NUOVA VITA MAGISTRALE
PERIODICO D’INFORMAZIONE
della
ASSOCIAZIONE
“NICCOLÒ TOMMASEO”
10122 Torino – Via del Carmine, 27
Tel. 011.436.63.39
Sito Internet: www.associazionetommaseo.it
E-mail: [email protected]
Anno LX –
N. 464 – Febbraio 2009
Poste Italiane. Sped. In a.p. – 70% - D.C. – D.C.I. – Torino n. 2/2008
INDICE:
DUE GRAVI PERDITE PER L’ ASSOCIAZIONE.................... 3
AI SOCI, AGLI AMICI, AI LETTORI ......................................... 4
VITA ASSOCIATIVA................................................................. 6
EDITORIALE............................................................................. 6
SOTTO LA PIOGGIA................................................................ 7
CITTADINI SI DIVENTA......................................................... 11
LA PREISTORIA, QUESTA SCONOSCIUTA (Prima parte) 15
LA LETTURA DELL’INSEGNANTE ....................................... 20
LA CONFESSIONE ................................................................ 24
QUADRANTE NORMATIVO.................................................. 26
www.associazionetommaseo.it
Per rimanere aggiornati sulle nuove iniziative, visitate il sito
web dell’Associazione Magistrale “Niccolò Tommaseo”.
A disposizione per la consultazione:
• novità dal mondo della scuola e sul mondo della
scuola;
• aggiornamento in servizio e gruppi di lavoro;
• calendario degli appuntamenti;
• biblioteca pedagogica;
• notiziari associativi.
E-mail: [email protected]
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
DUE GRAVI PERDITE PER L’ ASSOCIAZIONE
Ricordo di Michele Chicco
E’ mancato l’ 8 febbraio u. s., all’ età di 91 anni, il prof.
Michele Chicco, direttore responsabile del periodico “Nuova
Vita Magistrale”, Presidente Emerito della nostra
Associazione, dopo averne retto le sorti come Presidente
per lunghissimi anni.
Quanti lo conobbero e lo apprezzarono ricordano con
riconoscenza la sua figura ricca di umanità, la competenza
giuridica in campo scolastico, l’esperienza di consulente e
guida per generazioni di maestri. Univa alla preparazione
culturale una versatilità in campo artistico che lo vide, in un
passato non lontano, organizzatore e attore nella
Compagnia
Teatrale “Tommaseo”. Direttore degli
affollatissimi Corsi per i Concorsi magistrali, svolse una
instancabile attività a beneficio della Scuola Torinese.
Lascia a tutti noi una forte testimonianza di onestà umana e
culturale ed uno stimolo per continuarne l’impegno
associativo.
Ricordo di Mario Manfredi
Il 12 settembre u. s. ci ha lasciato il prof. Mario Manfredi
all’età di 88 anni. Fu a lungo Vicepresidente della
Tommaseo e storico dell’ Associazione. In un suo prezioso
manoscritto si possono rinvenire, con dovizia di particolari,
le vicende del nostro sodalizio.
Tempra di educatore, personalità ricca, equilibrata, capace
di grandi amicizie.
Buon pianista, regista e attore nelle serate ricreative della
Tommaseo.
Frequentò la nostra sede sino a che le forze glielo
consentirono. Ricordiamo il suo sorriso buono e generoso
aperto al dialogo ed alla testimonianza.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
Ci piace pensare a questi due nostri amici, ricongiunti in
una diversa dimensione, come lari tutelari della nostra
Associazione, come compagni di viaggio per il nostro
lavoro.
AI SOCI, AGLI AMICI, AI LETTORI
LA SEDE SOCIALE:
Torino - via del Carmine, 27 (piano terreno)
presso l’edificio della scuola elementare
Federico Sclopis – Tel. 011.436.63.39
Sito internet: www.associazionetommaseo.it
E–Mail: [email protected]
APERTURA DELLA SEGRETERIA
La segreteria è aperta ogni martedì con orario 16,00 18,00.
La segreteria è a disposizione anche in altri orari, previo
appuntamento da concordare almeno con una settimana di
anticipo, per consulenze, utilizzo dell’aula informatica anche
in modo assistito, consultazione di testi, ecc.
CORTESE INVITO
Sostenete l’attività dell’Associazione con l’apporto della
vostra adesione.
La “Niccolò Tommaseo” è una libera Associazione di
insegnanti, dirigenti e pensionati della scuola
dell’infanzia, primaria e secondaria. Essa non ha scopo
di lucro ed è indipendente da qualsiasi gerarchia
amministrativa o confessionale.
AVVISO IMPORTANTE
Ricordiamo a tutti i soci ed agli amici lettori di rinnovare l’
iscrizione all’ Associazione per l’anno 2008/2009.
L’Associazione “Niccolò Tommaseo” ha bisogno del
sostegno di tutti.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
Invitate amici e colleghi ad iscriversi per il corrente anno:
l’iscrizione è facile ed è anche possibile tramite bollettino di
c/c postale, senza nessun altro impegno.
Allo scopo di favorire tutti coloro che intendono iscriversi o
rinnovare la propria adesione all’Associazione “Niccolò
Tommaseo”, nel presente numero trovate le indicazioni per
il versamento della quota sociale.
Il presente notiziario è inviato gratuitamente.
QUOTA SOCIALE
La quota associativa per l’anno 2008/2009 è di € 25,00.
MODALITÀ DI VERSAMENTODELLA QUOTA SOCIALE
a) bollettino di conto corrente postale intestato a:
Associazione Magistrale “Niccolò Tommaseo”,
via del Carmine 27 (Torino - 10122) –
C.C.P. nº 27591106;
b) pagamento diretto presso la sede sociale, nei giorni di
apertura della Segreteria.
Ricordiamo di indicare sempre nella causale del
versamento anche il codice fiscale.
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Valeria Amerano, Liliana Biasiol, Gianluigi Camera, Fabrizio
Ferrari, Lia Ferrero
=º=
I membri del Consiglio Direttivo e la Redazione di Nuova
Vita Magistrale desiderano porgere un caloroso augurio
per una serena Pasqua a tutti i soci e agli amici.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
VITA ASSOCIATIVA
Martedì 30 settembre presso la sede sociale si è tenuta
l'assemblea dei soci per l'elezione del nuovo Consiglio
Direttivo composto da 15 membri.
