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NUOVA SERIE N. 80 - 5 GENNAIO 2013
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20 ANNI DI BERLUSCONISMO
L’ASSALTO PIDUISTA E LA
SINISTRA CLOROFORMIZZATA
Cos'è veramente successo in Italia dopo le stragi del 92-93 e l'avvento di Berlusconi?
"Le stragi hanno spalancato le porte a un golpe bianco?Il ventennio berlusconiano, che ne è stato l'esito politico,è la proiezione istituzionale di un progetto criminale?La classe politica che ci ha governato,dalla nascita della seconda Repubblica in poi, conserva ancora al suo interno alcuni ingranaggi perversi del sistema
criminale?E' in questa chiave-ora che la parabola del berlusconismo sembra avviata al tramonto-che dobbiamo leggere la deriva democratica prodotta dalle riforme legislative proposte ( e fortunatamente attuate solo in parte) dai governi del Cavaliere,con qualche colpo di coda parlamentare sotto il governo Monti?
E perché la sinistra e le forze di opposizione non sono riuscite a porre un argine a questo assalto di stampo piduista puntato al cuore della democrazia?
Equivalente del gollismo francese o del peronismo argentinoi,la leadership berlusconiana, dal '94 ad oggi,
ha espresso una classe dirigente incline alla corruzione,volgare,apertamente razzista.Gli affari illeciti delle
"cricche" e la caccia all'extra-comunitario,le "ronde" e il bunga bunga,l'informazione ridotta a dossieraggio e
lo spionaggio aziendale,il lifting e il trapianto de capelli,la patente di "eroismo" ai boss omertosi e quella di
"diversità antropologica" ai pm antimafia,il presidente operaio e il milione di posti di lavoro,il partito dell'amore e lo Stato-azienda,la compravendita di deputati in parlamento e la cocaina nei ministeri, il contratto con
gli italiani e le barzellette,l'esibizionismo sessuale e la prostituzione intellettuale e politica (oltre che fisica),sono
i frammenti di una incultura di massa che,complice la sinistra,ha trasformato il Paese in una squallida caricatura dell'Italietta fascista,zimbello del mondo intero.
Come si spiega,però, che la cultura ufficiale,la letteratura e il cinema-tranne alcune sparute sacche di resistenza- in questo ventennio sciagurato abbiano finito per scegliere "l'evasione",fingendo di non accorgersi
della degenerazione democratica?Siamo di fronte ad una compiuta mafiosizzazione dello Stato ?
Sono domande dolorose e spietate ma sono domande che oggi,a venti anni dal sacrificio di Giovanni Falcone
e Paolo Borsellino,e di tutte le vittime delle stragi del 92 e del 93, abbiamo il dovere di farci.Anche per capire dove stiamo andando.
Introduzione al libro "Antonio Ingroia - IO SO"
di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza
PRIMARIE BERSANIANE
ALLEANZA PDL-UDC
IPOCRISIE
NATALIZIE
Per gli auguri di Natale l' UDC ha
noleggiato il cinema Tieri di Cosenza
che è una novità nello schema delle
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Pierluigi
Bersani
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E PRINCIPE
DIVENTÒ
RENZIANO
PRINCIPE
E L’EPITAFFIO
Si può comprendere l'entusiasmo del
prof. D'Attorre per aver superato la
prova delle candidature e sarà affar
suo spiegare, al di là della disciplina
PRINCIPE E L'EPITAFFIO
La risposta alla mancata deroga che
ha lasciato fuori Sandro Principe dalle candidature al parlamento è arri-
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MA QUALE
SUCCESSO?
