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2. I DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA A VIA DEL GIGLIO
Da piazza della Repubblica a piazza degli Antinori
il percorso ha la forma di
una ‘L’ con il giro di 90° in
senso orario tra via degli
Strozzi e via de’ Tornabuoni.
Da via de’ Rondinelli a via
del Giglio, il percorso ha
la forma di una ‘ L’ con il
giro di 90° in senso antiorario tra via de‘ Rondinelli e via de’ Panzani.
Dalla Colonna dell’Abbondanza nella
centralissima piazza della Repubblica,
che rappresenta l’antico “umbilicus” del
Attraversata via de’ Brunelleschi si accede agevolmente al marciapiede
di via degli Strozzi.
Il marciapiede presenta
una pavimentazione sconnessa con evidenti risalti
di malta in corrispondenza
dei giunti delle lastre.
Queste, si presentano
piuttosto consunte.
La Colonna
dell’Abbondanza.
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m
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Si raggiunge il lato Nord di
piazza della Repubblica.
Poiché su questo lato c’è
una zona delimitata da file di fioriere, tra il marciapiede e la piazza, in cui sono sistemati i tavolini e le
sedie di due caffè, per raggiungere l’angolo si consiglia di camminare lungo le
fioriere anziché sul marciapiede del lato Nord. Si
prende quindi posizione
all’angolo Sud- Ovest dell’edificio per cominciare il
percorso in direzione Ovest .
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castrum romano, ha inizio l’odierna passeggiata. Si percorre
a ritroso per pochi metri la piazza e, attraverso il grande arco
dei portici sul quale campeggia
tuttora una vistosa lastra di
marmo con l’altisonante epigrafe in cui si legge:
L’ANTICO CENTRO DELLA CITTÀ
DA SECOLARE SQUALLORE
A VITA NUOVA RESTITUITO
Bar all’aperto e artisti in
piazza della Repubblica.
Guardando verso Ovest,
scorre davanti, perpendicolare, via de’ Brunelleschi: si attraversa questa
strada senza difficoltà
anche se sono assenti le
strisce pedonali. Compiuto l’attraversamento, ci si
trova sotto i portici di
piazza della Repubblica.
A questo punto, occorre
girare verso Sud, fino all’incrocio con via degli
Strozzi.
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Sotto i portici, nei pressi
della fine dell’attraversa-
si accede nell’elegante via degli
Strozzi, allargata e rettificata alla
fine dell’Ottocento dove, sul cantonale di via de’ Vecchietti, troviamo il Diavolino del Giambologna.
Questo pregevole bronzetto reggistendardo di arredo urbano, fu ordinato da Bernardo Vecchietti al
Giambologna per ricordare un fatto che nel Medioevo ebbe del miracoloso. Era l’anno 1245 quando
in piazza del Mercato Vecchio (oggi della Repubblica) durante una predica di San Pietro Martire contro gli
eretici, per spaventare e disperdere
Palazzo Vecchietti: il Diavolino
del Giambologna (copia).
L’originale si trova nel terrazzo
di Saturno in Palazzo Vecchio.
mento ci sono un cinema
con il bar, una libreria
con un angolo di ristoro
aperta fino a tarda sera
e, piu’ avanti verso sud,
all’angolo con via degli
Strozzi c’è una farmacia.
Si percorre via degli
Strozzi verso Ovest per
circa 30 metri e, prima
dell’incrocio con via de’
Vecchietti, si passa sull’altro lato della strada.
L’attraversamento è segnalato.
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l’enorme folla degli attenti uditori, apparve Satana sotto le sembianze di un
cavallo nero imbizzarrito.
Il domenicano, grande precursore del
Savonarola, resosi immediatamente
conto del pericolo che l’impazzata
corsa dello spirito del male poteva arrecare agli astanti, alzò la mano e fece un largo segno della croce di fronte al cavallo che si fermò all’istante
proprio sulla cantonata del palazzo Vecchietti, per poi svanire nel nulla così
com’era apparso, lasciandosi però dietro
un violento e cattivo odore di zolfo.
San Pietro Martire è l’unico personaggio
Si consiglia di attraversare via degli Strozzi prima
dell’incrocio con via de’
Vecchietti per dirigersi
verso il marciapiede di sinistra (lato sud).
