Dalla
Comune e Provincia di Milano - Diocesi di Milano - Zona Pastorale Prima - Prefettura Nord - Decanato di Niguarda
via Giuseppe La Farina 15 - 20126 Milano - telefono e fax 02.66117340 (segreteria parrocchiale)
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Foglio informativo ad uso interno
Pane al pane, vino al vino!
Ho fatto il viceparroco per i primi sedici anni della mia vita da prete: i primi sei a Ponte Lambro con un
parroco, gli altri dieci a Milanino con un altro parroco. Sono state due esperienze molto, molto diverse. E
non solo per il tipo di parrocchia: la prima assolutamente “fuori norma”, la seconda “più normale”! La diversità è consistita soprattutto nei parroci: a collaborare con il primo ho fatto una fatica tanto grande da essere costretto ad un certo punto a chiedere il trasferimento; con il secondo è stata decisamente un’altra vita.
In tanti aspetti della vita personale e pastorale sono entrato in conflitto con il primo. Soprattutto mi pesò un
fatto: non riuscire mai a capire che cosa in realtà il parroco volesse da me. Era un continuo dire una cosa
per sottintenderne un’altra, farmi un discorso dicendomi delle cose per farmene intendere delle altre, dirmi
di sì sempre con una montagna di “però”, affermare di non farmi pesare la diversità dei ruoli (lui il parroco
e io il coadiutore) salvo dire subito dopo che comunque la parola del parroco andava assecondata.
Insomma, una fatica senza fine. Finché me ne sono andato. E sono approdato a Milanino.
A Milanino ho trovato un parroco decisamente diverso: più positivo, con un bel carattere, disponibile
all’ascolto e alla collaborazione. Solo che, all’inizio, capitò un fatto che mi mise in allarme. Ma l’esperienza
precedente mi diede la forza e il coraggio di rimediare subito e non cadere negli stessi errori del passato.
Racconto. Portai un gruppo di giovani a fare la settimana bianca. Come si usava, da sabato a sabato.
Parto dicendo al parroco che sarei tornato il sabato successivo in tempo per celebrare la Messa delle sei
di sera. Mi sento dire: va bene. E così la intendo! Il sabato del ritorno capita che mi attardo durante il
viaggio perché mi fermo a salutare un parroco amico. Questo mi fa arrivare in parrocchia solo qualche
minuto prima delle sei, appena in tempo per la Messa. Come del resto mio ero accordato! Entro in
sagrestia e trovo il parroco su tutte le furie. Mi sento investire di parole. “Questo pomeriggio c’era bisogno
di te, c’era la partita in oratorio, c’era da confessare, ti cercavano…”. Cerco di dire che eravamo
d’accordo… ma lui rincara la dose aggiungendo: “avresti dovuto capire che sarebbe stato opportuno che
ritornassi prima”. A quel punto – anche perché era ormai tempo di iniziare la Messa – tronco il discorso e
celebro l’eucaristia. Al termine, senza rabbia ma con tono assolutamente perentorio, ritorno dal parroco e
gli dico: “eh no! non voglio ricominciare con una storia vecchia che mi ha già roso il fegato per sei anni;
sappia che io sono del tutto scemo: se mi dice A io capisco A, se mi dice B io capisco B; se voleva che
tornassi per le tre non aveva che da dirlo, e io lo avrei fatto”. Tacque. Finii offrendogli una bottiglia di
amaro che gli avevo portato dalla montagna. La gradì. Da allora, pur essendo noi due tipi molto diversi,
per carattere e per sensibilità pastorale, fu un autentico idillio! Piansi quando me ne andai!
