Istituto Ercole Marelli
Via Livigno 11 Milano
Ricordo del prof.
Domenico Bologna
A L L EGAT O AL N U M ERO
AN N O 5
1
2 0 0 5 -2 0 0 6
vita stressante di vigilanza e sostegno, aveva ottenuto di dimettersi
da questo incarico per poter dedicare un po’ di tempo ai suoi figli e
alla sua famiglia e non essere costretto a dover riempire le serate
telefonando alle famiglie degli studenti che durante la giornata non
riusciva a rintracciare
Nelle prime settimane di settembre , pur essendo sollevato dall’incarico aveva continuato ad adoperarsi per il buon funzionamento
della scuola e si era già reso disponibile nella commissione composizione classi, lavoro gravoso all’inizio dell’anno scolastico e nella
commissione elettorale .
Il giorno 23 settembre 2005
all’età di 47 anni il Prof. Domenico Bologna docente di diritto
ed Economia e collaboratore
del Preside
ci ha lasciato
stroncato da un infarto.
Tutto il personale della scuola gli
studenti ed ex studenti, i genitori
si sono stretti alla moglie ed ai suoi
due figli Giampaolo e Margherita ,
alla mamma e alla sorella .
Questa edizione speciale vuole essere una testimonianza del grande
segno che Domenico è stato ed è
nella nostra vita scolastica quotidiana e la prova che un uomo vero,
serio e retto , come ha più volte
detto il Dirigente Scolastico Prof.
Franco Barbero lascia in tutti un
segno indelebile e la certezza di
una positività della vita.
Per tratteggiare la sua figura professionale e umana abbiamo pensato di ripercorrere le attività da lui
svolte nel nostro istituto che descrivono con precisione la ricchezza professionale e umana del nostro caro
collega .
Da anni era collaboratore del Dirigente Scolastico e il suo ruolo era quello
di mantenere i contatti tra la presidenza, i docenti e gli studenti, quello
che una volta era il compito del Preside. Pertanto il suo ruolo era fondamentale per il buon andamento della
vita scolastica e per la vita didattica
della scuola . Per questa ragione si
prodigava in tutti i modi per mantenere i contatti con i coordinatori, aiutarli nel loro gravoso compito di
“collanti” nei consigli di classe , collaborava a chiarire il ruolo sempre più
autonomo e determinante dei consigli
di classe ormai sciolti dai vincoli nei
confronti del collegio docenti e della
presidenza, ma anche ormai soli nell’attuazione di provvedimenti , proposte o attività di recupero e di intervento didattico
Da questo anno, dopo quattro anni di
Abbiamo scartabellato nei suoi
numerosi appunti e abbiamo trovato raccolti con ordine indirizzi e
segnalazioni. Infatti sua costante
preoccupazione era che i ragazzi
potessero vedere in atto ciò che
imparavano sui libri o in laboratorio per cui una delle sue preoccupazioni era portare i ragazzi fuori
dalla scuola per scoprire le varie
realtà presenti nel territorio . Abbiamo pensato di descrivere la sua
figura attraverso tre attività a lui
particolarmente care :
Le visite al Tribunale e l’analisi
del Regolamento d’Istituto
da lui elaborato
La visita alla Ducati di Bologna
da lui così caldamente sollecitata
Le visite al P.I.M.E. e L’adozione
a distanza da lui promossa
Grazie Domenico per la tua presenza non dimenticheremo la tua
amicizia con ognuno di noi
Le visite in tribunale amore per la Legge
Ogni anno Il prof. Bologna
si recava con i suoi studenti al Tribunale di Milano
dove assistevano ai processi e “respiravano” il
clima del palazzo di giustizia. Spesso raccontava agli
studenti di come, fin da
bambino frequentava le
aule del tribunale affascinato da processi e dal
desiderio che la giustizia
potesse essere fatta. Insegnava agli studenti il valore altissimo della legge e
l’importanza del rispetto
del diritto per una convivenza civile e pacifica. Nel
nostro ambito aveva steso
insieme con altri docenti il
regolamento d’istituto che
conosceva a memoria e
che applicava con scrupolosità, anche quando ad
occhi poco sensibili sembravano
preoccupazioni
eccessive. Spesso i ragazzi
combinavano guai così
evidenti e così indifendibili
che sembrava non esserci
spazio per la difesa, ma lui
richiamava sia gli studenti
sia i docenti al rispetto
della Legge e quindi al
diritto alla difesa per tutti.
