d; fedele 150MAN1 Professore Lettere di Italiane ABRUZZESISMI ."vuw^ 2'^ COX EDIZIONE CORREZIONI E A (. G 1 U X T E tìte TERAMO FABBRI GIOVANNI Piassa V. E, — Strada 1890. I L EDITORE del Leone, 1 li r d; FBDEifB :e^omani Professore di lettere italiane ABRUZZESISMI -\/VAA.'V- 2» CON EDIZIONE CORREZIONI E AGGIUNTE «^ TEKAMO GIOVANNI Piazsa EDITORE FABBRI V. E. — Strada del Leone, 1 / S te ?:'» ^ ' _^ V i I o^ni Occorre otto anni, ed di dieci anco vi^fliosadisinvoltura desiderare credere parlino a a poco invece scellerato il loro poco i modi al una poi barbari e da un sé od mara- da segno dialetto. K si correggano le IWisi viziose, strafalcioni, raorazzidì sette di dodici,parlare con o italiano un che che di sentir niomonto lar è da non stessi, (ili gran numero che di linguaggio s'appiccicanoalla piccole improprietà prima età, didìcilmente si perdono avanzando lingua in ([uella dai pochissimiche sì dedicano l\iorch(" negli anni, mente particolaralkv lettere; perchè coir et"\ cresce a mano a mano in r amor chi potrebbe correggere, proprio,la pretensione,il timore, dì che accade poco che meno la correzione ì giovanetti di barbaramente EDMONDO Lomb. \ venga 1870; pug. DE 170 AMICIS e scg. ) dì — presa in mala parte; quindicio quellidi di sedici anni otto dieci. Pagùic sparse o e cosi parlano (Milano, Tip. Edit. ?1 I \ f PER Nello edizione di questo di ragioni inlaticabile di il chiamava il anni) la di non costanza e ( poi anche di una ed di testo F egli insegna e la mi il che di por desiderava Scuole far uso queste non nel da Savorini altro mio 11 di tale una ì-'eramo più forti a questi Teramo, Tecnico. Istituto lit)ro prima la valorosamente meno mio amico tutti Tecniche avesse Fabbri continuare in T avuto per proposta; da tanto ragioni. o amico, mio percliè di aspettato assente del K. valente io vanni fatto aveva Italiano sarei perchè, sapevo egli Geografia non tutto ristampa, nelle del ristampa. tale Catanzaro a 0 prima dalla Bologna, Editore una (come anni trovavo di dell' parte sei lettera una Savorini permesso Veramente, anni, da libro per Storia prima ricevei lavoretto mio quali che mi esaurita, era tenere nelle libretto,^ mentre necessaria edizione sei dopo Vittorio chiedeva, Teramo, EDIZIONE Luglio, uffizio, prof. mi che mese^li scorso \ per SECONDA LA parecchi tosa ardimen- tempo; 6 della Firenze di tono di persona desiderio per gran peso, veder aria libri sforzai per di io mi di il Direttore Bindi, e delle vero non che non alle a poco a credere maestre. a poco, che eterno; dir quanti di un libri,» di un era nuovo certi per bene così spose ri- mi ógni parte?! libretto avanti che domanda che Tuso studio bel Ma nella lo o ! scuole dell' nione opi- esempio, Per il Teramo, signor ardì ammirabile, libretto, che strano ) potesse dare e ai torto qualche il siofnor Fortunato di in Airi, il mio lavoro suo un ai maestri queste voci finì collo spegnersi, generale sventurato che, furono dello matto delle di tutti di dell' Italiano; l'eco troppo veramente coraggio alunni far personaggio. elementari scuole suoi per discorso, ardi raccomandare e da «nuovi già capito certo vede non anno mio il non Provincia, Ma altri malinconico con nello è Sopraintendente accurato sonno il che (e rifece, impensierito, la stessa ( vedete frutto poteva prima. Luigi Mancini, pareva della desolante: quegli aveva acuto consigliare ai che umilmente libretto allora, si poteva comprovinciali) buon scuole (e bisogna dirlo vero deir gli tutti spiegassi,mi È miei nelle fargli capire egli,che esclamativa il mio piovono ogni che, almeno Vuoi — rivolgendomi, manifestai quale le scuole genere ma al e da inutile. o domanda, desolata diverso «n'impresa, a dicevano, una introdotto genere lati; mi — parecchi a elegante parlatore teramaneggiante, lucro) di con Mi Un di scopo nuovi lode. messo strana, pietoso rimprovero, una parere assai Teramo? a fa, parve fossi mi io almeno matta, portar in provincia, che mia non se lavoro, sei anni il mio uscì Ajipena tutt'al indifferenza libretto ; e fosse più, avrebbe io cominciavo già destinato lìotuto esper al che miei i in il piazza solennemente, giunti pietosi avversarj fossero giorno portar Teramo a Firenze. a Quand' il il son tutto Fra di chiamerò riguardo, le varie sulla Non maestri, V turbare ortografia dialetti, assai dei soprattutto le solamente, Si può quale, benché pronunziata, due il " al e il ^r sia, per alle se volte, contrario; della stessa, le consonanti, che con tanta forza gli errori di da in scano to- come le doppie di questa tra ne abbiamo sono sempre la casi, anche doppia, una nanti conso- anno, quali stri no- che le specie, le i sanno consonanti alcuni per Tutti medio prima toletti, capi- generale, che o e (palatale), aggiungere, di due quei casi in meriti ortografia. e, tra ; abbiamo non quelle e vocali fatto che contribuiscono incerto, suono noi e, di lingua figli prima. pare in ortografia. I vita, riuscisse, sulF durare, doppie sono un Ora, specie ; doppie. che sardo, scempie. ultima due nel V vita. anzi ò ; e della altro da della no seconda V e più delle scempie, sono avviene "anno insegnare per di speciale, quella pronunzia fatica molta modo chi c'è cintola? correzioni, mi e in menzionata, uno quelle aggiunte che sapere che e alla biasimevole meno fa piiì gagliarda a dire perchè questa, che mi tutto mani saputo essere a le ho ogni per del tornare con figli.Non amico un morto vederlo restarmene sempre di di di voce mai è non bisogno Dovevo la che ecco lik-etto mio sente e bruciato venii* destato, per pure è z, da la noi doppia parere volte. Pochi possono perciò cadere sono i nostri scolari per ortografia influenza del nei quali dialetto. 8 li serio veramente guajo consonanti quando 0 n'è che detto altro la se il maestro è questa Io qualche non al i bambini suoni. ripetono allegramente, Andate come almeno maestro: in tante giovinetti ai biasimevole) movimenti elementare. scuola in quei barbari lavora delle sul tante in che, più muso, nostre tanta c^on le addestrare per T Italiano pronunzia egli vi riderà sl a he, fu\ ho, Jm, coro, Lei pensare famiglie, nostre certo E ad provate ma cartellone, insegna — ed — V intenzione. (non dei al chinese! un con scuole, dire a cui con precisamente, so, nostra ce importante così pronunziare le vocali italiane. Egli grida: Ha, E toscane. cura poca paesi: davanti che, la parte altri negli dalle guajo più serio, ma ed lingua. in momento un Ecco della scono influi- quale vocali, specialmento assai il è ancora stesso lo avvenga entrare pronunzia sulla ; le nostre e : trattata insegnamento pronunzia differiscono più serio è, generalmente, deir vocali e accentate, sono un è la siduità as- lingue niere lingue stra- strane ! Si tante ma una, della dire può singolare e per aver nelle E anche a s' che riguardo alla lingua di un e al tener il di modo congresso non conto fatto, d'Italiani congresso un insegni, volere questo, poi, produce doloroso, quasi 1' aria d' Italia, scuole lingue italiane, pronunzia. sola ancora, che, ben possa ziarla, pronun- internazionale. * * La maestri, neir del causa e averci dì male, * oltre che nella quelli preposti ai maestri, voluto ostinaro ad adopraro io un dei cura poca credo che stia Vocabolario 1) solo a Grammatica ima e considerare gl'Italiani Vocabolario Un e Italiani, potranno quando siano scienza quello, Grammatica Non dei vantaggi Vocabolari Certe regole del gli per svolte utilità, per nessuna passato remoto noialtri non utilissima abbastanza, nei nella il solo la grammatica di né p. mai non : gata spie- bria, paesi della Cala- latino es., toscana maniera certi non non si mantenuto è à non che prodotto che si possa diro si dai « possa verbi farsi una casi, tace mille abruzzesi, non dipendente in presuppone noi italiana, detto airinfin. che generale, Grammatica troveremo ecc. ridi, regola, perchè della nessuna prep. e classico del uso riclctli. Eppoi affatto di scolari altre. abruzzesi dell' quindi e certe perchè, in questo, dalla necessaria, perfetto di tratta mai sono noialtri per punto gli forma; unica sua e per il quali è che ci allontaniamo è essa ma esempio, generale ; non gli scolari per passato prossimo, del e ovvii, i diamoci) pratico, inten- lato provincie, Grammatica della parte linguistiche, grammaticale. parte (dal certe spiegate abbastanza e quella inutili di perchè Vocabolario sul della cosa scolari dannosi, perchè troppo speciali tutto tale di condizioni enumerare, a tica; pra- esiste. non piuttosto qualche diremo Di qui staremo forse e per a cuna Vocabolario insufficienti uguaglianza gli ridurre per già imparato tale un'uguaglianza questa di tutti uso a necessarj, ai giovinetti, aver un toscani. tutti negli studj, devono studj, riescono suppongono dove avanti gl'Italiani,e tutti fossero se utili, anzi essi primi di uso Grammatica, una essere che a come già molto nei ma, essi sola, 1' eiTore. In a mo' sempio, d'e- preporre vcdr^'C, la sicnlire pass(\ggiata. » 10 costruzioni, in barba Ma dei la mente quasi, delle utili. Il qui. errori che incretinire male meno volte spesse si il sole, à devono ht casa, il danno presupponendo vanno bambini il muro, si continua se a correggendo né metterà com- l'intelletto questo : amiamo voi amavo, tacere, a commesso, come pinzare rim- si fermasse e perdere esercizj grammaticali su la : E sotto i e primarie, dette nessuno, mai; dell' esclusione e giovinetti, giovinettidi regole inutili, e è che peggio i guardia forme queste considerazioni, nelle nostre tutte a scuole, elegantemente 0 simili a infecondo. tutto del riesce in mettere per principio semplice il poiché basta non intórno grammatica, della silenzio ir E e gete Correg- « ecc. » * Non intendo siano si marzo negli fatti dare i soli non frasi dei vivo di che vere e R. con vocaboli dei di e, dialetti, un ma alle non che, nel notare Decreto, fronte concorse devono anche le parole, alle corrispondenti dell'uso le dare utilità, certamente, cui a riescano decreto compilati che altro, proprie Provincie, o sono apporteranno a à aperto suo Grammatiche delle il tempo, E per apra speciali di vogliamo augurarci concorso che scuole giustezza con amore, con alle questi Vocabolarj, destinati, passioni municipali. senza un segua Basterà progressi Vocabolarj dialettali, i quali proverbj; fam'glie, e al molti Firenze. quando vedute anni. aperto, dialetti, devono Immensa alle nudi i frasi, i modi, e di compilazione che questo con ultimi stato è scorso, la per dire a un uso singole regioni d' Italia. i Vocabolarj, concorso delle per singole ( 11 Ci auguriamo talia, la oramai come dì cura tutt' non che, 0 lunga italiane e L' - r in utilità Italia simili raccolte arricchita di bisogno buoni vocabolarj la per raccolte di e di francesismi, buone frasi discorsi anche dopo Vocabolarj delle per cui tutto che ci francesi grammatiche a uso e che e ragione con per credute sono nei nuovi stessa noi, signitìcati, o continuerà dei prenda parole, quelle s* intromettono italiana. Grammatiche, nuove quelle si d' I- fatto consuetudine, lingua stata sarà chi abbiamo come ma combattuta di d' una, più affinità per facilmente pui scritti negli o suono, mai non in stato dialetto, un il sia, in ogni provincia ci raccogliendo, intero e e' è andar per che ancora e' è siano degli Italiani. E nel voler che caso dare segue, lavoretto mio pubblico Ma finora lette, del per io augurj fosse non sguardo uno che lettera lieti questi con la forse ardito di specialmente COLLEDARA, e anche neir genere seconda morto ancora a quello introduzione di che ai questo il pregando punto, che di ò noia, detto Sardismi^ ora tore, letdi nella altro presento al volta. pretendo quello cioè pretendere; si quando SO fo A(/OSfO -AAAA/^ che che le presentano 1S90, autore nessun prefazioni a frotte. avrà siano 'y\* "r" ^ .