OPERAZIONE “RAIS” - SGOMINATO SODALIZIO CRIMINALE
SFRUTTAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E SEQUESTRO A SCOPO DI ESTORSIONE I REATI
CONTESTATI - 16 MAGGIO 2012
La locale Squadra Mobile, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e con l’ausilio delle Squadre Mobili
di Ancona, Catania, Milano e Roma, esegue l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattordici
persone di nazionalità italiana ed egiziana responsabili a vario titolo di appartenere ad un sodalizio criminale
transnazionale, operante lungo l’asse Egitto-Italia, dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed al
sequestro di persona a scopo di estorsione.
L’attività d’indagine, condotta sotto le direttive della locale Procura presso il Tribunale di Messina, Direzione
Distrettuale Antimafia, è scaturita da un controllo operato, in data 24 luglio 2010, da personale della Sottosezione
della Polizia Stradale di Giardini Naxos su un tir che aveva insospettito gli agenti in quanto dagli squarci laterali del
telone si intuiva la presenza di persone. In tale occasione a bordo del tir furono scoperti 84 cittadini extracomunitari
clandestini e pertanto il conducente del mezzo e due passeggeri furono tratti in arresto per avere in concorso tra loro
organizzato il trasporto e l’ingresso sul territorio italiano dei clandestini.
LE VOLANTI SOTTOPONGONO A FERMO DI P.G. L’AUTORE DI UNA RAPINA
VITTIMA UNA CROCERISTA OLANDESE – 8 GIUGNO 2012
Le Volanti sottopongono a fermo di p.g. QUATTROCCHI Luigi, messinese di 36 anni, poiché ritenuto responsabile
del reato di rapina impropria.
Alle ore 10:30 circa del 7 giugno le Volanti intervengono in via XXIV maggio poiché un’anziana turista olandese,
giunta a Messina a bordo della MSC Splendida, era stata aggredita da un uomo travisato da un casco protettivo e
scippata di una collana in oro. Il marito della donna aveva tentato di bloccare il rapinatore ingaggiando una
colluttazione che aveva fatto cadere il rapinatore dal motorino sul quale stava tentando la fuga, ma non era riuscito a
fermarlo.
Dalla descrizione fatta dai due turisti i poliziotti hanno subito intuito chi potesse essere l’autore della rapina, trovando
conferma attraverso un controllo fatto in un negozio compro oro dove il malvivente aveva tentato di vendere la
collana.
Il Quattrocchi, dopo continue ricerche, è stato poi rintracciato dalle Volanti alle due di notte in via Manzoni, mentre
tentava di nascondersi nel cortile di un’abitazione. Al momento del fermo l’uomo presentava vistose e recenti
escoriazioni riportate nella caduta dal motorino.
La collana in oro, scippata, è stata recuperata danneggiata presso un esercizio “compro oro” di Messina, e dopo essere
stata riparata, il Questore Gugliotta l’ha fatta riconsegnare alla turista olandese presso l’aeroporto di Milano.
Il titolare dell’esercizio commerciale è stato denunziato per ricettazione.
LA DIGOS DENUNCIA FALSA INVALIDA PER TRUFFA AGGRAVATA AI DANNI DELL’INPS
INDAGATA ANCHE LA FIGLIA PER IL MEDESIMO REATO - 3 LUGLIO 2012
Lunghe ed articolate indagini hanno consentito agli investigatori della DIGOS di scoprire il raggiro messo in atto da
un’anziana settantatreenne e dalla figlia della stessa ai danni dell’INPS.
L’anziana donna, con l’indispensabile aiuto della figlia, era riuscita a fingersi malata e con evidenti segni di demenza
senile tanto da ottenere una pensione di invalidità del 100% che recepiva regolarmente ogni mese.
Gli appostamenti e le immagini registrate hanno dimostrato inequivocabilmente la falsità delle attestazioni fatte al
perito chiamato a redigere parere tecnico per il sussistere di condizioni di salute talmente gravi da necessitare una
costante e continuativa assistenza.
Le due donne sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa aggravata.
CALCIO E BASKET: IL COMM.TO DI BARCELLONA P.G. INDIVIDUA I RESPONSABILI DEI DISORDINI DEL
MAGGIO SCORSO
COMMINATE SEI MISURE DASPO- 4 LUGLIO 2012
Gli agenti del Commissariato di Barcellona P.G. hanno identificato i soggetti responsabili dei disordini avvenuti
durante alcune manifestazioni sportive tenutesi lo scorso maggio. Le immagini registrate degli incontri di calcio e
basket hanno confermato le responsabilità di alcuni tifosi e di un giocatore pertanto denunciati alla locale A.G. e
sottoposti a D.A.S.P.O..
In occasione dell'incontro di calcio di 3° categoria tra le squadre Acquaficara e Barcellonese, disputatosi il 20 maggio
presso lo Stadio Comunale D'Alcontres, al termine della partita nasceva un diverbio tra alcuni calciatori e dirigenti
delle due squadre. Diverbio risolto grazie all’immediato intervento degli agenti del Commissariato di Barcellona P.G.
che prontamente identificavano e denunciavano uno dei calciatori ed un tifoso, il primo per lesioni personali
aggravate ed il secondo per invasione del terreno di gioco, minacce, danneggiamento aggravato e porto di oggetti atti
ad offendere.
A seguito della proposta formulata dallo stesso Commissariato, il Questore di Messina ha comminato al calciatore il
DASPO per anni 1 ed al tifoso il DASPO per anni 2 con prescrizione dell'obbligo di firma.
Inoltre, in occasione dell'incontro di basket valido per i play-off gara 3, disputatosi il 28 maggio tra le squadre Sigma
Barcellona ed Enel Brindisi, al termine dell'incontro, alcuni tifosi locali si sono riversati all'interno del rettangolo di
gioco lanciando bottigliette in plastica verso il settore dei tifosi ospiti.
Anche in tal caso il pronto intervento del personale di polizia ha consentito di contenere i disordini mettendo in
sicurezza i tifosi ospiti ed evitando problematiche per l’ordine e la sicurezza pubblica.
A seguito di tale episodio, gli agenti del Commissariato di Barcellona, attraverso le riprese video, hanno identificato e
denunciato all’A.G. 4 individui. I primi tre si sono resi responsabili del reato di cui all'art. 6 bis Legge 401/89 e
successive modifiche (per il superamento delle recinzioni del rettangolo di gioco), il quarto, del reato di minacce ed
oltraggio a p.u.. Anche in questo caso, il Questore di Messina ha comminato la misura del DASPO.
Sono tuttora in corso indagini per identificare altri tifosi responsabili di reati.
LE VOLANTI BLOCCANO ED ARRESTANO DUE SCIPPATORI IN MOTO
AVEVANO APPENA RAPINATO UNA DONNA NEI PRESSI DI VILLA DANTE - 13 LUGLIO 2012
La prontezza di riflessi dei poliziotti di quartiere, in servizio nell’area circostante Villa Dante, ha permesso l’arresto di
due malviventi resisi responsabili del reato di rapina.
I due soggetti arrestati sono Magazzù Giuseppe, nato a Bollate (MI) di anni 42 e Pugliatti Maria, messinese di anni 34
con precedenti per estorsione, truffa e stupefacenti.
I due, poco prima l’intervento degli agenti, avevano, a bordo di una moto Suzuki di grossa cilindrata, scippato una
donna tirandole via la borsa.
Non avevano però previsto la presenza a pochi metri degli agenti che, attirati dalle urla della vittima e compreso
quanto accaduto, si sono lanciati verso la moto scavalcando la ringhiera che li separava dalla carreggiata ed intimando
l’alt.
I rapinatori, perso il controllo del mezzo nel tentativo di darsi alla fuga, sono stati raggiunti ed arrestati.
Il motociclo Suzuki è stato sequestrato e consegnato in giudiziale custodia alla ditta preposta.
