22
Commercio Oggi
Registrazione al Tribunale di
Verona n. 458 del 12 aprile
1979 Anno 27° n. 22
Gennaio 2009 Mensile della
Confesercenti di Verona
Spedizione in abbonamento
postale D.L. 353/2003 (conv.
in L 27/02/2004 n. 46) art. 1,
comma 1, DR VERONA
DIRETTORE RESPONSABILE
Daniele Pagliarini
PUBBLICITA’
Ufficio Commerciale
Ce. Se. Con. Verona
tel. 045 8624031
EDITORE
Ce. Se. Con. Srl
DIREZIONE, REDAZIONE E
AMMINISTRAZIONE
Via Albere, 132 - 37137
Verona. Tel. 045 8624011
[email protected]
IN REDAZIONE
Alessandro Torluccio,
Claudia Andreatta.
HANNO COLLABORATO
Luca Corradi, Giorgia
Pradolin, Caterina Ugoli,
Elisa Rizzi, Michele
Zammattio.
Impaginazione e grafica a
cura di Confesercenti Verona
FOTO
Archivio Ce. Se. Con.
STAMPA
Grafiche Aurora
Via della Scienza, 21
37139 Verona
ATTUALITÀ
SOMMARIO
5 EDITORIALE
Resistete Pmi!
6 ATTUALITÀ
Ripartire nel 2009
8 DOSSIER
Saldi salvagente
11 ATTUALITÀ
Autobus o non autobus?
13 ESPERTO
Le spese di rappresentanza
16 ECONOMIA
Nuovo accordo EurofidiUnicredit
17 ECONOMIA
Cambia la soglia di usura
per i tassi fissi
18 DIECIRIGHE
6
Silvano Meneguzzo, presidente di Confesercenti
Verona, traccia un bilancio
del 2009 del commercio
ATTUALITÀ
11
Come ci si muoverà a
Verona? Accantonata la
tramvia si studiano nuovi
mezzi di trasporto pubblico
ECONOMIA
Siglata la nuova convenzione tra Eurofidi Veneto e
Unicredit Banca
16
19 FORMAZIONE
Corsi in partenza
20 ATTUALITÀ
Il decreto anticrisi
21 GIALLOBLU
Il Bardolino non si accontenta
GI A L LO B L U
21
Il Calcio Femminile Bardolino
all’assalto del primo posto in
campionato, per riprendersi
lo scudetto
EDITORIALE
di Fabrizio Tonini
RESISTETE PMI!
S
i chiude un 2008 di profonda incertezza per tutto il mondo economico
e il settore del commercio non può
che risentire pesantemente della
situazione. Gli indici di riferimento
parlano di un 2009 che sarà ancora
difficile e le piccole e medie imprese saranno particolarmente esposte a questo vento gelido di recessione. A fronte di tutto questo occorrono interventi
decisi e lontani dalla faziosità politica, che convergano tutti verso l’obiettivo di far almeno sopravvivere le pmi. Stringendo il cerchio e guardando dentro la nostra Verona, possiamo ancora notare come
la vivacità tipica di questo territorio possa ancora
una volta salvare la barca che sta affondando, ma
gli enti locali devono fare di più. È arrivato il
momento di tutelare gli imprenditori virtuosi, di
difendere la qualità e la familiarità che solo gli esercizi di vicinato possono dare. Questo è il nostro
auspicio per il 2009. Uno Stato che torna a difendere gli interessi di tanti piccoli, piuttosto che di
pochi grandi. La Confesercenti si impegnerà ancora di più per raggiungere questo obiettivo, intercedendo in tutte le sedi possibili. Intanto l’anno nuovo
si è aperto con un importante progetto creato proprio dalla nostra Associazione, che permetterà ai
negozi del centro storico di Verona di innovarsi e
migliorare la qualità ottenendo un cospicuo contributo dalla Regione. Auguriamo a tutti i piccoli e
medi imprenditori che il 2009 porti altre decine di
novità importanti come questa e con loro la serenità indispensabile per poter svolgere al meglio il
proprio lavoro.
Fabrizio Tonini
Direttore Confesercenti Verona
5
RIPARTIRE
NEL 2009
S il va no
Me n e gu zz o,
p re si d en t e d i
Confesercenti
Ve r o na , t r ac cia u n
bilanci o del
com merc io sul
ter ritor io scal igero,
tra luci
e a nc or a t ro p p e
om bre
I
l 2008 verrà archiviato come
un anno negativo per l’economia. Quello che più preoccupa, però, sono le prospettive per il
2009: è sempre più numerosa,
infatti, la schiera di quanti prevedono un nuovo anno ancora peggiore, nel segno della recessione.
Più difficile l’accesso al credito
per le piccole e medie imprese,
consumi in caduta libera e perdita
dei posti di lavoro sono segnali
preoccupanti. Ne abbiamo parlato
con Silvano Meneguzzo, presidente di Confesercenti Verona, per
tracciare un bilancio dell’anno
6
di Daniele Pagliarini
appena trascorso e di quello che
sta iniziando.
Presidente Meneguzzo, come è
stato il 2008 per il commercio sul
territorio veronese?
È stato un anno particolarmente
complicato per le nostre piccole e
medie imprese. Ai problemi che si
erano già manifestati nella prima
parte dell’anno, come la stagnazione dei consumi e l’aumento dei
costi di gestione, si è aggiunta la
crisi economica mondiale. Ciò
nonostante Verona rimane una piccola isola felice, spinta soprattutto
dal flusso del turismo straniero e
dall’eccellenza del suo centro storico, infatti, a parità di chiusure,
altrettanti negozi sono stati aperti.
La stessa cosa non possiamo dire
per la provincia, dove le chiusure
degli esercizi sono in costante
aumento, a fronte di pochissime
nuove aperture. Stanno sparendo
dai centri della provincia i negozi
a conduzione familiare di beni
come l’abbigliamento e i casalinghi, mentre, pur con un forte turnover, si mantengono gli esercizi
pubblici e la ristorazione. Di certo
la politica di espansione delle
grandi strutture, non aiuta il settore.
In che modo ha inciso questa politica?
Verona è la prima città del Veneto
come superficie di vendita destinata alla grande distribuzione. Vuol
dire che la concentrazione di centri
commerciali ha ormai superato il
limite sopportabile dal territorio.
