NOVEMBRE 2002 SPIrito di gruppo Supplemento a LiberEtà n.11 - mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil / a cura dello Spi Cgil regionale Marche Marche Spedizione in abb. postale / legge 662-96 art. 2 comma 20 lettera B - Roma / Stampa F.lli Spada - via L. Romana, 60 - Roma SOMMARIO Futuro sempre più incerto con una Finanziaria che premia l’evasione 1 Diritti e tutele, la Cgil in campo a difesa di giovani e lavoratori Caso “Tucker”: Federconsumatori istituisce un collegio di legali a pag. 2 2 Previdenza, invalidità civile per gli ultra65enni: i pareri delle Corti Supreme a pag. 3 3 Sanità, per lo Spi Cgil è troppo «confuso» il piano sociale della Regione a pag. 4 4 Ancona, “lavoro coatto” durante la guerra: l’Austria risarcisce un pensionato. È il primo caso nelle Marche a pag. 7 5 Ascoli Piceno, tante adesioni alla battaglia della Cgil a pag. 8 di Oscar Barchiesi segretario generale Cgil Marche N onostante l’oscuramento dell’informazione, i tentativi di pressione di aziende, governo e altre organizzazioni sui singoli lavoratori, lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 18 ottobre è pienamente riuscito. Altissime adesioni nei luoghi di lavoro ed in tutti i settori, centoventi piazze del nostro Paese gremite di lavoratori, pensionati, giovani, studenti, immigrati ed anche tanti amministratori pubblici. Milioni di persone per difendere i diritti del lavoro, lo stato sociale a partire da sanità e pensioni, per opporsi alla legge Finanziaria e contro una politica economica e sociale fallimentare. In poco più di un anno non solo le mirabolanti promesse sono dimenticate ma questo Governo ha riportato il Paese indietro di anni.Bastano alcuni dati: lo sviluppo è vicino allo zero e stiamo entrando in una fase di recessione, la produzione industriale nell’ultimo mese è calata del sette per cento, l’inflazione è doppia delle previsioni colpendo salari e pensioni; il debito dello Stato è ripreso a crescere e c’è bisogno di una finanziaria di 40.000 miliardi di vecchie lire. Una legge ancora basata su dati e previsioni inventati, che non sostiene lo sviluppo e che avrà entrate certe solo per la metà di quanto previsto e con condoni che premiano i disonesti e gli evasori. Interi settori e zone del Paese, a partire dal Sud, risentono della crisi, scoppia il dramma della Fiat che certifica i clamorosi errori del Governo e della Confindustria che pensano di recuperare competitività colpendo i diritti ed i salari dei lavoratori. La Cgil, in tutti questi mesi,come la situazione conferma,ha avuto ragione. Per questo lo sciopero e le manifestazioni sono riusciti ed ora, con coerenza, la Cgil continuerà la propria iniziativa. A fine novembre si svolgeranno un convegno ed una manifestazione nazione a Napoli sui temi dello sviluppo, della politica industriale e sul Mezzogiorno; a gennaio un convegno ed una manifestazione nazionale a Milano sul tema dei diritti sul lavoro e per la difesa dello stato sociale. Alcune immagini della manifestazione di Ancona. Sopra il segretario della Cgil di Ancona, Gilberto Zoppi, in un momento del comizio Subito dopo un’assemblea nazionale di quadri e delegati “contro il declino dell’Italia”. Nel frattempo si concluderà la raccolta di firme contro il patto e per sostenere le proposte di legge per estendere i diritti a tutti i lavoratori. Un successo anche qui straordinario: siamo ormai a cinque milioni di firme raccolte a dimostrazione del consenso della gente alle nostre proposte. Il sindacato pensionati poi ha deciso di sostenere le nostre proposte con un’iniziativa nazionale da tenere a Roma nelle prossime settimane in concomitanza con l’approvazione della legge Finanziaria in Parlamento per rivendicare diritti per i pensionati e contro i tagli agli enti locali che saranno poi costretti a diminuire i servizi ai cittadini, a partire da quelli degli anziani. Di fronte a questo scenario è sempre più incomprensibile l’atteggiamento delle altre organizzazioni sindacali. La Cgil è per l’unità che rende più forti i lavoratori ed i pensionati ma gli altri fanno accordi separati, non li fanno votare dai lavoratori, costruiscono incontri separati che ci esclude e poi cercano di addossare le responsabilità a noi. Sono sempre più evidenti i loro errori e le politiche che hanno condiviso e firmato con il patto di luglio. Abbiamo proposto di ripartire con iniziative unitarie su temi specifici come il Sud o le crisi industriali. Non ci sono risposte ed allora è evidente e bisogna prendere atto che il cammino non sarà né breve né facile e che gli appelli generici non servono. SPIrito di gruppo REGIONE I consigli di Caso Tucker/Un collegio di legali Federconsumatori a cura di Piero Chiacchiarini responsabile regionale per difendere i “truffati” D a alcuni giorni è prepotentemente salito alla ribalta il Caso Tucker. Come è noto, si tratta della vendita su larga scala, a consumatori ignari, di un dispositivo da applicare alla caldaia per riscaldamento che, secondo il produttore, avrebbe fatto abbassare notevolmente il consumo, aumentato al massimo il rendimento e ridotto drasticamente le emissioni inquinanti. Poco importa se per tali risultati e prestazioni gli ignari consumatori sono stati