Anno III - Numero 105 - Domenica 4 maggio 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Focus Storia De Benedetti adesso fa anche la morale Quanti nazionalismi: il caso Cornovaglia La morte del Duce ta bugie e misteri Calvo a pag. 3 Di Giorgi a pag. 5 Moriconi a pag. 6 EDITORIALE DELLA DOMENICA di Roberto Buonasorte una campagna elettorale strana quella alla quale stiamo assistendo, eravamo abituati a confronti cruenti, comizi, piazze piene, gazebo e tanti manifesti. Appare oggi tutto sospeso, in un clima così surreale, quasi da fantascienza. Da una parte c'è Beppe Grillo che soffia sul fuoco della disperazione della gente, un irresponsabile che gioca la partita del tanto peggio tanto meglio. Un gran comunicatore, il comico genovese. Dall'altra il popolo dell'astensione, quasi un italiano su due manifesta l'intenzione di non voler andare a votare. Insieme ai Cinque Stelle rappresentano circa il 60% dell'intero corpo elettorale... I Parlamentari grillini che saranno eletti in Europa, da qui a poco risulteranno assolutamente inutili, esattamente come lo sono nel Parlamento italiano, un gruppo di uomini e donne che ha quale unico obiettivo quello di distruggere tutto, alimentare l'odio, voler far scorrere sangue a più non posso. Da una parte l'astensione, dall'altra Grillo: solo macerie, questo è lo scenario triste che rischiamo di vedere da lunedì 26 maggio in poi. Infine ci sono una serie di partitini che improvvisamente si sono sco- È TRA MACERIE E ASTENSIONISMO tinuare a far vivere le loro idee e le storie personali di ciascuno. Si, è giunto il momento delle scelte, fatte con coraggio ma soprattutto alla luce del sole, scelte a volte sofferte, mai prese per l'interesse personale o per ottenere la famosa poltrona; ciascuno di noi lo ha dimostrato, basta vedere la composizione delle liste alle europee, alla faccia delle tante menzogne generate ad arte alla vigilia del deposito delle liste. Sosterremo nelle liste di Forza Italia chi viene dalla nostra storia o chi si impegnerà a battersi in Europa contro il fiscal compact, che strazia i suoi popoli. La stessa cosa faremo nelle elezioni comunali. Voteremo chi lotta per difendere le proprie radici nel nome del radicamento territoriale, alla faccia di chi invece è dovuto migrare altrove. Lo faremo con la lealtà di sempre, anche con l'ausilio di questo nostro giornale altro esempio di progetto concreto, non chiacchiere che negli ultimi tempi ci sta dando tante soddisfazioni, non solo in termini di accessi ma anche perché è divenuto centrale nel dibattito politico e culturale. Tra astensionismo e macerie meglio andare al voto; per un capriccio che dura appena cinque minuti, non possiamo tenerci alla guida degli irresponsabili per cinque anni... L’Italia a un bivio, Renzi o Berlusconi - Per i partiti minori un ruolo ininfluente perti anti euro, e che oggi si agitano per tentare di superare lo sbarramento elettorale del 4%. Appare del tutto evidente che gli italiani avranno innanzi a loro due sole alternative credibili: Renzi o Berlusconi. Gli uomini di sinistra è bene che votino per Renzi, servirà anche a fare chiarezza su una maggioranza di governo tenuta in piedi dai signori del ribaltone: Alfano, Lupi, Cicchitto, e Formigoni, eletti nel PdL ma che oggi, creando il NCD, sono divenuti IL CAVALIERE BACCHETTA L’EX DELFINO la stampella dei comunisti. Quelli di destra e di centrodestra, anche alla luce delle nuove leggi elettorali che impongono sbarramenti impossibili, saranno obbligati a votare per Forza Italia, l'unico contenitore ove sarà possibile con- E IL PREMIER SNOBBA IL CONGRESSO CGIL ESTERI Il decreto lavoro non va più bene a sua (lesa) maestà Camusso di Igor Traboni A Alfano? Un traditore A pag. 2 lla Cgil, che pure aveva dettato le prime modifiche al governo Renzi tanto che Silvio Berlusconi ha avuto buon gioco a definire il tutto come un ‘Cgil act’, gli ulteriori aggiustamenti al decreto lavoro non vanno bene (oppure ancora una volta non bastano?) ed è pronta a rialzare la posta con lo stesso presidente del Consiglio. E quest’ultimo minaccia di non andare al congresso del sindacato rosso, seppur invitato, ulteriore segnale delle frizioni esistenti a sinistra. “Hanno peggiorato un decreto che già non andava bene”. Questo in sintesi il giudizio della numero uno della Cgil Susanna Camusso dopo l'emendamento sul decreto Lavoro. Secondo la Cgil ci sono "modalità per cui l'unica strada è la precarizzazione", e la riassunzione trasformata in modalità pecuniaria "è il via libera all'illegittimità dei rapporti". Ma dicevamo della situazione sempre più tesa con il governo e il suo presidente, Matteo Renzi, che e' stato invitato al congresso della Cgil, anche se il sindacato non ha ricevuto informazioni sulla sua eventuale partecipazione. "Noi non abbiamo ricevuto comunicazioni - ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso sarebbe un segnale di assenza di rispetto per una grande organizzazione, ma non è la presenza del premier a legittimare il congresso", ha detto ancora stizzita la Camusso, rispondendo alle domande dei giornalisti . Insomma, tutto lascia capire – e non ci vuole certo l’indovino per riuscire nell’impresa – che sul decreto lavoro in realtà si stanno giocando altre scaramucce a sinistra, tra il Pd e il sindacato di riferimento, la Cgil. Ucraina sull’orlo del baratro inquanta morti negli scontri tra filorussi e nazionalisti in varie città dell’Ucraina, dove oramai la guerra civile è di fatto scoppiata. E la battaglia si fa sempre più cruenta, non solo nell’est del Paese. L’unica notizia positiva arriva dalla liberazione dei sette osservatori dell’Ocse, rapiti nei giorni scorsi e lasciati andare senza condizioni. Ceccarelli a pagina 4 C 2 Domenica 4 maggio 2014 Attualità IL LEADER DI FORZA ITALIA: “ELETTI CON IL MIO NOME E ADESS O FANNO DA S TAMPE L L A AL PD” Berlusconi: Alfano e i suoi sono traditori Il premier e Grillo due facce della stessa medaglia: “Entrambi sono pericolosi per il Paese” di Igor Traboni n Silvio Berlusconi in grande forma continua a menar fendenti sull’attuale governo e a spaziare sull’intero panorama politico italiano, riservando ‘attenzioni’ niente affatto bonarie nei confronti dell’ex delfino Angelino Alfano, ora ridotto ad appoggiare un governo guidato dal segretario del Partito democratico ''Siamo al terzo governo consecutivo non eletto dai cittadini'', ha esordito ieri Silvio Berlusconi collegandosi telefonicamente con i club Forza Silvio della provincia di Messina. ''Questo governo – ha sottolinea il Cavaliere - si regge su uno 0,37% di differenza tra la coalizione di sinistra e quella di centrodestra attraverso i voti che ci hanno sottratto. Si regge alla Camera su 144 deputati che la Corte Costituzionale ha indicato come incostituzionali, perché legati a quel premio di maggioranza che per la Consulta è incostituzionale''. Il leader azzurro, come detto, non è per niente tenero nei confronti dei parlamentari di Ncd di Angelino Alfano, che hanno ''tra- U dito il voto degli elettori'', ha sottolineato Berlusconi, diventando ''stampella della sinistra: il governo Renzi si regge su '33 senatori che sono stati eletti dai cittadini del centrodestra con il simbolo del Pdl e il mio nome. Eletti per contrastare la sinistra e, invece, sono ora la stampella del governo di sinistra. Sempre nella giornata di ieri, il fondatore e leader di Forza Italia è intervenuto anche ai microfoni del Tg2 e giù altre stilettate nei confronti dell’ex rottamatore: ''Renzi ci ha deluso, è tornato ad aumentare le tasse, la sinistra non cambia mai...''. Ma, da signore della politica, Berlusconi sulle ri- forme dice che ''per noi reggerà sicuramente l'accordo. Noi le riforme le abbiamo sempre volute e anche fatte. E' stata la sinistra con uno sciagurato referendum ad abrogare le nostre riforme. Speriamo non si comportino allo stesso modo''. Il leader di Forza Italia torna poi sugli 80 euro promessi dal presidente del Consiglio, dopo che anche i tecnici del Senato hanno avuto a che ridire sulla copertura: ''Non sono un problema, ma il problema è che Renzi abbia deciso di mettere nuove tasse per pagarli. Se si vuol dare una mancia al proprio elettorato, non vedo sinceramente perché la si debba far pagare a pensionati e famiglie. Renzi ci ha deluso perché dopo le uscite iniziali è tornato a fare quello che ha sempre fatto la sinistra, mettere le tasse. La sinistra non cambia mai, neanche con Renzi''. Il Cavaliere è tornato ad occuparsi anche del leader dei 5 stelle, definendo Grillo "uno sfasciacarrozze aspirante dittatore" e accomunando il comico genovese al premier toscano: "sono due possibili rischi, due possibili pericoli per il Paese". I GRILLINI NON VOLEVANO SEI LISTE Elezioni del Piemonte: respinto il ricorso 5 stelle giudici del Tar del Piemonte hanno respinto i ricorsi, presentati dal Movimento 5 stelle, per l’annullamento di ben sei liste per le prossime elezioni regionali, tornata elettorale che si terrà il 25 maggio, assieme alle europee. ''L'esonero dall'obbligo di raccolta delle sottoscrizioni – scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza - è collegato dalla legge alla circostanza che la nuova lista possa avvalersi, in virtù del collegamento con un gruppo consiliare uscente, del consenso I elettorale acquisito da quest'ultimo in occasione delle ultime elezioni, e tale consenso è, per la lista la cui ammissione è qui posta in contestazione, un fatto oggettivo, storico, legittimamente acquisito, e che non è vanificato dall'annullamento delle elezioni medesime''. Da qui la decisione di respingere in toto i ricorsi dei grillini, ai quali evidentemente sarebbe piaciuto vincere facile, come il refrain della famosa pubblicità, una volta eliminati dalle urne un po’ di avversari. ESORDIO PER LE ELEZIONI EUROPEE A SOSTEGNO DI SERGIO SILVESTRIS Tanta gente a Potenza alla manifestazione con Storace Incoraggiamento al candidato sindaco Cannizzaro. Oggi il segretario de La Destra in Puglia anta gente a Potenza ad ascoltare il segretario de La Destra Francesco Storace. Alla manifestazione d'esordio a sostegno delle liste di Forza Italia alle europee e per il candidato sindaco di coalizione, Michele Cannizzaro, e la candidata Mariolina Camardese, Storace ha invitato tutti i militanti del partito a mobilitarsi al massimo contro l'astensionismo e in favore della battaglia comune con Silvio Berlusconi: "Ora più che mai dobbiamo sentire nostra questa prova di forza, ne va del futuro dell'Italia. Se vince Renzi l'economia va alla rovina con una montagna di tasse; se vince Grillo restano sul campo macerie e odio", ha detto. Poi, Storace - che farà tappa anche a Foggia e San Severo, prima dell'appun- T tamento promosso da Raffaele Fitto a Bari - ha voluto rivolgere un forte incoraggiamento a Sergio Silvestris, deputato europeo uscente di Forza Italia che "ha onorato il suo mandato con una presenza massiccia in assemblea che nessun altro italiano e' riuscito ad eguagliare". "Ci ritroviamo con la nostra comunità a sostenere la lista di Forza Italia perché la gente e l'Italia sono più importanti di un quorum e di piccoli incarichi di partito. A Berlusconi - ha detto Storace - non abbiamo chiesto posti in lista o altro, ma abbiamo promesso voglia di combattere contro un assetto finanziario che impoverisce i popoli: e la sovranità politica e economica si conquista con una dura e credibile battaglia". Michele Cannizzaro e a destra Francesco Storace LO ZOO DI SPIDERITA La Vergine Santa delle Riforme e l’imbonitore Renzi cque sempre più agitate all’interno del PD: la ministra vergine Maria Elena Boschi, cerca da mesi di imporre la sua linea, a colpi di proposte di legge, sotto l’egida del gran capo Renzi, ma i giuristi professori dem non sembrano essere convinti. Li aveva già bacchettati qualche settimana fa, la ministra, quando aveva così sentenziato dall’alto della sua presunzione: “Temo che in questi trent'anni le continue prese di