporanei
per
candidato
alla
le
striminzisce
corona
di
radici
che
opere
fino
alla
chitide
ra-
venir
potrebbero
che
i buoni
letterati
più rigogliose. Fissiamo
italiani siano
cinquecento.
approssimativamente
di essi, scrivendo, non
499
che
a
Ognuno
pensa
su
lettori,
ciera
e
dice
che
li
tamente
un
E
e
voce
Palazzi
poco
che
poi
le belle
di
poco
conosce
Fernando
sia
li vede
se
;
tutti
buono,
perchè
di
persona.
Il
io
ma
al
vantaggio
ne
la
con
di
inferiore
lettere
davanti
disgTaziaè
calcolo
la
che
credo
loro
di
cifra
vero.
noi
avremmo,
minori
lo scrittore
se
genere,
presentati
rapd'un
la sua
tratto
con
emergesse
dalla
Un
scotifinata
landa?
dioso
tepadrone
unanime
per
repubblica,
in
belato
un
sono
del
decennio;
ammesse
imitatore
gregge
mentile
le
oggi,
feconde
gerebbe
echegin
piena
iniziative.
Le
Certo
mie
i diadochi
letture
137
di Carducci
(D'Annunzio,
Pascoli e Croce) non
ebbero
fortune
placide
nel pubblico dei 500.
e
costanti, senza
scosse,
delle loro glorie contribuirono
E alle traversie
i seguaci troppo zelanti, adoperandosi
perchè
la
d'essi ereditasse
ciascuno
potestà indivisa del
è che
Maestro
e
iiritando
ciò
con
la
suscettibilità dei
terati
repubblicani. Alla rinnegazione dei letD'Annunzio, che ha tante risorse quante
del Rinascimento, risponde
un
magico individuo
la sua
lirica nella sua
trasferendo
biografia e
letterati
mettendosi
a
vivere
delineato
secondo
nelle
Laudi.
il modello
Croce
da
lui
tativo
ogni tendi erosione
tro
alreagisce aggiungendo un
masso
rettangolare di color pressapoco
gran
travertino
a
quel suo edificio che per la mole e
la tranquillitàsembra
Aristotele
voglia emulare
Pascoli solo non
risponde.
stesso
La
lotta intorno
più oscure
tempi. Si
e
a
confuse
sente
un
Pascoli
di
che
è
questi
di
oscuri
caduco
inquisitorialecui Croce
hanno
assoggettatoil povero
difese intransigentidei suoi
dovrebb'essere
fra
stata
processo
nelle
a
e
e
le
confusi
nel
tanto
i suoi
ripetitori
poeta quanto
Non
sacerdoti.
difficile riconoscere
cose
che
la
denza
ten-
del
analitismo
Pascoli, portandolo a un
psicologico di capillarità squisitamente romantica
il soggetto e
e
facendogli quasi annullare
teva
scomporlo in sensazioni
rudimentali, lo metin
conflitto
d'intendere
di
col
nostro
tradizionale
modo
la
poesia, e in genere
ogni grande poesia, che
con
è
tivo
l'impera-
sintesi
e
co-
138
TEMPO
struzione.
Ma
DI
d'altro
canto
analitico
questo metodo
EDIFICARE
fu
è
indubitabile
profondità appassionante, e
di quella iniziale
parte merito
gran
deiranima
letteratura
in
zione
esplora-
italiana
si
dei
e
superfici retoriche
v'è esperienza ritmica,
scenografici. Non
né in verso
né in prosa, per cui la giovane
letteratura
sufficiente consapevolezza
italiana, se avesse
di sé, non
riferirsi
al Pascoli
dovrebbe
la
come
a
caposcuola. Si può azzardare
profezia che quest'alti-a
generazione debba essere
solo verso
Carducci
«il gran
non
più generosa
la poeanche
Trascurato», ma
più giusta verso
sia
disgustò
panorami
delle
la
se
è
che
una
con
Pascoli
dal
trattato
che
tornite
Pascoli.
di
Fra
coloro
si sforzano
che
di mettere
al sicuro
la
citata
con
va
gloria pericolante di Pascoli
Moràbito.
Ella
è.
una
onore
donna, Francesca
in
buon
Difficile
cui
la
ora
della
Libreria
metodo
Voce
Renato
Renato
in
Roma
gli scritti)fu, quale
Benedetto
Ravenna,
di
Giacché
imitazione!
tutti
or
un'imitatrice
senso,
«fiore
Croce
nel
di speranze».
discorso
Non
Serra.
Serra
va
l'ha
gliendo
racco-
definito
dantesco
ebbe
(di
di
ancora
atteggiamento quadrato che
si prestasse a ripetizionisicure, a rielaborazioni
stato
non
equivoche.. Se fosse vissuto sarebbe
di questo e d'altro;ma,
capace
spento nel punto
più critico del suo
divenire, lascio di sé tanto
che
quanto basta perché uno
voglia seguirne la
maniera
sdruccioli
il
e
verso
ripeterne le orme
un
manierato.
certo,
È
un
ovvio
alle apparenze
Serra
torno
inl'imitatore s'attarda
più vistose e più fiacche;
che
gli piacerà l'informazióne
che
volte
esibisce
a
l'inesattezza,ovvero
vaga
quel miscuglio, che in mani meno
esperte di-
e
perciò
in
140
TEMPO
canti
gli uomini
che
vibrante
e
«in
di
verità
Io
È
e
a
modo
allora»
di
cava
occulta».
bello
dubita
che
propria
slittare
del
senza
sol
delle
sere
es-
parale
Pascoli?
d'agosto.
sue
scoperta.
(e voi sentite
runìore
a
meno,
può
di
segreto
domanda
—
Serra
il
o
morbide
di
che
essere
più
s'attagli,
tutti gli uomini?
prigioniero
voglio farmi
però non
proprio la Moràbito
e
liquida la sua
«Oh
ed
può
ma
questo cerchio
in
chiuso
sia
non
i poeti, anzi
che
Bene;
assoluto».
questa definizione
tutti
offrirsi
trice,
Misticismo, incalza Faupoco.
siderio
è distacco, spogliamento, de-
Troppo
Troppo.
per
crearono,
musica
nuova
una
a
BDUTCARB
DI
verso
role
pail
il
allora è questa la parola
«oh
manierìsimo)
piena di senso, la risolutiva, la vera?
derle
racchiuè troppo vuota
«O
e
non
per
vaga
il segreto di quell'unica poesia?
i«E
d'altra parte, spijega tutto? e tutto comprende?
—
«Non
posso
che
darmi
una
risposta,
e
disfazione
un'insod-
»
dolga, rimane.
di
Noi, che
gentilezza e
sappiamo
quanto
spettia
d'arte sia in cosiffatte trepidazioni, ridi amor
non
scondere
quel dolore. Ma
possiamo nacerti
così precisa (e per
che
da
una
di Pascoli
rispettiimpareggiabile) conoscitrice
de la fin meno
mot
avremmo
sperato un
scioso:
angoil libro
che
s'aprisse,se mai, ma
non
si chiudesse
un
con
enigma. Queste 250 pagine
di leggiadro ardore
ardono
polemico. Ma la polemica
all'arte di Pas'è svolta
proprio intorno
soolije proprio di questa si tratta. Era egli un
era?
Nessuno,
nemmeno
grande artista? non
Pascoli
Pietrobono
o
più che non
Pistelli,ama
l'ami
la Moràbito.
Eppure a p. 245 ella scrivCj.
non
so
bene
dove
Le mie
in calce
alcuni
ad
fra
141
letture
i
piìi divini versi del
suo
poeta:
pleniluniol'orto;il melo
d'un tremolìo d'argento....
appena
al
Splende
trema
«Ah
tutto
che
l'anima
diverso
da
V'è
Saffo!
che
è
poetica;
più
in
Qui
quel
ed
i
danno
che
è
piacere
un
classici, meno
di misterioso
e
brile
feb-
partecipare alla creazione
d'una
poesia che non
sapremmo
il
ha
palpito e il
arte^ perchè
un
come
ma
della
vita.
mirare
per
smarrita;
alcunché
esso
chiamare
mistero
è
»
alto si passa
in
troppo
il
gno.
se-
quello che accade molte volte ài Pascoli
in questi versi,che
stesso
sono
(ma non
per^In arte
v'è nulla che
fettamente
non
artistici).
che
sia al disopra dell'arte,e l'entusiasmo
per
l'arte,
di meglio mette
amor
un
poeta al disopra delÈ
finendo
che
è
metterlo
(poilo stesso,appare
e
che
col
in
troverà
tale da
questa
non
ed
altre
Credo
al Pascoli
che
e
sue
o
lievemente
convertire
involontariamente
le
al di là
al di qua
rato
inconside-
Benedetto
Crode
pagine della Mor àbito
validate
(e indebitamente) con-
condanne.
la Moràbito
scrivere
un
possa
libro
e
non
debba
men
tornare
caloroso
più solido. Oggi ella manifesta
giovanili
pevoli
colcerti critici,
e
aggraziate antipatie contro
di
sicurezza
soprattutto di «soddisfatta
sé». Singolari,e più che repubblicani, costumi,
i quali al lavoro
in buona
fede compiuto prima
del nostro
delle armi. Ma
perfin Ponore
negano
ella fatto verso
la verità
ha
quale cammino
bro
girando lesta sugli alti tacchi alla fine del lirinnegare tutta la strada fino allora
per
ma
l42
studiosamente
più
alla
grossa
manieria
dandosi
o
percorsa,
della zappa
—
del
cui
secondo
EDIFICARE
DI
TEMPO
è
dire
o
e
sui
omaggio
all'andazzo
e
triviale
cosa
era
in
piedi
dire
non
formulaine
eh* ella
un'opinione precisa? Mi
pare
troppo ingegno per reputare a lungo che
perfezione nella vita del pensiero consista
(«insoddisfatta
malsicurezza
di
sé», per
nelle
ancora
dolci
dirla
per
--
abbia
l'ideai
nella
stere
insi-
d'antan.
mode
non
predilige i classici;
signora Moràbito
che
le paiono
abbastanza
non
mistici,salvo
Saffo. Ma
oggi tutti gridano: classici! classici!,
così nelle arti figurativecome
in poesia,e a questa
si deve in gran
ventata
nuova
parte la persecuzione
la chiesa
che
che subisce
pascoliana. Andice:
di cui sopra,
Lipparini, neirinchiesta
vi sono
scrittori rappre!«Oggi in Italia non
sentativi:
vi è lo scrittore
o
meglio, non
sentativo.
rappreC'è un
da cui, forse,ci salveremo
caos
in senso
classico.
con
una
energica reazione
La
«Lo
sarà
lo
Non
scrittore
pensare.
Dacché
scrivo
all'antitesi
contenuto
giustificare una
l'arte
classica
e
a
questp
come
fosse
di
cercato
le
di
di
valori
vedere
condoglianze
la via
scopersero
di
quella dell'Atlantico, anche
non
domani».
di
modo
dare
essere
riesce
un
di
e
che
alzi
sottospecie della
modo
senza
pareva
vergognoso
mi
di destra.
Non
reazione
classico-romantico
tutte
su
tenuto
di
ho
gerarchia
fedele, non
tanti che
poi
questa
rappresentativo di
da
lontano
questo
molto
sono
attuerà
che
scrittore
essere
almeno
mi
da
mantica,
rosono
parte
Damasco
quando
futurista
d'accordo
con
Palazzi, Scolari, Reggio
lo
negano
riducono
ha
dette
quegli altri che, parlando
mente
Romantica, crociana-
e
Critica
mia
delia
148
letture
mie
Le
classico-romantico
il dualismo
e
di dire,
modo
giù a un
lo stesso
mentre
Croce, se dalla teoria passa
di bel nuovo
alla critica e alla storia,introduce
i concetti scacciati,accompagnandoli tutt'al più
procedurale. Si vedano,
con
qualche riserva
classico e
che
su
esempio, le ottime cose
per
romantico
e
perfino su italiano e germanico
su
per
dantesco
nel discorso
classici
ritorni
questi
bisognerà
su
o
Ma
Ravenna.
di
classiche
reazioni
intendersi.
pure
carna
pericoli.Uno s'in«i calligrafi».
in quelli che io chiamerei
fa si era
anni
Dieci
crepuscolari. Oggi si è
in ogni
numerosi
Sono
scrittori molto
calligrafi.
mentati
tormolto
seri,molto rispettabili,
parte d'Italia,
della bella scrittura. Chi
dal problema
Ci
sono
di noi
di
una
per
ha
non
lo
due
meno
alle elementari
avuto
maestro
un
rare
incredibilmente
patetico nel narcalligrafia,
di versare
come
qualmente gli accadesse
macchia
di China
d'inchiostro
sopra
un'esse
già pronta
preziosa pergamena
da consegnarsi la mattina
e
dopo, ed egli,dato
disperazione,
prima incontenibile
sfogo alla
dorandola
escogitassedi profittardella macchia
scola
cavandone
una
e
fulgida pancia d'esse maiuq
d'Apelle)? Ma
(trovata degna invero
disse se
noi suoi scolaretti mai
non
quell'esse
iniziale
in
una
fosse
iniziale
men
lui
soltanto
sono
esattamente
La
cosa
sire
da
o
di
la
si ricordava
letta,ma
Così
di
parola,
scritta lettera
forse
e
somaro;
e
non
per
nem-
l'aveva
lettera.
che
meno
gli scrittori calligrafi,
potrebbero chiamarsi
grammatici.
dire
ha
per
essi
un'infinitesima
144
Di
a?EMPO
EDIFICALE
il modo
enorme
importanza, ma
che
art
sich). Sembra
Idie Phrase
pennellucci forbiti,e nello scrivere
ricamatrici
da
sarebbe
Humaine
Da
raccontare
difRcoltà
del
di
faticare
giamenti
attegil ben
Comédle
di
fraseologia.
che, salvo la
gran
bello
scrivere
del
la bellezza
per
o
in
rezza
l'ama-
e
società
una
che
Flaubert
Imaginate un
in mente
né
Bovary né Pécuchet
sgomento della carta bianca, o un
barbari.
avesse
solo
lo
assillato
fantasia
senza
non
ma
delaire
Baudal
unicamente
Mallarmé, invece,
nostri
calligrafi.
panico del lavoro,o
timor
sé
con
hanno
hanno
non
santità
e
scrivano
ci rimettono
manuale
un
in
dire
Commedia
loro Dimna
La
vista.
della
che
di
un
i
pubblicista. Avrete
in natura, e
I quali, va
da
esistono
sé, non
è che
carattere
un
immaginario.
questo non
Ma
esiste la tendenza, da
simbolicamente
me
certi
rispetti ammirabile, giacesagerata: per
ché
più
fatica
dura
questa
il
contaminazioni
e
a
devozione
la
se
sopravvissuto
avrà
Ma
eruditi
che
merito
civiltà
alla
riconoscere
da
in
sporcare
sarà
forse
mestieri, e
a
in
parte
delle
nostre
venale
brutti
ai
mezzo
di
sta
quelettere
mistizio.
d'ar-
letteratura
è
taili pregi
comuni:
uomini
da
puro
delle Muse
serbare
artigianato
sacro
lasciarlo
non
mira
ai
da
quali, oltre
vero
poeta
fanciulli, il
di questa indole
lega
Un
classicismo
si ricolcanta.
dell'abate
ai classici,caso
mai, pei tramiti
Cesari
di Pietro Giordani, e una
letteraturg
e
che
alle
che
né
vergini
primo
nascere
vetrina
di
«la
bella
e
piangere
fa
L'altro
ai
più
un'aria
né
fa
ridere
funebre
e
ha
fin
veneranda
dal
da
museo.
pericolo
reazione
è
quella che chiamavamo
all'ungherese», cioè che
per
tutti i romanticismi
disgusto di
ricominci
Dadon
Quel
alla finestra
disse
"
Poscia
che
ma
con
rima.
ottava
t'aggnanti,eh' io ti crocchio
così inzafardato
e
in
per appunto mise l'occhio
e lo trovò
nell'orto;
eh' io
Fa
:
il Boccacci
za,
(Bari, Later-
Balsamo-Crivelli
1920): quattrocento pagine
si
futurismi
e
i classici. Ecco
copiare
a
Riccardo
di
no
146
letture
mie
Le
porto 1 „
al bahbo
piegò
sul daranzal
il
ginocchio,
Giovannin
divenne rosso
e smorto;
eh'
e' lo colse in pieno
fn sotto,
non
manciatella di terreno.
nna
Ovvero:
il fiato,
trattenea
Fra tatti Giovannin
ed aguzzava
gli occhi nel buiccio,
non
avea
dallato,
perchè Fiammetta
e
ma
raccapriccio;
che
so
non
provava
quando, passo passo, terminato
ed umidiccio,
fu '1 e-orridoio angusto
Coscia squassò il torchietto e sparse
le roccie ed il bitume.
e illuminò
E
il lume
pensi che le pagine sono
quasi quattrocento,e in ogni pagina c'è quattro
di vocabolario, di rimario,
Conoscenza
ottave.
di movenze
dialogiche,di espedienti narrativi,
di vesti, d'armi, di droghe, di costumi:
tutto
guale.
tesoro
che nessuno
un
oggi possiede forse l'usi stupirebbe se
Nessuno
un
giorno da
fuori il genio.
([uesto talento sbucasse
ha
Ma
fatto intanto
a
come
non
accorgersi
che questa è metrica
morta, lingua morta, anima
Ammirabile!
morta?
che
un
romantica?
un'ottava
poetica ci
abbia
è
non
Quando
una
con
si domanda
dissuaso
B0RGE8E.
così è
poema
ma
poetico,
né
si
Tempo
colossale
mento
allena-
poesia,né classica
trano,
s'incontra,e se n'incon-
ancora
sua
veritiera
come
un'anima
di
un
edificare.
così
Tintimo
vibrazione
canto
sensibile dal
non
per10
146
TEMPO
disperata. È inutile
vivere
fuori
dei tempi
delle
e
passioni
Il vento
dell'arte
non
gonfia due volte
vele, o Rinascimento.
s€verare
su
voler
nostre.
le tue
non
Anche
Pascoli
quello di Dante,
un'altra, e nessuno
deìVAqailone
si ricalca
Quando
nelle
come
cosiffatti
narrativa
pericoli
in
che
per
talune
l'attillatura
nonostante
Che
cellula
prenderebbe
del
va
gatorio.
Pur-
dritto
alla
dei
manali
setti-
dantesche
la
tano
con-
terzine,
la
ma
II Balsamo-Crivelli
umoristici.
da
gli antichi
una
per
si
terzine
morta
faceva
era
era
parodia
cui
risuscitabili.
sono
terzina
una
metrica
dico
non
quelli secondo
a
schemi?
Io schema
ritmica
che
bene
vinta
darla
per
schemi
metrici
gli
così
strada
una
S'intende
e
EDIFICARE
DI
è lontano
freschezza
pagine del
degli antichi
lirica
suo
e
poema,
panni,
spira
re-
di sperare
questo appunto ci consente
bertà
ch'egliin avveinire ami più pienalmente la sua lie il vivo
linguaggio dei suoi tempi.
;
e
Cose
sulla
e
egregie, anche
sidl'umanità
discorso
Dante
di
terzina
s'eglile qualifica ovvie,
e
Dante
di
in
genere
ha
dette
sulla
poesia
il Croce
nel
stampato integralmente dal
15 settembre.
Carlino
del
V'è, fra l'altro,una
definizione
del sentimento
dantesco
(«sentimento
del mondo,
fondato
ferma
fede e un
una
sopra
sicuro
ravennate,
che
vada
Sono
certo
Francesca
benissimo
va
da
per
una
robusta
Dante
lontà»)
vo-
que
quantun-
ogni poeta di stirpe classica.
si tratta
di Dante, la
che, quando
di sé non
sicurezza
spiace nemmeno
bene
soddisfatta
a
animato
giudizio, e
per
Mor
àbito:
e
sfido
io! Non
Vale
la
148
TEMPO
DI
EDIFICASH
d'incomparabile splendore su
rimase
interdetto
sodio, ma
questo
quelPepi-
o
alla
davanti
siccia
«mas-
struttura».
Dice
veritiera
con
il
semplicità
che
Croce
è leggerlo e
Dante
di onorare
miglior modo
lo Scheha fatto benissimo
farlo leggere. Perciò
la sua
bella edizione
della
rillo ristampando
Vita Nuova
(Milano, Hoepli, 1920) ad aggiungervi
il
il Canzoniere
«la
il Barbi
che
pensiero
tanto
attesa
lasciarsi
senza
non
ha
ne
critica»
edizione
dello
egli cita
è
la
pagina
definitiva. Chi
considerata
per
come
di
eccesso
ci
una
purità;
magistrali,
in
tutte
Nell'introduzione
Scherillo.
di De
dal
dato
ancora
Taiutano.
s'aiuta,Dio e Dante
sono
Introduzione, note, comenti
insieme
dotti
cioè
e
popolari, come
queste edizioni
turbare
Sanctis
in cui
antiartistica
creatura
dissente
Beatrice
protesta:
e
volle
imporre di restringerci
alla contemplazione
dell'Apollo del Belvedere
della
Venere
o
medicea, noi ci ribellammo, e
«Quando
volgemmo
di
essere
lo
si
sguardo
Laocoonte.
affrancamento
commosso
Ma
da
al
tragico
volle
quella ribellione
ogni
tirannia....
lore
do-
E
se
ci
te
l'arunicamente
costringere ad ammirare
tormentosa
di Michelangelo, di Shakespeare,
donne
di Victor
Hugo, e a torcer lo sguardo dalle Manoi protestiamo». Dante
dell'Urbinate....
ha
creato
Piccarda,
Francesca, Pia, Cunizza,
dal
rovesciare
Nella.
senza
ma
Ammiriamole,
noi
«Non
chiederemo
a
piedistallo Beatrice.
dore
Francesca, per risolverci ad ammirarla, il canla mitezza
e
verginale di Beatrice o d'Ervoi
d'adorar
recalcitrate
non
ma
mengarda:
si vuol
mie
Le
Beatrice
di
e
Verità
solo
La
le sonanti
piedi
liberatore
i
e
^
non
in
in
nere
ge-
trascinando
il romanticismo
che
ultimi
suoi
mai
all'arte
specie,
catene
siva;
ecces-
parere
provarono
davanti
classica
all'arte
e
foga può
muoversi
dendo
preten-
colpevoli ! »
quelli che
a
di
il tormento
ai
diventino
sacrosante.
ma
Ermengarda,
venerare
prima
che
149
letture
epigoni
ci
avevano
largite.
VI.
Gallarati-Scotti e Fogazconversioni al cattolicesimo.
zaro.
"
Resnrrezioui „ e resurrezioni.
Papini e la Storia
Del
Cristo.
in
di
delle
pubblico e della messa
pregare
undici.
cora
Ancristiano
secondo
Tolstoi.
e
spirito
Dogma
Le
-
-
-
-
-
-
Balsamo-Crivelli,Tozzi, Palazzeschi.
Ginliotti.
Cattolicesimo
-
Cceur
e
simple.
la bandiera
rossi,e
Un'antologiadi
-
-
Cecchi, Pesci
deWumiltà.
Ottobre
è
sommario,
lungo
Drang
via
tedesche
la
dai
In
è
sino
Damasco
di
francese.
il fenomeno
tracci
ne
scendendo
und
la
storia
una
ch'io
Sturin
conversioni
delle
Questa
di
o
dei
ritorni al cattolicesim
spetterà
s'alunga, e nessuno
in quattro pagine un
primi pentimenti dello
alle
marce
della
per
recente
complesso si potrebbe
origine tedesca. Come
l'esaltazione
1920.
sistematica
della
quattro
tura
letteradire che
furono
ragione
tedesco,
così fu
genealogia del superuomo,
lirico
piliche d'"^ni altro popolo, il sentimento
della sconfitta e della rinunzia, e la riconciliazione
col medievalismo
fu una
caratteristica,a
volte drammatica
volte pittoresca,del periodo
a
e
romantico.
150
TEMPO
BDIPICAKB
DI
dire
è avvenuto
nulla
che
può anche
di cui
l'Italia non
abbia
dato
in Europa
per
la
del
Tasso
è
crisi
certo
saggio, e
prima un
un
esemplare degli innumerevoli
rivolgimenti
le seguirono. Senonché,
che
nei
di coscienze
si
Ma
secoli
successivi
vita
diventò, per
italiano
non
la
mette
conto
sembrava
letterato
ragioni che qui
ripetere,timida, riservata, poco
fu
il
metà
seconda
della
anche
secolo
del
cultura
nostra
intorbidato
politiche,essendo
cattolici mentre
del
numerose
appariscente, e nella
scorso
Patteggiamento
il cattolicesimo
intima
verso
da
derazioni
consi-
difficile dichiararsi
cattolicesimi
antinazionale.
a
Così
torto
o
a
gione,
ra-
la fioritura
neoguelfa dell'epoca postnapoleonica e quarantottesca
fu dispersa ai quattro venti, e noi crescemmo
letterario.
in pieno paganesimo
È vero
che
Carducci, dopw avere
respinto il
di rosse
Galileo
dì
chiome, scrisse la Chiesa
frasi che incoraggiavano interPolenta
pretazioni
certe
e
ortodosse
Ma
si arrestò
alla
nel discorso
di
San
Marino.
soglia,ed anzi se ne ritrasse
con
sgomento quando gli fecero capire che stava
che
sissimo
gli dei. È vero
Pascoli, ansioper abiurare
di tutte le fedi, non
subodoratore
rimase
insensibile
all'odor d'incenso, e lo stesso
nunzio
D'Antrepidò nella Contemplazione della Morte.
Ma
insomma
restavano
a
presentimenti subito
di Rimbaud, di Claudel,
repressi,e perfino la moda
di Péguy
che
mediato
dell'imdilagò negli anni
anteguerra procurò più adepti ai loro
schemi
ritmici
stilistici e magari alle lunghe
e
suj
parentesi quadre che alle loro convinzioni
massimi
problemi. Restava, oltre i sospiri di
Graf, il caso
Fogazzaro, così singolare e difficile
che
c'è voluto ramplissixno volume
di Tommaso
mie
Le
per
siamo.
stoldi,
Ca-
e
chiaro.
vederci
1920)
ci
161
(A. F., Milano, Baldini
Gallarati-Scotti
Ora
letture
la
Abbiamo
di
conversione
Papini.
razione
dichiamalincuore, devo fare una
dubbi
personale affinché non
sorgano
sulla mia disposizioned'animo
verso
questo fatto
fra pocol
o
e
gli altri analoghi che vediamo
Sebbene
a
vedremo.
Anch'io,
il mio
devo
il mio
paganesimo,
«ha
ognuno
fatto
aver
«
la
fatto»
il mio
satanismo^,
decadentismo, come
»
rosolia
sua
il
e
billo.
mor-
suo
si
notte
dei tempi, ed
ebbi
il
perdono nella
privilegiodi guarire
assai
di
buon'ora.
Non
è
merito
è
è
Soltanto
Quel
che
ed
certo
che
dir
ero
mio.
alle mode
di insultare
saperne
dei classici. Non
renne,
maggio-
appena
la mia
già insopportabile per
ero
resistenza
volevo
che
cose
sono
e
Gesù
discipli
in-
perché
Cristo
non
e
dj
tanti
ripetevo, come
miei
coetanei
di Firenze, che
Michelangelo è
da
un
e
pittore di facchini
facchini, e che i
il capolavoro di un
Pricmwssi
ciente,
defiSposi sono
corna
ero
non
le facce
sono
tua
editore
di
fra
mi
che
poco
sto
anni
in
un
una
rosse
vestita
mia
sta
il
che
in
o
di
madre
curiosità
anni,
quegli
prosa
Galileo
vergine
Per
di
alterne
in
componevo
del
genere
convinto
vero
e
il falso
foglia,e non
versi giaculatoriesul
chiome
di quella
o
stessa
di cupa
per volontà
alle costole da
e
doglianza.
di
amico
un
più
di
ristampando alcuni miei
(1903-1905), e verranno
volume
della
Biblioteca
tro
quatscritti
fuori
Rara
152
TEMPO
diretta
Achille
da
EDIFICARE
DI
Pellizzari.
barbogia nel
e
conclusivo;
insistenza
Dovunque
chiedere
in
c'è
una
il
arte
struttivo
co-
sazietà
una
dovunque
del mito di Ulisse navigatore di tutte
reazionaria
le Sirti e
un'esigenza del limite, dell'ordine,
della convinzione
organizzatrice.Uno scritto che
ha
(adottato poi da me
per titolo Resurrezioni
quattro anni fa per tutta la raccolta) è proprio
in onore
della Pasqua e della Madonna,
contro
il paganesimo
il superomismo
il gusto del see
squipedale.
