Istituto Ercole Marelli Via Livigno 11 Milano Ricordo del prof. Domenico Bologna A L L EGAT O AL N U M ERO AN N O 5 1 2 0 0 5 -2 0 0 6 vita stressante di vigilanza e sostegno, aveva ottenuto di dimettersi da questo incarico per poter dedicare un po’ di tempo ai suoi figli e alla sua famiglia e non essere costretto a dover riempire le serate telefonando alle famiglie degli studenti che durante la giornata non riusciva a rintracciare Nelle prime settimane di settembre , pur essendo sollevato dall’incarico aveva continuato ad adoperarsi per il buon funzionamento della scuola e si era già reso disponibile nella commissione composizione classi, lavoro gravoso all’inizio dell’anno scolastico e nella commissione elettorale . Il giorno 23 settembre 2005 all’età di 47 anni il Prof. Domenico Bologna docente di diritto ed Economia e collaboratore del Preside ci ha lasciato stroncato da un infarto. Tutto il personale della scuola gli studenti ed ex studenti, i genitori si sono stretti alla moglie ed ai suoi due figli Giampaolo e Margherita , alla mamma e alla sorella . Questa edizione speciale vuole essere una testimonianza del grande segno che Domenico è stato ed è nella nostra vita scolastica quotidiana e la prova che un uomo vero, serio e retto , come ha più volte detto il Dirigente Scolastico Prof. Franco Barbero lascia in tutti un segno indelebile e la certezza di una positività della vita. Per tratteggiare la sua figura professionale e umana abbiamo pensato di ripercorrere le attività da lui svolte nel nostro istituto che descrivono con precisione la ricchezza professionale e umana del nostro caro collega . Da anni era collaboratore del Dirigente Scolastico e il suo ruolo era quello di mantenere i contatti tra la presidenza, i docenti e gli studenti, quello che una volta era il compito del Preside. Pertanto il suo ruolo era fondamentale per il buon andamento della vita scolastica e per la vita didattica della scuola . Per questa ragione si prodigava in tutti i modi per mantenere i contatti con i coordinatori, aiutarli nel loro gravoso compito di “collanti” nei consigli di classe , collaborava a chiarire il ruolo sempre più autonomo e determinante dei consigli di classe ormai sciolti dai vincoli nei confronti del collegio docenti e della presidenza, ma anche ormai soli nell’attuazione di provvedimenti , proposte o attività di recupero e di intervento didattico Da questo anno, dopo quattro anni di Abbiamo scartabellato nei suoi numerosi appunti e abbiamo trovato raccolti con ordine indirizzi e segnalazioni. Infatti sua costante preoccupazione era che i ragazzi potessero vedere in atto ciò che imparavano sui libri o in laboratorio per cui una delle sue preoccupazioni era portare i ragazzi fuori dalla scuola per scoprire le varie realtà presenti nel territorio . Abbiamo pensato di descrivere la sua figura attraverso tre attività a lui particolarmente care : Le visite al Tribunale e l’analisi del Regolamento d’Istituto da lui elaborato La visita alla Ducati di Bologna da lui così caldamente sollecitata Le visite al P.I.M.E. e L’adozione a distanza da lui promossa Grazie Domenico per la tua presenza non dimenticheremo la tua amicizia con ognuno di noi Le visite in tribunale amore per la Legge Ogni anno Il prof. Bologna si recava con i suoi studenti al Tribunale di Milano dove assistevano ai processi e “respiravano” il clima del palazzo di giustizia. Spesso raccontava agli studenti di come, fin da bambino frequentava le aule del tribunale affascinato da processi e dal desiderio che la giustizia potesse essere fatta. Insegnava agli studenti il valore altissimo della legge e l’importanza del rispetto del diritto per una convivenza civile e pacifica. Nel nostro ambito aveva steso insieme