Credeva nella Legge, nella
Giustizia ed era un indomabile sostenitore del
metodo giuridico.
A volte, nel contesto di
quotidiana anarchia e
qualunquismo, sembrava
un idealista, ma anche i
ragazzi più discoli rispettavano il suo rigore e la certezza della Giustizia
Visita alla Ducati
Dopo ricerche e contatti telefonici il Professore è riuscito ad organizzare una visita alla
Ducati leggiamo di seguito le ragioni di tale iniziativa da lui scritte su un foglio trovato tra
i suoi incartamenti
“Consentire agli studenti
di conoscere il mondo
del lavoro e le realtà aziendali famose in tutto
il mondo
Conoscere gli studenti in
momenti non strettamente scolastici per una
più efficace azione educativa
Cogliere risorse e potenzialità che in classe sono
rimaste inespresse
Soddisfare una esigenza
emersa in sede di accertamento degli interessi
degli studenti
Consentire una maggiore conoscenza e socializzazione
Acquisire lo stile comportamentale in un contesto produttivo
• Acquisire conoscenze
su:
• la lavorazione meccanica
• l’assemblaggio di un
motore
•il rodaggio del motore
Pagina 2
•l’assemblaggio
del
veicolo
•il collaudo finale di
una motocicletta
Impegnare alcuni studenti in prima persona
nell’organizzazione
e
nella realizzazione della visita
Tradurre it/ing o ing/it
della scheda di presentazione della visita predisposta sul sito web
della Ducati spa
Relazionare sulle diverse fasi di lavorazione
osservate in uno stabilimento produttivo ”
A volte queste motivazioni sono scritte sulla carta,
ma non si verificano
nella realtà, invece queste preoccupazioni da lui
così
meticolosamente
elencate sono state puntualmente prese in considerazione ed hanno rappresentato la chiave di
lettura dell’iniziativa. Gli
studenti sono stati molto
colpiti dalla proposta sia
per il prestigio della Società conosciuta in tutto il
mondo sia per il fascino
che le moto e i motori
suscitano nei ragazzi .
Questa sua preoccupazione pedagogica attenta
anche alla loro formazione professionale e preoccupata di suscitare in loro
curiosità ed interessi,
capace di ridare o riconfermare le ragioni, a volte un po’ dimenticate, di
un impegno scolastico
Ricordiamo che in quei
venti di giorni dall’inizio
dell’anno scolastico si era
già attivato per realizzare, nell’ambito del progetto accoglienza, una
visita didattica a Crespi
d’Adda
che univa un
aspetto prettamente professionale con quello
ambientale – naturalistico e si stava adoperando
per renderla fattibile anche dal punto di vista
finanziario.
Visita al P.I.M.E. e adozione a distanza
A cura dalla professoressa Marisa Fontanesi
Da alcuni anni il Prof. Bologna ha proposto ai colleghi del “Marelli” di aderire
al progetto di adozione a
distanza di un bambino
dei “paesi poveri”, sostenuto dall’Ufficio Aiuto Missioni P.I.M.E. di Milano.
Un altro esempio concreto
di attenzione e di generosità di Domenico verso i
ragazzi bisognosi, le cui
famiglie non possono affrontare le spese per l’istruzione scolastica.
Con il nostro contributo
abbiamo garantito un’istruzione di base, che è
sicuramente il primo passo per un avvenire migliore, a un bambino del Ban-
gladesh,-di
MONDAL.
nome
PIAL
Responsabile del progetto
è Padre Arturo Speciale
che a DHAKA, con altri
volontari,offre alle famiglie
la possibilità di pagare le
rette scolastiche per i propri figli, figli che abitano in
capanne di pochi metri
quadrati e famiglie che
svolgono solo lavori saltuari e poco pagati.
va il Prof. Bologna ed ora
noi colleghi ci prenderemo
a cuore di portare avanti
la sua iniziativa , sicuri che
il “suo” bambino lo ricorderà nelle preghiere e
invocherà per lui e la sua
famiglia la benedizione del
Signore.
