Editoriale 3 Dal mio punto di vista 5 L’inchiesta 6 Registrazione Tribunale di Palermo n. 6 del 20.02.2006 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (R.O.C.) n. 14355 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodioca Italiana Due ruote storiche: Honda VF 750 F Editore 14 Euroblu Service srl Piazza Castelnuovo, 12 - 90141 Palermo P.IVA: 05431650828 Tel. 091. 6110517 - fax 091. 6116039 [email protected] Ruote storiche al lavoro: Fiat 640 24 Cronache e notizie dai Clubs 34 Quotazioni 48 Annunci e Fotoannunci 88 Foto Indirizzario Ricambisti e Specialisti 103 N.B.: in questo numero sono state utilizzate alcune immagini di provenienza ignota. Gli eventuali autori possono contattare la Direzione per gli eventuali diritti di riproduzione. Indirizzario Musei italiani 109 Mostre Mercato in Italia 110 Indirizzario Associazioni, Clubs e Scuderie 111 Direttore Responsabile Franco Trifirò [email protected] honda vf 750 f 14 Grafica ed impaginazione Maurilia Moscarelli Hanno collaborato Roberto Gianusso, Francesco Patti Redazione Euroblu Service Srl Piazza Castelnuovo, 12 - 90141 Palermo Tel. 091 6110517 - fax 091 6116039 [email protected] fiat 640 24 Archivio Storico FIAS Stampa Officine Grafiche Riunite Spa Via Prospero Favier, 10 - 90124 Palermo cronache e notizie dai clubs 34 Esclusivista Pubblicità Euroblu Service srl Piazza Castelnuovo, 12 - 90141 Palermo Tel. 091 6110517 [email protected] UFFICIO ABBONAMENTI Piazza Castelnuovo, 12 - 90141 Palermo Tel. 091 6110517 - Fax 091 6116039 [email protected] annunci e fotoannunci 88 Regolamento Annunci e Abbonamenti 128 sommario ANNO II - N. 15 dicembre 2007 editoriale l’ anno che sta arrivando di Franco Trifirò Accade sempre, da centinaia e centinaia di anni a questa parte, che ogni qual volta sta per terminare il decorso dei dodici mesi dell’anno, l’attenzione e le aspettative del genere umano si spostino d’un sol colpo su quello successivo, concentrando su di esso tutte le proprie speranze (o illusioni) per il miglioramento delle proprie condizioni di vita, per il raggiungimento delle proprie legittime aspirazioni o di progetti per il futuro. Per quanto concerne il nostro mondo del motorismo storico e da collezione, l’augurio che ci poniamo sicuramente è che il 2008 possa essere finalmente l’anno in cui veda la luce una nuova legge che abbia come oggetto un corretto riordino della normativa che ci riguarda. A tal fine va segnalato che il 29 novembre scorso il Comitato ristretto istituito presso la VIII Commissione permanente delle Infrastrutture e delle Comunicazioni del Senato ha depositato una bozza di testo unico, elaborata sulla base dei diversi disegni di legge precedentemente presentati, e che pubblichiamo integralmente su questo numero di Auto & Moto Storiche nella rubrica “L’inchiesta”. E’, per l’appunto, ancora una bozza suscettibile di emendamenti e/o correzioni in sede di Commissione ancorché prima dell’approdo all’esame finale del Parlamento (sempre che nel frattempo non avvenga lo scioglimento anticipato delle Camere) e che, pur avendo un impianto condivisibile nel suo aspetto generale, necessita a nostro avviso nello specifico di alcune indispensabili correzioni. Naturalmente noi di Auto & Moto Storiche seguiremo passo dopo passo l’iter di questa legge, informando in modo tempestivo e completo i nostri Lettori. Auguri di buon anno. di Vittorio Klun* Nel corso di un dibattito organizzato dall’ACI nell’ambito Ora, se abbiamo ben compreso le parole del senatore della Mostra Auto e Moto d’Epoca presso la Fiera di Berselli, il nulla osta dei sindaci si limiterebbe alle Padova, il senatore Filippo Berselli, presentatore del manifestazioni mentre nulla è stato detto riguardo alle DdL 1122 (ex 2575 Magnalbò-Salvi), ha illustrato con altre forme di circolazione. Sempre secondo l’oratore, si dovizia di particolari le difficoltà incontrate all’interno dovrebbe considerare una vittoria aver raggiunto tre dei del Comitato Ristretto costituito nell’ambito della quattro obiettivi che la nuova legge si prefigge. Commissione VIII Lavori Pubblici e Comunicazioni del Purtroppo Senato con l’incarico di eseguire una sintesi dei quattro soddisfazione. DdL per giungere a un Testo Unificato da sottoporre Se non si può infatti negare l’utilità dei tre punti dati per all’esame e all’approvazione della Commissione stessa. acquisiti, è evidente che ottenere la libera circolazione Il senatore Berselli ha evidenziato come i punti più critici su tutto il territorio nazionale in deroga alle eventuali si sono rivelati l’identificazione dell’età a partire dalla restrizioni riguardanti i veicoli non catalizzati è l’unico quale i veicoli possono essere considerati di interesse punto assolutamente irrinunciabile. storico e l’autonomia di cui godono gli 8103 Comuni Il mancato accoglimento di questo punto significherebbe italiani nell’imporre limiti o divieti di circolazione nel di fatto la fine del motorismo storico in Italia e, se le cose territorio di loro competenza. restassero così, non di vittoria si dovrebbe quindi parlare Per contro il senatore Berselli ha sottolineato come per ma di una pesante sconfitta. gli altri punti chiave della legge, e cioè il rilascio delle Durante la Mostra di Padova lo stand di A.A.V.S. ha Certificazioni, la targa “H” e la revisione ogni 4 anni, in ricevuto la consueta, graditissima visita dei rappresentanti linea di massima non ci sono problemi e si possono dare di un Club siciliano affiliato il cui bellissimo motto è: per approvati, e ha concluso affermando che quanto già “Gentiluomini felici e veloci”. acquisito si può considerare una “vittoria”. Siamo certi che saranno anche in futuro, come già lo sono, Le grosse preoccupazioni nascono però dalle parole con “gentiluomini”. Auguriamo loro e a tutti gli appassionati cui il senatore Berselli ha concluso il suo intervento, italiani di avere ancora la libertà di essere “felici e veloci”. dicendosi “sicuro che non ci saranno impedimenti da parte Speriamo bene! non possiamo condividere dal mio punto di vista q uattro chiacchiere sui disegni di legge questa dei sindaci a rilasciare il nulla osta per le manifestazioni con vetture di interesse storico munite di targa “H”. *Presidente dell’A.A.V.S. l'inchiesta PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO APPROVATO DAL COMITATO RISTRETTO dell’VIII commissione del senato PER I DISEGNI DI LEGGE N. 840, 1122, 1365 E 1389 ART. 1 (Definizioni) 