DIREZIONE NAZIONALE
(Chianciano – 16 febbraio 2012)
Sono passati poco più di tre mesi dal nostro Meeting di Torino, dove svolgemmo
l’Assemblea nazionale e la Conferenza di Organizzazione, eppure sembra di essere in
un’altra epoca: il Governo Berlusconi sembra un lontano ricordo (ma non per i “ricordini”
che ci ha lasciato), il Governo “tecnico” Monti ne ha preso il posto e ha cominciato a
sfornare provvedimenti su provvedimenti, la crisi economica si è incattivita, il Paese è
passato dalla rassegnazione passiva alla protesta vibrata di alcune categorie e gruppi di
interesse sulle misure assunte dal nuovo Esecutivo.
Già adesso niente è più come prima. La Manovra cosiddetta “Salva-Italia” ha rivoluzionato
la Previdenza ed ha introdotto novità assai importanti (e pesanti) nel campo fiscale, ma
modifiche altrettanto importanti si stanno introducendo anche con il decreto “Cresci- Italia”,
col decreto “Milleproroghe” e, da ultimo, con il recente decreto per la semplificazione che
Monti ha battezzato “Semplifica-Italia”. Poi ci sono i provvedimenti che verranno adottati
con un disegno di legge in materia di lavoro, sulla base della concertazione Governo Parti sociali, e con una legge-delega in materia fiscale al fine di correggere la delega
fiscale-assistenziale adottata dal Governo precedente, ormai non più attuale.
Si tratta di una imponente opera riformista, di stampo liberal-democratico, che non ha
precedenti nella storia italiana, almeno quella del dopoguerra, per la vastità dei temi
toccati e per l’esiguo lasso di tempo in cui viene fatta. Ma, come sappiamo, il tempo è di
vitale importanza per raddrizzare le sorti del nostro Paese.
Mentre il primo decreto per l’emergenza di circa 35 miliardi di euro, che nel disegno del
Governo aveva il compito di reperire risorse fresche per risanare la situazione finanziaria e
non cadere nel baratro, è stato già approvato dal Parlamento e i suoi effetti si stanno
facendo immediatamente sentire sulle tasche e sulla vita dei cittadini - e si faranno sentire
ancor più nel prossimo futuro -, per quanto riguarda il resto dei provvedimenti che
dovrebbero rilanciare lo sviluppo e conferire un po’ più di equità e di modernità
all’ingessato sistema Italia, alcuni di essi ancora stanno facendo il loro iter parlamentare,
mentre altri hanno bisogno di tempi più lunghi. In ogni caso, ci vorrà del tempo affinché i
provvedimenti che stimolano la crescita, lo sviluppo, l’occupazione, la razionalizzazione
delle risorse attraverso le semplificazioni e le economie di scala producano i loro
effetti benefici, con la speranza che essi ci saranno.
Un cambiamento positivo, però, si è prodotto fin da subito quando si è insediato il Governo
Monti, e man mano si accresce sempre di più, ed è fiducia che le Istituzioni e i Media a
livello europeo e mondiale stanno ritrovando nei confronti del nostro Paese, grazie alla
figura personale del Premier, la sua indiscussa autorevolezza, la sua competenza ed
anche il suo modo sobrio, ma al tempo stesso fermo, di porsi. Tutt’altra cosa rispetto alla
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figura del precedente Premier, che non poco aveva riaccreditato l’immagine inaffidabile
dell’Italia tutta mandolino e bella vita spensierata.
Nonostante le Agenzie di rating, che sembrano adottare criteri astratti e poco attinenti con
la realtà, i mercati stanno premiando l’immagine nuova dell’Italia e lo sforzo che sta
facendo per uscire dalla crisi e riaffermarsi come una delle grandi potenze economiche
mondiali. Lo spread, nonostante tutto, è calato, i tassi di interesse sul nostro debito
pubblico, specie per i titoli a più breve scadenza, sono diminuiti, la borsa sta andando
meglio. Tutto ciò è basilare per i nostri conti pubblici e, se si manifesteranno segnali di
inversione o di attenuazione della recessione in cui ormai siamo dentro, potremo dire che
ci saremo allontanati dal ciglio del baratro in cui rischiavamo – e ancora rischiamo – di
cadere.
Si riportano appresso due documenti:
- il primo esprime il nostro giudizio sulle politiche e sui provvedimenti del Governo
Monti, con particolare riguardo al decreto Salva-Italia, il solo che è stato approvato
definitivamente dal Parlamento;
- l’altro sintetizza la nostra posizione sulle principali tematiche che interessano i
pensionati e gli anziani.
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I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO MONTI
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Premessa
L’immobilismo del Governo Berlusconi e i suoi atti, le sue politiche, i suoi provvedimenti di
legge, uniti alle conseguenze disastrose che gli ultimi anni di malgoverno stavano
provocando sull’economia, sulla cittadinanza, sul mondo produttivo e sull’immagine
dell’Italia all’estero, ci avevano fatto invocare a gran voce la discontinuità, il cambiamento,
la fine della politica avvitata su sé stessa e sugli interessi del Premier, certamente diversi
da quelli della popolazione.
Volevamo che cessasse la politica delle due facce, una che ci rassicurava che tutto
andava bene, che non si sarebbero messe le mani in tasca ai cittadini, che l’Italia è un
Paese benestante, e l’altra che sotto sotto scaricava sulle classi meno abbienti e più
deboli dei cittadini, in modo contorto, raramente diretto, il peso del contenimento delle falle
nel bilancio dello Stato provocate soprattutto dall’enorme e crescente debito pubblico. Una
politica profondamente errata, non solo perché ha accresciuto le disparità tra i cittadini e
ha creato milioni di nuovi poveri, non solo perché ha avuto l’effetto di ridisegnare in modo
residuale il welfare e gli interventi sociali, ma anche perché è stata assolutamente carente
di misure per incentivare l’imprenditoria, fare buona occupazione, mettere in modo circoli
virtuosi, determinare i processi per la crescita e lo sviluppo, senza i quali non si risana un
bel nulla.
