ANNO II
NUMERO 1
LUCERA
MARZO
2010
Giovanni BACHELET
“I l Signore disse a Gedeone: «La gente che è con te è troppo numerosa, perché io metta Madian nelle sue mani;
Israele potrebbe vantarsi dinanzi a me e
dire: La mia mano mi ha salvato. Ora
annunzia davanti a tutto il popolo:
Chiunque ha paura e trema, torni indietro»" (Giudici, 7, 1-3).
Con mia madre e mia sorella scegliemmo questi versetti, molto cari a papà, per
accompagnare la sua foto. Gedeone,
seguendo le istruzioni del Signore,
rimanda a casa trentaduemila uomini e
ne tiene con sé solo trecento. Con loro,
armati di brocche, trombe e fiaccole
accese - e grande coraggio, fondato sulla parola del Signore - irrompe di notte
nel campo dei madianiti, che, presi dal
panico, fuggono in disordine.
Ci voleva coraggio e fede per accettare
a trentatré anni, da Giovanni XXIII, e a
trentotto, da Paolo VI, la vicepresidenza
e poi la presidenza dell'Azione cattolica,
col formidabile mandato di attuare in Italia il concilio. Per far entrare la Bibbia e la
nuova liturgia in ogni famiglia e in ogni
parrocchia.
Per trasformare l'Azione cattolica in un
laboratorio della Chiesa di domani,
un'inedita combinazione di democrazia
interna (con capi eletti dai soci e non rinnovabili per più di due mandati) e serena
fedeltà ai Pastori (titolari anche nel nuovo statuto di un ruolo decisivo nelle scelte importanti).
Per concentrarsi sul Vangelo e sulla formazione cristiana, restituendo l'impegno
politico - e lo sport, e altre cose buone
per le quali l'Azione cattolica aveva fino
a quel momento svolto una preziosa
opera di supplenza - all'autonoma
responsabilità dei laici.
Per voltare pagina rispetto a quelli che
Mario Rossi aveva definito "i giorni dell'onnipotenza", al prezzo di una dolorosa cura dimagrante numerica e finanziaria. Ci volevano il coraggio e la fiducia
che nel Signore aveva avuto Gedeone.
Ad "avere attenzione alla realtà dell'uomo di oggi senza chiudersi nell'alterigia
del fariseo (...) ed essere non fazione tra
fazioni, non organizzazione di potere, ma
sale e luce del mondo", come diceva nel
1966 ai presidenti diocesani, lo aiutava la
piena intesa col Papa e con l'assistente
nazionale, monsignor Franco Costa, ispiratori di un'intera generazione di preti e
laici innamorati della libertà e della
democrazia e, dopo la guerra e la Resistenza, della Repubblica, della Costituente e della Costituzione. [...]
Don Abbondio sosteneva che il coraggio, uno, non se lo può dare. Il cardinale
Borromeo lo sgridava chiedendo: "Non
pensate che (...) c'è Chi ve lo darà infallibilmente, quando glielo chiediate? Credete voi che tutti que' milioni di martiri
avessero naturalmente coraggio?" (I promessi sposi, xxv).
La voce
del PASTORE
LA GIUSTIZIA
COME SFIDA
+ Domenico CORNACCHIA
I l 21 Febbraio u.s. siamo stati destinatari di tre importanti consegne: 1^.
Papa Benedetto XVI nel Messaggio
quaresimale 2010 tratta del tema della Giustizia e, ci ricorda che “La Giustizia di Dio si è manifestata per mezzo
della fede in Cristo” (Rm 3, 21-22).
Anticamente fu coniata la bella espressione unicuique suum (a ciascuno il
suo). Il Papa precisa: ciò di cui l’uomo
ha bisogno non può essergli garantito
per legge. Ad esempio, l’amore può
essere dato solo “gratuitamente”.
Bisogna andare oltre la giustizia! Gesù
ci dirà: se la vostra giustizia non supererà quella degli Scribi e Farisei…,
cosa fate di straordinario? (Mt 5,20).
Abbiamo frainteso presto il senso della giustizia, per cui: giustiziare è condannare e, avere la coscienza a posto
è solo dare o restituire il giusto dovuto!