1. Ai fini della presente legge sono definiti: a) veicolo di interesse storico e collezionistico: un autoveicolo ovvero un motociclo, un triciclo o un quadriciclo, quali definiti rispettivamente dall’articolo 1, paragrafo 2, lettere b) e c) e paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2002/24/CE del Parlamento e del Consiglio del 18 marzo 2002, in possesso dei requisiti di cui all’articolo 3; b) associazione: un’associazione riconosciuta ai sensi dell’articolo 2, comma 3, o avente le caratteristiche di cui all’articolo 2, commi 1 e 2, e costituita ai sensi dell’articolo 2, comma 4 ; c) certificato: il certificato di interesse storico e collezionistico di cui all’articolo 4; d) Amministrazione competente: Ministero dei trasporti, Dipartimento per i trasporti terrestri, personale, affari generali e la pianificazione generale dei trasporti; e) autorità competente: Dipartimento per i trasporti terrestri, personale, affari generali e la pianificazione generale dei trasporti – Direzione generale della Motorizzazione; f) registro dell’associazione: il registro di cui all’articolo 2, comma 5; g) registro dell’Amministrazione: il registro di cui all’articolo 2, comma 6. ART. 2 (Disciplina delle associazioni di amatori dei veicoli di interesse storico e collezionistico) 1. La presente legge favorisce la possibilità di costituire libere associazioni amatoriali di collezionisti di veicoli di interesse storico e collezionistico, fondate su base volontaria e senza vincolo di esclusiva, per le quali è prevista la registrazione. 2. Gli statuti e le clausole associative delle associazioni di cui al comma 1 garantiscono la trasparenza dell’attività e degli assetti associativi, la dialettica democratica tra gli associati e l’osservanza delle finalità associative. 3. Sono associazioni riconosciute i seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI. 4. La costituzione di nuove associazioni è subordinata ai seguenti requisiti: a) riunire non meno 60 club o scuderie, ciascuno dei quali con almeno 50 soci iscritti; b) presenza e operatività in non meno di sei regioni italiane e da almeno tre anni nell’ambito delle attività a sostegno e tutela degli interessi generali della motorizzazione storica italiana, del collezionismo di veicoli con più di venti anni di età e comunque con caratteristiche di specialità ed originalità, della valorizzazione dell’importanza culturale, storica e sociale, e della promozione della conservazione e recupero dei tali veicoli; c) riconoscimento da parte della Federazione internazionale dei veicoli di interesse storico e collezionistico. 5. Le associazioni conservano presso la propria sede sociale i registri attestanti le caratteristiche tecniche e storiche dei veicoli posseduti dai propri soci o dai richiedenti ai quali hanno rilasciato la certificazione di cui all’articolo 4. 6. Presso l’Amministrazione competente è istituito un registro al quale le associazioni devono essere iscritte. ART. 3 (Definizione di veicoli di interesse storico e collezionistico) 1. E’ considerato veicolo di interesse storico e collezionistico qualsiasi autoveicolo, motociclo, triciclo o quadriciclo di età non inferiore a 30 anni, conservato in maniera appropriata e rispettosa dell’ambiente e in condizioni storicamente corrette che, già inserito nell’elenco di cui all’articolo 5, comma 2, sia stato incoraggiare la conservazione del patrimonio costituito dai veicoli di interesse storico e collezionistico. ART. 4 2. Per le medesime finalità di cui al comma 1, è istituita con decreto del Ministro dei trasporti, presso il Dipartimento per i trasporti terrestri, personale, affari generali e la pianificazione generale dei trasporti, una Commissione, composta da rappresentanti dell’Amministrazione competente, delle associazioni e delle case costruttrici italiane o estere iscritte alle associazioni di categoria maggiormente rappresentativeche, entro il 30 ottobre di ogni anno, predispone un elenco dei modelli di veicoli i quali, individuati per marca ed anno di produzione, risultino di presumibile rilevanza storica e collezionistica, per ragioni motivate e secondo criteri oggettivi basati anche sul numero di veicoli ancora circolanti in rapporto al totale dei veicoli immatricolati. (Certificato di interesse storico e collezionistico) 1. Le associazioni rilasciano, su richiesta ed a spesa dei proprietari, e senza alcun obbligo di iscrizione alle associazioni medesime, per i veicoli in possesso dei requisiti di cui all’articolo 3, un certificato di interesse storico e collezionistico che attesta, tra l’altro, la data di costruzione e modello del veicolo, le caratteristiche tecniche, con specifica indicazione di tutte quelle utili per la verifica di idoneità alla circolazione, la sussistenza ed elencazione delle originarie caratteristiche di fabbricazione, nonché specifica indicazione di quelle modificate o da modificarsi, la sussistenza ed elencazione delle modifiche e/o sostituzioni apportate al veicolo medesimo ed ogni eventuale ulteriore annotazione che valga a significare la rilevanza dello stesso sotto un profilo di valutazione storico - collezionistica. 2. Il medesimo certificato deve altresì attestare lo stato di conservazione del veicolo, con eventuale riferimento al numero degli anni intercorsi dalla data di cancellazione dal PRA, alla causa della cancellazione medesima, al luogo di conservazione del veicolo ovvero al luogo di rinvenimento dello stesso, ed alle modalità di conservazione comprovate con perizia giurata di soggetto rappresentante legale dell’associazione, ovvero di altra persona che risulti stabilmente legata all’associazione, con conferimento di incarico scritto e specifiche funzioni di certificazione. 3. Lo stato di corretta conservazione del veicolo può essere altresì comprovato da certificazione sostitutiva di atto di notorietà resa dal richiedente l’iscrizione del veicolo nel registro dell’associazione, allegando in tal caso documentazione almeno fotografica del veicolo nello stato precedente e successivo alla realizzazione di lavori di manutenzione e ripristino. ART. 5 (Disposizioni per incoraggiare la tutela e la conservazione del patrimonio costituito dei veicoli di rilevanza storico collezionistica) 1. Le associazioni, pongono in essere ogni iniziativa per l'inchiesta dichiarato e certificato ai sensi dell’articolo 4 da una delle associazioni, iscritte nel registro dell’Amministrazione. 