Orchestra della Svizzera italiana Concerti d’autunno di Rete Due Palazzo dei Congressi, Lugano 28 ottobre – 17 dicembre 2009 INDICE 5 I CONCERTI D’AUTUNNO 2009 1 7 MERCOLEDÌ 28 OTTOBRE 7 CALENDARIO 9 ABBONAMENTI E BIGLIETTI 2 3 GIOVEDÌ 5 NOVEMBRE 1 5 OSI 29 GIOVEDÌ 1 2 NOVEMBRE 3 3 GIOVEDÌ 1 9 NOVEMBRE 58 DIREZIONE E STAFF 39 GIOVEDÌ 26 NOVEMBRE 59 CONTATTI 43 GIOVEDÌ 3 DICEMBRE 47 GIOVEDÌ 1 0 DICEMBRE 5 1 GIOVEDÌ 1 7 DICEMBRE CHRISTIAN GILARDI Corno, viola e tromba. Non sono certo questi gli strumenti che siamo abituati a vedere nel ruolo di solista all’interno delle grandi stagioni sinfoniche. E tale novità non può che essere un positivo elemento di curiosità verso il programma 2009 dei Concerti d’autunno di Rete Due, proprio perché attraverso le pagine di Schumann (con l’ardentemente brioso Konzertstück per quattro corni), di Pletnev (con la primizia del suo nuovo Concerto per viola), di Mozart e di Arban (con la leggiadria del Concerto e il virtuosismo delle Variazioni sulla Norma per tromba) potremo scoprire nuove sonorità, nuovi atteggiamenti, nuove determinazioni del fare solistico. Pianoforte, violino e violoncello, invece: questi sì che sono strumenti indubbiamente solistici. E dal mare delle partiture a loro dedicate, ad emergere nei Concerti d’autunno di Rete Due saranno alcune delle migliori e delle più amate – come il Concerto n. 4 di Beethoven o il Concerto per violoncello di Dvoák – affidate alle mani dei più esperti e virtuosi interpreti sulla scena concertistica internazionale. Ma la vera protagonista di questi concerti è, da sempre, l’Orchestra della Svizzera italiana. Affidata ai maestri che più le stanno vicino (Mikhail Pletnev ed Alain Lombard) e ad altri direttori di comprovata esperienza si inoltrerà nel più impegnativo repertorio sinfonico degli ultimi tre secoli. E, come spesso capita, quanto più grande è l’impegno tanto è maggiore la soddisfazione; per chi si trova a suonare o ad ascoltare pagine come la Sinfonia “Praga” di Mozart, la Sinfonia Fantastica di Berlioz, la Sinfonia n. 4 di Brahms o la Nona sinfonia “La Grande” di Schubert. Quest’anno i concerti in abbonamento saranno otto, uno in più degli scorsi anni. Abbonarsi ai Concerti d’autunno di Rete Due non significa solo assistere comodamente seduti ai concerti. Significa anche, e soprattutto, aiutarli a vivere. Per questo consideriamo questa campagna abbonamenti quasi come una sottoscrizione. Perché, grazie al vostro contributo, i Concerti d’autunno e l’OSI continuino a essere un punto di riferimento per la vita musicale della nostra regione. Tutti i concerti verranno trasmessi in diretta su Rete Due. Per alcuni appuntamenti il pubblico avrà inoltre la possibilità di seguire alle 19.30 nella Sala G “Teatrino” del Palazzo dei Congressi un momento introduttivo che vedrà la partecipazione di uno dei musicisti protagonisti delle serate. La Rete Due e la Fondazione per l’Orchestra della Svizzera italiana ringraziano la Città di Lugano, la BSI e la Cornèr Banca per il sostegno dato alla rassegna e augurano al pubblico di trascorrere piacevoli serate in compagnia dell’Orchestra della Svizzera italiana. 5 PRODUTTORE musica sinfonica RSI CALENDARIO OTTOBRE 2009 Mercoledì 28 ore 20.30 Palazzo dei Congressi, Lugano Direttore Alexander Vedernikov Solisti Radovan Vlatkovic, Zora Slokar, Ricardo Serrano, Simone Baroncini; corni Musiche di Schumann, Mahler NOVEMBRE 2009 DICEMBRE 2009 Giovedì 5 ore 20.30 Palazzo dei Congressi, Lugano Direttore Juraj Valuha Solista Andrea Lucchesini pianoforte Musiche di Beethoven, Schubert Giovedì 3 ore 20.30 Palazzo dei Congressi, Lugano Direttore Alain Lombard Musiche di Bartók, Berlioz Giovedì 19 ore 20.30 Palazzo dei Congressi, Lugano Direttore Mikhail Pletnev Solista Sol Gabetta violoncello Musiche di Dvoák, Brahms Giovedì 26 ore 20.30 Palazzo dei Congressi, Lugano Direttore Mikhail Pletnev Solista Alexander Akimov viola Musiche di Pletnev, Šostakovi Giovedì 10 ore 20.30 Palazzo dei Congressi, Lugano Direttore Tomá Netopil Solista Sergei Nakariakov tromba Musiche di Mozart, Arban Giovedì 17 ore 20.30 Palazzo dei Congressi, Lugano Direttore John Axelrod Solista Lilya Zilberstein pianoforte Musiche di Prokof’ev, Strauss, Weill 7 Giovedì 12 ore 20.30 Palazzo dei Congressi, Lugano Direttore Alexander Lazarev Solista Janine Jansen violino Musiche di Webern, Britten, Prokof’ev ABBONAMENTI E BIGLIETTI Abbonamenti a 8 concerti I categoria II categoria III categoria Club Rete Due AVS e abbonati CdT CHF 340.– CHF 250.– CHF 285.– CHF 270.– CHF 180.– CHF 215.– CHF 230.– CHF 140.– CHF 175.– Biglietti per singoli concerti I categoria II categoria III categoria CHF CHF CHF CHF CHF 40.– CHF 30.– CHF 35.– CHF 35.– CHF 25.– CHF 30.– Club Rete Due AVS e abbonati CdT Studenti Media Partner 50.– 40.– 45.– 10.– Riduzioni Gli abbonati al Corriere del Ticino potranno usufruire di una riduzione sugli abbonamenti, consegnando il tagliando compilato che verrà pubblicato sul giornale. La riduzione sui biglietti singoli sarà possibile solo acquistando il biglietto alla cassa serale del Palazzo dei Congressi. Le riduzioni non sono cumulabili. Un ulteriore ribasso del 10% sull’abbonamento verrà concesso agli abbonati a Lugano Festival 2009. Con l’abbonamento ai Concerti d’autunno 2009 si potrà usufruire di un ribasso speciale del 10% sugli abbonamenti a Lugano Festival 2010. Agli abbonati dell’edizione 2008 è data la possibilità di confermare gli stessi posti in abbonamento anche per il 2009 mediante il modulo d’ordinazione allegato. Termine di spedizione 14 settembre 2009 per il rinnovo del vecchio abbonamento. Gli organizzatori considereranno liberi i posti nel caso in cui il modulo d’ordinazione destinato ai vecchi abbonati non venisse inviato entro il termine indicato. La prevendita per i nuovi abbonati avrà luogo giovedì 1. e venerdì 2 ottobre al Palazzo dei Congressi di Lugano 8.00–12.30 / 13.00–17.00. La prenotazione è possibile telefonando allo 091 923 3 1 20 (solo a partire dalle 15.00). Da lunedì 5 ottobre a martedì 6 ottobre 2009 alla RSI, Via Canevascini, Lugano, T 091 803 95 49, negli orari 9.00–1 1.30 / 13.30–16.30. Prevendita biglietti da lunedì 12 ottobre in tutti i punti vendita Ticketcorner (uffici postali, Manor, stazioni FFS) e online www.ticketcorner.com. I biglietti saranno pure in vendita alla cassa del Palazzo dei Congressi la sera dei concerti dalle 19.00. L’iscrizione al Club Rete Due può essere fatta al momento dell’acquisto dell’abbonamento e del biglietto. L’adesione avrà validità immediata e per tutto il 2010. Con riserva di modifiche 9 Gli abbonati che ceneranno al ristorante Parco Ciani prima o dopo i concerti usufruiranno di uno sconto pari al 12% sulla consumazione. Il ristorante prega di mostrare l’abbonamento prima di richiedere il conto. 