chiamati a sborsare vari milioni ! Il ragionamento fatto dai molti è stato molto semplice: “ il gioco, ancorché pesante, vale la candela”. Tale presunta miracolistica opportunità ha però insospettito alcuni consumatori i quali, tramite le loro associazioni, ad un certo punto, hanno voluto vederci chiaro richiedendo un giudizio ad affidabili Istituti Tecnici che provato il dispositivo Tucker in ogni condizione tecnica ed ambientale. Ne è scaturito che le caldaie utilizzate non hanno prodotto nessun beneficio sia per quel che riguarda il consumo, il rendimento, le emissioni. E’ risultato quindi evidente che il tubo miracoloso non era altro che “una bufala” e, di conseguenza, chi l’aveva acquistato era stato oggetto di una probabilissima truffa. La notizia è stata resa pubblica e immediatamente dopo le associazioni sono state tempestate di telefonate e di segnalazioni a riprova della consistenza delle famiglie interessate. La Federconsumatori, insieme alle altre associazioni dell’Intesa dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons), ha immediatamente allertato le proprie strutture sul territorio nazionale e, contemporaneamente, ha costituito un collegio di legali per assistere adeguatamente i consumatori quali probabili truffati. Il collegio ha constatato innanzitutto una variegata molteplicità di casi: dal pagamento avvenuto con contanti al rilascio di effetti cambiari, dall’utilizzo di Finanziarie opportunamen- te presentate dai proponenti l’affare fino alla vendita affidata a strutture terze regolate con contratti di rappresentanza, francising, ecc. o di semplici promoters. Ogni caso va pertanto verificato e analizzato con cura. Per questa ragione innanzitutto vanno raccolti i dati individuali dei singoli acquirenti tramite la compilazione di un apposito questionario. In ogni caso, tenuto conto che la truffa, sopratutto ai fini di un auspicabile rimborso o risarcimento, deve comunque essere accertato e certificato dall’autorità giudiziaria, è indispensabile presentare una denuncia-querela alla Procura della Repubblica . Inoltre, come è risaputo, il caso propone anche il delicato aspetto del presunto trattamento riservato ai promoters in occasione dei meetings in località umbra. Le associazioni dell’Intesa dei consumatori tramite il collegio legale si rendono disponibili ad assistere quanti lo richiederanno, nella indispensabile riservatezza. Al via una raccolta di firme contro l’Iva sempre più selvaggia D a troppo tempo i consumatori lamentano una forte sperequazione nei loro confronti rispetto ai consumatori degli altri paesi europei. Si tratta dell’Iva sul consumo del gas per uso domestico. In Italia l’Iva applicata è del 20% mentre ovunque è al 10% con alcuni paesi anche sotto tale percentuale. Non solo, la normativa 2 italiana presenta anche un’altra macroscopica anomalia: l’applicazione dell’Iva anche sulle varie addizionali determinando così il fenomeno della “tassa sulla tassa”. Sull’argomento le associazioni di rappresentanza dei consumatori italiani, da molto tempo, hanno inutilmente posto al governo la necessità di risolvere il problema. Per questa ragione le associazioni Federconsumatori, Adoc, Adusbef, Codacons unite nell’intesa dei consumatori, sono giunte alla decisione di chiamare il parlamento italiano a pronunciarsi attraverso la inevitabile discussione su una proposta di legge di iniziativa popolare il cui testo è molto semplice e chiaro: stabilire che l’Iva da applicare sulle bollette del gas per uso domestico è al 10% e che l’Iva non va applicata sulle varie addizionali siano esse nazionali, regionali o comunali. Tutti i cittadini regolarmente iscritti nelle liste elettorali potranno apporre la loro firma in calce alla proposta di legge in tutti i luoghi che verranno comunicati dai rappresentanti del comitato promotore e dai rappresentanti delle as- sociazioni proponenti. La raccolta è già iniziata e, come prevede la legge, potrà protrarsi entro il termine massimo di sei mesi. I promotori, comunque, sollecitano tutti i cittadini che intendono firmare, a farlo nel minor tempo possibile in modo da accelerare il deposito presso il parlamento e chiedere quindi che la proposta inizi immediatamente il suo iter parlamentare. REGIONE Previdenza notizie utili a cura dell’ Inca Cgil Marche Invalidità civile ultra65enni: ecco le ultime sentenze delle Corti Supreme L e attuali leggi in materia e i pronunciamenti delle supreme Corti hanno stabilito che coloro che hanno contratto una malattia invalidante, oltre i 65 anni di età, non possono accedere alle prestazioni economiche come la pensione d’inabilità o l’assegno d’invalidità prevista per gli invalidi civili.Per questi soggetti pertanto, non è previsto nemmeno l’accesso all’assegno sociale previsto per coloro che sono risultati invalidi civili parziali o inabili prima del compimento dei 65 anni, in quanto ciò avviene a seguito di trasformazione dell’assegno d’invalidità o della pensione d’inabilità. Come si diceva la Corte di Cassazione, la Corte Costituzionale, chiamate a pronunciarsi su questi temi, hanno ribadito il concetto che coloro che hanno avuto il riconoscimento delle prestazioni per gli invalidi civili prima del compimento dei 