Anno XII - N. 2/2009 (28) Periodico dell’Istituto Italo Cinese. Redazione: Lungopo Antonelli 177, Torino Direttore Responsabile: Mauro Pascalis Aut. Tribunale di Torino n. 5052 del 6.8.97 Poste Italiane. Spedizione in A.p. 45% - Art, 2 Comma 20/B - Legge 662/96 – D.C./D.C.I. Torino ————————— EDITORIALE ————————— A quasi due anni di distanza dalle Olimpiadi di Beijing 2008, la Cina diventerà nuovamente protagonista mondiale. L’occasione questa volta sarà l’Esposizione Universale che si terrà a Shanghai dal 1° maggio al 31 ottobre 2010. Il suo tema rappresenta una speranza comune a tutto il genere umano: una vita migliore nel futuro sviluppo delle città del pianeta, cercando di creare una coesistenza e un’interazione armoniosa tra i tre sistemi organici: uomo, città e pianeta. La Cina, e non solo lei, saprà trasformare questa speranza in certezza? Per il momento non c’è dato di saperlo. Una cosa però è sicura: lungo tutto il suo percorso plurimillenario ha cercato di stupire, di lasciare “senza fiato” nelle cose grandi come in quelle più piccole e banali. Lo scoprirete se avrete la pazienza di leggere le pagine di questo numero di FdO. Buona lettura e “Gonghe Xinxi”, auguri di Buone Feste. 城市,让生活更美好 B e t t e r C i t y, B e t t e r L i f e ’Esposizione Internazionale di Shanghai sarà un grande forum sulla vita urbana, una sinfonia il cui leit motiv è “l’innovazione” e “l’interazione” e un forte dialogo tra le differenti civiltà. Sarà la grande occasione per esplorare il potenziale delle città nel 21° secolo, un momento significativo alla scoperta dell’evoluzione dei centri urbani e del concetto di civilizzazione del nostro Pianeta. Per 184 giorni Shanghai diverrà un polo di attrazione per governi e persone di tutto il mondo. Prima esposizione universale incentrata sul tema della città, Shanghai 2010 metterà a confronto esperienze diverse di sviluppo, conoscenze avanzate sull'urbanistica e nuovi approcci all’habitat umano (stili di vita innovativi, nuove condizioni di lavoro) al fine di incoraggiare e promuovere uno sviluppo sostenibile tra differenti comunità. Nella nuova era, l’Expo di Shanghai 2010 auspica un progresso incentrato sull’uomo. Un cammino fatto di innovazione scientifica e tecnologica, diversità culturale e cooperazione vincente per un futuro migliore, pun- L tando sul legame cruciale tra rinnovamento e interazione tra i popoli. Shanghai 2010 si preannuncia come un evento di portata internazionale straordinaria, con un record di partecipazione e pubblico nella storia delle Esposizioni Universali. DURATA: dal 1° maggio 2010 al 31 ottobre 2010. PARTECIPANTI: 241 nazioni e organizzazioni internazionali coinvolte, oltre 70 milioni di visitatori previsti. TEMA: Better city, better life (Città migliore, Vita migliore) ovvero la qualità della vita in ambito urbano. Si vuole discutere del problema della pianificazione urbana e dello sviluppo sostenibile nelle nuove aree cittadine, ma anche del come effettuare le riqualificazioni nel tessuto urbano esistente. La tematica parte dal presupposto che dal secolo scorso ad oggi la popolazione che vive nelle città è aumentata dal 2% al 50%, con la prospettiva di un 55% nel 2010. (continua a pag. 4) S t a m p a , ca r t a . . . s ec o nd a p a r t e L a prima carta fu fabbricata con canapa e stracci di cotone per la qualità superiore e, più tardi, con foglie, alburno o fibre di certi alberi (mori, olmi, piante del cotone o bambù) per le varietà più comuni. Frantumata, lavata con acqua pura mista ad allume (per toglierle la spugnosità), questa pasta vegetale veniva poi cotta, mescolata, passata al macero, pigiata, poi stesa e messa a seccare dentro a dei telai tesi con un sottile setaccio filtrante che tratteneva la quantità di materiale necessaria a formare un grande foglio di una cinquantina di centimetri per trenta, circa. Talvolta inoltre si incollavano i fogli umidi contro delle pareti, per farli asciugare. Molto rapidamente questa carta soppiantò, nell’amministrazione, l’antico mezzo di seta o le lamelle di bambù. Al tempo stesso, intorno all'anno mille, nelle tombe, con la nuova diffusione della cremazione, i mingqi* e altri oggetti costosi furono sostituiti da immagini corrispondenti di carta, che venivano bruciate nel corso delle cerimonie funebri. S ta mp a g g i o e xi l o g r a fi a La Cina ebbe quindi a disposizione la carta molto presto. Tuttavia le condizioni politiche, tecniche, sociali ecc. favorevoli alla comparsa e alla diffusione della stampa, saranno presenti nel loro insieme soltanto nel VII secolo, con l’avvento della grande dinastia Tang (618-907), un periodo di pace e di prosperità, soprattutto all'inizio, dal 618 al 750. Nel secolo precedente (il VI), si era sviluppata notevolmente la incisione, a grandi timbri, impregnati di cinabro, che davano una stampa a caratteri rossi su fondo bianco. Dalla dimensione di questi sigilli nacque l'idea della xilografia, che non è altro che il Frammento del Wenquanming semplice sviluppo di questo metodo, esteso e adattato a tavolette di legno più grandi. Tramite l'inchiostrazione e la spazzolatura di questa tavola necessariamente incisa al contrario (in senso inverso alla lettura), si potevano moltiplicare all’infinito le tirature. Si utilizzava di preferenza il legno di pero, di melo e di giuggiolo. Il costo delle tavole di legno incise era decisamente inferiore alla litografia che necessita di lastre di pietra a grana estremamente fine. All'opposto dello stampaggio, che dà un negativo bianco su fondo nero, non invertito, per la xilografia, con i suoi caratteri su fondo a rilievo, possiamo dire che dia delle immagini invertite, in positivo nero su fondo bianco. Quindi, per ottenere stampe normali, bisogna scolpire i caratteri al contrario. Così il principio della stampa deriva dall'uso di sigilli che servivano per fare amuleti e talismani. I religiosi buddisti