11 PALAZZO DEI CONGRESSI I categoria II categoria III categoria VIOLINI FLAUTI Anthony Flint Spalla Tamás Major Spalla Walter Zagato Sostituto spalla Andreas Laake 1a parte Hans Liviabella 1a parte Barbara Ciannamea–Monté Rizzi Sostituto 1a parte Maria Cristina Andreae–Ferrarini Chun He Gao Cristina Tavazzi–Savoldo Christa Bohny–Nidecker Irina Roukavitsina Duilio Galfetti Fabio Arnaboldi Katie Vitalie Denis Monighetti Piotr Nikiforoff Alfred Rutz 1a parte Bruno Grossi 1a parte OBOI Marco Schiavon 1a parte Federico Cicoria 1a parte CLARINETTI Paolo Beltramini 1a parte Corrado Giuffredi 1a parte FAGOTTI Vincent Godel 1a parte Alberto Biano 1a parte CORNI Zora Slokar 1a parte Georges Alvarez 1a parte VIOLE Monica Benda 1a parte Ivan Vukcevic 1a parte Matthias Müller Sostituto 1a parte Aurélie Adolphe Andriy Burko TROMBE Sébastien Galley 1a parte vacante TIMPANI Louis Sauvêtre 1a parte VIOLONCELLI Taisuke Yamashita 1a parte Johann–Sebastian Paetsch 1a parte Felix Vogelsang Sostituto 1a parte Beat Helfenberger CONTRABBASSI Ermanno Ferrari 1a parte Enrico Fagone 1a parte Anton Uhle L’ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA L’Orchestra della Svizzera italiana è l’unica presente in Ticino a livello professionale ed è una delle 13 attive in Svizzera. Formata da 41 musicisti stabili, è finanziata dal Cantone Ticino e dalla RSI. Dà vita annualmente alle due stagioni musicali di Rete Due (Concerti dell’Auditorio RSI e Concerti d’autunno al Palazzo dei Congressi di Lugano) e partecipa regolarmente a Lugano Festival e alle Settimane musicali di Ascona. Offre inoltre un’ampia serie di concerti rivolti alla popolazione della regione: dai concerti estivi nelle località più discoste della Svizzera italiana ai concerti per famiglie; dai concerti per le scuole alle collaborazioni su più fronti con il Conservatorio della Svizzera italiana. Due grandi direttori d’orchestra hanno attualmente legato il loro nome all’OSI (Mikhail Pletnev, Primo Direttore ospite e Alain Lombard, Direttore onorario), arricchendola di indubbio prestigio e rendendola attrattiva a livello internazionale. Costituita nel 1935 come Orchestra della Radiotelevisione della Svizzera italiana, nel corso degli anni è stata diretta da personalità quali Ansermet, Stravinskij, Stokowsky, Celibidache, Scherchen e ha collaborato con innumerevoli compositori quali Mascagni, R. Strauss, Honegger, Milhaud, Martin, Hindemith e, in tempi più recenti, Berio, Henze e Penderecki. Nel 1991 ha preso il nome attuale e ha iniziato a mettersi in luce a livello internazionale esibendosi nelle più prestigiose sale di città come Vienna, Amsterdam, San Pietroburgo, Parigi, Milano e Salisburgo. Nel 1999 ha avviato una intensa collaborazione con Alain Lombard, che ha dapprima ricoperto il ruolo di Direttore principale e nel 2005 è stato nominato Direttore onorario. Attualmente l’Orchestra della Svizzera italiana attira a Lugano i grandi nomi del panorama direttoriale e i più celebri solisti del momento, alcuni dei quali sono divenuti ospiti ricorrenti come Martha Argerich, Alexander Vedernikov e Heinz Holliger. Da settembre 2008 l’OSI si avvale della prestigiosa collaborazione di Mikhail Pletnev in qualità di Primo Direttore ospite. 15 LA STORIA Oltre ai tre concerti per pianoforte, violino e violoncello, Schumann scrisse un pugno di lavori ispirati al principio concertante, come questo Konzertstück nato nel fecondo anno 1849 e battezzato il 25 febbraio 1850 al Gewandhaus di Lipsia. Si vuole che in quell’occasione il virtuoso Eduard Pohle eseguisse l’ardua prima parte su un corno naturale, e che solo due dei quattro solisti impiegassero i nuovi corni a chiavi, ma la circostanza resta dubbia. Rinunciando all’introduzione orchestrale, Schumann tuffa a freddo i suoi corni in uno sfrenato allegro (Lebhaft). La successiva Romanza consiste in una sezione a mo’ di corale incorniciata da due apparizioni di un cantabile enunciato da violoncelli e oboi, e ripreso in imitazione dai corni. Il corale, stavolta trasposto a mi maggiore, rispunta nel finale (Sehr Lebhaft); il resto è una cavalcata di scalette e arpeggi dove i corni scialano in agilità e tessitura come virtuosi del bel canto italiano. Un pedale degli archi sostiene una sequenza di quarte discendenti intonate dai legni. Dai clarinetti lontani giunge un motivo di fanfara; mentre le quarte persistono, il motivo passa ai corni e poi alle trombe. Ad introdurre la Prima mahleriana è l’intervallo più arcaico della musica eurocolta: la quarta, base del tetracordo greco, dei modi gregoriani e del canto popolare. Che accordi possono nascere da una sequenza di quarte? Ma forse è proprio questo che vuol rappresentare Mahler: la biblica terra “informe e vuota” prima della Tonalità. Il discorso si sviluppa all’insegna della Stilmischung. Anche una canzonetta di strada, una danza contadina, un raffinato valzer lento alla francese, un canone infantile ironicamente trasposto in minore trovano spazio nel tempio della Grande Forma. Le reminiscenze di giovinezza sfociano nel grido d’angoscia che apre il finale; dopo la scoperta del dolore, l’Io sinfonico ritroverà la pace e l’innocenza nella dura lotta contro i colpi del Destino. Nelle prime tre esecuzioni a Budapest, Amburgo e Weimar, come secondo movimento figurava un idillico Andante a mo’ di serenata, che Mahler illustrò nei programmi di sala parlando di una scena d’amore nel silenzio della notte primaverile. Era la logica prosecuzione di un Allegro comodo inteso a rappresentare “il risveglio della natura nel bosco sul far del mattino”. A partire dalla prima berlinese del 16 maggio 1896, il lavoro fu eseguito nella classica configurazione sinfonica in quattro movimenti, senza quel “Capitolo di Blumine” che fu riciclato più tardi quale brano a se stante. CARLO VITALI Mercoledì 28 ottobre 2009 ore 20.30 Palazzo dei Congressi Lugano DELLA SVIZZERA ITALIANA DIRETTORE ALEXANDER VEDERNIKOV SOLISTI ROBERT SCHUMANN RADOVAN