Sound and Music - Novità discografiche MAGGIO 2010
Il ritorno
di Lortie
Louis Lortie ritorna in casa Chandos
riaffrontando la musica pianistica di Chopin.
Nel primo volume: Notturni, Scherzi
e la Sonata in Si bemolle minore
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CHAN
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Columns - MAGGIO 2010
In questo numero…
Hyperion
Helios
APR
CPO
Chandos
Telarc
Mariinsky
Wigmore Hall Live
Tactus
Supraphon
Urania
Playa Sound
Fim
OMR
ORG
Premium
Pure Pleasure
Speakers Corner
Stockfisch
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L’intervista: Andrea Macinanti
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di Giovanni Tasso
Da non perdere: Sampler Playa Sound
22
,90
€3
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Primo piano: Belafonte - At Carnegie Hall
25
AA.VV.
CONCERTI PER FLAUTO NAPOLETANI
Carlo Ipata, flauto barocco e direzione
Auser Musici
CDA67784 (CD alto prezzo)
G. De Majo: Concerto per
flauto in sol maggiore G.
Rava: Concerto per flauto in
si minore T. Prota: Concerto
per flauto in do maggiore N.
Jommelli: Concerto per
flauto in re maggiore A. Palella: Concerto per flauto n. 2
in sol maggiore
Le registrazioni dell’ensemble di strumenti originali pisano Auser Musici sono state lodate dalla stampa
specializzata di tutto il mondo per il loro raffinato approccio
filologico, per i loro morbidi e fascinosi impasti sonori e per
il fatto di aver riportato alla luce molte gemme virtualmente
sconosciute del Barocco italiano. Uno dei repertori di elezione di Auser Musici è costituito dalle opere per flauto traversiere del Sei-Settecento, come si può notare dallo splendido
disco dedicato ai quintetti per flauto e archi di Luigi Boccherini, che è stato accolto in termini estremamente positivi.
Questo disco vede il ritorno del direttore Carlo Ipata anche
in veste di solista. Dopo essersi concentrato sulla produzione
di compositori toscani o attivi in Toscana, l’ensemble Auser
Musici volge di nuovo la sua attenzione sul ricchissimo repertorio del Settecento napoletano. In quel periodo la capitale partenopea conobbe una straordinaria fioritura artistica
e offrì un gran numero di opportunità a decine di giovani
musicisti di grande talento. Il programma di questo disco
comprende una bella antologia di opere scritte da contemporanei virtualmente sconosciuti – fatta eccezione per Niccolò
Jommelli – di alcuni dei protagonisti del panorama musicale
europeo, primo tra tutti Nicola Porpora, le cui opere furono
eseguite nei teatri delle città principali dell’epoca, da Londra
a Vienna a San Pietroburgo.
L’ensemble Auser Musici su HYPERION:
LUIGI BOCCHERINI
QUINTETTI PER ARCHI E FLAUTO
Carlo Ipata, flauto barocco, Auser Musici
CDA67646 (CD alto prezzo)
2
Columns - MAGGIO 2010
ANTONIO CESTI
LE DISGRAZIE D’AMORE
Solisti, Auser Musici, Carlo Ipata
CDA67771/2 (2 CD alto prezzo)
CHRISTIAN JOSEPH LIDARTI
CONCERTI PER VIOLINO E ARCHI
Francesco D’Orazio, Auser Musici, Carlo Ipata
CDA67685 (CD alto prezzo)
NICOLA PORPORA
OR SÌ M’AVVEGGIO, OH AMORE – CANTATE PER SOPRANO
Elena Cecchi Fedi, Auser Musici, Carlo Ipata
CDA67621 (CD alto prezzo)
LUDWIG VAN BEETHOVEN
SONATE PER PIANOFORTE
Steven Osborne, pianoforte
CDA67662 (CD alto prezzo)
L. van Beethoven: Sonata op. 27 n. 2 Al chiaro di
luna; Sonata op. 13 Patetica; Sonata op. 79; Sonata op. 53 Waldstein
Dopo aver eseguito per
molti anni in concerto
le sonate di Beethoven
suscitando l’unanime entusiasmo sia del pubblico
sia della critica, Steven
Osborne registra per la prima volta queste gemme della letteratura pianistica per la Hyperion. Fin dalle prime note del
movimento iniziale della celebre Al chiaro di luna appare
evidente la grandezza di Osborne, ritenuto da molti critici
uno degli interpreti beethoveniani più autorevoli in circolazione, che non hanno mancato di sottolineare che negli
ultimi tempi si sono viste ben poche incisioni pervase da
una partecipazione emotiva, un’intelligenza musicale, una
profondità espressiva e una capacità intuitiva paragonabili
a quelle del pianista inglese. Il programma comprende tre
delle sonate più famose della smisurata cordigliera beethoveniana e la “piccola” Sonata op. 79.
PIERRE MOULU
OPERE SACRE
The Brabant Ensemble, Stephen Rice
Il Brabant Ensemble diretto da Stephen Rice strappa
dall’oblio un altro maestro
della gloriosa stagione rinascimentale. Fino a questo momento si è riusciti a
scoprire ben poco della
vita di Pierre Moulu, un
destino che peraltro accomuna molti compositori
suoi contemporanei, compresi i più importanti. Per nostra fortuna, le sue opere trovarono una certa fortuna tra i suoi contemporanei e riuscirono ad
attirare l’attenzione di diversi studiosi fin dagli ultimi anni del
XIX secolo. Nonostante questo, come la maggior parte del
repertorio polifonico del XVI secolo, le opere di Moulu sono
state eseguite solo sporadicamente e questo disco rappresenta
la prima incisione assoluta dedicata a questo compositore degno di maggiore considerazione. L’opera più famosa di Moulu è senza dubbio la Missa Alma redemptoris mater, uno straordinario affresco polifonico che può essere eseguito con o
senza pause, in quanto la sua struttura è stata concepita per
soddisfare a entrambe le esigenze. In questo disco viene proposta la versione breve, con l’aggiunta di due sezioni tratte
dalla versione lunga. Nelle sue interessantissime note di copertina Stephen Rice, spiega le modalità di impiego liturgico
di entrambe le versione, consentendoci di scoprire un aspetto
virtualmente sconosciuto del repertorio sacro del XVI secolo.
Il programma è completato dalla messa-parodia Missus est
Gabriel angelus basata sull’omonimo mottetto di Josquin Desprez (anch’esso presente) e da due mottetti dai toni contrastanti che – anche grazie a un’interpretazione intensa e molto
commovente e a una qualità sonora ai limiti della perfezione
– ci consentono di riscoprire un compositore dal talento cristallino.
Il Brabant Ensemble diretto da Stephen Rice
su HYPERION
THOMAS CRECQUILLON
MISSA MORT M’A PRIVÉ
CDA67596 (CD alto prezzo)
NICOLAS GOMBERT
TRIBULATIO ET ANGUSTIA
CDA67614 (CD alto prezzo)
PIERRE DE MANCHICOURT
MISSA CUIDEZ VOUS QUE DIEU
CDA67761 (CD alto prezzo)
P. Moulu: Mater floreat; Missa Missus est Gabriel angelus; In pace; Missa Alma redemptoris mater (Messe à deux
visaiges ou plus) J. Desprez: Missus est Gabriel angelus
CDA67604 (CD alto prezzo)
CRISTÓBAL DE MORALES
MAGNIFICAT, MOTTETTI E LAMENTAZIONI
CDA67694 (CD alto prezzo)
3
Columns - MAGGIO 2010
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO - VOLUME 8
HENRY VIEUXTEMPS
Viviane Hagner, violino
Royal Flemish Philharmonic Orchestra,
Martyn Brabbins
CDA67798 (CD alto prezzo)
L’ottavo volume della
collana Romantic Violin
Concerto – degna controparte della straordinaria serie Romantic Piano
Concerto, che lo scorso
mese di aprile ha tagliato
il prestigioso traguardo
del cinquantesimo volume – propone tre splendide opere del compositore
belga Henry Vieuxtemps, considerato dai suoi
contemporanei il violinista di maggior talento venuto dopo
l’inarrivabile Niccolò Paganini. Vieuxtemps non si limitò mai a
fare sfoggio di un virtuosismo fine a se stesso e sia nei concerti
sia nelle opere cameristiche adottò sempre strutture classiche
di ampio respiro, rifuggendo dalle funamboliche variazioni e
dalle brillanti fantasie su temi operistici che tanto piacevano ai
pubblici della seconda metà del XIX secolo. Il Concerto n. 4
in re minore op. 31 è un lavoro di ampie proporzioni pervaso
da un tono eroico. Berlioz definì questo concerto una sinfonia
per violino e orchestra, ravvisandovi diverse analogie con il
suo Aroldo in Italia. Il Concerto n. 5 in la minore op. 37 vide
la luce qualche anno più tardi su richiesta di Hubert Léonard,
uno degli amici più intimi di Vieuxtemps, per un concorso
che era stato indetto dal Conservatorio di Bruxelles. Sebbene
sia stato concepito per mettere alla prova le doti di studenti,
questo concerto è riuscito a mantenere un ruolo di una certa
importanza nel repertorio violinistico, al punto che la sua attuale popolarità è con ogni probabilità maggiore di quella del
Concerto n. 4. La Fantasia appassionata op. 35 venne scritta
poco dopo il Concerto n. 5, probabilmente nel 1860. A differenza dei concerti, quest’opera lascia ampio spazio al virtuosismo,
per quanto il suo unico movimento presenti una magistrale sequenza di sezioni dai toni contrastanti che non esalta solo la
padronanza tecnica del solista, ma garantisce anche un ascolto
tanto interessante nella varietà dei contenuti quanto gradevole
sotto l’aspetto melodico. Questo splendido disco segna anche
il debutto di Viviane Hagner, una violinista di grandissimo talento eletta qualche anno fa BBC New Generation Artist e già
acclamata dalla stampa specializzata di tutto il mondo per la sua
straordinaria intelligenza musicale e per l’accesa passionalità
delle sue interpretazioni.
4
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 1
CAMILLE SAINT-SAËNS
Philippe Graffin, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins
CDA67074 (CD alto prezzo)
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 2
SIR CHARLES VILLIERS STANFORD
Anthony Marwood, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins
CDA67208 (CD alto prezzo)
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 3
JENŐ HUBAY – CONCERTI N. 3 E N. 4
Hagai Shaham, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins
CDA67367 (CD alto prezzo)
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 4
MORITZ MOSZKOWSKI
MIECZYSLAW KARLOWICZ
Tasmin Little, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins
CDA67389 (CD alto prezzo)
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 5
SAMUEL COLERIDGE-TAYLOR
SIR ARTHUR SOMERVELL
Anthony Marwood, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins
CDA67420 (CD alto prezzo)
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 6
JENŐ HUBAY – CONCERTI N. 1 E N.2
Hagai Shaham, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins
CDA67498 (CD alto prezzo)
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 7
ANTON ARENSKY – SERGEI TANEYEV
Ilya Gringolts, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Ilan Volkov
CDA67642 (CD alto prezzo)
Columns - MAGGIO 2010
AA.VV.
MUSICA SACRA DAL CHIRK CASTLE PART-BOOKS
CDA67695 (CD alto prezzo)
DOMINIQUE PHINOT
MISSA SI BONA SUSCEPIMUS
CDA67696 (CD alto prezzo)
AA.VV.
TRII PER ARCHI E PIANOFORTE CECHI
Florestan Trio
CDA67730 (CD alto prezzo)
B. Smetana: Trio per archi e pianoforte op. 15 B.
Martinů: Trio n. 1 per archi e pianoforte Cinq
pièces brèves P. Eben:
Trio per archi e pianoforte
Dopo aver deliziato sia il
pubblico degli appassionati sia la critica con due
dischi dedicati all’opera di Antonín Dvorák
(CDA66895 e CDA67572), il Florestan Trio prosegue la sua
esplorazione dei trii per archi e pianoforte scritti da compositori boemi. I tre lavori presentati in questo disco coprono
idealmente tutta la durata di quella che viene definita “scuola
nazionale ceca”. Considerato il padre fondatore di questa tradizione musicale, Bedrich Smetana portò per la prima volta i
canti e le danze popolari del suo paese all’attenzione del pubblico europeo e pose le basi di quell’idioma nazionale che nel
XX secolo ha avuto uno dei suoi massimi esponenti in Petr
Eben, un compositore di grande talento scomparso nel 2007.
Tuttavia, nel corso degli anni i compositori cechi subirono
un gran numero di influenze diverse. Il brano composto per
primo, il Trio di Smetana, presenta molte analogie con gli
stili degli autori più in voga dell’epoca – tra cui Schumann e
Liszt – e tende a lasciare gli elementi “popolari” sullo sfondo.
Al contrario, il Trio n. 1 per archi e pianoforte di Bohuslav
Martinů risente in maniera evidente dell’eccitante atmosfera
cosmopolita di Parigi, la città in cui viveva in quegli anni il
compositore ceco, mentre Petr Eben partì dal neoclassicismo
di Martinů e dei suoi contemporanei, sviluppandolo in modo
molto originale. Nel complesso si tratta di un disco molto
stimolante, che consente di scoprire l’infinita varietà di una
scuola nazionale conosciuta ancora troppo per stereotipi.