Don Giuseppe
Sante Messe festive: ore 8,30 - 10 - 11,30 - 18 * (sabato e prefestivi: ore 18 [e ore 15 al CTO])
Sante Messe feriali: ore 8,30 – 18 * Rosario tutti i giorni alle ore 17,35 (al suono delle campane)
Confessioni: Giorni feriali: ore 7,00-8,30 e 17,30-18,00; Sabato: ore 16-18; Domenica: prima e dopo le Messe
Apertura della chiesa: dalle ore 7 alle ore 19 (Sabato e festivi: apertura ore 7,30 * Domenica e festivi: chiusura tra le 12,30 e le 15)
Segreteria Parrocchiale con Centro d’Ascolto: dalle ore 9 alle ore 12 (dal lunedì al venerdì)
di Enzo Bianchi, Bose
(da: Jesus, novembre 2013)
Fuoco e cenere non sono due elementi estranei: uno è strettamente legato all’altro. Il fuoco, bruciando, produce
la cenere e la cenere testimonia che c’è stato il fuoco. Anzi, la cenere è capace di conservare a lungo la brace, in
modo che il fuoco possa di nuovo accendersi, ardere, essere ravvivato. Proprio perché ho vissuto a lungo con un
camino in cella, proprio perché, mancando di luce elettrica per tredici anni, soprattutto alla sera stavo presso il
camino a meditare e a pregare, ho coniato questa immagine della chiesa quale cenere e del Vangelo quale
fuoco-brace. D’altronde, Gesù stesso ha parlato del Vangelo quale fuoco che egli è venuto a portare sulla terra,
fuoco che desiderava tanto veder ardere (cf. Lc 12,49).
La chiesa, costituita da noi uomini e donne, la chiesa evidente nei papi, nei vescovi e nei fedeli, religiosi o laici, la
chiesa che i non cristiani vedono è una realtà sovente misera, inadempiente rispetto alla sua vocazione, ma è
una necessità per il Vangelo. È lei che lo conserva e lo trasmette di generazione in generazione; è lei che
permette che un uomo o una donna venienti nel mondo conoscano Gesù Cristo, il Vangelo, e decidano la loro
vita per lui o senza di lui; è lei che con tutti i suoi mezzi – liturgia, sacramenti, predicazione, azioni di carità –
plasma la comunione con il Signore; è lei la matrice che, grazie allo Spirito santo, diventa corpo di Cristo nel
mondo. Dunque la chiesa è assolutamente necessaria! Ma tutto questo la chiesa lo fa più o meno bene, e a volte
contraddicendo proprio il Vangelo che custodisce, trasmette e insegna. Soprattutto il potere, la ricchezza di cui la
chiesa si ammanta, fanno sì che il fuoco del Vangelo nella comunità cristiana produca cenere più che fiamma…
Perché il fuoco può essere fiamma che risplende, illumina, sfavilla, fiamma ardente, oppure può diventare un
consumarsi fumoso del legno. C’è infatti la possibilità che la legna non bruci bene, che si consumi a poco a poco
senza fare fuoco, e allora la cenere si accumula e seppellisce la brace.
Sì, è proprio così: la chiesa può seppellire, nascondere il Vangelo. Il Vangelo resta in essa, non viene meno ma
si occulta, e la cenere aumenta, cresce, finché diventa difficile non solo scorgere un bagliore di fuoco, ma
addirittura percepire il tepore della brace sepolta. Ma la brace nascosta rimane: uomini e donne anonimi,
conosciuti solo da chi li incontra, vivono il Vangelo e del Vangelo mostrano fiammelle portate nelle loro mani, che
proteggono la fiamma dai colpi di vento. È il Vangelo vissuto quotidianamente e in modo nascosto da tanti
cristiani, vissuto nella carità, nella perseveranza, nel non contare nulla, nell’essere irrilevanti. Si dirà: fuoco
debole, anzi neppure fuoco, ma solo brace. Ecco la verità della chiesa: tanta cenere che nasconde la brace, dove
il fuoco è custodito, conservato. Domina, alla vista della realtà che si impone, il grigio-nero, magari un mucchietto
fumigante di cenere, eppure il fuoco del Vangelo è conservato.
Questa situazione a volte dura decenni, secoli: la cenere appare tantissima, il fuoco sembra essere spento, il
Vangelo non è più visibile e la chiesa occulta il Cristo, anziché farlo risplendere. È la lampada sotto il moggio (cf.