VLATKOVIC CORNO 1 8 10–1 856 ZORA SLOKAR CORNO RICARDO SERRANO CORNO SIMONE BARONCINI CORNO Introduzione al concerto con la partecipazione di Radovan Vlatkovic Sala G “Teatrino” ore 19.30 Konzertstück per quattro corni e orchestra in fa maggiore op. 86 (1849) Lebhaft Romanze: Ziemlich langsam, doch nicht schleppend Sehr lebhaft GUSTAV MAHLER 1 860–1 9 1 1 Sinfonia n. 1 in re maggiore Titan Eine Tondichtung in Symphonie–form (1893) Aus den Tagen der Jugend – Blumen– Frucht– und Dornstücke Frühling und kein Ende Blumine Mit vollen Segeln Commedia Humana Gestrandet! Ein Todtenmarsch in “Callots Manier” Dall’inferno al Paradiso 17 Concerti d'autunno di Rete Due ORCHESTRA ALEXANDER VEDERNIKOV 19 Si è formato al Conservatorio di Mosca, città nella quale ha iniziato la sua attività. Dal 1995 al 2006 è stato direttore artistico e direttore principale dell’Orchestra Filarmonica Russa. Ha diretto prestigiose formazioni internazionali quali la Filarmonica di Tokio, Staatskapelle Dresden, London Philharmonic, BBC Scottish Symphony, Royal Scottish National orchestra, Montreal Symphony, Residenza dell’Aia, Orchestra del Festival di Budapest, Nazionale della RAI di Torino, Orchestra Filarmonica di Bergen, Sydney Symphony, collaborando con solisti come Pletnev, Repin, Bashmet, Gutman, Rostropovich. È stato ospite dei più importanti teatri lirici italiani e del Covent Garden. Attualmente è direttore del teatro Bolshoi e membro del Collegium dei direttori dell’Orchestra Nazionale Russa, formazione con cui ha registrato una serie di Super Audio CD per la Penta Tone Classics. RADOVAN VLATKOVIC Nato a Zagabria nel 1962 ha studiato nell’Accademia della sua città e si è poi diplomato con il massimo dei voti alla Musikhochschule di Detmold. Nel 1983 ha vinto il Primo Premio al Concorso ARD di Monaco, dopo 14 anni primo cornista ad aggiudicarsi questo prestigioso riconoscimento internazionale. A partire da questo momento è iniziata la sua ricchissima carriera internazionale: come solista (con orchestre quali Symphonie Orchester des Bayerischen Rundfunks, Radio Symphonie Berlin, Münchner Symphoniker, English Chamber, BBC, Orchestre de Lyon, Santa Cecilia di Roma, RAI di Torino), come didatta (professore nelle università di Salisburgo, Madrid e Zurigo) e come musicista da camera (con partners quali Andras Schiff, Heinz Holliger, Denès Varjon, Aurèle Nicolet, Gidon Kremer, Vladimir Askenazy e Peter Schreier). ZORA SLOKAR 21 Nata a Berna, ha cominciato a suonare il violino all’età di cinque anni. A sedici ha avuto la prima lezione di corno da suo padre. Poco tempo dopo è entrata nella classe di Thomas Müller alla Hochschule für Musik und Theater di Berna dove, contemporaneamente, ha continuato a studiare violino. Diplomatasi in entrambi gli strumenti si è successivamente perfezionata in corno con Radovan Vlatkovic a Zurigo e Salisburgo. È stata primo corno nella Gustav Mahler Jugendorchester e nella UBS Verbier Festival Orchestra, collaborando con direttori quali Pierre Boulez e James Levine. Importante è pure la sua attività cameristica, condotta nei maggiori festivals europei e con partners quali Gidon Kremer e Martha Argerich. Attualmente è prima cornista dell’Orchestra della Svizzera italiana a Lugano. RICARDO SERRANO Nato a Camaguey, Cuba, nel 1975 si è formato sia in patria (Camaguey e l’Avana) sia in Europa (Mozarteum di Salisburgo ed Escuela Superior de Musica Reina Sofia di Madrid). A più riprese è stato premiato nei maggiori concorsi cubani (Amadeo Roldan e Argeleris Leon) e nel 1995 ha vinto il concorso indetto dalla Orchesta Filarmonica de Cuba. Nel 1999, appena trasferitosi in Europa, ha vinto l’audizione presso l’orchestra “Giuseppe Verdi” di Milano, sotto la direzione di Riccardo Chailly, e ha iniziato a collaborare nel ruolo di primo corno con importanti orchestre europee: Teatro alla Scala di Milano, Filarmonica della Scala, Accademia Nazionale di S. Cecilia a Roma, OSI, Salzburg Chamber Soloists, i Virtuosi Italiani, Teatro Regio di Parma. Dal 2005 è primo corno al Teatro San Carlo di Napoli. SIMONE BARONCINI Si è formato con i più grandi didatti del corno a livello mondiale (Guido Corti, Hermann Baumann, Barry Tuckwell e Radovan Vlatkovic) e ha iniziato la carriera professionale nel 1985 come primo corno presso l’orchestra RAI di Napoli, entrando successivamente a far parte de I Solisti Veneti e, dal 1996, dell’orchestra del Teatro San Carlo di Napoli. In quanto solista si è esibito con diverse orchestre: RAI di Napoli, Accademia di Santa Cecilia di Roma, I Solisti di Zagabria, I Solisti Veneti, Teatro San Carlo di Napoli, Sinfonica di Yamagata Tokyo, London Youth Philharmonic. Ricca è la sua attività di musica da camera (condivisa con musicisti quali Gabriele Cassone, Paolo Grazia, Laura De Fusco e Claudio Scimone) così come quella discografica (dischi per Nuovaera e Fonè). Abbozzato già nel 1805, il Quarto concerto di Beethoven fu ultimato verso la fine del 1806, un vero anno di grazia per quantità e qualità durante il quale videro la luce anche il Concerto per violino, i quartetti Razumowsky e la Quarta sinfonia. Nell’Allegro moderato il solista esordisce imprimendo all’orchestra una possente propulsione imperniata sul tema principale, di cui sono evidenti le affinità ritmico–tematiche con l’attacco della Quinta sinfonia. Il breve Andante con moto è tutto ipnotizzato dall’intensa perorazione lirica del solista, col suo tema carezzevole e implorante. Invano l’orchestra tenta di opporgli la greve inerzia di un soggetto puntato e staccato, perché l’assedio del canto si fa sempre più incalzante fino a sciogliere ogni renitenza. Misteriosa scena drammatica di cui non conosciamo il programma ispiratore, ma che il Riezler collegava al mito di Orfeo. Senza un istante di pausa la commozione è dissipata dall’attacco improvviso di un finale effervescente (Vivace) in classica forma di rondò. Schumann scorgeva nella La Grande un’alternativa all’eredità beethoveniana: “ci conduce in una regione dove non possiamo ricordarci di essere mai stati prima”. Era stato proprio Schumann a scoprirne l’autografo tra le carte di Schubert per poi consegnarlo all’amico Mendelssohn; la prima esecuzione postuma ebbe così luogo nel 1839 al Gewandhaus di Lipsia. La ieratica introduzione dei due corni, a mo’ di corale contrappuntato dai violini in terzine, cede il passo ad un