Sound and Music - Novità discografiche MAGGIO 2010 Il ritorno di Lortie Louis Lortie ritorna in casa Chandos riaffrontando la musica pianistica di Chopin. Nel primo volume: Notturni, Scherzi e la Sonata in Si bemolle minore CHAN10 CHAN CHAN10588 10588 1058 88 Columns - MAGGIO 2010 In questo numero… Hyperion Helios APR CPO Chandos Telarc Mariinsky Wigmore Hall Live Tactus Supraphon Urania Playa Sound Fim OMR ORG Premium Pure Pleasure Speakers Corner Stockfisch 2 6 6 7 9 13 13 14 15 19 20 20 21 21 24 24 25 26 27 L’intervista: Andrea Macinanti 17 di Giovanni Tasso Da non perdere: Sampler Playa Sound 22 ,90 €3 ) gliato consi zzo (pre Primo piano: Belafonte - At Carnegie Hall 25 AA.VV. CONCERTI PER FLAUTO NAPOLETANI Carlo Ipata, flauto barocco e direzione Auser Musici CDA67784 (CD alto prezzo) G. De Majo: Concerto per flauto in sol maggiore G. Rava: Concerto per flauto in si minore T. Prota: Concerto per flauto in do maggiore N. Jommelli: Concerto per flauto in re maggiore A. Palella: Concerto per flauto n. 2 in sol maggiore Le registrazioni dell’ensemble di strumenti originali pisano Auser Musici sono state lodate dalla stampa specializzata di tutto il mondo per il loro raffinato approccio filologico, per i loro morbidi e fascinosi impasti sonori e per il fatto di aver riportato alla luce molte gemme virtualmente sconosciute del Barocco italiano. Uno dei repertori di elezione di Auser Musici è costituito dalle opere per flauto traversiere del Sei-Settecento, come si può notare dallo splendido disco dedicato ai quintetti per flauto e archi di Luigi Boccherini, che è stato accolto in termini estremamente positivi. Questo disco vede il ritorno del direttore Carlo Ipata anche in veste di solista. Dopo essersi concentrato sulla produzione di compositori toscani o attivi in Toscana, l’ensemble Auser Musici volge di nuovo la sua attenzione sul ricchissimo repertorio del Settecento napoletano. In quel periodo la capitale partenopea conobbe una straordinaria fioritura artistica e offrì un gran numero di opportunità a decine di giovani musicisti di grande talento. Il programma di questo disco comprende una bella antologia di opere scritte da contemporanei virtualmente sconosciuti – fatta eccezione per Niccolò Jommelli – di alcuni dei protagonisti del panorama musicale europeo, primo tra tutti Nicola Porpora, le cui opere furono eseguite nei teatri delle città principali dell’epoca, da Londra a Vienna a San Pietroburgo. L’ensemble Auser Musici su HYPERION: LUIGI BOCCHERINI QUINTETTI PER ARCHI E FLAUTO Carlo Ipata, flauto barocco, Auser Musici CDA67646 (CD alto prezzo) 2 Columns - MAGGIO 2010 ANTONIO CESTI LE DISGRAZIE D’AMORE Solisti, Auser Musici, Carlo Ipata CDA67771/2 (2 CD alto prezzo) CHRISTIAN JOSEPH LIDARTI CONCERTI PER VIOLINO E ARCHI Francesco D’Orazio, Auser Musici, Carlo Ipata CDA67685 (CD alto prezzo) NICOLA PORPORA OR SÌ M’AVVEGGIO, OH AMORE – CANTATE PER SOPRANO Elena Cecchi Fedi, Auser Musici, Carlo Ipata CDA67621 (CD alto prezzo) LUDWIG VAN BEETHOVEN SONATE PER PIANOFORTE Steven Osborne, pianoforte CDA67662 (CD alto prezzo) L. van Beethoven: Sonata op. 27 n. 2 Al chiaro di luna; Sonata op. 13 Patetica; Sonata op. 79; Sonata op. 53 Waldstein Dopo aver eseguito per molti anni in concerto le sonate di Beethoven suscitando l’unanime entusiasmo sia del pubblico sia della critica, Steven Osborne registra per la prima volta queste gemme della letteratura pianistica per la Hyperion. Fin dalle prime note del movimento iniziale della celebre Al chiaro di luna appare evidente la grandezza di Osborne, ritenuto da molti critici uno degli interpreti beethoveniani più autorevoli in circolazione, che non hanno mancato di sottolineare che negli ultimi tempi si sono viste ben poche incisioni pervase da una partecipazione emotiva, un’intelligenza musicale, una profondità espressiva e una capacità intuitiva paragonabili a quelle del pianista inglese. Il programma comprende tre delle sonate più famose della smisurata cordigliera beethoveniana e la “piccola” Sonata op. 79. PIERRE MOULU OPERE SACRE The Brabant Ensemble, Stephen Rice Il Brabant Ensemble diretto da Stephen Rice strappa dall’oblio un altro maestro della gloriosa stagione rinascimentale. Fino a questo momento si è riusciti a scoprire ben poco della vita di Pierre Moulu, un destino che peraltro accomuna molti compositori suoi contemporanei, compresi i più importanti. Per nostra fortuna, le sue opere trovarono una certa fortuna tra i suoi contemporanei e riuscirono ad attirare l’attenzione di diversi studiosi fin dagli ultimi anni del XIX secolo. Nonostante questo, come la maggior parte del repertorio polifonico del XVI secolo, le opere di Moulu sono state eseguite solo sporadicamente e questo disco rappresenta la prima incisione assoluta dedicata a questo compositore degno di maggiore considerazione. L’opera più famosa di Moulu è senza dubbio la Missa Alma redemptoris mater, uno straordinario affresco polifonico che può essere eseguito con o senza pause, in quanto la sua struttura è stata concepita per soddisfare a entrambe le esigenze. In questo disco viene proposta la versione breve, con l’aggiunta di due sezioni tratte dalla versione lunga. Nelle sue interessantissime note di copertina Stephen Rice, spiega le modalità di impiego liturgico di entrambe le versione, consentendoci di scoprire un aspetto virtualmente sconosciuto del repertorio sacro del XVI secolo. Il programma è completato dalla messa-parodia Missus est Gabriel angelus basata sull’omonimo mottetto di Josquin Desprez (anch’esso presente) e da due mottetti dai toni contrastanti che – anche grazie a un’interpretazione intensa e molto commovente e a una qualità sonora ai limiti della perfezione – ci consentono di riscoprire un compositore dal talento cristallino. Il Brabant Ensemble diretto da Stephen Rice su HYPERION THOMAS CRECQUILLON MISSA MORT M’A PRIVÉ CDA67596 (CD alto prezzo) NICOLAS GOMBERT TRIBULATIO ET ANGUSTIA CDA67614 (CD alto prezzo) PIERRE DE MANCHICOURT MISSA CUIDEZ VOUS QUE DIEU CDA67761 (CD alto prezzo) P. Moulu: Mater floreat; Missa Missus est Gabriel angelus; In pace; Missa Alma redemptoris mater (Messe à deux visaiges ou plus) J. Desprez: Missus est Gabriel angelus CDA67604 (CD alto prezzo) CRISTÓBAL DE MORALES MAGNIFICAT, MOTTETTI E LAMENTAZIONI CDA67694 (CD alto prezzo) 3 Columns - MAGGIO 2010 THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO - VOLUME 8 HENRY VIEUXTEMPS Viviane Hagner, violino Royal Flemish Philharmonic Orchestra, Martyn Brabbins CDA67798 (CD alto prezzo) L’ottavo volume della collana Romantic Violin Concerto – degna controparte della straordinaria serie Romantic Piano Concerto, che lo scorso mese di aprile ha tagliato il prestigioso traguardo del cinquantesimo volume – propone tre splendide opere del compositore belga Henry Vieuxtemps, considerato dai suoi contemporanei il violinista di maggior talento venuto dopo l’inarrivabile Niccolò Paganini. Vieuxtemps non si limitò mai a fare sfoggio di un virtuosismo fine a se stesso e sia nei concerti sia nelle opere cameristiche adottò sempre strutture classiche di ampio respiro, rifuggendo dalle funamboliche variazioni e dalle brillanti fantasie su temi operistici che tanto piacevano ai pubblici della seconda metà del XIX secolo. Il Concerto n. 4 in re minore op. 31 è un lavoro di ampie proporzioni pervaso da un tono eroico. Berlioz definì questo concerto una sinfonia per violino e orchestra, ravvisandovi diverse analogie con il suo Aroldo in Italia. Il Concerto n. 5 in la minore op. 37 vide la luce qualche anno più tardi su richiesta di Hubert Léonard, uno degli amici più intimi di Vieuxtemps, per un concorso che era stato indetto dal Conservatorio di Bruxelles. Sebbene sia stato concepito per mettere alla prova le doti di studenti, questo concerto è riuscito a mantenere un ruolo di una certa importanza nel repertorio violinistico, al punto che la sua attuale popolarità è con ogni probabilità maggiore di quella del Concerto n. 4. La Fantasia appassionata op. 35 venne scritta poco dopo il Concerto n. 5, probabilmente nel 1860. A differenza dei concerti, quest’opera lascia ampio spazio al virtuosismo, per quanto il suo unico movimento presenti una magistrale sequenza di sezioni dai toni contrastanti che non esalta solo la padronanza tecnica del solista, ma garantisce anche un ascolto tanto interessante nella varietà dei contenuti quanto gradevole sotto l’aspetto melodico. Questo splendido disco segna anche il debutto di Viviane Hagner, una violinista di grandissimo talento eletta qualche anno fa BBC New Generation Artist e già acclamata dalla stampa specializzata di tutto il mondo per la sua straordinaria intelligenza musicale e per l’accesa passionalità delle sue interpretazioni. 4 THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 1 CAMILLE SAINT-SAËNS Philippe Graffin, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins CDA67074 (CD alto prezzo) THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 2 SIR CHARLES VILLIERS STANFORD Anthony Marwood, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins CDA67208 (CD alto prezzo) THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 3 JENŐ HUBAY – CONCERTI N. 3 E N. 4 Hagai Shaham, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins CDA67367 (CD alto prezzo) THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 4 MORITZ MOSZKOWSKI MIECZYSLAW KARLOWICZ Tasmin Little, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins CDA67389 (CD alto prezzo) THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 5 SAMUEL COLERIDGE-TAYLOR SIR ARTHUR SOMERVELL Anthony Marwood, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins CDA67420 (CD alto prezzo) THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 6 JENŐ HUBAY – CONCERTI N. 1 E N.2 Hagai Shaham, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins CDA67498 (CD alto prezzo) THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL. 7 ANTON ARENSKY – SERGEI TANEYEV Ilya Gringolts, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Ilan Volkov CDA67642 (CD alto prezzo) Columns - MAGGIO 2010 AA.VV. MUSICA SACRA DAL CHIRK CASTLE PART-BOOKS CDA67695 (CD alto prezzo) DOMINIQUE PHINOT MISSA SI BONA SUSCEPIMUS CDA67696 (CD alto prezzo) AA.VV. TRII PER ARCHI E PIANOFORTE CECHI Florestan Trio CDA67730 (CD alto prezzo) B. Smetana: Trio per archi e pianoforte op. 15 B. Martinů: Trio n. 1 per archi e pianoforte Cinq pièces brèves P. Eben: Trio per archi e pianoforte Dopo aver deliziato sia il pubblico degli appassionati sia la critica con due dischi dedicati all’opera di Antonín Dvorák (CDA66895 e CDA67572), il Florestan Trio prosegue la sua esplorazione dei trii per archi e pianoforte scritti da compositori boemi. I tre lavori presentati in questo disco coprono idealmente tutta la durata di quella che viene definita “scuola nazionale ceca”. Considerato il padre fondatore di questa tradizione musicale, Bedrich Smetana portò per la prima volta i canti e le danze popolari del suo paese all’attenzione del pubblico europeo e pose le basi di quell’idioma nazionale che nel XX secolo ha avuto uno dei suoi massimi esponenti in Petr Eben, un compositore di grande talento scomparso nel 2007. Tuttavia, nel corso degli anni i compositori cechi subirono un gran numero di influenze diverse. Il brano composto per primo, il Trio di Smetana, presenta molte analogie con gli stili degli autori più in voga dell’epoca – tra cui Schumann e Liszt – e tende a lasciare gli elementi “popolari” sullo sfondo. Al contrario, il Trio n. 1 per archi e pianoforte di Bohuslav Martinů risente in maniera evidente dell’eccitante atmosfera cosmopolita di Parigi, la città in cui viveva in quegli anni il compositore ceco, mentre Petr Eben partì dal neoclassicismo di Martinů e dei suoi