PEGGIO DEL PORCELLUM:
COLONIZZATE
E PILOTATE
Difficile che qualcuno abbia potuto credere che Pierluigi Bersani fosse veramente interessato a cambiare il porcellum, l'oscena legge elettorale che sta be-
PRIMARIE IN CALABRIA
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DUBBI E SOSPETTI NEL PDL
SE SCOPELLITI
SI CANDIDA
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LA TROMBATURA
DI LARATTA
I bersaniani avevano organizzato la
selezione delle candidature al parlamento in modo da fare cappotto, bis-
Per certo è stato convocato a Palazzo
Grazioli insieme agli governatori del
centrodestra del sud e per certo c'è
A maggior conferma che le primarie per selezionare le candidature al
parlamento sono state un'operazione delle burocrazie dell'apparato del
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n. 80 - 5 gennaio 2013
PRIMARIE BERSANIANE
PEGGIO DEL PORCELLUM:
COLONIZZATE E PILOTATE
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PRINCIPE E L’EPITAFFIO
Pierluigi Bersani
ne alla partitocrazia ed ai suoi mandarini ,a destra come a sinistra.Non c'è ,dunque,sorpresa ma è doveroso mettere in evidenza che al gioco truccato Bersani e il PD hanno
partecipato,al pari degli altri. E la convenienza si vede ,sia per Berlusconi che punta ad
un consistente pacchetto di mischia di parlamentari fidati, sufficienti per condizionare
il futuro governo ,sia per Casini che non vuole la lista unica a sostegno di Monti per potersi nominare i parlamentari per conto proprio e sia per Bersani che,alla fine, fra listino,capilista e quote riservate , piazzerebbe in parlamento,fra veterani e boys, bersaniani di stretta osservanza, il 50 per cento circa degli eletti del PD. Anche le primarie
sono assoggettate a questa logica e il trucco ha provocato non pochi mal di pancia.Non
solo. La candidatura di Monti danneggia direttamente Berlusconi ma, per certo,nemmeno favorisce quella di Bersani verso Palazzo Chigi e deve pur significare qualcosa se
Pietro Ichino,economista di punta del PD e ispiratore dell'Agenda Monti, ha lasciato
Bersani per seguire Monti.Quanti altri "Ichino".da Bolzano a Palermo, opteranno per
Monti in cabina elettorale? Bersani assicura di non avere paura e sollecita inviti alle
cancellerie europee alla ricerca di una visibilità e di un profilo politico più alto di quello che gli viene attribuito. Si vedrà ma non si addebiti a Monti una scelta "moralmente discutibile", quando si mette su,per la scelta delle candidature nel PD, una commedia di falsa democrazia interna che, senza alcun ritegno, ha come risultato la lottizzazione delle liste, pro-quota, da parte delle singole correnti. Di comune accordo si è decisa la colonizzazione dei territori, riservando le posizioni favorite nel listino ai propri protetti. Non rimane che
attendere i nomi che farà Bersani per
la quota che si è riservata.
vata a strettissimo giro.Ernesto Magorno,sindaco di Diamante e "renziano" della prima ora ha fatto il pieno di voti nel principato di Rende,il resto lo ha fatto il Tirreno
casentino. Il fatto che sia stata Roma a negare la deroga e non un'
assemblea di Caposuvero ha dato alla decisione un peso politico al quale difficilmente si poteva fare buon viso a cattivo gioco.
C'è stata una sottovalutazione del personaggio e ne è prova la patetica nota di
Migliavacca, ipocrita e surrettizia,con la quale si esalta il lavoro svolto da Principe come capogruppo in consiglio regionale. Un
riconoscimento manifestamente consolatorio, una presa per i fondelli da manuale
che,opportunamente,Principe ha respinto
considerandolo un epitaffio politico per il
quale non ha urgenza. Ora sul carattere di
Principe si può dire e scrivere più di quanto si è detto e scritto,giustamente o ingiustamente, ma il giudizio sulla competenza
politica,sulle capacità amministrative,sul
grado di cultura di governo non può essere messo in discussione. E' anche vero
che,oggettivamente, spostare Principe da
Palazzo Campanella a Montecitorio avrebbe implicato il totale silenzio accomodante
del gruppo PD in consiglio regionale . Se
Migliavacca e D'Attorre volevano essere
credibili e non ipocriti potevano almeno aggiungere che,per il lavoro svolto come caSandro Principe
pogruppo PD in consiglio regionale,Sandro
Principe rappresenta una riserva da spendere e mettere in campo alle prossime regionali per il centrosinistra,quando sarà, e
non è detto che si dovrà aspettare la fine della legislatura. Può anche darsi che contro Principe abbia giocato l'antica pregiudiziale antisocialista, dura a morire nei nipotini di Togliatti e di Fanfani. Il sostegno dato a Magorno non va comunque interpretato come una ripicca contro i bersaniani che gli hanno negato la deroga ma autorizza a pensare, realisticamente, che i "renziani" hanno fatto un nuovo acquisto che
farà certamente sentire ancora il suo peso e i numeri di cui dispone. Per ora l'epitaffio l'ha scritto lui sulla candidatura di qualcun altro.a
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PRIMARIE IN CALABRIA
MA QUALE SUCCESSO?
di partito, come ha fatto a farsi votare in massa in quartieri di Catanzaro dove non ha
mai messo piede e dove nessuno lo conosce ma in merito alla partecipazione al voto c'è
poco da gioire.