e taoisti, molto appassionati di magia, li vendevano ai fedeli e ai pellegrini, e i monasteri ricavavano notevoli profitti da queste immagini pie, rappresentazioni di buddha, amuleti, talismani, volantini di propaganda religiosa, sûtra e dhârani (formule magiche buddiste) che venivano riprodotte meccanicamente per mezzo di grandi sigilli di legno. I sacerdoti taoisti riproducevano talismani illustrati, che raffiguravano costellazioni e astri. All’inizio della dinastia Tang, a partire dagli anni 620-630, si prese l'abitudine di stampare su carta le iscrizioni incise sulle stele di pietra. Sappiamo che i grandi scritti "classici" erano stati incisi su pietra tra il 175 e il 183, e la celebre Foresta di stele di Xi'an, ne presenta 114, recanti il testo dei "Dodici classici", in 650.000 caratteri, incisi nell’837, per gli studenti del Collegio imperiale. Uno stampaggio ci dà un negativo bianco su fondo nero, e questa tecnica delicata era già notevolmente perfezionata nel VII secolo. Così, i letterati confuciani che inizialmente avevano mostrato un certo fastidio di fronte a questi processi di duplicazione utilizzati dai religiosi, e di cui non avevano avuto l'iniziativa, si resero conto di poterne ricavare dei vantaggi, e quindi fecero realizzare alcune tirature dei "Grandi Classici". La Biblioteca Nazionale di Parigi ha la fortuna di possedere “l’Imperatore degli stampaggi” come viene definito dagli studiosi cinesi; si tratta del più antico stampaggio di cui si sia a conoscenza, un rotolo d’inestimabile valore, il Wenquanming (温泉铭 – Iscrizione delle terme), un'opera ritmata che era stata scritta in bella calligrafia dall'imperatore Taizong (627-649) e incisa su pietra quando lui era ancora vivo. Un'annotazione manoscritta aggiunta alla fine del poema è datata 654. Questo prezioso documento fu portato da Dunhuang da Paul Pelliot, nel 1909, e proviene dall'illustre biblioteca, murata nel 1035. Alla stessa epoca - quella di Taizong -, dopo aver fatto ritorno (nel 645) dalla famosa spedizione in India, il monaco Xuan Zang (che morì nel 664) fece stampare a Xi'an un milione di immagini di Buddha, sicuramente da matrici di legno. Del resto, il carattere ripetitivo e ossessionante di una figura le conferiva una specie di potere magico. Come se volessero battere sempre sullo stesso chiodo, i religiosi, artigiani e artisti, associavano all’infinito, e su molteplici toni, piccole immagini di Buddha, seduto nella posizione del loto, come si può notare all'interno di varie camere, nei complessi rupestri buddisti di Yungang, Longmen, Dunhuang ecc. Si ritiene che questo motivo ornamentale a tappezzeria riproduca il miracolo di Cravasti (o Sravasti), in occasione del quale Buddha comparve in cielo, riprodotto in migliaia di esemplari. Messo a confronto con sei detrattori, Buddha fece scaturire acqua e fuoco dal proprio corpo e moltiplicò all'infinito la propria immagine su un immenso fior di loto. Durante la dinastia Tang, parallelamente alle occupazioni religiose, i monaci e i preti si dedicavano a ogni genere di attività commerciali e bancarie. Quindi è all'interno delle comunità monacali taoiste e buddhiste che è nata la stampa. Si tratta della conclusione logica e naturale di queste molteplici tirature di sigilli, disegni con lo stampino su carta o su stoffa, realizzati dai religiosi nei laboratori dei monasteri. Uno dei documenti significativi di quest’evoluzione è un lungo rotolo di carta, di sette metri, che è stato realizzato in Corea, intorno al 720-740, con la tecnica xilografica, per mezzo di una dozzina di ta- vole incise in rilievo; queste riproducono una dhârani, o formula dedicatoria talismanica. D'altronde sappiamo anche che nel 784 il governo dei Tang, per far conoscere a diffondere una legge sulla tassazione riguardante vendite a donazioni, fece ricorso a un modulo stampato. Indubbiamente questi processi iniziavano ad avere successo e a diffondersi, perché nell'835 un funzionario del Sichuan, per la prima volta sollevava il problema della libertà d'espressione: richiedeva un editto imperiale che impedisse la stampa prematura dei calendari, venduti nei mercati dell’Impero, prima dell’arrivo di quelli strettamente ufficiali, che venivano pubblicati dall’Ufficio imperiale di astronomia. Venne dato ordine di proibire queste stampe private. La data 835 appare come primo accenno alle attività professionali di stampa. La Biblioteca Nazionale di Parigi possiede - e sempre proveniente dal fondo Pelliot di Dunhuang - uno stampaggio datato 824 e realizzato con lastre incise, recanti una versione del Kumârajiva. Infine il più antico libro stampato, e degno di essere chiamato tale, viene considerato un rotolo di sette lunghi fogli di carta, rilegati e datati 11 maggio 868. Si tratta di un trattato buddistico illustrato, il Sutra del Diamante, stampato da un certo Wang Jie. Conservato al British Museum, è stato a sua volta portato da Dunhuang da Sir Aurel Stein, all'inizio del secolo. La tecnica xilografica fa di quest'opera il più vecchio libro stampato del mondo finora conosciuto. Procedimento comodo, piuttosto rapido e poco costoso, la xilografia in effetti risponderà a tutte le necessità dell'editoria, e questo fino a un’epoca decisamente recente. Rappresentò quasi la norma per un millennio. Così dunque, la stampa appare in forma quasi adulta, nel IX secolo, ed esce dai monasteri per assumere un aspetto nuovo, questa volta profano. Tra il popolo, da quel momento circolano opere d’astrologia, calendari d’uso popolare, almanacchi, ma anche i primi testi propriamente letterari, e lessici non troppo impegnativi. Tre città e regioni sono particolarmente interessate da quest’importante evoluzione, si tratta del Sichuan occidentale, intorno a Chengdu, dove, da questo momento, si sanno i nomi di varie famiglie di tipografi; della città di Yangzhou, nella regione del basso Yangzi o