Sono risultati eletti: Amerano Valeria, Bologna Enzo
Angelo, Camera Gianluigi, D'Amico Luciana, De Angelis
Marisa, Ferrari Fabrizio, Ferrero Rosalia, Filippi Paola,
Golzio Enrica, Gugno Angelina, Rainoldi Patrizia, Re
Fiorentin Michelino, Revelli Maria Elena, Rosboch Luciano,
Tuosto Felicia.
Successivamente si è tenuta l'elezione del Presidente, del
Vicepresidente, del Tesoriere e Segretario. La carica di
Presidente verrà ricoperta da Ferrari Fabrizio, di
Vicepresidente da Camera Gianluigi, di Tesoriere e
Segretario da Tuosto Felicia.
EDITORIALE
Il Notiziario Nuova Vita Magistrale torna ad essere
pubblicato dopo una sosta di circa sei mesi, in una veste
differente, ma sempre all'insegna dell'informazione e della
buona scuola. Questa pausa ha consentito un
ripensamento della veste tipografica della Rivista che ora
viene prodotta in proprio con tempi più rapidi di
pubblicazione e costi decisamente più contenuti, cose
queste che permetteranno anche più uscite nel corso
dell'anno rispetto al passato.
In Associazione manteniamo grande interesse per la
pubblicazione di questo Notiziario perché riteniamo i lettori i
più importanti sostenitori delle attività e della vita
dell'Associazione. Voi lettori avete sempre manifestato
grande interesse ed entusiasmo per le iniziative e per l’
operato associativo. Pensiamo che il nostro Notiziario sia
sempre stato per voi un punto di riferimento professionale e
normativo.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
La necessità di mantenere un forte radicamento nelle
scuole ha portato l' Associazione a muoversi su internet,
dove la comunicazione con le istituzioni scolastiche e con i
docenti viaggia velocemente e a costi ridottissimi.
Naturalmente il notiziario cartaceo non verrà in alcun modo
sostituito dalla pubblicazione su internet, ma è bene sapere
che l' Associazione ha scelto di valorizzare anche le nuove
tecnologie dell'informazione, che oggi si rivelano
particolarmente efficaci nel raggiungere tutte le realtà
scolastiche della provincia di Torino e in prospettiva della
Regione, con grande eco delle iniziative avviate e future.
Invitiamo pertanto tutti i lettori e amici a consultare anche lo
spazio internet all'indirizzo
www.associazionetommaseo.it
dove è possibile reperire informazioni in tempo reale sulle
iniziative associative e sui cambiamenti in atto nella scuola.
Venendo alla vita dell' Associazione, ci tengo a informare
che, a settembre, in occasione del Congresso, si è
insediato il nuovo Consiglio Direttivo che guiderà
l'associazione per il prossimo triennio e che vede molti volti
nuovi per l'Associazione, cosa che non può che farci
piacere. A tutti loro auguro un buon lavoro.
Termino questa breve presentazione del nuovo numero di
Nuova Vita Magistrale invitando tutti i lettori e amici a
diffondere le iniziative dell'Associazione tra i colleghi e le
scuole, ricordando che la sede associativa è regolarmente
aperta per le consulenze didattiche e normative e con essa
è aperta una fornita biblioteca pedagogica e uno spazio
internet entrambi gratuiti e dedicati a tutti gli insegnanti.
Fabrizio Ferrari
SOTTO LA PIOGGIA
Oggi piove: è una pioggia insistente, che non dà tregua e,
accompagnata dal vento, arriva da ogni parte. È tanto che
piove. Mi sembra abbia cominciato una decina di anno or
sono con una pioggerellina leggera, quasi piacevole...
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
Piano piano è diventata insistente e oggi quasi non si
ricorda più il cielo sereno.
L'ombrello! Servirebbe l'ombrello, ma anche quelli sono
andati via via rovinandosi e ora non ce ne sono quasi più. È
difficile trovarli in giro.
Che fare?
Ci si guarda in giro e ci si sente persi. Tutti corrono, non si
riesce più a riflettere su se stessi e sulle proprie necessità,
sul proprio futuro. È difficile progettare la propria vita oltre la
giornata di domani, e si è incapaci di riflettere in modo
critico sulle proprie conoscenze e su ciò che ci circonda.
Oggi ci troviamo in una condizione davvero drammatica: il
colore è il nero. Buio.
E piove.
Una decina di anni sono passati dall'ultima volta in cui si è
provato a trasformare la scuola in un'istituzione che fosse
maggiormente efficace, che cercasse di legare i cittadini
con i cittadini, con il territorio e con il possibile. Si è cercato
di vedere nel futuro dei giovani studenti e del paese, due
cose che coincidono, ma è stata scelta un'altra via. Così è
cominciato a piovere e, piano piano, la pioggia si è diffusa
in tutti i settori della vita pubblica.
Oggi il contesto sociale è di una povertà che spaventa, fa
paura. Non le persone, attenzione, ma il contesto, ciò che
circonda le persone. Una povertà culturale che sta
toccando tutti i settori della società, proprio come la pioggia
che lentamente si allarga a tutti i terreni.
I media trasmettono informazioni adulterate che cercano di
mantenere una costante attenzione sul presente e sulla sua
precarietà, quando addirittura non mostrano situazioni così
drammaticamente disperate e così drammaticamente
condannate che riescono a cancellare anche quello. La
prima volta che è stato dato l'allarme, questo è stato
ignorato.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
La scuola, l'istruzione, l'educazione, la formazione,
l'università: si era sentito il bisogno di rispettare e difendere
le conoscenze e le coscienze.
Ma da lì in avanti la strada è stata tutta in discesa e non
verso il domani, ma verso l'oggi. Ognuno ha raccolto i
propri desideri, li ha ritirati ben bene in attesa di momenti
migliori e ha vissuto un attimo attuale e infinito che non
accenna a terminare. I desideri chi li ricorda più ora? Chissà
dove siano stati ritirati e chissà quali fossero.
