44 — sacro e barocco
«Argippo»,
un’opera riscoperta
di Vivaldi
Inedito allestimento
al Festival Galuppi 2008
V
e prolifico autore di musica strumentale, Antonio Vivaldi debutta a Vicenza come compositore d’opera a trentacinque anni
con Ottone in villa. Ritorna così a Venezia concentrando la
sua attività al Teatro Sant’Angelo, divenendo ben presto
una delle figure più rappresentative del panorama operistico della città e attirandosi le critiche di Benedetto Marcello nel libello satirico Il teatro alla moda.
Tappa fondamentale nello sviluppo della carriera
di Vivaldi è senz’altro la piazza di Roma, dove al
Teatro Capranica nelle stagioni 1722-1723 e 17231724 vanno in scena rispettivamente Ercole sul Termodonte e il famoso Giustino.
La satira di Marcello non produce dunque
danni particolari e gli anni venti coincidono con il culmine della fama del
Prete Rosso e della
sua attività come operista.
Nello stesso
decennio Vivaldi torna due
volte a Firenze
e nel 1730 lo troviamo a Praga per
sovrintendere all’allestimento
del suo Argippo nel teatro
del conte di
Sporck con
la compagnia di Antonio Denzio. Si tratta di un lavoro ritenuto fino
a poco tempo
fa completamente perduto. La fortunata scoperta di un manoscritto nella biblioteca di Ratisbona ha consentito una possibile ricostruzione.
L’ambientazione è esotica, una improbabile Cina nella quale la figlia del Gran
Mogol, Zanaida, viene circuita dal cugino Silvero che, con
il favore della notte, si finge il
irtuoso del violino
sacro e barocco
di Mario Merigo
sovrano Argippo. Solo alla fine tutto sarà svelato e il matrimonio segreto sarà benedetto anche dal Gran Mogol.
Nel corso di tre atti si susseguono una serie di arie, perlopiù di furore, gradevolissime e di pregevole fattura musicale. L’utilizzo di soli cinque personaggi sembrerebbe avvicinare quest’opera, almeno secondo Franco Rossi, al genere della serenata. Come compositore drammatico Vivaldi rimane tuttavia entro i confini tradizionali dell’opera seria, reagendo forse in maniera piuttosto passiva agli stimoli offerti dal libretto.
L’opera, affidata a complessi e artisti della repubblica ceca,
è stata presentata per la prima volta in Italia al Teatro Goldoni di Venezia nell’ambito del Festival Galuppi 2008. Si
tratta di una manifestazione musicale da sempre attenta alla produzione operistica settecentesca di scuola veneziana.
Anche quest’ultima edizione del Festival, come sempre presieduto da Alessio Benedettelli, ha visto il pubblico premiare con la sua costante presenza l’originalità delle proposte e dell’Argippo in particolare.
Pregevole per il rigore filologico il contributo dell’orchestra barocca Hofmusici diretta da Øndrej Macek, a cui
si deve la felice riscoperta
dell’opera
e al quale
è stata affidata una
giovanissima compagnia di
canto. Sotto il profilo registico Zuzana
Vrobová
ha ricostruito
una gestualità
teatrale
d’e p o ca, avvalendosi di preziosi e ricchi costumi settecenteschi, alcuni appartenenti al Teatro Barocco di Cesky
Krumlov, e rinunciando all’apporto di un apparato scenico. ◼
Scene da Argippo
sacro e barocco — 45
A Venezia si fa
«Musica
a Casa Goldoni»
ziana. Il progetto abbraccia anche la musica composta da
compositori che a Venezia sostarono in maniera più fugace: a essere celebrate sono anche le composizioni di Mozart, ad esempio, che visse in città solo per un breve periodo, ma che da Venezia venne influenzato profondamente.