Due
solvere
saggi di mitologia vogliono riin favore
problemi
Eschilo.
di
Giove
e
dell'autorità
di
d'interpretazione della Prometeide
Un
altro contrappone
(nel '905) i dizi
giu-
di
qualità a quelli di quantità
grossolane categorie del grande
sostituite a quelle del bene
e
«le
dilettantismo
Del
tutte
per
piazza
al
aristocratici
e
mare
del
perché
di
della
ricerca
verso
la
male.
del
«Se
siamo
anche
passar
nella
villa,panteisti dinanzi
nella
bettola, pagani fra
cattolici nel
e
il peso
le larve
di
scritto,il
1904),
chiostro
le
tutte
sulla
pesano
non
intero
(primavera
respinge
del piccolo»
socialisti
divenire
Partenone
Un
Caronte».
e
dicevo:
necessario
Tolleriamo
convento.
e
in
materialisti
e
le colonne
del
teoretico
opinioni, è
le opinioni:
di
capaci
alcuni
barca
Vascello
denunziava
denze,
cre-
tasma
fan-
la vacuità
d'esperimenti, e
concludeva, nel troppo dolce stile di quei tempi:
«I navigatori sono
pronti: tutto essi videro,
Ora
essi vogliono vivere, comunque,
sanno.
tutto ormai
la loro giornata, e remare
al tramonto
Il vascello
un
fumo
di
costa.
sensazioni
Desiderio
e
del
ritorno
s'appressa alla
degli
tranquillo dalla casa
fantasma
ritorna.
Un
letto
bianco
li punge.
riva. Sale
avi.
lo
Il
vigatore
na-
attende,
mie
Le
letture
163
un
dormire; due occhi buoni
per
amare;
altare,forse, per inginocchiarsi».
Chi
contro
si rivoltò più vivacemente
questa
spose
fu proprio Papini che mi ririnunziante
prosa
per
dalie
le rime
per
colonne
baldanzose
del
Leonardo.
mesi
Ora, pochi
In
molte
fa, mi
i nostri
oramai
cose
scriveva
press'a
di
modi
Figurati che leggo con
detto nel
Sposi, «Chi Tavrebbe
si avvicinano.
Promessi
Ma
di
rievoco
perché
secolo
l'aria d'essere
No:
cristiana
domo
gli scherzi
il Borromeo
darmi
serio
e
pini?
Pa-
l'idea
non
amo
genere.
presentare
per
quasi
deirinnotìiinato
prendo troppo sul
di Papini,
l'originalità
di cattivo
Ovvero
1903!»
Per
mea?
che
e
pensare
delizia i
queste reminiscenze
Pro
scorso?
poco:
regolare istanza
alla
repubblica letteraria affinché mi sia decretala
la palma
di precursore
martire?
Nemmen
e
è stato dei più sopquesto; giacché il martirio
portabili
merita
non
e
essendo
alcuni
età
nella
consistito
mi
anni
rimunerazioni
feci
di
sorpassato
uomo
fama
arretrato
incapace
e
di
narie,
straordiche
e
in
per
vane
gio-
tenersi
al
corrente.
Io veramente
corridore,
vangelo e
ardentemente
e
non
avevo
non
sapevo
adottare
il nuovo
curiosi
quella lena
ogni anno
nume
importavano
da
grande
mutare
di
che
spiriti
alla
nuovg
stagionedall'Olimpo di Francia. La mia fedeltà
a
Leopardi e a Manzoni, al contenuto
organico
alla forma
e
nei tempi delle pachiusa, aveva
role
in libertà e del polverio frammentista
qual-
164
che
TEMPO
è
di accademico
cosa
amici
EDIFICARE
DI
dicevo:
Voi
tondo.
e
Lasciatemi
mi
dove
sorpassate
corri, finirò col
che, corri
opprilmente. Ai
di
Il mondo
sono.
tanta
con
sentirvi
miei
rapidità
alle
ansare
troppo risalire,
spalle.Così dicevo, per non
fin dal '15 (v. Conciliatore^voi. II, p. 25
Ora
efficace
con
quelle idee che Prezzolini
le idee
reazionarie
sono
improprietà chiama
Contenuto
che comandano.
religiosonostro, forma
classica. Questa è la legge a cui vuole
ispirarsi
mie
.
la
letteratura.
nuova
[Dico
la
la letteratura
che
letteratura
Tiraboschi
e
seria
sulla
in
passerà
sotto
blocco
ha
a
letteratura
di
nome
quale
dopoguerra. Non
del
scritto
alcune
turo
fu-
un
mistizio,
d'arfredde
Massimo
Bontempelli in un
parole conclusive
fista
suo
colloquio di profezie letterarie col Neoso{Tempo, 21 ottobre):
chiarazi
dila sua
[«Mentre il Neosofista, nonostante
così ottimisticamente
parlava, io lo
subdolamente
tratto verso
avevo
quella vetrina
innanzi
di libraio cui poco
egli s'era rifiutato
di accostarsi.
E, di sorpresa
fermandomi, gli
colà
multicolore
delle
additai
l'ampia distesa
«novità».
dei nostri
ratori
narL'opera più recente
tellettu
d'ogni specie s'offriva di là alla fame indei contemporanei,
un
come
prato
fiorito a una
greggia.
zione
intencon
[«— E questo?
gli domandai
e tutto
questo?
profondamente malvagia
c'entra.
Non
non
[«— Questo
rispose
è niente.»]
Che
sertori
importa se alcuni fra i più fervorosi as—
—
—
del
—
contenuto
riconciliatisi
si riconciliano
con
moderno
col
me?
mio
modo
in
forma
di vedere,
.Queste sono
sica,
clasnon
quisquilie,
156
TEMPO
cui
in
mento
Può
da
aspettavamo
che
questo momento
stanno
cose
lavorava
libro
da
di
Scrive
capitoli; la finirà
pubblicherà subito
Un
giornale di
scrittore
rumoroso
della
te.
sia
vicino.
Papjini
così.
presso
misteriosamente,
Poi
mole.
gran
di
un
pezzo,
un
si tratta.
che
a
sì, Papini,
dire:
gjlisi potesse
essere
Le
EDIFICARE
che
quello
ecco
DI
s'è
a
di
fine
la
verso
di
sapere
Gesù
in cento
venuto
Vita
una
un
a
del
La
mese.
Vallecchi.
Roma
annunziato
ha
toscano
che
è rientrato
»
nel
«il
seno
cramenti
regolarmente ai Sache intende
e
sottoporre le sue
opere
passate e future alla Congregazione dell'Indice.
Allora
lettera
al Tempo
Papini ha scritto una
ch'io
dell' 8 ottrovo
ristampata nel Carlino
Chiesa, che
s'accosta
tobi'e.
In
quel giro di tempo
Ridolfo
Mazzucconi,
fino
strada
e
l'ha
a
riluttante
costretto
nella
apparsa
Lettera
intervista
e
che
è
belle.
«Io
Non
è
ho
che
vero
bisogno
tino,
giornalista fiorenha fatto la lunga malagevole
Bulciano
vora,
ove
Papini laun
di
Nazifme
un'intervista
a
del
interamente
sono
Papini
fare
sia
un
10.
buone
e
convertito.
adesione
particolare
alla
Chiesa
cattolica
perché in questa Chiesa
fui battezzato, e mi
sono
sposato, ed allevo le
Ciò che c'è di vero
è ch'egli è
mie
»
figliuole.
tornato
Cristo
a
«dopo le esperienze del caos»
« di
e
non
più. » Se pratichi
spera
separarsene
che
non
o
pratichi il culto è cosa
riguarda lui,
«Ho
altro.
soltanto
ì]
personalmente, e nessun
dovere, come
cristiano, di migliorare la mia
ha
ne
anima, che
grandissimo bisogno, e di
colla
vita quotid,iana le mie
confermare
scenti
crenon
certezze.
»
Non
è
vero
ch'egliabbia
de-
Le
ciso
mie
sottoporre la
di
primatur
all'autorità
la massima
libertà
in
Francia.
mio
nuovo
»
e
giudizio. Basti
Fogazzaro da
resto, la
di
osservare.
hanno
Vim-
serbando
e
ricordare
noi
Bloy
e
stessa
natura
indirizzo
continenza
una
di
Del
«
grandi cattolici
bisogno di chiedere
ecclesiastica
Tommaseo
Manzoni,
zione
Congrega-
alla
opera
sua
il
sentire
senza
157
«Molti
dell'Indice.
scritto
letture
un
m'impone
parole e di atti che
del
riserbo
io
e
voglio
»
Egregiamente. È presumibile che il libro sia
concepito e scritto in questo spirito e che dalla
fatica di Papini venga
fuori una
sima
bellisnuova
cosa.
Ma
allora
col
voluti
lo
letterati
riserbo
zelo
l'intervista
fra
l'altro
la
Nazione
che
in
busta
manda
a
tutti i
di
Palazzi)
stampa
mette
la
e
si
legge:
a
fatto
compagnandol
ac-
in
veramente
ruovo
che
ancora
ancora
pubblicato e nemmeno
mente
completascritto,denota
questa nuova
come,
per
di Papini, sia
grande l'aspettativa di
opera
si discute
lettera
«Il
si
dall'autore
continenza
(i cinquecento
una
discrezi
in-
perché tante
primizie? Come
—
e
dell'editore
della
d'Italia
e
con
cui
altri
polemiche
e
concilia
dicono
—
intorno
ad
un
lavoro
non
il tumultuoso
manifestarsi
della
quanti seguono
sua
genialità»?
All'editore diremo, di passaggio, che
il fatto
è punto nuovo,
che da quando
il romannon
e
ticismo
deteriore
il byronismo
e
insegnarono
ai letterati l'arte di vivere
fragorosamente in
diti
pubblico s'è discusso
piiì dei capolavori ineche
di quelli pubblicati (anche perché la
158
TÈMPO
prima
Di
è
categoria
più
EDIFICARE
numerosa
dacabile)
sin-
meno
e
vuol
dire affatto che
questo non
episodi di pubblicità nei quali il Papini
Ma
alcuni
responsabilità ci autorizzino,come
della sua
fede
vorrebbero, a dubitare
Per
fede.
vent'anni
buona
sua
egli ha
diretta
in
mezzo
chiodati.
di
ora
ha
Nella
letteratura
italiana
Che
meraviglia
che
messo
lettera
di
il passo
un
le babbucce
abbia
strepito ed
che
alla
e
accorata
modestia
contro
quelli
irritazione
lui,della
per
difficilmente
cui
che
ci
battono
sincerità
nato
cammi-
con
poni
scar-
un
po'
un
anche
velluto?
mal
di
e
della
e
po' peso
intervista
nella
molti
faccia
di
hg
non
cenni
ac-
sono
repressa
la
cassa
gran-
lettore
sto
one-
dubitare.
Tanti, ricordando
le troppe metamorfosi
la
di Papini, ricordano
favoletta
del pastorello che
gridava: al lupo!
al lupo! Ebbene, io credo
che
questa volta il
grido sia veritiero.
Se
farsi
Papini volesse
reclame^ dovrebbe
davvero
la comunione
in
piazza, se
prender
fosse
Ciò che
è
possibile,e magari tonsurarsi.
tipico nelle sue dichiarazioni è invece la cautela.
Prima
Sì:
di
tutto
che
uno
può
d'un
osservante
il
il
dovrebbe
accettare
in
blocco
logie
espedienti di simborazionalista
cavillose. Un
intellettuale,un
fu scettico e solipsista,
di ieri, anzi
che
uno
il dovere
di giustificarequest'adosentirebbe
zione.
S'imbroglierebbeneirapologetica.Rischierebbe
di sdrucciolare
nel modernismo,
con
pò-
dogma
e
rito
quelle «crescenti certezze».
venisse
tratto
e
pubblicamente disenza
Le
probabilità di
che
ette
un
Il
testo
C'è
nes.
posto per
La
di
una
i liberi credenti
non
li
mansio-
agli
accanto
mente,
giustificaufficial-
ha
conto
suo,
risolvendo, ciascuno
grado, il problema dei
cristiana
grado
col rito
rapporti
che
sunt
multae
che
Chiesa
l'idea
accettano
per
scandalo
uno
occhio.
li vede
di malnon
ragione, ma
Li preferisce certo
ai modernisti.
Essa
luzioni
si modifica
organismo che non
per rivoa
lei,
violente; ma
resistenza, attorno
uomini
che
vivono
zona
spirituale ove
ed
un
dice
sacro
osservanti.
è
dj
inutile.
ed
acre
di provocare
verità
la
progredire
far
molte
con
e
159
letture
mie
e
a
col
giova in modi
così presuntuoso
le
dogma,
di noi
può essere
da precisare, e giova, in ogni caso, alla terribile
società
nella
quale viviamo.
Chi
in che
voglia vedere
rapporto possano
il
rito e il dogma
stare
da un
lato e lo spirito
dominio
religioso dall'altro,senza
intransigente
di quelli su
questo né ribellione libertaria di
Vecchi
nel
quelli, legga i Tre
questo contro
nessuno
volume
nel
di
Tolstoi
// Cero
volume
Nonostante
la
V Idiota
Ivan
o
Vecchi
i Due
(Bibl. Amena,
918
919).
e
biografia di Tolstoi!
Soprattuttoessere
cristiano
significasforzarsi
di vivere
secondo
ciò che
insegnano i Vangeli.
'Il sermone
dice
della
che
cose
montagna
in questi momenti
di conversioni, dovrebbe
ognuno,
sapere
bisogno
di
a
farsi
memoria
su
coloro
vedere
in
pubblico
che
hanno
quando
pregano.
Tozzi
era
peccatore,
e
tutti,a cominciare
da
160
TRMPO
DI
BDIFICARB
Era
in fondo
lui stesso, lo sapevano.
salvo
lo sapeva,
la moglie
nessuno
credente,
timi
in-
alcuni
e
e
amici.
Ma
questa
luce
interna
come
di
catastrofe
undici
delle
si dica,
non
è
pini
«
cristiano
come
per
sperimentato,
un
come
parte
per
chi, n^ta
notturno
e
Ardigò
come
avventure,
nuove
un'altra.
qualcuno,
di
considerasse
asilo
la
e
che
Pa-
.
di
retroconversione
cosa
una
»
sopportabile l'abiura
nella fede, l'abbandona,
la
è
osa
ora
diamoci
svelta, ricor-
alla
è, spesso,
È
Ma
quasi vergognosa
come
splende nella
riassumere
per
il cristianesimo
che
E
e
emerge,
Croci!
Tre
Insomma,
messa
pudica
sua
chi, dopo
da
cui
sarebbe
Renan.
o
tutto
aver
il
anche
cresciuto
simo
cristiane-
all'alba
si
chevole
stoma-
una
cosa.
Ricordiamoci
e
che
queste
una
semel
che
cose
si
volta
fanno
tanto.
abbas
semper
seriamente
Il
e
abbas,
tosamente
digni-
cristianesimo
è
a
gl'inferidi Virgilio. È facile, almeno
è un
affar
serio uscirne.
parole, entrarvi, ma
Se
di
marchio
he
un
porta sempre
spretato.
ha
Chi
voglia di tenersi anche
questa volta
al corrente
di non
restar
a
e
troppo addietro
tuto
Papini, ci rifletta almeno
quanto ci ha rifletlui. Non
c'è
sia impaziente.
Tanto, non
furia. Il cristianesimo
c'è da quasi duemiranni.
come
Le
e
accenna
non
a
il futurismo
Cristo
di
E
parole
storia
La
libertà.
confusioni.
si facciano
non
in
è mica
Non
Lacerba.
è
non
161
di moda.
passar
le
o
letture
mie
sali,
universono
cristianesimo,il cattolicesimo
mente
ma
nessuno
può credere e pregare sinceraItaliani restiamo,
nella lingua sua.
se
non
anche
cattolici.
(specialmente) se torniamo
Vedo
che
Domenico
Giuliotti ha
pubblicato
Carabba
cesi^
un'Antologia di cattolici franpresso
che comincia
un
con
Elogio del Boifl. Ha
fatto benissimo, per la nostra
curiosità.
Il
Ma
mi
non
crede
che
riesce
chi
con
natico
fadi cattolicesimo
genere
l'eresia
sterminatore, col ferro e col fuoco, del-
e
e
certo
un
della
colpa
possa,
Italia. Nel
in
il domenicanismo
è
d'accordo
d'essere
e
clima
debba
del
piantato
tra-
essere
nostro
paes^
rigoglia.
Il cattolicesimo
è antiumanesimo,
italiano non
umanesimo
superiore.
Però,
siccome
non
il cristianesimo
è
anche
zia,
giusti-
dimenticare
dobbiamo
quelliche erano
cristiani
anche
anni
fa, senza
frequentare la
delle undici.
C'era appunto GiuUotti. Ci
messa
fu la Torre
gna.
a
Siena, e il San Giorgio a Bolonon
C'erano
Il
caso
Paolieri
Borsi
più complesso
parte.
BOBQBSB.
Tempo
Anile.
(Colloqui^ Confessioni
è
a
ed
di
e
meriterebbe
edificare.
un
a
lia)
Giu-
discorso
11
162
TEMPO
In
conti
fin dei
vuole
non
molto
Non
DI
clie
a
conversazione
bonaria
questa
arrivare
paio d'avvertimenti
un
semplici, molto ovvi.
ci accorgiamo
crediamo, noi letterati,quando
del cattolicesimo, di scoprire rica.
l'AmeCristo
è
è
non
Mettiamoci
in
seria
la
più
fa
in
e
sconcia
al
in
fra
Italia ciò
Germania
nesimo
cristia-
impegnativa.
e
menti
Altri-
le tante
con
provinciali'
e
copicchiando
sensation.
à
l'adesione
che
capo
tardive
anni
novità
una
cosa
una
sarebbe
cento
EDIFICARE
che
miottature
scim-
cui
diamo
an-
si faceva,
vent'anni
fa
in
Francia.
Dev'essere
cui
possa
altro
un
evitato
parere
che
ogni
anche
menomo
accenno
questa
ghirigoro o ghiribizzo
di
«crisi»
da
sia
cupati.
esteti disoc-
il futile e
degenererà' verso
sarà
mente,
letterarialo svenevole
benefica, anche
alla letteratura
giovane. Le darà qualche
è sopratutto
finora
da
dire. Giacché
essa
cosa
una
un
tura
pitfraseologiache cerca
argomento, una
lirica che canta
che dipinge tavolozze, una
ed al fogliodi carta. 11 contenuto
inni alla penna
dell'arte:
di quest'arte calligrafica è l'amore
narcismolto
d'una
malinconia
cosa
nobUe, ma
sufifinon
indispensabile ma
siana, premessa
Se
ciente
la
crisi
per
non
fare
dell'arte.
meglio sarà, per ciò che si riferisce ai
diare
e
cristianesimo^ sturapporti fra letteratura
fondo
a
l'esperienza del Tasso e ancor
Il
164
TEMPO
DI
EDIPICARB
ridentificazione
compresa
Spirito Santo
di
e
pappagallo.
Sono
sicuro
su
cui
esatto
d'accordo.
di squisite
pubblicato un volumetto
(Pesci Rossi, Firenze, Vallecchi),
prose.
è possibile esprimere
non
giudizio piìi
ha
ed equilibrato di quello che
dato
ne
ha
Cecchi
brevi
sarà
Papinl
che
Palazzi
Fernando
ciascuno
che
neìVItalla
scrive
di
tobre:
ot-
questi venti pezzi di prosa
mitati,
formano
temi
i Pesci
che
rossi,
angusti, livoi finireste,
aridissimi
proprio là dove
di
il suo
paziente lavoro
egli comincia
da
fossore
so
non
necropoli lillipuziana, e con
invisibili di precisione,scava,
che strumenti
tomizza,
anasonda, rivela: minuzioso, complicato,
delicato, sottile.
« Oggi
però, che i suoi lunghi sforzi hanno
finalmente
a
vinto, egli riesce
precisare con
l'espressione questi gradi infinitesimali, queste
che
sfumature
gono
sfuginesprimibili di sensazioni
le
a
ogni percezione. E sa dissimulare
strutture
complesse e intricate di questi mondi
patica
subcoscienti
sotto
un'apparente limpidità, simdi bonomia
e
d'arguzia.
minatore
«L'incontentabile
chi
conserva
negli ocranee,
sotterdilatati lo stupore delle cose
ancora
traviste nei pozzi fondi
fondi; ma
pure
«In
di
—
—
la
sua
bocca
—
Caratteristica
la
riduzione
sciolta
da
arte
al
ogni
strano
di
dirsi
a
vincolo
di scrivere.
dei
si
Se
sorride».
libretto
questo
minimo
—
è
appunto
temi, affinché
manifesti
si ricorda
la
più
ressata
disinte-
che
fra i
mie
Le
libri d'esercizi
c'è
nulla
sono
male
di
libro
un
Ma
Anche
in
di
s'è
giorni che
più
pronta
Infatti,le
più, né sono
è
tal
ci
Pochi
stesso
Noi
«
P.P.
sono,
diera
ban-
né
le
ranno
baste-
non
ho
bell'ie
bastano
non
rinascita
a
cristiana
formularla
né
restaurazioni
22
i
lettuali.
intel-
ottobre, parlava
d'Aosta
che
non
è né
sturziano:
chiara
una
alla
al divino
visione
tradizione
Nazzareno
fratellanza
di
La
il Duca
abbiamo
dottrina
sto,
Cri-
schierarmi».
letterarie
giorni fa, il
né
rossi
a
La
fatti,io
cui
valgono
non
seguire: tornare
or
i
sotto
senso
neoclassico
letterarie
bastate.
del
programmi
ritorno
intitolato
vorranno
mai
Pesci
non
solfeggi.
volevo
parlare.
ha
dichiarazioni
che
cosa
nello
che
bandiera
la
i
di
e
le dichiarazioni
e
che
Bach,
(Carlino^ 7 ottobre).
«se
verranno
egli conclude
mio»
conto
di
occupato del
articolo
dell'umiltà
«Per
uno
questo che
Cecchi
un
dire
a.
d'esercizi
è
non
165
anche
n'è
ce
letture
e
di
alla
della
via da
venti
secoli
d'amore....
e
sublime
sua
La
vita
è
ritornare
piacere. Dobbiamo
ai sentimenti
d'altruismo
di abnegazione».
e
Ma
lio
qual'è dunque la bandiera sotto cui EmiCecchi
si schiera?
Forse
quella d'Emanuele
dovere,
un
non
un
Filiberto?
Essa
di
bandiera
Chesterton.
«non
E
la
e
copertina
nemmeno
d'un
Lasciamo
stare
d'un
libro di
libro
zoni
Man-
»
.
E
Ma
perché
non
contro
no?
credo
vi
sia
disinfezione
ogni degenerazione
snobistica
la
copertina.
preventiva,
e ogni scic-
166
TEMPO
cheria
BDIFICARB
DI
di
dilettantesca
questo neocristianesimo,
quella che ci
i capitoli XX
Pentecoste
e
Sposi.
di
migliore
bandiera
Essa
Vico,
il
seguenti
e
parla,
«veramente
alla
s'addice
come
e
l'inno
offrono
dei
dice
come
barbarie
parlare mutolo, dipinto^
la
per
messi
dei Pro-
dell'epoca,
blasoni
delle
e
bandiere.
«È
trapunta
eucaristica; e
fiori
di
greca
tela eletta, e oserei diresottile
fregiata agli orli d'una
in
una
di
sobri
a
campo
colori.
Nel
di corallo,
specie di monile
la croce,
campeggia la grande M, e l'I H S con
in
E intorno
come
son
disposti,ordinatamente
un
giardino, i simboli e le figure di quanto v'è
Ci sono
di più bello in tutta la creazione.
gli
riche
caalberi, e gli uccelli sugli alberi; canestre
di frutta e vasi di fiori. Sotto una
piccola
colonnetta, due
loggia rurale, separati da una
la colpa.
ed Eva
avanti
Adamo
fidanzati, come
Un
in guarnellino accorre
moretto
con
passo
di ballo,giulivo,dalle lontananze, per respirare
lui l'aure di cotesto
anche
paradiso. Una
grossa
sulla tela. Quante
farfalla s'è posata lievissima
dei campi e dei
volte ho cercato, nelle farfalle
mia
farfalla:
della
musei, i colori
quel bleu
etrusco,
tirreno, quel verde
glaciale,quel nero
di polvere millenaria, senza
poterli
quel rosso
E non
mai
ritrovare!
discretamente, il
manca,
mezzo,
sotto
dell'economia
simbolo
infatti
e
una
le
soltanto
sigle
e
dei
sei. Non
primi
delle
scienze.
numeri
Vedete
fino
l'umanità,
a
sei,
poesia.
ventiquattro
manca
la
le
squisite maiuscole
È questa la bandiera
sotto
lettere dell'alfabeto.
la quale vorrei
morire; quest'infantileteogonia,
Ed
ecco,
ricamata
in
settant'anni
fa
da
mia
suocera,
nel
Le
cantuccio
è
non
di
«E^
del
bandiera
e
sincere:
il
6,
babele
nella
nella
«È
«Siamo
sarà
in
nella
della
sicuri
che,
delle
la
lingUic;
il
e
casa
po,
cam-
umiltà.
grande
opoi
prima
volta
ima
ancora
limitate
concrete,
babele
la
nazioni.
delle
bandiera
la
sere
es-
È
reazione.
cose
economica;
babele
rica
ca-
potere
per
della
alle
l'abbici,
È
solo.
bandiera
ritorno
al
bandiera.
formidabili,
d'uno
la
è
non
mia
la
troppo
bandiera
la
monache,
di
rusticano.
soltanto
segni
167
scoletta
campanile
d'un
Ma
«
letture
qualche
di
rintocco
mie
bandiera
la
importa,
non
dell'umiltà
trionfo».
Io
di
il
percepisco
è
sul
pagina
questa
Ma
insensibile
i-esto
non
della
sentimento
E
eloquenza
suocera,
che
è
non
e
l'ispira.
residui
troppi
con
«fanciullino».
di
e
vessillo
verace
leziosa,
ancora
all'elegante
di
tismo
este-
umile
per
niente.
(Provi
a
sono
un
grande
Non
che
cattolico
settant'anni,
a
effetto
il
momento,
un
Tommaseo.
gli
del
fa.
a
ad
secolo
la
quando
dico
Cecchì,
Manzoni
Magari
attribuirla
scorso,
bandiera
sua
a
o
a
Gioberti.
Cantù.
di
or
fu
camata.
ri-
niamo,
PoVedrà
168
TEMPO
DI
BDIFICAEB
VII.
La
di F. M. Martini.
di Dio, di Marino Moretti.
Yerginitàj
Il cuore
La cascina sul Po, di Mario Borsa.
nascosto,
di A. S. Noyaro.
voce
-
-
-
Novembre
Chi
sentito
aveva
Marino
Moretti
si
al cattolicesimo?
«convertito»
fosse
die
dire
1920.
è un
delle
frequentatore della mes^a
Egli non
ha
undici, e in tutti i suoi anni di lavoro non
ha
mai
chiesto
serbato
una
recensione, né mai
vita
un
rancore
ingiusto giudizio. In una
per
all'arte e all'arte soltanto
esemplarmente devota
di
ha proibito a se stesso la soglia della camera
la critica vaglia i titoli dei
compensazione ove
la possibilitàdi
produttori, e s'è preclusa, con
Né
favori.
la
renderli, la possibilitàdi chiedere
la sua
d'armistizio
letteratura
con
sualità
gelida senné le sciccherie
avuto
calligrafichehanno
ad apsu^
lui, e i suoi libri continuano
parire
presa
umiltà
bianchi, di vera
vestuti, scritti
in
una
alla
via
po'
dice.
che
cosa
della
un
la cui
prosa
di
Due
con
Perciò
il
suo
cammino
sulla
passerà
ancora
visamente
tempo
prima ch'egliimprovdella
sia
lunga vigilia,
compensato
fama
accadde
come
è
è di servire
ambizione
sola
anni
Tòzzi,
a
fa
nello
lento
e
monotono,
e
Fanzini.
Moretti
stesso
lavorava
ufficio
porta
romano.
a
portg
Diversi
temperamenti, così che né l'uno né
l'altro poteva
agire sul vicino, eppure
piace
i nomi
fede
accostarne
che
perché la stessa
di Tozzi
treagitava il robusto irregolare cuore
erano
i due
Le
mie
letture
169
più quieto petto di Moretti, e quegli
la stessa
con
questicolorista adoravano
nel
mava
scultore
fedeltà
una
stessa
di
idea
arte
oscena
non
e
bugiarda. Di quel tempo è La ì"oce di Dio
Trevesi
è pubblicata da
che
ora
cio»
Non
e
sciupare !'«intrecvoglio raccontare
di
del racconto.
Chiunque sia desideroso
lettura dovrà
buona
leggerlo e cercarlo da
una
non
sé,
ansietà
con
delle ultime
fino
crescente
sempre
pagine. La
prima
allo
zio
stra-
è
larga,
orizzonte
di terra bassa,
un
piana, statica,come
d'essersi
molti lettori crederanno
e
impigliati
in
un
importa ben
di Romagna,
dalla
di color
romanzo
fatica
poco
e
di
di
locale.