L’ ebraico sedaqah (giustizia) vuol dire
equità. Tale concetto ci impone di
adottare una misura nuova nelle relazioni col prossimo, specie coi poveri.
Esercitare la giustizia deve significare,
per noi, eccedere in amore, in carità,
in misericordia. Aiutare il povero è fare
un prestito a Dio (Prov 19,17). Dobbiamo esercitarci nel coniugare la giustizia con l’amore e la carità.
2^. I Vescovi Italiani, hanno emanato,
a seguito del Convegno di Napoli del
2009, il Documento sul Meridione di
Italia: Per un Paese solidale, Chiesa Italiana e Mezzogiorno. L’idea madre che
troviamo in questo importante Messaggio è che dobbiamo farci carico
della responsabilità di essere soggetto
del nostro sviluppo.
3^. Poi, in tutte le Diocesi pugliesi è
stato annunciato che dal 28 aprile - 1°
Maggio 2011 a San Giovanni Rotondo
si terrà il 3° Convegno Pastorale
Regionale, sul tema: I Laici e la società
pugliese. Il tempo liturgico che stiamo
vivendo, deve favorire una riflessione
personale e comunitaria su queste tre
tematiche o appuntamenti.
L’approfondimento della traccia dei
nostri Vescovi sarà la migliore preparazione alla celebrazione del Convegno
Ecclesiale del 2011 a S. Giovanni
Rotondo.
Facciamo la nostra parte, affinché la
Città degli uomini, divenga un riflesso
della Città di Dio.
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Un tesoro in
vasi di creta
60° compleanno del Vescovo
AUGURI!
Eccellenza nel giorno del Suo 60° compleanno, mi è gradito a nome
dell’intera comunità diocesana rivolgerLe i migliori auguri di benessere e
serenità, insieme ad un sincero sostegno per il Suo ministero episcopale
nella nostra Chiesa locale.
In questa fausta ricorrenza, desidero esprimerLe la riconoscenza per l’affetto da Lei sempre manifestato nei confronti della nostra Chiesa locale
e per la giovanile e gioviale dinamicità che La caratterizza.
Da parte nostra, memori della sua Lettera pastorale “lieti nella comunione” cercheremo di seguire l’invito che l’Apostolo San Pietro rivolgeva
alle prime comunità cristiane: "Ciascuno secondo il dono ricevuto, lo
metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme
grazia di Dio" (cf 1 Pt, 4,10).
Con questi sentimenti noi intendiamo collaborare con Vostra Eccellenza,
per la diffusione del Regno di Dio nelle nostre comunità.
La prego di accogliere gli auspici più fervidi per la prosecuzione della
Sua missione episcopale.
Auguri di cuore, avvalorati dalla preghiera.
segue a pagina 2
Ciro FANELLI
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3
L’Opera Nuova
a Lucera
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La Sacra Sindone:
il mistero
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2
marzo 2010 anno II n. 1
FORMAZIONEeCULTURA
CHE DITE
DEI PRETI?
Convegno diocesano
a Lucera
UN TESORO IN
VASI DI CRETA
L a nostra Diocesi di Lucera-Troia il 2
e 3 marzo ha avuto la grazia di vivere
un Convegno Diocesano per animatori e catechisti vocazionali, organizzato
dal Centro Diocesano Vocazioni e
Comunità Vocazionale.
Il tema “Tesoro posto in vasi di creta.
Il sacerdozio a servizio di tutte le vocazioni” ha ritmato tale esperienza dandoci la possibilità di riflettere su quello
che il Sacerdozio è: dono prezioso e
speciale nella Chiesa che il Padrone
della Messe affida con generosità in
fragili e piccoli vasi di argilla.
Il primo giorno del convegno è stato
di carattere formativo, grazie alla relazione di Mons. Luigi Mansi, Padre Spirituale nel Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Molfetta, che ci ha parlato dell’Animazione Vocazionale nella
vita del Sacerdote.
Ha subito evidenziato la parola vita, il
senso e la gratitudine che ciascuno
deve avere per essa. Infatti, egli ha
affermato, che vivere vuol dire far vivere, provocare vita, mettere alla luce,
generare la vita…
In più occasioni, e anche durante il
convegno, il nostro Vescovo Domenico ha esortato i sacerdoti a non “fare”
i preti ma ad “essere” preti.