Padre Arturo raccoglie
questi
bambini
segni
SLUMS di Dhaka e dà loro
la possibilità di frequentare l’asilo e le scuole elementari.
Di tutto questo si occupa-
Impegno nell’open day
Per la prima volta nel giugno scorso è stato organizzata una giornata aperta in cui si sono esposti i
lavori e sono state presentate le attività svolte durante l’anno. Il professor
Bologna si è prodigato
insieme con altri docenti
per il successo dell’iniziati-
Ricordo del prof. Domenico Bologna
va: ha coinvolto gli studenti di molte classi e anche gli studenti stranieri
che hanno allestito un
banchetto ( vedi foto)
all’entrata della scuola in
cui accoglievano i genitori di ragazzi stranieri
facendo da interpreti nei
casi in cui era necessario.
Il suo entusiasmo e la sua
dedizione hanno contribuito al successo della giornata . Ha coinvolto con la
sua convinzione anche i
più scettici.
A fine giornata si era proposto di riproporre l’iniziativa in occasione delle
prescrizioni di fine anno.
Pagina 3
Ricordi
Non sono brava a scrivere
parole di commiato o di
condoglianze, e la frase
"non ci sono parole" è terribile,
sappiamo tutti che
siamo di passaggio, la vita
è simile a un tram, la differenza è che non sai quando
arriva la tua fermata e devi
scendere.
Domenico è sceso presto.
Mi ricordo che era un tipo
calmo credente e ligio a
certi valori, la sua fermata
sarà sicuramente in un posto pieno di pace e magari è
lì seduto su una panchina, sta leggendo il giornale
con una gamba accavallata e
aspetta.
Antilla
Di Domenico ho un ricordo
che riflette il suo carattere o
comunque
il
suo
modo di porsi verso gli altri:
mai invasivo, sempre sottovoce,
calmo
e
sincero.
Quando sono arrivato al
Marelli provenivo dalla
scuola media, quindi non
sapevo come muovermi né
cosa fare. Domenico senza
saccenteria né pedanteria
mi dava consigli di buon
senso, mi indicava le trappole in cui potevo
cadere, mi avvertiva discretamente di scadenze, abitudini,
problemi
burocratici che potevano
rendermi, nei primi tempi,
più difficile la vita in
una scuola superiore. Mi
accennava il problema e poi
si
allontanava
o
cambiava discorso così da
farmi sentire a mio agio e
non uno che stava
imparando e che quindi
potesse cadere nell'imbaraz-
Pagina 4
zo del neofita davanti ad
un collega più esperto. Poi,
con naturalezza, mi chiedeva
discretamente
se
c'ero riuscito, se avevo risolto il problema che mi angustiava
e,
sennò,
offriva soluzioni. Sempre
così, discretamente, con
gentilezza, schivo e
leggero........come la sua
anima.
sua affettuosa e attenta paternità, una paternità antica
e nello stesso tempo vissuta
nel quotidiano, quella che
permette di appoggiarsi e di
avere la certezza di una roccia a cui aggrapparsi.
Sono sincero,
lo ricordo proprio
così.
Giovanni Ribaldone
Grazie Domenico per la tua
testimonianza discreta.
Quando mi è stata data la
notizia della morte di Domenico non riuscivo a staccarmi dai numerosissimi
ricordi di quel collega disponibile, attento e discreto che
ha accompagnato la mia vita
a volte agitata a volte sfiduciata al Marelli. Mi sono
accorta di come alcuni rapporti dati per scontati, fossero invece rocce su cui ho
costruito il mio lavoro e la
mia persona. Man mano che
il tempo passa nel dolore
per ciò che è accaduto aumenta la consapevolezza di
avere perso un amico.
Mi stupisce questa scoperta:
ci si aspetta che un amico
sia uno che hai scelto dopo
anni di verifiche, invece
Domenico era un collega,
una persona che ho incontrato sul posto di lavoro, ma
che nel tempo ha sostenuto
e incoraggiato una visione
positiva dell’ambiente, dei
ragazzi. Parlando con i colleghi ho scoperto come fosse
discreto e attento a particolari anche piccoli della vita
di tanti.
Mi viene in mente la sua
bicicletta legata alla staccionata della scuola con il seggiolino per la bimba e come
questo fosse il segno della
Purtroppo come tutte le
presenze discrete e umili si
scoprono grandi e forti solo
quanto non ci sono più
accanto.
