Manuale del SARA Introduzione Manuale Per la Valutazione del rischio di recidiva nei casi di VIOLENZA DOMESTICA P. Randall Kropp Stephen D. Hart Christopher D. Webster Derek Eaves Versione italiana a cura di Anna C. Baldry e Arianna D’Ambrosio Autori: P. R. Kropp, S. D. Hart, C. D. Webster, & D. Eaves Versione Inglese © 2003 da British Columbia Institute Against Family Pagina 0 Manuale del SARA Introduzione Versione Italiana © 2004 Baldry e D’Ambrosio, Differenza Donna, ONLUS Gli autori asseriscono i loro diritti morali in riferimento ai diritti di autore e all’integrità di questo lavoro. Nessuna parte di questo lavoro può essere in alcun modo riprodotta senza l’autorizzazione de la British Columbia Institute Against Family Violence. NOTA: Questa guida è da intendersi solo per scopi informativi. L’uso appropriato di questa guida SARA prevede una formazione specifica. Contattare gli autori per informazioni sulla formazione. Per informazioni su questa guida e pubblicazioni sul tema, contattare: The British Columbia Institute Against Family Violence Suite 551, 409 Granville Street, Vancouver, British Columbia V6C 1T2 Tel: (604) 669-7055 Fax: (604) 669-7054 E-mail: [email protected] URL: www.bcifv.org In Italia contattare: Associazione Differenza Donna, Onlus Via delle Tre Cannelle, 15 00167 Roma, Italia Tel. 066780537 Fax: 066780563, E.mail: [email protected] URL: www.sara-project.org Pagina 1 Manuale del SARA Introduzione Introduzione Il danno di tipo fisico e psicologico che deriva dalla violenza esercitata all’interno di una relazione di coppia è ormai stato ampiamente documentato da ricerche recenti Quando si usa il termine violenza domestica, si fa quindi riferimento a ogni forma di aggressione, attuata o tentata che ha comportato o meno danno fisico, esercitata da parte di un uomo su una donna all’interno di una relazione intima presente o passata. Con questa definizione non si vuole fare riferimento solo a quelle azioni che escludono eventuali danni fisici, né tanto meno fare riferimento solo alle coppie sposate, né in assoluto si esclude che la violenza possa essere esercitata anche sugli uomini. La violenza interpersonale, nelle coppie, inoltre, non conosce confini geografici, distinzioni di culture o di status sociale; si tratta quindi di un fenomeno trasversale. (Baldry, 2003; Gelles & Straus, 1988; Island & Letellier, 1991; Koss, Goodman, Browne, Fitzgerald, Keita, & Russo, 1994; Kurz, 1993; Renzetti, 1992; Straus, 1993). Detto ciò possiamo dire che la violenza contro le donne esercitata dai propri partners non solo assume dimensioni epidemiche (OMS; 2002) ma è anche una delle forme più gravi di violenza per quel che concerne la sua diffusione e gravità anche in riferimento alle conseguenze che ne derivano che possono essere anche di tipo letale (Canadian Centre for Justice Statistics [CCJS], 1994; Koss et al., 1994; Kurz, 1993; O’Leary et al., 1989; Walker, 1989). Dato il continuo aumento di omicidi in famiglia che riguardano spesso partners uccisi dai loro mariti, conviventi attuali, ma sempre più spesso, passati (Eurispes, 2003), è sempre più impellente l’esigenza di trovare strategie per l’individuazione di quei casi maggiormente a rischio di Pagina 2 Manuale del SARA Introduzione recidiva. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che di fronte alla decisione della moglie o della convivente di porre fine a una relazione spesso caratterizzata da violenza, vogliono sancire la loro presunta supremazia e determinazione di esercitare un controllo e potere, imponendosi con la violenza, fino ad arrivare all’omicidio. L’escalation della violenza è frequente anche se a fasi cicliche (si veda la spirale della violenza precedentemente esposta come modalità di esercizio della violenza). La valutazione del rischio può essere di grande beneficio per i Tribunali, per il sistema carcerario, per le vittime, e inevitabilmente anche per quegli stessi uomini che usano violenza nei confronti della proprie partners creando danno anche nei confronti dei loro eventuali figli. Procedere con una valutazione di tipo psicologico e clinico è un compito importante anche se impegnativo perché si tratta di individuare quei fattori la cui presenza aumenta la probabilità che la violenza si reiteri nel tempo. Individuare questi fattori è importante anche se non significa che la loro assenza escluda il rischio di recidiva né che la loro presenza implichi necessariamente che quell’autore della violenza persevererà nella sua condotta. La conoscenza di tali fattori è sicuramente importante al fine di prevenire la violenza ed è pertanto fondamentale per la programmazione di progetti trattamentali. In Italia questo costituisce ancora un nodo problematico nel senso che non è previsto l’invio a programmi trattamentali sia perché non previsto dal codice di procedura penale, sia perché comunque non esistono centri, servizi che attraverso una terapia di tipo cognitivo comportamentale possono aiutare l’uomo violento a prendere consapevolezza del proprio comportamento, delle proprie rabbie, paure e gestirle, controllarle. Uno dei problemi principali quando viene effettuata la valutazione del rischio è la mancanza di indicazioni Pagina 3 Manuale del SARA Introduzione sistematiche, standardizzate e utili da un punto di vista clinico, fondate su basi empiriche utili per raccogliere, ponderare i dati e le informazioni provenienti anche dalle valutazioni clinico-forense. Data l’importanza di questo approccio, e il suo successo in paesi come il Canada, la Svezia, gli Stati Uniti, stupisce che non ci sia stato fino ad adesso, in Italia, un tentativo di mettere a punto un metodo per la valutazione del rischio di recidiva. In Italia, inoltre, questo tipo di approccio è di per sé più difficile, perchè non esiste proprio una legge che prevede la valutazione del rischio se non nei casi ove è necessario stabilire la parziale o totale infermità mentale dell’imputato, nonché in quei casi ove si richiede la valutazione della pericolosità sociale. Cosa va fatto per la valutazione del rischio: ¾ Individuare quali considerazione fattori vanno presi in ¾ Quali informazioni sono utili per prendere delle decisioni ¾ Dove raccogliere queste informazioni e come Un prezioso ed efficiente lavoro svolto in Canada dall’istituto della British Columbia on Family Violence e dalla commissione della British Columbia Forensic Psychiatric Services Commission, e il Ministero delle Pari Opportunità della British Columbia, nonchè le agenzie del governo e della comunità, ha permesso lo studio e la messa a punto di strategie per la valutazione del rischio nei casi specifici di violenza domestica. A tal proposito è stato messo a punto il SARA (Spousal Assault Risk Assessment), delle linee guida che aiutano nella valutazione del rischio. La versione originaria del SARA conta di venti fattori di rischio che poi sono stati Pagina 4 Manuale del SARA Introduzione ridotti a dieci nella versione per la polizia (SARA-PV, Versione per la Poilizia, denominato dai loro autori BSAFER). Formato Il SARA è una check list di analisi psico-sociale dei fattori di rischio della violenza domestica. La sua forma originale è costituita da 20 items identificati grazie ad un’attenta analisi della letteratura sulla tematica (Cooper, 1993) e da una rassegna di articoli scritti da clinici che hanno un’ampia esperienza di valutazione di uomini che sono violenti con le proprie partners. Il SARA non va inteso come un test nel senso classico del termine, ciò un test psicometrico con un punteggio e una valutazione ad esso associato. L’obiettivo infatti non è quello di fornire un indice esatto del rischio sulla base del quale la persona a cui è stata fatta la valutazione risulta o meno a rischio di recidiva. Non esistono pertanto punteggi numerici da associare al test. Un test psicologico di questo tipo sarebbe sicuramente molto utile, ma la sua costruzione richiederebbe sicuramente un notevole lavoro per la sua validazione. Va inoltre aggiunto che l’utilizzo dei test psicometrici è vincolato a delle leggi nazionali e il loro utilizzo è limitato a professionisti autorizzatI alla loro somministrazione e valutazione. Il SARA nasce invece con l’idea di essere accessibile e quindi utilizzato da diverse tipologie di professionisti e operatori che lavorano con casi di violenza domestica (assistenti sociali, forze dell’ordine, giudici, sostituti procuratori, psicologi delle ASL, dei servizi materno infantile, dei consultori, di associazioni che si occupano di violenza contro le donne. In tal senso il SARA è stato sviluppato come delle linee guida di valutazione o una checklist (cioè un canovaccio, un sostegno); un mezzo per assicurarsi che chi deve fare la valutazione del rischio prenda in rassegna e ponderi le Pagina 5 Manuale del SARA Introduzione variabili giuste, i fattori rilevanti e poi sulla base di un giudizio globale che tenga conto di tutti i fattori rilevati, e delle proprie considerazioni.1 L’obiettivo di chi ha costruito il SARA era quello di mettere a punto uno schema che fosse sintetico e di facile comprensione, senza richiedere una valutazione onerosa e di difficile attuazione e possibile sono da esperti. La formazione specifica è importante e costituisce il primo passo verso una specializzazione sempre più necessaria verso questi casi.2 La scelta di fare del SARA una checklist piuttosto che un test psicologico, non era assolutamente legata alla mancata disponibilità e possibilità di fare ricerca in questa direzione. Anzi, il SARA viene utilizzato anche per analizzare il livello di accordo fra i diversi valutatori (attendibilità fra valutatori) e l’accuratezza nel valutare direttamente il comportamento di chi deve essere valutato (i.e., validità predittiva). Dall’analisi della letteratura nell’ambito dei maltrattamenti, nonchè in riferimento alla ricerca sul campo nei casi di violenza in famiglia, e grazie alla decennale esperienza maturata in altri paesi come in Canada e in Svezia, siamo oggi in grado, anche in Italia di mettere a punto le linee guida per la valutazione del rischio di recidiva nei casi di maltrattamenti. Possibili ambiti di applicazione SARA 1 In questo modo, il SARA è simile ad altri strumenti di valutazione in ambito forense (si veda Grisso, 1986). 2 Gli sforzi sono stati realizzati tenendo conto di quanto dichiarato da Monahan (1981); in questo contesto abbiamo cercato di tenere in considerazioni le sue raccomandazioni. Pagina 6 Manuale del SARA Introduzione Anche se allo stato attuale, il SARA, in Italia, non viene utilizzato in ambito giudiziario, indicheremo qui di seguito gli ambiti ove viene utilizzato all’estero; verrà inoltre specificato se tale contesti di applicazione sono utilizzabili anche in Italia. Il crescente numero di maltrattamenti in famiglia a danno di partners o ex-partners richiede un’accresciuta attenzione dal parte del sistema della giustizia per evitare l’escalation della violenza ed in ultima analisi scongiurare anche casi di omicidi. La valutazione del rischio di recidiva può essere effettuata in diversi momenti e contesti: Prima del processo, in fase di indagini. Quando qualcuno viene arrestato per un reato legato ai casi di maltrattamento, la natura del presunto reato nonchè la storia personale del presunto autore pone il problema di quale tipo di misura cautelare applicare. E’ importante capire cioè se il presunto autore del reato può costituire un pericolo per la presunta vittima o autore o per eventuali figli e quindi prevedere qualche forma restrittiva, oppure se può essere lasciato in libertà magari con un ordine di divieto di dimora o con un ordine di allontanamento. Durante un procedimento. La valutazione del rischio può essere a volte richiesta quando un caso viene rinviato a giudizio. Se l’imputato non è ancora stato condannato, la valutazione del rischio può risultare utile per i giudici che devono valutare se applicare forme alternative come la libertà vigilata, gli arresti domiciliari, l’obbligo di firma o forme alternative al procedimento penale nei paesi ove è previsto. Se l’imputato è già stato condannato, i risultati emergenti dalla valutazione del rischio effettuata con il SARA potrebbero aiutare i giudici a decidere fra varie forme di sentenze (per esempio l’affidamento in prova piuttosto che la custodia cautelare), oppure per disporre Pagina 7 Manuale del SARA Introduzione eventuali raccomandazioni nei casi di disposizioni restrittive (per esempio il divieto