contemporanei, sviluppandolo in modo molto originale. Nel complesso si tratta di un disco molto stimolante, che consente di scoprire l’infinita varietà di una scuola nazionale conosciuta ancora troppo per stereotipi. MUZIO CLEMENTI INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE Howard Shelley, pianoforte M. Clementi: Sonata op. 34 n. 1; Sonata op. 34 n. 2; Sonatina op. 36 n. 1; Sonatina op. 36 n. 2; Sonatina op. 36 n. 3; Sonatina op. 36 n. 4; Sonatina op. 36 n. 5; Sonatina op. 36 n. 6; Sonata op. 37 n. 1; Sonata op. 37 n. 2; Sonata op. 37 n. 3; Sonata op. 46 Con questo quinto slimbox doppio offerto al prezzo di un solo CD, la splendida integrale delle opere per pianoforte di Muzio Clementi portata avanti da Howard Shelley raggiunge la penultima tappa. Negli ultimi anni del XVIII secolo, quando vennero date alle stampe le sonate e le sonatine proposte in questo disco (fatta eccezione per la Sonata op. 46), Clementi dedicò la maggior parte delle sue energie all’insegnamento. Tra i suoi allievi vi erano i rampolli delle famiglie più agiate di Londra, che potevano permettersi di pagare il principesco onorario di una ghinea all’ora preteso dal grande virtuoso romano. Oltre alla crème dell’aristocrazia londinese, Clementi annoverava tra i suoi allievi diversi giovani musicisti destinati a fare strada, tra cui Johann Baptist Cramer, Theresa Jansen, Benoît-August Bertini e John Field. A giudicare della loro scrittura irta di difficoltà tecniche, le sonate proposte in questo volume potrebbero essere state scritte per questi allievi e altri solisti di talento ed è molto probabile che alcune siano state eseguite dallo stesso Clementi nei raffinati salotti della capitale britannica. Le sonatine vennero invece concepite per musicisti tecnicamente meno ferrati e oggi figurano tra le opere più famose di Clementi per il fatto di essere incluse nel repertorio più battuto degli studenti di pianoforte. Sotto questo aspetto, questo volume può rivestire un grande interesse non solo per gli appassionati del repertorio pianistico, ma anche per i pianisti in erba e per i loro insegnanti. Già disponibile di Muzio Clementi: INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE CDA67632 (2 CD al prezzo di uno) INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE CDA67717 (2 CD al prezzo di uno) INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE CDA67729 (2 CD al prezzo di uno) INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE – VOL. 5 CDA67738 (2 CD al prezzo di uno) – VOL. 1 – VOL. 2 – VOL. 3 – VOL. 4 CDA67814 (2 CD al prezzo di uno) 5 Columns - MAGGIO 2010 GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA OPERE SACRE The Choir of Westminster Cathedral, James O’Donnell CDH55335 (CD medio prezzo) G. Pierluigi da Palestrina: Viri Galilaei; Missa Viri Galilaei; O rex gloriae; Missa O rex gloriae «L’intensissima interpretazione di queste due splendide messe di Palestrina rende questa nuova uscita della Hyperion un disco assolutamente imperdibile» (Organists Review) «Guidato dal suo nuovo Master of Music James O’Donnell, il Westminster Cathedral Choir sfoggia un’interpretazione intensa e commovente, in linea con i suoi elevatissimi standard» (BBC Record Review) GRAMOPHONE CRITICS’ CHOICE Questo nuovo disco rappresenta il primo volume di una serie della Hyperion che vedrà protagonista il celebre ensemble His Majestys Sagbutts and Cornetts. Il programma propone una splendida silloge delle opere composte nell’arco di due secoli in Italia, Germania e Spagna e consente all’ascoltatore di immergersi in un’atmosfera molto affascinante. La pompa e lo splendore musicale delle cerimonie reali di quel tempo trova espressione in un repertorio cameristico di grande eleganza e raffinatezza che vedeva protagonisti vasti gruppi musicali dalle sonorità ricche e molto evocative. «Questo disco propone un repertorio di grande interesse eseguito con assoluta maestria su strumenti originali» (Classic CD) «Il programma di questo CD possiede tutte le caratteristiche tipiche di un grand tour: è infatti istruttivo, divertente e molto stimolante. Nel complesso si tratta di un disco degno di essere preso in seria considerazione» (BBC Music Magazine) «Caldamente raccomandato» (Gramophone) «Un disco da raccomandare in toto» (Fanfare, Stati Uniti). THE RUSSIAN PIANO TRADITION - VOL. 13 THE GOLDENWEISER SCHOOL Grigory Ginzburg, pianoforte APR5672 (CD medio prezzo) AA.VV. HIS MAJESTYS SAGBUTTS AND CORNETTS GRAND TOUR His Majestys Sagbutts and Cornetts CDH55344 (CD medio prezzo) G. Buonamente: Sonata a sei; Canzona a sei B. Marini: Sinfonia grave La Zorzi; Sonata a quattro tromboni; Sonata a sei T. Merula: Chiacona G. de Macque: Seconde Stravaganze G. Bassano: Vestiva i colli D. Castello: Sonata duodecima F. de Peñalosa: O Domina sanctissima Anonimo: Canciónes de clarines; Entrada de clarines; Canción de clarín; Otra canción, con eco; Canción de clarín, muy aprisa el compás, respondiendo el eco F. Correa de Arauxo: Tiento de segundo tono J. Ximénez: Batalla de octavo tono M. Weckmann: Toccata III J. Schein: Padoana; Canzona super Cantionem gallicam Est-ce Mars?; Galliarda La Battaglia J. Vierdanck: Sonata 31 Als ich einmal Lust bekam; Sonata 28 6 J.S. Bach-F. Busoni: Toccata e Fuga in re minore BWV 565 C.M. von Weber: Rondò brillante J252 La gaité R. Schumann: Studio da Paganini op. 3 n. 2; Studio da Paganini op. 3 n. 4; Tema e variazioni sul nome Abegg op. 1 F. Chopin: Improvviso n. 1 op. 29; Improvviso n. op. 36; Improvviso n. 3 op. 51; Fantasia Improvviso op. 66; Polacca op. 71 n. 2; Polacca op. 53 Eroica J. Strauss IISchulz-Evler: Concert Arabesque sul Bel Danubio blu J. Strauss II-Grünfeld: Frühlingsstimmen op. 410 Grigory Ginzburg (1904-1961) è considerato da molti addetti ai lavori il più grande virtuoso attivo in Unione Sovietica ed è un vero peccato che le autorità sovietiche gli abbiano proibito di esibirsi in Occidente dopo la fine degli anni Trenta. Ginzburg focalizzò la propria attenzione soprattutto sul repertorio romantico del XIX secolo. In particolare, uno dei suoi compositori preferiti fu Franz Liszt, di cui registrò numerose parafrasi su temi d’opera, opere dai tratti spiccatamente virtuosistici che erano caduti nel dimenticatoio. Questo CD costituisce il secondo di due dischi dedicati alle prime inci- Columns - MAGGIO 2010 sioni su 78 giri di Ginzburg, realizzate per la maggior parte negli anni Quaranta. Queste incisioni sono estremamente rare, al punto che molte delle interpretazioni presentate in questo disco riusciranno a stupire anche i più grandi esperti del repertorio pianistico. Le elegantissime interpretazioni di Ginzburg rivelano un assoluto controllo anche nei passaggi più spinosi – che sotto le due dita non sembrano più difficili di una semplice sonata di Haydn – un fatto che ci consente di apprezzare un numero di dettagli e di preziosismi musicali nettamente superiore rispetto a qualsiasi altra registrazione. CHARLES GOUNOD dell’importanza di quest’opera, i vertici del Teatro di Osnabrück hanno deciso di investire tempo e denaro per ricostruirne le partitura, che fino a pochi anni fa era disponibile solo in forma frammentaria. Questo imponente lavoro di ricerca è stato coronato dalla prima esecuzione in Germania dell’opera horror di Gounod, che vede protagonista una famiglia nobile, con tanto di fantasmi degli antenati a infestare le notti. Il compositore francese dà il meglio della propria arte nelle scene dai toni più thriller, suscitando grandi emozioni, tratteggiando scene d’amore passionali e scatenando terribili scoppi di violenza. Gounod si dimostra un vero e proprio maestro nel dosare la suspense, una caratteristica che l’eccellente cast di cantanti e una Osnabrücker Symphonieorchester in stato di grazia diretta con polso e molto buon gusto da un ispirato Hermann Bäumer riescono a riportare alla luce con impressionante brillantezza. LA NONNE SANGLANTE Solisti, Chor und Herren-Extrachor des Theaters Osnabrück Osnabrücker Symphonieorchester, Hermann Bäumer CPO777388 (2 CD alto prezzo) CARL DAVIDOFF - PIOTR ILIC CIAIKOVSKY CONCERTI PER VIOLONCELLO E ORCHESTRA Wen-Sinn Yang, violoncello Shanghai Symphony Orchestra, Terje Mikkelsen CPO777432 (CD alto prezzo) Il libretto dell’opera La nonne sanglante (La suora sanguinaria) di Charles Gounod è basato su The Monk, un romanzo scritto all’inizio del XIX secolo da Matthew Gregory Lewis che ottenne un grandissimo successo, pur suscitando una certa riprovazione per il fatto di accostare qualche spunto religioso ai tipici elementi della letteratura gotica. Nonostante il grande favore con cui il pubblico parigino accolse la prima rappresentazione del 1854, il nuovo direttore del teatro della capitale francese dimostrò una netta ostilità nei confronti della disinvolta commistione di temi sacri e profani della Nonne sanglante, un fatto che ne causò l’uscita dal repertorio dopo pochissime repliche. Consapevoli C. Davidoff: Concerto n. 3 per violoncello e orchestra; Concerto n. 4 per violoncello e orchestra P.I. Ciaikovsky: Notturno per violoncello e orchestra op. 19 n. 4; Pezzo capriccioso per violoncello e orchestra op. 62; Andante cantabile per violoncello e orchestra Quando nel 2007 annunciò l’uscita dei primi due concerti per violoncello e orchestra di Carl Davidoff, il direttore artistico della CPO Burkhard Schmilgun espresse anche l’intenzione di registrare gli altri due concerti del grande virtuoso di violoncello di origine lettone. L’impegno preso da Schmilgun era facile solo sulla carta, in quanto prima di pensare a qualsiasi incisione bisognava reperire le partiture di queste due opere. Ebbe così inizio un lungo e paziente lavoro di ricerca, che alla fine venne coronato dal successo. Grazie alla sua passione nei confronti del repertorio meno noto, la casa discografica tedesca può così presentare la prima registrazione mondiale di queste due bellissime opere, offrendo agli studiosi e agli appassionati nuovi elementi per valutare il reale valore di Davidoff come compositore. Il fatto che Wen-Sinn Yang sia l’interprete ideale per farsi carico di questo compito è stato ampiamente dimostrato dal primo disco, accolto con unanime entusiasmo dalla stampe specializzata di tutto il mondo. Il programma di questo disco è completato dall’integrale delle opere per violoncello e orchestra di Ciai7 Columns - MAGGIO 2010 kovsky, interpretata dal solista svizzero di origine taiwanese con rara autorevolezza e un gusto molto raffinato. Già disponibile: CARL DAVIDOFF - PIOTR ILIC CIAIKOVSKY CONCERTI PER VIOLONCELLO E ORCHESTRA N. 1 E N. 2 VARIAZIONI SU UN TEMA ROCOCÒ Wen-Sinn Yang, violoncello Orchestra Sinfonica Nazionale della Lettonia, Terje Mikkelsen CPO777263 (CD alto prezzo) CARL ZELLER DER OBERSTEIGER (IL CAPO MINATORE) Solisti, Chor des Musik Theater Schönbrunn Orchester des Musik Theater Schönbrunn, Herbert Mogg CPO777549 (2 CD al prezzo di 1) «Più salario e meno orario!»: con questo slogan ripetuto incessantemente il sorvegliante capo della miniera Martin diede inizio al primo sciopero che andò in scena sul palco dell’operetta viennese. Anche se le rivendicazioni salariali dei minatori vennero vanificate nel corso dell’intricata trama di Der Obersteiger, dopo la prima rappresentazione di questa operetta di Carl Zeller i critici musicali dell’epoca furono concordi nel dichiarare che un tema scottante dell’epoca era stato messo in burletta. Il ruolo di questo “sindacalista in tempo ternario” venne ricoperto con «deliziosa brillantezza» da Alexander Girardi, uno dei mattatori del panorama teatrale viennese di quegli anni, che nel 1891 aveva portato al trionfo un’altra operetta di Zeller, Der Vogelhändler. Va comunque detto che la composizione costituiva solo un hobby per Zeller, che ricoprì la carica di funzionario