Il “da fare” del prete però può assumere le caratteristiche di alcuni verbi
che rimandano all’essere: seminare,
pregare, testimoniare e chiamare.
La Pastorale Vocazionale, pastorale
che attraversa e anima tutta la pastorale ordinaria, è dunque questione di
passione per la vita e per la propria
vocazione.
Il secondo giorno, di carattere narrativo, utilizzando la vivace dinamica del
talk show in un coinvolgimento tra
Vescovo, relatori e partecipanti al convegno abbiamo messo in luce i diversi
“Colori del Sacerdozio”.
Gli ospiti: Mons. Alberto D’Urso,
Segretario della consulta nazionale
fondazioni antiusura di Bari, e don Raffaele Sarno, cappellano del carcere di
Trani, ci hanno regalato la loro esperienza come preti chiamati in prima
linea a testimoniare la loro vocazione
portando la Bella Notizia in quei luoghi dove predominano le brutte e cattive notizie, accogliendo e perdonando sull’esempio di Gesù che nonostante tutto ama infinitamente le sue
creature.
Il convegno si è concluso con un
momento di preghiera in cui il nostro
Vescovo ha affidato a tutti i sacerdoti
presenti un mandato con l’augurio,
come il Curato D’Ars, di assumere sul
proprio volto i tratti del volto di Gesù.
Francesca PALAMA’
L’ ”universo”
sacerdote
segue da pagina 1
Mio padre trovava coraggio e forza
nel Signore, come Gedeone, come
Bonhoeffer da lui citato all'ultima
assemblea del 1973: "Io credo che
Dio, in ogni situazione difficile, ci concederà tanta forza di resistenza quanta ne avremo bisogno. Egli però non la
concede in anticipo, affinché ci abbandoniamo interamente in lui e non in
noi stessi. Ogni paura per il futuro
dovrebbe essere superata con questa
fede".
Questa fede a noi figli è apparsa, fin
da piccoli, nella preghiera dei genitori,
papà e mamma insieme. In loro la preghiera appariva un bisogno primario
come il cibo o il sonno: preghiera antica e moderna, salmi e rosario e compieta, italiano e latino. La mattina, la
sera, prima di mangiare, in viaggio. In
uno dei ricordi più dolci dell'infanzia ci
sono papà e mamma inginocchiati
vicino al mio letto e, prima che il sonno prevalga, sento le parole di una
delle loro preghiere della sera: Oremus pro pontifice nostro Ioanne... da
allora abbiamo pregato per Paolo, per
Giovanni Paolo, e, oggi, per Benedetto; abbiamo amato e amiamo il Papa
non perché, come disse una volta
papà, si chiama Giovanni o Paolo, ma
perché si chiama Pietro.
Qualche giorno fa mamma mi ha detto di aver trovato in casa un libretto
che in trent'anni non aveva mai notato: Fede e futuro, che Papa Benedetto
ha scritto da giovane, pochi anni dopo
la fine del concilio. Due brani erano sottolineati a matita da papà. Il primo diceva: "Solo chi dà se stesso crea futuro.
Chi vuol semplicemente insegnare,
cambiare solo gli altri, rimane sterile".
L'altro brano, nell'ultimo paragrafo intitolato Il futuro della Chiesa, diceva: "Il
futuro della chiesa (...) non verrà da
coloro che prescrivono ricette (...) o
invece si adeguano al momento che
passa (...) o criticano gli altri e ritengono
se stessi una misura infallibile (...) o
dichiarano sorpassato tutto ciò che
impone sacrifici all'uomo (...) Anche
questa volta, come sempre, il futuro
della chiesa verrà dai nuovi santi".
La fede, l'amore e l'obbedienza risultano purtroppo incomprensibili a molti di quelli che guardano alle vicende
della Chiesa dal di fuori e credono di
vederci dentro solo una gigantesca
partita a scacchi. Papà era invece convinto che "cristiani franchi e liberi possano vivere nella Chiesa di oggi e di
domani nell'obbedienza e nella pace,
proprio come Angelo Roncalli, prete,
vescovo e Papa libero e fedele, perché ha avuto fede non nella sua forza
ma in quella dello Spirito che guida la
Chiesa". Ne sono convinto anch'io, e,
a trent'anni dalla morte di mio padre,
chiedo al Signore per me e per i miei
figli, per i laici e per i preti della mia
Chiesa fede e coraggio, obbedienza e
pace.