Solo la disperazione e la convinzione unanime che ormai stavamo precipitando nel
baratro, mentre il Parlamento non era più in grado di assumere alcuna decisione, hanno
fatto sì che si potesse arrivare alle dimissioni del Governo Berlusconi e alla costituzione
del Governo Monti. Ciò non sarebbe mai stato, però, senza il lavoro paziente ed assiduo
del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha saputo pazientemente tessere
la tela del dialogo tra forze politiche che si sono combattute per quasi un ventennio con
tutte le armi consentite e non consentite, ma che alla fine si sono compattate nel voto della
fiducia al nuovo Esecutivo. Un miracolo di equilibrio questo, pur se un equilibrio assai
instabile.
Al Governo Monti è stato consegnato un Paese disfatto, divaricato, emarginato nel
contesto internazionale, sull’orlo del default finanziario, e gli è stato chiesto di azionare il
freno a mano per non farlo andare nel precipizio, adottando interventi incisivi e impopolari
che le forze politiche, sempre a caccia del consenso, mai si sarebbero caricate nel proprio
curriculum.
La stragrande maggioranza dei cittadini italiani ha dato fiducia al Professor Monti, al suo
modo sobrio di presentarsi, alla sua indiscussa competenza, al fatto stesso di essere un
“tecnico”, così come tutti i componenti del suo Governo, e, come tale, non compromesso
in giochetti di partito o in interessi di tipo elettoralistico. Ma tuttavia va considerato che
dover fare i conti con una maggioranza così diversificata, ancorché ampia, una
maggioranza a cui il Governo non è legato da alcun vincolo di partito, ma che è quella che
deve poi approvare i provvedimenti in Parlamento, costringe a fare dei compromessi a
causa dei veti o di pretese su questa o su quell’altra misura.
Questo sta succedendo con i provvedimenti del Governo Monti, il quale subisce le
pressioni dei partiti e le minacce più o meno velate da parte loro di ritiro della fiducia. E
non c’è dubbio che si mettono in moto anche lobbies, gruppi di potere, consorterie legali
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ed anche illegali che hanno dominato la scena economica e politica nel nostro Paese per
decenni e decenni. Le resistenze e le proteste che stiamo vedendo nel Paese sono il
sintomo di un grande malessere tra la popolazione, certamente lievitato in un periodo di
recessione, di aumento della povertà e di interventi legislativi basati sui sacrifici, ma
dobbiamo scorgervi anche la mano strumentale di coloro che si oppongono ad ogni
cambiamento che mette in forse le rendite di posizione e i privilegi che hanno saputo
accaparrarsi.
L’incognita più grande sul futuro del Governo è che alla lunga prevalgano questi
movimenti e che alcuni partiti che adesso costituiscono la maggioranza, cedano a
tentazioni puramente elettoralistiche e in essi prevalgano quelli del “tanto peggio, tanto
meglio”.
Come pensionati, come cittadini, come componente della popolazione che ha subito e
subisce i riflessi negativi di un tale sistema, dobbiamo guardare con favore ai tentativi di
riaffermare il primato dello Stato e dell’interesse pubblico, insieme alle misure per dare un
futuro al nostro Paese e ai nostri giovani, anche se ciò comporta l’assunzione di sacrifici purché essi si distribuiscano equamente -, mettendo però bene in evidenza i punti sui quali
non c’è la nostra condivisione e chiediamo un cambiamento .
Il Decreto “Salva-Italia”
(D.L. 6 dicembre 2011 n. 201 convertito in legge 22 dicembre 2011 n. 214)
Il Governo Monti ha presentato, dopo 17 giorni dal suo insediamento, un decreto legge –
definito dallo stesso Monti decreto “Salva-Italia” – che contiene una nuova Manovra
economica d’emergenza, la quinta del 2011, la più pesante, con l’obiettivo di arginare lo
scivolamento dell’Italia verso il sicuro fallimento.
La manovra è una stangata di 34,9 miliardi di euro, molto sbilanciata sul lato delle entrate,
con nuove tasse, e poco sul lato dei tagli alla spesa pubblica, che peraltro interessano
quasi esclusivamente le pensioni e prendono scarsamente in considerazione altri possibili
risparmi che potrebbero venire dalla Pubblica Amministrazione, da un uso più proficuo
delle risorse e dalla razionalizzazione dei livelli di governo e dei costi per esercitare la
democrazia.
La gigantesca Manovra ha generato delusione in chi, come noi, aveva recepito con grande
speranza le affermazioni del Premier Monti all’atto della richiesta della fiducia del
Parlamento, allorché assicurò che le misure che si accingeva ad assumere sarebbero
state improntate su tre criteri: il rigore, l’equità e lo sviluppo.
Troviamo sicuramente sufficiente rigore nella Manovra di dicembre, ma non troviamo
altrettanta equità nella distribuzione dei sacrifici e troviamo poche misure che possano
dare nuovo slancio all’economia e allo sviluppo. Va tuttavia considerato che la Manovra
“Salva Italia” è il primo tassello di un intervento più complessivo annunciato già a dicembre
dal Premier Monti e che ora si sta esplicando con altri provvedimenti per lo sviluppo, il
lavoro, la razionalizzazione delle risorse, la competitività delle imprese, l’eliminazione di
privilegi e rendite di posizione.
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Nella consapevolezza che l’Italia non esce dall’emergenza in cui si trova senza sacrifici dei
suoi cittadini e che i giovani sono quelli che hanno le prospettive più incerte, i pensionati
della CNA non vogliono sottrarsi dal fare la propria parte, ma ritengono che sarebbe stato
possibile introdurre maggiore equità nel provvedimento e richiedono correzioni affinché i
sacrifici siano conformati ai criteri della sostenibilità e della ripartizione in funzione delle
capacità contributive, sia che esse siano note al fisco, sia, a maggiore ragione, che siano
occultate. Chiedono inoltre che con le risorse che ne deriveranno sia costituito un Fondo
per il sostegno delle giovani generazioni.
Il “Salva-Italia” contiene norme su: sistema pensionistico, costi della politica, imposte sulla
casa, capitali rientrati dall’estero, beni di lusso, attività finanziarie, misure per la crescita,
evasione fiscale, addizionale IRPEF, tagli a Regioni e Comuni, aumento delle aliquote
IVA.