fiume Azzurro, che stampa calendari e opere letterarie; infine la capitale, Chang’an (l'attuale Xi'an) che produce anche calendari, letteratura popolare nonché libri di medicina. Ma insistiamo sul Sichuan che si è dimostrato e si è imposto durevolmente come un grande centro per la stampa. Sembra aver svolto un ruolo determinante per il suo sviluppo in Cina. Su questa scia, il secolo seguente, il X, - epoca delle Cinque dinastie, 906-960, e inizio della dinastia Song - conferma questo sviluppo della stampa, che entra in una nuova fase, quella delle grandi edizioni. Nel 932 viene promulgato un decreto imperiale, che ordina la stampa della prima grande edizione classica del Canone confuciano. Vent’anni più tardi l’opera è terminata (953), xilografa- ta completamente e non più stampata da stele di pietra. Chengdu, Kaifeng e Luoyang si contendono il primato della qualità. Sulla stessa scia, nel corso del decennio seguente (960-971), esce una grande edizione del canone buddhista, un corpus gigantesco che raccoglie i Sûtra, i commentari e le opere dottrinali dei pensatori buddhisti. Tra il 971 e il 983 compare il Tripitaka, un insieme di testi che regolamentano la disciplina monacale, che trattano del canone, della morale, della filosofia e delle eresie del buddhismo; in breve si tratta di tutte le sacre scritture tradotte in quest’epoca dal sanscrito o dal pali. Questo Tripitaka cinese comprende 5.000 volumi, un totale di 130.000 pagine! Intanto, nel 978, il ministro Li Fang faceva iniziare la prima enciclopedia. introdotta in Corea un'enciclopedia di mille capitoli e che, sicuramente, la diffusione della cultura in Giappone, nel XII e XIII secolo, deve molto al sapere cinese. Questo ritorno al passato, l’allargamento del mondo dei lettori e la sua curiosità sempre crescente, agivano da sprone sul ritmo delle pubblicazioni. Per la prima volta, i non letterati avevano accesso alla cultura, e questo nuovo incontro sarà all’origine della creazione letteraria romanzesca e popolare; ha consentito la comparsa del romanzo e del teatro, i due unici generi di origine plebea, in terra cinese. I l R i n a s c i me n to c i n e s e : : la d in a s tia S on g 1048, un certo Bi Sheng ideò, sembra per primo, una stampa tipografica realizzata per mezzo di caratteri mobili di terracotta. Erano allineati e incollati su una piastra metallica, rivestita con un impasto di resina e di cera. Più tardi, verso il 1300, questi caratteri saranno di legno scolpito; nel 1313, un certo Wang Zhen descrisse lungamente in un trattato di agricoltura la tecnica dei caratteri mobili di legno. In seguito si tenteranno prove con caratteri di metallo fuso (in rame, stagno o piombo), ma questa soluzione non sembra essere risultata soddisfacente per i cinesi, estremamente legati alle belle calligrafie manuali, più vive. Parigi possiede (alla Biblioteca Nazionale) un trattato educativo coreano, opera del monaco Pak-un, che fu stampato nel 1377 con caratteri mobili metallici; forse è il più antico esistente al mondo, di questo tipo. Sappiamo che nei decenni seguenti i sovrani coreani faranno fondere, a varie riprese (nel 1403, 1420, 1434...) caratteri di metallo destinati alle botteghe reali. In questo secolo il XV - i coreani usavano contemporaneamente caratteri mobili di piombo, ceramica e legno. Si osserverà che la scoperta della stampa in occidente, intorno al 1450, è di poco posteriore a quest’ultima tappa della stampa in estremo oriente. I grandi viaggiatori del XII e XIV secolo - Guillaume de Rubroek, Marco Polo, Odorico da Pordenone, Ibn Battuta ecc. - non avevano mancato, nel corso delle loro peregrinazioni, di osservare l'esistenza dei libri stampati, o della carta moneta, o della carte da gioco, tanto più che, sotto l'impero della dinastia Yuan (1276-1368), la via dell’Asia centrale venne finalmente riaperta, dopo una lunga interruzione. Gli scambi con l'occidente ripresero e si intensificarono, e allora poterono giungervi anche le invenzioni e le scoperte cinesi, come la polvere da sparo e la stampa. Sembra che i grandi editori ufficiali si riservassero a quell'epoca i campi della religione e del sapere, lasciando alle imprese più modeste le pubblicazioni di carattere prettamente commerciale e popolare. Da quest'epoca, la maggior parte dei libri erano stampati in varie forme, a rotolo, a libretto o a fisarmonica. In questo stesso secolo compaiono le carte da gioco (a cui si accenna per la prima volta nel 969) e la carta moneta, nel Sichuan, emessa inizialmente da mercanti e finanzieri privati, dagli anni 806-820, sotto forma di biglietti di cambio, o riconoscimenti di debiti, a verso l’anno 900 in forma di certificati di deposito negoziabili, veri e propri antenati delle banconote. Nel 1024, lo Stato adotta questa "moneta volante" ed emette le sue prime banconote ufficiali. Il grande periodo della dinastia Song (960-1280) - uno dei più bei momenti della cultura umana, l’equivalente, in Cina, del nostro Rinascimento in occidente - testimonia la straordinaria passione dei cinesi per il sapere in tutte le sue forme. Un volume prodigioso di testi antichi è stato riprodotto e tramandato in quell’epoca; ci sono pervenuti circa 7000 titoli! I grandi classici confuciani, come abbiamo già detto, furono pubblicati, reinterpretati e commentati. Nel 1019 erano disponibili 4.565 volumi degli scritti taoisti. Tutto ciò che a quel tempo contava, dal punto di vista letterario, veniva stampato: cataloghi, enciclopedie, trattati, inventari, collezioni, monografie riguardanti le pietre strane, le giade, le monete, gli inchiostri, i bambù, i gelsi, i litchi, i funghi, i fiori, i pesci, i granchi ecc. Una vera bulimia di sapere! Tra questi tesori, i libri di storia e di geografia non sono certo i meno ambiziosi, così come i trattati sulla pittura e sulla calligrafia. Ma si trovano anche repertori di ricette pratiche, di