22 Commercio Oggi Registrazione al Tribunale di Verona n. 458 del 12 aprile 1979 Anno 27° n. 22 Gennaio 2009 Mensile della Confesercenti di Verona Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DR VERONA DIRETTORE RESPONSABILE Daniele Pagliarini PUBBLICITA’ Ufficio Commerciale Ce. Se. Con. Verona tel. 045 8624031 EDITORE Ce. Se. Con. Srl DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Via Albere, 132 - 37137 Verona. Tel. 045 8624011 [email protected] IN REDAZIONE Alessandro Torluccio, Claudia Andreatta. HANNO COLLABORATO Luca Corradi, Giorgia Pradolin, Caterina Ugoli, Elisa Rizzi, Michele Zammattio. Impaginazione e grafica a cura di Confesercenti Verona FOTO Archivio Ce. Se. Con. STAMPA Grafiche Aurora Via della Scienza, 21 37139 Verona ATTUALITÀ SOMMARIO 5 EDITORIALE Resistete Pmi! 6 ATTUALITÀ Ripartire nel 2009 8 DOSSIER Saldi salvagente 11 ATTUALITÀ Autobus o non autobus? 13 ESPERTO Le spese di rappresentanza 16 ECONOMIA Nuovo accordo EurofidiUnicredit 17 ECONOMIA Cambia la soglia di usura per i tassi fissi 18 DIECIRIGHE 6 Silvano Meneguzzo, presidente di Confesercenti Verona, traccia un bilancio del 2009 del commercio ATTUALITÀ 11 Come ci si muoverà a Verona? Accantonata la tramvia si studiano nuovi mezzi di trasporto pubblico ECONOMIA Siglata la nuova convenzione tra Eurofidi Veneto e Unicredit Banca 16 19 FORMAZIONE Corsi in partenza 20 ATTUALITÀ Il decreto anticrisi 21 GIALLOBLU Il Bardolino non si accontenta GI A L LO B L U 21 Il Calcio Femminile Bardolino all’assalto del primo posto in campionato, per riprendersi lo scudetto EDITORIALE di Fabrizio Tonini RESISTETE PMI! S i chiude un 2008 di profonda incertezza per tutto il mondo economico e il settore del commercio non può che risentire pesantemente della situazione. Gli indici di riferimento parlano di un 2009 che sarà ancora difficile e le piccole e medie imprese saranno particolarmente esposte a questo vento gelido di recessione. A fronte di tutto questo occorrono interventi decisi e lontani dalla faziosità politica, che convergano tutti verso l’obiettivo di far almeno sopravvivere le pmi. Stringendo il cerchio e guardando dentro la nostra Verona, possiamo ancora notare come la vivacità tipica di questo territorio possa ancora una volta salvare la barca che sta affondando, ma gli enti locali devono fare di più. È arrivato il momento di tutelare gli imprenditori virtuosi, di difendere la qualità e la familiarità che solo gli esercizi di vicinato possono dare. Questo è il nostro auspicio per il 2009. Uno Stato che torna a difendere gli interessi di tanti piccoli, piuttosto che di pochi grandi. La Confesercenti si impegnerà ancora di più per raggiungere questo obiettivo, intercedendo in tutte le sedi possibili. Intanto l’anno nuovo si è aperto con un importante progetto creato proprio dalla nostra Associazione, che permetterà ai negozi del centro storico di Verona di innovarsi e migliorare la qualità ottenendo un cospicuo contributo dalla Regione. Auguriamo a tutti i piccoli e medi imprenditori che il 2009 porti altre decine di novità importanti come questa e con loro la serenità indispensabile per poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Fabrizio Tonini Direttore Confesercenti Verona 5 RIPARTIRE NEL 2009 S il va no Me n e gu zz o, p re si d en t e d i Confesercenti Ve r o na , t r ac cia u n bilanci o del com merc io sul ter ritor io scal igero, tra luci e a nc or a t ro p p e om bre I l 2008 verrà archiviato come un anno negativo per l’economia. Quello che più preoccupa, però, sono le prospettive per il 2009: è sempre più numerosa, infatti, la schiera di quanti prevedono un nuovo anno ancora peggiore, nel segno della recessione. Più difficile l’accesso al credito per le piccole e medie imprese, consumi in caduta libera e perdita dei posti di lavoro sono segnali preoccupanti. Ne abbiamo parlato con Silvano Meneguzzo, presidente di Confesercenti Verona, per tracciare un bilancio dell’anno 6 di Daniele Pagliarini appena trascorso e di quello che sta iniziando. Presidente Meneguzzo, come è stato il 2008 per il commercio sul territorio veronese? È stato un anno particolarmente complicato per le nostre piccole e medie imprese. Ai problemi che si erano già manifestati nella prima parte dell’anno, come la stagnazione dei consumi e l’aumento dei costi di gestione, si è aggiunta la crisi economica mondiale. Ciò nonostante Verona rimane una piccola isola felice, spinta soprattutto dal flusso del turismo straniero e dall’eccellenza del suo centro storico, infatti, a parità di chiusure, altrettanti negozi sono stati aperti. La stessa cosa non possiamo dire per la provincia, dove le chiusure degli esercizi sono in costante aumento, a fronte di pochissime nuove aperture. Stanno sparendo dai centri della provincia i negozi a conduzione familiare di beni come l’abbigliamento e i casalinghi, mentre, pur con un forte turnover, si mantengono gli esercizi pubblici e la ristorazione. Di certo la politica di espansione delle grandi strutture, non aiuta il settore. In che modo ha inciso questa politica? Verona è la prima città del Veneto come superficie di vendita destinata alla grande distribuzione. Vuol dire che la concentrazione di centri commerciali ha ormai superato il limite sopportabile dal territorio. Agevolando questo tipo di politica ci si trova ad affrontare una serie di problemi infinita. Non si fa più la spesa sotto casa, ora si preferisce salire sull’auto, farsi più di 20 kilometri ed arrivare al mega market. Moltiplicando questo per il numero di residenti, si ottiene un ingorgo enorme che dilata enormemente il tempo di percorrenza di questi 20 kilometri. La conseguenza è la macchina accesa per più tempo, con relativo aumento della spesa e dell’inquinamento. Il risparmio millantato dalla grande distribuzione, dunque, è solo apparente. Poi, diventando il centro commerciale la regola e non l’eccezione, ha portato i negozi all’interno di queste strutture ad allineare i prezzi con quelli dei centri storici, rendendo, quindi, inutile la creazione di questi spazi. È arrivato il momento di rivedere completamente questo tipo