Franca Galbiati
Quando ho sentito la notizia
che il professor Bologna Domenico era morto io non
credevo, perché l’ho visto il
giorno prima. Sergio ed io
stavamo al parco a parlare e
poi abbiamo visto il professore passare in bicicletta.Lui ha
salutato e se n’è andato.
Mi dispiace tanto perchè era
un buon professore . Sono
rimasto male quando ho
ricordato che noi con tutta la
scuola siamo andati a Bologna, era troppo bello e mi
sono divertito tanto.
Adesso non lo so che cosa
facciamo senza di lui che
scompare dalla nostra vita,
però rimane sempre nei nostri cuori.
Andreiy Korvik,
studente classe 2C
Ricordi
Caro Domenico,
scrivo per ripercorrere mentalmente insieme a te, come
spesso mi succede in questi
giorni, le tappe del nostro
incontro professionale ed
insieme personale.
Immersi nella scuola in una
rete di rapporti più o meno
superficiali, capita solo con
alcune persone - speciali in
loro stesse e per noi - che
tutto assuma una dimensione
diversa.
Al di là della quantità delle
parole o degli incontri, qualcuno ci entra dentro, in modo sottile ma persistente e
non ci lascia più, accompagnandoci, delicatamente, in
un dialogo interiore sempre
aperto. Così è successo a me
con te.
Me ne rendo conto ora che il
distacco annulla paradossalmente la distanza ed intensifica la tua presenza.
Abbiamo lavorato insieme
per due anni in Via Livigno,
quando io, nell’ambito del
progetto relativo alla dispersione scolastica, il sabato
tenevo lo sportello di ascolto
psicologico per i ragazzi che
ne facevano richiesta. Tu eri
un formidabile raccordo tra
me e loro. Parlavi a loro di
questa nuova possibilità, li
invitavi a venire, ad affrontare le loro cose e loro, fiduciosi, arrivavano e si aprivano
con nuova speranza in un
possibile cambiamento.
Si fidavano.
Si fidavano di te, del tuo
parere e grazie a te, si fidavano anche di me e della nuova
esperienza, di questa cosa
nuova e strana per loro che
era il colloquio psicologico,
non facile da accettare per i
ragazzi, e non solo per i ragazzi!
Con gioia condividevamo e
assaporavamo i segnali del
cambiamento. Più lavoravamo, più ci rendevamo conto
Ricordo del prof. Domenico Bologna
della grande quantità di lavoro ancora da svolgere ma
anziché schiacciarci, questa
sensazione ci dava la certezza
di percorrere la strada giusta e
questo ci motivava ancora di
più. Era come gettare un
sasso nell’acqua e vedere i
cerchi concentrici che da quel
singolo, piccolo punto si irradiavano in modo sempre più
esteso e via via allargato.
Era bello lavorare insieme.Quando finivano le lezioni e ci ritrovavamo per un
attimo, nell’improvviso silenzio della scuola, ci guardavamo un po’ stanchi ma in fondo soddisfatti, con una scintilla di rinnovata fiducia e quasi
stupiti del lavoro fatto. Con
la soddisfazione e la gioia di
un lavoro condiviso e sentito
da entrambi. Costruire qualcosa insieme, questo mi è
stato possibile con te. Qualcosa in cui credevamo profondamente.
qui, perchè devo fare cento
altre cose.
Mi rimane il tuo sguardo
pieno di contentezza nel vedere due persone lavorare insieme così, semplicemente e
serenamente.
Le cose più importanti sono le
più difficili da dire. Sono quelle
di cui ci si vergogna perché le
parole le immiseriscono…
Stand by me,
Domenico
Silvana Nicolosi
Una mattina poi, in centro,
alla fine della manifestazione
del 25 aprile, ti vedo arrivare
in bici, sorridente. Io ero con
mio marito, ti sei fermato a
parlare un attimo con noi.
Quando sei andato via mio
marito, che ti vedeva per la
prima volta, mi ha detto:
“Che bella persona, sono
contento che lavori con lui”.