avvenimenti strani o di storie fantastiche, e perfino piccoli romanzi polizieschi, racconti nella lingua del volgo, raccolte di aneddoti, altre di sogni premonitori, storie di fantasmi, di gene o di demoni... Il governo dei Song, geloso di tali tesori, proibiva severamente l’esportazione dei libri stampati. Tuttavia sappiamo che nel 1100 fu La ti p o g r a f i a Alla metà dell’XI secolo, tra il 1041 e il * Per mingqi si intendono le figurine o statuette funerarie che da sempre sono state poste nelle tombe, accanto ai defunti, per circa due millenni, soprattutto dall'epoca dei Regni Combattenti (dal 450 al 220 a.C.), ma anche anteriormente. (la prima parte dell’articolo è stata pubblicata sul n.27) (continua da pag. 1) SOTTOTEMI: la fusione delle differenti culture nella città; la prosperità dell’economia urbana; l’innovazione tecnico-scientifica nella città; la rimodellazione delle comunità urbane; l’interazione tra la città e la campagna. LOGO: Ispirato dalla forma calligrafica del carattere cinese 世shi, che significa “mondo”; l’emblema, attraverso l’allusione alle tre persone che si tengono per mano, evoca una famiglia unita, colma di felicità; simboleggia anche la grande famiglia umana, composta da “io, tu, lui/lei”, aspirando a una vita bella e armoniosa e sottolinea così l’idea cara all’Esposizione universale – comprensione, comunicazione, unione e cooperazione – e gli obiettivi attivamente perseguiti dall’EXPO 2010 Shanghai China, che situa l’uomo al centro delle sue preoccupazioni. SEDE: sulle due rive del fiume Huangpu, tra il ponte Lupu e il ponte Nanpu, collegate da un ponte e da traghetti fluviali. L'intero sito copre circa 5,3 km2 diviso tra la sezione Pudong su una riva (circa 4 km2) e la sezione Puxi (circa 1,3 km2) sull'altra. Sono previsti inoltre otto padiglioni collettivi e un museo dedicato alle EXPO. Sono state individuate cinque zone, ognuna ampia circa 50 ettari, mentre i padiglioni sono stati organizzati in otto gruppi, otto dei quali posizionati nella sezione Pudong e gli altri due nella sezione Puxi. A loro volta i gruppi sono organizzati in 26 cluster. Ogni cluster avrà i propri servizi, dalla ristorazione ai bagni, dalle telecomunicazioni ai servizi di infermeria. I padiglioni sono organizzati su base continentale. Zona A: ospita il padiglione cinese e quelli asiatici, con l'eccezione dei Paesi del sudest asiatico; Zona B: ospita i padiglioni dei Paesi del sud-est asiatico, quelli dell'Oceania, delle organizzazioni internazionali, i padiglioni tematici, il World Expo Centre e un teatro per gli spettacoli (Expo Performance Centre); Zona C: qui verranno installati i padiglioni di America, Europa e Africa più un parco di divertimenti di circa 10 ettari; Zona D: è localizzata nella sezione Puxi e ospita gli edifici recuperati da alcune antiche fabbriche cinesi; tutta la zona sarà dedicata a esposizioni pubbliche e scambi culturali; Zona E: è localizzata nella sezione Puxi e ospita i padiglioni delle aziende, i padiglioni della Civilizzazione Urbana e dell'Esplorazione Urbana, e la zona Urban Best Practice. BIGLIETTO: 160 yuan (200 nei giorni di maggiore affluenza); 400 yuan per 3 giorni di visita; 900 yuan per 7 giorni di visita. La costruzione del THEME PAVILION all'Expo Universale 2010 è stata completata dopo 688 giomi di duro lavoro. Il THEME PAVILION è il primo dei 4 padiglioni permanenti e la sua inaugurazione è stata celebrata con la propiziatoria cerimonia della danza dei draghi. Non c'è nulla che non stabilisca un primato mondiale: il più grande tetto (11,5 ettari di superficie) dotato di un sistema integrato di energia solare che produce 2,8 milioni di kilowattora per anno - equivalenti all'energia elettrica consumata nello stesso arco di tempo da 2.500 famiglie cinesi. Altra perla del padiglione è "l'ecological walls", 5.000 mq di verde per il più grande muro ricoperto di piante mai realizzato. Ultimo, ma non meno importante, il più grande “non-column space”, con un arco di 188 metri. Il THEME PAVILION permetterà alla Cina di rappresentare la propria visione sul tema generale, "Better City, Better Life", anche attraverso 5 sotto-padiglioni di approfondimento: "Urban Dwellere', "Urban Beings", "Urban Planets","Urban Footprints"e "Urban Dreams". Il collaudo del Padiglione è previsto per il 1° gennaio 2010. Si chiama MAGIC BOX, il cubo di cristallo coperto da LED che trasmetterà giochi di luce durante tutte le notti dell’Expo, “dando ai visitatori il senso della potenza dell’energia elettrica”. Parola di Zhao Xiaojun, designer del MAGIC BOX. C’è un messaggio forte dietro a tutto questo, che “l’elettricità nel futuro sarà sicura, di alta qualità, pulita e affidabile”. Altra meraviglia di MAGIC BOX sarà il TUNNEL OF ELECTRIC CURRENTS, che collegherà tra loro le varie mostre del Padiglione cinese dedicato all’energia elettrica e dentro al quale i visitatori avranno la sensazione di muoversi all’interno di fili elettrici. La luce del sole è sempre la stessa, ma l’ingegno dell’uomo può fare davvero la differenza nel modo di sfruttarla a proprio vantaggio. L’EXPO si accende di una meraviglia di luce, la Sun Valley, l’ultima incredibile installazione, in costruzione, che attraverso la particolare forma conica convoglia i raggi solari in una serie di stanze sotterranee. Non è finita. Sun Valley è progettata anche per raccogliere e riciclare acqua piovana. A otto mesi dall’apertura della manifestazione, lo spettacolo di luce è già iniziato, posizionato nell’EXPO BOULEVARD che attraversa i principali Padiglioni. Il successo di un'Esposizione passa anche per i servizi offerti per garantire una comoda e piacevole visita di ciascun Padiglione. Saranno più di 1.000 gli shuttle gratuiti che condurranno i visitatori dell'Expo da un padiglione all'altro. Un efficiente servizio di traghetti completerà l'offerta, trasportandoli rapidamente da una riva