MUZIO CLEMENTI
INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE
Howard Shelley, pianoforte
M. Clementi: Sonata op.
34 n. 1; Sonata op. 34 n.
2; Sonatina op. 36 n. 1;
Sonatina op. 36 n. 2; Sonatina op. 36 n. 3; Sonatina op. 36 n. 4; Sonatina
op. 36 n. 5; Sonatina op.
36 n. 6; Sonata op. 37 n.
1; Sonata op. 37 n. 2; Sonata op. 37 n. 3; Sonata
op. 46
Con questo quinto slimbox doppio offerto al prezzo di un
solo CD, la splendida integrale delle opere per pianoforte
di Muzio Clementi portata avanti da Howard Shelley raggiunge la penultima tappa. Negli ultimi anni del XVIII secolo, quando vennero date alle stampe le sonate e le sonatine proposte in questo disco (fatta eccezione per la Sonata
op. 46), Clementi dedicò la maggior parte delle sue energie
all’insegnamento. Tra i suoi allievi vi erano i rampolli delle
famiglie più agiate di Londra, che potevano permettersi di
pagare il principesco onorario di una ghinea all’ora preteso
dal grande virtuoso romano. Oltre alla crème dell’aristocrazia londinese, Clementi annoverava tra i suoi allievi diversi giovani musicisti destinati a fare strada, tra cui Johann
Baptist Cramer, Theresa Jansen, Benoît-August Bertini e
John Field. A giudicare della loro scrittura irta di difficoltà tecniche, le sonate proposte in questo volume potrebbero
essere state scritte per questi allievi e altri solisti di talento
ed è molto probabile che alcune siano state eseguite dallo
stesso Clementi nei raffinati salotti della capitale britannica.
Le sonatine vennero invece concepite per musicisti tecnicamente meno ferrati e oggi figurano tra le opere più famose
di Clementi per il fatto di essere incluse nel repertorio più
battuto degli studenti di pianoforte. Sotto questo aspetto,
questo volume può rivestire un grande interesse non solo
per gli appassionati del repertorio pianistico, ma anche per i
pianisti in erba e per i loro insegnanti.
Già disponibile di Muzio Clementi:
INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE
CDA67632 (2 CD al prezzo di uno)
INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE
CDA67717 (2 CD al prezzo di uno)
INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE
CDA67729 (2 CD al prezzo di uno)
INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE
– VOL. 5
CDA67738 (2 CD al prezzo di uno)
– VOL. 1
– VOL. 2
– VOL. 3
– VOL. 4
CDA67814 (2 CD al prezzo di uno)
5
Columns - MAGGIO 2010
GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA
OPERE SACRE
The Choir of Westminster Cathedral, James O’Donnell
CDH55335 (CD medio prezzo)
G. Pierluigi da Palestrina: Viri Galilaei; Missa
Viri Galilaei; O rex gloriae; Missa O rex gloriae
«L’intensissima
interpretazione di queste due
splendide messe di Palestrina rende questa nuova uscita della Hyperion
un disco assolutamente
imperdibile» (Organists
Review) «Guidato dal suo nuovo Master of Music James
O’Donnell, il Westminster Cathedral Choir sfoggia un’interpretazione intensa e commovente, in linea con i suoi elevatissimi standard» (BBC Record Review) GRAMOPHONE
CRITICS’ CHOICE
Questo nuovo disco rappresenta il primo volume di una serie
della Hyperion che vedrà protagonista il celebre ensemble
His Majestys Sagbutts and Cornetts. Il programma propone
una splendida silloge delle opere composte nell’arco di due
secoli in Italia, Germania e Spagna e consente all’ascoltatore
di immergersi in un’atmosfera molto affascinante. La pompa
e lo splendore musicale delle cerimonie reali di quel tempo trova espressione in un repertorio cameristico di grande
eleganza e raffinatezza che vedeva protagonisti vasti gruppi musicali dalle sonorità ricche e molto evocative. «Questo disco propone un repertorio di grande interesse eseguito
con assoluta maestria su strumenti originali» (Classic CD)
«Il programma di questo CD possiede tutte le caratteristiche
tipiche di un grand tour: è infatti istruttivo, divertente e molto stimolante. Nel complesso si tratta di un disco degno di
essere preso in seria considerazione» (BBC Music Magazine)
«Caldamente raccomandato» (Gramophone) «Un disco da
raccomandare in toto» (Fanfare, Stati Uniti).
THE RUSSIAN PIANO TRADITION - VOL. 13
THE GOLDENWEISER SCHOOL
Grigory Ginzburg, pianoforte
APR5672 (CD medio prezzo)
AA.VV.
HIS MAJESTYS SAGBUTTS AND CORNETTS GRAND TOUR
His Majestys Sagbutts and Cornetts
CDH55344 (CD medio prezzo)
G. Buonamente: Sonata
a sei; Canzona a sei B.
Marini: Sinfonia grave
La Zorzi; Sonata a quattro
tromboni; Sonata a sei T.
Merula: Chiacona G. de
Macque: Seconde Stravaganze G. Bassano: Vestiva i colli D. Castello: Sonata duodecima F. de
Peñalosa: O Domina sanctissima Anonimo: Canciónes de clarines; Entrada de clarines; Canción de clarín; Otra canción, con eco; Canción de
clarín, muy aprisa el compás, respondiendo el eco F. Correa
de Arauxo: Tiento de segundo tono J. Ximénez: Batalla de
octavo tono M. Weckmann: Toccata III J. Schein: Padoana; Canzona super Cantionem gallicam Est-ce Mars?; Galliarda La Battaglia J. Vierdanck: Sonata 31 Als ich einmal
Lust bekam; Sonata 28
6
J.S. Bach-F. Busoni: Toccata e Fuga in re minore
BWV 565 C.M. von Weber: Rondò brillante J252
La gaité R. Schumann:
Studio da Paganini op. 3
n. 2; Studio da Paganini
op. 3 n. 4; Tema e variazioni sul nome Abegg op.
1 F. Chopin: Improvviso
n. 1 op. 29; Improvviso n.
op. 36; Improvviso n. 3 op. 51; Fantasia Improvviso op. 66;
Polacca op. 71 n. 2; Polacca op. 53 Eroica J. Strauss IISchulz-Evler: Concert Arabesque sul Bel Danubio blu J.
Strauss II-Grünfeld: Frühlingsstimmen op. 410
Grigory Ginzburg (1904-1961) è considerato da molti addetti
ai lavori il più grande virtuoso attivo in Unione Sovietica ed è
un vero peccato che le autorità sovietiche gli abbiano proibito
di esibirsi in Occidente dopo la fine degli anni Trenta. Ginzburg focalizzò la propria attenzione soprattutto sul repertorio romantico del XIX secolo. In particolare, uno dei suoi
compositori preferiti fu Franz Liszt, di cui registrò numerose parafrasi su temi d’opera, opere dai tratti spiccatamente
virtuosistici che erano caduti nel dimenticatoio. Questo CD
costituisce il secondo di due dischi dedicati alle prime inci-
Columns - MAGGIO 2010
sioni su 78 giri di Ginzburg, realizzate per la maggior parte
negli anni Quaranta. Queste incisioni sono estremamente
rare, al punto che molte delle interpretazioni presentate in
questo disco riusciranno a stupire anche i più grandi esperti
del repertorio pianistico. Le elegantissime interpretazioni di
Ginzburg rivelano un assoluto controllo anche nei passaggi
più spinosi – che sotto le due dita non sembrano più difficili
di una semplice sonata di Haydn – un fatto che ci consente
di apprezzare un numero di dettagli e di preziosismi musicali
nettamente superiore rispetto a qualsiasi altra registrazione.
CHARLES GOUNOD
dell’importanza di quest’opera, i vertici del Teatro di Osnabrück hanno deciso di investire tempo e denaro per ricostruirne le partitura, che fino a pochi anni fa era disponibile solo
in forma frammentaria. Questo imponente lavoro di ricerca
è stato coronato dalla prima esecuzione in Germania
dell’opera horror di Gounod, che vede protagonista una famiglia nobile, con tanto di fantasmi degli antenati a infestare
le notti. Il compositore francese dà il meglio della propria
arte nelle scene dai toni più thriller, suscitando grandi emozioni, tratteggiando scene d’amore passionali e scatenando
terribili scoppi di violenza. Gounod si dimostra un vero e
proprio maestro nel dosare la suspense, una caratteristica
che l’eccellente cast di cantanti e una Osnabrücker Symphonieorchester in stato di grazia diretta con polso e molto buon
gusto da un ispirato Hermann Bäumer riescono a riportare
alla luce con impressionante brillantezza.
LA NONNE SANGLANTE
Solisti, Chor und Herren-Extrachor des Theaters Osnabrück
Osnabrücker Symphonieorchester, Hermann Bäumer
CPO777388 (2 CD alto prezzo)
CARL DAVIDOFF - PIOTR ILIC CIAIKOVSKY
CONCERTI PER VIOLONCELLO E ORCHESTRA
Wen-Sinn Yang, violoncello
Shanghai Symphony Orchestra, Terje Mikkelsen
CPO777432 (CD alto prezzo)
Il libretto dell’opera La nonne sanglante (La suora sanguinaria) di Charles Gounod è basato su The Monk, un romanzo scritto all’inizio del XIX secolo da Matthew Gregory
Lewis che ottenne un grandissimo successo, pur suscitando una certa riprovazione per il fatto di accostare qualche
spunto religioso ai tipici elementi della letteratura gotica.
Nonostante il grande favore con cui il pubblico parigino accolse la prima rappresentazione del 1854, il nuovo direttore
del teatro della capitale francese dimostrò una netta ostilità
nei confronti della disinvolta commistione di temi sacri e
profani della Nonne sanglante, un fatto che ne causò l’uscita
dal repertorio dopo pochissime repliche. Consapevoli
C. Davidoff: Concerto n.
3 per violoncello e orchestra; Concerto n. 4 per
violoncello e orchestra
P.I. Ciaikovsky: Notturno per violoncello e orchestra op. 19 n. 4; Pezzo
capriccioso per violoncello e orchestra op. 62; Andante cantabile per violoncello e orchestra
Quando nel 2007 annunciò l’uscita dei primi due concerti
per violoncello e orchestra di Carl Davidoff, il direttore artistico della CPO Burkhard Schmilgun espresse anche l’intenzione di registrare gli altri due concerti del grande virtuoso
di violoncello di origine lettone. L’impegno preso da Schmilgun era facile solo sulla carta, in quanto prima di pensare
a qualsiasi incisione bisognava reperire le partiture di queste
due opere. Ebbe così inizio un lungo e paziente lavoro di
ricerca, che alla fine venne coronato dal successo. Grazie
alla sua passione nei confronti del repertorio meno noto, la
casa discografica tedesca può così presentare la prima registrazione mondiale di queste due bellissime opere, offrendo
agli studiosi e agli appassionati nuovi elementi per valutare
il reale valore di Davidoff come compositore. Il fatto che
Wen-Sinn Yang sia l’interprete ideale per farsi carico di questo compito è stato ampiamente dimostrato dal primo disco,
accolto con unanime entusiasmo dalla stampe specializzata
di tutto il mondo. Il programma di questo disco è completato
dall’integrale delle opere per violoncello e orchestra di Ciai7
Columns - MAGGIO 2010
kovsky, interpretata dal solista svizzero di origine taiwanese
con rara autorevolezza e un gusto molto raffinato.
Già disponibile:
CARL DAVIDOFF - PIOTR ILIC CIAIKOVSKY
CONCERTI PER VIOLONCELLO E ORCHESTRA N. 1 E N. 2
VARIAZIONI SU UN TEMA ROCOCÒ
Wen-Sinn Yang, violoncello
Orchestra Sinfonica Nazionale della Lettonia, Terje Mikkelsen
CPO777263 (CD alto prezzo)
CARL ZELLER
DER OBERSTEIGER (IL CAPO MINATORE)
Solisti, Chor des Musik Theater Schönbrunn
Orchester des Musik Theater Schönbrunn, Herbert Mogg
CPO777549 (2 CD al prezzo di 1)
«Più salario e meno orario!»: con questo slogan ripetuto incessantemente il
sorvegliante capo della miniera Martin diede inizio al
primo sciopero che andò in
scena sul palco dell’operetta viennese. Anche se le rivendicazioni salariali dei
minatori vennero vanificate
nel corso dell’intricata trama di Der Obersteiger, dopo la prima rappresentazione di questa operetta di Carl Zeller i critici musicali dell’epoca furono
concordi nel dichiarare che un tema scottante dell’epoca era stato messo in burletta. Il ruolo di questo “sindacalista in tempo
ternario” venne ricoperto con «deliziosa brillantezza» da Alexander Girardi, uno dei mattatori del panorama teatrale viennese
di quegli anni, che nel 1891 aveva portato al trionfo un’altra
operetta di Zeller, Der Vogelhändler. Va comunque detto che la
composizione costituiva solo un hobby per Zeller, che ricoprì la
carica di funzionario e poi direttore del Ministero Regio-Imperiale dell’Educazione Pubblica di Vienna. Oggi è quasi incredibile pensare che dalla penna di un dipendente pubblico siano
uscite melodie di sublime bellezza come «Schenkt man sich Rosen in Tirol» e «Als mein Ahnl zwanzig Jahr». Caratterizzata da
un’aristocratica eleganza stilistica e da una irresistibile vena melodica, Der Obersteiger costituisce una nuova splendida perla
nella serie di operette di Johann Strauss, Franz Lehár e Carl Zeller portata avanti dalla CPO.
