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Dlrez. e Redaz.: Plazza dl Trevl, 86 00187 ROMA
ANNO XXVIII N. 7-8 Luglio-Agosto 1980
Spedlzlone In abbonamento postale Gruppo 111/70
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ORGANO
MENSILE
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D E L L ' AICCE,
ASSOCIAZIONE
dal quartiere alla regione
per una Comunità europea federale
UNITARIA
DI
COMUNI,
PROVINCE,
REGIONI
Il disegno federalista
e la caricatura confederale
di U.S.
Evitiamo di partire a priori dall'enunciazione di un disegno federalista delllEuropa e
vediamo se esso risulta necessario per il
raggiungimento di fini che, tutto sommato, si
presentano anche ai confederalisti o ai consoli
della Comunità.
La crescita dei prezzi petroliferi sembra
inarrestabile, addirittura una loro impennata
ulteriore non k da scartarsi e l'Europa occidentale - chi più chi meno: e i rimedi si
prospettano lenti e parziali - vive col fiato in
gola. Si dice: l'Europa potrebbe offrire
all'Opec una stabilizzazione monetaria contro una stabilizzazione dei prezzi. Analizzianio che cosa ciò potrebbe significare e in che
quadro potrebbe avere prospettive di successo.
La politica energetica
della C o m u n i t à europea
e gli E n t i locali.
Una stabilizzazione monetaria potrebbe
garantirla l'Europa all'Opec solo se essa fosse
capace di battere una sua moneta, espressione
di un'unione econoniica razionale ed efficace.
In ogni modo si dovrebbe trattare di una
moneta europea reale, indice di una integrazione autentica: come potrebbe sussistere
altrimenti una moneta europea capace addirittura di intervenire autorevolmente in campo internazionale?
Direi soprattutto che il do ut des potrebbe
essere preso in considerazione da un primo
gruppo di paesi dell'Opec, solo se non fosse
un espediente economico senza lungo respir o , alternativa contingente di operazioni coi
dollari, con le sette sorelle e con le banche
private di mezzo mondo. Su questo scmplice
e contingente terreno economico i paesi
dell'opec con le loro maggioranze interne e
le attuali classi dirigenti ( o i loro despoti)
possono poi non aver tanta intenzione di
"stabilizzare", vòlti come sono a creare un
nuovo equilibrio economico e (perché n o ? )
politico e a ritagliarsi un loro spazio in un
nuovo oligopolio imperiale.
Proporre una stabilizzazione monetaria
contro una stabilizzazione dei prezzi del
luglio-agosto 1980
COMUNI D'EUROPA
potrà non riflettere attentamente alle illumipetrolio, prospettare eventualmente un ricinanti conclusioni a cui sta arrivando il grupclaggio dei petroldollari verso una parte mep o internazionale, guidato da Giorgio Fuà(*),
n o ricca del terzo m o n d o ( o quarto mondo)
su un modello di "sviluppo ritardato" per le
p u ò essere solo una proposta coraggiosa e
regioni d i industria1izzaz.ione meno avanzata.
coerente che fa un'Europa diversa dall'attuale
Si tratta, beninteso, dell'esatto contrario d i
a quei ceti o classi o gruppi politici e sociali e
intellettuali dei paesi dell'opec, i quali con la
una Comunità europea a più velocità (forma
loro emancipazione dall'iinperialismo vogliamimetizzata di irnperialismo interno alla C o n o congiungere la lotta per un nuovo ordine
munità), e cioé di u n o sviluppo articolato,
internazionale, persuasi che non si deve passotto comuni istituzioni democratiche sovrasare dall'imperialismo bipolare alla rivincita
nazionali. L'eliminazione del "ritardo" nello
del nazionalismo e all'imperialismo multiposviluppo è previsto come un processo molto
lare, ma occorre superare una volta per tutte
lungo (ammesso e non concesso che si debbal'anarchia internazionale e creare, uniti, le
no rincorrere pedissequamente le regioni d i
strutture e le istituzioni per la convivenza
sviluppo più antico): dunque accanto a una
planetaria.
strategia per la crescita è necessario ideare,
N o n sembri del tutto utopistico questo
nelle zone più arretrate, una strategia comdiscorso, perché, se non la offusca definitivaplementare "per vivere con il gap durante i
mente con operazioni d i piccolo cabotaggio,
decenni avvenire". Fiià critica la concentraI'Europa ha ben più delle superpotenze una
zione in imprese moderne e settori avanzati
sua credibilità nel mondo delle cosiddette
della scarsa disponibilità d i capitale e d i
nazioni emergenti: tuttavia non è certo più
capacità imprenditoriale delle zone povere:
sufficiente l'Europa d i Yaoundé e d i Lomé,
questa concentrazione genera, d i rimbalzo,
serve ben altro.
I'arretramento ulteriore del resto. Occorrono
Ecco: la stabilizzazione monetaria che poincentivi basati sulla capacità occupazionale e
trebbe offrire l'Europa dovrebbe essere il
non su puro e semplice fatto d i investire, e '
simbolo, da una parte, d i un'Europa che
bisogna studiare attentamente il ruolo delle
sapesse attuare al s u o interno un modello
attività minori e dell'agricoltura, verificandopolitico, economico e sociale esemplare, cane le implicazioni sociali. In agricoltura si
pace, d'altra parte, di affrontare con traspadeve mirare al miglioramento del livello d i
rente coerenza i problemi, che - tanto per
vita delle popolazioni e non certo alla massicapirci - sono quelli esposti nel rapporto
mizzazione della rendita terriera; per le imBrandt Nord-Sud.
prese a bassa intensità di capitale bisognerà
N e nasce la conseguenza che una stabilizprevedere la costituzione d i agenzie (pubblizazione monetaria europea che potrebbe inche elo private) in condizione d i fornire
teressare i più lungimiranti paesi e uomini
servizi richiesti da imprese "piccole", incapadell'opec, come alternativa offerta loro al
c i - d i fruire dei vantaggi dell'economia d i
tentare la ripetizione della millenaria politica
scala. Occorre rimeditare largamente sul ruodi "un nuovo equilibrio", dovrebbe essere
lo dell'impresa pubblica (questa tappabuchi,
anzitutto l'espressione d i una convergenza
al servizio del corporativismo) e rilanciare,
nel senso più profondo e in una cornice
economica delle nazioni che fanno parte della
moderna, la cooperazione (Fuà non esclude
Comunità europea in vista di un progetto che
neanche lo studio delle esperienze, tedesche e
non sia in contraddizione con questi fini
israeliane, di imprese a proprietà sindacalé).
internazionali, cioé con fini che potrebbero
Soprattutto si afferma -- a proposito di dualitranquillamente far loro anche i paesi produttori d i petrolio, ove volessero passare con
s m o salariale - che è destinato a rimanere
particolarmente nelle regioni arretrate, per
piena consapevolezza dal mondo degli affalungo tempo avvenire, il divario d i produttiri a breve-medio termine a quello della
vità e d i correlata capacità retributiva del
politica e dal mondo dei rancori (spesso
lavoro: poiché bisogna scartare (perché assogiustificati) a quello della ragione.
Se vuole negoziare su solide basi e stabilire
lutamente irragionevole) un riequilibrio
le autentiche premesse della pace (non della
fiscale, occorre faf fronte "secondo giustizia"
semplice e labile distensione) l'Europa deve
al problema. Sostiene Fuà che "un mercato
darsi al suo interno una struttura - si diceva - del lavoro unificato con un unificato livello d i
esemplare.
salario non t: proposta attuabile in tali circoCertamente un progetto comunitario d i
stanze. U n doppio ( o piuttosto multiplo)
convergenza delle economie nazionali non
mercato del lavoro non solo deve essere
potrà prescindere dall'esigenza, nel confronaccettato come inevitabile, ma deve essere
t o d u r o e teso tra est e ovest, d i darsi la
appositamente modellato per renderlo quanpossibilità d i co~npetere sul terreno delle
to più possibile efficiente e ordinato, ed i
tecnologie più sofisticate dell'industria d i
meccanismi d i contrattazione salariale e di
punta (areonautica, telematica, ecc.): è un
determinazione delle condizioni d i lavoro
devono essere funzionali a questo scopo". A
campo in cui la Comunità europea non p u ò
rinunciare a priori alla sua autonomia e alla
questo punto l'equità della proposta dipenderà non solo e non tanto da una adeguata
sua capacità competitiva e, insomma, alle
tassazione dei redditi (positiva e negativa) e
premesse sostanziali d i una equa1 partnership
da un congruo schema distributivo dei servizi
con l'America. C i ò detto, la Comunità eurosociali, che privilegi nettamente le aree depea specialmente in fase di allargamento non
presse, ma anche e forse soprattutto dall'atFoto in prima pagina: (sopra) la cittadinanza
di Lariano partecipa alla cerimonia di gemellaggio con Sausset les Pins (v. pag. 12); (sotto)
Altiero Spinelli e George Marshall (v. pag. 1).
* Già nel n. 12 (dicembre) 1976 "Comuni d'Europam si
occupò (nell'editoriale "Il compromesso europeo") di un "prezioso libretto" di Giorgio Fuà, "Occupazione e capacità produttive: la realtà italiaria".
SOMMARIO
Pag.
Il disegno federalista e la caricatura confederale, d i U. S. . . .
1
Cronaca delle Istituzioni europee:
Ampliare la funzione delle operazioni integrate, di Pier Virgi3
lio Dastoli . . . . . . . . .
Promemoria per T h o r n , di Piero Soldati . . . . . . . . .
3
Occupazione: una battaglia politica europea, d i Gabriele Panizzi.. . . . . . . . . . . .
5
~ H e a r i n g -del P . F . con i rappresentanti delle autonoinie locali e
regionali, di Giovanni Franchi. . . . . . . . . . . .
6
L'integrazione europea all'esame
della XV C P L R E , d i G. M. .
7
Attività del C C E e dell'AICCE .
8
Incontro tra città gemelle: Lecco-Micon . . . . . . . . .
10
Pensiero e azione dei federalisti
europei, a cura d i Luciano Bolis.. . . . . . . . . . . .
l1
Gemellaggi:
Bardonecchia-Modane. . . .
Lariano-Sausset les Pins . . .
11
12
Inserto:
La politica energetica della C o munità europea e gli Enti locali,
di Gianfranco Martinz
tenzione alla qualità d i vita e d i lavoro, in
opposizione dei beni disponibili. Si dice a
questo punto nella relazione del gruppo
internazionale: "In questa prospettiva è importante delineare misure specifiche adatte a
favorire un maggiore sviluppo (e ad educare
le masse ad un maggiore apprezzamento) di
quegli aspetti non monetari della vita lavorativa quali iniziativa, responsabilità, partecipazione nel controllo, indipendenza, vita d i
comunità, ecc.. Queste caratteristiche anzi si
possono rivelare più facili da coltivare in quei
segmenti dell'economia affetti da minore
produttività e livelli d i guadagno a causa della
loro misura subottimale, della bassa intensità
d i capitale, dell'assenza di una organizzazione complessa e / o dell'allocazione ~ e r i f e r i c a I.
progressi nel!a direzione accennata dipendono a~npiamentedai movimenti cooperativi,
ma i governi devono fornire la struttura
adeguata". ,
Q u i si possono fare riserve (come si fanno
nella pregevole "sintesi" delle proposte del
gruppo Fuà comparsa in "Mondo economico" nello scorso febbraio e di cui ci siamo
valsi noi stessi) sulla capacits delle pubbliche
autorità, proprio in paesi spesso "ritardati"
anche amministrativamente, ad assumersi un
ruolo tanto gravoso e delicato: ma proprio
qui si dovrà anche verificare la storica alleanza tra autorità comunitarie, sovranazionali e
(continuazione a pag. 4 )
luglio-agosto 1980
COyUNl D'EUROPA
Cronaca delle Istituzioni europee
Riduzione degli squilibri regioriali: è necessario
ampliare la junzione delle operazioni integrate
di Pier Virgilio Dastoli
1. Alla fine del 1980 verrà a scadenza la
seconda fase di funziqnamento del Fondo
europeo di Sviluppo regionale: nonostante
le sollecitazioni del Parlamento europeo (da
ultimo la risoluzione presentata a nome della commissione di ~ o l i t i c aregionale dal presidente D e Pasquale) il commissario Giolitti
ha confermato recentemente che non è sua
intenzione rispettare l'impegno della modifica del Regolamento, fissato per la fine
dell'anno.
Il Parlamento europeo durante la procedura di concertazione relativa al regolamento attualmente in vigore, sostenne con forza
la necessità di potenziare il ruolo delle azioni nell'ambito del «fuori-quota. ed una più
ampia articolazione delle operazioni a favore dei settori infrastrutturali. 11 Consiglio,
pur rifiutando di accettare gli orientamenti
del Parlamento europeo, prese l'impegno di
fissare una scadenza alla validità .politica.
del Regolainento e la Commissione accettò
di presentare delle proposte di revisione
globaie in tempo utile per il rispetto di
questa scadenza.
L'inattività della Commissione è dunque
una grave mancanza d i rispetto nei confronti del Parlamento europeo: ma, quel che è
più grave, non consente di intervenire con
decisione sull'insoddisfacente struttura del
Fondo, che ha provocato e provoca ira
l'altro inaccettabili ritardi nei pagamenti e
strozzature nelle sue capacità redistributive
e d i incentivazione.
2. In questi ultimi anni, tuttavia, il commissario Giolitti ha rivolto il suo impegno verso iniziative definite nello «jargonn comunitario *operazioni integrate,,, concentrando
per il momento i suoi interventi nelia zona
di Napoli, di Belfast ,ed in Scozia. Questi
interventi hanno una specifica validità politica ed economica anche se rappresentano
probabilmente un surrogato del .coordinamento degli strumenti finanziari della C o munità,,, compito afidato nel gennaio 1977
allo stesso Giolitti e mai effettivamente
esercitato a causa delle resistenze d i altri
commissari (in primo luogo il vicepresidente Ortoli).
Si tratta ora di ~ u f i c i a l i z z a r elo
~ strumento delle operazioni integrate, inquadrandolo nella necessaria modifica del regolamento del Fondo regionale e nel potenziamento dei ruolo della sezione .fuori
quota..
3. U n o degli aspetti più dificili e delicati
della politica regionale della Comunità riguarda indubbiamente la capacità di sviluppare una forte azione di redistribuzione per
promuovere il necessario riequilibrio a favore delle zone economicamente svantaggiate. In particolare il Mezzogiorno d'Italia, la
Calabria e la Basilicata sembrano richiedere
una modifica dello stesso modo d i concepire l'interventc) della Comunità.
Tutta l'area tirrenica che va dalla piana di
S. Eufemia alla zona di Gioia Tauro anche a causa di iniziative irresponsabili, al
limite deila legalità come gli stabilimenti
della SIR, o a causa d i errori d i programmazione come la questione del Quinto
Centro siderurgico - ha subito e subisce la
superficialità di autorità centrali o locali; gli
effetti negativi di pressioni elettorali, clientelari o mafiose; il disinteresse delle forze
economiche con maggiori capacità di investimento.
Tutta quest'area, nonostante l'incuria
umana, possiede capacità di sviluppo e potenzialità agricole, artigianali, turistiche e
residenziali che attendono soltanto di essere
utilizzate nell'ambito di un progetto ampio
e articolato che sia prospettato in un ambiente socio-economico orientato in termini
integrati e organici, tendenti a comporre
all'interno del territorio diversi elementi
della vita associata.
In questo spirito si era mossa, nel novembre 1978, una proposta elaborata dalla
Finanziaria Meridionale (FI.ME), finalizzata alla progettazione, realizzazione e gestione degli interventi tiell'area di Gioia Tauro,
ed ispirata all'esperienza americana del
4Tennessy Valley Authority».
Le principali iniziative previste, destinate
allo sviluppo d i un'area compresa fra ia
piana di S. Eufemia e la zona d i Gioia
Tauro, sono:
a) una zona costiera con un certo margine di rispetto dell'entroterra, adibita a sviluppo residenziale e parzialmente turistico;
b) la zona del porto di Gioia Tauro, con
adeguato retroterra, centro residenziale e
polo di insediamento alberghiero, per ospi-
tare il flusso turistico con il Nord Europa
(collegabile, attraverso una metropolitana
leggera fuori terra, all'aereoporto di Lamezia Terme). Una zona industriaie del porto
potrebbe essere sfruttata per la costruzione,
riparazione e rimessaggio delle imbarcazioni
da diporto del Nord Europa;
C) una zona di sviluppo sperimentale
agro-alimentare con la coltivazione ed il
trattamento industriale di specialità e primizie ortofrutticole destinate al Nord Europa.
Anche questo polo si avvarrà del collegamento speciale con l'aeroporto di Lamezia
Terme;
d) una zona di sviluppo legata alla floricoltura, anche questa orientata all'esportazione nel Nord Europa attraverso Lamezia
Terme;
e) una zona industriale per ospitare le
iniziative IRI e dei lotti liberi opportunainente attrezzati, per occupare in un primo
comprensorio almeno 3.000 persone;
f) una seconda zona industriale da avviarsi d o p o il decollo della prima zona industriale;
g) una zona destinata ad attività di ricerca
scientifica.
La proposta elaborata dalla FI.ME. prevedeva inoltre tutto uno studio dedicato
all'agricoltura
nello sviluppo integrato
dell'area.
4. Le operazioni integrate della Commissione europea - come è noto - si basano
sull'utilizzazione coordinata degli strumenti
finanziari della Comunità ed in particolare:
Fondo regionale, Fondo sociale, Feogaorientamento, Bonifici di interesse SME
(Italia e Irlanda), Prestiti Ortoli e Prestiti
BEI.
I1 progetto predisposto dalla FI.ME., come abbiamo visto, interessa in egual modo i
settori industriale, agricolo, sociale ed infrastrutturale, settori tutti con possibilità di
finanziamento comunitario, se i progetti
vengono sviluppati nel quadro di una politica con interesse europeo.
Riteniamo utile non approfondire ora il
discorso, lasciando spazio alle reazioni delle
autorità e delle forze politiche, economiche
e sociali locali, per ritornare successivamente sull'argomento.
Promemoria per Gaston Thorn
di Piero Soldati
I . D o p o l'accordo intergovernativo sulla candidatura del lussemburghese Gaston Thorn
alla presidenza della Commissione, si è avviata di fatto la procedura di rinnovo dell'Esecutivo comunitario, che avrà termine il 6 gennaio 1981 con lo scambio delle consegne fra
l'attuale presidente Jenkins ed il suo successore e con :a formale distribuzione dei «portafogli,, fra i nuovi commissari.
La nomina di T h o r n 2 un successo in
primo luogo della diplomazia tedesca che
aveva puntato le sue carte su un presidente di
statura ed e s p e r i e n z ~politica di alto livello,
opponendosi alle resistenze fra l'altro dei
governi francese ed inglese e dello stesso
Jenkins, che non aveva nascosto - negli
ultimi tempi - le sue preferenze pe,r l'attuale
commissario all'agricoltura, il danese Finn
Gundelach.
I n secondo luogo è un successo della
presidenza italiana che, seppure tardivamente
e debolmente e con l'incertezza che ha contracidistinto momenti importanti del periodo
1 gennaio-30 giugno 1980, ha saputo superare da ultimo gli ostacoli ed i veti di Parigi.
In terzo ed ultimo luogo t; un successo
dello stesso Thorn che, d o p o aver perso
maldestramente la battaglia per la Presidenza
COMUNI D'EUROPA
del Parlamento europeo, giunge ora al vertice
delle istituzioni comunitarie nel momento in
cui sono richieste molte qualità politiche e
diplomatiche per recuperare gli errori commessi d a Jenkins.
N o n t. invece un successo del Parlamento
europeo, che aveva chiesto in aprile al Consiglio di essere formalmente consultato durante
la procedura di nomina del nuovo Presidente:
la richiesta ha ricevuto a Venezia un [[fin de
non recevoir». Eppure era stato lo stesso
Colombo, nella sua qualità di presidente
della Commissione politica dell'assemblea
europea, a sostenere e portare in aula la
risoluzione Rey sui rapporti fra Parlamento
-.europeo e Commissione!
I1 Parlamento europeo ha ancora la possibilità di chiedere con fermezza al nuovo
Presidente il rispetto del secondo impegno,
indicato nella risoluzione Rey: il presidente
della nuova Commissione deve presentare il
suo programma all'Assemblea e chiedere il
voto di fiducia. N o n t. difficile immaginare
che Thorn comprenderà il significato politico
di una simile procedura ed i vantaggi che da
essa possono derivare alla stessa Commissione.
2. Dedicheremo questa e le prossime ~ C r o n a c h e ~ agli elementi del programma della
nuova Commissione, che riteniamo centrali
per lo sviluppo dell'integrazione europea nei
prossimi anni (1981-1984).
