Atti Parlamentari — XVI LEGISLATURA — ALLEGATO B 10471 AI RESOCONTI miele, come evidenziato da indagini in corso della procura di Torino, impegna il Governo: a riammettere, alla luce dei risultati della sperimentazione Apenet, i prodotti neonicotinoidi per la concia delle sementi di mais anche in Italia, unico Paese comunitario in cui tutti i prodotti sono contemporaneamente sospesi; ad attuare specifiche misure di vigilanza sull’impatto ambientale e sanitario delle pratiche di controllo dei patogeni del mais messe in atto in sostituzione all’uso di semente conciata, con particolare riferimento all’uso di geodisinfestanti e insetticidi fogliari. (7-00250) « Bellotti ». * * * ATTI DI CONTROLLO Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 GENNAIO 2010 il costruttore Luigi Zunino che prometteva due grandi parchi, un centro congressi, un tram ecologico che avrebbe attraversato il quartiere, un cinema multisala è finito sull’orlo del crack con la conseguenza che chi è andato a viverci combatte ancora per avere i servizi minimi essenziali, in una sorta di enorme cantiere dove lavori faraonici procedono con tempi biblici; centinaia di appartamenti restano sfitti, il boulevard centrale – nei progetti gli Champs Elysèes di Santa Giulia – è un viale desolato, i negozi in vendita o in affitto. Il progetto del grande parco poi è fermo da sempre, il tram veloce ed ecologico non si farà mai; ma soprattutto grava il sospetto che la zona, inquinata dall’ex azienda chimica Montedison, non sia stata del tutto bonificata. Sotto Santa Giulia ci sarebbero ancora rifiuti nocivi e sullo sfondo l’ombra della criminalità organizzata –: se corrisponda al vero quanto sopra riferito; PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Interrogazioni a risposta scritta: ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: da un articolo di stampa pubblicato sul sito www.corriere.it risulta che i residenti del quartiere Milano Santa Giulia, lamentano il mancato completamento del progetto urbanistico dell’architetto inglese Norman Foster che avrebbe dovuto fare di Santa Giulia una specie di città ideale, sintesi tra « i ritmi della vita urbana e la quiete della natura », proiettandola verso l’Expo 2015, e che invece resta incompiuto a causa di fatture false, fondi neri ed inchieste della magistratura; quali iniziative si intendano assumere per assicurare la massima trasparenza sui nomi delle società appaltatrici e subappaltanti per le opere di Expo 2015 e per gli importi dei relativi lavori; quali controlli siano previsti e quali siano stati effettuati sull’impresa di cui in premessa; quale sia la situazione relativa alla bonifica della zona. (4-05805) MARAN e LENZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione. — Per sapere – premesso che: da una recente e approfondita indagine giornalistica del settimanale l’Espresso (n. 3 del 2010) emerge il quadro di una gestione finanziaria della Presidenza del Consiglio, a dir poco, non proprio attenta ai rigori della finanza Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO B 10472 AI RESOCONTI pubblica, incoerente rispetto ai tagli imposti alle altre amministrazioni dello Stato e palesemente in contrasto con uno stile di rigore e sobrietà che ci si attenderebbe alla luce della crisi economica internazionale e agli effetti che sta producendo sulla società e l’economia italiana; tra i dati più eclatanti emergono: la lievitazione dei costi complessivi, arrivati a 4 miliardi e 294 milioni a fine 2008 e aumentati ancora nel 2009; la crescita a dismisura delle consulenze e degli incarichi a figure estranee alle pubbliche amministrazioni e con curricula non sempre esemplari o, ancora i 1.600 lavoratori in distacco da altri ministeri e amministrazioni, con un numero complessivo di personale impiegato che arriva 4.500 unità, 1.440 in più rispetto a quanto previsto nella pianta organica; spese milionarie per l’organizzazione di eventi mediatici; carriere improvvisate e ingiustificate; secondo tale ricostruzione, emergerebbe inoltre che, mentre vengono create strutture ad hoc per giustificare nuovi incarichi affidati ad esterni all’amministrazione, molti funzionari di ruolo risulterebbero inutilizzati; anche con riferimento alla gestione delle strutture di missione, che ammontano a circa trenta, risulterebbero