di avvicinamento in determinati luoghi). Periodo detentivo. Dopo la condanna, la valutazione del rischio può essere utile per coloro che si occupano del detenuto e del suo eventuale progetto di recupero (educatori, psicologi, assistenti sociali). Tale valutazione può essere utilizzata per la messa a punto di programmi di trattamento, nonchè per valutare l’opportunità di eventuali visite familiari ed eventualmente la modalità della loro realizzazione. Rilascio. Per gli autori di reato che sono stati sottoposti a un regime carcerario, la valutazione del rischio può essere di aiuto per il tribunale di sorveglianza o quello di libertà se siamo ancora in regime di misure cautelari, in attesa di giudizio, per mettere a punto una strategia programmatica che risponda alle esigenze del caso specifico. Per un autore di reato in regime di libertà, che sta per concludere il suo periodo di supervisione da parte dei servizi sociali della giustizia, una valutazione del rischio può servire per indicare se disporre ordini restrittivi prima di chiudere definitivamente il caso. La messa a punto di un sistema di valutazione come il SARA è scaturita a seguito dell’esigenza di mettere a punto un sistema di valutazione del rischio fruibile dal sistema della giustizia penale; il suo utilizzo, tuttavia, può essere esteso anche ad altri contesti: Ambito civile. C’è stato un aumentato riconoscimento dei casi di violenza domestica nell’ambito della giustizia civile. La valutazione del rischio nei casi di violenza domestica può essere utile anche nei casi di separazione e divorzio nonché nei casi di affidamento e per stabilire le modalità di visita ed eventualmente anche sospensioni o decadenze della potestà genitoriale. Queste considerazioni Pagina 8 Manuale del SARA Introduzione assumono un significato particolare in virtù del fatto che molte separazioni costituiscono una condizione di rischio dell’escalation della violenza, basti pensare all’incremento di casi di persecuzione da parte degli ex-partners on alcuni casi sfociati addirittura in tragedia. Sulla base della legge 154/2001 sull’ordine di allontanamento dalla casa coniugale del partner violento, il giudice civile, ove si accertasse dell’urgenza e della gravità del caso, dispone un ordine di protezione a beneficio della vittima, da emanare entro 15 giorni dalla richiesta, fino a un massimo di 6 mesi estendibile per altri sei. Ammonimento. Negli Stati Uniti, ogni giurisdizione presenta una legislatura per gli obblighi legati alla segnalazione da effettuarsi ai professionisti di salute mentale, agli assistenti sociali (Dickens, 1985). Tale segnalazione diviene obbligatoria quando il servizio ha motivati elementi da ritenere che il detenuto che è stato rilasciato può comportare un danno per sè o per gli altri. A tale proposito il SARA può essere utilizzato in situazioni in cui, durante la valutazione disposta dal tribunale o durante la fase trattamentale, chi deve fornire la valutazione per il tribunale o per il trattamento si preoccupa che l’individuo in questione possa costituire un pericolo immediato per la propria moglie o fidanzata o ex-partner. La sussistenza dei fattori di rischio del SARA tendenzialmente sono di sostegno alla determinazione della presenza di elementi di rischio certi. I risultati che si possono ottenere utilizzando il SARA possono agire come elementi di valutazione indipendenti da parte di professionisti che sono chiamati a formulare un giudizio. Valutazione della qualità. Come precedentemente accennato, il SARA rappresenta un condensato di informazioni basate su conoscenze scientifiche e professionali nell’ambito della violenza domestica. Pagina 9 Manuale del SARA Introduzione E’ stata prestata particolare attenzione affinché gli item inclusi nel SARA fossero di facile comprensione (che fornissero cioè chiare definizioni concettuali), rispettassero i diritti civili (che non discriminassero cioè rispetto all’età, l’etnia, il genere o altri fattori), e fossero utili da un punto di vista clinico (e utili per predire la violenza). Si ritiene che il SARA possa essere utilizzato da professionisti che lavorano nell’ambito della salute mentale, dagli assistenti sociali, avvocati e delle associazioni a sostegno delle vittime al fine di valutare sia il rischio ma anche l’accuratezza della valutazione del rischio effettuata da altri. Il SARA non è esaustivo nel senso che ci sono numerosi altri fattori specifici non inclusi nello strumento che potrebbero essere associati con il rischio di violenza. Siamo comunque dell’idea che il SARA contenga un insieme minimale di fattori rilevanti che dovrebbero essere presi in considerazione. Può capitare che il valutatore, nel fare la sua valutazione, ha preso in considerazione anche altri fattori che non sono presenti nel SARA. Anche se, come notato in precedenza, il SARA non è esaustivo, è logico prevedere che i valutatori basino la loro valutazione su basi e principi logici; la valutazione del rischio fatto sullo stesso caso da valutatori diversi dovrebbe portare a valutazioni simili. A. Descrizione del SARA Il primo passo nella costruzione del SARA è stata la rassegna della letteratura clinica ed empirica su quelli che sono i rischi della violenza con particolare enfasi sui casi di violenza domestica (Cooper, 1993). La rassegna ha mostrato la presenza di numerosi studi che identificano la presenza di fattori di rischio che discriminano fra coloro che sono violenti nei confronti della partner e quelli che Pagina 10 Manuale del SARA Introduzione non lo sono (per esempio, Hotaling & Sugarman, 1986; Tolman & Bennet, 1990). Altri studi hanno fatto emergere la presenza di fattori di rischio associati al recidiviamo. Altri studi ancora hanno identificato i fattori di rischio di recidivismo di quelle persone che si sa già essersi resi responsabili di maltrattamento in famiglia — quelli arrestati, condannati o in trattamento (e.g., Gondolf, 1988; Saunders, 1992a, 1992b, 1993).3 Molti dei fattori di rischio in entrambe i tipi di studi erano gli stessi di quelli che sono stati riferiti quando si è parlato in termini più generale del rischio della violenza in generale (e.g., Hall, 1987; Monahan, 1981; Monahan & Steadman, 1994; Webster, Harris, Rice, Cormier, & Quinsey, 1994). Questo ha confermato la convinzione per cui era possible creare una checklist dei fattori di rischio di rilievo. La rassegna della letteratura ha anch’essa identificato svariati riferimenti bibliografici che hanno affrontato il problema della valutazione del rischio delle violenze future negli aggressori; valutazioni a volte identificate come valutazione della violenze letali (per esempio, Goldsmith, 1990; Saunders, 1992a, 1995; Sonkin, Martin, & Walker, 1985; Sonkin, 1987).4 Dopo un’attenta analisi, gli autori del SARA si resero conto che le linee guida i riferimenti bibliografici proposte erano inadeguate per gli obiettivi specifici del SARA. In primo luogo perchè risultavano troppo lunghe o semplicemente troppo complesse. Ad esempio, Sonkin et al. (1985) hanno identificato 15 3 Un recente studio (Cooper, 1994) ha suggerito che I fattori associati con l’aggressione coniugale sono anch’essi associati all’uxoricidio. 4 Svariati articoli hanno incorporato quei fattori che sono stati identificati in studi che si sono occupati delle donne maltrattate che uccidono; e cioè quei fattori che fanno riferimento ai così detti ‘omicidi giustificati’ degli aggressori delle proprie compagne che hanno agito come difesa personale. Pagina 11 Manuale del SARA Introduzione dimensioni generali e oltre 80 fattori specifici che sembravano contro-intuitivi o semplicemente di rilevanza indiretta. Alcuni esempio sono qui di seguito riportati: “la vittima, in precedenza si trovava in una relazione violenta” (Sonkin et al., 1985) e “la vittima ha cercato di suicidarsi” (Goldsmith, 1990). Entrambe questi fattori si focalizzano sulla vittima e sul suo comportamento passato piuttosto che sull’autore del reato e sul suo comportamento pregresso. Entrambe questi fattori si focalizzano sulla vittima e sul suo comportamento passato piuttosto che sull’autore e sul suo comportamento passato, e in molte circostanze sarebbero anche difficili da dimostrare.5 In terzo luogo, erano contenuti fattori che erano vaghi e insufficientemente precisi. Fra gli esempi, possiamo citare, “l’abusante è lunatico” (Goldsmith, 1990) e “gelosia” (Saunders, 1992a). Infine, alcuni includevano fattori che sono risultati ridondanti Un esempio in tal senso è, “contemplazione di suicidarsi”, “tentato suicidio” e “minacce di suicidio” (Sonkin et al., 1985). Abbiamo cercato di mantenere la lista dei nostri fattori relativamente corta e abbiamo cercato di soffermarci ad un livello moderato di specificità (i.e. al 5 Immaginate, ad esempio, di aver condotto per un caso a voi assegnato, una valutazione del rischio della violenza precedentemente all’udienza preliminare e che avete concluso che l’imputato è ad elevato rischio di recidiva specifica di grave violenza fisica nei confronti della moglie in parte dovuto al fatto che la moglie è terrorizzata dal marito. Siete seduti sul banco dei testimoni, e venite interrogati dall’avvocato della difesa che vi chiede: ‘Allora Dr. X il mio cliente è pericoloso e a rischio di recidiva semplicemente perché lo sostiene la moglie? Non potrebbe essere, dottore, che la signora stia esagerando la sua paura o che addirittura stia mentendo? Se così fosse, non sarebbero forse invalide le sue conclusioni? Non potrebbe essere il caso che la moglie del mio cliente sia affetta da un problema di tipo emotivo e che i suoi timori siano completamenti infondati? E se invece la signora fosse intimorita da voi o dal giudice? Vorrebbe, questo, forse dire che lei o il giudice siete ad elevato rischio di violenza?” Pagina 12 Manuale del SARA Introduzione livello di tratti, caratteristiche o incidenze, piuttosto che al livello di atti comportamenti isolati o troppo specifici). Il risultato è stato quello di disporre di una lista di venti fattori, identificati nel SARA come item, raggruppati per contenuti, in cinque aree, identificate come sezioni.6 Oltre a ciò, si è provveduto a includere una breve spiegazione logica per spiega ogni singolo fattore e la letteratura si supporto. Precedenti penali. Numerosi studi hanno dimostrato che precedenti penali per reati indipendenti alla violenza domestica erano associati a un incremento generale della violenza in generale ma nello specifico anche della violenza domestica. Questo fattore riguarda sia precedenti penali che violazione delle misure imposte dal tribunale o dagli altri servizi della giustizia. Sono pertanto stati inclusi tre fattori specifici inerenti i precedenti penali: Aggressione nei confronti dei componenti familiari (Item 1) fa riferimento alla violenza nei confronti dei membri della famiglia di origine o nei confronti dei propri figli. Non viene qui inclusa la violenza domestica pregressa che viene codificata in un’altra sezione. Aggressione passata nei confronti di estranei o persone conosciute di vista (Item 2) che fa riferimento alla violenza esercitata nei confronti delle persone che non hanno vincoli di parentela. La Violazione pregressa della libertà vigilata o dell’affidamento in prova ai servizi sociali (Item 3) fa riferimento alla violazione di disposizione sia in regime di misura cautelare sia a provvedimenti successivi a una condanna. Adattamento psicologico. Due item del SARA stanno ad indicare che il continuo disadattamento sociale è 6 La versione ridotta per la polizia (identificata come SARA-PV, denominata dai suoi autori come B-SAFER) conta di 10 fattori. Pagina 13 Manuale del SARA Introduzione correlato alla violenza. Problemi recenti di relazione (Item 4) fa riferimento alla separazione dal partner o gravi conflitti nella relazione durante l’anno precedente. Recenti problemi di disoccupazione (Item 5) fa riferimento allo stato di disoccupazione o a situazioni lavorative instabili dell’’ultimo anno. Non è chiaro, ma forse non è importante ai fini della valutazione del rischio, se il disadattamento sociale è la risultante di una condizione più grave di psicopatologia o la causa di una grave crisi finanziaria o di stress interpersonale; a prescindere da questi aspetti, questi fattori appaiono importanti. Un item di questa sezione, essere stati vittima o aver assistito a violenza domestica da bambino o da adolescente (Item 6), fa riferimento alla storia pregressa, e si