LA SQUADRA MOBILE ARRESTA USURAIO IN FLAGRANZA DI REATO
ESTORSIONE ED USURA I REATI CONTESTATI AL MALVIVENTE - 31 LUGLIO 2012
Gli agenti della Squadra Mobile procedono all’arresto in flagranza di reato di COSTANTINO Antonino, messinese di
anni 39, pregiudicato, resosi responsabile dei reati di usura ed estorsione.
Le indagini effettuate dagli investigatori della locale Squadra Mobile hanno permesso di risalire all’attività usuraia
messa in atto dall’arrestato e all’iter seguito con le vittime che, in difficoltà economiche, si rivolgevano al reo per
ottenere un prestito.
I poliziotti lo hanno bloccato ed arrestato con ancora addosso gli oggetti in oro che la vittima gli aveva poco prima
consegnato come ulteriore pagamento.
I monili ceduti erano solo l’ultima delle tranches estorte all’incauto commerciante che, per far fronte ai debiti
contratti, si era rivolto al reo per un prestito di 5.000 euro da restituire in 30/40 giorni con una somma aggiuntiva di
1.500 euro.
Sanato il debito però, l’usuraio aveva preteso ulteriori somme sempre più esose, minacciando la vittima e
prospettando l’intervento di ulteriori individui in caso di mancato pagamento.
Telefonate ripetute ed appostamenti sotto casa hanno infine contribuito a gettare in uno stato di panico la vittima e a
fargli consegnare gli oggetti in oro rinvenuti e sequestrati dai poliziotti.
MESSINA: LA POLIZIA DI STATO ESEGUE L’OPERAZIONE DI P.G. “DOLCE VITA”
LA POLIZIA DI STATO SEQUESTRA TRE LOCALI NOTTURNI NELLA ZONA TIRRENICA DELLA PROVINCIA ED
ESEGUE PROVVEDIMENTI CAUTELARI RESTRITTIVI NEI CONFRONTI DI 14 SOGGETTI RESPONSABILI DI
ASSOCIAZIONE A DELINQUERE DEDITA ALLO SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE - 15 OTTOBRE 2012
A conclusione di un lungo ed articolato lavoro investigativo svolto, la Polizia di Stato ha accertato che dietro le
apparenze di circoli privati no profit si celavano locali pubblici notturni gestiti imprenditorialmente da vere e proprie
associazioni a delinquere, finalizzate peraltro allo sfruttamento della prostituzione di ragazze, per lo più straniere,
fittiziamente registrate come socie. I locali notturni – costituenti famosi centri di richiamo per utenti provenienti da
molte province siciliane – sono ubicati nella fascia tirrenica messinese.
L’operazione della Polizia di Stato è stata denominata “Dolce Vita” dal nome di uno dei tre night club sequestrati e
dal gaudente e spregiudicato stile di vita dei gestori. Le indagini hanno consentito di accertare che nei predetti locali,
dalle prime ore della notte e fino alle prime luci dell’alba, i molti clienti, mascherati da forme di un finto
tesseramento, pagavano profumatamente per fruire di servizi dal contenuto variabile: consumazione di bevande,
spettacoli di lap dance e spogliarelli, ma anche la compagnia delle ragazze, soprattutto straniere impiegate nel night.
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Inoltre, le indagini – protrattesi per quasi un anno – hanno permesso di svelare l’esistenza di tre distinte
organizzazioni criminali che, dietro il paravento dei locali rispettivamente gestiti, erano dedite allo sfruttamento della
prostituzione.
SVALIGIANO ABITAZIONE. TRE TOPI D’APPARTAMENTO ARRESTATI DALLA SQUADRA MOBILE
RECUPERATA E RICONSEGNATA AL LEGITTIMO PROPRIETARIO LA REFURTIVA- 6 NOVEMBRE 2012
La Squadra Mobile trae in arresto Ruggeri Pietro, messinese di anni 52, Arena Giuseppe, messinese di anni 36 e
Milazzo Tindaro, nato a Milazzo di anni 27, poiché tutti colti nella flagranza del reato di furto aggravato.
I tre uomini avevano appena svaligiato un appartamento nei pressi di piazza San Vincenzo riuscendo a trafugare
monili in oro e brillanti. Ad individuare i topi d’appartamento sono stati gli agenti della Squadra Mobile che
riconosciuti due dei tre malviventi come noti pregiudicati nei pressi dell’appartamento e notato un atteggiamento
sospetto non hanno esitato a bloccare l’autovettura sulla quale gli stessi stavano guadagnando la fuga.
La contestuale diramazione della notizia del furto dalla Sala Operativa e la successiva perquisizione hanno confermato
i sospetti dei poliziotti: nascosti sotto il sedile posteriore dell’automobile gli agenti hanno rinvenuto due tennis in
brillanti, altri bracciali e monili in oro. Sono stati inoltre sequestrati strumenti di vario tipo atti allo scasso tra cui un
cacciavite di grandi dimensioni ed una chiave a tubo.
La refurtiva recuperata è stata restituita al legittimo proprietario.
SQUADRA MOBILE: IN MANETTE LADRI D’APPARTAMENTO – BANDA DI LADRI GEORGIANI
OPERAZIONE LAMPO PER RISALIRE AI REI E RECUPERARE LA REFURTIVA – INDAGINI SERRATE METTONO
FINE AI COLPI MESSI A SEGNO DAI CRIMINALI – 9 NOVEMBRE 2012
Si constata che in città si verificano alcuni furti in abitazioni, perpetrati tutti con le medesime modalità: i ladri si
rivelano particolarmente esperti nel violare porte blindate con qualsiasi tipo di serratura e chiusura senza provocare
segni di effrazione, circostanza che convince gli investigatori della Squadra Mobile dell’estraneità degli autori al
tessuto cittadino. Si evidenzia inoltre che il fenomeno si è manifestato in altre città italiane e non sembra riconducibile
al tessuto criminale locale.
La Questura intensifica i controlli ai cittadini di nazionalità straniera soliti transitare in questo centro.
Tale strategia operativa sortisce i suoi effetti: la Squadra Mobile sottopone a fermo di p.g. quattro cittadini di
nazionalità georgiana ritenuti responsabili di furto in appartamento, ricettazione e possesso di strumenti di effrazione.
I quattro, identificati in GABASHIDZE Valerian, nato a Bagdati (Georgia) il 15.07.1980, SAKVARELIDZE Temur,
nato a Imereti (Georgia) il 20.5.1970, KIRVALIDZE Valeriani, nato a Tblisi (Georgia) il 18.01.1987 e
PANTSKHAVA Tariel, nato in Georgia il 18.12.1977, sono stati fermati a bordo di due distinte autovetture, lungo la
litoranea nord, e poi sottoposti a controllo. Alcuni di loro hanno immediatamente esibito dei documenti rilasciati dalle
Autorità lituane e si sono dichiarati cittadini dell’Unione Europea, anche al fine di evitare le procedure per
l’espulsione dal territorio nazionale, ma i successivi riscontri hanno evidenziato che tutti e quattro gli stranieri erano
di nazionalità georgiana.
Nel corso di un primo esame, su entrambe le autovetture sono stati rinvenuti strumenti atti allo scasso ed oggetti in
oro, alcuni dei quali riconosciuti da una vittima che aveva subito un furto nella propria abitazione il giorno
precedente, mentre gli altri oggetti sono stati catalogati e verranno a breve inseriti nel sito della Polizia di Stato.
Tra gli oggetti atti allo scasso va evidenziato che sono stati sequestrati alcuni cacciaviti, delle calamite, un coltello,
forbici ed una pellicola plastica spessa, di colore giallo, usualmente usata da specialisti in furti in abitazione per
inserirla tra la porta ed il telaio al fine di spostare ed annullare il dispositivo di blocco c.d. “scoppo”, nonché delle
chiavi a doppia mappa molate, chiavi per cilindri comuni, una grande lastra plastica rigida ed alcune forbici con le
punte alterate come viziate da un uso improprio per torsione o leva vantaggiosa. I quattro avevano al seguito anche
bagagli con effetti personali e pertanto si ritiene probabile che, una volta conclusa la scorribanda in questo centro, si
sarebbero allontanati assicurandosi in tal modo l’impunità.