di operazioni e di bloccare uno scempio diventato insostenibile, che arricchisce pochi a danno di molti. Tra un po’ arriverà un centro commerciale anche in centro storico… Sì, a quanto pare questa sarà la destinazione di una parte delle ex-cartiere. Non possiamo che essere contrari a tutto questo. Mentre prima venivano costruiti questi mostri di cemento in aperta campagna, ora ce li troveremo quasi all’ombra dell’Arena, e questo, francamente, va al di là della nostra immaginazione. È stato fatto qualcosa per salvaguardare il commercio nel centro storico di Verona a fronte di queste notizie? Proprio negli ultimi giorni del 2008 è stato presentato in Regione un progetto di riqualificazione dei negozi del centro, con un contributo considerevole di Palazzo Balbi. Il disegno prevede tutta una serie di interventi volti a migliorare l’estetica e innovare gli esercizi, dando una linea comune a certi spazi e fornendo servizi sempre all’altezza. Oltre a questo sono proseguite le collaborazioni col Comune di Verona per organizzare al meglio le manifestazioni di piazza, coinvolgendo sempre di più le attività commerciali. Pur con qualche divergenza, abbiamo trovato grande collaborazione nell’assessorato al commercio del Comune, sempre disponibile al confronto e alla condivisione di idee. I mercati rionali possono essere una soluzione alla desertificazione commerciale? Questo settore ha assunto una parte importante in questo momento di grande crisi. Si sta riscoprendo sempre di più questa forma di vendita che offre qualità e prezzo tutto l’anno, non solo durante i saldi. Infatti l’afflusso delle persone sta aumentando anche del 20% in alcuni mercati. Nel prossimo anno prevediamo un aumento ulteriore di presenze e per questo invitiamo tutti gli operatori a proseguire con fantasia, impegno e qualità, in modo che i nuovi frequentatori Silvano Meneguzzo diventino clienti sempre più soddisfatti. Mentre il 2008 dell’associazione come è stato? Confesercenti, fortunatamente gode di ottima salute. I nostri iscritti sono in continuo aumento, così come i servizi offerti. Piazze dei Sapori, anche quest’anno ha fatto registrare numeri da capogiro, e siamo già in preparazione per la prossima edizione. Il settore formazione cresce di anno in anno, e oltre ai consueti corsi specialistici del settore, ha ampliato l’offerta con alcuni percorsi dedicati ai barman e all’informatica. Il 2009, poi, sarà l’anno delle elezioni all’interno della nostra realtà e questo servirà per ridare una nuova accelerata a tutto quanto. Sul piano sindacale, cosa si aspetta per il 2009? Intendiamo svolgere un ruolo politico molto fermo a difesa dei nostri associati per ritenere quelle agevolazioni che riteniamo indispensabili, soprattutto sul fronte dei costi che gravano sulle aziende, dagli affitti alle tariffe energetiche, ai rifiuti. Parallelamente siamo pronti ad agire in collaborazione con le altre associazioni sindacali e con l’amministrazione per mettere in atto politiche di medio lungo termine che vadano a vantaggio delle nostre aziende. 7 SALDI SALVAGENTE di Daniele Pagliarini I pri mi dati d ell e vendite pro moz ion ali ri dan no o ssi geno al set tore del la m oda, ma il s is tema dei sa ldi , ges tit o i n questo modo, sta f acen do più male che bene 8 I n tempi di crisi nera, anche un barlume di luce può far tornare un po’ di sereno. Questo sembra essere l’esito dei saldi invernali 2009, partiti nei primi giorni di gennaio e andati oltre le aspettative, almeno a Verona. Le vendite hanno fatto registrare un confortante aumento del 15% circa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Molto bene soprattutto per quanto riguarda cappotti e capi invernali presi letteralmente d’assalto. E anche complice il lungo weekend dell’Epifania in città sono tanti i veronesi e i turisti alla ricerca del- l’affare. Secondo le prime rilevazioni fatte da Confesercenti in 200 punti vendita fra il centro storico, la periferia, i centri commerciali e gli outlet di Verona, il trend positivo degli acquisti riguarda in modo uniforme tutta la città. L’unica perplessità riguarda la durata degli sconti, come afferma Fabrizio Tonini, segretario provinciale dell’associazione: «Vorremmo che i saldi tornassero a essere un evento. Il fatto che siano iniziati troppo vicino alle feste natalizie vuol dire che termineranno a metà febbraio quando è ancora freddo. È chiaro che così per smaltire la merce si dovrà continuare con le vendite promozionali». Ed infatti il rovescio della medaglia sta proprio qua, sull’abitudine degli italiani ad utilizzare i saldi come primo strumento di acquisto e non come vero e proprio momento straordinario e quindi breve. Infatti, a fronte degli aumenti delle vendite in questo periodo, dall’altra parte c’è stato un calo assai più imponente nei periodi di vendita ordinaria, e questo, secondo Silvano Meneguzzo, presidente della Confesercenti scaligera, comporterà un cambio di atteggiamento da parte di molte imprese: «Pur mantenendo un volume di merce venduta molto vicino all’anno scorso, quest’anno gran parte è stata liquidata durante i saldi, quindi con un guadagno minore o, in alcuni casi, inesistente.. Seguendo questa tendenza, in linea teorica si dovranno alzare i prezzi durante il periodo di vendita ordinaria, bloccando ulteriormente i consumi e rafforzando ancora di più la presenza di acquirenti durante le vendite promozionali. Questo circolo vizioso, non può andare avanti all’infinito e si arriverà ad un punto in cui si comprerà esclusivamente in saldo, costringendo molte imprese alla chiusura. Per questo serve al più presto una legislazione che modifichi al più presto queste attività, in modo sostanziale e non marginale». Come ogni anno, anche quest’anno, grosso oggetto di discussione è stata la data di inizio: «Si deve posticipare i saldi di qualche settimana – ha spiegato Tonini – perché, di fatto, le date delle feste e quella di inizio dei saldi, sono troppo vicine tra loro, scoraggiando i consumatori nell’acquisto di capi di abbigliamento nel periodo natalizio o precedente». «Il periodo delle vendite con i saldi – ha proseguito