Intanto gli anni passano.
Barattare il proprio futuro per un momento di presente è il
più grande errore che si possa fare. Il proprio futuro è quello
di tutti, si lotta per i diritti di tutti e si costruisce insieme un
domani comune. Il presente è egoismo, nel senso più
nobile del termine, ma solitudine.
La scuola si è piano piano spostata dal futuro al presente e
ora si sta rendendo conto che il presente non le compete,
non riesce a immaginarlo e a trasformarlo.
Il presente. La recente riforma della scuola si inserisce sulla
strada maestra tracciata dalle amministrazioni succedutesi
nel corso dell'ultimo decennio, tutte con idee ben chiare
orientate al risparmio e incuranti del valore sociale
dell'istituzione; ora è arrivata la fine.
Si pensa alla scuola e ai docenti in termini di puro
risparmio. E molti insegnanti vivacchiano a spese della
pubblica amministrazione .
Il problema è che sono gli insegnanti la risorsa principe
della scuola, sui quali non si è più voluto investire, e che
oggi si trovano a dover gestire una istituzione che non può
reggersi da sola e ha bisogno di risorse, tante risorse.
Com'è lontana Lisbona.
Le famiglie, un po' frastornate, vivono i cambiamenti nella
formazione dei propri figli a cavallo tra un male necessario,
una scelta e una protesta politica. Tanto la vita è maestra di
per sé, la scuola è altro, è sempre stata altro. In poche
occasioni si è riflettuto sul valore delle istituzioni, di tutte le
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
istituzioni per la propria vita e ancor meno sono state
anteposte le istituzioni alle persone nei momenti di
partecipazione alla vita della nazione.
Alcuni piangono, ma le lacrime vengono cancellate dalla
pioggia.
Tutte le ricerche internazionali recenti, soprattutto quelle
legate all'attuale crisi economico finanziaria, hanno
tracciato un sentiero da percorrere per garantire una veloce
uscita dal tunnel della recessione: la pubblica formazione.
Lo ha detto la Banca Mondiale, lo ha detto l'Organizzazione
per lo Sviluppo e la Cooperazione in Europa (OCSE), lo ha
detto l'Unione Europea, lo ha detto la nuova
amministrazione americana, lo ha detto anche questo
febbraio il Fondo Monetario Internazionale. Molti paesi lo
fanno. Le migliori strategie per combattere la crisi
consistono nell’investire nella pubblica formazione e
nell'educazione dei propri giovani. Creare cittadini, cittadini
informati, informati e consapevoli delle proprie risorse e del
proprio futuro.
Ma non sempre ciò è utile.
Viene il dubbio che la crisi interessi, sia utile, che in realtà
sia una strategia utile per fare cassa. Condizioni di
precarietà e di difficoltà piuttosto serie permettono una
confusione facile da pilotare o da stigmatizzare.
Lo
vediamo
tutti:
la
situazione
sociale
sta
drammaticamente crollando come un castello di carte, i
valori economici sono guidati dai poteri forti, i diritti di tutti
sono limitati da quelli della maggioranza, la giustizia è
ridotta ad una somma di opinioni mediatiche.
Lo stato di diritto si sta lentamente dissolvendo davanti ai
nostri occhi, ma accorgersene non sempre è così facile; un
po' perché l'abitudine al presente non permette di vedere
nel futuro, e un po' perché il futuro non si riesce proprio a
vederlo: è assente, buio, nero!
Piove e continua a piovere. Si intravede un forte temporale.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
È ora di impegnarsi in prima persona nella costruzione della
conoscenza, delle persone e dell'informazione, una
informazione critica che parta da dati reali e si muova verso
un obiettivo consapevole di futuro che coinvolga tutti e tutto.
Bisogna dare il nostro contributo per tutti, ne va di noi
stessi. Bisogna prescindere da tutto ciò che ci circonda e
lottare per la conoscenza, di tutti.
Costruiamo gli ombrelli!
Facciamo vedere come si fa.
Fabrizio Ferrari
CITTADINI SI DIVENTA
Non possiamo negare che i documenti ministeriali degli
ultimi tempi, per non dire degli ultimi decenni, abbiano
sottaciuto il tema della “cittadinanza” intesa come
formazione consapevole e finalizzata a favorire la
partecipazione degli alunni alla vita della comunità in una
dimensione nazionale, europea, mondiale.
Le Indicazioni nazionali per i piani personalizzati (Moratti
2004) e le Indicazioni per il curricolo (Fioroni 2007) si sono
chiaramente e lungamente soffermati sull’argomento. Per
non parlare dei Programmi ’85 per la scuola primaria che
introdussero formalmente il capitolo degli Studi sociali e dei
Programmi per la scuola media del ’79 che altrettanto
fecero per l’Educazione civica.
Da ultimo, il D.L. 137/ 2008, convertito nella legge 169/
2008, ha posto l’attenzione sul rapporto “Cittadini e
Costituzione” rivolto alle scuole di ogni ordine e grado,
operando una forte riduzione della complessa tematica
della
Cittadinanza
al
solo
nucleo
relativo
all’approfondimento della nostra Magna Charta.
Tutto questo sul piano della ufficialità della norma.
Ben diverso potrebbe essere il discorso per ciò che
concerne la prassi didattica dove, invece, si assistette, in
parecchi casi, ad una rapida caduta di interesse e ad una
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
scarsa attenzione a livello di progettazione e, soprattutto, di
concreta pratica didattica.
Molti docenti di scuola primaria e secondaria, presi dalle
mille
sollecitazioni
degli
apprendimenti
cosiddetti
“importanti”, hanno relegato, tra le pieghe trascurate della
curricolazione, una disciplina che più di ogni altra reclama
piena attenzione e completo coinvolgimento di tutte le
discipline e di tutte le componenti scolastiche.
Non sappiamo quel che avviene realmente all’interno delle
scuole europee, anche se, in tutti i paesi, in forme diverse, il
tema della “cittadinanza” è presente nella formulazione dei
curricoli.