CARL NIELSEN – RUED LANGGAARD
OPERE PER ORGANO
Friedhelm Flamme, organo
CPO777414 (SACD alto prezzo)
8
C. Nielsen: Integrale delle
opere per organo R.
Langgaard: Ascension
Day; “Buried” – prima domenica dopo la Festa della
Trinità; Harvest Prelude;
At the Funeral of Axel
Gade; Wedding March
Messosi prepotentemente
in evidenza tra gli appassionati di organo di tutto
il mondo per i sette strepitosi volumi della collana dedicata al
repertorio della Germania settentrionale del Sei-Settecento, Friedhelm Flamme si concede un gradito diversivo con un SACD
che propone tutte le opere per organo di Carl Nielsen e cinque
brani del poco noto Rued Langgaard. Tra i compositori che esercitarono qualche influenza su Nielsen, uno dei più importanti
fu senza dubbio la grande speranza del cosiddetto “movimento
organistico” tedesco, il cui autorevole ritorno ai gloriosi principi
barocchi fece numerosi proseliti tra i musicisti del XX secolo e
i cui ideali trovarono terreno fertile in Nielsen, il cui stile antiromantico gli permise di dare un contributo di grande importanza alla tradizione del canto da camera danese e alla ripresa del
genere sinfonico. Da notare che questo disco presenta in prima
registrazione mondiale Melody, un brano di breve durata pubblicato per la prima volta nell’edizione integrale delle opere per
pianoforte e organo nel 2006. Flamme esegue queste opere brillanti e ricche di originalità sull’organo Mühlesein della Chiesa
abbaziale di Bad Gandersheim.
LOUIS THÉODORE GOUVY
IPHIGÉNIE EN TAURIDE
Solisti, Kantorei Saarlouis, La Grande Société
Philharmonique, Joachim Fontaine, direttore
CPO777504 (2 CD alto prezzo)
Una serie di circostanze
politiche e culturali – riguardanti l’appartenenza
della Lorraine/Lothringen
alla Francia o alla Germania – mise Théodore Gouvy in bilico tra i due paesi,
una posizione molto scomoda che mantenne per
tutta la sua vita e che ebbe
ripercussioni non trascurabili sulla sua carriera. Inoltre, nella seconda metà del XIX
secolo era molto insolito che un compositore francese non
assegnasse all’opera un ruolo centrale nella sua produzione e
il suo totale rifiuto per i drammi musicali di Wagner contribuì
a renderlo una sorta di mosca bianca nel panorama musicale
francese della sua epoca. In ogni caso, bisogna riconoscere
Columns - MAGGIO 2010
che Gouvy riservò un occhio di riguardo all’oratorio, un genere che rientra di diritto nel filone drammatico. Gouvy compose sei oratori di ampio respiro, due dei quali basati su soggetti nordici e altri due su tragedie greche. Iphigénie en Tauride fu pubblicata nel 1884 dalla casa editrice Breitkopf di
Lipsia in una versione bilingue e venne eseguita per la prima
volta nella stessa città. I critici presenti in sala espressero giudizi molto lusinghieri, sottolineando che «le emozioni vissute
dai protagonisti sono ancora molto attuali; in particolare, il
profondo dolore provato da Iphigénie, da Oreste e dai prigionieri greci trova espressione in una linea musicale molto
commovente». Oggi la CPO ripropone questo splendido oratorio nell’intensa interpretazione di un cast di cantanti di alto
livello accompagnati da un’eccellente Le Grande Société
Philharmonique diretta con piglio e molto buon gusto da un
ispirato Joachim Fontaine.
Louis theodore gouvy su CPO:
LOUIS THÉODORE GOUVY
SINFONIE N. 3 E N. 5
Deutsche Radio Philharmonie Saarbrücken Kaiserslautern,
Jacques Mercier
CPO777379 (CD alto prezzo)
LOUIS THÉODORE GOUVY
SINFONIA N. 6. SINFONIETTA IN RE MAGGIORE
Deutsche Radio Philharmonie Saarbrücken Kaiserslautern,
Jacques Mercier
CPO777380 (CD alto prezzo)
AA.VV.
OPERE PER CONSORT DI VIOLE DA GAMBA
Klaus Mertens, basso
Hamburger Ratsmusik, Simone Eckert, direttore
CPO777451 (CD medio prezzo)
Anonimo: Fantasia in sol
maggiore; Fantasia in la
maggiore J.H. Schmelzer:
Ritornello – Del silentio
notturno G. Legrenzi: Sonata in mi minore; Sonata
in do minore G. Valentini:
Sonata enarmonica; In te
Domine speravi Leopoldo
I: Sonata J.J. Froberger:
Capriccio in fa maggiore;
Toccata in sol maggiore; Capriccio n. XII; Capriccio in sol
maggiore; Suite in si bemolle maggiore Ferdinando III: Jesu
Corona Virginum
Oltre che per i loro fortunati matrimoni di stato, gli imperatori
Asburgo sono passati alla storia anche il grande amore con cui
si dedicarono alla musica e alle arti. Compositore di buon talento ed eccellente suonatore di viola da gamba, l’imperatore
Leopoldo I fece prosperare le arti e garantì al suo strumento favorito gli ultimi successi di una storia lunga e gloriosa. In Italia
lo strumento ad arco preferito dalla nobiltà era ormai passato
completamente di moda, mentre alla corte francese Luigi XIV
– il nemico più temibile degli Asburgo – continuava ad assicurargli i suoi favori. Grazie all’interessamento di Leopoldo I nella
capitale asburgica videro la luce meravigliose opere per viola
da gamba dallo stile inconfondibilmente italiano. In questo disco l’ensemble Hamburger Ratsmusik diretto da Simone Eckert
propone una ricca antologia di opere secentesche che dimostrano quanto fosse amata in quel periodo la viola da gamba. Sotto
il profilo cronologico, il programma di questo disco può essere
diviso in due parti: i brani più antichi sono stati infatti scelti dalle opere dell’imperatore Ferdinando III, del direttore musicale
della sua corte Giovanni Valentini e del celebre organista Johann Jakob Froberger, mentre i lavori più recenti furono scritti
durante il regno di Leopoldo I, successore di Ferdinando III, che
aveva assunto compositori di grande talento come Johann Heinrich Schmelzer e Giovanni Legrenzi, che fino ad allora aveva
ricoperto il prestigioso incarico di maestro di cappella della Basilica di San Marco di Venezia.
FRYDERYK CHOPIN
OPERE PER PIANOFORTE – VOL. 1
Louis Lortie, pianoforte
CHAN10588 (CD alto prezzo)
F. Chopin: Notturni;
Scherzi; Sonata in si bemolle minore
«Nel loro recital i grandi
pianisti del XIX secolo
avevano l’abitudine di far
precedere a ogni brano
in programma una breve
improvvisazione nella medesima tonalità, in modo
da far entrare il pubblico “nell’atmosfera giusta”. Per supplire a questa forma d’arte
ormai dimenticata, ho ritenuto di eseguire prima di ogni opera chopiniana di ampio respiro un notturno. In questo modo, i
notturni assumono quasi il carattere di un’improvvisazione, che
fa da contraltare alla scrittura densa e molto elaborata delle ballate, degli scherzi e delle sonate. Questo approccio può essere
trasferito senza problemi da un recital concertistico a un disco
e garantisce agli appassionati un ascolto più gradevole e variegato di un programma che contempli in sequenza i principali
monumenti del grande compositore polacco». Con questa breve
premessa Louis Lortie spiega la struttura di questo disco, con il
9
Columns - MAGGIO 2010
quale lo straordinario virtuoso franco-canadese celebra il bicentenario della nascita di Chopin alternando gli scherzi e la grande
Sonata in si bemolle minore – più conosciuta con il nome di
Funebre – a una scelta di notturni. Queste opere immortali esaltano al massimo la tecnica stratosferica e l’accesa sensibilità di
Lortie. Da segnalare che questo disco segna il ritorno di Lortie
alla Chandos, etichetta con cui si era messo in grandissima evidenza molti anni fa. In particolare, oltre 20 anni fa il virtuoso
canadese realizzò per la casa discografica inglese una strepitosa
registrazione degli Studi op. 10 e op. 25 che lo consacrò tra i più
grandi interpreti di Chopin e che venne inserita dall’autorevole
BBC Music Magazine nella classifica delle cinquanta più grandi
esecuzioni chopiniane di ogni tempo.
Louis Lortie su CHANDOS:
FRYDERYK CHOPIN
PRELUDI
Louis Lortie, pianoforte
CHAN9597 (CD alto prezzo)
FRYDERYK CHOPIN
10 E OP. 25
Louis Lortie, pianoforte
CHAN8482 (CD alto prezzo)
STUDI OP.
FRYDERYK CHOPIN – ROBERT SCHUMANN
CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
Louis Lortie, pianoforte
Philharmonia Orchestra, Neeme Järvi
CHAN9061 (CD alto prezzo)
FRANZ LISZT
INTEGRALE DELLE OPERE PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
Louis Lortie, pianoforte
Residentie Orchestra The Hague, George Pehlivanian
CHAN10371(3) (3 CD medio prezzo)
MAURICE RAVEL – GABRIEL FAURÉ
OPERE PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
Louis Lortie, pianoforte
London Symphony Orchestra, Rafael Frühbeck de Burgos
CHAN8773 (CD alto prezzo)
MAURICE RAVEL
R. Wagner: Parsifal – An
Orchestral Quest; Tannhäuser (Preludio e Musica
del Venusberg); Lohengrin (Preludio al terzo
atto)
Neeme Järvi e la Royal
Scottish National Orchestra propongono questo
mese il secondo dei quattro dischi dedicati agli
arrangiamenti delle opere di Richard Wagner realizzati da
Henk de Vlieger. A proposito del primo disco (A Ring: An
Orchestral Adventure), il critico della rivista Classic CD ha
scritto: «Il compositore olandese Henk de Vlieger ha concepito un poema sinfonico che riflette efficacemente gli abissi
drammatici della Tetralogia wagneriana». In Parsifal, An Orchestral Quest, opera commissionata dalla Netherlands Radio Philharmonic Orchestra e dedicata ai membri di questa
orchestra, de Vlieger ha condensato i momenti più importanti
sotto gli aspetti musicale ed emotivo dell’opera di Wagner
e – ove necessario – li ha inseriti in un nuovo contesto, ripercorrendo la vicenda di Parsifal con la musica del grande
compositore tedesco. Per raggiungere la massima intensità
possibile, de Vlieger ha deciso di mantenere la struttura simmetrica che caratterizza l’opera wagneriana. Il programma è
completato dagli arrangiamenti dello stesso Wagner dell’ouverture e della musica del Venusberg del Tannhäuser e della
versione da concerto del Preludio al terzo atto del Lohengrin.
Allo scopo di enfatizzare al massimo il turgore sonoro di queste spettacolari interpretazioni, la Chandos ha deciso di presentare questo titolo con l’altissima definizione del SACD,
un fatto che non potrà che fare piacere sia agli appassionati
della grande musica sia agli audiofili più esigenti.
Già disponibile:
RICHARD WAGNER
– AN ORCHESTRAL ADVENTURE
Royal Scottish National Orchestra, Neeme Järvi, direttore
CHSA5060 (SACD alto prezzo)
A RING
MIECZYSLAW WEINBERG
SINFONIE N. 1 E N. 7
Gothenberg Symphony Orchestra, Thord Svedlund
INTEGRALE DELLE OPERE PER PIANOFORTE
Louis Lortie, pianoforte
CHAN10142 (2 CD medio prezzo)
RICHARD WAGNER
PARSIFAL – AN ORCHESTRAL QUEST
Royal Scottish National Orchestra, Neeme Järvi, direttore
CHSA5077 (SACD alto prezzo)
10
CHSA5078 (SACD alto prezzo)
L’integrale delle opere orchestrali di Weinberg varata dalla
Chandos è stata definita dalla principali riviste specializzate
una delle serie di maggiore interesse dedicate al repertorio
novecentesco e – insieme all’integrale dei quartetti per archi
portata avanti dalla CPO – ha dato un contributo fondamentale alla rivalutazione di un compositore di grande talento.