Tonini - resta in ogni caso atteso sia dai commercianti che dai consumatori, i quali sperano, seppure per ragioni diverse, di fare dei buoni affari». «Sarebbe buona norma – ha concluso Silvano Meneguzzo - evitare le campagne allarmistiche che troppo spesso si effettuano e che non aiutano a creare un ambiente positivo indispensabile allo sviluppo positivo del mercato degli acquisti. Si sprecano infatti i consigli a stare attenti alla truffa e agli imbrogli, come se i DOSSIER commercianti non fossero i primi interessati a tutelare e a favorire gli acquisti migliori per la loro clientela che rimane, come insegna la regola numero uno dell’imprenditore, il patrimonio essenziale di qualsiasi azienda commerciale. In secondo luogo occorre rispettare alcune semplici regole che riguardano l’esposizione del prezzo, indicando il prezzo prima dello sconto, la percentuale di sconto e il prezzo scontato su ogni capo a saldo ed è importante anche non esporre il cartello con la scritta “Saldi” prima dell’otto gennaio. In ogni caso gli organi preposti stanno effettuando i controlli e in qualche caso hanno elevato contravvenzione, anche a tutela dei commercianti onesti, la grande maggioranza, che non usano stratagemmi, spesso ingannevoli per i consumatori. Occorre che questo periodo venga visto in senso positivo, sia dai commercianti che dai consumatori, al fine di stimolare i consumi nel rispetto delle regole commerciali». 9 A TTU ALI TÀ Messa da parte l ’ ipotesi de ll a tram vi a, V erona si interroga su quale sarà il suo trasporto pub bli co del futuro, tra bus fumosi e po lveri sotti li all e stel l e A AUTOBUS O NON AUTOBUS? di Michele Zammattio mpliamento della rete stradale o potenziamento del trasporto pubblico? E’ questo il dubbio di amletico sospiro che attanaglia Verona, in un poco shakespeariano e romantico dibattito fatto di dati, cifre e sconcertanti pericoli per la salute. Il tempo è poi particolarmente tiranno, poiché Verona, città più inquinata del Veneto, conta 18 mila veicoli al giorno in entrata e in uscita al casello sud dell'autostrada e 12 mila a quello est e, nelle ore di punta, si ritrova con un flusso di 1.400 auto 10 all'altezza del Teatro romano: queste le poco serenissime cifre rilevate dall’omonima Società Autostrade. In merito al problema è stata organizzata dalla Cgil una tavola rotonda al Quadrante Europa, ma non è ancora ben chiaro di cosa abbia bisogno Verona, in centro come in periferia e in provincia, per risolvere il problema degli ingorghi. “Anche se negli ultimi anni si sono alternate giunte di diverso colore, le politiche della mobilità sono state del tutto insufficienti, soprattutto riguardo al trasporto pubblico”, ha precisato il Segretario della FiltCgil Mario Lumastro, all'apertura del convegno. Alberto Martelletto, Assessore Provinciale ai trasporti, replica che “non si può accollare tutto all'iniziativa pubblica”, e che, “prima di pretendere l'aumento degli autobus, c'è da chiedersi se verrebbero utilizzati. Attualmente, il 75% degli utenti di Atv sono studenti, mentre i lavoratori non abbandonerebbero mai l'auto per il bus”. Martelletto sostiene però Michele Corso, Segretario della Cgil di Verona, che ha sollecitato una migliore integrazione fra le tratte coperte fino a due anni fa da Amt per le corse urbane e da Aptv per quelle extraurbane. “Nonostante la fusione delle due aziende”, commenta Corso, “ci sono ancora molti doppioni nei percorsi, uno spreco di risorse umane e mezzi”. Alberto Brentegani, Direttore gestione traffico per la Società autostradale Brescia-Padova, ha poi illustrato i diversi progetti di ampliamento stradale in programma sul territorio scaligero, primo fra tutti il traforo delle Torricelle. “Non voglio entrare nella polemica secondo cui il traforo rappresenterebbe un'autostrada in città”, ha affermato, “sia chiaro, però, che la viabilità ordinaria non è più sufficiente per assorbire il traffico quotidiano. La tangenziale sud è satura, problema che crea anche rischi alla sicurezza e si risolve solo con la creazione di una nuova direttrice a nord. Il pedaggio è funzionale per ammortizzare l'opera, che costa 400 milioni di euro”. Michele Bertucco, presidente di Legambiente Verona, non ha invece risparmiato critiche: “I progetti illustrati da Brentegani danno l'idea del futuro urbanistico che si prospetta per Verona, nient'altro che asfalto”, ha protestato, “L'inquinamento, che è prodotto al 50% dalle auto, non diminuisce certo aumentando le strade. Alla città non serve il traforo, solo investendo nei trasporti pubblici si risolve il problema del traffico” Ma qual è la reale situazione del trasporto pubblico? Sono gli autisti a stabilire per primi il grado di soddisfazione del servizio di trasporto pubblico cittadino: e lo bocciano sonoramente, denunciando bus non sempre puliti, stracolmi di passeggeri e mai in orario. E si dichiarano poi stanchi di anni di battaglie fatte per rivedere i tempi di percorrenza. Come se non bastasse, ora devono vedersela anche con il Mover, il nuovo sistema di bigliettazione che offre un maggior controllo e mette fuori gioco i “portoghesi”. Almeno così dovrebbe essere, e in una certa misura lo è stato, ma a detta dei conducenti dopo due mesi dall’entrata in funzione del sistema c’è chi riesce ancora a farla franca e viaggia senza titolo. “Nelle ore di punta siamo costretti ad aprire tutte le porte per fare salire nel minore tempo possibile tutti i passeggeri. Non c’è tempo per verificare chi ha il biglietto e chi no”, raccontano, “il Mover è un’ottima soluzione ma se non lo si abbina a un numero maggiore di bus in servizio e a tempi di percorrenza rivisti non serve. Ogni giorno combattiamo con un’utenza sempre più arrabbiata per i ritardi. Ma come fa l’azienda a non rendersi conto che la viabilità è cambiata dal 1992?” Nell’ormai lontanissimo 1992 infatti vennero messe a punto le cosiddette “linee forti” con collegamenti continui tra l’est e l’ovest della città, tra nord e sud e viceversa. I tempi di percorrenza vennero calcolati sul traffico di allora che non è più lo stesso dal momento che è aumentato di media