Istituto Comprensivo Castelmassa
Piano dell’Offerta Formativa 2014/2015
4. LETTURA DEL TERRITORIO
Il territorio interessato dal nostro Istituto Comprensivo, situato in provincia di Rovigo,
si incunea fra le province di Ferrara, Mantova e Verona.
I plessi scolastici si collocano in linea, lungo la sponda sinistra del Po e sono collegati
fra loro dalla S.R. n°6. Essi distano dalla Presidenza di Castelmassa, da un minimo di
4 Km ad un massimo di 15 Km. La posizione geografica, lontana dalle città, provoca
difficoltà nei collegamenti con molte scuole superiori.
Ø Aspetti storici
Il territorio altopolesano rivierasco, in tempi remoti chiamato “Val di Po”, era ricco
di isole: i polesini. Un paesaggio di terre scivolose in continua evoluzione, con
abitazioni sospese tra terra ed acqua di cui ci parlano i resti del villaggio palafitticolo
di Canàr (Età del Bronzo) sito nel comune di Castelnovo Bariano. Con la fine
dell’impero romano, la zona diviene terra di confini e di scontri. Nel VII secolo inizia il
potere temporale dei papi che colgono l’eredità bizantina. Agli inizi dell’XI secolo
Massa (oggi Castelmassa) è un piccolo borgo, campo di contrasti continui tra feudatari
confinanti. Attraverso questi eventi nel 1101 il territorio è posto sotto la giurisdizione
di Matilde di Canossa, pur essendo incluso “nell’antica Diocesi ferrarese” per poi
passare nel 1130 sotto il patrimonio del Vescovo di Ferrara. Nel XIII secolo tutta l’area
detta Transpadana Ferrarese, compresa tra il fiume Po e il Tartaro, da Melara a
Canaro, viene concessa dalla Chiesa alla famiglia D’Este. Nel 1598 si dissolve la
Signoria Estense e lo Stato ferrarese passa alla Legazione Pontificia.
Dopo la breve parentesi napoleonica, con il Congresso di Vienna nel 1815, le
potenze vincitrici riscrivono la geografia degli stati: il Po, per ragioni di sicurezza,
diventa una linea naturale di confine. Così i paesi della riva sinistra a nord del fiume
cessano bruscamente, dopo secoli, l’appartenenza all’area ferrarese ed entrano a far
parte della Provincia del Polesine con a capo Rovigo, divisa in sette Distretti.
Il Distretto cui fa capo Massa Superiore comprende: San Pietro in Valle (oggi san Pietro
Polesine), Castelnovo Bariano, Calto, Ceneselli, Bergantino e Melara. L’annessione
forzata al Regno Lombardo-Veneto dà inizio alla dominazione austriaca: Massa è
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luogo di passaggio e di stazionamento di eserciti. Sono anni di immobilismo sociale ed
economico ma anche di aneliti di libertà. Ne è esempio il martire massese Giuseppe
Ferrari il cui nome compare nell’elenco degli studenti del Risorgimento morti per la
patria, che si trova apposto su una targa marmorea sotto la loggia Amulea, palazzo
neogotico prospicente Prato della Valle, oggi sede di alcuni uffici del Comune di
Padova.
Liberato il Veneto nel 1866, Castelmassa si evolve e diviene un importante centro di
riferimento per il territorio in quanto offre una serie di servizi di cui usufruiscono i
paesi viciniori: sede di pretura e di gendarmeria, centro di commercio ed economico
(industria FRAGD oggi Cargill) stazione di compagnia dei Carabinieri, vivo centro
culturale grazie al teatro Cotogni. Tutto quanto viene realizzato da “amministratori
illuminati” essendo carenti aiuti provinciali e statali.
Le tradizioni, la cultura, la lingua, la gastronomia e la storia di questa estrema
propaggine della provincia di Rovigo sono dunque, a differenza del resto del Veneto,
marcatamente emiliane.