Invece
descrivere
avrebbe
trascrivere
parte
potuto
frasi
il
suo
anche
a
Morfetti
paesino
esimersi
dialettali
di
pagina. La
e
scrupolosamente a pie di
Cristina e la sua
sua
Menga, protagoniste della
di DÌQy sono
Yoce
ciale
romagnole, e dalla vita soche
a
pano
grado a grado le stringe si sviluploro
della
tragedia, inidijvigli elementi
duale e ;universale.Da ciò la calma
abbondanza
di determinazioni
d'ambiente, nelle prime cento
o
centocinquanta pagine: stipe che poi prenderanno
fuoco ad un
tratto,ma
già belle a vedersi
il poeta le sceglie una
ad
mentre
una
niella
vita popolana
boscaglia di una
guardata con
amore.
compassione e con
Sempre piacque a Moretti indugiare presso
fissar gli
la sconsolata
delle donne
debolezza
e
occhi
sulle ombre
imprecisabilidella loro vita
B
aloni
da
di sensazioni.
interna, circondate
fu sempre
esse
con
cavaliere,sebbene
veritiero,
anche
deriderle
affettuosamente
quando parve
ridivisola
delV Amore,
Qui gli uomini
mede,
(ArchiCiro Buda, lo zio Tugnaz) roteano
iu
tradurle
170
TEMPO
uccelli
alto,come
su
conti
cui
da
cose
Ma
semplici.
Fautore
note
l'anima
nient' altro da
tutti
a
è
infinita
assedia
zati
abboz-
bravamente
ci fosse
non
forme
e
EDIPICÀBB
preda,
lasciati li quasi
e
dire
DI
e
in
fin
dei
pazienza con
Cristina, di Menla
di
di
tre
Giustina, di Angiolla, di Clotilde,dell'alinnumerevoli
creature
d'impulso e di dolore
che
breve
scendono
bra.
nell'omcanzone
dopo una
I segreti della voluttà, del
peccato, della
maternità
attimo
un
svelati, ma
vengono
per
è senza
cui l'artista,
uguale la grazia con
quasi
timoroso
della sua
stessa
potenza e pentitone
d'una
il velo sulla
come
indiscrezione,richiude
solennità
torno
indegli intravisti segreti e riconvoca
ad
essi il silenzio. Quanti, dopo
Batzac,
hanno
considerato
le donne
con
più gentilezza
ga,
di Marino
Moretti
Gli dirò
mi
son
?
pagine,due sole,del
è la 273
piaciute. Una
che
due
meno
di Archimede
per
romanziere
un
Moretti
inviti
che
l'incontr
sg. Quelandrebbe
Buda
eccellente; non
non
respinge
della
Ciro
con
misericordia
senza
libro
suo
per
va
tutti
gli
cinematografica. All'azione
è superfluo, all'emozione
del lettore può servire,
caso
mai, il ritorno del canto
galeotto:
tecnica
Che
attribuito
a
bella notte
un
di
Dio,
dalla
sparito,
del
notte
dev'essere
rubare
donne,
Ma
anonimo.
passante
cieco
strumento
per
della
destino
o
ha
sedotto
in cui
c'è
sparito. Non
Ciro
da,
Bu-
volontà
Cristina
è
più posto
per lui in un'opera che è salita tant'oltre.
è la pagina 283, e più precisamente
L'altra
La
l'ultimo
serva
Menga
periodo del romanzo.
ha
intuito
che
la
«Rapida,
sua
Cristina
decisa,
la
è
morta
vecchia
sinata).
(assass'alzò
e
172
TEMPO
dustria
che
man
analitiche
scelte
fra
Il
trema.
EDIFICARE
DI
modo
suo
po' grigie con
un
e
è
non
perativo
l'atto im-
foggia la materia
giandone
schegla resistenza, ma
alito tepido
quasi un
dire
cui la
materno, con
iterato, vorrei
finché
la veda
scalda
spirante. E alla limga
yien fuori un
guito
sequesto: «correva
epiteto come
satirica»
dalla
sua
gina
(pagrande ombra
273), che generato da un travaglio onesto e
ben
altre ridi pagine e pagine suscita
sonanze
diuturno
tutti
di quelle che seguano
agli aggettivi,
impettiti e annoiati, dei prosatori calligrafi.
Appunto perciò nelle ultime cento pagine non
lo stilista sia di primo
se
sappiamo più decidere
Le
di second'ordine.
o
via; si
parole saltano
del pollice che
abolisce
il diaframma
Vale
a
dire
è
stilista
che
immemori
stessa, il battito
dalla
oppresso
Dieci
a
pensava
blande
e
del
accelerato
Moretti
altro che
poco
le
sonnolente
sue
Altri,
a
a
infantile, essendo
fanciulli
e
alle
il
verginellolui
stesso.
moda
la moda
e
verso
e
in "ia4enze
ciullezza
immagini di fan-
lui
poeta
vergini
pietà.
rievocare
stucchevole
divenire
doveva
cuore,
crepuscolare,
un
o
di
e
cosa.
dalla
soUeVato
e
era
accanto
nostro
sulle
Pascoli,seguirono ^r
quell'indirizzo,e fra essi Fausto
la
Alla lunga quell'idoleggiare
Gozzano
la
e
ormai, in quelle cento
gine,
patanto,
soldi prim'ordine. Sentiamo
ha
dell'arte che
raggiunto se
simpatia
fa
anni
lo scrittore
tra
ma
Tuttavia
e
in
colui
non
di
orme
alcun
tempo
Maria
tini.
Mar-
fanciullezza
senso
che
deteriore
canta
ai
bambinello
questa
degenerò aveva
che
un
parve
senso,
e
Lt
e
il fanciullo
era
visto
alla guerra,
combattè
sul
fu raccolto
morente
il
esperienza
tabula
rasa
Moretti.
da
fu
forza
glio
me-
sione
viacquistare una
per
virilità e della vita. Abbiamo
percorso
miracolosamente
straziato
vittoria:
sulla
di
utile
della
temeraria,
quasi
tanta
qualcosa
Rimettersi
il cammino
Martini
corpo
173
sempre
pur
del superuomo.
dell'infanzia
era
sincera
letture
mie
e
da
conquistare
lavoro, l'amore,
luttuosa
ed
un
la
eroica
audacia
ghermì
ri-
campo,
la vita, e
l'anima
con
con
pur
col
ebbe
devastata
triplicetrofeo di
paternità. Questa
è
il tema
del
suo
Verginità (Firenze, Bémporad), che
s'apre con
un'agonia e si chiude con un osanna.
Colui che ieri,annaspando
nella fanghigliadella
revocabil
l'irfutile bella vita, sospirava vanamente
verso
che si
innocenza
dei primi anni, ora
è sentito appesantire come
ha ascadavere
sistito
un
e
alla sua
l'orrore
con
propria risurrezione
quistato
constupefatto che suscita l'assurdo ha anche
una
vera
vera
innocenza, una
nità,
vergirediviva
revole
fanciullezza: tanto più autouna
neir asserirsi in quanto s'obbietUva
nella
del poeta ed egli, finalmente
piccola creatura
fanciullo
la purità degli occhi, è uir per
per
I balbettii di
la- compiutezza dell'auto-coscienza.
ieri tendono
a
comporsi in inni.
Romanzo
Le
suture
sono
propriamente no.
deboli,i passaggi (p. e. p. 166 e 219) sono
più
lirici che
narrativi, le battute di dialogo sono
poetizzate (v. p. 210 e sg.),e molti perspesso
sonaggi,
la sposa
esclusa
del protagonista,
non
romanzo
passano
Altri
come
ombre
nere
su
uno
schermo
co.
bian-
personaggi (citeròRenato Spella e suo
i soli) appaiono più saldi.
sono
padre che non
In complesso è un
libro di liriche che cantano
174
Di
TEMPO
JBDIFICARE
in tutti i
i-esurrezione,e come
miai
vi sono
disparità. Roma
le parole appena
meno
ancora
e
una
poco,
di letteratura
tracce
sono
in
capitoli sono
Tultimo, il
di fede
crescendo
ove
un
con
ammirabile
mi
ove
di
altri
bellissimi;
d'uomini
e
riche
li-
piace
nate
belli, alcuni
fatto
è
di
letterati. Gli
per
genere
mondo
libri
di
e
luce,
ritmato
coraggio
quadratura sbocca in un canto
del
energicamente sul valore
d'aurora, decide
libro.
resiste
all'assalto
bra
momenti
fin'ora
avrà
l'ombra
ancora
difendersi
può
il mio
L'onda
ormai.
stanza
vedute
avevo
è
sepolta
ogni parte
Già ogni scia
più; ora
come
ferite in
ferite
luce
finché
in
pieno
la mia
lampada
lampada
«La
sonno
mortale.
dunque,
vergogna
del
la
il
Ora
ha
luce !
si
E
contro
le
guina
San-
corpo.
rosso
sinua
inscuna
cia-
ormai
reca
più
lama
cuore
da
mille
acuta
della
della
notte:
ancora....
sbadigliato,il
come
chiede
questo
stenuta
so-
la
livido
sangue
accesa
lo
camera
lanciata
la quale
freddo
le
non
non
l'impalpabile suo
l'ombra;
ferisce
V assale
di luce
d'ombra
suo
invade
sembra
biancore
lama
numerevo
in-
sono
spadroneggiando.
entra
tutto
Ecco,
passa?
luce:
si
vertiginosa, tanto
e
dell'immane
covato
nemici
suoi
eppure
torre
circuisce
una
ha
ignorate; e
notte! Questa
casa:
una
a
la
questa densità
un
la
alla
vetta
d*
sue
crepe
durante
in fondo
in
è
mille
per
Come
chiarità
della
chi
po-
per
vita.
che
ombra
piìi,povera
spasimo, quando i
che
moltiplicano a ogni secondo
non
sono
più due, tre le scie di
la
dell*om-
il blocco
appena
dell'alba. Riconosco
che
«D'altronde
di morire.
cuore
s;u,o i)alpitodi
rosso
vita
Posso
suo
gnerlo
spe-
quasi si
perché sente
che
Le
del
cuore
del
chiarore
sul
che
mie
mondo.
175
letture
cielo sta
accendersi
per
il
...»
lessicali e sintattici
gli elementi
di questa pagina siano
rapiti in un'enfasi
fa pensare
che
al
interiettiva
a
Mascagni; ma
la
migliore Mascagni, a quello che nonostante
il consenso
focosa approssimatività sa estorcere
dell'ascoltatore.
Quando
parla di fanciullezza
Martini
trova
accenti
egualmente persuasivi e
più delicati:
Non
che
nego
«Ieri
è
camminavano
bella
i suoi
avanti
Piero.
e
sorella
mia
venuta
I
due
si
Le
trovarmi.
a
due
Be-
bambini:
tenevano
per
mano;
così
gli stessi occhi, gli stessi cappelli.Erano
eguali quei capelli che si sarebbe detto un'unica
capigliatura fosse stata divisa sulle due teste.
movimento
Andavano
di onda;
un
lenti, con
onda
che
umana
sguardo
materno
dalla
è
alta
più
Vo
anche
stati
d'animo.
l'un
rive
pareva
dello
casse
traboc-
Bebella
che
nel
preferire i capitoli
rievocazioni
d'anteguerra,
d'essere così
le notazioni
potenti
sono
tratti
camminava
col Cecchi
alle
guerra
sentendomi
non
queste. In genere
in
dove
a
nelle
Piero».
d'accordo
di
ma
parte
di
incanalata
era
E
e
del
severo
nale
supplizio car-
immediatamente
il sentimento
verso
tradotte
che
vincola
capitolo ajraltro è ben degno di un poeta.
«Ho
dice agli spigiocato alla guerra vera»
riti
del padre e della madre
«con
gli uomini
veri, come
qui, sotto i vostri occhi un
tempo
gherita.
Mare
giocavo alla guerra francese con Sandro
Perché
ho giocato anche
la morte,
con
babiK)!
Lt" dico
tu
a
non
no
te, babbo; ma
è meglio che
parlare alla tua vicina. Oramai
Io sappia la mamma!
non
Con
te, vecchio
ga.
.
.
176
TEMPO
ribaldino,
la
con
E
gli uomini.
fra
morte
Ho
babbo!
morte,
mie
nelle
mani
Ho
intenderci!
di
modo
c'è
EDIFICAKE
DI
seminato
anche
anche
è
questa
la
tata
diven-
gliva
M'inorgo-
cosa!
piccola
una
giocato
da ragazzo
di più la pallina di cui armavo
la mia
di quelle palline che
potrei
fionda, una
forse
dietro
qualche canterano
oggi ritrovare
rannicchiata
pavimento
e
commessura
tutta
coperta
di
eroe
e
umilia
anche
e
ed
esalta
in questo
libro
d'amore
che
fuoco
gran
Achei
Troiani
di
tela
matura
c'è
favilla
una
di
quej
il sole
come
fu
prima
del
distinzioni.
le
varca
illumina
che
e
inconsapevole
mano
di
intervenuto,
superbia d'interventista
Il dolore
martire, di italiano vittorioso.
che
Ed
parete col
polvere o
dell'uva
troppo
di ragno
come
gli acini
fine di autunno....»
a
Nessuna
della
nella
dalla
acceso
Omero.
vecchio
con
quella
giorno Pastonchi
scandita
esattezza
di linguaggio ch'io non
sua
riferire: Vedrai
che
se
so
successo
dopo
uno,
contorsioni
tante
novatrici, scriverà un romanzo
in un
cominciando
pomeriggio d'estate la didel
colle.,..
ligenza saliva per la strada
Mi
diceva
Eccolo
Po
un
Mario
di
Borsa
alla
invece
maniera
di
del
cui
all'estremo
lombarda
che
scende
detto
—
da
di
di
nostra
di
tratto
quel
fino
sorgimen
Ri-
storia
comunemente
Milano
Editrice
antico:
tempo
la
sul
beri
copertina alnude
e
comincia
donne
buon
Cascina
sulla
ha
che
narra
lembo
Gasa
(Milano,
Caddeo)
velati
così. La
romanzetto
un
al
Po,
«La
scina
ca-
sorgeva
pianura
La
Bassa
fra
il Pavese
—
Le mie
da
parte
una
17Ì
letture
il Cremonese
e
Era
dall'altra.
cascina, vicina all'arginedel fiume
distante dalla strada
e
provinciale,anzi quasi
dispersa e isolata fra i prati e le risaie».
Artista e narratore
Mario
Borsa, il tenace e
paziente polemista, l'informatore documentario
è fra quelli che restee
ranno
previdente il cui nome
legati alla pace di Rapallo? Se è vero
e
che il disprezzo
comprovabile in tutti i modi
dei letterati italiani per la politica non
prova
è neLl*anima
che
non
vuoto
se
l'irrespirabile
dei suddetti
è men
mazione
l'affernon
vera
letterati,
complementare che la condanna
ventiva
preuna
gix)ssa
inflitta dai
d'azione
degli uomini
i morti
e
i
letterati
C'è
vivi.
e
alle opere
di
Disraeli
che
artisti-
parte fa ridere
nel
regno
delle
ombre, ci sono, per risalire più indietro e più
in alto,Dante
Alighierie Giulio Cesare ai quali
è
argomento
sollazzo la dottrina
di
letterato secondo
deve
cui il
attendere
leggere vocabolari
bisogne.
e
a
Il romanzetto
uomo
di
fede
struttivi nella
spesso d'accordo
in quanto io
Come
la
narra
infanzia
sua
gli sviluppi attraverso
giù fino alla guerra e
ch'eglisi fa della pace
impuro.
cova
poeta
razione
l'ispid'oca
a
temperar penne
senza
sporcarsi in altre
vita
d'azione,cercandone
e
e
sono
rurale
di
i dati
un
qo-
seguendone
gli anni di tirocinio giù
al dopoguerra e all'idea
zione
giusta e della ricostrue
imorale d'Italia. Io
Borsa,
con
puro
mentre
di Borsa
economica
del
uomo
ma
sono
ciò mi
d'azione
e
molto
concerne
letterato
critico
devo fare una
letterario,
distinzione taglientefra la prima e la seconda
parte del piccolo Ubro.
La seconda
parte è polemica, azione, giornaBOBGESB.
Tempo
di
edificare.
12
178
TEMPO
arte
in
EDIFICAEfi
tutto
lismo, programma,
non
DI
quel
stretto,anche
senso
animano
le altre che
che
se
si vuole, ma
la fedie
e
la
pagine eloquenticome
la
197 e
Artistica è invece
seguono.
la prima parte, e duole che il Borsa non
abbia
la pazienza di seguirne il metodo
nella
avuto
continuazione.
In quelle prime cento
pagine è
esposta la fanciullezza del protagonista,nella
sul Po, con
Cascina
figure di campagnoli e di
donne
ritratte in maniera
schietta e bonaria, e
di natura
fra le quali molte
con
scene
sono
buona
fede
del Po, è addirittura
Arte linda,modesta,
commovente
e (drammatica.
decente, e appunto perciò molto più rispettabile
delle montagne
cui nemmeno
il terremoto
a
fa partorireun
della guerra europea
colo
pic-
gradevolie
la
una,
piena
topo.
In questa eccellente famigliadi scrittori senza
iattanza e senza
trucchi Angiolo Silvio Novaro
ha un
suo
posto d'onore. Dopo la prosa lirica
del Fabbro
la lirica tenuemente
armonioso
esce
narrativa del Cuore
nascosto
(Milano,Treves).
Io vorrei consigliareagli amici della poesia e
del poeta di non
leggere le pagine del Cuore
nascosto
che sono
di
tutte anteriori alla morte
tener
Jacopo senza
presente il libretto del Fab-
br0
armonioso
Per
quanto
ove
uno
è
quella sventura.
cantata
sia buono
e
sagace
architetto
costruire le navate
del tempio ove
egli
la cupola e la croce
adora
la vita; ma
sopra
C'è un architetto sudi essa
affar suo.
non
periore
sono
pone
che ha i suoi piani ed alla fine li imall'artefice: ed è, per dirla con
Marino
Moretti,la volontà di Dio. Novaro costruì la
potrà
180
TEMPO
si
quando
EDIPICAEK
DI
piangere
poteva
la
per
delle
morte
farfalle.
Allora
tu
forse
piangesti
Che giorni,questi1
Scrivendomi:
sorte!
dolorosa
Che
farfalle
Le
morte!
sono
soggiorno
Questo funebre
Mi
Anche
ritorno.
pesa:
Novaro,
//
cestello,
le
ove
libro
un
ciulli,
fan-
per
pagine migliori
clie debbono
reverenti
blandizie
di
autore
hanno
sempre
di fandonie
darsi
ricor-
agli impudichi mercanti
i prosatori
fra
l'infanzia, era
corrompere
dal mito
della prima età..
poeti ammaliati
E
l'antico tetto
su
per
i
e
pendente
Fosse la luna,
Ed io piccolo innocente
Nella cuna!
Il Cuore
si
sotto
i
è
nascosto
colpi
riassumono
della
con
crollo
al
allude
il libro
guerra.
di
ove
con
questo bel
Gli
ultimi
fermezza
devota
più
estasi e in agonia
Arde l'anima mia,
Scruta cupida la traccia
oltre i cieli:
Che la conduca
Aspetta l'ora che cadano gli ultimi
il
tilezza
gen-
sogno
versi
ne
senso:
In
Che
Le
E
la fraterna
spalanchi le porte,
le faccia
Vedere
Il libro
veli,
Morte
vale
Iddio
più
faccia
a
faccia.
singole liriche, tra le
è molto
non
se
breve,
delle
che
quali è raro
una,
A volte il
sino in fondo
le promesse.
mantenga
donata.
palpita abbanpoeta si smarrisce, e la metafora
Più spesso
si sente, in uno
stilista così
Le
né
toscano
fonderli
consistenza
discorde
che
addurrò
diversa
essere
non
solo
esempio
parola
che
un
la
non
accosta
di
Per
suono.
sottolineare
basterà
scrittore
lessicali
elementi
d'arbitrio,
tacciato
quale
di
e
di
toscanizzato,
abbastanza
bene
senza
181
inesperienza
qualche
scrupoloso,
letture
mie
nel
turba
l'immagine.
Le
stelle
Consumano
Si
il
a
spegne
L'ultimo
Ma
e
pochi
di
un'eco
sera^
rondini
La
sera,
mi
si
che
che
resta
non
blu
strida
di
già
la
anche
sciolgono,
serena,
s'odono
non
si
malinconia.
ch'empievano
piace
residui
fiorellini
tavola
sulla
Le
poco
lettura
di
di
coronella
Luccica
la
dopo
e
^
seme.
questi
musica
La
(ove
loro
giorni
a
poco
vento,
fuoco:
loro
memoria
nella
al
tremano
più.
lunghezza
legge
interiormente
cima
agli
della
cantata
come
fosse
se
trisillaba).
in
Resta,
Novaro
ha
tutto
di
sentimentale
E
la
avuto
questo
è
così
altri,
di
fortuna
un
triste
un
verso
adunare
libro:
e
dolce
insieme.
in
il
cui
ritmo
182
TEMPO
DI
EDIFICARE
Vili.
Verona.
I poeti di Verona
di Ferrara.
Con Fiumi
a
e
il
nnovi
Antichi e
giovani. Leopardi e
leopardismo. LeoLa
dannunzianesimo.
letteratura
italiana see
condo
pardismo
Crémieus*Guido
rica
Lida Verona
e i frammentisti.
Heine
nella traduzione
di V. Errante.
ironia.
e
pura
-
-
-
-
-
-
-
Govoni
-
Tasso.
e
Milano.
L'offensiva contro
Lina
di
Schwarz.
apologo
-
Un
-
Mondadori.
-
Gennaio
Ho
alla
tornava
di
ma
solo
anche
Io
sono
avere
aver
letto
pochi
mancato
invece
del
non
mai
il tempo
l'incomodità
mi
all'andare
nulla
di
in
delle
Me
e
una
o
di
non
stri
illu-
n'era
coincidenze
mattinata
di
talvolta
viaggi, e
costringeva
Sì,
dire.)
piede c'era, fino
messo
altri
di
uno
le città
fra
mi
esiste?
d'arte
e
giorni fa. Verona.
Brennero
c'era
celebre;
avevo
sono
confessano
città
una
comune
volevo
qiiesto che
quelli che
libro
un
è
non
visitato
dove
a
di
uno
non
ma
recchi
pafatto
quest'altro incontro
poco
questo;
da
l'amico
provvidenziale. Io
esterno
(Pei quali il mondo
quelli....
un
pareva
che
l'aveva
me
persona
Ora
Fiumi
scrivevamo
giorni prima
due
Bonuzzi.
Guglielmo
Lionello
Ci
Verona.
sua
anni,
conoscere
stazione
alla
trovato
1921.
a
sempre
questa volta
col
passarvi
una
al ritorno.
treno
rata
se-
Non
a
con
meglio che andarvi
spasso
la guida di un
|m'avrebbe
poeta veronese
; Fiumi
aiutato
a
a
godere Verona, e Verona
dere
compreni
Fiumi
amici
suoi
e colleghi.
e
Nella
c'era il plenilunio,
serata
all'andare
al ritorno
la nebbia.
nella mattinata
Queste
mie
Le
circostanze
due
in
vista
punto in
di
veronesi
cose
luci
sotto
sì ch'io
fanno
divenuto
d'essere
che
183
letture
;
non
mi
non
picchi
molto
bianco
petente
com-
città V ho
quella cara
si potrebbero immaginare
deva,
più false, e la falsità della nebbia renirsto per
e
dire, anche
piìi autorevole
la falsità del plenilunio in cui Verona
i^vocabile
mi
s'era rivelata fra veli. Fiumi, che è un
cellente
ecun
po' dapcamminatore, mi condusse
pertutto
le
salvo
mi
fece
cosi
lo
dico
colline
che
ricurvo
belli
musei;
e
d'una
fa
così nudi
trecenteschi
tettura,
archi-
anch'esso
bisogna proprio
e
severi
che
dire
non
che questo che
convengo,
molto
di Verona
un'idea
per dare
le città,
l'avesse
mai
veduta; ma
è
non
chi
i
e
apposta. Ne
fanno
a
ben
Ise sono
le chiese
grazia quasi
larghe piazze drammatiche, e un
palazzi
e
che
dentro
intrawedere
fiorentina,e
fiume
che
non
più
quanto
ricche
sono
giova, almeno
la
prima
animo
con
di
solenni, tanto
più
camente,
volta, visitarle sintetie
A
viandante.
studiarle
ci sarà
poi tempo in avvenire, e intanto ce ne
rimarrà
deggiante,
quella prima immagine svagata e onè di futte la più delicata.
che
Si capisce che a Piazza
delle Erbe
chiesi notizie
delle bombe
austriache
di Angelo Dall'Oca
e
M'informai
Bianca.
Berto
fa
moni.
mai
Barbarani,
Ma
Verona
a
notizie
di
è
ed
tempo,
Simoni
domandai
e
non
strano
a
anche
della
di
che
vita
Renato
Si-
lo vedono
più
che
a
domandar
che
viene
Verona
vada
uno
da
tanto
da
Milano, e giusto dai suoi paraggi. Qualche volta
ci ricordamimo, com'era
dell'abate Cesari
di rito,
e
di
delle
buone
Verona
ove
una
tradizioni
città
lo scrivere
accademiche
che
quasi naturalmente
in buona
lingua
fanno
raria,
lette-
è
regolq
184
di buona
più
creanza
BDIFICARE
DI
TEMPO
città traspadana. Fiumi
che
dieci ore
passai con
lettere
dalle
devoto
onestamente
Mi
molto
piacque
così
a
si
visibile
una
passi,
all'arte
Milano
a
o
avanti
a
che
dissipata e Verona
gloria. Infatti a
non
riuscivano
l'aria
aveva
la
m'
mala
addebitare
salire
a
di
tivo,
na-
vive
non
reietto.
S.
Egli
gran
nardo,
Leo-
si fosse
non
apparisse in piena
i più alti campanili
Fiumi
e là, e
qua
come
si tesse
podoveri
se
dei
noncuranza
sua
a
luogo
chi
sprone
nebbia
pò* crucciata,
un
al
lo
pena
sforacchiarla
a
altra
buone.
cose
un
nel
ansietà
timore
per
alle
e
sente
verso
me,
ogni
m'apparve, nelle otto o
gurato
fiTero
lui, quale me
libri: nobile, sensibile,
amore
quel suo
squisito quando
e
raro
Roma
aveva
dai
e
in
che
osservata
d'ospitalitàquel contrattempo. Per distrarlo gli
la storiella di quel sindaco
del mio
raccontai
un
ospite di riguardo al
che, condotto
paese
si vedeva
belvedere
(donde quel giorno non
bel nulla), gli disse, allargando le braccia:
un
Scusi
—
E
non
la
c'è
se
aveva
nebbia.
nessuna
intenzione
di
scherzare,
essendo
la
mia
il
pubblico ufficiale: non
particolarmente ferace
Vidi
giunge
cortile
lo
molto
misurata,
i
mobili
studio
sono
poeti ironisti.
dì
anche
e
di
terra
Fiumi.
La
luce
vi
da
un
erro,
proprio fatti per uno
di esibirsi. Diedi
e non
se
non
voglia di lavorare
un
po' di sfogo alla curiosità, profittando specialmente
il mio
dei
che
ospite
pochi minuti
di una
mi lasciò solo andando
in cerca
preziosa
la
aveva
quale non
bottiglia di ValpoUcella
che
ha
,
altro
difetto
stampe
e
le
non
d'essere
Rovistai
fra
se
sturata
ì
in
ora
libri, esaminai
pitture ch'erano
alle
timeridiana
an-
le
paixti, le
Lt
Utture
mie
i vani
presso
nei
lirica ironica
anche
sculture
185
finestre.
delle
pittorie
Quanta
scultori
amici
di Ferrara!
e
quanta
questi poeti di Verona
tassi!
«espressione» di particolari,e quanto poca sinquale cura
dell'aggettivoe quale disdegno
di
del
verbo!
le Mussole
Apro
Nelle
(Taddei, Ferrara):
di
notti
i
che
di Fiumi
gingfno più pure
giardinettipubblici deserti
offerti
erano
ai radi
passanti.
Piumosi
ventagli di frescure
l'aria
marezzavano
con
'
scie
cangianti
profumi.
di
Pochi
Solo
lontani
e
i lumi.
bar
più tardivo
dietro le ciglia d'ebano delle gaggie
un
ingolfavacon
il
a
ovale
suo
d'un
ostinazione
incisivo
di popone
roseo
lampi di nichel
e
di cristalli.
via, tra i rami, il gas in asterischi gialli.
NuU'altro. Una
subacquea pace nerazzurra.