E infine ancora un ricordo,
tra i tanti. Quest’anno, un
giorno di settembre, prima
che iniziassero le lezioni, in
aula insegnanti Mariangela ed
io stavamo lavorando alla
formazione classi, carte sparse
intorno a noi, fogli pasticciati
pieni di correzioni tra le mani. Tu sei arrivato, ci hai sorriso contento e subito dopo
sei tornato con due fogli, con
stampato 3OA e 3OB.
Un piccolo gesto, pieno di
attenzione e sollecitudine.
Come dire: ci sono anch’io
con voi, anche se in questo
momento non posso restare
Pagina 5
Ricordi
…. ♫ ♪ Aquì se queda la
clara,
la entranable transparencia ♪
de tu querida presencia, ♪
Comandante… ♫
Domenico,
da quel terribile 23 settembre
a volte il tempo sembra non
passare mai; le difficoltà che
trovavo nel provare ad esprimere i miei sentimenti sono
le stesse che affronto ora, a
distanza di quasi tre mesi.
Mi manca la tua disponibilità
a lavorare con me per indagare, con spirito più educativo
che repressivo, sulle questioni
a volte complicate che spesso
ci troviamo ad affrontare
nelle nostre giornate a scuola
insieme ai ragazzi.
Mi mancano le “passeggiate”
lungo i corridoi, durante la
vigilanza nell’intervallo, e le
tue parole per far capire agli
studenti, con grande pazienza, l’importanza del rispetto
del divieto di fumo e di tutte
le regole necessarie per vivere
con gli altri.
Mi mancano la tua fermezza,
la consapevolezza dell’importanza del ruolo di educatore
che l’insegnante deve rivestire
soprattutto in un tipo di
scuola come la nostra, nel
dare il buon esempio, rispettando - in prima persona - le
regole stabilite.
Mi manca il tuo desiderio di
imparare ogni giorno cose
nuove, soprattutto in un
campo – quello informatico così diverso dal tuo abituale,
sempre conscio delle possibilità di migliorare la gestione
degli archivi scolastici e di
produrre statistiche o grafici
realmente significativi.
Pagina 6
Mi mancano i ritorni a scuola, dopo la visione di qualche
film all’Anteo, e i ritorni da
scuola, dopo le nostre riunioni o gli incontri con le famiglie: momenti di scambio di
impressioni e di emozioni, in
cui sentivo particolarmente
vive la tua attenzione e la tua
curiosità.
Mi mancano le tue battute
nei momenti più rilassati,
come quelle usate per sdrammatizzare il colloquio per il
mio passaggio in ruolo ma
che nello stesso tempo mi
facevano capire l’attenzione
con cui avevi letto il mio elaborato, comprese le citazioni
messe per “colorire” un po’ il
mio lavoro.
Mi manca la tua discrezione
nel propormi, quando il tuo
incarico ufficiale di collaboratore era già terminato, di
lavorare insieme, magari anche poco alla volta nel timore
di chiedere “troppo”, per
trasmettermi parte delle conoscenze che avevi acquisito
negli anni e che volevi fermamente restassero patrimonio
della scuola.
Sono convinto che ciò che
hai provato a costruire con
me non è tanto frutto di un
rapporto di amicizia (pur
presente e purtroppo bruscamente interrotto), ma rappresenta quanto hai tentato con
tenacia e determinazione di
costruire con tutte le persone
che hanno avuto il privilegio
di condividere parte della tua
troppo breve esistenza.
Dovunque tu sia, ti prego di
“darmi la carica”, soprattutto
nei momenti di difficoltà o di
calo di entusiasmo che si
possono vivere all’interno del
mondo della scuola, per poterti ricordare nel modo che,
sono sicuro, più apprezzeresti
e cioè continuando a lavorare
per una scuola più moderna e
sempre più vicina ai bisogni e
alle esigenze dei giovani.
Un affettuoso, riconoscente e
grandissimo ciao da Luciano
Luciano Mangiardi
Poesie
di un improbabile avvenire ,
ca di un senso ha le sue norme,i suoi regolamenti.
fu il ricordo
Mancai l'incontro, il grano di un sorriso:
di improvvisi attimi …………
Cercavi risposte di me nell’inchiostro dei ver-
La giornata
si .