Molti punti della Manovra interessano direttamente i pensionati e i pensionandi, che sono
chiamati a sopportare carichi rilevanti per il risanamento del Paese. Per contro, si rileva la
mancanza di una vera patrimoniale e di misure efficaci per reperire risorse alternative a
quelle dei soliti canali.
Si riportano di seguito le principali norme contenute nel decreto e le nostre osservazioni.
Sistema pensionistico
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Rivalutazione annuale delle pensioni
La rivalutazione annuale delle pensioni in base all’aumento del costo della vita è
bloccata nel biennio 2012-2013 per le pensioni di importo lordo superiore a tre volte
il minimo (€ 1.405,05 mensili).
Contributo di solidarietà
E’ istituito un contributo di solidarietà sulle “pensioni d’oro” pari al 15% sugli importi
di pensione eccedenti i 200.000 euro.
Contributivo pro-rata per tutti
Dal 2012 le pensioni sono calcolate, anche per coloro che con la legge Dini
avevano diritto al calcolo retributivo sugli ultimi 10-15 anni di lavoro, con il metodo
contributivo pro-rata, cioè con un sistema misto che prende in considerazione per i
periodi dal 2012 in poi i contributi effettivamente versati, applicando su di essi i
coefficienti di trasformazione, mentre lascia intatto il calcolo retributivo per il periodo
precedente.
Per incentivare la permanenza al lavoro, vengono previsti dei coefficienti di
trasformazione calcolati fino a 70 anni di età, rendendo così più vantaggioso il
calcolo dei trattamenti per chi differisce la data di collocazione in pensione.
Pensione anticipata
Dal 2012 viene abolito il sistema delle quote per il pensionamento di anzianità: le
donne potranno andare in pensione anticipata, indipendentemente dall’età, con 41
anni ed 1 mese di contributi, gli uomini con 42 anni ed 1 mese di contribuzione.
Questi requisiti contributivi saranno ulteriormente aumentati di un mese nel 2013 e
di un altro mese nel 2014. Però, se si va in pensione prima dei 62 anni, la legge
prevede delle penalizzazioni e la pensione sarà decurtata dell’1% per ogni anno
che manca per arrivare ai 62.
Età pensionabile
Per quanto riguarda l’età per andare in pensione di vecchiaia, vale a dire senza il
requisito di 41-42 anni di contributi, ci sarà un aumento assai significativo, con
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diverse gradualità a seconda se trattasi di donne o uomini, del settore privato o del
settore pubblico, autonomi o dipendenti, fino ad arrivare per tutti ai 66 anni e 7 mesi
nel 2018, per poi proseguire ancora nell’aumento. In particolare, si prevede
l’accelerazione dell’innalzamento del requisito di età previsto per l’accesso alle
pensioni di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato, che viene portato a 62 anni
(63 e 6 mesi per le autonome) dal 1° gennaio 2012, e gradualmente innalzato, fino
a conseguire, alla data del 1° gennaio 2018, l’allineamento dei requisiti delle
suddette lavoratrici a quelli degli uomini e delle lavoratrici delle pubbliche
amministrazioni. L’età pensionabile diventerà flessibile, con un meccanismo che
premia chi va in pensione più tardi. In compenso vengono abolite le finestre.
Al fine di evitare uno scalone troppo grande, sarà possibile per i soli lavoratori
dipendenti del settore privato che abbiano maturato un’anzianità contributiva di
almeno 35 anni al 31 dicembre 2012 andare in pensione anticipata a non meno di
64 anni. Le donne potranno andare in pensione di vecchiaia a 64 anni se al 31
dicembre 2012 avranno almeno 20 anni di contributi e 60 anni di età. Sono previste
deroghe per i lavoratori in mobilità.
Super Inps
L’INPDAP e l’ENPALS confluiscono nell’INPS per costituire un Ente previdenziale
unico e conseguire economie di scala accorpando sedi, organi, direzioni e
personale. Si spera anche in un vantaggio per i cittadini.
Aumento aliquote contributive per artigiani e commercianti
Le aliquote contributive per i lavoratori iscritti alle Gestioni INPS degli artigiani e dei
commercianti vengono innalzate di 1,3 punti percentuali nel 2012 e di 0,45 punti
negli anni successivi, fino a raggiungere complessivamente l’aliquota del 24 per
cento.
Osservazioni sulle modifiche al sistema pensionistico
In Italia è dal 1992 che il sistema previdenziale sta subendo trasformazioni importanti,
talune necessarie per riportare nei canali giusti un andamento assai squilibrato, altre
indispensabili per eliminare i macroscopici privilegi e le incongruenze che caratterizzavano
la previdenza sociale.
Anteriormente alla riforma Monti-Fornero, anche se complessivamente il sistema si
presentava abbastanza equilibrato finanziariamente, la spesa previdenziale in rapporto al
PIL era destinata ad aumentare e pesavano situazioni assai preoccupanti di alcune
Gestioni (la Gestione artigiani viaggia verso i 30 Miliardi di deficit patrimoniale). Inoltre
pesava il rapporto molto squilibrato tra lavoratori attivi (che contribuiscono) e pensionati,
dovuto all’invecchiamento della popolazione e alla disoccupazione e al precariato.
Un’ulteriore intervento sul sistema previdenziale, quindi, era inevitabile, anche per
correggere grandi discrepanze intergenerazionali sull’accesso e sulla misura dei
trattamenti pensionistici.
Tuttavia il Governo è intervenuto con mano molto pesante su alcuni elementi della
previdenza pubblica, facendo diventare il nostro sistema uno dei più rigidi e restrittivi in
Europa.
Per quanto riguarda l’età per potere andare in pensione di vecchiaia, ad esempio, le
modifiche sono troppo severe e la mancanza della dovuta gradualità può generare
situazioni veramente difficili negli ambiti familiari. Inoltre, non si può fare di tutta un’erba un
fascio e si debbono necessariamente distinguere lavori leggeri o intellettuali dai lavori
faticosi ed insalubri, che difficilmente possono essere svolti da persone di 66-69 anni.
Diverso è il discorso sulla pensione di anzianità. Il nostro sistema previdenziale, infatti,
conteneva una anomalia rispetto a quelli di altri Paesi europei rappresentata dalla
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possibilità di andare in pensione a 56-58 anni di età se in possesso del requisito di 40 anni
di contributi, che diventavano poi 41 anni se lavoratore dipendente o 41 e mezzo se
lavoratore autonomo, per via delle finestre.