e poi direttore del Ministero Regio-Imperiale dell’Educazione Pubblica di Vienna. Oggi è quasi incredibile pensare che dalla penna di un dipendente pubblico siano uscite melodie di sublime bellezza come «Schenkt man sich Rosen in Tirol» e «Als mein Ahnl zwanzig Jahr». Caratterizzata da un’aristocratica eleganza stilistica e da una irresistibile vena melodica, Der Obersteiger costituisce una nuova splendida perla nella serie di operette di Johann Strauss, Franz Lehár e Carl Zeller portata avanti dalla CPO. CARL NIELSEN – RUED LANGGAARD OPERE PER ORGANO Friedhelm Flamme, organo CPO777414 (SACD alto prezzo) 8 C. Nielsen: Integrale delle opere per organo R. Langgaard: Ascension Day; “Buried” – prima domenica dopo la Festa della Trinità; Harvest Prelude; At the Funeral of Axel Gade; Wedding March Messosi prepotentemente in evidenza tra gli appassionati di organo di tutto il mondo per i sette strepitosi volumi della collana dedicata al repertorio della Germania settentrionale del Sei-Settecento, Friedhelm Flamme si concede un gradito diversivo con un SACD che propone tutte le opere per organo di Carl Nielsen e cinque brani del poco noto Rued Langgaard. Tra i compositori che esercitarono qualche influenza su Nielsen, uno dei più importanti fu senza dubbio la grande speranza del cosiddetto “movimento organistico” tedesco, il cui autorevole ritorno ai gloriosi principi barocchi fece numerosi proseliti tra i musicisti del XX secolo e i cui ideali trovarono terreno fertile in Nielsen, il cui stile antiromantico gli permise di dare un contributo di grande importanza alla tradizione del canto da camera danese e alla ripresa del genere sinfonico. Da notare che questo disco presenta in prima registrazione mondiale Melody, un brano di breve durata pubblicato per la prima volta nell’edizione integrale delle opere per pianoforte e organo nel 2006. Flamme esegue queste opere brillanti e ricche di originalità sull’organo Mühlesein della Chiesa abbaziale di Bad Gandersheim. LOUIS THÉODORE GOUVY IPHIGÉNIE EN TAURIDE Solisti, Kantorei Saarlouis, La Grande Société Philharmonique, Joachim Fontaine, direttore CPO777504 (2 CD alto prezzo) Una serie di circostanze politiche e culturali – riguardanti l’appartenenza della Lorraine/Lothringen alla Francia o alla Germania – mise Théodore Gouvy in bilico tra i due paesi, una posizione molto scomoda che mantenne per tutta la sua vita e che ebbe ripercussioni non trascurabili sulla sua carriera. Inoltre, nella seconda metà del XIX secolo era molto insolito che un compositore francese non assegnasse all’opera un ruolo centrale nella sua produzione e il suo totale rifiuto per i drammi musicali di Wagner contribuì a renderlo una sorta di mosca bianca nel panorama musicale francese della sua epoca. In ogni caso, bisogna riconoscere Columns - MAGGIO 2010 che Gouvy riservò un occhio di riguardo all’oratorio, un genere che rientra di diritto nel filone drammatico. Gouvy compose sei oratori di ampio respiro, due dei quali basati su soggetti nordici e altri due su tragedie greche. Iphigénie en Tauride fu pubblicata nel 1884 dalla casa editrice Breitkopf di Lipsia in una versione bilingue e venne eseguita per la prima volta nella stessa città. I critici presenti in sala espressero giudizi molto lusinghieri, sottolineando che «le emozioni vissute dai protagonisti sono ancora molto attuali; in particolare, il profondo dolore provato da Iphigénie, da Oreste e dai prigionieri greci trova espressione in una linea musicale molto commovente». Oggi la CPO ripropone questo splendido oratorio nell’intensa interpretazione di un cast di cantanti di alto livello accompagnati da un’eccellente Le Grande Société Philharmonique diretta con piglio e molto buon gusto da un ispirato Joachim Fontaine. Louis theodore gouvy su CPO: LOUIS THÉODORE GOUVY SINFONIE N. 3 E N. 5 Deutsche Radio Philharmonie Saarbrücken Kaiserslautern, Jacques Mercier CPO777379 (CD alto prezzo) LOUIS THÉODORE GOUVY SINFONIA N. 6. SINFONIETTA IN RE MAGGIORE Deutsche Radio Philharmonie Saarbrücken Kaiserslautern, Jacques Mercier CPO777380 (CD alto prezzo) AA.VV. OPERE PER CONSORT DI VIOLE DA GAMBA Klaus Mertens, basso Hamburger Ratsmusik, Simone Eckert, direttore CPO777451 (CD medio prezzo) Anonimo: Fantasia in sol maggiore; Fantasia in la maggiore J.H. Schmelzer: Ritornello – Del silentio notturno G. Legrenzi: Sonata in mi minore; Sonata in do minore G. Valentini: Sonata enarmonica; In te Domine speravi Leopoldo I: Sonata J.J. Froberger: Capriccio in fa maggiore; Toccata in sol maggiore; Capriccio n. XII; Capriccio in sol maggiore; Suite in si bemolle maggiore Ferdinando III: Jesu Corona Virginum Oltre che per i loro fortunati matrimoni di stato, gli imperatori Asburgo sono passati alla storia anche il grande amore con cui si dedicarono alla musica e alle arti. Compositore di buon talento ed eccellente suonatore di viola da gamba, l’imperatore Leopoldo I fece prosperare le arti e garantì al suo strumento favorito gli ultimi successi di una storia lunga e gloriosa. In Italia lo strumento ad arco preferito dalla nobiltà era ormai passato completamente di moda, mentre alla corte francese Luigi XIV – il nemico più temibile degli Asburgo – continuava ad assicurargli i suoi favori. Grazie all’interessamento di Leopoldo I nella capitale asburgica videro la luce meravigliose opere per viola da gamba dallo stile inconfondibilmente italiano. In questo disco l’ensemble Hamburger Ratsmusik diretto da Simone Eckert propone una ricca antologia di opere secentesche che dimostrano quanto fosse amata in quel periodo la viola da gamba. Sotto il profilo cronologico, il programma di questo disco può essere diviso in due parti: i brani più antichi sono stati infatti scelti dalle opere dell’imperatore Ferdinando III, del direttore musicale della sua corte Giovanni Valentini e del celebre organista Johann Jakob Froberger, mentre i lavori più recenti furono scritti durante il regno di Leopoldo I, successore di Ferdinando III, che aveva assunto compositori di grande talento come Johann Heinrich Schmelzer e Giovanni Legrenzi, che fino ad allora aveva ricoperto il prestigioso incarico di maestro di cappella della Basilica di San Marco di Venezia. FRYDERYK CHOPIN OPERE PER PIANOFORTE – VOL. 1 Louis Lortie, pianoforte CHAN10588 (CD alto prezzo) F. Chopin: Notturni; Scherzi; Sonata in si bemolle minore «Nel loro recital i grandi pianisti del XIX secolo avevano l’abitudine di far precedere a ogni brano in programma una breve improvvisazione nella medesima tonalità, in modo da far entrare il pubblico “nell’atmosfera giusta”. Per supplire a questa forma d’arte ormai dimenticata, ho ritenuto di eseguire prima di ogni opera chopiniana di ampio respiro un notturno. In questo modo, i notturni assumono quasi il carattere di un’improvvisazione, che fa da contraltare alla scrittura densa e molto elaborata delle ballate, degli scherzi e delle sonate. Questo approccio può essere trasferito senza problemi da un recital concertistico a un disco e garantisce agli appassionati un ascolto più gradevole e variegato di un programma che contempli in sequenza i principali monumenti del grande compositore polacco». Con questa breve premessa Louis Lortie spiega la struttura di questo disco, con il 9 Columns - MAGGIO 2010 quale lo straordinario virtuoso franco-canadese celebra il bicentenario della nascita di Chopin alternando gli scherzi e la grande Sonata in si bemolle minore – più conosciuta con il nome di Funebre – a una scelta di notturni. Queste opere immortali esaltano al massimo la tecnica stratosferica e l’accesa sensibilità di Lortie. Da segnalare che questo disco segna il ritorno di Lortie alla Chandos, etichetta con cui si era messo in grandissima evidenza molti anni fa. In particolare, oltre 20 anni fa il virtuoso canadese realizzò per la casa discografica inglese una strepitosa registrazione degli Studi op. 10 e op. 25 che lo consacrò tra i più grandi interpreti di Chopin e che venne inserita dall’autorevole BBC Music Magazine nella classifica delle cinquanta più grandi esecuzioni chopiniane di ogni tempo. Louis Lortie su CHANDOS: FRYDERYK CHOPIN PRELUDI Louis Lortie, pianoforte CHAN9597 (CD alto prezzo) FRYDERYK CHOPIN 10 E OP. 25 Louis Lortie, pianoforte CHAN8482 (CD alto prezzo) STUDI OP. FRYDERYK CHOPIN – ROBERT SCHUMANN CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA Louis Lortie, pianoforte Philharmonia Orchestra, Neeme Järvi CHAN9061 (CD alto prezzo) FRANZ LISZT INTEGRALE DELLE OPERE PER PIANOFORTE E ORCHESTRA Louis Lortie, pianoforte Residentie Orchestra The Hague, George Pehlivanian CHAN10371(3) (3 CD medio prezzo) MAURICE RAVEL – GABRIEL FAURÉ OPERE PER PIANOFORTE E ORCHESTRA Louis Lortie, pianoforte London Symphony Orchestra, Rafael Frühbeck de Burgos CHAN8773 (CD alto prezzo) MAURICE RAVEL R. Wagner: Parsifal – An Orchestral Quest; Tannhäuser (Preludio e Musica del Venusberg); Lohengrin (Preludio al terzo atto) Neeme Järvi e la Royal Scottish National Orchestra propongono questo mese il secondo dei quattro dischi dedicati agli arrangiamenti delle opere di Richard Wagner realizzati da Henk de Vlieger. A proposito del primo disco (A Ring: An Orchestral Adventure), il critico della rivista Classic CD ha scritto: «Il compositore olandese Henk de Vlieger ha concepito un poema sinfonico che riflette efficacemente gli abissi drammatici della Tetralogia wagneriana». In Parsifal, An Orchestral Quest, opera commissionata dalla Netherlands Radio Philharmonic Orchestra e dedicata ai membri di questa orchestra, de Vlieger ha condensato i momenti più importanti sotto gli aspetti musicale ed emotivo dell’opera di Wagner e – ove necessario – li ha inseriti in un nuovo contesto, ripercorrendo la vicenda di Parsifal con la musica del grande compositore tedesco. Per raggiungere la massima intensità possibile, de Vlieger ha deciso di mantenere la struttura simmetrica che caratterizza l’opera wagneriana. Il programma è completato dagli arrangiamenti dello stesso Wagner dell’ouverture e della musica del Venusberg del Tannhäuser e della versione da concerto del Preludio al terzo atto del Lohengrin. Allo scopo di enfatizzare al massimo il turgore sonoro di queste spettacolari interpretazioni, la Chandos ha deciso di presentare questo titolo con l’altissima definizione del SACD, un fatto che non potrà che fare piacere sia agli appassionati della grande musica sia agli audiofili più esigenti. Già disponibile: RICHARD WAGNER – AN ORCHESTRAL ADVENTURE Royal Scottish National Orchestra, Neeme Järvi, direttore CHSA5060 (SACD alto prezzo) A RING MIECZYSLAW WEINBERG SINFONIE N. 1 E N. 7 Gothenberg Symphony Orchestra, Thord Svedlund INTEGRALE DELLE OPERE PER PIANOFORTE Louis Lortie, pianoforte CHAN10142 (2 CD medio prezzo) RICHARD WAGNER PARSIFAL – AN ORCHESTRAL QUEST Royal Scottish National Orchestra, Neeme Järvi, direttore CHSA5077 (SACD alto prezzo) 10 CHSA5078 (SACD alto prezzo) L’integrale delle opere orchestrali di Weinberg varata dalla Chandos è stata definita dalla principali riviste specializzate una delle serie di maggiore interesse dedicate al repertorio novecentesco e – insieme all’integrale dei quartetti per archi portata avanti dalla CPO – ha dato un contributo fondamentale alla rivalutazione di un compositore di grande talento. Columns - MAGGIO 2010 TOMASO ALBINONI – CONCERTI OP. 10 Collegium Musicum 90, Simon Standage HOMAGE TO A SPANISH GRANDEE PRIMA SCELTA CHAN076 i migliori a prezzo speciale € 14,90 Nel quinto disco dedicato alla produzione strumentale di Tomaso Albinoni il Collegium Musicum 90 diretto da Simon Standage presenta una scelta dei concerti dell’op. 10, una raccolta assai poco conosciuta che vanta una discografia estremamente striminzita. I concerti dell’op. 10 furono riscoperti nel 1961 in due piccole collezioni