I1 problema della riforma istituzionale è
oggi il tema che condiziona le capacità di
evoluzione delle più importanti politiche comuni, insieme a settori-chiave come il bilancio e le relazioni esterne della Comunità.
Probabilmente uno dei primi atti del nuovo Presidente dovrebbe essere la nomina di
un <<commissarioresponsabile dei problemi
istituzionalin, incaricato di seguire l'attività
che il Parlamento europeo sembra voler iniziare a seguito del progetto Spinelli (vedi
punto 3).
Del resto, la Commissione non parte da
zero se t. vero che fu essa ad elaborare - ad
uso del presidente Tindemans - il miglior
rapporto sulle prospettive di evoluzione
dell'unione europea. La rilettura di quel testo
sarebbe utile sia ai nuovi commissari, che al
Parlamento europeo e agli stessi movimenti
europeistici.
Mentre la Coinmissione si deve preparare
ad affiancare l'aytività del Parlamento europeo, nella sua qualità di «saggio. incaricato di
elaborare il progetto di riforma istituzionale,
il s u o Presidente deve essere capace di riappropriarsi del ruolo di motore dell'integrazione europea, garante del rispetto dei trattati
ed esecutivo (= governo) della Comunità,
ruolo progressivamente abbandonato per far
posto a quello di segretariato del Consiglio.
3. Sappiamo che Thorn segue ~ e r s o n a l m e n t e
con interesse gli sviluppi dell'iniziativa presa
da Spinelli il 25 giugno e tendente a responsabilizzare il Parlamento europeo sul tema della
riforma istituzionale. Gli inizi sono stati
incoraggianti, tenuto conto che hanno già
aderito democristiani come Tindemans,
Gaiotti, Cassanmagnago, von Wogau e Lucker; socialisti come Brandt, Ruffolo, Did ò , Wieczorek-Zeul, Balfe, Enright, Key,
Pelikan, Ripa di Meana; liberali come Visentini e N o r d ; conservatori come Johnson
e Jackson; comunisti come Ippolito e Leonardi.
A settembre si svolgerà una riunione del
gruppo di deputati che ha appoggiato il
progetto Spinelli: l'obbiettivo .procedurale»
è quello di costituire una commissione <<costituente,>, che prepari per l'Assemblea il
progetto di riforma.
4. Un'ultima parola per I'UEF: crediamo che
in questo momento, estremamente delicato
per la Comunità e per il Parlamento europeo,
sarebbe molto pericolosa una confusione di
ruoli. E' utile ed opportuno che I'UEF e gli
altri movimenti europeistici sollecitino il Parlamento dall'esterno, anticipandone le posizioni e salvaguardando l'obiettivo finale dal
rischio di compromessi poco chiari, di affossamenti o annacquamenti (sempre possibili, a
causa della lunghezza e difficoltà della procedura), di ritardi ed ostacoli frapposti dai
governi e dalle amministrazioni nazionali.
I1 disegno federalista e la
caricatura confederale
Ytontrnuazione da pag. 2)
ABBONATEVI A
C O M U N I D'EUROPA
28 anni
di rigorosa e libera battaglia
per gli
Stati Uniti d'Europa
,
dotate di poteri reali, ed autorità democratiche regionali e locali. C o m u n q u e ci importa
evidenziare che l'estensore della "nota" di
"Mondo economico" ammetteva che le
"proposte Fuà" possono offrire "la preziosa
possibilità di elaborare un modello non solo
nuovo ma anche più umano".
Dalle proposte per i paesi europei e le
regioni comunitarie "di più recente industrializzazione" ( o , semplicemente, economicamente arretrati) possiamo trovare preziosi
suggerimenti per estendere il discorso a un
modello o a un progetto complessivo di
Europa (e quindi a u n o scopo accettabile per
la convergenza delle diverse economie nazio:
nali), che si ispiri molto di più a Ernst
Schumacher e a Erich Fromm che non all'attuale sviluppo selvaggio: quest'ultimo su terreno internazionale e in particolare nei riguardi del terzo e quarto mondo non potrebbe che proporre o nuove impostazioni criptocolonialiste o la dissipazione rapida e
disastrosa di tutti i beni naturali del pianeta.
Dicevo alla conferenza di Magonza delle
città gemellate (nel settembre del 1978): "non
luglio-agosto 1980
è semplice.. . un riorientamento qualitativo
dello sviluppo: ma bisogna dedicarcisi, senza
un attimo di indugio". Aggiungevo poi,
citando il nostro vecchio compagno di lotta
Raymond Rifflet, che "in definitiva il riorientamento qualitativo dello sviluppo implica.. .
una rivoluzione culturale (con una sua austerità: inutile tentare di divincolarsi) e insieme
richiede una mutazione istituzionale (democrazia economica e partecipazione effettiva
dei lavoratori e dei consumatori)".
Se l'Europa, unendosi con vincoli federali,
sapesse poi cambiare totalmente faccia (O,
meglio, corpo), avrebbe un senso quel piano
Marshall verso il terzo-quarto mondo di cui a
più riprese ha parlato Altiero Spinelli. Esso
perderebbe quell'aspetto puramente economicistico, che avrebbe qualora si limitasse a
rendere i paesi della fame non tanto compratori dei prodotti europei ma, come si vorrebbe ingenuamente ribaltando soltanto il problema, compratori del nostro know how e di
alcune poche produzioni estremamente sofisticate. T r o p p o comodo questo sottile neoimperialismo: in realtà noi potremo contribuire a un nuovo ordine internazionale non
tanto o non solo modificando le ragioni di
scambio coi paesi ex coloniali (quello scambio ineguale, su cui si è sempre basato
l'autentico imperialismo) quanto dandoci una
struttura e forme di consumo che ci permettano realmente non di predicarla, ma di
attuarla fino in fondo questa diversa logica
degli scambi internazionali. Tra l'altro così
facendo non solo ristabiliremo u n rapporto
di giustizia fra gli uomini, ma anche un
ragionevole rapporto tra gli uomini e i beni
(limitati) della natura.
C o m e si vede non sono i rapporti economici o , meglio, i rapporti economici contingenti a determinare nuovi rapporti politici,
ma t. una nuova visipne della politica e delle
istituzioni che ad essi devono presiedere e che
potranno trovare una logica collocazione
anche ai rapporti economici, con reciproca
soddisfazione di tutti, a condizione che tutti
vogliano sobbarcarsi un'equa parte di sacrifici accanto ai tanti vantaggi.
Siamo dunque partiti da un'esigenza, quella di stabilizzare il prezzo del petrolio, siamo
passati attraverso la moneta europea e siamo
finiti a trattare della struttura stessa dell'Europa. I1 pateracchio confederale non crea
nessuna moneta europea reale e ancor meno
dà agli europei la credibilità per fare ai
produttori di petrolio una proposta che non
sembri immediatamente una furbizia di mercanti, da vagliare quindi in funzione di altre
furbizie che possono presehtarsi come più
redditizie. I confederalisti non persuaderann o mai i paesi dell'opec e i loro uomini
migliori e manderanno in malora tutte e
ciascuna le nazioni dell'Europa, conservata
tenacemente a regime balcanico: e insieme al
danno d'Europa faranno il danno della pace e
del mondo. Si ricordi (i cinesi hanno ragione)
che probabilmente per l'Europa si avrà il
terzo conflitto mondiale (e la fine del mond o ? ) : l'Europa federata p u ò tbttavia essere
anche la democrazia "giusta, libera e solidale", che evita il terzo conflitto mondiale e
avvia l'autentico superamento dell'equilibrio
del terrore.
COMUNI D'EUROPA
luglio-agosto 1980
Londra conferma il segnale negativo di Liverpool
Occupazione : una battaglia politica europea
di Gabriele Panizzi
D o p o Liverpool
Pochi i
alla prima riunione del
G r u p p o di lavoro sui problemi dell'occupazione nelle aree urbane, tenutasi a Londra il
2 luglio scorso.
I Paesi presenti sono stati, oltre la Gran
Bretagna, il Belgio, la Francia, l'Italia e
l'Olanda. Presenti anche rappresentanti del
C C E , della I U L A e della Comunità europea.
I1 G r u p p o di lavoro sui problemi dell'occupazione è stato formato, insieme agli altri due
sulla energia e problemi dell'ambiente e sul
mercato delle aree urbane, d o p o la Conferenza d i Liverpool del 6-9 novembre 1979 sui
problemi urbani nella Comunità europea.
.Comuni d'Europa. ha già dato ampia
informazione e documentazione sulla Conferenza di Liverpool nel dicembre 1979. In
quella occasione è stata sottolineata la posizione della delegazione italiana che votò
contro la risoluzione finale della Conferenza,
ritenendola inadeguata ai problemi che travagliano sul piano politico, su quello economic o territoriale e su quello istituzionale la
Comunità economica europea.
Nei momenti di crisi, rifugiarsi in àmbiti
ristretti di azione con l'illusione della concretezza costituisce un errore.
N o n vogliono capirlo i nostri amici inglesi ed altri.
Lo capisca però la dirigenza del C C E (e
della I U L A 2 ) .
La riunione d i Londra, avvenuta dopo ben
8 mesi da Liverpool è stata inutile ed il rischio
è che tali risulteranno anche le prossime, a
partire d a quella già convocata a Bruxelles per
il 12 novembre p.v.
Politica economica,. occupazione e poteri
locali
I problemi della occupazione sono la conseguenza d i impostazioni di politica economica che i poteri locali (Regioni e Comuni)
non riescono a modificare. C h i decide sono
le grandi concentrazioni economico-finanziarie che ristrutturano gli apparati produttivi
su scala mondiale in relazione ad obiettivi da
esse stesse definiti, in assenza di poteri politici commensurabili alla loro scala di intervento.
Compito di organismi sovranazionali come il C C E (e la I U L A ? ) non p u ò essere
quello di sommare le lagnanze dei singoli
poteri locali, essi, viceversa devono formulare una politica che, per la sua organicità,
sappia incidere sui comportamenti delle istituzioni comunitarie e delle forze politiche e
sindacali in ordine ai temi (squilibri territoriali, settoriali e monetari, energia, ambiente)
dai quali dipende anche il problema della
occupazione, con particolare acutezza in alcune aree.
E' stato detto a Londra agli amici inglesi:
siamo d'accordo circa I'esigenza che le olit ti-
che comunitarie non si risolvano in tutela di
interessi costituiti e corporativi (nell'agricoltura, ad esempio).
Ma questa giusta esigenza non p u ò avere
risposte a dimensione nazionale e settoriale.
O si ha il coraggio di compiere un salto d i
qualità (dalla dimensione nazionale-settoriale
dei problemi a quella europea-organica) ovvero passeremo dalle lagnanze verso gli organi comunitari (ma quali poteri i governi gli
lasciano esercitare?) a forme di nazionalismo
esasperato (con ulteriore regressione dei problemi).
Prendiamo appunto l'occupazione (di cui,
sia ben chiaro, a Londra non si è affatto
discusso!).
Nel corso degli anni '60 e '70 abbiamo
assistito a forti correnti migratorie dalla periferia al centro Europa. L'attenuazione di tali
correnti t. stata possibile solo con il ricorso a
lavoratori portoghesi, spagnoli, turchi, greci
e jugoslavi.
Per almeno quindici anni (fino alla metà
degli anni '70) non vi è stata alcuna politica
comunitaria capace di contenere la libera
circolazione della mano d'opera e di attivare
la circolazione dei capitali. E che dire della
politica agricola volta a conservare le strutture antiche ed a fornire mano d'opera per la
emigrazione industriale?
I1 Fondo sociale europeo, in mancanza di
una organica politica di equilibrio degli investimenti ha avuto come risultato la sovvenzione d i attività di sussistenza.
Nel 1975 il Fondo europeo di sviluppo
regionale fa la sua timida apparizione in
assenza di una politica regionale che sola può
consentire la corretta utilizzazione del FSE e
dello stesso FESR (le ultime modificazioni
regolamentari del FSE sono state infatti un
regresso rispetto a quelle avanzatedel 1971).
L a politica dell'impiego n o n h a spazio s u
scala nazionale
N o n vi è politica dell'impiego da parte dei
pubblici poteri ne1l:'area europea.
Ciascun Paese va dietro i problemi che la
dinamica economica (governata da centri di
potere sovranazionale) loro crea: l'Italia col
Mezzogiorno in particolare ma anche gli altri
Paesi con le loro aree in declino o con quelle
congestionate (sono facce di uno stesso poliedro).
Scoprire da parte di alcuni paesi ora i
problemi della disoccupazione strutturale
(non quella frizionale) nelle aree urbane in
declino non p u ò riportarci indietro nella
battaglia politica che stiamo combattendo da
decenni: la politica dell'impiego non p u ò
essere affrontata con successo nell'àmbito
degli angusti confini nazionali. La conseguenza di questo modo di procedere it stata la
devianza sindacale sui problemi degli occupati (gli emigrati so110 stati considerati come
categoria speciale ed i disoccupati, quando
sono divenuti tanti - almeno ufficialmente,
tralasciando le questioni del lavoro sommers o - hanno spiazzato le organizzazioni sindacali perché è loro mancato un terreno di lotta
sul quale affrontare, insieme a tutti i lavoratori, il nodo di politica economica stretto
dalle concentrazioni economico-finanziarie
multinazionali) e la incapacità di proposta
politica dei partiti, anche essi condizionati da
schemi nazionalisti.
Sono prevalse le azioni assistenziali su
scala nazionale con rigurgiti di nazionalismo
e di gretto spirito di impresa che non giovano, a mio parere, nè ai lavoratori nè agli
imprenditori e tanto meno al processo di
unificazione politica, su basi federali,
dell'Europa.
Nel momento in cui rischiano di prevalere
tendenze disgreganti nella costruzione comunitaria dobbiamo assolvere, come usuale, al
nostro compito di autentici europei: iichiedere al C C E alcuni passi ad evitare che il
segnale negativo d i Liverpool (v. C.d'E.,
dicembre 1979) divenga sempre più forte, da
una parte; dall'altra, partecipare con onestà ai
prossimi incontri dei tre gruppi di lavoro
formati d o p o Liverpool non stancandosi di
prospettare l'esigenza di un maggiore taglio
politico delle questioni da affrontare.
P a r l a m e n t o europeo e CCE
Ad un solo anno di distanza dalle elezioni
del Parlamento europeo sembra quasi esse
non vi siano state e scarsi appaiono i rapporti
fra le organizzazioni di massa ( C C E ) ed il
Parlamento stesso. Ciò, in presenza di un
degrado della Commissione C E E e del C o n siglio dei ministri ( & paradossale.. . difenderlo) nei riguardi del Direttori0 degli Stati,
lascia spazio ad una alienazione del Parlamento e determina lo svuotamento del C C E
per mancanza di interlocutori.
La posta in gioco è di non poco conto: lo
stemperamento dei problemi politici in settori di apparente concretezza è nocivo per la
ripresa di vigore della battaglia europea (sovranazionale e federalista), per la pace e la
democrazia nel mondo.
direttore responsabile: Giuseppe Piazzoni
direttore comitato scientifico: Prot Lucio Susmel
direzione e redazione:
Roma-116,Viale CastroRelorio -Teleforu,46.4683
amministrazionee abbonamenti
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abbonamento zniiuo, L.10.000
,
l
6
COMUNI D'EUROPA
«Hearing» del P.E. con i rappresentanti delle
autonomie locali e' regionali
La Commissione d i politica regionale e
assetto del territorio del I'arlamento europeo
si è fatta promotrice di un hearing>>( o
udienza conoscitiva) con rappresentanti delle
autonomie locali e regionali della Comunità,
svoltosi a Bruxelles il 27 maggio. Accogliend o volentieri I ' i n ~ i t o del p residente della
Coinmissione predetta, o n . Pancrazio D e
Pasquale, una delegazione rappresentativa
del Comitato consultivo delle Istittrzionr loca-
.
l i e regionalz deglr Stati m e m b ~ della
i
CEE,
che è presieduto congiuntamente da E'lorindo
d'Aimmo, presidente della Regione Molise
e da Sir Meredith Whittaker, membro del
N o r t h Yorkshire C o u n t y Council, ha partecipato alla riunione ( l ) . Scopo dell'incontro era d i favorire un franco scambio di
informazioni e d i opinioni tra i parlamentapiù
direttamente impegnati
nel
ri europei
. campo della politica regionale e i portavoce
delle autonomie territoriali che, per i loro
compiti istituzionali, s o n o a diretta conoscenza dei problemi dello sv.iluppo, fanno
quotidiana esperienza delle incidenze negative degli squilibri regionali e sono particolarmente sensibili al coordinamento orizzontale - proprio perché enti politici e territoriali a fini generali - dei diversi interventi pubblici e privati in favore dello sviluppo delle comunità locali e regionali e in
grado d i meglio verificare l'efficacia delle
azioni che la Comunità europea svolge nelle
diverse aree.
Più specificamente, la discussione si è
articolata sui seguenti temi tutti di grande
rilievo per il futuro della Comunità e per una
sua più incisiva azione nel campo regionale:
Sui primi due temi il Clomitato consultivo
delle istituzioni regionali e locali aveva già
centrato i suoi lavori nel corso della riunione
svoltasi a Campobasso nei giorni 1 1 -1 2 aprile
e di cui abbiamo dato ampio resoconto su
« C o m u n i d'Europa., n. 5 (maggio, 1980).
Proprio il dibattito approfondito svoltosi
in quella sede e conclusosi con I'approvazione di due elaborati documenti ha permesso al
Comitato coiisultivo di portare un apprez.zat o contributo all'incontro con i parlamentari
europei. I due documenti finali d i Campobasso pubblicati a cura della segreteria della
Commissione d i politica regionale e assetto
del territorio (documento PE 65.373 e P E
65.374) hanno fornito una serie di valutazioni, rilievi e suggerimeriti sulla normativa
luglio-agosto 1980
comunitaria relativa ai temi predetti; non già
in termini astratti ma alla luce dell'esperienza
che nei singoli paesi membri è stata fatta d i
tale normativa da parte degli enti territoriali
nei loro rapporti con la popolazione, con i
poteri nazionali e con le istituzioni comunitarie.
Sui problemi posti da una revisione della
disciplina del Fondo europeo d i sviluppo
regionale che dovrebbe entrare in vigore
(anche se è probabile uno slittamento) con il
1" gennaio 1981, i rappresentanti degli enti
locali e regionali presenti a Bruxelles hanno
formulato una serie d i proposte atte a migliorare I'eficacia del Fondo, a concentrarne le
azioni, a renderne più spedito il funzionamerito e a rafforzare il loro ruolo nell'elaborazione ed attuazione della politica regionale
(di cui il Fondo e solo u n o strumento)
I parlamèntari europei e , nel suo intervento conclusivo, lo stesso presidente D e Pasquale, hanno manifestato un sincero apprezzamento per il contributo fornito dai loro
i programmi d i sviluppo regionale;
le azioni del settore .fuori q u o t a » del
F o n d o europeo di sviluppo regionale;
- indicazioni e suggerimenti per la futura
revisione della disciplina del Fondo europeo
di sviluppo regionale.
-
-
( 1 ) Erano
re senti alla riunione: Merrdirh Whittaker,
iiietnbro del North Yorkshii-e C o u n t y Council, presidente
della Srzionc inglese del C C E e della I L L A e co-Presidente
del Comitato consultivo: Elisabetli Gdteau, ~egretariogenerale
aggiunto del C C E , co-segretarici del Comitato consultivo;
Philippe Waddington, segretario generale aggiunto della I U L A , co-segretario del Coiriitato coiisultivo. I iiieiiibri: P.iiiI
Bongers, segr. esec. della Sezione inglese del C C E ; H . J . Brinei. vice presidente dell'Associarione delle Regioni di frontierz
dell'Europa; Claude Deloriiie, sindaco di Forcalquier; Hartmut Hausmann, segretario
dell'Associazione delle Kegioni di trontiera dell'Europa; Harry Jeurissen, della Sezione
olandese del C C E ; M . Kneer, dell'Associazi«ne delle citti e
coiriuni tedeschi; H . G . Lang, segretario generale aggiunto
dell'Associazione delle città e comuni tedeschi; A . Leidinger,
direttore dell'Associazione dei Landkreise Nordrhein-Westfalen; H. Letschert, sindaco d i Tilburg; Mamitsch, della cancelleria del Land Baviera; Gianfranco Martini, segretario generale aggiunto della Sezione italiana del C C E : Aliso Mizzau,
assessore alla Regione f:riuli-Venezia Giulia; Georges Pirrret,
segretario generale della Conferenza delle Regioni periferiche e
marittime d ' E u r o p ì ; G o r d o n Pirie, consigliere della città di
Westniinster; J.A. Keijnen, sindaco di Heerlen e presidente
della Sezione olandese del C C E ; Charles Ricq, segretario
generzle zggiunto della Commissione A G E G ; Wolfgzng
Scheuble, presidente dell'Associaziorie delle Regioni di trontiera dell'Europa. Per il Comitato dell'arco alpino ha partecipato
Giovanni Martinengo che e anche presidente d e l l 9 U N C E M e
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-
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luglio-agosto 1980
interlocutori locali e regionali e h a n n o rico?osciuto l'utilità d i più frequenti contatti tra
il Parlamento e u r o p e o e i rappresentanti delle
autonomie territoriali nell'intento d i assicurare a questo necessario dialogo contenuti
sempre più concreti e specifici. C i ò n o n
significa naturalmente, è stato sottolineato,
voler ridurre la partecipazione degli enti
locali e regionali al processo d i integrazione
europea solo ad aspetti, p u r importanti, d i
natura tecnica e finanziaria: il loro a p p o r t o è
invece a u s ~ i c a b i l eed estremamente utile ad
entrambe le parti se d e t t o dialogo si colloca in
una indispensabile prospettiva politica, cioè
d i rafforzamento delle istituzioni rappresentative ai diversi livelli, d i apertura d i più ampi
spazi d i collaborazione e d i partecipazione e
d i una migliore canalizzazione nei d u e sensi
dei flussi d i informazione.