\ •' '-" «"N? -y N* V V, r^.^.'V/O «S-*" .. *^"^^' r'"o «j'^r» ?"v/0 , ;^^^, ,^^-, a^/« ^^^^ cy"r. ^^, »^a:" •'-'^ *y^' c^'^ «V/«5 ,^^', ,-,^ v'V qy^ «X^ ,N , '7^ «'^ ^"0 -r^ ,-,^^ , ^, Cv t] Dedicatoria £Vc/c/ innanzi alla T Edizione messa cantéint catt actt/zzcò/\ i libro Questo (}uelle di studj, e andranno occupate, da t'è sentire le volte che le voi vocine care ; ma abbastanza ma stessi che che di sarà ai vostri io non esse mi di io sono Essi dir mi sione compasne sono m' nulla aspetto diranno: qui correggerò e Solamente giorno, « io li starò e » discepolo un se die meglio; bisogno. o : pare occu- avre))bero non d'un presentarvi, a perfetto, Dite ci loro. potevi devozione la potrò arrivare dico là volate strada me, mai, se da cosa grossa: con da caso, grandi, persone mai son loro la per Le un'occhiata daranno vedete, qualclie scappata tutte questo Anzi, imparare. d'imparar a in e avanti si non o mi allora e voialtri. per baffi, di tanto con scritto l'ò così io lavoro, non zii, dite con un compiuto. babbi, piglierò faranno ai foco vostri per le piacere quando loro vazioni osser- sian det- I u ? i dall' tate di \ può di belle delle persone che affermano inai relazioni famiglia manto pieni sentiste (e non d' aftettazione. parole a e quanta, non iorità della dimostrare tutti ito ia sanno mondo suona della affetti: vita stu- chi h'ilCi-arifi,per dei non naturale, meno dialetti. la Per accettar lingua rispetto ai dialetti,bisogneì che di Toscani e da sono piiiintimi e meno che che è amore jentilez7,ii, à formato, conta due infinito, » per di più deli- quale squisita attitudine quel popolo del lìngua, passioni municipali, [pressionedei sentimenti tutti caso per dov'essa gli riuscire può se gli usi tutti lingua spontanea vostra bel paese sciocche la del queste, rispondete a la passioni, a senza gentili, arricciati)rispondete: a serve che meno simili nel intime stentati, langnidi cari bambini, fondo a nelle paesani; rivestiti mustacchi anche le tutte iderete ;e abiti tutti,dove amore, ;ta poveri dai ei libri, ma di così noscono) co- vivacitil,alla affettuosi,cosi paiono Studiate aro! alla quei pensìen che queste, o come zii le lingua letteraria detta naturalezza, Voi, miei imporre vi fate così i vostri e lingua, riuscirebbero della agli poterlimanifestare babbi la alla coi loro profondi pensieri dialetto. vostiù ci di sidero clie de- e quella precisione che ammiro dialetti ; che commoventi nobile e di bene, colti,ricchi che arrivare tanto voglio il vostro (i dei meglio;e qiiaudo possiate parole, per parlate spontaneità così io presto uomÌDÌ quando C'è non cui a dui e quella facilità,con con voi veder anche e in vero profitto voi, ti'ame altri del amore tanti arti- secoli, superl"pcivilti'ir 16 vantaggio col sempre dellar linguaggio questa A bene né dove della studio imo con essi dialetto. lingua si fa, o, che a traducevano ridere faceva di tutti e cassa; tabacco, coppella di lingua, in E quel insieme in K la roche una annasate rumorose sugli cando strasci- mento componi- frasi di « tut- scrittori dovevano volere, non o il eccellenti « di scoppj per diecina una gran di trare en- giorno di domenica, il cervello di fuorché quello legria l'al- quelle con mettere per tutto di dove componimentuccio vano ave- mere fre- si sentivano che la per sonava e quel tema, con torturarsi sole il splendeva mentre petto. lingua? parole, quasi frase ogni parola di il dovevano proprio della tutto ancora campagne discorrere a di couìponimento. misero un capire); non piatti e morale vita, quei poverini, davanti, eziandìo rumorosi a pezzo, gloria, dettavano, tema razzolate » farsi medesimo un di a o loro che, volere » lo per della tra poi quei poverini, e frasi e a di mezzo starnuti lungo scuole d'un nel innanzi suono a in della un lunedì; del città tuoni e tutte contentatevi sera, conoscer quelle a paura e estasi latini rumorosi sillabe, le nostra i sabati a tosse, lampi t' oro in gli scrittori poi delle persone (o bambini, arrogi un senza su meglio dire, dovrebbe per speciale,trovarono tempo, le quali andavano e venivano Mandati ne mutria una proprietà nel con mamma. maniera lingua discorrere di saper se scuola, l'altra. e ne che spropositi, intrav le sempre tanto Ai dal uno; un misero gergo le lacune riempire per francesismi, vedeva iiTomj»eva stesse: e guerra alla gran dialetto, nessuno feroce: in fiumana pensava, 17 Ootii qualcosa veuivauo quei gioviuetti,se fatiche, quelle improbe che parlatori: ma era dico una acquistando di presunzione gran parlatori! scrittori: ottimi di che e tra peso!... ehm! Badate ve', queste nemmeno per relazioni acquistar volta accadde la al è di caso che essersi col chiedere sera dopo detto voleva bene Le lui E oggi, a vi dolorose, pensare Essere non usare, è qual'è saper tale im in che, berlina rimettete? da sapere comesi altra un furie sulle perchè sul era la » nersi te- presenti dovettero tognouiinaìsi aveva Vocabolario. gliene parla, risponde quella che lui. proprio ragione aveva da no mettere fatto Come « andava chi tero dovet- e perchè. conosciuto ch'erano persone perchè e veglia, ogni costo a pancia. Ò signora: una o diffìcile più sostistuire. dirò Vi risa. parola sia a prime, si credettero torto, vollero parte del nuove vano apri- quando lunga serie di prove molto sera, a gente ringhio dell'orgoglioferito. il una ad fuori, più d'una le risa crescevano, ma se una ma una Ancora sera se vero; i'ognoìninaxa. la qui ma la ridere di dalla bisogna per ora.... viaggiare, e a di persone qualcosa. Sulle dopo sapere facile, è. veder dentro trovarsi ; le con risentirono; poco, correggersi quella dir ne a di convinti a per chiuso poco a se e tener Poi, di principia si che anche loro bocca canzonati, volta; una sogno. poi all'età Arrivati avvenivano cose * * In parole troppo tutti e di i dialetti, frasi che, differenti dalle o è * c'è vero, per la loro toscane, o un forma per numero, gran aspra un certo che di le fii naturai 18 timidezia jjudore t! s'intromettono Per due meitete ma di testa letto a /«^fe,oncoueiia le passale un lenzola fiasi, invece, e toscana, loima le che \oci 1 amente coinacchia, seconda ciascuna suoi aimata sopportare Avanti inno ma (iioii d uso, nella rivestita altio mi poi il fatto di a Malamente si rubate penne contusione una e la stae- lingua, con paiole loimano peiche i nota uascuna piccolitiiannelli,foifi con ai dell' altro alla a sangue, da consentito fino vostre guardino ^jenza esistono suono, parole tacilmeute dopo l'accento, la sono, mtailato tiono Le udirne hi e \ detti cosi cauttcu ne pioìincia a pro]H) poteie lanza di pioiiticia, llssi,come loio il sfammi Tant'altre » pi oducono u specie che pio\ineialismi un e questo: come to"eauo che appom- /ippvìtìmètteme po-^wono spesso * nppoinmcltei-gli Iti mateiasae. molto il per ignorante, verrebbe di andate appem- babelica. Questa da parola co* pa\oni, s'imbiancò dei di giro sono (.lataggine della di dialetto somi"i[lianoud s'inti omettono tiea in nel ]teiclitì significato, oppme che dna peiclièhi o le donna e non lingua. che toscano quanto ler sotto o (,illetto), alU o caso, io il yerho sopposto un nessuno, ordinale l-j,nel abbiamo iintnlztue a discorsi nei mai, teramani conisponderebbe suono in \uoI che quasi altii noi .tltio motivo, (fiiiil iniqui' pei o mai, esempio, niàlte o guerra linone tniverso: e aiia denti questa lunga delduitto che nasce tiadiiione, stanno orgogliosa,e Vogliamo, o sul li diienc'e I igno- miei piccoliamici, V sconcezza ! mamme la non si spaventino, cui io quale può convenirsi ai guerra a v'invito vostri né mi oggi, t corpicini 19 delicati, ai vostri altre beati guerre, più glorioso: terribili altre lotte avviliti non impeto do vi facciano servire, bello, pieni di coraggio, con piccolie del il per che invito un questa. Voi il vero, per gionio un dell' abitudine gloriose, combatterete speranze forse di contentatevi ora nemici, Verni gentili. voi! per pieni d^amoroso vi animi vincerete, e parola. * * * Gran libretto questo di parte de' speranza: di pochi mie la parte subito conoscer denominazione Da questi Molto è facile schiera ierza accomodar amica anche questi si accampano quali c'è con altro vi Parole significato;e poi la sfuggano Li potrete nell'altra: che di del prender Conoscere nemici sono occhi stiate combattimento, V al aspetto vestiario gente per e Tutti prima delle lingua, ma* fuori d'uso. e dialettali; ben modo aperti. nella Frasi della e in presi Parole palesi. seconda sanno esser esistono bisogna furia essi che si lingua. bandiere, nella delle nella anch' due insolita e nella gli bene schiera questi nemici amiche. tenga loro esistono oneste, da tutta sotto perchè voce, Nella raccolti quelli della sotto scritto: Viene con la gire sfug- a sono e non apparenze e chi da che non piìi schiere. fisonomia forestieri; scansar con atti riusciti impacciata Parole è in una guardarsi che, gli divisi anno per di difficile più che certo tutti, perchè non e dall'andatura che raccolJ;i in presento pieno di trepidazione e Sono quelli e li troverete degli altri, saranno ricerche. militano particolare fanno vi essi, più furbi alle prima io che gran nemici vostri attenti che di non gnano s'inge- perchè l'aria anche persone scompleto e strano 20 e parrà burla una che frotte a