private, un fatto che spinse alcuni musicologi a studiarli, senza però portarli all’attenzione degli appassionati di rarità settecentesche. A causa di questo disinteresse, questi concerti sono stati registrati solo due volte e non è ancora disponibile un’edizione critica moderna. Albinoni dedicò i concerti op. 10 al marchese di Castelar Don Luca Fernando Patiño, che era arrivato in Italia come comandante di un esercito spagnolo. In considerazione del rango elevato del dedica- (prezzo consigliato - fino al 30.06.2010) tario, Albinoni scrisse opere ricche di personalità e dallo stile molto originale. Scrivendo queste opere Albinoni fece diverse allusioni all’origine dell’aristocratico dedicatario: per esempio, nel primo movimento del Concerto n. 11 si può notare una vivacissima evocazione del flamenco, caratterizzata da toni fortemente percussivi. Nelle sue note di copertina, Michael Talbot definisce questi concerti «decisamente “insoliti”, in quanto si discostano notevolmente dallo stile che ci si aspetterebbe di trovare nelle opere di un compositore attivo negli anni Trenta del XVIII secolo, tuttavia si tratta di lavori molto peculiari per Albinoni, che rappresentano la conclusione più logica della sua parabola artistica». Simon Standage suona regolarmente con il Collegium Musicum 90 e con alcune delle migliori formazioni di strumenti originali del Regno Unito ed è ritenuto uno degli esponenti più autorevoli del panorama filologico internazionale. A proposito dell’incisione dei Concerti op. 5, l’American Record Guide ha scritto: «Il Collegium Musicum 90 diretto da Simon Standage ci offre un’interpretazione magnifica e ricca di energia. Si tratta di un disco assolutamente irrinunciabile per gli appassionati del repertorio meno conosciuto del XVIII secolo. Anche la qualità sonora è di alto livello, riuscendo ad abbinare nel modo migliore una definizione chiara e molto trasparente a un suono meravigliosamente caldo». Tomaso Albinoni eseguito dall’ Ensemble Collegium Musicum 90 su CHANDOS: CONCERTI PER OBOE, ARCHI E BASSO CONTINUO OP. Anthony Robson, oboe 7 E OP. 9 CHAN0579 (CD alto prezzo) CONCERTI PER DUE OBOI, ARCHI E BASSO CONTINUO Anthony Robson e Catherine Latham, oboi CONCERTI PER DUE OBOI, ARCHI E BASSO CONTINUO Anthony Robson e Catherine Latham, oboi – VOLUME 2 CHAN0610 (CD alto prezzo) – VOLUME 1 CONCERTI A CINQUE OP. 5 CHAN0663 (CD alto prezzo) CHAN0602 (CD alto prezzo) 11 Columns - MAGGIO 2010 L’ultimo disco di questa serie che ha visto protagonista la Gothenberg Symphony Orchestra diretta da Thord Svedlund è stato descritto dal critico dell’International Record Review come: «Uno dei dischi più eccitanti che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi tempi […] e una registrazione della massima importanza». La musica di Weinberg è caratterizzata da meravigliosi colori orchestrali e da una straordinaria energia ritmica. Shostakovich fu uno degli amici più sinceri di Weinberg – nonché una delle sue principali fonti di ispirazione – e in più di un’occasione lo definì senza mezzi termini «uno dei compositori più interessanti dei giorni nostri». Oltre agli elementi stilistici riconducibili a Shostakovich, nella musica di Weinberg è possibile ravvisare diversi tratti propri della tradizione ebraica e della musica klezmer. Weinberg compose la sua Prima Sinfonia in sol minore nel 1942 a Tashkent. Nel 1939 Weinberg era stato costretto a lasciare in tutta fretta la Polonia invasa dalle truppe naziste per rifugiarsi a Minsk, città che due anni più tardi dovette abbandonare per sfuggire all’avanzata dell’esercito tedesco nel cuore del territorio sovietico. Dopo un lungo viaggio in treno che toccò anche Mosca, Weinberg si stabilì a Tashkent, dove era sfollata la maggior parte dell’élite culturale russa. In questa città Weinberg conobbe la sua prima moglie, Nataliya Vovsi-Mikhoels, figlia di Solomon Mikhoels, uno dei più famosi attori del teatro ebraico russo. Per tutto il resto della sua vita Weinberg considerò l’Unione Sovietica la fonte della sua salvezza, per cui nessuno può sopirsi della sua decisione di dedicare la sua Prima Sinfonia all’Armata Rossa, che all’epoca della composizione era impegnata in una lotta mortale contro gli aggressori che stavano devastando sia il suo paese natale sia la sua patria d’adozione. In questo disco la Prima Sinfonia è abbinata alla Settima Sinfonia, un’opera di grande interesse composta nel 1964 per clavicembalo e archi. Caratterizzata da un impasto sonoro molto originale grazie alla presenza di uno strumento desueto come il clavicembalo, questa sinfonia venne dedicata a Rudolf Barshai, il grande direttore russo che ne diresse la prima esecuzione assoluta. ERNEST JOHN MOERAN INTEGRALE DELLE OPERE PER VOCE E PIANOFORTE Geraldine McGreevy, Adrian Thompson, Roderick Williams, John Talbot, pianoforte CHAN10596(2) (2 CD al prezzo di 1) 12 Ernest John Moeran fu l’ultimo esponente del folto gruppo di grandi compositori inglesi che nei primi vent’anni del XX secolo trassero ispirazione dalle meravigliose melodie dei canti popolari della loro terra. Nell’opera di Moeran appare evidente il retaggio culturale e spirituale della sua doppia nazionalità inglese e irlandese. Allievo di John Ireland e amico di Peter Warlock, Moeran è autore di una vasta produzione che subì l’influenza dello stile di Frederick Delius e di Ralph Vaughan Williams e della struggente bellezza del paesaggio del suo paese. In questo cofanetto doppio offerto al prezzo di un solo CD la Chandos presenta l’integrale delle sue opere per canto e pianoforte, molte delle quali in prima registrazione mondiale. Nel corso della sua carriera Moeran compose 60 lavori per voce e pianoforte, tra i quali spiccano le opere basate su testi di James Joyce, Robert Bridges, William Shakespeare e William Butler Yeats. In ogni caso, la fama postuma di Moeran è legata soprattutto alla opere scritte sui versi tratti da Ludlow Town e A Shropshire Lad di Housman, di cui il soprano Geraldine McGreevy, il tenore Adrian Thompson e il baritono Roderick Williams accompagnati con sensibilità e molto buon gusto dal pianista John Talbot ci offrono una versione destinata a entrare negli annali della discografia. ERNÖ DOHNÁNYI CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA N. 1 E N. 2 Howard Shelley, pianoforte BBC Philharmonic, Matthias Bamert, direttore CHAN10599X (CD medio prezzo) Ernö Dohnányi è rimasto per molti anni ai margini del repertorio più battuto, un fatto assolutamente incomprensibile se si prende in esame la sua vasta produzione, che conta alcune delle opere più brillanti e significative della prima metà del XX secolo. La serie di registrazioni realizzate dalla BBC Philharmonic Orchestra diretta da Matthias Bamert ha dato un contributo di grandissima importanza alla piena rivalutazione di questo compositore ingiustamente dimenticato e ha permesso agli appassionati di rarità novecentesche di scoprire pagine di insospettabile bellezza. Per commemorare il cinquantesimo anniversario della morte di Do- Columns - MAGGIO 2010 hnányi, la Chandos ha deciso di riunire i suoi due concerti per pianoforte e orchestra in un solo CD a medio prezzo, che va ad arricchire la prestigiosa collana Classics. Composti a cinquant’anni di distanza, questi splendidi lavori consentono di apprezzare i tratti principali dell’evoluzione stilistica di Dohnányi. Il Concerto n. 1 garantì al ventunenne autore la vittoria nel Premio Bösendorfer, mentre il Concerto n. 2 è un’opera vasta ed estremamente elaborata, che parecchi musicologi considerano l’ultimo concerto per pianoforte e orchestra composto secondo i dettami dello stile romantico. Questo disco vede protagonista il grande Howard Shelley, autore di una prestazione davvero maiuscola. «Howard Shelley esegue il Concerto n. 2 con un ampio respiro e un irreprensibile virtuosismo» (The Daily Telegraph) «Howard Shelley si conferma l’interprete elegante e assolutamente affidabile che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare in tutti i dischi e i concerti che abbiamo ascoltato» (Gramophone). JOAQUÍN RODRIGO – SERGIO ASSAD OPERE PER CHITARRA E ORCHESTRA Los Angeles Guitar Quartet Delaware Symphony Orchestra, David Amado TELCD31754 (CD alto prezzo) Joaquín Rodrigo (19011999): Concierto Andaluz per quartetto di chitarre e orchestra Sergio Assad (1952): Interchange per quartetto di chitarre e orchestra Questo nuovo titolo della Telarc mette a confronto il primo concerto per quartetto di chitarre e orchestra eseguito dal Los Angeles Guitar Quartet e l’ultimo, scritto appositamente per loro dal compositore brasiliano Sergio Assad. Il Concierto Andaluz di Joaquín Rodrigo vide la luce nel 1965 e fu tenuto a battesimo dai celeberrimi Los Romeros, una delle formazioni che l’ensemble californiano prese a modello fin dai primi anni di attività. Interchange – che viene presentato in questo disco in prima registrazione mondiale – caratterizzato da una commistione di stili molto diversi tra loro, che spazia dalla tradizione ebraica al retaggio iberico, dalle suggestioni asiatiche al jazz contemporaneo e dal blues americano alla scuola brasiliana, che Assad riesce a far coesistere in maniera molto efficace, regalando un ascolto estremamente piacevole. Da notare che i primi quattro movimenti sono stati concepiti espressamente per ciascun membro del LAGQ. Nel complesso si tratta di un disco di grande interes- se, che non può mancare nella discoteca di ogni appassionato di chitarra che si rispetti. IGOR STRAVINSKY OEDIPUS REX. LES NOCES Sergei Semishkur, Evgeny Nikitin, Ekaterina Semenchuk, Gérard Depardieu Orchestra e Coro del Teatro Mariinsky di S. Pietroburgo, V. Gergiev MAR0510 (SACD alto prezzo) I primi dischi dell’etichetta Mariinsky Live hanno presentato le opere più significative di cinque autori russi la cui carriera si è intrecciata a quella del mitico teatro di San Pietroburgo. In occasione della sesta uscita, Valery Gergiev ha concentrato la sua attenzione su due dei lavori più belli di Igor Stravinsky, compositore che durante la sua giovinezza frequentò regolarmente il Mariinsky, dove cantava suo padre. Sebbene siano stati scritti a soli quattro anni di distanza, Les noces e Oedipus Rex rappresentano i vertici di due periodi ben distinti della parabola creativa del futuro autore di Petrouchka. Sebbene il concetto di Les noces sia estremamente innovativo – una “cantata-balletto” – la musica è sempre legata a filo doppio alle tradizioni popolari russe. Stravinsky dedicò quest’opera a Diaghilev, che ne curò la prima messa in scena dei Ballet Russes, un evento che segnò il vertice del cosiddetto “secondo periodo russo”. L’operaoratorio Oedipus Rex è invece il primo grande lavoro del periodo neoclassico di Stravinsky, come si può notare dalla grande originalità dei suoi elementi stilistici, in parte influenzati dalla perdita dell’“identità russa” conseguente dal suo trasferimento in Occidente. Quest’opera è cantata in latino e il testo originale francese di Jean Cocteau viene declamato dal celebre attore Gérard Depardieu. Già disponibili: DMITRI SHOSTAKOVICH IL NASO Solisti, Coro e Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, Valery Gergiev, direttore MAR0501 (2 SACD alto prezzo) Midem Classical Award Opera - Choc de l’Année Classica 13 Columns - MAGGIO 2010 - Due Nomination ai Grammy Awards - Nomination Ai Bbc Music Magazine Awards - Disco dell’anno Washington Post Disco del Mese Bbc Music Magazine - Disco del Mese Opera Magazine DMITRI SHOSTAKOVICH SINFONIA N. 1. SINFONIA N. 15 Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, Valery Gergiev, direttore MAR0502 (SACD alto prezzo) PIOTR ILIC CIAIKOVSKY OUVERTURE E CANTATA MOSCA Solisti, Coro e Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, Valery Gergiev, direttore