Personaggi illustri
Don Giuseppe Pasi (Parroco a Massa Superiore dal 1786 al 1816)
Di famiglia benestante dispone che alla sua morte tutti i suoi beni siano venduti e
con il ricavato si istituisca una “Pia Opera” per la costruzione, nell’ampio territorio di
Massa Superiore di quattro scuole femminili ai confini del paese perché all’epoca le
distanze non consentivano di arrivare fino alle scuole situate nel centro. In quanto
parroco è conscio dell’analfabetismo imperante e della condizione delle donne. Dà
inoltre impulso alla locale banda musicale per aiutare i giovani ad elevarsi
culturalmente. Il tratto di strada che congiunge la Piazza Municipale alle Scuole
Elementari porta il suo nome.
Amos Ocari (Polesella 28 settembre 1823 – Massa Superiore 27 aprile 1897)
Patriota e politico. Laurea in Ingegneria civile a Padova. Carriera militare. Si arruola
tra i garibaldini. Partecipa alla spedizione dei Mille. Si distingue nella battaglia di
Bezzecca che gli vale l’Onorificenza al Valor Militare. Nel 1867 è assessore comunale
nonché Sovrintendente scolastico con funzioni di Direttore. Successivamente viene
eletto nel primo Consiglio provinciale italiano della provincia di Rovigo. Negli anni ’60
del 900 l’amministrazione comunale gli dedica una via. Precedentemente era stata
posta una lapide commemorativa sulla facciata del palazzo comunale.
Giacomo Sani (Massa Superiore 18 maggio 1833 – Roma 21 marzo 1912)
Patriota e politico. Laurea in Giurisprudenza a Padova. Carriera militare. Due
medaglie di bronzo al Valore. Combatte le tre guerre d’Indipendenza. Partecipa alla
spedizione dei Mille. Il 20 settembre 1870 è il solo ufficiale ad entrare in Vaticano
incaricato dal Generale Cadorna di prendere in consegna dalle milizie del Pontefice la
piazza militare a Roma. E’ Deputato per sei legislature, poi Generale, Senatore nel
1901 e in seguito Sottosegretario ai Lavori Pubblici nel Ministero Giolitti. E’ insignito
del titolo di Cavaliere della Gran Croce, decorato del Gran Cordone della corona
d’Italia e Grande Ufficiale dei santi Maurizio e Lazzaro per la parte avuta nel
combattimento di Villafranca . Ridotto in povertà, prima di morire esprime il desiderio
di essere sepolto nel paese d’origine. Nel 1925 l’amministrazione comunale gli dedica
una lapide commemorativa posta sulla facciata del palazzo comunale. Viene in seguito
edita una cartolina con la sua immagine di generale dipinta a mano e stampata in
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migliaia di copie. Agli inizi degli anni ’70 nel cimitero comunale gli si erige un piccolo
monumento in marmo. In sua memoria e in suo onore viene intitolata la sede della
Scuola Media di Castelmassa.
Oliviero Bianchi (Massa Superiore 12 novembre 1867 – Castelmassa 19
giugno 1943).
Ingegnere civile. Figura eminente sul piano professionale, progetta e dirige la
costruzione del ponte in chiatte tra Massa Superiore (riva sinistra del Po) e Sermide –
Mn (riva destra) nel 1902.
Una infrastruttura annoverata tra le grandi opere
pubbliche del Nuovo Regno (i ponti sul Po allora erano soltanto sedici). Sempre nel
1902 grazie all’iniziativa privata di un amico del Bianchi, ing. F. Zannini nasce, in
questo contesto tipicamente agricolo, una piccola industria per la lavorazione delle
patate: la Fecoleria (negli anni Fragd, Cerestar, e attualmente Cargill, qualificate nella
lavorazione del granoturco).
Opere di edilizia dell’ingegner Bianchi: 1900 Scuole Elementari di Castelnovo Bariano;
1910 Ampliamento Scuole Elementari di Torricella-Castelnovo Bariano; 1913 Scuole
Elementari “E. Panzacchi” di Massa Superiore; 1913 Ponte sul Tartaro-Castelnovo
Bariano; 1925 Caserma R.R. Carabinieri. Il 18 settembre 1942 è insignito di una
medaglia di bronzo dei Benemeriti delle Arti per la diffusione e l’elevazione della
cultura nazionale come promotore presidente e sovvenzionatore dell’ Istituto d’Arte e
Mestieri.