con altri docenti il regolamento d’istituto che conosceva a memoria e che applicava con scrupolosità, anche quando ad occhi poco sensibili sembravano preoccupazioni eccessive. Spesso i ragazzi combinavano guai così evidenti e così indifendibili che sembrava non esserci spazio per la difesa, ma lui richiamava sia gli studenti sia i docenti al rispetto della Legge e quindi al diritto alla difesa per tutti. Credeva nella Legge, nella Giustizia ed era un indomabile sostenitore del metodo giuridico. A volte, nel contesto di quotidiana anarchia e qualunquismo, sembrava un idealista, ma anche i ragazzi più discoli rispettavano il suo rigore e la certezza della Giustizia Visita alla Ducati Dopo ricerche e contatti telefonici il Professore è riuscito ad organizzare una visita alla Ducati leggiamo di seguito le ragioni di tale iniziativa da lui scritte su un foglio trovato tra i suoi incartamenti “Consentire agli studenti di conoscere il mondo del lavoro e le realtà aziendali famose in tutto il mondo Conoscere gli studenti in momenti non strettamente scolastici per una più efficace azione educativa Cogliere risorse e potenzialità che in classe sono rimaste inespresse Soddisfare una esigenza emersa in sede di accertamento degli interessi degli studenti Consentire una maggiore conoscenza e socializzazione Acquisire lo stile comportamentale in un contesto produttivo • Acquisire conoscenze su: • la lavorazione meccanica • l’assemblaggio di un motore •il rodaggio del motore Pagina 2 •l’assemblaggio del veicolo •il collaudo finale di una motocicletta Impegnare alcuni studenti in prima persona nell’organizzazione e nella realizzazione della visita Tradurre it/ing o ing/it della scheda di presentazione della visita predisposta sul sito web della Ducati spa Relazionare sulle diverse fasi di lavorazione osservate in uno stabilimento produttivo ” A volte queste motivazioni sono scritte sulla carta, ma non si verificano nella realtà, invece queste preoccupazioni da lui così meticolosamente elencate sono state puntualmente prese in considerazione ed hanno rappresentato la chiave di lettura dell’iniziativa. Gli studenti sono stati molto colpiti dalla proposta sia per il prestigio della Società conosciuta in tutto il mondo sia per il fascino che le moto e i motori suscitano nei ragazzi . Questa sua preoccupazione pedagogica attenta anche alla loro formazione professionale e preoccupata di suscitare in loro curiosità ed interessi, capace di ridare o riconfermare le ragioni, a volte un po’ dimenticate, di un impegno scolastico Ricordiamo che in quei venti di giorni dall’inizio dell’anno scolastico si era già attivato per realizzare, nell’ambito del progetto accoglienza, una visita didattica a Crespi d’Adda che univa un aspetto prettamente professionale con quello ambientale – naturalistico e si stava adoperando per renderla fattibile anche dal punto di vista finanziario. Visita al P.I.M.E. e adozione a distanza A cura dalla professoressa Marisa Fontanesi Da alcuni anni il Prof. Bologna ha proposto ai colleghi del “Marelli” di aderire al progetto di adozione a distanza di un bambino dei “paesi poveri”, sostenuto dall’Ufficio Aiuto Missioni P.I.M.E. di Milano. Un altro esempio concreto di attenzione e di generosità di Domenico verso i ragazzi bisognosi, le cui famiglie non possono affrontare le spese per l’istruzione scolastica. Con il nostro contributo abbiamo garantito un’istruzione di base, che è sicuramente il primo passo per un avvenire migliore, a un bambino del Ban- gladesh,-di MONDAL. nome PIAL Responsabile del progetto è Padre Arturo Speciale che a DHAKA, con altri volontari,offre alle famiglie la possibilità di pagare le rette scolastiche per i propri figli, figli che abitano in capanne