Ma sopra, le stelle a migliaia
altro giardino:
formavano
un
Via
il firmamento
la Via
E
su
era
Lattea
quando
della
per
l'atteso
fine fine
fine fine
sabbia.
una
ghiaia,
scarpino
ghiaia
sgrigliolavaindeciso,
si capiva bene se venisse
dalla terra o dal paradiso.
non
Apro
le Arie
Paesane
di
Sandro
Quadretto di vecchia maniera:
il Danubio
che specchia
un
villaggiobarocco;
un
tocco
d'azzurro:
sulla riva, tra il grano.
Baganzani:
186
TEBIPO
DI
Margherita
su
pensosa
di
un'ombra
sfondo,
aguzzi
Per
come
un
gabbiano
barca
una
EDU'IOARE
corrosa.
bosco
un
d'abeti
campaniletti gotici:
grande stupore diffuso:
fatti avanti
!
Amore
È
analitico
il metodo
Ovvero
il
prendo
vegnani
che
viene
Sinfanjaje
dalle
Myricce.
Giuseppe Ra-
di
:
d'Italia:
la terra
«Canto
infinita
Lombardia,
la
scorticata, nerigna
e
mistica
della
rigida;
dell'Abruzzo, ignuda e
ed
azzurra,
acciaiata
terra
ariosa
la terra
e
ed
arruffata
cupa,
intri-
frastagliata ed
ingreppita;
la terra
cristallina
della
cale
Toscana, musie
e
e
patriarcale,soave
gentile, luminosa
consolatrice
una
come
figura del Ghirlandaio;
la terra
grigiastra dell'Emilia, francescana
bizzarra
e
e
e
nostalgica, fumosa
monotona,
e
silenziosa, immensa
raccolta;
la terra
del Lazio, attonita
nomade
e giallastra,
nitida e maestosa, pura
melodica, scree
polata
cosa,
ed
la
arenosa;
tepida
terra
orientale,colorita
gioconda
canto
XJui,
tutta
Sicilia, magica
profiunosa, fantastica
incantatrice;
e
ed
la
della
d'Italia.
terra
gnata,
so-
tanto
se
più
celebrativi
Laudi.
delle
cerco
«In
nella
e
»
fosse
l'aggettivazionenon
acerba, si ripenserebbe agli elenchi
O
ed
fondo
strada
ehiai-o
mare
le
Prose
ad
di
Filippo De
un'osteria
sudicia
biaccoso
col
scura
Pisis:
con
portichetto,ho
celeste
e
rosa
locanda,
visto
con
un
vele
188
TEMPO
EDIFICAEB
DI
Questi, ed
altri,più o
nello
stile,sono
e
di
Vivono
Ferrara.
alcuni
quella città; hanno
Poesia
ed Arte^ che
Scolari
l'anima
somiglianti neli poeti di Verona
e
in questa, altri in
meno
domani
Verona
a
la
fino
era
sarà
rivistina,
loro
ieri diretta
a
diretta
da
da
Ravegnani;
la casa
Ferrara
hanno
a
editrice,Taddei, di
Alberto
Neppi, che
proprietà dello scrittore
copertine fiorate, e,
pubblica i suoi colleghi con
li invidia,
dirsi
strano
a
un
poeta!, non
per
né
dirsi per
un
a
editore!,
conta, piìi strano
e
arricchircisi.
di
Di
molta
avvicino
io
mi
curiosità
e
solito
apprendere
rarità degli
che
ad
incontri
mia
dalla
e
giovane coij
mente
con
più disposta ad
insegnare. Ciò viene dalla
con
quelli della nuova
nerazion
gea
un
coscienza
di
delle
generazione dei mauuais
egualmente antipatico s'io
colpe dei miei coetanei mi
e
dicessi
alla
se
di
sa
insomma
Ma
e
che
i
da
Fiumi
E
nel
nuovi
Ma
per
non
qui che
partecipe
sento
l'una
vanno
Siccome
ha
cos'hanno
in
di
culto
cima
Leopardi
di
a
mazione
affer-
presuntuoso.
per il sottile,
della
generazion
avrebbero
preceduti non
lodarsi, io preferisco starli
mette
a
sentire
nuovo.
ogni
siamo
cosa
Leopardi.
tutti,antichi
e
giovani, d'accordo.
sono
In
dalle
dicessi
mondo:
in blocco.
li
che
sapere
per
giovani
rebbe
Sone-
maitres.
l'altra di
untuoso,
che
che
so
ne
condannare
usano
gran
me
appartenere
innumerevoli
città
una
cronache
esempio,
e
i modi
di
onorare
pardi.
Leo-
d'Italia,a quanto risulta
di quella città, vive,
mondane
cenacolo
«un
leoparprospera
Le
letture
mie
189
tissimo
l'ald'onorare
quale, di tutti i modi
dubbio
il più ingegnoso.
poeta, è senza
c'è modo
D'imitare
nessuno.
Leopardi non
straziante
Ripetere la sua
esperienza psicologica,
rivivere un'altra
volta sul serio,com'egli li
visse, gli spasimi fantasticati di tutti i Werther
l'avevano
che
impossibile, e
preceduto, è cosa
desiderata
da nessun
il
non
se
poeta, neanche
destino
gli offrisse in premio il capolavoro.
C'è sì un
modo,
di giovarsidell'esperienzadi
Leopardi, in quanto fu esperienza letteraria:
diano
:
»
il
nocturna
versare
manu^
esemplare di stile e di
un
allora
diurna:
versare
c'intenderemo,
come
disciplina. Ma
caro
dice
l'essenziale
è
lineare.
giustamente che
nitidezza
quella sua
sene
far-
Lei
Fiumi?
di
Leopardi
poeti di Verona
eccellano
e di Ferrara
proprio per questa virtù?
Io non
dico
in
addotti
che
gli esempi da me
queste pagine siano opportuni e sufficienti per
un'idea
dare
di questa scuola
poetica. I miei
lettori ne
su
giù quello ch'io so
sapranno
per
di Verona, vista sotto il plenilunio e la nebbia.
Ma
la parte del discorso
che voi preferite è
il verbo
c'è
o
non
l'aggettivo? È l'aggettivo,
questione. Fra le particellecongiuntive, riverite
il ma,
limita
mediocremente
che
e
frena, e
Sta
bene;
idolatrate
il
Le
ma
come
che
pare
che
tutto
i
confonde.
lirica è
ancora
in
gran
i
punti. La
parte espositiva,
segni d'interpunzione prediligetei
vostra
Fra
due
ben lontani dal
descrittiva,e numerati va. Siamo
Leopardi.
dette esclusivamente
tuttavia non
vanno
Queste cose
voialtri. Quanti mai
a
s'immaginano
gentato
inaroggi d'essere leopardiani, perché hanno
di
leopardismo
il loro
vocabolario!
Al-
190
Di
TEMPO
cuni
andati
sono
un
rimetter
a
Ma
su
EDIFICARE
più
passo
in
là,
l'impalcatura
del
dicevo
sono
quanti
ancora
dal capire che
la sintassi
non
interno
del singolo periodo!
Quanti
di
—
celare
ben
concepire
e
è
si
tani
lonaffare
un
lusingano
leopardiana
patina
una
vano
pro-
periodo.
—
sotto
di
modo
si
e
il
loro
kl'imimaginare,radicalmente
dannunziano!
Prima
di
Verbo,
il
bisognerà
tutto
in
tutti
sono
si
Leopardi,
chiama
al
E
i sensi.
cfuelli che
il verbo,
restaurare
allora
vecchio
partiti pel
molti
che
mondo,
sione
delu-
senza
approderanno
che
si chiama
mondo,
nuovo
di
ancora
Manzoni.
un
pubblicherà
presto
romanzo;
Govoni
sfiora
pubblicato già uno;
il racconto.
talvolta
Ma
i
raggiunge
Ravegnani
ha
ne
Neppi
spesso
veronesi
nel
e
che
non
vi
che
c'è
e
ferraresi
non
c'è
qualche
Fiumi
Anche
incoraggiato
esaurito
dai
che
storiche,
il
tempo.
Quest'anno
fuori
da
di
cosa
mi
applicata».
arte
di
niente
salvezza
sia
in
sono
che
nel
pura,
male.
«lirica:
È
il
l'errore
divulgato
Aveva
frammentisti.
non
puri,
stimano
e
lirica
della
Perché?
ora
male,
diceva:
Croce,
lirici
genere
sussistono
di
dai
le
sue
più.
resto
è
Pascoli,
futuristi,
ragioni
Ha
fatto
suo
Dante
e
abbiamo
quello
buone
per
dei
due
centenari:
Promessi
Spo^i.
ripensare.
quello
Sono
sioni
occa-
di
Le
191
letture
mie
francese, Crémieux,
italiana
letteratura
d'oggi
Un
critico
nella
D'Annunzio
D'Annunzio
e
ha
detto
che
non
c'è
che
Alte
D'Annunzio.
e
che
sanno
ogni parte. Tutti i medici
il malato
il
strilla proprio quando
si tocca
punto giusto.
D'Annunzio
Essere
un
significaessere
poeta
di prim'ordine, in quella determinata
maniera.
Essere
dannunziano
significa realizzarsi
per
di
mezzo
vagabondaggi interni ed esprimersi
grida
per
In
da
questo
quelli
non
e
di
mezzo
che
senso
lettera
quelli che
numerosi
in
Italia
del
maestro
sono,
come
sempre,
hanno
neggiato,
svilla-
più impetuosamente lo
che
fanno
o
gli gnorri, quando
nominate,
se
come
Dannunziani
l'avessero
non
sono
dannunziani
tisti che
sono
non
interiettive.
seriamente
pretendere di
possano
I più fedeli allo spirito
dannunziani.
essere
alla
enumerazioni
i
i futuristi
futuristi
di
mai
letto.
sinistra, e
di
destra
lo
o
frammen-
un'enfasi
vogliano: quelli con
che
vorrebbe
rotonda
del
sopraffare la voce
di un'arida
bole
dee
maestro, questi col correttivo
è che
sarebbe
lissima
beluna
ironia, il cui senso
còsa essere
superuomini, ma
purtroppo
si puòj,e perciò è giocoforza ridursi a fare
non
dir
si
i fanciuUini.
Dalla
quale
intonazione
Laudi
è
e
mutata
rinunzia
lirica molto
più simile a
Ma, insomma,
la
tecnica
viene, naturalmente, una
da quella delle
diversa
quella del
l'ideale
Poema
è mutato,
non
descrittiva
disiaco.
Para-
e
né
aggettivale.
192
TEMPO
Il loro
è
Di
che
1
EDIFICARXS
cosidetto Leopardi, a guardar
D'Annunzio
esaurito.
un
bene, noq
Quante
turisti
contumelie, specie da parte dei fudi destra
Guido
o
frammentisti, contro
Il quale ha avuto
da Verona!
il torto di piacere
al gran pubblico e di tirare centomila
copie.
Ma
di framprendete un qualunque volume
lirico puro,
di differenziarlo da Guido
mentista,di
e
cercate, se
da Verona.
vi
riesce,
Sensualità
amareggiata e nostalgievagabonde nei lirici
puri e nell'impuro romanziere
; in quellie in
di ubi consistam; in
questo assoluta mancanza
tutti ugualmente dannunzianesimo
saziato
e
scontento.
Se
Guido
da
domandato
a
Verona, invece d'irritare i
letterati mettendo
nato
aduinsieme
romanzi, avesse
due volumi
in uno
le sue
o
più belle pagine
che
si
trovano
nej
(quelle per esempio
Libro
del mio
in Mafia
e anche
sogno errante
di prima quaMaddalena), che frammentista
lità!
che
lirico puro! che collaboratore
di riviste
d' avanguardia!
Ho
poi
Fiumi
qualche spiegazione
di cui i poeti giovani hanno
fatto
su
quell'ironia
il sale. Vi
un
ingredienteindispensabilecome
ironista a quel modo
pare proprio che fosse un
il Leopardi? «Appena avete un
sentimento, uno
slancio,una
commozione, sonate U campanello
in soccorso
e chiamate
come
una
l'ironia,
dia
guarche debba
carceraria
mettere
a
posto quei
ribaldi. »
Non
posso
nessuna
persuaso.
dire che
Fimni
Debbo
spiegazione.
non
m'abbia
dire che
non
dato
m'ha
Le
Ognuno ha le sue
cerco
specialmente
vorrei
colar
che
modo
masticano
Nord
predilezioni,e
canti
nei
Heine
io lo
Ma
Heimkehr.
di
italiani,e in partialmeno
o
gl'ironisti,
quelli che non
il tedesco, leggessero il Mare
del
tutti
nella
i letterati
traduzione
in
versi
(Firenze, Le Mounier),
traduzione
può essere, di
una
19^
letture
mie
il
Premendo
degna quanto
chiamarsi
perfetta.
tanto
sull'acqua,
ventre
suo
rante
Er-
di Vincenzo
si sdraia
deforme
il vento del Nord.
Con stridula voce
smorzata,
siccome un
ritroso barbogio
che s'animi a
ciarla col muso
tratto,
un
nell'acqua....
che
temperatura porti Heine
l'entusiasmo
e la commozione
e
a
quale ventata
velli
frigoriferapoi di subito li raggeli. Sono disli-
Bisogna
che
il
vedere
a
ironismo
al nostro
domestico
darebbero
capogiro.
Ironisti della
lirica
pura,
leggete Heine.
nisti
Iro-
panziniani, leggete Sterne.
In
suoi
v^ità
i
amici,
sono
sentimentali
sono
dissimulano
non
e
ferraresi,Govoni
sentimentali, e p|roprio come
veri poeti a mjodo
loro, ma
vieronesi
e
il sentimentalismo
con
l'ironia
dispiaceretroppo alla generazione
dei
per
mau-
pais maitres.
BORQESB.
Tempo
di
edificare.
13
i
194
tEMPO
Ora
di
clie
vedo
classici
il volume
Tasso
e
Alla
scomunica
grande poeta
la
farà,
Treves
Tasso.
del
EDIFIOARfi
Govoni
da
edita
la
DI
e
la
per
diretta
Ojetti,
da
! Il fiasco
buon'ora
in
accademica
incorse
collezione
furono
del
il povero
cui
catastrofe
una
italiana.
del
Agli accademici
suo
egli dispiacque soprattutto perché
tempo
cinico e Vuoto, perché aveva
non
abbastanza
era
di commuoversi
e
sentimenti, ed era
capace
per
di
letteratura
Poi
commuovere.
così
rigogliosoche
Manzoni
come
A
un
parola
Anche
anche
varrebbe
al
lo
giorno
sperò
pro-
uomini
grandi
riverirono.
che
letterato
la
la
ho
di
visto
di
pena
parola
vere
scri-
cuore.
più di scrivere la
mirare
pericoli, e di amsuoi
difetti,ci sarà
ci veirgogneremo
tutti i suoi
cuore., con
non
Tasso,
davvero
che
volte
di valutazione
Sanctis
giovane
detto
cento
Quando
De
e
altro
ho
recente
l'errore
una
tutti
con
letteratura.
nuova
Fiumi
i
osa
Tasso.
ammirare
diversi questi giovani poeti
sono
Intanto, come
U ha
dalla generazione che
si
preceduti! Non
fanno
scambiano
non
recensioni, non
rumore,
nei grandi giornali,non
arrivisti,
scrivono
sono
conoscono
non
sono
arrivati, non
personalmente
li cercano,
li rispettano
gli arrivati e non
eppure
una
con
equanimità di giudizio in cui]
trovo
spesso
Tutte
cose
un
che
candore
non
rasserenante.
bastano
a
fare
il
giovano. Per fare il poeta ci vuole
lo sterminio
degli aggettivi,e la liberazione
Panima
da tutte le guardie carcerarie.
Quanto a cultura, i giovanissimihanno
ma
poeta,
anche
del-
spesso
196
TEMPO
che
A
Dopo cinque
fronti d'Europa I
i
Verona
sua
letteraria
Milano.
tutti
su
la
un'offensiva
vorrebbero
contro
EDIFIOARB
DI
vive
ditta
Mondadori.
il
porti
è
Egli
la rinascita
per
Ammirabili
Verona
a
e
Roma,
quelli clie più
di
bella
Roma
offensive,
stampa,
nome
fra
della
di
anni
di
sebbene
l'editore
operano
stampa.
i suoi libri per
specialmente sono
fanciulli. Qualche
fanno
volta, non
più
sempre,
si direbbe
e
piacere a guardarsi che a leggersi,,
che
amino
l'editore e gl'illustratori
l'infanzig
i novellatori
e
meglio che non
sappiano amarla
i poeti.
di questi poeti sono
Parecchi
sere
o
vogliono es-
fanciuUini.
Ma
i bambini
storielle
le
non
vogliono sentire dai coetanei; le domandano
ai grandi. Bisogna essere
grandi, adulti, e non
balbettare,se si vuole piacere ai piccoli.
Fra
quelli che sanno
parlare ai piccoli voglio
ricordare
Mario
Pensuti
{Pap.nocchina^ Milano,
Quintieri) e Lina Schwarz.
le
Di
questa, Mondadori
Gira
La
rigira di qua
cingallegra dove
"
andata
far visita
col
pubblicato
di
là,
sarà?
figliolo
sno
all'usignolo.
Usignolo puoi
L'arte
bella
L'arte
bella vien
insegnare
tu
Quell'arte bella di
L'usignolo dice di
Tu
e
e
Sarà
A
ha
cantare
„
no,
insegnar
hai il tuo
da
canto
?
si può.
non
Dio,
ed
io ci ho
il mio.
Sei
tilene.
Can-
Le
Ma,
bella
è
lirici
Io,
anche
per
197
letture
Schwarz,
signora
cara
mie
i
Sua
questa
grandi.
Anche
lena
cantiper
puri.
mi
se
la
vorrei
prendesse
imparare
d'imitare
vaghezza
a
memoria.
pardi,
Leo-
i
Gualtiero
Rievocando
mie
le
nella
nel
nelle
urtante
volto
tissima
gli
nel
nervoso
di tenacia
sé: vi
visibile
la
barriera, oltre
l'ambizione, l'amor
soprattutto
politica;ma
destino.
Esso
che
sua
se
persuasiva,
che
sostenuta
Castellini
volontà:
che
si tradiva
persona
corrosa
o
era
e
quando
se
non
della
si
vuole
sua
sorriso
età.
di
poco
di insuperabile
e
ombra
la
care
quale potevate collodi patria, la passione
eravi
la
nella
sua
e
nella
fatalità del
magrezza
ben
sapeva
volontà.
dalla
le
una
suo
più
voce,
si
soprattutto questo:
rammento
sue
gello
sug-
un
largo
un
un'altera
come
sul
pronuncia-
mettevano
cose
ed
—
tratti
a
ma
passava
delle
colo
mono-
ambizione
rivincita
molto
sempre
era
scrive
il
mascella
la
nordica,
«Egli parlava
tumulti
bene;
quale
ch'era
fanciullesco
nei
e
stava
lo scheletro
e
che
parola e logico
che
gli serrava
che
qualsottili,teneva
impassibilmente
un'elegante
per
che
—
labbra
gazzarre
airocchio
ciò
con
della
incisivo
le
fin
Gualtiero
su
amicissimo:
dizione
ragionamento
volta
impressioni
d'accordo
Castellini,mi trovo
Raffaele
Calzini, suo
«Fermo
Castellini.
periosa
im-
della
decidere
Gualtiero
smisurata
parole napoleoniche
costanza
fortemente e con
si
maggiore Timpressione
ho
sempre,
ch*egliavrebbe
riesce
quello
vita
anni.
in
e
199
Castellini
Grualtiero
potuto divenire
quella degli altri. Morì
nella
a
di
pria
pro-
ventottb
»
Morì, di polmonite, al fronte francese, il 15
giugno 1918, proprio alla vigiliadella battaglia
Il suo
sacrificio fu senza
del Piave.
compensi,
ai più alti
avviene
la sua
e
fede, come
spesso
nella
del
credenti, non
potè trionfare
prova
anni
sedio
fatto. Due
partecipato all'asprima aveva
po
di Gorizia,e s'era ammalato
giusto in temdividere
coi commilitoni
la gioia
non
per
della conquista. Così
pravvivere
ora
moriva, quando souna
bastava
settimana
per
convertire
religiosa in ima
pratica certezza.
Ricordo
quale mi appariva negli anni delTanteguerra quand'io capitavo a Milano ed egli
veniva
qualche volta la mattina
all'albergoe
la
fede
uscivamo
dominata
.
La
insieme.
conversazione
lui
era
mente
netta-
perciò si manteneva
secca
e
serrata; la disputa non
degenerava mai
la polemica oratoria
né
si smussava
in
verso
scherzi
socievoli. Faceva
specie questo giovane,
così rigido in un'epoca
così
pieghevole, così
così ironica.
semplice e serio in un'atmosfera
Tale
nei suoi
appariva anche
libri, nei suoi
azione
di organizzatore poliarticoli,nella sua
tico.
E
tale è nell'autoritratto che
ha
dipinto
di sé in questo volume
di lettere, i)
Era scrittore; eppure
è raro
che un
tente,
combatanche
se
ignoto ed escluso dalla possibilità
di
pubblicare epistolari e diari, abbia
scritto dal fronte
dalla retrovia o dall'ospeo
1) Gualtiero
da
e
Gastkluni, Lettere,1915-1918.
Treyes, editori,1921,
telli
Milano,Fra-
200
TEMPO
EDIFICARE
DI
da
teraria.
letogni ambizione
Tutto è lindo, scarno,
chiaro, prosaicamente
La
idea
di riferire
sola
pressioni
imespositivo.
di guerra
lo fa sorridere; e se la svigna
provandosi alla meglio a parodiare i futuristi.
dale
distacco
tanto
con
Scrivendo
lettere
si
non
altro
alcun
propone
notizie sue
alla madre,
quello di dar
alle sorelle,
a
qualche intima amica, e bada che
al paese
le notizie e i giudizi non
nocivi
siano
che
scopo
in guerra
e che
sofferenza
sua
e
che
ciò
dice
di sé
riveli la
non
apprensione le sue
Per
donne.
trecento
e
care
più pagine egli non
sola volta
tradisce
una
questi doveri, ai quali
il suo
ossequio è perfetto.
rizzati
Noi, educati da molteplici esperienze ed autodal
in
tenga
non
fra
confronto
lettera
priamo,
lettera,sco-
e
checché
egli faccia
nascondersi,
per
soffriva
che
di guerun'anima
e
ch'egli aveva
riero
miles
di
si ma
Le
non
glorlosus.
prime
è ocGradisca
lettere squillano. «Intanto
anche
cupata.
Si
a
tempo
sindaco
di
vera
di
Nago.
non
contarli
novanta
quarto
«Domani
tra
due
tutti.»
giorni
di
mese
mesi
«Oggi
di
arriverò
non
il
poco
fatto
Pensate!»
due
il peso
«Domani
resistere;
sa
di
guerra.
si è calcolato
»
«Si
Speriamo
che
finita la
di guerra,
questo 12.o mese
la seconda, certo
più lunga, e
filosofia
quindicesimo
li conta?»
ad
altri
mese
di
anni
di
guerra;
li
e
di
già
oggi il
prima
in
con
glio
me-
sono
compie
«Così,
guerra.»
sarà
mamma,
non
guerra.
papà
giorni
Poi sente
speranza.
cara
guerra:
Ma
contarli.»
campagna
preparo
Sj"ero
di
«Oggi
conta.
e
dell'immobile
e
io
presto
«Abbiamo
»
militare.
vita
del
e
niente....
a
tempo
primo mese
bene
va
minceremo
co-
mi
fronte.»
chi
mai
or-
Gualtiero
Le
dal
lontananza
la
201
principalmente soffre
di cui
cose
Castellini
sociale
consorzio
sembrano
la
e
scarsa
«Atrofia
del cervello»
occupazione dell*intelligenza.
la chiama, e altra volta spiega: «Io sto
anche
si può tocontento
talmente
non
bene
e
qui, ma
dimenticare
che
siamo
dei cerebrali,
e
quel rimuginare sul futuro, sulPandamento
della guerra,...
può dare maggiore impressione
di nostalgia.» « Del papà non
parlo ormai
più
nelle lettere perché la guerra
mai
lunga ci ha orautomi.
Si sente, ma
fatti così:
si
non
in
rivela e norn si dice gran che, più....Viviamo
una
specie di aridità apparente che è soltanto
difesa contro
tutto quello cui la guerra
la nostra
fa
pensare.
Dico che
di
»
queste
le
sembrano
Castellini. Le
altre
o
renze
maggiori soffeci
non
sono
o,
vuol
è
parlarne.
più probabile, egli non
Sulla oppressione della disciplina,sulla necessità,
volte atroce, di obbedire
a
a
quelli che
di obbedirgli,sul tonnento
meriterebbero
fisico^
della morte
sulla presenza
tace
con
una
zione
perfedi contegno che ispira la riverenza.
Una
sola volta
leggiamo un' impressione di fuoco :
«Pensi
il fuoco
che
è tale
nemica
d'artiglieria
come
che
la
il vampare
e
notte
e
è
neve
delle cannonate
tornano
si
a
abbiamo
quattro giorni
e
scomparsa
e
lettera
non
nemiche
nereggiare
nostri
che
per
la sciolgono
le montagne.
È
Ma
di pausa.
son
si dorme
quattro notti che non
si .lavora. Scusi
e
se
dunque
è
sconnesso;
lontano.
mondo
monti
momento
un
cammina
scrivo
far
dai
»
per sentirmi
Osa
scrivere
è destinata
né
legato al caro
così, perché la
alla madre
né
alle
relle.
so-
rire
Eppure quale fiero pudore in quel rifeal colore delle
glieffetti del bombardamento
202
DI
TEMPO
EDIFICARE
alla sua
carne
montagne e non
povera
in quel non
quale gentilezza di modestia
solo
né a pericoli né a eroismi
ma
dormire
al camminane
e
lavorare!
e
umana!
nare
accen-
al
che
e
non
suono
quell'errore logico deirultimo
riodo,
pecui
da
sembrerebbe
nesso
ch'egli scriva sconmondo
lontano!
per sentirsi legato al caro
Qui un cuore
prode e delicato giunge di slancio
dà
profondo
al
brivido
Non
e
si
leale
bruciando
lirico
può
avere
tutte
le
sensibilità
una
così
pronta
su
questa
.
dolorosamente
meditare
senza
in
specie
guerra
Castellini è sobrio
echi
sulla
e
di
remoti.
In
in
guerra
parole,
ma
breve
terarie.
let-
tappe
le
genere.
parole
sue
può dire
dio;
perfetto guerriero italiano,senz'och'egli e un
la guerra,
anzi la vuole, è ne
vuole
accetta
il proseguimento sino alla vittoria,
con
uno
rito
spialla necessità, di cui
di risoluto
omaggio
suscitano
tuttavia
la faccia
conosce
nelle
si
Si
tremenda.
cercano
pagine esplosioni d'ira contro
difficile concepire
il nemico.
Ma, poiché sembra
che Castellini obbiettiva
la guerra
senz'odio,ecco
l'odio fuori di sé, e lo colloca
come
una
cosa
naturale, materiale, senza
consapevolezza, nello
i due
fra
intercede
eserciti avversari.
spazio che
«Si ha l'impressione che
quel silenzio sia
fra i nostri due
anche
il deserto
odii, la zona
fra i due popoli di fronte. »
brulla in mezzo,
resa
«Per me
la guerra
oggi è qui, in quel terribile
gisce
spazio che è la sosta fra noi e loro. » Perciò reai parolai che, dal
dignitosamente contro
vini
fronte
interno, felicitano i soldati pei giorni diinvano
vivono.
che
tutte le
sue
cose
nel
sacre
tempo
«Divini
—
certamente
bellissimi
per
e, soprattutto,per
ma
—
la loro
la
come
zione
proie-
parte
ne-
304
TEMPO
immutabile
«umana,
raccontare,
senza
tolstoiana»,e perciò può
insistere,episodi di carattere
e
tolstoiano
chiaramente
complimenti
a
di
merito
per
BDIFICARE
DI
soldato
un
guerra
fatto
caporale
promosso
mi
e
«Ho
questo:
come
risponde:
Come?
—
ai alter? Mi
E cerco
no.
comandag
breve
di persuaderlo in un
colloquio.» «Ora»
scrive
un
giorno «chiudo
questi vaniloqui e xiDaudet
Da
Tola
leggo la Sonafa a Kreutzer.