sprechi e disfunzioni –: quali siano i dati ufficiali relativi alla gestione finanziaria e del personale della Presidenza del Consiglio dei ministri, analizzando nel dettaglio l’evoluzione di tali indicatori nel corso degli ultimi anni e gli effetti sulla finanza pubblica; se non ritenga necessario, qualora confermato il quadro delineato dalla citata inchiesta giornalistica, un urgente intervento di verifica e ridimensionamento delle spese della Presidenza del Consiglio dei ministri, in linea con i tagli imposti a tutte le altre amministrazioni dello Stato e nel rispetto delle difficoltà economiche che hanno investito complessivamente il Paese. (4-05806) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 GENNAIO 2010 SBAI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: si è perpetrato un gravissimo episodio di violenza e tortura, ai danni di Said Stati di nazionalità marocchina, che risiedeva a Gavardo, in provincia di Brescia, all’interno del centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) nella notte fra il 28 e il 29 dicembre 2009, denunciato dai co-presidenti dell’organizzazione per i diritti umani gruppo EveryOne gruppo internazionale di cooperazione per i diritti umani; la vittima risiede in Italia da oltre 19 anni, ha sempre lavorato, pagato le tasse e rispettato i suoi doveri civici. Tutti i suoi parenti vivono nel nostro Paese: la madre e sei fratelli che sono tutti sposati, con figli. Durante il terremoto che ha colpito Salò nel 2005, Said ha perso la casa, la fabbrica dove lavorava ha chiuso e Said, con moglie e due figli piccoli, pur avendo fatto strenue ricerche, non ha più trovato in tempo, un’occupazione alternativa; quando il suo permesso di soggiorno è scaduto egli è quindi divenuto « clandestino », e reo di immigrazione clandestina secondo quanto sancito dalla legge n. 94 del 2009 (pacchetto sicurezza) e, pertanto, l’11 novembre 2009, Said è stato arrestato e condotto al centro identificazione ed espulsione (CIE) di Gradisca d’Isonzo, dove è stato identificato e a seguito di convalida, ha ricevuto un decreto di espulsione; Said quindi, è ricaduto nella piena applicazione dell’articolo 14. Esecuzione dell’espulsione del testo unico sull’immigrazione n. 286 del 1998 secondo cui al comma 1. « Quando non è possibile eseguire con immediatezza l’espulsione mediante accompagnamento alla frontiera ovvero il respingimento, perché occorre procedere al soccorso dello straniero, accertamenti supplementari in ordine alla sua identità o nazionalità, ovvero all’acquisizione di documenti per il viaggio, ovvero per l’indisponibilità di vettore o Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO B 10473 AI RESOCONTI altro mezzo di trasporto idoneo, il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso il centro di identificazione e di espulsione più vicino » ed al comma 5 – prima sostituito dal comma 1, dell’articolo 13, della legge 30 luglio 2002, n. 189 e poi modificato dalla lettera l), del comma 22, dell’articolo 1, della citata legge 15 luglio 2009, n. 94 in materia di sicurezza pubblica secondo cui « La convalida comporta la permanenza nel centro per un periodo di complessivi trenta giorni. Qualora l’accertamento dell’identità e della nazionalità, ovvero l’acquisizione di documenti per il viaggio presenti gravi difficoltà, il giudice, su richiesta del questore, può prorogare il termine di ulteriori trenta giorni. Anche prima di tale termine, il questore esegue l’espulsione o il respingimento, dandone comunicazione senza ritardo al giudice. Trascorso tale termine, in caso di mancata cooperazione al rimpatrio del cittadino del Paese terzo interessato o di ritardi nell’ottenimento della necessaria documentazione dai Paesi terzi, il questore può chiedere al giudice di pace la proroga del trattenimento per un periodo ulteriore di sessanta giorni. Qualora non sia possibile procedere all’espulsione in quanto, nonostante che sia stato compiuto ogni ragionevole sforzo, persistono le condizioni di cui al periodo precedente, il questore può chiedere al giudice un’ulteriore proroga di sessanta giorni. Il periodo massimo complessivo di trattenimento non può essere superiore a centottanta giorni. Il questore, in ogni caso, può eseguire l’espulsione e il respingimento anche prima della scadenza del termine prorogato, dandone