L’attraversamento
non
presenta problemi: la sede stradale è asfaltata e i
marciapiedi sono ad essa
ben raccordati.
Continuando a camminare verso Ovest, dopo pochi passi si attraversa via
de’ Sassetti e si prosegue
per una ventina di metri:
si arriva così fino all’angolo con piazza degli
Strozzi.
Piazza degli Strozzi è una
piazza rettangolare di circa 700 metri quadri che
si affaccia, con il lato
Nord, su via degli Strozzi.
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religioso della storia fiorentina
che ebbe l’onore di essere rappresentato in due sculture su
colonne in piazze cittadine, come quella della Croce al Trebbio
e di Santa Felicita, nonché sulla
facciata della Loggia del Bigallo,
proprio di fronte al Battistero,
dove lo si vede nel miracolo descritto, nell’atto di benedire il popolo fiorentino e fermare il cavallo nero in piena
corsa.
Loggia del Bigallo: l’affresco con San Pietro Martire.
Anche l’attraversamento
di via de’ Sassetti non presenta particolari difficoltà
ad esclusione della contenuta contropendenza in
corrispondenza del raccordo tra sede stradale e
rampette di raccordo.
Scorcio di Palazzo Strozzi.
Sul lato Ovest della piazza
è ubicato Palazzo Strozzi;
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Poco più avanti, dalla parte opposta
della strada, merita sostare in piazza degli Strozzi, in antico denominata piazza
delle Cipolle perché vi si svolgeva il mercato degli ortaggi. Tale slargo prese nome
dal palazzo di questa famiglia che Filippo
di Matteo Strozzi fece erigere a Benedetto da Maiano e Simone del Pollaiuolo detto il ‘Cronaca’, tra il 1489 ed il 1504. L’elegante costruzione, fra le più belle del Rinascimento italiano, si presenta su tre
piani, in grandi bugne di pietra che lo rendono saldo come una fortezza, con finestre a terreno e bifore ad arco nei due ordini superiori: il sobrio cortile con portico
Avanzando con difficoltà,
a causa delle sconnessioni del piano di calpestio,
si giunge in piazza degli
Strozzi (in zona pedonale) attraverso una rampetta che presenta un
leggero risalto.
La pavimentazione lapidea di piazza degli Strozzi è molto sconnessa.
È consigliata la presenza
di un accompagnatore.
La rampa di accesso a Palazzo Strozzi (in legno ricoperta di gomma anti-
su questo lato si trova anche l’ingresso al palazzo.
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Palazzo Strozzi:
lanterna del Caparra.
a colonne lo si deve al ‘Cronaca’, mentre
le bellissime lanterne in ferro battuto collocate il 16 novembre del 1500 sugli angoli esterni del palazzo, furono opera dell’onestissimo ma caparbio fabbro Niccolò
Grosso detto il ‘Caparra’. Il soprannome
gli derivò dal fatto che egli non iniziava
mai nessun lavoro se prima non riceveva
una “caparra”, qualunque fosse la condizione sociale dei suoi clienti.
Da sottolineare, sempre del ‘Cronaca’, il
bellissimo cornicione sottotetto del palazzo, purtroppo incompiuto, con elementi floreali uno diverso dall’altro, che
presenta un aggetto sulla piazza di ben
sdrucciolo) presenta una
pendenza elevata.
L’edificio è stato recentemente dotato di due
ascensori che permettono
di raggiungere il primo livello, dove sono ambientate le mostre. La pavimentazione del percorso
che dall’entrata porta alla
biglietteria e agli ascensori, in lastroni in pietra, è
molto sconnessa.
Al piano primo, per ogni
blocco di bagni (maschi,
femmine), è presente un
L’entrata presenta un
gradino e ai suoi lati,
lungo la facciata si trova
una panca di pietra incastonata nel bugnato.
Fonderia Biondi: lanterna.
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due metri e mezzo.
A proposito di lanterne, è da segnalare
anche quella pubblicitaria raffigurante un
grifone, posta dirimpetto sul cantonale
con via de’ Pescioni, fusa nel 1926 presso
la fonderia fiorentina dei Fratelli Biondi.
servizio igienico per disabili. All’entrata, vi sono
due rampette in legno in
successione di pendenza
elevata. Anche fra il piano
di sbarco degli ascensori e
il piano di calpestio dello
spazio espositivo vi è una
ripida rampetta in legno.