Sostanzialmente in tre forme diverse:
− come disciplina a sé stante;
− all’interno di alcune discipline specifiche;
− come collocazione trasversale all’interno della
curricolazione.
In quasi tutti i paesi europei gli obiettivi dell’educazione alla
cittadinanza vengono raggruppati secondo tre nuclei
principali:
− acquisizione di una cultura politica;
− sviluppo di valori necessari per diventare cittadini
responsabili;
− promozione della partecipazione attiva degli alunni alla
comunità scolastica.
Le indicazioni morattiane avevano privilegiato la
collocazione della educazione alla cittadinanza accanto ad
altre cinque specifiche “educazioni” (stradale, ambientale,
alla salute, alimentare, all’affettività). Una sorte di
appendice
alle
discipline
classiche.
La
stessa
denominazione “educazione” e non “disciplina” poteva
essere intesa come una sottolineatura che le conferiva
maggior dignità o, semplicemente, come una etichetta per
considerarla di minor valore rispetto alle altre.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
La breve vita delle indicazioni del 2004 non ci consentono
una risposta attendibile.
Col Ministro Fioroni, si è optato per la trasversalità della
collocazione della cittadinanza nel contesto di tutte le
discipline.
Questa soluzione potrebbe rivelarsi positiva purché l’eclissi
della cittadinanza come nucleo tematico a sé stante non
stia a configurare o non venga fraintesa come una non
presenza, un vaso di coccio in seno alla progettazione.
Mettiamo tra parentesi questa evenienza per sottolineare il
fatto positivo che l’educazione alla cittadinanza debba
essere considerata disciplina trasversale.
La Premessa ministeriale alle Indicazioni per il curricolo
recita: “L’obiettivo (della cittadinanza) è quello di valorizzare
l’unicità e la singolarità culturale di ogni studente” e ancora:
“La scuola affianca al compito dell’insegnare ad apprendere
quello dell’insegnare ad essere”.
L’educazione alla cittadinanza è un tutt’uno con la cultura.
I valori sottesi alla convivenza democratica camminano
sorretti dalla competenze cognitive; si esprimono attraverso
ad esse in una stretta interazione.
Ciò significa che gli obiettivi della cittadinanza: la
percezione dei propri diritti e doveri, il valore della legge, il
bene della convivenza democratica, l’accettazione dell’altro,
la lealtà, la solidarietà, la conoscenza delle proprie radici
storiche e culturali, in una parola, i valori della nostra
Costituzione non sono indifferenti ai processi cognitivi. Di
converso, le competenze cognitive, indistintamente per tutti
i rami del sapere, affinano e rendono possibile un
consapevole e critico esercizio di una cittadinanza attiva.
Le abilità linguistiche, come le competenze matematiche, le
conoscenze storico/geografiche, come l’affinata sensibilità
artistica allargano l’orizzonte sociale, danno supporto e
consistenza al dialogo, combattono i pregiudizi, avvicinano
le culture, cancellano le frontiere psicologiche e sociali.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
In questo senso cultura e cittadinanza sono come due facce
della stessa medaglia: accrescere l’una significa giovare
all’altra.
Un gruppo di lavoro formatosi in seno alla nostra
Associazione, in collaborazione con l’AIMC si è dato il
compito di approfondire, nell’anno scolastico in corso, una
serie di riflessioni sul tema della cittadinanza da cui
potrebbero scaturire proposte operative da offrire alle
scuole.
Segnaliamo inoltre che il FORUM piemontese per l’
Educazione e la Scuola - di cui fa parte anche la
Tommaseo e che riunisce, da alcuni anni, tutte le
Associazioni educative laiche e cattoliche della Regione ha elaborato, con il patrocinio della Direzione scolastica
regionale, una proposta per contribuire alla fase
sperimentale della introduzione delle Indicazioni per il
Curricolo voluta dall’allora Ministro Fioroni.
Volendo individuare una tematica autenticamente
trasversale, il FORUM ha finalizzato il proprio sforzo verso
un progetto denominato: ”Insegnare e apprendere la
cittadinanza”. Il progetto, diffuso tra tutte le Scuole della
Regione, si sta attuando in collaborazione con gli Istituti che
ne hanno fatto richiesta.
L’obiettivo, come in precedenza si è detto, non è tanto
quello di offrire una trattazione su tematiche relative agli
Studi sociali, quanto di considerare la Cittadinanza come un
traguardo comune a tutte le discipline.
Se lo scopo della scuola è la costruzione del cittadino nella
dimensione nazionale, europea, mondiale, l’educazione alla
Cittadinanza deve poter rappresentare un punto di arrivo
che consenta di “formare cittadini in grado di partecipare
consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e
composite”.
Gianluigi Camera
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
LA PREISTORIA, QUESTA SCONOSCIUTA
(Prima parte)
La storiografia classica
La tradizione umanistica italiana tende ancora oggi a
considerare lo studio della preistoria come una scienza per
specialisti. Il processo dell’evoluzione della specie umana,
che affonda le sue radici nelle oscure origini degli ominidi
africani, sarebbe nient’altro che una lunga fase che precede
la “vera” storia, concepita come narrazione delle imprese
umane attraverso la scrittura.
Da qui deriva l’impostazione tradizionale dei testi dei vari
gradi di scolarità, che anche in tempi recenti hanno fatto
coincidere l’inizio della storia con il sorgere delle civiltà
mediterranee. Il che tende a far dimenticare che le
comunità umane, prima di tramandare le loro gesta
imprimendo caratteri su papiri o tavolette di argilla, hanno
affrontato, lungo l’arco di milioni di anni, le macroscopiche
variazioni climatiche, le infinite insidie dell’habitat, l’urgenza
di soddisfare i bisogni primari di riparo, di difesa, di
predazione degli animali, di tutela della prole, di
propiziazione delle forze della natura.