inquieto Allegro non troppo, mentre il secondo tema si annuncia sulle ali di oboi e fagotti con l’ingenuità pastorale di un Ländler. L’ambito della modulazione si aggira, qui come nella movimentata sezione di sviluppo, entro un ambito finemente calibrato: da mi minore a mi bemolle maggiore a mi maggiore. Il secondo movimento (Andante con moto) collega con immediatezza spunti popolareschi improntati al folklore alpino–danubiano e lunghe catene modulanti che obbediscono soltanto alla logica di un fluido melodizzare, mentre nello Scherzo e nel relativo Trio erompe gioioso il piacere del ritmo. Ma è soprattutto il finale, con l’epico dispiegarsi di una fluviale struttura in forma–sonata, a meritare alla sinfonia il suo soprannome. Carlo Vitali Giovedì 5 novembre 2009 ore 20.30 Palazzo dei Congressi Lugano ORCHESTRA 23 Concerti d'autunno di Rete Due DELLA SVIZZERA ITALIANA DIRETTORE Juraj Valuha SOLISTA Andrea Lucchesini pianoforte Introduzione al concerto con la partecipazione di Andrea Lucchesini Sala G “Teatrino” ore 19.30 Ludwig van Beethoven 1770–1827 Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 in sol maggiore op. 58 (1806) Allegro moderato Andante con moto Finale: Rondò (Vivace – Presto) Franz Schubert 1797–1828 Sinfonia n. 9 in do maggiore D. 944 La Grande (1825–28) Con il contributo di Andante – Allegro ma non troppo Andante con moto Scherzo: Allegro vivace Finale: Allegro vivace Juraj Valuha 25 Nato nel 1976, ha studiato composizione, direzione e clavicembalo al Conservatorio di Bratislava, perfezionandosi in seguito a S. Pietroburgo e a Parigi. A partire dal 2003 ha diretto le maggiori orchestre francesi (Opéra National di Montpellier, Orchestre National de France, Philharmonique de Radio–France, l’Orchestre National du Capitole de Toulouse) e negli ultimi anni la sua presenza è stata sollecitata da prestigiosi complessi internazionali, quali l’Orchestre National de Belgique, il Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestre Philharmonique di Monte–Carlo, la Rotterdam Philharmonic, l’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, la Philharmonia Orchestra di Londra, i Münchner Philharmoniker, la Oslo Philharmonic, la Deutsches Sinfonieorchester di Berlino e la Pittsburgh Symphony Orchestra. Juraj Valuha è stato nominato Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI dal novembre 2009 al 2013. Andrea Lucchesini Si è formato alla scuola di Maria Tipo imponendosi all’attenzione internazionale nel 1983 vincendo il Concorso “Dino Ciani” presso il Teatro alla Scala di Milano. Da allora ha suonato con le più importanti orchestre e con direttori quali Claudio Abbado, Semyon Bychkov, Riccardo Chailly, Charles Dutoit, Daniele Gatti, Daniel Harding e Giuseppe Sinopoli. Ha realizzato diverse registrazioni – per BMG, Stradivarius, Avie – con opere dall’Ottocento al presente, dischi che hanno puntualmente raccolto il plauso della critica internazionale. Il particolare interesse di Lucchesini per il repertorio novecentesco è testimoniato dalla scelta dei programmi concertistici, dalle incisioni discografiche e soprattutto dalla stretta collaborazione con compositori quali Luciano Berio, Ivan Fedele, Fabio Vacchi e Joerg Widmann. Nel 1994 ha ricevuto il prestigioso premio “Accademia Chigiana” e nel 1995 il premio della Critica “F. Abbiati”. Vi auguriamo indimenticabili momenti all’insegna dei Concerti d’autunno Cornèr Banca SA, Via Canova 16, 6901 Lugano Tel. 091 800 51 11, www.cornerbanca.com I vostri valori, i nostri valori. Frutto degli studi di Anton von Webern con Arnold Schoenberg, la Passacaglia per orchestra op. 1 fu eseguita per la prima volta sotto la bacchetta dell’autore il 4 novembre 1908 a Vienna. La scelta di una forma antica, che sviluppa una serie di variazioni su un basso ostinato, è un manifesto del rispetto di Schoenberg (e della sua scuola) per la tradizione. Il tema esposto dagli archi in “pizzicato” dà luogo a ventidue variazioni di otto battute ciascuna, concluse da un’ampia coda. Questa primizia di Webern reca tutti i segni distintivi della sua futura produzione: concisione (dura undici minuti), contrappunto distillato, silenzi, orchestrazione di cristallo. È uno dei famosi romanzi in un sospiro di cui parlava il suo maestro. Sulla forma di passacaglia è impostato anche l’ultimo movimento del Concerto per violino (1938) di Benjamin Britten. Scritto durante il viaggio–fuga del compositore in America si compone di un primo movimento sinfonico (Moderato con moto), uno scherzo centrale (Vivace) e una nobile Passacaglia – Andante lento. La prima esecuzione fu assicurata da John Barbirolli (solista il violinista spagnolo Antonio Brosa) il 28 marzo 1940 a New York. È un lavoro che esige dal solista un alto tasso di virtuosismo, tanto che Jasha Heifetz lo dichiarò ineseguibile. L’ultimo movimento rivela il Britten migliore, con accenti personali, profondi e convincenti. “I tromboni introducono il basso in una libera esposizione fugata. Dal basso sgorgano nove variazioni, attraverso le quali il solista riprende una notevole supremazia” (John Evans). È il primo esempio in Britten di uso dell’antica e nobile forma di passacaglia così caratteristica di Purcell, l’altro Orpheus britannicus del Seicento cui Sir Benjamin fu sovente paragonato dai contemporanei. Un potente soffio anima la Quinta sinfonia op. 100 di Sergej Prokof’ev. Il caso volle che durante la “prima” (1 3 gennaio 1945) una salva di artiglieria avvertisse il pubblico assiepato nella Grande sala del Conservatorio di Mosca che l’Armata Rossa aveva passato vittoriosa la Vistola. Così la Quinta fu ribattezzata L’Epica, un lavoro complementare all’altra Quinta, quella di Šostakovi (1937). Fluviale ispirazione melodica, graffiante umorismo, potenza espressiva ben si attagliavano all’ottimismo forzoso dei tempi. Ma sotto la superficie si muovono dubbi e interrogativi: perfino nel finale Allegro giocoso. Anche Prokof’ev credeva nell’uomo; un po’ meno nel “futuro radioso”. Giovanni Gavazzeni Giovedì 12 novembre 2009 ore 20.30 Palazzo dei Congressi Lugano DELLA SVIZZERA ITALIANA DIRETTORE ALEXANDER LAZAREV SOLISTA JANINE JANSEN VIOLINO Anton Webern 1883–1945 Passacaglia per orchestra op. 1 (1908) Benjamin Britten 1913–1936 Concerto per violino e orchestra in re minore op. 15 (1938) Moderato con moto Vivace – Cadenza Passacaglia. Andante lento – con moto