riferisce alla forma di disadattamento nella propria famiglia di origine. Si tratta di uno dei fattori di rischio più forti identificati nella letteratura. Il motivo per cui questo fattore è così fortemente associato alla violenza personale, non è del tutto chiaro, anche se alcune ricerche sostengono che vi sia implicato un meccanismo legato all’apprendimento sociale (Widom, 1989). Siamo adesso a conoscenza di un numero consistente di ricerche che supporta il nesso fra disturbi mentali e comportamenti violenti (e.g., Monahan, 1992). Questo dato trova un suo corrispettivo in quattro item del SARA relativi all’adattamento psicologico: recente uso e dipendenza da sostanze stupefacenti (Item 7), recente intenzione o ideazione suicida o omicida (Item 8), recente sintomatologia psicotica o maniacale (Item 9), e disturbi della personalità associati con sintomi di rabbia, impulsività, o instabilità comportamentale (Item 10). Bisogna tuttavia sottolineare che con ciò non si vuole assolutamente assumente che disturbi mentali causano la violenza. Quello che accade, è che la presenza di disturbi mentali comporta una scarsa capacità di coping e un Pagina 14 Manuale del SARA Introduzione incremento dello stress interpersonale; per questo motivo gli individui con questi disturbi mentali potrebbero essere propensi ad agire e reagire in maniera sbagliata. Storia di violenza domestica. Questa sezione include sette item relativi alla violenza domestica passata. I fattori di rischio che si basano sulla presunta o attuale violenza sono inclusi in una sezione diversa, questo per permettere ai valutatori si separare più facilmente la parte di rischio attribuibile ad eventi documentabili (più facilmente identificabili come reali) piuttosto che quelli presunti, più facilmente contestabili, legati al passato. I primi quattro item hanno a che fare con la natura e la diffusione di aggressioni nel passato. Pregresse aggressioni fisiche (Item 11) è un fattore di rischio evidente che si basa sull’assioma, sostenuto dalla ricerca empirica, che il comportamento passato predice quello futuro (e.g., Monahan, 1981). Pregressa aggressione sessuale/gelosia possessiva (Item 12) fa riferimento alle aggressioni fisiche che hanno una connotazione sessuale o che accadono in contesti di estrema gelosia (come forme ‘punitive’ o per sancire il predominio sessuale del partner sulla donna). Uso pregresso di armi/o minaccia credibile di minaccia di morte (Item 13) fa riferimento a quel comportamento che esplicitamente o implicitamente implica una grave minaccia di morte o di forme estreme di violenza. Escalation della frequenza e gravità della violenza (Item 14) fa riferimento a tutti quei casi ove appare evidente che la violenza, nel tempo è aumentata sia in termini di gravità della violenza esercitata sia in termini di frequenza (Greenland, 1985). I tre item successive fanno riferimento a quelli che sono gli atteggiamenti e le opinioni che accompagnano la violenza. Pregressa violazione dell’oridne di allontanamento o di divieto di dimora (Item 15) fa Pagina 15 Manuale del SARA Introduzione riferimento a tutti quei casi dove l’aggressore ha violato le disposizioni del giudice (penale o civile) in merito al divieto di dimora o all’ordine di allontanamento che nei fatti impediscono all’uomo di avere contatti con la vittima delle violenze avvenute nel passato. Questo fattore è molto simili a quello del terzo item, presente nella sezione della storia criminale; tuttavia questo merita un’attenzione a parte perché è talmente rilevante per la valutazione del rischio che merita una considerazione specifica. Minimizzazione o negazione della violenza domestica (Item 16) potrebbe rientrare in una forma più generale di deresponsabilizzazione del comportamento violento in generale e specifico. Atteggiamenti che supportano o condonano la violenza contro le donne (Item 17) riguarda una vasta serie di credenze e valori – sia di tipo personale, sociale, religioso, politico e culturale – che incoraggiano modelli patriarcali di predominio maschile, atteggiamenti misogini e che condonano la violenza fisica o l’intimidazione come forme per porre fine ai conflitti e implementare il controllo. Indice dei reati. Questa sezione comprende tre item, simili nel contenuto a quelli che sono apparsi nella precedente sezione, che vengono codificati sulla base della violenza (presunta, attuale o quella più recente) a cui si fa riferimento: Gravi violenze e/o aggressioni sessuali (Item 18), uso di armi e/o minacce credibili di morte (Item 19), e violazione dell’ordine di allontanamento o di divieto di dimore (Item 20). Altre considerazioni. La sezione finale non contiene nessun item particolare. Permette tuttavia ai valutatori di prendere nota di alcuni fattori che ritengono di rischio non presenti nel SARA, per quel caso particolare e che ritengono altamente associati ad un elevato rischio di violenza. Si potrebbe includere in questa sezione comportamenti di persecuzione (e.g., Cooper, 1994); un Pagina 16 Manuale del SARA Introduzione passato con forme di sadismo sessuale, torture nei confronti della partner attuale o passate, violenza contro gli animali. Qualificazioni per la valutazione Dal momento che il SARA non è un test psicometrico e è pensato per poter essere usato in vari contesti, non esiste una professionalità specifica che titoli qualcuno dall’utilizzarlo. Se il SARA non viene utilizzato al fine di valutare una persona o prendere decisioni sul suo conto, non vengono richieste qualificazioni specifiche. Per esempio, il SARA potrebbe essere utilizzato per scopi educative (per esempio un istruttore utilizza il SARA per insegnare a coloro che si occupano dei detenuti i principi relativi alla valutazione del rischio), come forma di consultazione (e.g., un avvocato utilizza il SARA per preparare il suo interrogatorio al perito), o a fini di ricerca. Se il SARA viene utilizzato per una valutazione sull’individuo e per prendere decisioni, allora il valutatore deve essere responsabile di assicurare che la valutazione sia conforme ai requisiti di legge e alle disposizioni nel paese specifico, nel contesto specifico. Oltre a ciò chi usa il SARA per questi scopi dovrebbe possedere i seguenti requisiti minimi: (1) Esperienza in valutazione individuale (e.g., corsi di formazioni e/o lavoro in ambito psicologico, pedagogico, dei servizi sociali, o inerenti il sistema carcerario). (2) Esperienza in casi di violenza domestica (e.g., aver seguito dei corsi ufficiali, conoscenza della letteratura rilevante, lavoro sul campo). E’ da notare che alcuni item del SARA riguardano valutazioni dello stato mentale, e possono richiedere l’integrazione della valutazioni con la compilazione di Pagina 17 Manuale del SARA Introduzione valutazioni psicodiagnostiche o valutazioni professionali. Chi completa il SARA e non ha competenze psicologiche o psichiatriche specifiche potrebbe compilare questi item in base alla documentazione in possesso. Se non disponibile, potrebbe fare una valutazione di massima, sulla base del proprio giudizio (a) appuntando che si tratta di un giudizio provvisorio, oppure (b) omettere completamente questi item, facendo un appunto su eventuali limiti che questo può comportare in un riassunto finale. Procedura di valutazione E’ tassativo utilizzare tutte le informazioni a disposizione nell’effettuare la valutazione del rischio di recidiva Il SARA non andrebbe compilato fino a che non è stata realizzata un’attenta valutazione; gli item possono essere codificati DOPO che sono state raccolte e soppesate tutte le informazioni. In linea generale la valutazione includerà: (a) sia un’intervista con la vittima e l’accusato; (b) misure standardizzate di abuso fisico ed emotivo; (c) misure standardizzate sull’utilizzo di droghe e alcol; (d) analisi di altri documenti, di denunce, referti medici, informazioni sul case casellario giudiziario, e così via e (e) altre valutazioni di tipo psicologico. Alcune raccomandazioni circa queste valutazioni cliniche verranno qui di seguito presentate. Si raccomanda che i valutatori discutano in un rapporto (scritto o orale) la complessità delle informazioni su cui hanno basato la propria valutazione, nonché ogni limite della propria valutazione dovuto a mancanza o inadeguatezza di informazioni. Per aiutare i valutatori nel processo di valutazione, nell’Appendice B viene presentata un elenco per la raccolta delle informazioni. Pagina 18 Manuale del SARA Introduzione Intervista con la vittima e il sospettato. In Italia la situazione relativa alla valutazione del rischio è di gran lunga diversa da quella in Canada dove la procedura di valutazione del rischio è prassi procedurale giudiziaria. Si auspica che in ultima istanza anche nel nostro paese questo possa arrivare a utilizzare la procedura di valutazione del rischio come metodo per gestire i casi di violenza domestica. Qui di seguito vengono indicate la procedura utilizzata in Canada. Nella maggior parte delle situazioni in cui si procede alla valutazione del rischio, l’autore del reato viene inviato dal Tribunale per procedere alla valutazione del rischio, E’ da precisare che il contesto di valutazione potrebbe seriamente interferire con il processo di valutazione dell’intervista. Per esempio, i risultati della valutazione non sono riservati (o comunque ci sono seri limiti alla loro riservatezza); l’autore del reato sa che qualsiasi cosa dirà potrebbe essere materiale di dominio pubblico. Oltre a ciò, potrebbe essere il caso che qualsiasi dichiarazione da lui fornita riguardante reati passati, attuali o presunti potrebbe essere usata contro di lui nel processo o nel futuro. Per queste ragioni, l’autore del reato potrebbe essere in qualche modo riluttante di riferire della violenza attuale o passata e potrebbe non voler collaborare nella valutazione. Pertanto, è fondamentale disporre di qualsiasi documento relativo al comportamento del sospettato, nonché di interviste con la vittima. Altre informazioni possono essere ottenute da eventuali figli o altri testimoni, personale della polizia, assistenti sociali o psicologici che sono a conoscenza delle violenze.7 7 Quando la valutazione viene fatta con la vittima bisogna ricordarsi che l’attenzione va posta sul comportamento dell’accusato piuttosto che su quello della vittima. E’ pur vero che se la vittima che si sta intervistando non ha ricevuto alcun supporto o terapia è opportuno Pagina 19 Manuale del SARA Introduzione Dopo un’attenta lettura degli item del SARA, emerge che tutte le interviste devono riguardare le seguenti aree di riferimento all’accusato: • Esperienze di abuso e negligenza subiti durante l’infanzia (Item 6) • Storia sociale e lavorativa (Item 5) • Storia della relazione (Item 4) • Storia relativa alla condizione fisica e mentale (dall’Item 7 fino al 10) • Attuale stato mentale (dall’Item 7 fino al 10) • Storia relativa alle aggressioni e agli abusi (Item 1, 2, e 11 fino al 20) • Storia dei precedenti penali (Item 1 fino a 3 e 11 fino a 20) • Presenza di fattori di stress (in ‘altre considerazioni’) • Attuale rete di sostegno (Item 4 e alter Considerazioni) Si raccomanda l’uso di interviste strutturate o semistrutturate per fare in modo che le informazioni vengano raccolte in un modo sistematico ed efficace. Abuso fisico ed emotivo. La letteratura psicologica suggerisce che vi sono buoni motivi per evitare di basare la propria valutazione su un singolo modo di valutazione. Quando possibile si raccomanda l’utilizzo congiunto di interviste strutturate e questionari auto-compilati per inviarla a servizi specializzati e competenti e comunque condurre sempre l’intervista con attenzione e sensibilità. Lo stesso vale per colloqui effettuati con i bambini testimoni di violenza per i quali è richiesta una particolare sensibilità. Prima di iniziare un colloquio con le vittime o i loro figli è importante che i valutatori familiarizzano con eventuali standards etici e legali. Pagina 20 Manuale del SARA Introduzione ottenere informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si ottengono con indagini di tipo clinico. Le persone infatti rivelano il comportamento passato con maggior onestà e libertà in strumenti auto-compilati piuttosto che in una intervista faccia a faccia. Oltre a ciò, le interviste strutturate e le auto-dichiarazioni permettono che la raccolta dei dati sia sistematica, standardizzata, e priva di distorsioni (cioè chiedere le stesse domande alle persone). Infine