3. La Commissione di cui al comma 2, ha altresì il compito di individuare i veicoli di età compresa tra i 20 ed i 30 anni di cui va promossa ed incentivata la conservazione. Tali veicoli di futuro interesse storico e collezionistico, così individuati, possono su istanza di parte essere radiati dal PRA per essere destinati alla conservazione in aree private, da indicarsi all’atto della radiazione, ai fini del controllo delle Amministrazioni comunali della non circolazione del veicolo nonché della verifica che gli stessi siano conservati in maniera appropriata e rispettosa dell’ambiente e in condizioni storicamente corrette. 4. Con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’Ambiente, sono disciplinate le procedure di radiazione dei veicoli per la conservazione in aree private, ai sensi comma 3, nonché le forme di controllo e verifica della corretta conservazione dei veicoli stessi. ART. 6 (Responsabilità delle associazioni e garanzia) 1. Le associazioni sono responsabili della veridicità delle dichiarazioni rese con il certificato di interesse storico e collezionistico. 2. Qualora risulti iscritto ad un registro dell’associazione un veicolo certificato come di interesse storico e collezionistico in carenza dei requisiti di cui all’articolo 3, il suddetto veicolo decade con effetto immediato dai l'inchiesta benefici di legge previsti dall’articolo 12 e l’autorità competente ordina all’associazione la cancellazione dal relativo registro. 3. L’associazione che certifica un veicolo di interesse storico e collezionistico in carenza dei requisiti di cui all’articolo 3, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500 ad euro 5.000; tale sanzione è raddoppiata nell’ipotesi di reiterazione della condotta nel triennio. Nell’ipotesi di ulteriore reiterazione nei tre anni dall’ultimo episodio, l’associazione è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.500 ad euro 15.000 e con la sanzione amministrativa accessoria della sospensione dall’attività di certificazione di cui all’articolo 4 per un periodo da uno a sei mesi; l’associazione che reitera, nei successivi tre anni, per la quarta volta tale condotta, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.000 a euro 20.000, e con la pena amministrativa accessoria della cancellazione dal registro dell’Amministrazione. 4. In ogni caso l’associazione che certifica un veicolo di interesse storico e collezionistico, in carenza dei requisiti di cui all’articolo 3, è responsabile della reintegrazione all’Erario delle minori somme corrisposte per il periodo in cui il veicolo certificato è stato illegittimamente iscritto nel registro dell’associazione stessa, comprensive degli interessi legali, eventualmente in solido con il proprietario del veicolo, ove ne sia stato dimostrato il dolo. 5. Per le finalità di cui ai commi 3 e 4, l’autorità competente comunica all’Agenzia delle entrate, territorialmente competente con riferimento alla sede dell’associazione che ha effettuato la falsa certificazione, la denominazione o la ragione sociale dell’associazione stessa, il numero di telaio e di targa del veicolo illegittimamente certificato di interesse storico e collezionistico, il nominativo dell’ultimo proprietario dello stesso e, se del caso, di coloro che ne siano stati proprietari nel periodo ricompreso tra la data di iscrizione e quella di cancellazione nel registro dell’associazione, tali date e l’entità della sanzione amministrativa pecuniaria comminata all’associazione, eventualmente in solido con il proprietario del veicolo. L’Agenzia delle Entrate provvede alla riscossione della somma dovuta a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria, nonché delle minori somme versate all’Erario per il periodo intercorrente tra la data di iscrizione e quella di cancellazione dal citato registro dell’associazione. 6. Le sanzioni amministrative accessorie della sospensione dall’attività di rilascio del certificato di interesse storico e collezionistico o della cancellazione dal registro dell’Amministrazione, previste dal comma 3, sono adottate con provvedimento motivato dell’autorità competente. 7. Le associazioni che con abuso di potere procedono alla cancellazione dal proprio registro di un veicolo ivi iscritto, sono responsabili ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile. 8. Ai fini dell’iscrizione nel registro dell’Amministrazione, le associazioni devono stipulare polizza assicurativa a garanzia del pagamento dell’eventuale sanzione amministrativa pecuniaria di cui al comma 3, del reintegro delle maggiori somme eventualmente dovute all’Erario ai sensi del comma 4 ovvero della obbligazione pecuniaria nascente da fatto illecito per l’ipotesi di cui al comma 7. ART. 7 (Obblighi di informazione delle associazioni, vigilanza e controlli) 1. Le associazioni sono soggette agli obblighi di informazione all’autorità competente, ed alla vigilanza ed ai controlli della stessa, secondo le disposizioni dei commi seguenti. 2. Le associazioni sono tenute a comunicare all’autorità competente l’iscrizione nel proprio registro di ogni veicolo, entro il termine di venti giorni dalla data di rilascio del relativo certificato di interesse storico e collezionistico. 3. Nel termine di due mesi dalla data di rilascio del certificato di interesse storico e collezionistico, le associazioni inviano all’autorità competente, copia dell’intera documentazione riguardante il veicolo certificato, corredato di ogni documento necessario e/o utile ai fini della iscrizione del veicolo stesso nel registro dell’associazione stessa. 4. Le associazioni comunicano all’autorità competente, entro il termine massimo di quindici giorni, ogni 5. Qualora venga meno uno dei requisiti di cui all’articolo 2, comma 4, ovvero una delle condizioni di cui all’articolo 2, comma 2, l’autorità competente notifica all’associazione provvedimento di assegnazione di un termine da uno a due mesi entro il quale la stessa deve dare comunicazione di aver provveduto alla reintegrazione dei requisiti e delle condizioni di legge. Decorso inutilmente tale tempo l’autorità competente notifica all’associazione provvedimento di sospensione dall’attività di rilascio del certificato di interesse storico e collezionistico a tempo indeterminato. 