La Commissione delle C o m u n i t à europee
pubblica periodicamente delle « schede e u r o pee ,, su vari argomenti, destinate all'opinione
pubblica generalizzata. I n una scheda recente
che contiene una serie d i d o m a n d e e risposte
sulla C o m u n i t à europea, viene affrontato
anche l'argomento, sempre così attuale e d
essenziale, dell'incidenza della C o m u n i t à sulla realtà regionale c o n particolare riguardo a
COMUNI D'EUROPA
NUOVE ADESIONI DI
ENTI TERRITORIALI LOCALI
ALL'AICCE
Amministrazione provinciale di: a b .
Foggia. . . . . . . .
657.292
C o m u n e di:
San Bellino ( K O )
Panicale (PG)
1.324
5.050
quella delle aree più deboli e in difficoltà.
Ebbene, è p r o p r i o moltiplicando i contatti
fra i rappresentanti democratici d i tali regioni
e le istituzioni comunitarie che si contribuisce a rendere l'azione d i queste ultime in
favore d i u n o sviluppo territorialmente più
equilibrato più pronta, più adeguata, più
continuativa e più prossima al cittadino.
11 Consiglio dei C o m u n i d'Europa e il
C o m i t a t o consultivo degli enti regionali e
locali che esso ha contribuito, in m o d o
determinante, a costituire, intendono fare
sempre più d i questa collaborazione u n p u n t o qualificante della loro azione politica.
Giovanni Franchi
L'integrazione europea all'esame della
XV CPLRE
Dal 10 al 12 giugno si t svolta a Strasburgo
la X V sessione plenaria della Conferenza dei
poteri locali d'Europa. O g n i a n n o , infatti,
questo organismo consultivo creato alla fine
degli anni '50 nell'ambito dell'Assemblea del
Consiglio d'Europa, riunisce le delegazioni
dei 21 paesi membri oltre ad alcuni osservatori di paesi esterni.
La delegazione italiana, formata previa
intesa tra I'AICCE, I ' A N C I , I'UPI e I ' U N C E M , ha p o t u t o assicurare una efficace presenza ai lavori della Sessione nonostante essa
si aprisse immediatamente a ridosso dei giorni d i voto p e r le elezioni comunali, provinciali e regionali (*),.
Nella prima giornata dei lavori s o n o stati
eletti il presidente della Conferenza (lo svizz e r o Bernard D u p o n t presidente della Sezion e svizzera del C C E ) e i vice-presidenti.
Successivamente si è aperto un dibattito sullo
stato dell'integrazione europea introdotto d a
u n a m p i o rapporto presentato, a n o m e della
Commissione permanente, dal borgomastro
d i Russelsheim (KFT) Karl Storsberg, che t: al
t e m p o stesso presidente della Sezione tedesca
del C C E , sul tema: <' I progressi dell'integrazione europea n.
U n a serie d i comunicazioni presentate rispettivamente dal presidente in esercizio del
C o m i t a t o dei Ministri del Consiglio d'Europa, dai rappresentanti dell'Assemblea parlamentare e del Segretario generale di detta
istituzione, nonché del Parlamento e u r o p e o e
della Coinmissione della C o m u n i t à europea
h a n n o fornito ai delegati un a m p i o panorama
sull'attività del Consiglio d'Europa e della
C o m u n i t à e sulle linee orientative del loro
impegno futuro.
N e l corso dei successivi lavori della Conferenza s o n o stati affrontati, in m o d o più
diretto, il ruolo e i1 bilancio politico ed
operativo della Conferenza stessa nonché
temi specifici d'interesse locale e regionale
sulla base d i 3 rapporti: «L'azione degli enti
locali e regionali nel campo della protezione
dell'ambiente
d i fronte allo sviluppo
dell'energia nucleare D (relatore la signora
Helena Rosetadella delegazione portoghese,
a n o m e della Commissione per l'ambiente e
l'urbanistica); .Le istituzioni regionali in
E u r o p a (relatore A . Galette della delegazione tedesca, a n o m e della Commissione delle
strutture e delle finanze locali) ; La cooperazione transfrontaliera in E u r o p a (relatore i1
sindaco di Losanna, Delamuraz, a n o m e della
Cominissione dei problemi regionali e
dell'assetto del territorio); quest'ultima relazione t stata poi integrata da una comunicazione sugli aspetti culturali d i detta cooperazione (presentata d a T h e o d o r H o t z della
delegazione svizzera a n o m e della C o m m i s sione culturale).
Giancarlo Piombino, presidente delI ' A I C C E e capo delegazione italiana ha illustrato il progetto di parere sul secondo piano
a inedio termine ( 1 981 -1 986) del Consiglio
d ' E u r o p a , s o t t o il profilò delle sue incidenze
sulla realti locale e regionale e quindi sulla
futura attività della Conferenza.
L o stesso Piombino e E n z o Baldassi, deputato nazionale e m e m b r o del C o m i t a t o
esecutivo d e l l l A I C C E , s o n o stati designati a
far parte della Cominissione permanente: gli
altri delegati italiani si s o n o ripartiti tra le
varie commissioni e gruppi d i lavoro. G i u seppe Bufardeci, vice presidente vicario
dell'AICCE è stato designato quale rappresentante della conferenza al C o m i t a t o organizzativo della campagna p e r il rinnovamento
della città.
I n considerazione della complessità degli
argomenti posti all'ordine del giorno anche d i
questa sessione e d a t o che è stata ripetutamente constatata l'opportunità d i adeguare
l'attività della Conferenza sia alle esigenze
prioritarie degli enti locali e regionali sia al
ruolo specifico del Consiglio d'Europa rispetto ad altri organismi ed istituzioni (in
p r i m o luogo la C o m u n i t à europea), i delegati
italiani h a n n o convenuto sulla necessità d i
mantenere più stretti collegamenti con loro e
con I'AICCE al fine d i : a) meglio coordinare
la loro attività nelle diverse commissioni; b)
assicurare il rispetto d i una c o m u n e linea
politica; C) contrastare eventuali proliferazioni d i iniziative non necessarie; d) evitare il
rischio d i dispersione. I n vista d i ciò potrebbe anche rivelarsi utile un incontro della
delegazione italiana con il presidente neoeletto della Conferenza.
Alla vigilia della Conferenza, il 9 giugno,
si era riunito a Strasburgo il Comitato d i
presidenza del CCE per la messa a p u n t o d i
u n orientamento unitario della nostra associazione, e dei suoi m e m b r i nelle varie delegazioni nazionali, nel corso dei lavori della
Conferenza. Vi h a partecipato per I ' A I C C E
l'on Baldassi: gli altri membri del C o m i t a t o
d i presidenza erano stati trattenuti nelle
rispettive sedi p e t le conclusioni delle operazioni del voto regionale e amministrativo.
G.M.
'-L'elenco dci delegati italiani, trasinesso al Consiglio
d'Europa tramite il ministero dell'lnterno, era il seguente
(sono in corsivo i nomi dei delegati presenti a Strasburgo):
Walter Anello - membro della Direzione della Lega per le
Autonomie e i Poteri locali; Enzo B a l d ~ s i i -Deputato- Palazzo
Montecitorio - Roma; Rosario Ballatore - Presidente della
Provincia di Trapani; Enzo Bernardi - Consigliere regionale del
Lazio; Armando Bertorelle -Presidente della prima Cominissione di Studio dell'AICCE: "Le strutture dell'amrninistrazione
locale e la finanza locale"; Moreno Bucci- Consigliere comuiiale
d i Viareggio; Gluseppe Bufardeci - Consigliere comunale di
Forino - Vice Presidente Delegato A I C C E ; Teresa Grrya
Cantoni - Consigliere comunale di Pesaro; Filippo Caria Assessore alla Regione Campania; Stelio De Carolis - Consigliere provinciale di Forli; Giorgio De Sabbata - Senatore - Palazzi)
Madama - Roina: Aurrlio Dozlo - Sindaco di Erve; Nicola
Girolami - .Consigliere provinciale di Roma; R e n ~ t oGrilli Assessore alla Provincia di Parina; Libero Lucconi -Consigliere
regionale delle Marche; Angiolo Marroni - Vice-Presiderite della
Provincia di Roina; Edourdo Martiriengo- Presidente dell'Uriione Nazionale Comuni ed Enti montani ( U N C E M ) ; Grarifia~ico
Martini - Segretario Generale Aggiunto dell'A.1.C.C.E.; Ezio
Martone - Vice -Presidente deHa Provincia di Tricste; Ugo
Marzola - Presidente della 1)rovintia di I'errara; Car~rillo.LloserSegretario Generale dell'UPI; Giorgio Pasìtto - Consigliere
coniunale di Anzio - Consigliere Proviiiriale di Konia; Maurizio
Pessato - Assessore alla Provincia di Ti-ieste; Tonino Piazzi Consigliere cornunale <liCastelnovo ne' Moiiti; Giuseppe l'iazzoni- Segretario Generale d e l l ' U N C E M ; Giancarlo I>iombrnoConsigliere Comunale di Genova - Presidente dell'AICCE;
Franco Ravà - Presidente della Provincia di Fircrize - Presidente
dell'U.I'.I.; C a m ~ l l oKipamonti- Senatore - Sindaco di Gongorzola - Presideiite dell'ANCI; Ario Kupeni - Consigliere circosrrizioiiale di Koinl: Dornenico Santese - Sindaco di Sanarica.
Umberto Seratini - Consigliere coniunale di Vidracco - Segretario generale dell'AICCE; Dante Stefani - senatore - Segretario
nazionale della Lega per le Autonomie e i Poteri locali; Luigi
Tarricone - Presidente del Consiglio regionale della Puglia:
Ferdimndo Vera - Consigliere comunale di Reano - Consigliere regionale del Piemonte; U g o Vetere - Deputato - Assessore al C o m u n e di Roma; Gian Carlo Zoli - Consigliere
comunale di Bagno a Ripoli.
COMUNI D'EUROPA
8
luglio-agosto 1980
Riassunto schematico del1 'attività del Consiglio dei Comuni
CCE
I
Comrnissione culturale e sottocommissione per la preparazione del IV confronto europeo delle città storiche
(Bruxelles, 27 marzo)
R i u n i o n i istituzionali del CCE
A
Commissione delle strutture e la finanza locale (Nam u r , 23-25 aprile)
Riunione preparatoria della Commissione permanente
(Madrid, 19 maggio) e Con~missionePermanente (Madrid 20 maggio)
R i u n i o n i degli o r g a n i dirigenti
Bureau (Parigi, 21 -22 gennaio)
Comitato d i presidenza (Torino, 26 marzo)
Comitato d i presidenza (Strasburgo, 9 giugno)
B
Varie
Incontro informale tra la Sezione italiana e la Sezione
olandese del C C E per la preparazione del Bureau
(Parigi, 20 gennaio)
IV Conferenza tra i ministri responsabili degli enti
locali e le delegazioni dell'Assemblea parlamentare e
della C P L R E (Madrid, 21-23 maggio)
XV sessione plenaria (Strasburgo, 10-12 giugno)
Preparazione e pre-rapporto sul regolamento interno
e gli eventuali emendamenti statutari del C C E (Strasburgo, 18 marzo)
Cornmissione culturale (Strasburgo, 11 giugno)
Corninissione ambiente e urbanistica (Strasburgo, 11
giugno)
Riunione del gruppo d i lavoro europeo per la preparazione del ~ D o s s i e rEuropa>)(Torino, 27 marzo)
Assemblea generale della Sezione olandese del C C E
(Hulst, 24-25 aprile)
Commissione per i problemi regionali e la pianificazione del territorio (Strasburgo, 11 giugno)
I V Convegni, I n c o n t r i , Colloqui, promossi dal C C E
Riunione dei segretari generali delle Sezioni del C C E
(Parigi, 8 maggio)
Convegno su «Gli enti locali di fronte ai problemi della
salute., (Grenoble, 1-2 febbraio)
Incontro con la Commissione d i gestione della costituenda Sezione spagnola del C C E (Madrid 19 maggio)
I1 Attività in collegamento c o n la C o m u n i t à europea
Tavola rotonda sul tema .Vogliamo veramente l'Europa
unita., promossa dal C C E e dal Consiglio regionale del
Piemonte (Torino, 27 marzo)
Riunione preparatoria per la creazione dell'Intergruppo
degli eletti locali e regionali del Parlamento europeo (Strasburgo, 16-17 gennaio)
Incontro fra amministratori locali italiani e francesi su * I
problemi dell'integrazione europea., promosso dalla Sezione italiana e dalla Sezione francese del C C E (Torino, 28
marzo)
Contatti vari con la Cornrnissione per la politica regionale
e assetto territoriale del Parlamento europeo (Bruxelles,
28-29 gennaio e 24-25 aprile)
Partecipazione allo ~ H e a r i n g . della Commissione ambiente, della salute pubblica e della protezione dei consumatori
del Parlamento europeo (Dublino, 26-27 febbraio)
Partecipazione al Congresso su .I1 patrimonio architettonico europeo., promosso dalla commissione C E 5 in collaborazione con i1 Consiglio d'Europa (Bruxelles, 27-29
marzo)
Riunione del Comitato consultivo delle Istituzioni regionali e locali dei Paesi membri della C E E (Cainpobasso, 11-12
aprile)
I Riunione dell'Intergruppo degli eletti locali e regionali
del Parlamento europeo (Strasburgo, 17 aprile)
Consegna del Trofeo europeo di civismo alla città d i
Ravenna (Ravenna, 3 maggio)
Partecipazione allo "Hearingn della Comrnissione d i politica regionale e assetto del territorio del PE e Bureau del
Comitato consultivo delle Istituzioni regionali e locali dei
Paesi membri della C E E (Bruxelles, 27 maggio)
Riunione dell'lntergruppo degli eletti locali e regionali del
P E (Strasburgo, 17 giugno)
I11 Attività in collegamento c o n il Consiglio d'Europa
Seininario su « L a Coinunità europea negli anni '80., promosso dalla Maison de 1'Europe (Marienberg, 13-15
giugno)
Riunioni della C o n f e r e n z a dei P o t e r i locali e regionali
europei (CPLRE) e dei s u o i o r g a n i p e r m a n e n t i
Bureau (Parigi, 25 gennaio)
Commissione ambiente e urbanistica (Strasburgo, 20
febbraio)
Commissione permanente (Strasburgo, 21-22 febbraio
e 13 giugno)
Corninissione per i problemi regionali e la pianificazione del territorio e sottocommissione delle Regioni rurali, agricole e di rnontagna (Strasburgo, 17-18 marzo)
V
Attività varie
A
Gemellaggi e scambi
Bardonecchia (I) M o d a n e (F): l a cerimonia d i gernellaggio a Bardonecchia (15 giugno); 2" cerimonia di
gemellaggio a Modane (29 giugno)
L a r i a n o (I) Sausset les Pins (F): l a cerimonia di gernellaggio a Lariano (25 maggio)
Lecco (I) M a c o n (F): concerto dell'Accademia corale
d i Lecco a Macon (aprile); incontro quadrangolare di
rugby a Lecco e concerto della corale « A coeur Joie.
d i M i c o n a Lecco (maggio); visita a Lecco d i una
delegazione ufficiale dell'amministrazione comunale d i
M i c o n , guidata dal sindaco (6-8 giugno); soggiorno d i
22 studenti lecchesi presso le famiglie di M i c o n
(giugno)
Lucca (I) C o l m a r (F) S c h o n g a u (RFT) Sint Niklaas
(B) Abingdon (GB): riunione di funzionari comunali
delle città gernelle a Colinar per la inessa a punto del
programma di attività (2 febbraio); congresso dei giovani delle città gemelle a Colmar per discussione su
contenuti e organizzazione delle attività da svolgere per
la costituzione di Comitati per le attività giovanili (a
Lucca t. stato già costituito) (17-18 febbraio); torneo di
calcio a Colmar (24-25 maggio); scambi di giovani
studenti con Schongau e Colmar (marzo e maggio);
concerto della banda d i Sint Niklaas a' Lucca (20 giugno); riunione dei sindaci delle città gemelle a Lucca
con la presenza d i delegazioni ufficiali, in occasione
del11inaugurazi6ne di Palazzo Fanner (20-22 giugno)
M a r i n o (I) Boulogne Billancourt (F) Neukoelln
(RFT) Z a a n d a m (PB) Anderlecht (B) H a r n m e r s m i t h
(GB): soggiorno d i 20 bambini di Marino a Boulogne
Billancourt, scambio in reciprocità (gennaio); soggiorno d i 24 bambini d i Boulogne Billancourt, inseriti in
classi parallele di scuole di Marino, per scambio d i
esperienze e d i materiale didattico (febbraio); cerimonia
d i rinnovamento del gemellaggio a Zaandain con la
luglio-agosto 1980
COMUNI D'EUROPA
XVII
(1)
La politica energetica della Comunità europea
e gli Enti locali
di Gianfranco Martini
segretario generale aggiunto dell'AICCE
'Pubblichiamo il testo integrale della comunicazione presen tuta a nome dell'AICCE
dal segretario generale aggiunto Gianfranco
Martini al convegno svoltosi a Roma il.15
aprile e promosso dall'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia ( A N C I ) e dalla Confederazione italiana dei servizi pubblici degli enti locali (CISPEL)sul tema: «Ruolo dei
comuni e delle loro aziende nella politica
d ell'en ergia ».
L'iniziativa predetta ha fornito ai partecipanti (amministratori locali e regionali, dirigenti di imprese pubbliche locali particolarmente interessate all'argomento ed esperti)
ampio materiale di riflessione e di dibattito;
lo svolgimento del programma ne offre
suficien te testimonianza. Ricordiamo in
particolare la relazione generale del vice
presidente delegato della CISPEL, Carlo
Castagnoli, seguita dalla relazione sulla metanizzazione del Mezzogiorno di Attilio
Oliva, presidente della F N A M G A V.
Sono seguite alcune comunicazioni: oltre
quella d i Martini che pubblichiamo, ricordiamo fra le altre quelle sulle indicazioni e
proposte della Federelettrica per più eficienti ed economici sistemi d i illuminazione
pubblica e sulle prospettive di sfruttamento.
dell'energia solare in base alle ricerche condotte dal Craies di Verona nonché quella
del sindaco di Brescia Cesare Trebeschi, sulla produzione combinata energia-calore e il
teleriscaldamento.
Le finalità del convegno sono state sottolineate negli intementa di apertura e in conclusione dei lavori rispettivamente, dal presidente dell'A N C I , Sen. Hiparnonti e dall'On.
Sarti, presidente della CISI'EL. Si è voluto
offrire, con le relazioni, con le comunicazion i e con il dibattito un orientamento agli
amministratori comunali e ai responsabili
delle loro aziende sulle possibilità e le prospettive di impegno e di realizzazioni concrete nella soluzione dei gravi problemi che
oggi caratterizzano tutto il settore dell'energia e che condizionano in misura così determinante non solo lo sviluppo economico ma
anche l'intera uescita sociale.
Gli atti del convegno, già in corso di
stampa, forniranno ampiamente la base, sul
piano politico e tecnico, ad ulteriori approfondimenti su un tkma che è destinato a
rimanere uno degli elementi condizionanti
l'intero sistema economico mondiale e quindi lo stesso processo 'di integrazione europea. Il tema dellénergia si intreccia sempre
piW anche con l'ambito di competenza e con
le responsabilità specif;che degli enti regio-
nali e locali, non solo per le ovvie incidenze
che esso ha sulla popolazione, ma in considerazione unche delle iniziative che detti
enti possono e debbono assumere nel campo
energetico, per favorire le indispensabili economie di energia, favorire l'accesso a fonti
alternative, garantire la salvaguardia dell'ambiente umano e naturale e utilizzare
tutte le opportunità che le iniziative e gli
strumenti della Comunità europea offrono
per meglio fronteggiare la sfida energetica
degli anni '80.