Enrico Panzacchi (Ozzano dell’Emilia 16 dicembre 1840 – Bologna 5 ottobre
1904).
Scrittore e saggista. Laureato in filologia occupa un posto ragguardevole nella
letteratura del secondo Ottocento. Amico di G. Pascoli, è eletto Deputato e poi
Sottosegretario per l'Istruzione. Trascorre lunghi periodi a Castelmassa avendo
possedimenti a Castelnovo Bariano. Ama molto il paesaggio fluviale. La sua abitazione
si trovava in Via G. Matteotti.
Il 13 novembre 1913 si inaugura l’edificio unico delle Scuole Elementari che porta il
suo nome.
Alfeo Raisi (San Pietro Polesine 1886- 1953).
Nasce da una famiglia di possidenti agricoli che gli trasmette l’amore per la terra. In
età giovanile si distingue per le sue doti artistiche che lo portano a frequentare con
successo il Conservatorio musicale di Venezia. Conclude gli studi diplomandosi
Professore di clarino a pieni voti. Le sue capacità gli rendono la fama d’essere uno dei
migliori musicisti dell’epoca. E’ primo clarinetto del Teatro La Fenice di Venezia e farà
parte dell’orchestra dell’Arena di Verona. Risiede a Legnago (Vr) dove si esibisce
spesso il Teatro Salieri. Per la sua bravura è contattato dal direttore d’orchestra e
compositore Arturo Toscanini. Di animo gentile e generoso ama suonare in solitudine
preferendo la campagna alle platee. In memoria della giovane figlia Gabriella
scomparsa prematuramente, fa costruire a proprie spese l’asilo infantile di San Pietro
Polesine.
Costantino Munari (Calto 1 gennaio 1772 – 2 ottobre 1837)
Laurea in Giurisprudenza (il fratello è pretore a Occhiobello). Trascorre la gioventù
tra Ferrara e Bologna. Nel 1793, dopo la rivoluzione francese, si reca a Parigi dove
entra in contatto con il movimento giacobino e stringe legami con C. Saliceti, corso,
amico di famiglia di un giovane e ancora sconosciuto ufficiale d’artiglieria di nome
Napoleone Bonaparte. Poco dopo viene eletto Deputato del Basso Po. Fortemente
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critico verso la Carboneria e in dissenso con la vendita di Fratta, scrive la Costituzione
Latina in cui ipotizza una società segreta unica diffusa in tutta Italia, di matrice
giacobina. Arrestato come cospiratore il 20 dicembre del 1818 viene condannato alla
pena di morte poi tramutata in vent’anni di carcere duro allo Spielberg. Qui, nella cella
numero cinque dal cui pertugio non entra mai il sole, stringe amicizia con P. Maroncelli
e con S. Pellico con i quali condivide l’ora d’aria. Stremato nel fisico e minato nello
spirito è finalmente scarcerato nel 1835. Muore solo, malato e in povertà.
Stefano Gobatti (Bergantino, 5 luglio 1852 – Bologna, 17 dicembre 1913).
Compositore geniale segue la scuola dei maestri Giuseppe Busi e Lauro Rossi. A
diciotto anni musica un'opera dal titolo I Goti che va in scena il 30 novembre 1873 al
Teatro Comunale di Bologna. L'opera ha un grande successo. In poche settimane
Gobatti raccoglie gloria ed onori: gli vengono assegnate la "Cittadinanza onoraria della
città di Bologna", la nomina a "Socio d'onore dell'Accademia Filarmonica" bolognese,
la nomina a "Cavaliere della Corona d'Italia" concessa dal Re Vittorio Emanuele II. Lo
stesso Giosuè Carducci gli promette un libretto: "Salute e trionfo al giorno in cui
Stefano Gobatti segnerà dell'impronta sua la prossima evoluzione dell'arte musicale in
Italia". Purtroppo vittima delle Case Musicali e dei loro meri interessi economici
Gobatti, ridotto in povertà, chiede rifugio al convento francescano dell'Osservanza
sulle colline bolognesi. Muore solo e dimenticato. E’ sepolto accanto ai fedeli amici:
Giosuè Carducci ed Enrico Panzacchi. In sua memoria e in suo onore viene intitolata la
sede della Scuola Media di Bergantino.