è sempre
il mondo
fatto di quelloI»
stoi.... ma
dalla
dalla
solitudine
insieme
Temprato
e
realtà il suo
e
pensiero politicosi fa piii cauto
aderente
alle
situazioni.
vengono
Sempre
più rari digli eccessi di passione parLitante e di
Mi
de
go
—
sciovinista.
fanatismo
proposte
seconda
«così
lità
personail rifiuto
delle
subito
Tenciclica
che
un
di
nunzio
accoglie l'analto coraggio
con
guerra
pensa
fa
concreta»,
dichiarazione
alla
devoto),
cuore
con
equivale
(ma
guerra
seconda
alla
che
tedesche
della
e
inchina
Bissolati,riconosce
di
una
Si
pale»
pa-
effetto, e
*17, con
certo
fuori, dopo il disastro di ottobre
obbiettivo:
siva
«Eccesquesto giudizio stranamente
Giolitti,che mi pare
rindignazione contro
abbia parlato bene, e benissimo
Federzoni.
Non
»
mai
smargiasso per se stesso, aveva
potuto nei
prirpitempi parlare con fervore paradossale del-
vien
Tadorata
tutto
Italia.
noi.
Le
I
Russi
vanno
gesta degli alleati
Faremo
male?
non
lo
vono.
commuo-
Di
ci siamo
che
noi
dinamici, pensa, non
Ma
e i tedeschi.
poi l'orizzonte gli si estende, e
vi sorge
la luce di una
Vede
superiore giustizia.
combattere
i francesi,e ne prova
certo
«un
senso
di raccoglimento (usiamo
le parole più schive)
di
fronte
pronto
a
e
questo
deciso,
successo
che
loro
in terra
nostra,
c'insegna innegabilmente
205
Castellini
Gualtiero
Giustizia,perfino
il
e
giustiziaverso
diario d*un
disertore
rese
unghefrasi di questo genene:
con
Tappla a Linz.
Siamo
giunti qui. Un
pomeriggio domenicale.
Mi assalgono i ricordi del bel tempo felice. Vedo
la primaverja e quelli che ne godono.
Mi volto
meglio la
abbondante, verso
nemico.
«Leggo il
a
fare
guerra».
l'alleato :
—
-
—
dall'altra
SanV
parte per
Ambrogio
Insomma
è una
«la guerra
che chiede, sia per
il sangue
più,
ancora,
censurare.
cosa
»
sia per
dà
non
grave
altro
nel
che
ho bisogno di tanta
che
forza
penso
cere
di forza che viene da lontano
per vin-
e
—
il Giusti
come
farmi
non
per
e
dire
non
e
questa nostalgia».
Soffrire
dignità e
tanta
con
meditare
tanta
con
la
superiore. Ma
se
figura di Castellini ci s'ingrandisceancora,
pensiamo alle deduzioni pratiche ch'eglitrae dal
dolore
dal suo
suo
e
pensiero.
Alcune
sue
parole, scritte venti giorni prima
del '18, hanno
della morte, il 25 maggio
un
è
umanità
valore
vedere
mi
quando
entusiasmo
lassù,in
mia
e
vivendo
ho
voluto
mi
par
sempre
andare
medaglia.
né
di
pagar
lontano
La
linea. Io ho
—
sento
dai
poi
guerra
in me,
mentre
e
che
l'istinto di
di
commuovermi
di, musica,
intelligenza
—
a
si deve
che
—
contraddizione,
questa
è utile
«Stamattina
soldati,perchè
lascio
della
rovescio
di
i
inno
un
della
coscienza
da
testamentario:
a
né
già
deve
al
pensare
è fatta
non
soldati.
per
stenza
resi-
ogni momento,
ho
l'orgoglio
rendere
prodigarmi,
persona,
—
tendo
sen-
della
ma
dar
an-
non
Voglio
se
dove
bile,
possi-
illudermi
molto
bene
206
TEMPO
Paese, ma
tutto
a
pensando
al mio
di doloroso
EDrt"ICAR13
m
leggere anche
quello che di
so
hanno
saputo
dopo
precisava, riprendendo
il filo dello stesso pensiero:
della
della
e
problema
guerra
si affaccia
sostanziale
non
possiamo
spesso
risolverlo.
Zola
Tolstoi
e
di proumano,
fondo,
dire». E il no
giorsene
avveder-
senza
«È
pace
anche
Teoricamente
certo
che
nel
a
il
senso
Adì,
ma
sì:
praticamente
risolvere
il
resistere,vincere, e poi
problema. Il nostro Papà era così: teoricamente
Che
aristocratico.
democratico, praticamente
vuol dire,in fondo, cercare
i mezzi
e ottenere
per
E
vincere.
la soluzione
soltanto
si avrà
dopo
ristabilito le sorti di tutti secondo
aver
giustizia»
Il che vuol dire, chiosiamo
noi, collocare T ideale
limite matematico, ma
mai
a un
non
perderlo di
alla pace
alla giustiziaaccettando
e
vista, e mirare
la vita ogni giorno come
lotta e martirio.
La
e
quale posizione è perfettamente virtuosa
inattaccabile
così dal lato etico come
dal politico.
Parole
che
ho citate,
definitive,
queste ultime
nelle
una
quali si riassume
personalità in cui
il patriottismo illuminato
ormai
rumanitarie
smo
intrepido, il coraggio e il dolore, l'orgoglio
la disciplina,il pensiero e l'azione
ramente
intee
sono
era
venzionale
conequilibrati. Si sente che non
umiltà
vere:
scriquella che
gli faceva
«faccio
il mio
pre»,
semcome
piccolo dovere
.
«vi
converte
mando
in
la
mia
fede
modesta
che
si
retorica
era
pazienza», e che non
iattanza
quella che nei giorni di Gaporetto gli
faceva
scrivere:
«Pure, se Dio ci darà la tenacia
di durare
tutto da
qualche anno, spero rifaremo
E si ripensa con
emozione
a
quella sua
capo».
breve
la madre
(ch'era degna di
polemica con
lui e tìella quale egli era
degno) , quaud'ella non
Castellini
Gualtiero
contenersi
più
sa
la
è
guerra
e
ìun^a,
eroico
rihsegnamento
«Pur
comprendendo
prego
di
sotto
—
imposta
vita
in
E
via.
righe:
quasi
tutti
buona
facciamo
Un
un'anima
lunga
trincee
è
modo
un
grande,
Già
di
nessuno
e
Croce,
tato
qualche
la
ci
raccolta
dicono
moderno
Fra
e
le
all'altezza
sui
scelse
le
sono
ha
sue
troppo
pur-
inquietarti.
Gualtiero».
«Castellini
prende».
lunga:
che
anima
dire
per
è
dalle
fuori
Anima
scherzoso
teva
po-
destino
Baci.
lo
dei
parlando
lo
storico
studio
problemi
vie
del
quella
di
filosofico
cosiffatte
tutto
spirituali
prossimo
italiane
del
ha
guerra,
e
oltre
preziose
religiosi
pensieri
in
morto
testimonianze
di
morte
Non
noi.
sempre
e
sulle
dino,
citta-
grippe
salta
ingegno
eroiche,
che
la
che
tedesco
giovane
un
mo
sia-
ci
magnanimo.
giovane
il
Il
dire:
e
che
la
capo;
soleva
gentile
e
—
compiuto
compagnia.
superiore
suo
morale
serenità
santa
mamma,
tanto
sol-
non
anche
ma
santità.
«Cara
preso
Ci
di
ti
»
di
di
stato
lei:
da
tutti
trovarlo
ufficio
tuisce
resti-
materno,
siamo
legge
ora
un
a
coglierlo
ultime
oggi
una
poteva
seconda
affetto
tuo
entusiasmo.
con
pronto
la
che
le
s'ebbe
che
legge epistolare,
una
soprattutto
La
il
riflettere
sotto
Gualtiero
e
che
istante,
un
per
pensa,
pò*
un
207
Castellini.
esor^
a
ziare
ini-
nianze
testimo-
per
del
le
cose
mondo
avvenire.
poche
stanno
II Dante
dentro
scura
seduzioni
Dante
e
per
e
noi
è
che
è
Lo
abisso
non
Non
o
Le
do
quan-
sua
di
ciò
che
altre
vita
onoranze
e
ingenuamiente
o
e
questo
alle
letteratura
La
fondo.
pro-
Ma
politiche
accademiche.
stette
ne
se
autorità
ma
luj
riva,
Da
tentativi
centenario.
del
alle
fra
accorgiamo
la
narrare
molti
avemlmo
nell'anno
molte
sull'altra
toccarlo.
per
ci
è varcabile.
chi voglia
per
la sua
figura.
o
ciò
biografo.
lingua che parla
nettamente
avanti
quasi ci facciamo
di
faccia
gli stiamo
affidate
è un*om-
delle
vediamo
cisa
pre-
il
per
la
per
vicino
Da
è
passioni. Senonchè
il Rinascimento, uno
stacco
breve
l'accento
stretto
viva.
difficoltà
nostro
Dante
ritratto
mi
luce
una
molte
e
di
abbiamo
Più
sommaria.
ma
bra
noi
che
L*immagine
di Scotti.
e
lo
coltà
diffi-
vere
descri-
genere
furono
tarie
universimilitante
accuratamente
farsi di Dante,
che
sa
disparte. Essa non
cese
dipartimento franpoeta troppo italiano per un
logico.
fraseocimitero
un
e
troppo vivente
per
in
Una
per
Yita
una
di
larga
Dante
cerchia
il
per
di
popolo, o
lettori,ha
almeno
scritta
Il Dante
209
di Scotti
i) l'autore della Vita
arati-Scotti,
di Fogazzaro. Con
questa eglirispondeva, volere
fino a che punto è
non
o
volere,alla domanda:
è riuscito completamente
riuscito e come
non
nella seconda
dei tentativi più ampi che
uno
Gali
Tommaso
del secolo
metà
sentiti
d'idee
letteratura
una
la
come
abbozzo
è
un
e
sempre
noi
lia
fatti per dare air Itaviventi e di sentimenti
si siano
xix
De
voleva
di
poeta.
Dante.
Ancora
Sanctis?
Fogazzaro
Il
grande poeta nostro,
assai più
il solo che, con
una
esperienza anche
gnare
della manzoniana, veramente
vasta
possa insedi noi un'arte poetica,è ancora
a ciascuno
e
per
sempre,
vare
ritro-
rifarci a un
dobbiamo
duo
stessi,
troppo arpassato, e le tradizioni più recenti sono, in
d'autorità.
Appunto perciò,
complesso, povere
tito
e
non
per ^ggestione della data. Scotti ha senil bisogno di scrivere una
vita di Dante.
Ma
i dati di fatto sono
oscuri
e
lacunosi, e
facilmente
patta
soggettialla leggenda.V'è quella comuniformità
d'ombra, e v'è quel distacco
stretto ma
cipio.
precipitosodi cui parlavo in prinLo
sforzo
di rendere
credibile
e
coerente
narratori
biografia(ignotoagli innumerevoli
di Goethe
ed anche, per risalire tanto
tano,
più lonallo stile di Plutarco) è evidente
estraneo
in tutti i biografidi Dante
e in Scotti non
meno
che negli altri. La
nianze
sproporzione fra le testimola
che
Dante
dà
di
se
stesso
e
i controlli
e
disponiamo fuori delle
suno
sue
uno
squilibrioa cui forse nesopere
genera
ha il potere di sottrarsi. Questa invadenza
del poeta pesa sullo storico anche
più che sei
le
integrazionidi
1) Tommaso
Italiano
BORQSSB.
cui
Gallarati-Scotti,Vita di Dante.
per il Libro del Popolo, 1921.
Temvo
di
edificare,
tuto
Milano,Isti-
U
210
TEMPO
secoli
DI
BDIPICARB
tìi
ripetizioni bigotte:T
pesantissimo.
Nell'insieme
bene
mi
che
pare
ultimo
dei
quali
lo Scotti abbia
stito
resi-
questi pericoli. Esagera anch*egli,
a
della
tutti,l'importanza obbiettiva
a volte
politicafiorentina di Dante, dimenticando
fu sovrano
della sua
gistrato,
mach'egli non
città,ma
altri cinque, per
breve
con
e
tempo,
che
della
Commedm
sere
dev'esripostasi sublime
d'inventario
accettata
beneficio
con
quando
di mettere, nello
si tratta
stretto
quadro della
canto
ace
Alighieri di fronte al papa
storia, Dante
83
il
trova
a
all'imperatore. Ma
pag.
quando definisce quell'azione pogiusto accento
litica
attiva di buon
e
«partecipazione modesta
Obbedisce
cittadino alla vita del Comune
»
che
qual-
quasi
come
.
volta
Dante
ha
alla maniera
«non
ha
mai
dicendo
encomiastica
piegato
mai
il
che
genio», «non
adulare,
seppe
suo
e
piegato costa», e non
fu
sola frase
sincera».
non
«incapace di una
Sebbene
la vita
di
egli sappia che nemmeno
Dante
fui esente di compromessi
sigenze
praticie di trannarrare
a
poetiche e sia costretto
gina
(panell'/ra
l'uomo
103) come
politicosuperasse
dovuto
folle «le ripugnanze che avrebbe
provare
nelle
trattative
vecchi
con
venali»
feudatari
a
e
giudicare poco dopo (pag. 119) severajnente una
qualche tortuosità d'ispirazione del Convivio.
Ma
distrazioni
rari
sono
eccessi,momentianee
che
offuscano
non
la chiarezza
guida lo Scotti
dà
racconto
a
questo suo
più persuasiva quanto meno
che
Non
o
di
che
si
trattava
sovvertire
la
sua
per
sobrio
libro. Il pensiero
e
costante,
e
un'originalità tanto
ricercata
ed
esibita.
lui di
nozioni
critica
è
del
scoprire fatti nuovi
acquisite,e quelle volte
si esercita
sullo
scarso
e
di-
212
TEMPO
poetica. «Certamente,
rivelano, egli si doveva
di
in quegli anni
e
di
coltura
parole sue
sentito rimproverare
il suo
passato poetico
specialmente nei
essere
esilio
lui
a
di
e
alcune
come
Intorno
amoroso.
centri
EBIPICARE
DI
—
studio
i dotti
—
invidiosi
le loro erudite
denze,
diffiavergli mostrato
vano
quella che essi stimafacendogli pesare
attività leggera di lirico erotico.
La
una
sere
esgrande passione e i suoi versi dovevano
dovevano
sua
stati commentati
la
persona,
sua
di
sembrata
Dopo
»
«Si
trovava
sua
vita.
che
aveva
Che
di
la
tutta
negli
nasce,
Nulla
ideale?
mondo
suo
Così
disperata, la
vita
ciò
cosa
il
»
questa
vava
tro-
dell'Impero.
fallimento
al
si
non
in pugno
di
gli restava
sofferto,atteso, studiato, tentato
realizzare
cenere.
fronte
di
egli
fallimento
al
davanti
soltanto
VII
Arrigo
di
fine
la
solo
già fatta era
ogni opera
pregio (Convivio, 1-3). Sono
ma
minor
chiare.
parole
Non
sfavorevolmente.
ultimi
o
poca
anni
di
otto
Commedia.
Divina
per
tende
S'in-
è
Dante
originalmente poeta
Vita
Nuova
c'è più di quanto
che
nella
corra
oce
è probabile che, se
attestarlo; ma
per
d'azione
avuto
l'uomo
avesse
fortuna, il poeta
molto
sarebbe
andato
non
piiì in là della Vita
e la
Nuova, ed è poi certo che tra la Vita Nuova
che
bene
Commedia
la
c'è
passione pratica
La
attiva
vita
ed
sfocia
una
ma
è
alla
nello
al
permesso
infine,
Commedia,
quale
della
ha
volta
sua
le
da
asilo
enuncia
Il
nella
profeta
aveva
un
versare.
tra-
dalla
nasce
vita
attiva,
vendetta
l'eterno
nel-
asilo
delusioni
contro
temporale.
se
una
tempo
Il poeta cerca
fantastico
solo
poeta di
stesso
restaurazione.
questo
che
smisurata
distanza
una
del
po;
tem-
programma
già superato
l'ar-
tista, dice
scambio
lo
tra
È
della
proprio
di
tutte
comuni.
E
sempre
visto
Dante
Ma
vede.
che
la
vita
poesia
pratica e
le
parole,
della
questo
come
è
l'essenziale
non
d'aver
biografo
suo
il rilievo
in
cui
il
il profilo dello sconfitto
l'insistenza con
cui accentua
alla fantasia
all'azione. Da
ogni lato
sua
personalilà Dante sconfina. Il piccolo
dello Scotti è tutto inspirato da
questa
dalla
e
libro
tastica
fan-
vere
crederanno
s'arrende, è
questo duplice passaggio dall'azione
della
lo
ormai
era
serenamente
cose
moltissimi
ritrattista mette
nuovo
diverse
chiuso.
parere
lo
213
Scotti
Scotti; o, con
l'esperienza e
compiuto, Tanello
era
di
Dante
n
fantasia
perciò ha pagine belle come
quelle
sull'esilio e i peccati di Dante
(95-96) e quella
bancarotta
sulla vita politicacome
(158) e quelle
aJ regno
sul ritorno
irrazionale
di Dio
(166 e
seguenti)e quelle sulla vita a Ravenna; perciò
all'ombra
zionale
convenaggiunge qualche chiaroscuro
di Dante
lo spazio
e
restringe un
poco
visione, e
ci separa
da lui.
Dico dello spazio che separa
noi uomini
dal medievale, non
di quello che
invarcabile
fra
la
poesia di
odierno,
avesse
che
e
che
voluto
perchè Dante
è
Dante
s'apre
lo
spirito letterario
voragine. Se Scotti
e
addirittura
scrivere
derni
mo-
libro
un
sia
per
dire
come
modo
un
più spesso
ospite incoche
un
nume
indigete nella tradizione
letteraria italiana,come
e
perché la letteratura
militante
di oggi si sia
dalle onoranze,,
astenuta
avrebbe
non
potuto far di meglio.« Egli » dice lo
Scotti «non
è il letterato
odioso
tipo creato
dal
Rinascimento
lo sfruttatore dell'arte,il
virtuoso delle lettere....» «Non
si compio
insiste
altrove «una
grande opera d'arte se in qualche
e
—
—
214
TEMPO
modo
se
si
non
perde
per
la
essa
le si sacrifica senza
si brucia, in
se
non
non
I
EDIFICARE
m
propria anima,
misura
essa
e
tazioni,
esi-
sienza
tutta la materia
greggia e incomposta della propria umanità.
In questo l'artista sovrano
si distinguedal mediocre
artefice di versi e di libri. Per
lui lo
scrivere è la forma
più alta di vita e di azione:
è una
mente
purificazioneascetica ed un atto veraeroico. » Ma
appunto perciò sulle due
principalicime
del
italiano
Parnaso
—
quella
sfacciati e quella dei decoratori in
c'è posto per monumenti
non
a
cartapesta
Dante.
Appunto perciò la letteratura militante
dei mercanti
—
solo per disgustodegli sbandiee non
assente,
ramenti, dal centenario. Se potessero parlar
franco
preferirebberoBettinelli. A Dante vivo
Giovanni
del Virgilio,
rimprovererebbero,come
di cantare
per la gente dotta.
per il volga e non
è stato ed
Dante, riverito fino alla cortigianeria,
italiano.
dal lctteratume
è tepidamente amato
la sua
L'esempio ch'eglioffre è troppo diffìcile,
strada è troppo malagevole.
lo raccomanda
lo Scotti,
Nessuno, e nemmeno
Non
come
esempio da imitare scolasticamente.
cadere in un'enfasi bislacca,
si imita Dante senza
i puri classici senza
si imitano
dere
canon
come
così
nella melensagginedell'acquadistillata,
ogni industria d'alambicco,
diversa, nonostante
dall'acquadi sorgiva!Né si tratta di ripetere,
fu
le
secondo
nuove
circostanze
e
devoto
in cui
un
di
Dante
credente
di Cristo. Il poeta italiano
la
poesia come
cui
le
vivono
solitudine e il suo
fede tentò Carducci.
generazioni,la sua
in buona
sdegno: come
Scotti parla d'imitazione
nuove
umile
in
una
nel
senso
zione
parla d'imitasmetta
di
siderare
con-
pianta ornamentale
Il
in
coltivare
da
la
più
e
l'arte
tratti
essere
un
si
poeta,
Così
Dante,
dei
facendo
essere
mortali
a
ogni
italiano
sarebbe
cioè
credito
poeta
e
e
me
co-
come
fra
uomo
uomini,
come
non
di
vergognato
impeccabile
un
rappresentatore,
società
viva
vocazione
Dante
puro
d'avorio
torre
prigioni;
come
una
come
216
la
delle
coscienze,
professione.
una
Scotti
fugga
serra;
obbrobriosa
fra
coscienza
di
Dante
di
campare
e
turbabile
incon-
nella
suirimmortalità.
può,
dantesco.
senza
emulare
1
Teatro
renascentur
Multa
nuovo.
cecidere; ma
iftm
quae
italiano
la
ha da risorgere
non
disputa sul teatro
perché è sempreverde da parecchi secoli e, se
stanza
muta
gradualmente di fronda, non muta di soGli italiani,
essi soli,
e
non
si son
che
messi
in capo
fin daj Rinascimento
letteratura ohe si rispettidev'essere come
una
e
un
bel
di tronco.
palazzo
le
con
scale,scalone, stanze
per
sue
scuderie, cantine,
abitare
e
sale
è
di presentanza,
rapda
s'ha
completa,
completare via via secondo un piano prestabilito
tramandato
dai Greci e imitato più o men
bene
In ogni palazzo letterario i
dai popoli moderni.
saloni più illustri sono
quellidell'epopeae del
si diedero
dramma.
un
Dapprima
gl'italiani
specialmente
gran da fare per l'epopea;poi
che
culminarono
le
drammatiche
dopo
glorie
della Francia
e dell'Inghilterra si appassionò
Ed oggi non
v'è molta
di preferenza al dramma.
talia
sul serio perché all'Igente che si rammarichi
manchi
nale
naziovero
un
e
proprio poema
e,
non
se
—
—
come
l'Iliade
e
l'Eneide;
ma
sono
simi
moltis-
al
sul serio intorno
quelliche si torturano
cosiddetto problema, che è poi un
qui prò quo
pedantesco e accademico, del teatro nazionale.
I dati di questo problema sono
tutti,almeno
Teatro
217
nuovo
Si
qualche misiu'a, arbitrari.
ia
che
supporre
vi
non
di
teatro
un
la
teatro
sacra
salvezza
sia
col
letteraria e
sistenza
negando l'e-
si continua
dramma;
pK"eticasenza
cainincia
italiano
(come se
rappresentazione e
sero
fos-
non
il melodramma);
si prosegue
riducendo
annullando
o
di tipo
dei singolitentativi drammatici
il valore
a
Pirandello, dalla
«regolare», da Machiavelli
alla commedia
se;
borghetragediaclassicheggiante
si conclude
invitando
i «giovani» a una
cie
spe-
lavoro
di
riparare
la
paese
collettivo
dovrebbe
si
cui
con
in
Ma, se
quando parve
alla manchevolezza.
critica,anche
nessup
divenuta
in Italia nel chiedere
ribelle,fu così ortodossa come
alle millenarie
e
rispettoai santi schemi
tradizioni,in nessun
paese il genjo dei poeti fu
così indipendente e, in alto senso, romimtico
noi
da
come
nel
forme
nuove
creare
nell*abo-
e
di lavorare
quando credeva
liana
progenitori. La poesia itascendentale
quanto è capolavoro è quasi tutta trae
visionaria, dal dolce stil nuovo
lire le antiche
pur
falsariga dei
sulla
in
Divina
dalla
e
rami
Conxmedia
Per
del futurismo.
nella
talvolta
realtà.
la
con
la
che
secoli
spezzava
A
s'è raffinata
essa
in
e
ove
le
e
la coscienza
sue
basi
nel
dal
lontananze.
si
mondo
alla donna
media^
Com-
morta,
del poema
fisico della
lirica
cielo
cavalleresco,
poesia leopardiana
sembra, capovolta,
stellato
onnipresente, nelF infinito e
guardare gli uomini e la terra
e
brile
feb-
una
filiformi, se
coli
addirittura, i vin-
questa fuga
nell'assurdo
paesaggio morale
certi
e
rendeva
petrarchesca fedeltà
le cavalcate
avere
Pascoli
la sintesi cabalistica della Diulna
debbono
il
non
sette
a
dell'assoluto
ricerca
sublimazione
pure
fino
nella
solo
vicinissimo
morte,
da
e
quelle
218
Il
di
predominio
uno
mostra
lettere
nostre
EDIPICAIIB
DI
TEMPO
nelle
spirito cosiffatto
quanto Teducazione
cattolica
scendental
tra-
abbia
agito sulla nostra
degli esempi grecogente più profondamente
romani.
Naturalmente
sultanze
questa direttiva ha ripositive e negative. Il capolavoro raggiunge
finitezze
e
trasparenze incomparabili;
poiché il capolavoro è raro, la gran massa
ma,
nutrita
dall'amore
della
produzione, non
per
voli
alti
di
cui
la realtà ma
non
degli
capace
è ambiziosa, risulta
più pallida e insignificante
Altre
al paragone.
letterature
vano
più pedestri troe
neirosservazione
che
alimento
cinie
del
si direbbe
conferisce
che
e
della
un
vita
alla
un
tutti
di
portata
interesse
certo
com'è
così
anche
a
e
die-
cui manca
di opere
l'impulso
In Italia la smania
del
assoluto.
centinaia
a
capolavoro
condanna
sublime
alla
sterilità presuntuosa
folle
ad alture
poeti incapaci di rassegnarsi
Il gusto della realtà è scarsamente
più modeste.
v'è né
sviluppato, e senza
questo gusto non
intere
di
né
romanzo
Gli
dramma.
hanno
italiani
ch'essi
an-
i loro
tici;
drammae
capolavori narrativi
in una
della
ricerca
ma
pochi; concentrati
di
perfezione senza
margine così che ciascuno
il romanzo,
ai Propiessi
essi (si pensi, per
esaurire
pito
il comSposi o ai Malapoglia) sembra
di un
generazione;
grande artista e di una
tali né
non
tanti, per piacevolezza e varietà,
da
riempire la vita di una
signora divoratrice
di racconti
dell'anno
ajnorosi
biblioteche
cartelloni
da
occupare
al frequentatore di
romanzesca
le
o
la
Il Qarattere
italiana
non
circolanti, né
produzione
eminentemente
tutte
La
teatro.
basta
basta
a
drammatica
lirico
a
le
sere
zione
produfornire
tenere
i
interna.
e
fantastico
220
TEMPO
EDIPICAEE
DI
è
tutti i carmina
quello che promette più
indifferenti
alla
E si comprende
che, non
pane.
loro coscienza
letteraria,non
vogliano, facendo
contro
teatro, sentirsi degradati, e recalcitrino
la quale altra cosa
la dottrina
estetica
secondo
fra
è
il teatro
altra
e
è
cosa
la letteratura.
considerazioni
Queste
del
parte il fenomeno
spiegare
possono
«teatro
di cui
nuovo»,
in
s'è
discorrere, prò e contro, ma
più
Non
in questi ultimi
anni.
v'è
contro
s'è voluto
una
scuola, come
dire, e tanto meno
fatto
un
una
combriccola.
gran
che
prò
parecchi
a
poetiche
parecchi
genera
mune
co-
azioni
pubblico in
è il caso
di esprimere
e
di
analoghe. Non
giusto
ingiudizio complessivo, che sarebbe
tutti quei drammi
se
leggero, come
macchine
Ma
officina.
critica
casi
e
fossero
di
d'animo
stato
uno
scrittori, che
reazioni
e
un
v'è
V'è
migliori come
significativoe
dalla
nelle
nelle
sforzo
uno
uscite
serie
a
non
stessa
peggiori
inutile
di
di osservazioni
dello scritil campo
tore
al popolo e alla vita
italiano avvicinandolo
allargare
collaborare
a
ogni giorno e preparandolo
E
all'indipendenza intellettuale del suo
paese.
nelle peggiori v'è un
nelle migliori come
voco,
equiche nuoce
di metodo
errore
un
gravemente
tico
è nell'atteggiamentocriai risultati. L'errore
miglia.
di fae
polemico che dà a tutte un'aria
di
La
come
pesa
non
riassunta
ho
canzi
prima
un
aver
in
alcuni
incubo
andare
osano
letteraria
tradizione
chiesto
su
davanti
scusa
italiana
dati
di
questo genere:
po-
fondamentali
questi scrittori che
al
pubblico senza
alla poesia. Ognuno
al lavoro
si metta
dopo un
pare
in un'asserzione
si concluda
che
contrasto
di essi
che
intimo
battiva
com-
«Ah, voi dite che
il
Teatro
teatro
vi
ci fa
può,
la
commedia
vino.