I malviventi sono stati sottoposti a fermo di p.g. e condotti presso la locale casa circondariale, a disposizione della
locale Procura della Repubblica.
RAPINA IN TABACCHERIA SVENTATA DAGLI AGENTI DELLE VOLANTI
I POLIZIOTTI DISARMANO ED ARRESTANO IN FLAGRANZA DI REATO IL RAPINATORE - 15 NOV 2012
Sono scattate le manette per un giovane messinese di 24 anni, Minniti Salvatore, pregiudicato, responsabile dei reati
di tentata rapina aggravata e porto illegale di arma comune da sparo clandestina, ai danni di una rivendita tabacchi nei
pressi del Torrente Trapani.
Il ragazzo è stato individuato, a seguito di segnalazione presso la Sala Operativa per rapina in atto, dagli agenti delle
Volanti impegnati nel controllo del territorio lungo la scalinata di via Belvedere. Imbracciava ancora il fucile a canne
mozze con il quale aveva tentato di mettere a segno la rapina.
Immediato l’intervento dei poliziotti che, braccato il rapinatore, lo hanno tempestivamente disarmato ed arrestato
evitando gravi ed ulteriori conseguenze.
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Il malvivente si era introdotto nella tabaccheria minacciando più volte con l’arma il titolare dell’esercizio
commerciale. La reazione del titolare ha messo in fuga il giovane che è stato subito dopo bloccato dai poliziotti
intervenuti sul posto.
L’arma, un fucile a canne mozze con il calcio segato e la matricola parzialmente abrasa, è stata posta sotto sequestro.
Il criminale, denunciato inoltre per il reato di alterazione di armi e ricettazione è stato trasferito presso la locale Casa
Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
MESSINA: LA POLIZIA DI STATO ESEGUE SEQUESTRO DI BENI PER UN MILIONE E MEZZO DI EURO
IL SEQUESTRO È STATO ESEGUITO DALL’UFFICIO MISURE DI PREVENZIONE DELLA DIVISIONE
ANTICRIMINE E DELLA SQUADRA MOBILE - 22 NOVEMBRE 2012
Un sequestro di beni per un milione e mezzo di euro, costituisce l’ennesimo colpo contro la cassaforte riconducibile al
boss mafioso di Provinciale Giovanni Lo Duca, coinvolto in alcune delle più importanti operazioni antimafia degli
ultimi anni e considerato dalla DDA e dagli investigatori uno dei più pericolosi esponenti criminali cittadini, ristretto
in regime di “carcere duro”, c.d. 41 bis.
Il sequestro è stato operato dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Anticrimine e dalla Squadra Mobile
della Questura di Messina in esecuzione del Decreto di Sequestro, emesso dal Tribunale di Messina - Sezione Misure
di Prevenzione, su proposta di questo Ufficio misure di Prevenzione.
La misura ha colpito i beni intestati ai familiari del noto boss mafioso e, nella fattispecie, diverse imprese individuali
costituite da bar ed rivendite ortofrutticoli, con sedi in Messina ed in particolare in Viale Europa, Via Catania e presso
mercati rionali.
Sono stati, inoltre, sequestrati, 9 rapporti bancari e postali e due polizze assicurative riferibili al Lo Duca Giovanni ed
ai suoi familiari.
Nell’ambito dell’operazione, gli Ufficiali Giudiziari, hanno anche sottoposto a sequestro un appartamento per civile
abitazione di proprietà di una sorella del Lo Duca, nonché tre SUV di grossa cilindrata, tre motoveicoli e la “flotta
aziendale” formata da tre autocarri.
Dalle indagini esperite, attraverso l’esame degli investimenti effettuati nel tempo dai familiari del Lo Duca, che per
suo conto esercitavano le funzioni di prestanome, si è potuto constatare come gli stessi abbiano continuato a svolgere
le attività illecite dell’usura e dell’estorsione, accumulando un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati
e alle lecite attività aziendali.
Il Lo Duca, personaggio di indubbio spessore criminale, coordinava le attività illecite di tutti gli accoliti, prendeva
decisioni e costituiva il punto di riferimento di qualunque azione criminale posta in essere dagli associati.
OPERAZIONE SUPERMARKET
LA POLIZIA DI STATO ARRESTA CINQUE PERSONE PER ESTORSIONE AGGRAVATA DAL METODO MAFIOSO E
TRASFERIMENTO FRAUDOLENTO DI SOCIETÀ NONCHÉ SEQUESTRA PREVENTIVAMENTE UNA SOCIETÀ - 4
DICEMBRE 2012
La Squadra Mobile esegue un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere nei confronti di cinque soggetti,
di cui 2 agli arresti domiciliari, in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di estorsione e tentata estorsione,
aggravati dal metodo mafioso, e trasferimento fraudolento di valori.
Inoltre, il G.I.P. dispone il sequestro preventivo, al fine della successiva confisca, a carico di una società a
responsabilità limitata, e del relativo complesso aziendale, costituito da due supermercati, due automezzi e diversi
rapporti bancari per un valore complessivo di 500.000 euro.
L’attività estorsiva, posta in essere da un esponente di primo piano di una famiglia mafiosa messinese, Trovato
Giovanni, sorvegliato speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, già destinatario di un imponente provvedimento di
sequestro dei beni, è stata condotta ai danni di un importante gruppo imprenditoriale operante nel settore della grande
distribuzione e consistente nell’imposizione di forniture di merci in favore della società a responsabilità limitata
amministrata dal figlio di Trovato, ma di fatto da lui gestita.
Le indagini esperite hanno consentito di accertare che con siffatta strategia criminale, questo pluripregiudicato, oltre
ad incidere sul tessuto economico cittadino imponendo rapporti commerciali ad imprenditori finalizzati ad inserirsi
nella loro catena commerciale, ha esercitato la gestione diretta di attività economiche apparentemente lecite, operanti
nel settore della distribuzione alimentare, formalmente intestate ad altri soggetti a lui legati da stretti vincoli di
parentela, e dallo stesso interposti fittiziamente per impedire la riconducibilità delle persone giuridiche costituite ad
hoc.
LE VOLANTI ARRESTANO IL RAPINATORE DELLA BANCA CARIGE DI VIALE S. MARTINO
SI FA SCUDO CON UN OSTAGGIO E SPARA CONTRO I POLIZIOTTI MA VIENE BLOCCATO -12 DICEMBRE 2012
Si chiama Giuseppe Trischitta il 53enne messinese che è stato arrestato stamane dai poliziotti delle Volanti, subito
dopo aver messo a segno un colpo in danno di un Istituto di Credito di questo Centro.
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I particolare alle ore 12.40 circa due uomini travisati da passamontagna e casco hanno fatto irruzione nei locali della
banca Carige sita in questo Viale San Martino, ed hanno immobilizzato la guardia giurata che si trovava all’ingresso
della banca sottraendogli l’arma d’ordinanza. Mentre uno dei due teneva sotto tiro il vigilantes, l’altro, si è fatto
consegnare il denaro contenuto in cassa, minacciando di far del male alla guardia giurata.
Nel frattempo è giunta sul posto la moto volante in servizio di controllo antirapina della Polizia di Sato allertata a
seguito di segnalazione giunta in Sala Operativa.
Al momento di uscire dalla banca, i due rapinatori, si sono ritrovati davanti i poliziotti, e pertanto hanno preso in
ostaggio due clienti che si trovavano all’interno della stessa.
Uno dei due malviventi, facendosi scudo con una donna, è riuscito a fuggire portando con se la somma asportata, che
equivale a circa 9mila euro, mentre l’altro, facendosi scudo con un giovane si è dato alla fuga nella vicina via Siracusa
inseguito dai poliziotti.
Cercando di seminare gli agenti, quest’ultimo si è liberato dell’ostaggio ed ha esploso un colpo d’arma da fuoco
contro gli operatori proseguendo la fuga. Non è andato molto lontano, però, poiché i poliziotti lo hanno scovato poco
dopo, mentre tentava di nascondersi all’interno del cassone di un camion.