65 anni, trasformano la prestazione concessa in assegno sociale con particolari condizioni previste dalle apposite normative, mentre coloro che hanno riconosciuto l’invalidità dopo il compimento dei 65 anni non possono accedere alle prestazioni degli invalidi civili e pertanto non posso- no trasformarle in assegno sociale con le condizioni particolari previste. Il riconoscimento delle prestazioni per coloro che cadono ammalati dopo aver compiuto i 65 anni sono mirate all’indennità d’accompagnamento per tutti quelli che non possono deambulare o compiere gli atti quotidiani della vita essendo impediti a far ciò, e all’esenzione dei ticket. Ciò contrasta enormemente con le situazioni esistenti per coloro che si trovano nelle condizioni di aver riconosciuta una prestazione d’invalidità civile prima del com- pimento dei 65 anni e coloro che tale riconoscimento lo ottiene dopo aver compiuto detta età. Costoro possono accedere all’assegno sociale. se riconosciuti invalidi con un’invalidità superiore al 74percento o inabili, con i soli redditi propri. Pertanto coloro che vengono riconosciuti invalidi civili prima del compimento dei 65 anni di età, comporta l’erogazione dell’assegno sociale per intero, in quanto il limite di reddito che non deve essere superato per questo diritto è di €.4.437,57 per gli invalidi parziali, mentre è di €. 12.796,09 per gli inabili, (l’importo del reddito annuo è riferito al reddito personale e pertanto il reddito del coniuge non entra in gioco). Invece quando si è avuto il riconoscimento dell’inabilità dopo pochi mesi dal compimento dei 65 anni, si rientra nella normativa che riguarda tutti i cittadini e pertanto l’assegno sociale compete se non si supera i limiti di reddito previsti per coloro che hanno diritto a questa prestazione come se non fosse sopraggiunto lo stato che rende invalido o inabile il richiedente. I limiti di reddito previsti per l’accesso sono, per il 2002, di € 4.557,41 quello individuale e €. 9.114,82 quello coniugale. Come si nota la differenza esistente tra coloro che hanno avuto il riconoscimento dell’invalidità o dell’inabilità prima o dopo il compimento dei 65 anni è notevole. Come detto, purtroppo, si sono avuti dei pronunciamenti negativi da parte della Corte di Cassazione e Costituzionale e pertanto è impossibile avere oggi riconoscimenti da parte degli organi competenti si spera comunque che a livello legislativo si possa cambiare questa assurdità in quanto, mentre si riconoscono aumenti assistenziali per coloro che beneficiano di pensioni poco consistenti, non si pensa a chi ammalato e senza pensione debba vivere, insieme al coniuge con un reddito, ”di poco superiore ai 2milioni delle vecchie lire”. Un altro beneficio riconosciuto ai nuclei familiari in cui è presente un inabile è quello relativo all’aumento dell’assegno al nucleo familiare. Pensioni Inpdap: le novità sulle detrazioni A molti pensionati che ricevono la pensione dall’Inpdap, l’istituto non applica sulla prestazione l’ulteriore detrazione spettante a coloro che hanno un importo di pensione determinato dalla legge e che non avendo nessun altro reddito non debbono fare il 730 o il 740 (denuncia dei redditi). Per poter verificare l’esatta situazione pensionistica il sindacato pensionati (Spi-Cgil) e il patronato Inca-Cgil, invita coloro che sono interessati a farsi controllare la propria pensione per sistemare la situazione. Previdenza pubblica, le news La sentenza dalla Corte dei Conti stabilisce che la I.I.S. (Indennità Integrativa Speciale) concessa entro il 1994, anche se il dante causa è deceduto successivamente, può avere il diritto alle due indennità speciali. Visto il notevole aumento che può essere riconosciuto ai pensionati in oggetto, si invitano gli stessi presso sedi Inca-Spi per presentare la domanda. 3 SPIrito di gruppo REGIONE La sanità L’appello del sindacato pensionati alla Giunta nelle Marche «Difendiamo i diritti degli anziani» Per lo Spi è confusa l’offerta dei servizi nel nuovo Piano di Adelio Franceschetti, segretario generale Cgil Marche I l passaggio della spesa sanitaria a totale carico delle Regioni sta creando pesanti ripercussioni sulla qualità dei servizi e sui costi. Il governo nazionale vuole privatizzare la sanità e non garantisce i più deboli. I pensionati sono l’area sociale più colpita e sensibile, proprio perché esprimono maggiori bisogni sanitari. L’obbiettivo che è stato posto alla base del secondo Psr, non raggiunto ma tutt’ora valido ,rende indifferibile la condivisione di scelte che eliminino gli sprechi presenti nella struttura ospedaliera e rilanci le strutture sanitarie territoriali alternative al ricovero ospedaliero ,“finanziandole”, come teoricamente previsto e mai attuato. Nelle ”Linee di piano sanitario regionale 2002 – 2005”,si propone un’analisi dei bisogni in cui ,tra l’altro si pongono al primo posto le questioni poste dall’aumento del 15% della popolazione anziana con più di 65 anni per il 2015. In questo documento si dà giustamente rilievo all’integrazione socio-sanitaria. Con sorpresa si osserva che questi concetti basilari sono stati sostanzialmente trascurati e contraddetti nella schematica stesura successiva in cui si propongono le scelte