Columns - MAGGIO 2010
TOMASO ALBINONI
– CONCERTI OP. 10
Collegium Musicum 90, Simon Standage
HOMAGE TO A SPANISH GRANDEE
PRIMA SCELTA
CHAN076
i migliori a prezzo speciale
€ 14,90
Nel quinto disco dedicato alla produzione strumentale di
Tomaso Albinoni il Collegium Musicum 90 diretto da Simon Standage presenta una scelta dei concerti dell’op. 10,
una raccolta assai poco conosciuta che vanta una discografia estremamente striminzita. I concerti dell’op. 10 furono
riscoperti nel 1961 in due piccole collezioni private, un
fatto che spinse alcuni musicologi a studiarli, senza però
portarli all’attenzione degli appassionati di rarità settecentesche. A causa di questo disinteresse, questi concerti sono
stati registrati solo due volte e non è ancora disponibile
un’edizione critica moderna. Albinoni dedicò i concerti
op. 10 al marchese di Castelar Don Luca Fernando Patiño,
che era arrivato in Italia come comandante di un esercito
spagnolo. In considerazione del rango elevato del dedica-
(prezzo consigliato - fino al 30.06.2010)
tario, Albinoni scrisse opere ricche di personalità e dallo
stile molto originale. Scrivendo queste opere Albinoni
fece diverse allusioni all’origine dell’aristocratico dedicatario: per esempio, nel primo movimento del Concerto n.
11 si può notare una vivacissima evocazione del flamenco,
caratterizzata da toni fortemente percussivi. Nelle sue note
di copertina, Michael Talbot definisce questi concerti «decisamente “insoliti”, in quanto si discostano notevolmente
dallo stile che ci si aspetterebbe di trovare nelle opere di
un compositore attivo negli anni Trenta del XVIII secolo, tuttavia si tratta di lavori molto peculiari per Albinoni, che rappresentano la conclusione più logica della sua
parabola artistica». Simon Standage suona regolarmente
con il Collegium Musicum 90 e con alcune delle migliori formazioni di strumenti originali del Regno Unito ed è
ritenuto uno degli esponenti più autorevoli del panorama
filologico internazionale. A proposito dell’incisione dei
Concerti op. 5, l’American Record Guide ha scritto: «Il
Collegium Musicum 90 diretto da Simon Standage ci offre
un’interpretazione magnifica e ricca di energia. Si tratta di
un disco assolutamente irrinunciabile per gli appassionati
del repertorio meno conosciuto del XVIII secolo. Anche la
qualità sonora è di alto livello, riuscendo ad abbinare nel
modo migliore una definizione chiara e molto trasparente
a un suono meravigliosamente caldo».
Tomaso Albinoni eseguito dall’ Ensemble Collegium Musicum 90 su CHANDOS:
CONCERTI PER OBOE, ARCHI E BASSO CONTINUO OP.
Anthony Robson, oboe
7 E OP. 9
CHAN0579 (CD alto prezzo)
CONCERTI PER DUE OBOI, ARCHI E BASSO CONTINUO
Anthony Robson e Catherine Latham, oboi
CONCERTI PER DUE OBOI, ARCHI E BASSO CONTINUO
Anthony Robson e Catherine Latham, oboi
– VOLUME 2
CHAN0610 (CD alto prezzo)
– VOLUME 1
CONCERTI A CINQUE OP.
5
CHAN0663 (CD alto prezzo)
CHAN0602 (CD alto prezzo)
11
Columns - MAGGIO 2010
L’ultimo disco di questa
serie che ha visto protagonista la Gothenberg
Symphony Orchestra diretta da Thord Svedlund
è stato descritto dal critico dell’International Record Review come: «Uno
dei dischi più eccitanti
che mi sia capitato di
ascoltare negli ultimi
tempi […] e una registrazione della massima importanza».
La musica di Weinberg è caratterizzata da meravigliosi
colori orchestrali e da una straordinaria energia ritmica.
Shostakovich fu uno degli amici più sinceri di Weinberg
– nonché una delle sue principali fonti di ispirazione – e in
più di un’occasione lo definì senza mezzi termini «uno dei
compositori più interessanti dei giorni nostri». Oltre agli
elementi stilistici riconducibili a Shostakovich, nella musica di Weinberg è possibile ravvisare diversi tratti propri
della tradizione ebraica e della musica klezmer. Weinberg
compose la sua Prima Sinfonia in sol minore nel 1942 a
Tashkent. Nel 1939 Weinberg era stato costretto a lasciare
in tutta fretta la Polonia invasa dalle truppe naziste per rifugiarsi a Minsk, città che due anni più tardi dovette abbandonare per sfuggire all’avanzata dell’esercito tedesco
nel cuore del territorio sovietico. Dopo un lungo viaggio
in treno che toccò anche Mosca, Weinberg si stabilì a
Tashkent, dove era sfollata la maggior parte dell’élite culturale russa. In questa città Weinberg conobbe la sua prima
moglie, Nataliya Vovsi-Mikhoels, figlia di Solomon Mikhoels, uno dei più famosi attori del teatro ebraico russo.
Per tutto il resto della sua vita Weinberg considerò l’Unione Sovietica la fonte della sua salvezza, per cui nessuno
può sopirsi della sua decisione di dedicare la sua Prima
Sinfonia all’Armata Rossa, che all’epoca della composizione era impegnata in una lotta mortale contro gli aggressori che stavano devastando sia il suo paese natale sia la
sua patria d’adozione. In questo disco la Prima Sinfonia è
abbinata alla Settima Sinfonia, un’opera di grande interesse composta nel 1964 per clavicembalo e archi. Caratterizzata da un impasto sonoro molto originale grazie alla presenza di uno strumento desueto come il clavicembalo,
questa sinfonia venne dedicata a Rudolf Barshai, il grande
direttore russo che ne diresse la prima esecuzione assoluta.
ERNEST JOHN MOERAN
INTEGRALE DELLE OPERE PER VOCE E PIANOFORTE
Geraldine McGreevy, Adrian Thompson, Roderick Williams, John Talbot, pianoforte
CHAN10596(2) (2 CD al prezzo di 1)
12
Ernest John Moeran fu
l’ultimo esponente del folto gruppo di grandi compositori inglesi che nei
primi vent’anni del XX
secolo trassero ispirazione
dalle meravigliose melodie dei canti popolari della
loro terra. Nell’opera di
Moeran appare evidente il
retaggio culturale e spirituale della sua doppia nazionalità inglese e irlandese. Allievo
di John Ireland e amico di Peter Warlock, Moeran è autore di
una vasta produzione che subì l’influenza dello stile di Frederick Delius e di Ralph Vaughan Williams e della struggente
bellezza del paesaggio del suo paese. In questo cofanetto
doppio offerto al prezzo di un solo CD la Chandos presenta
l’integrale delle sue opere per canto e pianoforte, molte delle
quali in prima registrazione mondiale. Nel corso della sua
carriera Moeran compose 60 lavori per voce e pianoforte, tra
i quali spiccano le opere basate su testi di James Joyce, Robert Bridges, William Shakespeare e William Butler Yeats. In
ogni caso, la fama postuma di Moeran è legata soprattutto
alla opere scritte sui versi tratti da Ludlow Town e A Shropshire Lad di Housman, di cui il soprano Geraldine McGreevy, il tenore Adrian Thompson e il baritono Roderick Williams accompagnati con sensibilità e molto buon gusto dal
pianista John Talbot ci offrono una versione destinata a entrare negli annali della discografia.
ERNÖ DOHNÁNYI
CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA N.
1 E N. 2
Howard Shelley, pianoforte
BBC Philharmonic, Matthias Bamert, direttore
CHAN10599X (CD medio prezzo)
Ernö Dohnányi è rimasto
per molti anni ai margini
del repertorio più battuto,
un fatto assolutamente incomprensibile se si prende
in esame la sua vasta produzione, che conta alcune
delle opere più brillanti e
significative della prima
metà del XX secolo. La
serie di registrazioni realizzate dalla BBC Philharmonic Orchestra diretta da Matthias
Bamert ha dato un contributo di grandissima importanza alla
piena rivalutazione di questo compositore ingiustamente dimenticato e ha permesso agli appassionati di rarità novecentesche di scoprire pagine di insospettabile bellezza. Per commemorare il cinquantesimo anniversario della morte di Do-
Columns - MAGGIO 2010
hnányi, la Chandos ha deciso di riunire i suoi due concerti per
pianoforte e orchestra in un solo CD a medio prezzo, che va
ad arricchire la prestigiosa collana Classics. Composti a cinquant’anni di distanza, questi splendidi lavori consentono di
apprezzare i tratti principali dell’evoluzione stilistica di Dohnányi. Il Concerto n. 1 garantì al ventunenne autore la vittoria nel Premio Bösendorfer, mentre il Concerto n. 2 è un’opera vasta ed estremamente elaborata, che parecchi musicologi
considerano l’ultimo concerto per pianoforte e orchestra
composto secondo i dettami dello stile romantico. Questo disco vede protagonista il grande Howard Shelley, autore di
una prestazione davvero maiuscola. «Howard Shelley esegue
il Concerto n. 2 con un ampio respiro e un irreprensibile virtuosismo» (The Daily Telegraph) «Howard Shelley si conferma l’interprete elegante e assolutamente affidabile che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare in tutti i dischi e i
concerti che abbiamo ascoltato» (Gramophone).
JOAQUÍN RODRIGO – SERGIO ASSAD
OPERE PER CHITARRA E ORCHESTRA
Los Angeles Guitar Quartet
Delaware Symphony Orchestra, David Amado
TELCD31754 (CD alto prezzo)
Joaquín Rodrigo (19011999): Concierto Andaluz
per quartetto di chitarre e
orchestra Sergio Assad
(1952): Interchange per
quartetto di chitarre e orchestra
Questo nuovo titolo della
Telarc mette a confronto il
primo concerto per quartetto di chitarre e orchestra
eseguito dal Los Angeles Guitar Quartet e l’ultimo, scritto
appositamente per loro dal compositore brasiliano Sergio Assad. Il Concierto Andaluz di Joaquín Rodrigo vide la luce nel
1965 e fu tenuto a battesimo dai celeberrimi Los Romeros,
una delle formazioni che l’ensemble californiano prese a modello fin dai primi anni di attività. Interchange – che viene
presentato in questo disco in prima registrazione mondiale
– caratterizzato da una commistione di stili molto diversi tra
loro, che spazia dalla tradizione ebraica al retaggio iberico,
dalle suggestioni asiatiche al jazz contemporaneo e dal blues
americano alla scuola brasiliana, che Assad riesce a far coesistere in maniera molto efficace, regalando un ascolto estremamente piacevole. Da notare che i primi quattro movimenti
sono stati concepiti espressamente per ciascun membro del
LAGQ. Nel complesso si tratta di un disco di grande interes-
se, che non può mancare nella discoteca di ogni appassionato
di chitarra che si rispetti.
IGOR STRAVINSKY
OEDIPUS REX. LES NOCES
Sergei Semishkur, Evgeny Nikitin,
Ekaterina Semenchuk, Gérard Depardieu
Orchestra e Coro del Teatro Mariinsky di S. Pietroburgo,
V. Gergiev
MAR0510 (SACD alto prezzo)
I primi dischi dell’etichetta Mariinsky Live hanno
presentato le opere più significative di cinque autori russi la cui carriera si è
intrecciata a quella del mitico teatro di San Pietroburgo. In occasione della
sesta uscita, Valery Gergiev ha concentrato la sua
attenzione su due dei lavori più belli di Igor Stravinsky, compositore che durante la sua
giovinezza frequentò regolarmente il Mariinsky, dove cantava suo padre. Sebbene siano stati scritti a soli quattro anni di
distanza, Les noces e Oedipus Rex rappresentano i vertici di
due periodi ben distinti della parabola creativa del futuro autore di Petrouchka. Sebbene il concetto di Les noces sia estremamente innovativo – una “cantata-balletto” – la musica è
sempre legata a filo doppio alle tradizioni popolari russe.
Stravinsky dedicò quest’opera a Diaghilev, che ne curò la
prima messa in scena dei Ballet Russes, un evento che segnò
il vertice del cosiddetto “secondo periodo russo”. L’operaoratorio Oedipus Rex è invece il primo grande lavoro del periodo neoclassico di Stravinsky, come si può notare dalla
grande originalità dei suoi elementi stilistici, in parte influenzati dalla perdita dell’“identità russa” conseguente dal suo
trasferimento in Occidente. Quest’opera è cantata in latino e
il testo originale francese di Jean Cocteau viene declamato
dal celebre attore Gérard Depardieu.
Già disponibili:
DMITRI SHOSTAKOVICH
IL NASO
Solisti, Coro e Orchestra del Teatro Mariinsky
di San Pietroburgo, Valery Gergiev, direttore
MAR0501 (2 SACD alto prezzo)
Midem Classical Award Opera - Choc de l’Année Classica
13
Columns - MAGGIO 2010
- Due Nomination ai Grammy Awards - Nomination Ai Bbc
Music Magazine Awards - Disco dell’anno Washington Post Disco del Mese Bbc Music Magazine - Disco del Mese Opera
Magazine
DMITRI SHOSTAKOVICH
SINFONIA N. 1. SINFONIA N. 15
Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo,
Valery Gergiev, direttore
MAR0502 (SACD alto prezzo)
PIOTR ILIC CIAIKOVSKY
OUVERTURE E CANTATA MOSCA
Solisti, Coro e Orchestra del Teatro Mariinsky
di San Pietroburgo, Valery Gergiev, direttore
MAR0503 (SACD alto prezzo)
RODION SHCHEDRIN
THE ENCHANTED WANDERER
Solisti, Coro e Orchestra del Teatro Mariinsky
di San Pietroburgo, Valery Gergiev, direttore
MAR0504 (2 SACD alto prezzo)
Opera Choice of the Month BBC Music Magazine
SERGEI RACHMANINOV
CONCERTO N. 3 PER PIANOFORTE
E ORCHESTRA. RAPSODIA SU UN TEMA DI PAGANINI
Denis Matsuev, pianoforte
Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo,
Valery Gergiev, direttore
MAR0505 (SACD alto prezzo)
Giudizio artistico: 10 Qualità tecnica: 10 (Classic Today France)
«Un’interpretazione veramente magnifica» CINQUE STELLE
(Classic FM Magazine).