posizione dei professori abbiano bloccato un processo di riforma oggi non più rinviabile per il Paese”. Un’arroganza tipica di chi, arrivata troppo giovane a sedere sugli alti scranni del potere, non si accorge di essere colpita da delirio d’onnipotenza, sancendo di fatto una rottura insanabile con i padri detentori delle idee fondanti del suo partito, con i quali il premier, da buon imbonitore, aveva provato a ricucire durante la trasmissione tv dell’Annunziata, annunciando la presenza di Rodotà e Zagrebelsky al seminario del 5 maggio. Ma i due professoroni, detentori delle più alte verità democratiche, hanno A istericamente declinato l’invito. Ma il divario non è certo sulla necessità di fare le riforme, ma è piuttosto generazionale tra vecchio e nuovo, tra rottamatori e rottamati, oltre al con- vincimento che per far presto si rischia di fare un papocchio. Una riforma poco risolutiva per i mali del Paese, ma soprattutto forzata, perché nessuna delle parti in gioco, financo gli esacerbati grillini, sono disponibili a votarla. Per cui ci chiediamo il perché di cotanto incaponimento, se non per egocentrismo della ministra, che vuole forzare tempi e modi solo per il gusto di dire di esser riuscita a cambiare le cose, indipendentemente dal fatto se lo siano in bene o in male, tanto per procurare soddisfazione al suo premier che ha già messo all’asta il destino degli italiani in una disperata corsa verso una vittoria che appagherà solo lui e i suoi sodali, lasciando per strada tutti gli altri. Speriamo a questo punto che nessuno rilanci l’offerta e che capisca che gattina frettolosa a volte fa i gattini ciechi e pensi piuttosto a liberarci dalla morsa fiscale che ci soffoca sempre di più. Preghiamo affinchè si ravveda e capisca che errare humanum est ma perseverare è diabolico! Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Domenica 4 maggio 2014 Attualità L’INGEGNERE SALE IN CATTEDRA, IMPARTISCE LEZIONI E VOTI, MA L E S INA S OL O BRUT T E F IGURACCE De Benedetti, da che pulpito viene la predica L’ala rossa del Pd sulle barricate: “Il Presidente della Repubblica non è il presidente de la Repubblica” di Marcello Calvo opo aver allungato le mani sul governo Renzi – come ammesso da Fabrizio Barca – proponendo ministri a destra e manca, adesso Carlo De Benedetti pensa anche di poter scegliere il prossimo Presidente della Repubblica. Suggerendo come successore di Giorgio Napolitano, nientepopodimeno che Piero Fassino. E visto che ha la sfera di cristallo ora si mette anche a dispensare profezie. Per l’Ingegnere le dimissioni del Capo dello Stato arriveranno entro la fine del 2014, così come le prossime elezioni politiche. Perché al primo cittadino del Quirinale, “il Pd sta sulle palle”. Suscitando la giustificata rabbia dell’ala rossa del Nazareno, che attraverso Dario Ginepra (bersaniano di ferro), ha scatenato un’autentica bufera: “Il Presidente della Repubblica – l’attacco - non è il Presidente de La Repubblica”. Al festival della tivù e dei nuovi media di Dogliani, intervistato da Giovanni Minoli, il proprietario del gruppo Espresso non ha lesinato commenti e giudizi sui principali protagonisti della politica e dell’imprenditoria italiana. Da divo quale non è, s’è allisciato Renzi, ha dato del “fascistello” a Grillo, senza risparmiare il solito attacco a Berlusconi. Ma non solo. Pagelle e voti per tutti. Anche per Sergio D Marchionne, amministratore delegato della Fiat. A cui ha dato un bel 10, ma senza la lode. Perché “poco sincero”. Permettendosi anche di bocciare l’avvocato Gianni Agnelli (“Pessimo imprenditore”), un gigante in petto a lui. Nella kermesse storicamente rossa, l’editore di Repubblica non ha potuto esimersi dal ritenere dichiarazioni fuori luogo sulla condanna del leader di Forza Italia da scontare ai servizi sociali. “Se fosse stato assegnato a una mia clinica, non sarebbe uscito vivo”. Ma non è ancora finita. Voto 0 per Cesare Romiti (sarà forse colpa di quella prefazione di De Benedetti per il libro “Storia segreta del ca- pitalismo italiano” che l’autore ha deciso di cestinare?) e debito di scuola (da recuperare) anche per il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, “bravo, ma con delle debolezze”. Dovute al fatto di aver concesso la terza pagina del principale quotidiano italiano a Marina Berlusconi. Già, l’editore ha dichiarato che lui sì sarebbe “fatto pagare” piuttosto. Ignorando il fatto che la figlia del Cav, non gliel’avrebbe rilasciata – l’intervista si intende – neanche sotto ricatto. Perché la dignità non ha prezzo. Chiusura col botto per l’Ingegnere, che dà del “poveraccio” all’attuale presidente di Alitalia, Roberto Colaninno (suo ex amministratore delegato all’Olivetti), per poi mettere sulla singolarissima agenda nera anche Marco Tronchetti Provera per la sua gestione di Telecom Italia: “La comunicazione è fatta bene, la rapina ancora meglio”. Solo una piccola autocritica su Sorgenia, la società controllata dalla Cir di famiglia che è sull’orlo del fallimento a causa degli enormi debiti accumulati, che ha commesso errori giganteschi “e non investimenti sbagliati”, ma che continua a rimanere in vita grazie alla stampella rossa (e milionaria?) ricevuta dal governo Letta. Avrebbe fatto meglio a tacere, De Benedetti, anziché salire in cattedra per impartire lezioni a chi non ne ha bisogno. E poi… da che pulpito arriva la predica? LA COMMISSIONE DEL PAPA SCADUTO IL MANDATO DI INVIATO SPECIALE ONU PER L’EX PREMIER: AFRICANI CONTENTI, MA NOI… Prodi lascia il Sahel e ‘minaccia’ di tornare La Chiesa: più duri di Igor Traboni li abitanti del Sahel sono riusciti a liberarsene dopo nemmeno due anni, per noi italiani il rischio concreto è invece quello di ritrovarci presto Romano Prodi di nuovo tra i piedi. Certo, l’ex presidente del Consiglio e alfiere dei ‘cattolici adulti’ già un paio di volte ha promesso di ritirarsi dalla politica attiva, ma proprio il fatto che lo abbia giù detto più volte sta a significare che prima… mentiva. Fatto sta che Prodi, dopo che nei mesi scorsi si è visto sfilare la poltrona del Quirinale, adesso è libero a tutti gli effetti, anche dal ruolo di inviato speciale per il Sahel. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha infatti nominato Hiroute Guebre Sellassie successore di Romano Prodi alla carica di inviato speciale per il Sahel. Come per ogni addio che si rispetti, anche in questo caso non si sono risparmiati in convenevoli. E così Ban ha espresso “forte gratitudine” nei con- G fronti di Prodi per la sua capacità di centrare l’obiettivo di realizzare una “strategia integrata per il Sahel” per conto dell’Onu, e ancor di più nel sensibilizzare e mobilitare la comunità internazionale a sostegno della regione. Una sensibilizzazione di cui francamente in pochi si sono accorti in Italia (dove il fautore del drammatico cambio liraeuro gode ancora di buona stampa), figuriamoci poi all’estero. Romano Prodi era stato scelto da Ban il 9 ottobre 2012 per l’incarico di inviato speciale per il Sahel, regione che in questi mesi ha conosciuto il ritorno di fiamma delle formazioni qaediste e jihadiste e la complicata guerra in Mali. “Non possiamo lasciare il Mali e il Sahel nelle mani di terroristi e trafficanti”, ha ribadito Prodi più volte, anche nel corso di un’intervista a La Stampa nella quale non risparmiò una critica all’Italia per essere “troppo assente nella regione”. Al posto di Prodi arriva ora Guebre Sellassie, etiope, già direttore della divisione affari politici dell’ufficio Onu di Goma, nella Repubblica democratica del Congo, dal 2007 al 2014. Prodi invece, fanno sapere dal suo entourage, adesso che non ha più incarichi neanche internazionali, potrebbe godersi un po’ di riposo. Ma l’impressione è che non lo farà. e responsabili contro i pedofili P rimo incontro dei membri della commissione pontificia per la tutela dei Minori voluta dal Papa, al termine del quale hanno fatto sapere di ritenere “particolarmente importante garantire l'esercizio della responsabilità nella Chiesa, compreso lo sviluppo degli strumenti per protocolli e procedure efficaci e trasparenti. Proporremo al Santo Padre degli Statuti per esprimere più precisamente la natura della Commissione, la sua struttura, la sua attività e i suoi obiettivi. È chiaro, ad esempio, che la Commis- sione non tratterà casi individuali di abuso, ma potrà presentare raccomandazioni sulle direttive per assicurare l'obbligo della responsabilità e le pratiche migliori. Negli Statuti – si legge ancora nella nota intendiamo presentare proposte specifiche per sottolineare le vie per sensibilizzare le persone sulle tragiche conseguenze degli abusi sessuali e sulle conseguenze devastanti del mancato ascolto, dei mancati rapporti di sospetto di abusi, e del mancato sostegno alle vittime di abusi sessuali e alle loro famiglie". I DATI DEL 2013: CROLLANO GLI ACQUISTI DI VESTITI, CALZATURE, MOBILI E PERFINO ALIMENTARI (-7%) Le famiglie stringono la cinghia. Su tutto S empre più in crisi, le famiglie italiane riducono drasticamente gli acquisti un po’ in tutti i settori: 16 % in meno per i vestiti e calzature, 12 % per mobili, elettrodomestici e manutenzioni fino all'8 % per gli alimentari. Insomma: si è costretti a risparmiare, e anche parecchio, pure a tavola. E’ questo il quadro, assai desolante, che emerge da una analisi della Coldiretti su come la crisi ha cambiato le abitudini di acquisto degli italiani nel 2013, analisi fatta sulla base dei consumi finali delle famiglie. In media, la diminuzione è stata del 7 % e a subire tagli, sono stati anche le spese per l'abitazione, l'acqua, l'elettricità (-1,4%), la sanità (-1,5 %), l'istruzione e la cultura (-1,2%). Gli italiani nei primi anni della crisi – attorno al 2008, come precisa la Coldiretti - hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall'abbigliamento alle calzature, ma una volta toccato il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo con un crollo record del 3,1 per cento della spesa alimentare nel 2013 rispetto all'anno precedente. A differenza di quanto è accaduto per tutti gli altri settori , in cui gli acquisti sono stati rimandati, per il settore alimentare, che va in tavola tutti i giorni, questo non è possibile, almeno oltre un certo limite, ma si è verificato un sensibile spostamento verso i prodotti a basso costo per cercare comunque di risparmiare. La crisi - sottolinea ancora la Coldiretti - ha fatto retrocedere il valore della spesa alimentare per abitante, che era sempre stato tendenzialmente in crescita dal dopoguerra, fino a raggiungere l'importo massimo nel 2006 per poi crollare da allora progressivamente ed in misura crescente ogni anno. Nel 2013 le famiglie italiane – si legge ancora nell’analisi dettagliata - hanno tagliato la spesa dal pesce fresco (-20%) alla pasta (-9%), dal latte (8%) all'olio di oliva extravergine (- 6) dall'ortofrutta (- 3) alla carne (-2( mentre aumentano solo le uova (+2 per cento), sulla base dell'analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi al primi undici mesi. In particolare si è assistito ad un calo nelle quantità di alimenti acquistati, ad una riduzione degli sprechi ma soprattutto all'affermarsi dei prodotti low cost a basso prezzo in vendita nei discount che sono gli unici a fare registrare un aumento (+1,6%) nel commercio al dettaglio nel 2013. Dietro questi prodotti , spesso si nascondono infatti ricette modificate, l'uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. Il risultato è che nel 2013 sono aumentati del 14 per cento gli allarmi alimentari in Italia con ben 534 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute, sulla base del sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi, rispetto al 2007 in cui è iniziata la crisi. Si tratta di un aumento record nel numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell'inizio della crisi. 