Agevolando questo tipo di politica
ci si trova ad affrontare una serie
di problemi infinita. Non si fa più
la spesa sotto casa, ora si preferisce salire sull’auto, farsi più di 20
kilometri ed arrivare al mega market. Moltiplicando questo per il
numero di residenti, si ottiene un
ingorgo enorme che dilata enormemente il tempo di percorrenza di
questi 20 kilometri. La conseguenza è la macchina accesa per più
tempo, con relativo aumento della
spesa e dell’inquinamento. Il
risparmio millantato dalla grande
distribuzione, dunque, è solo apparente. Poi, diventando il centro
commerciale la regola e non l’eccezione, ha portato i negozi all’interno di queste strutture ad allineare i prezzi con quelli dei centri storici, rendendo, quindi, inutile la
creazione di questi spazi. È arrivato il momento di rivedere completamente questo tipo di operazioni e
di bloccare uno scempio diventato
insostenibile, che arricchisce pochi
a danno di molti.
Tra un po’ arriverà un centro commerciale anche in centro storico…
Sì, a quanto pare questa sarà la
destinazione di una
parte delle ex-cartiere. Non possiamo
che essere contrari a
tutto questo. Mentre
prima
venivano
costruiti
questi
mostri di cemento
in aperta campagna,
ora ce li troveremo
quasi
all’ombra
dell’Arena, e questo, francamente, va
al di là della nostra
immaginazione.
È stato fatto qualcosa per salvaguardare il commercio
nel centro storico di
Verona a fronte di
queste notizie?
Proprio negli ultimi
giorni del 2008 è stato presentato
in Regione un progetto di riqualificazione dei negozi del centro, con
un contributo considerevole di
Palazzo Balbi. Il disegno prevede
tutta una serie di interventi volti a
migliorare l’estetica e innovare gli
esercizi, dando una linea comune a
certi spazi e fornendo servizi sempre all’altezza. Oltre a questo sono
proseguite le collaborazioni col
Comune di Verona per organizzare
al meglio le manifestazioni di
piazza, coinvolgendo sempre di
più le attività commerciali. Pur
con qualche divergenza, abbiamo
trovato grande collaborazione nell’assessorato al commercio del
Comune, sempre disponibile al
confronto e alla condivisione di
idee.
I mercati rionali possono essere
una soluzione alla desertificazione
commerciale?
Questo settore ha assunto una
parte importante in questo momento di grande crisi. Si sta riscoprendo sempre di più questa forma di
vendita che offre qualità e prezzo
tutto l’anno, non solo durante i
saldi. Infatti l’afflusso delle persone sta aumentando anche del 20%
in alcuni mercati. Nel prossimo
anno prevediamo un aumento ulteriore di presenze e per questo invitiamo tutti gli operatori a proseguire con fantasia, impegno e qualità,
in modo che i nuovi frequentatori
Silvano Meneguzzo
diventino clienti sempre più soddisfatti.
Mentre il 2008 dell’associazione
come è stato?
Confesercenti,
fortunatamente
gode di ottima salute. I nostri
iscritti sono in continuo aumento,
così come i servizi offerti. Piazze
dei Sapori, anche quest’anno ha
fatto registrare numeri da capogiro, e siamo già in preparazione per
la prossima edizione. Il settore formazione cresce di anno in anno, e
oltre ai consueti corsi specialistici
del settore, ha ampliato l’offerta
con alcuni percorsi dedicati ai barman e all’informatica. Il 2009, poi,
sarà l’anno delle elezioni all’interno della nostra realtà e questo servirà per ridare una nuova accelerata a tutto quanto.
Sul piano sindacale, cosa si aspetta per il 2009?
Intendiamo svolgere un ruolo politico molto fermo a difesa dei nostri
associati per ritenere quelle agevolazioni che riteniamo indispensabili, soprattutto sul fronte dei costi
che gravano sulle aziende, dagli
affitti alle tariffe energetiche, ai
rifiuti. Parallelamente siamo pronti ad agire in collaborazione con le
altre associazioni sindacali e con
l’amministrazione per mettere in
atto politiche di medio lungo termine che vadano a vantaggio delle
nostre aziende.
7
SALDI
SALVAGENTE
di Daniele Pagliarini
I pri mi dati d ell e
vendite pro moz ion ali ri dan no
o ssi geno al
set tore del la
m oda, ma il
s is tema dei
sa ldi , ges tit o i n
questo modo,
sta f acen do più
male che bene
8
I
n tempi di crisi nera, anche un
barlume di luce può far tornare
un po’ di sereno. Questo sembra
essere l’esito dei saldi invernali
2009, partiti nei primi giorni di gennaio e andati oltre le aspettative,
almeno a Verona. Le vendite hanno
fatto registrare un confortante
aumento del 15% circa rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno.
Molto bene soprattutto per quanto
riguarda cappotti e capi invernali
presi letteralmente d’assalto. E
anche complice il lungo weekend
dell’Epifania in città sono tanti i
veronesi e i turisti alla ricerca del-
l’affare. Secondo le prime rilevazioni fatte da Confesercenti in 200
punti vendita fra il centro storico, la
periferia, i centri commerciali e gli
outlet di Verona, il trend positivo
degli acquisti riguarda in modo uniforme tutta la città. L’unica perplessità riguarda la durata degli sconti,
come afferma Fabrizio Tonini,
segretario provinciale dell’associazione: «Vorremmo che i saldi tornassero a essere un evento. Il fatto
che siano iniziati troppo vicino alle
feste natalizie vuol dire che termineranno a metà febbraio quando è
ancora freddo. È chiaro che così per
smaltire la merce si dovrà continuare con le vendite promozionali».
Ed infatti il rovescio della medaglia
sta proprio qua, sull’abitudine degli
italiani ad utilizzare i saldi come
primo strumento di acquisto e non
come vero e proprio momento
straordinario e quindi breve. Infatti,
a fronte degli aumenti delle vendite
in questo periodo, dall’altra parte c’è
stato un calo assai più imponente nei
periodi di vendita ordinaria, e questo, secondo Silvano Meneguzzo,
presidente della Confesercenti scaligera, comporterà un cambio di atteggiamento da parte di molte imprese:
«Pur mantenendo un volume di
merce venduta molto vicino all’anno
scorso, quest’anno gran parte è stata
liquidata durante i saldi, quindi con
un guadagno minore o, in alcuni
casi, inesistente.. Seguendo questa
tendenza, in linea teorica si dovranno alzare i prezzi durante il periodo
di vendita ordinaria, bloccando ulteriormente i consumi e rafforzando
ancora di più la presenza di acquirenti durante le vendite promozionali. Questo circolo vizioso, non può
andare avanti all’infinito e si arriverà ad un punto in cui si comprerà
esclusivamente in saldo, costringendo molte imprese alla chiusura. Per
questo serve al più presto una legislazione che modifichi al più presto
queste attività, in modo sostanziale e
non marginale».
Come ogni anno, anche quest’anno,
grosso oggetto di discussione è stata
la data di inizio: «Si deve posticipare i saldi di qualche settimana – ha
spiegato Tonini – perché, di fatto, le
date delle feste e quella di inizio dei
saldi, sono troppo vicine tra loro,
scoraggiando i consumatori nell’acquisto di capi di abbigliamento nel
periodo natalizio o precedente».