all'altra del fiume Huangpu. I visitatori troveranno una fermata ogni 300 metri all'interno degli oltre 5 kmq del parco, e si stima che l'attesa massima per ogni shuttle sarà di appena 3 minuti. É stato Huang Jianzhi, Vice Direttore dell'Expo Cordination Bureau, a dare la notizia durante il meeting annuale dei partecipanti all'EXPO, che si è svolto lo scorso settembre. Come avere la certezza che il parco dell’EXPO funzioni in modo ottimale? L’idea degli organizzatori è di invitare 700.000 persone a visitarlo, prima dell’apertura del 1° maggio, per testarlo e perfezionare così gli ultimi dettagli. Giornalisti, impiegati dell’Expo Bureau e residenti locali parteciperanno al test-run che si terrà in aprile. Monumentale, il PADIGLIONE CINA, Con un costo di circa 1,5 miliardi di yuan (150 milioni di euro) riflette una delle leggende cinesi. La “Corona d’Oriente” è la metafora della porta sud del cielo che separa la terra dal cielo. Situato al centro della zona dei padiglioni internazionali, il padiglione cinese ha una struttura allargata, che cresce con l’aumentare della sua altezza. È l’architettura dei dougong tradizionali che risalgono a più di 2000 anni fa. Tutta la struttura sarà dipinta nel classico rosso Città Proibita. Il padiglione comprende i 37.000 mq del padiglione cinese propriamente detto, i 38.000 del padiglione collettivo delle regioni cinesi e i 3.300 per il padiglione dedicato a Macao, Hong Kong e Taiwan. Dopo l’Esposizione, il Padiglione diverrà in centro culturale e una d’esposizione aperta agli artisti. Il PADIGLIONE ITALIA sarà una vera e propria città in miniatura, con un riferimento preciso a quella che ospiterà l’Expo ma soprattutto al carattere composito del Paese: parla degli italiani, della loro creatività e della cultura millenaria che li ha attraversati. Progettato dall’architetto Giampaolo Imbrighi e dai suoi Associati, il padiglione illustrerà i valori culturali italiani senza dimenticare quelli del paese ospite, con un omaggio alla città di Shanghai e al famoso gioco che prende il suo nome. Il padiglione presenta una pianta quadrata di 3.600 mq metri per un’altezza di 18 metri ed una divisione in più corpi di dimensioni diverse ed irregolari collegati da struttureponte in acciaio che lasciano intravedere i ballatoi di collegamento. Il progetto soddisfa sul piano strutturale l’esigenza di essere eventualmente smontato e ricostruito in dimensione ridotta in un’altra area della città. L’edificio è lambito su tre lati da una lama d’acqua che lo riflette esaltandone gli effetti luminosi naturali. La luminosità della struttura si riproduce anche all’interno non solo attraverso feritoie che evocano i vicoli stretti tra i palazzi delle città, ma anche grazie all’impiego di cemento trasparente, un materiale poliedrico di recente creazione. DE DE L a mascotte ufficiale dell’Esposizione Universale di Shanghai 2010 si chiama Haibao 海宝 (tipico nome portafortuna che significa Tesoro del mare) ed ha la forma del carattere 人 rén (persona, gente). È la prima volta che un carattere cinese viene utilizzato come mascotte per delle attività internazionali. Una scelta che se da un lato vuole riflettere la peculiarità culturale della Cina dall’altro vuole segnalare che i veri protagonisti di Expo 2010 Shanghai devono proprio essere le persone, le quali devono relazionarsi col mondo e con gli altri, creando una società migliore per una vita migliore. S h a ngh a i e i l s uo B und S hanghai, situata vicino alla foce del fiume Yangzi, è la più popolosa città cinese (ha raggiunto da poco i 20 milioni di abitanti) ed è il più importante centro finanziario nonché commerciale, della Cina. Il suo porto, il primo del paese, è uno dei più trafficati al mondo con Singapore e Rotterdam. La vivacità economica della città è ben rappresentata dai numerosi e moderni grattacieli del distretto finanziario di Pudong, che riproduce l’aspetto dei maggiori centri finanziari americani ed europei ed ospita gli uffici di numerose imprese straniere. Pudong testimonia la storica vocazione internzionale della città, il ruolo di Shanghai come finestra sull’intera Cina e la sua economia emergente e dinamica. Proprio in occasione dell’Expo, la città di Questo ambasciatore dell’Expo 2010 a Shanghai accoglie gli amici del mondo intero con le sue braccia calorose e il suo sorriso. Ogni singolo elemento che compone la sua figura ha un significato preciso: I capelli: assomigliano a un’onda marina e riflettono la sua personalità viva e animata precisando, allo stesso tempo, la caratteristica della sua città natale, Shanghai. Il viso: espressione amichevole e fiduciosa. Gli occhi: grandi e rotondi, guardano in modo ottimista verso il futuro. Il blu: colore che rappresenta la serenità e che favorisce l’intuito, simbolo di una Cina colma di speranza per il suo sviluppo. Ma blu è anche il colore dell’acqua – che circonda Shanghai – e l’acqua è la sorgente della vita. La forma principale della mascotte è basata sul simbolo dell’acqua ed esprime la nuova volontà cinese di fondersi con il mondo. Il corpo: arrotondato, rappresenta una vita armoniosa. Il pugno: il pollice verso l’alto simboleggia l’approvazione e l’accoglienza nei confronti degli amici del mondo. I grandi piedi: posati solidamente per terra, diventano il forte sostegno per le braccia aperte calorosamente. Quest’immagine vuole sottintendere che la Cina ha la capacità e la determinazione di ben organizzare l’Expo. Haibao riesce quindi a personificare la cultura e lo spirito del paese organizzatore e ad interpretare il tema Città migliore, Vita migliore, ma anche ad essere un segno visivo riconoscibile e utilizzabile per i media e un personaggio simpatico che possa anche avvicinare i più piccoli ai temi di Expo 2010 Shanghai. Il grande successo di Haibao ha suggerito la creazione di un cartoon, in 52 episodi. Shanghai ha iniziato lo scorso mese di agosto il restauro degli edifici storici originali del « Bund », sui 170.000 mq alla confluenza del fiume Huangpu con il fiume Suzhou e che dovranno essere terminati prima dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale (1 maggio 2010). La zona originale del « Bund » di Shanghai, considerata come l’origine dello stesso Bund e di tutta la città, include numerosi edifici storici, tra i quali 14 figurano nella lista degli edifici protetti dalla città. Gli edifici saranno risistemati per migliorarne anche la funzionalità. L’antico Consolato inglese, costruito nel 1973, sarà trasformato in un edificio pubblico destinato ad accogliere grandi avvenimenti ed esposizioni artistiche. 