Proprio per questo la Federazione iombarda dell'AICCE si era fatta promotrice in
data 8 Marzo 1980 di una giornata di studio a Brescia sul tema: «programma energetico e programmazione locale in Lombardia*.
I lavori si sono articolati su tre relazioni:
«aspetti qualitativi e quantitatiui del problema energetico~;«ii;rfrastrutture energetiche e
politiche del territorio» e «energia e problem i di localizzazio?ze in Lombardia» introdotte dal sindaco di Brescia, Cesare Trebeschi.
Hanno partecipato all'incon tro il segretario generale aggiunto dell'AICCE, Gianfranco Martini, e il Borgomastro della città di
Bussum (Paesi Bassi) che ha svolto una interessante comunicazione sui problemi, le
esperienze e le realizzazioni degli
- Enti locali
olandesi in materia energetica.
*C
1) I problemi degli Enti locali e regionali
e il ruolo dell'AICCE
In questo Convegno, opportunamente
promosso per dibattere un tema di grande
rilevanza pratica pt:r i Comuni ed altri enti
locali, la partecipazione dell'AICCE (Sezione italiana del Consiglio dei Comuni d'Europa) ha un suo specifico significato e una
sua precisa finalità.
L'AICCE, infatti, è la Sezione italiana
del Consiglio dei Comuni d'Europa, organismo sovranazionale europeo che raggruppa attualmente non solo i Comuni, ma anche le autorità territoriali a livello regionale
ed intermedio. La sua attività mira a sensibilizzare - politicamente, in primo luogo gli eletti locali e regionali europei ai problemi dell'unificazione politica, e non solo
economica, dell'Europa secondo un modello federale, facendo sì che questo processo
di unificazione non risponda a schemi centralistici; ma rispetti e potenzi tutte le autonomie territoriali, garanzia di democrazia,
di pluralismo, di ricchezza di apporti diver-
si pur nel comune impegno verso gli Stati
Uniti d'Europa.
Accanto a questo obiettivo, va ricordato
anche il complesso sistematico di iniziative
volte a fornire agli enti territoriali un "servizio" di informazione, documentazione,
scambio di esperienze che attualmente non
costituisce più soltanto un contributo culturale, ma un mezzo ormai indispensabile per
rendere più efficace la stessa attività amministrativa o legislativa dei Comuni, delle
Province, delle Regioni.
Infine, proprio questa compenerrazione
di attività locali e regionali e di <<politiche»
della Comunità europea rende sempre più
necessario un corretto rapporto di consultazione, di collaborazione, di partecipazione
degli enti territoriali alla elaborazione ed
attuazione delle norme, delle iniziative e
delle politiche comunitarie: ciò evidentemente richiede un sistema di dialogo e di
contatti tra i predetti enti e le istituzioni
della Comunità europea (il Parlamento eletto, la Commissione, il Comitato economico
e sociale): alcuni risultati positivi sono stati
già raggiunti in questa direzione, come vedremo, ma si tratta di passare sollecitamente ad una fase meno sperimentale e pragmatica e più istituzionalizzata.
2) Politiche nazionali e politiche europee:
una progressiva interdipendenza
Questa premessa non ha soltanto il valore di una presentazione, ma serve anche a
capire meglio in quale ambito e quindi anche con quali limiti I'AICCE interviene a
portare un proprio contributo alla tematica
oggetto del Convegno. Si tratta dunque di
fornire alcuni elementi essenziali di conoscenza sui programmi e sulle realizzazioni
della Comunità europea nel campo energetico. In questa materia così complessa, in
cui si mescolano studi, riflessioni, ipotesi di
lavoro, progetti, provvedimenti normativi,
abbiamo scelto, con criterio che certamente
potrà non essere esente da rilievi, ma in
qualche maniera inevitabilmente soggettivo,
alcuni dati che ci sembravano di più diretta
utilità per gli amministratori locali italiani.
Ciò che ci preme sottolineare è che le
principali politiche nazionali (tra queste,
certamente, quella energetica) non sono più
concepibili e realizzabili avulse dal quadro
di riferimento europeo.
N o n si tratta qui soltanto del condizionamento esterno che le vicende internazionali
da sempre esercitano sulle economie e sulle
(2)
XVIII
società nazionali, ma dell'intreccio crescente
che un sistema d i solidarietà istituzionalizzata (qual'è appunto la Comunità europea)
provoca tra scelte nazionali e scelte europee.
3) La Comunità europea e i problemi
energetici: motivazioni ed orientament i fondamentali (1)
Tralasciamo l'analisi dei problemi - certamente determinanti - che si collocano però
a monte del nostro Convegno, cioè l'importanza essenziale dell'approwigionamento energetico, la sua incidenza sullo sviluppo economico e sociale dell'intera Comunità europea e sul tenore di vita dei suoi
cittadini, l'evoluzione che ha contraddistinto i consumi di circa 260 milioni di cittadini
dei paesi membri, le condizioni diverse, ad
esempio sotto il profilo dei prezzi, in cui
l'approvvigionamento di energia awiene oggi rispetto al passato. Tutto ciò può essere
letto e verificato in innumerevoli pubblicazioni.
Può invece essere utile ricordare che le
prime iniziative prese dalle istituzioni europee per coordinare l'azione degli Stati membri della Comunità nel settore energetico
risalgono al 1962, ben prima della crisi.
Una tale azione, in pieno periodo di euforia, si giustificava:
a) In virtu dei trattati della C E C A e
dell'Euratom. La Comunità europea del
carbone e dell'acciaio è stata costituita nel
1951 ; l'Euratom, la Comunità europea
dell'energia atomica, nel 1957. I problemi
che la penetrazione del petrolio importato
doveva necessariamente porre all'industria
del carbone, così come i suoi e'ffetti sullo
sviluppo delle applicazioni pacifiche dell'energia nucleare, esigevano un approccio
europeo globale dei problemi energetici.
b) In virtu del trattato che istituisce la
Comunità economica europea. I Nove hanno un dovere di solidarietà; devono aumentare la sicurezza dei loro approwigionamenti energetici ed evitare che si verifichino
tra di loro distorsioni o squilibri tali da
compromettere la realizzazione del mercato
comune e dell'unione economica. I1 grado
di dipendenza nei confronti delle importazioni non è infatti identico per tutti gli Stati
membri dato che alcuni di essi dispongono
di maggiori risorse indigene.
La crisi dell'energia ha reso ancora più
imperiosa e urgente la necessità di una politica comune in questo settore. Infatti:
a) L'Europa occidentale è apparsa molto
vulnerabile. Le interruzioni o le restrizioni
delle forniture, nonché i forti aumenti dei
prezzi, hanno sollevato nei nostri paesi innumerevoli problemi economici.
b) Le reazioni nazionali isolate e disperse
si sono rivelate inefficaci; alle prese con il
fronte dei paesi produttori, i paesi consumatori devono reagire in maniera solidale.
(1) Più ampie informazioni possono essere ricavate
dalle pubblicazioni ufficiali e dagli studi della Commissione delle Comunità europee e del Parlamento europeo ai quali abbiamo largamente attinto.
COMUNI D'EUROPA
luglio-agosto 1980
più basso g a d o possibile di rischio per i
lavoratori, per le popolazioni e per l'ambiente. I1 loro sfruttamento deve anche tener conto del carattere limitato delle risorse
materiali di cui dispone l'umanità.
e) L'accresciuta autonomia che occorre
perseguire non può condurre all'autarchia.
Con le fonti e le riserve di energia delle
quali dispone, l'Europa non può aspirare ad
essere autosufficiente. O allora sarebbe necessario un tale sforzo di ricerca e d'investimento che il prezzo dell'energia sarebbe
troppo elevato. L'energia deve d'altra parte
conservare un posto negli scambi internazionali: alcuni prodotti, il petrolio per
esempio, costituiscono per certi paesi
esportatori una risorsa pressoché unica e il
principale mezzo di sussistenza e di sviluppo.
C) La ricerca di una minore dipendenza
dagli approvvigionamenti esterni è diventata
assolutamente indispensabile. N o n la si può
ottenere soltanto attraverso il gioco spontaneo delle forze economiche sul mercato.
Essa implica al contrario un insieme di misure che riguardano fattori molteplici, e
dunque una politica energetica globale inquadrata anch'essa in una politica economica e sociale a lungo termine.
L'unità del mercato comune e la realizzazione progressiva dell'unione economica e
monetaria dei nostri paesi esigono dunque
una politica dell'energia che sia, in larga
misura, comune ai Nove. Una politica comune è anche una condizione di efficacia,
essa permette infatti:
a) di evitare gli sforzi nazionali dispersi o
contraddittori e i doppi impieghi che essi
comportano, in particolare nel campo della
ricerca scientifica.
b) di trar partito dal peso economico e
politico di un'entità di 260 milioni di abitanti nelle relazioni con gli altri paesi importatori di energia, con i paesi produttori
nonché con le società multinazionali che
dominano il settore della commercializzazione.
Purtroppo siamo ancora assai lontani da
una vera e propria politica comune dell'energia in sede europea. Questo risultato è
il frutto di una presa di coscienza non
puramente verbale della nuova situazione, è
condizionata da un profondo mutamento di
mentalità e di comportamenti da parte delle
autorità nazionali degli Stati membri, è legata ad un reale e rapido progresso verso
forme di sostanziale integrazione sul piano
economico e politico, cioè alla costituzione
di un vero e proprio governo europeo capace di scelte coordinate e globali in sostituzione di quella che spesso è ancor oggi re va lente mente - una forma di cooperazione intergovernativa.
Si possono tuttavia individuare fin d'ora
alcuni orientamenti fondamentali ai quali
questa politica energetica comune europea
dovrebbe ispirarsi:.
a) conviene economizzare l'energia, risorsa rara e costosa, utilizzandola più razionalmente. Una crescita economica sostenuta
deve ormai essere combinata con un aumento proporzionalmente minore del consumo di energia primaria.
b) la sicurezza dell'approvvigionamento e
la sua regolarità, in quantità e in prezzi,
sono nell'insieme meglio assicurate dalle
forniture indigene che dalle importazioni,
sottoposte a grandi rischi. E' necessario
dunque ricercare un alto grado di autonomia a condizioni di prezzo accettabili.
C) L'obiettivo della sicurezza e della stabilità degli approvvigionamenti è anche facilitato dalla diversificazione delle fonti. l
rischi di interruzione delle forniture e di
aumento dei prezzi sono minori se si ricorre a delle fonti di natura e di origine geografica molteplici.
d) Le risorse accertate che ci si sforza di
mobilitare e le nuove fonti di energia che ci
si sforza di .sviluppare devono presentare il
4) La Comunità europea e i problemi
energetici: le tappe principali della sua
attività normativa e di indirizzo
'
Quando si fa riferimento alla Comunità
europea (più esattamente, alle Comunità
europee, CECA, CEE ed Euratom, ancora
formalmente distinte se pur rette da organi
comuni) è opportuno precisare che i problemi energetici hanno fatto oggetto di prese di posizione, regolamentazioni normative, disposizioni programmatiche ed orientative da parte della Commissione, del Consiglio dei ministri e del Parlamento, ciascuno
secondo le proprie competenze e secondo il
ruolo specifico che tali organi svolgono nel
complesso quadro istituzionale delineato dai
Trattati: di impulso, di proposta, di gestione per quanto riguarda la Commissione, di
decisioni normative definitive il Consiglio,
di partecipazione alla funzione normativa e
di controllo politico e di bilancio il Parlamento europeo, specie dopo la sua recente
elezione diretta. Anche il Comitato economico e sociale, nella funzione consultiva
che gli è propria, ha concorso a delineare
un complesso di azioni comunitarie nel
campo energetico.
Per limitarci agli anni più recenti, quando
cioè il problema energetico ha assunto connotati di maggiore urgenza e drammaticità,
ricordiamo che i fondamenti di una politica
europea comune dell'energia sono già stati
posti a seguito delle iniziative prese ai Consigli dell'ottobre 1972 e del dicembre 1.973.
Alla fine del 1974 e agli inizi del 1975, sono
state approvate dal Consiglio tre risoluzioni
che definiscono orientamenti generali per la
politica comunitaria e obiettivi settoriali
specifici per il 1985.
Nella prima risoluzione, si è stabilito che
la "politica energetica comunitaria" significa
l'elaborazione di comuni obiettivi numerici
che servano da riferimento per le politiche
nazionali e anche per i produttori ed i
consumatori di energia della Comunità; uno
stretto coordinamento delle posizioni degli
Stati membri della Comunità per consentire
a quest'ultima di esprimere un punto di
vista comune sui problemi energetici nei
confronti dell'estero; una partecipazione comunitaria che si esprima attraverso la coo-
luglio-agosto 1980
perazione con altri paesi consumatori da un
lato e tra paesi consumatori e paesi produttori dill'altro lato. Nella risoluzione si afferma inoltre che la politica energetica comunitaria dovrebbe mirare a ridurre la domanda energetica, a migliorare la sicurezza
dell'approwigionamento mediante lo sviluppo di risorse interne e la diversificazione
delle fonti di approvvigionamento esterne.
Nella seconda risoluzione sono fissati gli
obiettivi per il 1985: riduzione della dipendenza della Comunità, nei confronti dell'energia importata, al 50% e possibilmente
al 40%; ripartizione di quote e di obiettivi
di produzione per ogni tipo di combustibile
nel bilancio energetico generale; riduzione
del consumo energetico del 15% rispetto
alle previsioni elaborate nel 1973 per il 1985
(cioè 1.450 milioni di tep anziché 1.700
milioni di tep).
Nella terza risoluzione del febbraio 1975
si specificano le politiche e le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi convenuti
attraverso sostegni comunitari, politiche di
prezzi volte a favorire gli investimenti, interventi di sostegno a favore del carbone,
una politica comunitaria di approvvigionamento del combustibile nucleare nonché
una maggiore trasparenza del mercato petrolifero della Comunità.
Queste risoluzioni restano la base formale della politica comunitaria e hanno ispirato in larga misura la successiva legislazione
e azione comunitaria in materia. Dopo il
1973-1974, si sono aggiunti però diversi
altri obiettivi. Ai Consiglio europeo di Brema (1978) è stato deciso di ridurre il rapporto tra la crescita della domanda energetica e la crescita del PIL della Comunità a
0,8 entro il 1985 grazie a misure rigorose di
risparmio di energia.
E' stato ribadito l'obiettivo di una dipendenza energetica da ridurre al 50% per il
1985. I1 Consiglio europeo svoltosi nel
marzo 1979 a Parigi ha deciso di contenere
il consumo di petrolio del 1979 al livello di
500 milioni di t., vale a dire una diminuzione, rispetto alle previsioni precedenti, di
poco superiore al 5% convenuto da tutti i
paesi dell'AIE. A1 ' Consiglio europeo di
Strasburgo (giugno 1979), si è deciso d i
mantenere fino al 1985 le importazioni ad
un livello pari o inferiore a quello del 1978,
a condizione di un impegno analogo da
parte degli altri paesi industrializzati. Al
vertice economico di Tokio del giugno
scorso vi sono state indicazioni soddisfacenti in questo senso.
L'attività della Comunità nel campo
energetico si sviluppa in vari settori che ci
limitiamo a indicare, non essendovi, obiettivamente, la possibilità di approfondirne i
contenuti. Vi è una piattaforma di proposte,
analisi ed obiettivi che costituiscono il punto di partenza per stabilire le tendenze
energetiche nella Comunità e la direzione e
la convergenza dei programmi degli Stati
membri.
La politica dei prezzi è considerata la
chiave di volta del risparmio di energia,
oltre a favorire le condizioni propizie agli
investimenti (che alcuni strumenti finanziari
COMUNI B'EUROPA
della Comunità contribuiscono ad incrementare).
I1 risparmio di energia è un elemento
essenziale della complessa politica energetica: per la sua importanza generale e per lo
specifico interesse per gli enti locali, vi dedicheremo il prossimo paragrafo della presente relazione.
I1 programma comunitario di ricerca
energetica persegue tre obiettivi: migliorare
le conoscenze sulla tecnologia nucleare (in
particolare le tecniche e le norme di sicurezza), migliorare le tecniche volte a risparmiare energia ed ampliare le conoscenze
sulle nuove fonti energetiche.
Inoltre, la Commissione comunitaria,
ben sapendo che il ritardo con cui un risultato soddisfacente a livello di laboratorio
trova la piena applicazione commerciale è
spesso riconducibile in parte alla difficoltà
di ottenere finanziamenti nel periodo di
lancio, ha proposto un sistema di interventi
finanziari a favore di progetti dimostrativi.
Per singole fonti energetiche (petrolio,
carbone, energia elettrica e nucleare) ricordiamo che, a medio termine, gli obiettivi
della Comunità possono essere così sintetizzati:
Per il petrolio. Migliori relazioni con i
paesi produttori; diversificazione degli approvvigionamenti esterni; maggiore esplorazione all'interno della Comunità per impedire una contrazione della produzione dopo
il 1990; continuazione delle azioni di risparmio e di sostituzione del petrolio; limitazione del petrolio ad usi speciali; limitazione delle importazioni a 470 milioni di t.
fino al 1990.
Per il carbone. Incremento delle capacità
di consumo e di produzione del carbone;
commercializzazione delle tecniche di gasificazione e fluidificazione del carbone.
Per l'energia elettrica e nucleare. Impedire un ulteriore slittamento dei programmi
di costruzione di centrali nucleari in modo
da disporre nel 1990 di una capacità quasi
uguale alle previsioni nazionali; sfruttamento massimo delle possibilità del carbone e
del nucleare nella produzione di energia
elettrica; accordo sulla politica comunitaria
in materia di ritrattamento, superconvertitori e smaltimento dei rifiuti; accordo sulla
politica riguardante il capo VI del trattato
Euratom; risultati soddisfacenti nelle trattative con l'Australia e il Canada e nelle
discussioni con gli USA sull'approwigionamento di combustibili nucleari; riduzione
della dipendenza esterna per i combustibili
nucleari.
Fin qui c i siaino soffermati soprattutto
sull'attività del Consiglio e della Commissione delle Comunità europee. I1 Parlamento europeo, prima e dopo la sua elezione a
suffragio universale e diretto, ha svolto,
anche in questo campo, la sua importante
funzione di controllo, di contributo alla
definizione delle varie politiche ed azioni
della Comunità e di dibattito democratico
con la partecipazione delle varie forze politiche e dei rappresentanti eletti dei cittadini
europei che ad essi si richiamano.
l1 Parlamento europeo ha proseguito, con
particolare vigore dopo la sua elezione diretta, la sua funzione di apporto critico alla
normativa comunitaria anche nel campo
della politica energetica. Senza fare richiami
dettagliati ai vari dibattiti parlamentari su
questo argomento (il che avrebbe scarso
significato senza una corrispondente analisi
dei ~ r o b l e m iaffrontati e delle diverse posizioni emerse) ci sembra tuttavia indispensabile ricordare che il Parlamento europeo si
muove su linee ben diverse da quelle del
Consiglio dei ministri ancora legato a valutazioni nazionali e, spesso, a defatiganti
compromessi intergovernativi sui quali si
arenano i tentativi di elaborazione di una
vera politica energetica europea.
Va pure sottolineato che, a monte di
varie politiche (tra cui anche quella energetica) il Parlamento europeo ha condotto e
conduce una battaglia politica per una nuova impostazione - in termini di maggiori
disponibilità e di diverso equilibrio delle
varie voci - del bilancio comunitario tale da
condizionare positivamente l'azione futura
della Comunità e porla meglio in grado di
affrontare i gravi problemi che le stanno
dinnanzi.
I1 Comitato economico e sociale ha
anch'esso svolto il ruolo consultivo che i
Trattati comunitari gli attribuiscono, dando
il suo apporto di organismo rappresentativo
delle categorie professionali. Ricordiamo, in
particolare, per le connessioni con l'azione
degli enti locali, i suoi ripetuti richiami alla
necessità di ottenere ampi consensi da parte
dei cittadini della Comunità per favorire
uno sviluppo economico che comporti un
minore consumo di energia.
Alla formazione di questi consensi possono certamente fornire un prezioso contributo proprio gli enti locali: non a caso la
Sezione .Sviluppo regionale» del Comitato
economico e sociale si è fatto promotore di
un parere nettamente favorevole ad una più
stretta collaborazione degli enti territoriali
locali e regionali - all'uopo consultati - alla
formulazione e alla realizzazione della politica comunitaria di sviluppo.
5) I1 rapporto Saint-Geours sulle relazioni t r a crescita economica e risparmio
energetico
Sempre nel campo delle economie di
energia, va ricordato un ampio studio dal
titolo: «Per una Comunità economa in
energia. reso pubblico nel giugno 1979.