I momenti già trascorsi,
Sulla pagina rimasta senza nome veleggia lieve
ricalcano ciò che finora
L’ombra silenziosa delle tue domande.
era il carattere perseverante
di chi caro fu
Cinzia Mupo
Ogni gesto impresso
persisterà nei momenti più importanti
della vita, e sarà
commemorato in ogni preghiera,
Rivolta a chi ci insegnò
che ogni giorno
bisogna viverlo profondamente,
con chiunque ci sia accanto
Stefano Karaoui
Rinviare l’occasione di un’incontro, perché
la forza centripeta del quotidiano ci disperde,
ci disorienta: salvo poi capire che quell’incontro sarebbe stato prezioso , avrebbe riscaldato di umana corrispondenza la vita.
Ecco il mio rimpianto a malapena comportato dall’ultima immagine di te sorridente, con
il mio libro e lo sguardo intenso di vita.
“Vieni a trovarmi a scuola, voglio capire le
tue poesie”: ma i tempi della vita spesso non
coincidono. Addio Domenico: ora non hai
più bisogno di risposte, io continuerò a cercarle sebbene ogni giorno s’appesantisca il
carico delle domande.
Mancai l’incontro:
era promessa di risposte
che in verità non so dare.
È che mi manca la pedalata sicura,
quella che tu sapevi condurre
nel traffico di vivere,
l’abilità nel gioco di freni,
l’equilibrio di manubrio
che impedisce la caduta.
Avrei dovuto dirti
che la follia dei venti mi tiene
china su un tappeto di granaglia a fissare
lo strappo di senso sulla tela.
Allora mi avresti ricordato che anche la ricer-
Ricordo del prof. Domenico Bologna
Pagina 7
Poesie
L’inferriata
è dove sono gli attori
DOVE
Chiedo permesso in punta di piedi
Il teatro si svuota
Chiedo di entrare in punta di piedi
A voi la colpa
Chiedo permesso alle voci
Nutrirvi
Chiedo l’umiltà dell’ascolto
Si annuisce si
È un urlo
Piega alle piaghe
Un urlo
E poi loro
Il dolore
Il bisogno , la società
Accoglie i passi
Ha bevuto il sapere del sapore
Gli occhi inghiottiscono
Lasciando sul lastrico asfaltato i rumori
L’aria
E poi la bici
La rabbia consapevole
La bici non è più
Il buio
appoggiata
Antonio Ricci
Gli occhi dei bambini
Gli occhi
Ascoltano
Giacciono in assenza
Perché noi
Perché cosi
Ci trascinano dolcemente
verso la stanchezza
verso il dolore
Quante volte si parla della
Morte
Quanto dolore estrae l’anima dalle parole
Quanto dolore dagli occhi
Quanto dolore dai ricordi
Le parole rompono il silenzio
Le parole rompono la solitudine
Le parole soffocano le lacrime
l’assenza da noi
l’assenza da tutti
e per inerzia le labbra
si muovono
restare prendere la parola
e abbozza la sfida
dimenticando noi
e supplire in sé
a pedalare
con la bici
la sua bici
contro la miopia
consapevole dispositivo
di denuncia
dell’abbandono
si ritrae
si scopre , è la fatica
si attinge
alle nostre forze
la bici appoggiata all’inferriata della scuola
si sottrae
alla debolezza della sofferenza
Pagina 8
Antonio Ricci
Ricordo del Prof. Franco Manzoni
Apparso sul Corriere della Sera del 3 ottobre 2005
Il prof. Franco Manzoni
oltre ad essere docente di lettere nel nostro
istituto è giornalista
presso il Corriere della
Sera. Il giorno 3 ottobre è stato pubblicato
un suo articolo che
tratteggiava la figura
di Domenico Bologna
lo riportiamo integralmente
Aveva fatto della rettitudine, dell’umiltà e della discrezione le ragioni della
propria esistenza. A piene
mani donava sostegno,
amore,
comprensione.
Aldilà della sua professionalità di docente, stava
sempre dalla parte dei più
deboli. Scelse di insegnare
in periferia, là dove si
trovano ragazzi a rischio
di disagio psicologico ed
economico.