Da parte loro, i testi della scuola primaria, nell’intento di
elementarizzare l’approccio alla preistoria, hanno seguito in
generale la tendenza ad “appiattire” lo spessore
incommensurabile del paleolitico, riducendolo allo
stereotipo dell’uomo coperto di peli che abita le caverne e
affronta con ciottoli e clave gli orsi e i mammuth; salvo
presentare subito dopo scene idilliache di comunità del
neolitico che vivono in spaziose capanne, cacciano
gazzelle, pescano, conciano pellami animali, tessono e
macinano granaglie, intrattenendosi piacevolmente attorno
a grandi fuochi accesi.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
L’immaginario infantile
In mancanza di quadri meno improvvisati e superficiali di un
universo che peraltro non manca di affascinarli, i bambini
tendono a creare scene fantasiose e improbabili,
ispirandosi ad una copiosa produzione grafica e
multimediale di indiscusso fascino anche se non di rado di
modesta attendibilità scientifica.
In particolare non mancano di acquisire una minuziosa
cultura sull’universo dei dinosauri, considerandoli coevi
all’uomo e attribuendone la scomparsa ad una pioggia di
“missili” da cui solo i coccodrilli e gli ippopotami si
salverebbero rifugiandosi sott’acqua, per poi ricomparire al
termine del finimondo. Il tutto mentre una “signora
primitiva”, passando casualmente ai margini di una foresta
in fiamme, scopre che il pezzo di carne sanguinolenta che
porta con sé prende a rosolare, creando in tal modo il primo
arrosto della storia.
L’immaginario infantile è imprevedibile e certamente più
ricco e fecondo di quanto non si sia indotti a supporre:
quando l’insegnante cerca di esplorare quanto rientri nelle
competenze già acquisite dai bambini, si rende conto che
occorre prima di tutto mettere ordine in un disarticolato e
pittoresco armamentario di intuizioni, di credenze, di
suggestioni, prima di affrontare gli argomenti in forma
scientifica ancorché elementare.
La diacronia della Preistoria
Ad un bambino di otto anni che affronti per la prima volta la
preistoria si impone un “salto” cronologico che lo porta a
passare dalle temporalità brevi degli eventi, delle fasi di
vita, degli archi generazionali, a temporalità di lunghissimo
respiro misurabili in milioni di anni, se si considera che i
resti dei primi ominidi risalirebbero a circa cinque milioni di
anni fa e che l’ “homo habilis” farebbe la sua comparsa in
Africa due milioni e mezzo di anni dalla nostra èra.
16
Nuova Vita Magistrale – N. 464
La difficoltà consiste nel fatto che il bambino deve
realizzare un mutamento radicale di prospettiva che mette a
dura prova le sue stesse capacità concettuali. Il problema
non si risolve certo con premature astratte classificazioni,
ma esige che si dia a poco a poco concretezza al
susseguirsi estremamente lento delle ere geologiche,
determinato dalle derive dei continenti, dall’alternanza di
glaciazioni e di periodi interglaciali, dalle conseguenti
regressioni del mare e delle terre. Ere queste lungo le quali
si vanno determinando forme di adattamento e di progresso
della specie umana che impara a sfruttare la sua forza
fisica, a modificare la sua postura, ad affinare le tecniche di
raccolta spontanea e di caccia, a trasformare un habitat
spesso insidioso e inospitale, ad inseguire le mandrie degli
erbivori nella loro continua transumanza…
La Preistoria attorno a noi
L’incommensurabile lontananza e durata delle ere può dare
al bambino la percezione di un mondo stratosferico,
inafferrabile anche solo con l’immaginazione. Tuttavia il
rendersi conto che determinate tracce dell’uomo preistorico
sono reperibili e che, volendo, è possibile raggiungerle, può
contribuire a rendergliele più familiari: i reperti umani e
animali delle grotte di Toirano e dei Balzi Rossi, le incisioni
rupestri del Monte Bego e della Val Camonica, per non
citare che le tracce più note e vicine attestanti la presenza
dell’uomo, possono diventare mete affascinanti di scoperte,
alle quali gli insegnanti possono far accedere gli alunni,
purché a conclusione di adeguati periodi di preparazione.
Attraverso l’approccio a siti preistorici i bambini possono
toccare con mano l’esistenza di metodi specifici di scoperta
e di indagine ad opera di archeologi e di paleontologi, il cui
compito consiste nel portare alla luce i reperti, nel datarli,
classificarli, interpretarli, contestualizzarli: ripari sotto roccia,
grotte sotterranee, ammassi di ossa animali, impronte
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
umane, utensili litici variamente lavorati, resti di focolari, di
tombe, di scheletri, di incisioni rupestri…
Tracce e documenti
Sotto il profilo didattico i reperti archeologici rappresentano
tracce che attestano come in determinati luoghi e in
determinate fasi della vicenda evolutiva i gruppi umani
abbiano affrontato i bisogni legati alla sopravvivenza.
Il punto di partenza può consistere anche soltanto nel
presentarli attraverso fotografie chiare, significative, bene
inquadrate, a colori naturali; nel “situarli” in un’area
geografica ben definita; nel confrontarli con altri della
medesima tipologia; nell’ “interrogarli” per ricavarne notizie
e per inferirne considerazioni.
Sarebbe preferibile ovviamente esaminare i reperti al vivo,
in un museo o in un sito preistorico. Occorre tuttavia tener
presente che la visita ad un museo non ha di per sé il
potere taumaturgico di appassionare i piccoli visitatori: le
collezioni di strumenti litici come gli esemplari di crani o di
scheletri umani potrebbero ingenerare nei bambini una noia
mortale, quando non un’invincibile ripugnanza.
Ben vengano dunque le visite guidate, ma a due condizioni:
che siano adeguatamente preparate ad evidenziare
particolari significativi, atti cioè a creare quadri concettuali e
a dare risposte a interrogativi reali; che i reperti inoltre siano
inseriti in contesti adeguati e pertinenti (scene di raccolta, di
caccia, di vita comunitaria e di lavoro in varie fasi della
vicenda umana…)
Il bambino, per comprendere, deve poter contestualizzare il
documento in un habitat: condizioni climatiche, natura del
terreno, tipo di flora spontanea, presenza di ripari naturali,
disponibilità di selvaggina migrante o stanziale, affinamento
degli strumenti di predazione, di macellazione, di utilizzo
delle parti non commestibili dell’animale.