Esso è noto come «Rapporto Saint Geours»
dal nome del presidente dell'apposito gruppo di lavoro costituito su iniziativa della
Commissione comunitaria, due membri della quale, il vice-presidente Natali e il commissario Brunner, ne hanno seguito più direttamente l'attività per la loro specifica
competenza per i problemi dell'ambiente e
dell'energia. Pur rimandando alla lettura integrale del testo, desideriamo riassumerne le
caratteristiche fondamentali e le linee ispiratrici, con particolare riguardo ai suggerimenti che possono più direttamente riguardare gli enti territoriali, locali e regionali.
Per la prima volta, senza dubbio, un'analisi rigorosa del potenziale comunitario e
COMUNI D'EUROP'A
delle tecniche di economia d'energia è inquadrata nel suo contesto globale: economico, istituzionale, sociale e culturale. Conclusione principale del gruppo presieduto
da Jean Saint-Geours: le nostre società possono affrontare la sfida energetica senza
mettere in pericolo le tradizioni, il benessere, le libertà e i valori ai quali gli europei
sono legati. Lo sviluppo di una società sobria
in energia non può essere deciso in un ufficio
di pianificazione. Esso richiede, al contrario,
un alto g a d o di iniziativa e di responsabilità individuali.
N o n si tratta di rinunciare alla crescita
economica, ma piuttosto di migliorarne
profondamente il contenuto e la qualità. Da
una parte una crescita troppo debole frenerebbe gli adattamenti necessari ad una maggiore sobrietà economica. D'altra parte, in
un mondo nel quale l'aumento del prezzo
dellYenergia importata genera la disoccupazione e l'inflazione, una crescita sostenuta
può essere duratura solo se si basa su una
politica di economie di energia a lungo termine, più completa e più radicale di tutto
ciò che è stato fatto nel passato. Una simile
politica ha delle possibilità di successo solo
se è sostenuta da un largo consenso popolare. In una lettera al presidente della Commissione europea, Roy Jenkins, il presidente del gruppo di esperti rileva che l'adesione
dei cittadini sarà tanto più grande quanto
più l'azione politica sarà percepita come
elemento di una strategia comunitaria tendente a realizzare una crescita economica
efficiente in termini di consumo di energia.
I1 gruppo raccomanda di mettere in opera
questa politica in, tre settori chiave: i prezzi,
la ricerca, le condizioni tecniche di utilizzazione dell'energia.
a) I Nove dovrebbero adottare delle politiche armonizzate che tendano a far coprire dai prezzi dell'energia i costi di sostituzione delle risorse. Costi e prezzi dovrebbero essere resi pubblici e trasparenti.
b) I programmi di ricerca, di sviluppo e
di dimostrazione relativi alle tecnologie atte
ad economizzare l'energia dovrebbero essere sviluppati attraverso la creazione di strutture europee di ricerca scientifica e lo studio delle questioni economiche e sociali legate alla diffusione e all'utilizzazione effettive di queste tecnologie.
C) Delle norme minime comuni di «performance,, tecnica dovrebbero essere messe
a punto attraverso accordi volontari o disposizioni legali per le automobili, le istallazioni di riscaldamento e i principali elettrodomestici, che siano importati o prodotti
nella Comunità.
Il gruppo chiede che una politica completa ed integrata di dissociazione tra la crescita
economica e il consumo di energia sia definita dalla Commissione europea e raccomandata ai Nove. Si tratta di creare in ogni
paese un clima favorevole agli investimenti
e alle innovazioni sobrie in energia.
I suggerimenti del gruppo riguardano le
norme di efficienza energetica applicabili
agli immobili; l'informazione e la pubblicità: l'istituzione di reti di consulenza, che
bisogna
inoltre
appoggiare attraverso
un'azione di informazione; la promozione
di dispositivi di misura, (di regolazione e di
controllo; infine, I'aumc'nto sensibile dei
contributi finanziari alle economie di energia (aiuti agli investimenti in particolare).
Quest'ultima azione dipende soprattutto
dalle autorità nazionali, regionali e locali. I
loro acquisti, le loro regolamentazioni e
sistelni di tassazione possono esercitare una
grossa influenza sull'uso efficiente dell'energia. Dei veri adattamenti in questi settori
permetterebbero di aprire delle nuove strade all'iniziativa industriale e di fare dell'economia di energia un «buon affare* e un'occasione di creazione di nuovi posti di
lavoro.
A medio termine, le economie di energia
costituiscono un favoloso giacimento di
nuove risorse. Esse sono a portata di mano,
se solo si uniscono gli sforzi dei ricercatori,
dei produttori, dei consuinatori e dei governanti. Secondo il rapporto Saint-Geours, le
economie possibili di qui all'anno 2000 potrebbero raggiungere dal 20 al 35% del
consumo nel settore dei trasporti, dal 15 al
35% in quelli dell'industria e dell'agricoltura, fino ai 50% nei servizi e nelle abitazioni.
a) Nel settore dei trasporti, le possibilità
tecniche sono:
- Per i trasporti stradali (due terzi del
consumo di questo settore): si delinea un
nuovo modello di automobile, più piccola,
meno pesante, che offre meno resistenza
all'aria, che dispone di pneumatici, carburanti e lubrificanti migliorati, di un motore
- Diesel di preferenza - e di un sistema di
alimentazione più economico grazie a sistemi di regolazione elettronici. Al volante di
queste nuove automobili, un nuovo conduttore forse meno teso, più preoccupato di
economizzare che di dare prestazioni spesso
ridicole.. . e pericolose. Va ugualmente ricercato un miglioramento della rete dei trasporti collettivi, soprattutto nelle città, anche se non ci si deve attendere di realizzare
importanti economie da una loro ipotetica
sostituzione al trasporto individuale.
- Per le ferrovie: l'alleggerimento dei
materiali, la riduzione della loro resistenza
all'aria e il recupero dell'energia che deriva
dalla frenatura possono permettere delle
sensibili economie.
- Per l'aeronautica: ci si possono attendere dei guadagni importanti dalla nuova
generazione di motori, da una nuova concezione delle ali e da un alleggerimento delle
strutture.
b) Nel settore domestico e dei servizi, e
in particolare nel settore del riscaldamento
(80% del consumo di questi settori), le
economie possibili risulteranno:
- da una migliore disciplina degli
utenti. E' il grado di temperatura supplementare al di là dei 19" o 20" che aumenta
più degli altri il consumo.
- Da un miglioramento dell'isolamento termico grazie al rinnovo degli immobili
esistenti, ad una migliore concezione delle
costruzioni nuove, all'impiego di nuovi materiali.
luglio-agosto 1980
- Da un miglioramento dei materiali
e delle attrezzature (caldaie, ecc.) e da un
ricorso massiccio all'elettronica per assicurare la regolazione e il controllo delle temperature.
- Dall'estensione, laddove le condizioni vi si prestano, del riscaldamento urbano collettivo e della messa a punto, a più
lungo termine, di nuove tecniche: pompe di
calore, riscaldamento solare; ecc.
C) Nel settore dell'industria e dellYagricoltura, le economie d'energia verranno soprattutto :
- dal declino relativo di alcuni settori
ad alto consumo di energia: la siderurgia,
che assorbe un quarto del consumo energetico dell'industria in Francia e in Gran Bretagna, ma anche la chimica, la cellulosa,
alcune attività legate alla costruzione, ecc.
- Dal recupero dell'energia sotto forma di calore e, in alcuni casi, dallo sviluppo
della produzione combinata di calore e forza. I1 rendimento energetico, rispetto al
combustibile utilizzato, di una centrale termica, non è che del 35% circa. In compenso, a certe condizioni, un'installazione integrata può raggiungere un rendimento del
75%: 25% di elettricità e 50% di calore
riutilizzabile in particolare nelle reti collettive di riscaldamento urbano.
- Da un maggiore impiego dell'elettronica e dei micro-processori per migliorare la regolazione e il controllo del flusso
energetico.
- Dalla messa a punto di iluovi prodotti più sobri in energia, e con dei componenti di base riciclabili.
- Da un maggiore ricorso alle energie
rinnovabili come quella solare.
Ma, va sottolineato, lo sviluppo di una
società sobria in energia non è soltanto una
questione scientifica e tecnica. Si tratta anche di sbloccare numerosi freni economici,
culturali ed istituzionali, e, al limite, cambiare i nostri modelli-di produzione e di
consumo. Questo significa che non si tratta
solo di imporre delle norme o dei controlli.
Il rapporto Saint-Geours sostiene la necessità di una maggiore partecipazione dei cittadini. Questi devono essere maggiormente
associati alla determinazione delle grandi
scelte collettive. Essi devono anche essere
incoraggiati, all'interno di una società pluralista, a sperimentare autonomamente delle
nuove forme di vita sociale e dei nuovi
modelli di comportamento più sobri in
energia. A lungo termine si potrebbe immaginare, per esempio, il moltiplicarsi di piccole città o di comunità di media grandezza
alimentate in gran parte dall'energia solare.
Le aspirazioni attuali ad una migliore qualità della vita, ivi compreso un lavoro che
diventi meno impegnativo e competitivo, il
rispetto accresciuto dell'ambiente naturale
che traspare dal diffondersi dell'ecologia sono altrettanti fattori che favoriscono un minor consumo di energia.
N o n bisogna tuttavia sottovalutare gli
ostacoli:
a) alcuni vengono dal prezzo dell'energia. Quando questi prezzi sono mal cono-
luglio-agosto 1980
sciuti dall'utente o quando non si tiene
sufficientemente conto dei costi reali a lungo termine, e in particolare della scarsità di
alcuni tipi di energia, si premia in effetti lo
spreco.
b) ~~~i ostacoli sono legati ad una preoccupazione troppo esclusiva della redditività a breve termine. Essi si riscontrano, in
particolare, per quanto riguarda gli investimenti nel settore dell'industria e degli alloggi, sòprattuttb se questi ultimi non sono
occupati dal loro proprietario. A cosa serve
rimodernare una caldaia se la nafta viene
pagata dall'inquilino ?
COMUNI D'EUROPA
Sulla base dei Trattati europei e di diverse risoluzioni adottate dai Nove di definire
una politica comune dell'energia, la Comunità si è sforzata, da pai;te sua, di favorire
gli scambi d i informazione tra i Nove e
d i assicurare u n certo coordinamento delle
10'0
azioni tendenti ad economiuare
ltcnergia.
a) Le misure prese dai paesi membri norme, aiuti agli investimenti, ecc. - potrebbero, in mancanza di un'armonizzazione, creare degli ostacoli alla libera circolazione delle merci O falsare la concorrenza
al1 interno del mercato comune.
b) Il carattere sperimentale dei programmi nazionali rende articolarm mente preziosi
gli scambi di esperienze e di informazioni;
il coordinamento della ricerca permette di
portare avanti, in condizioni migliori, degli
studi di interesse generale e di evitare dei
C O S ~ O Sdoppioni~
.
La Commissione europea propone oggi
ai Nove di aumentare i loro sforzi e di
adottare dei programmi di economia d'energia comparabili. La Commissione ha tracdi un Programma generale.
cia" lo
I principali punti di questo schema sono i
seguenti:
nomia di energia nei asporti, programmi
educativi nelle scuole di ogni livello, aggiornamento e informazione dei professionisti.
6) Interventi finanziari della Comunità a
sostegno della politica energetica
Alle Regioni, alle Province e ai Comuni
interessano certamente non solo il quadro
orientativo generale e il complesso normativo comunitario in materia energetica (che
abbiamo cercato di schematizzare anche se
a grandi linee) ma anche le concrete possibilità di attingere ad aiuti finanziari della
Comunità nelle loro iniziative in questo
campo.
Le norme e le esigenze legali sono a
E' appena il caso di sottolineare che l'esivolte inadeguare in quei settori ad alto constenza di interventi finanziari comunitari
sumo di energia che sono l~automobile e il
nel campo dell'energia, così come in altri
riscaldamento degli immobili.
produzione e l'utilizzazione razionale del calore e
campi, non sostituisce le politiche di cui
essi dovrebbero essere uno strumento. Codell'elettricità sono spesso ostacolati da
sì, anche nello specifico ambito energetico
un'organizzazione troppo rigida che priviledi cui qui ci occupiamo, gli aiuti finanziari
gia la centralizzazione della ~ r o d u z i o n epur
provenienti dalla Comunità sono certamendividendo in compartimenti la distribuzione
te opportuni e da utilizzare nel modo midei diversi tipi di energia.
gliore, ma lasciano scoperto il problema di
d) L,informazione e l,edrrcazione dei confondo che è quello della necessità di una
rrmn<ori
restano spesso insufficienti. Gli
politica energetica comune.
stessi professionisti ignorano a volte i mateLa Comunità prevede, come è noto, una
riali e i procedimenti dei quali potrebbero
serie di strumenti finanziari direttamente fidisporre.
a) una politica dei prezzi e delle tasse
nalizzati a favorire lo sviluppo regionale
sull'energia
trasparente e realista, che tenga
Abbiamo sottolineato, in questa breve
(Fondo europeo di sviluppo regionale, Bansintesi, alcuni degli aspetti del rapporto conto della scarsità e dei costi a lungo ca europea per gli investimenti). o comunSaint-Geours che possono anche più diret- termine;
que su di esso incidenti (Feoga-Sezione
tamente chiamare in causa l'attività degli
b) una revisione progressiva verso lyalto, orientamento, Fondo sociale europeo, inenti locali.
in funzione dcl progresso tecnico, delle perterventi C E C A ; più recentemente il cosidVa però precisato che la realizzazione di formance richieste a; nuovi immobili, nondetto «Sportello Ortoli» o Nuovo strumencondizioni favorevoli alle economie di ener- ché dei
to comunitario - NIC).
di riscaldamento, la cui magia rientra in generale nelle competenze dei nutenzione dovrebbe inoltre essere meglio
I rapporti tra energia e territorio sono
governi nazionali. Questi ultimi hanno preevidenti, ma proprio per questo è imporcontrollata;
d i s ~ o s ~dei
o programmi che hanno PermeStante conoscere quali mezzi specifici offra la
un codice di costruzione che imponga
so, tra il 1974 e il 1977, di ridurre il consu- delle norme
Comunità nel settore energetico.
per gli uffici ed
m o di energia dei Nove di circa 1'8%. Al di altri servizi, e
Per favorire il risparmio d i energia è stato
riguarda in particolare i
fuori di alcune misure assunte in crisi reemanato il Regolamento C E E n. 1303178
di riscaldamento e di condizionacenti, che limitano per esempio la circola- mento d'aria o di vcntilazior,e;
del 12.6.78 che prevede la concessione di
zione automobilistica o il consumo di nafta
sostegni finanziari - per un totale di 55
d) degli aiuti finanziari per il riadattaper il riscaldamento, la gamma delle dispoM U C E (cioè milioni di unità di conto eumento degli immobili esistenti, e un prosizioni adottate è molto ampia e si allarga
ropeee - U C E - per l'intero programma)
gramma modello per gli alloggi e gli uffici
sempre d i più. Esse riguardano in partico(1)
a progetti dimostrativi che permettono
appartenenti al settore pubblico.
lare :
tale risparmio (per una più precisa conoe) Uno sforzo d i ricerca scientifica e descenza, rimandiamo al testo del provvedia) l'isolamento termico degli immobili: gli aiuti finanziari per assicurare la promomento).
Nel marzo 1979 il Consiglio dei
obbligo di isolare le nuove abitazioni, ma zione commerciale dei nuovi procedimenti
ministri
della Comunità ha confermato la
anche rinnovamento degli immobili già esi- ed attrezzature ,-he
ad economizdecisione
della Commissione di approvare
stenti (si distinguono a questo riguardo, la zare
53 progetti per un investimento totale di 79
Danimarca, la Germania e l'Olanda).
f) Degli aiuti finanziari per incoraggiare
M U C E con un contributo finanziario cob) I sistemi di riscaldamento: migliora- gli investimenti industriali che permettono munitario di circa 21,s milioni di UCE.
mento O riconversione delle attrezzature, di economizzare lPenergia e per sviluppare Questi progetti riguardano i processi indunorme d'istallazione, controllo della manu- le attività di consulenza presso le piccole e striali, gli edifici, le pompe di calore ed il
tenzione, limi~azione della temperatura medie imprese, che mancano spesso di perriscaldamento urbano, le centrali elettriche,
mass'imale degli uffici e degli alloggi, ecc.
sonale qualificato.
i trasporti, l'orticultura, ecc.
C) I trasporti: campagne d'informazione,
g) L'incoraggiamento della
U n progetto dimostrativo potrà ricevere
limitazione della velocità, controllo della combinata e dell'uso razionale del calore e
un contributo compreso tra il 25 e il 49%
pubblicità che riguarda il consumo di cner- dell'elettricità.
del suo costo totale o del sovracosto rispetgia, accordi volontari con l'industria autodi informazione, di to ad una instaliazione tradizionale.
h) Un grande
mobilistica per migliorare progressivamente educazione civica e di
sui prezzi
I1 contributo della Comunità è rimborsale prestazioni dei veicoli.
dell'energia, sul consumo delle attrezzature bile in caso di sfruttamento commerciale dei
alla ricerca, allo sviluppo e e sulle economie possibili: etichettatura de- risultati del progetto, tranne che per le sped)
gli elettrodomestici, calcolo e fatturazione se sostenute per il programma di misure chc
alla dimostrazione di nuovi procedimenti,
nonché l'aiuto agli investimenti industriali. individuale del riscaldaniento negli immobili saranno prese in carico dalla Comunità fino
Sforzi notevoli sono fatti in questi settori e negli alloggi ,mu!tipli, standardizzazione
dalla Danimarca, la Germania, l'Olanda e la dei metodi di calcolo e di pubblicità relativi
(1) II valore di ogni UCE è variabile: a titolo indicativ o ricordiamo che al 1.1.1980 era pari a Lit. 1.160.
al consumo dei veicoli, campagne sull'ecoGran Bretagna.
(6)
XXII
a concorrenza massima del 75% del contributo finanziario stesso.
Per il nuovo bando i possibili settori di
applicazione sono l'edilizia, l'industria in
genere, quella energetica in particolare, i
trasporti.
Per quanto riguarda lo sviluppo di «nuove» energie, il Consiglio della Comunità ha
adottato - il 12 giugno 1978 - un regolamento C E E n. 1302178 concernente la concessione di un sostegno finanziario ai progetti dimostrativi basati sullo sfruttamento
delle fonti energetiche alternative (sfruttamento dell'energia solare; liquefazione e
gassificazione di combustibili solidi; sfruttamento dei giacimenti geo-termici; sfruttamento dell'energia dei fluidi, delle maree e
dei venti). Ai progetti dimostrativi nel campo dell'energia alternativa si può concedere
un contributo massimo del 40% del costo
del progetto, di cui il 50% (e quindi il 20%
del costo del progetto) è non rimborsabile.
A titolo di esempio citiamo il recente
bando di gara (pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale delle Comunità europee del
31/1/80) per piscine a riscaldamento solare.
Alcune comunicazioni della Commissione, in attuazione del nuovo programma
quadriennale 1979-1983 di ricerca e sviluppo
nel settore energetico (Decisione del Consiglio 791785lCEE de11'11/9/79) prevedono
dei finanziamenti (contributi a fondo perduto del 50%) a favore di ricerche in materia di conservazione dell'energia; produzione e impiego dell'idrogeno; energia solare;
energia geo-termica; analisi di sistemi energetici e studi strategici.
Per progetto dimostrativo si intende la
realizzazione su scala industriale di nuove
apparecchiature, nuovi prodotti o nuovi
processi o di una nuova applicazione di
apparecchiature, prodotti o processi noti.
Un progetto dimostrativo deve perciò essere nuovo (cioè di prima realizzazione a
livello europeo), deve presentare dei rischi
legati al passaggio dalla scala pilota alla
scala reale e avere un buon potenziale di
applicabilità su scala europea.
Nell'ambito del Fondo europeo d i sviluppo regionale sono previste delle azioni «fuor i quota». La Commissione ha già avanzato
cinque proposte di impiego, una delle quali
(per complessivi 16 milioni di UCE) concerne la diversificazione della fonte di energia nelle zone montane del Mezzogiorno
italiano ( ~ i c c o l e centrali idroelettriche,
energia eolica, ecc.).
I1 Parlamento europeo, il 12 marzo scorso, si è pronunciato favorevolmente - con
qualche ulteriore precisazione - sulle proposte della Commissione che ora dovranno
essere adottate dal Consiglio.