Per accedere a Palazzo
Strozzi è necessario un
accompagnatore.
Opportunità di sosta per
veicoli muniti di contrassegno in piazza degli
Strozzi.
Avanzando per via degli
Strozzi si costeggia la
facciata Nord del palazzo
lungo la quale continua la
panca in pietra già descritta.
Si arriva così all’incrocio
con via de’ Tornabuoni.
All’angolo ci si sposta di
due o tre passi verso Sud
per attraversare via de’
Tornabuoni in direzione
Ovest.
L’incrocio è regolato da
un semaforo non sonoro.
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Palazzo Corsi.
Attraversata via de’ Pescioni, sempre a
destra, si trova Palazzo Corsi rimaneggiato nel 1864 a causa dei lavori di allar-
Riprendendo il percorso
in via degli Strozzi, oltre
alla già rilevata presenza
di sconnessioni sul piano
di calpestio, occorre misurarsi con un marciapiede più stretto.
La marcia su questo tratto di strada è molto faticosa anche con accompagnatore.
Si accede in via de’ Tornabuoni senza difficoltà.
Unico ostacolo, ma superabile, è rappresentato
Effettuato l’attraversamento si gira verso Nord.
Procedendo si attraversano via della Vigna Nuova e
via della Spada.
Si tratta di un attraversamento in zona pedonale,
protetto da una fila di dissuasori, costituiti da pali
collegati da catene blande, posti lungo via de’ Tornabuoni, che ora scorre
parallela alla nostra direzione.
Essendo l’incrocio regolato dal semaforo l’attra10
gamento della strada. In tale frangente
la bella Loggetta del Cigoli che impreziosiva la cantonata del palazzo su via de’
Tornabuoni venne smontata e rimontata
in piazza degli Antinori. Nel palazzo, alla
fine del Cinquecento, nacque il melodramma italiano con la prima rappresentazione de La favola di Dafne, su libretto
di Ottavio Rinuccini; dal 1918 è sede di
una nota banca.
Si prosegue quindi a diritto per raggiungere la famosa ed elegante via de’
Tornabuoni dalle lussuose vetrine fra le
più guardate, dove proprio di fronte, sul
canto mozzo tra via della Vigna Nuova e
dal palo di un semaforo
che restringe il marciapiede in prossimità dell’angolo dell’isolato.
Raggiunto il marciapiede
opposto si attraversano
in autonomia via della Vigna Nuova e via della
Spada.
La pavimentazione di via
de’ Tornabuoni è piuttosto sconnessa a causa del
risalto dei giunti di malta
provocato dalla consunzione delle lastre lapidee.
In corrispondenza dei
versamento deve essere
effettuato con il verde
per evitare di incorrere
nel traffico di servizio che
da via degli Strozzi si im11
via della Spada si può notare il bel tabernacolo secentesco a baldacchino in pietra
serena che si trova proprio sullo sprone
di via de’ Tornabuoni. L’edicola, composta da stili ed elementi architettonici diversi, vede una larga
cornice ad arco ribassato poggiante su due lesene che si alzano da terra, sormontata da una
grande conchiglia sotto la quale,
fra due festoni, si trova una testina di Cherubino. Nella parte
centrale della nicchia sottostanIl tabernacolo di via de’ Tornabuoni.
passi carrai sono presenti delle leggere pendenze
laterali.
Le rampette di raccordo
in corrispondenza dell’incrocio con via de’ Giacomini sono comode.
mette in via della Vigna
Nuova.
te aggetta un puttino, seduto sul timpano di una tenda il cui panneggio è sollevato ai lati da due angioletti, che consente appena la visione interna del
bassorilievo riproducente la Madonna, dispensatrice di grazie,
col Bambino. Sotto, l’iscrizione:
MARIA MATER GRATIAE.
Un locale storico
di via de’ Tornabuoni.
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La presenza di un accompagnatore è consigliata.
Opportunità di sosta per
veicoli muniti di contrassegno lungo alcuni tratti
di via de’ Tornabuoni.