Sergej ProkoF’ev 1891–1953 Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore op. 100 (1944) Andante Allegro marcato Adagio Allegro giocoso 29 Concerti d'autunno di Rete Due ORCHESTRA Alexander Lazarev 31 Alexander Lazarev è da annoverare tra i maggiori direttori d’orchestra russi del presente. Ha studiato con Leo Ginsbourg al Conservatorio di Mosca dove si è diplomato con lode, vincendo nel 197 1 il primo premio al concorso nazionale sovietico e la medaglia d’oro, nel 1972, alla Karajan Competition di Berlino. Tra il 1987 e il 1995 Lazarev ha rivestito il ruolo di direttore d’orchestra e direttore artistico del Teatro Bolshoi: il primo dopo ben 30 anni a ricoprire questa doppia funzione. Il periodo sotto la sua direzione è stato contrassegnato per il Bolshoi da un’intensissima attività concertistica, operistica e discografica su scala internazionale. Negli ultimi anni viene regolarmente invitato a dirigere le più importanti orchestre: Filarmonica di S. Pietroburgo, Berliner Philharmoniker, Royal Concertgebouw, Filarmonica della Scala, Orchestre National de France, BBC Symphony, London Philharmonic. La particolarità del suo repertorio è l’audace varietà di generi: Lazarev dirige regolarmente opere dal XVIII secolo fino all’avanguardia. Janine Jansen Nel 2002 il debutto londinese con la Philharmonia Orchestra diretta da Vladimir Ashkenazy ha segnato l’inizio di una delle più importanti carriere musicali del nuovo millennio. Da allora la violinista olandese Janine Jansen ha suonato con le più prestigiose orchestre al mondo (Royal Concertgebouw, Berliner Philharmoniker, London Symphony, New York Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Cleveland Orchestra, NHK Symphony Orchestra di Tokyo) e i direttori più celebri (Maazel, Gergiev, Chailly, Dutoit, Järvi, Harding, Norrington). Ricca è pure la sua attività cameristica, condotta con partners quali Leif Ove Andsnes, Jean–Yves Thibaudet, Mischa Maisky, Julian Rachlin ed Hélène Grimaud. Janine Jansen ha un contratto in esclusiva con la casa discografica Decca e si esibisce suonando lo Stradivari “Barrere” del 1727. Quando Antonin Dvoák vide le cascate del Niagara esclamò: “Ma questa è una sinfonia in si minore!”. Nessuna sinfonia in si minore fra le carte del musicista, nemmeno dopo l’escursione alle celebri cascate. Se manca la sinfonia, esiste però un concerto in questa tonalità, eletta ad evocare cateratte d’acqua. È il concerto in si minore composto durante l’ultimo periodo del soggiorno di Dvoák a New York, nel 1895, poco prima della partenza dal Nuovo Mondo per rientrare definitivamente nel Vec chio – a cui appartengono il colore e i ritmi angolosi delle Danze Slave. L’acqua della cascata ha assunto la voce del violoncello e la tonalità del Concerto op. 104 è in comune con quella della immaginaria sinfonia del Niagara. Il Concerto per violoncello vibra di canto. Un dolore stra ziante raffigura la melodia di un Lied che compare nell’Adagio e riaffiora nel terzo movimento, trasportato alle soglie di un pianissimo. Fu il violoncellista Hanus Wihan quello che spronò il compositore ad ultimare il concerto, eseguito per la prima volta nel marzo del 1896 a Londra. La miglior lode l’espresse il vecchio Johannes Brahms: “Perché non aver saputo per tempo che si poteva scrivere un concerto per violoncello come questo? Se solo lo avessi saputo, avrei potuto scriverne io uno già molti anni fa!”. A quel tempo Brahms aveva già liquidato il genere sinfonico. Ultimo tratto era stato il movimento finale della Quarta Sinfonia concepito come un’ostinata e martellante produzione di variazioni su variazioni da un tema di ciaccona – o di passacaglia – composto di otto semplici battute. È un “canto del destino” che non abbisogna di parole, perché il motto d’ineluttabile fatalità affonda nel corpo stesso dell’orchestra. Lo sguardo sul resto della sinfonia è retrospettivo, per prendere coscienza che i tre movimenti precedenti non attendano altro che saldarsi in un’ideale circonferenza. Come altre creazioni di Brahms, anche la Sinfonia n. 4 fu composta in villeggiatura: fra il maggio e il settembre 1885 a Mürzzuschlag, un villaggio della Stiria dove il Maestro passeggiò due estati fra le montagne, lontano dall’afosa Vienna. Alessandro Taverna Giovedì 19 novembre 2009 ore 20.30 Palazzo dei Congressi Lugano DELLA SVIZZERA ITALIANA DIRETTORE MIKHAIL PLETNEV Antonín Dvoák SOLISTA 1841–1904 SOL GABETTA VIOLONCELLO Danze Slave per orchestra n. 4 in fa maggiore op. 46 (1876–86) Tempo di minuetto n. 2 in mi minore op. 72 Allegretto grazioso n. 8 in sol minore op. 46 Presto Concerto per violoncello e orchestra in si minore op. 104 (1895) Allegro Adagio Finale. Rondò Johannes Brahms 1833–1897 Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 (1884) Con il contributo di Allegro non troppo Andante moderato Allegro giocoso Allegro energico e passionato 33 Concerti d'autunno di Rete Due ORCHESTRA Mikhail Pletnev 35 Pianista, direttore d’orchestra e compositore, è uno dei musicisti più completi oggi in attivi tà. Ha iniziato come pianista vincendo la medaglia d’oro al Concorso Čajkovskij nel 1978, ma ben presto si è dedicato alla direzione. Nel 1990 ha creato l’Orchestra Nazionale Russa, con la quale si è esibito in tutto il mondo. Contemporaneamente ha svolto la carriera di pianista e di direttore ospite delle più prestigiose orchestre, quali la London Symphony, la Los Angeles Philharmonic e i Wiener Symphoniker. La sua ampia discografia comprende diversi recital incisi per la EMI–Virgin Classics e la DGG e il grande repertorio sinfonico registrato con l’Orchestra Nazionale Russa. Da settembre 2008 ha assunto il ruolo di Primo Direttore ospite dell’Orchestra della Svizzera italiana. Sol Gabetta Nata nel 1981 a Cordoba (Argentina) da genitori di origine franco–russa, la carismatica violoncellista Sol Gabetta è da qualche anno protagonista di una prodigiosa carriera internazionale: ha concluso un contratto con l’etichetta SonyBMG, gestisce la direzione artistica di un suo proprio festival ed è regolarmente ospite delle più importanti orchestre al mondo. Nel 2004 ha ricevuto il prestigioso premio “Credit Suisse Young Artist Award”, celebrato con un concerto assieme ai Wiener Philharmoniker e a Valery Gergiev. Nel 2007, con un disco di vari autori per la RCA, si è aggiudicata l’“Echo Klassik Award” e una candidatura