La modifica contenuta nella Manovra non è sconvolgente e avvicina il sistema italiano a
quello di altri Paesi, a patto però che si considerino i lavori usuranti (anche per gli
artigiani), con possibilità di anticipare l’andata in pensione senza penalizzazioni quando è
provata l’esposizione a rischi maggiori per la salute.
Stessa considerazione per il passaggio al sistema contributivo pro-rata per tutti, che, tutto
sommato è una misura che va nel senso dell’equità tra le generazioni. Non subiranno
grandi perdite nel calcolo coloro che andranno in pensione nei prossimi anni, mentre
sentiranno qualche differenza coloro che ci andranno più in là.
Infine, non condividiamo affatto il blocco della rivalutazione delle pensioni, specialmente in
un periodo come quello attuale in cui l’inflazione ha ripreso a galoppare abbondantemente
sopra il 3 per cento. Il fatto che il blocco sia limitato alle pensioni superiori a 1.400 euro
lorde è solo una attenuante, visto che le pensioni hanno già subito una rilevante perdita
del potere di acquisto a causa di un meccanismo di rivalutazione annuale assolutamente
non adeguato.
L’aumento dei contributi per artigiani e commercianti, pur essendo consapevoli delle
difficoltà finanziarie delle rispettive Gestioni presso l’INPS, si tradurrà in ulteriori difficoltà
per questi settori, che già oggi accusano chiusure di molte aziende.
Modifiche fiscali
La Manovra contiene misure volte alla tassazione degli immobili con la reintroduzione
della patrimoniale sulla prima casa, nonché altre tassazioni sui conti bancari, sulle attività
finanziarie e su alcune manifestazioni di ricchezza, quali i veicoli di grossa cilindrata, gli
aerei, le imbarcazioni di diporto di grandi dimensioni. Sono inoltre previsti altri aumenti di
tasse e imposte.
- I capitali rientrati in Italia con lo "scudo fiscale" devono pagare una “una tantum”
dell’1,5%.
- E’ previsto un super bollo sulle auto di grossa cilindrata (superiori a 170 chilowatt),
sulle barche oltre i 10 metri, su elicotteri e aerei privati in base al peso.
- Il bollo attualmente previsto per i conti correnti viene esteso ai conti sui titoli, alle
polizze vita e ai fondi mobiliari.
- L’IMU, l’imposta municipale unica introdotta dal federalismo fiscale, è anticipata al
gennaio 2012. Sono tassate anche le prime case. L’aliquota base è dello 0,76 per
cento, mentre alle prime case si applica l’aliquota dello 0,4 per cento, con la
possibilità per i sindaci di ridurla o di aumentarla fino a 0,3 punti percentuali.
L’imposta è applicata sul valore catastale degli immobili, con coefficienti rivalutati
del 60 per cento. Nel calcolo dell’IMU prima casa è prevista una detrazione di 200
euro che esclude dall’imposta gli immobili più piccoli. In sede di conversione del
decreto sono state introdotte ulteriori detrazioni pari a € 50 per ciascun figlio di età
inferiore a 26 anni, a condizione che risiedano nell’abitazione per la quale è
richiesta la detrazione. L’importo complessivo della detrazione non può in ogni caso
superare il tetto di 400 euro.
- Aumenta l’addizionale regionale Irpef per tutti dallo 0,9% all’1,23% per coprire le
spese sanitarie. Dal 1° settembre 2012, inoltre, scatterà un aumento del 2% dell'Iva
(che passa quindi al 23%), ma solo se non ci saranno gli introiti previsti dal riordino
delle agevolazioni fiscali.
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Sono aumentate le accise su benzina e diesel, rispettivamente +8,2 centesimi e
+11,2 centesimi al litro. Ulteriori rincari per ulteriori 50 centesimi ogni mille litri sono
previsti a gennaio 2013 tanto sulla benzina che sul gasolio.
Osservazioni sulle modifiche fiscali
La tassazione della prima casa rappresenta un provvedimento che poteva essere evitato,
oppure attenuato per alcune fasce sociali. La presenza di altre misure che vanno a tassare
la ricchezza tenderebbe a ristabilire un piano di equità, ma quello di cui si sente la
mancanza è di una vera patrimoniale che faccia contribuire nei sacrifici anche coloro che
sfuggono.
La detrazione per la prima casa non può essere uguale per tutti, ma deve essere
maggiorata per le famiglie numerose, per gli anziani soli, per i redditi più bassi. Invece
dovrebbero essere colpiti maggiormente i possessori di una pluralità di immobili. La
modifica apportata in Parlamento per le detrazioni per i figli viene certamente incontro alle
famiglie numerose, resta però l’ingiustizia di una tassa che colpisce fortemente gli anziani
che vivono soli in case grandi dopo che i figli se ne sono andati.
Riguardo agli inasprimenti fiscali, va tenuto conto che ulteriori tasse generalizzate,
unitamente alle altre misure che sottraggono disponibilità economica, producono i loro
effetti maggiori sulle classi dei cittadini meno abbienti. Inoltre l’aumento dell’IVA e delle
accise sulla benzina produrranno un rialzo generalizzato dei prezzi e dell’inflazione, con
ulteriori danni per le pensioni bloccate e perdita di potere di acquisto per i redditi di una
parte consistente delle famiglie, con conseguente contrazione dei consumi, difficoltà per il
mondo produttivo e frenata della possibilità di rilancio delle sviluppo.
Misure per lo sviluppo
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Per favorire le imprese che intendono assumere è prevista la deducibilità integrale
dell’Irap-lavoro. Previsti anche interventi a favore di donne e giovani per 1 miliardo
all’anno fino al 2014.
Viene introdotto il meccanismo denominato Ace, "aiuto alla crescita economica",
un'agevolazione fiscale per favorire la patrimonializzazione delle imprese. Inoltre
viene rifinanziato il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese con l’obiettivo
di mettere a disposizione delle Pmi garanzie per circa 20 miliardi di credito.