Gli agenti intervenuti hanno successivamente recuperato il casco ed il passamontagna abbandonati dall’uomo, oltre
che la pistola utilizzata dai rei per la rapina (una 7.65 semiautomatica con matricola abrasa), nonché l’altra pistola
appartenente alla guardia giurata.
Giuseppe Trischitta è stato tratto in arresto per rapina aggravata, sequestro di persona, tentato omicidio e porto
abusivo di arma clandestina. Sarà accompagnato presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’A.G..
Sono in corso indagini al fine di individuare il secondo rapinatore.
OPERAZIONE GRAN BAZAR
LA POLIZIA DI STATO ARRESTA OTTO PERSONE PER USURA - 19 DICEMBRE 2012
Sono otto le persone responsabili dei reati di usura ed estorsione - in alcuni casi aggravati dal metodo mafioso raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dalla Squadra Mobile e dalla Sezione di P.G. della
Polizia di Stato presso la Procura di Messina.
Le indagini hanno preso piede nel maggio del 2009 quando un direttore di banca ha denunciato di essere vittima di atti
intimidatori, inizialmente sotto forma di reiterate minacce telefoniche e lettere minatorie, in seguito culminati
nell’incendio ai danni della propria autovettura.
Il lavoro degli investigatori ha permesso il collegamento di tali episodi criminali con una serie di operazioni bancarie,
poco chiare, effettuate da alcuni clienti presso l’istituto di cui la vittima era il direttore ed alle quali la stessa si era
opposta.
In particolare, un vorticoso scambio di assegni, non motivato e suffragato da rapporti commerciali tra le parti era alla
base degli attriti creatisi in agenzia con i suddetti clienti.
Le intercettazioni ambientali e telefoniche hanno poi rivelato che il giro di titoli era in massima parte generato con
l’intento di rappresentare un’evidenza contabile che celasse la comune situazione di dissesto finanziario. Dissesto
finanziario per far fronte al quale, gli stessi clienti avevano, in taluni casi, fatto ricorso a prestiti usurai.
E’ dunque emerso il coinvolgimento di personaggi orbitanti negli ambienti della criminalità organizzata messinese
chiamati in causa ora per il reperimento di finanziamenti, ora per sollecitare interventi volti a risolvere situazioni di
contrasto.
Sono state inoltre eseguite perquisizioni domiciliari nei confronti degli arrestati ed anche di altri soggetti indagati.
LE VOLANTI SEQUESTRANO 6,5 KG DI COCAINA ED ARRESTANO LO SPACCIATORE- 23 DICEMBRE 2012
Nel corso di un servizio di controllo del territorio, all’uopo intensificati nel periodo natalizio, gli agenti delle Volanti
nel pomeriggio di ieri 22 dicembre u.s., procedevano, all’interno degli imbarcaderi della rada S. Francesco, al
controllo di un’autovettura proveniente da Villa San Giovanni.
Lo stato di nervosismo manifestato dal conducente dell’autovettura insospettiva i poliziotti che decidevano di
procedere all’accurata ispezione del veicolo.
Durante tale attività gli agenti constatavano la presenza a bordo dell’autovettura di una grande quantità di prodotti
caseari e parti meccaniche di auto. E pertanto chiedevano al conducente il luogo di destinazione degli alimenti e
degli oggetti meccanici. L’uomo forniva risposte evasive dicendo di doverli consegnare ad una sconosciuta ditta della
provincia di Messina, senza però riuscire a fornire ulteriori e chiare indicazioni.
Tali circostanze, associate al fiuto investigativo, inducevano gli agenti ad eseguire un controllo più accurato, ritenendo
che all’interno dell’auto potesse essere celata sostanza stupefacente o altro materiale di illecita provenienza anche in
considerazione del fatto che la presenza di prodotti caseari potesse servire per disturbare la ricerca di sostanza
stupefacente con l’ausilio di unità cinofile.
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I poliziotti provvedevano, pertanto a condurre il veicolo fermato all’interno della Caserma Calipari ove a seguito di
accurata perquisizione individuavano nella parte posteriore dell’autovettura un’intercapedine chiusa in modo
artigianale.
Gli investigatori all’interno di tale vano rinvenivano tre involucri sigillati con nastro di imballaggio che contenevano
altri involucri sigillati cosparsi di polvere di caffè amalgamata con grasso di vasellina. All’interno di quest’ultimi
involucri, pari ad un peso complessivo di 6,5 Kg, gli agenti, finalmente, rinvenivano della polvere compressa di colore
bianco che, sottoposta all’esame del narcotest risultava essere un derivato della Coca.
Per quanto sopra, il conducente dell’autovettura, Pagano Lorenzo napoletano di anni 48, pregiudicato, veniva tratto in
arresto per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed associato alla Casa Circondariale di Messina Gazzi.
POLIZIA DI STATO – SCOPERTE E SEQUESTRATE ARMI E DROGA NEL RIONE MANGIALUPI
TRITOLO, POLVERE DA SPARO E NUMEROSI INNESCHI TRA GLI OGGETTI RINVENUTI - 18 GENNAIO 2013
Proseguono serrati i controlli della Squadra Mobile mirati al controllo del territorio. Nella giornata di ieri, gli
investigatori della Squadra Mobile hanno scoperto un vero e proprio arsenale durante un servizio nel rione
Mangialupi.
Ben celate in due borsoni di tela blu, gli agenti hanno scovato una dopo l’altra armi di vario tipo: una pistola
mitragliatrice UZI con canna filettata per poter inserire il silenziatore, tre pistole semiautomatiche Beretta, tutte con
relativo caricatore, due revolver con matricola abrasa, il primo di fattura belga, il secondo marca Smith & Wesson e
poi ancora un fucile semiautomatico Breda calibro 12; infine due caricatori bifilari ed uno monofilare.
Nascosta tra le armi c’era pure quello che a prima vista sembrava un’ innocua ed elegante penna stilografica e che
invece si è rivelata essere una pericolosa penna pistola di fattura artigianale perfettamente funzionante.
Ma non è finita qui: insieme alle armi, la Polizia ha rinvenuto un ingente quantitativo di tritolo - un panetto da mezzo
chilo circa ed un cilindretto da cinquanta grammi – centinaia di inneschi, circa un chilo di polvere da sparo e più di
2000 cartucce.
L’operazione di polizia ha consentito anche il rinvenimento di più di due chili di sostanza stupefacente del tipo
Marijuana, circa 30 bustine di mannitolo e due bilancini elettronici per il confezionamento delle singole dosi.
Sequestrate anche un paio di manette con relative chiavi.
LA POLIZIA ARRESTA TRE PERSONE PER FURTO AGGRAVATO IN APPARTAMENTO
RECUPERATI GIOIELLI DEL VALORE DI 60.000,00 EURO - 18 GENNAIO 2013
Ieri, nell’ambito di servizi straordinari finalizzati al contrasto della criminalità, gli agenti della Squadra Mobile,
coadiuvati dai colleghi della Squadra Mobile di Siracusa e Ragusa, hanno tratto in arresto in flagranza Tamburella
Rosario, pregiudicato messinese di anni 53; Plopis Ion, rumeno di anni 27; Aloisi Giovanni messinese di anni 23,
ritenuti responsabili in concorso tra loro del reato di furto aggravato in abitazione.
In particolare, i poliziotti notavano, in questo centro, il noto pregiudicato Tamburella a bordo di un’autovettura
unitamente ad altri due soggetti e, rilevato un insolito atteggiamento dell’uomo, al cui carico si annoverano numerosi
precedenti per droga, hanno ritenuto opportuno avviare un servizio di pedinamento. Il tallonamento si è protratto nel
territorio di Ragusa, in località Ispica, ove con l’ausilio, frattanto richiesto, degli agenti della Squadra Mobile di
Siracusa e Ragusa, si effettuava un’attività di osservazione dei tre che imboccavano un strada senza uscita.
Dopo circa mezz’ora l’autovettura a velocità sostenuta usciva dalla predetta strada. Attesi i continui movimenti
sospetti, prontamente i poliziotti intervenivano e bloccavano il mezzo.
