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Fucili
Una semiauto
made in Italy
Pochi produttori d’armi si sono cimentati nella realizzazione di armi semiautomatiche a canna rigata
dedicate alla caccia: Browning e Remington si sono divise la scena mondiale per un paio di decenni
senza avere avversari e poi si sono affacciate Voere, H&K, Verney-Carron ed infine l’italiana Benelli,
l’ultima arrivata sul mercato internazionale. Grazie alla tecnologia e al possesso di un know-how
invidiabile Benelli ha potuto realizzare una carabina innovativa sia sotto il punto di vista tecnico sia
estetico. Il successo della Argo è stato immediato, grazie alla linea e alle caratteristiche uniche
testo e foto di Gian Filippo Adamati
enelli è un’azienda che non ha
bisogno di tante presentazioni:
quando apparve il suo primo
semiautomatico inerziale, circa 35
anni fa, pochi avrebbero scommesso
del successo che avrebbe avuto nel
giro di pochi anni. Negli anni ‘80 e
‘90 i suoi fucili ebbero un vero e proprio boom, fino ad arrivare all’attuale
produzione di circa 100.000 unità
per anno, divise tra semiautomatici inerziali (linea Super 90 M1, Centro,
Montefeltro, Raffaello, Executive), a
funzionamento bimodale pompa inerziale (M3 Super 90) per finire con
il pompa della serie Nova e l’M4 a recupero di gas. Il modernissimo stabilimento di Urbino, il centro ricerche
e il controllo qualità hanno permesso
a questa dinamica azienda di divenire
il punto di riferimento per tutti i concorrenti. Non per niente, quando
B
questo marchio italiano sbarcò negli
Stati Uniti, inizialmente veniva distribuito addirittura da Heckler & Koch
Usa, un marchio che non ha certo bisogno di presentazioni e che in pochi
anni ha fatto conoscere oltreoceano
questa realtà italiana e l’ha fatta
decollare nelle preferenze degli
americani. L’esperienza maturata ha
permesso a Benelli di intraprendere
nuove produzioni sempre più
tecnologiche, come l’M 4, fucile adottato dal corpo dei Marines americani
grazie alla sua superiorità rispetto alle altre armi in lizza e il recentissimo
Argo, semiautomatico a canna rigata
a presa di gas. L’Argo è frutto di un
progetto che ha impiegato alcuni
anni prima di divenire una realtà
perché Benelli si è spinta in un campo che non era il suo, ma ha saputo
trovare le giuste soluzioni per realiz-
zare un’arma completa e molto
affidabile grazie al suo efficacissimo
reparto di ingegneria.
Una linea personale
La carcassa ha un design molto
moderno e avveniristico. Caratteristica comune con altri modelli Benelli è
la costruzione della carcassa in due
pezzi: la parte inferiore realizzata in
lega leggera d’alluminio e il coperchio
superiore realizzato in acciaio (la
stessa soluzione adottata dal
“vecchio” Raffaello 121 e 123 e il più
recente Raffello Elegant e Crio). La
parte portante della carcassa è realizzata lavorando dal pieno un massello
di ergal mediante macchine a
controllo numerico computerizzato.
Il coperchio, finito con una bellissima
brunitura lucida, è realizzato in
lamierino d’acciaio e va ad inserirsi
nelle guide di scorrimento praticate
sui fianchi del castello. Il coperchio è
filettato per poter montare una slitta
tipo Picatinny o Weaver per il
montaggio di un’ottica o, meglio
ancora, di un punto rosso. La linea è
assai diversa dalle semiautomatiche
presenti sul mercato; niente a che vedere con la carcassa sbilanciata verso
l’alto dell’H&K Slb 2000, con il castello spigoloso delle vecchia Bar Mk I e
II, con le nuove Browning Short >>>
Il calcio dell’Argo è bello da vedere,
ed è il frutto di un esercizio
stilistico molto ben riuscito
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Benelli Argo
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e Long Track, anzi una linea ancora più personale rispetto a quella
già tanto originale dei propri semiautomatici inerziali. La parte superiore
risulta molto tondeggiante e quella
inferiore è scolpita in maniera molto
efficace dal sottoguardia e dal caricatore. I comandi principali dell’Argo
sono posizionati sul lato destro della
carcassa: in posizione anteriore al
grilletto è posizionato il pulsante della
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sicura mentre le leve di sgancio
dell’otturatore e quello del caricatore
sono collocati quasi a contatto.