ai Grammy Award. Sol Gabetta è stata invitata come solista nei maggiori festival europei e nelle più prestigiose sale quali il Musikverein di Vienna, la Luxembourg Philharmonie e il Louvre di Parigi. Lucasdesign.ch Orgogliosi di dare sicurezza e sereni BANCHIERI SVIZZERI DAL 1873 e da oltre 135 anni ità ai nostri clienti www.bsibank.com Dire “sinfonia da camera” non può sembrare meno contraddittorio che parlare di “ombre luminose” o di “ghiaccio bollente”. Ma, come spesso accade, dietro l’evidente sconcerto di un ossimoro si possono nascondere significati ricchi di senso e di interesse. Alla musica da camera in genere si riconoscono virtù come l’intimità d’espressione, la forza individuale delle singole voci in gioco, l’immediatezza ed essenzialità del messaggio musicale; della musica sinfonica, invece, colpiscono le grandi concezioni formali e orchestrali, l’ampiezza dei contrasti dinamici, la varietà delle colorature timbriche. Come può dunque darsi una via di mezzo? La via di mezzo, per esempio, potrebbe essere percorsa prendendo un’opera da camera, come il Quartetto per archi n. 8 in do minore di Dmitrij Šosta kovi, e dargli un nuovo vestito sonoro, appunto “orchestrale”, trasfe rendo le quattro parti originali agli strumenti di un’intera orchestra d’archi. Così rimarrebbero immutati i soggetti intrinseci alla partitura (come le auto–citazioni dell’autore, dalla Prima e dalla Quinta sinfonia, o il canto popolare russo in memoria delle vittime della rivoluzione) aumentandone però la portata volumetrica e collettivo–corale. Dal “quartetto” nascerebbe così una “sinfonia da camera” (Kammer sinfonie appunto) ad esso indissolubilmente legata. Ma se il compositore aveva deciso di mettere quei precisi contenuti in un quartetto chi mai può permettersi di trasferirli ad un’intera orchestra d’archi? A rigor di logica e di filologia nessuno, a meno che il compositore non lo autorizzi esplicitamente. Come per l’occasione Šostakovi aveva fatto con Rudolf Barshai, suo allievo di composizione, valente violista (partner cameristico dello stesso compositore, di Rostropovich, di Oistrakh e di Richter) e soprattutto grande direttore d’orchestra. Proprio questa trasversalità di attitudini musicali (musicisti che sono compositori, strumentisti e direttori) sembra accomunare alcuni tra i maggiori artisti russi, del passato e del presente. Come Mikhail Pletnev, affermatosi innanzitutto in quanto stella del pianismo internazionale per poi dimostrare il suo valore anche come direttore d’orchestra e pure come compositore. Diverse sono le sue pagine che hanno colto il plauso dei pubblici internazionali. Tra quelle di maggior successo vi è il Concerto per viola, tenuto a battesimo nel 1998 da Yuri Bashmet, forse il più grande virtuoso contemporaneo dello strumento. ZENO GABAGLIO Giovedì 26 novembre 2009 ore 20.30 Palazzo dei Congressi Lugano DELLA SVIZZERA ITALIANA DIRETTORE MIKHAIL PLETNEV SOLISTA Alexander Akimov viola Mikhail Pletnev *1957 Concerto per viola e orchestra Moderato Andante Presto Dmitrij Šostakovi 1906–1975 Kammersinfonie per orchestra d’archi in do minore op. 1 10a (1960) (Arr. Rudolf Barshai) Largo Allegro molto Allegretto Largo Largo 39 Concerti d'autunno di Rete Due ORCHESTRA Mikhail Pletnev 41 Pianista, direttore d’orchestra e compositore, è uno dei musicisti più completi oggi in attivi tà. Ha iniziato come pianista vincendo la medaglia d’oro al Concorso Čajkovskij nel 1978, ma ben presto si è dedicato alla direzione. Nel 1990 ha creato l’Orchestra Nazionale Russa, con la quale si è esibito in tutto il mondo. Contemporaneamente ha svolto la carriera di pianista e di direttore ospite delle più prestigiose orchestre, quali la London Symphony, la Los Angeles Philharmonic e i Wiener Symphoniker. La sua ampia discografia comprende diversi recital incisi per la EMI–Virgin Classics e la DGG e il grande repertorio sinfonico registrato con l’Orchestra Nazionale Russa. Da settembre 2008 ha assunto il ruolo di Primo Direttore ospite dell’Orchestra della Svizzera italiana. Alexander Akimov Nato nel 1982 in una famiglia di musicisti ha iniziato a suonare all’età di quattro anni, formandosi al Conservatorio di Mosca con Maria Sitkovskaya e con Yuri Bashmet. È stato sin qui premiato in numerosi concorsi internazionali d’interpretazione (Rubinstein Competition, Young Soloists of Moscow, International Brahms Competition) e si è già esibito nelle più importanti sale da concerto russe. A livello internazionale ha potuto partecipare ad importanti rassegne concertistiche in Europa e Nord America, accanto a musicisti quali Mikhail Pletnev e Yuri Bashmet. Ultima e tormentata prova teatrale di Bartók, questo Mandarino meraviglioso che l’autore non volle definire “balletto”, bensì “panto mima”. I primi schizzi risalgono al 1917, la revisione finale al 1931. Nel frattempo la prima orchestrale a Colonia (novembre 1926) aveva attirato i fulmini del sindaco Konrad Adenauer, futuro cancelliere. L’esordio in scena avvenne postumo, a Budapest nel 1946, ma anche oggi il lavoro circola perlopiù nella forma di una suite in tre movimenti (1927–28) comprendente circa due terzi della partitura completa. Un riassunto della sinistra favola, tratta da un racconto dell’ungherese Menyhért Lengyel, può comunque aiutare l’ascolto. Un trio di ladroni ha rapito una bella fanciulla e la usa come esca per derubare e uccidere i viandanti. Dopo la caotica introduzione, un assolo di clarinetto introduce ognuna delle vittime: un vecchio libertino (rauco glissando di trombone), un timido giovinetto (oboe), un ricco e ripugnante mandarino (squilli di trombone e note tenute di corno). L’assalto mortale è accompagnato ogni volta da violente esplosioni percussive; il mandarino oppone però una tenace resistenza: prima al soffocamento coi cuscini (passo in contrappunto serrato), poi alle pugnalate, infine all’impiccagione. Solo dopo aver soddisfatto il suo desiderio sulla fanciulla terrorizzata, il vampiresco personaggio acconsentirà a morire. Insolitamente benevola, lunga e motivata, agli inizi del 1835, una recensione di Schumann alla berlioziana Sinfonia Fantastica. La sua lettura non è troppo interessata all’aspetto programmatico della sinfonia e, pur riportandolo secondo il noto canovaccio degli “episodi della vita di un artista”, non si nega il piacere di una polemichetta nazionale: “Fin qui il