poi, vedrò cui dietro Da v'invito in nessuno voler dare fatica mia sentono del pensiero, rivelare può Accanto la al subito la anche aggiunto dei Nelle dire dell'uso confondervi lasciassero la rari ò la e testa un con una nella colorito patina d'antico; ma o tra tesi, paren- prodotto; poi V k che gli corrisponde. e qualche parole volendo di invece poi spesso e ogni sinonimi venissero e meglio a 0 co- d' usarli soltanto non e doti aned- volta farvi a maniera accademico, volendo che uatm*a. troverete, serqua scelta att'etti potenti, che proposto fiorentino, perchè, la forza ministra, della doni quelli ma degli fedele giovassero vocaboli stare, manife- da il cervello corde d'esempj, che correzioni indecisi discorso le Disprezzanó farsene; dentro italiana frase raccontini terrò agevolarvi idee cosa dialettale frase la mi come per anno provincialismo un'infinità il valore discorso. certa parola, brevi lioscere vostro la che cuore quei ciascun a non quei provincialismi ridete. non parola, nobile mondo parola, e nel alla miei, quando potevo non fremere e vibrare s'inchinano e che saprebbero agitarsi e retroguardia, sfratto! lo sì, onorata, non che di quanto parole quelli solamente perchè di ! fatto ò onorata: l'impresa di a d'ogni parte degli Errori come contento, bambini sarò più inciampare oggi piccole alcune quella tutti: a ad carica la dell'esercito, Appèndici. come compensato le garbo senza il nerbo quella, piccolissima, che, e sta- nelle Io vi insieme vincere a dar il vengono grammatica, ne riusciti sarete Quando se messi gusto. senza vi più colori di pezzi di formato nel modi volta che vi dare al anche una presentarvi,per s* 21 quanto ticaèo e di possibile, delle era certo, vita e da adoperar con fisonomia andarle nella prosperano, il cui linguaggio resto nel E qui Toscana, è il più e specialmente importante mi e sognava bi- fioriscono dove sono, signi- gioventù di italiana; spiccatamente dove cara decise, di sicurezza, piene con cercare a uniche, forme il più e Firenze, a conosciuto d'Italia. che permettetemi io finisca mandando saluto un . pieno di fiorentini ricordi pieno soavi, che con nel lavoro, mi difficoltà, profondendomi bella gratitudine, pazienza amorevole e di dettero largamente e forza a gentilezza 7 Oifoòrf le ricchezze della ISS3. F. — -r. mi superarne a lingua. Teramo, amici quegli ROMANI sistettero as- le loro 24 0 vien pronunziato toscano móndo stretto: è prende «Premóra.» dial. un si che quando dial. segnare) alFo stretto: ). accosta essai premei/ 'e),«mòro» dial. (premura, (signóre, » mònne dial. largo, anche (muro, ììKÌre). vocale, nella quando le vocali, quando stessa parola, iniziali sono r Jl dial. (poeta, famoso : queir abruzzese che parve si lasciò che Quando — » a pronunzia puro, E dice (idea) se sfuggire così «poheta» Rimase ecc. in blica pub- una 7/atto.... diventa Fide/za e dialetto, rappresentiamo fm. ideha « davanti prendono Iln, he, hijio, distinte; parole abruzzese, un pichcte)^ adunanza: due che, in aspirato Quindi italiane vocali in o altra da precedute sono accentate, e gutturale suono con E assai Signóre suono Inoltre, tutte le (via, «Yéjd» J/a"vye), sempre « ( móndo, » U un dial. piit- rèje,) dial. « (profitto, dial. «Prefetto» (Maria, «Maréja» /effe) in vocale: altra da guito — ffMo. pronunziasse 2. CONSONANTI LE di sempre pronunziato ( subito, dial. sòbbete) abbito » 1) Nel teniamo esse essere possono causa errore. Bè « che solamente quelle Noteremo sono trascrivere conto, riportate le per ; non parole » rcbbete che, altrimenti, ( banda, confusione, dovremmo : ^^ «Subbito» dial. bbcende ) ). pronunziate italiane produrre doppio suono bbanda « dial. ( abito, con del alla solo trascrivere: maniera eri ore «subbilo zese, abruzper » cui ecc. 25 C si muta in dial. gndsfrQ ) gona » dopo (j vingo « ( Ancona, si si rehalo « muta raddoppia cuggino « sempre diventa Now^ « diventa Mene) b come S è Innanzi dopo al e/ aW o pace in amico Dande; e liacddre, e in in dopo d di In « cam- toscano Moshto « « penzo un suono tato, (sden- in di nome pari z : Al- ). paese) quello a « pdnze ( penso, » in che (mosto, » sempre » dolce. è schiacciato, suono ( Mii^-iaene, » à tre al- maniera. questa in si muta ), dopo n .• (mi a sapere «aldo» I: ( campana, » sh\ n pendo» diceva le con ; » del e toscana. in «mi parole, n\ un Mosciano bocca si cambia delle qualità «shdentato» (festa,/'A""7"^e) ( sh tròsce ) » » « buone pomhe.) con ). Dopo parole striscia Z, ). (pagina, » Com quando prende «feshta» shttidcnde), mio paggina « « dopo ( Alfonso, Alfònze nelle T ( giovine, ggiórene Cambana « anche rappresentiamo » « : 5^ aspro, shdendaete di palatale, ecc.; » (pompa, diventa e, rumoslUe)^ « in dial. ( gonna; » rehale) » unione piace, m » sempre dialetto mi pomba « 0, e honna « dial. ": a neir sempre, nasali: P innanzi rn si assimila Se : Ggiovine « An- « ). N fonzo : ) aspirato che, suono un V h con ràng^ ). (cugino, ctiggéne) » paeggene e in ( inchiostro, » vinco, dial. (regalo, » Inghiostro « NangónQ dialetto, rappresentiamo hònne) : ( io ». dial. G, gutturale, n « Studende pento, » ( studente, pènde,) me candì (renda 7nende (alto, aedde), Un di (altro, «aldro» ) mezzo spocial modo di parola, in alcune si fa parole sentire che assai terminano fortemente, in zione: 20 « Aifezzione ( affezioDe, aff'ezzejóne ) » lezzione « zione, ( le- » /ejjeyVjy/e.j * * Trascriverò qui alla inuhuaeli, nòte nella sua mènde, sul gheggiiendi Alla allondeena! ne ne parte volondariamènde, vèlie ; di il paesso di fandaséja se vói, tra e chi dalla trietto un queir ambièzza shtraede, pare edifizzi guijèto, al che tornsendo 1) Gap. gli dallo cambicèllo gli occhi messo récco Vili, a' in V chsese, le a ammineti ; disattèndo e aggiónde chaese ritéra, hunifòrme mèshto s'inóldra si hòcchio suo hindiètro, se levino addòsso, suoi fine. suo da shtraede che móndi. nel shtiengo, da e mòrta sboccano respéro; pahèse, gran che, ; citta^' tumulduose; shtranièro, pènza, del vere risòl- avienza gli par gravosa nelle il e se sogni potóto s' più disgushtato seria i ])enzasse non dovizéjòso. Quando giórno, tornerai' piseno, il a allóra vói, di far al- spersenza d' èssersi maravéglia tra quello shtèsso, che ricchezza; tornerebbe bbian- e crescióto della e suoi scròscio, spjerse fortóna, si disabbelléscono, in quel momèndo, si imbrèsse lo dròve hègli cielo, al bbrsenghi di ]"ècorepascèndi; còme trésto è elevaeti quaeli dishténgue domèshtiche vóci péndéjo, Quando addéjo! 1) "S))o.'?/ nunziato pro- séja V aspètto de' lo che dei od crescióto è meno non dèlie il suòno esisti dall' secque, chi a più familia^ri; torrèndi, còme Prom abruzzese: sorgèndi cèrne dei passo maniera móndi Addéjo un * e con alla dèmbo, nelle davandi agli desiderio casóccia e le che ina coi combrerà 27 Sarebbe fuori trattato compiuto scolari della di contenteremo ricavate ; vocali gli Grammatiche, semplici regole delle un rimandando alle e alcune confronto questo, come perciò, Pronunzia aggiungere dal lavoro un Pronunzia della Vocabolarj ai in luogo, cure, si- e dialettali le con toscane. E, in toscano, reali corrispondenti, ci sarebbe le che V ci atone reali è Tenènte ( ctmdrnde reali^ che, o Còsa del nelle quando forme dialetto nostro quarantèna stretto sempre del supposte, abbiamo come fessóre) strette): "péro (pare), corrispondenti, e' è ci o Ve sarebbe ( qtiarandcne ) : contènto ). è parere quando larga, sempre (tenènde) 0, o (ggmvenàile). supposte, o è toniche, sempre (sfi(dUe), stélla e' vocali delle essendo difficoltà, offrono forme dialetto, nostro parla si (sctimìndiie), giovinetta del supposte, o nelle quando stretta, sempre ( naturalmente non Scomméttere E, è quasi colóre nelle (cwe), nostro detto, un' a; tesòro forme e' dialetto, à Móndo (ctilóre). forme nelle quando corrispondenti, è È, dialettali, (tesare), al contrario, reali òtto o (prustretto sempre supposte, (ìmòile). da largo professóre (monne), 6 sarebbe tanto suono un ci o e' è V ù: ; 11. DI ORTOGRAFIA ERRORI Gli neir errori di adoperare quando è - ortografia consistono, ordinariamente, lettera per un' una scempia nello e altra,o nel o raddoppiarla scempiarla quando doppia. è È naturale, quindi,che. sulle consonanti, assai piiiche sulle vocali, debbano pochissime per ben e loro, le non errore, non esiste nel che, il nostro e avendo pur i Ecco « scempio Abbito V. » C ( pnnze di dopo n ), « a toscano, tra cadere più mente facilil suono un qwelle ma dai sarebl)ero non il (come toscano consonante) ; una scani To- quei dati casi. di ortografianei quali sogliono, gli scolari abruzzesi: spesso raddoppiato nel (abito,aebbete) Errori scambiate anno dall'uso h innanzi s cadere è proprio suono toscano, perchè richiederebbero principalierrori ordinariamente, B già quelle che suono in adoperate siano dialettali,fanno troppo'lontana trascrizione h difficile che un scempiate. e consonanti in nostro ben tutte avendo e è raddoppiate Tra quale numero, determinato, 0 gli errori, perchè queste, essendo cadere « mobbile mezzo di parola; (mobile,mrbbeh). » pronunzia, facilmente vien mangare G, palatalo,è » spesso trascritto ( mancare, col ^^ : rnonghac raddoppiato: « 0 « Pangia » ). gioventù » (gio- / li 29 ventù, //^/"(rc?«(/(J),*«cuggmo cifggètiM)^ (eiigiuo. -"p^ff* » gina ( pagina,paeffc/ene ). P, dopo /n, può accadere che sia trascritto col comblimento (compagno,cicinbaeffné), Combagno » « » « ( complimento,cnmhhmèndQ S può meoso mutata essere esiste in ; non rm b: » ). in dopo j n : « «denzo» dialetto) Immenzo » (Im- I s. (deìiso, ctòz^e). •".r. T nella di è talvolta parola suono Z con è « « spesso terminano cambiato quanto » quando » in d dopo ( avv. di quantità) ( avv. di tempo ). n, specialmente per affinità trascritta in zionc: « doppiain alcune parole che Concezzione (concezione, cimffoz» jzèjóne ). -K.i»t-0*J" •.•y HI. ERRORI PAROLE DI 1. Parole che esistono non nella lingua. -OCOC-^O- (A 1. ( afjlùì'cv' ^^ ) Affiakare Avvampare. 2. tutti affiarati dire per stiratora, (abbronzati). Avvampare « muti io che Bisogna « che il ferro i perchè polsini sou » di forte più è » Abbronzare: 1. — » il bruciato quasi à abbronzare, « e pera s'ado- panno. 