4 Domenica 4 maggio 2014 Esteri SCONTRI E VITTIME TRA NAZIONALISTI E FILORUSSI - LIBERATI GLI OSSERVATORI OSCE TENUTI IN OSTAGGIO Ucraina: è il caos totale S di Francesca Ceccarelli ospiro di sollievo per il rilascio, senza condizioni, dei sette osservatori Osce tenuti in ostaggio in Ucraina: una svolta che comunque non cambia il clima nel paese che è ad alta tensione. La notizia del rilascio è stata confermata da Vladimir Lukin, inviato del Cremlino nel sud-est ucraino, citato dalla tv Russia Today: "Tutte le 12 persone che figuravano nel mio elenco sono state liberate", ha affermato. I membri del gruppo dell'Osce hanno retto bene, ha detto ad Associated Press uno degli osservatori rilasciati, il colonnello tedesco Axel Schneider. "Hanno avuto un atteggiamento positivo e questo ha dato loro la forza di affrontare la situazione". "La battaglia è in corso", ha scritto su Facebook il ministro dell'Interno ucraino, Arsen Avakov. Le operazioni militari contro i separatisti filorussi nell'est del Paese continuano, ha infatti affermato il governo di Kiev con le truppe sono in azione nei pressi di Kramatorsk. Intanto continua a salire il bilancio delle vittime: il sindaco Ponomariov ha affermato che sono morti oltre 10 civili del vicino villaggio di Andreievka nel tentativo di bloccare un corteo di auto degli ultra nazionalisti di Pravi Sektor. Registrati anche 40 feriti, mentre le forse di Kiev hanno riportato 5 morti e 12 feriti nell'operazione: così rende noto il capo del centro anti terrorismo ucraino, Vasili Krutov, annunciando che Kiev ha il "pieno controllo" dell'area esterna a Sloviansk, di tutte le strade importanti di accesso e dei 14 checkpoint precedentemente in mano ai filorussi. La carneficina non si ferma : a causa del rogo di Odessa, nel sud dell’ucraina, nei pressi di un pastificio, sono morte 42 persone, ma bilancio potrebbe aggravarsi. L'incendio sarebbe stato causato da bombe molotov lanciate contro il secondo e terzo piano dell'immobile. La maggior parte delle vittime è morta soffocata, ma molti - secondo il ministero dell'Interno- si sono gettati dalle finestre per fuggire le fiamme. La polizia che ha arrestato più di 130 persone dopo gli scontri scoppiati tra lealisti e filorussi, a cui si sono uniti anche decine di tifosi di calcio: un vero campo di battaglia. Gli arrestati rischiano accuse che vanno dalla partecipazione a disordini all'omicidio premeditato. Dopo la strage di Odessa sono stati dichiarati due giorni di lutto: per verificare la situazione, proprio ad Odessa è arrivata Yulia Tymoshenko, l'ex premier scarcerata dopo la 'rivoluzione' a Kiev ed ora candidata per il partito Batkivshchina (Patria) alle prossime presidenziali. Nel frattempo il Cremlino ha ammesso di aver perso il controllo sui gruppi di 'autodifesa' operanti nel sud-est del paese e ritiene dunque necessaria una commissione internazionale per indagare sugli scontri e sull'incendio. Per il Cremlino è "assurdo" parlare di elezioni dopo l'escalation di violenza nel sud-est: "Dopo quello che è successo a Odessa, sullo sfondo dell'aperta spirale di conflitto nel sud-est del Paese, non capiamo di che elezioni stanno parlando Kiev, le capitali europee e Washington", ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Posizione a cui Kiev replica: "Servizi russi dietro a scontri. Quello a cui abbiamo assistito ad Odessa è stata una provocazione della Fsb per distrarre l'attenzione dall'operazione anti-terrorismo in corso nell'est dell'Ucraina", ha detto il capo dello staff della presidenza ucraina, Serhiy Pashynsky. 5 Domenica 4 maggio 2014 Focus LA REGIONE SITUATA ALL'ESTREMO SUD DELLA GRAN BRETAGNA ACQUISISCE LO STATUS DI “NAZIONE COSTITUTIVA” L’indipendenza senza eccessi della Cornovaglia L'annuncio del governo Cameron: “I cornici sono una minoranza nazionale”, come gallesi, scozzesi e irlandesi di Cristina Di Giorgi Curiosità e leggende corniche a Cornovaglia è diventata una “nazione costitutiva” del Regno Unito di Gran Bretagna. Questa qualifica, usata nei contesti e nei documenti ufficiali, indica che quella che fino a poco tempo fa era “soltanto” una semplice regione, ora acquisisce lo status di componente di un'entità o di un gruppo di Paesi. Quelli che compongono appunto il Regno Unito. Una conquista importante per gli autonomisti cornici, che hanno recentemente ottenuto dal Parlamento di Westminster il riconoscimento ufficiale del fatto che la Cornovaglia, con le sue tradizioni linguistiche, culturali, culinarie e storiche, non è una semplice regione amministrativa ma una vera e propria nazione. E' del 24 aprile la notizia che, anche a seguito di lunghi anni di rivendicazioni e battaglie giuridiche indipendentiste, il governo Cameron ha annunciato che il popolo della Cornovaglia è stato formalmente dichiarato distinto da quello inglese e dunque gli verrà riconosciuto lo status di minoranza nazionale, come scozzesi, gallesi e irlandesi. E se anche tale cambiamento non dà immediati risultati concreti in termini di autonomia politica, certamente costituisce un ottimo punto di partenza per futuri ulteriori sviluppi di carattere amministrativo, finanziario e legale. Alla base di tutto c'è la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali (approvata in Europa nel 1995 e ratificata nel Regno unito nel 1998), i cui obiettivi generali “assicurano che gli Stati firmatari rispettino i diritti delle persone appartenenti a minoranze nazionali, impegnandosi a combattere le discriminazioni, promuovere l’uguaglianza, preservare e sviluppare la cultura e l’identità delle stesse, garantire alcune libertà in relazione all’accesso ai media, alle lingue minoritarie e all’educazione, incoraggiando la partecipazione delle persone appartenenti a minoranze nazionali alla vita pubblica”. E se, dal punto di vista britannico, vari componenti del governo in carica hanno espresso il loro entusiastico apprezzamento per una decisione che riconosce la storia e la distinta identità del popolo di Cornovaglia (terra in cui molti di loro, va detto, hanno una discreta base di consensi elettorali), è però anche vero che il passo appena compiuto “complice anche l'indizione del referendum di autodeterminazione della L Cucina, attrazioni turistiche e pillole di tradizione di una regione dal fascino particolare St. Michael's Mount Scozia, potrebbe però rivelarsi presto un'insidia per il governo centrale di Londra. Tale riconoscimento infatti – sottolinea Luca Fusari su L'indipendenza – potrebbe prefigurare la richiesta di un percorso per ottenere maggiori autonomie territoriali ed un maggior decentramento degli affari interni da parte del movimento nazionalista” locale. Che fino ad ora ha combattuto le proprie battaglie identitarie con estrema pacatezza e moderazione, presentando petizioni (nel 2001 ne fu indirizzata una all'allora premier Blair) e dettagliate relazioni formali atte a dimostrare la distinzione identitaria linguistica e culturale della Cornovaglia rispetto all'Inghilterra. Un'azione lenta e meticolosa quindi, appoggiata da un sempre maggior numero di persone, come dimostra il forte e costante aumento, nei sondaggi, delle percentuali dei favorevoli ad un più alto grado di autonomia e dei consensi ai movimenti nazionalisti come il Cornish Mebyon Kernow guidato da Dick Cole. Che sul suo sito ha commentato l'annuncio di Cameron dicendosi “felice che il governo riconosca formalmente il popolo della Cornovaglia come minoranza nazionale. E' bello che a tutti i popoli celtici di queste isole vengano offerte uguali protezioni. Stiamo facendo una campagna su questo tema da oltre 15 anni e vorrei rendere un sentito omaggio a tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella lunga lotta per assicurare lo status nazionale di minoranza” alla Cornovaglia. Una lotta, come detto, combattuta senza minacce secessionistiche o eccessi, che passa attraverso il recupero di tradizioni culturali e linguistiche (il carnico, anche se quasi estinto e parlato da poche persone, è oggetto di notevoli sforzi affinché sia nuovamente diffuso e tramandato e si sta assistendo, negli ultimi tempi, ad una certa inversione di tendenza nell'uso e nell'insegnamento scolastico) e la dichiarazione, nei moduli del censimento, di essere di nazionalità cornica anziché inglese. Chissà se, nelle prossime celebrazioni della festa nazionale della Cornovaglia (St. Piran, 5 marzo), alle tradizionali iniziative se ne aggiungeranno altre riguardanti l'indipendenza. Per ora “i cornici – scrive Fabio Cavalera sul Corriere della sera – si accontentano e scommettono: il referendum per l'indipendenza è dato uno a cento nel 2030”. • il patrono della Cornovaglia è San Piran, un abate che visse nella regione attorno VI secolo • nella contea non ci sono prigioni attualmente in uso. L'unica presente, che si trova nella cittadina di Bodmin, è stata trasformata in un museo • in tutta la zona ci sono più mucche che persone: la popolazione è infatti di circa 500mila unità mentre gli ovini sono circa 800mila • il piatto tipico locale è il Cornish Pasty, un fagottino ripieno di patate e carne. Anticamente era la colazione al sacco di pescatori, contadini e minatori • delle 140 isole che costituiscono l'arcipelago delle Scilly (situato a circa 40km dalla costa) solo 5 sono abitate • alla Cornovaglia sono legati due nomi noti della letteratura mondiale: John Le Carrè, che vive a St.Buryan e la scrittrice Daphne du Maurier, autrice del romanzo “Rebecca la prima moglie” (da cui è stato tratto il film di Alfred Hitchcock con Laurence Olivier), che giunse nella cittadina di Fowey all'inizio degli anni Venti e se ne innamorò. A lei è dedicato un importante festival letterario che si tiene ogni anno nel mese di maggio • tra i vari castelli medievali della regione, il più famoso è quello di Tintagel, in cui secondo la leggenda è nato Re Artù. Alla figura leggendaria del celebre sovrano è legata anche la Dozmary Pool, uno specchio d'acqua molto profondo situato nel Bodmin Park, dove si dice che la Signora del Lago custodisca la spada Excalibur • il capoluogo amministrativo della Cornovaglia è Truro, una cittadina di poco più di 20mila abitanti. Meno di St.Austell, che con i suoi 22mila residenti è la più popolosa della regione • sulla costa occidentale della penisola di Lizard, a Poldhu Cove, si può visitare il Marconi Memorial, costruito nel punto in cui sorgeva la stazione radio da cui fu inviato il primo messaggio via telegrafo • una delle principali attrazioni della regione è St.Michael's Mount, un'abbazia benedettina dell'XI secolo poi trasformata in un castello. Costruita su un isolotto a poca distanza dalla costa, è molto simile a Mont St.Michel, in Normandia. CDG Le Home nations britanniche: status e struttura L e nazioni costitutive del Regno unito di Gran Bretagna sono Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Ad esse si aggiungerà prossimamente anche la Cornovaglia. Amministrativamente e politicamente parlando, la loro struttura è variamente configurata: di alcune materie specifiche se ne occupano infatti soltanto il Parlamento di Westminster e il governo del regno (sono le cosiddette “reserved matters”), che amministrano anche la sfera legislativa per l'Inghilterra. Vi sono poi altri ambiti demandati ai governi delle singole nazioni, ovvero il Parlamento scozzese, l'Assem- blea nazionale del Galles e l'Esecutivo dell'Irlanda del Nord. Le attività di governo, legislazione e amministrazione dei vari territori sono diversamente articolate e comunque inquadrate nel contesto del Regno unito, non sussistendo per nessuna delle varie Home Nations lo status di indipendenza politica. Ciascun paese nel corso del tempo ha attuato una serie di cambiamenti nel proprio status interno, ma se anche l'identità di ogni Paese si considera generalmente distinta, la nazionalità della popolazione è comunque per tutti unica, ed è quella britannica. CDG 6 Domenica 4 maggio 2014 Storia CI AVVIAMO VERSO LA CONCLUSIONE DEL NOSTRO SPECIALE DEDICATO A QUEGLI ORRIBILI GIORNI DI