Miklós Perényi apre il
programma di questo disco con una strepitosa
interpretazione della Suite n. 3 per violoncello
solo di Bach. Per il grande solista ungherese, le
suites per violoncello di
Bach «costituiscono una
sfida interpretativa da far
tremare i polsi. In ogni
battuta di quest’opera ci sono molti aspetti che impongono
all’interprete di fare scelte precise, soprattutto nei passaggi polifonici, a cui bisogna prestare molta attenzione». Il
disco si chiude con l’energica Sonata n. 2 di Brahms, preceduta dalla Sonata di Benjamin Britten, scritta dal compositore inglese per Mstislav Rostropovich, che la tenne a
battesimo nel 1961. Allievo del grande compositore ungherese György Kurtág, Dénes Várjon ripercorre con successo le orme di Britten (da lui descritto come «un pianista
veramente fantastico»), mentre Perényi sottolinea che
«Ogni movimento di questa splendida opera fa uso di pochissimi mezzi tecnici ed espressivi e di primo acchito
potrebbe sembrare limitata, mentre in realtà racchiude
contenuti di alto livello sia sotto l’aspetto estetico sia sotto
quello intellettuale». Il programma di questo disco si chiude con il Largo della Sonata in sol minore per violoncello
e pianoforte di Chopin, un lavoro che Perényi eseguì per la
prima volta all’età di 14 anni e che figurava sul primo LP
da lui acquistato verso la metà degli anni Sessanta, quando
era ancora adolescente. «[Perényi è] un musicista di grande spessore artistico [ed è dotato di] un’intelligenza, un
talento e un’introspezione innate» (The Strad) «[Perényi]
riesce a esprimere i contenuti più profondi delle opere che
esegue ed è uno dei migliori interpeti del grande repertorio» (BBC Music Magazine).
LUDWIG VAN BEETHOVEN
INTEGRALE DELLE SONATE PER VIOLINO E PIANOFORTE – VOLUME 1
Alina Ibragimova, violino
Cédric Tiberghien, pianoforte
AA.VV.
OPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE
Miklós Perényi, violoncello
Dénes Várjon, pianoforte
WHLive0035 (CD medio prezzo)
J.S. Bach: Suite n. 3 per violoncello solo BWV 1009 B. Britten: Sonata per violoncello e pianoforte op. 65 J. Brahms:
Sonata n. 2 per violoncello e pianoforte op. 99 F. Chopin:
Sonata per violoncello e pianoforte op. 65 (Largo)
14
WHLive0036 (CD medio prezzo)
L. van Beethoven: Sonata per violino e pianoforte op. 12 n. 1; Sonata
per violino e pianoforte
op. 23; Sonata per violino e pianoforte op. 30 n.
3; Sonata per violino e
pianoforte op. 30 n. 2
Con questo disco dal generosissimo minutaggio
Columns - MAGGIO 2010
(oltre 82 minuti) Alina Ibragimova – violinista ben nota a
chi conosce il catalogo della Hyperion per aver realizzato
diversi dischi di altissimo livello – e Cédric Tiberghien
danno inizio a un’integrale in tre volumi delle sonate per
violino e pianoforte di Beethoven che promette meraviglie. Nell’autunno del 2009 Tiberghien e la Ibragimova
hanno eseguito alla Wigmore Hall le dieci sonate di Beethoven nel corso di tre concerti che hanno registrato il
tutto esaurito e portato il folto pubblico presente in sala
all’entusiasmo. Questi concerti sono stati preceduti da altre esibizioni beethoveniane in diverse città inglesi, che
hanno raggiunto il vertice in una settimana ad Aldeburgh,
dove la Ibragimova e Tiberghien si sono dedicati anima e
corpo ai capolavori del Titano di Bonn «suonando, confrontandoci ed elaborando nuovi ipotesi dal mattino alla
sera, con lo scopo di trovare nessi, analogie e punti di
contatto tra una sonata e l’altra», come ha dichiarato Tiberghien nel corso di una recente intervista. «Eseguire dal
vivo le dieci sonate per violino e pianoforte di Beethoven
è un’esperienza che cambia le prospettive sia come musicisti sia come persone». Da parte sua, la Ibragimova è convinta che «queste sonate comprendono un’infinità di strutture formali e di emozioni che non ci si stancherebbe mai
di esplorare e, nel suo insieme, questo ciclo rappresenta
uno dei corpus musicali più ricchi della storia della musica». Nella recensione del concerto tenuto alla Wigmore
Hall, il critico del quotidiano The Observer ha spiegato in
maniera molto efficace il rapporto artistico tra i due musicisti: «Alina Ibragimova, violinista di grandissimo talento
che ha studiato nel Regno Unito e fa parte di un quartetto di strumenti originali, rappresenta una delle esponenti più interessanti di una tradizione del tutto nuova, che
basa le proprie interpretazioni su una spiccata musicalità
e su approfonditi studi musicologici. La Ibragimova trae
dal suo violino costruito da Pietro Guarneri nel 1738 un
suono morbido ma corposo, reso più leggero da arcate rapide e brillanti, da un vibrato molto parco e da una tecnica
assolutamente stupefacente. In questo modo la Ibragimova e Tiberghien riescono a esprimere nel modo migliore
possibile la duplice natura delle sonate di Beethoven, con
ciascun strumento che partecipa all’esecuzione con un
equilibrio perfetto. Nei passaggi che vedono protagonista
il pianoforte, Tiberghien sfoggia un suono ampio e molto affascinante, che provvede opportunamente a limitare
quando i due strumenti suonano insieme, per non coprire
il suono leggero del violino della Ibragimova».
AA.VV.
ESSENTIAL ORGAN
Artisti vari
TC950002 (CD a 2 €. Prezzo consigliato)
A. Padovano: Toccata
sexti toni (Marco Ghirotti) A. Gabrieli: Canzon
detta “Qui la diura”
(Francesco di Lernia) H.
Scheidemann:
Herr
Christ (Gustav Leonhardt) G. Frescobaldi:
Recercar Sesto, Obligo
fa. Fa, sol, la, fa (Francesco Tasini) T. Merula:
Canzon la Monteverde (Francesco Cera) B. Pasquini:
Toccata con lo scherzo del cucco (Emilio Traverso) A.
Scarlatti: Toccata aperta d’organo in la minore (Francesco Tasini) A. Vivaldi-J.S. Bach: Allegro (Roberto Loreggian) D. Scarlatti: Sonata K77 (Marco Ghirotti) G.B.
Martini: Sonata VI per l’Organo (Adagio) Ottaviano Tenerani) Padre Davide da Bergamo: Allegretto moderato
(Marco Ruggeri) G. Rossini: Ouverture dal Barbiere di
Siviglia (Giuliana Maccaroni e Federica Iannella) O. Respighi: Preludio in re minore (Andrea Macinanti) M.E.
Bossi: Scherzo op. 95 (Andrea Macinanti) G. Donati:
Preludio e Boogie sopra un tema di Leonardo (Guido Donati)
La Tactus propone un sampler dal minutaggio generosissimo e dal prezzo convenientissimo che presenta alcuni
tesori del suo amplissimo catalogo organistico. I tre superlativi non sono per nulla esagerati per descrivere questo
splendido disco, che tratteggia – con un’eccezione – uno
stimolantissimo (e quattro!) quadro del repertorio organistico italiano, spaziando dalle suggestioni rinascimentali
di Andrea Padovano e Andrea Gabrieli alle movenze sciolte e brillanti del Preludio e Boogie su un tema di Leonardo
del compositore contemporaneo torinese Guido Donati. Il
programma abbina sapientemente opere molto conosciute
come la pirotecnica trascrizione per organo a quattro mani
dell’Ouverture del Barbiere di Siviglia di Rossini a pagine quasi sconosciute di Ottorino Respighi e Marco Enrico
Bossi, che consentono di scoprire che nel corso del XIX
secolo l’Italia non fu solo il paese del melodramma. Molto
ricca e interessante è anche la formazione degli organisti,
tutti protagonisti di titoli di grande richiamo che hanno
contribuito a rendere la Tactus l’etichetta di riferimento
per tutti gli appassionati di arte organistica. L’eccezione
15
Columns - MAGGIO 2010
L’intervista:
Andrea Macinanti
Quando è uscito il primo volume dell’integrale delle opere per
organo di Marco Enrico Bossi molti addetti ai lavori hanno avuto
l’impressione di trovarsi di fronte alla classica “serie di nicchia”,
una collana pensata per far luce su un compositore quasi dimenticato e rivolta a un pubblico composto quasi esclusivamente di
specialisti. Contrariamente a queste previsioni, l’assegnazione da
parte della rivista Musica della massima valutazione (cinque stelle)
a tutti i primi quattro volumi e la meravigliosa freschezza della
musica eseguita con grande autorevolezza da Andrea Macinanti
hanno contribuito a metterla in evidenza agli occhi degli appassionati di rarità ottocentesche, che oggi aspettano con impazienza
ogni nuovo volume.
Ci può tratteggiare un breve quadro biografico di questo compositore italiano vissuto in un’epoca in cui nel nostro paese
furoreggiava il melodramma?
«Bossi nacque a Salò e si formò nei conservatori di Bologna e di
Milano, diplomandosi in pianoforte e in composizione. Bossi era
figlio d’arte (sia il nonno sia il padre erano organisti) e la sua vocazione per il “re degli strumenti” lo portò ad abbandonare la classe
d’organo per studiare da autodidatta. La sua carriera fu trionfale: maestro di cappella del Duomo di Como, docente di organo
al conservatorio di Napoli, poi insegnante di alta composizione e
direttore del conservatorio di Venezia, incarico che ricoprì anche a
Bologna e a Roma. Fu commendatore del Regno e maestro della
regina Margherita. Compositore famoso e interprete osannato,
Bossi fu il primo concertista italiano: si esibì in tutta Europa e,
negli ultimi giorni della sua vita, anche negli Stati Uniti».
In cosa si sostanzia la sua produzione per organo, che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare in questi primi
tre dischi?
«Nel suo allontanarsi dalla classe del conservatorio di Milano, il
giovane Bossi dichiarò il distacco dai modelli che avevano informato la musica organistica italiana del tempo, orientati verso
quelli operistici. Egli accolse l’esempio dei grandi maestri europei
(cui universale riferimento era il genio di Bach) e proseguì l’opera
di riforma iniziata dal maturo Vincenzo Petrali e da Filippo Capocci.
16
Columns - MAGGIO 2010
di Giovanni Tasso
Grazie a Bossi, il linguaggio organistico si rinnovò, generò forme,
sobrie, eleganti, austere e – al tempo stesso – scandì l’evoluzione
di nuovi modelli di arte organaria».
Veniamo ora al Suo progetto di integrale pubblicato dalla Tactus di Bologna. Ce ne vuole narrare la genesi?
«Gran parte del merito di questa integrale va ascritto al fondatore
della Tactus Serafino Rossi, alla cui opera pionieristica tutti gli appassionati di musica devono grande gratitudine. Curioso, raffinato,
appassionato, egli operava nel settore discografico mai da commerciante ma come un sapiente collezionista.
E la musica italiana, le sue infinite espressioni, erano gli oggetti
della sua ricerca. Partito dalla musica antica, accolse con entusiasmo la mia proposta di registrare l’integrale organistica di Ottorino
Respighi. Da lì a Bossi, il passo fu breve e, come di consueto, grande la disponibilità del dott. Rossi».
Ho notato che nel programma di questi dischi vengono spesso
abbinate opere giovanili e lavori più maturi, una scelta a mio
parere molto azzeccata, che mette in evidenza una notevole
evoluzione stilistica. Può fornircene qualche lineamento, in
modo da capire meglio l’artista Bossi?
«Chi conosce Bossi, ne ha ascoltato alcune opere organistiche,
quelle che da sempre eseguono i diplomandi in organo delle classi
di conservatorio. Ma il linguaggio del Maestro è ben più variegato, interessante e iridescente. Nelle opere giovanili egli cerca una
strada e il suo modello sono i maestri francesi e inglesi; poi è la
volta dell’osservazione di quelli tedeschi; poi, finalmente, è Bossi
in tutta la sua originalità.
Chi denigra questo lungo percorso estetico non si rende conto di
quanto fosse fragile la musica organistica italiana prima di Bossi, tutta rivolta a far risuonare in chiesa per la gente comune ciò
che la borghesia gustava in teatro. La scelta di accostare opere
di differenti periodi, viene dalla volontà di tenere sempre vigile
l’ascoltatore verso improvvise virate stilistiche. A mio parere, non
è molto interessante ostinarsi a seguire un solo colore dell’arcobaleno, solo per obbedire a un rigore cronologico o a una volontà
classificatoria».