Vengono resi strutturali gli incentivi della detrazione IRPEF del 36 per cento previsti
per le ristrutturazioni. Vengono prorogate al 2012 le detrazioni del 55 per cento per
gli interventi di riqualificazione e risparmio energetico, compreso l’obbligo di ripartire
la detrazione spettante in 10 quote annuali.
Osservazioni sulle misure per lo sviluppo
Come già detto, misure più importanti per lo sviluppo sono contenute in un altro
provvedimento all’esame del Parlamento. Ciò non toglie che si poteva fare di più già in
questo decreto, visto che i mercati sono molto sensibili a questi interventi e che l’Italia sta
già in recessione. Inoltre, il Governo ha mostrato debolezza ed arrendevolezza in sede
parlamentare allorché sono state cancellate le liberalizzazioni per “il trasporto di persone
mediante autoservizi pubblici non di linea”, vale a dire i taxi, e per i farmaci di fascia C.
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Misure antievasione e per l’equità
Il governo Monti ha inserito nel decreto “Salva-Italia” alcune misure di contrasto
all’evasione che possiamo sintetizzare in 3 punti:
- L’abolizione del segreto bancario: dal primo gennaio 2012 le banche dovranno
comunicare periodicamente all’anagrafe tributaria i saldi e le movimentazioni sui
conti e, se richiesto, lo storico del correntista. L’anagrafe invierà all’Agenzia delle
Entrate i nominativi di chi presenta anomalie. Per il contribuente il rischio è quello
della reclusione sino a tre anni.
- Limitazione dell’utilizzo del denaro contante: viene introdotto il limite massimo di
1.000 euro per i pagamenti in contanti e vengono incentivati i professionisti che
accettano la “totale tracciabilità” della loro contabilità. Le transazioni finanziarie
superiori ai 1.000 euro dovranno essere effettuate attraverso bancomat, carta di
credito o assegno riportante la clausola non trasferibile. I pagamenti della pubblica
amministrazione e dei suoi enti dovranno essere telematici, e gli esborsi effettuati in
contanti non potranno superare i 500 euro. In sede di conversione in legge del
decreto il limite per il pagamento delle pensioni in contanti è stato portato a 1.000
euro.
- Tassazione capitali scudati: Il pagamento di un’imposta dell’1,5% sui capitali che
hanno utilizzato lo scudo fiscale istituito dal governo Berlusconi (che sanzionò solo
con un prelievo del 5% sui capitali scudati), escludendo la possibilità di ulteriori
condoni.
Nella manovra sono inoltre contenute altre misure per favorire l’equità e combattere
fenomeni di fruizione di indebite prestazioni:
- Viene riscritto l’ISEE, stabilendo che l’erogazione dei servizi sociali sia parametrata
non più sul reddito dichiarato, ma anche sul patrimonio disponibile e sul numero dei
figli a carico.
- Vengono esentati dal bollo sui conti correnti i depositi con giacenza media inferiore
a 5.000 euro, favorendo in questo i piccolissimi risparmiatori e incentivando l’uso
della moneta elettronica. Invece, viene aumentata a 100 euro l’imposta di bollo per i
conti correnti delle imprese.
- Arriva anche l’imposta di bollo per le attività finanziarie detenute all’estero e una
tassa dello 0,76% per gli immobili detenuti all’estero, indipendentemente dall’uso a
cui sono destinati.
Osservazioni sulle misure per l’evasione e per l’equità
Uno dei maggiori difetti che vengono attribuiti alla Manovra Monti è la carenza di equità nei
sacrifici, anche se il passaggio parlamentare ha apportato alcune importanti correzioni che
la rendono più accettabile.
Per quanto riguarda il recupero dell’evasione fiscale, si può anche dire che le misure
adottate non siano particolarmente incisive, che si poteva fare di meglio. C’è però da
ammettere che c’è stato un netto cambio di direzione rispetto al precedente Governo. Qui
si toccano due punti fondamentali per la lotta all’evasione: aumento dei controlli e
inasprimento della pena per chi evade. Nella Manovra sono presenti norme che danno
parecchie armi e poteri a chi deve effettuare i controlli e che dovrebbero portare al
recupero di una maggiore mole di imposte evase.
Il divieto di effettuare pagamenti in contanti al di sopra dei 1.000 euro, e per le
Amministrazioni dello Stato di 500 euro, rientra in questo quadro. I pensionati,
specialmente quelli che provengono dal lavoro autonomo, abituati ad intrattenere rapporti
con le banche ai fini dello svolgimento della loro attività imprenditoriale, non dovrebbero
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avere eccessivo disagio per il fatto che non potranno più riscuotere la loro pensione in
contanti allo sportello della posta, anche perché si può aprire un libretto di risparmio o un
conto-corrente a zero spese sul quale far accreditare la pensione.
Riduzione dei costi della politica
E’ uno dei punti più deludenti della Manovra Monti. Già il decreto-legge presentato dal
Governo conteneva pochissime misure dirette in questa direzione, ma le modifiche
introdotte in Parlamento accentuano ancor più la carenza.
I tagli agli stipendi dei parlamentari escono dal provvedimento e verranno decisi con una
diversa procedura da Parlamento ed Esecutivo, sul fronte delle Province slittano i termini
per trasferire le funzioni a Regioni e Comuni e i Consiglieri delle Circoscrizioni o delle
Comunità montane oggi in carica manterranno il loro gettone fino a fine mandato.
Insomma, la Casta ha esplicato tutta la sua forza d’urto per mantenere i privilegi, e questo
pesa molto, soprattutto simbolicamente, sull’equità della Manovra.
Altri provvedimenti di legge in gestazione
Decreto "Cresci-Italia"
(Decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 - Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo
sviluppo delle infrastrutture e la competitività)
Il decreto “Cresci-Italia” è un imponente provvedimento composto da 92 articoli che
intervengono in materia di liberalizzazione dell’economia, di tutela dei consumatori, di
professioni, di energia, di servizi pubblici locali, di servizi bancari e assicurativi, di trasporti.
Si riportano di seguito in estrema sintesi le norme più significative in esso contenute che ci
interessano come consumatori e come cittadini.
Energia: E’ previsto che nel meccanismo con cui l’Autorità per l’energia aggiorna il prezzo
del gas si riduca gradualmente il riferimento ai prezzi internazionali del petrolio. Le
imprese potranno approvvigionarsi direttamente all’estero.