comunicazione senza ritardo al giudice di pace », con notevole allungamento del tempo di permanenza da 90 a 180 giorni in detti centri; il medesimo articolo 14, tuttavia, al comma 2, dispone che « Lo straniero è trattenuto nel centro con modalità tali da assicurare la necessaria assistenza ed il pieno rispetto della sua dignità », senza contare quanto prescrive la Costituzione in materia di rapporti civili all’articolo 13 sull’inviolabilità della libertà personale e Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 GENNAIO 2010 sulle misure inderogabili in caso di restrizione della libertà stessa, punendo, al comma 3, ogni violenza fisica e morale alle persone comunque sottoposte a tali restrizioni quindi anche a chi è tenuto nei centri CIE alla stregua di chi sconta una pena detentiva; grave infatti è l’allarme sull’emergenza delle carceri lanciato recentemente dal Ministro Alfano a seguito di dibattito parlamentare e altrettanto grave è l’allarme sulle condizioni in cui versano gli stranieri trattenuti nei centri di identificazione ed espulsione in attesa di espulsione ed in tempi così lunghi, tempi che secondo l’articolo 23 della citata legge n. 94 del 2009 si applicano ai cittadini extracomunitari « anche se già trattenuti nei centri di identificazione ed espulsione alla data di entrata in vigore della legge » (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 24 luglio 2009); nonostante Said soffra di una grave forma di depressione e il medico curante gli abbia prescritto farmaci curativi, le autorità gli avrebbero negato di assumerli. Said avrebbe raccontato al telefono che nella notte fra il 28 e il 29 dicembre 2009, tre guardie lo hanno prelevato dalla sua cella, conducendolo in un’altra, dove gli è stato intimato di togliersi gli occhiali perché l’avrebbero sottoposto a un pestaggio. Ha inoltre confessato che per dare un esempio agli altri carcerati, è stato consentito ad alcuni detenuti di assistere alla violenza. Anche operatori in servizio presso il Centro hanno presenziato alla violazione dei suoi diritti umani. Said è stato picchiato con inaudita brutalità al capo, al tronco e in diverse altre parti del corpo, con pugni e colpi di manganello. Solo dopo averlo lasciato a terra, pesto e sanguinante, le guardie avrebbero consentito agli operatori di portarlo al pronto soccorso, dove è stato medicato; il centro di identificazione ed espulsione di Gradisca di Isonzo sarebbe stato teatro di ripetute violenze e abusi sugli internati, e già uno di essi aveva videoripreso, il 21 settembre 2009, con un tele- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO B 10474 AI RESOCONTI fonino, le immagini, di un pestaggio di massa da parte delle forze dell’ordine. In quell’occasione, l’episodio venne denunciato presso le sedi competenti in Italia e all’estero sempre dal Gruppo EveryOne e da altre organizzazioni per i diritti umani e i principali quotidiani lo riportarono, assieme alle stigmatizzazioni di autorità politiche e dalla società civile; i rappresentanti del Gruppo EveryOne riferiscono che i trattamenti inumani e degradanti continuano a essere perpetrati dalle autorità per cui sarebbe opportuno che la procura di Gorizia e gli stessi ministeri dell’interno e della giustizia prendano provvedimenti per fare chiarezza sui fatti, punire se del caso i responsabili, e garantire condizioni umane ai trattenuti, soprattutto quelli « rei » di clandestinità per permesso scaduto come il povero Said che non devono essere tenuti in promiscuità con chi viene espulso per reati penali gravi e quindi reo di fattispecie delittuose e comportamenti devianti che potrebbero essere sintomo di personalità violenta e socialmente pericolosa per gli altri; il Gruppo EveryOne ha informato della vicenda di Said il Comitato contro la tortura del Consiglio d’Europa, affinché venga inviata al centro di identificazione ed espulsione in questione quanto prima una commissione ispettiva d’inchiesta ed ha depositato un esposto presso la procura di Gorizia e una memoria all’Alto commissario per i diritti umani e all’Alto commissario per i rifugiati, presso gli uffici di Ginevra delle Nazioni Unite; in uno Stato evoluto e civile, il giovane marocchino attende, distrutto nel corpo e nello spirito, di essere deportato in Marocco, dove non ha parenti né conoscenze. Said