2. Se « diventare vuoi lo (trascurare) Trascurare. (attroò'src) Attrassare brav'uomo, un fin studio — bambino. da devi non cdfraò'òm-e » 1. "Cambricco Ài 1) Y.dii. fiara sul ; 2j « in La olandese, scritto è cosa e di fa facile. il Que' nome, fiara (tiamma). V mi cui etimologia tessuti secco: e » » del Giiiliani, appena tagliato {Deliste del c'è parlare si scano to- 241). ; pag. di Teza sapere per qui E. verde 1880 ? testimonianza per brucia \i\ Monnier, Le ill.ustre prof. io avendogli L'ulivo fazzoletto al smerlo Pistoiese, subito e Firenze, lo Nel « fuoco, L' fare flagrare. fiamma x^^r mette di finito « — amiche. due Tra Cambrì. -^ (ca7nbrécche si d' vanto di essere parola, questa facevano stato a Cambrai, mi discepolo, rispose ì^amerijk : 32 lin*^ua c'è In .solamente delle clie ^^i dice fijxliare » « e qualche volta auclic delle donne, lua bestie, per dij^prezzo. 1. M) (mòrt'Q ^' MoRiu La « non sera d'ubriachi finestra. posso addormentarmi giuocano alla che Mora. = certe vociaccc per (mora) sotto la mia morra » 1. p) = paglietta (questo cappello Qncda « dieci lire. costa Cappellodi paglia. (prfjjd(le) Paglieita paglia)mi di » 2. (petuléne) Tedauxo di mi Nell'inverno « lana. d'un tutto piede: calza 0 Pedule; 2.'^ Soletta. piace j^oriare ipcdal f ni {U sohiU}) » Pedule « 1." = pezzo, soletta « è » quella parte della calza la è » quale pianta quella parte stessa,ma calzerotto,in modo al la copre che o si del calzerotto le dita e è del cucita alla può cambiare. 5. Percoca Il tuo « (precòche) zio m' à invitato fatto mangiar tante percoche sento scoppiare. Pesca = nel suo cotogna. giardino,e (peschecotogne) che m* à mi » Le « pesche cotogne 1) Frane, » anno la polpa attaccata al mottrre. / A 33 nocciolo: quelle spicche Tìinno che staccata, si chiamano ^^ (in dial. pèrseche, » R) pesche « 1. (rcvò'chie) Kaschio Quel « insudiciata Scaracchio. — di porco tutta la Luigi suoi co' al parete accanto S) raschi (scaracchi) letto. à » 1. Saraca Quelle « venire bere. (sar ceche) sarache (salacche) sete, che una Salacca. — la tutta di notte jeri mi sera, (V fatto non fecero altro che » 2. -^ (•sellerò) Sèlare Nella « (sedani) ci provincia d'Aquila li che Sèdano. — certi vengono solari cogli occhi.» mangeresti 3. Senati « Sono nel. scesa Tu pero. (smalto) visto avessi buona una Grembiulata. — giardino le dare a (grembiulata.) senata ! Ne cascavano come pere scroUatina una al ò cattata rac- » 4. Scolla È « un Cerase e queste e Pesche. poiché 2) Gr. voce greca. quelle di vennero » (A. (in furono M. "J£AtVOV. Persia. Salvini La voce- Cravatta. — dal romano) portate a Noi più Op. e teramana di (cravatta) -scolla regalo cotesta !)«.... Persica, (scòlh) da lontani Persiche Cerasa, lat. Roma dal città Ccrasunte dall' raso? origine dell' diciamo » lai. Asia, Ciliege, cit.) luogo è più vicina della toscana alhi 34 r OiTerta ti stessa il dù altro: Tutt « la le bellezza staffe di iiera alla collo, al messa Guarda nodo. B. Contessa l'à me la costa lei e di lei beneficenza; stessa fare voluto à pari. son come lire. Me venti » 5. (vc^recAe) SoRicA Ò veduto passare gatto. un pareva — (un topo tettajolo) che mtka una tettajolo. Topo - » 0. ^' Spiecu Camaiillo « le mai fa non tutte. copia (•spidM) Versione. — (versione) da spiega una se: » T) 1. (l^iuh(t'm) TiMPÀxo Caro « Paolo verrai Oggi « da anclie il me mangiare a Ti aspetto di pasticcio « maccheroni. di » (pasticcio di maccheroni). C'è Pasticcio — un alle riso, di bel timpano dodici. Addio. patate » » ecc. 2. Tkappeto Nel « 1) Il di ;XÌorni porre a si l'olio lìorcntino macinano olive, gli operai, col le fanno nuovo, adopera questa del Vangelo l'esposizione Frantojo. — in parola che po' un fa un il solo parroco baldoria di caso: a quando messa, nei donlenica. 1) Luigi che che S3ntir voljio indicare vuol sole tempo di pretesto (ii-appite^) Settembrini, potessero volgarissimi capire « in traviando, pur quell'animo) pregiudizi il nobile con il le più giudizio suggello rette della del suo intenzioni gioventù. gran nome, ( le col » 35 cuociono e nel caminetto frittelline. del irrfppefo (fmntojo) saporitissime » V) 1. Versatojo // « (vei'satóre) Acquajo. — veì'satojo(lacquajo)dev'esser tenuto ben pulito, specialmentenell'estate, perchè mandi non ?f-"n"H"r=;^3 puzzo. » — 2. Parole esistono nella lingua ^^ altro significato che ma con A) 1. {(.itì'fvU^) Niente affatto. xVffatto « « E dopo — s'è mos.so? quelle tue preghiere,non tutte » AfJ'allo(nienteaffatto). » 2. « Quando Si sente (D'Ovidio queste dialetto « pure (sic), 1877; 1) Chi Fanfani, tini e ^«c: P. cKe si (Lesioni di il conoscere e vero il consultare Vocabolario Fanfani, » daUa rivolgeva le scrupolo senza modi » può il sposalizio cattedra sua nel usano parole vostro Letteratura del vostro Dite paese. Italiana; Napoli, 230). pag. desidera serie usate frasi, i Tfappvto Morano questa le giorno '' : parlate, come un mandarmi di » (^'11'^^^) (t//id(" W 85) pu};. agli scolari parole « dire anche Scrivete « ricordati (sposerai), confetti. di Sa^fi:,/ Cn't. — mi de //ì bel cartoccio un P. a Sposare. ((fffedl) Affidark Italiano gli altri signilicato delle Vocabolario della più accreditati della parole Lingua Linii,ìia parlata Dizionarj. registrate in Italiana di G. di Rugu- 36 3. (angiiòhteja^rsa) Inquietarsi. Angustiaksi « i. mi bambino Il tuo È un'acqua sta bono sempre buono: si sente non » « vecfesi cheta; ma s' angue se tia (inquieta), !.. 4. (appurw*) Appurare Ai « tina si 0 Capitò Sig.* Adele? le fracassò B) (saputo) cos'accadde appuralo della gambe. alla sera d'una le ruote nipo- carrozza, 1. Bancata una sotto jeri » • Ò ^ Sapere. — (bbanghwie) nel letto giornale (un ponte) hmtcata in che muratore un via Ponte. — cascò X..., e rimase sul j eri da colpo.» 2. Bara « vedesti Giovedì di S. (bb(ere) alla processione Costa Giuseppe? Piedistallo. — bara la cinquecento (il piedistallo) lire. » 3. Barbetta « lo Com'è barbeUe (carmit^) Enrico brutto (fedine)! ora — che Fedina. s' è lasciato crescere » 1. C) Cacciare 1." « 2." « (t-accice') — Cavare. Caccia (cava) l'orologio:vedi Quando s*incontra cacciarsi una di persona ((tavarsi)il cappello. che » ore sono. » sogna riguardo, bi- 37 2. Calare Entra salir le Un nel amico un scale, che corda, una I glielo tu tjia: ^li casa "li ^^^^-^^ alta: dovessi clte ti libro calami « già. chiesi quoHibro far and*?' iori.» solamoiito » ofiù legato con altro. o maccheroni Caldaja in di voce a direbbe: (calìa*re) l'acqua il è » è Pajuolo. — buttarli bisogna pajuolo) quando « cortile dice OaIìDaja « Portar — (portami giù) quel fiorentino caso nel ti e Crf/ami " (cnlw') oìclh bollore. a nostro calìa (noi caldnja » che rnn^ chiamiamo che an- calìarc^. 4. Candeliere Stasera « avremo lì « Sarà ((Cannoni) che si serio sfanno 1.*^ « Domani sarò al ci « Per vogliono ordire a solo costretto carrcf/rjiarc (trasportare) 2.° becchi. le qiLattro toccarli. vola ta- » cnmicìli » Trasportare. — tener a pietre. muli. questi con » lo opere por far » carrcf/r/iaì'C (trasportare) almeno sulla Cannone. — (carrcja'') CarreotGlvre metti e dieci con (cannèlìe) affar un Iusho, una 5. • Cannello È signor Antonio. con (la lucerna) candeìicrc Lucerna. — il cena a Apparecchia distinta. persona (camieìù-e) tutta quella roba I 4 38 Carreggiare « carro. vuol » dire Trasportare robe « sul » 7. CcppA Vedi « per i Stecco. — campi lavorare. a freddo patiscail ^a le va (gli stecchi)perchè non ceppe sua povera quanta c"è la neve, mentre L'inverno, raccattar puoi credere Non quella contadinotta? di voglia à fcidppe) mamma. » 8. Cercare Avresti « Cercalo « lame. — darmi da Chiedere. fcerchce'J temperino? un che (chiedilo)a Luigi » à ne uno sei con » 9. Il mio « di Himi Ceretta. fceròttej Cerotto — fratello m'à spedito da Koma odorose, e ceroiU saponette,acque pacco un stale po- fìnis(cerette) (finissime). » Si dice bene anche « cerino. » 10. Cima 1.^ « Il freddo belle così 2." « (ccm^) e Una Com'è 1.^ — Cresta; 2.^ Grumolo. impallidirele cime fa rigogliosenell'estate. de' galli, (creste) » si lamentava: madre ghiotto il sceglie per ^è mio tutte Osvaldo! Quando le cime (tuttii grumoli), e salata, prende l'in- agli altri lascia le foglie. » 11. (c^mmcUv) Cimentare 1.° « Arturo, scuola, a noja ai) compagni. » non — Dar fa che noja. cimentare /(dar 40 16. CoLLkì^A Nella « collana in oro di lavorato, metallo : parente, c'è innamora. che coniposta è non » Vezzo. — quell'oreficetuo di vezzo) di coralli collana « bensì ma vetrina (un La fcuUaeneJ mai di o di una » chicchi infilati; pietre preziose legate argento. 0 17. (culunndttej Colonnetta Sidla « cinque sei o le Tutte mia di prima sere, qualche (sul mio colonnetta volumi Comodino. — quelli che mi più vanno d'addormentarmi, pagina. ci comodino) genio. a solito son sono di gerne leg- » 18. fculÒ7'eJ Colore A « le carte l)Uon avere d' tutte giuoco. colore un dette visita far a nel del salotto può non pianoforte Rinfrescor. — alla ci poi ci pregò di sentir per Prima marchesa. (rinfresco), e complimento un sonava. fummo e • fcwnblemdndej Complimento Ieri (seme), » 19. « Seme. — la sare pas- figliuola che » 20. (ciind^ndaers^) Contentarsi 1.'' — « « Non venire Vuoi Aspetta 2.'' — « che Mamma, mi veda con me se si lasciaci contento a Giulianova? » (vuole) contenta andare Volere. — al Teatro (voglio). Starete il babbo. stasera. a casa. » » ? 4i 21. • OoppiNO ricorrenze Nelle « minestra (cìippém) con il mio dell'anno, bel nn Cucchiaione. — babbo (cucchiajone) d'argento coppino la scodella rato. do- » Diciamo solamente ma noi in dialetto anche à quando h al cucchianme forma d'un ctippéne, cucchiajo. grosso .22 (cordai Corda È « che mese un appena fatto ò la rimetter un'altra rotta s'è (molla) all'orologio,e Molla. — volta. corda » 23. fcushfónif^J Costume Dal sarto. che In servire posso Desidero « — tuìt' unito. Vestito — il signore (vestito tutt'unito). costume un ? 24. Coturno Un collegiale Cara « Per « più fine. carità i Quelli che martire, ecc. mamma: sua » ("*,pajon miei di (calzerotti) fammeli coturni po' Calzerotto. — alla scriveva Mamma maledizione vera (wJòrn^J fatti di corde, calli. poveri Tu e sono sai che refe una ne sono tutti ere* » 25 Creparsi (crepaers^) — Incrinarsi . I « pati piatti che comprai a Castelli son già (incrinati). » C'è anche « incrinarsi » riflessivo (a'epaej'.se). 42 1. D) Dire 1." « Non so; 2.'' io una andato sono Fare. — cane? quel povero » ò deiio (fatto) nulla. gran paura di gli non Avevo « gli urla Perchè « (dèc^) vicino, mi non » quel cavallo; (fatto)"nulla. delio à do quan- ma, » 2. (despiaciót^J DmvikGìvm Sono « che il peggiora amico suo (dispiacente) di dispiaciuto assai Dispiacente. — della sempre diro doverle malattia. sua » . Dispiaciuto « impersonali di verbo del partire dover adopera 'bene si » da dispiacere: Roma. nelle solamente Gli — forme dispiaciuto ò — 1. F) (fanad^clì^) rA"vATico Com'è « discorrer (vanesio) quel giovanetto! fanatico d' altro vestiti de' -suoi che Vanesio. — Non dell' ultimo e sa rino. figu- » 2. (fce) Fare 1." Un mio studiare nella padrona di amico abruzzese cameretta sua sottosopra quelle poche «. i^"/' senz'alzare Lei era pili furiose stare gli bionda; roba! delle dal e altre. Firenze; allo carabattole quella occhi a le libro, bionde Versare. 