Quali strumenti ha utilizzato per questi dischi e per quali ragioni li ha scelti?
«Questione spinosa. Parrà grottesco, ma strumenti originali integri,
non modificati, restaurati, efficienti e... disponibili per eseguire il
repertorio italiano di quel tempo non ne esistono quasi più. Ho scelto la rigorosa linea di usare solo organi costruiti durante la vita del
Maestro. Si tratta di un fatto idiomatico, di pronuncia e solo con essi
è possibile ottenerla. È la medesima scelta che si fa da decenni nel
campo della musica antica. Ma, ahimè, gli strumenti bossiani sono
stati quasi tutti demoliti o modificati in nome di rinnovamenti, neobarocchismi o semplicemente a causa di una... sonora ignoranza».
Si sa già quanti volumi verranno pubblicati?
«Credo che complessivamente l’opera sarà racchiusa in una ventina di CD, comprendendo anche tutte le trascrizioni e le opere con
strumenti. Non abbiamo trascurato anche le due titaniche composizione per due organi, che abbiamo già registrato».
Oltre alle opere per organo la Tactus ha pubblicato recentemente un disco di grande interesse dedicato alla produzione
cameristica di Bossi. Ci può parlare brevemente della produzione di Bossi extra organo?
«Bossi misterioso, compositore tutto da riscoprire come la maggior parte dei suoi coetanei italiani, stupidamente esiliati dalle programmazioni concertistiche nostrane. L’opera bossiana è immensa,
poiché egli non ha trascurato alcun genere: dalla musica sacra, a
quella cameristica, per pianoforte, per orchestra, per il teatro. Curiosamente non abbiamo di lui alcun quartetto».
Ci può dire qualcosa delle Sue prossime uscite per la Tactus?
«Bossi ormai riempie la mia vita musicale: a lui sono dedicate tutte
le mie registrazioni di quest’anno (quinto e sesto volume) ».
Per finire, oltre a Bossi c’è un progetto che le sta particolarmente a cuore di cui vorrebbe occuparsi?
«Vorrei continuare ad occuparmi sempre di autori italiani vissuti
a cavallo tra i due secoli. In particolare, tra essi, del meno italiano
degli italiani: Ferruccio Busoni».
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Columns - MAGGIO 2010
cui si faceva cenno prima è costituita da Gustav Leonhardt, uno degli animatori e dei portabandiera del movimento filologico, che interpreta una bella pagina del compositore tedesco Heinrich Scheidemann.
Se a tutto questo si aggiunge una scelta molto meditata
degli strumenti e una qualità sonora decisamente buona si
ottiene un disco assolutamente imperdibile, che vi permetterà di scoprire un mondo di insospettabile piacevolezza.
MARCO ENRICO BOSSI
INTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANO
Andrea Macinanti, organo
– VOL. 4
TC862714 (CD alto prezzo)
M.E. Bossi: (Tempo di)
Suonata op. 3b: Ouverture op. 3; Trois Pièces op.
92; Postludio; Ave Maria
(seconda); Tre Pezzi
dall’op. 142; Interludio;
Coprifuoco op. 127 n. 3;
Intermezzo lirico; Ricercare
Il quarto volume dell’integrale delle opere per
organo di Marco Enrico Bossi presenta una serie di opere
scritte dal compositore originario di Salò in diverse fasi
della sua carriera. Il programma si apre con il (Tempo di)
Suonata op. 3b, rielaborazione dell’opera composta nel
giugno del 1879 dal compositore diciottenne ed eseguita
due mesi più tardi ai saggi finali di composizione del Conservatorio di Milano.
Dodici anni più tardi questo lavoro venne ulteriormente riveduto nell’Ouverture op. 3, una pagina dai contenuti più
austeri e meno teatrali rispetto alle versioni precedenti. A
queste opere fanno seguito i Trois Pièces op. 92 del 1893
e i Tre Pezzi op. 142 del 1921, intervallati dall’ampia Ave
Maria del 1921.
Il programma si chiude con quattro brani dal carattere
molto vario, che consentono di farsi un’idea della straordinaria varietà espressiva di Bossi. Come era già avvenuto
per i tre precedenti volumi, anche questo disco ci offre
la possibilità di apprezzare il grande talento di Andrea
Macinanti, organista bolognese considerato tra i massimi
esperti della produzione di Bossi.
AA.VV.
MADRIGALI PER LAURA PEPERARA
Silvia Frigato, Miho Kamiya, soprani
Silvia Rambaldi, clavicembalo
TC530001 (CD alto prezzo)
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L. Luzzaschi: Da l’odorate spoglie; Aura soave;
Stral pungente d’amore;
Toccata; Ch’io non t’ami
cor mio; Cor mio deh
non languire; O primavera; Deh vieni ormai J.
de Wert: Cara la mia
vita; Cara la mia vita
(intavolatura per clavicembalo) L. Agostini:
Da l’odorate spoglie; Poi che del vostro canto; Mentre
l’argute; Quel canto oimè; Cantan gli augei contenti P.
Virchi: Aura che dolce spira; Non fonte o fiume od aura;
Se ’l sol guardo e le stelle G. Frescobaldi: Toccata IX
Modena ultima settimana dell’ottobre 1568, Mantova seconda settimana del marzo 1580: sono questi i due momenti cruciali nella storia del Concerto delle Dame di Margherita Gonzaga duchessa di Ferrara, che costituì una delle
«più rare meraviglie» della corte di Alfonso II. La prima
sezione di questo nuovo disco della Tactus interpretato dai
soprani Silvia Frigato e Miho Kamiya e dalla clavicembalista Silvia Rambaldi rievoca l’arrivo di Laura Peperara
a Ferrara: a lei la poetessa Orsina Cavalletta indirizza il
madrigale Da l’odorate spoglie, in cui la invita a togliersi
i guanti profumati, prendere l’arpa e cantare il madrigale
di Wert Cara la vita mia. Questo testo venne immediatamente messo in musica da Luzzaschi e da Lodovico Agostini, che intonò sul medesimo soggetto anche l’anonimo
Poi che del vostro canto; del madrigale di Wert viene poi
presentata una versione intavolata da Silvia Rambaldi con
diminuzioni per il clavicembalo. Nella seconda sezione si
può ascoltare una scelta dai Madrigali per cantare e sonare di Luzzaschi, che costituiscono l’esempio del canto
solistico diminuito per cui le Dame erano famose: sono a
voce sola Aura soave di segreti accenti, Ch’io non t’ami
cor mio e O primavera gioventù de l’anno, tutti su testo di
Guarini, e a due voci Stral pungente d’Amore e Cor mio
deh non languire. Pubblicata nel Transilvano di Girolamo
Diruta (1593), la Toccata di Luzzaschi mostra un’evidente
affinità con i suoi madrigali. Chiude la serie il patetico
Deh vieni ormai cor mio, su testo di Ridolfo Arlotti. La
sezione conclusiva propone una selezione del Primo libro
dei madrigali a cinque voci di Paolo Virchi (1584): Non
fonte o fiume od aura, Aura che dolce spira, Se ’l sol guardo e le stelle, e altri madrigali di Lodovico Agostini dal
Terzo libro a sei voci (1582), Mentre l’argute sue dolci
parole dedicato ad Anna Guarini, Quel canto oimè rapisce
l’alma e ’l core, sul soggetto della cantatrice, e Cantan gli
augei contenti.
Columns - MAGGIO 2010
BOHUSLAV MARTINŮ
LA PASSIONE GRECA
Solisti, Coro della Radio di Praga,
Coro di voci bianche della Radio di Praga
Orchestra Sinfonica della Radio di Praga, Libor Pešek
SU3984 (2 CD basso prezzo)
radicale, dalla quale emerse un lavoro del tutto nuovo, più
elaborato, più teatrale e molto più curato sotto l’aspetto
musicale. Per sua sfortuna, Martinů non visse abbastanza
per assistere alla prima rappresentazione della nuova versione, in quanto il primo allestimento fu messo in scena a
Zurigo il 9 giugno del 1961, circa due anni dopo la sua
morte. Questa registrazione realizzata nel 1981 – e oggi
presentata per la prima volta su CD – sfidò coraggiosamente la censura cecoslovacca, proponendo un libretto
che esprimeva tutta la tensione spirituale di quest’opera
straordinaria.
Registrazione effettuata tra il 29 settembre e il 1° ottobre
del 1981 presso il Rudolfinum di Praga.
FELIX MENDELSSOHN – FRANZ SCHUBERT
TRII PER ARCHI E PIANOFORTE
Smetana Trio
SU4008 (CD alto prezzo)
Con il suo messaggio dai tratti fortemente umanistici, che
esaltano la fede e l’interiorità umana, La passione greca
conclude idealmente la parabola artistica di Bohuslav
Martinů. Nel corso della sua carriera il grande compositore ceco si dedicò con profitto al genere operistico, spaziando dalla drammatizzazione di testi popolari, leggende
e commedie dell’arte con formazioni innovative per la radio e la televisione a film d’opera e balletti operistici. Il
romanzo Cristo di nuovo in croce dello scrittore greco Nikos Kazantzakis fece volgere l’attenzione di Martinů sul
drammatico destino dei profughi in una società egoista e
indifferente, un’esperienza che aveva vissuto lui in prima
persona. Nel libretto – basato sulla traduzione inglese del
romanzo – Martinů riuscì a esprimere nello spazio limitato
del palcoscenico anche i lati più intimi del carattere di
ogni personaggio e il procedere dell’azione ambientata in
un paese della campagna greca. In un primo tempo si pensò di mettere in scena La passione greca a Londra, un’ipotesi che però alla fine non venne concretizzata e prima di
poter applaudire il capolavoro operistico di Martinů il
pubblico londinese dovette attendere ben 42 anni. Dopo
questo bruciante rifiuto, il compositore boemo non chiuse
in un cassetto la sua opera, ma ne realizzò una revisione
F. Mendelssohn: Trio n. 1
per archi e pianoforte op.
49 F. Schubert: Trio n. 2
op. 100 D.929
Dopo essersi dedicato con
ottimi risultati al repertorio ceco con una serie di
registrazioni acclamate
sia dal pubblico sia dalla
critica che spaziano dai
trii di Antonín Dvorák a
quelli di Bohuslav Martinů e aver reso omaggio ai capolavori di Ciaikovsky (SU3949), lo Smetana Trio si confronta in
questo disco con la grande letteratura del Romanticismo tedesco. Entrambi i brani proposti in questo incantevole disco
rientrano nel novero dei trii per archi e pianoforte più famosi
e amati ed entrambi sfoggiano una strumentazione perfettamente bilanciata, al punto che i tre protagonisti dialogano tra
loro su un piano di sostanziale parità. Il grande successo ottenuto dal Trio di Schubert trova dimostrazione nel fatto che
fu l’unica opera del grande compositore viennese a essere
stampata all’estero durante la sua breve vita. Questo lavoro
ottenne un giudizio molto lusinghiero anche da un critico tanto sensibile quanto esigente come Schumann che, parlando
del trio di Mendelssohn, scrisse: «Si tratta di uno dei massimi
capolavori contemporanei, la cui importanza è paragonabile
a quella che ebbero ai loro tempi i trii di Beethoven o il Trio
in mi bemolle maggiore di Schubert, opere che anche a distanza di molti anni continuano a piacere ai nipoti e ai bisnipoti di chi li aveva applauditi nella loro prima esecuzione».
Questi splendidi lavori vengono eseguiti come meglio non
si potrebbe dallo Smetana Trio, un ensemble che ha i suoi
punti di forza nella compattezza e in un panneggio sonoro di
meravigliosa bellezza.
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Columns - MAGGIO 2010
JOHANNES BRAHMS – FRANZ LISZT
OPERE PER PIANOFORTE
Jitka Čechová, pianoforte
SU4021 (CD alto prezzo)
J. Brahms: Sonata n. 3 op.
5 F. Liszt: Sonata in si minore; Mephisto Waltz n. 1
S514
Dopo aver portato a termine la serie di quattro
dischi dedicata alla produzione pianistica di Bedrich
Smetana
(SU3841-44),
Jitka Čechová, pianista di
grande talento e infaticabile animatrice dello Smetana Trio, ha deciso di affrontare una
sfida molto stimolante, registrando un disco dal vivo, che toglie
all’interprete la possibilità di effettuare correzioni in postproduzione.
A causa della loro scrittura irta di difficoltà, le opere di
Brahms e di Liszt costituiscono un temibile impegno anche
per i pianisti più affermati. Per una bizzarra combinazione, la terza (e ultima) sonata di Johannes Brahms e l’unica sonata di Franz Liszt vennero scritte nello stesso anno,
all’età rispettivamente di 20 e di 42 anni. Se la sonata di
Brahms venne accolta con grande favore fin dalla sua prima
esecuzione, quella di Liszt dovette attendere più di mezzo
secolo prima di essere ammessa nel repertorio concertistico. In ogni caso, oggi queste due splendide opere sono
considerate tra i vertici assoluti della letteratura pianistica
del romanticismo europeo. Grazie all’interpretazione magistrale e molto ispirata di Jitka Čechová e alla meravigliosa
acustica del Rudolfinum di Praga, questo disco lascerà letteralmente senza fiato anche gli appassionati di pianoforte
più smaliziati.