è un cittadino che si è comportato in maniera esemplare ha lavorato mantenendo i suoi cari e non ha mai avuto problemi con la giustizia risiedendo da tanti anni in Italia dove una serie di eventi drammatici gli hanno impedito di avere i requisiti per rinnovare, con le attuali disposizioni, il permesso di soggiorno; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 GENNAIO 2010 i suoi figli, un bambino che frequenta la terza elementare e una bimba di tre anni, sono disperati e non si danno pace per la mancanza dell’amato papà, che è stato loro strappato senza che avesse alcuna colpa del mancato rinnovo del permesso. Occorre perciò sia garantire il rispetto dei principi costituzionali sul rispetto della dignità delle persone soggette a restrizione della libertà sia del comma 2, dell’articolo 14, del citato testo unico sull’immigrazione sia evitare che al dolore e alle ingiustizie patite dal giovane marocchino e da tanti altri come lui, si aggiunga un nuovo dramma, che colpirebbe un’intera famiglia incapace di sopravvivere dignitosamente e di porre rimedio ad una situazione così disperata ed irrimediabile –: quali iniziative il Governo intenda intraprendere per far luce su detto deprecabile atto di violenza ai danni di un immigrato trattenuto nel centro di identificazione ed espulsione in premessa assumendo, se del caso le opportune iniziative per sottrarlo ad una sorte segnata e triste anche per i suoi congiunti, anche istituendo un’apposita Commissione ministeriale di inchiesta per la verifica delle condizioni dei centri di identificazione ed espulsione in Italia con costante monitoraggio per scongiurare la violazione dei principi costituzionali e legislativi sulla tutela della persona e della dignità di chi è comunque soggetto a restrizioni della libertà personale; se si intendano assumere iniziative per riconsiderare le normative, citate in premessa, dagli effetti così radicali, come l’espulsione, per chi, come Said Stati, non abbia precedenti penali, abbia vissuto dignitosamente con tutta la sua famiglia e si sia integrato da tanti anni nel tessuto sociale del Paese ma si trovi incolpevolmente in difetto dei requisiti per il rinnovo del permesso di soggiorno, e quindi esposto a misure coercitive, a condizioni di promiscuità con soggetti socialmente pericolosi, a violenze e al rimpatrio, con effetti deleteri sia per l’immigrato stesso che per il nucleo familiare. (4-05808) Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO B 10475 AI RESOCONTI ZACCHERA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: la ex Bemberg è una azienda che a Gozzano (Novara) in un proprio stabilimento occupava in passato più di 2000 dipendenti e produceva filato cupro conosciuto a livello mondiale. Oggi i dipendenti sono ridotti a 170 in capo a F.D.G. (con a capo un commissario straordinario nominato dal Governo) e 260 in capo a B.M.I. in liquidazione (produzione) e PASELL ORTA (immobili). Tutti i lavoratori sono in cassa integrazione, salvo 15 persone addette alla vigilanza; da marzo 2009 la produzione è cessata. I furti all’interno dello stabilimento sono continui e le condizioni dell’azienda sono di totale abbandono; sull’area sono state abbandonate le materie prime di produzione che oggi sono considerati rifiuti speciali. Migliaia di tonnellate tra acido solforico, cloridrico, ammoniaca, soda caustica, oli, amianto e materiale di ogni tipo; l’amministrazione comunale ha emesso un’ordinanza contingibile ed urgente riguardante la rimozione dei liquidi presenti nelle aree esterne della proprietà che non è stata ottemperata dalla proprietà stessa e ha costretto l’amministrazione ad intervenire per il momento rimuovendo l’acido solforico; oggi gli organi competenti (ARPA; ASL; SPRESAL; provincia di Novara, vigili del fuoco) hanno evidenziato l’inderogabile necessità di provvedere in primis alla messa in sicurezza del sito attraverso un’indagine preliminare finalizzata agli interventi di rimozione e smaltimento globale delle migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi e secondariamente alla futura caratterizzazione del sito (già inserito nell’anagrafe regionale e provinciale); è il caso di specificare che il complesso industriale in questione, che si estende per circa 450.000 metri quadri è Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 