è importante sottolineare come misure standardizzate spesso sono in grado di fornire dati normativi che permettono ai valutatori di confrontare le risposte fornite dagli individui con quelle dei gruppi di riferimento. Ci sono svariate rassegne sulle procedure di valutazione del rischio della violenza fisica ed emotiva all’interno di una relazione (e.g., Goldsmith, 1990; Hotaling & Sugarman, 1986; Saunders, 1992). Nel lavoro condotto da Kropp e Hart sono state utilizzate le scale di valutazione messe a punto da Linda Marshall (1992) che servono per misurare l’effettiva e la tentata violenza, poiché queste scale sembrano fornire una valutazione maggiormente comprensiva di altre scale di autodichiarazione (in particolar modo quelle relative alla sfera sessuale). Nello studio di valutazione del SARA è stata utilizzata anche la scala messa a punta Tolman (1989) che serve per misurare l’abuso emotivo e psicologico. In ogni caso si richiede all’accusato di valutare il proprio comportamento violento nei confronti della vittima e alla vittima di valutare (sulla stessa tipologia di scale) il comportamento dell’accusato nei suoi confronti. Oltre a richiedere l’estensione e la gravità del comportamento violento passato, (dall’Item 11 al 14, e dal 18 al 20), queste risposte permettono di capire fino a che punto l’accusato tende a minimizzare o negare il suo comportamento violento (Item 16). Pagina 21 Manuale del SARA Introduzione Uso di droghe e abuso di alcol. Per misurare l’abuso/dipendenza di alcolici viene utilizzata la scala di Selzer (1971) e quella di Skinner (1982) per valutare l’uso e la dipendenza di droghe. Entrambe queste scale sono brevi anche se le ricerche fatte utilizzando questi strumenti indicano che esse costituiscono degli indici estremamente utili relativi all’uso di queste sostanze. Viene chiesto all’accusato di indicare lui stesso il suo livello di uso di sostanze o alcol, e ogni volta che è possibile, lo si chiede anche alla vittima. Documenti collaterali. Bisognerebbe fare ogni per ottenere copie delle denunce in possesso della polizia, altri dati in possesso della giustizia. Se questi documenti non vengono inviati direttamente a chi sta facendo la valutazione del rischio, si possono richiedere a chiedere a chi sta seguendo il caso. I documenti in possesso della polizia contengono spesso elementi importanti relativi: (a) segni evidenti della violenza (ad es. tagli, lividi); (b) dichiarazioni di testimoni o di chiunque sia a conoscenza di quanto accaduto; (c) la valutazione del poliziotto che ha arrestato l’uomo circa la reazione e il comportamento di quest’ultimo; e infine (d) considerazioni fatte relative alla sicurezza della vittima al momento dell’arresto. Le informazioni sui precedenti penali sono utili per individuare se esistono procedimenti o denunce precedenti relativi ad aggressioni8 e violazioni di provvedimenti di ordini o di altre misure cautelari. Le dichiarazioni della 8Ci potrebbero essere imputazioni o condanne per comportamenti passati che non sono identificate come “aggressioni”. Per esempio danni o distruzione di proprietà potrebbero essere collegati al maltrattamento di altri. La natura esatta di questi crimini che potrebbero essere legati al maltrattamento degli altri può essere approfondita nell’intervista con l’accusato o con la vittima. Pagina 22 Manuale del SARA Introduzione vittima, inoltre, forniscono informazioni sulla violenza subita e sulle conseguenze sulla vittima. Altre procedure di valutazione. Si è già sottolineata l’importanza di intervistare la vittima al fine di fare la valutazione. Si possono utilizzare anche altre procedure per raccogliere informazioni. Queste possono includere strumenti per la valutazione della personalità, test cognitivi e intellettivi, interviste con parenti e i bambini e interviste con chiunque abbia seguito il caso. • Test di personalità: Dall’Item 7 al 10 del SARA si misurano disturbi legati alla violenza ripetuta. Come accennato in precedenza, le informazioni che potrebbero essere fornite durante l’intervista potrebbero non essere in grado di quali problemi psicologici esistono. Pertanto strumenti per la valutazione della personalità standardizzati possono fornire informazioni importanti per rilevare l’abuso di sostanze (Item 7), disturbi mentali (esempio, disturbi del pensiero, depressione, ideazione di suicidio e disturbo della personalità Item 8 e 9), e disturbi della personalità (Item 10). Ci sono diversi strumenti disponibili per valutare la personalità. Il Personality Assessment Inventory (PAI; Morey, 1991) è particolarmente utile in questo contesto in quanto contiene tre indici di aggressione e una misura di recettività al trattamento. Se esiste il sospetto di psicopatologia, viene raccomandato lo Hare Psychopathy Checklist — Revised (Hare, 1991). Esistono anche altri strumenti che misurano la gelosia, dipendenza, intrusività, la rabbia e così via. Tutti questi strumento solitamente richiedono un’interpretazione da parte di uno psicologo o uno psicometrista. • Test Cognitivi/intellettivi: Uno scarso rendimento intellettivo, o deficit cognitivi specifici possono Pagina 23 Manuale del SARA Introduzione precludere a un autore di reato la possibilità di beneficiare di un programma trattamentale. Se pertanto il valutatore sospetta queste limitazioni, potrebbe richiedere delle prove testologiche intellettive o più raramente neurologiche. Questi test devono essere somministrati e interpretati da psicologi qualificati. • Interviste con parenti/bambini: Come accade per la vittima, parenti e bambini possono fornire elementi importanti relativi al comportamento violento dell’accusato. Queste interviste possono permettere di capire se l’accusato è solitamente una persona aggressive, se cioè per esempio ha aggredito altri componenti della famiglia. Come accennato in riferimento agli item 1 e 2, questo potrebbe avere implicazioni per il rischio. • Intervista con l’assistente sociale a cui è affidato l’accusato: L’assistente sociale a cui viene affidato in prova l’accusato può fornire informazioni sulle attività quotidiane dell’accusato. L’assistente, in tal senso, potrebbe aver parlato con testimoni chiave, parenti o con dei contatti locali (ad esempio i datori di lavoro) per redigere rapporti precedenti all’emissione del verdetto. Quest’informazione è essenziale per codificare gli intem 3 e 20. Sistema di codifica Come accennato al SARA non si attribuisce un punteggio come avviene nella maggior parte dei test psicometrici. Piuttosto, al valutatore si chiede di effettuare uno dei tre tipi di valutazione che vengono codificati in un formulario riassuntivo. Appendice A). Pagina 24 Manuale del SARA Introduzione Presenza di singoli item. La presenza dei singoli item si classifica usando un sistema a 3 passi; 0 = assente, 1 = al limite, e 2 = presente. I criteri dettagliati per codificare ogni item vengono qui di seguito presentati. Gli item si possono omettere quando non si hanno informazioni sufficienti per poterlo codificare. E’ da notare che ciò non preclude necessariamente la possibilità di raggiungere una decisione finale di valutazione del rischio, ma qualsiasi limite che si riscontra dall’avere informazioni mancanti andrebbe discusso esplicitamente. Sulla base di precedenti ricerche svolte in Canada (e.g., Bond, Eaves, & Kropp, 1994; Kropp, 1995), la stessa presenza di singoli item costituisce di per sè un indicatore oggettivo del rischio. In generale, e soprattutto quando non sono presenti gli item critici (indicati qui di seguito), il rischio aumenta all’aumentare della presenza degli item codificati. Se pur vero che la compilazione del SARA richiede un certo livello di valutazione professionale soggettiva, tuttavia le ricerche hanno mostrato un buon grado di concordanza nella valutazione fra diversi valutatori per esempio in riferimento alla presenza o assenza di alcuni item (Kropp, 1995). Presenza di Itam critici. Gli item critici sono quelli che, in base alle circostanze specifiche del caso analizzato, sono di per sè sufficienti per dare la possibilità al valutatore la possibilità di valutare che l’individuo è ad elevato rischio di recidiva di violenza. Questi item sono inclusi in virtù del fatto che il rischio, così come viene percepito dal valutatore, non è una semplice funzione lineare derivante dalla presenza del fattori di rischio presenti all’interno di un caso. Questo è il motivo per cui non si procede a sommare codici numerici relativi ai singoli item del SARA per ottenere un punteggio globale: è possibile che un valutatore potrebbe giudicare che un individuo è a rischio di violenza sulla base di un solo item critico. Gli item Pagina 25 Manuale del SARA Introduzione critici sono codificati dicotomicamente: 0 = assente, 1 = presente. Giudizi riassuntivi sulla valutazione del rischio. Ai valutatori si richiede spesso di prendere in considerazione due aspetti: il rischio immediato di aggressione nei confronti della partner (che solitamente riguarda la motivazione che ha portato alla valutazione del rischio), nonché il rischio immediato nei confronti di altre persone (per esempio i figli, altri membri della famiglia o il nuovo partner della ex). Con il SARA, tale rischio viene codificato utilizzando un triplice formato: 1 = basso, 2 = moderato, ed 3 = elevato. Se l’individuo viene identificato come potenzialmente pericoloso nel fare del male ad altre persone, il valutatore ha il compito di identificare la vittima potenziale. Questi giudizi riassuntivi del rischio fanno riferimento a un giudizio complessivo diretto che permette confronti con altri valutatori. Le ricerche condotte fino ad ora suggeriscono che i giudizi di valutazione del rischio presentano un buon livello di attendibilità fra valutatori. (Kropp, 1995). Riferire i risultati I resoconti della valutazione del rischio (siano essi scritti o orali) sono regolati dalle leggi in vigore, dalle linee guida etiche e deontologiche delle singole professioni e dagli aspetti procedurali e organizzativi delle forze dell’ordine. E’ tuttavia vero che un buon resoconto, oltre a presentare le prove che giustificano il giudizio, presentano anche l’opinione di coloro che l’hanno redatto. Un buon resoconto, oltre ad essere di aiuto nel processo decisionale, evita al valutatore di apparire di essere stato superficiale nella sua valutazione (riducendo il rischio di incorrere in responsabilità legali) e inoltre proteggere i diritti degli Pagina 26 Manuale del SARA Introduzione autori dando loro la possibilità di impugnare l’opinione e i fatti su cui tale opinione si è basata. Un rapporto esaustivo dovrebbe ricoprire diverse aree: la storia psicosociale, l’attuale adattamento psicosociale e un opinione conclusiva. Le sezione relative la storia psicosociale dovrebbero comprendere aspetti relativi la storia relazionale, gli studi e il lavoro; informazioni sulla famiglia di origine, capacità genitoriali relazionali, aspetti relativi al passato della salute mentale e fisica, il passato delle aggressioni e del comportamento abusante e precedenti penali. La sezione relativa l’attuale adattamento psicolsociale dovrebbe includere elementi significativi sullo stato mentale (sintomi attuali, atteggiamenti, e comportamenti), presenza di elementi stressogeni, rete di sostegno, le circostanze che hanno portato agli episodi di violenza per cui si sta procedendo, (o gli aspetti più recenti relativi alla violenza domestica), e l’esito di qualsiasi questionario o test psicometrico che è stato somministrato. La sezione relativa all’opinione conclusive dovrebbe presentare giudizi riassuntivi sul rischio, nonché raccomandazioni su strategie per far fronte al rischio dell’accusato. Data la struttura in cui è stato costruito il SARA, esso si presta per discutere circa la modalità di gestione del rischio; ogni item del SARA è associalo logicamente a una o più strategie gestionali. Alcuni fattori di rischio sono di tipo statico (cioè non dovrebbero apportare cambiamenti nel tempo), mentre i fattori dinamici possono cambiare rapidamente. Nella Tabella 1, gli item del SARA sono stati suddivisi in statici e dinamici lungo un continuum con relative strategie gestionali. Tabella 1: Strategie di gestione del Rischio in funzione degli Itam del SARA Pagina 27 Manuale del SARA Item del SARA 1, 2, 3, 15, 20 10, 16, 17 4, 5 7 8, 9 Introduzione Tipologia Gestione Statici • Supervisione del caso Principalmente Statici • Supervisione oculata (statica) • Terapia individuale a lungo termine (dinamica) • Terapia di gruppo (dinamica) • Educazione psicologica (dinamica) • Trattamento interpersonale o di gruppo (statico) • Legal advice or dispute resolution (dynamic) • Vocational counseling • Assistenza del tribunale Analisi delle urine • Trattamento per droghe e alcol • Counseling di emergenza • Ricovero • Trattamento farmacologico • Interdizione all’uso e detenzione di armi Statici e/o dinamici Dinamico Dinamici Pagina 28 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #1: Aggressione passata dei membri della famiglia Analisi Uno dei più noti risultati di ricerca è che i criminali con una storia di violenza hanno molte più probabilità di intraprendere una violenza futura, rispetto a coloro che non hanno vissuto una storia simile (Monahan,1981; Webster, Dickens & Addario,1985). Sembra che un certo sottogruppo di criminali agisca violentemente solo nei confronti dei membri familiari (Dutton,1988; Dutton & Hart,1992); questo tipo di violenza tende ad essere ripetitiva inoltre, gli aggressori della propria moglie che sono portatori di una storia di violenza fisica o sessuale contro i membri familiari sono ad elevato rischio di comportamenti violenti recidivi.