&letture musicali Giuseppe Zanni, Elio Forcella, Desaparecido in Do Maggiore, Zecchini Editore, Varese 2014, pp. 278+CD, E 19,00 In questo romanzo, basato su una storia vera, si parla di due amici, un attardato sessantottino di provincia e un uomo più anziano, un prestigioso avvocato, che a partire da pochi indizi ricostruiscono la storia di Rodolfo Zanni, musicista argentino nato nel 1901 da genitori italiani, il cui enorme talento lo portò ad avere una serata in suo onore, poco più che ventenne, al Colón di Buenos Aires. Zanni morı̀ giovanissimo, a ventisei anni, vittima di oscuri complotti che ne cancellarono di fatto la memoria e gli impedirono la prosecuzione della carriera, nonché della vita. Una storia avvincente che si svolge su tre piani: quello già ricordato di Rodolfo, quello della ricerca compiuta da Marco e Giulio, i due amici, per i quali ricomporre il puzzle degli indizi vorrà dire anche ricostruire il senso delle proprie vite, ma anche quello storico. Rodolfo Zanni, infatti, è davvero esistito, ed è antenato di uno dei due autori, che corrobora la narrazione con documenti originali, fotografie ed articoli di giornale, da lui trovati in anni di ricerche (Giulio è avvocato proprio come nella realtà Giuseppe Zanni). Un affascinante gioco di specchi che si svela a poco a poco, e che viene arricchito dal contributo di Fabio Armiliato che, nel CD allegato, si esibisce in un tango, da lui composto, dedicato alla storia del « povero Rodolfo »: un disco, poi che si completa con alcune celebri melodie di Carlos Gardel, il principe del tango, genere che è « perfetta comunione tra la musica e l’anima del popolo ». Richiami e rimandi, fra realtà e immaginazione, che colgono nel segno di un romanzo avvincente, dove il contenuto ha la meglio sulla forma. Arturo Sacchetti, Catalogo ragionato delle composizioni di Lorenzo Perosi (1872-1956) con esempi musicali originali, Bibliothecae Apostolicae Vaticanae, Corpus Manuscriptorium Musicalium, II. 4, Città del Vaticano 2013, pp. 2312, E 350,00 Nino Gardi, Il pianista di buona creanza, Nomos Edition, Trieste 2013, pp. 112, E 19,00 Michele Girardi (a cura di), Madama Butterfly: mise en scène di Albert Carré, Edt, Torino 2012, pp. 215, E 39,00 Dopo quindici anni di lavoro, vede la luce il Catalogo ragionato delle composizioni di Lorenzo Perosi, compilato da Arturo Sacchetti. Un lavoro di estrema complessità a causa della difficile reperibilità dello sterminato corpus delle composizioni perosiane, custodite nella Biblioteca Apostolica Vaticana, in archivi e biblioteche pubbliche e private. Nel monumentale lavoro di Sacchetti è stata risolta l’organizzazione delle forme musicali sacre e la loro collocazione grazie alla collaborazione di esperti liturgisti – nell’ambito delle celebrazioni liturgiche, nonché delle varie espressioni pietistiche. Sono poi classificate le composizioni religiose da concerto per voci e strumenti, le composizioni profane, le composizioni strumentali, le composizioni vocali senza testo, le composizioni con testo adattato, le trascrizioni di composizioni di altri autori e cosı̀ via. Le opere sono corredate da schede musicologiche e da esempi musicali. Completano il lavoro gli alberi genealogici delle casate Perosi/Nicola/ Bernardi/Guala, la cronologia della vita di Lorenzo Perosi, profili artistici, elenchi delle composizioni irreperibili e degli scritti del Maestro e una cronologia delle composizioni. Quello di Sacchetti, si colloca come imprescindibile strumento di conoscenza di uno dei più grandi artisti italiani del primo Novecento, apprezzatissimo all’epoca (basti pensare alla stima mostrata da Mahler per la Risurrezione di Lazzaro) ma oggi decisamente trascurato. La giovane casa editrice Nomos pubblica una nuova breve, ma densa riflessione di Nino Gardi sull’interprete/esecutore, completando cosı̀ con « La coscienza di Arturo » (La Finestra) e « Il bianco e il nero » (Zecchini Editore) una trilogia saggistica «intorno al pianoforte». Il libro ha avuto affollata presentazione a Udine, città natale dell’autore, pianista, docente, operatore culturale e fondatore dell’Accademia di studi pianistici « Andrea Ricci ». Al di là del titolo che parrebbe limitarsi a un compendio di norme comportamentali ad uso dei pianisti, Gardi affronta qui un tema delicato, quello della responsabilità dell’interprete, individuandone tre « lealtà » da tenere sempre ben in evidenza sul proprio virtuale leggı̀o: verso la partitura, verso se stesso, verso il pubblico. Un « breviario » che presuppone, oltre alla consapevolezza delle peculiarità, dei limiti, delle fortune, dell’evoluzione meccanica e storica dello strumento, del suo potere di appropriazione, del suo rapporto con gli altri strumenti, un percorso disseminato di interrogativi. Che possono partire da lontano come da Aristosseno e dal « temperamento », per arrivare fino alla moderna selva competitiva dei concorsi, alla sfrenata corsa alla velocità che a molti giovani pianisti sembra un primato prioritario da inseguire e da battere. Ma ai problemi tecnici toccati e messi a fuoco da Gardi (l’irrisolta relazione tra il pianoforte e i suoi precursori, le indicazioni dei presunti metronomi « storici ») altri se ne aggiungono che coinvolgono l’universo «sociale» al centro del quale troneggia il pianoforte; e che rendono questo libro stimolante non solo per i pianisti. Questo volume è importante non solo per la documentazione molto completa che offre della prima parigina di Madame Butterfly nel 1906 – vi troviamo il facsimile del libretto tradotto in francese da Paul Ferrier e le disposizioni sceniche (sempre in francese) per la mise en scène all’Opéra Comique – ma anche per il saggio introduttivo di Michele Girardi, che sviluppa alcune riflessioni già abbozzate nella sua monografia pucciniana del 1995. Girardi fa comprendere infatti come la messa in scena singolarmente raffinata di Albert Carré – che comportò alcuni tagli e modifiche testuali rispetto alle precedenti revisioni di Brescia (1904) e Londra (1905) – permise allo stesso Puccini, presente durante le prove, di dare un profilo più nobile alla sua tragedia, eliminando alcuni personaggi di contorno disegnati con gusto macchiettistico. Nella revisione parigina il compositore sembra schierarsi più nettamente infatti dalla parte dei giapponesi in uno scontro tra culture che si sviluppa in maniera più lineare e coerente. La sensibilità di Carré per la cultura giapponese – in appendice troviamo uno stralcio dai suoi « Souvenirs de Théâtre » – era nutrita da un interesse tanto diffuso quanto consolidato nella Francia di inizio Novecento, che spinse ricchi banchieri come Albert Kahn e Edmond de Rothschild a ricreare interi edifici e giardini giapponesi per il loro diletto, mentre la moglie di Carré, Marguerite (la protagonista dell’opera non troppo amata da Puccini) studiò i movimenti da geisha con l’attrice giapponese Sada Yakko. Il risultato fu una produzione che servı̀ da modello per tanti anni, in Italia come negli Stati Uniti. Michele Bosio Gianni Gori Stephen Hastings Nicola Cattò 22 musica 254, marzo 2014