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
Interrogare i documenti
La traccia, datata, contestualizzata, catalogata, esaminata,
diventa documento.
Da un punto di vista didattico il documento acquista
significato nella misura in cui si presta a rispondere a
determinati interrogativi che prendono forma nella mente
del bambino a mano a mano l’argomento lo interessa e lo
stimola.
Quali vantaggi arrecò all’uomo la progressiva conquista
della stazione eretta? Quali mutamenti introdusse la
scoperta del fuoco? Come riuscirono le piccole comunità
del paleolitico a ripararsi in assenza di grotte naturali? La
raccolta spontanea dei frutti fu sostituita dalla caccia e dalla
pesca o proseguì nel tempo? Per quali motivi la caccia
richiese particolari doti di destrezza, di organizzazione, di
suddivisione dei ruoli? Che cosa spinse l’essere umano a
seppellire i suoi defunti? A quale scopo egli prese a incidere
e a dipingere le rocce? Come e dove si svolgevano i riti di
propiziazione, di iniziazione, di magia? Come potevano
realizzarsi le prime forme di aggregazione e di vita in
comune? Perché e come le tribù nomadi divennero a poco
a poco stanziali?...
Attraverso una serie varia e copiosa di documenti
opportunamente selezionati l’insegnante dovrebbe poter
avviare il bambino a porsi problemi, a formulare ipotesi, a
discuterle in gruppo, ad avvertire il bisogno di approfondire
determinati filoni di ricerca e di rintracciare i “tasselli
mancanti” di determinate conoscenze.
Nel prossimo numero cercheremo di affrontare alcuni
interrogativi tra quelli accennati, procurando non tanto di
fornire al bambino risposte preconfezionate, quanto
piuttosto di proporre strategie che lo portino a costruire le
“sue” risposte in modo attendibile e convincente.
Lia Ferrero
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LA LETTURA DELL’INSEGNANTE
“Uno dei momenti più piacevoli ed attesi è quello in cui
l’insegnante legge un libro.”
Così ho iniziato a trattare questo argomento sul numero
precedente del giornale e così intendo proseguire …
ribadendo questo concetto.
In seconda elementare, a livello di interclasse, abbiamo
deciso di intraprendere, dopo le prime settimane di scuola,
la lettura integrale di “Pinocchio”. È stata un’esperienza
veramente interessante, costruttiva e piacevole!
Armate di vari testi, di illustrazioni e di entusiasmo, abbiamo
iniziato questa avventura che è durata tutto l’anno
scolastico e che si è conclusa con uno spettacolo, rivolto ai
genitori, in cui gli alunni hanno interpretato i vari personaggi
e cantato canzoni relative al simpatico burattino; con la
realizzazione di un CD su cui, con powerpoint, abbiamo
inserito tutti i disegni, i testi delle canzoni, le notizie
sull’autore, sul suo tempo ecc…. e con la magnifica gita a
Vernante per ammirare i famosi murales ispirati al burattino.
Ogni alunno aveva un quadernone (ma strada facendo
sono diventati due rilegati insieme) a quadretti di seconda,
che abbiamo subito chiamato “il quaderno di Pinocchio” e
che è stato lo strumento didattico più “gettonato” nel corso
dell’anno. Ogni capitolo si è dimostrato una fonte
inesauribile di spunti e di occasioni di lavoro. Posso
suggerire di lasciarsi guidare dallo stesso autore che,
attraverso il testo, aveva proprio in mente di educare il
popolo italiano…
Questa è la copertina del nostro quaderno
<<C’era una volta…un pezzo di legno>>
Queste parole magiche hanno aperto un
nuovo mondo e nuove prospettive di lavoro.
Dopo la lettura dei primi due capitoli,
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
abbiamo iniziato il nostro quaderno con la caratterizzazione
di Maestro Ciliegia e di Geppetto usando mezza pagina per
la fotocopia della descrizione del personaggio e l’altra metà
per la raffigurazione del personaggio stesso da parte degli
alunni.
MAESTRO CILIEGIA
Un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr’Antonio se non
che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo
naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura.
Portava una parrucca brizzolata.
GEPPETTO
Un vecchietto tutto arzillo, il quale aveva nome Geppetto; ma i
ragazzi del vicinato, quando lo volevano far montare su tutte le furie,
lo chiamavano col soprannome di Polendina, a motivo della sua
parrucca gialla che somigliava moltissimo alla polendina di
granoturco. Era bizzosissimo. Guai a chiamarlo Polendina!
Diventava subito una bestia e non c’era più verso di tenerlo.
Anche se il linguaggio usato da Collodi non è più così
attuale, vi garantisco che i bambini, presi dalla trama, sono
assolutamente in grado di seguirne attentamente la lettura.
Dal terzo capitolo, man mano che procedeva la lettura in
classe, abbiamo trascritto, sulla pagina del “nostro libro”, il
titolo di ogni capitolo ed abbiamo intrapreso il vero “lavoro”.
Per esempio, del terzo abbiamo scritto l’elenco delle fasi
della costruzione del burattino da parte di Geppetto [1nome, 2-capelli, 3-fronte, 4-occhi, 5-naso, 6-bocca-lingua,
7-mento, 8-collo, 9-spalle, 10-stomaco, 11-braccia-mani
(con le quali Pinocchio strappò la parrucca al suo babbo),
12-gambe e piedi (con cui gli sferrò un calcio)] e, arrivati al
fondo, ci siamo accorti che mancavano le orecchie! Sempre
nel terzo capitolo abbiamo dettato la descrizione della casa
di Geppetto, l’abbiamo fatta illustrare e abbiamo fatto
cerchiare i nomi e sottolineare gli aggettivi, tanto per non
dimenticare lo studio della lingua…
Il quarto capitolo ci ha dato lo spunto per rivedere il
discorso diretto, già affrontato in prima (prendendo spunto
da Cipì). GRILLO: <<Povero Pinocchio! Mi fai
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Nuova Vita Magistrale – N. 464
compassione!.., perché sei un burattino e…perché hai la
testa di legno.>> PINOCCHIO <<Bada, Grillaccio del
mal’augurio!>>
Tenendo conto che eravamo all’inizio della seconda, ci
siamo limitati a queste due battute, procedendo, poi, al
disegno. Per mia fortuna, oltre al testo integrale, avevo un
librettino di Rodari e Verdini “La filastrocca di Pinocchio”
Editori Riuniti, che ci ha dato veramente una mano.