La BEI accorda, senza scopi di lucro, i
finanziamenti o garanzie per progetti d'investimento pubblici e privati:
- che promuovano uno sviluppo regionale equilibrato (inclusi quelli volti a migliorare I'approwigionamento energetico
per favorire l'industrializzazione regionale,
ecc.);
- che presentino un interesse comune a
più paesi membri della Comunità nel suo
COMUNI D'EUROPA
insieme (principalmente progetti volti a limitare la dipendenza della Comunità dalle
importazioni di petrolio);
- che ~ o n t r i b ~ i s c a n oall'ammodernamento o alla riconversione industriale.
Negli ultimi tre anni i progetti nel settore
energetico, a finalità regionale o d'interesse
comune, hanno assorbito quasi il 40% dei
finanziamenti della Banca nella Comunità.
Dal 1973 alla fine del 1979 la Banca ha
effettuato in Italia 50 interventi per un totale di 948 M U C (milioni di unità di conto)
pari a 969 miliardi di lire. Oltre all'ENEL,
AGIP, SNAM, ecc. ne è stato beneficiario
anche il Comune di Brescia, per il suo
progetto di teleriscaldamento, per complessivi 18 miliardi di lire.
La BEI ha confermato la sua disponibilità
ad operazioni proposte da enti territoriali
aventi ad oggetto, oltre al teleriscaldamento, la combustione di rifiuti urbani per ricupero di calore ed energia, impianti idroelettrici, ecc.
Quanto al Nuovo strumento comunitario
- N S C (Sportello Ortoli) la Commissione
delle Comunità europee è stata autorizzata
dal Consiglio delle Comunità europee ad
emettere prestiti sino a concorrenza di )in
miliardo di unità di conto europee a nome
della CEE; questi fondi sono versati alla
Investimenti, che ha
Banca europea per
il mandato di accordare finanziamenti per
conto della Comunità a favore di progetti
dichiarati ammissibili dalla Commissione e
conformi agli obiettivi prioritari fissati dal
Consiglio; la prima ~tranche*di 500 M U C
è stata destinata a progetti nei settori delle
infrastrutture e dell'energia. Nel 1979 i mutui su risorse dell'NSC sono stati destinati
per più della metà (quasi 150 MUC) al
finanziamento di centrali idroelettriche e
termiche in Irlanda, in Italia e nel Regno
Unito.
Si ricorda che con decisione del Consiglio delle Comunità europee, un abbuono
d'interesse del 3% a carico del bilancio
della Comunità può essere accordato a favore di taluni finanziamenti concessi su risorse proprie della BEI e su quelle del
Nuovo strumento comunitario, dal 1979 al
1983, nei paesi membri meno prosperi della
Comunità che partecipano a pieno titolo al
Sistema monetario europeo (sono così designate l'Irlanda e l'Italia). Tali mutui a tasso
agevolato devono essere concentrati sui
progetti d'infrastrutture che contribuiscono
a risolvere i principali problemi strutturali
nei paesi interessati nonché a ridurre le
disparità regionali ed a migliorare la situazione occupazionale; la decisione di ammissibilità dei progetti all'abbuono viene presa
dalla Commissione. Taluni progetti energetici in Italia hanno già beneficiato di questa
misura.
Per la formazione professionale anche in
settori connessi con,lo sviluppo energetico,
si può fare ricorso (anche d'a parte di enti
locali e regionali) al Fondo sociale europeo,
che concede contributi a fondo perduto.
Alcune iniziative prese da enti locali italiani nel campo specifico dell'energia non
solo hanno suscitato l'interesse della Comu-
luglio-agosto 1980
nità e di altri enti analoghi in altri paesi
membri, ma sono state studiate e discusse
anche in sedi politiche nazionali. Ricordiamo
l'.udienza
conoscitiva*
disposta
dall'Assemblea nazionale francese tramite la
sua Commissione della produzione e degli
scambi, il 10 maggio 1978, alla quale è stata
invitata la città di Brescia nella persona del
suo sindaco, a w . Cesare Trebeschi, e
dell'ing. Luciano Silveri, presidente della
Azienda servizi municipalizzati di Brescia (per
maggiori informazioni si veda il n. 911978
della rivista .Comuni d'Europa,,, organo
mensile dell'AICCE).
Va ricordato che la C E E e il Canada
hanno deciso di collaborare allo sviluppo
dell'Energiebus, un metodo nuovo ed originale per risparmiare l'energia che ha già
dato buone prove in Canada e che costituisce un esempio pratico di informazione in
particolare delle piccole e medie imprese sul
potenziale delle economie di energia.
L'Energiebus è munito di strumenti sofisticati capaci di misurare ed analizzare il
consumo di energia negli impianti industriali e commerciali e di identificare i risparmi
d'energia potenziali. In Canada i governi
federale e provinciali ne assicurano il funzionamento; gli industriali lo considerano
uno strumento eccellente per migliorare il
rendimento energetico e per ridurre così i
costi connessi al consumo di combustibile e
di elettricità.
L'Energiebus è munito di calcolatori, di
strumenti per misurare, di apparecchi di
dimostrazione, di materiale audio-visivo.
Prima di ricevere la visita dell'Energiebus, una società deve fornire informazioni
sul genere e la quantità di energia che esso
consuma, e sulle caratteristiche fisiche
dell'impianto. La squadra di controllo si
reca in seguito in loco per raccogliere i dati
supplementari di cui ha bisogno per fare
un'analisi con computer. Alla fine della visita la società riceve suggerimenti per aumentare il rendimento energetico del suo
impianto come pure una valutazione dei
risparmi finanziari possibili seguendo i suggerimenti pratici dati. L'esperienza canadese
mostra che 1'Energiebus può realizzare risparmi di energia potenziali di circa 20-30%
a visita.
Questo sistema di verifica ha sollevato
molto interesse nel mondo. In seguito a una
dimostrazione effettuata in Canada davanti
ai rappresentanti della C E E nel giugno
1979, sei Stati membri hanno già manifestato l'intenzione di adottare un sistema del
genere, prendendo esempio sul programma
canadese. Parecchi Stati membri hanno già
incominciato ad elaborare i loro programmi
e i Paesi Bassi pensano di applicare il loro
sistema fin dall'inizio del 1980.
Nel quadro del programma dell'Energiebus della Comunità, l'accento sarà messo
sull'assistenza alle piccole e medie imprese.
I1 sistema sarà gestito dagli Stati membri
individualmente. La Commissione avrà il
compito d i coordinare i vari sistemi nazionali e di adottare un sistema di scambio di
dati e di programmi di ordinatori, al suo
centro di ricerca di Ispra in Italia. I1 gover-
luglio-agosto 1980
no canadese ha offerto alla Comunità i programmi di informatica del suo sistema di
controllo energetico. Oltre all'Energiebus
che ha visitato i vari paesi europei, il Canada ha anche offerto di formare la prima
équipe di esperti dei paesi membri che
adotteranno il sistema dellYEnergiebus.
7) L'ente locale territoriale, la C o m u n i t à
europea e i problemi energetici
N o n è certo necessario, in un Convegno
a cui partecipano così numerosi e qualificati
eletti locali, dilungarsi sul ruolo che gli enti
territoriali sono chiamati a svolgere nel
campo energetico e sui rapporti tra energia,
sviluppo economico e sua necessaria proiezione territoriale. Basterà ricordare telegraficamente che detti enti 'Ono
d i energia'
di potere di
interessi dei
territorio' rappresentanti
cittadini e portavoci
loro
gestori di propri impianti di produzione e
distribuzione di energia'
pubblici
chiamati a concorrere alle iniziative volte
alla conservazione e al risparmio energetico,
responsabili della tutela dell'ambiente, portatori, al tempo stesso, di istanze di razionalità tecnica e di partecipazione. Tutto ciò
legittima la pretesa di detti enti, nell'esercizio delle competenze specifiche riconosciute
a Regioni e Comuni, di essere soggetti attivi a pieno titolo e non solo destinatari della
politica energetica quale si articola a diversi
livelli, locale, regionale, nazionale ed
europeo.
Non entriamo nel merito dei problemi e
delle potenzialità che si pongono agli enti
territoriali autonomi del nostro paese nel
settore energetico, alla luce anche del
b16 del 1977 e delle altre norme già in vigore o auspicate-che concernono i
compiti di detti enti in questo campo, sia in
modo diretto sia tramite gli interventi programmatori, la connessione tra produzione,
gestione del territorio
e protezione della
salute e dell'ambiente, il rapporto tra centralizzazione e decentramento del sistema energetico: tutti temi di enorme interesse ma che
richiederebbero ben altre dimensioni di questa comunicaz~onee che, del resto, coinvolgono direttamente le associazioni di enti
locali che operano in sede nazionale, prime
tra esse I'ANCI e la CISPEL, promotrici del
Convegno.
Desideriamo invece, prima di concludere,
I'attenzione sulle implicazioni politiche, istituzionali ed operative - della
connessione tra azione degli enti regionali e
locali e la Comunità europea. Tale connessione postula adeguati canali e procedure di
contatto, di consultazione e di partecipazione degli enti territoriali all'azione della Comunità (Parlamento europeo e Commissione) e alle decisioni delle autorità nazionali
preparatorie di quelle che verranno poi
adottate dagli organi comunitari: naturalmente intendiamo riferirci alle politiche che
hanno incidenza
sviluppo locale e regionale e che riguardano materie di competenza degli enti predetti.
I1 problema ha rilevanza generale e non
concerne solo l'energia.
COMUNI D'EUROPA
XXiii
(7)
sburgo, verrà discussa la relazione re disposta dall'on. Linde sulle nuove linee di
azione della Comunità europea nel settore
del risparmio di energia: in essa, tra l'altro,
si insiste perché la Comunità fissi obiettivi
inderogabili, non essendo certo sufficienti
gli appelli a produttori e consumatori.
Nel settembre 1978, sotto il patrocinio
della CEE, è stata costituita a Lussemburgo
una Conferenza tecnologica permanente delle autorità locali europee (STCELA: Standing technological conference of european
local authorities) in cui sono rappresentate
le due più importanti associazioni di enti
locali che operano sul piano europeo ed
internazionale: il Consiglio dei Comuni
d'Europa e la IULA. Alcuni gruppi di studio sono già al lavoro e la loro attività
concerne, oltre alle tecniche relative ai centri d'acquisti per gli enti locali, per la raccolta ed il trattamento di rifiuti chimici
tossici, per la raccolta dei rifiuti urbani, i
metodi di gestione di parchi di autoveicoli e
l'analisi dei fabbisogni, anche il ruolo degli
enti locali nel campo delle economie di
energie. L'Assemblea della «STCELA» ha
deciso di dar corso allo studio di un progett0 comunitario sul ruolo degli enti locali nel
campo dei risparmi energetici. U n progetto
di base per visite e scambi di studio e di
Un altro punto di riferimento importante esperienze di funzionari di enti locali della
Comunità, con riferimento all'uso delle teceuropeo eletto e le sue
il
nologie
più moderne, è attualmente in via
Commissioni. Tra queste la Commissione
di impostazione.
per la politica regionale e l'assetto del terriE' certo che l'efficacia del dialogo tra enti
torio è certamente quella che più direttamente si ricollega ai ~ r o b l e m idegli enti locali e regionali e Comunità europea e la
tempestiva mente^
territoriali come soggetti promotori dello loro capacità di
correttamente e nella misura massima consvilu~~O
e locale. Ma proprio Persentita, gli strumenti finanziari europei nel
ché a questo
e ad una
campo energeticoy
negli altri che incicrescita delle comunità locali concorrono
d
o
"
~
sullo
sviluppo
economico-sociale
e
altri fattori (l'industria, l'agricoltura, i propiù
territoriale,
dipendono
oltre
che
da
una
gressi sociali, la cultura e, certamente,
ampia e specifica informazione, anfhe da
l'energia) il consiglio dei comuni d'Europa
altre due condizioni: da contatti meno epiha proposto ai gruppi politici d e ~
pariamensodici tra le varie associazioni di enti locali
t0 europeo, che vi hanno aderito, di dar
Sezione
vita ad un N ~ r o u pde
e liaison,, (o I
~ operanti
~ sul piano
~ nazionale
~ con la ~
italiana del Consiglio dei Comuni d'Europa
P')
da parlamentari
meinbri di diverse commissioni ma aventi un (AICCE) e con gli Uffici della Comunità
(Commissione, Parlamento, BEI), nel riinteresse convergente ad affrontare con visione interdisci~linare i vari e complessi spetto delle loro competenze specifiche, e
problemi delle comunità locali e regionali, dalla creazione - presso le Regioni e gli enti
locali di maggiori dimensioni, città capoluoferme restando, ovviamente, le competenze
ghi, ecc. - di un apposito «Servizio. o
formali delle diverse Commissioni parlamentari. ~~i confronti del12~ntergruppoil "Ufficio> per i problemi della Comunità,
non~ per complicare
le~ struttuconsiglio dei comuni d
y intende
~
~
~ulteriormente
~
Svolgere, Pur
suo
re burocratiche, ma per consentire un punto di riferimento per l'«imput>>e I'«output»
funzionamento, unyazione propositiva di temi e di problemi suggeriti dall'esperienza
di
e
degli enti territoriali. L'energia, alla quale Un
Promosso dalla
CEE e dall'AICCE, Per
proprio nel febbraio scorso, il Parlamento Commissione
funzionari e dirigenti di Uffici Stampa reeuropeo ha dedicato un ampio esame sulla
base della relazionedell'on. ~~~l ~~~b~(su- gionali, ha confermato l'utilità di queste
gli obiettivi energetici della comunità per il iniziative e della proposta dell'AICCE di
1990, sulla convergenza delle politiche degli farsi carico di un'agile Agenzia periodica di
notizie ed informazioni limitata ai problemi
Stati membri, sull'energia nucleare e
europei di interesse locale e I-egi~nale.
politica energetica), offrirà certamente l'oc-
I1 Consiglio dei Comuni d'Europa - di
cui 1'AICCE è la Sezione italiana - sta
operando per la creazione, in sede comunitaria, di una Conferenza o Assemblea dei
poteri locali e regionali in analogia con
quanto già esiste nell'ambito del Consiglio
d'Europa, ma con ben altra incidenza, tenuto conto della diversa natura della Comunità, delle sue piu concrete ripercussioni
di ordine economico, sociale e finanziario
e, soprattutto, delle sue ~otenzialitàpolitiche. Nell'attesa e in ~ r e ~ a r a z i o ndie questo
risultato ottimale, il Consiglio dei Comuni
d'Europa ha promosso la costituzione di un
Comitato consultivo delle Regioni ed enti
locali della Comunità al quale hanno aderito anche altri organismi di enti locali. Detto
Comitato, che ha come obiettivi l.approfondimento dei problemi, il confronto delle
esperienze tra le autonomie territoriali dei
nove paesi membri e il dialogo con le istituzioni comunitarie (Parlamento, Commissione di Bruxelles, Cornitato economico e sociale) ha fino ad oggi orientato la sua attività prevalentemente sui temi di politica regionale, ma proprio nei
mesi il
dell'energia e dei suoi rapporti
con lo sviluppo economico e la pianificazione territoriale poIarizzeranno la sua attenzione.
casione a l " I n t e r g r u ~ ~ odi
aPPrOfondimenti collegati con lo sviluppo del ter'ito'io- la politica regionale e la protezione
dell'ambiente.
Proprio nella sessione ~ l e n a r i adel Parlamento europeo, attualmente in corso a Stra-
Questa comunicazione che, per la complessità dei problemi e la molteplicità delle
esperienze e delle informazioni che era opportuno far conoscere, si è dilatata oltre il
~
(8)
XXIV
previsto, n o n p u ò essere certo considerata
come un contributo esauriente, ma solo come uno stimolo ad ulteriori approfondimenti, ad una costante sensibilità al contesto europeo, ad una coerente volontà di
coordinare l'azione amministrativa locale e
quella legislativa regionale con la politica
comunitaria che dovrà però, a sua volta,
n o n calare dall'alto, secondo modelli centralizzati, inaccettabili dalla nostra democrazia «fondata sulle autonemie., ma essere
la risultante della collaborazione e del coordinamento - quindi del dialogo - dei vari
livelli di decisione politica ed amministrativa.
Un'ultima precisazione, ma certo n o n secondaria. Proprio per quanto sopra esposto, per l'incidenza crescente dell'integrazione europea sulla realtà locale e regionale,
le autonomie locali e regionali n o n possono
essere spettatrici passive della Comunità,
dei suoi successi e dei suoi scacchi, dei suoi
slanci e delle sue timidità, delle sue potenzialità e delle sue lentezze.
Le lezioni dirette del Parlamento europeo
hanno creato delle possibilità nuove di partecipazione dei cittadini allo sviluppo
COMUNI D'EUROPA
dell'unificazione europea che vanno coltivate, rafforzate con azione costante di tutte le
forze politiche, sociali, economiche e culturali: con l'azione, dunque, capillare e preziosa delle decine e decine di migliaia di eletti rappresentanti della democrazia locale che
nei paesi membri sorio i portavoce delle
attese dei cittadini e, a] tempo stesso, punti
di riferimento essenziali per una crescita
civile e reale della società europea possibile
solo nella solidarietà istituzionalmente garantita di una federazione europea.
Vi è quindi largo spazio per un'azione
degli eletti locali e regionali in collegamento
con la Comunità, ma vi è ancor più spazio
e necessità di un loro impegno per farla
progredire verso traguardi politici ed istituzionali ben più adeguati alle sfide che ci
stanno dinnanzi. Si 6 parlato più volte
dell'esigenza di una politica comune europea
(cioè sovranazionale) dell'energia. I1 Consi-gli0 dei Comuni d'Europa ne chiedeva
espressamente la creazione nella risoluzione
conclusiva dei suoi VII Stati generali (Roma, 1964). Essa n o n significa la somma
delle politiche nazionali dei singoli Stati
membri della Comunità o aggiustamenti a
luglio-agosto 1980
posteriori delle stesse per renderle compatibili, né si identifica con un sistema di <<convenzioni. sia pure inserito in un quadro
comunitario. Essa vuol dire elaborazione in
comune di una politica energetica comune
senza che simultaneamente esistano altre
politiche comuni (ad es., industriale, monetaria, ecc.). Detta politica energetica comune dovrà essere sostenuta da un adeguato
bilancio comunitario, inserita in un disegno
coerente, attenta non solo alle esigenze interne, ma al quadro più generale degli
scambi economici e commerciali tra paesi
produttori di beni strumentali e prodotti
finiti e paesi produttori di materie prime
(ad esempio, ma non solo, il petrolio). I n
altre parole i cittadini europei (e i loro
rappresentanti eletti negli enti locali e regionali) sono direttamente interessati a che la
Comunità europea abbia finalmente un vero governo, democraticamente responsabile di
fronte al Parlamento eletto, in g a d o di
cogliere positivamente anche le implicazioni
della crescente interdipendenza tra il rilancio delle nostre economie (cioè del mondo
occidentale) e lasoluzione dei problemi dello
sviluppo del Terzo e Q u a r t o mondo.
COMUNI D'EUROPA
luglio-agosto 1980
9
(CCE) e della sua Sezione italiana (AICCE) - I semestre 1980
Comitato promotore della Federazione abruzzese (Roma, 7 marzo)
Convegno su M I problemi energetici .e la programmazione locale in Lombardia. promosso dalla Federazione
lombarda e dal Comune di Brescia (Brescia, 8 marzo)
Comitato promotore della Federazione siciliana (Palerm o , 17 rnarzo)
partecipazione di una delegazione di 60 marinesi oltre
agli amministratori locali di Marino (8-12 maggio)
N e t t u n o .(I) T r a u n r e u t (RFT): visita di una delegazione di amministratori locali di Traunreut a Nettuno,
guidata dal Borgomastro (maggio); partecipazione di
una delegazione di Nettuno alle feste di Traunreut (27
giugno)
Traversetolo (I) O r a i s o n ( ~ j l: a cerimonia di gemellaggio a Traversetolo (25 maggio)
C
B Partecipazione a convegni, incontri, ecc.
.
Comitato internazionale della Gauehe Européenne
(Bruxelles, 19 gennaio)
Incontro internazionale su *L'Europa per la pace.,
promosso dalla Gauche Europeenne (Bruxelles, 29
febbraio 1" marzo)
Colloquio europeo su « L o sviluppo delle istituzioni
comunali nell'Europa unita», promosso dalla Fondazione Friederich Ebert Stiftung e dalla Lega socialdemocratica tedesca per la politica comunale (Berlino,
14-1 8 aprile)
Seminario su -Sicurezza e difesa», promosso dalla Fondazione Adenauer (Bruxelles, 24-26 aprile)
Bureau del P P E sulla politica regionale (Bruxelles, 14
maggio)
Incontro in preparazione del XVIII Congresso internazionale di scienze amministrative su «Amministrazione
e regionalismo, autonomie e federalismo~, promosso
dall'Istituto internazionale di scienze amministrative
(Barcellona, 26-27 giugno)
VI
Attività in collegamento con le altre organizzazioni
Federaliste
a) Rapporti con il M E (Mouvernent européen)
Consiglio federale (Venezia, 22-23 febbraio)
Congresso (Parigi, 9 maggio)
Consiglio federale (Parigi, IO maggio)
b) Rapporti con I'UEF (Union européenne des FédéraIistes)
Congresso (Strasburgo, 14-16 inarzo)
Comitato federale (Lussemburgo, 28-29 giugno)
AICCE
I
Riunioni istituzionali dell'AICCE
-.