di pochi metri quadrati e famiglie che svolgono solo lavori saltuari e poco pagati. va il Prof. Bologna ed ora noi colleghi ci prenderemo a cuore di portare avanti la sua iniziativa , sicuri che il “suo” bambino lo ricorderà nelle preghiere e invocherà per lui e la sua famiglia la benedizione del Signore. Padre Arturo raccoglie questi bambini segni SLUMS di Dhaka e dà loro la possibilità di frequentare l’asilo e le scuole elementari. Di tutto questo si occupa- Impegno nell’open day Per la prima volta nel giugno scorso è stato organizzata una giornata aperta in cui si sono esposti i lavori e sono state presentate le attività svolte durante l’anno. Il professor Bologna si è prodigato insieme con altri docenti per il successo dell’iniziati- Ricordo del prof. Domenico Bologna va: ha coinvolto gli studenti di molte classi e anche gli studenti stranieri che hanno allestito un banchetto ( vedi foto) all’entrata della scuola in cui accoglievano i genitori di ragazzi stranieri facendo da interpreti nei casi in cui era necessario. Il suo entusiasmo e la sua dedizione hanno contribuito al successo della giornata . Ha coinvolto con la sua convinzione anche i più scettici. A fine giornata si era proposto di riproporre l’iniziativa in occasione delle prescrizioni di fine anno. Pagina 3 Ricordi Non sono brava a scrivere parole di commiato o di condoglianze, e la frase "non ci sono parole" è terribile, sappiamo tutti che siamo di passaggio, la vita è simile a un tram, la differenza è che non sai quando arriva la tua fermata e devi scendere. Domenico è sceso presto. Mi ricordo che era un tipo calmo credente e ligio a certi valori, la sua fermata sarà sicuramente in un posto pieno di pace e magari è lì seduto su una panchina, sta leggendo il giornale con una gamba accavallata e aspetta. Antilla Di Domenico ho un ricordo che riflette il suo carattere o comunque il suo modo di porsi verso gli altri: mai invasivo, sempre sottovoce, calmo e sincero. Quando sono arrivato al Marelli provenivo dalla scuola media, quindi non sapevo come muovermi né cosa fare. Domenico senza saccenteria né pedanteria mi dava consigli di buon senso, mi indicava le trappole in cui potevo cadere, mi avvertiva discretamente di scadenze, abitudini, problemi burocratici che potevano rendermi, nei primi tempi, più difficile la vita in una scuola superiore. Mi accennava il problema e poi si allontanava o cambiava discorso così da farmi sentire a mio agio e non uno che stava imparando e che quindi potesse cadere nell'imbaraz- Pagina 4 zo del neofita davanti ad un collega più esperto. Poi, con naturalezza, mi chiedeva discretamente se c'ero riuscito, se avevo risolto il problema che mi angustiava e, sennò, offriva soluzioni. Sempre così, discretamente, con gentilezza, schivo e leggero........come la sua anima. sua affettuosa e attenta paternità, una paternità antica e nello stesso tempo vissuta nel quotidiano, quella che permette di appoggiarsi e di avere la certezza di una roccia a cui aggrapparsi. Sono sincero, lo ricordo proprio così. Giovanni Ribaldone Grazie Domenico per la tua testimonianza discreta. Quando mi è stata data la notizia della morte di Domenico non riuscivo a staccarmi dai numerosissimi ricordi di quel collega disponibile, attento e discreto che ha accompagnato la mia vita a volte agitata a volte sfiduciata al Marelli. Mi sono accorta di come alcuni rapporti dati per scontati, fossero invece rocce su cui ho costruito il mio lavoro e la mia persona. Man mano che il tempo passa nel dolore per ciò che è accaduto aumenta la consapevolezza di avere perso un amico. Mi stupisce questa scoperta: ci si aspetta che un amico sia uno che hai scelto dopo anni di verifiche, invece Domenico era un collega, una persona