GENNAIO 2010 ubicato nel cuore del paese e ridosso del Lago d’Orta e nel passato (1926-1929) fu la responsabile ecologica della morte di questo lago per massicce immissioni di ammoniaca che portarono alla scomparsa di ogni presenza ittica. Solo negli anni ’80 la situazione migliorò grazie alla « operazione liming » che riportò il lago alle sue pregresse situazioni chimiche; all’interno dello stabilimento non esiste più un impianto antincendio a seguito di danneggiamento delle relative condotte. E la situazione è aggravata ulteriormente dalla presenza di magazzino di prodotti finiti (filato poliammidico altamente infiammabile) per una valore di circa 4 milioni di euro. Gli addetti alla sorveglianza sono stati rimossi dall’incarico da parte del liquidatore della B.M.I. e parimenti non esiste un apparato tecnico che garantisca quel minimo di manutenzione necessario ad evitare gli ormai evidenti segnali del degrado degli impianti; le associazioni sindacali chiedono tavoli di confronto per far fronte alle esigenza dei lavoratori; alla luce di quanto sopra esposto e in considerazione che il prorogarsi di tale situazione sta plausibilmente creando i presupposti di un vero e proprio « disastro ecologico » al quale l’amministrazione comunale è chiamata ad intervenire purtroppo con risorse e strumenti allo stato attuale inadeguati rispetto alla mole del problema aggravato altresì dalla pressoché incomprensibile responsabilità giuridica dei soggetti sopraccitati ai quali dovranno essere rivolti i provvedimenti con tingibili ed urgenti di competenza del sindaco –: quali interventi intendono effettuare i ministri delle attività produttive, quello dell’ambiente nonché la Presidenza del consiglio per il tramite del Dipartimento per la protezione civile al fine di acquisire ogni utile ed indispensabile notizia per definire il quadro delle azioni e dei soggetti a cui rivolgerle poiché si rischiano pesantissime conseguenze di carattere ambientale, di pubblica sicurezza, occupazionale e finanziario; Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO B 10476 AI RESOCONTI se non si ritiene di dover porre maggiore attenzione al problema dello stabilimento ex Bemberg che ad oggi pare sottovalutato da parte del Governo, anche valutando l’opportunità di inserire la citata, stabilendo tra le aree da bonificare di interesse nazionale. (4-05817) ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che: nel maggio 2008 il cittadino musulmano libanese Alì Sibat si è recato in pellegrinaggio religioso alla Mecca e in altre città sante in terra saudita; a causa della sua attività di mago, che svolge presso la tv libanese, visibile anche in alcuni Paesi arabi, Alì Sibat mentre si trovava in visita a Medina, è stato arrestato dalla polizia e incarcerato con l’accusa di essere uno stregone; in Arabia Saudita sono molte le persone vittime degli spietati precetti del fondamentalismo wahabita; tali precetti prevedono la pena di morte per chiunque professi il politeismo o il paganesimo; queste regole impongono la continua mobilitazione delle speciali unità della polizia religiosa saudita perennemente a caccia di sospetti indovini, amanti del sovrannaturale e adepti della magia nera; i giudici delle corti religiose somministrano la pena capitale per decapitazione; il 2 novembre 2007 è stato decapitato Mustaf Ibrahim, un farmacista condannato a morte per aver tentato un esorcismo capace, riferivano le denunce anonime su cui si è basata la sentenza della corte, di spingere al divorzio una coppia; diverse organizzazioni umanitarie internazionali hanno chiesto la liberazione di Alì Sibat –: quali iniziative il Governo intenda promuovere affinché venga salvata la vita di Alì Sibat; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 GENNAIO 2010 quali iniziative, anche in ambito europeo, siano state promosse dal Governo nei confronti dell’Arabia Saudita riguardo alla gravissima violazione dei diritti umani e contro la pena di morte così diffusamente praticata; se il Ministro interrogato non ritenga urgente intervenire presso il suo omologo saudita per esprimere le preoccupazioni del Governo italiano riguardo a quanto segnalato in premessa. (4-05819) CAZZOLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno, al Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione. — Per