Amos Bernini (Melara 1842- Rovigo 1909).
Patriota e politico. Laurea in Giurisprudenza. Nel 1866 si arruola nel Reggimento del
Corpo Volontari Italiani al comando di Giuseppe Garibaldi. Partecipa alla battaglia di
Mentana. Nel 1870 rientra in Melara dove fonda la società di Mutuo soccorso e la
Filarmonica musicale. In seguito è eletto sindaco, nonché presidente della
Congregazione di Carità e Soprintendente scolastico. Deputato nelle liste del Partito
democratico costituzionale del collegio di Badia Polesine, una volta alla Camera si
unisce al gruppo dello statista Giuseppe Zanardelli. In seguito è presidente del
consiglio provinciale di Rovigo. Nel 1889 diventa il primo sindaco elettivo di Rovigo. In
suo onore furono eretti busti onorari sia a Melara che a Rovigo, opera rispettivamente
del melarese Policronio Carletti e del veronese Armando Zago.
Giuseppe Mario Germani (Ceneselli 7 settembre 1896 - Trieste il 17 luglio
1978).
Laurea in Medicina a Padova. Nel 1915 parte volontario per il fronte, si distingue sul
Carso. Ferito, è in seguito decorato con due medaglie di bronzo al valor militare. Nel
1921 incontra Giacomo Matteotti: ne ammira la personalità, ne condivide gli ideali e le
aspirazioni di giustizia. Dopo la tragica scomparsa del parlamentare socialista, ucciso il
10 giugno 1924, Germani compare tra i coraggiosi che portano il feretro a spalle
durante le esequie. Nel febbraio del 1931 tenta di far espatriare dall’Italia la vedova e
i figli del deputato ma viene arrestato e condannato a sedici mesi di detenzione per
attentato al Capo del governo. In seguito mandato al confino. Del “caso Germani” si
interessano scrittori, politici, uomini di cultura del calibro di Benedetto Croce e S.
Zweig nonché la stampa di mezza Europa. Sopravvissuto a Mauthausen, solo il 23
febbraio 1956 ottiene giustizia e viene assolto per non aver commesso il fatto.
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Artigiani illustri
Umberto Bacchiega (Bergantino 1880- 1965) Umberto Favalli (Bergantino
1891-1983) Albino Protti (Bergantino 1910 – 1985)
Sono i primi spettacolisti itineranti in origine meccanici di biciclette. A loro si deve il
successo dell’economia della giostra. In una situazione di precarietà lavorativa e di
miseria preferiscono l’ingegno all’espatrio. E così, vista per la prima volta una giostra,
notano che chi vi sale paga in contanti, e che il giostraio, alla fine della giornata ha
sempre un po’ di soldi a disposizione. Bacchiega e Favalli uniscono allora le tante
speranze alle esigue risorse e costruiscono, grazie alle conoscenze e alle indubbie
competenze, la loro prima giostra. Nell'aprile del 1929, alla tradizionale fiera paesana
locale, presentano un'autopista artigianale: è un successo strepitoso.
Nasce così la storia degli spettacolisti itineranti e dei costruttori di giostre di
Bergantino. Negli anni trenta del Novecento, una decina di famiglie bergantinesi segue
Bacchiega e Favalli sulle piazze, in una forma di emigrazione stagionale che permette
loro di non perdere i contatti con il paese. In seguito si unisce anche Albino Protti:
vero e proprio pioniere dei costruttori di giostre.