«Il periodo delle vendite con i saldi
– ha proseguito Tonini - resta in ogni
caso atteso sia dai commercianti che
dai consumatori, i quali sperano,
seppure per ragioni diverse, di fare
dei buoni affari».
«Sarebbe buona norma – ha concluso Silvano Meneguzzo - evitare le
campagne allarmistiche che troppo
spesso si effettuano e che non aiutano a creare un ambiente positivo
indispensabile allo sviluppo positivo
del mercato degli acquisti. Si sprecano infatti i consigli a stare attenti
alla truffa e agli imbrogli, come se i
DOSSIER
commercianti non fossero i primi
interessati a tutelare e a favorire gli
acquisti migliori per la loro clientela
che rimane, come insegna la regola
numero uno dell’imprenditore, il
patrimonio essenziale di qualsiasi
azienda commerciale. In secondo
luogo occorre rispettare alcune semplici regole che riguardano l’esposizione del prezzo, indicando il prezzo
prima dello sconto, la percentuale di
sconto e il prezzo scontato su ogni
capo a saldo ed è importante anche
non esporre il cartello con la scritta
“Saldi” prima dell’otto gennaio. In
ogni caso gli organi preposti stanno
effettuando i controlli e in qualche
caso hanno elevato contravvenzione, anche a tutela dei commercianti
onesti, la grande maggioranza, che
non usano stratagemmi, spesso
ingannevoli per i consumatori.
Occorre che questo periodo venga
visto in senso positivo, sia dai commercianti che dai consumatori, al
fine di stimolare i consumi nel
rispetto delle regole commerciali».
9
A TTU ALI TÀ
Messa da
parte l ’ ipotesi
de ll a tram vi a,
V erona si
interroga su
quale sarà il
suo trasporto
pub bli co del
futuro, tra bus
fumosi e
po lveri sotti li
all e stel l e
A
AUTOBUS O
NON AUTOBUS?
di Michele Zammattio
mpliamento della rete stradale o potenziamento del
trasporto pubblico? E’ questo il dubbio di amletico sospiro che
attanaglia Verona, in un poco shakespeariano e romantico dibattito
fatto di dati, cifre e sconcertanti
pericoli per la salute.
Il tempo è poi particolarmente tiranno, poiché Verona, città più inquinata del Veneto, conta 18 mila veicoli
al giorno in entrata e in uscita al
casello sud dell'autostrada e 12 mila
a quello est e, nelle ore di punta, si
ritrova con un flusso di 1.400 auto
10
all'altezza del Teatro romano: queste le poco serenissime cifre rilevate
dall’omonima
Società
Autostrade.
In merito al problema è stata organizzata dalla Cgil una tavola rotonda al Quadrante Europa, ma non è
ancora ben chiaro di cosa abbia
bisogno Verona, in centro come in
periferia e in provincia, per risolvere il problema degli ingorghi.
“Anche se negli ultimi anni si sono
alternate giunte di diverso colore, le
politiche della mobilità sono state
del tutto insufficienti, soprattutto
riguardo al trasporto pubblico”, ha
precisato il Segretario della FiltCgil Mario Lumastro, all'apertura
del convegno. Alberto Martelletto,
Assessore Provinciale ai trasporti,
replica che “non si può accollare
tutto all'iniziativa pubblica”, e che,
“prima di pretendere l'aumento
degli autobus, c'è da chiedersi se
verrebbero utilizzati. Attualmente,
il 75% degli utenti di Atv sono studenti, mentre i lavoratori non
abbandonerebbero mai l'auto per il
bus”. Martelletto sostiene però
Michele Corso, Segretario della
Cgil di Verona, che ha sollecitato
una migliore integrazione fra le tratte coperte fino a due anni fa da Amt
per le corse urbane e da Aptv per
quelle extraurbane. “Nonostante la
fusione delle due aziende”, commenta Corso, “ci sono ancora molti
doppioni nei percorsi, uno spreco di
risorse umane e mezzi”. Alberto
Brentegani, Direttore gestione traffico per la Società autostradale
Brescia-Padova, ha poi illustrato i
diversi progetti di ampliamento
stradale in programma sul territorio
scaligero, primo fra tutti il traforo
delle Torricelle. “Non voglio entrare nella polemica secondo cui il traforo rappresenterebbe un'autostrada
in città”, ha affermato, “sia chiaro,
però, che la viabilità ordinaria non è
più sufficiente per assorbire il traffico quotidiano. La tangenziale sud è
satura, problema che crea anche
rischi alla sicurezza e si risolve solo
con la creazione di una nuova direttrice a nord. Il pedaggio è funzionale per ammortizzare l'opera, che
costa 400 milioni di euro”. Michele
Bertucco,
presidente
di
Legambiente Verona, non ha invece risparmiato critiche: “I progetti
illustrati da Brentegani danno l'idea
del futuro urbanistico che si prospetta per Verona, nient'altro che
asfalto”,
ha
protestato,
“L'inquinamento, che è prodotto al
50% dalle auto, non diminuisce
certo aumentando le strade. Alla
città non serve il traforo, solo investendo nei trasporti pubblici si risolve il problema del traffico”
Ma qual è la reale situazione del trasporto pubblico? Sono gli autisti a
stabilire per primi il grado di soddisfazione del servizio di trasporto
pubblico cittadino: e lo bocciano
sonoramente, denunciando bus non
sempre puliti, stracolmi di passeggeri e mai in orario. E si dichiarano
poi stanchi di anni di battaglie fatte
per rivedere i tempi di percorrenza.
Come se non bastasse, ora devono
vedersela anche con il Mover, il
nuovo sistema di bigliettazione che
offre un maggior controllo e mette
fuori gioco i “portoghesi”. Almeno
così dovrebbe essere, e in una certa
misura lo è stato, ma a detta dei conducenti dopo due mesi dall’entrata
in funzione del sistema c’è chi
riesce ancora a farla franca e viaggia senza titolo. “Nelle ore di punta
siamo costretti ad aprire tutte le
porte per fare salire nel minore
tempo possibile tutti i passeggeri.
Non c’è tempo per verificare chi ha
il biglietto e chi no”, raccontano, “il
Mover è un’ottima soluzione ma se
non lo si abbina a un numero maggiore di bus in servizio e a tempi di
percorrenza rivisti non serve. Ogni
giorno combattiamo con un’utenza
sempre più arrabbiata per i ritardi.
Ma come fa l’azienda a non rendersi conto che la viabilità è cambiata
dal 1992?” Nell’ormai lontanissimo
1992 infatti vennero messe a punto
le cosiddette “linee forti” con collegamenti continui tra l’est e l’ovest
della città, tra nord e sud e viceversa. I tempi di percorrenza vennero
calcolati sul traffico di allora che
non è più lo stesso dal momento che
è aumentato di media del tre per
cento ogni anno. Un problema che i
sindacati denunciano da 10 anni.