Benzina: Stimolo di apertura di self-service, per portare questo servizio su livelli di
diffusione «europei»; possibilità per i gestori proprietari dell’impianto di acquistare sul
libero mercato la metà del proprio stock di carburante; più trasparenza nei prezzi esposti,
cancellando gli sconti “apparenti”.
Rete gas: Scorporo graduale di Snam da Eni, per concludere il processo entro i prossimi
due anni e mezzo.
Assicurazioni: Intensificazione della lotta contro le frodi sui risarcimenti per i sinistri
stradali che pesano sui bilanci delle compagnie assicurative e contribuiscono a rendere le
tariffe italiane fra le più care d’Europa.
Banche : Gli istituti di credito durante l’erogazione del mutuo alla stipula di un contratto di
assicurazione, saranno obbligate a sottoporre al cliente almeno due preventivi di due
differenti gruppi assicurativi.
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Edicole: Gli edicolanti possono vendere qualunque altro prodotto e praticare sconti sulla
merce.
Taxi: La competenza sul rilascio delle licenze ai tassisti passa all’Autorità di regolazione
dei trasporti. Previsto l’incremento del numero delle licenze, se ritenuto necessario anche
in base al confronto con realtà comunitarie comparabili.
Farmacie: Una farmacia ogni 3.000 abitanti con l’apertura di almeno 5mila nuovi esercizi.
Notai: Concorsi pubblici per la nomina a notaio per 500 posti entro il 30 giugno 2012 ed
altri 500 entro il 30 giugno 2013,
Tariffe professionisti: Sono abrogate tutte le tariffe professionali, sia minime sia massime.
Imprese: Abrogazione dei limiti numerici, autorizzazioni, licenze, nulla osta o preventivi
atti di assenso, per l’avvio di un’attività economica.
Pendenze fiscali: Si prevede la possibilità di rateizzare i debiti tributari con rate
inizialmente basse e progressivamente crescenti. Si prevede, inoltre, che in caso di
dilazione del pagamento non si proceda ad iscrizione ipotecaria.
Giovani: E’ istituita a favore dei soggetti con età inferiore a 35 anni la società semplificata
a responsabilità limitata.
Clausole vessatorie e class action : Arriva un’ulteriore tutela contro la vessatorietà delle
clausole inserite nei contratti. Si rimuovono alcuni limiti soggettivi e procedurali
nell’esercizio della class action.
Primo commento
Nel decreto sono presenti misure di liberalizzazione e di tutela del cittadino consumatore
che, secondo l’Adiconsum, porterebbero un risparmio per gli italiani di 1800 euro all’anno
per famiglia. Secondo il premier Monti il decreto Cresci-Italia potrebbe determinare una
crescita del Pil del 10 per cento.
Forse tali previsioni sono un po' troppo ottimistiche, anzi senz’altro lo sono, tanto più che
le liberalizzazioni nel passato non hanno dato i risultati che si speravano, ma
indubbiamente il provvedimento è un tassello importante di un cambiamento che potrebbe
mettere il nostro Paese nella condizione di essere più competitivo, soprattutto a livello
europeo.
Pur se si poteva fare di meglio su alcuni punti, quali ad esempio la “class action”, e pur se
si poteva essere più determinati per quanto riguarda le Banche, le misure contenute nel
decreto vanno apprezzate anche per il loro spirito innovativo e per il significato simbolico
che esse hanno nel contrasto di interessi che sono estranei a quelli dei cittadini e del
Paese, e, per questo, vanno preservate dagli attacchi delle lobbies.
Per ora non sappiamo quale sarà l’esito del confronto parlamentare, né possiamo
prevedere quale sarà poi l’impatto che il provvedimento avrà nella pratica attuazione.
Questo ci deve spingere a non azzardare giudizi di merito troppo netti e a rinviare una
valutazione più completa e ragionata al momento in cui sarà stato approvato
definitivamente e le sue norme diverranno operative.
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Decreto “Semplifica-Italia”
Il decreto sulle semplificazioni è stato approvato il 27 gennaio scorso in Consiglio dei
Ministri ed ha iniziato il suo iter parlamentare. Anch’esso è assai complesso e corposo,
essendo composto da 68 articoli.
Gli obiettivi che esso si propone sono principalmente quelli di dare una spallata alla
burocrazia per rendere più facile la vita a cittadini e imprese, di operare risparmi per circa
1,3 miliardi di extra-costi che appesantiscono Stato e aziende, di trasformare la pubblica
amministrazione e modernizzare il Paese, di rendere più appetibile l’investimento di
imprese estere in Italia, e quindi, in definitiva, agire come strumento per la crescita
dell’economia.
Di seguito si riporta una estrema sintesi di alcune norme che ci riguardano più da vicino.
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Cambi di residenza in tempo reale: con modalità telematica ed effetti giuridici
immediati. Via telematica saranno anche fatte le procedure anagrafiche di stato
civile.
Documenti di riconoscimento: scadranno il giorno del compleanno.
Patenti di guida degli ultraottantenni: Il rinnovo, di durata biennale, potrà essere
effettuato direttamente presso un medico monocratico e non più presso una
commissione medica locale.
Bollino blu: sarà contestuale alla revisione dell’auto che avviene la prima volta
dopo quattro anni e poi con cadenza biennale.
Persone con disabilità : Verranno eliminate inutili duplicazioni di documenti e di
adempimenti nelle certificazioni sanitarie a favore delle persone con disabilità. Il
verbale di accertamento dell’invalidità potrà sostituire le attestazioni medico legali
richieste.
Impianti termici : Si elimina una inutile duplicazione nelle certificazioni di
conformità, con un risparmio stimato in oltre 50 milioni all’anno.
Accesso alla professione di autotrasportatore: è esentato dall’obbligo dell’esame di
idoneità professionale chi ha superato un corso di istruzione secondaria o chi ha
diretto in maniera continuativa, per almeno dieci anni, un’impresa del settore.
Torna Social Card: Si riprova con la Social Card. Avrà una dotazione di 50 milioni.
Rinnovo permessi soggiorno: semplificati.