Otturatore, gruppo
di scatto e caricatore
Per mandare in chiusura l’otturatore
bisogna arretrare leggermente la manetta e spingere verso il basso la leva
posizionata anteriormente al grilletto;
è un’operazione semplice, ma bisogna
1 Nel suo complesso la linea
della carcassa è molto filante
e l’intera lunghezza è spezzata
dal sottoguardia e dal
caricatore delle munizioni
2 Tutti i comandi dell’arma
sono posizionati anteriormente
al grilletto, con le leve
di chiusura dell’otturatore
e di sgancio del caricatore
molto ravvicinate
3 Il mirino anteriore è in fibra
ottica ed è regolabile
in deriva ed altezza
4 La presa di gas è molto
ravvicinata alla culatta della
canna. In questa maniera
vengono prelevati i gas più caldi
e più puliti e si evitano le
incrostazioni sul gruppo
presa di gas
5 Sulla canna è avvitata una
rampa di mira con un
riferimento centrale di colore
bianco ed un inserto in fibra
di carbonio
farla impiegando tutte e due le mani.
L’otturatore è del tipo a testina rotante, elemento comune a tutta la
produzione Benelli (fatta eccezione
per il primo semiautomatico inerziale
Sl 80, dotato di otturatore con
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chiusura a puntone inferiore). Sulla
testa dell’otturatore sono collocati i
tre risalti squadrati che andranno ad
inserirsi sui recessi praticati sulla culatta della canna e che producono
una chiusura molto stabile e studiata
per contenere le altissime pressioni
sviluppate dalle cartucce metalliche.
Il gruppo di scatto è ancorato alla
carcassa mediante due perni passanti. E’ di tipo tradizionale, con una
molla elicoidale che comanda la
caduta del cane. Per il suo
smontaggio è necessario levare sia il
coperchio sial’otturatore, dato che
deve essere sfilato dall’alto (negli altri
semiautomatici Benelli e in quelli del4
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la concorrenza, invece, il pacchetto
di scatto va estratto dal basso). Il
caricatore, realizzato in lamiera,
e per la parte che rimane in
vista è invece di materiale
plastico, è del tipo bifilare e contiene al
massimo quattro
colpi. L’estrazione
del caricatore è molto semplice: basta
spostare verso il basso il suo cursore e
il magazzino si staccherà quei pochi
centimetri sufficienti per poi estrarlo
con le mani, senza farlo cadere a terra.
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Una canna... criogenica
La canna dell’Argo è prodotta per
martellatura a freddo. A questo
procedimento, impiegato dalla quasi
totalità dei fabbricanti di canne
rigate, viene però affiancata una
“tempra criogenica” del tubo che serva ad eliminare tutte le tensioni
dovute alla lavorazione sulla rotomartellatrice. La tempra criogenica
(raffreddamento dell’acciaio a temperature molto basse), togliendo le tensioni presenti sulla canna, migliora la
reazione allo sparo e quindi,
conseguentemente, anche la precisione dell’arma. Benelli non è nuova ad
impiegare questo procedimento industriale per le proprie realizzazioni: il
trattamento criogenico è impiegato
anche per la canna del Raffaello Crio.
La canna dell’Argo è lunga 51 cm ed
finita con una bella brunitura lucida.
Poiché la destinazione d’uso
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Benelli Argo
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6 L’astina ha una forma molto
ergonomica, con un gioco
piacevole di linee
7 Sulla testa dell’otturatore
sono posizionati tre risalti
che vanno ad incastrarsi
nei recessi presenti sulla
culatta della canna
8,9 Il caricatore bifilare contiene
quattro cartucce. E’ composto
da un corpo in lamiera sul quale
è applicato un “pad” che ne
facilita la manipolazione
>>>
dell’Argo sarà prevalentemente
la caccia in battuta, gli organi di mira
sono stati studiati proprio per questo
scopo: il mirino anteriore, regolabile
in altezza e deriva, è in fibra ottica
e risulta molto luminoso e facile
da traguardare. La tacca di mira è
costituita da una speciale bindella
a rampa in materiale plastico con un
inserto in fibra di carbonio; è fissata
alla canna tramite viti e presenta un
riferimento centrale di colore bianco
per fare risaltare ancora di più il rosso
del mirino. Le lavorazioni della canna,
tiratura esterna e vivo di volata,
sono molto ben realizzate.