V oglio esprimere il mio apprezzamento per questa rubrica, temevo uno
sdolcinato barattolo di miele o un inutile secchio di veleno, invece ho
apprezzato i vari interventi che hanno
evidenziato la complessa realtà che è
“l’universo sacerdote”.
Da anni vivo quotidianamente la realtà
parrocchiale, a stretto contatto con
diversi sacerdoti. Per prima cosa desidero dire che generalizzare non è mai
giusto. Ogni sacerdote è un individuo
differente pur nella unicità della vocazione. Le ombre incontrate non mi
hanno mai fatto dimenticare il calore e
la gioia della luce ricevuta! Certo ho
incontrato anche il sacerdote preda
delle cose del mondo, non posso
negare l’amarezza e quanto sia dannoso per tutta la Chiesa questa esperienza. Ma non posso dimenticare i sacerdoti che mi hanno testimoniato Cristo
nei fatti di tutti i giorni. Hanno lasciato
in me un segno indelebile di donazione totale a Cristo.
Questi sacerdoti mi hanno svelato una
cosa stupenda: il bene è infettivo! La
generosità di un parroco, penso a
sacerdoti concreti della nostra diocesi,
passa in eredità all’intera parrocchia e
dalla parrocchia passa poi alle famiglie
di questa parrocchia. Non posso
dimenticare la porta sempre aperta
del mio parroco, il suo sorriso ed il suo
saluto che è diventato un segno di
riconoscimento di provenienza parrocchiale!
Come posso dimenticare la sua amicizia, vera e schietta, mai complice delle
mie debolezze. Le vera autorevolezza
del sacerdote non nasce solo dal
Sacramento ricevuto ma anche dalla
santità di vita. Mi chiedo spesso come
posso aiutare il mio sacerdote a crescere nella santità. Noi “laici” dimentichiamo che i sacerdoti hanno bisogno
anche dei nostri stimoli positivi.
(©L'Osservatore Romano 12 febbraio 2010)
Michele CUTTANO
Chiesa: un cammino da fare… insieme
«L e parrocchie non possono agire da
sole: ci vuole una “pastorale integrata”
in cui nell’unità della Diocesi, abbandonando ogni pretesa di autosufficienza,
le parrocchie si collegano tra di loro,
con forme diverse a seconda delle
situazioni - dalle unità pastorali, vicarie
o zone -, valorizzando la vita consacrata
e i vari movimenti» (Il volto missionario
della parrocchia in un mondo che cambia, Introduzione).
In continuità con gli orientamenti
pastorali diocesani e la riflessione avviata nel Convegno pastorale di settembre su “Comunione e ministerialità nella chiesa locale”, il cammino pastorale
prosegue all’interno delle comunità
parrocchiali e delle zone pastorali,
attraverso la realizzazione di mini-convegni pastorali di zona.
Si tratta di momenti di riflessione e di
partecipazione da attivare nelle zone
pastorali, nei prossimi mesi, con i
seguenti intenti: proseguire nella fase
di approfondimento della proposta
biennale; coscientizzare le comunità sul
valore e sull’importanza della ministerialità e della corresponsabilità; favorire,
avviare, continuare a sperimentare nuove forme di partecipazione, con particolare attenzione alla ministerialità laicale, da favorire sempre di più, e alle
strutture di partecipazione da attivare
o rinnovare a livello parrocchiale, zonale, diocesano.
Questo percorso, articolato e complesso, ma necessario e stimolante,
allo stesso tempo, dovrà portare, nel
corso dei prossimi anni, a realizzare
quello stile di comunione che rende
efficace la missione e il compito della
Chiesa, a tutti i livelli.