APRILE DEL 1945 L’assassinio di Mussolini, settant’anni di menzogne e misteri Tantissimi i buchi neri nelle versioni, ormai sbugiardate, che si sono susseguite nel tempo di Emma Moriconi a nostra piccola indagine su come siano andate le cose quel 28 aprile 1945 sta per giungere al termine, almeno per il momento. Non certo perché sia rimasto poco da dire ancora: concentrati in poche ore, sono tantissimi i fatti che invece andrebbero eviscerati. Ma per fare un ragionamento completo si avrebbe bisogno almeno di un corposo volume e in questa sede, com'è ovvio, lo spirito è altro: cercare di dare un contributo di chiarezza, sorvolando su alcuni aspetti che in questa sede possono essere omessi. Anche perché abbiamo rivissuto, con i nostri lettori, per giorni, l'orrore di quelle ore e di quelle vicende in uno speciale che certamente andava fatto, ed è stato doloroso per chi ha scritto non meno che per chi ha letto. E anche perché le nostre pagine di storia, che quotidianamente sottoponiamo ai nostri lettori, hanno anche altro da raccontare di quel Ventennio tutto italiano che, con buona pace dei mentitori in servizio permanente effettivo, tanto ha dato all'Italia. Per settant'anni, lo abbiamo visto, menzogne su menzogne si sono accumulate su quelle giornate convulse e complesse della fine di aprile del 1945. Per decenni, però, e questa è la cosa fondamentale su cui porre l'attenzione, i libri di storia hanno infarcito le menti degli studenti con L quelle bugie. Dette anche male, bisogna dirlo. L'Unità che pubblica - lo abbiamo visto - un resoconto sulla morte di Mussolini pieno di contraddizioni facilmente contestabili (ma perché tanto silenzio c'è stato nel corso dei decenni? Perché a sollevare i dubbi che palesemente quella versione forniva sono stati solo giornalisti? Gli storici dov'erano?). Non solo: Audisio pubblica pure un libro, "In nome del popolo italiano", che fa acqua da tutte le parti. Possibile che il PCI, che possiede una struttura peggio che militare non abbia posto attenzione? E poi, la scienza: i colpi da arma da fuoco e le lesioni ricevuti in vita posseggono caratteristiche ben diverse dai colpi e dalle lesioni ricevuti post mortem. Non lo sapevano? E ancora: una vicenda come l'assassinio di Benito Mussolini, il Duce, Capo del Fascismo, poteva davvero essere presa così sotto gamba? Con un esame necroscopico condotto con così scarsa cura? Con gente che entrava ed usciva liberamente dalla sala settoria? Con "ospiti" la cui presenza nell'obitorio di Milano quel 30 aprile non si spiega in nessun modo? Chi era, per esempio, l'uomo che si appropriò del lasciapassare spagnolo rinvenuto da Cova, di cui abbiamo parlato nella scorsa puntata? Aveva detto "sono un comandante partigiano", semplicemente. A che titolo era lì? Perché Cattabeni non cita Cova tra i medici presenti alla ricognizione? Che ci faceva il giornalista Bruno Romani - grazie al quale la Benito Mussolini storia oggi possiede un documento di eccezionale impatto, che descrive l'atmosfera di quel luogo orribile in quel giorno altrettanto orribile - che si aggirava indisturbato nelle sale dell'obitorio? Nessun controllo, nessuna autorizzazione ad entrare in quel luogo, nessun rispetto, né per i cadaveri lì ammassati né per i medici al lavoro. Inspiegabile. Del resto, molte solo le questioni inspiegabili di quei giorni. Ma cosa racconta Romani? Lo riferisce lo speciale di "Storia in rete", in edicola in questi giorni: "Non si vedeva in giro né un custode né un servitore [...] Sul pavimento, ammassati l'uno accanto all'altro, giacevano centinaia di corpi inanimati [...] Sulla maggior parte di essi si leggevano espressioni di terrore, come di chi aveva visto la morte incombere su di lui. Altre facce invece erano deformate da smorfie di dolore, tanto da dare l'impressione che dalle loro labbra contratte uscissero dei lamenti o delle grida [...] Nella morte erano tutti ritornati uguali: fascisti, partigiani, militari, cittadini ignoti giacevano senza distinzioni sul freddo piancito e marcivano insieme. Su alcuni di quei corpi, che i famigliari avevano riconosciuto, erano stati deposti dei mazzi di fiori, oppure dei nastri rossi o tricolori. Invece ad altri cadaveri erano state conficcate nel ventre aste di legno dalla punta aguzza che reggevano dei cartelli recanti le scritte: 'Traditore', 'Spia dei fascisti', 'Carogna fascista'". Già, nella morte erano tutti uguali, scrive Romani: i morti lo sanno. Sono i vivi che spesso lo dimenticano. "Ed ogni volta che uno di essi veniva riconosciuto - continua il giornalista - si verificavano le stesse scene: si levavano striduli lamenti, preghiere recitate ad alta voce, ed anche imprecazioni e maledizioni". Romani riferisce anche di un personaggio che, indisturbato, prendeva le misure al corpo del Duce con un metro in maniera meticolosa: voleva ricostruire la personalità di Mussolini attraverso i suoi dati antropometrici. "E lei ha rivelato nelle misurazioni qualcosa di anormale?" aveva chiesto il giornalista. "No, proprio nulla. Era, nell'insieme, un uomo normale" aveva risposto l'uomo che, anch'egli, era lì chissà a quale titolo. UN GROSSO CUMULO DI COSE FATTE MALE, UNA SOLA CERTEZZA: SU QUELLE ORE SOLO INSPIEGABILI BUGIE Se hanno mentito sulla morte del Duce... Il fatto di aver raccontato fandonie su un fatto così eclatante, e di averle propinate sui libri di storia, dimostra che molto altro, di falso, è stato scritto e detto Lo schema dei nove colpi come riportato da Pisanò nel volume “Gli ultimi cinque secondi di Mussolini” e a destra il prof. Pierucci n grosso cumulo di bugie, insomma. E di cose fatte male. Molte le domande che restano irrisolte ancora oggi, dopo quasi settanta anni. Ma almeno una certezza: hanno detto e scritto un mare di fandonie. E la cosa grave è che le hanno scritte sui libri di scuola, che con esse hanno riempito la testa dei giovani, menti duttili, facili da manipolare. Bisogna chiamare le cose con il loro nome: si è trattato (e si tratta ancora oggi) di manipolazione. E U questo aver appurato che di bugie si è trattato fa nascere una riflessione: quante altre ce ne sono sui libri che, ancora oggi, vengono sottoposti all'attenzione dei ragazzi in quell'istituzione della Repubblica che dovrebbe essere la scuola? Hanno mentito su una vicenda grossa come l'assassinio di Mussolini, figuriamoci cosa hanno potuto fare sul resto. Nello specifico, sui ventuno anni di Regime, ma chissà su cos'altro. A sbugiardare definitivamente le numerose e tutte sballate versioni diffuse nel tempo, le indagini scientifiche. Abbiamo già parlato dell'autopsia effettuata da Cattabeni la mattina del 30 aprile 1945 all'obitorio di Milano, condotta in condizioni a dir poco di confusione totale. Ci sono poi le deduzioni eccellenti di Aldo Alessiani, che ricostruì la possibile dinamica attraverso il combinato studio del referto dell'autopsia e delle foto scattate sia a piazzale Loreto che all'obitorio. C'è poi la consulenza della squadra del prof. Pierucci, al quale anche Pisanò si rivolse per chiarire alcuni dubbi. Ecco, nello specifico, alcuni dei quesiti proposti da Pisanò: quanto colpi hanno raggiunto Mussolini da vivo? Quali sono stati mortali? Come si spiegano il colpo all'avambraccio destro e quello al fianco destro? Quale poteva essere la posizione del braccio destro quando venne trapassato dal proiettile? Pierucci si basa, per la sua indagine, sul verbale dell'autopsia del 3 aprile, sul rendiconto di Cattabeni, sul verbale dell'autopsia effettuata dopo il recupero della salma trafugata a Musocco dal prof. Cazzaniga, sul verbale di consegna dei "resti mortali" al cimitero di Predappio e sull'ormai noto "documento Cova". Inoltre è a sua disposizione materiale fotografico e cinematografico. Sorvolando sui tecnicismi, ecco le conclusioni di Pierucci: "Mussolini Benito da vivo fu attinto da almeno otto colpi di arma da fuoco, forse nove: l'incertezza deriva dal fatto che il colpo all'avambraccio Dx potrebbe - una volta uscito essere ripenetrato nel corpo; ovvero potrebbe essere pertinente ad un proiettile che già aveva trapassato il corpo annoverandosi fra uno degli altri otto [...] Il verbale d'autopsia non documenta un foro d'uscita per il colpo che attinse la regione sopraioidea: il proiettile potrebbe dunque essere "ritenuto" nei resti (non risulta che il cadavere sia stato mai sottoposto ad esame radiografico)" (!). Ancora, dice Pierucci tra l'altro: "Il colpo trapassante all'avambraccio Dx [...] è attribuito da Cattabeni, "con tutta probabilità", ad un atto di schermo con l'arto alzato istintivamente, a mo' di "scudo" contro la minaccia incombente. La spiegazione prospettata è del tutto compatibile con l'obiettività traumatologica [...] tuttavia non è l'unica plausibile; anzi sul piano psicologico ("autopsia psicologica"), ci sembra poco coerente con il comportamento di un giustiziando. D'altronde una lesione del genere, anziché avere preceduto l'impatto del proiettile sul corpo, potrebbe avere seguito l'uscita del proietto dal corpo stesso. Questa ipotesi presuppone che Mussolini, all'atto dell'esecuzione, avesse le mani legate dietro la schiena, in modo che il bordo ulnare dell'avambraccio Dx venisse a trovarsi dietro il gluteo Dx, quadrante anterosuperiore, sulla stessa linea del tramite con entrata al fianco". Pierucci non esclude che "l'avambraccio Dx di Mussolini sia stato raggiunto dal colpo mentre tentava d' impugnare un'arma con la mano corrispondente". (Nella foto la duplice immagine del braccio dimostra le possibili angolazioni che esso può aver assunto al momento in cui venne trapassato dal proiettile). Molte sono le informazioni che Pierucci consegna ai posteri, tra queste va certamente menzionata questa che segue: "Le traiettorie degli altri sette proiettili che raggiunsero il Duce [...] dimostrano - come scrisse Cattabeni nel "rendiconto" d'autopsia - 'che l'esecuzione è avvenuta con il petto del giustiziando rivolto alle armi'". A Dongo, ai fucilati sul lungolago, tale privilegio non fu concesso. Insomma le indagini compiute negli ultimi settanta anni hanno portato certamente luce su molti misteri. Molti sono ancora insoluti. Ma resta la domanda più pesante di tutte: perché tante menzogne? [email protected] 7 Domenica 4 maggio 2014 OSTIA Sfugge a controllo e provoca incidente, arrestato nomade R om, un’enciclopedia di reati. Quotidianamente le forze di polizia hanno un bel da fare per tamponare i furti dei nomadi nella capitale. Dal rame alle manoleste, fino ai topi d’appartamento. Anche venerdì sono scattate le manette per un rom di 26 anni. Da tempo gli agenti del commissariato di Ostia erano sulle tracce di alcuni nomadi, segnalati sempre a bordo della stessa auto, in quanto sospettati di essere gli autori di diversi furti avvenuti nella zona. Venerdì sera, però, una pattuglia ha notato l’auto sospetta. Il malvivente, per eludere il controllo dei poliziotti, ha tentato la fuga per l’ennesima volta e da lì è iniziato un inseguimento per le vie di Ostia, durante il quale il giovane nomade alla guida, noncurante della presenza nella sua auto della moglie e dei figli minorenni, ha tentato in ogni modo di sfuggire alla volante della polizia, fin quando non ha provocato un incidente con un’altra auto ed è stato costretto a fermarsi. Il nomade, però, non ha gettato la spugna. E così si è dato alla fuga a piedi, lasciando la moglie e i figli minorenni in auto. Dopo un breve inseguimento, i poliziotti lo hanno bloccato. L’uomo ha fatto di tutto per divincolarsi, ma alla fine è stato arrestato. Per fortuna, l’incidente non ha causato danni ai passeggeri delle vetture coinvolte. Il giovane nomade era al volante dell’auto pur non essendo in possesso della patente di guida. Dopo il controllo della macchina, il 26enne è stato inoltre trovato in possesso di alcuni cacciaviti, mentre altri li teneva con sé in tasca insieme ad una torcia. Dovrà rispondere di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, guida