concrete. Ricordiamo che la legge 405/01, di conversione 4 del decreto legge 347/01, ha stabilito la riduzione di 0,5 posti letto per acuti per mille abitanti, ma ha confermato la previsione di 1 posto letto riservato alla riabilitazione e lungodegenza. Sono 1042 i posti letto da tagliare per rientrare nella normativa nazionale, 735 posti letto di lungodegenza da istituire , sostanzialmente assenti nelle Marche. Se siamo ben informati sono previsti 175 posti /l per Pesaro,i 40 per Ancona, 60 a Macerata e 95 di Ascoli che danno come somma 365 senza nessun equilibrio territoriale tra la popolazione residente e l’attribuzione. Siamo quindi in una situazione sottostimata rispetto agli standard nazionali e alla loro allocazione territoriale. Se gli ospedali che si vedono ridimensionati i reparti di medicina e chirurgia vengono tacitati con proposte di apertura di lungodegenze ospedaliere i risparmi di spesa si vorrebbero ,in parte ottenere, superando le strutture sanitarie pubbliche che operano a favore dell’assistenza ai non autosufficienti. Le linee di piano consegnate fanno intendere ,anche se un vero confronto su questo ci è stato negato,che le proposte sull’articolazione in RSA sono rimesse in discussione ed i non autosufficienti che richiedono un’assistenza continua possono essere “scaricati “nelle case di riposo a cui si è riconosciuta la possibilità di attivare i Nar (nuclei assistenza residenziale) pur non essendo state ancora definite le norme di accreditamento di queste strutture. Il Manuale di autorizzazione ha stralciato la definizione degli standard di personale . Queste strutture funzionano in assenza definizione degli standard di personale . La stessa definizione della quota alberghiera a carico degli utenti viene definita senza alcuna indicazione regionale. Se ciò avvenisse, ci troveremmo di fronte a scelte gravi ed inaccettabili in cui si delegherebbe alle Ipab ,agli enti morali e ai privati la gestione di funzioni che sono considerate sanitarie. Tutto ciò utilizzando le vincolate sul bilanci della sanità per l’Adi –assistenza domiciliare integratache già da anni è in gran parte sottratta alla sua effettiva destinazione per pagare le prestazioni sanitarie svolte nelle case di riposo. Si delegherebbe al privato (più o meno sociale) una parte importante dell’assistenza della popolazione più fragile con costi sempre più esorbitanti per le famiglie che in base al decreto Sirchia sui Lea dovrebbero pagare almeno al 50% del costo il ricovero residenziale anche se causato da gravi motivi di non autosufficienza. Se così fosse, non solo si tradirebbero una parte importante dei principi che hanno por- tato alla definizione del 2° piano sanitario dalla prima giunta D’Ambrosio ma si negherebbero quelli che per noi sono principi fondamentali di una proposta credibile nella realizzazione di un sistema territoriale per la non autosufficienza. E cioè: l’intervento dell’assistenza domiciliare va prioritariamente garantito ,ove le condizioni familiari lo permettono ,quindi finanziato con risorse vincolate, l’assistenza erogata nei NAR non dovrà essere inferiore ai livelli previsti nelle RSA in un rapporto equilibrato tra strutture pubbliche e strutture private, infine, l’offerta delle case di riposo non può essere indirizzata solo o principalmente ai non autosufficienti. ANCONA & provincia Pronto il documento del riordino dei servizi sociali Piano sociale, la proposta Cgil Entro il mese, prenderà il via il primo confronto di Paolo Angeletti OSIMO - I prossimi mesi i Comuni dell’ambito XIII (Osimo, Camerano, Castelfidardo, Loreto, Numana, Offagna e Sirolo) dovranno elaborare ed approvare il Piano sociale di ambito e il relativo bilancio sociale. In questa fase la Lega Spi promuoverà iniziative affinchè intorno a questo tema si sviluppi un confronto pubblico. In vista di un primo momento di confronto per novembre, è stato predisposto un “documento” che rappresenta il primo contributo alla discussione. Il “Documento” In questi anni i Comuni hanno organizzato i servizi sociali senza un quadro di riferimento, hanno cercato di dare risposte alle domande sociali emergenti, in modo diverso, a seconda delle disponibilità o delle sensibilità. Il risultato è un’offerta dei servizi disomogenea. Alcuni Comuni si sono limitati a garantire servizi minimi, altri hanno sviluppato reti di servizi più evoluti. Così si è sviluppato, anche nella nostra zona, un sistema a strati, spesso scollegati tra loro. E cioè quello dell’offerta pubblica di servizi destinata alle fasce più deboli, del circuito degli aiuti volontari, gratuiti e occasionali e, infine, quello del mercato privato, nel quale il cittadino acquista aiuti da solo senza condividere la responsabilità con l’ente locale. Questi servizi dialogano poco tra loro e non offrono le stesse garanzie di qualità. La riforma intende superare l’arretratezza e le lacune di questo sistema aprendo i servizi sociali alla generalità della popolazione, coordinando le iniziative del volontariato o terzo settore in un unico piano sociale, assicurando la qualità di tutti i servizi, pubblici, convenzionati e privati. La gestione del nuovo Filo d’Argento solidale “Siamo tutti della stessa pasta” a cura