Ha votato,grosso modo,poco più della metà dei cittadini che ha votato alle primarie
per il candidato del centrosinistra a Palazzo Chigi. Si dirà che Bersani è stato votato
da tutto il centrosinistra -e questo spiegherebbe le percentuali bulgare- mentre per le
candidature ha votato solo il PD ma la differenza numerica e quantitativa non si compensa. Senza entrare nel merito di eventuali irregolarità o brogli, ampiamente segnalati per via di seggi poco frequentati a fronte di urne piene, bisogna dare ragione a
Fernanda Gigliotti quando afferma che le primarie in Calabria si sono rivelate più de-
Maurizio Crozza
leterie del male (il porcellum) per combattere il quale erano state invocate. Ma c'è un
altro aspetto da considerare e cioè che la selezione dei candidati nelle realtà locali ha
ulteriormente ristretto la base del consenso. Qual è il valore democratico di una designazione avvenuta sulla base di elenchi e albi non disponibili per tutti e ,anche se disponibili, limitati numericamente ad una percentuale irrilevante rispetto all'elettorato in generale e a quello dello stesso PD in particolare? Così interpretate le primarie
segnano la definitiva acquisizione del controllo del parlamento da parte delle burocrazie dei partiti. Ora che iscritti,militanti e simpatizzanti del PD hanno dato la loro
indicazione per le candidature bisogna vedere cosa ne pensano i potenziali elettori del
PD. L'aria che tira non è delle migliori, con Monti che imperversa sui canali televisivi
e Oltretevere che lo benedice. Bersani non sa che pesci prendere e fa finta di non essere preoccupato.Vediamo quale metafora gli suggerisce il comico Maurizio Crozza,il
più autentico interprete del pensiero bersaniano.
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ALLEANZA PDL-UDC
IPOCRISIE NATALIZIE
liturgie politiche. Anche in questa occasione il
partito di Pierferdinando Casini è rimasto ambivalente rispetto agli scenari futuri.Resta in
piedi sia l'alleanza con il PDL in Calabria sia
l'opzione,in un governo futuro,di governare insieme a Bersani sempre se non toccherà nuovamente a Monti.
L'ambiguità dell'UDC nasce da uno stato di
necessità, nel senso che da una parte è troppo
presto per rompere con Scopelliti ( o,almeno,la
prima mossa non tocca all'UDC) e dall'altra
non c'è alcuna certezza che Bersani esca dalle
urne con i numeri giusti per andare a Palazzo
Chigi. In questa ambiguità sopravvive la giunta guidata da Scopelliti ,negli ultimi tempi scossa da duri scontri in consiglio fra esponenti del
PDL e dell'UDC soprattutto sui temi della sanità.
L'alleanza,insomma,perde colpi e non è un mistero per nessuno meno che per l'europrlamentare Gino Trematerra,segretario regiona-
Antonio Gentile
Gino Trematerra
le dell'UDC,e il senatore Antonio Gentile ,coordinatore regionale vicario del PDL in Calabria,i
quali hanno firmato un melenso fervorino natalizio ,affidato alla stampa, per rassicurare
sull'armonia che regna all'interno dell' alleanza e sugli impegni di governo che saranno mantenuti. Non a caso sia Trematerra che Gentile
vivono prevalentemente a Roma per cui dell'aria che tira in Calabria hanno una percezione approssimativa e,comunque,"de relato".
Nessuno,per esempio,ha detto loro che se il sindaco Occhiuto vuole rompere a Cosenza col
PDL controllato dai Gentile,il PD ha già offerto i voti che servono per cambiare maggioranza.Ma , secondo tradizione, le letterinedi Natale
sono piene di buoni propositi e quella,a firma
congiunta di Gentile e Trematerra, va letta con
questo spirito e con tutta l'indulgenza che merita l'ipocrisia della politica nel giorno di Natale.
Probabilmente ci sarà una tregua elettorale fino al 25 febbraio ma sarà una tregua armata.
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E PRINCIPE DIVENTÒ RENZIANO
sando il successo delle primarie per Palazzo Chigi.