Di
necessità
in
poesia? Ora
un
ha
certo
un
inferiore»,
«genere
alibi.
di chiamare
oscuro
Intanto, tutte
il dramma
e
le volte
dramma,,
il pane
il vino
pane,
le confessioni,i grotteschi,le fiabe,
commedia,
qui
Poi
le avventure.
articolo
a
un
evita
che
Egli
lui.
darsi
con
supera
è
non
io».
vedere
di
rimorso
letteratura?
vedere
faccio
E
lo
è
non
221
nuovo
critico
la
e
mezzo
a
in
cui
santità
d'inserire
ragiona
della
nel
e
condannato
in
dramma
fantasia.
a
un
documenta
personaggi reali, mette
sublime
canarino
cura
far
la
Oppure,
un
lirica
naggio
persocome
in
gabbia o un
grammofono
casa
una
d'impiegato. Oppure piglia pari pari
i personaggi del suo
piccolo e profondo dramma
di tutti i giorni e li veste di piume
sentimentale
perché
spagnuole o di pelli trogloditiche,non
la Spagna o il mito
in quanto
senta
senz'altro
la
ottenere
Spagna e in quanto mito, ma
per
la lontananza
il pittoresco.
e
poesia attraverso
Tutti
questi espedienti si equivalgono. In sohstanza
gli autori che se ne valgono considerano,
una
senz'awedersene, la realtà come
pietanza
la poesia come
si versa
condimento
che
e
un
sulla
la letteratura
pietanza bell'e pronta. Poiché
italiana
predilige i fiori illustri e fra
offrirci un
osano
mazzo
questi la rosa, essi non
di fiori campestri senza
prima averli profumati
di profiunieri. Fanno, sì, il teatro,
con
essenze
chiedendone
alla
ma
scusa
complimentosamente
poesia.
il nuovo
soffre
di un
teatro
suo
Insomma,
non
presunto peccato originale.E perciò esso
risolve il dissidio fra scuola
e
blimità
popolo^ fra surealtà
nella letteratura italiana,pia
e
un
222
TEMPO
riporta
lo
scolastico
verità
di
di
DI
sulla
peso
ove
l'elemento
scena,
si accapiglia con
la
tradizionale
e
sperimentale. Ci
pubblico
di
e
molte
confusioni
si dovrebbero
minare
eli-
sono
critica
che
bene
comprendere
per
^
EDIFICARE
questa
strana
fioritura
fondono
giovanile.Parecchi, per esempio, conl'arte di questi novatori
con
quella di
Pirandello,che sta invece quasi completamente
loro perfette
a
sé,che ha prodotto cose a modo
// giuoco delle parti e Così è se vi pare
come
e
che
di
merita
fuori
vedono
artificio
e
forma
e
finisce
che
la
della
Ma
non
all'in-
mi
occupiamo. Moltissicommedie
nuove
scrittori
che
esecuzione
a
ardentemente
critica
che
lavorano
di
conquistare
le confusioni
del pubblico
impensieriscono: quello
d'accordo
essere
per
in ultimo
sempre
discussa
e
condannando
sperano
sicura.
con
Tarte
una
perflua
suappello, rende
È invece
giustizia.
pericoloso l'equivoco
mina
stessa di questi scrittori:
l'ispirazione
questa,
credenza
che
queste
falange di
una
sul serio
in
menzogna,
e
sommaria
vera,
di cui ci
della corrente
non
una
esaminata
essere
che
la
realtà
non
basti
all'arte
e
la
poesia vi si possa inserire dal di fuori.
Dal quale equivoco viene l'atmosfera non
vitale
delle loro
della
commedie, in cui le creature
realtà
piana e grassa
boccheggiano nell'aria
rarefatta dell'astrattismo
Parecchi
belle.
da
rimorsi
di
essi
sono
estetico.
capaci di
Purché
sgombrino
impai-aticci,purché
di accettare
in blocco
la
cose
loro
abbiano
la loro
mente
interamente
il
raggio
co-
ispirazione.
Non
è vero
che il teatro abbia
le sue
leggi (che
sebbene
da
Aristofane
tanti
in giù
poi nessuno,
ci si siano
provati, è riuscito a raccogliere in
è vero
che ài pubblico abbia
un
codice). Non
Teatro
fle
per
sia
viva
esigenze»: un'opera
è vero
soggiogarlo. Non
è
vero
poetica. Non
sue
l'assurdo
che
228
nuovo
di
manca
realismo
vitalità
il lirismo
e
che
che
compromesso.
di un
davvero
le cabale
stare
e
le
di
caso
di
uno
alla
davanti
vero
il
faticoso
un
vita
e
quale
nella
a
Se
è
essi
e
namora
s'in-
vissuta, lasci
suggestioni calcolate,sia
uomo
un
Ma
vengono
non
fantasia
la
un'opera
premeditato
sempre
realtà
la
drammatici.
siano
non
finisce
Natura,
plicemente
semcome
Faust, e farà un'opera terribilmente
come
è, per esempio, La Parigina. Se
di essi è agitato davvero
da
uno
una
nazione
immagitrascendentale, curi di portare tutto il
l'alta
senza
dramma,
riguardi pel pubblico, a quelfarà
fece
e
teatro, come
temperatura,
Ma
nella
non
faccia,
Tempesta.
Shakespeare
né
lo spettatore dalla
questi né quegli, passar
trascendentale
del monologo
a quella
temperatura
già disse
poetica,
del
di
di
quadretto
sublimità
l'altro
e
Siffatte docce
genere.
di
realismo
soffocano
alternate
l'una
e
suppliziano i nervi.
Il pubblico digerisce tutto, perfin l'arte vera,
siano
di sapori troppo
purché gl'ingredienti non
pazienti
lo si imdiscordi; segue
chiunque, purché non
e
in
qua
già largo di benevolenza
gli sarà
largo di gloria
si decidano
drammaturghi
al
menandolo
—
realista
scusa
una
vieta
e
fantastico
o
e
^enza
«teatro
non
che
i
dargli
a
sia
lo
del
senza
—
è
nuovo»;
appena
trascinare
disputa accademica
non
gusta.
Esso
là.
in
e
nuovi
teatro
derne
chie-
spettatore in
ch'esso
non
prende
com-
Pirandello.
Perfino
i titoli delle
Pirandello
di
invasata
può
con
dal
formularsi
più che occupata,
personalità. Il quale
problema
Noi pronunciamo
a
questo modo.
sola
una
fu
come
ci
emissione
regoliamo
o
di
la
voce
crediamo
di
golarci
re-
noi
di
fosse
ognuno
considerata
attentamente, di
davvero
se
Ma,
monade.
elementi
quanti
sempre,
della
brevissima
paroletta io, e
una
ma
l'ani-
die
mostrano
opere
dissoni
dissociabili
e
unità!
è
formata
in
quanti aspetti, che
volta
volta
a
a
valgono per definitivi,si presenta
medesimo
ed
stesso
uomo
un
se
a
agli
altri! quali stacchi
il me
profondi separano
questa
presunta
lirico
stesso
intimo
ed
dal
stesso
di oggi da
pratico, e il me
mani!
Nulla, anzi, è più illusorio
che
espressione
stesso,
adoperiamo: me
questa
non
sì
non
pure
visione
quello
cosi
abbondantemente
di
quell'altra che
o
Non
v'è medesimezza
perpetua,
non
v'è
tuffa
mai
è che
senza
Problema
all'infinito.
nella
corrente:
ritorno
filosofico
Non
stessa
non
do^
di
ma
quivale:
l'etabilità
mu-
visibil
di-
il nostro
solo
corrente.
di
punto
irrevocabile
(e
ma
individualità,
non
e
di
e
mendace
e
individuo.
sino
sociale
stesso
me
io
Esso
vista, ma
fantasma.
nuovo),
o
tema
ar-
Pirandello
Sarebbe
tistico?
altro
iiient'
225
filosofico
problema
pensato; diventa
che
artistico
tema
ch'è sofferto. Varrebbe
dal momento
fosse
se
la pena
che
giorno lontano, quando fosse giunto per lui il
di raccoglierele vele, Pirandello
momento
ci
la genesi biografica di questa sua
narrasse
sistente
perdominante
e
ispirazione.Ma forse egli
curiosità
si stupirebbe della nostra
e
rebbe
gli verfatto
di risponderci, mezzo
trasecolato,
mai
avrebbe
che non
capisce come
potuto peu'ad
altro. C'è dunque
sare
qualcosa, nella vita
un
s'avvicini
alla paurosa
grandezza ed alla grottesca comicità di questo
problema? È possibileaprir gli occhi alla luce
della vita e veder
altro?
su
altro,meditare
interna
ed
è
Infatti
che
esterna, che
alla
esagerato dire, come
fine
del
XIX
secolo
si dice,
spesso
le
religioni
almeno
fossero liquidate.Una
dente
rimaneva, e arfino al fanatismo;
quella che divinizzava
i diritti e la potenza dell'individuo,
e
neva
sottopotutti
del soggetto.Un
una
ammesso,
più
era
del
i fenomeni
mondo
alla
Dio trascendente
non
realtà obbiettiva
delle
Ma,
creduta.
tutte
anche
se
critica
più
era
non
cose
l'individuo
si frantumava,
il
a
rotoli,
soggetto andava
che cosa
restava
più in piedi? Anche Pirandello,
tutti gli uomini
di quel tempo, sarebbe
come
del
di portare corone
al simulacro
stato beato
se
Dio
Io
e
anche
d'intonare
colpa sua
lo sguardo
se
al
non
la
c'è
sua
Laus
riuscito.
Yitae.
Appena
Non
è
volto
all'Individuo so^
dell'epoca,
ha
cominciato
veder
a
doppio e triplo
vrano,
que
e
multiplo. Anche
quest'ultimodogma era dunanche
una
relatività,
quest'ultimo appiglio
era
nume
inafferrabile.
Qualcuno supporrà
BOROESE.
Tempo
ch'io
di edificare.
attribuisca
a
Piran15
226
TEMPO
dello motivi
pensiero.Io
DI
EDIPICARB
fini dei
s'è dato
quali egli non
invece
trovo
questo sgomento ììh
dell'io nettamente
rico davanti alla molteplicità
119 di Sei personaggi in cercp.
a pag.
espresso
d'autore (edit Bemporad) : « Soltanto per sapere,
lei com'è adesso,si vede....
signore,se veramente
vede
come
per esempio, a distanza di tempo,
quel che lei era una volta,con tutte le illusioni
che allora si faceva; con
tutte le cose, dentro
e
intorno a lei,come
allora le parevano
ed erano,
realmente
erano
Ebbene, signore:
per lei!
illusioni
che
adesso lei non
ripensando a quelle
si fa più; a tutte quelle cose
le
che ora
non
sembrano
un
più come
tempo; non
per lei erano
si sente mancare,
dico queste tavole di palnon
coscenico,
il terreno, il terreno
ma
sotto i piedi,
lei
argomentando che ugualmente questo come
si sente,tutta la sua realtà d'oggi
ora
così com'è,
è^ destinato a parerle illusione domani?»
Da
e il pessiciò, erma
bifronte,l'umorismo
mismo
e
—
--
Pirandello: ulmori"imo acre
mante,
consue
così diverso dal dolce solletico,
che altri
di
maestri
ai
che
no
meritamente
quest'arte,
celebri,fanvanti
piedinidelle lettrici;
pessimismo che dadi
alle ultime conseguenze
talvolta riecheggia,
senza
s'imbosca
non
e
accenti
imitarli,
nella
già altra volta udimmo
nostra poesia.«Eppure» si legge a pag. 126 del
Fu
Mattia Pascal
la
(ed. Bemporad) «eppure
ha l'illusione di rendere
coscienza,
pensavo,
più
facile e più comoda
l'esistenza! Ma, anche
mettendo
amche la renda veramente
con
più facile,
tutte le sue
macchine
così difficilis complicate,
E quale peggior servizio a chi
io:
domando
sia condannato
a
una
briga vana, che render»
glielafacile e quasi meccanica?
sconfortati
che
—
—
»
228
TEMPO
barcolla
L'uomo
vincoli
catene
e
Pascal
è forzato
BDIPICARE
DI
sorretto da
d*ogni sorta; e il fu Mattia
autentico
risuscitare col suo
a
cade
e
se
è
non
nome.
Pirandello
è inverosimile che
Non
la storia dell'uomo
misso,
qualche
0
«come
la via
l'ombra
tratto
del
rabbiosamente
su
essa.
Flaminia,
andato
a
mi
lì?
rono
s'affissafar
un
corpo, e rimasi
alzai un
infine
piede
mio
contemplarla;
a
Cha-
matto.
un
guardai attorno; poi gli occhi
su
da
narrata
senz'ombra
di simile.
cosa
«Uscii di casa»
(p. 231)
Mi ritrovai dopo un
pezzo per
vicino a Ponte Molle. Che ero
Mi
conoscesse
Ma
io no, io
poteva
l'ombra
calpestarla,
«Chi
«Due
era
mia.
piìiombra di noi due?
non
io
lei?
o
ombre!
«Là, là per terra; e ciascuno poteva passarci
il cuola testa,schiacciarmi
re:
sopra: schiacciarmi
e io,zitto;
l'ombra, zitta.
la mia
vita....
«L'ombra
d'un 'morto: ecco
«Passò
rimasi lì fermo
carro:
un
apposta:
le
il
cavallo,con
prima
quattro zampe, poi le
del carro.
«Là, così! forte,sul collo! Oh, oh, anche tu,
cagnolino? Su, da bravo, sì: alza un'anca! alza
ruote
»
un'anca!
Chamisso
Può
anch'essere che l'affinitàcon
fra i roMa
sia solo apparente e superficiale.
mantici,
fra i decadenti, si devono
care
cernon
e
i presupposti di Pirandello. In essi,oltre
che nella sua
propria coscienza,egliha trovato
del dissidio e la volontà di supeil tormento
rarlo.
—
E
già
che
nel
Fu
fanno
Mattia
Pascal
sono
atteggiamenti
dialogo
presentireil teatro. Il
Pirandello
229
tolosi
fretsono
diretto,i passaggi intermedi
e
abbozzati, mentre
qualche volta appena
sfruttate senza
situazioni principali sono
re^
è sempre
le
sidui.
tardi
quest*autoreè arrivato relativamente
al teatro, l'indugio si deve
timidezza
alla sua
di professore. Non
finché la
di erudito
e
osava,
fosse ineluttabile,
necessità non
presentarsi al
novità che dovevano
berie.
strampubblico con
parere
cato
Ripugnava a quest'uomo sensibile e deli-
Se
metter
fuori
volerlo
simile, senza
e
l'enorme
alle scomposizioni
Il
dramma
dalla
l'altro
stesso
portano, si direbbe
stesso
stesso
di
—
Ci
un
da
funzioni
due
d'intenti,
scultori
dissidio
fra
quella
e
due
perlo,
sa-
risti.
futu-
tanto
Tuno
e
di un'inconciliabil
aspetti
Protagonista ed antagonista
un
po' grossolanamente, lo
allo
cappello, e Fio e il tu si riferiscono
della rappresoggetto. Perciò il metodo
sentazione
non
specie
può consistere che in una
sollazzevole
non
fregolismo.
—
molti
vollero
si decidesse
ancora
un'altra
Il
diversità
lui, difatti,non
quanto
umano,
essere.
di
così
neanche
senza
pittori e
in
consapevolezza
fra
dello
dei
sorge
essere
forse
e
nonostante
drammatica
tecnica
una
un
anni
prima
che
Pirandello
queste temerità. E ci vorrà forse
po' di tempo prima ch'egli superi
a
timidezza.
problema morale e psicologicoche lo ispira
è grande; i personaggi a cui lo attribuisce
sono
di mea
piccoli.Quel Mattia Pascal è un uomo
230
TEMPO
che
mediocre
che
non
EDIPICABB
DI
levatura; così
abbia
si
capisce come
scapigliata; così
vinezza
ideale
di
che
brutto
gior
una
il
che
in
si esaurisce
viaggetto e in una
relazioni
Ripetta. Le sue
Se
esperienze meschine.
sentiamo
avuto
limitato
libera
vita
una
goffatnente
suo
che
qual-
mobiliata
camera
a
volgari, le sue
ha
ressante,
un
pensiero integli appartiene e che
sono
non
dell'autore.
quella volta parla e pensa
per conto
Il problema della doppia personalitànon
è pane
subirlo, ma
pei suoi denti. Egli può ciecamente
viverlo.
non
Simili
osservazioni
ed
drammatici,
Dramnia
è
la
fra
per
pei
Sei
naggi
personaggi.
perso-
i
fra
inafferrabile
vita
serenità
nel
come
inconsistenza,
sua
della
varietur
ne
l'arte imlmuta-
aireternità?
travagliatodalla
può Puomo,
e
dairattimo
si passa
come
trovare
anche
i
randello
Pipiù potenti che
abbia
dell* io
scritti. Qui il problema
i rapestetici. Quali sono
in termini
porti
tradotto
bile?
farsi
possono
creazione
La
tragicitàconsiste in questo: che
alla sua
Tarte
volta si proietta sulla vita, che
il fantasticato
tumulh
diventa
reale, e il fiume
della mutevolezza
tuante
ingoia queirillusione
di eternità. Pensiero
altissimo; e perciò stupisce
artistica?
Pirandello
che
lo abbia
di
piccolo-borghesi incapaci
Così
avviene
volta
tanee
di
e
che
compia
c*è
tutto
il
pubblico
e
tempo
qualche
non
sia
alcuni
conto.
siano
volta
altra
questo dramlma
divertente
Ma
qualche
non
capire che
cosa
in
e
oscure
rendersene
parole
le loro
che
in
incarnato
in
spoi^
grado
è soltanto
non
una
bizzarra.
ancora
ottanfanni.
lui lo scrittore di
prima
Allora
che
Pirandello
tutti riconosceranno
prim'ordine,
ed
egli stesso
Pirandello
avrà
fatto
uu
altro
bel
Q31
pò*
di
strada.
Le
su«
pari al signifiqato
hanno:
la scomposizione analitica
deirinche
avrà
dividuo
dato
ricostruzione
luogo a una
sintetica sotto la guida della coscienza
religiosa
unisce
tutti i particolarismi; e
che
la morale
creature
sanamente
saranno
divenute
reazionaria
che
è
al
fondo
di
tutte
in luce.
queste negazioni sarà venuta
Ce
ne
sono
preannunzi dovunque. Nel Fu
'Mattia Pascal, a pag. 191, si legge:
«Se la morte, insomma,
che ci fa tanta
ra,
pauTestinzione
esistesse e fosse soltanto,non
non
il soffio che spegne
in noi questo
della vita,ma
noi abche
biamo
lanternino, lo sciagurato sentimento
di essa, penoso,
perchè limitato,
pauroso,
oltre
definito da questo cerchio
d*ombra
fittizia,
àmbito
dello scarso
il breve
lume, che noi, pòlucciole
vere
sperdute, ci proiettiamo attorno,
rimane
in cui la vita nostra
come
imprigionata,
sale,
esclusa per alcun tempo dalla vita univercome
che dovreimo
eterna, nella quale ci sembra
un
già ci siamo e sem^giorno rientrare, mentre
mento
vi rimarreimo, ma
senza
più questo sentipre
d'esilio che ci angoscia?».
dice:
E nei Sei personaggi (p. 53) il Padre
desolazione
«....una
mortale, che è la vendetta....
del Dèmone
delPEsperimento che è in me, purtroppo:
di un
bene
cioè delPattuazione
bile...
impossila fede
assoluta, quella
quando manchi
fede
che
ci fa accettare
umilmente
la vita com'è;
orgogliosamente intendiajmo di sostituirci
realtà che crediamo
ad essa, creando
per gli altri una
modo
non
a
è^ signore;
loro; mentre
ha in sé la propria realtà che
perché aiascuno
va
quando sia nociva a
rispettatain Dio, anche
e
noi
noi!
»
282
TEMPO
Sono
dire,
tutta
anche
che
e
tra
i
contrasti
la
sua
dei
che,
di
parentesi
Tarea
deirarte
piii
i
EDIFICARE
sentimenti
questi
uscire
DI
disattenti
passa
dozzinali
indagine
grotteschi.
e
prima
occupare,
Allora
pirandelliana.
le
della
degli
umoristi'
appassionata
ferenza
dif-
dissonanze
acerbe
sue
vono
decosì
per
s'accorgeranno
tra
poi,
o
di
e
mestiere,
le
zioni
diletta-
Emilio
Quìdqwd
più
di
Praga.
dicere
tentabat
emt.
versus
Una
cilità
fa-
trascinava
Tispirazione
delaire,
Emilio
Praga, e in Heine, in Musset, in Bausuoi predilettiesemplari, Qgli vide piuttosto
ganze.
elegli appariscenti dissidi che le ardue
Se
che
ovidiana
umilmente:
confessò
ne
ohe
Io mi son
nn
La lascio andare.
quando
ya
la penna
Si descrisse
un
indegno,
di te
Di
cui
mancar
ma
non
tanta
o
povero
divina,
nn
poeta
sognatore
Tali alla celeste meta,
l'amore.
mancò
modestia
si
giovarono
1 critici
che,
il giudizio,lo
belFe fatto
nelFopera sua
nel contenuto
e
ripeterono pari pari. Nella forma
irregolare; satanismo, eropassò per un
tismo,
atteggiamenti d'improvvisatore zingaresco,
alla lettera;e molti, senza
tutto fu preso
scerlo,
conodi trovarlo
al suo
posto nella
sapevano
«scapigliaturamilanese», tra Boito e Tarchetti.
Ma questo ppète maudit
osservò il Croce che
trovato
•—
234
TEMPO
si die la
né
briga
Ora
la
non
—
tenerezze
né brutalità
idilliche
a
arte,
sua
in
le
tutte
sue
si
oastità.
volume
un
sembra
me
rio
se-
; e, scossa
sentimentali
adunata
poetica, e a
opera
studiarsi
così con
sua
sensuali
della
e
interamente
appare
sul
conosceva
superficie rugosa
la
trovano
EDIFICARE
leggerlo
atroci
odi
pò*
un
di
DI
più proficua
glianze
inegua-
in una
scarna
sviluppi, che
tramiti
fra
fossero
antologia ove
scelte^senza
le composizioni migliori.Egli non
runa
e l'altra,
è infatti di quei poeti la cui essenza
spirituaìesi
i
e
in
concentra
canta
non
troppo
alcune
per
di un
lirismo
mo;
supregocce
eccezione
quando l'ispirazione
è divenuta
bile;
irrefrenacompressa
il suo
vivere è un
cantare
sante,
inces-
lungo
a
tutto
ma
significatodella
questa ubertosa
il
e
in
C'è
suoi
differenza
una
sua
è
opera
continuità
notevole
di
tutto
sopratgrafica.
autobio-
valore
fra
le
sparenze;
Trae
poesie, fra Tavolozza
anche
nelle pagine iniziali l'impressione
ma
del lettore oscilla a più riprese finché
trovi l'equilibrio.Da
principio non
sappiamo
ritrovarci
in quella facondia
naria,
un
po' troppo boin quello strofeggiar pratiano ove,
guendo
seinclinazione
la comoda
del ritmo, parole
di lusso
che
e
parole conversati ve, apostrofi eroi-
prime
le ultime
e
,
e
con
uno
bottate
sardoniche
ruzzolano
strepito baldanzoso.
staccarci, e presto
Ma
tutte
pure
insieme
non
comprendiamo
sappiamo
che
fàscino soprattutto
un
quella lirica ci attrae con
la capacità, singolarmente forte
narrativo, con
nel Praga, di concretare
in un
breve
giro di
versi gli elementi
di un
racconto
organico e bene
articolato.
e
Pensando
ad
alcujii
a
certe
rievocazioni
ove
bozzetti,
le
battute
fanzia
d'indel
286
TEMPO
Della
EDIFICARE
DI
pratica di colorista gli restano
lo
talvolta
fanno
somigliare
stranamente
che
tracce
un
a
parnassiano:
Parea
e
del color
In
la
che, a
che
sincero
sbrigliatezza del
sintetici
forme
e
s'imprimono
È
fosco,ha la
pienamente
di rado
non
solito
suo
proverbiali
robustamente
così dolce
credo
che
marea.
sentito
poeta; così ritrova, malgrado
poetare, accenti
che
contratte
e
memoria.
nella
crin
un
il crin ti sfiori
guanciale.
Sullo stesso
Non
ciel
è
queste visioni
e
il
zaffiro,
egiz'iansplendea
ruscello immobile
lo smeraldo
che
più
gioia franca
esista,
fé pura
in questa terra!..
Che resti una
eternamente
trista!
Fossi Cassandra
in guerra!
eternamente
Fossi Diomede
una
pietà profonda,
M'agita ancora
dal
cinico
E,
ingegno al cor devoto^
Il desiderio
dell'Iddio
Disperammo,
Giovinetti
oh
m'innonda.
cosa
ancora
e
orribile!
buoni,
L'empietà sposando al facile
Rimeggiar delle canzoni.
Sono
cose
diverse,
ma
ricordabili
l'una
canto
ac-
al forte sentimento
perché in ciascuna
corrisponde Tespressione ben delineata e
danno
un
pendio
comprecisa e perché tutte insieme
dei
motivi
sinceri
del
e
più costanti
confessione
rale,
Praga. Una
plenaria, estetica e moairaltra
si troverà
apre
la
raccolta
nel
canto
alla
Musa
Trasparenze,
non
con
tutto
cui
si
per-
Emilio
dove
fetto,ma
si
Praga
287
leggono quartine
di
bile
ammira-
slancio:
Oggi Satana, domani
In
ginocchio nella polrere
Implorando a giunte mani;
Or
Or
frenetico
di
gemente
e
vergognoso,
Come
nn
nom
Porti
un
abito
Né
in
Del
Che
quei
orgoglio,
che
in
reggia
nna
cencioso;
dì che
novissimo
al toI fantastico
poeta,
apparìa nel ciel d'Italia
Come
pallida cometa,
La
Fu
E
rugiada dell'encomio
profusa al mio passaggio,
stupii,povera
D^esier
Né
vista
e
quel dì che
lampada,
raggio;
d'esser
un
primo fischio
Mi trafisse a parte a parte.
Per scoprirmi all'occhio attonito
Le voragini dell'arte;
Musa
altera
Ansie
ancor
E
oh! dillo all'anime
del mio destino,
all'orecchio
—
susurralo
Del mio pallido bambino
Non
Non
In
La
Non
un
verso
a
Bruto
—
o
a
Cesare,
sol gettato ai venti
cui freme e rugge
e turbina
bufera degli eventi!
un
solo all'empiaSatira,
Alla livida Ironia....
Diedi il braccio alla mia patria.
Le
Nei
un
negai
la
poesia.
quali versi, del .'73, è riconoscibile una
sfida polemica al Carducci
almeno
alla poesia
o
ed Epodij sebdel tipo di Giambi
carducciana
bene
le convinzioni
politiche dei due
poeti in
di patria e a odio del clero fosquanto ad amor
TSMPQ
IDIPIÒARfi
DI
Odio
identiche.
superficiale e manierato
in Praga; suggerito,a torto o a ragione, da una
storica
in Carducci; ma
visione
in
sistematica
teria
quello episodio accessorio, in questo invece maintegrante dell'arte. Per dir pitibireve e più
del
notevole
chiaro, è molto
questo proclama
mica.
Praga contro la poesia pratica, politica, polesuperba consapevolezza
Egli acquista una
dell'intimità e dell'indipendenza proprie alla sua
enfatico
ma
mente
degnaispirazione,e con
gesto non
pio depone il reliquiario della sua poesia
un'offerta
ai piedi del Creatore.
come
sero
Non
facile
sarebbe
chi
a
cosi
poeta cosi mosso,
esposto alle occasioni, un'idea tanto
della poesia pura
quanto
scopriamo in quest'inno dedicatorio
in
un
Siamo
ben
letto porre
supagitato,così
l'avesse
non
altera
e
quella
di
transige
in-
che
la
tutta
dalla
lontani
«scaj)iglianell'ovvio
in cui questa parola ritura»
schia
senso
d'esser presa;
me
giacché un'idea estetica cozia,
quella cui il Praga aderisce implica rinundisciplina, stile.
In genere
ai lettori meno
glierei
preparati io consicominciare
di
proprio dal fondo, da
Qui è il Praga migliore e magTrasparenze.
giore.
sua
opera.
Qui
se
stesso
in
da
invoca
il
presunto
De
un
Dio
che
doni
—
Il mio
e
pan
tutto
ove
innocenti:
fa che
non
si ammali
illnsìone
dei miei
di
quotidiano è
la
santa
clamaui
Profundis
oh!
Onnipotente!
La mia
pallida mnsa,
Ultima
riassume
satanico
fatali!
canzone.
Ch'io possa
Negli
Dammi
E
adorarti, o Signore,
sempre
astri in cielo,e nei fiori in giardino;
la calma
permetti che
e
dammi
yiva
il mio
un
po' d'amore,
bambino!
non
239
ì^milio Praga
Qui
il
Come
goccia cader
nna
della
rasserenatole
presentimento
nel tno
Morte, tranqnillo oceano,
plenilnnio sereno!
morte:
seno,
soave
qui l'ansiosa paternità:
e
e
0
mio
0
mio
bambino, nnica mìa
giglio,0 mimosa....
dolcezza,
queiresaltazionedi tenerezza
per
venerabili
il futuro
gli diventano
chiama
creatura);
bellissima
con
Tamicizia
e
senza
Io, da lontano
mia
nella crescente
esulterò
dì
(mio
rando!
vene-
la
sua
macchia:
^"
perduto
ti diran
sovrane
eletto,e ai lieti
un
come
il bimbo
audacia
ombra
quando, plaudendo,
del duplice liuto,
cui
ripensando della
nostra speme,
i
benedetti
due poeti
griderò:
s'anco non
giunti insieme!
