Como Cultura 24 Sabato, 20 ottobre 2012 ballo Dal classico al moderno, la possibilità di praticare stili diversi In città a passo di danza: le novità del settore C on l’avvio del nuovo anno scolastico si sono presentate importanti novità a Como nel settore delle scuole di danza. Un soffio d’aria fresca che alla cultura un po’ provinciale della città non può fare che bene. Innanzitutto registriamo l’apertura della nuova sede della T-Ballet, che da via Sant’Abbondio si è spostata in via Don Brusadelli 86/H-L, nell’edificio ex-Mantero della Dream Factory: un investimento coraggioso per una sede bellissima in legno e vetro che conserva la struttura originaria dei capannoni industriali, con lucernari inclinati e colonne portanti in ghisa. Perché questo passo, che in tempi di crisi si può considerare ardito? “Perché in città ci sono molti corsi in palestre e strutture varie, ma non esisteva un luogo dedicato esclusivamente alla danza” spiega con semplicità la direttrice Paola Beltramini. Del resto la sua scuola è in continua crescita: per il primo saggio tre anni fa erano sul palco 35 interpreti, ora gli allievi sono 150, con 2 corsi di pre-propedeutica alla danza per i piccolissimi, 3 di propedeutica, 3 di danza classica, uno di danza contemporanea, 2 di pilates, uno di ginnastica artistica acrobatica, 2 di ginnastica ritmica, 2 di breakdance, 5 di hip-hop, 2 di danza del ventre, 3 di danza-ginnastica per mamme, uno di “armonia del movimento”, uno di tip-tap, uno di videodance, uno di tango argentino, e due di teatro. Ed è l’unica scuola di danza del comasco che per le lezioni di danza classica si avvale di un pianista anziché di musica registrata.”Se puoi sognarlo, puoi farlo”, questo il motto inciso sulla soglia della scuola, inaugurata il 29 settembre con un suggestivo spettacolo in cui la pianista del Teatro alla Scala maestro Eliana Grasso ha eseguito dodici brani d’autore, quattro dei quali sottolineati dalle performances di altrettanti insegnanti della scuola. Interessante vedere grandi classici “reinterpretati” attraverso la danza del ventre o la ginnastica artistica! Un’altra nuova scuola, attiva già da qualche settimana, è la SaSi Dance in via del Lavoro a Rebbio, aperta da Sabrina Simoncelli, già fondatrice di Harlem Dance Studio in via Anzani (un’esperienza valida ma ormai conclusa) e tornata a Como dopo un’esperienza di alcuni anni all’estero. Nella sua sede moderna e allegra si può praticare pilates (con vari macchinari), danza modern-jazz, hip-hop di vari A Blevio ultimo appuntamento dei “Concerti d’organo” D stili, e nuove discipline tra la danza e il fitness quali il wogueing e lo zumba. Una novità è anche il corso di danze irlandesi apertosi presso la scuola di danze orientali Semarah Dance di Piazza S.Stefano (Cernobbio alta): insegnante d’eccezione è Umberto Crespi, fondatore dei Gens d’Ys, scuola di danze irlandesi che vanta sedi in tutta Italia, tiene esami di grado, si esibisce regolarmente in festival di danze celtiche in patria e all’estero, ed è addirittura riconosciuta e patrocinata dall’Ambasciata d’Irlanda. In passato si erano tenuti a Como e dintorni (a cura di associazioni come Helianthus, PerCorsi, Scuola Steineriana ecc.) stages e brevi corsi di danze popolari di area anglo-celtica, ma mai niente di così specifico e mirato, con un percorso omenica 21 ottobre alle ore 17 (ingresso libero), nell’antica chiesa a lago di Blevio, con l’organista Giuliana Maccaroni cala il sipario sulla XXII rassegna “Concerti d’Organo”, promossa dall’Associazione Musicale “Organo Prestinari 1821” in collaborazione con il “Festival Internazionale di Cantù”. Assai vario il programma, che comprende il “Concerto Decimo annuale che potrà portare anche alle più complesse e spettacolari danze solistiche. Altra proposta inedita: il corso “fusion” per bambine che unisce la danza classica e la danza orientale. Succede da LuceDanza (via Viganò, a fianco del Granmercato) diretta da Elisabetta Giamminola, una scuola fondata già da qualche anno e in continua espansione; propone la danza orientale in varie accezioni, dalla tradizionale bellydance (con una decina di turni tra cui scegliere!) allo stile Bollywood ora molto di moda, fino alle interpretazioni ‘tribal’ e così via. Bellissima la sede, ricavata in un vecchio capannone: sala danza enorme e senza colonne portanti nel mezzo (cosa non da poco), ovunque tappeti, tendaggi multicolori e arredi di ottimo gusto; un luogo davvero ‘magico’ in una zona a tratti dall’aspetto ‘dismesso’ più che ‘dimesso’… Per chi preferisce la tradizione, in chiusura vorrei spendere una parola per una realtà ormai consolidata da molti anni, e cioè la scuola di danza classica del Teatro Sociale di Como, diretta da Simonetta Manara Schiavetti. Non vi si troveranno gli ultimi ‘trend’ della moda in fatto di danza, ma una serietà