In questi due CD sono raccolte alcune rare testimonianze della giovinezza
del grande pianista canadese. Accanto a classici
come la Sonata op. 109 di
Beethoven, vengono infatti presentate alcune preziose registrazioni live del
Concerto per pianoforte e
orchestra di Arnold
Schönberg e la Burleske di Richard Strauss, ai quali si aggiungono le non meno rare registrazioni di Prokofiev e dello
stesso Strauss.
Registrazioni live effettuate tra il 1958 e il 1960.
GIUSEPPE VERDI
UN BALLO IN MASCHERA
Antonietta Stella, Ettore Bastianini, Gianni Poggi,
Giuliana Lazzaroni, Orchestra e Coro del Teatro
alla Scala di Milano, Gianandrea Gavazzeni, direttore
URN415 (2 CD medio prezzo)
La grande edizione registrata in studio nel 1960
alla Scala di Milano e diretta da Gianandrea Gavazzeni è presentata in
questi due CD dopo diversi anni di assenza dal mercato. Altre edizioni live
conservano una parte di
questo cast vocale, ma
solo questa possiede una
qualità sonora tale da testimoniare il livello drammatico di
artisti del livello di Ettore Bastianini e di Antonietta Stella.
Vibrante come l’edizione diretta da Solti e violentemente tragica come la lettura di Toscanini, l’interpretazione di Gavazzeni può ancor oggi lasciare stupefatti gli ascoltatori contemporanei.
Registrazione effettuata a Milano nel 1960.
GLENN GOULD IN CONCERTO
Glenn Gould, pianoforte
URN414 (CD medio prezzo)
A. Schönberg: Concerto per pianoforte e orchestra op. 42
R. Strauss: Burleske per pianoforte e orchestra; Trascrizioni da Elektra; Beim Schlafengehen (Vier letzte Lieder) S.
Prokofiev: Sonata n. 7 op. 83 L. van Beethoven: Sonata n.
30 op. 109; Variazioni Eroica op. 35
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BRASILE
CALYPS’O SAMBA
Ilé Axé
PSSA141197 (CD basso prezzo)
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Batucada; Voix de cuir;
Gritos dos metals; Maracatu; Que bloco esse; Ile
Axe; Calyps’o Samba;
Samba Isis
Il samba, il calypso e il
maracatu costituiscono
elementi irrinunciabili
di ogni viaggio a Bahia,
capitale della regione del
Nordeste brasiliano, la
cui complessa tradizione musicale è dominata dai ritmi
africani. Il celebre gruppo Ilé Axé ha dato un contributo
determinante alla diffusione della musica afro-brasiliana,
associando le vivaci sonorità delle steel band ai ritmi
brasiliani e il maracatu allo djembé, evocando scatenate
atmosfere carnevalesche. Questo disco propone un’antologia di brani tradizionali brasiliani che lascerà a bocca
aperta anche gli appassionati più esperti. L’aspetto più
qualificante delle esecuzioni del gruppo Ilé Axé è costituito dalle sue approfondite ricerche sulle origini e sullo spirito più autentico della cultura – non solo musicale – nera,
un fatto che appare evidente nei brani presentati in questo
disco, nei quali una irresistibile sensualità va a braccetto
con un coinvolgente senso di mistero e una vivacità piena
di energia. Tutti i brani in programma sono basati su melodie e ritmi dal sapore inconfondibilmente africano che,
malgrado i massicci trasferimenti forzati avvenuti tra il
XVI e il XIX secolo, hanno saputo mantenere intatta la
loro anima più autentica. Un altro aspetto molto interessante di questo disco è costituito dall’abbinamento degli
steel drum (strumenti a percussione ricavati dalle latte
della benzina originari delle isole dei Caraibi) alle tipiche
sonorità brasiliane, che ha dato vita a un nuovo ritmo dai
toni assolutamente irresistibili: il calypso-samba. Da provare assolutamente!
ARMENIA
CORI ARMENI
Group Armenia
partire dagli anni Ottanta ha iniziato a esibirsi nelle sale da concerto più importanti del mondo. Sebbene oggi sia stato sciolto,
questo gruppo è ricordato ancora oggi come uno degli interpreti
migliori della musica tradizionale armena.
OSCAR PETERSON TRIO
WE GET REQUESTS
The Oscar Peterson Trio: Oscar Peterson, pianoforte;
Ray Brown, contrabbasso; Ed Thigpen, batteria
FIMK2032 (XRCD K2 HD alto prezzo)
Quiet Nights Of Quiet Stars;
Days Of Wine And Roses; My
One And Only Love; People;
Have You Met Miss Jones;
You Look Good To Me; Girl
From Ipanema; D And E
Blues; Time And Again; Goodbye JD
L’album We Get Requests
costituisce uno degli esempi più significativi della
fascinosa personalità bicipite di Oscar Peterson. Sotto l’aspetto
prettamente tecnico, questo album è caratterizzato da un eccellente sviluppo melodico e da una ritmica decisamente robusta,
mentre sotto l’aspetto del programma si nota il tentativo di
proporre una musica in grado di piacere al pubblico più ampio
possibile, alternando sapientemente gradevoli brani pop, standard collaudati e lavori originali di grande interesse. Con We Get
Requests l’Oscar Peterson Trio mette in evidenza per l’ennesima
volta tutte le caratteristiche che lo hanno portato a essere uno dei
complessi più amati sia dal pubblico sia dagli addetti ai lavori.
In questo nuovo disco della FIM possiamo apprezzare il grande
talento di Oscar, Ray ed Ed nello splendore sonoro dell’XRCD
K2 HD. Questo titolo è disponibile anche su LP da 180 grammi
nel catalogo della Speakers Corner (SC-VER8606).
PSSA141198 (CD basso prezzo)
Festive Song; Tender Dilbar; Thello; Orovel; Go
Away (prankful song); Verdes; To the Sun; Sev, seve;
Alagiaz; Kalin ert; Osanna; Krunk; Partridge; Et
orkar tari; Djakhats, natik,
natike; Es gisher
Diretto da Tutal Altanyan, il
Group Armenia è stato fondato nel 1938 a Erevan e a
MICHAEL BRECKER
PILGRIMAGE
Michael Brecker, sax; Herbie Hancock e Brad Mehldau,
pianoforte; Jack DeJohnette, batteria;
Pat Metheny chitarra; John Patitucci contrabbasso
MFSL2-316 (2 LP da 180 grammi)
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Columns - MAGGIO 2010
i dischi contenuti
AA.VV.
VOYAGE AUTOUR DU MONDE
PSSA142002 (CD prezzo speciale)
RUSSIA
PSSA141151
PORTOGALLO
PSSA141175
90
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3
€
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liato
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e
(pr
Russia: Medley di temi popolari zigani Irlanda: Hunter’s Purse – Cooley’s Israele:
Tsour Michelo Grecia: Il viaggio di Ulisse Inghilterra: Leave Her Johnny Portogallo:
Guitarra triste Mali: Bimba Congo: Bac-City Egitto: Falafell Costa d’Avorio: Abodan Tibet/Nepal: Om Mani Padme Houng Giappone: Tamashii no Sokokara Brasile:
Valente Nordeste Perú: Las virgines del sol Ande: Quenas Paraguay: Mi dicha lejana
Tahiti/Hawaii: Papio Australia: Black Run Nuova Zelanda: Haka
Attingendo al suo inesauribile catalogo, la Playa Sound propone a un prezzo specialissimo un sampler comprendente 19 tracce di grande interesse tratte da altrettanti dischi che
consentono di fare un affascinante giro del mondo, dalla vecchia Europa alle atmosfere
esotiche dell’Africa e dalle tradizioni dei paesi andini alle sonorità dell’Australia e della
Nuova Zelanda. Come sempre, le esecuzioni sono state affidate ad alcuni dei migliori
gruppi e solisti in circolazione, dalle cui interpretazioni emerge l’anima più autentica
di ogni paese. Dopo aver ascoltato questo disco, non vedrete l’ora di fare le valigie per
partire un nuovo viaggio musicale alla scoperta dell’uomo.
22
TIBET - NEPAL
PSSA141131
PARAGUAI
PSSA141138
Columns - MAGGIO 2010
nel sampler
IRLANDA
PSSA141169
ISRAELE
PSSA141161
GRECIA
PSSA141105
GRAN BRETAGNA
PSSA141192
MALI
PSSA141126
CONGO
PSSA141155
EGITTO
PSSA141187
COSTA D’AVORIO
PSSA141167
GIAPPONE
PSSA141159
BRASILE
PSSA141186
PERÙ
PSSA141118
ANDE
PSSA141181
TAHITI – HAWAII
PSSA141179
AUSTRALIA
PSSA141184
NOUVA ZELANDA
PSSA141139
23
Columns - MAGGIO 2010
The Mean Time; Five
Montes from Midnight;
Anagram; Tumbleweed;
When Can I Kiss You
Again?; Cardinal Rule;
Half Moon Lane; Loose
Threads; Pilgrimage
Pilgrimage è l’ultimo album del mostro sacro del
sassofono Michael Brecker. Uscito nel gennaio
del 2007 pochi mesi dopo la sua morte per leucemia, questo
disco è considerato non solo uno dei suoi album migliori ma
anche uno dei migliori degli ultimi trent’anni. Vincitore di
due Grammy Awards (Miglior Album Strumentale e Migliore Assolo strumentale per il brano “Anagram”), Pilgrimage è
balzato al secondo posto nelle classifiche dei critici della rivista americana Downbeat. Masterizzato in half-speed dai nastri originali e accuratamente stampato sul silenzioso vinile
della OMR, questo doppio album restituisce tutta la profondità, l’ampiezza e la naturalezza del palcoscenico sonoro. La
separazione degli strumenti e la naturalezza dell’immagine
sono ampiamente superiori a quelli dell’originale. Un grande
disco che merita tutte le raccomandazioni.
OSCAR PETERSON TRIO
NIGHT TRAIN
Oscar Peterson, pianoforte; Ray Brown, contrabbasso;
Ed Thigpen, batteria
ORGLP0029/45
(2 LP da 180 grammi a 45 giri)
Night Train; C. Jam Blues;
Georgia On My Mind;
Bag’s Groove; Moten
Swing; Easy Does It, Honey Dripper; Things Ain‘t
What They Used To Be; I
Got It Bad…; Band Call;
Hymn To Freedom
Gli appassionati di jazz
sanno che gli anni Sessanta
furono il periodo migliore
per l’Oscar Peterson Trio. Indubbiamente è stato durante questo
periodo che il pianista e i suoi partner, Ray Brown al contrabbasso ed Ed Thigpen alla batteria, hanno riscosso i loro più grandi
successi, un successo che non si è ripetuto con nessun’altra formazione. Uno degli album che emerse durante quel periodo fu
Night Train, un disco che ancora oggi si trova in cima alle classifiche dei migliori in assoluto dell’intera storia del jazz. Come
24
è giusto e doveroso per una formazione composta di musicisti di
colore, il blues – genere in cui affondano le radici del jazz americano – è il cuore di questa musica. In aggiunta a una serie di
brani molto conosciuti, quest’album contiene ballate di straordinaria bellezza. E se non sentite correre un brivido lunga la vostra
colonna vertebrale quando ascoltate “Georgia On My Mind”
oppure “Hymn of Freedom”, allora è tempo di farvi visitare da
un dottore! Oltre a contenere i migliori pezzi di Peterson, questo
album merita per la sua eccellente qualità tonale e il suo alto
standard di qualità di stampa. Ma tutto questo i fan lo sanno già!
L’album è stato registrato da Val Valentin nel 1962 e prodotto dal
deus ex machina del jazz Norman Granz.
AA.VV.
BEST AUDIOPHILE VOICES
Artisti vari
– VOLUME 1
PRM27831 (CD alto prezzo)
Over The Rainbow (Jane
Monheit); What A Wonderful World (Eva Cassidy); It
Wouldn’t Have Made Any
Difference (Alison Krauss);
So Nice (Stacey Kent e Jim
Tomlinson); When I Dream
(Carol Kidd); Perhaps
Love (Jheena Lodwick);
Dave’s True Story (Marisa); Song For The Journey (Tish Hinojosa); Sylvia Hotel (Cheryl Wheeler); You Light Up My Life (Salena Jones); Ain’t No
Sunshine (Eva Cassidy); The Look Of Love (Jeanette Lindstrom
e Steve Dobrogosz); To Young To Go Steady (Karrin Allyson);
Skylark (Monica Mancini); Overjoyed (Nenna Freelon)
AA.VV.