senza patente, omissione di soccorso e possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso. Marco Compagnoni Da Roma e dal Lazio RICETTAZIONE TORRE ANGELA “Oro rosso”, continua la caccia dei ladri Ostiense, in manette “Bruno lo zingaro” L’ennesimo episodio nella capitale. I carabinieri hanno sorpreso in flagranza di reato tre stranieri con un bottino di 70 kg di rame di Antonio Testa onostante i numerosi controlli delle forze di polizia, non si placa il fenomeno dei furti di rame nel Lazio. Vere e proprie bande di professionisti quasi sempre stranieri che arrivano dall’est Europa e lì ritornano per piazzare il bottino. Oggi, infatti, le quotazioni del ricco metallo si aggirano sui 6.500 euro a tonnellata. Una ricerca, quella dell’oro rosso, praticata nella capitale soprattutto dai residenti dei campi rom. L’ennesimo furto è andato in scena sabato a Roma alla Magliana. Durante un controllo della circolazione stradale, in via Idrovore, i carabinieri del Nucleo radiomobile di Roma N hanno sorpreso in flagranza di reato tre uomini di 34, 36 e 46 anni – tutti provenienti dall’est Europa – nei pressi del deposito Acea di materiali ferrosi, mentre trasportavano un trolley. I carabinieri hanno così trovato diverse trecce di “oro rosso”, dal peso di 70 kg, custoditi nella valigia. Non solo: i cavi erano tutti recisi, arroto- lati, ripuliti della guaina protettiva e, pertanto, pronti per essere venduti. I tre sono stati immediatamente arrestati, accompagnati in caserma, mentre la refurtiva è stata sequestrata. Successivamente, i carabinieri hanno quindi contattato personale dell’Acea che, dopo aver visionato i cavi, li ha riconosciuti quale materiale utilizzato in esclusiva per la rete elettrica nazionale. Inoltre, si è risaliti anche alla cabina elettrica dalla quale, il 21 aprile scorso, i cavi sono stati rubati. Gli stranieri sono stati accompagnati presso il carcere di Regina Coeli, a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Dovranno scrollarsi di dosso l’accusa di ricettazione. aura all’Ostiense. Si era presentato armato di pistola in compagnia della madre e della sorella a casa della cugina, esigendo il libretto su cui suo padre, zio della vittima, riceveva la pensione. Non soddisfatto della risposta negativa, B.L. 28enne noto col soprannome di “Bruno lo zingaro” - ha dapprima picchiato con calci e schiaffi la cugina, per poi danneggiare con violenza diversi suppellettili della casa. Si è poi allontanato in strada sparando alcuni colpi di pistola in direzione del balcone dell’appartamento. Dopo aver raccolto le testimonianze della vittima e dei vicini, è stato arrestato dai poliziotti nei pressi della sua abitazione, a Torre Angela. Con successivo controllo, gli agenti hanno trovato nell’auto di B.L un fucile a canne mozze e 25 grammi di cocaina. L’arma è risultata provento di un furto del luglio 2013. Perquisendo poi la cantina del suo appartamento, sono stati rinvenuti 5.800 euro in contanti, un bilancino di precisione e un foglio manoscritto con il conteggio del denaro, di probabile provenienza illecita. Dovrà rispondere di detenzione illegale di armi e spaccio. P SI LITIGA PERFINO SUI PATROCINI Roma:“no” alla vita, meglio il Gay pride Nuove polemiche e accuse piovono sull’amministrazione Marino A ltre polemiche, come se piovesse, sulla giunta Marino. Il Gay pride sì, la Marcia per la vita no. I soldi non ci sono, ma quando uno vuole li trova. E’ polemica sulla richiesta di patrocinio respinta dal Campidoglio per “mancanza di fondi” agli organizzatori della marcia. Domani migliaia di persone sfileranno a Roma – il corteo partirà alle ore 9 da piazza della Repubblica, per poi concludersi alle 12 in piazza San Pietro, in tempo per l’Angelus di Papa Francesco per “affermare il valore universale del diritto alla vita”. Il percorso si snoderà lungo via Cavour, via dei Fori Imperiali, via del Plebiscito, corso Vittorio e via della Conciliazione. In migliaia sfileranno contro quelli che definiscono “strumenti di morte”, come “Ru486, EllaOne, pillola del giorno dopo…” e contro “una legge dello Stato (la 194/1978) che regolamenta l’uccisione deliberata dell’innocente nel grembo materno, e i morti si contano a milioni”. I partecipanti alla marcia, però, dovranno perfino pulire le strade. E se a qualcuno scapperà un bisognino, dovrà correre in un bagno di un bar. Oltre ai wc chimici e ai volontari della Protezione civile, non ci sarà nemmeno la distribuzione delle bottigliette d’acqua. Non solo. Alla ma- nifestazione, alla quarta edizione ormai e che in passato ha sempre ricevuto il contributo del comune, il sindaco della capitale ha già annunciato la sua assenza. Tutt’altra storia invece per il Gay pride del 7 giugno, dove l’amministrazione comunale, oltre a patrocinare l’iniziativa, alla quale il primo cittadino questa volta non mancherà, dal 12 al 18 maggio ha previsto pure l’istallazione delle bandiere rainbow sul Campidoglio e su tutte le sedi municipali come “risposta all’omofobia e all’ignoranza”. A chi troppo e a chi niente. A Roma funziona così. G.S. LA VIRTUS CERCA IL COLPO IN LAGUNA Dalmonte:“Servirà tanta energia in difesa” Oggi pomeriggio alle 17 l’Acea scende in campo al Taliercio per guadagnare l’accesso ai playoff ifficile trasferta per l’Acea Virtus Roma, che oggi pomeriggio alle 17 affronterà al Taliercio l’Umana Reyer Venezia. Per l’Acea si tratta di una buona occasione portare a casa i due punti necessari a staccare il pass per i prossimi playoff, contro una squadra (l’Umana) che invece è ormai fuori dai giochi nonostante la rotonda vittoria di giovedì nel posticipo contro Reggio Emilia, che ha permesso proprio alla Virtus di conservare il sesto posto. “Sarà necessaria una buona lettura tecnico tattica spiega coach Luca Dalmonte presentando la partita -, ma sarà altrettanto fondamentale mettere tanta energia e durezza in difesa. Umana-Acea per noi significa innanzitutto una grande responsabilità difensiva, l’uno contro uno deve essere prioritario nel nostro piano partita, visto che la Reyer ha giocatori di D talento, che possono crearsi un tiro e spaccare individualmente la partita”. Venezia gioca una sorta di corri e tira e limitare questo tipo di gioco significherebbe avere il ritmo partita nelle mani, mantenere un buon controllo del possesso offensivo senza perdere troppi palloni e non dare a Venezia quel timing di corsa necessario per fare questo contropiede. Per la Virtus le buone notizie arrivano dall’infermeria:Riccardo Moraschini e Bobby Jonessono pienamente recuperati dai rispettivi infortuni muscolari e saranno a disposizione di coach Dalmonte. “Sarà importante la nostra capacità di lettura dei diversi quintetti che la Reyer può mettere in campo - continua Dalmonte -, sia in difesa che in attacco: dal punto di vista difensivo dobbiamo aspettarci Smith da 4 e Peric da 5 o viceversa, due lunghi capaci di colpire da 3 punti, quindi dovremo essere bravi a reagire facendoci trovare pronti a cambiare su tutti i pick and roll e pick and pop, mantenendo sempre l’attenzione sull’uno contro uno dato che in questi momenti gli spazi saranno dilatati. Di conseguenza, dal punto di vista offensivo, Venezia giocherà con cambi sistematici sui pick and roll, quindi noi dovremo essere capaci di leggere i vantaggi sul perimetro delle guardie contro Smith e Peric o, nell’area, dei nostri lunghi contro gli esterni della Reyer”. Tanti nuovi innesti per entrambe le squadre rispetto alla gara di andata, finita 87-92 in favore degli orogranata: Mayo, Kanacevic e Szewczyk per la Virtus, Vujacic, Johnson e Crosariol per l’Umana. Proprio i due lunghi Szewczyk e Crosariol sono gli ex dell’incontro insieme a Giachetti e Vitali. Fabrizio Cicciarelli 8 Domenica 4 maggio 2014 Dall’Italia TORNANO IN ALTO MARE LE INDAGINI SULL'OMICIDIO DI BREMBATE MASSIMA ALLERTA PER L’ALLUVIONE NELLE MARCHE Yara, la 46enne identificata non è la madre del killer Maltempo: un morto e un disperso La donna di Clusone non è risultata idonea al test del Dna di Francesca Ceccarelli n altro passo indietro nelle indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio. La donna che nei giorni scorsi era stata controllata dagli inquirenti poiché considerata la madre del presunto killer della vittima, indicato dagli inquirenti come Ignoto Uno, era già stata identificata nei mesi scorsi. Non è la madre del killer la donna di 46 anni, che da ragazza frequentava un istituto scolastico di Clusone, e che secondo recenti notizie il Ros dei carabinieri stava cercando di identificare per un accertamento, era già stata controllata nei mesi scorsi dagli inquirenti che indagano sull’omicidio della ragazzina di 13 anni di Brembate Sopra, rapita e uccisa quattro anni fa. Il Pubblico Ministero Letizia Ruggeri ha disposto che venga effettuato un confronto fra il dna del killer di Cene, Isaia Schena, presunto colpevole di aver ucciso una giovane rumena, con quello di Ignoto 1, il presunto assassino della giovane promessa della ginnastica artistica. Si tratta soltanto di un controllo che viene effettuato per scrupolo, visto che ci si trova nelle indagini ad un vicolo cieco. Era già stato fatto un’altra volta un test di questo tipo, quando era stato fatto un controllo con il dna del killer di Lodi, l’uomo arrestato per l’omicidio di Lavinia Simona Ailoaiei. Anche quella prova si è rivelata un buco nell’acqua. Tante le strade che si cerca di ripercorrere per arrivare alla verità. “Chi sa parli, vogliamo giustizia, lo dobbiamo agli altri nostri figli”: è questo l’appello a Sky Tg24 e Bergamo tv di U Maura Panarese, la mamma di Yara Gambirasio, la ragazzina scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) nel novembre di tre anni fa, e poi ritrovata cadavere in un campo a Chignolo d’Isola il 26 febbraio successivo. “Interrompo il silenzio per lanciare un appello: so che tutti si stanno impegnando per la risoluzione di questo caso ma non è bastato. Io e mio marito viviamo sospesi con la paura che quello successo a nostra figlia possa ripetersi per mezzo della stessa mano – le parole di Maura -. Viviamo con la speranza che chi sa qualcosa si faccia avanti senza paura. Abbiamo fiducia nella giustizia umana oltre che in quella divina e attendiamo con ansia che il responsabile venga finalmente assicurato alla stessa e messo in condizione di non nuocere in più“. Decine e decini gli interventi della Protezione civile in vari centri della regione di un morto e un disperso il bilancio dell’ ondata di maltempo che si è abbattuta sulle Marche colpendo in particolare Senigallia e l’hinterland. Il sistema regionale della Protezione civile è operativo da ore per gestire la pesante situazione causata dal maltempo nelle Marche. Le criticità maggiori si registrano a Senigallia, con intere zone allagate, come quelle a ridosso dell’uscita autostradale (chiuso il casello sia in entrata che in uscita) e del distaccamento dei Vigili del Fuoco. A Senigallia si stanno concentrando i mezzi di soccorso (anche da fuori regione) e il volontariato. Il direttore del dipartimento della Protezione Civile, Roberto Oreficini, e il comandante regionale dei Vigili del Fuoco, Giorgio Alocci, stanno coordinando gli interventi dalla città. L’invito alla popolazione è quello di non uscire di casa, se non per inderogabili necessità ed eventualmente di portarsi ai piani superiori delle abitazioni, laddove l’acqua avesse già invaso gli edifici. Gli elicotteri del 118 e dei Vigili del Fuoco stanno operando in stretta collaborazione per gestire le emergenze. È stato allertato anche il Soccorso alpino che interverrà a richiesta. Al momento gli interventi sono concentrati nel recupero e assistenza alle persone, in particolare quelle a ridosso degli edifici scolastici dove alcune scolaresche devono essere evacuate. Per quanto riguarda la viabilità e la mobilità, le ferrovie e l’aeroporto sono operativi, così come la Statale 16, dove però posti di blocco È