A seguito di perquisizione, veniva rinvenuto all’interno del vano bagagli dell’autovettura un borsone contenente vari
monili in oro per un valore successivamente stimato in euro 60.000,00.
Dagli immediati ed accurati accertamenti si appurava che gli oggetti in oro erano stati poco prima asportati da
un’abitazione sita nella strada senza uscita ove l’autovettura dei tre malviventi aveva sostato.
TRUFFA AI DANNI DELL’INPDAP DI MESSINA: LA SEZIONE DI P.G. DELLA POLIZIA DI STATO ESEGUE 12
ARRESTI
EROGAZIONI DI PENSIONI DI REVERSIBILITÀ E CESSIONE DEL QUINTO DELLO STIPENDIO SENZA I
NECESSARI PRESUPPOSTI - 26 GENNAIO 2013
Nelle prime ore di stamani la Sezione P.G. della Polizia di Stato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Messina, con la collaborazione della locale Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Cinisello Balsamo, ha dato
esecuzione all’Ordinanza di Applicazione di Misure Cautelari emessa dal locale GIP Dott.ssa Maria Vermiglio su
richiesta dei PP.MM. dott.ri Fabrizio Monaco e Diego Capece Minutolo, nei confronti di 12 soggetti responsabili di
associazione finalizzata alla truffa ai danni dell’INPDAP di Messina ed a numerosi istituti finanziari.
Le dodici persone raggiunte dall’Ordinanza di misura cautelare sono tutte indagate come membri di
un’organizzazione, ben delineata, dedita ad una serie indeterminata di truffe a partire dal settembre 2009 ai danni
dell’INPDAP di Messina per l’erogazione di pensioni di reversibilità in assenza dei necessari presupposti, nonché ai
danni di istituti finanziari per l’erogazione di finanziamenti con cessione del quinto delle predette pensioni.
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Figura chiave dell’organizzazione è Genitore Angelo, capo e promotore del sodalizio criminoso che come dipendente
dell’INPDAP di Messina è riuscito ad aggirare il sistema interno che eroga le pensioni di reversibilità.
Convinceva infatti i futuri complici a presentare false autocertificazioni che attestavano rapporti di coniugio del tutto
inesistenti con defunti pensionati del cui decesso egli era a conoscenza grazie al ruolo interno alla Pubblica
Amministrazione.
Avendo libero accesso ai dati, infatti, il reo selezionava i pensionati deceduti non coniugati, così da avere la certezza
che l’emolumento del pensionato dopo il suo decesso potesse essere riscosso dal falso coniuge senza il rischio di
creare duplicati e di incorrere nei reali coniugi del defunto.
I soggetti beneficiari delle fittizie posizioni pensionistiche non solo erano legati tra loro da rapporti di parentela o
amicizia, ma avevano perfetta contezza del meccanismo truffaldino grazie al quale percepivano la pensione di
reversibilità di un perfetto estraneo spacciandosi per falsi coniugi.
La truffa prevedeva sempre lo stesso meccanismo e persino l’erogazione del denaro dagli stessi uffici postali. Sovente
poi il beneficiario di una pensione era delegato alla riscossione di un’altra dello stesso gruppo in una sorta di catena
ben collaudata.
La seconda parte della truffa prevedeva poi la stipula di contratti con numerose finanziarie con finanziamenti e
relativa trattenuta di un quinto sulle singole rate della stessa pensione di reversibilità.
Il coinvolgimento di tutti gli indagati e complici rendeva anche questa seconda fase ben oleata e garantita dal
controllo interno all’INPDAP e dall’abuso di potere operato dal capo dell’organizzazione.
LA POLIZIA ARRESTA FILIPPO BARRESI.
IN MANETTE IL LATITANTE RICERCATO DAL GIUGNO 2011 - 29 GENNAIO 2013
Alle 23.30 di ieri, nel comune di Milazzo, all’interno dell’abitazione di un complice, gli agenti del Commissariato di
P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto, con la collaborazione della Squadra Mobile, hanno proceduto alla cattura ed al
conseguente arresto del noto Filippo Barresi, classe 55’. Latitante dal 24 giugno del 2011 quando, grazie
all’operazione antimafia Gotha, era stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale
di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nonché da ordine di carcerazione emesso dalla Corte di
Appello di Messina per il reato di associazione mafiosa nell’ambito del procedimento penale Mare Nostrum.
Nei mesi successivi, ripetute operazioni con un vasto dispiegamento di uomini sono state organizzate per riuscire a
stanare l’uomo dal suo nascondiglio. Operazioni di ricerca e minuziose indagini hanno passo dopo passo accorciato la
distanza dal pericoloso latitante ritenuto esponente di spicco e collocato ai massimi vertici della famiglia mafiosa
barcellonese.
Gli agenti del Commissariato di Barcellona P.G. hanno con un’operazione lampo accerchiato l’abitazione del
complice del boss, Cuttone Salvatore, nato a Milazzo di anni 38, che in un ultimo tentativo di sottrarsi all’arresto e
nascondere il boss, ha sbarrato le porte di accesso alla casa e spento le luci simulando l’abbandono dell’immobile.
Penetrati all’interno attraverso le finestre dell’abitazione, i poliziotti hanno trovato il complice nascosto nel box
doccia ed il Barresi in un vano ricavato nel sottotetto al quale si accedeva mediante una piccola botola dotata di scala
estensibile.
Dopo l’operazione antimafia Gotha, Barresi Filippo era l’unico esponente di vertice di cosa nostra barcellonese ad
essersi sottratto alla cattura continuando a gestirne le strategie criminali. L’autore ed esecutore di delitti come quello
di Francesco Siracusa nel 1989 e di Cattaino nel 1991, nonché del ferimento di Gambino nel 1993, non disdegnava di
dedicarsi all’attività imprenditoriale coltivando diretti interessi, insieme ad altri elementi di vertice del clan,
all’interno delle società CEP e ICEM, amministrate da Giuseppe Isgrò ma appunto riconducibili a Rao Giovanni,
Barresi Filippo e Gullotti Giuseppe.
Stanotte l’atto finale con l’arresto ad opera degli uomini del Commissariato di Barcellona.
Il complice del boss, Cuttone Salvatore, è stato arrestato per il reato di favoreggiamento personale.
L’arresto del Barresi giunge di seguito alla consumazione di due efferati delitti commessi in questo centro, il primo
l’1.12.2012 quando è rimasto vittima di un agguato mafioso un giovane di 23 anni, Isgrò Giovanni; ed il secondo il
giorno di capodanno, quando all’interno di un bar in pieno centro un killer ha ucciso a colpi di fucile a pallettoni
Perdichizzi Giovanni, ritenuto esponente di criminalità organizzata a capo di un gruppo dedito alle estorsioni.
CONTROLLO DEL TERRITORIO: LA POLIZIA RINVIENE CINQUE CHILI CIRCA DI EROINA
DROGA ALL’INTERNO DI UNO ZAINO LASCIATO SUL CIGLIO DELLA STRADA - 31 GENNAIO 2013
Uno zaino apparentemente abbandonato per strada ha attirato ieri l’attenzione di una pattuglia delle Volanti impegnata
nel controllo del territorio. Lo zaino era appoggiato ad un albero lungo la strada del rione di Valle degli Angeli che
conduce alla scalinata S.Carlo.
Gli agenti, considerata la natura della strada senza uscita per le autovetture e la posizione anomala dello zaino ne
hanno voluto controllare il contenuto scoprendo all’interno 9 panetti sigillati con nastro da imballaggio e un decimo
sacchetto in cellophane trasparente.
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I successivi accertamenti effettuati presso il locale Gabinetto di Polizia Scientifica hanno confermato i sospetti dei
poliziotti stabilendo che i dieci involucri contenevano 4.752 grammi di eroina.
Tutta la sostanza stupefacente è stata posta sotto sequestro.