è Tode
di Alessandro
in morte
Qui finalmente
tutta bella ma
tutta
Manzoni, non
significativa
pei rapporti ideali tra il poeta degli Inni Sacri
il capostipite
la scapigliatura milanese, tra
e
e la terza
generazione romantica.
infanzia! Mia seria adolescenza!
Blanda
Manzoni!
Io vi chiamo
Non
è
molto
del
«reprobo poeta
di messale
sdegnoso e d'ostensorio»,del cantore
di esplorare chi sa quali
orgiasticoche credeva
abissi di sincerità gridando:
rimasto
Giù
"
1) Versi
al
Fu
ed oblìo!
questo cranio mio.
giù, giù tino, giù
primo albor
Fanciulla,incidi:
E
un
poeta
scritti in
un
—
su
—
sonno
yiator,t'arresta
giorno buio. Ad
e
ridi
„,
Arrigo Boito.
240
TEMPO
della
«torva
l'Italia
Di
alla
invece
tornano
Vecchio
lustri
quercia
una
come
sa
Iddio
se
infelice
Questa
Profanò
la
Iddio
sa
mai
Se
Vissi
vii
ho
se
v'è
come
mia
adamantina
bieca
via!
vegliato
al
l'anima
senso
aspettando
mio
un
mai
Che
Non
affranto
perla fina,
giovinezza mia
la
Per
Lo
e
vita,
sibarita.
luce
sua
nella
errando
Un
lo
gentilezze
certe
mente
Penombre:
di
cinque
E
nostra
impetuosi gridi
pallida giostra
poeti suicidi.
Una
A
Boito:
levando
Corre
dogliose
Arrigo
da
evocata
musa»
Per
E
EDIFICARE
DI
di
amarezza
mi
mio
gioiello.
punse;
fantasma
non
bello
giunse....
delusione
che
possa
bare
tur-
letteraria
candore, né moda
che
riesca
a
inquinare tanta
semplicità. Sotto
una
superficie torbida
zoniana;
l'acqua è limpida, mandi fronte
ed
alla natura
e
agli uomini
è
molto
diverso
l'atteggiamento del Praga non
da
Ciò
vale
dire
quello del Manzoni.
quanto
idea
di Dio, pur
le
ch'egli ha la. medesima
con
anticlericali
le sue
sue
ambizioni
e
stiche.
panteipose
così
cordiale
Cristiano
del
la
e
resta, anche
se
non
piccia
s'im-
dogma.
Cristiano
tardi
è
senza
posizione
dogma:
di
non
Pascoli?
sarà
poco
più
Praga
Emilio
Gol
che
si vuole
non
parallelo
un
fra
istituire in
Praga
dissimili
estremamente
nella
il
241
alcun
il Pascoli:
e
neirindole
dirlo?
la luce
adamantina
Ma, poiché
i
sia permesso
avrebbe
non
—
ancora
nomi
volta
una
e
sogno
c*è bi-
—
mai
attribuito
perla fina.
son
capitatiinsieme,
a, una
due
poeti
musicale
preparazione stilistica.Pascoli
di
modo
di notare
che
fu
nario
sorprendente nel Pascoli,universitario e dottriso
ortodosso, l'audacia di dir tutto se stesin rima, di fare
della canzone
in ritmo
e
il suo pane quotidiano,di nulla considerare
tanto
umile
e
abbietto
disgustatigli
attraverso
rintrodursi
Per
occhi.
diversamente
alcuni
nella
la Musa
che
ma
dovesse
questo lato fu
non
aspetti della
tradizione
venne
Gozzano,
poeti il cui gusto per
e
le
con
cose
tico
roman-
del
meno
Praga, e
potè
opera
sua
letteraria
quell'idealedella verità piana e
popolare ch'era stato supremamente
Poi
torcerne
lui i
italiana
della
caro
forma
ai
mantici.
ro-
crepuscolari,
intime
e
delicate
sione
confesuna
respinse modestamente, quasi con
di trepida debolezza, la poesia concionatrice,e la cui attenzione alle voci sbiadite della
ci esercitò a serie ricerche, d'anima
coscienza
e
di stile,
da cui la nostra
letteratura trarrà,e g^ià
comincia
a
vigore. Se è vero che
trarre, nuovo
e
l'opera di Praga non
può essere
compresa
giudicata se non da chi abbia letto Trasparenze^
è anche
ch'essa
vero
è, tutta quanta, ij;idispenBORGESE.
Tempo
di edificare.
16
242
DI
TEMPO
EDlPlCARfi
la testarda
abbia contenacia
servato
ch'era ben
l'idea che
tra la
degno di venir conservato:
c'è
la poesia, tra la vita e l'arte,
non
e
prosa
il
può correre
^èr necessità stacco d'abisso ma
chi
voglia sapere come
ritardari
di questiromantici
alle nostre lettere qualcosa
sabile per
rapporto
che
tra la radice
corre
Metrica,lingua,metafora
Praga esemplari.Se essere
caldo
cuore
e
commosso
non
e
e
il fiore.
in Emilio
sono
poeta vuol dire aver
pronta fantasia egli
artista vuol
indubbiamente
poeta; se essere
i materiali espresaccuratamente
dire scegliere
sivi
vecchia
nomia
antid'una
noi diremo, servendoci
che qualche volta giova,ch'egliè meno
in tutto la colpa si
artista che poeta. Ma
non
deve
attribuire alla sua
negligenza.Il compito
dico fino a che punto consapevole,
non
ch'egli,
suta
s'era proposto, avvicinare la poesia alla vita visè
e
parlata,era
Il
ponte fra il verso
troppo pesante per un
gettare un
la
lingua
uomo
solo.
scire
poteva riuin tutto felice. Da ciò le sconcordanze, le
approssimazioni,le licenze poetiche tanto più
sgradevoliquanto più il discorso vuol essere
suo
tentativo
umile,gli urti
Da
è dei
e
primi, e
fra inconciliabili
ciò le audacie
senza
non
non
qualitàverbali.
stonature:
La stanzaccia di Steno stava accosciata in alto
Di un
palazzo affittatoda un ebreo di Rialto;
Palazzo in cui da secoli i topison
signori,
dai creditori,
E che allora un
roso
patrizio,
esitato.
Aveva, dopo molto esitare,
mi resta il casato.
Dicendo: va la casa, ma
È
ma
ha
facile criticare la fattura di
di Nonna
il Gozzano
delV Amica
imparato più che
Non
c*è nulla
di
in tanta
già
questi versi:
Speranza ci
lirica dotta.
nella poesia itadiflìcile,
Tenti
ventuno.
e
I.
Dicembre
Non
voglio dire
memorabile
per
che
questa
avvenimenti
ai
d'anno
fine
letterari
1920.
resterà
da
gonare
para-
di mettere
politici.Eppure
pena
fletter
un
po' da canto i singoli libri e di riper
alcuni
su
aspetti più generali di quella
che
s'è convenuto
«la
di chiamare
produzione
ch*è sembrato
attuale».
L'armistizio, un biennio
d'armistizio non
un'era, è finito,e la letteratura
avrà
vita molto
piìi lunga delle circostanze
ciali
soin gran
e
politiche a cui doveva
parte il
suo
za
vigore. Vorremmo
dunque domandarci, sennessuna
pretesa di rispondere per filo e per
si presenta la letterache
fisonomia
tura
con
segno:
italiana
in questa inaugurazione
d;i pace ?
è certo
Prima
di tutto
che
c'è insoddisfazione,
nei
lettori e
critici e
nei
negli autori stessi.
di
sentimento
le
tutte
Questo, si dirà, è un
epoche; ed è verissimo, perchè il capolavoro assoluto
l'èra dell'armistizio
non
esiste, e quando
pure
ne
vale
avesse
messi
d'accordo,
mo
tutti
nel
desiderare
altre
fuori
lettori
cose
e
non
la
a
dozzine
critici
solo
ed
sarem^
autori,
altrettanto
Venti
belle
di
ma
niente
ha
di simile
Non
dire: Finsoddisf
caratteri
suoi
quella
a
che
realizzati
s'erano
fa. Allora
anni
bellezza.
diversa
dunque che volevo
giorni ha certi
245
ventuno
e
questo
era
azione
dei
e
specifici
stri
nonon
dieci
sentivamo
pali
quattro princi-
zio,
Carducci, D'Annuntemperamenti artistici,
Pascoli,Fogazzaro, Fultimo dei quali faceva
in certo senso
parte per se stesso. I giovani dapfa
quei tre, poi
gareggiare con
prima si misero
mente
si riusciva
ad uguagliarli,
videro che non
e finalconclusero
Lo
strano
è che
che
tutte
non
e
ne
tre
metteva
le volte
conto.
avessero
gione;
ra-
può dubitare che quei tre
loro
modo
fossero
a
poeti grandi e degni di
si può nemmen
suscitare
non
emulazione, ma
dubitare
che i giovani d'allora fossero, in quanto
emularli
nel loro stesso campo,
volevano
troppo
deboli; e infine è chiaro che quei tre avevano
natura
che
cantato
e
un
amplissimo De rerum
ormài
naturalistica era
bel
l'ispirazione
per un
esaurita
i giovani,se volevano
che
far
e
pezzo
qualche cosa di buono, dovevano
volgersialtrove.
perché
si
non
Dove?
De
Sanctis
concludeva
italiana
molte
riletta
volte
ancora
diceva
con
citata
una
di
e
una
la
Storia
pagina
della
che
ratura
Letteè
stata
tuttavia merita
d'essere
volta.
«Una
letteratura simile»
che
quella ch'egliprofetava e che
tutti vorremmo
seria preparaziouna
ne
«suppone
di studi originalie diretti in tutt'i rami
dello
critica libera da preconscibile,
guidati da una
cetti
e
e
paziente esploratrice;
suppone
pure
vita nazionale
una
pubblica e privata, lungamente
in noi, ne' nostri
sviluppata. Guardare
costumi, nelle nostre idee, ne' nostri pregiudizi,
nelle nostre
e
qualità buone
cattive; convertire
246
TEMPO
il mondo
moderno
assimilandocelo
DI
in
mondo
nostro, studiandolo,
trasformandolo;
e
il motto
petto^ secondo
nostro
EDIFICARB
il
esplorare
di
testamentario
Leopardi: questa è la propedeutica alla
nazionale
letteratura
pariscono
moderna, della quale comdi noi piccoli indizi con
vaste
presso
Giacomo
la storia
Da
il
e
Giuseppe
E
al
suo
E
romanzo.
Giusti
Leopardi
grande lavoro
termine.
ci
è
non
del
Assistiamo
la
ancora
uscita
secolo
ad
manca
il dramjma.
manca
è uscita
non
ci
storico:
romanzo
da
lirica.... Il
è
il
Abbiamo
ombre.
una
media.
com-
la
ancora
decimonono
nuova
mentazione
fer-
di una
zione.
formanuova
d'idee, nunzia
Già vediamo
in questo secolo
disegnarsi
E
dobbiamo
il nuovo
secolo.
questa volta non
a' secondi
trovarci
alla coda, non
posti.»
i giovani d* allora, i
Si poteva credere
che
si dicevano
desanctisiani',
o
quali tutti erano
memoria
a
questa pagina e procurassero,
sapessero
le sue
secondo
forze, di seguirne
ognuno
sero
Se volgli insegnamenti. Invece fu il contrario.
le spalle ai tre lirici che
li avevano
duti
precefu
siva
non
perchè giudicassero troppo escludella natura
desolali
e
quella celebrazione
personaggi; ma
perché paquei paesaggi senza
reva
ad essi che
quei tre fossero troppo vivi e
vizio
macchiati
dal
robusti
e
dell'eloquenza e
sedotti dall'ambizione
di costruire
e
che, in una
nuazione
dimostrassero
quella pallida esteparola, non
è
che
il segno
dell'arte
suprema.
Se
zaro,
Fogazcompatimento
fu perché si tenessero
vere
non
capaci di scriromanzi
siderarono
perché conmigliori dei suoi ma
di una
sopporta
marchio
come
volgarità inil solo proposito di scrivere un
manzo.
ro-
guardarono
con
superbo
Venti
Cosi
venne
più
dei
uno
247
ventuno
e
strani
decenni
della
storia
letteraria. Certo
quasi millenne
in questi ultimi
dieci anni
venuti
anche
sono
su
temperamenti di veri artisti e sono
apparse
cose
senza
belle; né potrei dire il contrario
nostra
le lodi che
smentire
pento. Ma
mi
non
di
e
nella
gli studenti
dei
si distinsero
di
universitari
posteri,
per
curezza
si-
vicendevoli
storia
apparirebbero
disperazione di noia,
nostra
così segnalate per
e
dominata
essere
ricordo
vi
di cui
e
interminabile
e
liberalità
per
altre
elogi, poche
alcuni
breve
nel
più
che
sé
ad
dovesse
anche
esclusivamente,
dagli scrittori
la
se
trascorsa
ora
epoca
dette
ho
che
ne
facessero
fra
Tesplorazione nelle tesi di
laurea
meriterebbero
premi di virtù. Nemmeno
il famigerato seicento
così
fu
squallido. Chi
vuole
fin da
ora
un
presentimento di ciò che
due
secoli
uno
o
sarà
il sentimento
deiravvenire
ritorni
alPanto-
Poeti
cCoggi edita dal Vallecchi e giudichi,
di presso, trentacinque o quaranta di
a un
fanno
quei quarantasei. A vederli tutti insieme
tale effetto che nessuna
reazione
un
pu^ parere
insolente,nemmeno
Topuscolo di Pietro Mastri
nelPintenzione
che
dell'autore
era
spietato.
Per tutto quel tempo
sole attività furono
due
logia
dei
allo scrittore.
permesse
tragedia, non
non
libro
di
critica
alcun
tutto
le Muse.
tollerata
era
Ma
Non
romanzo,
commedia,
non
non
poema,
né
opera
lirica e la
la
genere ; fuorché
considerato
scelleratezza
che
solo
lirica!
e
che
tro
con-
critica! Quella
di silenzi
più che di
parole, e i suoi strumenti
espressivi erano
gli
spazi, i puntini, le pagine bianche, ì sottintesi
che
dovevano
far pensare
a
passerelle lanciate
sì e no
sugli abissi. Questa, la critica,contava
era
se
fatta
248
DI
TEMPO
sulle
dita
di
storia
della
sola
una
storica, e
EDIFICARE
se
i libri
mano
di
zione
narra-
putacaso, scriveva
francese
(ma dico
uno,
letteratura
una
così
perdonare il professorale perditempo
trattando
Victor
da
Hugo e Corneille
i precursori dei dadaisti
Danti
da
facchini
e
che
erano
Alighieri redivivi. Queste però non
per
dire) si
biasimevoli
la
che
faceva
critica
essere
periodo
venne
un
lirica
restarono
gli
alle
loro
capisce
stroncature.
Poi
raffinamento.
Alla
non
se
si
menti,
fram-
segni d*interpunzione
la
accapo;
e
faceva
articoli, e
di ulteriore
i
L*una
lirica
la
faceva
potevano
non
Se
eccezioni.
critica
si
e
sublimò
prattutto
so-
in
l'altra
spiravano allungando il
chiusi
uccelletti
collo, come
esperimento
per
la campana
dentro
pneumatica.
Alcuni
vivi' e verdi,
di questi scrittori sono
si dolgono in cuor
loro del tempo
e
perduto
mentre
della sapienza
pubblicamente si vantano
acquistata nella lunga vigilia.Questi li aspetteremo
ironia.
opere
sia il cas.o.
appena
il coraggio di tacere
divenute, secondo
vere
Altri
finché
e
loro
li ammireremo
coetanei
le forze
non
ebbero
fossero
il loi^
lontà.
giudizio,pari alla voE certo non
ria
era
facile,dopo tanta baldonaturalistica, ripiegarsi,osservarsi',«esplorare
il proprio petto». Gli artisti nuovi
non
Werther
scrivere
a
un
venticinque
potevano
convinti di avere
dei Leserano
anni, perché non
accanto.
sing dietro a loro né degli Herder
è pure
Ma
certo che il popolo italiano non
teva
po-
aspettare per
alcuni
secoli Tarte
che
i letterati
confezionando
così pazienti
con
gli andavano
processi. La guerra è sopravvenuta ad accelerare
si crede, per
gli svolgimenti, e non
solo, come
motivi
materiali, cioè per la insolita difficoltà
Venti
e
ventuno
249
dine
importazione del libro francese e per l'abitudi leggiere
invalsa nell'ozio forzato delle trincee
nelFavida
e
ignoranza dei nuovi ricchi. C'è
motivo
un
più sostanziale. Un
popolo che ha
vissuto questi anni di vita ha bisogno di sentirsi
in
nelle
qualche modo
parole
rappresentato
della sua
lingua.Non che cercasse
precisamente
d*
libri di guerra;
necessità di libri suoi in
aveva
cui si specchiasse comunque
Né
Tanimo
suo.
chiedere
mi
osava
questi libri ai frammentisti, otti-
deimolitori
perché
vecchia
forma
poteva
sorgere
vita
Da
un
a
ciò
drammi
che
Tozzi
e
ha
di
buoni
la
la
e
un
merito
disgregazionedella
tabula
che
citare
il
che
sa
bei
soltanto
libri
due
rasa
su
cui
di
fango
non
breve
chi
ricorda
soli
esempi, di
d'ogni erba
faccio
non
questo diluvio
lasciato
e
Ma
questo biennio.
conto, in così
Anche
è stato
pure
un
Idi Moretti
non
poco
retorica
scritto,per
e
fascio
questo
terno
linguaggio psicologico e inai quali dar
ma
pessimi costruttori
stomachevole.
cosa
personaggio pareva
la colluvie di romanzi, di novelle, di
in
ho
e
stati beneficii
sono
—
—
sono
prosa
e
che
un
ciò
narrativa
una
decina
acquisto
di
tempo.
peggio della letteratura recente, anche
la vera
e
propria letteratura d' armistizio
è rappresentata
che
né da quei due né da
non
altri degni più o meno
di far loro compagnia,
da gente che
si nomina
ma
gere
redinon
per non
si presenta
cataloghi,con quante attenuanti
al giudizio dell'avvenire!
La
più valida è questa:
che
i
dell'autorità
quando
rappresentanti
tradizionale
sono
paraliticio^i sbrigliamento
dei reprobi diviene
simpatico e proficuo. Tra
il deserto
la boscaglia si preferisce la boscae
glia.
Se i letterati ortodossi si gloriano dì vi-
260
TEMPO
nell'Italia
vere
dei
tempi
sui
cenotafi
e
antenati
di
delle
loro
fa
anime
di
torbido,
pur
e
riescono
ad
sedicenti
fuori
lapidarie
invitando
i cortesi
indulgenza la
presenta uno
chio,
spec-
chi
sé
a
scrive
d'essere
e
merita
ammirarle,
contemporanei
almeno
secolo
un
cialtroneria
sia
BDIPICÀRE
grajHìsconoparole
ad
modesta
DI
medesimo
libri
scomposti
accendere
suoi
ai
e
che
ma
qualche
un
gliore
ba-
d'emozione.
Ora
tutti malcontenti:
son
buttando
che
alPanno
a
s'illudevano
capolavoro,
sera
giù
e
di
almeno
sei
collo
acchiappare
i lettori che
speravano
nel
di
rotta
questi
e
volta
romanzi
volo
a
divorandone
una
scrittori
uno
al tnese
il
per
battersi
d'im-
l'arte
dele i sacerdoti
significativo,
che
sì
quanti articoli amebei
pura
per
in tutti i giornali quotidiani non
scambino
scono
riefra di loro. Sbadigliano,
a leggersi nemmen
lo sbadiglio sia un
che
e
voglion far credere
segno
po'
di
e
ne
attonito
ossecruio,
ma
il trucco
è
un
vecchio.
Alcune
Una
libro
curiose
inchieste
tempi.
ne
va
pubblicando la rivista Poesia ed Arte^
ho fatto parola in altra occasione.
Un
vane
giovalente, Ravegnani, insiste nel dire, a un
sono
la vita moderna
che
presso,
che
bile di poesia: errore
poteva
di
segni
non
dei
è
suscietti^
capirsi in
pardi,
Leo-
concordi
cosa
sono
oggi. Ma in una
sta
esiquelli che rispondono: nell'opinioneche non
scrittore rappresentativo dell'epoca nostra
uno
che
bene
e
(questo è più strano) sarebbe
ci fosse. Un'altra
che
teressan
inchiesta, anche
più inè pubblicata dalla
rivistina
nuova
il Segnalibro, «Quale
sarà
la
credete
che
del periodo sucletteraria
cessivo
principale corrente
alI*odierno, di assoluto
disorientamepto
non
262
TEMPO
consisterà
EDIFICARE
DI
in una
e
maggior discrezione
minore
di
pontificale.Qualche cosa
prosopopea
simile
ha
puscolo
già detto Fracchia
parlando del credei critici ; né mi
paiono molto diverse
le considerazioni
cui dà luogo un
articolo di
a
critica
militante
Tonelli
nuova
nella
{Per una
di
Rivista
Cultura). Per
persistere in questi
decennali
i
più che
atteggiamenti minossiani
in
una
critici dltalia
libro
un
Eroi
la
o
dovrebbero
come
Port-Royal
Storia
di De
dovrebbero
fermezza
nostri
metter
si
tutti,chi
prima
chi
e
di
i critici
guardati
quel genere
tentano
dopo,
meno,
la claustrale
con
Invece
ben
sono
storici
amonumenti
su
airarte
Sanctis.
contemporanei
sugli
0, quanto
Sanctis.
De
di
Letture
le
o
rinunziato
aver
ciascuno
scritto
avere
dal
e
conto
per
giudicò sarà giudicato:
nel che
v*è anche
ed
una
purificazione morale
Il loro passaggio dalla critica all'arte
estetica.
è episodio di dilettantismo, perché non
è
non
li conobbe
Chi
ritorno.
in giovipassaggio ma
nezza
le vie
loro
deirarte.
ch*essi
sa
Chi
pensarono
all'arte,e se
perché sentivano
mente
solo
a
ciò
le
loro
il loro
sommal-
lungamente
astennero
ne
che
e
sempre
forze
sufficie
in-
ancora
gusto chiedeva,
e
tica
l'esercizio della crisegretamente considerarono
l'arte che
tirocinio
un
piuttosto come
per
come
un
Non
all'opera
veramente
di
e
cuore,
per
bella.
l'arte
e
sforzi
ad
verso
un
di
e
delle
più
gano
giun-
augurarlo
la critica. La
somiglierà
memore
degli
non
per
caritatevole
si dibattono
alcuni
Bisogna
sofferte
amarezze
sarà
sogno,
i coetanei
che
o
per
questi artisti riusciti
quella degli artisti mancati;
critica
a
ufficio per sé stante.
è dunque
escluso che tutti
e
ancora
dar
vita
dignitosa
in
an^
Venti
bea
gustie ad essa
e
quietata,non
di
camarille
che
di
tutte
Non
è
mislmo
abbiano
che
un
e
le
263
ventuno
e
note; soddisfatta
finalmente
boli
nei concilia-
dissiperàTingegno
nella politichettaletteraria
e
politichetteè la più meschina
delitto cedere
stimar
una
verosimile
almeno
volta
che
tanto
le
questa influenza
paci
sulle
alFotti'20
del
lettere:
della sua
tenacia e della
popolo persuaso
sua
e dopo tanti
fortuna, consapevole finalmente
secoli di sé, non
si contenti
più né di sermoni
da
accademici
né di bolle di sapone
da perdi-»
da lacchè.
giorni né di romanzi
un
II.
Dicembre
Mi
piacerebbe, per
stessa)
postero a me
la
letteratura
anche
del
dimenticare
davanti
al
momento,
un
e
di
'21.
il mio
Si
di
guardare
capisce
romanzo
e
1921.
diventare
da
lontano
che
dovrtei
le mie
riche;
li-
quale e alle quali potrei forse
assumere
un
atteggiamento di critico puro e di
storico spassionato fra cent'anni
o
oggi stesso,
né oggi né fra cent'anni
sarei creduto.
ma
1920, e
Riapro il Segnalibro del dicembre
referendum sull'avvenire letterario.
rileggo un
Bianchi
Adolfo
formulava
una
profezia che non
mi
teraria,
letcorrente
insignificante:«La nuova
pare
che
seguirà alla presente crisi politica
e
spirituale,sai'à impersonata dal nuovo
figlio
Tale personaggio le^iendario^dopo
del secolo.
all'Isonzo
combattuto
al Piave, s'è dato
aver
e
alla pazza
la via di Damasco
gioia e percorre
in cerca
d'un
nuovo
piacere o d'una saggezza
254
TEMPO
Perciò
favolosa.
DI
BDIFICARB
è destinato
ad
aggiungere
altre
Wilde. e
a
pagine al De Profundis di Oscar
verità
della
scoprire, nel dolore, il senso
e.,
il
Gian
nel godimento,
disgusto». Secondo
Dàuli,
di domani
la letteratura
«s'accorgerà che v'è
nel
dramma
mondo
ressante
un
e
più vasto
più intedel
del
dramma
proprio io in rapporto
alla donna
all'arte». Agostino Lanzillo
o
letteraria
classica»
corrente
«una
prevedeva
della parola).
sul valore
(tutto sta a intendersi
in
Benedetto
«Noi
siamo
Migliore concludeva:
che
di
ciclo letterario
un
potrebbe chiamarsi
Ecco
il
durerà
velocità.
Quanto
questa corsa?
Certo, ci stancheremo».
problema.
È
venuta
ratura
presto la stanchezza, e la letted'armistizio
e
durata, com'era
giusto,
quanto
l'armistizio.
L'atmosfera
letteraria
del
che
già di pace,
adeguata a un^ epoca
vuole
prendere consapevolezza di sé e formarsi
vorato
un
Ognuno ha lastile,un sistema.
gusto, uno
in questi ultimi
zione
tempi per la restauradi valori
ha
sentito
ij
duraturi, ognuno
di un
redde
dovere
rationem,, e molti scrittori,
diverse
di molto
origini,si ritrovano improvvisamente
affratellati nel bisogno di un
libro concludente
'21
è
e
conclusivo.
Il
poema
di
Pastonchi
il
e
Papini, l'apologia di Cadorna
di D'Annunzio,
Notturno
l'autobiografiadi Ada
di Soffici,
l'estetica dei Sei
Negri e il romanzo
decina
una
Personaggi e l'etica di Ali; almeno
di cui nessuno
di libri',
somiglia all'altro nel
nel valore, ma
tutti compagni
contenuto
e
per
d'accordo
di mettersi
l'intenzione
degli autori
in un'opera orsé stessi e di riassumersi
ganica
con
sono
e programtmatica. Pochi
quelli che
nella guerra
e nell'immediato
dopoguerra fossero
e
il Cristo
di
Venti
andati
la
per
sulla
saldi
i
e
innanzi, senza
loro
strada,
deviazioni
perplessità,
e
attività
cui
la
e
linea
stessa
256
ventuno
e
di
quella
con
si
recente
ieri. Fra
(in largo senso) siano ricordati Croce
Gentile, fra gli artisti Moretti. Gli altri, non
critici
Ferrerò
escluso
tion
ha
antique
storico
si
identifichi
bene
de
il
come
quello
con
dalla
il '21
ricorderanno
Ruine
nella
mostrato
scossi
sono
vede
che
come
clie il ventuno
critico
di
è
ciale,
so-
dei
tempi, e
capitale.Si
data
una
ufficio di
suo
mutazione
civilisa-
la
ai
destinato
tenari.
cen-
Sintesi, architettura, libro: queste le parole
cui approssimativamente
si può contrassegnare
con
è cosg
il nuovo
gusto. Il frammentismo
c'è voluto
della magìa
meno
trapassata, e non
il pulvidi D'Annunzio
ancora
scolo
per trattenerne
T involucro
dentro
epico e eloquente del
N óf turno.