Seguendo lo schema del
percorso, si percorre via
de’ Tornabuoni verso
Nord sul lato Ovest della
strada e, dopo un centinaio di metri, dopo aver
attraversato un vicolo
molto stretto, via de’ Giacomini, ci si trova, in
piazza degli Antinori.
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Avanzando sempre in direzione Nord, dopo circa
40 metri si attraversa via
degli Antinori e si è davanti alla facciata di Palazzo Antinori. Il marcia-
Procedendo a destra, ci spostiamo adesso in piazza degli
Antinori, dal nome della famiglia
che qui ebbe il proprio severo
palazzo che si presenta nelle sue
forme originali quattrocentesche secondo lo stile di Giuliano
da Maiano. Sulla facciata a bugne lisce si aprono due piani di
finestre con al centro lo stemma
nobiliare della casata (il capo losangato d’azzurro in campo
oro); al piano terreno una graPalazzo Antinori.
piede prospiciente il palazzo si restringe perché
lì poggiano i 4 gradini che
portano all’ingresso del
palazzo. Ai lati di questa
breve gradinata, lungo la
facciata, è incastonata
una panca in pietra.
Sul lato Est di piazza degli Antinori, pressappoco
di fronte alla via omonima, si trova la chiesa di
San Gaetano. Per accedere al sagrato si salgono
otto gradini. La facciata è
di pietra grezza e le porte
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ziosa cantinetta-enoteca mostra
una vasta campionatura dei prodotti vinicoli della famiglia.
Antistante al palazzo la chiesa di
San Gaetano, raro esempio di barocco religioso fiorentino che si erge sopra un’ampia e riposante scalinata. Nella parte alta della
secentesca facciata in pietra forte,
opera di Gherardo Silvani, fra le
sculture ornamentali, i cartigli ed i
profili delle tre porte in marmo
bianco di Carrara, domina lo stemLa chiesa di San Gaetano.
sono affiancate da colonne rastremate. Si può
toccarle e sentire il rilievo
dei canali.
Per attraversare via de’
Tornabuoni si consiglia di
chiedere assistenza in
quanto non sono presenti attraversamenti segnalati.
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ma della famiglia Medici sormontato
dalla corona granducale toscana. Tale
ornamento speciale nella gerarchia no-
Lo stemma granducale della
famiglia Medici sulla facciata della chiesa di San Gaetano.
In via de’ Tornabuoni, si
trovano vari negozi di alta moda.
È presente anche una
galleria che passa sotto i
palazzi, all’interno dell’isolato, e sbuca in via delle Belle Donne, strada
parallela a via de’ Tornabuoni. Per localizzare l’ingresso della galleria si
possono calcolare circa
70 metri dall’incrocio con
via della Spada.
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biliare, venne istituito nel 1569 da papa
Pio V appositamente per Cosimo I de’
Medici al quale fu conferito, col titolo di
“Altezza Serenissima”. La nuova corona
andava pertanto a frapporsi, nella scala
dell’aristocrazia, fra il titolo di principe e
quello di duca, mostrando per la prima
volta al centro del lucente e prezioso
cerchio gentilizio anziché il fiorone con
la perla, il giglio fiorentino. L’aureo ornamento del capo dei granduchi era riccamente ornato con smeraldi, rubini e
perle, da apparire un vero gioiello d’oreficeria che ostentava la magnificenza
di casa Medici. Il raffinato diadema pur-
Via de’ Tornabuoni
da piazza degli Antinori.
Palazzo Antinori ospita al
piano rialzato una cantinetta e un bar.
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troppo sparì con l’occupazione
napoleonica.
Sulla destra della chiesa di
San Gaetano si trova l’accurata, classicheggiante loggetta
del Cigoli, originariamente, come già accennato, posta sull’angolo di via de’ Tornabuoni
con via degli Strozzi. Lodovico
Cardi detto il Cigoli, pittore,
scultore, architetto, fu uno degli ultimi artisti a rappresentare
il Rinascimento.
La loggetta del Cigoli
all’incrocio con via de’ Corsi.
Mantenendo il lato Ovest
della strada si procede
verso Nord, si attraversa
via del Trebbio e si prosegue nella stessa direzione
per via de’ Rondinelli.