Luoghi storici di cultura e di incontro
Teatro Cotogni
23 agosto 1884 – Inaugurazione con l’opera il “Barbiere di Siviglia”. Struttura
architettonica imponente è un teatro tipicamente ottocentesco con platea, palco e
palchetti. Protagonista dell’opera è il celebre baritono Antonio Cotogni. L’orchestra
conta 50 professori orchestrali di Bologna. I festeggiamenti si protraggono per tre
giorni, in uno dei quali si esibiscono anche gli alunni della locale Scuola di Musica e
Canto Corale , finalizzata a creare un’orchestra. Nel tempo il teatro ospita spettacoli
non solo musicali, ma cinematografici, teatrali, assemblee, convegni.
Viene
ristrutturato due volte: nel 1951 e nel 2007.
Scuola d’Arte applicata all’Industria (oggi Liceo B. Munari)
31 dicembre 1889 - Il Consiglio di massa Superiore il 31 dicembre 1889 istituisce
una Scuola d’Arte Comunale d’Arte e Mestieri per formare abili artigiani nel settore
delle attività edili, nella lavorazione del legno e dei metalli. Le lezioni si tengono
all’interno del teatro Cotogni. In seguito, sia per le discipline che richiedevano spazi
ampi che per il crescente numero di allievi, si costruisce un apposito edificio dietro il
Palazzo Comunale. Nel 1932 la Scuola trasloca definitivamente in Via G. Matteotti.
Allievi dell’Istituto, nel tempo, si sono distinti a livello nazionale e internazionale come
pittori e scultori. Ora l’antica scuola d’arte e Mestieri è diventata Liceo Artistico. Si è
aggiornata con corsi di architettura, design, architettura e ambiente ed intitolata a
Bruno Munari considerato uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della
grafica del XX secolo.
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Fiera di San Martino
Ø 10 maggio 1819 – Il governatore austriaco provinciale Vallerstorf “accorda al
Comune di Massa la fiera annuale nei giorni 11 e 12 novembre di ogni anno”. La
fiera, sospesa durante l’occupazione napoleonica, secondo alcuni documenti
superstiti è legata al periodo di novembre già dalla metà del Settecento. Essa è
sempre stata un appuntamento importante che raccoglie commercianti e visitatori
anche dalle province limitrofe.
Ø Aspetti economici
La situazione economica del territorio risente della crisi nazionale ed
europea. Il contesto è caratterizzato da attività agricole, artigianali, da piccole
e medie industrie e dalla presenza di multinazionali. Attivo anche il settore
terziario. Ognuno dei sei Comuni che fanno parte dell’Istituto Comprensivo ha
dimostrato, in genere, attenzione e sensibilità ai bisogni della scuola,
rispondendo adeguatamente all'esigenza di assicurare servizi di trasporto e
di mensa ed anche strutture e spazi per le attività sportive e attrezzature
didattiche.
Ø Aspetti demografici
La dimensione sociale del nostro territorio evidenzia, negli ultimi anni,
l'aumento della presenza di cittadini extracomunitari, nomadi e itineranti per
spettacoli viaggianti; questo ha determinato l'insorgere di problemi legati
all'accoglienza e all'inserimento.
All’inizio dell’A.S. 2011/2012 gli alunni stranieri rappresentavano il 23%
della popolazione scolastica dell’IC (246 su 1070 iscritti); gli arrivi in corso
d’anno costituiscono un fenomeno in costante crescita, soprattutto nel Comune
di Castelmassa che accoglie, alla scuola secondaria di primo grado, anche
alunni dei paesi di Calto e Ceneselli. Gli alunni hanno nazionalità diverse in
larga parte marocchina, cinese e rumena, con differenze culturali e sociali
notevoli, con storie e vissuti a volte molto complessi.
L’andamento dei flussi migratori negli ultimi tre anni
A.S. 12/13
A.S. 13/14
A.S. 14/15
Numero alunni
stranieri
259
284
329
Popolazione scolastica
% alunni stranieri
1.115
1.100
1090
23%
23%
30%
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