“In questi ultimi mesi sui bus sale il
15 per cento in più di cittadini”, si
sfogano i conducenti, “sarà per la
grande pubblicità riservata al
Mover, o sarà per la crisi economica
che ha toccato le tasche di tutti. Ma
sono aumentate anche le lamentele.
Ed è inevitabile: come biasimare i
passeggeri che per andare da Borgo
Trento a Borgo Venezia impiegano
40-45 minuti?” Nel grado di soddisfazione del servizio gli autisti toccano ogni punto, a partire dalle corsie preferenziali. “Da anni chiediamo che siano installate telecamere,
che siano fatti più controlli. E nuove
corsie preferenziali. La mattina
quando il bus è pieno di ragazzi e
sappiamo che devono entrare in orario a scuola, non potete immaginare
la rabbia che proviamo a rimanere
in coda lungo corso Porta Nuova e
fare il resto del tragitto fino a Borgo
Venezia a passo d’uomo”. Verona
ha quindi con il trasporto pubblico
11
urbano un conto aperto, il cui ultimo
capitolo è quello della tramvia: se
ne parla da 15 anni e ancora non si
è visto nulla.
Sembra ormai certo che la tanto
sospirata tramvia su rotaia verrà
sostituita da una nuova filovia con e
senza fili. E’ di questo avviso
l’Assessore comunale alla viabilità
e infrastrutture, Enrico Corsi ,a
Roma presso i tecnici del Ministero
delle Infrastrutture per chiarire l’aumento della frequenza dei mezzi
pubblici e specificare meglio alcuni
dettagli dei percorsi e delle linee.
Ma anche per precisare la scelta di
sdoppiare il tracciato
nella Zai e Verona Sud.
Il Ministero dovrebbe
finanziare il 60 per
cento della spesa, che
sarà di 143 milioni più
Iva del 15 per cento,
quindi 164 milioni e
mezzo.
Perciò
il
Ministero, di cui è
Sottosegretario per le
infrastrutture del nord il
leghista
Roberto
Castelli, aveva chiesto
al Comune scaligero di avere ulteriori dati sul progetto. Lo Stato
dovrebbe finanziare l’opera per il
60 per cento di 143 milioni (il costo
senza Iva) quindi per circa 84. Il
resto, circa 59 milioni, dovrebbe
metterli il Comune, accendendo
mutui. Circa 14 dovrebbero arrivare
dal piano della sosta a pagamento,
gestito dall’Amt, ma sulla base di
10mila stalli blu, che attualmente
sono 6.500.
Corsi incontrerà poi anche il
Ministro per il finanziamento del
traforo delle Torricelle e del collegamento verso Verona nord, visto
che sarebbero a rischio i 53 milioni
messi dall’autostrada Serenissima.
“I 53 milioni ci sono”, dice Corsi,
“grazie a un accordo con il
Sindaco”. Peccato (o forse no?) che
non la pensi così il presidente dell’autostrada Serenissima, Attilio
Schneck: “Si ferma tutto, anche il
tunnel delle Torricelle, il casello di
Castelnuovo e così via…”. Infatti,
dopo la notizia che l’Ue intende
continuare la procedura d’infrazione opponendosi alla proroga della
concessione autostradale, la società
Brescia-Padova, con sede a Verona
sud, rischia di chiudere tra cinque
anni e di veder sfumare l’orizzonte
del 2026, termine già concordato.
Insomma un panorama depresso per
la Serenissima ma esaltante per chi
da anni si batte contro il Traforo e
propone lo studio di modelli di trasporto nuovi, flessibili, efficaci e in
grado di fornire alle città una mobilità più efficiente e pulita.
Potenziamento del trasporto pubblico ecologico, trasporto lacustre,
linee ferroviarie secondarie o semplicemente piste ciclabili: ecco la
nuova sfida alla modernità.
E SPE RTO
I
LE S P ES E D I
RA P P R ES E N T A NZ A
di Giancarlo Brunello
n esecuzione delle previsioni
introdotte dalla Finanziaria
2008, è stato finalmente emanato dal Ministero dell’Economia
il decreto che disciplina compiutamente la deducibilità delle
cosiddette spese di rappresentanza, decreto finalizzato ad individuare i requisiti di inerenza e
congruità che consentano la
deducibilità integrale delle spese
sostenute per promuovere i prodotti ed i servizi dell’impresa, ma
diverse dalle spese di pubblicità,
che continuano ad essere deducibili secondo la previdente normativa.
Le regole introdotte da questo
decreto si applicano fin dalla
dichiarazione dei redditi che si
presenterà per l’anno 2008, quindi sarà opportuno verificare
quanto finora contabilizzato e
documentato provvedendo per
tempo a riordinare la classificazione delle varie spese e ad integrare quanto manca.
Congruità e deducibilità
Le spese di rappresentanza non
saranno più deducibili solo per un
terzo del loro ammontare in cinque rate annuali, ma saranno
invece deducibili per intero nell’anno in cui sono state sostenute.
Tuttavia vengono stabilite alcune
condizioni. Innanzi tutto vengono
fissati dei limiti di congruità
parametrati ai ricavi dell’impresa. In virtù di tali limiti, le spese
di rappresentanza saranno deducibili nelle seguenti misure:
- fino all’1,3% dei ricavi se questi non superano 10 milioni di
euro;
- ulteriore 0,5% dei ricavi eccedenti i 10 milioni e fino a 50
milioni di euro;
- ulteriore 0,1% dei ricavi che
superano i 50 milioni di euro.
Nel calcolo suddetto non si terrà
peraltro conto dei beni distribuiti
in omaggio di costo unitario non
superiore a 50 euro, che restano
comunque deducibili per l’intero
ammontare nell’anno di sostenimento.
Se, per esempio, il volume dei
ricavi dell’impresa nel 2008
risulterà di 15 milioni di euro,
l’ammontare massimo delle spese
di rappresentanza deducibili sarà
pari ad Euro 155.000, calcolato in
ragione dell’1,3% sui primi 10
milioni oltre allo 0,5% sugli ulteriori 5 milioni. Se, per ipotesi, le
spese di rappresentanza sostenute
(ad esclusione degli omaggi di
valore unitario inferiore a 50
euro) fossero pari ad Euro
170.000, la differenza fra
170.000 e 155.000, quindi Euro
15.000, risulterà indeducibile.
Caratteristiche di inerenza
Il decreto fissa un criterio generale per stabilire quali spese possano essere classificate come spese
di rappresentanza. Rientrano in
tale categoria di spese quelle
“…effettuate con finalità promozionali o di pubbliche relazioni e
il cui sostenimento risponda a cri13
E SPE RTO
teri di ragionevolezza in funzione
dell’obiettivo di generare, anche
potenzialmente, benefici economici per l’impresa ovvero sia
coerente con pratiche commerciali di settore”.