2." stava intorno girava casa Lasciare; 1." — e in attento bambina la e specchio, che le » tutto sapete della mettendo c'erano. disse tono a il di che mio amico rimprovero. son sempre 43 Noi « ma si non lascia « stare. L'abruzzese aria che sciare si Noi » grossa; nel di senso faccia. anche E » pulito, maniera sorrise con nel suo nel parti. di lascialo « toscano; » non e spesso, che, non se so (a- mangiare ste esi- puntino a nel al parlare alla perchè » » ìnagwe' fala risponderebbe che mngwv^ di avvenga, mangiare. a cosa una cosa fallo « nare ordi- « invece una esempio: per dialetto, accanto teniamo Il « che dire perchè male, e permettere diciamo, sbagliata. 2,^ spesso, « mangiare ci faccia, adoperarsi invece ssnlu lascialo dall'infinito,vuol l'usiamo Veramente, le detta po' di riflessione, scrisse un si cosa (falu maynaf) « d'averla accompagnato una 'avvenga. 0 » : Fan\ « dopo e fa' stare « » s'avvide benevola; taccuino dice, gli risposearditamente, prima » laveggio incrinato, è e /a tutte (versa) da » 3. Fatica « zia (falcjn) Lavoro. — Piglia la fatica (illavoro) che sta « Che « 11 bene. poco fatica fazzoletto e compagnia tener va alla « (lavoro)? che » devi finir ricamare. di » 4. (fatojl) Fatìcaue « Kajazze, il sole è tempo è andato di sotto, — Lavorare. smettere o bisogna di faticare andare a rare): (lavo- spasso. » 4-1 5. ffei-r/i/te) Forcina. Ferretto Ouarda » Le ci dì bene. sn coutadìoa quella Torranno tenerla — mnlti bella che croceliia (di molte fen-eHi die à! forcine) per » r", FiHARSE Mia " — buona mamma Spediscimisubito « tornare (sento) piti di star senza riNoccuiETTiì Ieri « guardaroba del • te.,.. Uoma, a Avevo al consonata poi mi e /!t(o Giunco. — quella giannettinadi teatro mi non • bella. capitò (giunco)elle comprai obe sincerameiite di viaggio:voglio il quattrini pei (funuvchiàlie) mi sera i dico Ti casa. a Sentirsi. ffhiUnrxeJ /ììiocvhiello di scordai derla. pren- » 8. f/ióvclie) Nappa. Fiocco 1 e Sono seta, andato che a — due comprare attaccherà» alle /ìmcfiì (napj*) d'oro tendine della finestra del lotto. sa- « f/'i'man'UfJ FoKNACEi.i.A « A cuocer assai consuma la meno Fornello. — roba ìicl//' carbone /wnncclìe che nel focolare. 10. Fiaso « È un (ffi'sc) capitano quello — lì':"» si (nei fornelli) Rigo. » 45 Che « ! è berretto? sul tenente. un Non vedi Questo far bambino malestri, terra per e a • (fruhìj Frugare a frisi (righi) à due » 11. « che è un Consumare. — demonio; vero /5t«^ar(? (consumare) come majalino. un G) i non che pensa dosi vestiti,rotolan- » 1. {haUcoèJeJ Galleria Tra serva Una « Lasciala signora ai Tocca gente. povera nella vuole. » dille r/nlleria (sala);e che (halandòiint) Signore. (signori)far (jalantaomi la carità alla » I) 1. fmbarae'J Imparare Quand'ero « che la elegante » Galantuomo « molto passare subito. vengo padrona. e « Sala. — al mondo Insegnare — m' piccino, il maestro non bisogna mai iinpaì-ó (insegnò) d'aver mostrare paura. » 2. Incaricare « ricff Parla quanto (ìffjarechae'J voi, delle (importa) proprio nulla/» cose Importare. — tue non me ne inca- 1." tìori Quando « che 2." pigliando — a va i passeggio per camiii,wglk' tutf i (trova). invwUi-a « Trovare. {?nr/untlrtf'j iNxuNTit.uiE » Il popolo infuriato a sassate tutte le percorreva le finestre vie della die città, inconl.rara (trovava). » 4. • ò perchè — lo incontrato andavo Gridare. (iiffiuriìjcv') Inuiuuiake zio, girondolando in' à e nell' ingiuriato delle ora (gridato) lezioni. » 1. L) Cedrina.. {Ièlle) Lilla'' — mai fiori in « Quanti « Kppure, guarda, qiieato tuo c'è non prediletta:il giardiniereogni M) la tanto salotto lilla I » (cedriiiy),la si dimentica di mia portarla.» 1. ^IwcìKci (^iiìaiiijìiueixii) Lasciare. — Com'è « (laauia) sempre negligente le Pierino! nei lavori vi manca virgole. » 2, ilASa.i « non Luigi mangia {ìnaessé) carnL- gli piace punto.» tutti i — Pasta. giorni: la mas-m (pasta) 48 3. Pagnottino A « colezione prendo Panino. — di tazza una (panino) per pagnoitino un {pagnullm^) la far caffè zuppa. latte e con » 4. Paragone Dal {parahóm) olio. a barbiere. — « Le — « Terribilmente. -sul Pietra — fa male il rasojo Sarà ? » (sulla pietra paragone che anno un V ài non sato pas- olio). a » 5 Pietanza «Alla di P Quella « vedere, à 2^ ti 3^ Per il di mazzo e 1) La te per piaza (f. //?//«. U. è ^ « quanto buona pizza che una pietanze),mezzo Schiacciata; bacarsi. a due di 3^ cacio Torta. ti feci che » mi piacciono le pizze » Mia fiori. Ci per » sorellina giorno onomastico, tuo bella una Voc. ova. « e (formaj pizza dire so 2" Forma; gran (schiacciate) coir « minestra già principiato Non « danno cosa" oro^ formaggio. e T* (pèzzo) W » (una vino, fratta ^^ Pizza pietanze Minestra. — Aquila agli abbonati? Tre litro V trattoria desinare « pialaenze) sarà poesia, sei cosi forma di ò ma di pensato (torta) invece dolce meno » di ftpura come molto un uovo. solito del più ghiotta...Via, lasciamo cacio darti man- chero; zuc- stare: » (Fanf., 49 oggi è giornata augurj solamente. Ti « di festa si non e rimproveri, fanno ma » abbraccio. » 11 « Enrico. tuo » 7. (pèzze) Pizzo 1.*^ Canto; = (canto) 2.^ L' « del tavolino ; (capo) più lungo 3." m'è andato una cocca). nel star del invece si se la ti che un piaceva tanto, pizzo gallina. « cappello tre a pronunziar a (hmciiiVà coll'o «cocca» collV; còcca, pronunziasse preti dell' Molti « à » brncùftottn attenti bene perchè, s' intenderebbe 4:,^ che » » Bisogna si retto; s'è e pizzo fatto ! vedi non batista di tela fuoco s' è più corto? uno e fazzoletto Quel « cravatta: cotesta nel capo male che vedessi e il picchiato à Acconciati « pizzo Ernestina Cocca; 3.® Punta. 4.» 1.® Capo; 2.^ largo. » portano Italia Alta (punte). pizzi tuba la » R. (por /e) Porta 1." ò « dovuto 2.^ alto gli tener È « è uscio (purióne). gli usci im la di il A Firenze strada bollissimo strada dei mio nella » si cugino poìia trovarmi. a (o). È » tanto (nell'uscio)del salotto, » da noi si chiama chiamano palazzi. por/onr. poter dormire Per (l'uscio) spalancata curvarsi. di caldo!... un pofla passare bisognato » faceva venuto che, per L' ù. Stanotte Uscio. = » Per sempre «portoni» es. « Il portone solamente palazzo Strozjsj 50 9. (pòse) Posa 1," lo (levi V Te « fare 2.® ò la lascia il calle non me giorno avanti. del gran una Posatura. die (coifondi) ìwm vino Questo « 2." volte taute detto con Fondi; l.« = » (posatura) pam bottiglie. nelle » 10. (pòòhte) Posta postale. Carrozza = , la Ieri « darola. sotto (carrozza postale) ribaltò posfn Fron- » 11. (pj-fjj(x) PiiuvAHK In — — — 11 Cameriere, « Scusi, signore « Non ; credi? mi sorride, cameriere mica sarà dire vorrà vino il « «Non Firenze. di trattoria una lo che un assaggi alo. oc pi e annacquato è portalo via. : preciso quello è di ieri. » » » risponde: che vestito lo deY0/)yora/e." lei » 1 Q) Quadro « in Assaggiare. = 11 bel im à mandata (fuadro scrittoio. mio m' babbo (quvdlì'e) (una = la bella sua Cornice. fotografia. La cornice),e metterò T attaccherò nel "? 2. Quarto « Quest' anno (rpiddrie) il = sig. Antonio (quartiere)elegantissimo del suo Quartiere. appigiona palazzo, » un (/vario 51 R) J . (arcaz^ce') KiCALZAKE Si « dice (sotterrato) un In a una fortificarla maggior c'è vigore. teram. terra o 11 » arscazzfv vuol che paglia, o si meglio perchè ci sia Oreste ricalzato » rincalzare» « cosa e di giardino tesoro. lingua attorno nel che Sotterrare. = altro, o è mettere « fine a sostenere, possa contrario suo dire prenda o scalzare « di » (cfr. dissotterrare). = 2. tante = quella degl* impiegati scapol^!non vitaccia Che « chi volte, Riattaccare. (arctfi'é) KicuciRE ti possa rivvcirc aver, bottone. (riattaccare)un » 8. Rientrare 0 « ci si (arndrdd) bambini, può più principia stare. Uie'n Metter = piovere, a nel e terrazzo (mettete dentro) irate si Timpagliatino all'acqua perchè dentro. sciupa. le non seggiole » 4. (arj/iàttese) KiMETTEusi — « Chi — « Quel sera te « — Lo conosco, (è di casato). Si 0 « poteva come si tua bel cotesto dato signore da veglia a r à fedine le con zia. conosci Lo mi non ma di Esser = casato. libro ? che rosse V viene ogni » ricordo come òi rimette » dire anche di chiama : « mi non casato ricordo che casato à » ecc. » o. (arpejjt) KipiGUAUE « Quelle (jìiarorìo rose che tempo Attaccarsi. trapiantai nei fa (s'attaocarono)tutte, = "? vasi, i-ipi- 52 6. Vuoi « = venire Non « Andare {m'teé'ij'òe) EiTiRARsi colazione far a devo posso: r a casa. al Pellegrino ? me con (andare Hit-armi » casa)V"» a 7. {arscè) KiusciHE 1.0 ci (non ancora). sono che bel quel rovescio di 2.^ tutto costì Vedi « 3.^ (si rimette). riesce 4.0 K rilegato r in insci fo riìcòcifi ancora sono non certo tempo pioggia. a (s'è rifatto)dopo riuscito r » le nuvole spazzare il : tempo » (s'è trovato) che tela sàmpieri. Son » comincia vento Il « » fichi di cestino un gradirai, perchè li che mando Ti mio Amico « « Trovarsi. 4." Rimettersi; ^,^ Rifarsi; 2.^ Esserci; l.« = il sapevi di chi non di padrone fosse. quel libro » 8. Rivenire « Nella vetrine, e è ragioni (venire) Nel la la nostra que' città cartelli i ricchi che da roba nostro ora, si possono llèbbre mi r/mandi — bbiìle si usiamo altrove. Bologna. quando dell' azione. E Scrcve da a (gualchebel ad libro da dicare in- armene^ ad arpnrfnè a verbi alcuni vogliamo non frddfefe óccJte N-sp^iìe (Scrivi rivenire » accanto dtave'^ar/jiannaè, delle Una fanno e premettere anche quelle belle anno fuori, da o non vedono servono (tose, ri) ripetersi ca si Venire. = botteghe Napoli il dare, r/portare) le clie dialetto particella ar veduto ((frnienc) (rimù.n- ra'arrnaennQ tuo Napoli) -^ fratello Che nwi' che i 53 ^rpurt^dte da Del — resto orpnrfx' a/mannx' tra fosse che fosse prima Così io stata di o qui, a mio un regalo; un da una ma altro viaggio, un ma luogo, e non mann^\ arpiwfiQ' un che mi pình^' potreb))e solamente Una persona lontano amico un tra Genova, a potrebbe solam-ente lo me nipotino; visitare, mi a esempio, per qualunque potrei, tornando ninnolo venisse Genova di là )nannx\ differenza. chiara andata, di semplice una sempre potrebbe nrmanìm'' /'/portato da Torino?) il e qui fosse da che m'ài (Uosa pirridd* c'è e persona mi Turène^ un qualclio ricordo. S) 1. Salire Passa « mazzettino gli dici: « Vuoi Quest' del quello fiori di verbo del verbo in la « calare salire « su. finestra tua lo tu mano; vedi, lo fiori? cotesti (portami su) salirmi uso Portar = sotto amico tuo un bel {salU) è da » con un chiami e accanto a » mettere (portar giù). » 2, ScosTUMATUzzA « Avete « L'abbiamo e, alle via mandato in entrava volte, dava per fjt la a tutti. scorso? » scosiluwaiezza sua col sempre casa del Ineducazione. = dell'anno quel cameriere ancora (ineducazione): capo (.st"f(Muhtaf(hze) cappello in » 3. Scostumato Che {snishinnanh) (ineducato)! scostnranto , sempre colle mani in tasca. = Si Ineducato. presenta ai superiori 54 4. Seccarsi Ai « veduto Carmela ? A « Insecchire. = (secchaer.se) l'altro ieri ai giardinipubblicila signora » ti pare proposito,non che ^n sia f^e^ccnfa secchita) (siain- di molto?» 