di Paola Fimmanò presidente provinciale Filo d’Argento ANCONA - La prima volta che ho sentito parlare della pasta biologica per finanziare il Filo d’Argento, mi sono meravigliata. Invece, avevo torto. La pasta è tipicamente italiana come sono italiani la generosità e la fantasia. Così quel 5 ottobre che sembrava tanto lontano è arrivato. Abbiamo predisposto tre postazioni ad Ancona , una a Falconara , a Iesi e a Senigallia e con la disponibilità sempre generosa dei volontari ci siamo preparati a offrire pasta ma soprattutto un progetto di solidarietà per il “ Filo d’argento” che è un telefono amico degli anziani e delle famiglie che combat- te la solitudine e l’ emarginazione. Digitando un numero verde nazionale 800995988 gratuito, si potranno contattare volontari che prenderanno nota delle richieste. L’obiettivo è di attivare il numero verde entro l’anno. La presidente nazionale Maria Guidotti, in una lettera, ricorda che lo slogan “hanno assaggiato vite diverse ma sono fatti della stessa pasta “ è per ribadire che la solidarietà e la disponibilità indicano <la pasta con cui sono fatti uomini e donne che offrono tempo e risorse per chi è in difficoltà>. Morale: la pasta ha avuto un buon successo ma ci si prodigherà affinché ancora più successo abbia il Filo d’Argento. welfare locale fa capo ai Comuni che la esercitano attraverso il Comitato dei Sindaci dell’ambito (in questo caso: Osimo, che è il Comune capofila, insieme a Castelfidardo, Loreto, Camerano, Offagna, Sirolo e Numana). Il Piano sociale di zona è lo strumento di programmazione. Le priorità sono i servizi per le persone anziane e disabili, per le famiglie e i bambini e per i giovani adolescenti con particolare attenzione a quelli usciti dal ciclo scolastico. Anziani e disabili Si deve partire dai servizi esistenti per coordinarli e renderli omogenei. Occorre, poi, individuare quali strutture e/o servizi attivare o modificare per costruire una rete di opportunità che offra in modo completo una risposta alle diverse esigenze dei singoli e delle famiglie. L’obiettivo deve essere quello di mantenere fino a quando è possibile l’anziano e/o il disabile nel suo ambiente sociale e familiare. Quindi sviluppare con decisione l’assistenza domiciliare integrata. È poi necessario che vi sia una varietà di strutture semiresidenziali e residenziali per le situazioni più gravi. Tuttavia anche il ricovero, quando è possibile, non deve essere definitivo, ma teso al recupero del disabile per un ritorno alla vita nella propria casa. In questo contesto occorre rivedere la politica assistenziale delle numerose case di riposo della nostra zona. Famiglie e bambini L’impegno prioritario deve essere rivolto ad un sostegno alle esigenze delle diverse situazioni familiari rispetto alla crescita ed educazione dei bambini. Le strutture per la prima infanzia (asili nido, scuole materne, ecc.) devono essere garantiti a tutte le famiglie. I ragazzi, poi, debbono essere sostenuti nella scuola elementare e media con iniziative di supporto, come doposcuola attrezzati. Una particolare attenzione va rivolta alla necessità di disporre nel nostro territorio di strutture per adolescenti a “rischio”. Adolescenti che lavorano precocemente Ai ragazzi che precocemente hanno abbandonato gli studi e già a quindici anni sono inseriti nel mondo del lavoro, occorre dare un completamento di istruzione. Occorre garantire a questi ragazzi un periodo di formazione, in sinergia con la Provincia e la Regione. IL CASO Un pensionato risarcito per il lavoro “coatto” durante la guerra Strano, ma vero. Un nostro pensionato di Ancona Solpensiero Sebastianelli ha percepito dal Fondo Austriaco di Riconciliazione un indennizzo di € 2.543,55. E’ senza dubbio il primo pensionato per il nostro territorio e forse dell’intera regione, ad essere liquidato per il lavoro coatto svolto durante la seconda guerra mondiale. Il risarcimento, come comunicato all’interessato, doveva avvenire con pagamento in contanti presso un’impresa locale associata alla ditta “Western-Financial Service”. Per richiedere ulteriori informazioni una filiale associata doveva provvedere al pagamento chiamando il numero verde 800.22.00.55. Contemporaneamente si comunicava che per ritirare la somma l’interessato doveva presentarsi personalmente, non era possibile alcuna delega a terze persone, portando con se un documento d’identità. Fin qui nulla di strano. Telefonando al numero verde si scopre che a pagare dovrebbero essere tre gestori privati di tabaccherie. L’unico a pagare l’indennizzo, poichè le altre due si erano rifiutate, è stato il gestore della tabaccheria in via Ascoli Piceno di Ancona. Questa è la novità. Il pagamento avviene tramite un gestore privato. Il titolare della tabaccheria comunicava che la transazione poteva essere effettuata solo se l’incasso lo rendeva possibile. Nel caso di “Solpensiero Sebastianelli” la transazione è andata a buon fine dopo ripetute telefonate e sollecitazioni da parte dell’interessato e propri familiari. Una storia a lieto fine. A questo punto, sorge spontanea una domanda: «Che fine hanno fatto le richieste di indennizzo dei lavori forzati svolti dagli internati militari italiani in Germania durante la