e un impegno anche culturale che non si discutono. Del resto basta assistere a un saggio per rendersene conto: c’è sempre un balletto ‘accademico’ (in tutù bianco, per intenderci) su un grande titolo di musica classica (ad es. la Sinfonia Italiana di Mendelssohn), quando sarebbe assai più semplice specialmente con i bambini piccoli utilizzare brani slegati di più autori; segue una fiaba, tutta danzata, cioè l’illustrazione della trama è completamente affidata alla danza senza interventi di canto o recitazione (e anche questo è una difficoltà in più); quindi il finale, riservato ai corsi avanzati, in cui la fantasia della coreografa si esprime in libertà con felici incursioni anche nella danza moderna, contemporanea e folklorica. Non ci resta… che indossare le scarpette. GIGLIOLA FOGLIA coll’imitazione delle trombe, oboe, fagotto, arciliuto e col piano e forte” di Pietro Morandi, l’”Elevazione in Re” di Giuseppe Paolucci, “Pastorale” di Lio Meneghetti, “Passacaglia” dalla “Suite in sol minore” e “Concerto HWV di Haendel, “Sonata spiritosa in Do” di Quirino Gasparini, “Concerto op. III n. 5” di Vivaldi e alcuni brani di Giovanni Morandi. Giuliana Maccaroni insegna Organo al Conservatorio “G.P. da Palestrina” di Cagliari ed è organista titolare dello storico organo Mascioni della chiesa di Cristo Re in Pesaro, dove è direttore artistico del festival “Vespri d’organo a Cristo Re”. Svolge un’intensa attività concertistica. Ha al suo attivo varie incisioni discografiche. E’ inoltre attiva nel settore musicologico. Ha vinto due borse di studio e numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali. (al.ci.) ❚❚ Giovedì 18 ottobre e, in replica, sabato 20 ottobre Lucia di Lammermoor al Teatro Sociale G iovedì 18 ottobre (replica sabato 20 ottobre), al Teatro Sociale di Como, va in scena il dramma tragico in tre atti “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti su libretto di Salvatore Cammarano, tratto dal romanzo “The Bride of Lammermoor” di Walter Scott. Interpreti: Ekaterina Bakanova e Romina Casucci (20 ottobre) nel ruolo di Lucia, Francisco Corujo e Alessandro Scotto di Luzio (20 ottobre) nel personaggio di Edgardo, Serban Vasile e Alexandru Aghenie (20 ottobre) nella figura di Enrico Ashton, Alessandro Scotto di Luzio e Matteo Falcier (20 ottobre) nella parte di Arturo Bucklaw. Completano il cast Giovanni Battista Parodi (Raimondo), Cinzia Chiarini (Alisa) e Alessandro Mundula (Normanno). L’Orchestra “I Pomeriggi Musicali di Milano” è diretta da Matteo Beltrami. Maestro del Coro AsLiCo del Circuito Lirico Lombardo, Antonio Greco. Regia di Henning Brockhaus, scene di Josef Svoboda, costumi di Patricia Toffolutti e coreografie di Emma Scialfa. “Era prassi nell’opera italiana del ‘700 e ‘800 – precisa il direttore Matteo Beltrami – poter contare su alcuni margini di libertà per assecondare e valorizzare le peculiarità degli interpreti in variazioni e cadenze. E c’è in “Lucia” un’occasione particolarmente famosa e generosa per farlo: la cadenza della pazzia della protagonista. La versione che siamo abituati a sentire – puntualizza Beltrami – cristallizzata in uno scambio di virtuosismi, scale, trilli e arpeggi fra soprano e flauto è solo una delle possibilità che sono state messe a punto e praticate in passato. Ce ne sono molte altre di cui è rimasta testimonianza. E ci sono tutte le infinite possibilità di crearne di nuove. Noi ne proporremo una. E – conclude Beltrami – sarà il momento in cui assumerà maggiore evidenza di risultato lo spirito che ha in realtà caratterizzato tutto il lavoro di questa produzione”. “La musica di Donizetti ekaterina bakanova – sostiene il regista Henning Brockhaus – fa emergere di battuta in battuta una differenza evidente e abissale fra il mondo femminile di Lucia, fatto di un susseguirsi continuo di diversi sentimenti, amore ed emozioni, e quello unilaterale maschile dove trionfano quasi unicamente la smania di potere, di guerra e l’odio. Nella mia lettura – sottolinea il regista – Lucia arriva in scena con il cadavere di Arturo, ma per lei questo morto diventa in una proiezione psicologica il simbolo del suo amore per Edgardo. Tutta la scena è piena d’amore. Tutti rimangono scioccati e quasi pietrificati: Lucia riesce a realizzare il suo vero amore solo con il morto Arturo. Allora come oggi – focalizza Brockhaus – l’eccessiva smania di potere porta a una deformazione dell’anima che può rivelarsi causa di follia. La nostra storia recente è piena di psicopatici e di individui che si sono consegnati al potere. In questo senso “Lucia di Lammermoor” risulta ancora attuale e contemporanea”. Capolavoro dei capolavori donizettiani, “Lucia di Lammermoor” ha conservato ininterrottamente, dalla sua apparizione a oggi, il favore del pubblico. Biglietti da 73 a 16 euro più prevendita. Info: 031 270170. Alberto Cima