BEST AUDIOPHILE VOICES – VOLUME 2
Artisti vari
PRM27840 (CD alto prezzo)
Desperado (Emi Fujita);
Fields Of Gold (Eva
Cassidy); Better Be
Home Soon (Andrea
Zonn); I Left My Heart In
San Francisco (Jean
Frye Sidwell); Do That
To Me One More Time
(Jheena Lodwick); Fly
Away (Corinne May);
Columns - MAGGIO 2010
The Ole Devil Called Love (Etta Jones); Can’t Take My
Eyes Off You (Sofia Petersson); Both Sides Now (Jeanette
Lindstrom e Steve Dobrogosz); Stay (Alison Krauss); Someone To Watch Over Me (Susannah McCorkle); My Foolish Heart (Salena Jones); In A Sentimental Mood (Jacqui
Dankworth); When I Fall In Love (Claire Martin); Cry Me
A River (Tania Maria)
Dopo il grande successo ottenuto nella versione XRCD,
la Premium pubblica i due volumi Best Audiophile Voices su CD. Il programma di questi due dischi propone
una splendida selezione di brani noti e meno noti eseguiti
da alcune delle migliori cantanti in circolazione, da Eva
Cassidy ad Alison Krauss e da Salena Jones alla grande
Claire Martin. Come prevedibile, la straordinaria qualità
sonora della registrazione consente di apprezzare anche le
più piccole nuances di ogni cantante e dei gruppi che le accompagnano, offrendo un ascolto di incredibile realismo.
Da non perdere.
AA.VV.
BEST AUDIOPHILE MALE VOICES
Artisti vari
PRM27933 (CD alto prezzo)
Autumn Leaves (Tony
O’Malley); Both Sides
Now (Todd Gordon);
You’re Got A Friend
(Don Williams); Open
Arms (Lee Lessack e
Brian Lane Green); I
Left My Heart in San
Francisco (Monte Procopio); Imagination (Tim
Tamashiro); They All Laughed (Al Somma); Let’s Fall in
Love (Joe Francis); I Get Along Without You Very Well
(D.K. Ibomeka); My Way (Tony O’Malley); Vincent (Lee
Lessack e Ken Page); For All We Know (Hayati Kafe);
Isn’t SheLovely (Livingston Taylor); I Feel The Earth
Move (Tony DeSare); I Could Have Told You (Sachal Vasandani)
Accanto ai due volumi Best Audiophile Voices – disponibili in versione sia XRCD sia CD – la Premium dedica
un titolo anche alle voci maschili, che da un lato vi consentirà di esplorare la cosiddetta “altra metà del cielo” e
dall’altro di testare il registro più grave del vostro impianto stereofonico. Come è stato fatto nei due volumi dedicati
alle voci femminili, il programma di questo disco alterna
sapientemente brani molto famosi come “Imagination” e
“My Way” ad altri quasi sconosciuti alle nostre latitudini
nell’esecuzione di alcuni cantanti di grandissimo talento.
Come sempre, la qualità sonora della Premium è garanzia
di un ascolto di rara bellezza.
HARRY BELAFONTE
LIVE AT CARNEGIE HALL
Harry Belafonte
PRM4482 (CD alto prezzo)
Introduction / Darlin’ Cora;
Sylvie; Cotton Fields; John
Henry; The Marching
Saints; Day O; Jamaica Farewell; Mama Look a Boo
Boo; Come Back Liza; Man
Smart; Hava Nageela;
Danny Boy; Cu Cu Ru Cu
Cu Paloma; Shenandoah;
Matilda
Decano di tutti i dischi live, questo album riesce a cogliere tutto
il senso di eccitazione di un concerto del grande Harry Belafonte
all’apice della sua fama. Realizzato nel corso di due concerti
consecutivi con lo stesso programma, Belafonte at Carnegie
Hall rappresentò una sorta di anomalia in un’epoca in cui i dischi venivano realizzati quasi esclusivamente in studio. Infatti,
pur non essendo il primo album inciso dal vivo in assoluto, questo disco fu senza dubbio il primo live a richiedere un budget
impegnativo e a ottenere un grande successo sia di pubblico sia
di critica. Dall’introduzione affidata alla tromba e al breve preludio orchestrale alla mitica versione della celeberrima “Matilda”
della durata di ben 12 minuti (che divenne un modello per la
partecipazione del pubblico), questo album vi terrà letteralmente
inchiodati alla poltrona sia per l’interpretazione brillante, vivace, intima e ironica di Belafonte sia per la straordinaria qualità
sonora della Premium.
JEFFERSON AIRPLANE
VOLUNTEERS
Jefferson Airplane
PPLSP4238 (LP da 180 grammi)
We Can Be Together;
Good Shepherd; The
Farm; Hey Frederick Turn
My Life Down; Wooden
Ships; Eskimo Blue Day; A
Song For All Seasons; Meadowlands; Volunteers
«Jefferson Airplane» scrisse la rivista Rolling Stone
«è una nave che trasporta
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Columns - MAGGIO 2010
i suoi passeggeri verso le rivoluzionarie fantasie delle loro
stesso menti». Se questo gruppo avesse scritto nei suoi testi
analisi psicologiche di questo livello, certamente non sarebbe
piombato come una meteora nell’orbita della scena psichedelica dell’acid rock. Ma c’è di più: autodefinendosi interprete
del caos e dell’anarchia, questa band accese la fantasia dei
suoi fan con allegorie sessuali musicali, testi da mente drogata e canzoni rivoluzionarie. Forti di un lucroso contratto con
la RCA-Victor, nel 1966 i Jefferson Airplane vinsero la forte
opposizione dei boss della casa discografica e pubblicarono il
loro album Volunteers, considerato da molti addetti ai lavori
l’album migliore dei loro primi anni. La musica di questi ribelli del rock è, in effetti, un’ottima cosa, meno drastica dei
loro testi. I leader del gruppo, Marty Balin e Paul Kantner, entrambi cresciuti nella scena folk californiana furono gli artefici
dei testi. Ancora oggi ci si stupisce della grande gamma di stili
che piacquero alla generazione hippy, che spaziano dalla più
classica musica country di “The Farm” al collage elettronico
di “Meadowlands”. Una pietra miliare del rock più puro. Dello
stesso gruppo è disponibile un altro album Crown of Creation
pubblicato dall’etichetta Original Master Recordings (etichetta
americana che purtroppo non esiste più).
CANNED HEAT E JOHN LEE HOOKER
HOOKER’N HEAT
John Lee Hooker, chitarra e voce; Alan Wilson, pianoforte
e armonica; Henry Vestine, chitarra; Antonio de la Barreda,
basso; Adolfo de la Parra, batteria
nisti Hooker e gli Heat. I Canned Heat non nascosero mai il
fatto che la loro serie boogie – che si sviluppò nell’arco di
tre album – era ispirata ai lavori di Hooker, per cui il loro
connubio venne considerato un fatto del tutto naturale. Il
secondo disco di questo album doppio vede assoluti protagonisti i Canned Heat ed è considerato il migliore dei due.
Una menzione particolare spetta alla incontenibile energia di
Antonio de la Barreda e di Adolfo de la Parra, membri della
sezione ritmica targata Messico, e all’accuratissimo lavoro
dei tecnici del suono, che secondo alcuni avrebbero conferito
a Hooker un’immagine sonora troppo nitida ma che non teme
nessun rivale. Questo splendido disco non può mancare nella collezione di nessun ammiratore di Hooker e dei Canned
Heat, che possono ancora contare su legioni di fan adoranti.
Let ’em boogie!
FRANZ LISZT
CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA N.
1 E N. 2
Sviatoslav Richter, pianoforte
London Symphony Orchestra, Kyrill Kondrashin, direttore
SC-PH900 (LP da 180 grammi)
PPANLST35002 (2 LP da 180 grammi)
Messin’ With The Hook;
The Feelin’ Is Gone; Send
Me Your Pillow; Sittin’
Here Thinkin’; Meet Me
In The Bottom; Alimonia
Blues; Drifter; You Talk
Too Much; Burning Hell;
Bottle Up And Go; The
World Today; I Got My
Eyes On You; Whiskey
and Wimmen; Just You
And Me; Let’s Make It; Peavine; Boogie Chillin’ No 2
Nel gennaio del 1971, quando questo doppio LP venne pubblicato per la prima volta, i Canned Heat avevano fatto ritorno alle loro origini R&B, modificando il loro organico con il
ritorno di Henry “Sunflower” Vestine e l’arrivo del bassista
Antonio “Tony” de la Barreda e del celebre batterista Adolfo
de la Parra. Purtroppo, questo fu anche l’ultimo album del
cofondatore della band Alan “Blind Owl” Wilson, che nel
settembre del 1970 morì di overdose. Hooker’n Heat è un
album di grandissimo interesse comprendente una serie di
brani eseguiti da John Lee Hooker senza accompagnamento,
da Hooker e da Wilson e cinque pezzi che vedono protago26
Ogni pianista che si accosta ai grandi capolavori di Franz
Liszt deve possedere un talento a tutto tondo. In particolare, è assolutamente necessario avere una totale padronanza tecnica per eseguire i passaggi più virtuosistici del
grande compositore di origine ungherese e un’energia fisi-
Columns - MAGGIO 2010
ca fuori dal comune per tenere adeguatamente testa alle
sonorità di un’orchestra di grandi dimensioni. A queste
due doti bisogna poi aggiungere una perfetta conoscenza
della scrittura lisztiana e una accesa passionalità per trarre
dal pianoforte il canto malioso concepito dal compositore.
All’inizio degli anni Sessanta Sviatoslav Richter possedeva il mix ideale di queste qualità. Il grande virtuoso russo
contrappose accordi molto energici al baldanzoso tema orchestrale che apre il primo movimento del Concerto n. 1,
sfumando più avanti la sua vitalità giovanile in corrispondenza dei passaggi più lirici dell’orchestra. Nel Concerto
n. 2 Richter lascia la brillantezza eroica a favore di un incedere più elegiaco, che nel corso dell’opera assume tratti
più capricciosi, che trovano piena espressione in arpeggi
leziosi e in una linea melodica lirica e delicata. Nel Finale
queste due anime della personalità artistica di Richter si
riuniscono, dando vita a una spiritata esposizione dei temi,
a una brillante cadenza e a un esplosivo dialogo finale con
l’orchestra. Questo straordinario disco è stato registrato
nel luglio del 1961 presso la Walthamstow Assembly Hall
di Londra dal leggendario team della Mercury e ci viene
oggi riproposto su LP da 180 grammi dalla Speakers Corner. Un’occasione assolutamente imperdibile!
jazz. I 1500 fortunati spettatori che presero parte a questo
concerto dimostrarono un grande affetto nei confronti di
Evans, un fatto che contribuì a esaltare al massimo il suo
stile elegiaco e meditativo con il contrabbassista Chuck
Israels e il percussionista Arnold Wise. Questi due musicisti si intendevano a meraviglia con Evans, che fin dalla
costituzione del suo primo trio nel 1958 si impegnò per
coinvolgere il più possibile tutti i musicisti del suo gruppo. I quattro standard sono caratterizzati da un tempo moderato e non presentano particolari variazioni di carattere.
Per scoprire l’incredibile bellezza delle improvvisazioni
e la scintillante vena impressionista del Bill Evans Trio
bisogna prestare attenzione alle sequenze armoniche e ai
dialoghi serrati tra i tre strumenti. Una vera pietra miliare
della storia del jazz, che non può assolutamente mancare
della collezione di qualsiasi appassionato che si rispetti.
BILL EVANS
PARIS
BILL EVANS AT TOWN HALL
Bill Evans, pianoforte; Chuck Israels, contrabbasso;
Arnold Wise, batteria
SC-VER8683 (LP da 180 grammi)
I Should Care; Spring Is
Here; Who Can I Turn To
(When Nobody Needs
Me); Make Someone
Happy; Solo
Sebbene oggi sia difficile da credere, Bill Evans,
il jazzista di formazione
classica acclamato dagli
appassionati di tutto il
mondo, dovette attendere
fino al febbraio del 1966 per dare un concerto a New York.
Come sede di questo grande evento – che faceva seguito
a una lunga serie di esibizioni in locali notturni di livello quanto mai eterogeneo – venne scelta l’elegante Town
Hall della Grande Mela. Nel corso di questo concerto
Bill Evans si propose anche in veste solistica, eseguendo
una composizione originale dedicata a suo padre. Questo
brano si apre con uno stile che ricorda il miglior Ravel,
presenta due improvvisazioni jazz nella sezione centrale e
si chiude con un maestoso finale, uno schema che Evans
utilizzò frequentemente non solo in molte sue opere,
ma anche nelle sue interpretazioni di numerosi standard
SEBASTIAN STERNAL TRIO
Sebastian Sternal Trio
SFSA4068 (SACD alto prezzo)
Place Dauphine; Prélude;
Les mains d’Elsa; Panama;
Caravelle; Custine; Les
adieux
La Stockfisch è orgogliosa di accogliere nel proprio prestigioso catalogo
un nuovo interessantissimo trio jazz, guidato
da Sebastian Sternal, un
pianista di grande talento
che nel 2007 si trasferì a Parigi per un anno per studiare
presso il Conservatoire national supérieur de musique et
de danse e rese omaggio alla Ville Lumière con una serie
di brani di rara bellezza. Il Sebastian Sternal Trio – che
comprende anche il contrabbassista Sebastian Klose e il
percussionista Axel Pape – viene affiancato in questo disco dalla bravissima Anne-Marie Jean, una cantante parigina dalla voce estremamente versatile che contribuisce a
rendere ancora più autentico questo ritratto in musica della
capitale francese.
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