18000 mq di costruzioni senza interesse ad esso adiacenti saranno demolite allo sopo di realizzare sul Bund un giardino pubblici. La Chiesa dell’Unione, costruita nel 1876, dovrebbe ospitare, dopo il restauro, un Ufficio di Stato Civile municipale, dove saranno rilasciati certificati di matrimonio. Questo edificio era stato abbandonato e quasi distrutto nel 2007 in un incendio. Avrebbe dovuto essere demolito completamente ma è stato salvato da un movimento d’opinione a suo favore. Il Club di canottaggio di Shangai non figurava originalmente nella lista degli edifici protetti ed era destinato ad essere demolito nel mese di settembre ma durante lo sviluppo del progetto « L’origine del Bund », ne è stato scoperto il grande valore storico che gli ha permesso di salvarsi. Il Bund (Waitan 外灘 ) è un viale che bordeggia la riva destra del fiume Huangpu ed è uno dei simboli architettonici più importanti di Shanghai. La parola Bund deriva da una espressione anglo-indiana che significa « le rive della baia fangosa ». In effetti in origine il Bund non era che una riva fangosa sulla quale si scaricavano le merci dalle imbarcazioni. Lo sviluppo economico del XIX e XX secolo trasformarono questo luogo che divenne il centro commerciale e finanziario di Shanghai. Esso ospitava numerose banche straniere. Il Bund, come il resto della città, era controllato dalle potenze che si spartivano la Cina: la Gran Bretagna, la Francia, la Germania… All’alba degli anni ’40, comprendeva i centri d’affari della maggioranza se non dalla totalità delle imprese straniere operanti in Cina, tra le quali le quattro principali banche della repubblica di Cina. Con l’arrivo al potere dei comunisti, la quasi totalità delle istituzioni finanziarie abbandonarono il paese, mentre gli alberghi e i club cessarono le loro attività. Le statue coloniali disseminate lungo la passeggiata vennero eliminate. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, la maggior parte degli edifici del Bund vennero restaurati per diventare alberghi, banche o istituti finanziari. Venne costruita una nuova passeggiata 10 metri sopra il livello della strada. A partire dagli anni ’90, il Bund diventa una delle maggiori attrazioni turistiche di Shanghai. Il Bund si estende lungo la Via Zhongshan, chiamata così in onore di Sun Yat-sen (in cinese Sun Zhongshan), primo presidente della Repubblica di Cina. Misura 1500 m e inizia a sud dalla Via Yan’an (antico Viale Edoardo VII) e termina al ponte Waibaidu (antico Garden Bridge), sul fiume Suzhou, quasi alla confluenza con il Huangpu. Vicino alla via Nanchino e al tunnel turistico che collega le due rive del Huangpu, si trova una gigantesca statua bronzea di Chen Yi, primo sindaco comunista della città. Visitando il Bund si potrà anche decidere di fare una crociera sul fiume godendo così di una splendida vista sull’insieme delle due rive. Senza alcun dubbio il Bund è diventato una delle destinazioni turistiche principali di Shanghai. Ed è per questo che i progetti di sviluppo e di costruzione di grattacieli in questo settore sono ormai proibiti, al fine di preservare l’antico stile architettonico del Bund. Il Bund ieri (a sinistra) e oggi (sopra) C i na I ns ol i ta Re Record: il più grosso uovo di gallina del mondo Il proprietario di un gallina nella provincia cinese del Heilongjiang, ha reso noto che il suo animale ha deposto un uovo enorme il 10 giugno, meritando il suo posto nel Guinnes dei Primati. L’uovo misura 6,3 cm di larghezza e 9,2 di lunghezza e pesa 201 grammi, cioè tre volte un normale uovo. Il proprietario, Zhang Yinde, un impiegato dell’Ufficio forestale del villaggio di Suiling, ha conservato l’uovo in frigorifero. Zhang ha riferito alla stampa che l’uovo è simile a qualsiasi altro, salvo per il fatto di avere il guscio un po’ più ruvido. Ha intenzione di chiedere il riconoscimento da parte del Guinnes dei Primati. “Questa gallina è una super mamma. In precedenza ha già deposto altre 3 grandi uova e ne ha già deposto 4 nello stesso giorno. Zhang aveva ottenuto la gallina gratuitamente per averne comprato altre 10 da un allevatore. Le altre sono già finite sul suo piatto. La gallina si nutre in un modo poco comune: “Ama passeggiare vicino alla cuccia del mio cane per rubargli del cibo”, ha dichiarato Zhang. “Il precedente recordo del Guinnes per un uovo era di 176 grammi. Penso che il mio batta questo record”, ha aggiunto Zhang. U n a c a r ta r ita g lia ta g ig a n te Gao Xiaodong, un amante dell’arte tradizionale cinese, il 4 giugno 2009 ha creato una carta ritagliata intitolata “Profilo di Guangong” nella città di Hejin, situata della provincia settentrionale del Shanxi. Gao per realizzare questa carta ritagliata lunga 13,16 m e larga 7,98 m ha impiegato 9 mesi. Guangong 关公 è l’immagine deificata di un celebre generale durante il periodo dei Tre Regni (220-280), di nome Guan Yu 关羽. La C i n a h a p i ù d i 3 3 8 mi l i o n i d i i n te r n a u ti . In un rapporto pubblicato dal Centro Informazioni della rete Internet cinese, si legge che a fine giugno il Paese di Mezzo contava 338 milioni di internauti, cioè 40 milioni in più rispetto a fine 2008. Tra gli internauti, 320 milioni (94,3%) utilizzano la banda larga, cioè 3,7 punti in più rispetto alla fine 2008. Il numero di persone che utilizzano il telefono cellulare per avere accesso a Internet ha raggiunto i 155 milioni, con un aumento del 32,1% rispetto al primo semestre 2008. La maggior parte delle persone utilizzano Internet per avere informazioni, per divertirsi e per attività sociali. L’acquisto online è sempre più popolare: il numero di acuirenti online è infatti passato in sei mesi da 14 a quasi 88 milioni. U n vi l l a g g i o c i n e s e c o s t r e t t o a c a mb i a r e n o me . Un villaggio cinese della provincia dello Shanxi si vede costretto a cambiare nome, o comunque i caratteri compenenti il suo nome, in quanto quest’ultimo comprende due caratteri cinesi raramente utilizzati, che non si possono nel nuovo sistema informatico della polizia. I caratteri “Tang” e “Lu” sono utilizzati da decenni, ma gli abitanti di Tanglu che hanno cercato di ottenere un certificato di matrimonio, hanno incontrato notevoli difficoltà poiché i computer non riconoscevano la loro città d’origine indicata sulla carta d’identità. Il sistema è diventato un problema anche per coloro che cercano un impiego, i viaggiatori, o coloro che fanno delle transazioni immobiliari. Alcuni abitanti di Tanglu ed esperti, pensano che cambiare il nome del paese sia pregiudizievole alla loro cultura e ai loro costumi, ma secondo la polizia sarebbe troppo oneroso fare modificare i programmi informatici. Quindi… P r o p o s t a s t r a va g a n t e d i u n a l b e r g o Un albergo cinese propone ai suoi clienti di dormire dentro scatole che assomigliano a delle grandi bare. Questo hotel è gestito da Tang Yulian a Chengdu, in Cina, nella provincia del Sichuan (sud-ovest). Malgrado le condizioni poco confortevoli, per affittare una scatola di legno a guisa di letto per una notte si spendono 2400 yuan (270 euro), l’equivalente della tariffa di una camera in un albergo a cinque stelle. M a c h e be l tu r c h e s e ! Nella città di Xiangfan, nella provincia dello Hebei, è stato scoperto un turchese gigante che misura quali 100 cm di lunghezza, 60 cm di altezza e pesa 210 kg. Il turchese è stato acquistato da Zhang Wenli, un collezionista locale, da un contadino della contea di Zhushan, provincia dello Hubei. Il geologo Chen Qiming ha pulito la gemma per meglio apprezzarne la bellezza e il valore. Oggi il turchese si trova essenzialmente nel sud-ovest degli Sati Uniti, in Iran e nella penisola del Sinai. Li n g o tti d ’ o r o e d ’ a r g e n to p e r l ’ a n n o d e l l a Ti g r e Come per ogni Nuovo Anno cinese (o festa di primavera), la Cina edita dei lingotti d’oro e d’argento in serie limitata con l’effige dell’anno a venire. Il 3 dicembre, la Zecca cinese ha presentato alla stampa dei lingotti d’oro e d’argento decorati con differenti immagini tradizionali della tigre. I lingotti, del peso tra i 50 grammi e il chilo, sono stati messi in vendita a partire dal 10 dicembre scorso. Tali lingotti commemorativi a tiratura limitata sono molto popolari in Cina e si vendono “come il pane” in quanto sono considerati dispensatori di fortuna a chi li possiede. Il 14 febbraio 2010, oltre alla tradizionale festa di San Valentino, i Cinesi del mondo intero celebreranno il Nuovo Anno sotto il segno della Tigre di metallo. C a llig r a fie g ig a n ti Calligrafie giganti Il 16 marzo scorso, il calligrafo Lu Songxian ha realizzato, con un pennello decisamente enorme, un carattere cinese in un solo tratto. La calligrafia gigante rappresenta il carattere cinese 寿(shòu), che significa longevità, su un foglio di carta Xuanzhi lungo 10 m e largo 2,7 m, ed è stata realizzata nel tempio del giardino Yuyuan, nella parte orientale di Shanghai, in occasione dell’arrivo della primavera. Contemporaneamente 100 bambini, nello stesso luogo, hanno realizzato ognuno una calligrafia dello stesso carattere. Solo alcuni mesi più tardi, il 24 novembre, a Hangzhou, nella provincia del Zhejiang, l’artista cinese Song Tao ha presentato alla stampa la sua calligrafia gigante di un metro di larghezza e 200 m di lunghezza. L’opera d’arte è stata realizzata per sostenere la candidatura del “Grande Canale Beijing-Hangzhou” al patrimonio mondiale dell’Unesco. In questa calligrafia sono riunite le poesie di oltre 100 celebrità dedicate al canale. Questo Grande Canale artificiale è il più vecchio e più lungo del mondo. Risale altre 2500 anni fa e il suo tragitto si svolge per 1794 km. Collegando Beijing a Hangzhou, attraversa 6 province e municipalità, dal nord al sud: Beijing, Tianjin, lo Hebei, il Shandong, il Jiangsu et il Zhejiang. Unisce 5 reti idrografiche, i fiumi Giallo, Hai, Huai, Yangzi e Qiantang. Lungo il canale si trova anche ogni sorta di vestigia culturale. O r o l o g i o s vi z z e r o i n u n a t o mb a c i n e s e d i 40 0 a n n i f a Recentemente, in una tomba cinese sigillata da oltre 400 anni, è stato scoperto un orologio svizzero. Gli archeologi cinesi sono rimasti stupefatti nel trovare un orologio svizzero in una tomba della dinastia Ming (XV-XVI sec.) a Shangsi, nel sud della Cina, quando questa sembrava non essere mai stata aperta dall’intterramento del suo occupante. L’orologio in miniatura, a forma di anello, daterebbe meno di un centinaio d’anni. È stato inciso nella pietra e il suo quadrante indica le ore 10.06. Sul retro è incisa la parola “Swiss”. La dinastia Ming conosceva già l’orologeria, ma ciò non può spiegare come quest’orologio abbia un aspetto così moderno, né l’incisione della parola Swiss. Evidentemente si tratta di uno scherzo. Tuttavia, gli archeologi non ne sono gli autori poiché al momento di questa strana scoperta venivano filmati da due giornalisti per la realizzazione di un documentario. Gli scavi sono stati sospesi e i ricercatori sono rimasti in attesa dell’arrivo di esperti da Pechino per aiutarli a svelare questo