(Gondalf,1988; Hotaling & Sugarman,1986; Saunders,1992; Sonkin et al.,1985; Stuart & Campbell,1989). Codifica 2 Aggressione effettiva o tentata di membri familiari nel passato. 1 Aggressione minacciata di membri familiari nel passato. Aggressione non attuata, né tentata né minacciata di membri familiari nel passato.. Nota. Il termine “aggressione” include aggressioni fisiche , sessuali ed ogni utilizzo di un’arma ; il termine “membri familiari” include parenti biologici ed acquisiti (genitori,patrigno,matrigna,fratelli etc.), così come figli di passate o presenti relazioni, ma esclude partners passati o presenti (codificati nella sezione 4). 0 Pagina 30 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #2: Aggressione passata di estranei o conoscenti Analisi Abusanti con una storia di violenza hanno un rischio più elevato di commettere violenze contro il coniuge,anche se in passato la violenza non era stata diretta contro partners o membri della famiglia. Sia i clinici che i ricercatori hanno osservato che gli “uomini generalmente violenti” (coloro che sono violenti sia dentro che fuori casa) intraprendono violenze contro la moglie più frequentemente ed in modo più grave, rispetto agli altri maltrattatori di mogli ( Cadsky & Crawford, 1988; Fagan, Stewart, & Hansen, 1983; Gandolf, 1988; Sunders,1992; Sunkin 1987; Stewart & Campbell,1989). Codifica 2 Effettiva o tentata aggressione di estranei o conoscenti nel passato. 1 Minacciata aggressione di estranei o conoscenti nel passato. 0 Aggressione non effettiva né tentata,né minacciata di estranei o conoscenti nel passato. Nota. Il termine “aggressione”include aggressioni fisiche, sessuali ed ogni tipo di utilizzo di armi; i termini “estranei o conoscenti” includono chiunque non è né un partner intimo, né un parente biologico,né un parente acquisito. Pagina 31 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #3: Passata violazione della libertà condizionata o della sorveglianza in comunità Analisi Gli abusanti che hanno violato i termini della libertà condizionata (rilascio pieno, rilascio giornaliero, mandato di sorveglianza, assenza temporanea) o della sorveglianza in comunità ( cauzione, libertà vigilata) hanno più probabilità di essere recidivi rispetto agli altri tipi di soggetti abusanti ( Andrews,19991; Hart,Kropp & Hare,1988; Nuffild,1982). Questa relazione è vera quando il criterio considerato è la recidività violenta (Harris, Rice & Quinsey,1993). Questo item dovrebbe essere codificato sulla base dei registri ufficiali della giustizia criminale (e.g. polizia o rapporti probatori, registro criminale, etc.). Codifica 2 1 0 Arresti passati per violazione dei termini della libertà condizionata o della sorveglianza in comunità Passate violazioni dei termini della libertà condizionata o della sorveglianza in comunità che non hanno avuto come conseguenza un arresto. Nessuna storia di violazione dei termini della libertà condizionata o della sorveglianza in comunità. Nota. Codificare questo item non considerando se le violazioni si sono verificate all’interno del contesto dell’aggressione al coniuge.La violazione dell’ordine di non avere contatti va considerata come una violazione della libertà condizionata.Un individuo che non ha avuto contatti con i giudici o la polizia prima dell’offesa dovrebbe ricevere una codifica di 0. Pagina 32 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #4: Problemi nelle relazioni attuali Analisi In generale, le persone aggressive aventi relazioni intime instabili, tendono ad avere più esperienze criminali, ad attaccare in maniera violenta sempre più frequentemente, con un tasso sempre più alto di recidività violenta rispetto a coloro che invece hanno relazioni stabili (Andrews, 1991; Snyder & Fruchtman, 1981). Dopo un’osservazione su coloro che hanno un comportamento violento con la moglie, molti clinici hanno notato che il grado di violenza emerge maggiormente nelle seguenti situazioni: a) l’uomo vive con la partner ma lei vuol terminare la relazione; b) l’uomo è separato dalla partner ma vuole continuare ad avere una relazione con lei; oppure c) dopo un’improvvisa e/o una recente separazione (Crawford & Gartner, 1992; Kennedy & Dutton, 1989; McNeil, 1987; Solicitor General of Canada, 1985; Sonkin, Martin & Walker, 1985). L’omicidio di una donna da parte del suo partner è assai probabile che si manifesti nell’ambito di una separazione coniugale o di un divorzio (Daly & Wilson, 1988). A livello un po’ più generale, è stato osservato che gli uomini violenti hanno spiccate carenze e problemi nell’avere una comunicazione con le loro partner (Maturo, Cahn, & Vitaliano, 1986; Saunders, 1993). Codifica 2 Separazione dal partner o conflitti estremi in relazioni coniugali avvenuta nell’anno passato. Pagina 33 Manuale SARA 1 Ulteriori considerazioni Conflitti moderati in relazioni coniugali avvenuti nell’ anno passato. Nessun cambiamento dello stato civile e nessun conflitto, neanche lieve, in relazioni coniugali avute nell’ anno passato. Nota. Ognuno degli argomenti va codificato in base al grado di intolleranza reciproca avuto nell’anno passato, senza badare al fatto se la coppia ha ricevuto assistenza o se il conflitto è scaturito in seguito a un’offesa ricevuta. 0 Pagina 34 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #5: Problemi attuali di impiego Analisi La disoccupazione è associata a un crescente rischio di recidività generale (Andrews, 1991). Le persone irresponsabili disoccupate sono con più probabilità anche le più violente (Tittle, Villemez, & Smith, 1978). Bassi guadagni e problemi finanziari sono anch’essi un fattore di rischio che porta a coinvolgimenti nelle aggressioni matrimoniali (Campbell, 1986; Hotaling and Sugarman, 1986; Stuart & Campbell, 1989). Un improvviso, attuale cambiamento dello stato di occupazione, più specificatamente siluramento o licenziamento, può essere associato a un crescente rischio di atti di violenza (McNeil, 1987). Generalmente si pensa che alcuni uomini scarichino le loro frustrazioni e rabbie accumulate sul lavoro sui propri congiunti (Saunders, 1993). Codifica 2 Attualmente disoccupati, con una instabile situazione lavorativa nell’anno passato. 1 Attualmente disoccupati, con una stabile situazione lavorativa nell’ anno passato; o, attualmente occupati, con una instabile situazione lavorativa durante l’anno passato. Attualmente occupati, con una stabile situazione lavorativa nell’ anno passato. 0 Nota. “Occupati” significa con lavoro full-time o simile (anche autoimpiego); “instabile” significa cambiamenti frequenti di lavoro o significativi periodi di disoccupazione. Pagina 35 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #6: Vittima e/o testimone di violenza familiare durante l’infanzia o l’adolescenza Analisi C’è un forte collegamento tra l’abuso minorile e la criminalità generale (Dutton & Hart, 1992, a,b; Kaufman & Zigler, 1989; Widom, 1989). Inoltre, i fatti suggeriscono che l’essere stato, da bambino o da adolescente, vittima o testimone di un atto di violenza subita in famiglia è associato a comportamenti aggressivi nei riguardi della moglie in età adulta (Hotaling & Sugarman, 1986). Caesar (1988) ha riportato che i tipi aggressivi, rispetto a quelli miti, possano essere stati vittime di “doppia catastrofe” di abusi, ossia essere stati entrambi vittime e testimoni di violenza in famiglia. Anche rischi di violente e ripetute aggressioni nei confronti della moglie sono stati collegati a soprusi o testimonianze di atti di violenza subiti nell’infanzia o nell’adolescenza (Saunders, 1992b; Sonkin, 1987). Il tipo di vita familiare agli inizi sembra che determini una situazione premonitrice di un tipo di brutalità da assistenza psichiatrica nell’arco di un anno (Klassen & O’Connor, 1989). Saunders (1993) recentemente ha sviluppato una graduatoria di questa variabile come uno dei tre più prominenti fattori di rischio di violenza domestica. Codifica 2 Vittima e/o testimone di frequenti o seri atti di violenza in famiglia subiti nell’infanzia o durante Pagina 36 Manuale SARA Ulteriori considerazioni l’adolescenza. 1 0 Vittima e/o testimone di poco frequenti o poco seri atti di violenza in famiglia subiti nell’infanzia o durante l’adolescenza. Mai stato vittima e/o testimone di atti di violenza in famiglia subiti nell’infanzia o durante l’adolescenza. Pagina 37 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #7: Recente abuso/dipendenza da sostanze Analisi Un cattivo uso di sostanze si lega alla criminalità e ai ripetuti comportamenti violenti in generale (ad es. Harris et al., 1993; Monahan, 1981). Aggressori in situazioni di violenza familiare (compresi gli aggressori verso le coniugi) che hanno fatto abuso di sostanze sono in percentuale maggiore di coloro che non hanno fatto tale abuso (ad es. Dutton & Hart, 1992b; Tolman & Bennett, 1990). Alla fine, un recente abuso di sostanze si associa al rischio di recidivismo violento tra gli aggressori con le coniugi (Gondolf, 1988; Saunders, 1992b; Sonkin, 1987; Stuart & Campbell, 1989; Walzer, 1989). Secondo Saunders (1993), l’abuso di alcool è considerato come uno dei tre prominenti fattori di rischio nei casi di violenza domestica; Saunders aggiunge anche che un uso persistente possa indurre discussioni molto accese riguardo l’eccessivo bere. Codifica 2 Considerevole abuso o dipendenza da sostanze riscontrate nell’anno precedente. 1 Abuso da sostanze non rilevante riscontrate nell’anno precedente. 0 Nessun segno di abuso o dipendenza da sostanze riscontrate nell’anno precedente. Nota. Ognuno degli argomenti va codificato in base al tipo di situazione che si è presentata nell’anno passato, senza considerare il trattamento ricevuto dall’individuo. “Considerevole” significa che l’abuso di sostanze ha minato la salute del soggetto o la sua condizione sociale (ad es., ha portato a overdose o pancreatite; arresto o perdita del lavoro). Pagina 38 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #8: Recenti idee/intenzioni omicide o suicide Analisi Il legame tra idee/intenzioni omicide e il rischio di atti di violenza è evidente; infatti, le leggi delle province del Canada riguardanti lo stato di salute mentale riconoscono l’intento omicida, qualora sia associato a un problema mentale, come sufficiente motivo per una detenzione per omicidio colposo. Sebbene il legame tra suicidio e rischio di atti di violenza sia meno ovvio, il suicidio è spesso indicativo di una situazione di “crisi” per il soggetto in questione, e quindi è generalmente considerato come un fattore di rischio (Goldsmith, 1990; saunders, 1992b; Stuart & Campbell, 1989). In più ricerche empiriche suggeriscono che c’è un collegamento tra l’essere un pericolo per se stessi e un pericolo per gli altri; ossia, i due fattori coesistono di più di quanto ci si aspetti basandosi sulle esperienze (ad es. Convit, Jaeger, lin, Meisner, & Volava, 1988; Menzies, Webster, & Sepejak, 1985). Inoltre, gli uomini che uccidono la loro partner spesso hanno manifestato nel passato intenzioni suicide o intenzione a commettere le loro azioni; infatti, non è insolito per questi individui, commettere o tentare un suicidio dopo un omicidio. Pagina 39 Manuale SARA Ulteriori considerazioni Codifica 2 Intenzioni o idee serie di omicidio o suicidio riscontrate nell’anno passato. 