Fotocopiando alcune pagine tra le più significative, abbiamo
potuto riassumere in modo molto piacevole alcune parti dei
capitoli successivi.
Molto simpatico è il 5° capitolo che, dopo il titolo, abbiamo
subito illustrato perché c’era l’urgenza di disegnare l’uovo
da cui usciva il pulcino!!! Nella pagina successiva abbiamo
ripreso il lavoro dei dialoghi tra i due personaggi. Abbiamo
deciso di colorare sempre di marrone la parola PINOCCHIO
all’inizio del discorso diretto e, in questo caso, di giallo, la
parola PULCINO. Nei dialoghi precedenti avevamo colorato
di verde la parola GRILLO. Questo criterio ci ha guidati per
tutti i dialoghi successivi. Di questo capitolo abbiamo anche
scritto l’elenco dei cibi che il burattino avrebbe mangiato: un
po’ di pane secco, un crosterello, un osso avanzato al cane,
un po’ di polenta ammuffita, una lisca di pesce, un nocciolo
di ciliegia (tra le risate ed i vari commenti degli alunni!)
Bellissima da dettare è la descrizione della “nottataccia
d’inferno” all’inizio del 6° capitolo: …”Tuonava…della
campagna”. Certamente è opportuno dettare brevi brani per
non appesantire il lavoro! Logicamente non può mancare il
disegno.
Anche il 7° capitolo offre lo spunto per due brevi dettati:
uno sulla ricostruzione dei piedi di Pinocchio da parte del
suo babbo e l’altro sulla confezione dei vestituccio di
carta… (ovviamente si lascerà ampio spazio all’illustrazione
di entrambe le scene). Sull’abbecedario dell’8° capitolo
abbiamo fatto una ricerca storica dando ai bimbi poche ma
precise informazioni e ne abbiamo approfittato per
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presentare anche il sillabario. Abbiamo scoperto che nel
1859 erano obbligatorie solo la prima e la seconda classe
elementare!! Nel 9° capitolo Pinocchio ci dice che cosa
intende imparare subito a scuola… e qui si possono fare
delle belle riflessioni. Il burattino si rende conto di non saper
leggere e si rivolge ad un ragazzetto… Anche in questo
caso abbiamo trascritto il dialogo tra i due personaggi.
Simpatici soprattutto da illustrare sono i capitoli (10 – 11)
relativi al teatro dei burattini ed a Mangiafuoco di cui Collodi
fa una stupenda descrizione da dettare… e non possono
mancare alcune domande relative alla comprensione del
testo: 1) Quale mestiere fa Mangiafuoco? 2) Com’è la sua
barba? 3) Com’è la sua bocca? 4) A cosa somigliano i suoi
occhi? 5) Che cosa fa con le mani? 6) Di che materiale è
fatta la sua frusta? Un’altra idea può essere quella di
proporre alcune domande relative ai primi 11 capitoli letti.
“CHE COSA RICORDO DEI PRIMI 11 CAPITOLI?”
Questo era piaciuto moltissimo ai nostri alunni che si
sentivano ferratissimi… Ovviamente ognuno doveva dare,
per iscritto, solo 4 o 5 risposte a scelta; le altre erano orali. I
più entusiasti ne scrivevano molte di più!!!!
COSA RICORDO dei primi 11 capitoli di Pinocchio?
1)
Perché mastr’Antonio era soprannominato maestro
Ciliegia?
2)
Che cosa voleva fare maestro Ciliegia con il pezzo
di legno?
3)
Che cosa accade quando inizia a lavorare il legno?
4)
Come è soprannominato Geppetto?
5)
Perché maestro Ciliegia e Geppetto bisticciano?
6)
Cosa vuole costruire Geppetto con il legno?
7)
Cosa fa Pinocchio quando ha anche i piedi?
8)
Dove finisce Geppetto?
9)
Pinocchio chi trova sulla parete di casa?
10) Cosa succede al Grillo-parlante?
11) Chi esce dall’uovo?
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12) Dove va Pinocchio nella nottataccia d’inferno?
13) Dove mette i piedi Pinocchio infreddolito e
bagnato?
14) Descrivi il vestito di Pinocchio.
15) Cosa compera Geppetto per Pinocchio?
16) Cosa pensa di fare Pinocchio a scuola?
17) Perché Pinocchio non va a scuola?
18) Come fa, Pinocchio, a pagare il biglietto del teatro?
19) Chi incontra a teatro?
20) Come si chiama il burattinaio?
21) Come si conclude l’episodio a teatro?
22) Cosa gli regala Mangiafuoco e perché?
Ci siamo anche divertiti a cambiare il finale di alcuni episodi
come quello di Pinocchio ed il grillo o Pinocchio e
Mangiafuoco… realizzando dei simpatici testi che abbiamo
poi fotocopiato ed inserito nel nostro magico quaderno.
Nel prossimo numero vi racconterò il resto della storia…
buon lavoro e buon divertimento!!!
Liliana Biasiol
LA CONFESSIONE
Era di gran lunga il più penoso dei sacramenti che
potessero piovere sulla testa di una bambina di sette anni
sincera, sensibile, facile al rimorso e amante della luce
quale io ero.