Calcio e legni
Il calcio dell’Argo ha un’impostazione
molto interessante che rende questo fucile immediatamente identificabile rispetto
alla concorrenza. La calciatura è realizzata in noce di discreta tonalità ed è finita
con una verniciatura lucida. La pistola è
infatti molto raccolta per facilitare le operazioni di brandeggio dell’arma; il Monte84
7
A.R.G.O.= Auto Regulating Gas Operated
Il funzionamento a presa di gas denominato A.R.G.O. (Auto Regulating Gas Operated)
differisce notevolmente da quello delle altre semiautomatiche: il cilindro di presa di gas è
posizionato molto vicino alla culatta per poter prelevare dalla canna i gas più caldi e quindi
più puliti per il completamento del ciclo di riarmo. Il pistone compie una corsa retrograda
molto breve, di circa tre cm, caratteristica unica nel suo genere, anche perché in linea di
massima si tende a prelevare il gas molto più avanti rispetto all’Argo e necessariamente
le corse dell’otturatore sono molto più lunghe. Il sistema di presa di gas può essere
completamente smontato: basta infatti sfilare l’astina, con il cappellotto della stessa
smontare l’astina porta canna e poi fare uscire la canna e tutto quello che ne consegue.
Nel successivo rimontaggio bisogna prestare attenzione a fare ricombaciare i
riferimenti colorati di rosso presenti sulla presa del gas e sull’astina porta canna.
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L’Argo alla prova
Fin dai primi momenti in cui si
prende confidenza con l’arma, l’Argo
si rivela essere un fucile molto
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Le schede di Armi
Produttore:
Modello:
Tipo:
Calibro:
Lunghezza canna:
Carcassa:
Chiusura:
Funzionamento:
Canne:
Capacità caricatore:
Mirino:
Sicura:
Calcio:
Asta:
Peso:
Finiture:
Prezzo indicativo:
Benelli Armi s.p.a., tel. 0722-30.71, www.benelli.it
Argo
carabina semiautomatica da caccia
308 Win, 30.06 Spr., 300 Win Mag
51 cm
in ergal e acciaio
testina rotante
presa di gas Argo
in acciaio speciale
4 colpi
fibra ottica
a traversino
a pistola, in noce scelto
in noce scelto
3250 grammi
carcassa finita con un’ossidazione nera, copricanna
e canna brunite lucide
da 1226 euro
veloce da imbracciare, grazie
anche alla sua compattezza.
L’impostazione molto diritta del calcio permette una immediata acquisizione degli organi di mira e la pistola
molto compatta permette degli
spostamenti laterali dell’Argo molto
improvvisi e sicuri. I comandi sono
tutti di rapida acquisizione anche se
la leva di sgancio dell’otturatore è un
po’ scomoda: infatti, per mandare in
chiusura l’arma, è necessario
arretrare leggermente l’otturatore
agendo sulla manetta e poi abbassare
la leva. Se bisogna proprio trovare
un difetto a questo fucile questo
è legato alla manovrabilità
dell’otturatore, dato che si è costretti
ad usare tutte e due le mani per
mandarlo i chiusura; la chiusura
dell’otturatore potrebbe in teoria essere fatta anche con una sola mano,
ma l’operazione non è delle più semplici. L’inserimento del caricatore
è molto agevole, così come il suo
sgancio. L’inserimento delle cartucce avviene senza impuntamenti
ed è molto istintivo. Anche lo smontaggio dell’arma è molto facile ma,
per effettuarlo nella maniera corretta,
è necessario leggere completamente
il libretto di istruzioni.
<>
Si ringrazia l’armeria Pegoraro
Sport di Dolo (Ve) per avere messo
a disposizione l’arma per la prova.
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M.V.
carlo del calcio permette inoltre una rapidissima acquisizione della linea di mira.
L’Argo monta uno speciale calciolo che
non viene applicato alla fine del calcio
ma ha una geometria innovativa, molto
simile a quella del più recente Browning
Cynergy; questo elemento è fatto a forma
di “U” ed entra nel legno nella parte centrale del calcio. Grazie agli speciali inserti
morbidi questo calciolo ammortizza in
maniera impeccabile il rinculo prodotto
anche dalle munizioni più potenti.
L’astina ha una forma molto ergonomica ed è tenuta in sede da un cappellotto
di piccole dimensioni che risulta, se
serrato molto forte, difficile da svitare.
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