1 Intenzioni o idee non serie di omicidio o suicidio riscontrate nell’anno passato. 0 Nessuna intenzione o idea seria di omicidio o suicidio riscontrata nell’anno passato. Nota. Ognuno degli argomenti va codificato in base al tipo di situazione che si è presentata nell’anno passato, senza considerare il trattamento ricevuto dall’individuo. “Serio” significa che: (a) è stato riscontrato che l’intenzione è stata persistente e invadente, o ha instaurato metodi altamente letali, oppure (b) tale intenzione è passata da un livello moderato a uno più alto. Pagina 40 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #9: Recenti sintomi psicotici e/o maniacali Analisi C’è un grande discussione nella letteratura pratica riguardante un collegamento tra il disordine mentale e gli atti di violenza. Alcuni studi riportano una correlazione reale tra psicotismo e violenza passata (Swanson, Holzer, Ganju, & Jono, 1990; Monahan, 1992); comunque, altri studi riportano la conclusione che la psicosi (o almeno la psicosi analizzata) è associata a un rischio di violenti atti recidivi decrescente (Rice, Harris & Cormier, 1992). Una spiegazione più consistente è che attuali sintomi psicotici e/o maniacali sono associati a rischi di esplosione di violenza di breve durata (Binder & McNeil, 1988; Link & Stueve, 1994). Codifica 2 Gravi sintomi psicotici o maniacali riscontrati nell’anno passato. 1 Sintomi psicotici o maniacali riscontrati nell’anno passato. 0 Nessun sintomo psicotico riscontrato nell’anno passato. o non gravi maniacale Nota. Ognuno degli argomenti va codificato in base al tipo di situazione che si è presentata nell’anno passato, senza considerare il trattamento ricevuto dall’individuo. I sintomi psicotici comprendono: (a) discorsi privi di logica o largamente sconclusionati, (b) delusioni, (c) allucinazioni e (d) comportamento abbastanza bizzarro. I sintomi maniacali comprendono (a) estrema euforia o irritabilità, (b) superbia, (c) pensieri sfuggenti e discorsi serrati e (d) iperattività motoria. “Gravi” significa che i sintomi vengono riscontrati in pazienti tuttora ricoverati o dimessi ma ancora sotto cure psichiatriche, o che hanno un grado di invalidità. Pagina 41 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #10:Disordine della personalità con impulsività o instabilità comportamentale ira, Analisi Gli sconvolgimenti della personalità sono in generale molto comuni in tutti gli aggressori (Hare, 1983, 1991) e più specificatamente tra gli aggressori delle coniugi (Hamburger & Hastings, 1988; Hart, Dutton, & Newlove, 1993). Gli sconvolgimenti della personalità sono caratterizzati da ira, impulsività e instabilità nei comportamenti (ad es.: psicopatico/antisociale, emarginazione, narcisistico o istrionico sconvolgimento della personalità) e sono associati a un crescente rischio di comportamento criminale, compresa violenza e recidività violenta (Hare, 1991; Harris et al., 1993; Sonkin, 1987). Alla fine, lo sconvolgimento della personalità è considerato da Saunders (1993) un “probabile fattore di rischio” e mette in rilievo che, molti mariti che hanno aggredito le loro mogli durante questo trattamento, hanno uno spiccato profilo nei test standard della personalità. Questo articolo va codificato sulla base di valutazioni passate sullo stato di salute mentale. Se tali valutazioni non sono disponibili, quest’articolo va codificato assieme a una consultazione professionale, dello stato di salute mentale. Codifica 2 Sconvolgimento della personalità caratterizzato da gravi problemi assieme a ira, impulsività o instabilità nei comportamenti. Pagina 42 Manuale SARA Ulteriori considerazioni Sconvolgimento della personalità caratterizzato da problemi assieme a ira, impulsività o instabilità nei comportamenti meno gravi. Nessun sconvolgimento della personalità 0 caratterizzato da problemi assieme a ira, impulsività o instabilità nei comportamenti. Nota. “Gravi” significa che i sintomi vengono riscontrati in pazienti tuttora ricoverati o dimessi ma ancora sotto cure psichiatriche, o che hanno un grado di invalidità (ad es. PCL-R Punteggio totale = 25; diagnosi eseguita su ognuno appartenente al Gruppo B DSM-III-R); “meno gravi” significa che per questi individui non è stato richiesto alcun trattamento ma c’è solo un disadattamento sociale (ad es. PCL-R Punteggio totale compreso tra 15 e 25; caratteristiche prominenti in tutti gli appartenenti al gruppo B DSM-III-R). 1 Pagina 43 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #11: Aggressioni fisiche nel passato Analisi Uomini che hanno dimostrato avere un comportamento aggressivo in relazioni intime recenti e passate sono a rischio di futuri atti di violenza (Fagan et al., 1983; Sonkin, 1987). Le stime del tasso di recidività di aggressione nei riguardi della moglie nell’arco di uno o due anni cade in un intervallo compreso tra il 30 e il 70 percento (Dutton, 1995); queste percentuali sembra valgano indipendentemente dal fatto che l’aggressore sia arrestato e/o trattenuto (Hamburger & Hastings, 1993). Codifica 2 Partner intimi aggrediti fisicamente di recente o nel passato. 1 Tentata aggressione fisica nei confronti dei partner intimi avvenuta di recente o nel passato. 0 Nessun tentativo, recente o passato, di aggressione fisica nei confronti dei partner intimi. Nota. “Aggressione fisica” comprende aggressione armata ma esclude violenza sessuale (codificata nell’articolo #13) e minacce (codificate nell’articolo #14); “partner intimi” comprendono mogli, spose al comune, fidanzate. Pagina 44 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #12: Aggressioni sessuali/ gelosia sessuale nel passato Analisi Tipologie varie di aggressori delle mogli spesso mettono in evidenza che i più duri modelli di vita generano aggressioni sessuali e gelosia estrema (Gondolf, 1988; Snyder & Fruchtman, 1981). Inoltre, uomini che hanno aggredito sessualmente le loro partner e/o hanno dimostrato una significativa gelosia sessuale sono i più a rischio di violenza recidiva (Goldsmith, 1990; Saunders, 1992b; Stuart & Campbell, 1989; Walzer, 1989). Codifica Partner intimi aggrediti sessualmente di recente o nel passato, o almeno una aggressione fisica avvenuta in passato in un contesto di profonda gelosia sessuale. Tentata aggressione sessuale nei confronti dei 1 partner intimi avvenuta nel passato, o una storia in corso di profonda gelosia sessuale. Nessun tentativo recente di aggressione sessuale 0 nei confronti dei partner intimi attuali o passati, e nessuna storia di profonda gelosia sessuale. Nota. “Aggressione sessuale” comprende aggressione armata ma esclude minacce (codificate nell’articolo #14); “profonda” significa che la gelosia è stata un tormento per quei pazienti ricoverati o dimessi nel passato, o che ha provocato disadattamenti nelle funzioni sociali; “partner intimi” comprendono mogli, spose al comune, fidanzate. 2 Pagina 45 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #13: Uso di armi e/o credibili minacce di morte nel passato Analisi Coloro che aggrediscono le mogli o che hanno usato nel passato un’arma nei confronti delle loro partner o di altre, o che hanno minacciato di usare nel futuro un’arma, sono in aumento di rischio di recidività violenta (Sonkin, Martin, & Walzer, 1985). Anche gli uomini che fanno serie minacce di morte o di picchiare le loro partner (ad es.: uomini fortemente inibiti dalle proprie partner) sono sotto tale aumento di rischio (Gondolf, 1988; Sonkin, 1987; Stuart & Campbell, 1989; Walzer, 1989). Si pensa che le aggressioni verbali siano segni premonitori di violenza nei secondi matrimoni (Murphy & O’Leary, 1989). Codifica 2 Uso di armi o credibili minacce di morte ricevute nel passato. 1 Minacce per il futuro di uso di armi o credibili minacce di percosse ricevute nel passato. 0 Nessun riscontro di (a) uso o minacce per il futuro con un’arma, o (b) credibili minacce di percosse o di morte ricevute nel passato. Nota. “Arma” comprende armi da fuoco, coltelli, e oggetti usati come bastoni; “credibili” significa che le minacce sono state percepite come tali dalla vittima. Minacce poco chiare (ad es. “Te la farò pagare”) percepite come credibili da parte della vittima andrebbero interpretate come minacce di serie percosse. Pagina 46 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #14: Recente aumento di frequenza o brutalità di aggressione Analisi Coloro che hanno studiato le aggressioni sulle mogli hanno maggiormente riscontrato che le relazioni abusive sono di frequente caratterizzate da distinti modelli o cicli di violenza. Alcuni studiosi hanno messo in risalto la similitudine di questi modelli attraverso tali relazioni (Walzer, 1989; Ganley, 1987), mentre altri ne hanno messo in risalto le differenze (Webster et al., 1985). Indipendentemente da tali raffronti, comunque, questi autori hanno notato che un sempre più crescente aumento nella frequenza o nella brutalità delle aggressioni è associato ad un imminente rischio di recidività violenta (Sonkin, 1987; Stuart & Campbell, 1989). E’ stato notato, nella letteratura riguardo il recidività violenta, che è essenziale rivedere tutte le informazioni più rilevanti quando si valutano questi modelli di violenza (Rice & Harris, 1992). In molti casi, tale analisi porterà a mostrare nel tempo una “traiettoria di violenza” (Greenland, 1985). Codifica Aumento definito di frequenza e/o brutalità nel comportamento aggressivo durante l’anno precedente. Possibile incremento di frequenza e/o brutalità 1 nel comportamento aggressivo durante l’anno precedente . Nessun apparente incremento di frequenza e/o 0 brutalità nel comportamento aggressivo durante l’anno precedente, o nessuna apparente storia di comportamento aggressivo avuta nel passato. Nota. Codificare secondo la natura di questi incrementi avuti nell’anno precedente, senza considerare se l’individuo ha ricevuto delle cure e trattamenti. 2 Pagina 47 Manuale SARA #15: Violazione allontanamento Ulteriori considerazioni pregressa dell’ordine di Analisi La ricerca indica che le violazioni nel passato di rilascio e/o di condizioni di supervisione sono associati ad una generale e violenta recidiva (vedi Articolo 3). Sebbene vi sia una sensibile prova diretta generata su questa questione, basata sull’assioma che il comportamento passato è il miglior segnalatore di un comportamento futuro, gli aggressori di mogli con una storia di violazione dell’ordine cautelare di una corte civile o penale di “nessun contatto” (ad es.: libertà su cauzione, libertà vigilata, oppure ordine di custodia, accordi di pace) potrebbero essere a rischio di violenta recidiva. Questa affermazione è supportata da esperienze cliniche. Codifica Arresti nel passato per violazione del provvedimento cautelare di “nessun contatto” per ordine di una corte di giustizia civile o penale. Violazione nel passato del provvedimento 1 cautelare di “nessun contatto” per ordine di una corte di giustizia civile o penale che non è stata tramutata in arresto. Nessuna violazione nel passato del 0 provvedimento cautelare di “nessun contatto” per ordine di una corte di giustizia civile o penale, o comunque l’individuo non hai mai ricevuto tale ordine. Nota. “Ordine di una corte civile o penale” comprende anche libertà su cauzione, libertà vigilata, ordine di custodia, come pure accordi di pace e così via. La violazione di un ordine di “nessun contatto” porta verso una codifica come quella dell’Articolo #3. 2 Pagina 48 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #16: Minimizzazione estrema o rinnegamento di un’aggressione verso il coniuge Analisi Molti seri e persistenti aggressori quotidianamente assumono un atteggiamento di minimizzazione e/o negazione del loro comportamento antisociale. Questo è vero nei tipi violenti in generale, e in quelli verso le proprie mogli in particolare (Dutton, 1995; Hare, 1991; Saunders, 1992b; Webster et al., 1985). Negli aggressori con le mogli, la minimizzazione e la negazione sono associate a una mancanza di volontà a desistere dal commettere atti di aggressione o a intraprendere un programma di trattamento, con un incremento del rischio di recidività violenta (Dutton, 1988; Sonkin, 1987). Codifica 2 1 Estrema minimizzazione o negazione di comportamenti aggressivi avuti nel passato nonostante vi siano prove documentate che testimoniano il contrario, come indicato da uno o più dei seguenti punti: (a) l’individuo nega molte o tutte le sue aggressioni passate. (b) l’individuo nega la propria responsabilità personale per molte o tutte le sue aggressioni passate (ad es., incolpa la vittima). (c) l’individuo nega le conseguenze serie causate da molte o tutte le sue aggressioni passate (ad es, sostiene che la vittima non ha subìto danni fisici). Moderata minimizzazione o negazione di comportamenti aggressivi avuti nel passato nonostante vi siano prove documentate che Pagina 49 Manuale SARA Ulteriori considerazioni testimoniano il contrario, come indicato da uno o più dei seguenti punti: (a) l’individuo nega alcune aggressioni passate, ma ne ammette altre. (b) l’individuo nega azioni di responsabilità personale per alcune aggressioni, ma accetta la responsabilità di altre. (c) l’individuo nega le serie conseguenze di alcune aggressioni passate (ad es, sostiene che la vittima non ha subìto danni fisici), ma riconosce le conseguenze di altre. 