A un tratto della mia vita trasparente, dove ogni cosa non
condivisa con la mamma pesava come una colpa e quindi
veniva riferita, ammessa al più presto per essere in grazia
con lei e dunque col mondo, ecco il precetto oscuro da
compiersi al buio, in ginocchio, davanti a una grata
puzzolente di fiati dietro la quale respirava, bofonchiava,
ascoltava e giudicava un uomo sconosciuto, un non papà,
un non nonno, un prete appollaiato al riparo di una tenda
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viola. Già all'esterno il confessionale era uno stambugio
inquietante: coi suoi gradini di legno sonori, i fregi cupi, il
colore nero, i tramezzi che ispiravano la morte, il terrore e il
castigo: una struttura che ricordava vagamente quella dei
vespasiani lungo le vie, ma assai meno comprensibile e,
studiata, mi pareva, per obbligare ad accomodarsi chi non
ne avesse voglia. Dunque per ricevere l'ostia occorreva
prima di tutto fare l'esame di coscienza, tremare di paura e
vergogna, inventarsi qualche peccato omologato da dare in
pasto al confessore, mettersi in coda col batticuore
nell'attesa del proprio turno, non inciampare negli scalini e
fare bene attenzione (questa la raccomandazione igienica
di mio padre, più urgente dell'elenco minuzioso di tutti i
peccati) a non applicare le labbra sulla grata per non
buscarsi un'altra malattia. Ma come?! Non bastava il
sacramento a proteggere da ogni male!?..."Tu comincia a
non sfiorare con la bocca la grata, e sarà tanto di
guadagnato". "Ma se non mi avvicino con la bocca, devo
parlare forte e fuori mi sentono". "Meglio che qualcuno
senta piuttosto che ti venga la febbre"... Col cuore in gola
strizzavo un occhio come un tiratore scelto per vedere se il
penitente di là avesse finito; mi sforzavo di udire, se non le
parole, almeno il tono della voce per capire se mi fosse
toccato un prete stizzoso o conciliante; finché sentivo
stridere la cerniera del mio sportello e mi compariva il
ritratto bucherellato del mio giudice.
"Ma cosa devo dirgli?". La mamma a casa mi aiutava a
ricordare tutto quello che non avevo fatto: ho risposto male,
ho detto le bugie, mi è scappata una parolaccia... Quando
l'unico peccato vero, forse, quello di cui non ero neppure
cosciente, sarebbe stato: "Non vengo volentieri qui, don
Qualcuno. Lo faccio perché sono costretta, e credo che lei
sia un ficcanaso. Se Dio vede tutto e legge dentro di me,
perché devo inginocchiarmi al buio e raccontare a un
estraneo nascosto come un ladro tutto quello che l'affanno
m'impedisce di ricordare?..."
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Veniale o mortale? Il libretto di catechismo era pieno di
diavoli pronti a trascinare nelle fiamme un fanciullo bieco,
col cuore macchiato del catrame dei peccati mortali.
L'angelo custode del bambino il cui cuore era solo
intossicato dai vapori grigi dei peccati veniali piangeva con
lo sguardo straziato implorando la salvezza del piccolo
peccatore. Tra comandamenti, peccati e castighi illustrati
era un catalogo di orrori. La Parrocchia di Santa Rita, negli
anni Sessanta, aveva sacerdoti giovani e simpatici... Ma a
me confessarmi non piaceva lo stesso.
Valeria Amerano
QUADRANTE NORMATIVO
Reintroduzione del voto di comportamento
Tra le troppe novità del Ministro Gelmini, la introduzione, da
quest’anno, della valutazione del comportamento per tutti
gli ordini di scuola.
Valutazione attraverso un giudizio per la Primaria; con un
voto numerico per la Secondaria di 1° e 2° grado. La norma
prevista dal D.L. 137/2008 dovrà essere recepita da un
apposito Regolamento attuativo a oggi non ancora
perfezionato.
Nelle norme il Ministro con il D.M. 5/2009 e la C. M.
10/2009 ha precisato le prime forme di utilizzo. Peccato che
i chiarimenti ministeriali siano sopraggiunti, in qualche caso,
a scrutini già effettuati, il che ha provocato diffuse difformità
interpretative di cui hanno parlato a lungo i giornali. Il voto
numerico, diversamente da quanto si possa pensare, si
presta ad interpretazioni profondamente soggettive.
Sarà un deterrente per ridurre le forme di bullismo e le
violenze giovanili? Questi fenomeni insistono su una tale
pluralità di concause che difficilmente, a nostro giudizio,
possono essere arginati da un voto di comportamento. Se
son rose fioriranno.
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Iscrizioni anno scolastico 2009/2010
Con la C. M. 4 del 5 gennaio u. s., il Ministero ha dettato le
norme per le iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado per
il prossimo anno scolastico. Scadenza prevista 28 febbraio.
L’operazione assume particolare valore per le massicce
novità, a nostro giudizio profondamente negative, che
riguardano il 1° ciclo, segnatamente la scuola primaria.
Compaiono tre tipi di orario oltre all’orario considerato di
base: 24 ore con insegnante unico. La vecchia scuola, sino
agli anni sessanta, prevedeva 25 ore settimanali e a quel
tempo non si parlava di inglese e di informatica… Come
sarà possibile conciliare l’ aumento dei contenuti formativi
con la diminuzione delle ore?
Ma le incertezze maggiori consistono nel fatto che si
ignorano i criteri con cui sarà assegnato l’organico docenti
alle singole scuole, dal momento che tutte le compresenze
sono state soppresse per tutte le classi, con buona pace
delle attività di laboratorio e per piccoli gruppi.
Altra incertezza riguarda la possibilità di effettuare la mensa
per le classi con orario 30 ore sino ad oggi dette “a
modulo”.
Le scuole non sono in grado di dare sicurezze ai genitori
circa il soddisfacimento delle loro richieste. Risulta che le
scuole non statali siano favorite da questa situazione…
C’è molto fermento tra l’utenza e tra gli insegnati. Le
Associazioni dei genitori suggeriscono:
Moduli di iscrizione aggiuntivi che prevedano le vecchie
condizioni di scolarizzazione. Trattasi di richieste informali
che hanno il merito di sottolineare e di tener aperto il
problema.
Gianluigi Camera
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Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Torino in data 8
giugno 1978
Stampato a cura dell’Associazione Magistrale “Niccolò Tommaseo”
Impaginazione a cura di Luciano Rosboch
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NVM 464 - Associazione Magistrale Niccolò Tommaseo