del tre per cento ogni anno. Un problema che i sindacati denunciano da 10 anni. “In questi ultimi mesi sui bus sale il 15 per cento in più di cittadini”, si sfogano i conducenti, “sarà per la grande pubblicità riservata al Mover, o sarà per la crisi economica che ha toccato le tasche di tutti. Ma sono aumentate anche le lamentele. Ed è inevitabile: come biasimare i passeggeri che per andare da Borgo Trento a Borgo Venezia impiegano 40-45 minuti?” Nel grado di soddisfazione del servizio gli autisti toccano ogni punto, a partire dalle corsie preferenziali. “Da anni chiediamo che siano installate telecamere, che siano fatti più controlli. E nuove corsie preferenziali. La mattina quando il bus è pieno di ragazzi e sappiamo che devono entrare in orario a scuola, non potete immaginare la rabbia che proviamo a rimanere in coda lungo corso Porta Nuova e fare il resto del tragitto fino a Borgo Venezia a passo d’uomo”. Verona ha quindi con il trasporto pubblico 11 urbano un conto aperto, il cui ultimo capitolo è quello della tramvia: se ne parla da 15 anni e ancora non si è visto nulla. Sembra ormai certo che la tanto sospirata tramvia su rotaia verrà sostituita da una nuova filovia con e senza fili. E’ di questo avviso l’Assessore comunale alla viabilità e infrastrutture, Enrico Corsi ,a Roma presso i tecnici del Ministero delle Infrastrutture per chiarire l’aumento della frequenza dei mezzi pubblici e specificare meglio alcuni dettagli dei percorsi e delle linee. Ma anche per precisare la scelta di sdoppiare il tracciato nella Zai e Verona Sud. Il Ministero dovrebbe finanziare il 60 per cento della spesa, che sarà di 143 milioni più Iva del 15 per cento, quindi 164 milioni e mezzo. Perciò il Ministero, di cui è Sottosegretario per le infrastrutture del nord il leghista Roberto Castelli, aveva chiesto al Comune scaligero di avere ulteriori dati sul progetto. Lo Stato dovrebbe finanziare l’opera per il 60 per cento di 143 milioni (il costo senza Iva) quindi per circa 84. Il resto, circa 59 milioni, dovrebbe metterli il Comune, accendendo mutui. Circa 14 dovrebbero arrivare dal piano della sosta a pagamento, gestito dall’Amt, ma sulla base di 10mila stalli blu, che attualmente sono 6.500. Corsi incontrerà poi anche il Ministro per il finanziamento del traforo delle Torricelle e del collegamento verso Verona nord, visto che sarebbero a rischio i 53 milioni messi dall’autostrada Serenissima. “I 53 milioni ci sono”, dice Corsi, “grazie a un accordo con il Sindaco”. Peccato (o forse no?) che non la pensi così il presidente dell’autostrada Serenissima, Attilio Schneck: “Si ferma tutto, anche il tunnel delle Torricelle, il casello di Castelnuovo e così via…”. Infatti, dopo la notizia che l’Ue intende continuare la procedura d’infrazione opponendosi alla proroga della concessione autostradale, la società Brescia-Padova, con sede a Verona sud, rischia di chiudere tra cinque anni e di veder sfumare l’orizzonte del 2026, termine già concordato. Insomma un panorama depresso per la Serenissima ma esaltante per chi da anni si batte contro il Traforo e propone lo studio di modelli di trasporto nuovi, flessibili, efficaci e in grado di fornire alle città una mobilità più efficiente e pulita. Potenziamento del trasporto pubblico ecologico, trasporto lacustre, linee ferroviarie secondarie o semplicemente piste ciclabili: ecco la nuova sfida alla modernità. E SPE RTO I LE S P ES E D I RA P P R ES E N T A NZ A di Giancarlo Brunello n esecuzione delle previsioni introdotte dalla Finanziaria 2008, è stato finalmente emanato dal Ministero dell’Economia il decreto che disciplina compiutamente la deducibilità delle cosiddette spese di rappresentanza, decreto finalizzato ad individuare i requisiti di inerenza e congruità che consentano la deducibilità integrale delle spese sostenute per promuovere i prodotti ed i servizi dell’impresa, ma diverse dalle spese di pubblicità, che continuano ad essere deducibili secondo la previdente normativa. Le regole introdotte da questo decreto si applicano fin dalla dichiarazione dei redditi che si presenterà per l’anno 2008, quindi sarà opportuno verificare quanto finora contabilizzato e documentato provvedendo per tempo a riordinare la classificazione delle varie spese e ad integrare quanto manca. Congruità e deducibilità Le spese di rappresentanza non saranno più deducibili solo per un terzo del loro ammontare in cinque rate annuali, ma saranno invece deducibili per intero nell’anno in cui sono state sostenute. Tuttavia vengono stabilite alcune condizioni. Innanzi tutto vengono fissati dei limiti di congruità parametrati ai ricavi dell’impresa. In virtù di tali limiti, le spese di rappresentanza saranno deducibili nelle seguenti misure: - fino all’1,3% dei ricavi se questi non superano 10 milioni di euro; - ulteriore 0,5% dei ricavi eccedenti i 10 milioni e fino a 50 milioni di euro; - ulteriore 0,1% dei ricavi che superano i 50 milioni di euro. Nel calcolo suddetto non si terrà peraltro conto dei beni distribuiti in omaggio di costo unitario non superiore a 50 euro, che restano comunque deducibili per l’intero ammontare nell’anno di sostenimento. Se, per esempio, il volume dei ricavi dell’impresa nel 2008 risulterà di 15 milioni di euro, l’ammontare massimo delle spese di rappresentanza deducibili sarà pari ad Euro 155.000, calcolato in ragione dell’1,3% sui primi 10 milioni oltre allo 0,5% sugli ulteriori 5 milioni. Se, per ipotesi, le spese di rappresentanza sostenute (ad esclusione degli omaggi di valore unitario inferiore a 50 euro) fossero pari ad Euro 170.000, la differenza fra 170.000 e 155.000, quindi Euro 15.000, risulterà indeducibile. Caratteristiche di inerenza Il decreto fissa un criterio generale per stabilire quali spese possano essere classificate come spese di rappresentanza. Rientrano in tale categoria di spese quelle “…effettuate con finalità promozionali o di pubbliche relazioni e il cui sostenimento risponda a cri13 E SPE RTO teri di ragionevolezza in funzione dell’obiettivo di generare, anche potenzialmente, benefici economici per l’impresa ovvero sia coerente con pratiche