che ho incontrato sul posto di lavoro, ma che nel tempo ha sostenuto e incoraggiato una visione positiva dell’ambiente, dei ragazzi. Parlando con i colleghi ho scoperto come fosse discreto e attento a particolari anche piccoli della vita di tanti. Mi viene in mente la sua bicicletta legata alla staccionata della scuola con il seggiolino per la bimba e come questo fosse il segno della Purtroppo come tutte le presenze discrete e umili si scoprono grandi e forti solo quanto non ci sono più accanto. Franca Galbiati Quando ho sentito la notizia che il professor Bologna Domenico era morto io non credevo, perché l’ho visto il giorno prima. Sergio ed io stavamo al parco a parlare e poi abbiamo visto il professore passare in bicicletta.Lui ha salutato e se n’è andato. Mi dispiace tanto perchè era un buon professore . Sono rimasto male quando ho ricordato che noi con tutta la scuola siamo andati a Bologna, era troppo bello e mi sono divertito tanto. Adesso non lo so che cosa facciamo senza di lui che scompare dalla nostra vita, però rimane sempre nei nostri cuori. Andreiy Korvik, studente classe 2C Ricordi Caro Domenico, scrivo per ripercorrere mentalmente insieme a te, come spesso mi succede in questi giorni, le tappe del nostro incontro professionale ed insieme personale. Immersi nella scuola in una rete di rapporti più o meno superficiali, capita solo con alcune persone - speciali in loro stesse e per noi - che tutto assuma una dimensione diversa. Al di là della quantità delle parole o degli incontri, qualcuno ci entra dentro, in modo sottile ma persistente e non ci lascia più, accompagnandoci, delicatamente, in un dialogo interiore sempre aperto. Così è successo a me con te. Me ne rendo conto ora che il distacco annulla paradossalmente la distanza ed intensifica la tua presenza. Abbiamo lavorato insieme per due anni in Via Livigno, quando io, nell’ambito del progetto relativo alla dispersione scolastica, il sabato tenevo lo sportello di ascolto psicologico per i ragazzi che ne facevano richiesta. Tu eri un formidabile raccordo tra me e loro. Parlavi a loro di questa nuova possibilità, li invitavi a venire, ad affrontare le loro cose e loro, fiduciosi, arrivavano e si aprivano con nuova speranza in un possibile cambiamento. Si fidavano. Si fidavano di te, del tuo parere e grazie a te, si fidavano anche di me e della nuova esperienza, di questa cosa nuova e strana per loro che era il colloquio psicologico, non facile da accettare per i ragazzi, e non solo per i ragazzi! Con gioia condividevamo e assaporavamo i segnali del cambiamento. Più lavoravamo, più ci rendevamo conto Ricordo del prof. Domenico Bologna della grande quantità di lavoro ancora da svolgere ma anziché schiacciarci, questa sensazione ci dava la certezza di percorrere la strada giusta e questo ci motivava ancora di più. Era come gettare un sasso nell’acqua e vedere i cerchi concentrici che da quel singolo, piccolo punto si irradiavano in modo sempre più esteso e via via allargato. Era bello lavorare insieme.Quando finivano le lezioni e ci ritrovavamo per un attimo, nell’improvviso silenzio della scuola, ci guardavamo un po’ stanchi ma in fondo soddisfatti, con una scintilla di rinnovata fiducia e quasi stupiti del lavoro fatto. Con la soddisfazione e la gioia di un lavoro condiviso e sentito da entrambi. Costruire qualcosa insieme, questo mi è stato possibile con te. Qualcosa in cui credevamo profondamente. qui, perchè devo fare cento altre cose. Mi rimane il tuo sguardo pieno di contentezza nel vedere due persone lavorare insieme così, semplicemente e serenamente. Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna perché le parole le immiseriscono… Stand by me, Domenico Silvana Nicolosi Una mattina poi, in centro, alla fine della manifestazione del 25 aprile, ti vedo arrivare in bici, sorridente. Io ero con mio marito, ti sei fermato a parlare un attimo con noi. Quando sei andato via mio marito, che ti vedeva per la prima volta, mi ha detto: “Che bella persona, sono contento che lavori con lui”. E infine ancora un ricordo, tra i tanti. Quest’anno, un giorno di settembre, prima che iniziassero le lezioni, in aula insegnanti Mariangela ed io stavamo lavorando alla formazione classi, carte sparse intorno a noi, fogli pasticciati pieni di correzioni tra le mani. Tu sei arrivato, ci hai sorriso contento e subito dopo sei tornato con due fogli, con stampato 3OA e 3OB. Un piccolo gesto, pieno di attenzione e sollecitudine. Come dire: ci sono anch’io con voi, anche se in questo momento non posso restare Pagina 5 Ricordi …. ♫ ♪ Aquì se queda la clara, la entranable transparencia ♪ de tu querida presencia, ♪ Comandante… ♫ Domenico, da quel terribile 23 settembre a volte il tempo sembra non passare mai; le difficoltà che trovavo nel provare ad esprimere i miei sentimenti sono le stesse che affronto ora, a distanza di quasi tre mesi. Mi manca la tua disponibilità a lavorare con me per indagare, con spirito più educativo che repressivo, sulle questioni a volte complicate che spesso ci troviamo ad affrontare nelle nostre giornate a scuola insieme ai ragazzi. Mi mancano le “passeggiate” lungo i corridoi, durante la vigilanza nell’intervallo, e le tue parole per far capire agli studenti, con grande pazienza, l’importanza del rispetto del divieto di fumo e di tutte le regole necessarie per vivere con gli altri. Mi mancano la tua fermezza, la consapevolezza dell’importanza del ruolo di educatore che l’insegnante deve rivestire soprattutto in un tipo di scuola come la nostra, nel dare il buon esempio, rispettando - in prima persona - le regole stabilite. Mi manca il tuo desiderio di imparare ogni giorno cose nuove, soprattutto in un campo – quello informatico così diverso dal tuo abituale, sempre conscio delle possibilità di migliorare la gestione degli archivi scolastici e di produrre statistiche o grafici realmente significativi. Pagina 6 Mi mancano i ritorni a scuola, dopo la visione di qualche film all’Anteo, e i ritorni da scuola, dopo le nostre riunioni o gli incontri con le famiglie: momenti di scambio di impressioni e di emozioni, in cui sentivo particolarmente vive la tua attenzione e la tua curiosità. Mi mancano le tue battute nei momenti più rilassati, come quelle usate per sdrammatizzare il colloquio per il mio passaggio in ruolo ma che nello stesso tempo mi facevano capire l’attenzione con cui avevi letto il mio elaborato, comprese le citazioni messe per “colorire” un po’ il mio lavoro. Mi manca la tua discrezione nel propormi, quando il tuo incarico ufficiale di collaboratore era già terminato, di lavorare insieme, magari anche poco alla volta nel timore di chiedere “troppo”, per trasmettermi parte delle conoscenze che avevi acquisito negli anni e che volevi fermamente restassero patrimonio della scuola. Sono convinto che ciò che hai provato a costruire con me non è tanto frutto di un rapporto di amicizia (pur presente e purtroppo bruscamente interrotto), ma rappresenta quanto hai tentato con tenacia e determinazione di costruire con tutte le persone che hanno avuto il privilegio di condividere parte della tua troppo breve esistenza. Dovunque tu sia, ti prego di “darmi la carica”, soprattutto nei momenti di difficoltà o di calo di entusiasmo che si possono vivere all’interno del mondo della scuola, per poterti ricordare nel modo che, sono sicuro, più apprezzeresti e cioè continuando a lavorare per una scuola più moderna e sempre più vicina ai bisogni e alle esigenze dei