Modesto DE GIROLAMO
anno II n. 1 marzo 2010
pagina
3
CRONACHEedESPERIENZE
Villaggio don Bosco
GRANDE
OPERA SOCIALE
SESSANT’ANNI DI STORIA: L’OPERA NUOVA
L’ “Opera Nuova”, oggi Opera San
Giuseppe, dei PP. Giuseppini del
Murialdo di Lucera, festeggia sessant’anni dalla sua fondazione. Era la primavera del 19 marzo 1950, quando il
Vescovo Vendola benediva la posa
della prima pietra per la costruzione
dell’Opera Nuova. Edificata su un
terreno donato da Giuseppe e Carmela Zurro e progettata dall’Ing.
Corrado Goffredo, essa è un insieme
di strutture dove i giovani trovano
conforto fisico, morale e spirituale ed
ha ampi spazi per divertirsi in santità
di spirito e sanità di corpo.
L’Opera, che sorge nel quartiere
“Porta Croce”, nonostante gli anni, è
sempre giovane. Essa è dotata di
palestra, di campi da tennis e di calcio con il manto in erba sintetica, di
un moderno cine-teatro, di sale per
riunioni, della canonica, della chiesa
parrocchiale e dell’asilo oggi adibito
ad altri usi.
La vita dei Giuseppini a Lucera ebbe
inizio il 1922, con la venuta di Padre
Angelo Ferracina, che al suo arrivo,
accompagnato dal giovane Michele
Sabetti, “entro” nei locali di Santa
Caterina. Ideatore e fondatore di
questa impresa è stato Padre Angelo
Cuomo, oggi Servo di Dio, sacerdote
straordinario per il suo coraggio e
per la sua incisiva azione educativa e
formativa tra i giovani, il quale seppe
intuire le ansie e le aspettative della
gioventù di Lucera. Il sogno di questa “Nuova Opera” albergava nell’animo di padre Angelo sin da quando, ancora chierico, venne a Lucera e
trovò i locali, attigui alla chiesa di
Santa Caterina, angusti e non rispondenti alle esigenze dei giovani, perché a quei tempi l’unico punto di
ritrovo per essi erano i “Padri Giuseppini”. Per la costruzione dell’Opera, era necessario reperire fondi
e Padre Angelo, fiducioso nella Prov-
videnza e nella generosità dei lucerini, ebbe l’idea del “mattone”. Così
ragazzi e giovani, sparsi per le vie di
Lucera chiedevano senza riserve l’offerta di “dieci lire” o di portare un
“mattone” per la erigenda Opera. La
ricorrenza del sessantesimo dell’Opera, non può e non deve passare
inosservata. Infatti è stato predisposto un programma di iniziative: il
concorso “Padre Angelo” per gli studenti delle locali scuole, un incontro
dei Giuseppini che nel corso di questi anni hanno svolto il loro apostolato a Lucera, l’intitolazione della palestra al prof. Antonio Rinaldi, attività
culturali, sportive e celebrazioni
eucaristiche. Lucera è riconoscente e
grata ai Giuseppini per l’impegno
educativo e formativo a favore dei
giovani immersi in una società che
non sempre è animata da valori
autentici.
E’ fissata per il 14 marzo l’inaugurazione del Villaggio don Bosco, importante opera sociale che sorge a Lucera in Contrada Vaccarella. Si tratta di
un grande Centro di Accoglienza
gestito dall’Associazione “Comunità
sulla strada di Emmaus”. Il Centro è
formato da tre “grappoli di case” con
attorno un frutteto di 2.000 piante e
spazi comuni: un auditorium con teatro esterno per 300 persone, aule per
la formazione, biblioteca e centro di
documentazione.
Non manca un laboratorio didattico
per le energie alternative con tanto di
pala eolica visibile già dalla SS. 17 tra
Foggia e Lucera. Il progetto nacque
nel 2000 per accogliere minori stranieri che sfuggivano a situazioni di miseria, guerre e trattamenti persecutori e
fu finanziato dal Governo D’Alema.
Donato COPPOLELLA
La sfida educativa: giovani e bene comune
I n preparazione alla 46a Settimana
Sociale dei Cattolici Italiani del 2010 e
nell’ambito delle attenzioni dell’Azione
Cattolica ai temi della partecipazione e
della cittadinanza, l’AC di Cristo Re ha
proposto l’8 febbraio scorso un incontro
sul tema “Giovani e Bene Comune”.