Nell’ultimo
decennio si attivò in particolare per l’accoglienza e
l’integrazione di studenti
extracomunitari. Fu un
maestro di vita, non solo
per i suoi allievi, ma in
particolare per i colleghi
che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Nato nel 1957 a Carpineto
Sinello, in provincia di
Chieti, Domenico Bologna
si diplomò in ragioneria e
nel 1976 si trasferì a Milano per iscriversi in Statale
a giurisprudenza. Furono
anni di sacrifici: per mantenersi agli studi lavorava
come scaricatore. Mentre
faceva l’ agente di custodia a San Vittore durante
l’anno di leva, si laureò in
Diritto
amministrativo.
Proprio in Statale incrociò
lo sguardo con la dolcissima Cinzia Bacchin, iscritta
anche lei a Legge. Per
loro si rivelò l’incontro più
importante della vita.
Spiega la signora Cinzia :
“Rimasi colpita dai grandi
valori che Domenico aveva dentro, dal suo spirito
di persona virtuosa, saggia, schiva, seria e soprattutto dalla bontà che
sgorgava dal suo cuore e
dai suoi occhi”. Il matrimonio, celebrato nel ’90,
venne allietato dalla nascita dei figli Giampaolo
nel ’95 e Margherita nel
2000. Intanto Domenico
aveva deciso di non fare
l’avvocato, ma di insegnare. Non gli interessava
guadagnare di più. Un’autentica missione, la scelta
di mettersi al servizio degli
altri. Dopo una serie di
supplenze annuali nell’hinterland, passò di ruolo nel
1990 come docente di diritto all’Ipsia “Ercole Marelli” di via Livigno, dove è
rimasto fino all’improvvisa
scomparsa, crudele appunto perché del tutto inattesa. Per anni vicario del
preside, si dedicò in modo
totale alla scuola fino a
divenirne il punto di riferimento. Tutto il “Marelli” è
ora in lutto. Il collegio docenti ha approvato all’unanimità l’intitolazione dell’aula magna a Domenico,
nonché una giornata a lui
dedicata da celebrarsi ogni
anno per ricordare anche
ai futuri allievi la sua figura. Il collega Giovanni Belella ha proposto la costituzione di una fondazione
che porti il suo nome e che
sostenga per il momento i
due piccoli figli negli studi
e poi altri giovani, a cui
capitasse purtroppo di trovarsi nelle stesse condizioni.
Franco Manzoni
Scritte apparse sui
muri dell’istituto
Iniziativa nata in suo onore
LETTURE POETICHE
in onore di
DOMENICO BOLOGNA
Casa della Croce
Piazza Valleggio 6
Riva San Vitale (CH)
15 ottobre 2005ore 16.00
Ingresso libero
Ricordo del prof. Domenico Bologna
Casa della croce
Nella splendida cornice di Casa
della Croce, alcuni tra i più noti
poeti italiani e della Svizzera
italiana offrono agli appassionati
uno spettacolo poetico in ricordo
di Domenico Bologna, docente di
diritto e uomo generoso con tutti,
prematuramente scomparso.
L’evento è organizzato dalla
Fondazione Mauritz Ernest
Houck in collaborazione con la
rivista di poesia e cultura
“Schema “
Pagina 9
Gli è stata dedicata l’aula magna
Nel primo collegio docenti
convocato dopo la sua
scomparsa è stato proposto di intitolare l’aula Magna dell’Istituto al Prof.
Bologna .
L’iniziativa è stata approvata all’unanimità .
La targa con la dedica è
stata affissa, ma a breve
pensiamo di inaugurarla in
maniera ufficiale e ricordando la sua figura di uomo e di professore nel
luogo che lo ha visto protagonista.
Infatti redigeva i verbali
del Collegio, elaborava i
dati degli scrutini, interveniva con osservazioni, sia
sull’andamento didattico,
sia sugli interventi disciplinare da adottare, stimolando ad una visione serena e costruttiva.
Spesso insieme con il dirigente scolastico convocava i rappresentanti di classe per sollecitare gli studenti ad una partecipazione attiva nella gestione
dell’Istituto raccogliendo
le proposte e sostenendo,
anche con l’esperienza
maturata negli anni, il
desiderio degli studenti di
realizzare o viaggi di istruzione o uscite didattiche.
E’ stata aperta una sottoscrizione
E’ stato chiesto da molti in
che modo poter contribuire
all’iniziativa di sostegno alla
famiglia.