Fissati i principi generali, il
decreto entra nel particolare ed
elenca quelle che possono rientrare nella categoria delle spese
di rappresentanza, precisando che
sono tali:
a) le spese per viaggi turistici in
occasione dei quali siano programmate e in concreto svolte
significative attività promozionali dei beni o dei servizi la cui produzione o il cui scambio costituisce oggetto dell’attività caratteristica dell’impresa;
14
b) le spese per feste, ricevimenti e
altri eventi di intrattenimento
organizzati in occasione di ricorrenze aziendali o di festività
nazionali o religiose;
c)le spese per feste, ricevimenti e
altri eventi di intrattenimento
organizzati in occasione dell’inaugurazione di nuove sedi, uffici o stabilimenti dell’impresa;
d) le spese per feste, ricevimenti e
altri eventi di intrattenimento
organizzati in occasione di
mostre, fiere, ed eventi simili in
cui sono esposti i beni e i servizi
prodotti dall’impresa;
e) ogni altra spesa per beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente, ivi inclusi i contributi erogati gratuitamente per convegni,
seminari e manifestazioni simili
il cui sostenimento risponda ai
criteri di inerenza indicati nel
presente comma.
Occorrerà peraltro conservare
un’ordinata
documentazione
delle spese sopra elencate, in
quanto i verificatori del fisco
potranno richiedere, per ciascuna
delle tipologie di spesa, l’ammontare complessivo sostenuto,
distinto per natura (viaggi, alloggi, somministrazioni bevande e
alimenti, contributi, omaggi di
valore unitario superiore o inferiore ai 50 euro, ecc.), nonché
l’ammontare dei ricavi assunto
per il calcolo percentuale della
deducibilità.
Spese promozionali diverse
Allo scopo di meglio rispondere
ai numerosi interrogativi sollevati negli anni scorsi dai contribuenti in merito alla deducibilità
o meno di certe spese, la normativa precisa anche che, pur non
essendo classificabili fra le spese
di rappresentanza, altre spese, di
tipo similare, sono deducibili dal
reddito d’impresa. Queste altre
spese devono peraltro mantenere
comunque le caratteristiche dell’inerenza all’attività svolta dall’impresa, ma, una volta rispettato tale criterio essenziale, sono e
restano deducibili per il loro intero ammontare senza i limiti di
proporzionalità con i ricavi che si
sono visti sopra in merito alle
vere e proprie spese di rappresentanza.
Rientrano in questa seconda categoria di spese “le spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute per
ospitare clienti, anche potenziali,
in occasione di mostre, fiere,
esposizioni ed eventi simili in cui
sono esposti i beni e i servizi prodotti dall’impresa o in occasione
di visite a sedi, stabilimenti o
unità produttive dell’impresa. Per
le imprese la cui attività caratteristica consiste nell’organizzazione
di manifestazioni fieristiche e
altri eventi simili, non costituiscono spese di rappresentanza e
non sono, pertanto, soggette ai
limiti previsti dal presente decreto, le spese di viaggio, vitto e
alloggio sostenute per ospitare
clienti, anche potenziali, sostenute nell’ambito di iniziative fina-
lizzate alla promozione di specifiche manifestazioni espositive o
altri eventi simili. Non sono soggette altresì ai predetti limiti le
spese di viaggio, vitto e alloggio
sostenute direttamente dall’imprenditore individuale in occasione di trasferte effettuate per la
partecipazione a mostre, fiere, ed
eventi simili in cui sono esposti
beni e servizi prodotti dall’impresa o attinenti all’attività caratteristica della stessa”:
Per quest’ultima categoria di
spese tuttavia vengono fissate
alcune regole attinenti la documentazione probante da conservare ai fini della loro deducibilità. Prosegue infatti il decreto stabilendo che “La deducibilità delle
erogazioni e delle spese indicate
nel presente comma è, tuttavia,
subordinata alla tenuta di un’apposita documentazione dalla
quale risultino anche le generalità
dei soggetti ospitati, la durata e il
luogo di svolgimento della manifestazione e la natura dei costi
sostenuti”.
Queste spese andranno contabilizzate separatamente da quelle
più specificamente di rappresentanza, come sopra precisate, allo
scopo di essere in grado di fornire agli accertatori del fisco il loro
esatto ammontare in caso di
richiesta.
Omaggi a dipendenti
E’ stato recentemente rivisitato
anche il corretto trattamento
fiscale cui assoggettare gli omaggi di beni ai propri dipendenti in
occasione di festività, ricorrenze,
ecc.
Una circolare ministeriale precisa
che le erogazioni gratuite ai propri dipendenti rientrano tra i
cosiddetti “fringe benefits”, e
come tali assimilabili ai redditi di
lavoro dei dipendenti stessi,
parallelamente alla deducibilità
dei relativi costi da parte dell’impresa erogatrice.
Tuttavia, qualora l’ammontare
complessivo di tali donazioni nel
corso di un anno solare non ecceda 258,23 euro (limite di franchigia esente), esse saranno esenti
da imposte a carico dei dipendenti. Va precisato che, in caso di
superamento del suddetto limite,
la tassazione dovrà interessare
l’intero ammontare delle erogazioni senza alcun abbattimento.
Perciò il dipendente che nel corso
dell’anno avesse ricevuto omaggi
dal proprio datore di lavoro fino a
258,23 euro non pagherà nessuna
maggiore imposta nella propria
busta paga. Quello che invece
avesse ricevuto omaggi oltre 259
euro pagherà le imposte sull’intero valore delle erogazioni ricevute.
Detraibilità IVA
In ambito IVA non sono state
introdotte modifiche alla disciplina vigente e rimane purtroppo
una disarmonia tra il trattamento
fiscale delle spese di rappresentanza ai fini dei redditi ed ai fini
dell’IVA.
Infatti la normativa attuale, che
rimane confermata, prevede l’indetraibilità totale dell’IVA relativa alle spese di rappresentanza,
salvo quelle sostenute per l’acquisto di beni da cedere in omaggio e di costo unitario non superiore ad Euro 25,82.
Quindi avremo per queste spese
la deducibilità ai fini dei redditi e
l’indetraibilità totale ai fini IVA.
Per gli omaggi di modico importo
è prevista la deducibilità totale ai
fini dei redditi sui beni di costo
unitario non superiore a 50 euro,
mentre la detraibilità totale
dell’IVA sarà consentita solo sui
beni di costo unitario non superiore a 25,82 euro.