commerciali di settore”. Fissati i principi generali, il decreto entra nel particolare ed elenca quelle che possono rientrare nella categoria delle spese di rappresentanza, precisando che sono tali: a) le spese per viaggi turistici in occasione dei quali siano programmate e in concreto svolte significative attività promozionali dei beni o dei servizi la cui produzione o il cui scambio costituisce oggetto dell’attività caratteristica dell’impresa; 14 b) le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di ricorrenze aziendali o di festività nazionali o religiose; c)le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione dell’inaugurazione di nuove sedi, uffici o stabilimenti dell’impresa; d) le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di mostre, fiere, ed eventi simili in cui sono esposti i beni e i servizi prodotti dall’impresa; e) ogni altra spesa per beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente, ivi inclusi i contributi erogati gratuitamente per convegni, seminari e manifestazioni simili il cui sostenimento risponda ai criteri di inerenza indicati nel presente comma. Occorrerà peraltro conservare un’ordinata documentazione delle spese sopra elencate, in quanto i verificatori del fisco potranno richiedere, per ciascuna delle tipologie di spesa, l’ammontare complessivo sostenuto, distinto per natura (viaggi, alloggi, somministrazioni bevande e alimenti, contributi, omaggi di valore unitario superiore o inferiore ai 50 euro, ecc.), nonché l’ammontare dei ricavi assunto per il calcolo percentuale della deducibilità. Spese promozionali diverse Allo scopo di meglio rispondere ai numerosi interrogativi sollevati negli anni scorsi dai contribuenti in merito alla deducibilità o meno di certe spese, la normativa precisa anche che, pur non essendo classificabili fra le spese di rappresentanza, altre spese, di tipo similare, sono deducibili dal reddito d’impresa. Queste altre spese devono peraltro mantenere comunque le caratteristiche dell’inerenza all’attività svolta dall’impresa, ma, una volta rispettato tale criterio essenziale, sono e restano deducibili per il loro intero ammontare senza i limiti di proporzionalità con i ricavi che si sono visti sopra in merito alle vere e proprie spese di rappresentanza. Rientrano in questa seconda categoria di spese “le spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute per ospitare clienti, anche potenziali, in occasione di mostre, fiere, esposizioni ed eventi simili in cui sono esposti i beni e i servizi prodotti dall’impresa o in occasione di visite a sedi, stabilimenti o unità produttive dell’impresa. Per le imprese la cui attività caratteristica consiste nell’organizzazione di manifestazioni fieristiche e altri eventi simili, non costituiscono spese di rappresentanza e non sono, pertanto, soggette ai limiti previsti dal presente decreto, le spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute per ospitare clienti, anche potenziali, sostenute nell’ambito di iniziative fina- lizzate alla promozione di specifiche manifestazioni espositive o altri eventi simili. Non sono soggette altresì ai predetti limiti le spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute direttamente dall’imprenditore individuale in occasione di trasferte effettuate per la partecipazione a mostre, fiere, ed eventi simili in cui sono esposti beni e servizi prodotti dall’impresa o attinenti all’attività caratteristica della stessa”: Per quest’ultima categoria di spese tuttavia vengono fissate alcune regole attinenti la documentazione probante da conservare ai fini della loro deducibilità. Prosegue infatti il decreto stabilendo che “La deducibilità delle erogazioni e delle spese indicate nel presente comma è, tuttavia, subordinata alla tenuta di un’apposita documentazione dalla quale risultino anche le generalità dei soggetti ospitati, la durata e il luogo di svolgimento della manifestazione e la natura dei costi sostenuti”. Queste spese andranno contabilizzate separatamente da quelle più specificamente di rappresentanza, come sopra precisate, allo scopo di essere in grado di fornire agli accertatori del fisco il loro esatto ammontare in caso di richiesta. Omaggi a dipendenti E’ stato recentemente rivisitato anche il corretto trattamento fiscale cui assoggettare gli omaggi di beni ai propri dipendenti in occasione di festività, ricorrenze, ecc. Una circolare ministeriale precisa che le erogazioni gratuite ai propri dipendenti rientrano tra i cosiddetti “fringe benefits”, e come tali assimilabili ai redditi di lavoro dei dipendenti stessi, parallelamente alla deducibilità dei relativi costi da parte dell’impresa erogatrice. Tuttavia, qualora l’ammontare complessivo di tali donazioni nel corso di un anno solare non ecceda 258,23 euro (limite di franchigia esente), esse saranno esenti da imposte a carico dei dipendenti. Va precisato che, in caso di superamento del suddetto limite, la tassazione dovrà interessare l’intero ammontare delle erogazioni senza alcun abbattimento. Perciò il dipendente che nel corso dell’anno avesse ricevuto omaggi dal proprio datore di lavoro fino a 258,23 euro non pagherà nessuna maggiore imposta nella propria busta paga. Quello che invece avesse ricevuto omaggi oltre 259 euro pagherà le imposte sull’intero valore delle erogazioni ricevute. Detraibilità IVA In ambito IVA non sono state introdotte modifiche alla disciplina vigente e rimane purtroppo una disarmonia tra il trattamento fiscale delle spese di rappresentanza ai fini dei redditi ed ai fini dell’IVA. Infatti la normativa attuale, che rimane confermata, prevede l’indetraibilità totale dell’IVA relativa alle spese di rappresentanza, salvo quelle sostenute per l’acquisto di beni da cedere in omaggio e di costo unitario non superiore ad Euro 25,82. Quindi avremo per queste spese la deducibilità ai fini dei redditi e l’indetraibilità totale ai fini IVA. Per gli omaggi di modico importo è prevista la deducibilità totale ai fini dei redditi sui beni di costo unitario non superiore a 50 euro, mentre la detraibilità totale dell’IVA sarà consentita solo sui beni di