0 Piccolissima o nessuna discrepanza tra il numero di aggressioni passate ammesse dall’individuo e quelle documentate. Pagina 50 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #17: Atteggiamenti che supportano o condonano l’aggressione verso il coniuge Analisi Ricerche di indagine su larga scala, altri tipi di studi empirici, ed osservazioni cliniche suggeriscono tutte un numero di atteggiamenti personali, (sotto)culturali, religiosi e socio-politici (ad es.: credenza nei valori) che differenziano gli individui che hanno recentemente aggredito le loro partner da coloro che non lo hanno fatto (Saunders, 1992b; Straus et al., 1980). Una minaccia comune a tutti questi atteggiamenti è che essi supportano o condonano l’aggressione verso la moglie incoraggiando (a) patriarcato (prerogativa maschile), (b) misoginia, e/o (c) l’uso della violenza per risolvere conflitti. Tali atteggiamenti spesso coesistono con la minimizzazione/negazione di aggressione verso la moglie, e sono associati ad un rischio crescente di violenta recidività (Goldsmith, 1990; Sonkin, 1987). Saunders (1993) considera gli “atteggiamenti rigidi sul ruolo dei sessi” come un probabile “campanello d’allarme” per il rischio di una violenza coniugale. Codifica 2 1 0 Atteggiamenti esplicitamente approvati che supportano o condonano l’aggressione verso la moglie. Apparenti atteggiamenti implicitamente approvati che supportano o condonano l’aggressione verso la moglie. Nessuna prova di atteggiamenti che supportano o condonano l’aggressione verso la moglie. Pagina 51 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #18: Aggressioni brutali e/o sessuali Analisi Violenza brutale e violenza sessuale nei gradi di offesa sono entrambi associate a rischi sempre maggiori di violenza in futuro (Sonkin, 1987; vedi anche gli Articoli 11 e 12). Codificare quest’articolo solo sulla base del grado di offesa. Codifica 2 Violenza brutale e/o sessuale nel grado di offesa. 1 Violenza meno seria nel grado di offesa. 0 Nessuna violenza fisica o sessuale nel grado di offesa. Nota. “Violenza brutale” significa che la vittima ha subìto seri danni fisici (ad es. da richiedere cure mediche). Pagina 52 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #19: Uso di armi e/o credibili minacce di morte Analisi L’uso delle armi e minacce di morte che causano paura nelle vittime sono associate a un maggior rischio di violenza nel futuro (vedi Articolo 13). Codificare questo articolo solo sulla base del grado di offesa. Codifica 2 Uso di armi o credibili minacce di morte nel grado di offesa. 1 Minacce per il futuro di uso di armi o credibili minacce di percosse nel grado di offesa. 0 Nessun riscontro di (a) uso o minacce per il futuro con un’arma, o (b) credibili minacce di percosse o di morte nel grado di offesa. Nota. “Arma” comprende armi da fuoco, coltelli, e oggetti usati come bastoni; “credibili” significa che le minacce sono state percepite come tali dalla vittima. Minacce poco chiare (ad es. “Te la farò pagare”) percepite come credibili da parte della vittima andrebbero interpretate come minacce di serie percosse. Pagina 53 Manuale SARA Ulteriori considerazioni #20: Violazione dell’ordine di “Nessun contatto” Analisi Precedenti violazioni dell’ordine di “Nessun contatto” possono essere associate a un sempre maggiore rischio di violenza nel futuro (vedi Articolo #15). Codificare questo articolo solo sulla base del grado di offesa. Codifica Grado di offesa che include un arresto per violazione del provvedimento cautelare di “nessun contatto” per ordine di una corte di giustizia civile o penale. Grado di offesa che coinvolge la violazione del 1 provvedimento cautelare di “nessun contatto” per ordine di una corte di giustizia civile o penale che non è stata tramutata in arresto. Grado di offesa che non coinvolge la violazione 0 del provvedimento cautelare di “nessun contatto” per ordine di una corte di giustizia civile o penale, o comunque l’individuo non hai mai ricevuto tale ordine. Nota. “Ordine di una corte civile o penale” comprende anche libertà su cauzione, libertà vigilata, ordine di custodia, come pure accordi di pace e così via. 2 Pagina 54 Manuale SARA Ulteriori considerazioni Altre considerazioni Analisi Abbiamo qui riservato spazio per rari ma comunque importanti fattori di rischio non inclusi come articoli distinti sul SARA. L’identificazione e la codifica degli articoli sono lasciate al giudizio degli esperti. Possono basarsi su fatti passati, comportamenti recenti, o sul grado di offesa. Gli esempi includono, ma non sono esaustivi, i seguenti punti: 1) Attuale crisi emozionale. Più specificatamente, una persona per la quale è stato necessario un ricovero per cure psichiatriche, ma che non è stata caratterizzata dal manifestare sintomi psicotici e/o maniacali (già codificati nell’Articolo #9). 2) Storie di torture o di sfigurare partner intimi. 3) Vittima o testimone di violenze, torture o persecuzioni politiche. Questa possibilità andrebbe studiata nell’ambito degli immigrati e dei loro familiari, in particolare se sono dei rifugiati politici. 4) Sadismo sessuale. 5) Facile accesso alle armi da fuoco (pistole, fucili, fucili da caccia). “Facile accesso” significa che il soggetto tiene armi da fuoco nella sua abitazione, nel suo posto di lavoro o in qualche altro luogo che si trova nelle vicinanze; oppure ha acquistato un’arma da fuoco nell’anno precedente. Il rischio è veramente alto nelle seguenti situazioni: (a) il soggetto ha idee/intenzioni suicide od omicide; (b) il soggetto ha usato un’arma in aggressioni passate sui partner intimi o su altri; oppure (c) l’individuo ha minacciato di usare un’arma nel futuro (Campbell, 1986; Sonkin, Martin, Pagina 55 Manuale SARA Ulteriori considerazioni & Walker, 1985; Stuart & Campbell, 1989). A questa lista va aggiunto il recente acquisto di una qualsiasi arma da fuoco, senza considerare la ragione dell’acquisto. 6) Molestia. Questa può essere definita come un tormento persistente e intimidazione da parte dei partner intimi attuali o avuti nel passato. Ciò porta frequentemente alla distruzione della proprietà della vittima, vaghe minacce contro di lei o contro i suoi amici e parenti, e controllo. 7) Perdita recente della rete di supporto sociale. . Pagina 56 Manuale SARA Bibliografia Riferimenti bibliografici American Education Research Association, American Psychological Association, & National Council on Measurement in Education (1985). Standards for educational and psychological testing. Washington, DC: American Psychological Association. Andrews, D. A. (1989). Recidivism is predictable and can be influenced: Using risk assessments to reduce recidivism. Forum on Corrections Research, 1, 11-17. Baldry A. C. (2003). La violenza domestica: il lato oscuro della famiglia, in M. Barbagli, La criminalità in Italia, Bologna, Il Mulino. Binder, R. L., & McNeil, D. E. (1988). The effects of diagnosis and context on dangerousness. American Journal of Psychiatry, 145, 728-732. Bond, L., Eaves, D., & Kropp, P. R. (1994, November). Protecting victims of spousal assault: The Delta project. Paper presented at Stopping the Violence: Changing Families, Changing Futures, Vancouver, BC. Cadsky, O., & Crawford, M. (1988). Establishing batterer typologies in a clinical sample of men who assault their female partners. Special Issue: Wife battering: A Canadian perspective. Canadian Journal of Community Mental Health, 7, 119-127. Caesar, P. L. (1988). Exposure to violence in the familiesof-origin among wife abusers and maritally nonviolent men. Special issue: Wife assaulters. Violence and victims, 3, 49-63. Pagina 58 Manuale SARA Bibliografia Campbell, J. C. (1986). Nursing assessment for risk of homicide with battered women. Advances in Nursing Science, 8, 36-51. Canadian Centre for Justice Statistics (1994). Wife assault: The findings of a national survey. Juristat Service Bulletin, 14 (9), 1-22. Canadian Panel on Violence Against Women (1993). Changing the landscape: Ending violence – achieving equality. Ottawa: Minister of Supply and Services, Canada. Convit, A., Jaeger, J., Lin, S. P., Meisner, M., & Volavka, J. (1988). Predicting assaultiveness in psychiatric inpatients: A pilot study. Hospital and Community Psychiatry, 39, 429-434. Cooper, M. (1993). Assessing the risk of repeated violence among men arrested for wife assault: A review of the literature. Vancouver: BC Institute on Family Violence. Cooper, M. (1994). Criminal harassment and potential for treatment: Literature review and annotated bibliography. Vancouver, BC: British Columbia Institute on Family Violence, Suite 290 - 601 West Cordova Street, Vancouver, BC, Canada, V6B 1G1. Crawford, M., & Gartner, R. (1992). Woman killing: Intimate femicide in Ontario, 1974 - 1990. Toronto: Women We Honour Action Committee. Daly, M., & Wilson, M. (1988). Evolutionary social psychology and family homicide. Science, 242, 519524. Pagina 59 Manuale SARA Bibliografia Dutton, D. G. (1995). The domestic assault of women: Psychological and criminal justice perspectives (rev. ed.). Vancouver, BC: UBC Press. Dickens, B. (1985). Prediction, professionalism, and public policy. In C. D. Webster, M. H. Ben-Aron, & S. J. Hucker (Eds.), Dangerousness: Probability and prediction, psychiatry and public policy (pp. 177-207). New York: Cambridge University Press. Dutton, D. G. (1988). Profiling of wife assaulters: Preliminary evidence for a trimodal analysis. Violence and Victims, 3, 5-29. Dutton, D. G., & Hart, S. D. (1992a). Evidence for longterm, specific effects of childhood abuse on criminal behavior in men. International Journal of Offender Therapy and Comparative Criminology, 36, 129-137. Dutton, D. G., & Hart, S. D. (1992b). Risk markers for family violence in a federally incarcerated population. International Journal of Law and Psychiatry, 15, 101112. Fagan, J. A., Stewart, D. K., & Hansen, K. V. (1983). Violent men or violent husbands? Background factors and situational correlates. In D. Finkelhor, R. J. Gelles, G. T. Hotaling, & M. A. Straus (Eds.), The dark side of families: Current family violence research (pp. 49-67). Newbury Park, CA: Sage. Ganley, A. L. (1987). Perpetrators of domestic violence: An overview of counseling the court-mandated client. In D. J. Sonkin (Ed.), Domestic violence on trial: Psychological and legal dimensions of family violence (pp. 174-196). New York: Springer. Pagina 60 Manuale SARA Bibliografia Gelles, R. J., & Straus, M. A. (1988). Intimate violence: The causes and consequences of abuse in the American family. New York: Simon and Schuster. Goldsmith, H. R. (1990). Men who abuse their spouses: An approach to assessing future risk. Journal of Offender Counseling, Services and Rehabilitation, 15, 45-56. Gondolf, E. W. (1988). Who are those guys? Toward a behavioral typology of batterers. Violence and Victims, 3, 187-203. Greenland, C. (1985). Dangerousness, mental disorder, and politics. In C. D. Webster, M. H. Ben-Aron, & S. J. Hucker (Eds.), Dangerousness: Probability and prediction, psychiatry and public policy (pp. 25-40). New York: Cambridge University Press. Grisso, T. (1986). Evaluating competencies: Forensic assessments and instruments. New York: Plenum. Hall, H. V. (1987). Violence prediction: Guidelines for the forensic practitioner. Springfield, IL: Charles C. Thomas. Hamberger, L. K., & Hastings, J. E. (1988). Characteristics of male spouse abusers consistent with personality disorders. Hospital and Community Psychiatry, 39, 763-770. Hamberger, L. K., & Hastings, J. E. (1993). Courtmandated treatment of men who assault their partner: Issues, controversies, and outcomes. In N. Z. Hilton (ed.), Legal responses to wife assault: Current trends Pagina 61 Manuale SARA Bibliografia and evaluation (pp. 188-229). Sage. Newbury Park, CA: Hare, R. D. (1983). Diagnosis of antisocial personality disorder in two prison populations. American Journal of Psychiatry, 140, 887-890. Hare, R. D. (1991). Manual for the Hare Psychopathy Checklist-Revised (PCL-R). Toronto: Multi-Health Systems. Harris, G. T., Rice, M. E., & Quinsey, V. L. (1993). Violent recidivism of mentally disordered offenders: The development of a statistical prediction instrument. Criminal Justice and Behavior, 20, 315-335. Hart, S. D., Dutton, D. G., & Newlove, T. (1993). Personality disorder among wife assaulters. Journal of Personality Disorders, 7, 328-340. Hart, S. D., Kropp, P. R., & Hare, R. D. (1988). Performance of male psychopaths following conditional release from prison. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 56, 227-232. Hotaling, G. T., & Sugarman, D. B. (1986). An analysis of risk markers in husband-to-wife violence: The current state of knowledge. Violence and Victims, 1, 101-124. Island, D., & Letellier, P. (1991). Men who beat the men who love them: Battered gay men and domestic violence. Binghampton, NY: Harrington Park Press. Kaufman, J., & Zigler, E. (1989). The intergenerational transmission of child abuse. In D. Cicchetti & V. Carlson (Eds.), Child maltreatment: Theory and research on the causes and consequences of child Pagina 62 Manuale SARA Bibliografia abuse and neglect (pp. 129-150). Cambridge University Press. Cambridge: Kennedy, L. W., & Dutton, D. G. (1989). The incidence of wife assault in Alberta. Canadian Journal of Behavioral Science, 21, 40-54. Klassen, D., & O’Connor, W. A. (1989). Assessing the risk of violence in released mental patients: A cross validation study. Psychological Assessment: A Journal of Consulting and Clinical Psychology, 1, 75-81. Koss, M., Goodman, L., Browne, A., Fitzgerald, L., Keita, G. P., & Russo, N. (1994). No safe haven: Male violence against women at home, at work, and in the community. Washington, DC: American Psychological Association. Kropp, P. R. (1995, April). Development of the Spousal Assault Risk Assessment Guide. Paper presented at Mental Disorder and Criminal Justice Conference: Changes, Challenges and Solutions, Vancouver, BC. Kurz, D. (1993). Physical assaults by husbands: A major social problem. In R. J. Gelles & D. R. Loseke (Eds.), Current controversies in family violence (pp. 88-103). Newbury Park, CA: Sage. Link, B. G., & Stueve, A. (1994). Psychotic symptoms and the violent/illegal behavior of mental patients compared to community controls. In J. Monahan & H. J. Steadman (Eds.), Violence and mental disorder: Developments in risk assessment (pp. 137-159). Chicago: University of Chicago Press. Pagina 63 Manuale SARA Bibliografia Maiuro, R. D., Cahn, T. S., & Vitaliano, P. P. (1986). Assertiveness deficits and hostility in domestically violent men. Violence and Victims, 1, 279-289. Marshall, L. (1992). The Severity of Violence Against Women Scales. Journal of Family Violence, 7, 189203. McNeil, M. (1987). Domestic violence: The skeleton in Tarrasoff’s closet. In D. J. Sonkin (Ed.), Domestic violence on trial: Psychological and legal dimensions of family violence (pp. 197-212). New York: Springer. Menzies, R. J., Webster, C. D., & Sepejak, D. S. (1985). The dimensions of dangerousness: Evaluating the accuracy of psychometric predictions of violence among forensic patients. Law and Human Behavior, 9, 49-70. Ministry of the Attorney General of British Columbia (1993). Policy on the Criminal Justice System Response to Violence Against Women and Children, Part I: Violence Against Women in Relationships Policy. Victoria, BC: Queen’s Printer. Monahan, J. (1981). Predicting violent behavior: An assessment of clinical techniques. Beverly Hills, CA: Sage. Monahan, J. (1992). Mental disorder and violent behavior. American Psychologist, 47, 511-521. Monahan, J., & Steadman, H. J. (1994). Violence and mental disorder: Developments in risk assessment. Chicago: University of Chicago Press. Pagina 64 Manuale SARA Bibliografia Morey, L. C. (1991). Personality Assessment Inventory Professional Manual. Odessa, FL: Psychological Assessment Resources, Inc. Murphy, C., & O’Leary, K. D. (1989). Psychological aggression predicts physical aggression in early marriage. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 56, 24-33. Nuffield, J. (1982). Parole decision-making in Canada: Research towards decision guidelines. Ottawa: Ministry of Supplies and Services, Canada. O’Leary, K. D., Barling, Malone, J., & Tyree, stability of physical Journal of Consulting 263-268. J., Arias, I., Rosenbaum, A., A. (1989). Prevalence and aggression between spouses. and Clinical Psychology, 57, Renzetti, C. M. (1992). Violent betrayal: Partner abuse in lesbian relationships. Newbury Park, CA: Sage. Rice, M. E., Harris, G. T., & Cormier, C. A. (1992). An evaluation of a maximum security therapeutic community for psychopaths and other mentally disordered offenders. Law and Human Behavior, 16, 399-412. Rice, M. E., & Harris, G. T. (1992). A comparison of criminal recidivism among schizophrenic and nonschizophrenic offenders. International Journal of Law and Psychiatry, 15, 397-408. Saunders, D. G. (1992a). A typology of men who batter women: Three types derived from cluster analysis. American Journal of Orthopsychiatry, 62, 264-275. Pagina 65 Manuale SARA Bibliografia Saunders, D. G. (1992b). Woman battering. In R. T. Ammerman & M. Hersen (Eds.), Assessment of family violence: A clinical and legal sourcebook (pp. 208235). New York: Wiley. Saunders, D. G. (1993). Husbands who assault: Multiple profiles requiring multiple responses. In N. Z. Hilton (ed.), Legal responses to wife assault: Current trends and evaluation (pp. 9-34). Newbury Park, CA: Sage. Saunders, D. G. (1995). Prediction of wife assault. In J. C. Campbell (Eds.), Assessing dangerousness: Violence by sexual offenders, batterers, and child abusers (pp. 6895). Thousand Oaks, CA: Sage. Selzer, M. (1971). The Michigan Alcoholism Screening Test: The quest for a new diagnostic instrument. American Journal of Psychiatry, 127, 1653-1658. Skinner, H. A. (1982). The Drug Abuse Screening Test. Addictive Behavior, 7, 363-371. Snyder, D. K., & Fruchtman, L. A. (1981). Differential patterns of wife abuse: A data-based typology. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 49, 878-885. Solicitor General of Canada (1985). Canadian urban victimization survey: Female victims of crime (Bulletin #4). Ottawa: Solicitor General. Sonkin, D., Martin, D., & Walker, L. (1985). The male batterer: A treatment approach. New York: Springer. Sonkin, D. J. (1987). The assessment of court-mandated male batterers. In D. J. Sonkin (Ed.), Domestic violence on trial: Psychological and legal dimensions of family violence (pp. 174-196). New York: Springer. Pagina 66 Manuale SARA Bibliografia Straus, M. A. (1993). Physical assaults by wives: A major social problem. In R. J. Gelles & D. R. Loseke (Eds.), Current controversies in family violence (pp. 67-87). Newbury Park, CA: Sage. Straus, M. A., Gelles, J. R., & Steinmetz, S. (1980). Behind closed doors: Violence in the American family. New York: Doubleday Anchor Press. Stuart, E. P., & Campbell, J. C. (1989). Assessment of patterns of dangerousness with battered women. Issues in Mental Health Nursing, 10, 245-260. Swanson, J. W., Holzer, C. E., Ganju, V. K., & Jono, R. T. (1990). Violence and psychiatric disorder in the community: Evidence from the Epidemiologic Catchment Area surveys. Hospital and Community Psychiatry, 41, 761-770. Tittle, C., Villemez, W., & Smith, D. (1978). The myth of social class and criminality: An empirical assessment of the empirical evidence. American Sociological Review, 43, 643-656. Tolman, R. M. (1989). The development of a measure of psychological maltreatment of women by their male partners. Violence and Victims, 4, 159-178. Tolman, R. M., & Bennett, L. W. (1990). A review of research on men who batter. Journal of Interpersonal Violence, 5, 87-118. Walker, L. E. (1979). The battered woman. New York: Harper & Row. Walker, L. E. (1989). Psychology and violence against women. American Psychologist, 44, 695-702. Pagina 67 Manuale SARA Bibliografia Webster, C. D., Dickens, B. M. & Addario, S. (1985). Constructing dangerousness: Scientific, legal and policy implications. Toronto: Centre of Criminology, University of Toronto. Webster, C. D., Harris, G. T., Rice, M. E., Cormier, C., & Quinsey, V. L. (1994). The Violence Prediction Scheme: Assessing dangerousness in high risk men. Toronto: Centre of Criminology, University of Toronto. Widom, C. S. (1989). The cycle of violence. Science, 244, 160-166. Pagina 68 Manuale SARA Bibliografia Pagina 69 Manuale del SARA British Columbia Institute on Family Violence Appendice A Guida per la valutazione del rischio nei casi di maltrattamento interpersonale (SARA) Nome dell’accusato/Sigla identificativa: _______________________ Nome valutatore: ________________ Firma: _______________________ Data: ________________ Precedenti penali 1. Aggressione nei confronti dei componenti della famiglia 2. Aggressione di sconosciuti o conoscenti 3. Violazione pregressa di disposizioni penali o del servizio sociale della giustizia Punteggio (0-1-2) Item critico (segnare) Adattamento psicosociale 4. Recenti problemi relazionali 5. Recenti problemi occupazionali 6. Vittima e/o testimone di violenza in famiglia da bambino o adolescente 7. Recente uso o dipendenza da sostanze 8. Recente ideazione o intenzione di omicidio o suicidio 9. Sintomi recenti di tipo psicotico o maniacale 10. Disturbo della personalità con rabbia, impulsività o inabilità comportamentale (continua a pagina) Storia di aggressione nel confronto Pagina 70 Punteggio (0-1-2) Item (segnera) Manuale del SARA Appendice A 11. Aggressione fisica passata 12. Passata aggressione sessuale /gelosia sessuale 13. Uso, nel passato di armi e/o minaccia credibile di utilizzo di armi 14. Recente escalation nella frequenza o gravità della violenza 15. Passata violazione dell’ordine di allontanamento 16. Estrema minimizzazione o negazione della storia di maltrattamento interpersonale 17. Atteggiamento che sostiene o condona il maltrattamento interpersonale (Attuali) Preseunti reati 18. Gravi atti di violenza fisica e/o sessuale 19. Utilizzo di armi e/o minacce credibili di morte 20. Violazione dell’ordine di allontanamento Altre considerazioni • _______________________________ • _______________________________ • _______________________________ Riassunto dei punteggi di rischio 1. Rischio imminente di violenza nei confronti della partner 2. Rischio imminente di violenza nei confronti di altre persone Specificare:_________________________ Basso Moderato Elevato Pagina 71 Manuale SARA Appendice B Checklist sulla fonte delle informazioni Interviste Controllato? Intervista con l’autore Sì No N/A Intervista con la vittima Sì No N/A Intervista con altre persone (specificare): Sì No N/A • ____________________________________ • ____________________________________ • ____________________________________ Informazioni collaterali Controllato? Informative/denunce della Polizia/carabinieri: (a) Reato per il quale si procede Sì No N/A (b) Reati passati Sì No N/A Dichiarazioni della vittima Sì No N/A Dichiarazioni di testimoni Sì No N/A Precedenti penali Sì No N/A Altro (specificare): Sì No N/A • ____________________________________ • ____________________________________ Sì = Sì No = No/Non disponibile Pagina 72 N/A = Non applicabile Manuale SARA Appendice B Questionari e test psicologici Controllati? Con l’autore: (a) Su violenza fisica Sì No N/A (b) Su violenza psicologica Sì No N/A (c) Uso di sostanze Sì No N/A (d) Altri questionari o test (specificare): Sì No N/A (a) Su violenza fisica Sì No N/A (b) Su violenza psicologica Sì No N/A (c) Abuso di sostanze Sì No N/A (d) Altri questionionari o test (specificati): Sì No N/A • ____________________________________ • ____________________________________ • ____________________________________ Con la vittima: • ____________________________________ • ____________________________________ • ____________________________________ Sì = Sì N = No/Non disponibile Pagina 73 N/A = Non applicabile