Indubbiamente
l’emanazione
della normativa qui esaminata
risponde ad un’oggettiva esigenza che si sentiva e si richiedeva
da anni. La risposta governativa è
senz’altro apprezzabile ed ha
soprattutto il pregio di risolvere
non pochi interrogativi esistenti
sulla classificazione delle varie
spese promozionali, ai fini della
loro deducibilità totale o parziale,
anche se non ci si può nascondere
che permangano ancora alcune
zone d’ombra ed incongruenze
che potranno far riemergere
nuovi dubbi interpretativi.
FIRMATO L’ACCORDO
TRA UNICREDIT ED
EUROFIDI VENETO
di Daniele Pagliarini
ECONOMIA
U
nicredit
Banca
ed
Eurofidi Veneto rafforzano ulteriormente il loro
legame con la firma della convenzione per l’applicazione di
Basilea 2. Un passo importante
quello avvenuto martedì 23
dicembre nella sede della coope16
rativa di garanzia veneta, che
permetterà al gruppo guidato da
Fabrizio Tonini di espandere il
proprio mercato e agevolare
ulteriormente l’accesso al credito.
Con l’entrata in vigore dell’accordo, Eurofidi Veneto avrà
maggior libertà di erogazione
verso le piccole e medie imprese
che lo richiederanno, aprendo un
canale privilegiato con la Banca,
in questo caso Unicredit: «Con
questa operazione la nostra
cooperativa si prepara a diventare sempre più protagonista del
mercato, potendo contare su un
partner importante come quello
di Piazza Cordusio».
Eurofidi Veneto, nata 5 anni fa
grazie alla fusione delle cooperative di credito provinciali
legate alla Confesercenti, chiuderà il bilancio del 2008 con un
erogato superiore ai 150 milioni
di euro, con una crescita del
30% rispetto al 2007, numeri
che Tonini mira ad aumentare,
grazie a questo accordo firmato
con Marco Perotti, condirettore
commerciale
triveneto
di
Unicredit: «A breve punteremo
ad allargare il plafond attuale
che abbiamo con la banca, cioè
cinque milioni di euro in finanziamenti chirografari, per un
importo derogabile che va da un
minimo di 20 mila euro ad un
massimo di 300 mila euro», ha
spiegato
il
presidente
di
Eurofidi.
«Il nostro impegno verso le piccole e medie imprese passa
anche da qui – ha concluso
Tonini – cioè poter avere per
questi imprenditori sempre un
canale privilegiato per innovarsi
e migliorare la qualità dei servizi offerti al cliente. Da questo
punto di vista ci siamo trovati in
perfetta armonia con la linea di
Unicredit, che riteniamo essere
ancora una volta uno dei nostri
interlocutori privilegiati».
I
CAMBIA LA SOGLIA
DI USURA PER
I TASSI FISSI
di Alessandro Torluccio
n un anno scende di un punto
percentuale la soglia dei tassi
considerati usurai per i mutui
a tasso fisso: dal 9,12% all'8,09%.
Il livello dei tassi di usura viene
fissato dalla Banca d'Italia ogni
trimestre in base alla rilevazione
dei tassi medi su base annua: si
considera infatti usuraio un tasso
che supera del 50% il valore del
tasso medio, che nel caso dei
mutui a tasso fisso e' del 5,39%.
L'interesse usuraio non scende
solo per i mutui fissi ma in tutti i
settori del credito, dato che i tassi
di riferimento sono in calo a causa
della crisi: per i mutui a tasso
variabile
il
limite
scende
all'8,16% mentre per i crediti personali alle famiglia cala al 14,9%.
Unico tasso in aumento quello che
riguarda i leasing fino a 5 mila
euro che sale a 18,5% contro il
16,9% di un anno fa. Per tutti i
leasing di importi superiori si
registrano invece diminuzioni: da
5 a 25 mila euro il tasso usuraio e'
al 13,6%, fino 50 mila e' del 12%
e, per importi superiori, al 10,3%.
“Bene ricordare il livello dei tassi
considerati usurari - afferma il
presidente Confesercenti Marco
Venturi - ma non dimentichiamo
che in una situazione così difficile per effetto della crisi deve esistere una grande attenzione per i
tassi praticati soprattutto alle
imprese e per gli investimenti che
sono in una stasi sempre più negativa. Dovrebbe esistere insomma
anche un tasso “convenienza” in
grado di sostenere l’impegno di
un mondo imprenditoriale che
cerca in ogni settore di fronteggiare la crisi per attutirne gli
effetti non solo economici ma
anche sociali”.
EC ONOMIA
17
NEWS DIECIRIGHE
a cura di Claudia Andreatta
VENTURI: “LO STATO RILANCI L’ECONOMIA”
“Dall’Istat e dall’Ocse arriva
l’“ultimo avviso” ai naviganti:
se non vogliamo che l’economia italiana si incagli nel
fondo della crisi è tempo di
gettare rapidamente nella
mischia tutte le risorse possibili. Il monito è severo e chiaro:
produzione e consumi sono in
corto circuito e per uscirne servono risorse, tagli coraggiosi
alle spese, il risveglio economico e civile del paese ed
interventi strutturali mai fatti e
che sono alla base della bassa
crescita di questi anni come
testimonia l’Ocse lasciandoci
in compagnia del Portogallo.
Non si può fare tutto e subito ma
una scelta prioritaria va decisa
ora ripartendo dalle pmi di ogni
settore economico che sono in
grado di dare forza allo sviluppo
ed all’occupazione. Gli interventi
già previsti sono solo un primo
passo ma non possono reggere da
soli all’urto di una crisi che
rischia di essere profonda e
lunga.
Chiediamo nell’interesse del
paese, più sostegno ai consumi,
meno tasse e più agevole accessibilità al credito per le pmi, impiego rapido di forti investimenti
pubblici nei settori strategici
come le infrastrutture”.
PRODUZIONE INDUSTRIALE: CALO DEL 6,9%
Sono partite le nuove tariffe SIAE per i compensi in abbonamento per la musica d’ambiente e i trattenimenti danzanti relativi all’anno 2009. Secondo i dati rilevati dall’Istat, l’indice dei prezzi al consumo
relativo al mese di settembre 2008 è pari al 3,7%. In accoglimento alle istanze pervenute dalle
Associazioni di categoria e considerando il particolare momento di crisi che investe vari settori delle
attività, l’aumento è limitato al 2,7%, accantonando la differenza di un punto percentuale per le prossime revisioni tariffarie.
Tale valore costituisce, ai sensi dell’accordo vigente, l’aggiornamento dei compensi per l’anno 2009.
Ricordiamo che l’abbonamento annuale scade il 28 febbraio 2009, termine dopo il quale non si avrà
più diritto allo sconto previsto per gli operatori aderenti ad Asshotel.La richiesta dei certificati per gli
abbonamenti della musica d’ambiente dovrà essere effettuata tramite fax (06/4817211) oppure tramite
e-mail ([email protected]) alla segreteria dell’Associazione.