L’appuntamento ha voluto fornire uno
spazio di particolare considerazione su
un tema delicato ed attuale, quello dell’educazione, orientato a sollecitare l’attenzione per quelle problematiche sociali, civili ed ecclesiali che richiedono una
testimonianza competente e coerente
per un cambiamento possibile.
All’incontro sono intervenuti: mons.
Domenico Cornacchia, don Ciro Fanelli,
p. Tommaso Mastrolitto, Giuseppe Uli,
Raffaele Checchia, dr. Vincenzo Morlacco, don Leonardo Catalano, Francesco
Caliano. L’incontro ha trovato concretezza nel mettere in luce come il destino di
ciascuno di noi sia collegato a quello
dell’ altro.
Diario del DIRETTORE
I nteriorità.
La prima parola che desidero coniugare con voi è l’interiorità.
Se un raggio di luce attraversa un
diamante quel raggio si trasforma in
un arcobaleno. Così la nostra vita se
attraversata dalla interiorità diventa
un arcobaleno.
Il silenzio è il primo passo per godere di questo spettacolo. Il silenzio è
l’esperienza che ci pone di fronte a
noi stessi. Certo fa paura ma non
possiamo permetterci il lusso, illu-
La vera norma della società, ha precisato
il dr. Morlacco, è la cooperazione che si
fonda sulla reciprocità; non un semplice
scambio di cose, ma tessitura di relazioni
che trasformano la nostra vita interiore.
Don Leonardo ha sottolineato che il
Bene Comune deve diventare un percorso educativo perché questo tempo
diventi tempo di conversione, di rinascita e di cambiamento. Di questo c’è un
gran bisogno oggi in cui siamo tutti molto rispettosi del male, ma diffidenti del
bene. Mons. Vescovo ha sollecitato la
viva attenzione dei presenti ricordando
l’invito del Papa alla cittadinanza attiva
per un impegno personale di responsabilità sociale, politica ed ecclesiale, e poi
ha stimolato la coscienza associativa, in
fedeltà al Vangelo e al Concilio Vaticano
II, a coltivare sempre la ricerca costante
del bene altrui come se fosse proprio.
Un compito a cui i cattolici non possono
rinunciare.
Samanda DE MASO
I passi dell’interiorità
Il silenzio
dendoci, che qualcosa fuori rende
interessante l’esistenza. Occorre più
che mai vivere per ciò che troviamo
dentro noi. È proprio il silenzio che
ci fa sperimentare la ricchezza dei
nostri pensieri e dei nostri sentimenti; è il silenzio che ci mette di fronte
alle nostre responsabilità e i sogni;
nello stesso tempo è il silenzio che ci
fa avvertire i nostri limiti e i deserti
dell’anima.
Nell’era della comunicazione ci scopriamo sempre più incapaci di inti-
mità, di rapporti veri e profondi. È
allora il silenzio che ci fa incontrare
le persone che ci sono care; ci fa
sperimentare il legame con il Signore e quella Parola che ci conduce, ci
chiama e ci consola.
Certo non è così facile passare dal
rumore della nostra cultura e delle
nostre giornate a momenti di silenzio. Bisogna iniziare. Solo così si
potrà assaporare la bellezza e il valore del silenzio.
Leonardo CATALANO
L’idea iniziale è stata poi modificata
adattandola ai nuovi bisogni di minori
e famiglie, con forme di accoglienza
ed interventi educativi da attuare con i
Servizi sociali del territorio e il Tribunale dei minori, una vera categoria a
rischio per la grande difficoltà degli
adulti di assolvere al loro compito di
educatori. L’idea del Villaggio è nata
per ricercare nuove forme di convivialità che siano risposte concrete all’isolamento.
Il villaggio non vuole essere un contenitore del disagio giovanile e/o adolescenziale, ma un punto di riferimento
culturale, un laboratorio di pensiero
ed azione educativa in riferimento alla
qualità della vita familiare e relazionale. Si presenta come uno spazio aperto, dove coppie in crisi e famiglie in
difficoltà possano ritrovare il significato del proprio rapporto e della propria
esistenza, condividendo per brevi
periodi con altri le difficoltà e le sofferenze della vita.