MAR0503 (SACD alto prezzo) RODION SHCHEDRIN THE ENCHANTED WANDERER Solisti, Coro e Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, Valery Gergiev, direttore MAR0504 (2 SACD alto prezzo) Opera Choice of the Month BBC Music Magazine SERGEI RACHMANINOV CONCERTO N. 3 PER PIANOFORTE E ORCHESTRA. RAPSODIA SU UN TEMA DI PAGANINI Denis Matsuev, pianoforte Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, Valery Gergiev, direttore MAR0505 (SACD alto prezzo) Giudizio artistico: 10 Qualità tecnica: 10 (Classic Today France) «Un’interpretazione veramente magnifica» CINQUE STELLE (Classic FM Magazine). Miklós Perényi apre il programma di questo disco con una strepitosa interpretazione della Suite n. 3 per violoncello solo di Bach. Per il grande solista ungherese, le suites per violoncello di Bach «costituiscono una sfida interpretativa da far tremare i polsi. In ogni battuta di quest’opera ci sono molti aspetti che impongono all’interprete di fare scelte precise, soprattutto nei passaggi polifonici, a cui bisogna prestare molta attenzione». Il disco si chiude con l’energica Sonata n. 2 di Brahms, preceduta dalla Sonata di Benjamin Britten, scritta dal compositore inglese per Mstislav Rostropovich, che la tenne a battesimo nel 1961. Allievo del grande compositore ungherese György Kurtág, Dénes Várjon ripercorre con successo le orme di Britten (da lui descritto come «un pianista veramente fantastico»), mentre Perényi sottolinea che «Ogni movimento di questa splendida opera fa uso di pochissimi mezzi tecnici ed espressivi e di primo acchito potrebbe sembrare limitata, mentre in realtà racchiude contenuti di alto livello sia sotto l’aspetto estetico sia sotto quello intellettuale». Il programma di questo disco si chiude con il Largo della Sonata in sol minore per violoncello e pianoforte di Chopin, un lavoro che Perényi eseguì per la prima volta all’età di 14 anni e che figurava sul primo LP da lui acquistato verso la metà degli anni Sessanta, quando era ancora adolescente. «[Perényi è] un musicista di grande spessore artistico [ed è dotato di] un’intelligenza, un talento e un’introspezione innate» (The Strad) «[Perényi] riesce a esprimere i contenuti più profondi delle opere che esegue ed è uno dei migliori interpeti del grande repertorio» (BBC Music Magazine). LUDWIG VAN BEETHOVEN INTEGRALE DELLE SONATE PER VIOLINO E PIANOFORTE – VOLUME 1 Alina Ibragimova, violino Cédric Tiberghien, pianoforte AA.VV. OPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE Miklós Perényi, violoncello Dénes Várjon, pianoforte WHLive0035 (CD medio prezzo) J.S. Bach: Suite n. 3 per violoncello solo BWV 1009 B. Britten: Sonata per violoncello e pianoforte op. 65 J. Brahms: Sonata n. 2 per violoncello e pianoforte op. 99 F. Chopin: Sonata per violoncello e pianoforte op. 65 (Largo) 14 WHLive0036 (CD medio prezzo) L. van Beethoven: Sonata per violino e pianoforte op. 12 n. 1; Sonata per violino e pianoforte op. 23; Sonata per violino e pianoforte op. 30 n. 3; Sonata per violino e pianoforte op. 30 n. 2 Con questo disco dal generosissimo minutaggio Columns - MAGGIO 2010 (oltre 82 minuti) Alina Ibragimova – violinista ben nota a chi conosce il catalogo della Hyperion per aver realizzato diversi dischi di altissimo livello – e Cédric Tiberghien danno inizio a un’integrale in tre volumi delle sonate per violino e pianoforte di Beethoven che promette meraviglie. Nell’autunno del 2009 Tiberghien e la Ibragimova hanno eseguito alla Wigmore Hall le dieci sonate di Beethoven nel corso di tre concerti che hanno registrato il tutto esaurito e portato il folto pubblico presente in sala all’entusiasmo. Questi concerti sono stati preceduti da altre esibizioni beethoveniane in diverse città inglesi, che hanno raggiunto il vertice in una settimana ad Aldeburgh, dove la Ibragimova e Tiberghien si sono dedicati anima e corpo ai capolavori del Titano di Bonn «suonando, confrontandoci ed elaborando nuovi ipotesi dal mattino alla sera, con lo scopo di trovare nessi, analogie e punti di contatto tra una sonata e l’altra», come ha dichiarato Tiberghien nel corso di una recente intervista. «Eseguire dal vivo le dieci sonate per violino e pianoforte di Beethoven è un’esperienza che cambia le prospettive sia come musicisti sia come persone». Da parte sua, la Ibragimova è convinta che «queste sonate comprendono un’infinità di strutture formali e di emozioni che non ci si stancherebbe mai di esplorare e, nel suo insieme, questo ciclo rappresenta uno dei corpus musicali più ricchi della storia della musica». Nella recensione del concerto tenuto alla Wigmore Hall, il critico del quotidiano The Observer ha spiegato in maniera molto efficace il rapporto artistico tra i due musicisti: «Alina Ibragimova, violinista di grandissimo talento che ha studiato nel Regno Unito e fa parte di un quartetto di strumenti originali, rappresenta una delle esponenti più interessanti di una tradizione del tutto nuova, che basa le proprie interpretazioni su una spiccata musicalità e su approfonditi studi musicologici. La Ibragimova trae dal suo violino costruito da Pietro Guarneri nel 1738 un suono morbido ma corposo, reso più leggero da arcate rapide e brillanti, da un vibrato molto parco e da una tecnica assolutamente stupefacente. In questo modo la Ibragimova e Tiberghien riescono a esprimere nel modo migliore possibile la duplice natura delle sonate di Beethoven, con ciascun strumento che partecipa all’esecuzione con un equilibrio perfetto. Nei passaggi che vedono protagonista il pianoforte, Tiberghien sfoggia un suono ampio e molto affascinante, che provvede opportunamente a limitare quando i due strumenti suonano insieme, per non coprire il suono leggero del violino della Ibragimova». AA.VV. ESSENTIAL ORGAN Artisti vari TC950002 (CD a 2 €. Prezzo consigliato) A. Padovano: Toccata sexti toni (Marco Ghirotti) A. Gabrieli: Canzon detta “Qui la diura” (Francesco di Lernia) H. Scheidemann: Herr Christ (Gustav Leonhardt) G. Frescobaldi: Recercar Sesto, Obligo fa. Fa, sol, la, fa (Francesco Tasini) T. Merula: Canzon la Monteverde (Francesco Cera) B. Pasquini: Toccata con lo scherzo del cucco (Emilio Traverso) A. Scarlatti: Toccata aperta d’organo in la minore (Francesco Tasini) A. Vivaldi-J.S. Bach: Allegro (Roberto Loreggian) D. Scarlatti: Sonata K77 (Marco Ghirotti) G.B. Martini: Sonata VI per l’Organo (Adagio) Ottaviano Tenerani) Padre Davide da Bergamo: Allegretto moderato (Marco Ruggeri) G. Rossini: Ouverture dal Barbiere di Siviglia (Giuliana Maccaroni e Federica Iannella) O. Respighi: Preludio in re minore (Andrea Macinanti) M.E. Bossi: Scherzo op. 95 (Andrea Macinanti) G. Donati: Preludio e Boogie sopra un tema di Leonardo (Guido Donati) La Tactus propone un sampler dal minutaggio generosissimo e dal prezzo convenientissimo che presenta alcuni tesori del suo amplissimo catalogo organistico. I tre superlativi non sono per nulla esagerati per descrivere questo splendido disco, che tratteggia – con un’eccezione – uno stimolantissimo (e quattro!) quadro del repertorio organistico italiano, spaziando dalle suggestioni rinascimentali di Andrea Padovano e Andrea Gabrieli alle movenze sciolte e brillanti del Preludio e Boogie su un tema di Leonardo del compositore contemporaneo torinese Guido Donati. Il programma abbina sapientemente opere molto conosciute come la pirotecnica trascrizione per organo a quattro mani dell’Ouverture del Barbiere di Siviglia di Rossini a pagine quasi sconosciute di Ottorino Respighi e Marco Enrico Bossi, che consentono di scoprire che nel corso del XIX secolo l’Italia non fu solo il paese del melodramma. Molto ricca e interessante è anche la formazione degli organisti, tutti protagonisti di titoli di grande richiamo che hanno contribuito a rendere la Tactus l’etichetta di riferimento per tutti gli appassionati di arte organistica. L’eccezione 15 Columns - MAGGIO 2010 L’intervista: Andrea Macinanti Quando è uscito il primo volume dell’integrale delle opere per organo di Marco Enrico Bossi molti addetti ai lavori hanno avuto l’impressione di trovarsi di fronte alla classica “serie di nicchia”, una collana pensata per far luce su un compositore quasi dimenticato e rivolta a un pubblico composto quasi esclusivamente di specialisti. Contrariamente a queste previsioni, l’assegnazione da parte della rivista Musica della massima valutazione (cinque stelle) a tutti i primi quattro volumi e la meravigliosa freschezza della musica eseguita con grande autorevolezza da Andrea Macinanti hanno contribuito a metterla in evidenza agli occhi degli appassionati di rarità ottocentesche, che oggi aspettano con impazienza ogni nuovo volume. Ci può tratteggiare un breve quadro biografico di questo compositore italiano vissuto in un’epoca in cui nel nostro paese furoreggiava il melodramma? «Bossi nacque a Salò e si formò nei conservatori di Bologna e di Milano, diplomandosi in pianoforte e in composizione. Bossi era figlio d’arte (sia il nonno sia il padre erano organisti) e la sua vocazione per il “re degli strumenti” lo portò ad abbandonare la classe d’organo per studiare da autodidatta. La sua carriera fu trionfale: maestro di cappella del Duomo di Como, docente di organo al conservatorio di Napoli, poi insegnante di alta composizione e direttore del conservatorio di Venezia, incarico che ricoprì anche a Bologna e a Roma. Fu commendatore del Regno e maestro della regina Margherita. Compositore famoso e interprete osannato, Bossi fu il primo concertista italiano: si esibì in tutta Europa e, negli ultimi giorni della sua vita, anche negli Stati Uniti». In cosa si sostanzia la sua produzione per organo, che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare in questi primi tre dischi? «Nel suo allontanarsi dalla classe del conservatorio di Milano, il giovane Bossi dichiarò il distacco dai modelli che avevano informato la musica organistica italiana del tempo, orientati verso quelli operistici. Egli accolse l’esempio dei grandi maestri europei (cui universale riferimento era il genio di Bach) e proseguì l’opera di riforma iniziata dal maturo Vincenzo Petrali e da Filippo Capocci. 