POLIZIA DI STATO – SCOPERTE E SEQUESTRATE ARMI ED INGENTE QUANTITATIVO DI DROGA NELLA ZONA
NORD DELLA CITTÀ - 7 FEBBRAIO 2013
Nella giornata di ieri gli investigatori della Squadra Mobile hanno individuato e scoperto un altro arsenale nella zona
nord della città.
Accanto al muretto che delimita la spiaggia del Villaggio Acqualadroni, occultati sotto quasi mezzo metro di sabbia,
sono stati rinvenuti armi, munizioni ed un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.
Ben celate in un bidone per la conservazione delle olive in salamoia, gli agenti hanno scovato anche 3 pistole a
tamburo, 2 pistole semiautomatiche, una mitraglietta Walter cal. 9 e circa 2mila cartucce inesplose di vario calibro.
Tutte le pistole erano perfettamente sigillate in buste di plastica, che molto probabilmente servivano a tutelare i
meccanismi dagli agenti atmosferici.
Ma non è finita qui, accanto al bidone una busta in cellophane di quelle utilizzate per riporre sottovuoto la biancheria,
contenente un borsone da viaggio nel quale erano stipati 22 involucri sigillati col nastro da imballaggio, contenenti
15,6846 kg di eroina e circa 1 kg e 200 g di cocaina.
Un particolare collega l’odierno sequestro a quello eseguito il 14 gennaio scorso, quando in località Mangialupi gli
agenti della Mobile sequestrarono numerose armi da fuoco e 2 Kg di marijuana, ovvero l’utilizzo di alcune buste per il
confezionamento delle armi e del munizionamento recanti la dicitura “magic vac”, lo stesso tipo di quelle rinvenute
ieri.
Inoltre, lo scorso 30 gennaio, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, nel corso di un
servizio di controllo del territorio, hanno rinvenuto, nel Rione Valle degli Angeli, uno zaino con all’interno 9
involucri contenenti 4,752 Kg di eroina.
Le risultanze emerse portano a ritenere l’esistenza di un sodalizio criminale, da tempo operante in questo capoluogo,
dedito al traffico illecito di sostanze stupefacenti, dotato di una complessa struttura organizzativa, ben ramificata sul
territorio, caratterizzata dall’essere armata, con un enorme potenziale offensivo, come dimostrato dalle recenti attività.
Sono in corso accertamenti per risalire al soggetto che custodiva le armi e la sostanza stupefacente per conto
dell’organizzazione criminale operante sul territorio.
Dell’avvenuto sequestro è stata informata la locale Direzione Distrettuale Antimafia cui è stata avanzata la richiesta di
conferimento incarico al Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Catania, per esperire accertamenti tecnici
irripetibili, dattiloscopici e balistici, al fine di accertare il loro eventuale impiego in episodi delittuosi commessi in
questa provincia.
LA POLIZIA DI STATO ESEGUE FERMO DI INDIZIATO DI DELITTO
CITTADINO DEL BANGLADESH RITENUTO RESPONSABILE DELL’OMICIDIO DI UN CONNAZIONALE –
9 FEBBRAIO 2013
Nella tarda serata di ieri, gli agenti del Commissariato P.S. di Milazzo con la collaborazione della Squadra Mobile di
Messina hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto, emesso dai Sostituti Procuratori della Procura della
Repubblica di Barcellona P.G. dr. Francesco MASSARA e dr. Giorgio NICOLA, nei confronti del cittadino del
Bangladesh MIAH Babul, di anni 37.
L’uomo è ritenuto responsabile dell’omicidio del connazionale ALI Taj, venditore ambulante di anni 34, mediante
accoltellamento alla gola.
In particolare lo scorso 20 agosto, in Milazzo, in via Panoramica, lungo una scalinata che porta al mare, veniva
rinvenuto un cadavere, di sesso maschile, identificato poi per ALI Taj.
Le indagini immediatamente avviate dal Commissariato P.S. di Milazzo, coordinate dalla Procura della Repubblica di
Barcellona P.G., portavano subito a sospettare MIAH Babul, considerato come ultima persona ad aver visto ALI Taj
ancora in vita. La capillare ricostruzione degli eventi portava ad appurare che lo stesso ben sapeva che la vittima
custodiva una somma di denaro, circa 775 euro, in una tasca interna dei pantaloni. Questi elementi e le contraddizioni
in cui era incappato MIAH spingevano gli operatori a chiedere all’A.G. un decreto di perquisizione a carico della
stesso. Si giungeva così al sequestro di indumenti e di un paio di scarpe a lui in uso, la cui suola risultava essere
perfettamente coincidente, in quanto a disegno ed usura, con le impronte di scarpa impresse sul sangue della vittima,
rinvenuto sul luogo dei fatti. Anche le testimonianze portavano a ritenere MIAH come la persona con la quale la
vittima, in maniera inusuale, si allontanava in direzione capo Milazzo, luogo dell’omicidio, per non fare più ritorno.
Gli agenti appuravano, inoltre, che l’indagato versava in evidenti difficoltà economiche ed accertavano, altresì, che
nel giorno e nell’ora del delitto, il cellulare dello stesso agganciava la cella compatibile con il luogo del crimine.
Si aggiunge che, a seguito di incidente probatorio si accertava, che sulle ciabatte sequestrate a MIAH Babul si
riscontravano tracce di sangue umano, il cui DNA era corrispondente a quello della vittima ALI Taj.
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POLIZIA DI STATO E GUARDIA DI FINANZA ARRESTANO DUE MESSINESI PER USURA E RICICLAGGIO
SOTTOPOSTI A SEQUESTRO PREVENTIVO CONTO CORRENTI, AUTOMOBILI E BENI IMMOBILI - 6 MARZO 2013
La Squadra Mobile ed il Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno oggi eseguito un’ordinanza di
custodia cautelare nei confronti di due messinesi, il primo in carcere, il secondo agli arresti domiciliari.
I due arrestati sono accusati dei reati di usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, riciclaggio, intestazione
fittizia a terzi di somme di denaro e di beni, simulazione di reato in concorso.
Il G.I.P. ha inoltre disposto, nei confronti del primo, il sequestro preventivo di due unità immobiliari, tre autovetture e
delle somme presenti in quattro conti correnti, per un valore complessivo stimato di Euro 330.000 circa.
L’attività investigativa, ha preso piede dalla perquisizione domiciliare eseguita nell’abitazione dello stesso in data
29.09.2011, nel corso della quale furono sequestrati quasi 90.000 euro in contanti, numerosi titoli di credito – molti
dei quali postdatati e privi dell’indicazione del beneficiario – per un importo nominale di 250.000,00 euro, nonché un
libretto postale e numerosi buoni fruttiferi intestati al predetto e ai suoi familiari.
Sulla base delle dichiarazioni dei firmatari degli assegni rinvenuti è stato possibile ricondurre la presenza del contante
e degli assegni a condotte usurarie e di abusiva attività finanziaria. Successivi approfonditi accertamenti bancari e
l’analisi dei tabulati delle utenze telefoniche note in uso all’arrestato ed ai suoi familiari, nonché gli accertamenti
patrimoniali e reddituali, hanno permesso di ricostruire dettagliatamente taluni rapporti finanziari, molti dei quali a
carattere usurario, che vanno essenzialmente dal gennaio del 2009 ad ottobre del 2011 e che vedono coinvolto l’uomo,
nel ruolo di creditore/finanziatore, e l’altro arrestato agli arresti domiciliari, nel ruolo di riciclatore delle somme
provenienti dall’attività delittuosa.
Gli accertamenti patrimoniali hanno fatto emergere una rilevante sproporzione tra i bassissimi redditi dichiarati negli
ultimi dieci anni e le ingenti somme movimentate.
Nei soli ultimi tre anni le movimentazioni registrate sui conti ammontano complessivamente a circa € 900.000,00, con
saldi positivi che hanno raggiunto la considerevole cifra di € 200.000,00 nel gennaio del 2011.
I tassi usurari applicati su base annua erano compresi tra il 150% ed il 250%.