seconda guerra mondiale?» Per il Governo tedesco quelle domande sono classificate non accoglibili. Stiamo moltiplicando le nostre azioni, anche in campo europeo, perchè il partner tedesco non ha molta fretta di rispondere forse perchè pensa di stendere un velo pietoso sull’intera vicenda. Lino Zingaretti 5 SPIrito di gruppo PESARO & provincia Pensioni ex minatori del Belgio: Cgil soddisfatta ecco tutte le novità di legge «Il risultato di una PESARO - Buone notizie per gli ex minatori del Belgio: le pensioni estere erogate per malattia professionale o incidente sul lavoro che hanno privato l’interessato dell’attitudine al lavoro per tutta la vita sono equiparate alle rendite Inail. La novità più importante riguarda quei pensionati che hanno una pensione Inps inferiore al minimo perchè l’eventuale integrazione al trattamento minimo può variare in virtù del fatto che la rendita estera di cui parliamo prima faceva reddito ed ora non viene invece più considerata. Anche coloro che hanno versamenti all’Inps per almeno 12 mesi o che abbiano prestato il servizio militare per almeno 12 mesi e non hanno mai fatto richiesta di rendita all’Inps potranno con la dovuta documentazione fare la domanda di pensione. Le importanti novità in parte contenute nella legge 388 del 23/12/2000 sono state illustrate dai rappresentanti provinciali di Spi e Inca nel corso di una riunione tenutasi a Pesaro il 16 ottobre, alla presenza di numerosi ex minatori in Belgio. E’ stabilito che sono esclusi dalla formazione del reddito complessivo del soggetto non solo i redditi di pensione estera erogati a coloro che abbiano lavorato nelle miniere di carbone del Belgio, contraendo una malattia professionale invalidante, ma anche i redditi di pensione estera erogati nei confronti di coloro che abbiano contratto una malattia professionale non invalidante, purchè abbia- no lavorato nelle miniere di carbone del Belgio per almeno 20 anni. Anche in questo caso, infatti, le pensioni di invalidità avrebbero carattere non redittuale ma risarcitorio in considerazione dell’attività particolarmente usurante svolta dai minatori del Belgio. Al termine dell’incontro gli interessati sono stati invitati a contattare le sedi Spi e Inca della provincia. Gli interessati dovranno portare il “brevetto”; i pensionati dovranno portare il libretto di pensione e i redditi degli ultimi 10 anni. Chi ha almeno 12 mesi di lavoro la documentazione che lo attesta. Chi ha invece ha prestato servizio militare dovrà portare il foglio matricolare o chiederlo attraverso gli uffici Inca. lunga battaglia» PESARO - “E’ stata fatta finalmente giustizia”e’ il commento di Umberto Romani, coordinatore degli ex minatori alla Camera del lavoro di Pesaro a proposito delle novità legislative della categoria. “E’ stato lo Spi Cgil a condurre la battaglia per ottenere il riconoscimento Inail della pensione di invalidità degli ex minatori del Belgio, ovvero il carattere risarcitorio non tassabile – spiega- e la possibilità di ottenere la pensione minima almeno con 12 mesi di contribuzione”. Umberto Romani, anche lui ex minatore ricorda il patto Italo Belga che prevedeva l’invio di 50 mila italiani a lavorare nelle miniere di carbone. “Erano ragazzi –sottolinea- anche se molti di loro non ci sono più era giusto che la malattia professionale gli fosse riconosciuta al pari dei lavoratori italiani”. Gli ex minatori, anche se pochi, sono devotissimi alla loro patrona, Santa Barbara, che si celebra il 4 dicembre. Anche se non viene più considerata festa nazionale, Santa Barbara rappresenta per i minatori un’occasione irrinunciabile per ritrovarsi e per ricordare. Quest’anno, domenica otto dicembre, sarà celebrata una funzione religiosa nella chiesa della Madonna di Loreto a Pesaro.Al termine della celebrazione lo Spi Cgil depositerà una corona sulla lapide che ricorda i caduti nella miniera di Marcinelle, al cimitero centrale di Pesaro, simbolo del sacrificio estremo in nome del lavoro. M.D. La testimonianza di Cabernardi Un convegno a Pergola Donne, nuovo coordinamento È stato eletto nell’ultima riunione di Marina Druda PESARO - Lo scorso 23 ottobre le donne elette nel direttivo della Lega di Pesaro si sono riunite per la costituzione del coordinamento femminile La formazione del coordinamento all’interno delle leghe è una novità voluta dall’assemblea nazionale delle donne, riconfermata sia dal congresso nazionale che dai congressi provinciali. Il coordinamento si ba- 6 Luciana Giannini è la responsabile dell’organismo sa sulla prospettiva tutta femminile di vedere il mondo e i problemi con una sensibilità e una capa- cità di cogliere aspetti assai diversa da quella maschile. Pertanto il coordinamento si farà portavoce delle tante anche piccole istanze che non sempre trovano riscontro nell’organizzazione. Il coordinamento osserverà la “filosofia dei piccoli passi” ovvero la realizzazione di obiettivi semplici e mirati fino a giungere a grandi iniziative legate non solo alla contrattazione ma proponendosi come centro di aggregazione e iniziative. E’ stata eletta responsabile Luciana Giannini. PERGOLA - Lavoro e sacrificio: la miniera il suo emblema. Il comune di Pergola e la provincia di Pesaro hanno