A
.
Riunioni di o r g a n i dirigenti
a) Direzione nazionale (Torino, 8 febbraio, Roma, 7
inarzo)
Esecutivo (Roma, 19 febbraio, 29 aprile)
Consiglio nazionale (Roma, 7 inarzo)
b) Coinmissione
aprile)
finanziaria
(Roma, 6
iiiarzo, 23
C) Revisori dei conti (Roma, 26 marzo)
B
Attività in collaborazione c o n Regioni, Province,
C o m u n i e C o m u n i t à europea
Federazioni regionali
Comitato direttivo della Federazione lombarda (Brescia, 14 gennaio)
Comitato promotore della Federazione trentina (Trento, 25-27 gennaio)
Comitato promotore della Federazione Sudtirolese
(Bolzano, 28-30 gennaio)
Comitato promotore della Federazione siciliana (Palerino, 28 gennaio)
Giunta esecutiva della Federazione piemontese (Torino, 3 marzo)
I1
Incontri di una delegazione dell'AICCE con i rappresentanti della consulta regionale dell'emigrazione
dell'umbria, per la preparazione del convegno di Assisi sull'emigrazione (Roma, 9 e 24 gennaio)
Incontro dei membri italiani del comitato consultivo
delle Regioni ed enti territoriali dei paesi membri della
C E E (Roma 16 gennaio)
,
Incontro di studio su ~ L u c c a , tra pianificazione e
gestione del territorio*, promosso dal Comune di Lucca in collaborazione con la Regione Toscana e I'ANCI
(Lucca, 1-2 febbraio)
Convegno su -11 piano siderurgico e l'attuazione della
legge di riconversione industriale., promosso dal C o mune di Terni (Terni, 7-8 febbraio)
Convegno su «Riformare i1 Potere locale per realizzare
lo stato delle autonomie., promosso dalla Giunta regionale lombarda, in collaborazione con I'ANCI,
I'UPI e I'UNCEM (Milano, 8-9 febbraio)
X Congresso nazionale dell'unione segretari comunali
e provinciali (Roma, 21 -23 febbraio)
Convegno nazionale regionale su .Dieci anni di Regioni>>,promosso dalla Giunta regionale toscana (Firenze,
4-6 marzo)
Convegno europeo su .Partecipazione degli emigrati
alla vita amministrativa politica e sociale nei paesi di
accogli mento^, promosso dalla Regione Uinbria, dal
Consiglio regionale umbro per l'emigrazione e
dall'AICCE (Assisi, 8-9 marzo)
Incontro di informazione per responsabili degli Uffici
stampa, direttori di pubblicazioni regionali, coordinatori per i problemi comunitari nelle Regioni su .La
Comunità europea, le Regioni e l'informazione», promosso dall'Uficio per l'Italia della C E E e dall'AICCE
(Roma, 10-13 marzo)
Convegno nazionale su «Il diritto all'inforinazione nelle realtà regionali», promosso dall'Istituto di studio e
ricerche per lo sviluppo dell'informazione regionale e
dalla Regione Campania (Napoli, 17-1 8 aprile)
Seminario regionale di formazione europea su .Le autonomie locali e la Coniunità europea., promosso
dall'Ufficio ~ e l'Italia
r
della C E E in collaborazione con
I'AIGE (Castellammare d i Stabia, 24-25 maggio)
Partecipazione a Convegni, Incontri, ecc.
Convegno internazionale di studi su .I1 ruolo del Parlamento europeo nella costruzione dell'unità politica europ e a ~ ,proinosso dalla Cassa di Risparmio di Torino, in
collaborazione con i1 Movimento europeo (Torino, 12-13
gennaio)
XXVII Giornata europea della scuola (Roma, 4 febbraio)
Incontro-dibattito su su normativa per gli immigrati in Italia: esigenze e responsabilità», promosso dall'UCE1lCaritas
(Roiiia, 28 fabbraio)
Convegno su <(Le Regioni e la nuova politica agricola
comunitaria., promosso dal Centro europeo studi economici e sociali (Perugia, 9-10 maggio)
Convegno sul tema «Proposta delllAnfe per una legge
quadro sulla scolarità dei figli degli emigrati., promosso
dall'ANFE (Roma, 14 giugno)
(segue)
luglio-agosto 1980
COMUNI D'EUROPA
10
Convegno su -Energia e sviluppo alternativo in
Europa*, (Verona 12-13 aprile)
Convegno su *Il mezzogiorno di fronte all'integrazione europea>>,proinosso dal C I F E in collaborazione con 1'UfLcio per l'Italia della C E E e 1'MFE
(Alcamo 19-20 aprile)
Tavola rotonda su .I problemi economici della
Federazione europea,,, promossa dal C I F E e dalla
G F E (Frascati, 4 maggio)
Convegno su .Prospettive della telematica in Europa., promosso dal C I F E (Roma, 8 maggio)
Comitato direttivo (Koma, 12 maggio e 23 giugno)
Attività in collegamento con altre organizzazioni
A
Federaliste
a) Rapporti con il C I M E (Consiglio Italiano del Movimento Europeo)
Corniiiissione per il coordinamento delle iniziative
femminili (Roma, 4 gennaio e 14 maggio)
Incontro fra il Consiglio italiano e tedesco del
Movimento europeo (Roma, 7-8 inarzo)
Consiglio di presidenza (Rorna, 23 gennaio, 12
febbraio, 27 tebbraio, 14 aprile, 26 ii-iaggio e 16
giugno)
Comitato direttivo(Roma, 27 febbraio e 1 8 giugno)
Consiglio nazionale (Ron-ia, 18 giugno)
Incontro tra il Consiglio Italiano e Il Consiglio
spagnolo del Movimento europeo su -La Spagna
nell'Europa per rinnovare la C o r n u n i t à ~(Rorna, 20
giugno)
Convegno su .Il fondo monetario europeo e il
pi-oblema dell'energia*, (Roma, 21 giugno)
b) Rapporti con il M F E (Movin-iento federalista
europeo)
Congresso (Bari, 23-24 febbraio)
Direzione (Milano, 29 marzo)
Comitato centrale (Roma, 31 inaggio)
Incontro-dibattito sul tema ~Un'iniziativa europea
per la costruzione di uno stato palestinesen, proinosso dal MFE e dall'OLP (Roma, 19 giugno)
C)
d) Rapporti con I'AGE (Associazione dei giornalisti
europei)
Direttivo (Roina, 14 febbraio)
e) Rapporti con lo I A I (Istituto Affari internazionali)
Coii-iitato direttivo (Roma, 24 gennaio)
Riunioni varie nel quadro del «Progetto Venezia.
su * L o Stato della Comunità,,, %L'energia., « I prvbleini monetari», *il quadro macroeconomico internazionale*, «il rapporto nord-sud >, .il contesto
politico inondiale* (Roma, 11 gennaio, 1 e 22 febbraio, 7 e 21 marzo, 11 aprile)
B
Rapporti con il C I F E (Centro italiano formazione
europea)
Convegno sui problemi linguistici europei e tavola
rotonda sul terna -Parlare europeo: coine?. proi-i-iosso dal C I F E e dall'AEDE (Roma, 19 gennaio)
Seminario di intormazione su .La politica regionale
europea e i problemi d e l l ' o c ~ u ~ a z i o n proinosso
e~~
dal CIEE, dall'ainininistrazione provinciale di Foggia e dall'AICCE (Foggia, 29-30 marzo)
di Poteri locali
Congresso della Lega per le autonomie e i Poteri locali
(Firenze, 25-27 gennaio)
Consiglio nazionale dell'unione nazionale comuni,
Comunità ed Enti Montani ( U N C E M ) (Roma, 31
gennaio)
Seminario di studio su « I servizi pubblici locali
nell'economia e nella società),, promosso dalla CISPEL
(Firenze 27-29 marzo)
Giornata di studio su *Ruolo dei Comuni e delle loro
aziende nella politica dell'energian, promosso dall'ANC I e dalla CISPEL (Roii-ia, 15 aprile)
Inc-ontuo tua città gemelle: Lecco-Macon
I rapporti fra le città gemelle di Lecco e
Macon, hanno ricevuto i n questi ultimi anni
un particolare impulso; sempre più numerosi sono infatti gli scambi che avvengono
ai più diversi livelli: culturali, sportivi e di
ospitalità fra i cittadini dei due centri lombardo e borgognone.
I n particolare dal 6 a11'8 giugno, la città
di Lecco ha ricevuto la visita di una delegazione ufficiale dell'Amministrazione comunale di Macon, guidata dal Sindaco MichelAntoine Rognard, da alcuni suoi assessori e
consiglieri comunali e da membri del Comitato gemellaggi, e sabato 7, si è avuto I'incontro nel salone corisiliare del Comune fra
gli Amministratori delle due città gemelle.
I1 sindaco Resinelli, nel suo indirizzo di
saluto, ha sottolineato l'importanza dei rapporci di gemellaggio fra le città d'Europa:
.oggi più che mai., ha detto fra l'altro
Resinelli, «in questo momento travagliato
della storia d'Europa e del mondo, si avverte l'urgenza di una dimensione nuova, si
sente che occorre uscire dalle visioni ormai
sterili dei nazionalisnii, per costruire col
contributo di tutti un'Europa dei popoli,
dei popoli liberi e democratici che scelgono
liberamente la strada del proprio futuro,
facendo certamente tesoro del patrimonio
inestimabile del proprio passato, ma che
nello stesso tempo uniscono i propri sforzi
per dare vita insieme, ponendo a vantaggio
di tutti i valori storici, culturali e sociali di
ciascuno, a u n grande disegno di civiltà, per
forgiare la nuova idea che sta alla base del
progresso comune: l'unità europea..
H a preso la parola anche il Ministro di
Grazia e Giustizia, sen. Tommaso Morlino,
presente all'incontro assieme a Ezio Citte-
rio, deputato al parlamento. Morlino ha
avuto parole di apprezzamento per l'attività
intensa e continua fra le due città, sottolineando lo spirito di fratellanza che unisce i
popoli d'Europa.
E' poi intervenuto Aurelio Dozio, co-segretario dell'A.1.C.C.E. che ha portato il
saluto dell'Associazione. H a quindi preso la
parala Emilio Sangregorio, presidente del
Comitato gemellaggi di Lecco, al quale ha
risposto il suo collega di Macon, Pierre
Joureau.
nella foto: (da sinistra in alto) Rognard, sindaco di Micon, Resinelli, sindaco di Lecco, Dozio,
membro della Segreteria politica dell'AICCE; Citterio, deputato; (in basso) Mauri, assessore al
Comune di Lecco, delegato per i rapporti di gemellaggio, Sangregorio, presidente del Comitato
per i gemellaggi di Lecco, Joureau, presidente del Comitato per i gemellaggi di Macon;
Tommaso Morlino, ministro di grazia e giustizia.
luglio-agosto 1980
COMUNI D'EUROPA
Pensiero e azione dei federalisti europei
a cura di Luciano Bolis
A un anno dalla prima elezione popola;e
del Parlamento europeo e mentre non accenna ancora a rientrare la crisi comunitaria (la
ritrovata intesa finanziaria con la Gran Bretagna fu realizzata solo a patto di un implicito
riconoscimento dell'assurda tesi nazionalistica del «giusto ritorno,,; la protezione dei
prezzi agricoli continua a mangiare i tre
quarti del bilancio senza lasciare adeguato
spazio alle pur impellenti iniziative di ristrutturazione del settore; il bilancio '80, approvato dal Parlamento con ben sei mesi di
ritardo, riproduce sostanzialmente difetti e
lacune di quello precedentemente respinto;
salvatasi in corner la Grecia, sono vergognosamente respinti in alto mare Portogallo e
Spagna, malgrado le altisonanti promesse con
cui si sono per tanto tempo sciacquata la
bocca certi grandi personaggi dell'europeis m o ufficiale), era naturale che i federalisti
rimeditassero le loro tattiche e strategie,
distinguendo u n piano più immediato d'intervento - che faccia leva sugli appigli a
portata di mano per uscir dallo stallo e
rimettere le carte in gioco - e un piano a
medio o lungo termine, che presuppone la
stessa ridefinizione degli scopi e la conseguente ricognizione dei mezzi più atti a
raggiungerli.
H a aperto il fuoco (ne tirez pas sur le
fédéraliste!) il Comitato dell'UEF tenutosi a
Lussemburgo a fine giugno, ove si sono
proficuamente incontrati, e in qualche misura
anche scontrati, più orientamenti scaturiti da
difformi valutazioni e esperienze: da quella
olandese, appiattita sulla proposta di un'avvilente e rinunciataria identificazione formale
col Movimento europeo, a quella tedesca,
fedele all'impegno di sempre per un governo
europeo che rappresenti il passo successivo a
quello già compiuto dell'elezione, e a quella
italiana, particolarmente sensibile alle istanze
contenutistiche, le quali soltanto sembrerebber0 fornire la necessaria giustificazione e
premessa per l'invocato complemento istituzionale.
La mozione finale su cui i vari filoni hanno
ritenuto di poter convergere, dopo aver constatato che <<laComunità, con la sua attuale
struttura, e incapace non solo di affrontare i
compiti che discendono dai Trattati, e in
particolare quelli dell'allargamento, ma anche
di risolvere i gravi problemi interni e internazionali, i quali richiedono, da un lato, la
sollecita costruzione dell'unione economica
e monetaria e , dall'altro, iniziative autonome
di un'Europa che affermi sempre più la sua
indipendenza sul terreno monetario e della
.politica estera, senza escludere la sicurezza,
nella prospettiva di realizzare un reale rapporto d i equal partnership con gli Stati Uniti., fa notare che «senza una riforma in
profondità delle istituzioni, che giunga sino
alla creazione di un vero e proprio governo
europeo, con poteri limitati ma reali, responsabile di fronte al Parlamento eletto, non si
potrà garantire alla Comunità una volontà
politica comune e un'azione efficace» e che
«il compito di elaborare questo progetto di
riforma dovrà essere affidato al Parlamento
eletto dal popolo eu.ropeo*.
Il testo così risultante ci appare evidentemente equilibrato e relativamento completo,
almeno nel senso che esprime l'essenziale del
nostro compito odierno; anche se un pochino
ci spiace che il gioco finale delle mani alzate
( O piuttosto, in questo caso, non alzate) abbia
lasciato cadere nel limbo delle iritenzioni una
frasetta che troviamo invece nella proposta
iniziale del presidente Albertini, e cioé una
garbata stoccatina per i cosiddetti «saggi. di
nomina più o meno governativa, i quali
farebbero indebita concorrenza ai soli veri
rappresentanti del popolo che sono oggi i
parlamentari europei.
v
>
.
$
,
U n contributo originale di pensiero all'elaborazione d i un piano strategico, che imprima alla costruzione europea il salto qualitativo di cui ha bisogno per rilanciarsi, è stato
11
portato da Spinelli nel corso di una relazicae
svolta il primo luglio davanti ai federa1,sti
romani.
U n o Spinelli sempre lucido e battagliero
malgrado gli anni (73), il quale ci ha fornito
un'analisi puntuale del difficile momento (si
far per dire!) che attraversiamo, corredandola
d'indicazioni precise sui nuovi equiLbri istituzionali da raggiungere (il Consiglio deve
cedere una parte dei suoi poteri in direzione
della Commissione e del Parlamento) e sui
mezzi per potenziare adeguatamente il bilancio (lo sfondamento dell'l YO dell'IVA fino a
realizzare un'entrata complessiva corrispondente al 2,5% del PILE, secondo MacDougall), al fine di consentire la necessaria apertura verso nuove politiche (specialmente industriale, energetica ed ecologica), senza per
questo dover distruggere quella agricola, che
andrebbe soltanto convertita da una prevalente difesa dei prezzi in un accresciuto
impegno di ristrutturazione di tutto il meccanismo produttivo e distributivo del delicato
settore.
Fin qui, diciamo pure, niente di nuovo, dal
COMUNE BI BARWNECCHIA
GEMELLAGGIO BARDONECCHIA
-
Città di Bardonecchia 15 Giugno
-
COMMUNE BE MODANE
M O D A N E JUMELAGE
Ville de Modane 29 Juin
Per rendere più solenne la prossima
apertura al traffico del Traforo Autostradale del Fréjus, le confinanti città
di BARDONECCHIA e MODANE hanno
deliberato di gemellarsi.
Pour rendre plus solennelle la prochaine ouverture au trafic du Tunnel
routier du Frejus les deux villes frontièresde MODANE et BARDONECCHIA
ont décidé de se jumeler.
Un simbolico rito di amicizia nel solco
di una storia comune ed antica, per un
futuro sempre crescente di unione e
solidarietà.
Un rite symbolique d'amitié dans le
sillage d'une histoire commune et ancienne, pour une union et une solidarité
toujours plus importantes dans I'avenir.
Nato nel segno delle direttive del
Consiglio dei Comuni d'Europa, il
Gemellaggio si propone di considerare
idee e interessi comuni.
N é sous le signe des directives du
Conseil des Communes d'Europe, le
jumelage se propose de considérer des
idées et des intérets communs.
Le finalità di una iniziativa che scopre un modo nuovo di vivere il tempo
delle Comunità Economiche Europee,
sono diverse ed importanti.
Les finalités d'une initiative qui
permet de découvrir une facon tiouvelle
de vivre au sein des Communautés
Economiques Européennes, sont diverses et importantes.
Un servizio Autobus-Navetta tra le
due Comunità, la possibilità operativa
di scambi più rapidi e frequenti di beni
e di pubbliche utilità, una interpretazione attiva del movimento di uomini e
cose attraverso il Traforo del Fréjus,
il desiderio delle due popolazioni di recuperare e consolidare relazioni durevoli e compatibili, sono tra i principali
e più immediati traguardi che il Gehellaggio intende conseguire.
IL SINDACO
Alessandro Gibello
Un service Autobus-Navette entre
les deux Communautés, la possibilité
de créer des échanges plus rapides et
fréquents dans le domaine commercial
et public, une interprétation ective du
mouvement des hommes et des choses
par le Tunnel du Fréjus, le désir des deux
populations d'obtenir et de consolider
des relations durables et compatibles,
sont les objectifs principaux et immediats que le Jumelage entend réaliser.
LE MAIRE
lean Gauthier
il manifesto predisposto per il gemellaggio svoltosi il 15 giugno a Bardonecchia e il successivo 29
giugno a Modane. Alla prima cerimonia h a partecipato, in rappresentanza dellYAICCE, Aurelio
Dozio.
COMUNI D'EUROPA
momento che chi ~ a r l aè un u o m o dall'esperienza e dalla capacità critica di S ~ i n e l l i .Ma
ciò, nel suo disegno, non era che la premessa
di un impegno cui i federalisti, dall'esterno,
dovrebbero concorrere allo stesso titolo dei
parlamentari all'interno dell'istituzione, secondo un' elementare divisione dei compiti
che appare irrinunciabile condizione per il
s u o successo finale. Era ben chiaro, infatti,
ch'egli intendeva delegare ai più giovani federalisti che lo attorniavano il compito esterno., mentre riservava per sé quello, non
meno arduo, di resistere nella città assediata,
la quale però saprà salvarsi solo se tenterà, nei
modi e tempi opportuni, le necessarie .uscite.. D i qui l'indispensabile coordinamento
tra i due piani che egli si è sforzato d'impostare.
C i è stata così offerta la primizia dell'appello da lui rivolto qualche giorno prima ai
colleghi parlamentari europei, in cui si dichiara convinto che il Parlamento deve ~ a p r i re un grande e forte dibattito sulla crisi
istituzionale della Comunità; nominare un
gruppo di lavoro ad h o c che gli prepari il
progetto delle riforme istituzionali necessarie; discutere e votare questo progetto dandogli la forma precisa di u n progetto di
trattato che modifichi e integri quelli attuali;
proporne formalmente l'adozione ai parlamenti nazionali della Comunità*,.
Si tratta, in sostanza, del progetto costit u e n t e per il quale i federalisti si battono da
sempre e in particolare si è battuto proprio
Spinelli trent'anni fa quando, in un'analoga
situazione di crisi, si è ottenuto la convocazione della famosa .assemblea ad hocn d'infausta memoria. O g g i Spinelli rinuncia al
nome, non certo alla sostanza di quel progett o , che t. già per sua natura costituente. Ma
questa sua preoccupazione tattica di non
usare termini che possono ancora metter
paura, potrà anche valere all'interno della
cinta comunitaria ov'egli prevalentemente
opera, non però al di fuori di essa, dove il
compito dei federalisti è piuttosto quello di
.spiegare. all'opinione pubblica il significato
dell'operazione in corso, ciò che è sempre
riuscito meglio facendo appello ad espressioni che già di per sé siano quanto più possibile
evocative del risultato che appunto si intende
conseguire.