I concerti sono eseguiti dall’Ensemble MusicaVenezia,
formato da specialisti del repertorio antico: Liesl Odenweldi Roberta Reeder*
ler, che ha cantato in Italia e all’estero, Pier Paolo Ciurlia al
liuto e alla tiorba e Marija Jovanovic al clavicembalo, musin giorno di Carnevale ai tempi di Goldoni»: quecisti attivi non solo in città ma anche in tutta Italia.
sto il titolo del primo appuntamento della nuoOgni mese l’Ensemble presenta nuovi concerti che prova serie di concerti organizzati
pongono non solo il repertorio più conoalla Casa di Carlo Goldoni: alla proiezio- Venezia – Casa di Carlo Goldoni sciuto, com’è quello di Antonio Vivaldi,
ne delle immagini dedicate ai quadri di
ma anche compositori meno noti, come
19, 20, 21 febbraio, ore 17.00
Pietro Longhi che hanno per tema la vita
Anna Bon (cfr. riquadro qui sotto). Spes8, 22 marzo, ore 17.00
a Venezia nel XVIII secolo, seguirà una
so il gruppo arricchisce il proprio orgabreve introduzione che racconterà la vita in città durante
nico di un musicista ospite, e capita anche che si dia risalil Carnevale; infine la musica, che, scelta in base alla sceto a uno strumento, come ad esempio il violino barocco o
na, accompagnerà la proiezione. Si potranno vedere i servi
il flauto dolce, mettendo in rilievo il virtuosismo degli esecantare e celebrare il giorno di festa per poi danzare la furcutori. Molti concerti, poi, includono lavori ancora non
pubblicati e trovati nella vasta
raccolt a
custodita
nella bibl ioteca
del Conser vatorio «Benedetto
Marcello», oppure negli archiv i della Fondazione Ugo e
Olga LePietro Longhi, Il Ridotto (particolare)
vi. R iCarlo Goldoni
cord iamo l’esec u z ione
lana, incontrare una famiglia dell’aristocrazia mentre sfogdella bellissima aria «Come mai puoi vedermi piangere»
gia i propri costumi per seguirla poi attraverso la città anitratta dall’opera Arianna di Marcello.
mata dai suoni della musiOgni concerto della nuoca del Carnevale.
va rassegna sarà accompanna Bon nacque intorno al 1738-1740 da Girolamo Bon, un
Lo spettacolo rientra nelgnato da un breve racconnoto architetto e pittore originario di Venezia (o Bologna) e
la programmazione orgato in italiano e in inglese.
Rosa Ruvinetti, cantante bolognese. A quattro fu ammessa
nizzata da MusicaVenezia,
L’iniziativa si spingerà fial coro dell’Ospedale della Pietà di Venezia. Per quanto riguarda gli anassociazione culturale il cui
no al mese di marzo, quanni trascorsi nella città lagunare sappiamo, inoltre, che fu allieva di Candida della Pietà, una maestra di viola. Nel 1756 la troviamo Anna Bon
scopo è quello di promuodo a essere eseguiti saranpresso la corte di Federico il Grande a Potsdam con il prestigioso incavere la musica italiana con
no i duecento anni dalrico di virtuosa di musica da camera. Nello stesso anno, presso un ediun occhio di riguardo per
la morte di Franz Joseph
tore di Norimberga, pubblica le Sei Sonate da Camera per flauto e cemla venezianità, e per il reHaydn. In quell’occasiobalo, op. I, la prima delle sue tre raccolte a noi pervenute, dedicata al re
di Prussia. Le altre due risalgono al 1757 (Sei sonate per cembalo, op. II)
pertorio scritto da compone verranno incluse sonae al 1759 (Sei divertimenti per due flauti e cembalo, op. III) e sono desitori nati in città – si pente per clavicembalo e arie
dicate rispettivamente ad Augusta Sofia, principessa di Sassonia-Weisi ad esempio a Benedetto
dall’opera Il mondo della lumar e a Carlo Teodoro, elettore di Baviera. Le notizie a disposizione dei
Marcello – o che in laguna basata su una famosa
biografi si fermano al 1767 e testimoniano la sua presenza a Hildburghausen in Turingia, sposa di tale Mongeri. Poi più niente, per cui molna hanno vissuto a lungo,
commedia di Goldoni. ◼
ti suppongono che il 1767 sia anche l’anno della sua morte. Il suo stile
rivestendo – come Monte* Fondatrice e direttrice
risulta caratterizzato da toni molto melodici e da una sorprendente luverdi – un ruolo importanartistica dell’Associazione
minosità, alle quali si accompagna sempre una padronanza della mateculturale MusicaVenezia
te nella vita musicale veneria compositiva.
U
A
sacro e barocco
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Sacro e barocco - Euterpe Venezia