Ma per Magorno è scattata una imprevista sponsorizzazione da parte di Sandro Principe che,notoriamente, i numeri li conosce molto bene e li ha sempre saputi gestire al
meglio. Principe alle primarie ha sostenuto palesemente
Bersani e non è dato sapere se la sponsorizzazione di
Magorno serve a Principe per proiettarsi in scenari diversi da quelli bersaniani oppure è la messa in atto di una rottamazione a freddo di altre candidature, come prima risposta indiretta alla deroga negatagli per potersi candidare al parlamento. Non solo.Pare che anche Stefania
Ernesto Magorno
Covello,figlia del più noto padre già senatore,goda dell'appoggio di Sandro Principe e non deve essere evidentemente un impedimento per Principe il fatto che tutor romano della Covello è quel
Fioroni plenipotenziario di ascendenze democristiane. Una
mossa che a livello locale spariglia non poco i giochi, soprattutto se si considera a chi è potuta dispiacere, nel PD, la candidatura "rosa" di Stefania Covello sostenuta da Principe in
contrapposizione ad altre candidature "rosa". Potrebbe anche esserci una interpretazione più nobile, politicamente, della scelta di Principe e potrebbe essere quella di rompere con
la nomenclatura dei feudatari locali del PD che tiene in ostaggio elettorale il partito e fare il padre nobile di due new entry che rappresentano,comunque,uno svecchiamento e una
riqualificazione del PD nella sua rappresentanza parlamenStefania Covello
tare. Comunque sia quella di Principe è una mossa politicamente indovinata che produrrà i suoi effetti. Migliavacca e
D'Attorre avranno ancora modo di complimentarsi con lui.
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DUBBI E SOSPETTI NEL PDL
SE SCOPELLITI SI CANDIDA
andato.Dovrebbe capeggiare una lista al Senato strategicamente incardinata al disegno di
Berlusconi di far mancare la maggioranza assoluta a Bersani, sempre che sia lui a vincere le
elezioni e ad accaparrarsi il 55 per cento dei seggi della Camera. Scopelliti né conferma né smentisce ma ha mille ragioni per preferire Palazzo Madama, a Roma, a Palazzo Alemanni ,a
Catanzaro. Pare che Berlusconi abbia bisogno di lui e, come i tacchini a Natale, i consiglieri regionali trepidano.Intanto l'alleanza
con l'UDC di Casini sarà fortemente a rischio dopo il voto di febbraio.Si aggiungano le difficoltà serie che la giunta non riesce a governare,dalla sanità ai trasporti,ai rifiuti, all'acqua e ai buchi lasciati dalla Sorical,per non dire di quello che potrà venir fuori dalle carte che la Guardia di Finanza ha prelevato da Palazzo
Campanella e che riguardano l'utilizzo dei fondi assegnati ai gruppi consiliari.Quelli, per intenderci, che hanno messo nella merda
la Regione Lazio,la Lombardia e il Piemonte. Dal pozzo nero dei
conti regionali può venir fuori di tutto, da 15 anni fa in avanti ,e
Beppe Scopelliti
poter avere l'opzione per il Senato potrebbe essere una grande opportunità per Scopelliti. Per il resto la battaglia elettorale che
Berlusconi vuole condurre si gioca sui numeri del Senato, dove punta ad essere determinante,da solo o insieme alla Lega, per le sorti del governo.
Ha dunque bisogno Berlusconi di candidati che tirano e Scopelliti in Calabria viene considerato un grande convogliatore di voti, se si fa riferimento ai voti raccolti alle regionali del 2010
con la lista "Scopelliti presidente"..Ovviamente alla sorte e alle decisioni di Scopelliti sono appesi tutti quelli della maggioranza che siedono a Palazzo Campanella. Ed è difficile stabilire con
quanta gioia saluteranno la probabile candidatura di Scopelliti a capolista per il Senato.
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LA TROMBATURA
DI LARATTA
PD in combutta con i politici feudatari del partito c'è l'esclusione dell'uscente Franco Laratta, sia pure per una manciata di voti. Quello che bisogna dire e riconoscere-e non vuole
essere l'onore delle armi- è che
Franco Laratta è stato forse l'unico parlamentare che ha interpretato, al di là del merito, con dignità
e consapevolezza il mandato conferitogli dal corpo elettorale.Ne sono testimonianza gli interventi effettuati nel corso della legislatura
sui temi più direttamente connessi ai problemi della Calabria,senza per questo chiudersi nei provincialismi di corto respiro e nei
calcoli di convenienza. La sua
esclusione rappresenta una selezione a rovescio, se è vero che l'oFranco Laratta
biettivo era fare emergere i migliori
e i più capaci.Senza nulla togliere
ai primi 4 eletti che,loro malgrado, sono la prova provata che il partito è in
mano all'apparato e a chi esercita potere nelle istituzioni grazie ai mezzi di
cui dispone.
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