costo unitario non superiore a 25,82 euro. Indubbiamente l’emanazione della normativa qui esaminata risponde ad un’oggettiva esigenza che si sentiva e si richiedeva da anni. La risposta governativa è senz’altro apprezzabile ed ha soprattutto il pregio di risolvere non pochi interrogativi esistenti sulla classificazione delle varie spese promozionali, ai fini della loro deducibilità totale o parziale, anche se non ci si può nascondere che permangano ancora alcune zone d’ombra ed incongruenze che potranno far riemergere nuovi dubbi interpretativi. FIRMATO L’ACCORDO TRA UNICREDIT ED EUROFIDI VENETO di Daniele Pagliarini ECONOMIA U nicredit Banca ed Eurofidi Veneto rafforzano ulteriormente il loro legame con la firma della convenzione per l’applicazione di Basilea 2. Un passo importante quello avvenuto martedì 23 dicembre nella sede della coope16 rativa di garanzia veneta, che permetterà al gruppo guidato da Fabrizio Tonini di espandere il proprio mercato e agevolare ulteriormente l’accesso al credito. Con l’entrata in vigore dell’accordo, Eurofidi Veneto avrà maggior libertà di erogazione verso le piccole e medie imprese che lo richiederanno, aprendo un canale privilegiato con la Banca, in questo caso Unicredit: «Con questa operazione la nostra cooperativa si prepara a diventare sempre più protagonista del mercato, potendo contare su un partner importante come quello di Piazza Cordusio». Eurofidi Veneto, nata 5 anni fa grazie alla fusione delle cooperative di credito provinciali legate alla Confesercenti, chiuderà il bilancio del 2008 con un erogato superiore ai 150 milioni di euro, con una crescita del 30% rispetto al 2007, numeri che Tonini mira ad aumentare, grazie a questo accordo firmato con Marco Perotti, condirettore commerciale triveneto di Unicredit: «A breve punteremo ad allargare il plafond attuale che abbiamo con la banca, cioè cinque milioni di euro in finanziamenti chirografari, per un importo derogabile che va da un minimo di 20 mila euro ad un massimo di 300 mila euro», ha spiegato il presidente di Eurofidi. «Il nostro impegno verso le piccole e medie imprese passa anche da qui – ha concluso Tonini – cioè poter avere per questi imprenditori sempre un canale privilegiato per innovarsi e migliorare la qualità dei servizi offerti al cliente. Da questo punto di vista ci siamo trovati in perfetta armonia con la linea di Unicredit, che riteniamo essere ancora una volta uno dei nostri interlocutori privilegiati». I CAMBIA LA SOGLIA DI USURA PER I TASSI FISSI di Alessandro Torluccio n un anno scende di un punto percentuale la soglia dei tassi considerati usurai per i mutui a tasso fisso: dal 9,12% all'8,09%. Il livello dei tassi di usura viene fissato dalla Banca d'Italia ogni trimestre in base alla rilevazione dei tassi medi su base annua: si considera infatti usuraio un tasso che supera del 50% il valore del tasso medio, che nel caso dei mutui a tasso fisso e' del 5,39%. L'interesse usuraio non scende solo per i mutui fissi ma in tutti i settori del credito, dato che i tassi di riferimento sono in calo a causa della crisi: per i mutui a tasso variabile il limite scende all'8,16% mentre per i crediti personali alle famiglia cala al 14,9%. Unico tasso in aumento quello che riguarda i leasing fino a 5 mila euro che sale a 18,5% contro il 16,9% di un anno fa. Per tutti i leasing di importi superiori si registrano invece diminuzioni: da 5 a 25 mila euro il tasso usuraio e' al 13,6%, fino 50 mila e' del 12% e, per importi superiori, al 10,3%. “Bene ricordare il livello dei tassi considerati usurari - afferma il presidente Confesercenti Marco Venturi - ma non dimentichiamo che in una situazione così difficile per effetto della crisi deve esistere una grande attenzione per i tassi praticati soprattutto alle imprese e per gli investimenti che sono in una stasi sempre più negativa. Dovrebbe esistere insomma anche un tasso “convenienza” in grado di sostenere l’impegno di un mondo imprenditoriale che cerca in ogni settore di fronteggiare la crisi per attutirne gli effetti non solo economici ma anche sociali”. EC ONOMIA 17 NEWS DIECIRIGHE a cura di Claudia Andreatta VENTURI: “LO STATO RILANCI L’ECONOMIA” “Dall’Istat e dall’Ocse arriva l’“ultimo avviso” ai naviganti: se non vogliamo che l’economia italiana si incagli nel fondo della crisi è tempo di gettare rapidamente nella mischia tutte le risorse possibili. Il monito è severo e chiaro: produzione e consumi sono in corto circuito e per uscirne servono risorse, tagli coraggiosi alle spese, il risveglio economico e civile del paese ed interventi strutturali mai fatti e che sono alla base della bassa crescita di questi anni come testimonia l’Ocse lasciandoci in compagnia del Portogallo. Non si può fare tutto e subito ma una scelta prioritaria va decisa ora ripartendo dalle pmi di ogni settore economico che sono in grado di dare forza allo sviluppo ed all’occupazione. Gli interventi già previsti sono solo un primo passo ma non possono reggere da soli all’urto di una crisi che rischia di essere profonda e lunga. Chiediamo nell’interesse del paese, più sostegno ai consumi, meno tasse e più agevole accessibilità al credito per le pmi, impiego rapido di forti investimenti pubblici nei settori strategici come le infrastrutture”. PRODUZIONE INDUSTRIALE: CALO DEL 6,9% Sono partite le nuove tariffe SIAE per i compensi in abbonamento per la musica d’ambiente e i trattenimenti danzanti relativi all’anno 2009. Secondo i dati rilevati dall’Istat, l’indice dei prezzi al consumo relativo al mese di settembre 2008 è pari al 3,7%. In accoglimento alle istanze pervenute dalle Associazioni di categoria e considerando il particolare momento di crisi che investe vari settori delle attività, l’aumento è limitato al 2,7%, accantonando la differenza di un punto percentuale per le prossime revisioni tariffarie. Tale valore costituisce, ai sensi dell’accordo vigente, l’aggiornamento dei compensi per l’anno 2009. Ricordiamo che l’abbonamento annuale scade il 28 febbraio 2009, termine dopo il quale non si avrà più diritto allo sconto previsto per gli operatori aderenti ad Asshotel.La richiesta dei certificati per gli abbonamenti della musica d’ambiente dovrà essere effettuata tramite fax (06/4817211) oppure tramite e-mail ([email protected]) alla segreteria dell’Associazione. 