mistero tra i più inquietanti. C ioc c ola to c h e p a s s ion e ! Una Grande Muraglia in cioccolato di 10 metri di lunghezza e 2 di altezza sarà il “clou” di un parco tematico sul cioccolato situato in prossimità dello Stadio Nazionale (Nido d’uccello) a Pechino che sarà inaugurato il 29 gennaio 2010. Per realizzarla sono state utilizzate 10 tonnellate di cioccolato e sarà presente in questo parco assieme ad altri celebri icone turistiche cinesi come le Grotte di Mogao e i guerrieri di terracotta dell’imperatore Qin, tutti rigorosamente di cioccolato. Il parco World Chocolate Wonderland di 20.000 mq dovrebbe attirare i turisti, che sono meno numerosi del previsto, anche al Nido d’Uccello. Ogni anno, i Cinesi consumano in media cioccolato per 3 miliardi di yuan (circa 310 milioni di euro) e questo mercato cresce del 10-15% ogni anno. In libreria a cura di Patrizia Berzuini IL SERPENTE PIUMATO Attraverso le vicissitudini di cinque generazioni di donne, questa indimenticabile saga familiare è anche il racconto di cento anni di storia della Cina, dagli ultimi fasti della dinastia Qing fino alla strage di piazza Tian’anmen. Ne è protagonista Yu, la cui vita è indissolubilmente intrecciata a quella delle donne della sua famiglia: la nonna, la madre, le due sorelle e la nipote, figure forti, volitive, appassionate. Al contrario, la fragile personalità di Yu viene duramente segnata dal rifiuto che i genitori le dimostrano fin da piccola e che la spinge a macchiarsi di un peccato imperdonabile. Allontanata dalla propria casa, viene spedita a vivere in città per essere ben presto abbandonata a se stessa. Sola ma determinata, da quel momento Yu vive nella continua ricerca dell'amore e del perdono, in uno struggente percorso di espiazione e desiderio di libertà che sembrano essere a portata di mano proprio nel momento in cui il paese viene travolto dalla tempesta politica di fine anni Ottanta. In occasione del CAPODANNO CINESE (14 febbraio 2010) Martedì 16 febbraio 2010, ore 20.30 presso il Ristorante LA VIA DELLA SETA, Corso Casale 160, Torino Cenone di Capodanno Anatra alla pechinese ——————— Scrigno di maiale e gamberi brasato Spiedini Drago e Fenice Seppie con prezzemolo di giada ——————— Ravioli ai tre colori Riso alla Yangzhou ——————— Involtini di filetto di branzino Cestino alla Pescatora ——————— Dolce a sorpresa ——————— Bevande Caffé Costo: 33 euro (30 euro per gli iscritti a CentrOriente) Prenotazioni esclusivamente in Segreteria 011.898.04.06 Autrice dotata di una potente vena satirica, abilmente celata tra le pieghe di uno stile fantastico e lirico, Xu Xiaobin ritrae con maestria i profondi cambiamenti sociali e culturali della Cina a cavallo di due secoli, realizzando un romanzo epico, ricchissimo di personaggi e avvenimenti storici, in cui passato e presente, realtà e illusione si fondono con suggestioni magiche. Xu Xiaobin. È nata nel 1953 in una famiglia di intellettuali di Pechino. Studiosa di storia e religioni, ha pubblicato romanzi, racconti e antologie di scritti vincitori di molti premi. Viene spesso invitata negli Stati Uniti, in Canada e nel resto del mondo come esperta di letteratura femminile cinese. Pubblicato per la prima volta nel 1998, Il Serpente Piumato è stato definito "una pietra miliare per la letteratura femminile cinese" e "il miglior romanzo di fine secolo in Cina" ed è attualmente in via di traduzione in molti paesi. Xu Xiaobin, Il serpente piumato, Elliot Edizioni, € 18,50 DOLLARI, LA MIA PASSIONE Cosa pensano, come si comportano gli abitanti di un paese che cambia? Il protagonista di questi straordinari racconti è tanto smarrito quanto determinato a trovare una sua strada nel momento in cui le tutele svaniscono, ogni forma di protezione e di costrizione evapora in un contesto di stupita incertezza. Il suo sguardo ricorda quello di un Buster Keaton, comicamente affondato nel nonsense. Individui sradicati e inconcludenti, ossessionati dai soldi, si aggirano sullo sfondo di scenari urbani della Cina contemporanea, fra ospedali che non funzionano, fabbriche sull'orlo del fallimento, strade sovraffollate, stanze anguste condivise da più inquilini. Bassezze e meschinità di un'umanità confusa sono oggetto della spietata satira dell'autore, sempre tenuta sul filo della tensione per ciò che attende il protagonista: il medesimo narratore che, in diversi momenti della propria esistenza, affronta mafiosi di provincia, operai sull'orlo di una crisi di nervi, dipendenti di cliniche private che seguono ancora i dettami comunisti, un padre al quale trovare una prostituta per la sua visita in città... Le storie di Zhu Wen dipingono con schietto umorismo la tragicomica realtà quotidiana in una società intrappolata fra capitalismo e comunismo, caratterizzata da un febbrile individualismo e da improvvise esplosioni di violenza: e Zhu Wen sembra non sapere se piangere o ridere a crepapelle. Zhu Wen (1967) ha lavorato come ingegnere in una centrale termoelettrica fino al 1994, quando, con la pubblicazione del racconto Dollari, la mia passione, è divenuto una delle figure centrali e più discusse del panorama letterario cinese. La sua opera è stata pubblicata dalle maggiori riviste letterarie nazionali. È autore di poesie, raccolte di racconti e di un romanzo. Ha inoltre diretto due film: Seafood, che nel 2001 ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival del Cinema di Venezia, e South of the Clouds, Premio NETPAC al Festival di Berlino 2004. Un terzo film è appena terminato e verrà presto presentato. La raccolta Dollari, la mia passione è già uscita in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, e sarà tradotta anche in Francia e Germania. Zhu Wen, Dollari, la mia passione, Metropoli d’Asia, € 12,50 CentrOriente augura a tutti Buone Feste e un Felice 2010 Stampato dalla tipografia EST Stampa Digitale – Via G. Verga, 56 – Settimo Torinese (TO)