programma. Tutta la Germania ne fa a meno: guide simili han no sempre qualcosa di poco dignitoso e di ciarlatanesco [...] Ma intanto Berlioz ha scritto per i suoi Francesi, ai quali si può imporre ben poco con un’eterea discrezione. Me li immagino durante l’audizione a seguire col programma alla mano ed applaudire il loro compatriota che ha indovinato tutto così bene; della musica in sé poco importa loro”. E invece ciò che importa a Schumann è proprio “la musica in sé”, analizzata secondo un metodo sistematico: dapprima le macrostrutture formali, poi le sequenze armoniche, poi i materiali tematici, poi l’orchestrazione. Infine, sintesi suprema in carattere con l’impostazione romantico–idealista del critico, “lo spirito, che ha dominato forma, materia e idea”. Carlo Vitali Giovedì 3 dicembre 2009 ore 20.30 Palazzo dei Congressi Lugano ORCHESTRA 43 Concerti d'autunno di Rete Due DELLA SVIZZERA ITALIANA DIRETTORE ALAIN LOMBARD Béla Bartók 1881–1945 Il Mandarino meraviglioso op. 19 suite per orchestra (1918) Hector Berlioz 1803–1869 Sinfonia Fantastica op. 14 (1830) Rêveries et passion Un bal Scène aux champs Marche du supplice Songe d’une nuit de Sabbat Alain Lombard 45 Ho ottenuto nel 1966 la medaglia d’oro al Concorso Dimitri Mitropoulos, divenendo subito dopo l’assistente di Karajan a Salisburgo e di Bernstein a New York. Ha avviato un’intensa attività quale direttore ospite di importanti orchestre come la New York Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Chicago Symphony, London Symphony e i Berliner Philharmoniker. È stato direttore stabile del Metropolitan di New York, dell’Orchestra Filarmonica di Strasbur go e dell’Opera di Rhin. Dal 1981 al 1983 ha assunto la direzione dell’Opera di Parigi e successivamente è stato direttore dell’Opera di Bordeaux, dirigendo circa 200 spettacoli all’anno fra opere e concerti. Nel 1999 ha iniziato una stretta collaborazione con l’Orche stra della Svizzera italiana nel ruolo di Direttore principale e nell’autunno 2005 gli è stata conferita la carica di Direttore onorario. Ha inciso numerosi dischi che hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, alcuni dei quali con l’OSI. Nel 1791, celebrandosi a Praga l’incoronazione di Leopoldo II, la nobiltà locale e l’impresario Guardasoni affidarono a Mozart l’incarico di musicare in diciotto giorni un vecchio libretto metastasiano rimodernato. Fra nobiltà di dogmi illuministi e sensiblerie settecentesca sotto panneggi romani, c’è nella Clemenza molta sostanza drammatica rovente, ma ciò non trapela ancora dall’ouverture, priva di correlazioni evidenti col materiale dei due atti. Se la monumentale fanfara ascen dente dell’esordio annuncia l’opera di circostanza, l’esteso episodio centrale in stile contrappuntistico assume “il significato di un procedi mento emblematico, per non dire ornamentale” (Stephen Kunze). La sua astratta atemporalità equivale forse alla scenografia della prima rappresentazione, la quale mostrava i palazzi del Campidoglio nella forma data loro da Michelangelo: più che un anacronismo, una certa idea di Roma Eterna. Ad un amico di vecchia data, il cornista e formaggiaio Joseph Leutgeb, Mozart distribuì frizzi impietosi ma anche lavori esemplari dove l’idiomaticità del poco maneggevole strumento ascende a vette di virtuosismo. Dei quattro concerti scritti per lui fra il 1782 e il 1786, il KV 495 si segnala per la tenera cantabilità dell’Andante centrale e per un inciso in minore nel primo movimento: la vera fonte dell’apocrifo Adagio di Albinoni–Giazotto. Funambolico solista di cornetta, Jean Baptiste Arban (1825–1899) ardì sfidare i miti di Paganini nel Carnevale di Venezia e di Giuditta Pasta nella Norma. Aeree le ornamentazioni e la cadenza sulla grande melodia di Casta diva; nella successiva cabaletta Ah bello! A me ritorna esplode una lucida follia combinatoria che finisce per debordare nel can–can. Strana e teatrale sinfonia la Praga (1786): niente minuetto, tre movimenti tutti in forma–sonata, un solenne Adagio introduttivo carico di presagi. Nell’Allegro dalla densa tessitura contrappuntistica, ben sei temi s’inseguono in un bagliore sonoro punteggiato da energiche esplosioni di trombe e timpani. Nell’Andante in sol maggiore la produzione tematica rimane intensa, fra accenti ora sereni e ora trepidi entro un flusso ritmico costante che si spegne in misteriosi sospiri di pause. Le tensioni giungono a risoluzione nello sfavillante Presto finale, con leggerezza e divampante energia ritmica; ancor oggi una sfida per le orchestre meglio affiatate. Carlo Vitali Giovedì 10 dicembre 2009 ore 20.30 Palazzo dei Congressi Lugano DELLA SVIZZERA ITALIANA DIRETTORE TOMÁ Netopil SOLISTA Wolfgang Amadeus Mozart SERGEI NAKARIAKOV TROMBA E FLICORNO 1756–1791 La Clemenza di Tito ouverture (1791) Concerto per corno e orchestra n. 4 in mi bemolle maggiore KV 495 (1786) Allegro moderato Romanza. Andante Rondò. Allegro vivace Jean Baptiste Arban 1825–1889 Variazioni sulla Norma di Bellini per tromba e orchestra d’archi (1864) Wolfgang Amadeus Mozart 1756–1791 Sinfonia n. 38 in re maggiore KV 504 Praga (1786) Adagio – Allegro Minuetto – Trio Allegro assai 47 Concerti d'autunno di Rete Due ORCHESTRA TOMÁ Netopil 49 La particolare cura del repertorio mozartiano e degli autori slavi sono il fulcro della carriera, rapida e brillante, del direttore ceco Tomàš Netopil. Percorso culminato quest’anno nella nomina a direttore musicale del Teatro Nazionale di Praga, una posizione nuova per Praga e creata appositamente per lui. Nelle recenti stagioni meritano citazione i debutti con orchestre di grande prestigio quali NHK di Tokyo, Suisse Romande, Orchestre National du Capitole Toulouse, RAI di Torino, Filarmonica Ceca, BBC Philharmonic, Staatskapelle Dresden, Filarmonica di Stoccolma, London Philharmonic, Tonhalle Zürich e la Staatskapelle Weimar. È stato finalista al Concorso della primavera di Praga nel 2000 nonché al 10° Concorso della televisione ungherese 2002, anno in cui ha pure vinto il Concorso internazionale “Sir Georg Solti”. Sergei Nakariakov Definito il “Paganini della tromba” Sergei Nakariakov ha iniziato gli studi di pianoforte all’età di 6 anni e – subita una lesione alla colonna vertebrale che gli impediva di stare seduto a lungo – ha poi rivolto passione e dedizione alla tromba, formandosi con il padre Mikhail. Dall’età di 10 anni ha