Se questa è stata I'impostazione generale
del discorso, essa esprime una sostanziale e
rassicurante coincidenza di propositi con le
già richiamate posizioni dell'UEF. Spiacemi
soltanto di dover passare sotto silenzio, per i
soliti imperativi di spazio e di tempo, le
numerose battute di cui, accessoriamente,
s'iniesseva l'esposizione: come l'accenno a
Pannella, suggerito ai federalisti come modello da non scartare per l'effetto mobilitante
delle sue azioni, e la esortazione agli stessi
federalisti a non ~ e r d e troppo
r
tempo dietro
a problemi la cui soluzione non appare
manifestamente ancora matura per il nostro
tempo, citando a questo proposito l'esempio
della difesa europa.
.
I1 terzo v o l e t di questo trittico di mezza
estate fa perno sul Movimento europeo e si
svolge fortunatamente secondo linee di con-
vergenza sulle posizioni già espresse nei due
punti precedenti, realizzando anzi tra esse u n
coordinamento che, sul piano delle precedenze da attribuire ai singoli momenti e su quello
del linguaggio impiegato per esprimerle, non
potrebbe essere più appropriato. La circostanza del resto non meraviglia, se si pensa al
ruolo preminente che nello stesso Moviment o europeo - almeno nella sua proiezione
italiana che è il C I M E - giocano componenti
storiche di antica milizia e indubbio prestigio
quali lo stesso M F E e la nostra A I C C E , a
proposito della quale non posso che riferirmi, per non ripetermi, a quanto già contenut o nell'editoriale -Costituente e fronte democratico europeo» apparso sul numero precedente di questa rivista con la sigla U.S.
I1 documento conclusivo dei recenti dibattiti svoltisi nell'ambito del C I M E su questi
stessi temi inizia con la rievocazione di un
passato di lotte - il periodo delle origini - che
non dovrebbe cessare d'ispirarci e che ha
visto, per la prima volta al Congresso
dell'Aja del '48, tutti gli europeisti nostrani in
posizione
esposta sullo scenario del tempo. «I1 Movimento europeo,
vi si legge infatti, p u ò ritrovare il suo ruolo
di avanguardia morale dell'opinione pubblica europea e di interlocutore efficace dei
governi, delle forze politiche e sociali, delle
ancor fragili istituzioni europee, solo se saprà tornare alle grandi ispirazioni ideali che
ne accompagnarono la nascita e le prime
battaglie,,.
Proseguendo: .Con le stesse ispirazioni
ideali e con la stessa determinazione politica
con cui intraprese allora il primo tentativo di
costruire una comunità politica democratica
ed efficace, oggi il Movimento, sulla base del
voto europeo che costituisce il primo passo
sulla strada della costruzione dell'Europa,
luglio-agosto 1980
deve perseguire l'obiettivo del completament o costituzionale>>.
Per concludere: *L'idea-forza, cui deve
essere subordinata ogni indicazione tattica,
sarà pertanto quella del g o v e r n o europeo. La
parola d'ordine che i nostri militanti hanno
levato a Strasburgo il 17 luglio 1979 - nous
avons voté, qui va gouverner? - deve divenire
il riferimento costante della nostra lotta».
Perché «se si chiede alla Comunità di affrontare le questioni dell'energia, dell'occupazione, dell'inflazione, della riconversione industriale e di una presenza attiva dell'Europa
sulla scena internazionale, ma non si fa nulla
per creare il mezzo indispensabile per questi
scopi - un governo - si provoca la sfiducia
nell'idea stessa dell'Europa,,.
.Ma per battersi efficacemente per u n
governo europeo» afferma ancora ii documento in questione «bisogna disporre di
precisi orientamenti in ordine alle sue competenze e alla sua f o r m a » ; orientamenti che lo
stesso documento illustra e sviluppa passand o in rassegna i campi della politica interna
ed estera e postulando in particolare, oltre al
controllo politico del Parlamento europeo,
anche quello costituzionale del potere giurisdizionale; per arrivare infine a sottolineare
[[l'urgenza di un grande dibattito sul nuovo
modello politico e sociale, in modo da associare alla costruzione dell'Europale forzevive
della società e della gioventù europea,,.
Torniamo così a un vecchio tema agitato
proprio dal C C E nei suoi Stati Generali di
Roma del '64 col s u o famoso progetto per un
.Fronte democratico europeo», di cui mai
tanto quanto oggi si sono sentiti l'esigenza e
il bisogno. Ma saprà questo Movimento europeo' soddisfarli? Ecco l'impegno attuale di
tutti i federalisti, comunque organizzati, che
il documento opportunamente ci riproprone.
Gemellaggio: Lariano - S a u s s e t les Pins
I1 25 maggio scorso si è tenuta a Lariano
(Roma) la cerimonia di gemellaggio con la
città francese di Sausset les Pins i cui ha
partecipato il segretario generale dell'AICC E , Umberto Serafini. L'intera cittadina laziale ha festeggiato l'avvenimento nel corso
della settimana del gemellaggio insieme alla
delegazione francese guidata dal sindaco
Pierre Matraja, che nel s u o saluto ha espresso
la convinzione che l'unione fra le due città
serva la causa europea.
« I tempi sono evoluti ed è passata l'epoca ha continuato Matraja - in cui i popoli
vivevano rinchiusi in se stessi. Oggi i confini
hanno una utilità relativa di fronte al gran
destino dell'umanità. Congiungere i popoli,
agire cosicchè gli uomini si conoscano meglio
e si capiscano di più alfine di stimarsi maggiormente e di evitare, così, gli scontri che
purtroppo abbiamo incontrato nel passato e
che tanto spesso trasformarono la nostra
Europa in un vero campo di battaglia. D a
tanto tempo gli uomini di buona volontà
hanno operato per raggiungere questo simbolo di pace che rappresenta l'Europa unita.
D a voi Alcide D e Gasperi, in Germania
Konrad Adenauer, nel Belgio Paul H e n r y
Spaak, in Francia Jean Monnet e Robert
Schuman hanno per anni e anni gridato la
loro volontà comune di creare l'Europa che
tutti volevamo. C i ò ebbe per risultato il
trattato di Roma, la Comunità europea carbone-acciaio e oggi l'Assemblea Europea di
Strasburgo. Quanta strada percorsa in un
mezzo secolo. C h i poteva credere che saremm o oggi riusciti a fondare nove popoli e
luglio-agosto 1980
COMUNI D'EUROPA
(al centro, da sinistra) il sindaco di Sausset les Pins, Pierre Matraja, con il sindaco di Lariano,
Tiberio Bartoli e i1 segretario generale dell'AICCE, Umberto Serafini.
domani dodici, anche se talvolta sorgono
difficoltà in questa marcia in avanti.
Festeggiamo oggi il gemellaggio nell'allegria, nell'amicizia, nella fratellanza; aggiungiamo la nostra pietra all'edificazione della
città europea futura che faremo se tutti lo
vorremo, libera, felice e generosa.
Al di là delle divergenze oli ti che, tramite
il gemellaggio fra Lariano e Sausset les Pins,
vogliamo. contribuire all'opera immensa che
consiste nel far nascere un'amicizia maggiore
fra gli uomini e una fraternità maggiore fra i
popoli".
D a parte sua il sindaco di Lariano, Tiberio
Bartoli, dopo aver auspicato che in futuro le
due città possano parlare l'unica lingua, quella europea, ha detto fra l'altro: « In epoca
relativamente recente, fu il Consiglio dei
Comuni d'Europa ad ideare il gemellaggio tra
Comuni di diverse nazioni con il preciso
obiettivo di rinsaldare politicamente, con la
partecipazione diretta delle popolazioni, i
vincoli di solidarietà e d'impegno comune
nella costruzione dell'unificazione europea.
A tali funzioni questi gemellaggi hanno seriamente ed efficacemente adempiuto, proprio
perché i Comuni sono da considerare i primi
interlocutori per una Europa unita. Infatti,
un gemellaggio, se ben ideato, e se costruito
su solide fondamenta, è l'incontro di due o
più Comuni che proclamano di associarsi per
agire nelle prospettive di una federazione
europea costruita, appunto, dalla base, per
confrontare i loro problemi, per migliorarsi
moralmente e materialmente, per sviluppare,
in definitiva, fra di loro vincoli d'amicizia
sempre più stretti nel più perfetto spirito che
anima le leggi morali della libertà e della
democrazia. Sono queste iniziative che deb-.
bono servire soprattutto a contatti durevoli
per sviluppare nelle popolaz;oni il senso di
appartenere all'Europa per contribuire tutti
insieme alla sua definitiva unificazione.
L'azione del gemellaggio risulterà tanto
più efficace, quanto più alle forze.autonomi-
ste, rappresentate dagli enti locali, si saprann o affiancare i partiti politici, i sindacati, le
forze culturali e del mondo del lavoro e tutte
le associazioni a livello locale. E' compito,
quindi, non solo di tutti gli eletti ai Consigli
comunali, ma anche di tutte quelle forze
sociali che in un modo o in un altro coinvolgono la vita del cittadino, di interessare e
sensibilizzare l'opinione pubblica nella storica impresa dell'unificazione politica dell'Europa come elemento caratterizzante e condizionante della costruzione di una autentica
democrazia e di un sempre.migliore modello
di società.
C o n le elezioni dirette del Parlamento
europeo del giugno dello scorso anno e con la
composizione dello stesso l'arlamento si è
raggiunto un grande traguardo ma guai a
considerarlo il traguardo definitivo. Anzi,
l'aver eletto il Parlamento europeo non significherebbe nulla se a questo importante atto
non si intende dare continuità tramite la
sensibilizzazione popolare, la eliminazione
morale e materiale delle barriere che ancora
esistono fra Stato e Stato e se tutti insieme
non lavoreremo per il mantenimento ed il
rafforzamento della pace, di questo grande
mare al quale anche Lariano e Sausset portaiio le loro gocce d'acqua quale contributo,
piccolo ma sincero, a tutti i cittadini del
mondo.
Al di sopra delle parti, che possono spesso
dividere gli uomini ma possono anche permettere il confronto fra di essi, siamo qui
riuniti con intenti di leale collaborazione,
siamo qui riuniti per dare vita Concreta a '
questo gemellaggio con la piena e ferma
convinzione di fare così il nostro dovere di
uomini-guida del nostro paese. C o n lo stesso
intento sono qui, ne sono certo, gli amici di
Sausset. A noi di Lariano ed a loro di Sausset
spetta dare vera forma al gemellaggio che
oggi si concretizza, una forma morale e
materiale. Gli scambi che nel futuro si effettueranno dovranno avere come perenne pre-
supposto il bene reciproco dei due comuni.
D a oggi Lariano sa di avere, anche oltre le
Alpi, degli amici e di altrettanti sentimenti
può andarne certa Sausset.
I1 gemellaggio non deve servire a far mostra di quanto di bello posiiamo avere; esso
deve servire a migliorarci, deve servire ad
imparare. N o i avremo sempre da offrire a
Sausset cose e sentimenti utili; ma anche
noi avremo da Sausset tanto da apprendere
per migliorarci sempre di più e per sempre
di più essere pronti all'aperto confronto con
tutti, per sentire tutti nostri pari e fratelli.
Ai più giovani - ha concluso il sindaco offriamo questo gemellaggio e ad essi diciamo che come noi abbiamo saputo crearlo,
così a loro spetta il renderlo robusto facendolo crescere bene. I sentimenti che oggi legano
i Comuni di Sausset les Pins e Lariano siano
dai giovani mantenuti saldi e siano, anzi,
rafforzati dalla reciproca maggiore conoscenza nel futuro. Questo è ciò che noi, uomini di
oggi, ci auguriairio per coloro i quali saranno
gli uomini di domani: possano Lariano e
Sausset, tramite il loro gemellaggio, sempre
migliorarsi ed essere d'esempio ad altri per
intraprendere, tutti insieme, la strada che
porta al grande viale dell'unità e della pace fra
i popoli
p .
COMUNI D ' E U R O P A
Organo del1'A.I.C.C.E.
A N N O XXVIII - N. 7-8
LUGLIO-AGOSTO 1980
Direttore resp. : UMBERTO SERAFINI
Redattore capo: EDMONDO PAOLINI
T-
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REDAZIONE
E
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specificando sempre la causale del versamento.
-
Aut. Trib. Roma n. 4696 dell'll-6-1955
Associato all'USPI
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Periodica Italiana
26' ESEliK=IZIO
L'Assemblea dei Partecipanti al Fondo d i dotazione dell'lSVEIMER
-Istituto per lo Sviluppo Economico dell'ltalia Meridionale - ha approvato il Bilancio
relativo all'esercizio 1979 che si compendia nelle seguenti cifre:
BILANCIO AL 31 DICEMBRE 1979
\
ATTIVO
- DisponibilitA
151.253.972.775
-Partecipanti per quote da versare
1
aumento fondo di dotazione
1.656.000.000
- Mutui e crediti verso mutuatari 2.131.735.825.415
-Partecipazioni
4.935.140.026
-Investimenti in titoli
143.899.504.278
-Altre partite
232.647.625.064
L. 2.666.1 28.067.558
-Impegni verso terzi
-Conti d'ordine
853.322.312.735
193.085.210.325
L. 3.712.535.590.618
PASSIVO
-Fondi di dotazione,di riserva
e a copertura rischi
- Prestiti obbligazionari
-Mezzi forniti dal Tesoro dello
Stato. dalla Casmez,
dal Mediocredito e dalla BEI
-Prestiti in valuta estera
-Fondi di accantonamento
ed amniortamento
-Altre partite
-Utile netto
- Impegni verso terzi
- Conti d'ordine
400.720.992.1 55
1.654.200.31 2.268
344.646.527.037
84.81 2.500.000
28.957.386.835
140.670.778.292
12.119.570.971
853.322.312.735
193.085.21 0.325
L. 3.71 2.535.590.61 8
A tasso agevolato
Finanziamenti per la realizzazione di iniziative
dirette alla costruzione. riattivazione ed
all'ampliamento di stabilimenti industriali.
Finanziamenti al commercio.
Operazioni di credito a medio termine
per l'esportazione di merci. di servizi
e per l'esecuzione di lavori all'estero.
Credito navale per la costruzione,
la trasformazione di navi e gli acquisti all'estero
di naviglio giA in esercizio.
Credito turistico-alberghiero
A tasso ordlnario
Finanziamenti per costruzioni. rinnovi od
ampliamenti di stabilimenti industriali,
nonche per le scorte.
Sovvenzioni e sconti cambiari.
Aperture di credito.
Sconti ed anticipazioni in base a regolari
deleghe su annualità dovute dallo Stato,
dalle' Regioni. dalle Province, dai Comuni,
da Consorzi e da altri Enti Pubblici.
Sottoscrizione di prestiti obbligazionari
all'atto dell'emissione.
Riporti ed anticipazioni su titoli di Stato.
titoli obbligazionari. nonché sconti di
buoni ordinari del Tesoro.
Altre operazioni previste da particolari
disposizioni di legge.
Istituto per lo Sviluppo Economico
dell'ltalia Meridionale
Ente di Credito di Diritto Pubblico
Sede:
Napoli - Via A De Gasperi. 71 - Tel 7853.1 11 s p
Uffici dl rappresentanza:
Roma - Via Porpora. 1 - Tel. 0440341/2/3 - 8440229
Milano - Via Turati. 29 - Tel. 6571951/2
Pescara - Via Emilia, 14 - Tel. 377106/7
Bari - Via Michelangelo Signorile. 28 - Te1.540600/1- 540863
Potenza - Via Pretoria. 118 - Tel. 20991
Catanzaro - Via Tommaso De Filippis -Parco Millefiori
Tel. 53111/2
Campobasso - Via Roma, 25 a - Tel. 96241
L'isveimer svolge la sua attività creditizia
a medio termine, a tasso sia agevolato che
ordinario, nell'ltalia meridionaie continentale,
attraverso le seguentl operazioni:
SOCIETA' ITALIANA
PER L'ESERCIZIO TELEFONICO p. a.
CON SEDE IN TORINO
ASSEMBLEA ORDINARIA DEGLI AZIONISTI DEL 26 GIUGNO 1980
DELIBERAZIONI DELL'ASSEMBLEA
In data 26 giugno si A tenuta a Torino l'Assemblea ordinaria della SIP, sotto la presidenza del prof. Antonio Gigli, che all'inizio della riunione ha ricordato, con commosse espressioni di cordoglio, il compianto Presidente della SocietA ing. Carlo
Perrone, tragicamente. scomparso nel settembre 1979.
L'Assemblea ha approvato la relazione del Consiglio di Amministrazione e il bilancio, dal quale dopo l'accantonamento ad ammortamenti di 636 miliardi di lire - risulta la perdita di 485,8 miliardi; l'Assemblea a deliberato di coprire detta perdita,
dopo l'utilizzo di 183 milioni di residuo utili di esercizi precedenti, mediante il prelievo di 485,6 miliardi dalla riserva di rivalutazione per conguaglio monetario formata ai sensi della legge 2 dicembre 1975, numero 576.
Successivamente, l'Assemblea ha nominato Consiglieri di Amministrazione i signori ing. Ottorino Beltrami, prof. Giuseppe Vaccaro e dott. Giorgio Massone.
Infine, l'Assemblea, ai sensi dell'art. 2 del D.P.R. 31 marzo 1975, n.13'6, ha conferito
l'incarico per la revisione e la certificazione dei bilanci sociali alla Price Waterhouse & Co., per il triennio 1981-1982-1983.
-
PRINCIPALI REALIZZAZIONI NEL 1979 (E INCREMENTI RISPETTO AL 1978)
ITALIA
INVESTIMENTI
[miliardi di lire)
di cui nel MEZZOGIORNO
1.588
715.789
+ 6,2% )
(
4%
(
217.549
7,2% )
(
274.585
65% )
+
1.004.654
APPARECCHI
+ 5,9% )
(
DENSITA' TELEFONICA
[apparecchi x 100 abltantl]
31,7
NUMERI DI CENTRALE
20,8
734.081
5,8% )
(
+ 5,5% )
3.122.409
+ 6,3% )
(
999.890
+ 6,9% )
1.197.162
6,1%)
(
490.141
+ 9,-?'O)
(
RETI URBANE
E SETTORIALI
(km circultol
+
+
(
191.728
RETE INTERURBANA
(km clrcuito)
TRAFFICO EXTRAURBANO
(mliloni di comunicixionl)
di cui in teleselezione
(
-
ABBONATI COLLEGATI
i l 31 dicembre 1979
+
3.093,6 ( + 13,3% )
769,- (+ 14,9%)
3.082,7 ( + 13,5% )
766,l
+ 15,-% )
12.171.553
3.258.207
18.082.292
4.481 327
APPARECCHI IN SERVIZIO
al .31 dicembre 1970
FRIULI=VENEZIA GIULIA
Una regione da visitare
perché.. .
perché nel Friuli-Venezia Giulia potrete sempre scopr,ire
qualcosa d i diverso dal solito, un qualcosa che darà un
significato alla Vostra vacanza.
perché nel Friuli-Venezia
Giulia troverete la romanità d i Aquileia, le testimonianze longobarde d i Cividale, il Carso d i Slataper,
la laguna d i Biagio Marin,
le montagne d i Giulio Kugy, il Timavo d i Virgilio, gli
affreschi del Tiepolo, del
Pordenone, i luoghi che
ispirarono le pagine d i
Umberto Saba, d i Italo
Svevo, d i Ippolito Nievo, di
Reiner Maria Rilke, le 4 1 lotte>. d i Zardini.. .
perché nel Friuli-Venezia
Giulia potrete scoprire, nel
breve volgere d i una giornata, le infinite modulazioni d i un paesaggio che in un continuo variare d i
forme e colori - invita a
sostare al mare, a raggiungere le tante valli della montagna, a trovare ristoro tra le colline in un
mondo spesso ancora arcaico.. .
'perché nel Friuli-Venezia Giulia potrete scoprire i sapor i irripetibili d i una cucina genuina, dei formaggi d i
malga, il profumo d i vini d i antica nobiltà...
perché potrete scoprire il tessuto che ha prodotto I'incontro d i p i ù civiltà, d i più lingue, d i diverse culture, in
una terra che ha tre confini.
Ciò è quanto potrete trovare ...
. . . nel FRIULI-VENEZIA GIULIA
(a cura dell'Assessorato regionale del turismo)
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Anno XXVIII Numero 7-8