impediscono l’accesso alle aree allagate. Anche le sezioni marchigiane della Croce Rossa italiana e dell’Anpas sono state attivate dalle prime ore della mattinata. La pesante situazione nel Senigalliese ha richiesto la concertazione degli interventi operativi nella zona. Da Morciano di Romagna e da Pescara sono in arrivo mezzi anfibi della Cri per i soccorsi nelle aree allagate e il recupero delle persone in pericolo. Situazioni critiche si registrano pure a Osimo, Ostra, Corinaldo e Chiaravalle dove sono stati subito attivati i centri operativi comunali. Il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi ha diffuso un appello in cui chiede ai cittadini di "non interferire con le operazioni di sicurezza. "Chiediamo a tutti di collaborare restando in zone sicure e di non utilizzare le autovetture" aggiunge il sindaco. I cittadini vengono invitati anche a seguire "le indicazioni dell'amministrazione comunale che verranno divulgate con regolarità e tempestività". Il sindaco sottolinea che l'emergenza maltempo ha determinato "l'immediata mobilitazione di tutti gli organismi e degli uomini destinati alla sicurezza pubblica". In particolare "le scuole sono state prontamente avvertite dell'allerta e tutti gli studenti sono stati messi in sicurezza nei piani superiori dei vari plessi. Le vie di accesso alla città e le strade più a rischio sono continuamente monitorate, mentre squadre di uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco stanno effettuando sopralluoghi nelle zone più esposte". NUOVI ELEMENTI SULLE INDAGINI DEL GIALLO DI PERUGIA IN TV I COLLOQUI CON IL PERITO CHE VALUTERÀ L'IPOTESI DEI DOMICILIARI PER LA MAMMA DI SAMUELE Caso Meredith, spunta un nuovo video Franzoni:“Voglio tornare a casa” Alla trasmissione “Quarto Grado” mostrate immagini inedite rriva una nuova possibile traccia nel giallo di Perugia: dopo quattro giorni dal deposito delle motivazioni della sentenza di condanna per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, alla trasmissione "Quarto Grado" è stato mostrato in esclusiva un video che potrebbe mettere in dubbio la ricostruzione di quanto accaduto. Si tratta di un filmato registrato da una telecamera di videosorveglianza di un parcheggio, installata a pochissima distanza dalla villetta di Via della Pergola. Questi gli estremi del video: è il primo novembre 2007, quando intorno alle ore 21 (ore 20:53 riporta il fotogramma) si vede transitare una giovane donna. La ragazza inquadrata entra in un parcheggio utilizzato dai pedoni come scorciatoia per raggiungere il centro città. Chi propone il video ravvede una so- A miglianza con la studentessa americana: eppure a quell'ora Knox ha sempre dichiarato di essere stata a casa di Sollecito, si spiega in un comunicato di Retequattro. Che prosegue: "Appena due minuti prima, la stessa telecamera registra il passaggio di Meredith Kercher, diretta verso la villetta dove poco dopo verrà uccisa. La Polizia ha analizzato quei fotogrammi, ma ha segnalato solo il passaggio di Meredith Kercher. Al contrario, la donna misteriosa non è stata mai identificata. Potrebbe trattarsi di Amanda?", si interroga "Quarto Grado". In caso contrario, comunque la testimonianza della ragazza immortalata dalla telecamera di sicurezza avrebbe potuto offrire spunti agli inquirenti, vista la sua presenza in Via della Pergola a quell'ora, si legge nel comunicato. La donna ha espresso il desiderio di tornare nella sua abitazione a Cogne Sento il bisogno di tornare in quella casa. Non sarà facile, perchè è dove Samuele ha vissuto felice e dove è stato ucciso. Non voglio rinnegare quei ricordi, non voglio perderli. Ho voglia di tornare lì, perchè stare lontano è come voler dimenticare... Non posso permetterlo: non è giusto”. Così Annamaria Franzoni, che ad oggi sta scontando 16 anni di condanna proprio per l'omicidio del figlio Samuele trovato morto nella casa di Cogne, ha dichiarato ad Augusto Balloni, il professore incaricato di stabilire se la donna possa ottenere la detenzione domiciliare, la sua volontà. Nella sua perizia, Balloni ha concluso che Annamaria Franzoni presenta “condizioni di pericolosità sociale”, proprio quando il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha chiesto ulteriori approfondimenti per “ prendere una decisione tra due mesi. Le ultime considerazioni della donna durante le sedute con il perito sono state rese note durante l’ultima puntata di 'Quarto Gradò su Retequattro. “Ho sempre respirato da mia madre un senso materno molto forte. Lo stesso che ho io, perchè sento come priorità, come donna, la famiglia , ha spiegato Annamaria Franzoni. “Non ho mai pensato alla carriera. Quello che mi gratifica di più e mi fa stare bene è tenere la casa, stare con i miei figli, stare con mio marito, fargli trovare quel calore materno di moglie. Penso sia lo scopo della vita. Quello che ho respirato a casa mia è questo: la normalità dei figli, la dedizione. Ho mostrato le foto di Samuele - aggiunge -, perchè insinuavano che non fosse sano. Volevo proteggerlo. Ancora oggi lascio la tomba bianca, senza nome: nessuno sa dov'è per tutelarlo. Ho cercato di difendermi, di difendere la dignità di Samuele”. 9 Domenica 4 maggio 2014 Dall’Italia SI RIAPRE IL CASO DEL BAMBINO SCOMPARSO IL 7 MAGGIO DE L 1 9 9 0 Pasqualino Porfidia si cerca nei cunicoli di Marcianise La vicenda è stata riaperta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere di Francesca Ceccarelli iaperto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere il caso relativo alla scomparsa di Pasqualino Porfidia, il bambino di Marcianise di cui si è persa ogni traccia il 7 maggio del 1990, quando aveva 8 anni e mezzo (oggi ne avrebbe 32). Il piccolo fu visto l'ultima volta intorno alle 11.30 nel quartiere di San Giuliano, dove viveva con la famiglia, mentre era seduto su una panchina. Oggi gli inquirenti, sulla base di nuovi e rilevantissimi elementi sono decisi a chiudere il caso grazie anche alle nuove tecnologie scientifiche di indagine: il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere cui si è rivolta la Procura, ha ritenuto fondati gli elementi contenuti nell'istanza depositata il 7 marzo scorso dai familiari di Pasqualino. A venti giorni dalla presentazione della richiesta, infatti, gli inquirenti hanno voluto ascoltare la madre, la sorella e il fratello dello scomparso: grazie a queste nuove dichiarazioni i carabinieri, delegati alle indagini, cercheranno in particolare le ultime R tracce del bambino nel sottosuolo. Una in particolare la traccia che gli inquirenti stanno seguendo con determinazione poichè porterebbe a concentrare le ricerche in alcuni cunicoli sotterranei che dal quartiere di Puzzaniello si snodano nel sottosuolo marcianisano fino ad arrivare addirittura in Piazza Carità, nei pressi della Chiesa dell'Annunziata. Saranno risentiti gli amichetti di allora di Pasqualino con una nuova attenzione al filone investigativo che porta a Milano: proprio li infatti a Marzo si è consumato il suicidio di un uomo sulla trentina, originario di Marcianise, che in una lettera scritta prima di uccidersi avrebbe raccontato di aver subito numerosi abusi quand'era bambino e risiedeva a Marcianise. Si ritiene che nella lettera siano rivelati elementi fondamentali che hanno convinto la Procura a riaprire il caso. "La Procura – ha spiegato l'avvocato Salvatore Gionti, che assiste la famiglia dello scomparso - è stata molto celere nel comprendere che c'erano elementi importanti per riaprire il caso. Dopo due archiviazioni e tante parole e il- lazioni è arrivato il momento di scrivere la verità su quanto accaduto a Pasqualino; ci sono molti interrogativi da chiarire – prosegue il legale – come quello relativo alla presenza di piccoli tunnel che partono proprio dalla zona di san Giuliano in cui risiedeva Pasqualino con la famiglia; lì non si è mai andato a vedere ma oggi, con i geo-radar, è possibile eseguire controlli accurati. E' poi necessario risentire gli amici di Pasqualino, che oggi sono maggiorenni e potrebbero avere una diversa sensibilità. Bisogna chiarire, inoltre, il ruolo di alcune persone che abitavano nelle vicinanza della famiglia e che in quei giorni si comportarono in maniera piuttosto strana, non partecipando per esempio alla continue ricerche. Nell'istanza comunque la famiglia – che si è rivolta all'Unità Prevenzione Rischio Criminologico guidata dalla criminologa Immacolata Giuliani – non ha mai parlato di pedofilia, e la stessa decisione di riaprire il caso ha tenuto conto solo degli elementi da noi forniti". Più volte però negli anni sulla vicenda si è affacciato l'incubo del giro di pedofili in cui sarebbe finito Pasqualino: era il 2000 quando la trasmissione "Chi l'ha visto?" intervistò un cugino, suo coetaneo, che riferì come nella sala giochi frequentata dal gruppo di bambini venisse spesso un adulto, di circa trentatré anni, che cercava di vendere riviste pornografiche ai piccoli frequentatori della bisca. Il ragazzo però raccontò di non ricordare di aver visto Pasqualino uscire dal locale con quest'uomo. Alcuni giornali pornografici furono anche ritrovati in una cassetta degli attrezzi presso la stazione di Marcianise, che i bambini usavano come punto di ritrovo del gruppo. La pista però non ha mai trovato conferme. Due macchine sospette sarebbero state notate vicino casa di Pasqualino nei giorni che hanno preceduto la sua scomparsa. Si tratterebbe di una Lancia Beta bianca e un Alfa Sud grigiometallizzato. Inoltre i bambini avrebbero raccontato dell'inquietante presenza di un uomo che, più di una volta, avrebbe distribuito banconote da mille lire ai bambini, vicino alla sala giochi che frequentavano. La madre del piccolo, inoltre, ha tirato più volte in ballo uno dei parroci del paese, Don Carlo, dicendosi sicura che il prete sapesse qualcosa ma avesse deciso di non parlare o per paura o per gli obblighi derivanti dal segreto confessionale. Lo stesso prelato però, che oggi è in pensione e vive a San Cipriano d'Aversa, ha smentito. Decisive, inoltre, per la presentazione dell'istanza, sono state le consulenze psicologiche fornite alla mamma e alla sorella di Pasqualino dall'associazione 'Noi Voci di Donne'; durante le sedute di ascolto sono emersi gli elementi poi confluiti nella richiesta. NUOVE OPPORTUNITÀ DI LAVORO IN PROVINCIA DI PIACENZA Amazon: a Castel San Giovanni 1000 posti liberi Inaugurato un centro operativo dell'azienda tra le più innovative d'Europa inalmente operativo: il Centro per la logistica di Amazon Italia, situato a Castel San Giovanni, ha dato ufficialmente l’annuncio. Oltre 70.000 i metri quadrati occupati dalla struttura. Fino a 1000 le posizioni previste nei prossimi 3 anni, sia operative sia manageriali. Ampio tanto quanto 9 campi da calcio con la sua superficie di oltre 70.000 metri quadrati e pronto per ospitare fino a 1000 le posizioni, a tempo determinato o indeterminato, nei pros- F simi 3 anni, sia operative sia manageriali, oggi il nuovo Centro di Distribuzione di Castel San Giovanni è stato inaugurato ufficialmente. Annunciato a gennaio 2013 e ultimato 9 mesi dopo, dal 2011 sono stati creati oltre 420 posti di lavoro a tempo indeterminato e Amazon ha intenzione di raggiungere circa 1000 posizioni, a tempo indeterminato o determinato, nei prossimi 3 anni. Le opportunità di lavoro riguardano ruoli come addetto alla ricezione merci, allo smistamento, all'imballaggio, alla spedizione, e anche posizioni di Team-leader e manageriali. Il nuovo Centro di Distribuzione è una infrastruttura logistica tra le più innovative in Europa che consente una rapida evasione degli ordini. E' stata gestita la spedizione di oltre 199.000 prodotti, di cui 34.000 erano destinati a clienti in Europa, nella giornata di picco degli ordini registrata lunedì 16 di- cembre 2013 (109 ordini al minuto). Il nuovo Centro di Distribuzione conterrà anche gli articoli di oltre 7.000 aziende interessate a vendere i loro prodotti