16 Columns - MAGGIO 2010 di Giovanni Tasso Grazie a Bossi, il linguaggio organistico si rinnovò, generò forme, sobrie, eleganti, austere e – al tempo stesso – scandì l’evoluzione di nuovi modelli di arte organaria». Veniamo ora al Suo progetto di integrale pubblicato dalla Tactus di Bologna. Ce ne vuole narrare la genesi? «Gran parte del merito di questa integrale va ascritto al fondatore della Tactus Serafino Rossi, alla cui opera pionieristica tutti gli appassionati di musica devono grande gratitudine. Curioso, raffinato, appassionato, egli operava nel settore discografico mai da commerciante ma come un sapiente collezionista. E la musica italiana, le sue infinite espressioni, erano gli oggetti della sua ricerca. Partito dalla musica antica, accolse con entusiasmo la mia proposta di registrare l’integrale organistica di Ottorino Respighi. Da lì a Bossi, il passo fu breve e, come di consueto, grande la disponibilità del dott. Rossi». Ho notato che nel programma di questi dischi vengono spesso abbinate opere giovanili e lavori più maturi, una scelta a mio parere molto azzeccata, che mette in evidenza una notevole evoluzione stilistica. Può fornircene qualche lineamento, in modo da capire meglio l’artista Bossi? «Chi conosce Bossi, ne ha ascoltato alcune opere organistiche, quelle che da sempre eseguono i diplomandi in organo delle classi di conservatorio. Ma il linguaggio del Maestro è ben più variegato, interessante e iridescente. Nelle opere giovanili egli cerca una strada e il suo modello sono i maestri francesi e inglesi; poi è la volta dell’osservazione di quelli tedeschi; poi, finalmente, è Bossi in tutta la sua originalità. Chi denigra questo lungo percorso estetico non si rende conto di quanto fosse fragile la musica organistica italiana prima di Bossi, tutta rivolta a far risuonare in chiesa per la gente comune ciò che la borghesia gustava in teatro. La scelta di accostare opere di differenti periodi, viene dalla volontà di tenere sempre vigile l’ascoltatore verso improvvise virate stilistiche. A mio parere, non è molto interessante ostinarsi a seguire un solo colore dell’arcobaleno, solo per obbedire a un rigore cronologico o a una volontà classificatoria». Quali strumenti ha utilizzato per questi dischi e per quali ragioni li ha scelti? «Questione spinosa. Parrà grottesco, ma strumenti originali integri, non modificati, restaurati, efficienti e... disponibili per eseguire il repertorio italiano di quel tempo non ne esistono quasi più. Ho scelto la rigorosa linea di usare solo organi costruiti durante la vita del Maestro. Si tratta di un fatto idiomatico, di pronuncia e solo con essi è possibile ottenerla. È la medesima scelta che si fa da decenni nel campo della musica antica. Ma, ahimè, gli strumenti bossiani sono stati quasi tutti demoliti o modificati in nome di rinnovamenti, neobarocchismi o semplicemente a causa di una... sonora ignoranza». Si sa già quanti volumi verranno pubblicati? «Credo che complessivamente l’opera sarà racchiusa in una ventina di CD, comprendendo anche tutte le trascrizioni e le opere con strumenti. Non abbiamo trascurato anche le due titaniche composizione per due organi, che abbiamo già registrato». Oltre alle opere per organo la Tactus ha pubblicato recentemente un disco di grande interesse dedicato alla produzione cameristica di Bossi. Ci può parlare brevemente della produzione di Bossi extra organo? «Bossi misterioso, compositore tutto da riscoprire come la maggior parte dei suoi coetanei italiani, stupidamente esiliati dalle programmazioni concertistiche nostrane. L’opera bossiana è immensa, poiché egli non ha trascurato alcun genere: dalla musica sacra, a quella cameristica, per pianoforte, per orchestra, per il teatro. Curiosamente non abbiamo di lui alcun quartetto». Ci può dire qualcosa delle Sue prossime uscite per la Tactus? «Bossi ormai riempie la mia vita musicale: a lui sono dedicate tutte le mie registrazioni di quest’anno (quinto e sesto volume) ». Per finire, oltre a Bossi c’è un progetto che le sta particolarmente a cuore di cui vorrebbe occuparsi? «Vorrei continuare ad occuparmi sempre di autori italiani vissuti a cavallo tra i due secoli. In particolare, tra essi, del meno italiano degli italiani: Ferruccio Busoni». 17 Columns - MAGGIO 2010 cui si faceva cenno prima è costituita da Gustav Leonhardt, uno degli animatori e dei portabandiera del movimento filologico, che interpreta una bella pagina del compositore tedesco Heinrich Scheidemann. Se a tutto questo si aggiunge una scelta molto meditata degli strumenti e una qualità sonora decisamente buona si ottiene un disco assolutamente imperdibile, che vi permetterà di scoprire un mondo di insospettabile piacevolezza. MARCO ENRICO BOSSI INTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANO Andrea Macinanti, organo – VOL. 4 TC862714 (CD alto prezzo) M.E. Bossi: (Tempo di) Suonata op. 3b: Ouverture op. 3; Trois Pièces op. 92; Postludio; Ave Maria (seconda); Tre Pezzi dall’op. 142; Interludio; Coprifuoco op. 127 n. 3; Intermezzo lirico; Ricercare Il quarto volume dell’integrale delle opere per organo di Marco Enrico Bossi presenta una serie di opere scritte dal compositore originario di Salò in diverse fasi della sua carriera. Il programma si apre con il (Tempo di) Suonata op. 3b, rielaborazione dell’opera composta nel giugno del 1879 dal compositore diciottenne ed eseguita due mesi più tardi ai saggi finali di composizione del Conservatorio di Milano. Dodici anni più tardi questo lavoro venne ulteriormente riveduto nell’Ouverture op. 3, una pagina dai contenuti più austeri e meno teatrali rispetto alle versioni precedenti. A queste opere fanno seguito i Trois Pièces op. 92 del 1893 e i Tre Pezzi op. 142 del 1921, intervallati dall’ampia Ave Maria del 1921. Il programma si chiude con quattro brani dal carattere molto vario, che consentono di farsi un’idea della straordinaria varietà espressiva di Bossi. Come era già avvenuto per i tre precedenti volumi, anche questo disco ci offre la possibilità di apprezzare il grande talento di Andrea Macinanti, organista bolognese considerato tra i massimi esperti della produzione di Bossi. AA.VV. MADRIGALI PER LAURA PEPERARA Silvia Frigato, Miho Kamiya, soprani Silvia Rambaldi, clavicembalo TC530001 (CD alto prezzo) 18 L. Luzzaschi: Da l’odorate spoglie; Aura soave; Stral pungente d’amore; Toccata; Ch’io non t’ami cor mio; Cor mio deh non languire; O primavera; Deh vieni ormai J. de Wert: Cara la mia vita; Cara la mia vita (intavolatura per clavicembalo) L. Agostini: Da l’odorate spoglie; Poi che del vostro canto; Mentre l’argute; Quel canto oimè; Cantan gli augei contenti P. Virchi: Aura che dolce spira; Non fonte o fiume od aura; Se ’l sol guardo e le stelle G. Frescobaldi: Toccata IX Modena ultima settimana dell’ottobre 1568, Mantova seconda settimana del marzo 1580: sono questi i due momenti cruciali nella storia del Concerto delle Dame di Margherita Gonzaga duchessa di Ferrara, che costituì una delle «più rare meraviglie» della corte di Alfonso II. La prima sezione di questo nuovo disco della Tactus interpretato dai soprani Silvia Frigato e Miho Kamiya e dalla clavicembalista Silvia Rambaldi rievoca l’arrivo di Laura Peperara a Ferrara: a lei la poetessa Orsina Cavalletta indirizza il madrigale Da l’odorate spoglie, in cui la invita a togliersi i guanti profumati, prendere l’arpa e cantare il madrigale di Wert Cara la vita mia. Questo testo venne immediatamente messo in musica da Luzzaschi e da Lodovico Agostini, che intonò sul medesimo soggetto anche l’anonimo Poi che del vostro canto; del madrigale di Wert viene poi presentata una versione intavolata da Silvia Rambaldi con diminuzioni per il clavicembalo. Nella seconda sezione si può ascoltare una scelta dai Madrigali per cantare e sonare di Luzzaschi, che costituiscono l’esempio del canto solistico diminuito per cui le Dame erano famose: sono a voce sola Aura soave di segreti accenti, Ch’io non t’ami cor mio e O primavera gioventù de l’anno, tutti su testo di Guarini, e a due voci Stral pungente d’Amore e Cor mio deh non languire. Pubblicata nel Transilvano di Girolamo Diruta (1593), la Toccata di Luzzaschi mostra un’evidente affinità con i suoi madrigali. Chiude la serie il patetico Deh vieni ormai cor mio, su testo di Ridolfo Arlotti. La sezione conclusiva propone una selezione del Primo libro dei madrigali a cinque voci di Paolo Virchi (1584): Non fonte o fiume od aura, Aura che dolce spira, Se ’l sol guardo e le stelle, e altri madrigali di Lodovico Agostini dal Terzo libro a sei voci (1582), Mentre l’argute sue dolci parole dedicato ad Anna Guarini, Quel canto oimè rapisce l’alma e ’l core, sul soggetto della cantatrice, e Cantan gli augei contenti. Columns - MAGGIO 2010 BOHUSLAV MARTINŮ LA PASSIONE GRECA Solisti, Coro della Radio di Praga, Coro di voci bianche della Radio di Praga Orchestra Sinfonica della Radio di Praga, Libor Pešek SU3984 (2 CD basso prezzo) radicale, dalla quale emerse un lavoro del tutto nuovo, più elaborato, più teatrale e molto più curato sotto l’aspetto musicale. Per sua sfortuna, Martinů non visse abbastanza per assistere alla prima rappresentazione della nuova versione, in quanto il primo allestimento fu messo in scena a Zurigo il 9 giugno del 1961, circa due anni dopo la sua morte. Questa registrazione realizzata nel 1981 – e oggi presentata per la prima volta su CD – sfidò coraggiosamente la censura cecoslovacca, proponendo un libretto che esprimeva tutta la tensione spirituale di quest’opera straordinaria. Registrazione effettuata tra il 29 settembre e il 1° ottobre del 1981 presso il Rudolfinum di Praga. FELIX MENDELSSOHN – FRANZ SCHUBERT TRII PER ARCHI E PIANOFORTE Smetana Trio SU4008 (CD alto prezzo) Con il suo messaggio dai tratti fortemente umanistici, che esaltano la fede e l’interiorità umana, La passione greca conclude idealmente la parabola artistica di Bohuslav Martinů. Nel corso della sua carriera il grande compositore ceco si dedicò con profitto al genere operistico, spaziando dalla drammatizzazione di testi popolari, leggende e commedie dell’arte con formazioni innovative per la radio e la televisione a film d’opera e balletti operistici. Il romanzo Cristo di nuovo in croce dello scrittore greco Nikos Kazantzakis fece volgere l’attenzione di Martinů sul drammatico destino dei profughi in una società egoista e indifferente, un’esperienza che aveva vissuto lui in prima persona. Nel libretto – basato sulla traduzione inglese del romanzo – Martinů riuscì a esprimere nello spazio limitato del palcoscenico anche i lati più intimi del carattere di ogni personaggio e il procedere dell’azione ambientata in un paese della campagna greca. In un primo tempo si pensò di mettere in scena La passione greca a Londra, un’ipotesi che però alla fine non venne concretizzata e prima di poter applaudire il capolavoro operistico di Martinů il pubblico londinese dovette attendere ben 42 anni. Dopo questo bruciante rifiuto, il compositore boemo non chiuse in un cassetto la sua opera, ma ne realizzò una revisione F. Mendelssohn: Trio n. 1 per archi e pianoforte op. 49 F. Schubert: Trio n. 2 op. 100 D.929 Dopo essersi dedicato con ottimi risultati al repertorio ceco con una serie di registrazioni acclamate sia dal pubblico sia dalla critica che spaziano dai trii di Antonín Dvorák a quelli di Bohuslav Martinů e aver reso omaggio ai capolavori di Ciaikovsky (SU3949), lo Smetana Trio si confronta in questo disco con la grande letteratura del Romanticismo tedesco. Entrambi i brani proposti in questo incantevole disco rientrano nel novero dei trii per archi e pianoforte più famosi e amati ed entrambi sfoggiano una strumentazione perfettamente bilanciata, al punto che i tre protagonisti dialogano tra loro su un piano di sostanziale parità. Il grande successo ottenuto dal Trio di Schubert trova dimostrazione nel fatto che fu l’unica opera del grande compositore viennese a essere stampata all’estero durante la sua breve vita. Questo lavoro ottenne un giudizio molto lusinghiero anche da un critico tanto sensibile quanto esigente come Schumann che, parlando del trio di Mendelssohn, scrisse: «Si tratta di uno dei massimi capolavori contemporanei, la cui importanza è paragonabile a quella che ebbero ai loro tempi i trii di Beethoven o il Trio in mi bemolle maggiore di Schubert, opere che anche a distanza di molti anni continuano a piacere ai nipoti e ai bisnipoti di chi li aveva applauditi nella loro prima esecuzione». Questi splendidi lavori vengono eseguiti come meglio non si potrebbe dallo Smetana Trio, un ensemble che ha i suoi punti di forza nella compattezza e in un panneggio sonoro di meravigliosa bellezza. 