5. Servire nerissimo? inchiostro ;/u* «Non che esempio: mi essa Cosa né: d' « vuoi Mi serre fa ti fare di dai ne carta il data un Ma « non mi per dire: » ci vuole Per bero direb- invece n'ài quel coltello? Perchè » pajo d'ore fa, quel coltello?» serre o ficare per signi- uffizio. suo un'altra?» fogliodi carta un i Fiorentini bene m'ài che me «Perchè ne dicono » fa comodo, più: serve fogliodi un serve Quella penna » mai: « (ò bisogno di) nulla.» mi «• di penne, » seì^'e tal *cosa La « bisogno. lettere, manichi da carta Signore, vuol « Aver = mercato. Al non (sQn'c) di bisogno?» « Ò bisogno foglio di carta. un » G. {sf?)-é) Sfera « « Che Non ? sono ore te lo = so Lancetta. » s'è rotta dire. Mi è e capiraiche dell'orològio; come se h non sfera (lancetta) lo avessi. » 7. Sgridare «e Sai? « Ma Alfredo ti pare con (sgreclud^) = sposa che un la Dire in chiesa. (ligia. » giovanotto come lui fondersi voglia con- quella gestrosa?» { 56 3.« Il Perseo « de' Lanzi 4."* 5.* 6.** « SuirArno « Se stai Son (era)già tutti sudato,il riscontro (sei) si (« stare 0 in le lì se mio per caso la per caso, meglio e con altro un regionidel cielo;ma sempre «.7v, devo aver sale e non che il sale ò esse se sia accompagnato data dizione con- in Allo à uno fatto Y intima che casa, stanno, la anno ma singoiar trovano spiegherò benissimo nella « le nuvole, » proprietàdi lendo vo- varsi tro- nelle quella di aggirarsi mi chiedesse; pestareora » nessuna in stesso modo trovarcisi. Mi dico ecc.»). Tindomani, alle quel luogo; ci sì non persona esempio dijuora non sta^ nella saliera, riguardaa nel » una esempio, non 2" esempio. Io a che in del 1." ti ci troverai. dentro la saliera;e le nuvole quel stare « » il sale: in cielo ci stanno che significare messo stara punta voglia di incrociate stabile tua potrebbero anche saliera ci sta sapere tavolino, perchè rimaner proprietàdi non starai « mica poesiedei Leopardi,del sul o le braccia lo bene desidero non soltanto sono » {bene, meglio ecc.),o quando aperta,con quattro, nhiterai^ avrai ma ò della riguardo all'atteggiamento dunque sta dato luogo, un di modo bocca a perchè io quattro, e il verbo materiale, quando vogliaaver Non alle adoperano mai non avverbio non Michele ti può far male. » di trovarsi un da » questi esempj si può veder chiaramente morale da Loggia » i- Fiorentini senso la (sono)molti ponti. .5?/o(sono)afflitto; e non Oggi scherzare. ci stamio andato alzato. * Da sotto (è) .» » 7.® del Cellioi sia ? » Dove io dovrei dere: rispon- perchè qui io proprietàche abbia lai non il sale ^ 57 di e stare o nella no presente perchè si dovevano nel » del ragionamento non S,*" Cellini altri e » suirArno nei nel terzo due in di star io che"?* tento frasi ecc, di gli e materiale, avere e guardo ri- nessun si doveva condo se- adoperare chi altre tranquillo » di Non lui immobilità, ma diavolo d'un ma » all'uscio di strada, considerare solamente la in condizione camminare. all' erta, star sull' intesa, principio s'adopravano all' usate frasi, davo gli il fa fermo; devo non ecc. » mi mai sfa si dolore io addolorato. giorno stare « quando Mentre « in perchè sta ecc. il anche afflizione^ di aspettarmi di da tutto dice solamente ma tutto « si e ad stare « furono In prietà pro- esenlf)io,è chiaro 7." senza parla: stava fermato fermo, la si si dire; cessato à » Lanzi condizione » ecc., » che sia speciale Le cui di si dice, l'atteggiamento posso che chi l^eterna de' fissata,non pensoso bambino un casa, modo Perseo posizione di sorta; dunque, o si » notizia, lui triste dirò il « accidentalmente. al e morale, abbiamo afflitto persona amico d'una condizione notare far Di parla re «sta- sfare» addolorato, la 0.'' atteggiamento Stare della solo trovano intendere deI"verbo mica Loggia 5.", al si regola che il verbo si voci anno la sotto ci primi le non » far per Certamente, esempio. uno al d'una la vuol ponti ora ad « i ma Passando che 4" « servire può adoperare nel e stare, V di all'accidentale solamente ma collocazione. sua Llstesso saliera, come sfare erta, sulF in un « non intesa senso stare per indicare e ecc.; affatto dire « solo at* la sizione po- riormente poste- morale. allegro, star vuol stare sicuro, star trovarsi » ma 58 vivere, passarsela : a ossia lef^ri » E quando poltrona; meno Tu « l^norme di senso .^-Ui' sulla bene, nel e « secondo di » sur un cigno, ma- io ^/«/'r) sulla rimangano questo per stabilite; perchè nel primo posare « sfa seggiola, che senza Y di al- staremo allegramente. castello Il che domaui, passeremo « dico io » vere il à dico: opptu'e: » la ce « Vieni « » caso stare « sedere « » ». ^ Sono ajjche errati 'S(/W' Così largo, i modi: .s7//r « (de' vestiti stretto siru'c simpatico, -siar in tipatico; an- genere). : fratello « Il « Questa mi di Giovanni sottoveste mi (è) molto sfa antipatico. (è) troppo larga. sfa » » 13. Stipo Va' « (sldèpe) riporre a Armadio. = sfijio (nell'armadio)questo nello fiasco questi bicchieri. e 14. {x/ffitcr/n^') Stuccark va cuci: Cuci 1." avanti? ci che Strappare; 1.'' = ò fare a se (strappa) filo si stacca questo io 2." Staccare. il lavoro non che è mia giubba, una sperazion di- » 2.'* Mi « li abbia sarto (stacca) uno. clie, questi bottoni pare attaccati col fiato: tutti della i giorni se ne il slucca » T) 1. . Tenaglia Portami « elle un devo accender Ad Aquilii. Uicon 1) {fe'axjje) Molle.' la lenagìia = carbone la con pipa. jno//a, al » sinj^olare. ^' (con le moll«) Texhiìk 1," 2." gradi, « Ieri s Quand'io che ci non (avevo) leverò sera discorrere. sentir vetlo. febbre una » quaranta a « Quel 5." « Che l"." « Quanti 7." « volumi * 9." « ragazzo (à) che /iene liciti poderi di capo, voglio non rilegati. Tieni » » (aveva) in sigaro di diecimila « temporaneo, o madre tua tasca? mai adoperano effettivo possesso hainbinai (;1) piii lio'C Icnecti (ai) un non (ìx)questa * "" sorelle Quante bell'ingegno. na (ai)? libreria sua Fiorentini il fù'iìi- occbi begli Nella ben 8," tenr/o (ò) il dolor » 4." care fame lina » 3." I = (ò) Teìigo « Avere. {laiiii') V » » tenere » itidi- per materiale o rale. mo- :5. ^ (leiyiiiii-e) TmAT(t.io cassetto) mia nella Va' « del cassettone chicche-, portalo a e camera, : questa eerc^ dev' ci Cassetto. essere bambina. nel lirfilojn (nel cartoccio un di » 4. ToRUE Dall'alto « « gode una della mera del lineila è viso. cosi » lorrc bellissima Tov.\(;[.[A « {l'/nv) rm-ida (del campanile) vìsiiaio. {l"n-MJJ^) iDVdyUa Campanile. = duomo si » = Asciugamano. (quell'asciugamano) (ruvido) ild che m'ù che portato ó via in la V; pel] 60 G. {Iruppe) Troppo Ài finito di scrivere « di molto) È che pel giornale? rarticolo moie ci mi Troppo « Molto. = (Mi ancora » vuole ci ancora ». da sta quando per molto, « dialetto, avanti del di speciale collocazione la anche notare Tròppe verho: al troppo alla metterlo usano » « niera ma- ro\ ce me » 7. {irimdò') Trovake « un po' d'insalata servizio di donna la mandata () campestre Cercare. = fare per trottare a (cercare) mescolanza. la » 8. (trundòrse) Trovarsi 1." « S'è 2." « Negli (c'è stato) frovaio Abruzzi si Esserci. = il grano quest'anno? (c'è)molto trova vino. » » 0. (iòbbe) Tubo « Mentre lattone sìd uscivo di gli casa, (sulla tuba) iaJw U) Tuba. = e ne m' amici fatto anno dato anno un frittata. una » 1. {imète) UNrro « È vero Napoli? nelle che == Insieme. lei vacanze farà una scappjltina a ^ « Sì, signore; e porterò « Allora partiremo quella rivedere cara con la mia (insieme):anch'io tmi/i città. anche me mamma. penso » di » 2. Uscirci « vestito. In questa » pez;^a {scèrce) di panno Entrarci. == non ci esce (entra) un 61 3. {scè') TJsGiKE 1.^ Avete « lo zio ? Sì: « 2." tauto abbiamo non 3.'' lungo. (è)? molto Venire. 3.^ che cocomero astenerci. à dato man- lavoro presto sul » » (levarsi) il icòvire Quel « al tassello saputo uscito levo veder troppo è Mi « il fatto Levarsi; 2." » com' E « Essere; l.« la mattina sole. mi perchè piace » t'è Petrarca (venuto) icscito » V) 1. (renejeyyene) Veneziana « Pigli « No; il latte, preferisco levato? appena » ?v^"/6'j/rtna buona una Cioccolata. == (cioccolata). » 2. {cQttòré) Vettura Domani « di X Si; » celUcre bujo; e faremo quella gita insieme al stello ca- » ma dieci dunque Cavalcatura. = sai che lassù ci non (cavalcature) stasera, domani si partirà si col va che prima giorno. appena legno. si Cerca faccia » 3. Visiera V S'è « e à messo rotto a la {cesire) sedere, visiera senz* = Tettino. avvedersene, (il tettino). » sul suo retto ber- 62 Parole fuori d'uso 1. Addokmihh) Come « Addormentare. {addarniij) = mi ricordo volentieri del tempo sui ginocchidella (addormentavo) dortìiiro m'ad- che la sera mamma! » 2. {capa) Capire La « che camera piccolache ò Va* L'ò rovo) veder a pollajose sentita cantare la » 1'ovo. gallinaà /t*/a la mattina. tutta è cosi il letto. nemmeno (entra) = nel degliAlfani Via f/'af'dd')Far Pktark « in presa ci cape non Entrare. == /o (latto » 4. {/eilòcve) rKTTucciA * L'Enrichetta nastro) di raso = porta verde al Nastro. cappellotma ìarr/ft(largo)tre feiiaciia (un dita. » '). Masseria {juassarcjé) = 1.'' che « ci avrebbe masseria UQ la soffocati, se Casa da ci prese 2:' Podere. contadini; uno ci fossimo non d'acqua scossone in riparati una » « Quel giovine bruno signore,sai? grandi caccia ' (casa da contadini). 2.'' è Dm'aute 1. e à più che ài incontrato in piazza, di dieci //?/?ò\y(?/7V? (poderi)molto, fertili. » _ - 1 64 o. Cacio 0 « {ra^-emarcidtte) Cacio marcetto comprato (bacato):vuoi bella una venire forma cacio di mangiarla a me? con bacato. -^ marceito » 6. Farci (fai-c^ bbené) bene Sai? la della signora « Non « Giulia ci andata è Maria. servire a da quella trosa scon- » bene farà Reggerci.. = due (reggerà) giorni: mi menterai. ram- » 7. Fare Di' « i i alla U (fa vasi nMso) servizio di donna se (rigovernare^; T(m Rigovernare. ?