attraverso Amazon Marketplace e a spedirli tramite il servizio di logistica di Amazon (FBA). Per coloro che fossero interessati a posizioni relative al Centro di Distribuzione di Castel San Giovanni, è possibile consultare la pagina amazon.it/lavoro per ulteriori dettagli. Il nuovo polo logistico di Amazon, realizzato in appena 9 mesi, impieghera entrà i prossimi 3 anni, ben 1000 lavoratori, dei quali circa 400 da subito, diventando cosi un traino per l'area particolarmente interessante. BERGAMO A NAPOLI SVOLTA NELL'INCHIESTA SULL'INCIDENTE DEL VIADOTTO ACQUALONGA Gare clandestine organizzate su Facebook Strage bus: la revisione era falsa n giro di gare clandestine in motocicletta organizzate attraverso Facebook all'interno di un centro commerciale di Zanica, nel Bergamasco. Una vicenda scoperta grazie ad alcune segnalazioni fatte agli agenti che hanno portato alla luce un'organizzazione di giovanissimi, identificandone alcuni e sequestrando video amatoriali. Dieci di loro sono stati denunciati per organizzazione di competizioni non autorizzate in velocità con veicoli a motore e partecipazione alle gare. Le gare, cui assistevano decine di giovani, erano organizzate da un ragazzo italiano, B.D.F 19 anni, il quale pubblicizzava i dettagli dell'evento (data, luogo e ora) su Facebook. Quando sono intervenuti gli agenti, i due centauri in gara sono scappati come molti altri spettatori. Gli agenti della Polizia locale U Indagati due funzionari della Motorizzazione volta a Napoli nel caso dell’incidente del bus nel viadotto Acqualonga: una perizia grafologica ha stabilito infatti la non autenticita' del certificato di revisione rilasciato dalla Motorizzazione civile di Napoli alla ditta "Mondo Travel" per la revisione del pullman Volvo che il 28 luglio precipito' dal viadotto dell'autostrada A16 Napoli-Canosa provocando 40 vittime. Due dipendenti della Motorizzazione Civile di Napoli sono stati raggiunti nei giorni scorsi da un avviso di garanzia per falso in atto pubblico, Vittorio Saulino e Antonietta Ceriola, che erano stati ascoltati dai magistrati della procura di Avellino alcuni mesi fa, come persone informate sui fatti. Il certificato di revisione fu fornito dalla Motorizzazione civile pochi giorni dopo l'incidente, ma suscito' l'attenzione degli inquirenti da subito. Secondo quanto si e' appreso, ai magistrati il certificato S sono però riusciti a fermare ed identificare dieci ragazzi e hanno anche sequestrato anche alcuni file dei video amatoriali delle gare, che si svolgevano anche lungo le vie cittadine e che condividevano sulla Rete. Sono stati denunciati per Organizzazione di competizioni non autorizzate in velocità con veicoli a motore e partecipazione alle gare, che prevede la reclusione da uno a tre anni e una multa da 25mila a 100milaeuro. Due minorenni sono stati denunciati alla Procura dei Minori di Brescia, gli altri alla Procura di Bergamo. sembro' da subito prodotto ad hoc e nel corso dell'interrogatorio il funzionario incaricato delle operazioni di revisione disconobbe la propria firma in calce al documento, sostenendo di non averlo mai visto. Il sostituto procuratore Adriano Del Bene contestava infatti l'ipotesi che il certificato fosse stato compilato successivamente al marzo 2013, data della revisione, perche' non corredato dalla richiesta della ditta Lametta e dalla ricevuta del versamento per la tassa gover- nativa. Di fronte ai dinieghi del funzionario, il pm ha disposto una perizia grafologica, affidata al consulente Silvana Iuliano, che ha accertato l'autenticita' della firma di Vittorio Saulino. Di qui il provvedimento giudiziario per falso in atto pubblico a carico suo e anche di Antonietta Ceriola, che con le proprie credenziali di accesso al sistema informatico della Motorizzazione, avrebbe falsificato informaticamente l'esito regolare della revisione. Un’indagine che non si e' limitata pero' al solo caso del bus Volvo: gli inquirenti infatti hanno fatto ulteriori verifiche sull'intero fascicolo della ditta Lametta, presso gli uffici della Motorizzazione civile dalle quali e' emersa anche un'altra revisione sospetta. L'impresa aveva gia' comunque subito in seguito all'incidente la sospensione di tutte le licenze per il trasporto di persone. 10 Domenica 4 maggio 2014 Cultura DAL 29 APRILE ALL’8 MAGGIO AL TEATRO COMETA DI ROMA “Buona Domenica... nel camerino” Protagonisti dello spettacolo Edoardo Siravo e Emanuela Aureli di Francesca Ceccarelli aranno il noto e apprezzato attore di teatro, cinema e televisione, conosciuto dai più come commissario Vincenzo Leoni nella serie Tv Vivere, Edoardo Siravo e la poliedrica Emanuela Aureli, famosa per le sue innumerevoli e irresistibili imitazioni, a interpretare "Buona Domenica" di Dany Laurent (autrice del famosissimo libro "il tasso con gli occhiali" tradotto in tutto il mondo), per la regia di Roberto Ciufoli. Una commedia francese brillante che descrive con profondità e ironia i rapporti d'amore che possono nascere nel mondo del lavoro, e in questo caso nel mondo del teatro. Pietro è il classico attore narciso ossessionato da se stesso, in più con il vero terrore di invecchiare e continuamente preso da un dialogo solitario con il ritratto della madre che incombe sulla sua testa. Matilde è la sua assistente, e quindi gli fa da massaggiatrice, infermiera, suggeritrice, psicoterapeuta. Ma fra i due, molti anni prima, c'è stato un appassionato rapporto d'amore, interrotto da lei senza alcuna spiegazione. S Adesso è il momento della resa dei conti: gelosia, infedeltà, possesso, egocentrismo diventeranno i veri protagonisti di questa introspezione psicologica condotta nel segno tipico della cultura francese: spietata, esatta, sempre incredibilmente leggera. “Scrivere di regia è parlare di progetti, idee, disegni mentali e concetti ma non di certezze e questo mi piace. Uno spettacolo è materia viva che cresce ed evolve, anche se gli si indicano strade e mete da raggiungere, non si sa mai davvero che viaggio sarà. Partiamo con bagagli adeguati, un ottimo testo, bravi attori, collaboratori di livello e una buona produzione. Accidenti, non abbiamo alibi. Due personaggi, due storie in una storia comune, un pianeta e un satellite, una luna luminosa, con una faccia nascosta, che non abbandona mai l’orbita del pianeta che gira solo su se stesso. Pietro, un attore di successo, egocentrico e trombone, irresistibile nel suo essere impermeabile al mondo che lo circonda. Matilde, la sua sarta, il suo punto di riferimento, il bersaglio prediletto dei suoi capricci. In un camerino, più luogo mentale che retropalco, un botta e risposta serrato, feroce, acuto e disarmante, divertente e intimo, che in quell’ora che precede la messa in scena del Misantropo, svolge e riavvolge una vita di abbandoni, egoismi, slanci, fughe e figli nascosti, di orbite che si incrociano e non si staccheranno mai. Non vedo l’ora di vederlo.” Dany Laurent è una celebre autrice francese nata a Belfort nel 1942. Inizia scrivendo fiabe per i bambini che mette in scena partecipandovi anche come attrice. Il suo racconto “Il tasso con gli occhiali”, tradotto in tutto il mondo, è pubblicato anche in Italia. Nella sua carriera di scrittrice ha ricevuto molti premi fra cui il prestigioso Molière. DAL 18 APRILE AL 28 SETTEMBRE 2014 A PALAZZO CIPOLLA Terry O’Neill e le icone pop in mostra I miti di un’epoca rappresentati dal fotografo britannico l Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, dal 18 aprile al 28 settembre 2014, ospita le opere del grande fotografo Terry O’Neill con una retrospettiva intitolata "Terry O’Neill. Pop Icons". Una carrellata di ritratti che raccontano attraverso i volti dei miti del cinema, della musica, della moda, della politica e dello sport, la carriera artistica del fotografo britannico. La mostra promossa dalla Fondazione Roma, prodotta e organizzata da Arthemisia Group e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, offre un’ulteriore testimonianza di come il culto della I celebrità, leitmotiv degli anni ’60 - ’70, abbia notevolmente influenzato il lavoro degli artisti dell’epoca. Inaspettatamente il lavoro di O’Neill può essere accostato a quello di Andy Warhol ossessionato per le immagini e la notorietà, le cui opere sono esposte contemporaneamente a quelle del fotografo. L’artista americano padre della Pop Art fin dall’infanzia colleziona autografi di star, presagendo il dilagare della mania dell’immagine. Nel suo studio, la famosa Factory, Warhol raccoglie intorno a sé un gran numero di artisti, scrittori, musicisti e figure underground e i ritratti scattati con la sua polaroid costituiscono la base dei suoi iconici dipinti fotografici. Curata da Cristina Carillo de Albornoz, la retrospettiva dedicata a Terry O’Neill, contiene alcuni dei suoi lavori più celebri, 47 ritratti che documentano i momenti più intimi e naturali delle icone del pop degli ultimi 40 anni. “Ho avuto fortuna. Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto: la Londra degli anni 60. Avevi l’impressione che ogni giorno succedesse qualcosa di rivoluzionario” racconta Terry O’Neill. Nato a Londra nel 1938 può essere definito uno dei fotografi più celebri del nostro tempo che ha saputo cogliere, con straordinaria abilità, immagini autentiche e spontanee di molte delle leggende del Novecento; personaggi che hanno segnato la storia diventando delle vere e proprie icone. Politici, cantanti e attori con lui trovano la chiave perfetta per esprimere al meglio la loro personalità. Collabora con riviste importanti come Rolling Stone e Vogue, e con altri celebri colleghi, tra cui David Bailey, Terence Donovan e Brian Duffy. Tutti autori di quelle fotografie che hanno immortalato la “Swinging London” di quegli anni. I suoi archivi, recentemente rior- dinati, rivelano la sua visione poetica della bellezza e del mito degli anni ‘60 e ’70. I suoi scatti più belli sono spesso rubati dietro le quinte di set cinematografici e concerti, momenti informali nei quali i soggetti potevano sentirsi liberi di essere se stessi. O’Neill entra letteralmente a far parte delle loro vite, trascorrendo con loro intere giornate in piena sintonia con il clima rilassato e disinvolto dell’epoca. La sua grande abilità nel gestire le pubbliche relazioni in rapporto allo star system insieme alla capacità di essere per i suoi soggetti un osservatore discreto, gli ha permesso di illustrare il successo dalla A alla Z. L’uso della più leggera e maneggevole 35mm, una novità assoluta per l’epoca, lo ha aiutato a rendere il suo stile naturale e inconfondibile. Terry O’Neill, il cui sogno era diventare un batterista jazz, ha cominciato la sua carriera nel dipartimento di fotografia della British Airways nell’aeroporto di Heathrow di Londra, dove fotografava i viaggiatori che arrivavano nel paese. Nel 1959 inizia a lavorare per il periodico Daily Sketch. Nel 1963, per lo stesso periodico, scatta la prima fotografia dei Beatles, negli studi di Abbey Road in occasione dell’uscita del loro primo album Please Please me, per la prima volta un gruppo musicale appare sulla copertina di un periodico britannico. A questa foto ne seguono molte altre, dai Rolling Stones, a David Bowie ed Elton John. Nello stesso periodo ritrae le grandi icone della moda da Twiggy a Jerry Hall. A 26 anni decide di andare a Hollywood. I suoi amici, Micheal Caine e Richard Burton, gli aprono le porte del mondo del cinema, permettendogli così di immortalare star del calibro di Clint Eastwood, Paul Newmann, Sean Connerry e Robert Redford. Vivendo tra i miti dello spettacolo e avendo con loro un rapporto di grande vicinanza e complicità, nei suoi cinquant’anni di carriera O’Neill realizza alcuni dei ritratti più autentici, da Frank Sinatra (fotografato nell’arco di trent’anni) a Elvis Presley, da Elton John a Bono Vox, da Elizabeth Taylor a Audrey Hepburn, da Brigitte Bardot a Ava Gadner fino a Marlene Dietrich. Terry O’Neill e Warhol hanno ritratto entrambi, in maniera stupefacente, gli stessi personaggi leggendari come Elvis Presley ed Elizabeth Taylor, per citarne solo alcuni. Tutti e due hanno cercato di cogliere ed esaltare l’essenza di ciascuno dei loro soggetti esprimendone la grandiosità e consacrandoli a icone senza tempo. 