19 Columns - MAGGIO 2010 JOHANNES BRAHMS – FRANZ LISZT OPERE PER PIANOFORTE Jitka Čechová, pianoforte SU4021 (CD alto prezzo) J. Brahms: Sonata n. 3 op. 5 F. Liszt: Sonata in si minore; Mephisto Waltz n. 1 S514 Dopo aver portato a termine la serie di quattro dischi dedicata alla produzione pianistica di Bedrich Smetana (SU3841-44), Jitka Čechová, pianista di grande talento e infaticabile animatrice dello Smetana Trio, ha deciso di affrontare una sfida molto stimolante, registrando un disco dal vivo, che toglie all’interprete la possibilità di effettuare correzioni in postproduzione. A causa della loro scrittura irta di difficoltà, le opere di Brahms e di Liszt costituiscono un temibile impegno anche per i pianisti più affermati. Per una bizzarra combinazione, la terza (e ultima) sonata di Johannes Brahms e l’unica sonata di Franz Liszt vennero scritte nello stesso anno, all’età rispettivamente di 20 e di 42 anni. Se la sonata di Brahms venne accolta con grande favore fin dalla sua prima esecuzione, quella di Liszt dovette attendere più di mezzo secolo prima di essere ammessa nel repertorio concertistico. In ogni caso, oggi queste due splendide opere sono considerate tra i vertici assoluti della letteratura pianistica del romanticismo europeo. Grazie all’interpretazione magistrale e molto ispirata di Jitka Čechová e alla meravigliosa acustica del Rudolfinum di Praga, questo disco lascerà letteralmente senza fiato anche gli appassionati di pianoforte più smaliziati. In questi due CD sono raccolte alcune rare testimonianze della giovinezza del grande pianista canadese. Accanto a classici come la Sonata op. 109 di Beethoven, vengono infatti presentate alcune preziose registrazioni live del Concerto per pianoforte e orchestra di Arnold Schönberg e la Burleske di Richard Strauss, ai quali si aggiungono le non meno rare registrazioni di Prokofiev e dello stesso Strauss. Registrazioni live effettuate tra il 1958 e il 1960. GIUSEPPE VERDI UN BALLO IN MASCHERA Antonietta Stella, Ettore Bastianini, Gianni Poggi, Giuliana Lazzaroni, Orchestra e Coro del Teatro alla Scala di Milano, Gianandrea Gavazzeni, direttore URN415 (2 CD medio prezzo) La grande edizione registrata in studio nel 1960 alla Scala di Milano e diretta da Gianandrea Gavazzeni è presentata in questi due CD dopo diversi anni di assenza dal mercato. Altre edizioni live conservano una parte di questo cast vocale, ma solo questa possiede una qualità sonora tale da testimoniare il livello drammatico di artisti del livello di Ettore Bastianini e di Antonietta Stella. Vibrante come l’edizione diretta da Solti e violentemente tragica come la lettura di Toscanini, l’interpretazione di Gavazzeni può ancor oggi lasciare stupefatti gli ascoltatori contemporanei. Registrazione effettuata a Milano nel 1960. GLENN GOULD IN CONCERTO Glenn Gould, pianoforte URN414 (CD medio prezzo) A. Schönberg: Concerto per pianoforte e orchestra op. 42 R. Strauss: Burleske per pianoforte e orchestra; Trascrizioni da Elektra; Beim Schlafengehen (Vier letzte Lieder) S. Prokofiev: Sonata n. 7 op. 83 L. van Beethoven: Sonata n. 30 op. 109; Variazioni Eroica op. 35 20 BRASILE CALYPS’O SAMBA Ilé Axé PSSA141197 (CD basso prezzo) Columns - MAGGIO 2010 Batucada; Voix de cuir; Gritos dos metals; Maracatu; Que bloco esse; Ile Axe; Calyps’o Samba; Samba Isis Il samba, il calypso e il maracatu costituiscono elementi irrinunciabili di ogni viaggio a Bahia, capitale della regione del Nordeste brasiliano, la cui complessa tradizione musicale è dominata dai ritmi africani. Il celebre gruppo Ilé Axé ha dato un contributo determinante alla diffusione della musica afro-brasiliana, associando le vivaci sonorità delle steel band ai ritmi brasiliani e il maracatu allo djembé, evocando scatenate atmosfere carnevalesche. Questo disco propone un’antologia di brani tradizionali brasiliani che lascerà a bocca aperta anche gli appassionati più esperti. L’aspetto più qualificante delle esecuzioni del gruppo Ilé Axé è costituito dalle sue approfondite ricerche sulle origini e sullo spirito più autentico della cultura – non solo musicale – nera, un fatto che appare evidente nei brani presentati in questo disco, nei quali una irresistibile sensualità va a braccetto con un coinvolgente senso di mistero e una vivacità piena di energia. Tutti i brani in programma sono basati su melodie e ritmi dal sapore inconfondibilmente africano che, malgrado i massicci trasferimenti forzati avvenuti tra il XVI e il XIX secolo, hanno saputo mantenere intatta la loro anima più autentica. Un altro aspetto molto interessante di questo disco è costituito dall’abbinamento degli steel drum (strumenti a percussione ricavati dalle latte della benzina originari delle isole dei Caraibi) alle tipiche sonorità brasiliane, che ha dato vita a un nuovo ritmo dai toni assolutamente irresistibili: il calypso-samba. Da provare assolutamente! ARMENIA CORI ARMENI Group Armenia partire dagli anni Ottanta ha iniziato a esibirsi nelle sale da concerto più importanti del mondo. Sebbene oggi sia stato sciolto, questo gruppo è ricordato ancora oggi come uno degli interpreti migliori della musica tradizionale armena. OSCAR PETERSON TRIO WE GET REQUESTS The Oscar Peterson Trio: Oscar Peterson, pianoforte; Ray Brown, contrabbasso; Ed Thigpen, batteria FIMK2032 (XRCD K2 HD alto prezzo) Quiet Nights Of Quiet Stars; Days Of Wine And Roses; My One And Only Love; People; Have You Met Miss Jones; You Look Good To Me; Girl From Ipanema; D And E Blues; Time And Again; Goodbye JD L’album We Get Requests costituisce uno degli esempi più significativi della fascinosa personalità bicipite di Oscar Peterson. Sotto l’aspetto prettamente tecnico, questo album è caratterizzato da un eccellente sviluppo melodico e da una ritmica decisamente robusta, mentre sotto l’aspetto del programma si nota il tentativo di proporre una musica in grado di piacere al pubblico più ampio possibile, alternando sapientemente gradevoli brani pop, standard collaudati e lavori originali di grande interesse. Con We Get Requests l’Oscar Peterson Trio mette in evidenza per l’ennesima volta tutte le caratteristiche che lo hanno portato a essere uno dei complessi più amati sia dal pubblico sia dagli addetti ai lavori. In questo nuovo disco della FIM possiamo apprezzare il grande talento di Oscar, Ray ed Ed nello splendore sonoro dell’XRCD K2 HD. Questo titolo è disponibile anche su LP da 180 grammi nel catalogo della Speakers Corner (SC-VER8606). PSSA141198 (CD basso prezzo) Festive Song; Tender Dilbar; Thello; Orovel; Go Away (prankful song); Verdes; To the Sun; Sev, seve; Alagiaz; Kalin ert; Osanna; Krunk; Partridge; Et orkar tari; Djakhats, natik, natike; Es gisher Diretto da Tutal Altanyan, il Group Armenia è stato fondato nel 1938 a Erevan e a MICHAEL BRECKER PILGRIMAGE Michael Brecker, sax; Herbie Hancock e Brad Mehldau, pianoforte; Jack DeJohnette, batteria; Pat Metheny chitarra; John Patitucci contrabbasso MFSL2-316 (2 LP da 180 grammi) 21 Columns - MAGGIO 2010 i dischi contenuti AA.VV. VOYAGE AUTOUR DU MONDE PSSA142002 (CD prezzo speciale) RUSSIA PSSA141151 PORTOGALLO PSSA141175 90 , 3 € ) liato nsig o co z z e (pr Russia: Medley di temi popolari zigani Irlanda: Hunter’s Purse – Cooley’s Israele: Tsour Michelo Grecia: Il viaggio di Ulisse Inghilterra: Leave Her Johnny Portogallo: Guitarra triste Mali: Bimba Congo: Bac-City Egitto: Falafell Costa d’Avorio: Abodan Tibet/Nepal: Om Mani Padme Houng Giappone: Tamashii no Sokokara Brasile: Valente Nordeste Perú: Las virgines del sol Ande: Quenas Paraguay: Mi dicha lejana Tahiti/Hawaii: Papio Australia: Black Run Nuova Zelanda: Haka Attingendo al suo inesauribile catalogo, la Playa Sound propone a un prezzo specialissimo un sampler comprendente 19 tracce di grande interesse tratte da altrettanti dischi che consentono di fare un affascinante giro del mondo, dalla vecchia Europa alle atmosfere esotiche dell’Africa e dalle tradizioni dei paesi andini alle sonorità dell’Australia e della Nuova Zelanda. Come sempre, le esecuzioni sono state affidate ad alcuni dei migliori gruppi e solisti in circolazione, dalle cui interpretazioni emerge l’anima più autentica di ogni paese. Dopo aver ascoltato questo disco, non vedrete l’ora di fare le valigie per partire un nuovo viaggio musicale alla scoperta dell’uomo. 22 TIBET - NEPAL PSSA141131 PARAGUAI PSSA141138 Columns - MAGGIO 2010 nel sampler IRLANDA PSSA141169 ISRAELE PSSA141161 GRECIA PSSA141105 GRAN BRETAGNA PSSA141192 MALI PSSA141126 CONGO PSSA141155 EGITTO PSSA141187 COSTA D’AVORIO PSSA141167 GIAPPONE PSSA141159 BRASILE PSSA141186 PERÙ PSSA141118 ANDE PSSA141181 TAHITI – HAWAII PSSA141179 AUSTRALIA PSSA141184 NOUVA ZELANDA PSSA141139 23 Columns - MAGGIO 2010 The Mean Time; Five Montes from Midnight; Anagram; Tumbleweed; When Can I Kiss You Again?; Cardinal Rule; Half Moon Lane; Loose Threads; Pilgrimage Pilgrimage è l’ultimo album del mostro sacro del sassofono Michael Brecker. Uscito nel gennaio del 2007 pochi mesi dopo la sua morte per leucemia, questo disco è considerato non solo uno dei suoi album migliori ma anche uno dei migliori degli ultimi trent’anni. Vincitore di due Grammy Awards (Miglior Album Strumentale e Migliore Assolo strumentale per il brano “Anagram”), Pilgrimage è balzato al secondo posto nelle classifiche dei critici della rivista americana Downbeat. Masterizzato in half-speed dai nastri originali e accuratamente stampato sul silenzioso vinile della OMR, questo doppio album restituisce tutta la profondità, l’ampiezza e la naturalezza del palcoscenico sonoro. La separazione degli strumenti e la naturalezza dell’immagine sono ampiamente superiori a quelli dell’originale. Un grande disco che merita tutte le raccomandazioni. OSCAR PETERSON TRIO NIGHT TRAIN Oscar Peterson, pianoforte; Ray Brown, contrabbasso; Ed Thigpen, batteria ORGLP0029/45 (2 LP da 180 grammi a 45 giri) Night Train; C. Jam Blues; Georgia On My Mind; Bag’s Groove; Moten Swing; Easy Does It, Honey Dripper; Things Ain‘t What They Used To Be; I Got It Bad…; Band Call; Hymn To Freedom Gli appassionati di jazz sanno che gli anni Sessanta furono il periodo migliore per l’Oscar Peterson Trio. Indubbiamente è stato durante questo periodo che il pianista e i suoi partner, Ray Brown al contrabbasso ed Ed Thigpen alla batteria, hanno riscosso i loro più grandi successi, un successo che non si è ripetuto con nessun’altra formazione. Uno degli album che emerse durante quel periodo fu Night Train, un disco che ancora oggi si trova in cima alle classifiche dei migliori in assoluto dell’intera storia del jazz. Come 24 è giusto e doveroso per una formazione composta di musicisti di colore, il blues – genere in cui affondano le radici del jazz americano – è il cuore di questa musica. In aggiunta a una serie di brani molto conosciuti, quest’album contiene ballate di straordinaria bellezza. E se non sentite correre un brivido lunga la vostra colonna vertebrale quando ascoltate “Georgia On My Mind” oppure “Hymn of Freedom”, allora è tempo di farvi visitare da un dottore! Oltre a contenere i migliori pezzi di Peterson, questo album merita per la sua eccellente qualità tonale e il suo alto standard di qualità di stampa. Ma tutto questo i fan lo sanno già! L’album è stato registrato da Val Valentin nel 1962 e prodotto dal deus ex machina del jazz Norman Granz. AA.VV. BEST AUDIOPHILE VOICES Artisti vari – VOLUME 1 PRM27831 (CD alto prezzo) Over The Rainbow (Jane Monheit); What A Wonderful World (Eva Cassidy); It Wouldn’t Have Made Any Difference (Alison Krauss); So Nice (Stacey Kent e Jim Tomlinson); When I Dream (Carol Kidd); Perhaps Love (Jheena Lodwick); Dave’s True Story (Marisa); Song For The Journey (Tish Hinojosa); Sylvia Hotel (Cheryl Wheeler); You Light Up My Life (Salena Jones); Ain’t No Sunshine (Eva Cassidy); The Look Of Love (Jeanette Lindstrom e Steve Dobrogosz); To Young To Go Steady (Karrin Allyson); Skylark (Monica Mancini); Overjoyed (Nenna Freelon) AA.VV. BEST AUDIOPHILE VOICES – VOLUME 2 Artisti vari PRM27840 (CD alto prezzo) Desperado (Emi Fujita); Fields Of Gold (Eva Cassidy); Better Be Home Soon (Andrea Zonn); I Left My Heart In San Francisco (Jean Frye Sidwell); Do That To Me One More Time (Jheena Lodwick); Fly Away (Corinne May); Columns - MAGGIO 2010 The Ole Devil Called Love (Etta Jones); Can’t Take My Eyes Off You (Sofia Petersson); Both Sides Now (Jeanette Lindstrom e Steve Dobrogosz); Stay (Alison Krauss); Someone To Watch Over Me (Susannah McCorkle); My Foolish Heart (Salena Jones); In A Sentimental Mood (Jacqui Dankworth); When