OPERAZIONE FAKE – 7 MARZO 2013
Nell’ambito dell’operazione di Polizia denominata “FAKE”, personale del Commissariato di P.S. di Patti, unitamente
a personale della Squadra Mobile di Messina e della Sezione di P.G. della Procura di Patti, ha eseguito 12 misure
cautelari, di cui 7 arresti domiciliari e 5 obblighi e divieti di dimora, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Patti dr.
Onofrio Laudadio, su richiesta del Procuratore Capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti, dr.ssa
Rosa Raffa e del Sostituto Procuratore dr.ssa Rosanna Casabona, nei riguardi di:
1. GULLO Francesco, settantunenne di Patti, ex Vice Sindaco del Comune di Patti, nonché assessore ai Servizi
Sociali nelle Giunte del Sindaco Venuto dal 2001 al 2011. Padre del neo Deputato del PD GULLO Maria
Tindara. Sottoposto agli arresti domiciliari.
2. PONTILLO Domenico, quarantatreenne di Patti, geologo, Consigliere Comunale del Comune di Patti, ove
riveste anche la carica di Presidente della Commissione Servizi Sociali; ex assessore del Comune di
Montagnareale. Sottoposto agli arresti domiciliari.
3. GERMANA’ Maria Pia, trentottenne di Milazzo, consulente del lavoro, Consigliere Comunale del Comune di
San Piero Patti, ex assessore presso tale Comune. Sottoposta agli arresti domiciliari.
4. LEMBO Carmelo, sessantatreenne di Patti, Commissario in congedo ed ex Vice Comandante della Polizia
Municipale di Patti. Sottoposto agli arresti domiciliari.
5. PANZALORTO Giuseppe, sessantaduenne di Patti, Ispettore della Polizia Municipale di Patti. Sottoposto agli
arresti domiciliari.
6. CAPPADONA Irene, ventiquattrenne di Patti, studentessa, Presidente del Consorzio Sociale Insieme.
Sottoposta agli arresti domiciliari.
7. CAPPADONA Antonella, trentenne di Patti, impiegata presso il Consorzio Sociale Insieme. Sottoposta agli
arresti domiciliari.
8. LA MACCHIA Pasqualino, quarantatreenne di Patti, Maresciallo della G. d. F. in servizio a Messina,
consigliere comunale del Comune di Patti dal 2001. Sottoposto a divieto di dimora.
9. TRIPOLI Filippo, trentaduenne di Patti, Maresciallo dell’Esercito in servizio a Messina, Consigliere
Comunale del Comune di Patti dal 2006. Sottoposto a divieto di dimora.
10. FORESTI Giuseppe, cinquantanovenne di Oliveri, Ispettore della Polizia Municipale di Patti, ex assessore del
Comune di Oliveri. Sottoposto all’obbligo di dimora.
11. ARLOTTA Alessio, trentenne di Patti, impiegato Ente di Formazione ANFE, ex Consigliere Comunale del
Comune di Patti dal 2006 al 2011. Sottoposto all’obbligo di dimora.
12. ALIBERTO Raffaele, quarantasettenne di Montagnareale, Geometra, ex assessore del Comune di
Montagnareale. Sottoposto all’obbligo di dimora;
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tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati che vanno dall’ associazione finalizzata alla commissione di falsi e
reati elettorali, alla truffa in danno di Enti Pubblici.
In particolare, l’indagine ha consentito di accertare che alcuni candidati politici alle ultime elezioni amministrative,
quelle del 2011, nelle quali si votava per la nomina del nuovo Sindaco di Patti e del relativo Consiglio Comunale, con
la correità di compiacenti vigili urbani, al fine di procurarsi consensi elettorali che altrimenti non avrebbero avuto,
hanno indotto numerose persone residenti in comuni limitrofi a quello pattese, a trasferire fittiziamente le proprie
residenze in Patti, per poi indirizzare in loro favore le preferenze di voto. Inoltre, si è riusciti a documentare un
avvenuto voto di scambio, con la complicità di funzionari comunali, tra i candidati indagati ed alcuni elettori.
E’, altresì, emersa una articolata attività fraudolenta posta in essere in danno dell’Assessorato Regionale
dell’Istruzione e della formazione Professionale, posta in essere da alcuni indagati che con le loro condotte hanno
completamente travisato le finalità della formazione, piegando la stessa all’esclusivo tornaconto personale.
Le condotte incriminate consistevano nell’attestare falsamente la regolarità dei corsi, che invece venivano disertati dai
corsisti, spesso anche dai docenti, ed in alcuni casi non venivano svolti per nulla.
L’operazione di Polizia, complessivamente, ha consentito di deferire alla competente Autorità Giudiziaria 156
persone.
RAID ANTIDROGA. SEQUESTRATI CIRCA 160 KG DI MARIJUANA, UN KG DI COCAINA, UN’ARMA E RELATIVE
MUNIZIONI. DUE ARRESTI - 30 MARZO 2013
Numerosi servizi finalizzati al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti sono stati effettuati nella serata di ieri
dagli agenti della Squadra Mobile.
Il primo controllo ha portato all’arresto di Carcame Giuseppe, messinese di anni 51 e di Aloisio Francesco, anch’egli
messinese di anni 43, entrambi pregiudicati, ritenuti responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze
stupefacenti.
Le attività investigative condotte dai poliziotti hanno permesso di risalire ad un casolare abbandonato nella zona del
rione Bisconte, nei pressi dell’abitazione del Carcame e nella sua disponibilità.
I due uomini sono stati bloccati dopo essersi introdotti all’interno del casolare dove gli agenti, grazie ad un’attenta
perquisizione, hanno recuperato e sequestrato 156,7 chilogrammi di marijuana suddivisa in sacchi di juta.
Le successiva perquisizione domiciliare presso l’abitazione dell’Aloisio ha portato all’ulteriore sequestro di 911,4
grammi di cocaina, una pistola marca Lugher calibro 9x21 con matricola abrasa e 50 cartucce dello stesso calibro. E’
stato pertanto contestato all’uomo anche il reato di detenzione illegale di arma.
NELLA RETE DEI POLIZIOTTI QUATTRO DENUNCIATI PER POSSESSO DI SOSTANZE ANABOLIZZANTI.
DECINE DI FLACONI E CONFEZIONI SEQUESTRATE - 30 MARZO 2013
Ulteriori servizi hanno interessato l’hinterland messinese dove sono state effettuate numerose perquisizioni grazie alle
quali un ingente quantitativo di sostanze anabolizzanti è stato sequestrato. Flaconi, compresse, fiale e persino fogli di
carta dove erano riportate diete e terapie con sostanze dopanti sono stati rinvenuti nelle abitazioni di 4 soggetti
messinesi.
Denunciati all’Autorità Giudiziaria i 4 soggetti per possesso delle suddette sostanze.
Di seguito l’elenco dei prodotti sequestrati:
•
190 fiale di Boldenone Undecylenat;
•
103 fiale di Drostanolone;
•
111 fiale di Stanol ;
•
10 scatole da 5 fiale ciascuna di Omnadren 250 Testosterone;
•
2 fiale di Tri Boldenone;
•
1 fiala di Sustan 300;
•
6 confezioni e 2 fiale di Testovis,
•
2 scatole e 1 blister di Proviron Mesterolone,
•
1 scatola di Humalog;
•
1 scatola di Rexogin Stanozolol;
•
103 compresse di Wistrol;
•
2 scatole di Gonasi HP 2000.
OPERAZIONE “VIAGGI SICURI” - LA POLIZIA DI STATO ESEGUE PROVVEDIMENTI CAUTELARI RESTRITTIVI
NEI CONFRONTI DI QUATTRO SOGGETTI RESPONSABILI DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA AL
TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI. 4 APRILE 2013
la locale Squadra Mobile, in collaborazione con le Squadre Mobili di Bologna, Catanzaro e Caserta, ha dato
esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina,
dottoressa Maria Vermiglio, su richiesta dei Sostituti Procuratori Dottor Fabio D’Anna e Dottoressa Liliana Todaro,
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nei confronti delle seguenti persone, ritenute responsabili dei reati di cui agli artt.73 e 74 DPR n°309/1990 e, per uno
soltanto dei destinatari, del reato di rapina in concorso:
1. GUGLIELMO Camillo, messinese di anni 46, già alloggiato presso la Comunità di Recupero “Centro Calabrese
di Solidarietà Villa Emilia” in Catanzaro, pregiudicato.