Quanto ai minori stranieri, il villaggio
diventa un vero spazio multietnico
dove sperimentare la scoperta e la
valorizzazione della diversità.
Altro obiettivo è un Centro studi collegato con l’Università per orientare gli
interventi educativi a favore di minori,
mediante la formazione di genitori,
insegnanti e operatori sociali. Esso
vuole essere quindi un seme di fermento e ricerca per il territorio, facendosi promotore di un “patto educativo
diffuso” che coinvolga sia i singoli cittadini che tutte le istituzioni (civili ed
ecclesiali) che hanno nelle loro finalità
proprio il benessere della comunità.
Riccardo ZINGARO
pagina
4
marzo 2010 anno II n. 1
QUARTAPAGINA
Mostra tematica a Lucera
LA SACRA SINDONE: UN MISTERO NEL MISTERO
L a Diocesi di Lucera-Troia, il Centro
Culturale Cattolico e il centro culturale
“Archè”, con la collaborazione delle Confraternite, hanno organizzato una mostra
tematica che ha trovato degna ospitalità
nella trecentesca chiesa di San Domenico
dal 1° al 13 del mese di marzo, sul tema:
“Sindone: tra icona e mistero”.
Questo interessante e dibattuto tema è
stato approfondito sabato 6 marzo nell’auditorium “Giovanni Paolo II” in via
Spagnoletti Zeuli dal paleontropologo
dell’Università di Pisa, prof. Francesco
Mallegni, il quale ha relazionato su “La
Sindone: un mistero che va al di là del
mistero stesso”.
Il professor Mallegni è uno dei più autorevoli studiosi che ha seguito la vicenda
scientifica dell’autenticità o meno del lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo di
Gesù Morto, per cui è stato interessante
conoscere di prima mano gli ultimi sviluppi delle ricerche condotte, con strumenti
molto sofisticati, sui reperti attualmente
disponibili.
Osservando la Sindone non si nota neanche il più lieve spostamento del lenzuolo,
che avrebbe alterato la nitidezza dei bordi dei coaguli ematici. L’immagine del
corpo è un ingiallimento dovuto ad una
ossidazione e disidratazione. Il lino cambia colore per una trasformazione causata
dalla luce. Rimane, però, inspiegabile il
fenomeno che ha provocato il maggiore
ingiallimento nella zona dell’immagine in
modo da formare sembianze umane così
precise e dettagliate. É una proiezione
del corpo che ha codificato in sé l’informazione tridimensionale ed è come se vi
fosse stata impressa da un fenomeno
fotoradiante. Molti fisici, compreso il relatore, ammettono che l’immagine potreb-
be essere stata provocata da un lampo di
luce sprigionatasi dal corpo di Gesù al
momento della risurrezione.
L’autenticità della Sindone, aggiunge don
Luigi Di Condio, rettore della chiesa di
San Domenico, è stata a lungo dibattuta:
vi sono state dispute al riguardo già nel
XIV secolo. Le discussioni sono riprese
alla fine del XIX secolo, quando la prima
fotografia della Sindone ha rivelato particolari e suggestive caratteristiche dell’immagine, suscitando particolare interesse
da parte degli studiosi su di essa. I numerosi studi scientifici eseguiti da allora non
sono serviti, però, a chiarire in modo definitivo la questione, ma solo ad accendere
maggiormente il dibattito nel quale si
“scontrano” studiosi convinti che la Sindone sia una reliquia e colleghi altrettanto convinti che, invece, sia una icona, una
raffigurazione artistica. Dunque, il contri-
buto del relatore è servito a fornire qualche elemento in più, acquisito attraverso
il difficile lavoro di ricerca degli ultimi tempi. La preziosa reliquia sarà esposta nel
Duomo di Torino dal 1° aprile al 23 maggio prossimi. Per una preparazione spirituale adeguata all’importante evento viene suggerita una Via Crucis Sindonica,
dove alla preghiera e alla meditazione si
affianca l’osservazione del corpo martoriato impresso sul lino.