6. L’associazione, sospesa ai sensi del comma 5, comunica il ripristino dei requisiti minimi di cui all’articolo 2, comma 4, ovvero l’adozione di modifiche allo statuto o alle clausole associative che abbiano reintegrato le condizioni richieste dall’articolo 2, comma 2, all’autorità competente. Questa, qualora ritenga venute meno le ragioni del provvedimento di sospensione, nei quindici giorni successivi alla data della comunicazione, lo revoca. 7. Per le finalità di cui ai commi 5 e 6 l’autorità competente ha accesso alla documentazione concernente l’organizzazione e l’attività delle associazioni, necessaria per il concreto esercizio dei compiti di sorveglianza, e può anche effettuare ispezioni. 8. L’autorità competente, quando ritiene che un’associazione non svolga le proprie funzioni con efficacia ed in modo soddisfacente o che sia venuta meno ad uno degli obblighi di informazione di cui ai commi 2, 3 e 4, ovvero verifichi che non ha provveduto alla cancellazione ordinata ai sensi dell’articolo 6, comma 2, con provvedimento scritto e motivato contesta all’associazione stessa le eventuali irregolarità, assegnando un termine da uno a due mesi per adempiere alla rimozione delle stesse. L’associazione può eventualmente nello stesso termine formulare proprie controdeduzioni, la cui presentazione sospende la decorrenza del termine ingiunto. L’Autorità competente può eventualmente disporre ispezioni. L’autorità competente che ritiene non soddisfatte le proprie osservazioni procede ai sensi dell’articolo 6, commi 3, 5 e 6. ART. 8 l'inchiesta variazione relativa alla propria composizione in club o scuderie, nonché relativa al numero dei soci iscritti presso ciascuna di esse, alla propria presenza sul territorio delle regioni italiane, ed ogni altra notizia o variazione che incida sulla persistenza dei requisiti di cui all’articolo 2, comma 4, nonché ogni variazione inerente agli statuti e/o alle clausole associative ai fini della valutazione della persistenza delle condizioni di cui all’articolo 2, comma 2. (Immatricolazione dei veicoli di rilevanza storico – collezionistica) 1. L’immatricolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico è ammessa su presentazione del certificato di interesse storico e collezionistico di cui all’articolo 4, se del caso corredato dalla dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà di cui al comma 3 dello stesso articolo. 2. In caso di reimmatricolazione di veicoli già iscritti al PRA e cancellati d’ufficio o a richiesta del precedente proprietario, ad esclusione dei veicoli che risultano demoliti ai sensi della normativa vigente in materia di contributi statali alla rottamazione, è ammessa la facoltà del richiedente, di poter ottenere, a proprie spese, targhe e carta di circolazione conformi a quelle rilasciate al momento della prima immatricolazione, indipendentemente dalla difformità di grafica e di formato di tali documenti da quelli attuali rispondenti al modello comunitario. I veicoli provenienti dall’estero possono conservare le targhe d’origine: in questo caso detti veicoli devono essere muniti di una carta di circolazione che riporti il numero della targa originale rilasciata, con le modalità stabilite dal decreto di cui al comma 4, dagli Uffici della Motorizzazione Civile. 3. L’iscrizione di un veicolo in uno dei registri delle associazioni comporta il rilascio di una targa supplementare di identificazione recante la lettera «H» (historicum), da affiancare alla targa posteriore del veicolo. Al fine di consentire alle forze dell’ordine di verificare la rispondenza del veicolo ai criteri differenziali che la legge garantisce anche in materia fiscale, tale targa supplementare, contraddistinta dalla lettera «H» (historicum), riporta gli estremi di immatricolazione e del certificato di attestazione di interesse storico e collezionistico rilasciato dalle associazioni. 4. Le associazioni producono le targhe e la carta di circolazione di cui al comma 2 e la targa di identificazione l'inchiesta di cui al comma 3, con le modalità stabilite con decreto del Ministro dei trasporti. Con il medesimo decreto sono disciplinate le competenze e le procedure per il rilascio delle targhe e della carta di circolazione, nonché le procedure per l’annotazione dei veicoli di cui al comma 1 nell’Archivio nazionale dei veicoli di cui all’articolo 226 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni. 5. I veicoli di cui ai commi 1 e 2, devono essere iscritti al PRA entro il termine di sessanta giorni dalla data della immatricolazione o reimmatricolazione, su presentazione di idoneo titolo di proprietà e, limitatamente ai veicoli radiati d’ufficio, della ricevuta di versamento delle somme dovute a norma dell’articolo 18 della legge 27 dicembre 2002, n. 289. ART. 9 (Condizioni per la circolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico su strada) 1. I veicoli di interesse storico e collezionistico possono circolare sulle strade purché posseggano le caratteristiche e i requisiti tecnici richiesti al momento della costruzione, salvo le modifiche effettuate in relazione alle esigenze della sicurezza della circolazione stradale. L’ammissibilità alla circolazione di veicoli di interesse storico e collezionistico che abbiano subito delle consistenti e documentate modifiche, ovvero che siano stati già iscritti al PRA e cancellati d’ufficio o a richiesta del precedente proprietario, ad esclusione dei veicoli che risultano demoliti ai sensi della normativa vigente in materia di contributi statali alla rottamazione, è subordinata all’approvazione da parte degli UMC del Ministero dei trasporti – Dipartimento per i trasporti terrestri personale, affari generali e la pianificazione generale dei trasporti - da effettuarsi secondo i principi e le modalità stabilite nel regolamento di cui all’articolo 11. 3. Chiunque circola con un veicolo di interesse storico e collezionistico non conforme alle prescrizioni stabilite dal regolamento di cui al comma 1 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 74 a euro 296 . ART. 10 (Modifiche al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 ed al DPR 16 dicembre 1992, n. 495) 1. Al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche: a) all’articolo 9, comma 3, ultimo periodo, dopo le parole “all’articolo 60” sono aggiunte le seguenti: “o i veicoli di interesse storico e collezionistico”; b) all’articolo 47, comma 1, dopo la lettera “ m)” è aggiunta la seguente: “m-bis) veicoli di interesse storico e collezionistico;”; c) all’articolo 60, sono apportate le seguenti modificazioni: 1) nella rubrica le parole “e di interesse storico e collezionistico” sono soppresse; 2) al comma 1 le parole “nonché i motocicli e gli autoveicoli di interesse storico e collezionistico” sono soppresse; 3) i commi 4 e 5 sono abrogati; 4) al comma 6 la parole “, ovvero con veicoli di cui al comma 5 sprovvisti dei requisiti previsti per questo tipo di veicoli dal regolamento,” sono soppresse. 