Alla fine di via de’ Rondinelli ci troviamo rivolti
verso Nord, all’incrocio di
questa strada con via dei
Banchi che scorre verso
Ovest e che, confluendo
alla fine di via de’ Rondinelli, forma con questa
un angolo acuto. Via de’
Panzani scorre perpendi18
Continuando a diritto si entra in via de’
Rondinelli, che percorriamo fino ad incontrare via de’ Panzani, così chiamata
per le case che qui avevano i Da Panzano, ramo dell’antica famiglia Firidolfi.
Dopo aver compiuto un primo tratto di
questa strada che conduce alla stazione,
svoltando a sinistra all’altezza di via del
Giglio, si ha l’opportunità di scegliere la
deviazione per recarsi in piazza Santa
Maria Novella, o continuare il percorso
base.
Attraversata senza particolari difficoltà la stretta
via del Trebbio ci si immette in via de’ Rondinelli. Il marciapiede asfaltato, sebbene stretto, si
percorre abbastanza bene. Gli unici problemi sono
rappresentati da irregolarità puntuali in corrispondenza di tombini mal raccordati al piano di calpestio e da alcune imperfezioni del manto di asfalto.
In corrispondenza dell’angolo dell’isolato tra via de’
Rondinelli e via dei Banchi
colare anch’essa verso
Ovest , al di là di via dei
Banchi, dalla quale è separata da un ampio marciapiede.
Si svolta quindi verso
Ovest, si percorre via dei
Banchi per circa 15 metri
e poi si attraversa questa
strada verso Nord. Raggiunto l’ampio marciapiede, si sentirà davanti un
traffico perpendicolare di
solito molto intenso: si
tratta di via de’ Panzani.
Arrivati sull’ampio marciapiede di forma trian19
L’imboccatura di via de’ Rondinelli: a sinistra il
palazzo Adorni Braccesi, a destra quello dei Pasquali
con i rispettivi stemmi sulle cantonate.
il marciapiede presenta
una accentuata pendenza
laterale e, dopo la svolta,
si restringe alquanto rendendo difficoltosa la mobilità autonoma.
Il transito è reso ancora
più difficile dalla presenza, in corrispondenza della curva, di un tombino ribassato rispetto al piano
di calpestio che occupa
una buona parte della superficie del marciapiede e
che può provocare - se
non si è molto prudenti o
non si è accompagnati - la
golare che separa via dei
Banchi da via de’ Panzani, si hanno quasi di fronte dei telefoni pubblici a
scheda applicati alla barriera che protegge il
marciapiede dalla strada.
Si inizia a percorrere via
de’ Panzani in direzione
Nord, si mantiene il lato
Ovest della strada e si va
avanti fino all’incrocio
successivo, quello con via
del Giglio.
Qui il percorso base, che
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Scorcio della cupola di S. Maria del Fiore da via
de’ Panzani. In primo piano, chiesa di S. Maria Maggiore.
perdita del controllo della
sedia a ruote per improvviso calo di aderenza di
una delle ruote posteriori.
Si rischia, in questo caso
di deviare d’improvviso
verso la sede stradale.
La pavimentazione di via
dei Banchi in lastre di pietra serena con finitura rigata produce delle fastidiose vibrazioni.
L’attraversamento di via
dei Banchi è disagevole
per la presenza di risalti di
altezza eccessiva, di contropendenze in corrispon-
continua verso Est per
via del Giglio attraversando via de’ Panzani, offre la possibilità di effettuare una deviazione per
raggiungere altre mete:
essa, infatti, ci porta ancora più a Nord per via
de’ Panzani fino a piazza
dell’Unità Italiana e poi
verso Sud fino a Piazza
Santa Maria Novella.
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Via del Giglio.
denza di entrambe le rampette di raccordo e a causa del manto stradale molto rimaneggiato (costituito parte da asfalto, parte
da cubetti di porfido).
Ulteriori problemi derivano dalla quasi costante
presenza di motorini sulle
strisce pedonali sul lato
del marciapiede verso via
de’ Panzani. Questa strada presenta la medesima
pavimentazione in lastre
di pietra serena già descritta che rende il cammino poco confortevole.
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Dalla Colonna dell`Abbondanza nella