iniziato ad esibirsi, in recital o con orchestra, nelle sale da concerto più importanti dell’Unione Sovietica e, una volta caduto il muro di Berlino, in quelle del mondo intero: Hollywood Bowl a Los Angeles, Lincoln Center a New York, Royal Albert Hall a Londra, Théâtre des Champs Élysées a Parigi. Nel 2002 la Phono–Academy lo ha eletto miglior strumentista dell’anno. Per Teldec Classics, etichetta che lo pubblica in esclusiva, ha realizzato diverse incisioni accolte con grande entusiasmo da critica e pubblico. “...se Haydn fosse vissuto ai giorni nostri avrebbe serbato parte del suo vecchio stile, pur accettando nello stesso tempo qualcosa di nuovo. Questo è il tipo di sinfonia che volli scrivere: una sinfonia nello stile classico”. Secondo Prokof’ev un simile titolo doveva evocare semplicità, “gettar nello scompiglio le oche”, ed infine servire di scaramantico biglietto da visita. Siamo nel 1917, la Classica è la prima prova sinfonica di un autore ventiseienne che con essa si arrischiava a comporre senza l’ausilio del fidato pianoforte: orchestrazione snella ed armonia tonale, ma di una tonalità autoriflessiva, filtrata da secoli di storia (solo una coscienza da postero poteva far dichiarare a Prokof’ev di aver voluto “evitare tutti gli accordi minori”). Nucleo compositivo originario è l’eleganza cortese della Gavotta, intorno a cui s’aggiunsero i due tempi esterni in forma–sonata e il delicato Larghetto. Altra opera giovanile di un ambizioso esordiente, nato pianista come Prokof’ev ma come lui destinato ai massimi allori teatrali, è la Burleske di Richard Strauss. Un unicum nella produzione del bavarese, questo Scherzo sinfonico è già pervaso da un istintivo senso drammatico: oscilla fra ridde di note incandescenti in duello tra il pianoforte e l’orchestra (feroce) e oasi lirico–espressive (tranquillo), innalzandosi per grandiosi contrasti “come una basilica barocca” (Rattalino). Il pianismo trascendentale della Burleske esplode proprio nel 1886, l’anno in cui muore Liszt. Concepita come “forma puramente strumentale” da un autore non meno vocato alle scene, la Seconda ed ultima sinfonia di Kurt Weill, scritta a Parigi nel 1933–34, è già americana in pectore, fra blue notes e impiego massiccio degli ottoni. Weill aveva già composto l’Opera da tre soldi e si accingeva ai Sette peccati capitali: la cabala numerica torna nei tre movimenti della Sinfonia, non meno dello smaliziato mestiere di orchestratore. Anche qui un innato senso della suspense, ma soprattutto l’uso di forme reificate e popolaresche (marcia militare e funebre, canzone da cabaret). Per questa Gebrauchsmusik tonale e di facile fruizione qualcuno ha azzardato il paragone con la pittura di Toulouse–Lautrec, un altro padre del Moderno sensibile alle sirene dello “stile basso”. Fulvia de Colle Giovedì 17 dicembre 2009 ore 20.30 Palazzo dei Congressi Lugano DELLA SVIZZERA ITALIANA DIRETTORE JOHN AXELROD SOLISTA LILYA ZILBERSTEIN PIANOFORTE Sergej ProkoF’ev 1891–1953 Introduzione al concerto con la partecipazione di Lilya Zilberstein Sala G “Teatrino” ore 19.30 Sinfonia n. 1 in re maggiore op. 25 Sinfonia classica (1917) Allegro con brio Larghetto Gavotte: Non troppo allegro Finale: Molto vivace Richard Strauss 1864–1949 Burlesca per pianoforte e orchestra in re minore (1885) Kurt Weill 1900–1950 Sinfonia n. 2 (1933) Sostenuto – Allegro molto Largo Allegro vivace 51 Concerti d'autunno di Rete Due ORCHESTRA John Axelrod 53 Alla sua quinta stagione come direttore musicale e direttore principale della Luzerner Sinfonieorchester, John Axelrod è ormai considerato uno dei migliori direttori del momento ed è richiesto dalle principali orchestre di tutto il mondo, quali London Philharmonic, Royal Philharmonic, Los Angeles Philharmonic, Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, Verdi di Milano, Dresdner Philharmonie, Orchestre de Paris e Royal Stockholm Philharmonic. Ha collaborato con rinomati solisti (quali Han–Na Chang, Julia Fischer, Lang Lang e Sabine Meyer) e con importanti compositori (Wolfgang Rihm e Fazil Say). Rilevante è anche la sua produzione audiovideo, con registrazioni per ARTE, BBC, Sony Classical, Nimbus e Ondine. Lilya Zilberstein Da quando si è aggiudicata il primo premio alla Busoni International Piano Competition, Lilya Zilberstein viene annoverata fra i pianisti più brillanti al mondo. Nella sua carriera si è esibita con le migliori orchestre (Chicago Symphony, Staatskapelle Dresden, Gewand haus Leipzig, London Symphony, Filarmonica di Mosca, Sinfonica della RAI di Torino, Royal Philharmonic, Filarmonica della Scala, Wiener Symphoniker) ed è stata diretta da maestri di riconosciuto prestigio quali Semyon Bychkov, Gustavo Dudamel, Vladimir Fedossejev, Dmitrij Kitajenko, James Levine, Michael Tilson Thomas. Per le più importanti etichette – EMI e Deutsche Grammophon – ha pubblicato dischi registrati con Martha Argerich, Claudio Abbado, Maxim Vengerov e Berliner Philharmoniker, ricevendo unanimi consensi da parte di critica e pubblico. ins PARCO CIANI Tessera annuale Studenti Pensionati AVS Fr. 60.– Fr. 50.– Aderite Aderite al Club Rete Due Per informazioni Telefono 091 803 91 57 LA VOLUTA D’ORO Mirto Mattei - orafo a i n o m r a a t iven d a i r e t a m o la … … quand Piazza Cioccaro 11 Via Cattedrale 6900 Lugano Tel. 091 922 76 25 DIREZIONE E STAFF RSI RETE DUE LORENZO SGANZINI RESPONSABILE RETE DUE GIUSEPPE CLERICETTI RESPONSABILE PROGRAMMI MUSICALI CHRISTIAN GILARDI PRODUTTORE MUSICA SINFONICA RENZO ROTA PRODUTTORE TELEVISIVO MANUELA CARROSSINO–SASSELLA ASSISTENTE DI PRODUZIONE FOSI–AMMINISTRAZIONE DENISE FEDELI DIRETTORE ARTISTICO CARLA SCHEFFLER RESPONSABILE AMMINISTRATIVA STEFANIA PIANCA ASSISTENTE AMMINISTRATIVA MAURIZIO GILARDI SEGRETARIO REMO MESSI ISPETTORE D’ORCHESTRA CLAUDE HAURI ARCHIVISTA 59 CONTATTI RSI Rete Due Casella postale CH–6903 Lugano T +41 91 803 95 49 F +41 91 803 90 85 [email protected] retedue.rsi.ch Orchestra della Svizzera italiana Via Canevascini 5 CH–6903 Lugano T +41 91 803 93 19 F +41 91 968 27 73 [email protected] orchestradellasvizzeraitaliana.ch REDAZIONE CHRISTIAN GILARDI ART DIRECTOR GIANNI BARDELLI PROGETTO GRAFICO ACKERMANN DAL BEN IMPAGINAZIONE E FOTOLITO PRESTAMPA TAIANA SA FOTOGRAFIA OSI MARCO D’ANNA FOTOGRAFIE DÁNIEL VASS E PRESS AGENCY STAMPA TIPO–OFFSET AURORA SA LEGATURA LEGATORIA MOSCA COPYRIGHT 2009 RSI RETE DUE