giovani. Un affettuoso, riconoscente e grandissimo ciao da Luciano Luciano Mangiardi Poesie di un improbabile avvenire , ca di un senso ha le sue norme,i suoi regolamenti. fu il ricordo Mancai l'incontro, il grano di un sorriso: di improvvisi attimi ………… Cercavi risposte di me nell’inchiostro dei ver- La giornata si . I momenti già trascorsi, Sulla pagina rimasta senza nome veleggia lieve ricalcano ciò che finora L’ombra silenziosa delle tue domande. era il carattere perseverante di chi caro fu Cinzia Mupo Ogni gesto impresso persisterà nei momenti più importanti della vita, e sarà commemorato in ogni preghiera, Rivolta a chi ci insegnò che ogni giorno bisogna viverlo profondamente, con chiunque ci sia accanto Stefano Karaoui Rinviare l’occasione di un’incontro, perché la forza centripeta del quotidiano ci disperde, ci disorienta: salvo poi capire che quell’incontro sarebbe stato prezioso , avrebbe riscaldato di umana corrispondenza la vita. Ecco il mio rimpianto a malapena comportato dall’ultima immagine di te sorridente, con il mio libro e lo sguardo intenso di vita. “Vieni a trovarmi a scuola, voglio capire le tue poesie”: ma i tempi della vita spesso non coincidono. Addio Domenico: ora non hai più bisogno di risposte, io continuerò a cercarle sebbene ogni giorno s’appesantisca il carico delle domande. Mancai l’incontro: era promessa di risposte che in verità non so dare. È che mi manca la pedalata sicura, quella che tu sapevi condurre nel traffico di vivere, l’abilità nel gioco di freni, l’equilibrio di manubrio che impedisce la caduta. Avrei dovuto dirti che la follia dei venti mi tiene china su un tappeto di granaglia a fissare lo strappo di senso sulla tela. Allora mi avresti ricordato che anche la ricer- Ricordo del prof. Domenico Bologna Pagina 7 Poesie L’inferriata è dove sono gli attori DOVE Chiedo permesso in punta di piedi Il teatro si svuota Chiedo di entrare in punta di piedi A voi la colpa Chiedo permesso alle voci Nutrirvi Chiedo l’umiltà dell’ascolto Si annuisce si È un urlo Piega alle piaghe Un urlo E poi loro Il dolore Il bisogno , la società Accoglie i passi Ha bevuto il sapere del sapore Gli occhi inghiottiscono Lasciando sul lastrico asfaltato i rumori L’aria E poi la bici La rabbia consapevole La bici non è più Il buio appoggiata Antonio Ricci Gli occhi dei bambini Gli occhi Ascoltano Giacciono in assenza Perché noi Perché cosi Ci trascinano dolcemente verso la stanchezza verso il dolore Quante volte si parla della Morte Quanto dolore estrae l’anima dalle parole Quanto dolore dagli occhi Quanto dolore dai ricordi Le parole rompono il silenzio Le parole rompono la solitudine Le parole soffocano le lacrime l’assenza da noi l’assenza da tutti e per inerzia le labbra si muovono restare prendere la parola e abbozza la sfida dimenticando noi e supplire in sé a pedalare con la bici la sua bici contro la miopia consapevole dispositivo di denuncia dell’abbandono si ritrae si scopre , è la fatica si attinge alle nostre forze la bici appoggiata all’inferriata della scuola si sottrae alla debolezza della sofferenza Pagina 8 Antonio Ricci Ricordo del Prof. Franco Manzoni Apparso sul Corriere della Sera del 3 ottobre 2005 Il prof. Franco Manzoni oltre ad essere docente di lettere nel nostro istituto è giornalista presso il Corriere della Sera. Il giorno 3 ottobre è stato pubblicato un suo articolo che tratteggiava la figura di Domenico Bologna lo riportiamo integralmente Aveva fatto della rettitudine, dell’umiltà e della discrezione le ragioni della propria esistenza. A piene mani donava sostegno, amore, comprensione. Aldilà della sua professionalità di docente, stava sempre dalla parte dei più deboli. Scelse di insegnare in periferia, là dove si trovano ragazzi a