I giovani che
dieci anni
fa, supponendosi
iniziarono
con
antidannunziani,
quelle
loro
delicatezze
analitiche
una
forma
suprema
dannunzianesimo, ora, pubblicato
il Notturno, ossequiano la bandiera
sotto
cui
tanto
militato senz'accorgersene.
avevano
tempo
per
danno
lealmente
Cesare
Ma, mentre
a
ad altre prove.
quel ch'è di Cesare, si preparano
ed
di
estrema
La
fatto
maledetta
il
italiano
non
bene,
legge
di
disavventure
che
frequenta il
voglia né mezzi
e
né
una
d'armistizio
dimostrando
libri
gli mancano
il lusso
molte
suo
letteratura
letteratura
e
i
pochi
il
per
pure
pubblico
teatro
nazionale.
buoni
ha
e
che
pagarsi
Dopo le
incontri
che
è diventato
gii capitarono negli anni scorsi esso
un
e
più difficile;
questa resipiscenza si
poco
chiama
crisi libraria. Ma, considerata
bene, non
è che
ammonimento
un
agli editori perché si
256
DI
TEMPO
limitino
mentichin
discelgano; agli autori perché non
il pubblico italiano è il popolo
che
Quasi tutti i libri notevoli di quest'anno
e
italiano.
stati
sono
accolti
Tanteguerra
questa è fra
vittoria:
vivere
EDIFICARE
neanche
le conseguenze
popolo
respinge
un
libero
favore
un
osava
non
che
sudditanza
con
allo straniero
alle
sonante
immaginare;
della
guerra
riconosciutosi
anche
e
in
e
motmento
per
un
e
della
degno
letteratura
di
la
gliori
incoraggia i suoi misici
spiritualicui clasrono
Shakespeare, ambi-
larghe comunanze
e
romantici, Sofocle e
ugualmente e che solo i decadenti
Sempre più difficile diventa
come
incompresi gloriarsideirinsuccesso
del genio.
segno
Bel
che
critico!
Molto
giarono.
spreai
geni
di
un
migliore
di
quello in cui, prima della guerra, la critica
alla debolezza
te.
dell'arvigoreggiò abbarbicandosi
Chi parla oggi di povertà delle nostre
lettere
si confanlamenti
no
che
non
ripete per abitudine
alPattuale
realtà. Si deve risalire ai primissimi
del secolo per ritrovare
anni
un
impeto così
critico potrebpromettente come
be
oggi. Un nuovo
nima
interpretare un'opera con
l'altra,intuire l'acomune
del
tempo
delle testimonianze,
attraverso
la
diversità
dello
Pirancon
spiegare Fanzini
tisti,
e Moretti
con
Tozzi, e gli eroici coi disfate i lirici coi teatrali,
e
soprattutto ciascuno
in sé stesso, e illuminare
la via agli artisti e
alle
agevolare la lettura al lettore. Si tende
ai problemi
robuste
costruzioni
seri. Questa
e
è degna di un
letteratura
critico.
nuova
Ma
vuol
critico
dire aver
essere
raggio,
gusto e copreferire la verità alla combriccola, la
biblioteca
al caffè; vuol
l'arte ma
dire
saper
metterla
d^ parte, perché l'artista può rispet-
Venti
l'arte del
tare
e
compagno
la
che
intende
non
e
257
ventuno
di solito
ma
propria;
vuol
non
ama
dire
non
invidiare 1 coetanei, non
vecchi, non
dire
anche
respingere i giovani. Vuol
sapere
di
di
di antico
molto
e
moderno; leggere
gran
roba
e
stampata
manoscritta; sgobbare come
le grandi ocriservarsi
casioni,
Sainte-Beuve; non
per
che sono
l'avvenimento
brillante,l'amico
da stroncare.
da
gonfiare, il nemico
È un
nobile e utile ufficio,sebbene
e
aspro
un
po' ingrato e implichi pesanti rinunzie. Chi
i
umiliare
fa
o
vuol
dell'arte
tempo
che
né
fanno
fare
sua
arte
la
pietra
animo
gli
per
per
altri
e
conto
di
suo
paragone,
studiare
farà
fatalmente
sul
non
avrà!
serio
quello
e
di
credendo
sempre,
politica letteraria. Fra i
non
critica, eviterà' la
parecchi che hanno
qualità per la critica
dan
in recensioni
troppo scarne
prova
far
ne
e
in
o
gola
sinsaggi troppo sporadici, o si limitano a una
forma
e
cuno
preferibilmente al teatro, c'è qualche voglia accettare
del crila missione
tico
subirne
è
la disciplina? Il posto non
e
meschino.
Vale la pena
di occuparlo.
Bos"MB.
Tempo
di
edificare,
17
Gorkl
è
Tolstoi
di
Tolstol.
e
convalescente
a
infermità.
grave
della convalescenza
una
sincero
e,
Anche
Non
vita
c'è condizione
perché
Tuomo
gliore
mi-
diventi
si
e
agevolezza
una
con
Crimea^
in
quasi si direbbe, translucido
della
Nietzsche
Gaspra,
penetri
com-
magicia.
qualche cosa.
sapeva
Gorki
intuì, senz'avvedersene,
ne
questa
verità
misterioso
un
manca
fisiologicacui non
sentore
metafisico, e profittò della buona
con"ad
in Crimea,
Oleise;
giuntura. Anch' egli era
piuto
a
egli, più che principiante, vicino
quel comdi
esempio
maestro;
Gorki, autore
per
Bassi
al poeta di Anna
Karenina.
Fondi, accanto
Doveva
essere
tentazione
terribile
e
il
per
Lo
il nume,
giovane contemplare
per
spiare il segreto del creatore.
vide spesso,
gli parlò, lo ascoltò. Delle
e
rono
una
delle
sparsi
gli anni
che
e
osservazioni
poi
prese
credette
i decenni.
Tolstoi
nota
dolce
prendist
l'apversazioni
con-
in
glietti
fo-
perduti. Passai
morì
ad
Asta-
260
TEMPO
come
s'è andato
DI
EDIFICARE
svolgendo,per
noi
è fuor
di
dubbio».
Così come
s'è andato
svolgendo? A me, ch«
n'intendo mille volte meno
me
del Campa, pareva
invece che fra le debolezze fondamentali
del leninismo
fosse Fininteliigenza
dei precedenti
russi in genere e tolstoiani in
religiosi,
ispecie.Con ciò non
voglio negare che molj:e
correnti
tolstoiane,
consapevolio no, siano in
rare
quella tempesta. Ma mi pare eccessivo consideTolstoi come
il profeta,l'unico profeta e
tura
ispiratoredella presente catastrofe e della fuE il pensiero secondo il quale
redenzione.
ramente»
proprio nel libretto di Gorki «s'intravede chiala missione
di Tolstoi
politico-sociale
dico falso o erroneo,
meritevole "M
ma
è, non
qualche chiarimento.
Aspettiamolodallo stesso Campa, che è bene
in grado di darcelo.
Per
oggi come
oggi,queste poche pagine
hanno
senso
un
più profondamente artistico che
politico.
Guardatelo
Gorki,l'uomo di molto ingegno,di
grande ingegno,di straordinario talento,vicino
e
a
Tolstoi,che è puramente
semplicemente
l'uomo
di genio. È notorio che in certo senso
c'è più affinità fra l'idiozia e il genio che fra
il genio,
e il talento.
di talento,vorrebbe
Gorki, l'uomo
sapere
com'è fatto il genio.Tolstoi si lascia guardare
tutti i suoi
ben ))ene,pare disposto a rivelargli
segreti.Poi ride e gli sfugge. Ma che c'è di
me,
Qorki
difficile? È
ToUtoi
e
261
do,
più semplice di questo monè come
il segreto per afferrare
i passeri:basta
mettergliun pizzico di sale sulla coda.
Invece Gorki
vuol persuadere, e gli
ne
se
non
gironza intorno e lo fotografa in tutte le pose e
il sangue
le celse
lule
e
potesse gli analizzerebbe
è chiaro
Per esempio, non
che
nervose.
un
di genio, un
sublime
uomo
pensatore ed apostolo,
la
cosa
dovrebb*essere
coerente
e
È
sistematico?
Invece
Gorki.
Tolstoi, Fascetico,
quando parla di dònne, è grossolano, indecente.
a
«Oggi, nel mandorleto, egli domandava
chiaro,
per
Cecof:
Avete
«—
soluta
in
voi
condotto
vita
una
dis-i
molto
gioventù?»
tedesca
letto una
avevo
(Nella traduzione
Tolstoi
avrebbe
detto:
espressione più cruda.
«haben
sie viel gehurt?»)
Cecof rimane
imbarazzato
e borbotta
qualcosa
d'indistinto. Tolstoi
il mare
fessò:
con«guardando
,
,
Io fui insaziabile».
Un'altra
volta
Gorki
e
—
del
cupo
avendo
e
le
socchiuso
labbra,
Come
più. Che
uccello
Gorki
i
non
Allora
dei
hanno
Tolstoi
fanno
come
nel
quella parte
acuti
i
fitto
e
date
arroton-
pagnava
fanciulli,accom-
abilità.
senza
furente!
E
lo
diviene
sempre
è
e gli spi^a
fringuello,
fringuelli,che in tutta la loro
che
una
canzone
e
sono
gelosi.
che
dice
un
cose
lampeggianti sulle
sulla gelosiae sulPamore.
To', pensa
Gorki, ma
pur
occhi
da
tare
can-
è?»
gli dice
costumi
vita
è
gli
odono
cantava
verde; egli guardava
il canto
«—
«L'uccello
uccello.
un
Tolstoi
molto
donne
aride
e
e
fredde
sugli uomini
queste enormità
sono
e
e
262
TEMPO
contraddizione
ia
E
DI
EDIFICARE
la
con
Sonata
Kreutzer.
a
glie lo dice, poveretto.
si effuse
Tolstoi
riso
largo
un
e
luminoso
sorn
rispose:
e
«—Io
È
in
chiaro
anche
almeno
o
parlava
aJmare
di
uomo
un
l'uomo
genio, specie
santità, dovrebb'essere
sto,
giula giustizia.Invece
Tolstoi
Dostoievski
di
«Era
che
alla
aspira
quando
fringuello».
un
sono
non
come
natura
di
segue:
violenta:
quando
protuberanze
delle
s'adirava, gli si formavano
le orecchie.
sulla testa calva, e moveva
Sentiva
male.
Nel
v'era
suo
molto, ma
pensava
sangue
qualcosa d'ebreo. Fu sospettoso, gonfio d'amor
È strano
k"
che
proprio, pesante e sfortunato.
si legga tanto; non
capisco perché».
la sfortuna
Anche
gli rimproverava.
lo almava?
Pensava
a Dio. Dunque
eoa
sempre
che
cuore
No, dice Gorki
semplice e devoto?
la sa
Dio
lui e
fra
erano
lunga, le relazioni
tana.
come
quelle di due orsi in una
E questo nemico
della violenza, questo puri-s
che
tano
condannò
autunnale.
SCO
la caccia!
Con
Eccolo
carezzevole
revolmente
gli
betulle. Poi
si ricorda
di due
un
liscia
mano
satinati
umidicci
in
tronchi
squisitiversi
bo^
amor
delle
idiln
liei :
I
funghi
In
fondo
son
passati,eppnr
alla selva
il loro
odore.
piedi una
lepre.
Nicolaievic
Leone
fece un
balzo, s'impennò tutto,
divenne
in volto e, da vecchio
rosso
cacciatore,
emise
un
grido di attacco. Poi mi guardò con
un
inesprimibile vago sorriso e si mise a ridere
«A
un
tratto
ci
passò
persiste
umido
fra
i
Gorki
di
Tolstoi
bello
Coirne ini parve
»
la
umiltà!
sua
Una
volta
«Lesse
leggeva una
la testa
alla fine, rialzò
esclamò
nettamente:
Bene
del Padre
scena
sino
occhi,
e,
Sergio.
chiusi gli
scritto,vecchio, bene!»
Gorki
annota
non
queste contraddizioni
Si vedano
licenziata.
le
una
governante
«—
Ma
come
hai
entusiasmo
righe di tumultuoso
quesfultimo episodio. Rimane
davanti
spiro soffocato,come
È
natura.
schi
263
piccolo riso arguto, umano.
!
in quel momento
un
E
e
Testasi
davanti
con
cementa
attonito, col
a
un
quello
a
miracolo
che
rcr
di
i Jtede^
il «demònico».
goethiani chiamerebbero
Appunti, fogliettivolanti,
notazioni
vise:
improv-
di
sublime, come
alla naturalità
inno
del genio.
un
è difficile essere
Non
un
genio: basta esserlo.
Anche
essere
un
grande scrittore è un
pro^
blema
come
tir
quattro e quattro fann*otto, a senma
hanno
cui
un
accento
Tolstoi.
Egli ha curiosità per Gorki, ma non
simpatia,
dalFalto
la sua
letteratura. È
e
guarda molto
letteratura.
«Tutti
i vostri
mugiki» gli dice
Voi abbellite tutto;
parlano molto saggiamente.
la natura; gli uomini
e
gli uomini
special*mente.»
A volte gli fa vere
strapazzate: «Voi
volete rinverniciare
tutte le giunte e tutte le fenditure
dei vostri quadri. Ricordate
sen
che in Anderè detto: la doratura
svanisce, e la pelle di
tutto
rimane; e da noi i mugiki dicono:
porco
solo la verità rimane.
La
vostra
passa,
lingua
«
»
«
264
TEMPO
è
poi
è
EDIFICARB
DI
ardita, piena
troppo
Non
conveniente....
c'è
dì
trucchi, ciò
di
bisogno
non
trucchi».
Gorki
suoi strani
due
gli racconta
cielo scrofoloso
e
putrido, d'un color
sogni: un
verdastro-giallo,ecc., ecc., e certi scarponi vuoti
Un
giorno
camminano
che
una
su
landa
nevosa.
«Egli sollevò le folte sopracciglia
si mise
mi
e
a
guardò attentatnente
Questo è terribile! Voi avete veduto
lo avete
Anche
inventato?
questo, non
come
qualcosa di letterario.»
Poi ci riflette sopra,
e
aggiunge:
—
«Fu
lo
di
far
strade, ed
ubriaco,
far
nostri
dell'arte
letterati
perché
vita
vrebbero
mandare
Gorki
rilutta
genere,
ma
direbbe
in
realtà
qui
che
ventò
in-
gioco per
perchè
un
v'è
le
era
cocchiere
sui
e
(ce n'è)
rielaborano
che
credono
l'elaborato
e
di
parano
im-
libri,questo libricci'no lo doun'arte poetica.
a |mente come
cede, si
difende
ed
adora.
avviene
mini
agli uoistinto, come
seimpre
d'ingegno, è soprattutto logico. Perciò egli
ha l'aria di dire a Tolstoi :
un
primo molnento
fa il santo.
sei un
santo, dunque
mone,
Ma
Tolstoi è un
no.
genio, un deartista,un
Il
tu
del
cose
da
launo,
riflettere.
»
la
in
i tavolini
alcoolico,come
—
Hoffmann
tedesco
correre
altre
analfabeta.
Quei
scrittore
di
suo
spirito e di senso, una
di contraddizioni.
selva
Egli è, per dirla con
sola parola, un
una
epico, un Omero, e quando
anche
con
gli dei. La
gli piace si trastulla
della sua
santità
realtà gli è più sacra
un
groviglio
di
Gorki
Gorki
Allora
secondo
che
sii
tu
di
crede
Te
santo.
un
265-
capito,
aver
dice:
gli
momento
ToUtoi
e
lo
proibisco.
in
un
voglio
non
no,
—
e
In
nome
alla tua
sta.
d'articoerenza
deirarte, ti richiamo
Quella tua avidità di sofferenza, quella tua
ad
vevi
Astapovo ce le dofuga, quella tua morte
risparmiare.
E anche
ha
capito. Preten-^
questa volta non
deva
Tolstoi si riducesse
alle proporzioni
che
di un
esteta, di un
poeta professionale, di un
letterato puro, di uno
scrutinaparole, insomma
è più schifosamente
di ciò che
il contrario
l'arte?
delè
Giacché
la
conciliazione
sua
mondo
7101
care
realtà.
Ma
a
questo limite, a
a
artisti,
patto che
Tuttavia
e
luce
una
cui
patto che
non
mai
rinunci
non
dica
a
mai
cer-^
la vita di là deirarte.
questa
dà
genza
di Gorki.
nello stesso
non
se
trova
non
lizza
egli purifica e stisi rassegni
patto che non
in
a
la verità
grande poeta
metafisica
immaginario
la
mai
il
che
vero
spasimante inintellip
grande arte al libriccino
stessa
di
c'è riuscito.
Egli voleva capire Tolstoi, e non
Allora, disperatamente, lo ha rappresentato. Noi
i suoi racconti
i
non
verso
e
sappiamo essere
suoi
tanto
era
drammi
in
mai
alto
così
severi
come
in
giunto. Una
dell'intellettuale
corso
stato
al
un
si
genio. Una
«epico».
come
queste
volta
dà
fu
Tolstoi.
«notérelle»
alfine
Ma
non
l'intelligenza
vinta, e dà libero
per
volta alfine anche
Gorki
è
^66
Ciò
c'è
dentro
in
Italia,
essere
È
ci
polveroso
smo
cui
non
questa
volta
troppo
diverso
adoperava
è
non
amore.
namorati,
Chi
hanno
per
di
framm^iti-
forse
Tolstoi
a
ha
ama
tutti
a
da
ingegno.
talento!»
FINE.
decennio
un
in
cartapesta-
Gorki,
e
parola
la
dirlo,
giusto
l'architettura
diceva
menti
fram-
quanck)
cosa,
decennio
avviamo
mancherà
«L'ingegno»
senso
momento
un
di
bella
gran
il
dopo
libercolino
un
una
amore.
ove
EDIFICARE
anche
che
prova
può
in
DI
TEMPO
certo
in
ingegno
genio
Guardate
«l'ingegno
gl'ina
268
DEI
INDICE
NOMI
CITATI
Corneille, 248.
Crémienx, 191.
Croce Benedetto, 132, 137,
138, 141, 146, 147, 148,
190, 207, 233, 256.
IN
VOLUME
QUESTO
Flaubert, 14, 88, 123, 144,
163.
Fogazzaro, 2, 17, 19,
80-
160, 157, 209, 245, 246,
Folgore
da
San
Gemigna.
47.
no,
Fracchia, 262.
251.
D'Amico,
D' Annunzio
Gabriele, 80,
150, 190, 192,
254, 255.
134, 146, 147,
177, 190, 195,
86, 137,
245, 251,
Dante, 32,
148, 163,
208-215, 248.
Dandet, 204.
Dàuli
Gian, 254.
Da
Verona
Gentile, 255.
Giacosa
Piero, 219.
Vincenzo, 167.
Giolitti
Giovanni, 204.
Giordani
Pietro, 144.
Guido, 69-78,
Amicis
2.
Edmondo,
De Bosis, 84, 85.
Deledda
Grazia, 85, 195.
Dei VirgilioGioranni, 214.
De Maistre Giuseppe. 23, 49.
De
Pisis
De
Sanctis, 148, 194, 209,
Filippo, 12.
Giuffrida
Vincenzo, 112.
Giuliotti Domenico, 52, 161.
Giusti Giuseppe, 205, 246.
Gnoli
Domenico, 85.
Goethe Volfango, 135, 209.
Gorki Massimo, 258-266.
Govoni
Dickens, 21, 130.
Di Giacomo, 11.
Disraeli,177.
Dostoiewski, 28, 47, 88,
117, 118, 125, 259, 262.
Corrado, 187, 190,
193, 194.
Gozzano
Guido, 50, 90, 139,.
172, 241, 242.
.
Graf,
245, 251, 252.
Errante
150.
Heine, 75, 193, 238.
Herder, 248.
Hoffmann, 264.
Hugo Victor, 135, 148, 248.
Vincenzo, 193,
Ibsen, 19.
Ingegneri Angelo,
Eschilo, 152.
Invernizio
Federzoni
Luigi,
106.
Carolina, 74.
204.
Ferrerò, 255.
Fiumi
Lionello, 182, 183,
184, 185, 189, 190, 192,
194.
Tommaso,,
151, 208-215.
Gioberti
83, 86, 87, 88, 89, 93,
100, 102, 192.
De
Gallarati-Scotti
Keynes
John
Maynard, 112^
113, 114, 117.
Kipling,
71.
NOMI
DEI
INDICE
CITATI
73.
Lamartine,
Agostino, 254.
Lazzaretti
Davide, 43.
Lanzillo
Lenin, 125, 131.
Leopardi Giacomo, 12, 33,
58, 134, 153. 188, 189,
190, 192, 197, 243, 246,
250.
110, 248.
Lessing,
Lipparini,86, 132, 142.
Lncini, 85.
IN
QUESTO
VOLUME
Negri Ada, 85, 254.
Neppi Alberto, 188, 190.
Niccodemi
Dario, 30, 51,
93, 94, 97, 99, 100, 101
104, 106, 107, 109.
Niccoli,55.
Nietzsche, 9.
Novaro
Angiolo-Silvio,6468, 85, 178, 180, 181.
Jacopo, 65, 67, 68,
Novaro
178.
OjettiUgo,
Machiavelli, 217.
81, 144.
Mallarmé,
Alessandro, 12, 17,
S6»
Omero,
264.
Orlando
V.
Orsini
194.
E., 116.
Giulio, 84, 85»
3Ianzoni
19,21,33,43,81,89,95,
99, 102, 111, 153, 167,
163, 165, 167, 190, 194,
195, 239, 240.
Martini Fausto Maria, 172,
173.
Marx
Carlo, 126.
Mascagni Pietro,
Mastri
157,
175.
Rodolfo, 156,
163.
Meli
Giovanni, 6, 16.
Mercier, 117.
Michelangelo, 148, 161.
Michelstadter, 85.
Migliore Benedetto, 264.
Moràbito
Francesca, 138,
140, 141, 142, 146.
Moretti Marino, 89, 90, 91,
168, 169, 170, 171, 172,
173, 178, 249, 255, 256.
Mozart, 66.
Mnsset,
233
163.
Palazzi
Fernando, 136,143,
164.
Pancrazi
Pietro, 247.
Mazzncconi
Palazzeschi,90, 128, 129,
Pietro,83,85, 163.
Paolieri Ferdinando, 52, 161
Papini Giovanni, 83, 86,
102, 151, 153, 155, 156,
167, 158, 160, 164, 254.
Panzini, 85, 132, 168, 256.
Parini, 99.
Pascoli, 80, 86, 137, 138,
139, 140, 141, 146, 150,
172, 190, 217, 240, 241,
245.
Pastonchi, 85, 176, 254.
Pégny, 83, 150.
Pellizzari Achille, 152.
Pensati, 196.
Perazzi
Lnigi, 95.
Pietrobono, 140,
270
DEI
INDICE
NOMI
CITATI
Luigi, 61, 82,
Pirandello
217,
85, 195,
261, 256.
224-232,
Pistelli,140.
Pitrè, 2.
Plutarco, 209.
Porta, 99.
Praga Emilio, 233-248.
Praga Marco, 105.
Prezzolini, 84, 102, 103, 164.
VOLUME
QUESTO
IN
Soffici,132, 264.
Sofocle, 256.
Stecchetti, 243.
Stendhal, 107.
Sterne, 193.
Tarchetti
Tasco
233.
Vincenzo, 112.
Torquato, 160, 162.
Tasso
194.
Tiraboschi,
Tito
Raffaello, 148, 195.
6.
Rapisardi,
Giuseppe, 186,
Ravegnani
190, 250.
188,
143.
Reggio,
Ernesto, 160.
Rensi
Giuseppe, 81.
150.
Rimband,
Rocca
Gino, 91, 92, 93.
Rolland, 129.
Renan
Russo
Toffanin
Giuseppe,
107.
Tolstoi
Leone, 21, 57, 75
81, 125, 159, 203, 204,
206, 258-266.
Tommaseo
Nicolò, 157, 167.
ToneUi, 252.
Tozzi Federigo, 23-63, 121,
122, 123, 124, 126, 159,
168, 249, 256.
Twain
Mark,
128.
81.
Luigi,
Saffo, 141,
Livio, 114.
85.
Romagnoli,
Rousseau,
154.
12.
142.
Sainte-BeuTe,
257.
Saponaro Michele, 97, 109.
Verga Giovanni, 1-22, 33,
48,71,72,80,126,134,261.
Vico Giovanni
Battista,166.
Vigny, 75.
Vivanti
Annie, 85.
Voltaire,
81.
Scherillo, 148.
Schopenhauer,
1.
Schwarz, 196, 197.
Scolari, 143, 188.
Scotti
(v. Gallarati-Scotti.)
Wilde
Willy
Oscar, 254.
Colette, 77, 130.
Renato, 138, 139, 140.
Shakespeare, 9, 148, 223,
Serra
Zampieri
256.
Shaw,
Simoni
227.
Renato, 183.
Zola
Ugo,
132, 133»
Emilio, 206.
Zùccoli
Luciano, 85.
INDICE.
Pag.
Attertenza
t
,
I.
n.
ivi
Caratteristica
6
teatro
H
m.
11
fortuna
La
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Tozzi
Federigo
À.
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Verga
Giovanni
I.
Con
gli
II.
Tre
Croci
III.
Una
vita
IV.
Il
Ì"7Ì
cbitisi
occhi
29
40
d'ai-tista
58
Podere
64
Novaro
S.
H
sogno
Le
mie
di
errante
69
Verona
da
Gnido
79
letture, I-VIII
I.
Opere
-
frammenti
e
:
L'Antologia
Poeti
dell'amore,
di
Sciogli
d'oggi,
M.
Moretti.
(Da
pag.
di
l'i treccia....
di Panini
V
-
79
da
Verona,
L'isola
-
di
Uragano,
G.
Rocca.
98.)
pag.
a
0.
Pancrazi
e
n.
«
Ate
la vecchia
-
».
Niccodemi
Dario
-
Pensieri
di
di Distaso.
Albinea,
di
Fiorella,
Praga.
dell'Umanesimo,
Roma.
-
Marco
-
(Da
pag.
93
e
la
Michele
di
a
-
A
Cronache
Le
-
in
Morte
sua
Manzoni.
Alessandro
schera.
ma-
Milano
Saponaro.
-
a
e
di
Teatrali,
fine
La
Toffanin.
G.
111.)
pag.
ni.
n
libro
del
Eeyoes
pace.
su
Le
verità
La
-
(Da
pag.
politica
112
e
pag.
a
della
economiche
conseguenze
Dostoievski.
118.)
IV.
Federigo
pelli.
Tozzi
di
Ricordi
-
Due
e
la
piccola
borghesia:
-
di
Maria
(Da
Messina.
pag.
118
-
a
Chéri,
pag.
L'Amore;
Giovani;
La
vita
impiegato.
int^nsa^
di Palazzeschi.
imperi.... mancati,
un
di
131.)
di Bontem-
Colette.
Alla
riva,
de-
"272
INDICE
V.
Il pubblico dei 500.
L'ideale della monarchia
letteraria.
L'imitazione
La lotta intorno a Pascoli.
di Serra.
cesca
Frandi Pascoli.
Moràbito
ligrafia
e il misticismo
Classicismo,cale «e reazione
all'ungherese ». La letteratura dei caldi Riccardo
Balsamoli^afle i suoi meriti. Il Boccaccino
Crivelli.
Dn discorso dantesco
di Croce.
Le liriche dantesche
edite da Scherillo e la poeticitàdi Beatrice.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(Da pag.
131
149.)
pag.
a
VL
conversioni al cattolicesimo.
Qallarati-Scotti
e Fogazzaro.
« Risurrezioni
» e resurrezioni.
Rapini e la Storia
di Cristo.
Del predare in pubblico e della messa
delle undici.
Ancora
Dogma e spirito cristiano secondo Tolstol.
Balsamo-Crivelli, Tozzi, Palazzeschi,
Un'antologia di Giuliotti. Cattolicesimo
e Cceur
simple.
Cecohi,Pesci rossi,
la bandiera
dell'umiltà.
e
Le
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(Da pag. 149
a
pag. 167.)
vn.
La
voce
-
di Dio, di Marino
Moretti.
tini.
Verginità,di F. M. Marsul Po, di Mario
La cascina
Borsa.
scosto,
naIl cuore
di A. S. Novaro.
-
-
(Da pag.
168
a
181.)
pag.
Vili.
Fiumi
l poeti di Verona
a Verona.
e di Ferrara.
tichi
-Ane nuovi
giovani. Leopardi e il leopardismo.
Leopardannunzianesimo.
La letteratura italiana secondo
dismo
e
Guido da Verona
Crémieux.
e i frammentisti
Lirica pura
Heine
di V. Errante.
ironia.
nella traduzione
e
Govoni
L'offensiva contro Milano.
Mondadori.
e Tasso.
Un apologo
di Lina Sohwarz.
Con
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(Da pag.
Onaltiero
182
a
pag.
-
197.)
Castellini
I9è
*
di Scotti
Il Dante
Teatro
208
.
21S
nnovo
Pirandello
224
Emilio
23S
Praga
Venti
e
ventuno, I-II
344
Gorki
e
Tolstoi
268
Indice
dei nomi
citati in questo Tolume
......
2ft9
i
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Tempo DI Edificare: Verga, Tozzi, E. Praga, Moretti, Pirandello