organizzato il 23 novembre a Pergola un convegno dal titolo “1952-2002 l’occupazione della miniera di Cabernardi. Dalle lotte per il lavoro la costruzione del nuovo futuro”. Alle 15,30 nella sala consiliare del Comune di Pergola si ritroveranno il sindaco Dario Conti, il presidente della Provincia Palmiro Ucchielli e l’assessore alla Cultura Paolo Sorcinelli. Interverranno poi il professor Giorgio Pedrocco dell’Università di Bologna, Renato Covino dell’Università di Perugia, il professor Stefano Gatti dello stesso ateneo e il ricercatore Marcello Tinti. Per la Cgil parlerà il segretario nazionale Ghezzi. Seguirà l’intervento del presidente del Cles Paolo Leon. Alle 18, infine, sarà proiettato il film “Pane e Zolfo “ di Gillo Pontecorvo che sarà presente e al quale si potranno rivolgere domande. M.D. MACERATA & provincia Per una sanità universale Sul tema i sindacati ritrovano unità di Gherardo Giglioni MACERATA - Pur nelle difficoltà dei rapporti unitari, le segreterie provinciali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp-Uil si sono incontrate per verificare eventuali punti di convergenza sugli argomenti di maggiore attualità. La riunione, che ha consentito ai nuovi dirigenti dei tre sindacati eletti nei rispettivi congressi di conoscersi, è stata proficua. Il documento unitario sulla sanità che è stato prodotto mette in evidenza la <viva preoccupazione per il rischio che la sanità, in mancanza di un disegno riorganizzativo serio e ra- zionale, diventi più scadente sia nella risposta ai bisogni dei pensionati sia nell’efficienza dei servizi> e che < la carenza di risorse comporti l’inasprimento del carico fiscale o l’avvio, non meno preoccupante, delle privatizzazioni>. Tutti gli interventi, e il documento poi approvato, hanno convenuto su come le ragioni della preoccupazione vadano ricercate <in una legge finanziaria che sostanzialmente prevede una riduzione globale delle uscite dello Stato (tagli alle spese)> verso le autonomie locali, nel <sempre più pesante deficit del bilancio regionale> da mettere in relazione con la <mancata attuazione dell’accordo con Cgil, Cisl e Uil del febbraio 2002>. Inoltre si è preso atto delle significative <proteste diffuse da parte di Sindaci e associazioni di Comuni> rispetto agli effetti che scaturiscono anche <dai pesanti tagli predisposti dai Commissari delle aziende sanitarie, per attenersi a quanto richiesto e disposto dalla Regione>. Le segreterie dei sindacati pensionati Cgil, Cisl e Uil hanno poi chiesto alla direzione dell’Inps un incontro per essere informati sullo stato dei lavori in merito alla liquidazione delle pensioni d’invalidità civile che nella nostra provincia vede un arretrato piuttosto pesante con tempi d’attesa troppo lunghi. Con il “biologico” al fianco degli anziani Per invalidità e ricostituzione Inps, pratiche più veloci MACERATA - Il comitato provinciale Inps sta conducendo incontri con le proprie agenzie presenti in provincia (Macerata, Civitanova Marche, Tolentino e Camerino) per stimolare la messa a punto di tutte le iniziative per rendere più efficiente e rapida la risposta alle richiesta di prestazioni. Particolare attenzione viene data al recupero dei ritardi nella liquidazione delle pensioni di invalidità e nelle ricostituzioni delle pensioni. L’Inps, a suo tempo, ha inviato la dichiarazione reddituale ai circa 12.000 pensionati titolari di pensioni minime che erano stati individuati come possibili beneficiari dell’aumento a 516 euro. In 10.600 hanno provveduto alla restituzione del modello e, di questi, hanno ricevuto il beneficio in 6.500, la metà circa della stima iniziale. Altri 400 hanno ricevuto l’adeguamento, compresi gli arretrati da gennaio, dichiarando la propria situazione presso gli istituti postali o bancari. Gli uffici Inca, presenti in tutti i Comuni della provincia di Macerata, sono a disposizione per presentare le domande di trasformazione in pensione di vecchiaia o di anzianità a favore di quanti siano titolari di assegno o di pensione di invalidità. La trasformazione può comportare benefici importanti. E’ opportuno che tutti gli interessati facciano controllare la propria situazione, recandosi presso la sede Inca più vicina. Chi avesse difficoltà a trovare indirizzi e orari può telefonare allo 0733-232097 cui risponde il centralino della Cgil provinciale. MACERATA- La pasta biologica come simbolo, prodotto buono e sano della tradizione italiana. E’ appunto la pasta biologica che i volontari dell’Auser hanno scelto di vendere per finanziare il “Filo d’argento”, il numero verde (800995988) già attivo in trenta città italiane e che, presto sarà attivato anche a Macerata (Vicolo Santafiora 4). Per contribuire a finanziare l’operazione i pensionati dell’Auser di Macerata, in contemporanea con i loro colleghi di 400 città italiane, il 5 ottobre scorso ne hanno distribuite 100 confezioni, per un totale di un quintale e mezzo di pasta. Quella della alimentazione biologica è una scelta che l’Ausetr della nostra provincia ha fatto a prescindere dall’episodio. Infatti grazie ad un accordo con il Comune, il Co.Sma.Ri., il consorzio di smaltimento dei rifiuti che vede associati molti dei comuni maceratesi, fornisce ai pensionati assegnatari degli orti comunali il Compost, un concime biologico prodotto dai rifiuti organici. L’impegno è di organizzare per primavera un’iniziativa di mostra e distribuzione dei prodotti degli orti sociali, la cui gestione è curata dall’Auser, con il duplice obiettivo di propagandare un’alimentazione sana e di sollecitare tutti i cittadini ad incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti casalinghi. 