Pane no-stop: Salta l'obbligo di chiusura domenicale per i panificatori.
Sportello turista e viaggi low cost: Si promuove l'istituzione, con le locali camere di
commercio di sportelli del turista. Arrivano, inoltre, i viaggi low-cost per giovani,
anziani e disabili, mediante accordi con i principali vettori. Ancora in tema di
turismo, i beni immobili sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata possono
essere dati in concessione a cooperative di giovani.
Appalti: Arriva la responsabilità solidale negli appalti tra datore di lavoro,
appaltatore ed eventuali subappaltatori
Iter burocratici : qualora l’amministrazione non rispetti i tempi di conclusione delle
pratiche, cittadini e imprese potranno rivolgersi ad un altro dirigente –
preventivamente individuato dal vertice dell’amministrazione – che avrà il compito di
provvedere in tempi brevi. Se il funzionario non rispetta i tempi di conclusione delle
pratiche, rischia sanzioni disciplinari e contabili.
Scambio dati tra amministrazioni in materia di servizi sociali : gli enti erogatori di
interventi e servizi sociali inviano unitariamente all’INPS le informazioni sui
beneficiari e sulle prestazioni concesse, raccordando i flussi informativi.
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Milleproroghe
Il Decreto Milleproroghe 2012 è il solito decreto che a fine anno corregge una serie di
norme, normalmente per adeguarle e renderle compatibili con altre, spesso per accedere
a questa o a quella richiesta da parte di forze sociali, imprese, lobbies.
Esso quindi contiene norme sulle più disparate materie.
Ci soffermiamo solo sui contenuti che riguardano il sistema pensionistico.
Dopo il decreto “Salva-Italia”, infatti, parecchie Organizzazioni sindacali hanno cercato di
far modificare le pesanti misure di riforma del sistema pensionistico. CGIL-CISL-UIL in
primo luogo, ma anche Rete Impresa Italia ha scritto una lettera al Ministro Fornero per
reclamare per i lavoratori autonomi nati nel 1952 pari deroghe e diritti come i coetanei
lavoratori dipendenti. Il Governo finora ha tirato dritto per la sua strada.
Però Il Milleproroghe prevede novità in materia di pensioni esodati e precoci, cioè coloro
che, in prossimità del pensionamento, stando alle vecchie norme, avevano optato per
uscite dal lavoro incentivate e rischiavano, per effetto della nuova riforma previdenziale, di
restare senza pensione. Ma, rispetto alla proposta di modifica iniziale, il nuovo testo
prevede che potranno ricorrere alle vecchie norme previdenziali solo i lavoratori
effettivamente usciti dalle proprie aziende entro il 31 dicembre scorso.
Il finanziamento per le pensioni di lavoratori dipendenti esodati e precoci verrà ricavato da
un aumento del prezzo dei tabacchi. La precedente versione prevedeva invece che la
copertura arrivasse da un ulteriore aumento delle aliquote previdenziali per i lavoratori
autonomi.
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PIATTAFORMA SINDACALE
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PENSIONI
La riforma Fornero-Monti ha inasprito l’accesso alle prestazioni pensionistiche da una
parte eliminando le progressività di applicazione che erano presenti nella riforma Dini e in
altri successivi interventi di legge e dall’altra agendo sull’età pensionabile, uguale per tutti.
Le nostre considerazioni e le nostre richieste in tema di previdenza, quindi, debbono
tenere presente il quadro generale così mutato.
Potere di acquisto delle pensioni
La salvaguardia del potere di acquisto delle pensioni, che hanno subito una rilevante
perdita in questi ultimi anni, resta una delle nostre principali rivendicazioni, tanto più che
adesso l’inflazione è superiore al 3 per cento. Questo deve essere fatto: 1) attraverso la
revisione del paniere ISTAT per la rivalutazione dei trattamenti, adattandolo alla peculiarità
del pensionato-consumatore; 2) attraverso l’aggancio delle pensioni alla dinamica
salariale, pur se quest’anno i salari sono aumentati meno dell’inflazione; 3) possibilmente
recuperando almeno una parte del potere di acquisto perduto.
Siamo assolutamente contrari a blocchi della scala mobile sulle pensioni.
Equità tra categorie
E’ necessario eliminare tutte le discriminazioni tra lavoro dipendente e lavoro autonomo:
assegni familiari, accesso al pensionamento, etc., anche perché con il calcolo contributivo
per tutti e con l’aumento delle aliquote contributive per i lavoratori autonomi, trattamenti
differenziati non sono più giustificabili.
Eliminazione dei privilegi
Se si vuole che i sacrifici siano accettati, è necessario fare piazza pulita di ogni privilegio
dovuto al lavoro svolto o alla funzione esercitata, a cominciare da quelli che sono riservati
ad alcune caste (politici, magistrati, dipendenti del Parlamento, etc.).
FISCO
A fronte di interventi legislativi che hanno penalizzato e che penalizzano le fasce deboli
della popolazione, è necessario operare una più equa redistribuzione dei carichi fiscali e
delle risorse, al tempo stesso combattendo con estrema determinazione ogni forma di
evasione, di lavoro nero, di abuso, di rendita parassitaria. E’ necessario conferire più
potere di acquisto a coloro che sono stati costretti a ridurre i consumi, condizione questa
indispensabile per rilanciare così l’economia.
Riduzione della pressione fiscale
Si propone di cominciare con la detassazione parziale o totale delle tredicesime,
riducendo la pressione fiscale sui redditi fissi.
Nel contempo è necessario ampliare la NO TAX AREA per gli anziani.
Recupero dell’evasione fiscale
Il Governo deve impegnare tutte le sue forze per portare ad emersione almeno l’80 per
cento delle imposte e tasse evase, valutabili, secondo le ultime stime, attorno ai 180
Miliardi di Euro. Questo è uno dei presupposti per la credibilità dell’azione di Governo e
per la sua autorevolezza nel richiedere sacrifici ai soliti noti.
Non siamo contrari, a questo proposito, ad utilizzare le misure più drastiche, quale ad
esempio il divieto dell’uso del contante al di sopra di una cifra più bassa rispetto a quella di
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1.000 euro stabilita nel decreto “Salva-Italia”, in modo che ci sia tracciabilità negli scambi
di denaro e si limiti il riciclaggio del denaro sporco.