2. Al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, sono apportate le seguenti modificazioni: a) l’art. 215 è abrogato; b) nell’appendice V – art. 227 al titolo III, lettera F), il capoverso “lettera b)” è soppresso. ART. 11 2. Per i veicoli di interesse storico e collezionistico la revisione viene disposta ogni quattro anni sulla base di specifici criteri individuati con apposito decreto del Ministro trasporti. Tali veicoli sono inoltre esentati dal controllo tecnico dell’elemento di cui al punto 8.2 dell’Appendice IX – art. 238 - al Titolo III del D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, “regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo “Codice della Strada”. 10 (Regolamento di esecuzione) 1. Con regolamento ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono adottate le disposizioni applicative della presente legge. Sono in particolare definite la natura e l’entità 2. Al fine di implementare i dati nell’Archivio nazionale dei veicoli di cui all’articolo 226 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, i registri di cui al comma 1 comunicano all’Autorità competente, entro il termine di due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i dati di cui all’articolo 7, comma 3, relativi autoveicoli, ovvero motocicli, tricicli o quadricicli, come definiti dall’articolo 1, lettera a), già iscritti presso di essi. 2. Con il medesimo regolamento sono stabiliti altresì caratteristiche e i requisiti tecnici che devono possedere veicoli costruiti anteriormente al 1959, ai fini dell’ammissione alla circolazione sulle strade. 3. Le disposizioni della presente legge si applicano, per i primi due anni dalla data di entrata in vigore della medesima, anche agli autoveicoli ovvero ai motocicli, ai tricicli o quadricicli quali definiti dall’articolo 1, lettera a), che prima di tale data, già in possesso dei requisiti richiesti dall’articolo 215 del D.P.R. 16 dicembre 1992, n.495, non siano stati iscritti in uno dei registri di cui all’art. 60, comma 4, ovvero a quegli autoveicoli ovvero motocicli, tricicli o quadricicli come definiti dall’articolo 1, lettera a), che maturino il possesso dei requisiti richiesti dalla presente legge successivamente alla suddetta data di entrata in vigore, sempreché per le citate categorie di veicoli sia stata richiesta l’iscrizione ad uno dei registri di cui all’articolo 1, comprovata da apposita ricevuta rilasciata da tale registro. Per il medesimo periodo, ed alle stesse condizioni, a tali veicoli si applicano le disposizioni di cui all’articolo 12. ART. 12 (Disposizioni in materia di tasse automobilistiche) 1. Ai veicoli di interesse storico e collezionistico, come definiti dall’articolo 1 della presente legge, si applicano le disposizioni di cui all’art. 63, comma 1, della legge 21 novembre 2000, n. 342. 2. All’articolo 63, comma 3, della legge 21 novembre 2000, n. 342, dopo le parole “comma 2” sono inserite le seguenti: “, lettere a) e b),” . 3. I veicoli di cui all’articolo 63, comma 2, lettera c), della legge 21 novembre 2000, n. 342, sono quelli di cui all’elenco previsto dall’articolo 5, comma 2, della presente legge. 4. La proprietà di un veicolo di interesse storico e collezionistico non costituisce elemento indicativo di capacità contributiva ai sensi dell’articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni. l'inchiesta delle modifiche e/o sostituzioni ammissibili sui veicoli di interesse storico e collezionistico che, in ogni caso, non possono superare una percentuale di incidenza, rispetto all’originalità del veicolo, stimata secondo parametri fissati dalla Commissione costituita ai sensi dell’art 5, comma 2, nonché le procedure per la verifica dell’idoneità alla circolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico alla circolazione su strada ed i relativi costi. 4. Il proprietario di un veicolo di cui al comma 3 che, allo scadere del termine di due anni ivi previsto, non abbia conseguito l’iscrizione del veicolo medesimo in uno dei registri di cui all’articolo 1, decade da ogni beneficio nel frattempo goduto ed è tenuto al pagamento delle maggior somme che avrebbe dovuto corrispondere all’Erario per il periodo nel quale ha goduto senza titolo delle agevolazioni in materia di tasse automobilistiche, aumentate degli interessi legali. ART. 14 ART. 13 (Entrata in vigore) (Disposizioni transitorie) 1. Gliautoveicoli ovvero i motocicli, un tricicli o un quadricicli come definiti dall’articolo 1, lettera a), già iscritti alla data di entrata in vigore della presente legge in uno dei registri di cui all’articolo 60, comma 4, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, conservano lo status di veicoli di interesse storico e collezionistico. 1. La presente legge entra in vigore il quindicesimo giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. 2. Le disposizioni di cui agli articoli 3, comma 2, 9 e 10 entrano in vigore alla data di entrata in vigore del regolamento di cui all’articolo 11. 11 2 ruote storiche 14 La Honda VF 750 F fu una moto dalle qualità ineccepibili e dalla guida gratificante, ma eccedere in confidenze poteva risultare pericoloso. Ne ricostruiamo la storia attraverso lo splendido esemplare di un appassionato lombardo. di Francesco Patti 2 ruote storiche “Signora, prego!” 