Mc 4,21 e par.)! E poi ecco, a un tratto, un po’ di vento nella cenere, vento che scopre i carboni ardenti; ecco
qualcuno che rimuove la cenere, e allora il fuoco si accende di nuovo e divampa; ecco qualcuno che scopre le
braci e vi depone un piccolo legno che si accende. Sì, il fuoco c’era, e ora arde! A volte penso che alcuni santi
sono stati quelli che hanno smosso la cenere abbondante e hanno posto un piccolo legno, la loro vita, nel fuoco
del Vangelo, permettendo al Vangelo di ardere e illuminare. Altre volte qualcuno con coraggio e forza toglie la
cenere spessa da sopra la brace, ed ecco il fuoco, fuoco come a Pentecoste! Questi uomini, queste donne non
sostituiscono la brace, non accendono un altro fuoco: muovono la cenere, e questo imbarazza e dà fastidio…
Eppure senza di loro il fuoco resterebbe a covare, non tornerebbe ad ardere. Sarebbe fuoco seppellito, che tutt’al
più riscalda il camino ma non la stanza, riscalda la chiesa ma non l’umanità. Gregorio Magno, Francesco e
Chiara, Caterina da Siena, papa Marcello I, papa Giovanni e ora papa Francesco – per ricordare solo alcuni
uomini e donne della chiesa di Roma – avevano la passione della “ricerca del fuoco”, non bastava loro la cenere.
E nel cercare il fuoco hanno rimosso la cenere, hanno portato loro stessi nella cenere e, raggiunto il fuoco, hanno
fatto sì che questo ricominciasse ad ardere.
Sì, il Vangelo nella chiesa resta sempre, non viene meno. E anche quando la cenere fosse una montagna, sotto
di essa il fuoco non finisce; attende piuttosto qualcuno che lo cerchi, lo disseppellisca e gli permetta di ardere.
Nella mia vita ho visto la cenere, poi un’ora in cui risplendeva il fuoco come in una novella Pentecoste, con
Giovanni XXIII e il concilio, poi di nuovo cenere, tanta cenere, fino a far dubitare qualcuno della permanenza del
fuoco. E ora nuovamente un po’ di cenere è rimossa… Rimuovere la cenere è compito di ogni cristiano, se cerca
il fuoco, se cerca il Vangelo. Ma oggi c’è qualcuno come papa Francesco che chiama, che invita i cristiani a farlo
e lo fa lui stesso con autorevolezza: dobbiamo dunque esultare!
AVVENTO: SPIEGAZIONE DELL’IMMAGINE SOTTO L'ALTARE
Durante tutto il tempo dell'Avvento porremo sotto la mensa dell'altare una grande immagine (vedi foto sotto)
che aiuterà la nostra preghiera di attesa verso il Natale (Antonello da Messina "Salvator mundi" 1465 National Gallery, Londra). Insieme ci sarà un tronco d'albero da cui spunta un germoglio - che ci richiama il
tema di Gesù come Germoglio che spunta nella nostra storia per dare speranza - e sei candele che saranno
accese gradualmente nelle sei domeniche di Avvento.
IL GERMOGLIO
In questo tempo di Avvento – stimolati dalla cura del nostro campo
sul sagrato che vede già spuntare i germogli che pian piano
diventeranno grano maturo – vogliamo soffermarci su un titolo poco
conosciuto rivolto a Gesù, un modo di chiamarlo che già i profeti
dell’Antico Testamento – protagonisti delle letture di questo tempo di
attesa – usavano per attendere il Messia tanto desiderato: il
GERMOGLIO. “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un
virgulto germoglierà dalle sue radici” (Is 11,1) “Ecco, un uomo
chiamato Germoglio: fiorirà dove si trova e ricostruirà il tempio del
Signore” (Zc 6,12).
Cosa c’è di più tenero e fonte di speranza che il contemplare un
piccolo e verdissimo germoglio su un tronco! Già si respira aria di
primavera, già di intravvede un percorso futuro.
Ecco! In mezzo alla delusione delle cose del mondo, della notte che sembra solo nera e infinita, un
germoglio sorge, un piccola ma tenace luce già si intravvede. “Mentre un profondo silenzio avvolgeva
tutte le cose e la notte era a metà del suo rapido corso, la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo
trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio…” (Sap 18,14-15).