rischio di disagio psicologico ed economico. Nell’ultimo decennio si attivò in particolare per l’accoglienza e l’integrazione di studenti extracomunitari. Fu un maestro di vita, non solo per i suoi allievi, ma in particolare per i colleghi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Nato nel 1957 a Carpineto Sinello, in provincia di Chieti, Domenico Bologna si diplomò in ragioneria e nel 1976 si trasferì a Milano per iscriversi in Statale a giurisprudenza. Furono anni di sacrifici: per mantenersi agli studi lavorava come scaricatore. Mentre faceva l’ agente di custodia a San Vittore durante l’anno di leva, si laureò in Diritto amministrativo. Proprio in Statale incrociò lo sguardo con la dolcissima Cinzia Bacchin, iscritta anche lei a Legge. Per loro si rivelò l’incontro più importante della vita. Spiega la signora Cinzia : “Rimasi colpita dai grandi valori che Domenico aveva dentro, dal suo spirito di persona virtuosa, saggia, schiva, seria e soprattutto dalla bontà che sgorgava dal suo cuore e dai suoi occhi”. Il matrimonio, celebrato nel ’90, venne allietato dalla nascita dei figli Giampaolo nel ’95 e Margherita nel 2000. Intanto Domenico aveva deciso di non fare l’avvocato, ma di insegnare. Non gli interessava guadagnare di più. Un’autentica missione, la scelta di mettersi al servizio degli altri. Dopo una serie di supplenze annuali nell’hinterland, passò di ruolo nel 1990 come docente di diritto all’Ipsia “Ercole Marelli” di via Livigno, dove è rimasto fino all’improvvisa scomparsa, crudele appunto perché del tutto inattesa. Per anni vicario del preside, si dedicò in modo totale alla scuola fino a divenirne il punto di riferimento. Tutto il “Marelli” è ora in lutto. Il collegio docenti ha approvato all’unanimità l’intitolazione dell’aula magna a Domenico, nonché una giornata a lui dedicata da celebrarsi ogni anno per ricordare anche ai futuri allievi la sua figura. Il collega Giovanni Belella ha proposto la costituzione di una fondazione che porti il suo nome e che sostenga per il momento i due piccoli figli negli studi e poi altri giovani, a cui capitasse purtroppo di trovarsi nelle stesse condizioni. Franco Manzoni Scritte apparse sui muri dell’istituto Iniziativa nata in suo onore LETTURE POETICHE in onore di DOMENICO BOLOGNA Casa della Croce Piazza Valleggio 6 Riva San Vitale (CH) 15 ottobre 2005ore 16.00 Ingresso libero Ricordo del prof. Domenico Bologna Casa della croce Nella splendida cornice di Casa della Croce, alcuni tra i più noti poeti italiani e della Svizzera italiana offrono agli appassionati uno spettacolo poetico in ricordo di Domenico Bologna, docente di diritto e uomo generoso con tutti, prematuramente scomparso. L’evento è organizzato dalla Fondazione Mauritz Ernest Houck in collaborazione con la rivista di poesia e cultura “Schema “ Pagina 9 Gli è stata dedicata l’aula magna Nel primo collegio docenti convocato dopo la sua scomparsa è stato proposto di intitolare l’aula Magna dell’Istituto al Prof. Bologna . L’iniziativa è stata approvata all’unanimità . La targa con la dedica è stata affissa, ma a breve pensiamo di inaugurarla in maniera ufficiale e ricordando la sua figura di uomo e di professore nel luogo che lo ha visto protagonista. Infatti redigeva i verbali del Collegio, elaborava i dati degli scrutini, interveniva con osservazioni, sia sull’andamento didattico, sia sugli interventi disciplinare da adottare, stimolando ad una visione serena e costruttiva. Spesso insieme con il dirigente scolastico convocava i rappresentanti di classe per sollecitare gli studenti ad una partecipazione attiva nella gestione dell’Istituto raccogliendo le proposte e sostenendo, anche con l’esperienza maturata negli anni, il desiderio degli studenti di