= /r//-6' a tutta.» si sbocconcella roba la no usi attenzione che 8. Far l'acido Quei « il {fa Z'aece/e) al fagiolini rancico) e m* burro stato sono il rancico. Lasciare = tutt' il male acido V faiio anno sciato (la- giorno. » , 9. Farsi Uno mia scolaretto Povera brulla ginnasio signora dopo « E e « Scusi « Mi uno male! lo : dice di sul dice lei che a male. di toscana signora una che sa són piacere: « ? viso? riscalda, si spcttiìcolo, » Adele! malattiaccia quella me m'importa a di Andare = conoscenza. « sei bbròlie) (farse brutto sfido ò'c falla po' un » » non e diventato, ma lei brutta! sentirsi jo a vedo ne non dire È in averselo la ragione. vero che faccia: un » non » tu pocliino 65 io Ma « « lei? Cosa voleva bello? lei. Ah! « bambino col proprio che casa brutto sua, in forse fica signi- m'aiuti è brutto Il povero le pochino un impara non giorno un nome, gli volta andata lei se qualche che insecchita, che è sono mio, E rosso gnora si- ima » ah! Ma, troverà A dire? Che po' a pare, » « un Le dire Volevo come cotesto. dir volevo non 1' o altro, la impiccio. le chiamar a eh? 7nale^ a mi cose si creda, » spalle. scolaretto lì rimane fare a piòlo, il rosso, vedere. bisogna 10. Farsi « (fyir.se currère) corrivo Quella a ma, dirle molto far sa ragazza bene parola sulla una Stizzirsi. = sua la gatta di sino; Ma- condotta,^subito si (stizzisce.) frf corì'iro » 11. Farsi {fai'se bicchiere un bbecchjù'e) mi Bere = un bicchiere. « serata In questo paesetto che andando a non /a/ si c'è altro (bere) un modo bicchier di passar di vino. la » 12. Flusso « e Chiudi ti Kiflusso' vì -e fiòsso) (/f^^-vò-'e quella finestra, può nuocere, » che il = Riscontro. ffiisso e riflusso (riscontro 66 13. Fusto Che « (fnshtQ salsiccia di mangione fìis/i di ! gli bastano, non ( rocchi ). saìskcin òaggècce) da Rocchio. = ogni volta, dieci » 14. Levar desinare, Dopo « ^^ tavola la subito, perchè mi {hvà ic^vith) la fo levar non Sparecchiare. = (sparecchiare) tavola la lì un'oretta piace starmene centellare. a » 15. Lotta flóttafrangiasi) francese Tuo « nipote Ieri forte. molto è di che sì ferro):e in sera, signora Eufrasia, vinse più di dieci persone (al braccio di ferro. Braccio = alla non della casa lotta cese fran- bambini! erano » 16. Lindo vecchio Quel « lindo Di bene: uscito Par « Sembra vestito sia che uno perondino. un se come lo Non vedo tutto diciott'anni. avesse si l'appunto per scatoline. dallo Agghindato. = quando ridere fa mi (agghindato) pinio e (lènd* e ppónde) finto e dice gli torce » anche un pelo. » 17. Mettere Guai « ci a fatto à 1) Latj leve Levar e male poncvc donna » volle, se allo e il babbo arriva stomaco! Non tollerc tavole, Gior. (Decamerone, la noi a le (jn^iVa ccrdlej credere o II. Rinaldo, Gli mensam. anche nov. con la II. ; lei tavola e Ma insieme a Toscani singolare. al che le la mani tavola credere. il fumo che sapere c'è altroché antichi poi Far = mettergli dicevano Così fu lavatesi, nel Altt- Boccaccio messa, come si a pose nare, ce- 67 (fargli)credere a desinare. che abbiamo troppe frutta mangiato 2 » 18. Metter Son « ìa icvriih) f;;/e//e tavola la le sonate cinque,e avete non Apparecchiare. = messola ancora (apparecchiato)? lavala » 19. Piede finito di « Ai « Manca E solamente di quelli degli siamo soliti ppite de « Lavamano. = » bacile che li dire il melo e (lavamano).» petecòne nu si sente spesso olivo, due meli d'insalata; » « un l' albero maggior solamente, lève de da dire, anche (treperi,un olivo). chi lingua mele di tre la parla invece » di un « ecc. » anche Dicono Per la mela. rnale^ he petecùìie:e diciamo o piedi stesso dello sono producono;e indicare vogliamo d'aggiungere pile pare, frutti dei alberi piede d'olivo,due un piede del il dialetto i nomi nostro chiarezza, quando Perciò vaccele) hi la camera? mobiliare esempio, può voler per de proposito di piede. a Nel genere (pèle bacile del « d'insalata piede un piede di cavolo per » per » « cavolo un cesto un « » ecc. » 20. PiEUA DEL (pidke LENZUOLO de hi lenzhle) = catura Rimboc- del lenzòlo. « La distesa. Fa ì ì piega (rimboccatura)del tanto male a vederla lenzolo disfatta deve e stare ben sgualcita. » 68 21. Rimettere una (armette paura Starriani lì lì per Si sente rabbia, anche « mi venire fece Quando il Per vergogna!... pensiero vreltugne, na es. Con « una vergogna, na quelle dire » enfatico è non pahóre; paura esclamativo, né molti e Mi »: sue san si allegramente (ò avuto) messo quel cavallo. di paura stato sono vergogna!...» Bisognava una una Mettersi « una {armette ecc.) dialetto, Medese traducono che paura rimettere « ecc. » 7'imettere fece dice, in spesso despiacire, mi una » dispiacere un rai'JJe, me parole morto. cader (avuto) rimesso ò Avere = paura. una « pallóre) na 22. Ricacciare 1.^ Lucidare Tra (« « Non sei « Cosa vuoi lucidare si « ì'ilera quando più ! o » Rilevare 2.' venuta = un disegno. ò dovuto ricacciare trovarmi. a » questi giorni addietro rilevare « rilevare » e disegno un si disegno; un desdgnej me amiche. due Tra barcaccia disegno un copia sulla « ) » lucidare un » si quando carta da monte e' è di disegni. questa differenza; copia a occhio, lucidare messa e » che si Incida sopra disegno. 23. Sacco « dovrò di Preparami {sacche notte // sacco de di notte partire per Bologna. » nòtte) = Valigia. (la valigia) che domattina -al 6d 24. Spandere Kobertino Che « (spcmne i panni li bianchissimi (tesi) sulle i pcnnì. queste pr.role: con l'estate, vicino vedere, spasi Tendere = descrizione principiò una bel pinne) fiumi, ai siepi verdeggianti i panni ecc.» 25. StràDa La fatta (shtratà nòve) nuova strada (rotabile)da mwt^a il regno sotto Strada = di Teramo II. Ferdinando rotabile. Giulia a fu » 26. Tutti Il « i fTòtte santi scampagnata. una i Tuffi di giorno li sinde) Ognissanti. = (d' Ognissanti) faremo santi » V. ERRORI GRAMMATICA DI c"c"x"a"?- — 1. Articolo 1 ." « Mio fratello 2J* « Armando 3." « Torna 4.° « Mia à alla vuole non la preso (a) è nonna necessità. senza casa entrata andare móglie. che è nella (a)scuola. alla » » tardi. » (in) chiesa. » 2. Omissione « « Ài mai Si, i lavori ò di letto letto la dell'articolo coi nulla dei Storia (del) Delfico. di » nostri (del) cognomi. teramani?» scrittori Palma e quasi tutti 70 3. Nomi proprj Stamattina « t'à non mai male. così male. Peppe (Beppe) venuto trovato. tre volte, e » (Cecco) Ciccio « è accorciati ti vuol bene, tanto tu e lo tratti » 4. Aggettivi adoperati sostantivi. come I. Canuto (canòt^) Stamani, « Capello bianco; 1.^ = allo fpelo bianco) mi specchiarmi, nella barba. son 2.'' Pelo bianco. trovato un nuto ca- » II. (rnhuitèh) liTBOTTiTA Levami « ìa dal (lo) posso Coltrone. = rimbuilita letto più soffrire. (il coltrone),che non » 5. Scambio di generi. I. fcartulènej Cartolino Ieri « che vuol ricevei ti7i Tesito sapere (una cartolina)dallo carioìino dei miei Cartolina. = esami. zio » II. Incerata Spedisci « con Si un dice (nr/ercrfe) la per incerala anche bene Incerato. = posta quei libri che (un « incerato). tela » incerata. » sai, ben tati rinvol- 72 5.' Ieri e jiercli** non Giulintto Jt"/'// inif»arato la aveva) ( venirv p^tè ni"n fcir colazione a lezione di storia. » 8. Scambio di modi. I. 11 cui congiuntivo vuol Hi mostrare Kommissione 1/* « 2/' « il condizionale, gentile una nelle domande timidezza e in certa una d'animo: Volessi Mi (vorresti)mangiare (sapresti)dire sajjesn a mezzanotte? Anche il casa il fer popone? un la perchè » vai sera a » dell' tono congiuntivo, riesce s' interrogazione, quando po' diverso un da quando adopera s'adopera il condizionale. II. ^ Il condizionale dal precedute 1/' « il 2. Se Se scrivere de' congiuntivo, nelle proposizioni dizionali con- se: (volessi)castigarlo,non vorrei mezzo. « il per mi rebbe manche- » studiato {axefìse) avrebbe versi così brutti. Dante, potrebbe non » 9. di Scambio L'imperfetto del congiuntivo proposizioni dipendenti 1," « Digli 2."^ « Mi che dice da un scrivesse che andassi tempi. invece verbo di del tempo (scriva)la (vada) presente nelle presente: lettera». subito a Koma », 73 10. Presente 1 « Non « 2." da Poltrone ° M' nel ài scritto che tuo » di venire promesso (verrò) anch'io. rcìigo zio ? (farà) davvero fa se al (risponderò).» t'à Vincenzo che gennaio; avvisami, risposto aucora gli Rispondo che prossimo miracolo, ài nou dubitare, « te ! ^' il futuro per questo » 11. Trapassato invece remote saresti non 2." 0 Ieri mi « si L'altro « raccontò) (fu detto siftc deiio al andato teatro. giorno, mi che nella remoto, passato passiva impersonale. forma 1.'^ del si disse)che stasera » si avevi tu o fu (fu raccontato racconiaio male parlato di me. » 12. Vedere preposizione dì. dalla Ieri « Altro! « e personalino 1) Nel Re ncsciónc starà casa) — Per Ci indicare r avrà il nascere La dialetto incertezza con equivoco, dutiKÌiicdic, ormai, dcndr' maufi^crù ajjaìHì, sempre a ssa ci vujj(ò del \Q.ì'ho siinbr' mezzogiorno). presente sarti l' avrà sempre tnntiifià futuro, ci (Xon (Chi al volasse. fatto un bbutfQjjo. serviamo che a suo » solamente ma o passato : dentro cotesta presente. vttlà quel nessuno rotta del » Con ballare. forma c/ters^ sfa ricorriamo a la dubbio con e di farfalla esiste rròttQ futuro anche una TErnestina? cantare di vidi la pareva nostro indicare sentisti sera preceduto coHlnfinito .mentire e (volere) Quando con per N'ìì — questa bottijj^lia ?) ne tesse po- l'infinito: ffies3Q/'tirfit^(l^ii domenica, 74 13. dalla Oggetto preceduto (accusa/ivo Ti « dal è lamenti negoziante. le per 0 piccino, troppo il che botteghe? che e a. preposizionale) fratello mio V te non* preposizione detto le mille meglio mandarci ò era s'è non fatto capire me a lui che volte a girar » 14. Ad del da Ad l.*' « 2." "^Ad determinazioni nelle (e) adoperato altri futuro. tempo al(ri(fY3L) quattro giorni, (fra) tre altre Massaua. mi settimane tornerà estate.» da vestirò fratello mio » 15. Ancora l.'' « È in Ancora « in non signor avvocato? (non vernilo negativo. senso è » venuto ancora) ancora (non dal » 2,"" torna. il casa è Tribunale. il senza « È partito tre fa giorni e ancora^ » 16. Parole 1.® « piace tanto.) 