La Sindone, ricorda il cardinale Severino
Poletto, Arcivescovo di Torino, è un
segno sul quale è impressa l’ombra della
morte, della sofferenza e della malvagità
umana. I credenti non guardano, però, al
volto dell’Uomo della Sindone per compiacersi del dolore e della morte. Quel
volto, per chi crede, è destinato a trasfigurarsi nella Risurrezione.
Antonio DI MURO
VEGLIA PASQUALE nelle CHIESE della DIOCESI - Orario
LUCERA
Cattedrale “S. M. Assunta”
Cristo Re
San Giovanni Battista
San Giacomo M. A.
Santa Maria della Spiga
Santa Maria delle Grazie
San Pio X
San Matteo al Carmine
S. Francesco Antonio Fasani
Santuario S. F. A. Fasani
21.30
22.30
22.00
21.30
23.00
23.00
22.30
22.30
23.00
22.30
TROIA
Cattedrale “B.M.V. Assunta”
Maria SS. Mediatrice
Comunità di San Francesco
San Secondino Vescovo
San Vincenzo Martire
23.00
20.00
22.00
23.00
21.00
ALBERONA
Natività di Maria Vergine
BICCARI
Maria Santissima Assunta
22.30
23.00
CARLANTINO
San Donato V. M.
23.00
GIARDINETTO
Beata Vergine del Carmine
22.00
CASALNUOVO MONTEROTARO
Santi Pietro e Nicolò
22.00
MOTTA MONTE CORVINO
San Giovanni Battista
24.00
CASALVECCHIO DI PUGLIA
Santi Pietro e Paolo Apostoli 23.00
ORSARA DI PUGLIA
San Nicola di Bari
22.00
CASTELLUCCIO VALMAGGIORE
San Giovanni Battista
22.30
PIETRAMONTECORVINO
Santa Maria Assunta
22.30
CASTELNUOVO DELLA DAUNIA
Santa Maria della Murgia
22.00
ROSETO VALFORTORE
Santa Maria Assunta
22.30
CELENZA VALFORTORE
Santa Croce
22.30
SAN MARCO LA CATOLA
San Nicola di Mira
22.30
CELLE DI SAN VITO
Santa Caterina V. M.
22.30
FAETO
S. S. Salvatore
22.00
SANTA CECILIA
23.00
VOLTURARA APPULA
Santa Maria Assunta
23.00
VOLTURINO
Santa Maria Assunta
23.00
Mensile di informazione
della diocesi di Lucera-Troia
Editore
Diocesi di Lucera-Troia
Direttore responsabile
Matteo Francavilla
Direttore editoriale
Leonardo Catalano
AGENDA
MINI CONVEGNI PASTORALI
DI ZONA
“Verso una Chiesa tutta ministeriale”. Martedì, 16 marzo dalle ore
16.00 alle 19.00 zona di San Marco
nell’Auditorium “San Giacomo” nella
parrocchia di San Marco La Catola.
Si è già tenuto il primo nella zona di
Castelnuovo l’ 11 marzo presso la
parrocchia di Casalvecchio.
URLANDO CONTRO IL CIELO
Giornata della Gioventù dalle ore
8.00 del 27 di Marzo alle ore 24.00
del 28 Marzo domenica delle Palme.
Sarà un momento di festa e preghiera che coinvolgerà tutti i gruppi parrocchiali e tutte le associazioni presenti in diocesi che si occupano della
realtà giovanile.
PELLEGRINAGGIO
DIOCESANO AD ARS E TORINO
Dal 12 al 15 in occasione della ostensione della sindone e del 150° anniversario del dei natali del Santo Curato d’Ars. La quota di partecipazione
è di euro 470 tutto compreso viaggio in aereo. Per prenotazioni rivolgersi a don Antonio Valentino
347.0178780
Redazione
Donato Coppolella
Rocco Coppolella
Enza Gagliardi
Riccardo Zingaro
Sede
piazza Duomo, 13 - 71036 Lucera - Foggia
Tel/Fax 0881 520882
e-mail: [email protected]
Stampa
Ennio Cappetta & C. srl - Foggia
Anno II, numero 1, marzo 2010
Autorizzazione del Tribunale di Lucera
n. 139 del 27 gennaio 2009.
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Il Sentiero - Diocesi di Lucera Troia