Siamo anche favorevoli al contrasto di interesse tra chi riceve una prestazione e chi la
prestazione la dà.
Patrimoniale
Siamo favorevoli in linea di principio alla istituzione di una imposta sui grandi patrimoni
mobiliari ed immobiliari, anche se essa deve essere conformata in modo tale da escludere
che venga elusa portando i beni all’estero.
La reintroduzione dell’ICI (o IMU) sulla prima casa deve essere corretta, distinguendo i
possessori della sola casa di abitazione dai multiproprietari, legando l’imposta agli altri
redditi posseduti, escludendo da essa gli anziani a basso reddito che abitano in case
grandi perché vi hanno allevato i figli.
Aumento dell’IVA
Siamo contrari ad aumenti dell’IVA, specie se sulle aliquote ridotte, in quanto fanno fare un
ulteriore balzo al costo della vita, che si ripercuote soprattutto sulle fasce più deboli della
popolazione.
REPERIMENTO RISORSE
Oltre che dal recupero dell’evasione fiscale, che potrebbe fruttare come una finanziaria
ogni anno, si propone di recuperare risorse dalla razionalizzazione della spesa pubblica in
vari settori:
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Nella sanità: prevenzione, lotta agli sprechi, territorializzazione dei servizi, sostegno ai
centri di eccellenza, monitoraggio e collettivizzazione degli acquisti.
▪
Nella pubblica amministrazione: riorganizzazione e semplificazione, informatizzazione,
accorpamenti di enti, eliminazione degli sprechi, gestione razionale del personale.
▪
Nei servizi: ammodernamento, riorganizzazione, sburocratizzazione, utilità per il
cittadino.
▪
Nella gestione del patrimonio pubblico: corretta gestione e corretto rapporto economico
con quanti ne usufruiscono; vendita di caserme ed altri beni demaniali di scarsa utilità
pubblica.
Un discorso a parte riguarda i costi della politica, intendendo con questo non solo i costi
degli apparati e dei rappresentanti politici, ma anche i costi dei sistemi di Governo.
Qualcosa si sta facendo per ridurre i privilegi dei membri del Parlamento, ma è
indispensabile che si vada più a fondo, parificando i trattamenti dei nostri Parlamentari a
quelli di altri Paesi europei, estendendo gli interventi a tutti i livelli di Governo, eliminando
livelli di Governo di scarsa utilità, le cui funzioni possono essere accorpati ad altri livelli di
Governo (vedi Province).
Anche se i risparmi che si possono ipotizzare con questi interventi non sono eclatanti, ciò
è di primaria importanza per far percepire ai cittadini l’equità e per la coesione sociale.
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SANITA’ – ASSISTENZA
E’ necessario interrompere la spirale che c’è stata in questi ultimi 10 anni, che ha visto
man mano sottrarre pezzi di welfare pubblico ai cittadini e un notevole ridimensionamento
dello Stato Sociale.
La revisione degli interventi assistenziali che il Governo Monti intende fare, anche sulla
base della delega fiscale-assistenziale che ha ricevuto in eredità, deve essere occasione
per fare un po’ di pulizia sugli abusi e per razionalizzare la materia, ma non sono
accettabili limitazioni di diritti legittimi sanciti dalla Costituzione o smantellamenti del
welfare pubblico.
Si propone:
 Il rifinanziamento dei fondi di carattere sociale (non autosufficienza, politiche
sociali, etc.)
 Il finanziamento degli enti locali finalizzato alla riattivazione dei servizi sul territorio,
dopo che il Governo Berlusconi ha tagliato in modo drastico le risorse di loro
competenza; questo dovrebbe essere accompagnato da regole rigide per quanto
riguarda la razionalizzazione della spesa ed il pareggio di bilancio
 La riqualificazione delle misure di intervento per le non autosufficienze, nonché di
tutte le provvidenze economiche ai bisognosi, eliminando incongruenze ed abusi
ma, al tempo stesso, dare un sostegno vero ed efficace a chi è in stato di bisogno
 Restituire un ruolo primario al medico di base
 Colmare i divari qualitativi e quantitativi tra regioni e territori
 Scegliere con decisione la strada della territorializzazione dell’assistenza
 Dare applicazione completa alla legge 328/200
 Stabilire i Livelli Essenziali di Assistenza Sociale (LIVEAS)
 Rivedere i criteri per l’assegnazione della Social Card che, ai fini della sua
incisività, va rivista anche nell’importo
PARTECIPAZIONE ATTIVA E INVECCHIAMENTO
L’anno europeo 2012 dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale deve
costituire l’occasione per favorire la partecipazione degli anziani alla vita attiva, nella
consapevolezza che essi possono ancora dare molto alla società, in modo particolare
quando, come nel momento attuale, è necessario il concorso di tutti.
Vanno introdotte forme di agevolazione ed incentivazione per permettere agli anziani di
svolgere un ruolo integrato.
E’ necessario, però, che vengano diffusi messaggi positivi sul ruolo che i pensionati già
esercitano, e che maggiormente possono esercitare, di contributo utile alla società ed alle
famiglie, e non di peso.
RAPPORTO INTERGENERAZIONALE
L’anno europeo 2012 sarà anche l’anno della solidarietà intergenerazionale.
CNA Pensionati si deve proporre in prima linea, insieme a tutto il sistema CNA, per far
passare un messaggio di solidarietà a doppio senso: dagli anziani ai giovani, e dai giovani
agli anziani.
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Alcune proposte:
 Chiedere al Governo l’attivazione di messaggi pubblicitari attraverso i media che
esaltino i lati positivi dell’integrazione e il reciproco sostegno tra giovani ed anziani
 Valorizzare il contributo che già adesso gli anziani danno alla società e alla
famiglia, colmando le carenze del welfare pubblico
 Individuare ulteriori forme di collaborazione nei campi dell’impresa, della scuola e
dell’istruzione, dell’ambiente, del patrimonio culturale, della messa a disposizione
di tempo in favore di coloro che svolgono un lavoro continuativo.
 Eventualmente pensare a forme di sostegno economico volontario finalizzate
tassativamente ad aiutare i giovani precari o senza lavoro.
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