11 Domenica 4 maggio 2014 Cucina AL GIORNALE D’ITALIA PARLA LO CHEF MASSIMILIANO ALAJMO Gli ingredienti immancabili? Pane, olio e vino Questo il trio perfetto che deve essere sempre presente in tavola DAL 17 AL 19 MAGGIO NEL CUORE DEL QUARTIERE GARBATELLA “Culinaria, il gusto dell’identità” Un evento dedicato al cibo a 360°: incontri e degustazioni e molto altro “ di Francesca Ceccarelli Da anni ormai la cucina è stata sdoganata: da emporio per pochi rinomati chef a piazza in cui tutti possono cimentarsi. Il merito di questo cambiamento è stato anche della televisione che ha proposto format ad hoc. Cosa pensa al riguardo? Va fatto un doveroso distinguo tra cucina e spettacolo, altrimenti si generano inutili fraintendimenti. Il mio mestiere non è quello di giudicare ma di cucinare e far star bene i miei clienti. In Italia più che mai cucinare non è solo un’attività ma una vera e propria filosofia di vita: che conoscenza hanno gli italiani dei piatti che portano in tavola secondo lei? La cucina è molto introspettiva, in tal senso la conoscenza risulta un ambito relativo al singolo. lare, ricca di contaminazioni e di un territorio generoso. Ogm, fast food e surgelati vari: non tutti sembrano predisposti a usare mattarelli e padelle. Quale consiglio si sente di dare a chi non se la cava molto bene in cucina? Andate al ristorante. Lei come altri suoi colleghi ha sdoganato l’uomo ai fornelli: le donne non detengono più il potere in cucina soprattutto se si parla di alta cucina. Perché è assai raro trovare su riviste patinate o nelle guide più prestigiose il nome di una grande chef? Non la penso così.Trovo che ci siano sempre più cuoche che si distinguono in cucina. Girando per le cucine mondiali quale pensa sia la marcia in più, se c’è, della gastronomia italiana? Perché ci invidiano gli chef da tutto il mondo? La nostra è una cucina molto varia e so- E infine non possiamo non chiederle un consiglio: quali sono secondo lei gli ingredienti che non devono mai mancare nella cucina di un italiano? Pane, olio e vino. Culinaria, il Gusto dell’Identità”: torna il grande evento dedicato al cibo ed aperto completamente al grande pubblico. Si tratta di un luogo in cui possono incontrarsi chef, produttori, ristoratori, operatori del settore e comuni appassionati della buona cucina. E ancora un’occasione per dedicarsi alla formazione dei ragazzi ed insegnare loro le buone abitudini alimentari, ormai stremate dalla società odierna. Un’iniziativa importante dunque, davvero innovativa, divenuta oggi il primo grande evento d’alta cucina nella Capitale. Tutto questo grazie all’organizzazione ed il lavoro dello chef Francesco Pesce, che più di tutti ha creduto in “Culinaria”, di Fabiana Scevola, Francesca Romana Pellegrini e Vittoria Pesce. L’appuntamento è dal 17 al 19 maggio, nel cuore della Garbatella, all’interno del mercato coperto. Sarà possibile assistere ai cooking show di grandi chef, acquistare prelibatezze direttamente dal produttore ed assaggiare il miglior street food. La scelta della cornice della Garbatella non è stata casuale: “Come quartiere, sposa perfettamente il linguaggio e il messaggio che questa manifestazione enogastronomica vuole offrire al grande e piccolo pubblico”, ha dichiarato Francesco Pesce. “La Garbatella da sempre è luogo che unisce tradizioni, innovazione e curiosità”. Inoltre, grazie a Culinaria, l’aspetto urbanistico del quartiere è totalmente cambiato: l’evento ha fatto sì che il mercato tornasse ad essere fonte di vitalità, di scambio di idee, cancellando quella sensazione di degrado che da anni si era abbattuta nell’VIII municipio. Per questo motivo, l’accesso alla manifestazione per i residenti del quartiere, sarà gratuito nei giorni di Domenica 18 e Lunedi 19. Un’altra particolarità di Culinaria è che la IX edizione denominata “Un fiore in cucina”, verrà dedicata al ruolo della donna nell’arte culinaria. Un ruolo che, negli ultimi anni, è stato spesso dimenticato. E, con uno sguardo al sociale, Culinaria, si pone anche l’obiettivo di informare e sensibilizzare il pubblico sulla tematica della violenza sulle donne. Ecco perchè sabato 17, alle ore 20.30 ci sarà lo spettacolo “Storie di donne morte ammazzate – Allegra barbaria italiana”, che affronterà la delicata questione. Per i lettori de Il Giornale d’Italia qualche ricetta per dilettarsi tra i fornelli “BRODO ORO” Brodo di guancia 1 lt di brodo di gallina freddo 400 g di guance di vitello ben pulite 25 g di carote a cubetti 25 g di cipolla bianca a cubetti precedentemente sbollentati 20 g di sedano a cubetti 5 g di sale grosso 4 g di pepe nero di Sarawak in grani 1 g di stecca di cannella ½ foglia di alloro 1 chiodo di garofano 1 pizzico di sale 1 goccia di zafferano liquido 1 traccia di liquirizia nera in polvere Cuocere le guance sottovuoto insieme a tutti gli ingredienti (tranne il ristretto di zafferano e la polvere liquirizia) in forno a vapore a 90°C per 4 ore e mezza. Filtrare il liquido di cottura con l’etamina e aromatizzarlo con lo zafferano liquido e la liquirizia. Per terminare 4 fogli di oro alimentare a 24 carati Composizione Versare il brodo caldo in un piatto fondo e guarnire con una foglia d’oro. Nota Le guance utilizzate per preparare il brodo possono essere condite con olio extravergine di oliva, sale grosso, un pizzico di liquirizia, alcune gocce di ristretto di zafferano e servite su un letto di insalata di verdure bollite, come carote, rape rosse, patate e sedano rapa “SPAGHETTINI FREDDI CON SALSA DI CONCHIGLIE” Conchiglie 250 g di cozze 300 g di vongole 1 kg di tartufi di mare ben spazzolati 250 g di garusoli (murix brandaris) 40 g di olio extravergine di oliva delicato 1/2 spicchio di aglio 10 g di prezzemolo fresco tritato 25 g di vino bianco Spurgare le conchiglie in acqua e sale. Ricoprire i garusoli con acqua fredda e cuocerli a calore moderato per 40’. Eliminare l’acqua di cottura, sgusciarli e pulirli. Scottare separatamente le cozze, le vongole e i tartufi di mare in padella con l’olio e l’aglio. Unire il prezzemolo, sfumare con il vino bianco, coprire e cuocere a calore vivace per 2’. Sgusciare le conchiglie, conservare l’acqua di cottura e filtrarla all’etamina. SALSA DI CONCHIGLIE 60 g di cozze cotte e sgusciate 70 g di vongole cotte e sgusciate 90 g di tartufi di mare cotti e sgusciati 35 g di garusoli cotti e sgusciati 75 g di acqua di cottura delle conchiglie filtrata 50 g di olio extravergine di oliva delicato 20 g di succo di limone 1 goccino di salsa di soia 1 pizzico di sale 1 macinata leggera di pepe nero di Sarawak Versare i frutti di mare nel bicchiere del Pacojet® insieme all’acqua di cottura; congelare a -20°C e pacossare. Emulsionare la purea ottenuta con il frullatore a immersione con l’olio, il limone, la salsa di soia, il sale e il pepe. Composizione Porre su un piatto uno stampo circolare oleato (diametro 8,5 cm) e riempire con gli spaghettini e il pesce crudo. Togliere lo stampo e guarnire con la salsa di conchiglie. Nota Il crudo di pesce può variare a seconda della disponibilità di stagione. Questi spaghettini sono ottimi anche con i calamari, le seppie, la ricciola, ecc. CRUDO DI PESCE 60 g di code scampo crude 60 g di code di gamberi crude 60 g di astice crudo 40 g di dentice crudo 40 g di triglie crude 25 g di olio extravergine di oliva delicato 5 g di succo di limone sale q.b. 1 macinata di pepe nero di Sarawak Tagliare i pesci a dadini e condirli con l’olio, il succo di limone, il sale e il pepe. SPAGHETTINI FREDDI 160 g di spaghettini di grano duro 1 pizzico di sale 16 g di succo di vongole legato con poco amido 18 g di olio extravergine di oliva delicato 10 gocce di salsa di soia 3 g di prezzemolo fresco tritato 1 macinata di pepe nero di Sarawak 3 g di succo di limone Lessare gli spaghettini per 3 minuti e mezzo in acqua salata. Scolarli, raffreddarli in acqua fredda, asciugarli con un foglio di carta assorbente. Salarli e condirli in un recipiente di vetro con i restanti ingredienti. 12 Domenica 4 maggio 2014 Sport IL CAMPIONE DEL MONDO IN CARICA NELLA QUARTA PROVA DEL MONDIALE VUOLE CALARE IL POKER Moto Gp, a Jerez tutti contro Marquez A Pedrosa, Rossi e Lorenzo il compito di fermarlo – Dal 2016 la Bridgestone lascia, Pirelli nuovo fornitore? di Bernald Shehaj a Moto Gp riaccende i motori e dopo aver lasciato l’America sbarca in Spagna. Dove oggi, a Jerez, andrà in scena il quarto appuntamento della stagione. Sarà, come sempre, il fenomeno Marc Marquez l’uomo da battere. Il campione del mondo in carica arriva in patria da autentico dominatore di questo campionato, appena iniziato eppure per gli esperti già finito dopo le 3 vittorie in altrettante gare per il giovane e già iridato pilota spagnolo della Honda Hrc. Che approda in Andalusia con un bottino di 75 punti, sì, ma anche con una evidente superiorità verso tutto e tutti. Un inizio da fenomeno quello dell’austriano, che a solo 21 anni sta riscrivendo la storia della Moto Gp, mettendo in ginocchio le statistiche e azzerando tutti i primati. Con soltanto 20 corse alle spalle nella classe regina, Marquez è già salito al quinto posto della graduatoria che mette in fila i piloti più vincenti di sempre delle due ruote. Nove vittorie in cassaforte, diciannove podi, un’infinità di giri veloci e pole position. Ieri come oggi, una superiorità schiacciante, evidente, che non sembra avere confini. Dopo soli 3 appuntamenti, può vantare già 19 punti di vantaggio sul compagno di squa- L Marquez, Pedrosa, Lorenzo e Valentino Rossi dra Dani Pedrosa (secondo in classifica) e ben 34 su Valentino Rossi. E ancora: la bellezza di 53 lunghezze su Jorgé Lorenzo, collega di scuderia del Dottore e tra i principali candidati alla vittoria finale. Una distanza abissale. Toccherà proprio a questi 3 fantastici corri- dori cercare di mettere k.o. il baby prodigio. Ma per farlo, tutti dovranno tirare fuori l’asso dalla manica. Il primo è sempre andato fortissimo a Jerez de la Frontera, tant’è che ha conquistato l’ultimo Gp nel 2013. Tra i potenziali disturbatori c’è appunto Rossi. Che non si nasconde e punta al podio. In una corsa che gli è familiare e che ha già fatto sua per ben 8 volte in carriera. Le motivazioni non gli mancano di certo, così come la stoffa. Da campionissimo. Il maiorchino, dopo aver fallito i due primi appuntamenti della stagione, ha un gran voglia di rivalsa. Soprattutto dopo la spallata ricevuta la scorsa stagione proprio da Marquez - all’ultimissima curva. Per tutti diventa quindi fondamentale, se non vitale, iniziare a recuperare punti dallo scatenato campione in carica. E intanto, ecco la notizia che ha del clamoroso. Dopo aver lasciato la Formula 1 (nel 2010) a vantaggio della Pirelli, dalla fine della stagione 2015 la Bridgestone, fornitore ufficiale di pneumatici per la Moto Gp, ha annunciato di voler abbandonare la serie. La casa giapponese, dopo le infinite critiche ricevute, getta la spugna. Negli ultimi 2 anni in molti nel paddock hanno puntato il dito contro il produttore nipponico, “reo” di non aver messo a disposizione gomme all’altezza delle performance. La Bridgestone avrebbe voluto lasciare già al termine del 2014. E dopo l’incredibile annuncio, adesso è caccia al sostituto. Tra i nomi che circolano, c’è appunto quello della Pirelli. Il marchio italiano sogna il colpaccio, per aggiungere alla Superbike e alla Formula 1 anche la Moto Gp. Ma non sarà facile. In lizza ci sono anche Michelin (che fu battuta proprio da Bridgestone) e Dunlop, che già fornisce Moto 3 e Moto 2. Il bando per il successore è già scattato, e si chiuderà il prossimo 22 maggio. E’ la fine di un’epoca (lunga 12 anni), l’inizio di una nuova era.