18
CORSI IN PARTENZA
TIPOLOGIA
O
A N Z AT
V
A
R
UTE
COMP
E
N
A
M
A’ B A R
NOVIT
LUOGO ORE COSTO*
Corso sostitutivo del libretto di idoneità Verona e
provincia
sanitaria
3
33 euro
PERIODO
Febbraio
Responsabile del servizio di prevenzione
e protezione per titolari d’impresa
(D.Lgs. 626/94)
Verona
16
160 euro
Febbraio
Formazione per addetto al pronto
soccorso aziendale per aziende
dei gruppi B e C
Verona
4
80 euro
Febbraio
Verona
12
170 euro
Febbraio
Verona
120
567 euro
Febbraio
Verona
33
217 euro
Febbraio
Verona
81
308 euro
Febbraio
Corso abilitante per agenti d'affari in
mediazione del settore immobiliare
Verona
106
433 euro
Febbraio
Corso computer base
Verona
25
190 euro
Febbraio
Addetto alla prevenzione degli incendi
per aziende a basso rischio
Corso abilitante per l'esercizio
dell'attività di "somministrazione
e vendita di prodotti alimentari"
Corso abilitante per l'esercizio dell'attivi tà di "vendita di prodotti alimentari"
Corso abilitante per agenti e rappresen tanti di commercio
Corso barman base
Corso computer avanzato
Verona
Verona
21
25
225 euro
210 euro
*Per gli associati Confesercenti sono previsti forti sconti. Al prezzo va aggiunta l’Iva pari al 20%
Febbraio
Marzo
Sede iscrizioni: Via Albere, 132 - 37137 Verona Tel. 045 8624011 - Fax 045 8624088 Responsabile: Claudia
Andreatta
e-mail: [email protected] - www.confesercenti-vr.it
19
IL DECRETO ANTICRISI
ATT UALI TÀ
S
ul Supplemento Ordinario n.
263 alla G. U. n. 280, del 29
novembre scorso, è stato pubblicato il decreto-legge 29 novembre
2008, n. 185, recante “Misure
urgenti per il sostegno a famiglie,
lavoro, occupazione e impresa e per
ridisegnare in funzione anti-crisi il
quadro strategico nazionale” (cosiddetto “decreto anticrisi”).
Oltre agli interventi in favore delle
famiglie (in particolare bonus straordinario fino a 1.000 euro ed interventi per calmierare i mutui a tasso
variabile), il decreto contiene misure
che interessano direttamente il settore imprenditoriale.
Va fatto rilevare, in premessa, che
nei provvedimenti assunti dal
Governo manca una reale spinta
della domanda attraverso il rilancio
delle opere pubbliche. Le piccole
imprese, poi, non godono di alcun
provvedimento di sostegno e, per20
tanto, difficilmente i consumi
riprenderanno vigore.
Quanto agli specifici contenuti, possiamo anticipare, con riferimento
agli interventi di carattere fiscale,
che la norma sulle deduzioni della
quota IRAP relativa al costo del
lavoro e agli interessi si caratterizza
quale provvedimento a favore principalmente delle grandi imprese,
senza reale efficacia per le PMI, così
come la riduzione dell’acconto
IRES e IRAP, che favorisce solo le
società di capitale, escludendo ditte
individuali e società di persone.
Giudichiamo positivamente, invece,
la previsione relativa al pagamento
dell’IVA al momento dell’effettiva
riscossione del corrispettivo. Viene
poi prevista, in accoglimento delle
nostre richieste, la possibilità di
revisione degli studi di settore per
determinate categorie o aree territoriali, al fine di adeguarli alla situazione congiunturale.
Quanto alle disposizioni in materia
di lavoro e di ammortizzatori socia-
li, da una prima lettura del testo il
giudizio è, nel complesso, positivo,
con riserva di esprimere una valutazione più completa nel momento
dell’approvazione dei provvedimenti attuativi. Viene proposta la detassazione delle somme erogate a titolo
di incremento di produttività; viene
potenziato, in tema di ammortizzatori sociali, il ruolo degli Enti
Bilaterali (occorre, qui, ribadire l’esigenza che la bilateralità assuma
valenza erga omnes e sia resa obbligatoria per legge). Sempre in tema
di ammortizzatori sociali, viene,
infine, dato un nuovo ruolo,
anch’esso da giudicare favorevolmente, ai Fondi per la formazione
continua.
Sul fronte del credito, si giudica
favorevolmente il rifinanziamento
del Fondo Centrale di Garanzia di
supporto ai Confidi, provvedimento
sicuramente positivo, anche se le
somme destinate a controgaranzia
(30% delle somme stanziate) possono risultare insufficienti.
GIALLOBLU
IL BARDOLINO NON SI
ACCONTENTA
di Luca Corradi
D all’anno
p r o s s i mo a n d rà
i n C h a mp i o n s
an c he l a s ec o nd a
de l ca m p i on at o
fe mm i ni l e, ma l e
veronesi vogl iono
i l t e r z o s c u de t t o
di fil a. Il
p r e s i d e n t e Fa i n
B i n d a : “A i v e rt i c i
i n Itali a e in
Europa”
Q
uando, poche settimane fa, è
uscita dritta e fresca da Nyon
la notizia che la UEFA avrebbe portato a due per ogni nazione (per
le prime otto europee del ranking) il
numero delle squadre qualificate alla
prossima edizione della Coppa
Campioni femminile, nella sede del
Bardolino Verona avranno fatto spallucce. Cioè, spieghiamoci, un bel
cuscinetto di sicurezza fa sempre
comodo, in caso non si riuscisse a
potare a casa il terzo tricolore consecutivo. Ma il fatto è che negli uffici di
Calmasino, ormai, in questi ultimi anni
sono abituati bene: scudetti 2005 (con
mister Walter Bucci), 2007 e 2008
(con Renato Longega), due coppe
Italia e quattro supercoppe di Lega (tre
nelle ultime quattro stagioni). Se poi, al
momento in cui scriviamo, le gialloblù
sono al secondo posto dietro alla
Torres, beh, pazienza. Perché nei ranghi della società gardesana tutti ci
hanno preso ormai la mano a fare le
cose in grande, a provarci comunque, a
cercare sempre il primo posto. Più che
un diritto un dovere, quando nell’undici titolare nazionale hai tipo otto delle
tue giocatrici. E poi il campionato è
lungo, e di stupire il Bardolino non si è
certo stufato, anche se in Europa è arrivata l’eliminazione ne quarti con il
Lione, dopo le semifinali dell’anno
scorso col super-Francoforte. Il
Bardolino rimane la squadra più forte
d’Italia, oltre che una splendida realtà
del calcio femminile internazionale.