15 2 ruote storiche 16 q uando Davide Tagliabue, fervente appassionato motociclista della provincia di Como, legge sui documenti che il primo proprietario della moto che sta per comperare aveva 46 anni nel 1984, si sente confortato pensando che un uomo di quell’età difficilmente avrebbe potuto essere uno scavezzacollo solito ad impennate, fuorigiri ed improvvisati burn-out. Lo immagina invece come un intenditore che compie un utilizzo riguardoso del mezzo, senza deleteri stress alla meccanica, con rispetto per le scadenze di manutenzione e impiego di prodotti di alta qualità per la cura. Insomma, un cultore che ricopre di attenzioni la sua motocicletta. E le attenzioni si protraggono a lungo nel tempo, visto 2 ruote storiche “ Dopo la Honda «VF 750 S», prima quattro cilindri a V dell’era moderna presentata a Parigi nell’anno precedente, la kermesse alemanna tiene a battesimo la versione «F» profondamente diversa nell’estetica, nella filosofia concettuale e in diverse soluzioni tecniche. “ 17 2 ruote storiche HONDA V che il libretto certifica che la moto in questione rimane dovrebbe, poi?....) e la «VF» lo accoglie benevola in sella, con il suo acquirente d’origine per ben 21 anni. Nel facendo strada verso casa del suo nuovo proprietario dove 2005 la carta di circolazione registra il primo trapasso troverà un posto di rilievo in un box nel quale si sono di proprietà e la moto finisce di bene in meglio entrando succedute fior di sportive ultramoderne….Stop, fine nel garage di un collezionista milanese che però, due della scena. Spostiamo il set da un’altra parte; andiamo anni più tardi, è costretto a disfarsene per problemi in Germania. E ruotiamo anche la manopola del tempo di spazio. A questo punto subentra Tagliabue, che una sino a farle indicare 1982. mattina riceve la telefonata di un amico meccanico: «C’è Siamo al Salone di Colonia, una delle più ambite un’occasione che non puoi perdere» gli dice. «Vieni in vetrine per le novità nel campo delle due ruote. Dopo la officina. Vedrai!» Honda «VF 750 S», prima quattro cilindri a V dell’era Pochi minuti più tardi Davide si trova davanti ad una moderna presentata a Parigi nell’anno precedente, la moto che gli metteva il cuore in palpitazione quando era kermesse alemanna tiene a battesimo la versione «F» ancora ragazzino. E alla stessa maniera sente pulsare il profondamente diversa nell’estetica, nella filosofia petto adesso, a quasi cinque lustri di distanza. La moto è concettuale e in diverse soluzioni tecniche. una Honda che nei primi anni Ottanta ha agitato i sogni Il motore a quattro cilindri a V di 90° disposto degli amanti delle due ruote di piglio sportivo. È una «VF trasversalmente permette una notevole riduzione degli 750 F» nella colorazione bianco-bordeaux metallizzato, ingombri frontali a scapito di un lieve incremento di meno aggressiva ma più elegante dell’alternativa biancoblu pastello, le sole due tinte (entrambe in abbinamento ai cerchi ruota di colore oro) importate in Italia. La percorrenza raggiunta dal 1984 è veramente contenuta: 10 mila chilometri coperti dal primo proprietario e 1500 dal secondo, per un totale di 11.500 chilometri che, ripartiti in ventuno anni, portano ad una media di 550 chilometri annui. Come dire Palermo-Taormina e ritorno una volta l’anno; poi ferma per i successivi 365 giorni. Tagliabue guarda la «VF» in ogni particolare e la esamina nei dettagli, ma la moto si presenta in uno stato di conservazione superbo. I tubi di scarico, generalmente tra i primi componenti a mostrare segni di logorio che ne impongono la sostituzione già dopo qualche anno di utilizzo, sono ancora quelli originali e non presentano la benché minima traccia di ruggine o accenni di foratura. Le gomme sono state fra l’altro appena sostituite. Sul libretto dei tagliandi (una rarità trovarlo, figurarsi compilato….) è descritto ogni intervento eseguito sulla “Hondona”. In pratica non c’è nulla al di fuori dell’ordinaria manutenzione e gli interventi sono stati eseguiti con puntualità ogni anno, indipendentemente dal chilometraggio accumulato. Dalla dotazione non manca il libretto di uso e manutenzione e la borsa attrezzi completa di tutti i ferri. Davide non sa dire di no (perché 18 diffusore da 32 millimetri di diametro. Il cambio era a di un bicilindrico parallelo e lo spazio occupato nel senso cinque marce e non a sei come nella capostipite «VF-S». della lunghezza è solo poco superiore a quello richiesto Rimanendo concentrati sul reparto trasmissione occorre da un quattro cilindri in linea, dato che il vuoto fra le soffermarsi sulla frizione ad azionamento idraulico e coppie di cilindri viene sfruttato per alloggiare gli organi provvista di dispositivo antisaltellamento. Si trattava di di alimentazione. Il vantaggio principale è una moto uno sdoppiamento del pacco dei dischi che permetteva dalla sezione maestra ridotta e quindi meglio profilata una rotazione dell’uno sull’altro in funzione della coppia aerodinamicamente, senza considerare che lo schema trasmessa. In questo modo si scongiurava il blocco della non necessita di alcun congegno per lo smorzamento ruota motrice nelle scalate di marcia ad alto numero di delle vibrazioni. giri. Un marchingegno in netto anticipo sui tempi….La Il propulsore della Honda «VF 750 F» ha la distribuzione trasmissione finale era a catena e non a cardano come con doppio asse a camme in testa e sedici valvole. sulla turistica «VF-S». La disposizione a V dei cilindri creava un legame Il telaio ha struttura a doppia culla e disegno con l’architettura impiegata all’epoca sui motori da aderente al propulsore. Le sospensioni vedevano una competizione della Casa dall’ala dorata nella massima forcella a regolazione pneumatica all’avantreno e un classe del campionato mondiale di velocità. A sfamare il monoammortizzatore, anch’esso regolabile, al posteriore. “sette e ½” provvedevano quattro carburatori Keihin con La ciclistica vantava poi la particolarità della ruota 2 ruote storiche VF 750 F quelli longitudinali. La sezione anteriore è infatti quella 19 20 2 ruote storiche 2 ruote storiche La «VF 750 F» di questo servizio è del Signor Davide Tagliabue 21 2 ruote storiche anteriore di diametro ridotto: 16” per esaltare la elastici per mitigare le vibrazioni e assicurare così una maneggevolezza. Dietro, misura classica da 18 pollici. migliore visibilità. Il serbatoio bicolore da 22 litri Tre i dischi freno, tutti con pinze a doppio pistoncino. disponeva sul lato sinistro di un raffinato rubinetto del Abbiamo iniziato la descrizione della moto partendo carburante di stile aeronautico. Ben eseguiti i fianchetti dal propulsore perché ad esso era dato un posto di (forniti di doppia maniglia per il passeggero) raccordati risalto nell’estetica globale della sportiva «VF». La armoniosamente all’ampia sella (comoda come si usava visione d’assieme non poteva prescindere dal massiccio una volta….) e confluenti nel battagliero faro posteriore motore incastonato fra i tubi a sezione quadra del di stampo trapezoidale. A conferire un ulteriore tocco telaio. Il cupolino era di fatto una ben proporzionata di espressiva potenza era lo spoiler inferiore, posizionato