I Fall In Love (Claire Martin); Cry Me A River (Tania Maria) Dopo il grande successo ottenuto nella versione XRCD, la Premium pubblica i due volumi Best Audiophile Voices su CD. Il programma di questi due dischi propone una splendida selezione di brani noti e meno noti eseguiti da alcune delle migliori cantanti in circolazione, da Eva Cassidy ad Alison Krauss e da Salena Jones alla grande Claire Martin. Come prevedibile, la straordinaria qualità sonora della registrazione consente di apprezzare anche le più piccole nuances di ogni cantante e dei gruppi che le accompagnano, offrendo un ascolto di incredibile realismo. Da non perdere. AA.VV. BEST AUDIOPHILE MALE VOICES Artisti vari PRM27933 (CD alto prezzo) Autumn Leaves (Tony O’Malley); Both Sides Now (Todd Gordon); You’re Got A Friend (Don Williams); Open Arms (Lee Lessack e Brian Lane Green); I Left My Heart in San Francisco (Monte Procopio); Imagination (Tim Tamashiro); They All Laughed (Al Somma); Let’s Fall in Love (Joe Francis); I Get Along Without You Very Well (D.K. Ibomeka); My Way (Tony O’Malley); Vincent (Lee Lessack e Ken Page); For All We Know (Hayati Kafe); Isn’t SheLovely (Livingston Taylor); I Feel The Earth Move (Tony DeSare); I Could Have Told You (Sachal Vasandani) Accanto ai due volumi Best Audiophile Voices – disponibili in versione sia XRCD sia CD – la Premium dedica un titolo anche alle voci maschili, che da un lato vi consentirà di esplorare la cosiddetta “altra metà del cielo” e dall’altro di testare il registro più grave del vostro impianto stereofonico. Come è stato fatto nei due volumi dedicati alle voci femminili, il programma di questo disco alterna sapientemente brani molto famosi come “Imagination” e “My Way” ad altri quasi sconosciuti alle nostre latitudini nell’esecuzione di alcuni cantanti di grandissimo talento. Come sempre, la qualità sonora della Premium è garanzia di un ascolto di rara bellezza. HARRY BELAFONTE LIVE AT CARNEGIE HALL Harry Belafonte PRM4482 (CD alto prezzo) Introduction / Darlin’ Cora; Sylvie; Cotton Fields; John Henry; The Marching Saints; Day O; Jamaica Farewell; Mama Look a Boo Boo; Come Back Liza; Man Smart; Hava Nageela; Danny Boy; Cu Cu Ru Cu Cu Paloma; Shenandoah; Matilda Decano di tutti i dischi live, questo album riesce a cogliere tutto il senso di eccitazione di un concerto del grande Harry Belafonte all’apice della sua fama. Realizzato nel corso di due concerti consecutivi con lo stesso programma, Belafonte at Carnegie Hall rappresentò una sorta di anomalia in un’epoca in cui i dischi venivano realizzati quasi esclusivamente in studio. Infatti, pur non essendo il primo album inciso dal vivo in assoluto, questo disco fu senza dubbio il primo live a richiedere un budget impegnativo e a ottenere un grande successo sia di pubblico sia di critica. Dall’introduzione affidata alla tromba e al breve preludio orchestrale alla mitica versione della celeberrima “Matilda” della durata di ben 12 minuti (che divenne un modello per la partecipazione del pubblico), questo album vi terrà letteralmente inchiodati alla poltrona sia per l’interpretazione brillante, vivace, intima e ironica di Belafonte sia per la straordinaria qualità sonora della Premium. JEFFERSON AIRPLANE VOLUNTEERS Jefferson Airplane PPLSP4238 (LP da 180 grammi) We Can Be Together; Good Shepherd; The Farm; Hey Frederick Turn My Life Down; Wooden Ships; Eskimo Blue Day; A Song For All Seasons; Meadowlands; Volunteers «Jefferson Airplane» scrisse la rivista Rolling Stone «è una nave che trasporta 25 Columns - MAGGIO 2010 i suoi passeggeri verso le rivoluzionarie fantasie delle loro stesso menti». Se questo gruppo avesse scritto nei suoi testi analisi psicologiche di questo livello, certamente non sarebbe piombato come una meteora nell’orbita della scena psichedelica dell’acid rock. Ma c’è di più: autodefinendosi interprete del caos e dell’anarchia, questa band accese la fantasia dei suoi fan con allegorie sessuali musicali, testi da mente drogata e canzoni rivoluzionarie. Forti di un lucroso contratto con la RCA-Victor, nel 1966 i Jefferson Airplane vinsero la forte opposizione dei boss della casa discografica e pubblicarono il loro album Volunteers, considerato da molti addetti ai lavori l’album migliore dei loro primi anni. La musica di questi ribelli del rock è, in effetti, un’ottima cosa, meno drastica dei loro testi. I leader del gruppo, Marty Balin e Paul Kantner, entrambi cresciuti nella scena folk californiana furono gli artefici dei testi. Ancora oggi ci si stupisce della grande gamma di stili che piacquero alla generazione hippy, che spaziano dalla più classica musica country di “The Farm” al collage elettronico di “Meadowlands”. Una pietra miliare del rock più puro. Dello stesso gruppo è disponibile un altro album Crown of Creation pubblicato dall’etichetta Original Master Recordings (etichetta americana che purtroppo non esiste più). CANNED HEAT E JOHN LEE HOOKER HOOKER’N HEAT John Lee Hooker, chitarra e voce; Alan Wilson, pianoforte e armonica; Henry Vestine, chitarra; Antonio de la Barreda, basso; Adolfo de la Parra, batteria nisti Hooker e gli Heat. I Canned Heat non nascosero mai il fatto che la loro serie boogie – che si sviluppò nell’arco di tre album – era ispirata ai lavori di Hooker, per cui il loro connubio venne considerato un fatto del tutto naturale. Il secondo disco di questo album doppio vede assoluti protagonisti i Canned Heat ed è considerato il migliore dei due. Una menzione particolare spetta alla incontenibile energia di Antonio de la Barreda e di Adolfo de la Parra, membri della sezione ritmica targata Messico, e all’accuratissimo lavoro dei tecnici del suono, che secondo alcuni avrebbero conferito a Hooker un’immagine sonora troppo nitida ma che non teme nessun rivale. Questo splendido disco non può mancare nella collezione di nessun ammiratore di Hooker e dei Canned Heat, che possono ancora contare su legioni di fan adoranti. Let ’em boogie! FRANZ LISZT CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA N. 1 E N. 2 Sviatoslav Richter, pianoforte London Symphony Orchestra, Kyrill Kondrashin, direttore SC-PH900 (LP da 180 grammi) PPANLST35002 (2 LP da 180 grammi) Messin’ With The Hook; The Feelin’ Is Gone; Send Me Your Pillow; Sittin’ Here Thinkin’; Meet Me In The Bottom; Alimonia Blues; Drifter; You Talk Too Much; Burning Hell; Bottle Up And Go; The World Today; I Got My Eyes On You; Whiskey and Wimmen; Just You And Me; Let’s Make It; Peavine; Boogie Chillin’ No 2 Nel gennaio del 1971, quando questo doppio LP venne pubblicato per la prima volta, i Canned Heat avevano fatto ritorno alle loro origini R&B, modificando il loro organico con il ritorno di Henry “Sunflower” Vestine e l’arrivo del bassista Antonio “Tony” de la Barreda e del celebre batterista Adolfo de la Parra. Purtroppo, questo fu anche l’ultimo album del cofondatore della band Alan “Blind Owl” Wilson, che nel settembre del 1970 morì di overdose. Hooker’n Heat è un album di grandissimo interesse comprendente una serie di brani eseguiti da John Lee Hooker senza accompagnamento, da Hooker e da Wilson e cinque pezzi che vedono protago26 Ogni pianista che si accosta ai grandi capolavori di Franz Liszt deve possedere un talento a tutto tondo. In particolare, è assolutamente necessario avere una totale padronanza tecnica per eseguire i passaggi più virtuosistici del grande compositore di origine ungherese e un’energia fisi- Columns - MAGGIO 2010 ca fuori dal comune per tenere adeguatamente testa alle sonorità di un’orchestra di grandi dimensioni. A queste due doti bisogna poi aggiungere una perfetta conoscenza della scrittura lisztiana e una accesa passionalità per trarre dal pianoforte il canto malioso concepito dal compositore. All’inizio degli anni Sessanta Sviatoslav Richter possedeva il mix ideale di queste qualità. Il grande virtuoso russo contrappose accordi molto energici al baldanzoso tema orchestrale che apre il primo movimento del Concerto n. 1, sfumando più avanti la sua vitalità giovanile in corrispondenza dei passaggi più lirici dell’orchestra. Nel Concerto n. 2 Richter lascia la brillantezza eroica a favore di un incedere più elegiaco, che nel corso dell’opera assume tratti più capricciosi, che trovano piena espressione in arpeggi leziosi e in una linea melodica lirica e delicata. Nel Finale queste due anime della personalità artistica di Richter si riuniscono, dando vita a una spiritata esposizione dei temi, a una brillante cadenza e a un esplosivo dialogo finale con l’orchestra. Questo straordinario disco è stato registrato nel luglio del 1961 presso la Walthamstow Assembly Hall di Londra dal leggendario team della Mercury e ci viene oggi riproposto su LP da 180 grammi dalla Speakers Corner. Un’occasione assolutamente imperdibile! jazz. I 1500 fortunati spettatori che presero parte a questo concerto dimostrarono un grande affetto nei confronti di Evans, un fatto che contribuì a esaltare al massimo il suo stile elegiaco e meditativo con il contrabbassista Chuck Israels e il percussionista Arnold Wise. Questi due musicisti si intendevano a meraviglia con Evans, che fin dalla costituzione del suo primo trio nel 1958 si impegnò per coinvolgere il più possibile tutti i musicisti del suo gruppo. I quattro standard sono caratterizzati da un tempo moderato e non presentano particolari variazioni di carattere. Per scoprire l’incredibile bellezza delle improvvisazioni e la scintillante vena impressionista del Bill Evans Trio bisogna prestare attenzione alle sequenze armoniche e ai dialoghi serrati tra i tre strumenti. Una vera pietra miliare della storia del jazz, che non può assolutamente mancare della collezione di qualsiasi appassionato che si rispetti. BILL EVANS PARIS BILL EVANS AT TOWN HALL Bill Evans, pianoforte; Chuck Israels, contrabbasso; Arnold Wise, batteria SC-VER8683 (LP da 180 grammi) I Should Care; Spring Is Here; Who Can I Turn To (When Nobody Needs Me); Make Someone Happy; Solo Sebbene oggi sia difficile da credere, Bill Evans, il jazzista di formazione classica acclamato dagli appassionati di tutto il mondo, dovette attendere fino al febbraio del 1966 per dare un concerto a New York. Come sede di questo grande evento – che faceva seguito a una lunga serie di esibizioni in locali notturni di livello quanto mai eterogeneo – venne scelta l’elegante Town Hall della Grande Mela. Nel corso di questo concerto Bill Evans si propose anche in veste solistica, eseguendo una composizione originale dedicata a suo padre. Questo brano si apre con uno stile che ricorda il miglior Ravel, presenta due improvvisazioni jazz nella sezione centrale e si chiude con un maestoso finale, uno schema che Evans utilizzò frequentemente non solo in molte sue opere, ma anche nelle sue interpretazioni di numerosi standard SEBASTIAN STERNAL TRIO Sebastian Sternal Trio SFSA4068 (SACD alto prezzo) Place Dauphine; Prélude; Les mains d’Elsa; Panama; Caravelle; Custine; Les adieux La Stockfisch è orgogliosa di accogliere nel proprio prestigioso catalogo un nuovo interessantissimo trio jazz, guidato da Sebastian Sternal, un pianista di grande talento che nel 2007 si trasferì a Parigi per un anno per studiare presso il Conservatoire national supérieur de musique et de danse e rese omaggio alla Ville Lumière con una serie di brani di rara bellezza. Il Sebastian Sternal Trio – che comprende anche il contrabbassista Sebastian Klose e il percussionista Axel Pape – viene affiancato in questo disco dalla bravissima Anne-Marie Jean, una cantante parigina dalla voce estremamente versatile che contribuisce a rendere ancora più autentico questo ritratto in musica della capitale francese. 27 Columns C Col Co olu lumn lumn mnss - MA MAGG MAGGIO GGIO GG IO 2 201 2010 010 01 0 28 Sound and Music Columns - MAGGIO 2010