2,"" riso. non male. tanto mi (non piace mi » Poco mi piace (mi piace poco) tempo (quanto tempo il pasticcio di » 3. « « libro Questo collocate « quant'è Quanto ^ ) che è sei tornato da Napoli ? è ; » * e meglio I. APPENDICE Provincialismi lìrano (V non una chùirchirrafa (KiccAUDO K. Che G. Io si li G. Ma ò ora, che 1) In sei che vuoi le da o dei e commercialmente 2, e a » ahcctc). lui 1. e Così nel ricevuti e le sono, geU^ dei di à senza che quelli dialetti o non di mille in di legge più l'analogia; del- importanti che cause questi tenersene della ciltiX altre vano deri- che anno esagerato aflìni da sono? errori fonetica, nella mondo anni gli oltre desiderio un ; ìeggiah(cme si » classici si pi. Boccaccio è sarebbe le vigilie. » di sacre » ; e e II, n. altrove di fiimalucitiQ della (cfr. avate feste, V; [ir. si : « II, ben toscano ecc. " imperfetti avanio, G. in iipQjjahcemc, fumavamo « degl' in {avalurtn^ banditore e » (Dccan/crone, avavamo un che trovano escono corrispondono ecc. creduto piglirvamo « persona digiune da due Provincie, n* ve o fadahamQ, {paraha'tQ) pa/ifctii) anni ricercare. nostri 2. due i avere applicazione, corrispondere nei alla le dialetti, lejigovamo, « potessero Anche tutte derivano, il vano Perchè, facevamo in potevo politicamente o impossibile ! ponce f]ppure, che dall'influenza o un (estate) p/-^///c'a (pratica) del la inopportuna una ^enià che (piglievamo) -- metter repfioni, fondamento; lontani; Cameriere, igienista? quella con tutte calda. fatto dice che stagioni. dall'influenza alcun per taffè. (gelato)? gelo un pifjUevnrao alle guardare che da Giulio) - Mantegazza roba ti Milano, a col bere Ora K. piglia? sto meglio è ecc. ^^ dialetto •••••••••• • « dal derivano che coniug. 2. ahccme, teram. Li n. le li danni X) : « sapavate Mi quali cavate pa{sa- •rd Credi K. salute a ci non Mi noiosi. dovrai al andartene Non fa come di Ma la Tu e discorsi in passa si ^^ Sai, tanto, spenda di a tempo): dire per lo se di a me una vedrà non la da suoi andarmi a abituata valle comodi, nero pan di e passeggiata passeggiata, Se in se a fetta una che mentre se fa. si non cacciare sotto le (in che cesso pro- proprio nulla. stiamo qui a via. piovillicare a l' forse male o Andiamo principia sarà bene è pro^sieguo gli ossi indolenziti, tanto tutti donna n'importa ! Eppoi, stasera, (pioviscolare) sento ^^^ sono!.... cosa. me chiacchierare, che i in sparambiare povera pezzo (essenziale) è Ma ci tutti con n'assorbente K. una tante lei, d'andare di che già à (prosciutto). fatto ò ma d'un contenti proggiittto G. che cerca imposte vivere a si non Vedi signor Antonio. marito povero tante con nascita che del moglie (tanti debiti), finirà, per parli bene; dalla dire Il galante. (risparmiare) E. La giorno d'oggi, se Al rovina. di che e tu, questi quella signora è anche (fagotto) lasciamo tua poi nulla; (guadagnerà, fmigoito là. chi dire la conosci? obbligazioni che ^^ riguardi,la cotesti (carrozza)? G. di far mondo sai carezza fin tutti con giiadambierà V ora, arrivata che me, umidità, vedo non Y mi ora (coperte). coverte •••••••••« • 1) Guadambiare. formati per 2) M' quale è spav analogia stato provincia, con detto, anche ambiar {\n dialetto gitadagita** $paragmiA sono , « da e cambiare persona prtggwtto » degna accanto di fede, a cagnce'. che esiste, non ricordo in T7 Pur A volte Nel Diomede 1880, Abruzzi, Una al sera, la Patti, lasciò z'ordine, in e momento un tutto gobbo (tanta palco della al C'era la il pareva quando rosse atti un di bella una cantava, signore che dimolto mede Dioper conversazione. la con sua a voce zese, l'abruz- poco poco a birichino del cannocchiale prio pro- lui. color vestito da le : dell'opera^ e viso sorelle, lasciavan ridevano, volle impertinente negoziante; c'erano un ci lei, si alzava un canto ac- la bazza e chiacchieroni son attenzione!):quel suo con le tutte romanze famiglia madre, poi, che V ter- palcoscenico, guardava non Patti belle era fissato aveva degli guardar a perso sedia più di pacco punta a al più, sicché la la palchi. lo per che delle una naso attento figura nei gobbi, suo vicino platea. Capitò col cannocchiale là negli intervalli d'angelo, che stare meridionale; un attaccar d' oliva indolcita: signora nelle vetrine certi con vedere tutte musi le gonfi, gengive rosse. Il nostro gobbette l'amico tentò se i che era di in e più bella Sapete magra di invece qua facevano In di posto un da più nel gobbo piccino piccino, col fuori, che dalla in sorelle la famiglia, con d'Aprile. mese veder per le e n' andò se un in Pagliano, madre insieme Firenze, a paesello degli suo. un passarvi allegramente il per a quelle! N..., da andato n*era se di capitan ne troppo. la « col disturbo: Pur gomito, e lei conosce troppo! volle non » altro. Principiò gli disse adagio adagio: quelle signore lassù? » a ridere; « Scusi 78 Quel mariolo, di Pur « è quelli lì. E, Diomede, Fortuna Perchè dir male? dire ò di calò e il che gobbo in non tra annaspava le con le è affamata, voce quelle rispettabili signore. le troppo pii/- troppo par conosceva? Questo conosco. » si chiama » dimolti fa Io in denari mi fiorentini noialtri ! Per gua' troppo pur deva ve- rappresentazione disgraziato -dir male dìsgraZ'iata/nente. stare. le a risposto che Sicuro troppo « primo Perchè « 11 l'atto notato avrebbe ci il collo. per terminò lei, brontolava stato m'à « serene non — gobbo il seconda una gente posto. parola una momento quel la suo è lei il stato nelle godevano Diomede. Ma « la se prese — seguiva no, al di gambe in tutta e più era rabbia che sipario; se platea, sparviero gobbi; via, ch'annoi mormorare a rispondere senza più dalla il cotesta a di musi dei conoscere dire a terz' ordine. del regioni lei ragione quelle poverine che a continuò: e » l'inclinazione con addosso À disgrazia una ridere; a eh? fì'oppo, maniera: come nuovo male tasca; mica: su' ditacci: pur « dirò le ma » que' con direi le non \ol troppo pìtr subito: lasci mi » « E « /s' altro t'avevo come le se a rispondere, brutto Ma conosco! intanto coccodrillo?» mi lasci stare, dijo. E I stralunava signori van ridicola più; che e nei gli occhi, e posti accanto, Diomede faceva ridevano stesso, quando il il popone. dimenava gobbo, lì tra le che s'avvide sue non ne della gambe, tè po- figura col naso 80 a tutto conquistare il posto per se, transazione,e, tante volte, a una dei nostri montanari, noi li vediamo sima a amichevole accordo un venire ssQgn"ì-è (tu vossignoria) tò nel ruvido addirittura. Infatti, è dovuto ma insieme in bonis- star pace. Quel voi, dunque che, non è roba nel suo di casa dialetto à altri usiamo noi nostra, ma il viti come abusiamo, e regalo di Napoli, che un personale di pronome riverenza. E s'à, perchè andare è al ragione:Napoli ci comandava, torto, le abitudini sue volta Una che cosa una all'uscio picchiarpi'oprio a poterciservir bene? di caso prender di fuori si "Jeve quando di diventavano legge chi non la sua c'era Napoli era tutto,e a non dritto noi. Un per o a lorito co- napoletanescoalla lingua,all'accento, bisognavadarlo chi avesse Ma ora a voluto far mostra è un'altra chi ci più Prima Lei, fatica diciamo « Come « Vuol « È stato senso da sta lei? venire a le E •m * dare. d' una anzi, facciamo pare mancanza d'abitudine: il parti: anche lei? à scritto quell'articolo sul il povero giornale?» voi ? avvilito, ardisce Sopraffatto, di può ecc. cce. La ci cosa estesissimo uso e sospetti, meno » casa lei che V raramente, tutte usci pò gusto. liberi di ricorrere siamo che un pronunziare,per a sentiremo E Ora Vediamo ci farà di buon eleganza e piace,rivolgiamocia di tutto parola che noi quasi faccenda. Firenze. rivolgiamocia di gente per con sei'vizio, bene lo non lo dà che qualiil appena a farsi vedere. di quelle vecchie persone lei indicherebbe rispetto un • V ' .^^ ??- 81 fuori che luogo, per del tutto. E tu. es^i siamo del Lei, si soliti può dire dare del in che certo e si il che cellenza) /^/ducazione. Se una non » un Ora sulle ne mi il zione condi- non si dicevano piglia,una lettera, intendiamoci, e Signor Don istanza a^. E, più vedere ma bisogna lettera scritta da Tali vedere .1. un usciere, per un interpretò: tanno dar(30 tatto il de a ameno si sempre regalata dagli Spagnoli) di X sopraccarte; credi, anzi Tale tradizionali capo cui in casi danno s'è vero, pubblici: Don altri; preceduti dalle pubblici, del Donna) Donna, atti Signor iaV de' Tale il e al Tribunale innanzi dire negli il citava (Don. (tutta roba vedere tacevano Don il Don Donna Signora esempio, scer cono- IL a progresso, Prima, qua. quei voi^ i Fiorentini d'onore Titolo in a qualunque di tutti APPENDICE Un venuta siano. Insouma noi mai è non bambini, ai anche tu del dà o contadini ai o sottoposti, in generale, dà altri Agli insulto; un volta prima la vede parrebbe il hf e sulla a rire compa- del Signoì- sulle carte, sopraciS\ia {A «disino ne tua abruzzese. Senza sugli fermarsi Ei- atti lì. scrivania L* indi- : 82 rizzo al sai'à 0^ il scritto, del tempo, don-don I non Don è che di gli Cmlo» anche morto muoia davvero, facciamo al mai solamente Errori di di e che » 2. di malattia » per citr e non di « di bel preti ; ma per andava Oriog rafia esistono nella « Ortografìa abruzzesi mattina fnialatèje), (pag. 81) Capuccino e gli scolari fjjioichene) e pippa Pronanzia Pai'oìc un coi scrivono, òcalfola spesso (dial. ^dvàditeìej,ntatina « addosso note. Pronunzia avvertire pronunziano, per ancora III. Ultime latia ci vorrà Signore. APPENDICE dimenticato nell'uso neppure piovere il Don adoprano r uniscono Negli foglio bastonate. Fiorentini 1. il cava leggi: e D. non non se Ebbene, Carlo? Ma toscana. Slùnatmlmo forse, prima e ti chiami? maniera apri la lettera busta, Dunque Come .... alla Cario^ Signor dalla Sir/noì- al per » » messo scatola ma- per china mac- « » (pèppé), tra piuttosto lingua. « pre sem- (matène), tnaddna pipa quasi h gli Errori olio tra lo 83 3. Alle altro e ci Pai-ole che bisogna significato (pi.) scalp 70 sono casa esistono scala » ma al con scalino per salire Per : « v « piano quarto — (scalini). scale lingua, agofiungere scala per nella Le scale di scala) (la quella — dirise sono divisa) (è in branche, due — 4. Uscirvi vesti, arredi simili, e La Toscani. (pag. entrarci per d' è correzione, A solamente 15 pag. bisogna A E più » invece di divise, tra r dittonghi invece a e del Y in e. il La corsivo. stampa. dice: suono.... il à e suono....» » contenteremo a » « si 21, legga, « sempre manca largo» stretto. » dialettali parole fatta. non come « lin. i presso gravi. innanzi sotto, ritenga dove à a sempre « Nelle 4, più 7, « lin. ci. « Un. leggere: 27, pag. i (nota). si di anche comune quindi, Errori Noterò uso abiti, di parlandosi 60), più dittongo colpa ce, è del di il una quale dialetto volta à che si un trovano suono richiede a medio troppi e, i