realizzare o viaggi di istruzione o uscite didattiche. E’ stata aperta una sottoscrizione E’ stato chiesto da molti in che modo poter contribuire all’iniziativa di sostegno alla famiglia. Come accennato nella lettera scritta dalla moglie è stato aperto in data 17 novembre 2005 un c/c n.1000119801/99 intestato. ”Per Gianpaolo e Margherita” presso Banca Intesa Via Farini 56 Chi fosse interessato ad incrementarlo può o fare un accredito diretto o consegnare l’importo alll’ufficio personale alla sig. Jole D’Amelio. ll suddetto libretto è stato dato in custodia dalla scrivente al Prof. Bergamasco. P.s. il ricavato delle offerte al giornale sarà devoluto al conto corrente suddetto. Pagina 10 Dava indicazioni di carattere metodologico sulle norme che regolano la presentazione delle liste per la candidatura al Consiglio d’Istituto o Alla consulta provinciale ricordando i compiti che questi incarichi comportano e la loro importanza. Milano,26 novembre 2005 Ai Cari Studenti I.P.S.I.A. “Ercole Marelli” Commossa, ringrazio anche a nome di Gianpaolo e Margherita per il caloroso affetto e la sentita partecipazione al nostro grande dolore per questo evento così pesante e irrimediabile. Vorrei trovare le parole giuste per dirvi quello che il Prof. Bologna vi direbbe : “ Ragazzi cercate di vivere il meglio che potete. Siate forti, fiduciosi, onesti, volonterosi, comprensivi, spontanei, semplici, pazienti ma soprattutto siate allegri perché la vita è bella e va vissuta intensamente anche se a volte riserva difficoltà e dolori.” Cosa posso dirvi ancora se non quello che già sapete? Il prof. Bologna vi ha voluto tanto bene e avete rappresentato per lui la gioia, la vita, il futuro. Sono sicura che dal Cielo il prof. Bologna vi sorride dolcemente e con la Sua particolare , discreta e attenta cura , resterà per sempre Vostro Amico e Maestro. Grazie di cuore ragazzi! Vi abbraccio e resto unita con voi nel ricordo del caro Domenico. Cinzia Gianpaolo Margherita Milano,26 novembre 2005 Agli Studenti Ai docente al personale non docente Ringrazio a nome di Gianpaolo e Margherita per il sensibile gesto di solidarietà da voi tutti dimostrato. L’importo raccolto a titolo di contributo di sostegno per gli studi scolastici di Gianpaolo e Margherita è stato versato blu libretto di risparmio ordinario al portatore n.1000119801/99 intestato. ”Per Gianpaolo e Margherita” aperto in data 17 novembre 2005 , per l’importo apparente di euro 1785,38 (millesettecentoottantacinque/38 euro) che unisco in copia. Il suddetto libretto è stato dato in custodia dalla scrivente al prof. Bergamasco. Grazie di cuore Cinzia per Gianpaolo e Margherita All. copia libretto risparmio ordinario c.s. p.s. tra qualche tempo, quando mi sarò fatta un po’ una ragione di quello che è successo, verrò a trovarvi per abbracciarvi e ringraziarvi personalmente. Grazie! Grazie ancora ! Cinzia Ricordo del prof. Domenico Bologna Pagina 11 Nel numero 19 della rivista “Valori e Scuola” è apparso questo trafiletto : Per chi desiderasse recarsi a rendere omaggio. Le sue spoglie sono al Cimitero di Bruzzano campo 6 n.644 ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER L’INDUSTRIA E L’ARTIGIANATO ERCOLE MARELLI Via Livigno , 11 20158 Milano Tel. 02 6884122 02 6880792 Fax 02 66803575 E-mail: [email protected] Succursale Via Aldini , 74 20157 Milano Il giornale rinato nel 2002 dalle ceneri dell’ “Ercolino “ è al suo 5 anno di pubblicazioni con 18 numeri e 2 speciali . Il nome Versus è stato scelto perché è usato come incitamento per le squadre o le manifestazioni sportive . www.versusmarelli.tk Noi l’abbiamo scelto perché volevamo lottare non contro qualcuno ma contro la nostra indifferenza e la nostra non voglia di costruire e di impegnarci