2. SALLEM Hamed, cittadino di nazionalità algerina, di anni 30, già detenuto presso la Casa Circondariale di
Bologna, alias “Soresina”.
3. CENTORRINO Tommaso, messinese di anni 52, già detenuto presso la Casa Circondariale di Messina.
4. FESTA Fabio, messinese di anni 33, alloggiato presso la Comunità di Recupero “Madre della Speranza” in Castel
Volturno (Ce).
Due dei soggetti raggiunti dalla medesima ordinanza risultano irreperibili.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari effettuate a carico degli indagati, presso una delle abitazioni perquisite, sono
stati rinvenuti e sequestrati grammi 67,3 di sostanza stupefacente del tipo marijuana ed un bilancino di precisione a
carico di TRIMARCHI Paolo, messinese di anni 30, con precedenti per rapina e ricettazione, tratto pertanto in arresto
in flagranza del reato di detenzione a fini di spaccio.
Le indagini, avviate il 4 aprile del 2011, dopo l’arresto di FESTA Fabio e BARBERA Marco, nella cui abitazione gli
agenti avevano rinvenuto 28,6 grammi di eroina e 4,9 grammi di marijuana, e sviluppatesi sino al luglio 2011, a
carico di numerosi indagati, hanno consentito di accertare l’esistenza e l’operatività di un’organizzazione criminale
operante in questo centro cittadino e provincia, dedita in via pressoché esclusiva al traffico di ingenti quantitativi di
sostanze stupefacenti.
Attraverso moduli operativi articolati e complessi la suddetta organizzazione riusciva a garantire puntuali rifornimenti
con cadenza mensile di sostanza stupefacente del tipo eroina che si aggiravano intorno ai due chili e mezzo circa volta
per volta.
Oltre all’utilizzo sistematico di utenze radiomobili intestate a terze persone, non direttamente riconducibili agli
indagati, l’organizzazione faceva ricorso ad appellativi di fantasia per non consentire l’identificazione dei relativi
membri.
I viaggi per l’acquisto di forniture di sostanza stupefacente sulla piazza di Bologna venivano effettuati dagli indagati
mediante l’impiego di autovetture noleggiate, opportunamente modificate nella parte sottostante il sedile posteriore,
ove veniva ricavato un vano per l’occultamento dello stupefacente.
Nel corso delle indagini, sono stati acquisiti importanti riscontri. Tra i più significativi si evidenzia che in data
28.05.2011 veniva tratto in arresto CENTORRINO Tommaso in quanto trovato in possesso di kg 2,569 di sostanza
stupefacente del tipo eroina nonché della somma contante di Euro 11.000; in data 07.07.2011 veniva tratto in arresto
SALLEM HAMED, per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo eroina per complessivi gr. 16,20, nonché
un involucro contenente 0,27 gr. di cocaina; inoltre nella circostanza veniva sequestrata la somma di euro 2818,00,
ritenuta provento di attività illecita, nonché materiale solitamente utilizzato per confezionare sostanze stupefacenti.
Sono in corso indagini al fine di rintracciare gli indagati resisi irreperibili.
LA POLIZIA DI STATO SEQUESTRA UN COMPLESSO IMMOBILIARE DI 18 EDIFICI
PLURIME IRREGOLARITÀ URBANISTICHE, EDILIZIE, PAESAGGISTICHE ED AMBIENTALI - 16 APRILE 2013
Nella mattinata odierna, gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Sant’Agata Militello, hanno proceduto
al sequestro di una vasta area residenziale ubicata nel Comune di Sant’Agata di Militello, interessata da una
lottizzazione finalizzata alla realizzazione di un complesso immobiliare articolato nella costruzione di n° 18 edifici
per civile abitazione.
La Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il
Tribunale di Patti (Dott.ssa Scolaro), su richiesta del Sostituto della Procura della Repubblica Dott.ssa Francesca
Bonanzinga, nell’ambito di una complessa indagine tecnica che ha permesso di isolare plurime irregolarità
urbanistiche, edilizie, paesaggistiche ed ambientali riguardanti la realizzazione di un articolato progetto costruttivo
insistente su un territorio di oltre 7.000 metri quadrati e che chiama in causa responsabilità di funzionari,
professionisti, amministratori di società cooperative e costruttori.
Nel mirino della Procura, in particolare, è finito il rilascio alla cooperativa edilizia “Marika” della concessione per la
realizzazione del complesso immobiliare di Contrada Minà e delle connesse opere di urbanizzazione, ritenuta
illegittima perché non assistita dal preventivo nulla osta della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali, che
sarebbe stato necessario, trattandosi di un’area posta a ridosso dell’argine del torrente Cannamelata e quindi
sottoposta al relativo vincolo paesaggistico.
Denunciati i titolari della ditta esecutrice dei lavori, il presidente della Cooperativa edilizia Marika ed il direttore dei
lavori. Apposti i sigilli al relativo cantiere.
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BARCELLONA POZZO DI GOTTO. ESEGUITA ORDINANZA DI MISURA CAUTELARE IN CARCERE PER IL REATO
DI FAVOREGGIAMENTO A COSA NOSTRA BARCELLONESE 10 MAGGIO 2013
Nel corso della notte, gli uomini del Commissariato di P.S. di Barcellona P.G., a seguito di un’articolata attività di
indagine, in collaborazione con la Squadra Mobile e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina,
hanno proceduto all’arresto di Genovese Francesco, nato a Milazzo, di anni 43 e residente in Barcellona P.G., per il
reato di favoreggiamento personale con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa denominata “Cosa
Nostra” barcellonese.
L’arresto è stato effettuato in esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa in data
9.5.2013 dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina dr. Salvatore Mastroeni, su richiesta
avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (P.M. Dr. Camillo Falvo).
Le attività di indagine erano state avviate dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Barcellona P.G. a seguito del
danneggiamento mediante incendio avvenuto la sera del 03.11.2012 di un auto-compattatore parcheggiato nel
deposito di Barcellona P.G. ed adibito alla raccolta rifiuti, di proprietà della società DUSTY s.r.l. con sede legale in
Catania, impegnata dall’ottobre 2011 nel servizio di raccolta dei rifiuti in 38 comuni della provincia di Messina dopo
essersi aggiudicata l’appalto con l’Ambito Territoriale Ottimale Messina 2.
Al fatto, di chiara connotazione mafiosa, è seguito il contatto e la richiesta estorsiva che in questo caso è stata
avanzata da un intermediario della criminalità organizzata interno all’azienda parte lesa.
Infatti, GENOVESE Francesco, alle dipendenze della stessa ditta con compiti di coordinamento degli operatori
ecologici barcellonesi, è stato individuato, anche con la collaborazione della persona offesa, nel soggetto attraverso il
quale la criminalità organizzata locale, dopo pochi giorni dall’incendio, ha fatto pervenire ai dirigenti dell’azienda una
esplicita richiesta estorsiva tendente ad ottenere il pagamento di una tangente consistente nel pagamento di una
somma di 15.000,00 euro una tantum che doveva essere seguita da ulteriori pagamenti annui della stessa somma
suddivisa in tre rate da 5.000,00 euro.
Nell’ambito delle indagini il GENOVESE, ha tenuto una condotta reticente rifiutandosi di fornire gli elementi di cui
era a conoscenza allo scopo di impedire l’identificazione degli autori della richiesta estorsiva, facenti parte di “Cosa
Nostra” barcellonese.
Nel corso delle conseguenti indagini, a carico dell’indagato sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza sulla base
di fonti testimoniali ed articolate attività investigative e di intercettazione dalle quali sono, tra l’altro, emersi rapporti
di contiguità con ambienti criminali locali. Detti elementi, compendiati in diverse informative di reato, hanno
consentito di richiedere all’A.G. procedente l’adozione della misura cautelare oggi eseguita
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