semicarenatura, inglobava l’autorevole faro, era corredato davanti alla culla del telaio e a pochi centimetri dalla di un bel plexiglas fumé e si allungava lateralmente ruota anteriore. Oltre che esteriore e aerodinamica, scoprendo due grigliette con trama a rombi dal sapore l’appendice aveva anche la funzione di contenere uno dei piacevolmente corsaiolo. Alloggiata nella faccia interna radiatori del circuito di raffreddamento. L’altro, quello era la bella strumentazione che comprendeva quattro principale, era collocato più in alto, dietro gli steli della indicatori entro un pannello in alluminio rifinito con forcella, ed era dotato di due ventole. Molto belli sul piano effetto spazzolato. I due più grandi erano per tachimetro estetico i cerchi Comstar a tre razze sdoppiate con fori e contagiri. Il primo era scalato sino a 240 km/h, il di alleggerimento. La loro tinta oro veniva ripresa pure secondo giungeva sino 13.000 ma la numerazione si dalle flangie dei dischi freno con andamento volvente. fermava a 11. I due oblò di diametro minore, posizionati Sull’esile parafango anteriore erano praticate delle ai lati, fornivano indicazioni sulla temperatura del aperture per contenere il peso complessivo della moto, il liquido di raffreddamento del motore e sulla quantità di cui valore era di 225 kg. Accurata la fattura a traliccio benzina nel serbatoio (quest’ultimo era uno strumento delle piastre di sostegno delle pedane posteriori. decisamente poco comune per l’epoca, soprattutto su una La voce del V4 Honda era cupa e irregolare, ma sportiva). Le lancette avevano una curiosa guisa a matita. assolutamente inconfondibile. L’architettura costruttiva Le spie, allineate in basso e con una ricercata trama determinava un sound completamente diverso da quello goffrata, erano per indicatori di direzione (separate dei quattro cilindri in linea e rendeva incomparabile fra destra e sinistra), pressione olio, folle, abbagliante il concerto della «VF». Le prestazioni della «VF 750» e malfunzionamento della luce di stop. La cartellina ponevano la ¾ di litro giapponese nei piani alti della in plastica dove era ricavato l’alloggiamento del blocchetto di accensione conteneva, come da consuetudine Honda, la scatola dei fusibili. In testa alla forcella vi era il manubrio in due pezzi e le valvoline per l’immissione dell’aria anteriore. comandi nella Ben sospensione realizzati elettrici: a i destra avviamento e spegnimento del motore, a sinistra luci, frecce, clacson, lampeggio e starter a braccialetto. retrovisori 22 Gli avevano specchi supporti categoria. La potenza dichiarata Guidandola e’ impossibile pensare che sia stata concepita piu’ di vent’anni fa. La componentistica e’ di alta qualita’ e gli aspetti tecnici sono in grande anticipo sui tempi. Il tutto si traduce in un equilibrio globale della moto veramente indescrivibile. (seppur un po’ ottimistica) era di 90 CV a 10.000 giri/min. La velocità massima sfiorava i 215 all’ora. Lo scatto da 0 a 100 chilometri orari avveniva in meno di 4 secondi. Il consumo medio effettivo si attestava su 16 confortanti chilometri con un litro di benzina. Ciak, si gira. Si gira nella campagna lombarda, si gira sulle provinciali e le statali ricche di curve della provincia comasca, dove Davide Tagliabue si gode la sua “nuova” moto. Lasciamo tinteggiare a lui le parole sulla dinamica della media Honda: «Guidandola è impossibile pensare che sia stata concepita più di vent’anni fa. La componentistica è di alta qualità e gli aspetti tecnici sono in grande anticipo sui tempi. Il tutto si traduce in un equilibrio globale della moto veramente indescrivibile. Il motore ha una coppia elevata ed è pronto ad ogni regime. La frizione è modulabilissima, le sospensioni adeguabili al tipo di conduzione (guida sportiva o turistica che sia), freni sempre all’altezza, ottima protezione aerodinamica, comoda anche in due.» Fra tanto entusiasmo c’è qualche difetto? Tagliabue ci pensa parecchio su, poi dice: «Non è propriamente un peso piuma, soprattutto nelle manovre da fermo. Il feeling con l’avantreno va costruito con gradualità, soprattutto per via del cerchio da sedici pollici che rende la moto un po’ troppo reattiva soprattutto alle basse andature e con asfalto sconnesso.» In realtà proprio quest’ultimo neo fu il più criticato alla bella sette e mezzo Honda. E pare che qualche smanettane, cimentatosi in spropositati eccessi confidenziali, sia finito sdraiato per terra. Insomma, la «VF 750 F» era una moto capace di conferire grande appagamento nella guida, ma ricordava sempre di non essere alla portata di tutti e, ancor di più, di rimanere sempre una signora alla quale porgersi con le dovute buone maniere.Oggi le «VF» si trovano a prezzi accessibili, lontani dagli oltre otto motore: 4 cilindri a V a 4 tempi raffreddato a liquido con distribuzione bialbero a camme in testa con 2 valvole per cilindro Alesaggio x corsa 70 x 48,6 mm Cilindrata 748 cm³ Rapporto di compressione 10,5:1 Alimentazione a quattro carburatori Keihin ø32 Accensione elettronica transistorizzata Candele NGK “DPR8EA-9” Impianto elettrico 12V-14Ah 2 ruote storiche Honda “VF 750 F” TRASMISSIONE: Primaria a ingranaggi Secondaria a catena Cambio a cinque velocità Frizione con dispositivo antisaltellamento della ruota motrice Telaio: a doppia culla in acciaio con tubi a sezione quadra sospensione anteriore a forcella oleopneumatica corsa 160 mm sospensione posteriore a sistema progressivo Pro-Link con forcellone oscillante e monoammortizzatore escursione 120 mm pneumatico anteriore 120/80-16” pneumatico posteriore 130/80-18 freno anteriore a doppio disco freno posteriore a disco singolo milioni e mezzo di lire necessari nel 1983 per comperarla nuova. Più problematico è invece individuare esemplari in ottimo stato di conservazione come quello protagonista del nostro servizio. Le voci relative ad una precoce usura degli assi a camme non trovano fondamento pratico, in quanto il problema venne tempestivamente risolto in garanzia dalla Honda. Comunque sia, ricordate: datele del lei! DIMENSIONI e pesi: Lunghezza 2260 mm Larghezza 770 mm Interasse 1495 mm Altezza sella 820 mm Peso a secco 240 kg Capacità serbatoio 22 litri Prezzo: 8.590.000 £ 23 24 ruote storiche al lavoro giocattolone di Roberto Gianusso ruote storiche al lavoro Un gran bel s e dovessimo scrivere la sceneggiatura di un film per Robin William, potremmo tranquillamente affermare che la nostra storia inizia in una bella giornata della primavera del 1948, quando in un paese della bassa reggiana nasce il piccolo Jules Zanini. Nello stesso periodo a 300 chilometri da Reggiolo, nello stabilimento Fiat Lingotto di Torino, appena ricostruito dopo gli eventi bellici, vengono assemblati i primi esemplari di Fiat 640. 