7 SPIrito di gruppo ASCOLI PICENO & provincia Dopo il grande risultato dello sciopero anche ad Ascoli Piceno Battaglia Cgil, crescono le adesioni Il sindacato, in questi mesi, verificherà le possibilità d’intesa con Cisl e Uil di Emidio Celani ASCOLI PICENO - La segreteria della Cgil di Ascoli Piceno esprime un giudizio molto positivo sulla straordinaria partecipazione allo sciopero e alla manifestazione del 18 ottobre di migliaia di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati. Percentuali molto elevate si sono registrate nei posti di lavoro in tutti i settori superando quelle registrate negli scioperi di aprile e di luglio. La partecipazione alla manifestazione è stata numerosa da tutte le aree della provincia. Ancora una volta, la Cgil ha riscosso un consenso molto ampio che, partendo dai lavoratori, si è esteso a grandi fasce della società: studenti, disoccupati, cittadini. Importanti sono state le presenze di associazioni e movimenti. Significativa è stata l’adesione delle pubbliche amministrazioni che, nel condividere la battaglia sui diritti, hanno voluto significare la comune lotta contro i tagli dei trasferimenti statali che costringeranno gli enti locali a probabili manovre impopolari. La Cgil esprime a tutti coloro che hanno partecipato alla propria iniziativa di lotta il più forte ringraziamento e l’impegno a proseguire la battaglia con coerenza e tenacia. Il clima sereno, composto ma determinato rispetto ai contenuti della protesta, rafforza la Cgil nella convinzione di aver fatto la scelta giusta proclamando lo sciopero con- tro il Patto per l’Italia che riduce i diritti del lavoro e snatura il ruolo del sindacato e contro la finanziaria 2003, da noi giudicata iniqua e dannosa. Alla luce della grave situazione economica, produttiva ed occupazionale del Paese, la segreteria Cgil giudica fallito il Patto per l’Italia e dannosa la Finanziaria 2003. Risulta ancora una volta confermato l’asse strategico della linea della Cgil che intreccia la difesa e l’estensione dei diritti del lavoro con la rivendi- cazione di uno sviluppo di qualità, contro il declino dell’Italia. La Cgil continuerà a sviluppare la propria iniziativa con un programma articolato, nel merito del quale verificherà le possibilità di convergenza con Cisl e Uil. La segreteria della Cgil riconferma il superamento di 30 mila firme nella campagna “Due si Due no” promossa a livello nazionale per la raccolta di 5 milioni di firme: è ormai prossimo l’obiettivo prefissato. Per il trasporto pubblico locale abbonamenti annuali da inserire di Sandro Cipollari A proposito del trasporto pubblico locale, si è appreso che la Giunta regionale, pressata da gravi esigenze di bilancio, aveva nella sostanza deciso di affondare la legge n° 27 del 1997 che prevede tariffe agevolate per numerose categorie di cittadini tra le più deboli e bisognose, quali invalidi civili e del lavoro, handicappati, anziani e via dicendo. Conosciuti i risultati della vertenza, si ha la consapevolezza che, senza un deciso intervento soprattutto della Cgil, la Giunta regionale non avrebbe modificato il suo atteggiamento. Oggi si 8 registra, infatti, con soddisfazione che con la delibera n° 1706 del 25 settembre 2002, la Giunta regionale estende al treno il diritto al trasporto pubblico agevolato e stabilisce agevolazioni in base al reddito anche per gli studenti, per i lavoratori, per i disoccupati e per i pensionati sopra i 65 anni. Tutto è bene quel che finisce bene, dunque? Non proprio. A nostro parere, infatti, vi è un punto molto importante che va ripreso in considerazione e che si riferisce all’annullamento (temporaneo o definitivo?) degli abbonamenti annuali. Il provvedimento è grave perché, oltre a costringere categorie disa- giate a recarsi ogni mese presso le aziende di trasporto a rinnovare l’abbonamento, determina (con riscontri inoppugnabili) un consistente aggravio dei costi per i cittadini che si avvalgono del trasporto pubblico. Tale aggravio può variare dal 25% al 40% e oltre, e colpisce anche quelle categorie talmente “sfortunate” per le quali la legge n° 27 del 1997 non ha previsto nemmeno l’aggancio al reddito per determinare la possibilità di ottenere l’agevolazione delle tariffe. Stiamo parlando di invalidi civili e del lavoro, portatori di handicap con invalidità pari o superiore all’80%, sordomuti e ciechi parziali. SPIrito di gruppo Segreteria regionale Spi Cgil Marche: Adelio Franceschetti, Carlo Santoni, Anna Colafrancesco A cura di: Maria Federica Buroni Hanno collaborato: le segreterie Spi provinciali di Ancona, Pesaro, Macerata e Ascoli Piceno Grafica: Media Graphics Collaborazione fotografica: Daniele Cimino, Giusy Marinelli Stampa: F.lli Spada - Ciampino Roma Sede: Via Primo Maggio, 142/a - Ancona Tel. 071/285741 Fax 071/2857400