Dev’esserne proprio orgoglioso il
nuovo presidente gialloblù, l’avvocato
Federico Fain Binda, che dallo scorso
dicembre ha preso il posto di Marcello
Battistoli, comunque rimasto ai vertici
della dirigenza.
Presidente, innanzitutto il suo percorso personale: come è arrivato al timone di questa società?
“A dire il vero mi sono avvicinato al
calcio femminile solo nell'ottobre del
2007, mi sono appassionato e ho
cominciato a seguire le imprese del
Bardolino Verona. E' comunque una
soddisfazione e un onore aver raggiunto la presidenza in così breve tempo.
21
Tengo a precisare, però, che la gestione della società è affidata a tutto il
direttivo sotto la supervisione di
Marcello Battistoli, rimasto in carica in
qualità di Direttore Generale”.
Qual è il suo commento generale sulla
prima parte della stagione gialloblù,
tra campionato e coppe? Soddisfatti?
“La stagione è iniziata al meglio, con
la conquista della Supercoppa Italiana,
ed è proseguita con il raggiungimento
dei quarti di finale della UEFA
Women's Cup, che ci ha portato per il
secondo anno consecutivo ai vertici
del calcio femminile europeo, pur
senza aver ottenuto il risultato della
scorsa stagione. Ora siamo in lotta con
gli “eterni” rivali della Torres per la
conquista dello scudetto, in più siamo
nei quarti di finale della Coppa Italia”.
importanti? Quali sono le difficoltà?
“Sono tifoso dell'Hellas e credo che il
Verona sia stato semplicemente gestito
da persone che perseguivano altri interessi. Poi, una volta che scendi di categoria, è difficilissimo risalire. La
gestione di una società come la nostra
richiede molto impegno e dedizione,
per trovare gente interessata a perseguire i nostri stessi fini. Bisogna sapere bene già all'inizio della stagione
quali risorse si hanno a disposizione, in
modo da far quadrare i conti e non fare
il passo più lungo della gamba”.
Quali sono i programmi della società a
lungo termine, negli anni a venire?
“Sicuramente rimanere ai vertici, sia in
Italia che in Europa. Magari dovremo
cercare di migliorare un pochino in
campo europeo, acquisendo un po' di
peso. Comunque restiamo concentrati
sulla stagione in corso, senza perdere
di vista i traguardi che ci siamo prefissati”.
Perché, secondo lei, il calcio femminile in Italia è così poco seguito, rispetto
all’estero?
“In Italia, a differenza che nel nord
Europa, è poco seguito perché non
girano gli interessi che girano attorno
al calcio maschile, e perché i risultati
ottenuti post Carolina Morace, soprattutto a livello internazionale, sono stati
tali da non attirare l'interesse dei
media. Nel 2008 la nazionale Under 19
ha vinto i Campionati Europei e quest'anno si disputeranno gli Europei
delle nazionali maggiori. Sono sicuro
che un buon risultato a livello internazionale potrebbe far appassionare tanta
gente al calcio femminile”.
Il Bardolino è la terza squadra di
Verona a vincere lo scudetto. Delle due
precedenti, Hellas Verona e Foroni,
una è in Prima Divisione (la e serie C)
e l’altra è scomparsa. Cosa vuol dire
gestire economicamente società così
Il cruccio principale del calcio femminile italiano, ci disse tempo fa
Marcello Battistoli, è che non viene
riconosciuto ancora come professionistico. La recente decisione della UEFA
di portare a 2 le qualificate in Coppa
Campioni dal prossimo anno si può
leggere come un passo avanti? Si è
sulla buona strada o non ancora?
“La decisione della UEFA non incide,
allo stato dei fatti, sul passaggio del
calcio femminile da dilettantistico a
professionistico. A livello europeo,
Ci parla un po’ del settore giovanile
del Bardolino?
“Rispondo volentieri a questa domanda perché, in effetti, il Bardolino
Verona Calcio Femminile non è soltanto la prima squadra. Abbiamo un
nutrito settore giovanile che si articola
in Primavera, Under 14 e più scuole
calcio sparse sul territorio (Garda, San
Massimo. Ferrara...). Tutte stanno
facendo un'ottima figura nei rispettivi
campionati e stanno dando soddisfazioni al nutrito gruppo di dirigenti e
tecnici che le seguono. Abbiamo anche
una squadra femminile di calcio a cinque che si sta ben comportando nel
campionato di serie A. Può essere utile
sapere che, per chiunque volesse avere
notizie sulle performance di tutte le
nostre squadre, può visitare il rinnovato
sito
internet
www.cfbardolino.com”.
22
Invidia qualcosa al calcio maschile?
E, secondo lei, il calcio maschile ha
qualcosa da invidiare a voi?
“Al calcio di oggi non invidio nulla, è
diventato puro business, anche se
ritengo che i due mondi non siano
minimamente paragonabili. Il calcio
femminile, a parte le regole di gioco
comuni, è completamente un altro
sport, un'altra realtà: più genuina, più
semplice, più puramente agonistica. In
una parola, più sportiva. Ritengo che
sia questo che il calcio maschile
potrebbe invidiarci, anche se non credo
che ce lo invidi”.
però, l'equiparazione della Champions
League femminile a quella maschile,
con la disputa della finale secca nello
stesso impianto in cui si disputerà
quella maschile, è sicuramente da
vedere come un passo in avanti. In
Italia si parla del passaggio al professionismo oramai da anni, ma sino ad
ora sono state solo parole. Certamente,
il passaggio aiuterebbe il movimento a
crescere e spronerebbe gli industriali
ad investire su questo sport”.
Cosa significa fare calcio a
Bardolino? Come può una realtà così
relativamente piccola arrivare all’apice del calcio italiano e tra i migliori di
quello europeo?
“Io sono di Verona, quindi non vivo in
maniera diretta l'esperienza. Credo sia
però una soddisfazione norme per il
Direttore Generale Battistoli che è di
Bardolino e per ben dodici anni ha guidato le fila della società portandola,
non senza fatica e sacrifici, dove ora si
trova. Per quanto mi riguarda, comunque, vedere il nome del paese di
Bardolino (ora associato a quello di
Verona) ai vertici delle più importanti
competizioni nazionali ed internazionali fa un immenso piacere, e alle volte
fa venire la pelle d'oca. Era dai fasti del
glorioso Verona che non respiravo l'atmosfera europea e ora, grazie alle
nostre meravigliose ragazze, sto rivivendo in prima persona emozioni oramai lontane”.
Qual è il suo augurio al Bardolino per
il 2009?
“Auguro a tutte le giocatrici, allo staff
tecnico, alla dirigenza e, perché no,
anche a me stesso, un'annata ricca di
soddisfazioni e di successi”.
Scarica

Gennaio 2009 - Confesercenti Verona