25 26 ruote storiche al lavoro ruote storiche al lavoro Il Fiat 640 è un autocarro medio che va a sostituire il Fiat 626, autocarro più che mai affidabile ma di vecchia concezione. Nel 1950 entra in produzione il Fiat 640 II Serie, che differisce dalla I Serie in particolare per l’impianto elettrico reso più affidabile. Proprio nel 1950 il veicolo protagonista del nostro servizio viene consegnato al comando dei Vigili del Fuoco di Mantova dove, secondo quanto ci ha raccontato un anziano Vigile, viene usato per tredici lunghi anni per trasporti di attrezzature per soccorsi in acqua, trainando un rimorchio Breda sul quale è caricata una barca adatta all’impiego sui laghi del Mincio. Nel 1963, a seguito della sciagura di Longarone, viene affidato in comodato d’uso al comando di Belluno che lo impiega nelle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dallo straripamento della diga del Vaiont. Terminata la missione in Cadore, viene reso al Comando di Mantova, ed utilizzato per fini sempre meno gravosi, fino a che nel 1981 viene alienato. Nel 1985 è donato alla Sezione di Mantova della Croce Rossa: per il funzionario del Ministero che ha per le mani la pratica non è null’altro che 5500 kg. di rottame metallico e la Croce Rossa di Mantova, per realizzare pochi quattrini, lo vende con altri veicoli ad un commerciante di autocarri usati di Mantova. Un giorno del 1995, il Piccolo Jules che nel frattempo è cresciuto e non gioca più con i camion di latta, ma con quelli veri , capita casualmente nel cascinale dove il commerciante mantovano anni prima aveva parcheggiato il Fiat 640 ed il suo rimorchio Breda. Jules è veramente appassionato di camion, uno di quegli appassionati duri e puri, di quelli per intenderci che quando vedono un camion semidistrutto dalla ruggine hanno una palpitazione, il loro cuore inizio a battere molto forte, scocca la scintilla dell’amore, ed è fatta… Dopo una breve trattativa con il commerciante, che incurante dei sentimenti del povero innamorato ne fa una mera questione economica, il Fiat 640 prende la strada verso Reggiolo, a bordo del fiammante Turbostar di Jules. Una volta a casa Jules ha programmato le fasi del restauro e, dopo una attenta valutazione, ha completamente smontato il 640, e durante la prima fase del restauro faceva una certa impressione vederlo in mezzo ad una miriade di pezzi, sembrava quasi un bambino che ha appena aperto la scatola delle costruzioni meccaniche. Subito dopo l’acquisto inevitabilmente bisogna provvedere al restauro e qui esistono due scuole di pensiero: eseguire il lavoro in maniera sommaria, un’oliata alle parti meccaniche, stuccatura e verniciatura dei lamierati, pieno di gasolio, due batterie che consentano qualche avviamento e via all’avventura senza nessuna garanzia di tornare a casa con i propri mezzi; oppure 27 ruote storiche al lavoro 30 ricontrollare tutto nei minimi dettagli, sostituendo ciò che non va e costruendo con tornio, fresa e, dove è servita la lima, tutti quei pezzi che non erano più disponibili sul mercato dei ricambi. La parte più banale per Jules è stata la revisione della meccanica durante la quale lo Zanini esperto nella riparazione di autocarri con una pluriennale consolidata esperienza, ha saputo operare con grande perizia, realizzando un opera con pochi eguali. Il 640 è stato riportato alle condizioni di origine in ogni benché minimo particolare, compresi giochi e registrazioni rispettando tutti i dettami della casa costruttrice, basti pensare che sono state rifatte le boccole ed i perni delle portiere per limitarne il gioco della chiusura, sono stati rifatti i leveraggi interni del complessivo della frizione perché a freddo la frizione strattonava leggermente,giorni interi passati a fare funzionare a dovere la dinamo, una chicca elettromeccanica con tre spazzole e regolatore integrato, poteva essere ben più semplice montarne una ruote storiche al lavoro tradizionale invece che perdere tanto tempo a riparare l’originale sfoggiando una capacità ed una pazienza d’altri tempi. A lavoro finito si vede una grossa differenza, ma si deve mettere in conto, seguendo la seconda scuola di pensiero, una cifra da capogiro anche per chi ha fatto quasi tutto da se come Jules, il quale si è rivolto a terzi solo per la verniciatura della cabina di guida dopo aver fatto anche il falegname: infatti l’ossatura della cabina era interamente realizzata in legno di pioppo o di faggio, e Jules l’ha ricostruita interamente. Il bello del gioco, come dice proprio Jules, sta nel godersi la rinascita della propria creatura, giorno dopo giorno, dedicandovi qualche ora al giorno al di fuori del normale orario lavorativo, ed un po’ di tempo in più nei giorni di festa, con qualche spazio per dedicarsi ai mercatini d’automobilia, per cercare il particolare che manca durante l’avanzamento dei lavori di restauro. Dopo cinque anni di gestazione il 640 è pronto: buon viaggio a te ed al tuo coetaneo compagno di giochi. 31 32 ruote storiche al lavoro Passo m 3,320 Carreggiata anteriore (a terra) m 1,725; posteriore (sulla mezzeria delle gomme a terra) m 1,692 Lunghezza massima m 6,225 Larghezza massima m 2,264 Altezza massima (a veicolo carico) m 2,625 Altezza da terra del piano di carico del cassone (a veicolo carico) m 1,167 Dimensioni interne del cassone: lunghezza m 3,998; larghezza m 2,104; altezza m 0,600 Pneumatici anteriori semplici 9,00-20 ruote storiche al lavoro fiat 640 Pneumatici posteriori doppi a bassa pressione 9,0020/230-20 Pneumatici su ruote a razze con cerchio smontabile Trilex 20’’X8’’ Distanza minima da terra (a veicolo carico) m 0,264 Motore: Ciclo Diesel a 4 tempi tipo 364 Numero cilindri 6 Diametro e corsa mm 100X128 Cilindrata cm³ 6032 Rapporto di compressione 15,5 Regime massimo giri/min 2200 Potenza a regime massimo (¹) Cv 72 Potenza fiscale (Italia) 52 Distribuzione: A valvole in testa e albero distributore nel basamento Aspirazione prima del p.m.s. 12°; dopo il p.m.i. 46° Scarico prima del p.m.i. 46°; dopo il p.m.s. 12° (¹) Potenza intesa senza filtro aria nè ventilatore, tolleranza 5% in meno. 33