Come accennato nella lettera scritta dalla moglie è
stato aperto in data 17 novembre 2005 un c/c
n.1000119801/99 intestato.
”Per Gianpaolo e Margherita” presso Banca Intesa
Via Farini 56
Chi fosse interessato ad
incrementarlo può o fare
un accredito diretto o consegnare l’importo alll’ufficio personale alla sig. Jole
D’Amelio.
ll suddetto libretto è stato
dato in custodia dalla scrivente al Prof. Bergamasco.
P.s. il ricavato delle offerte
al giornale sarà devoluto al
conto corrente suddetto.
Pagina 10
Dava indicazioni di carattere metodologico sulle
norme che regolano la
presentazione delle liste
per la candidatura al Consiglio d’Istituto o Alla consulta provinciale ricordando i compiti che questi
incarichi comportano e la
loro importanza.
Milano,26 novembre 2005
Ai Cari Studenti
I.P.S.I.A. “Ercole Marelli”
Commossa, ringrazio anche a nome di Gianpaolo e Margherita per il caloroso affetto e la
sentita partecipazione al nostro grande dolore per questo evento così pesante e irrimediabile.
Vorrei trovare le parole giuste per dirvi quello che il Prof. Bologna vi direbbe :
“ Ragazzi cercate di vivere il meglio che potete.
Siate forti, fiduciosi, onesti, volonterosi, comprensivi, spontanei, semplici, pazienti ma
soprattutto siate allegri perché la vita è bella e va vissuta intensamente anche se a volte
riserva difficoltà e dolori.”
Cosa posso dirvi ancora se non quello che già sapete?
Il prof. Bologna vi ha voluto tanto bene e avete rappresentato per lui la gioia, la vita, il
futuro.
Sono sicura che dal Cielo il prof. Bologna vi sorride dolcemente e con la Sua particolare ,
discreta e attenta cura , resterà per sempre Vostro Amico e Maestro.
Grazie di cuore ragazzi! Vi abbraccio e resto unita con voi nel ricordo del caro Domenico.
Cinzia Gianpaolo Margherita
Milano,26 novembre 2005
Agli Studenti
Ai docente al personale
non docente
Ringrazio a nome di Gianpaolo e Margherita per il sensibile gesto di solidarietà da voi tutti
dimostrato.
L’importo raccolto a titolo di contributo di sostegno per gli studi scolastici di Gianpaolo e
Margherita è stato versato blu libretto di risparmio ordinario al portatore n.1000119801/99
intestato. ”Per Gianpaolo e Margherita” aperto in data 17 novembre 2005 , per l’importo
apparente di euro 1785,38 (millesettecentoottantacinque/38 euro) che unisco in copia.
Il suddetto libretto è stato dato in custodia dalla scrivente al prof. Bergamasco.
Grazie di cuore
Cinzia per Gianpaolo e Margherita
All. copia libretto risparmio ordinario c.s.
p.s. tra qualche tempo, quando mi sarò fatta un po’ una ragione di quello che è successo,
verrò a trovarvi per abbracciarvi e ringraziarvi personalmente. Grazie! Grazie ancora !
Cinzia
Ricordo del prof. Domenico Bologna
Pagina 11
Nel numero 19 della rivista “Valori e Scuola” è apparso questo trafiletto :
Per chi desiderasse recarsi a rendere omaggio.
Le sue spoglie sono
al Cimitero di Bruzzano campo 6 n.644
ISTITUTO
PROFESSIONALE DI
STATO PER L’INDUSTRIA
E L’ARTIGIANATO
ERCOLE MARELLI
Via Livigno , 11
20158 Milano
Tel. 02 6884122
02 6880792
Fax 02 66803575
E-mail:
[email protected]
Succursale Via Aldini , 74
20157 Milano
Il giornale rinato nel 2002 dalle ceneri dell’ “Ercolino “ è al suo 5
anno di pubblicazioni con 18 numeri e 2 speciali .
Il nome Versus è stato scelto perché è usato come
incitamento per le squadre o le manifestazioni
sportive .
www.versusmarelli.tk
Noi l’abbiamo scelto
perché volevamo lottare non contro qualcuno
ma contro la nostra indifferenza e la nostra non voglia di costruire e
di impegnarci
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Ricordo del prof. Domenico Bologna Domenico Bologna