18 CORSI IN PARTENZA TIPOLOGIA O A N Z AT V A R UTE COMP E N A M A’ B A R NOVIT LUOGO ORE COSTO* Corso sostitutivo del libretto di idoneità Verona e provincia sanitaria 3 33 euro PERIODO Febbraio Responsabile del servizio di prevenzione e protezione per titolari d’impresa (D.Lgs. 626/94) Verona 16 160 euro Febbraio Formazione per addetto al pronto soccorso aziendale per aziende dei gruppi B e C Verona 4 80 euro Febbraio Verona 12 170 euro Febbraio Verona 120 567 euro Febbraio Verona 33 217 euro Febbraio Verona 81 308 euro Febbraio Corso abilitante per agenti d'affari in mediazione del settore immobiliare Verona 106 433 euro Febbraio Corso computer base Verona 25 190 euro Febbraio Addetto alla prevenzione degli incendi per aziende a basso rischio Corso abilitante per l'esercizio dell'attività di "somministrazione e vendita di prodotti alimentari" Corso abilitante per l'esercizio dell'attivi tà di "vendita di prodotti alimentari" Corso abilitante per agenti e rappresen tanti di commercio Corso barman base Corso computer avanzato Verona Verona 21 25 225 euro 210 euro *Per gli associati Confesercenti sono previsti forti sconti. Al prezzo va aggiunta l’Iva pari al 20% Febbraio Marzo Sede iscrizioni: Via Albere, 132 - 37137 Verona Tel. 045 8624011 - Fax 045 8624088 Responsabile: Claudia Andreatta e-mail: [email protected] - www.confesercenti-vr.it 19 IL DECRETO ANTICRISI ATT UALI TÀ S ul Supplemento Ordinario n. 263 alla G. U. n. 280, del 29 novembre scorso, è stato pubblicato il decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, recante “Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale” (cosiddetto “decreto anticrisi”). Oltre agli interventi in favore delle famiglie (in particolare bonus straordinario fino a 1.000 euro ed interventi per calmierare i mutui a tasso variabile), il decreto contiene misure che interessano direttamente il settore imprenditoriale. Va fatto rilevare, in premessa, che nei provvedimenti assunti dal Governo manca una reale spinta della domanda attraverso il rilancio delle opere pubbliche. Le piccole imprese, poi, non godono di alcun provvedimento di sostegno e, per20 tanto, difficilmente i consumi riprenderanno vigore. Quanto agli specifici contenuti, possiamo anticipare, con riferimento agli interventi di carattere fiscale, che la norma sulle deduzioni della quota IRAP relativa al costo del lavoro e agli interessi si caratterizza quale provvedimento a favore principalmente delle grandi imprese, senza reale efficacia per le PMI, così come la riduzione dell’acconto IRES e IRAP, che favorisce solo le società di capitale, escludendo ditte individuali e società di persone. Giudichiamo positivamente, invece, la previsione relativa al pagamento dell’IVA al momento dell’effettiva riscossione del corrispettivo. Viene poi prevista, in accoglimento delle nostre richieste, la possibilità di revisione degli studi di settore per determinate categorie o aree territoriali, al fine di adeguarli alla situazione congiunturale. Quanto alle disposizioni in materia di lavoro e di ammortizzatori socia- li, da una prima lettura del testo il giudizio è, nel complesso, positivo, con riserva di esprimere una valutazione più completa nel momento dell’approvazione dei provvedimenti attuativi. Viene proposta la detassazione delle somme erogate a titolo di incremento di produttività; viene potenziato, in tema di ammortizzatori sociali, il ruolo degli Enti Bilaterali (occorre, qui, ribadire l’esigenza che la bilateralità assuma valenza erga omnes e sia resa obbligatoria per legge). Sempre in tema di ammortizzatori sociali, viene, infine, dato un nuovo ruolo, anch’esso da giudicare favorevolmente, ai Fondi per la formazione continua. Sul fronte del credito, si giudica favorevolmente il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia di supporto ai Confidi, provvedimento sicuramente positivo, anche se le somme destinate a controgaranzia (30% delle somme stanziate) possono risultare insufficienti. GIALLOBLU IL BARDOLINO NON SI ACCONTENTA di Luca Corradi D all’anno p r o s s i mo a n d rà i n C h a mp i o n s an c he l a s ec o nd a de l ca m p i on at o fe mm i ni l e, ma l e veronesi vogl iono i l t e r z o s c u de t t o di fil a. Il p r e s i d e n t e Fa i n B i n d a : “A i v e rt i c i i n Itali a e in Europa” Q uando, poche settimane fa, è uscita dritta e fresca da Nyon la notizia che la UEFA avrebbe portato a due per ogni nazione (per le prime otto europee del ranking) il numero delle squadre qualificate alla prossima edizione della Coppa Campioni femminile, nella sede del Bardolino Verona avranno fatto spallucce. Cioè, spieghiamoci, un bel cuscinetto di sicurezza fa sempre comodo, in caso non si riuscisse a potare a casa il terzo tricolore consecutivo. Ma il fatto è che negli uffici di Calmasino, ormai, in questi ultimi anni sono abituati bene: scudetti 2005 (con mister Walter Bucci), 2007 e 2008 (con Renato Longega), due coppe Italia e quattro supercoppe di Lega (tre nelle ultime quattro stagioni). Se poi, al momento in cui scriviamo, le gialloblù sono al secondo posto dietro alla Torres, beh, pazienza. Perché nei ranghi della società gardesana tutti ci hanno preso ormai la mano a fare le cose in grande, a provarci comunque, a cercare sempre il primo posto. Più che un diritto un dovere, quando nell’undici titolare nazionale hai tipo otto delle tue giocatrici. E poi il campionato è lungo, e di stupire il Bardolino non si è certo stufato, anche se in Europa è arrivata l’eliminazione ne quarti con il Lione, dopo le semifinali dell’anno scorso col super-Francoforte. Il Bardolino rimane la squadra più forte d’Italia, oltre che una splendida realtà del calcio femminile internazionale. Dev’esserne proprio orgoglioso il nuovo presidente gialloblù, l’avvocato Federico Fain Binda, che dallo scorso dicembre ha preso il posto di Marcello Battistoli, comunque rimasto ai vertici della dirigenza. Presidente, innanzitutto il suo percorso personale: come è arrivato al timone di questa società? “A dire il vero mi sono avvicinato al calcio femminile solo nell'ottobre del 2007, mi sono appassionato e ho cominciato a seguire le imprese del Bardolino Verona. E' comunque una soddisfazione e un onore aver raggiunto la presidenza in così breve tempo. 