sapere – premesso che: il quotidiano Il Sole 24 Ore del 18 gennaio 2010, a pagina 13 in un articolo dal titolo « un milione di permessi senza rinnovo », riportava l’iniziativa di 300 immigrati in sciopero della fame dal 13 dicembre 2009 per denunciare tempi di attesa in cui si troverebbero quasi un milione di stranieri che hanno richiesto il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno; il medesimo quotidiano riportando fonti sindacali, afferma che « un immigrato regolarmente residente in Italia attende mediamente 289 giorni ovvero quasi dieci mesi per rinnovare il proprio permesso »; il limite di tempo di attesa per il rilascio, il rinnovo o la conversione del permesso di soggiorno, secondo il testo unico sull’immigrazione e le modifiche apportate dalla cosiddetta legge Bossi-Fini, dal pacchetto sicurezza e dalla legge n. 94 del 2009, deve essere non superiore ai 20 giorni di attesa; il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’interno, sempre secondo il medesimo quotidiano, stima in 291 giorni l’attesa per rilascio, il rinnovo o la conversione del permesso di soggiorno e recentemente ha avviato una procedura volta a limitare a 45 giorni il periodo di Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO B 10477 AI RESOCONTI attesa. Termine temporale che resta, comunque, più del doppio di quanto previsto dalla normativa vigente; inoltre, il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’interno fa sapere che per quanto concerne gli arretrati delle pratiche inevase per il rilascio di detti permessi di soggiorno, almeno il 50 per cento di queste sarà completato entro il 30 gennaio 2010, mentre per il restante si calcola ci vorranno almeno altri cento giorni di attesa; quanto sopra spiega, in parte, l’esistenza di una « zona grigia » tra lavoro regolare ed irregolare che dipende principalmente da carenze normative e da disfunzioni della pubblica amministrazione; uno Stato che vuole giustamente contrastare la clandestinità e le nuove forme di schiavismo deve mettersi – a giudizio dell’interrogante – nelle condizioni di far rispettare le leggi che le sue istituzioni hanno posto a disciplina e a tutela del lavoro regolare degli immigrati; l’articolo 7 del decreto legislativo del 20 dicembre 2009, n. 198, in materia di « Attuazione dell’articolo 4 della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ricorso per l’efficienza delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici », dispone, per entrambi gli ambiti di applicazione di cui ai commi 1 e 2, che la concreta applicazione del presente decreto... è determinata (...), anche progressivamente, con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze,... » –: Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 GENNAIO 2010 7 del decreto legislativo del 20 dicembre 2009, n. 198, norme volte a scongiurare il verificarsi di situazioni analoghe che potrebbero dare adito ad azioni collettive da parte degli interessati nei confronti delle amministrazioni pubbliche e dei concessionari di servizi pubblici, se a questi derivi una lesione diretta, concreta ed attuale dei propri interessi, dalla violazione di termini o dalla mancata emanazione di atti amministrativi generali obbligatori e non aventi contenuto normativo da emanarsi obbligatoriamente entro e non oltre un termine fissato da una legge o da un regolamento. (4-05820) RIVOLTA, NICOLA MOLTENI, REGUZZONI, POLLEDRI e CROSIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della gioventù. — Per sapere – premesso che: con circolare del 20 novembre 2009, a firma dell’onorevole professor Leonzio Borea, recante « nuove modalità di pagamento per i volontari su conto corrente bancario », l’ufficio nazionale per il servizio civile ha comunicato che « per i volontari avviati a decorrere dal 1o dicembre 2009, i compensi saranno accreditati da questo Ufficio esclusivamente su conto corrente bancario intestato o cointestato al volontario e non più su libretto postale nominativo »; si ricorda che sino al 1o dicembre 2009, le spettanze ai volontari venivano accreditate su apposito libretto di risparmio postale, intestato al volontario; come il Ministro dell’interno, nell’ambito delle proprie competenze, intenda attivarsi per superare le problematiche evidenziate per il rilascio, il rinnovo o per la conversione