XXVII
MARTEDÌ 18 NOVEMBRE 2014
FIERA DI CODOGNO 2014
il Cittadino
GIOIELLI D’EPOCA n MERCOLEDÌ LA SFILATA NEGLI SPAZI DELLA FIERA
Il tempo non spegne
il “ruggito” dei trattori
LA DIMOSTRAZIONE
COSÌ SULL’AIA
SI SFOGLIAVANO
LE PANNOCCHIE
IN GRAN FORMA Nonostante l’età i trattori sono perfettamente funzionanti
Tre appassionati lodigiani porteranno a Codogno
modelli che hanno fatto la storia dell’agricoltura,
come Landini, Ferguson, Ford, Guarni e Allgaier
LAURA GOZZINI
n Con i suoi vecchi trattori ha girato mezza Italia. Per Elino Riva di
Guzzafame queste sì che sono Vacanze. Così, dopo aver visitato in
sella al suo Landini L 25 del 1957 il
Monviso, Montalcino, Rosolina a
Mare, Jesolo, San Marino e Assisi,
dopo qualche anno torna in fiera.
Per la gioia degli appassionati, porterà poi un Landini 35 del 1954, un
Ferguson T 20 del 1953 e, ciliegina
sulla torta, un Ford Major del 1947.
Il più anziano della scuderia. «Tutti
funzionanti, con libretto e targa»
sottolinea con orgoglio. A fargli
compagnia ci saranno gli amici Artemio Vercesi, con un Guarni del
1951 e un Allgaier coscritto del primo, e Gianfranco Bottani con un
Landini R 50 immatricolato nel
1960 ma fabbricato nel ‘59. Che un
anno fa la differenza. In più, naturalmente. La carta d’identità del resto è la loro forza, perché a parte
qualche comprensibile acciacco, i
trattori d’epoca di Elino&friends
sono persino più resistenti dei loro
discendenti. In fiera saranno esposti in tutte e due le giornate e il mercoledì, dopo le 11, sfileranno in corteo per i viali dell’expo- «Stancavano più di quelli di adesso –
ammette Riva -. Ma erano sempre
a posto. Con quelli nuovi invece si
ha da mettere sempre mano al portafogli». Lui lo sa, perché mentre
tiene gli “antenati” a riposo, in cascina si serve di trattori ultramoderni. Con i primi però è tutta
un’altra storia. Parlano di legami
famigliari, fatica, gavetta. Il Landini
L 25 che lo porta ancora a spasso,
era del padre Anacleto. «È un trattore testa calda, un motore particolare nato quando non c’era il gasolio
– racconta -. Si metteva nafta pesante, un liquido denso usato per le
caldaie». Il Ford Major apparteneva
a un amico del padre e prima che
Riva lo acquistasse e mettesse a posto, era una “carriola”. «Non ne ho
mai visto un altro in Italia a quattro
ruote motrici – spiega, azzardando
un primato -. È rarissimo, forse
l’unico». Quanto al Ferguson batte
tutti in fatto di modernità: dotato di
sollevatore a tre punte e sforzo controllato «è nato moderno» e non ha
niente da invidiare ai trattori d’oggi.
Salvo i confort. Il Guarni di Vercesi
invece è uno dei 600 pezzi prodotti
dall’omonima ditta, fondata da un
ex dipendente della Landini che si
mise in proprio ma poi fallì. Della
casa ammiraglia è invece l’R 50 di
Bottani che farà funzionare una
trebbiatrice.
n Si faceva le sere di fine
estate, dopo il lavoro nei campi, quando c’erano a dare una
mano anche le donne. Di giorno
si raccoglievano le pannocchie
in giro per i campi, poi si portavano in cascina sui carri trainati da buoi e la sera si “trebbiava”. A essere precisi era la sfogliatura, le pannocchie
venivano buttate nella macchina sfogliatrice e passando in
mezzo ai rulli della tramoggia
ripulite delle brattee ormai
secche. Da una parte uscivano i
chicchi di mais che si portavano al mulino per ottenere farina da polenta o date da mangiare agli animali da cortile,
mentre dall’altra i trucioli usati
nelle stufe per riscaldare. Era
un momento di ritrovo che rispetto alla fatica “vera” non lo
si considerava lavoro. Qualcuno cantava, i più giovani scambiavano due parole con la ragazza del cuore cercando di
scucirle un appuntamento, le
bisbetiche spettegolavano sui
fatti del paese. Tra uomini si
conversava di sport e politica.
Sarà impossibile ricreare in
Fiera tutto questo “concerto”,
ma vedere una vecchia sfogliatrice in funzione (la mattina del
mercoledì, alle ore 11), quello sì.
A portarla a Codogno è l’agricoltore Elino Riva di Guzzafame, che l’ha avuta in prestito
dall’amico Gianfranco Bottani.
Il macchinario è collegato a un
trattore Landini R 50 del 1959.
L’avvento della sfogliatrice fu
già una rivoluzione rispetto al
tempo in cui le pannocchie erano sfogliate a mano, in un convivio sempre al calar della sera,
tra agosto e settembre, attorno a una lampada a olio. Oggi
pensa a far tutto la mietitrebbia, che separa direttamente le
foglie delle pannocchie dai
chicchi di mais. E addio alle
cantate e ai balli sull’aia.
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Il tempo non spegne il “ruggito” dei trattori