21 Tengo a precisare, però, che la gestione della società è affidata a tutto il direttivo sotto la supervisione di Marcello Battistoli, rimasto in carica in qualità di Direttore Generale”. Qual è il suo commento generale sulla prima parte della stagione gialloblù, tra campionato e coppe? Soddisfatti? “La stagione è iniziata al meglio, con la conquista della Supercoppa Italiana, ed è proseguita con il raggiungimento dei quarti di finale della UEFA Women's Cup, che ci ha portato per il secondo anno consecutivo ai vertici del calcio femminile europeo, pur senza aver ottenuto il risultato della scorsa stagione. Ora siamo in lotta con gli “eterni” rivali della Torres per la conquista dello scudetto, in più siamo nei quarti di finale della Coppa Italia”. importanti? Quali sono le difficoltà? “Sono tifoso dell'Hellas e credo che il Verona sia stato semplicemente gestito da persone che perseguivano altri interessi. Poi, una volta che scendi di categoria, è difficilissimo risalire. La gestione di una società come la nostra richiede molto impegno e dedizione, per trovare gente interessata a perseguire i nostri stessi fini. Bisogna sapere bene già all'inizio della stagione quali risorse si hanno a disposizione, in modo da far quadrare i conti e non fare il passo più lungo della gamba”. Quali sono i programmi della società a lungo termine, negli anni a venire? “Sicuramente rimanere ai vertici, sia in Italia che in Europa. Magari dovremo cercare di migliorare un pochino in campo europeo, acquisendo un po' di peso. Comunque restiamo concentrati sulla stagione in corso, senza perdere di vista i traguardi che ci siamo prefissati”. Perché, secondo lei, il calcio femminile in Italia è così poco seguito, rispetto all’estero? “In Italia, a differenza che nel nord Europa, è poco seguito perché non girano gli interessi che girano attorno al calcio maschile, e perché i risultati ottenuti post Carolina Morace, soprattutto a livello internazionale, sono stati tali da non attirare l'interesse dei media. Nel 2008 la nazionale Under 19 ha vinto i Campionati Europei e quest'anno si disputeranno gli Europei delle nazionali maggiori. Sono sicuro che un buon risultato a livello internazionale potrebbe far appassionare tanta gente al calcio femminile”. Il Bardolino è la terza squadra di Verona a vincere lo scudetto. Delle due precedenti, Hellas Verona e Foroni, una è in Prima Divisione (la e serie C) e l’altra è scomparsa. Cosa vuol dire gestire economicamente società così Il cruccio principale del calcio femminile italiano, ci disse tempo fa Marcello Battistoli, è che non viene riconosciuto ancora come professionistico. La recente decisione della UEFA di portare a 2 le qualificate in Coppa Campioni dal prossimo anno si può leggere come un passo avanti? Si è sulla buona strada o non ancora? “La decisione della UEFA non incide, allo stato dei fatti, sul passaggio del calcio femminile da dilettantistico a professionistico. A livello europeo, Ci parla un po’ del settore giovanile del Bardolino? “Rispondo volentieri a questa domanda perché, in effetti, il Bardolino Verona Calcio Femminile non è soltanto la prima squadra. Abbiamo un nutrito settore giovanile che si articola in Primavera, Under 14 e più scuole calcio sparse sul territorio (Garda, San Massimo. Ferrara...). Tutte stanno facendo un'ottima figura nei rispettivi campionati e stanno dando soddisfazioni al nutrito gruppo di dirigenti e tecnici che le seguono. Abbiamo anche una squadra femminile di calcio a cinque che si sta ben comportando nel campionato di serie A. Può essere utile sapere che, per chiunque volesse avere notizie sulle performance di tutte le nostre squadre, può visitare il rinnovato sito internet www.cfbardolino.com”. 22 Invidia qualcosa al calcio maschile? E, secondo lei, il calcio maschile ha qualcosa da invidiare a voi? “Al calcio di oggi non invidio nulla, è diventato puro business, anche se ritengo che i due mondi non siano minimamente paragonabili. Il calcio femminile, a parte le regole di gioco comuni, è completamente un altro sport, un'altra realtà: più genuina, più semplice, più puramente agonistica. In una parola, più sportiva. Ritengo che sia questo che il calcio maschile potrebbe invidiarci, anche se non credo che ce lo invidi”. però, l'equiparazione della Champions League femminile a quella maschile, con la disputa della finale secca nello stesso impianto in cui si disputerà quella maschile, è sicuramente da vedere come un passo in avanti. In Italia si parla del passaggio al professionismo oramai da anni, ma sino ad ora sono state solo parole. Certamente, il passaggio aiuterebbe il movimento a crescere e spronerebbe gli industriali ad investire su questo sport”. Cosa significa fare calcio a Bardolino? Come può una realtà così relativamente piccola arrivare all’apice del calcio italiano e tra i migliori di quello europeo? “Io sono di Verona, quindi non vivo in maniera diretta l'esperienza. Credo sia però una soddisfazione norme per il Direttore Generale Battistoli che è di Bardolino e per ben dodici anni ha guidato le fila della società portandola, non senza fatica e sacrifici, dove ora si trova. Per quanto mi riguarda, comunque, vedere il nome del paese di Bardolino (ora associato a quello di Verona) ai vertici delle più importanti competizioni nazionali ed internazionali fa un immenso piacere, e alle volte fa venire la pelle d'oca. Era dai fasti del glorioso Verona che non respiravo l'atmosfera europea e ora, grazie alle nostre meravigliose ragazze, sto rivivendo in prima persona emozioni oramai lontane”. Qual è il suo augurio al Bardolino per il 2009? “Auguro a tutte le giocatrici, allo staff tecnico, alla dirigenza e, perché no, anche a me stesso, un'annata ricca di soddisfazioni e di successi”.