del permesso di soggiorno ai cittadini stranieri; sempre nella circolare del 20 novembre si può leggere che « Grazie all’accordo tra questo Ufficio e la BNL i volontari potranno aprire un conto corrente bancario (Conto BNL Revolution Under 27) senza spese di canone – sino al compimento di 27 anni – e a condizioni vantaggiose »; se il Governo, nell’ambito delle proprie competenze, intenda considerare le problematiche esposte in premessa, al fine di prevedere nei decreti di cui all’articolo la scelta di mutare le modalità di accredito delle spettanze dei volontari pare sia stata dettata da questioni di carattere finanziario, al fine di eliminare Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO B 10478 AI RESOCONTI la spesa di 500.000 euro prevista nella programmazione finanziaria dell’ufficio nazionale per il servizio civile per l’anno 2009 ed imputata alla « voce n. 4 - Convenzione con Poste Italiane SPA per gestione trattamento economico volontari in servizio civile »; si segnala tuttavia che i cittadini italiani possono chiedere di svolgere servizio civile se aventi un’età minima di 18 anni ed un’età massima di 28. Pertanto numerosi volontari in servizio civile, avendo un’età superiore a 27 anni, non potranno accedere all’accordo tra l’ufficio nazionale per il servizio civile e BNL, e saranno gravati delle spese di tenuta conto; si segnala inoltre che nel « documento di sintesi » del prodotto « conto Revolution under 27 » di BNL è evidenziato come scatti un canone mensile di 6,90 euro nel caso di effettuazione di operazioni allo sportello: non corrisponde quindi al vero quanto affermato nella circolare sopra ricordata circa il fatto che il prodotto bancario offerto da BNL è in via assoluta « senza spese di canone ». Preventivando anche una sola operazione mensile allo sportello da parte dei circa 25.000 volontari in servizio civile nell’anno 2010, ciò comporterà per gli stessi una spesa complessiva di oltre 172.000 euro; ancora più grave il fatto che il « conto Revolution under 27 » risulti gravato dall’imposta di bollo annua di 34,20 euro, come sempre si può evincere dal documento di sintesi del prodotto. Ciò significa che i 25.000 volontari in servizio civile nell’anno 2010 verseranno complessivamente oltre 850.000 euro di imposte di bollo, al fine di permettere un risparmio di 500.000 euro ad Ufficio nazionale per il servizio civile, grazie al non rinnovo del contratto con Poste Italiane SPA (si ricorda che i libretti di risparmio postale sino ad oggi utilizzati non sono gravati da imposta di bollo annuale); le nuove modalità di pagamento dei volontari in servizio civile, ad avviso degli interroganti danno luogo ad un evidente Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 GENNAIO 2010 caso di « trasferimento dei costi » dalla pubblica amministrazione ai singoli cittadini, ed in particolare per i volontari che si trovino nella sfortunata condizione di aver superato i 27 anni di età; la sopra ricordata circolare del 20 novembre appare agli interroganti poco trasparente nella parte in cui afferma l’assenza di « spese di canone » –: quali iniziative intendano adottare per evitare che nei prossimi mesi decine di migliaia di volontari siano costretti a versare centinaia di migliaia di euro in imposte di bollo, che incideranno sui loro magri assegni mensili di 434 euro, al solo fine di permettere un « risparmio » ad Ufficio nazionale per il servizio civile. (4-05821) * * * AFFARI ESTERI Interrogazioni a risposta scritta: FEDI. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che: la comunità italo-australiana ha manifestato, attraverso una petizione che ha raggiunto oltre 15,000 sottoscrittori, la propria ferma opposizione alla prospettata chiusura dei Consolati di Adelaide e Brisbane; i Comitati degli italiani all’estero d’Australia (Com.It.Es.), i rappresentanti al Consiglio generale degli italiani all’estero (C.G.I.E.), i rappresentanti di Associazioni nazionali e regionali e tutte le istanze rappresentative della comunità italiana, hanno unanimemente protestato contro tale scelta del Governo; il Governo federale australiano, i Governi statali ed i Parlamenti federale e degli Stati d’Australia, hanno espresso legittime preoccupazioni per le prospettate chiusure di Adelaide e Brisbane chiedendo una modifica della decisione;