Ci accompagna in questo percorso un dipinto molto suggestivo, il cui originale è conservato alla
“National Gallery” di Londra, dipinto da uno dei più veraci ed espressivi pittori italiani del ‘400,
Antonello da Messina, maestro di semplicità ed insieme di intensità.
Sotto l’altare ecco il volto del “Salvator Mundi”, a cui piedi è stato collocato un tronco con un
germoglio che spunta e attorno sei candele, simbolo del percorso graduale verso il Natale.
Un volto… semplicemente! Un volto comune, uno del popolo, una faccia non ideale, da eroe, ma uno
di noi! I capelli quasi scompigliati, la barba quasi sfatta, le guance quasi paffute, l’abito rosso
d’umanità, di terra quasi stropicciato… tutto vero, tutto reale. Un uomo tra gli uomini. “E il Verbo si è
fatto carne” (Gv 1,14).
Un volto poi silenzioso, ma intensissimo! Gesù non dice una parola, ma semplicemente sta! Si
mostra! Offre la sua Presenza! A parlare sono in realtà i suoi occhi aperti: uno sguardo dolce,
coinvolgente ma insieme esigente, che non ci lascia come prima! Sono gli occhi dell’amico! Sono
anche gli occhi del Dio onnipotente e capace di leggere nei cuori.
Insieme agli occhi, parlano le mani. La mano destra che insistentemente, instancabilmente benedice!
Continua a benedire. Gesù è venuto nel mondo per questo! Si fa germoglio per benedire ciascuno di
noi, per “dire bene” della nostra umanità, per salvarla dandole speranza e salvezza. La mano sinistra
sta ferma, si appoggia come ad una finestra. E’ la finestra che si apre sul mondo, su ciascuno di noi, il
suo Volto davanti al nostro volto, i suoi occhi nei nostri cuori, la sua vita nella nostra vita… per
cambiarla e salvarla! “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito perché chiunque
crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna. Dio infatti non ha mandato il Figlio nel mondo
per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui” (Gv 3,16-17).
Fermiamoci allora in silenzio di fronte a questo volto avvolto di silenzio! Deponiamo ai suoi piedi i
nostri fardelli, le nostre notti e le mancanze di speranza. E andiamo via con uno slancio nuovo, una
spinta di quegli occhi di cielo che ridanno alla vita la sua vera direzione. Un germoglio è spuntato e
noi, ciascuno di noi, partecipa concretamente di questo annuncio!
Don Alberto

Seconda Domenica di AVVENTO
Domenica
24 novembre
ore 15
Prima Confessione (per la IV elementare)
Lunedì
ore 21,15
Coro
ore 21
AC: adulti e giovani-adulti
ore 9,30
ore 13,15
Consiglio dei presbiteri e delle suore
Lettura del Vangelo (in chiesa)
25 novembre
Martedì
26 novembre
Giovedì
28 novembre

Domenica
1 dicembre
Terza Domenica di AVVENTO
MERCATINO BOTTEGA CREATIVA
23-24-25-26 novembre
Domenica 1 dicembre – Ritiro I media
Domenica 24 novembre – Ritiro IV elementare
NATALE DI SOLIDARIETÀ
30 NOV. - 1.7.8.14.15.21.22 DICEMBRE
VISITA NATALIZIA DEI SACERDOTI ALLE FAMIGLIE DELLA PARROCCHIA
Lunedì 25 novembre
Daini 4: scale A.B.C.D.E.F e 1.2
Martedì 26 novembre
Daini 4: scale 3.4.5.6.7.8.9
Mercoledì 27 novembre Daini 4: scale 10.11
Daini 2 scala G – Daini 1 scala G
Sarca 198
Giovedì 28 novembre
Alberto e Piero Pirelli 14.16 – Chiese 1
Il sacerdote passa dalle ore 18,30 alle ore 20,30 (circa)
È DISPONIBILE AL TAVOLO DEI GIORNALI IL LIBRETTO CON LA PAROLA DI DIO DI AVVENTO PER OGNI GIORNO
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559 - Parrocchia Bicocca