PRogRAmmA
FILARMONICA
LAUDAMO
«Donne!»
MESSINA
MARIANNA AUENBRUGGER
Sonata in mi bem. magg.
Moderato - Largo - Rondò: Allegro
LERA AUERBACH
Images from Childhood op. 52
1. The Question - 2. What a Story! - 3. Dialog
4. Quarrel - 5. An Old Photograph from the Grandparent’s Childhood
6. After the War (The Field of the Dead) - 7. Decision
8. Family Holiday - 9. Stubborn
10. E-Creatures - 11. Shadows on the Wall - 12. Prayer
domenica 3 aprile 2016 ore 18
Palacultura “Antonello da Messina”
ENRICA CICCARELLI
pianoforte

LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sonata quasi una Fantasia in do diesis min. op. 27 n. 2
«Chiaro di luna»
Adagio sostenuto - Allegretto - Presto agitato
CLARA WIECK-SCHUMANN
Concerto in la min. op. 7 per pianoforte e orchestra
(versione per pianoforte solo di E. Ciccarelli)
Allegro maestoso
Romanza: Andante non troppo con grazia
Finale: Allegro non troppo. Allegro molto
ente morale onlus
«Donne!»
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regione Siciliana - Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo
Amministrazione Comunale di Messina
Provincia Regionale di Messina
E.A.R. Teatro di Messina
Fondazione Bonino Pulejo - Messina
I CONCERTI AL PALACULTURA
le domeniche al Palacultura - ore 18
domenica 10 aprile 2016 ore 18 • Palacultura “Antonello da Messina”
95
GIANNALISA ARENA clavicembalo
PIERO CARTOSIO flauto traversiere
PATRIZIO GERMONE violino
ª
«Pièces de Clavecin en concerts»
musiche di Jean-Philippe Rameau
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stagione concertistica 2015-2016
26º concerto • 2088º dalla fondazione
ENRICA CICCARELLI, dal suo debutto nel 1992 alla Salle Gaveau di Parigi, suona regolarmente in tutto il mondo.
Invitata da importanti orchestre europee, asiatiche e americane, ha collaborato, tra gli altri, con
Aldo Ceccato, Pavel Kogan, Milan Hòrvath, Joseph Silverstein, Daniel Kawka, JoAnn Falletta,
Hubert Soudant, Claudio Scimone, Marco Guidarini, Toshiyuki Kamioka, Friedemann Layer,
Alexander Vedernikov, Anton Nanut, En Shao, Gabriel Feltz e Salvatore Accardo.
Ha partecipato ad importanti festival internazionali quali il Festival di Radio France, il Festival
di Lubiana, il Festival Pianistico di Brescia e Bergamo, il Festival di musica da camera di Cervo,
il Festival di Montreux e il Beijing International Piano Festival.
Ha studiato pianoforte e organo presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Dopo il diploma
ha seguito i corsi di perfezionamento tenuti dal pianista Jean-Bernard Pommier e i corsi di fenomenologia musicale del grande direttore d’orchestra Sergiu Celibidache. Ha inoltre frequentato i
corsi estivi di Hans Graf presso il Mozarteum di Salisburgo. Molto importanti per la sua formazione artistica anche i numerosi consigli che in più occasioni ha ricevuto da Nikita Magaloff e
Tatiana Nikolaijewa.
È stata solista con l’Orchestra Sinfonica di Praga, l’Orchestre Nationale de France, I Solisti Veneti, l’Orchestra di Stato del Messico, la Deutsche Kammerorchester, l’Orchestra da camera di
Auvergne, l’Orchestra Filarmonica di Montpellier, i Berliner Symphoniker, l’Orchestra Sinfonica di Mosca, i Pomeriggi Musicali, la Filarmonica di Stoccarda, la Filarmonica di Zagabria, l’Orchestra Mozarteum di Salisburgo, l’Orchestra del Maggio Musicale di Firenze, l’Orchestra di
Santa Cecilia, la SWD Orchestra di Konstanz, la Buffalo Philharmonic e la Virginia Symphony.
Nel 1999 ha debuttato al Concertgebouw di Amsterdam e nell’occasione è stato prodotto un
CD live.
Ha suonato in alcune tra le più importanti sale da concerto internazionali quali il Festspielhaus
di Salisburgo, l’Herkulessaal di Monaco, Sala Verdi di Milano, Megaron Hall di Atene, Tonhalle di Zurigo, Auditorium di Santa Cecilia a Roma, Teatro Comunale di Firenze, Konzerthaus di
Berlino, Le Corum di Montpellier, Sala del Conservatorio di Bruxelles, Sala della Filarmonica di
Kiev, City Hall di Hong-Kong, Seoul Arts Center in Korea, Poly Theatre, National Centre for
Performing Arts e Teatro della Città Proibita di Pechino.
Ha registrato per la RAI-Radio Televisione Italiana, la Televisione Slovena, la Radio Austriaca,
Radio France, CCTV e KBS. Ha inciso numerosi CD sia per il repertorio solistico che con orchestra. In particolare la sua registrazione dei concerti per pianoforte di Clara e Robert Schumann
ha ricevuto premi e consensi internazionali.
In qualità di camerista ha collaborato con I Solisti della Scala, Francesco Manara, Alexander
Kniazev, Edoardo Zosi, i pianisti Jeffrey Swann, Paul Badura-Skoda, e con le cantanti Mariella
Devia, Denia Mazzola Gavazzeni e Amarilli Nizza, con cui ha inciso in prima mondiale un CD
con le Mazurke di Chopin trascritte per voce e pianoforte da Pauline Viardot.
È stata tra i fondatori del Festival Internazionale Città di Cernobbio e del Beijing International
Piano Festival.
Molto attiva anche come insegnante, è presente in giurie di concorsi internazionali. Giovani pianisti che hanno studiato con Enrica Ciccarelli hanno conseguito primi premi importanti.
Dal 2007 è direttore artistico della Fondazione La Società dei Concerti di Milano.
NoTE AL PRogRAmmA
Il recital tematico di Enrica Ciccarelli, dal titolo «Donne!», accosta la produzione di tre compositrici attive tra la fine del ’700 e il nostro tempo, consentendoci di esplorare un universo creativo, quello femminile, che ancora stenta a imporsi nelle sale da concerto.
Il primo brano è la Sonata in mi bem. magg. di Marianna Auenbrugger (Vienna 1759-1782), l’unica che sia mai stata data alle stampe tra quelle da lei scritte. Figlia di un medico amante della musica e autore del libretto di un Singspiel musicato nel 1781 da Salieri, la Auenbrugger era un’ottima
compositrice-pianista “dilettante”; ciò significa che, nonostante il suo talento, non viveva del far
musica poiché apparteneva all’alta borghesia. Insieme alla sorella Katharina s’impose però all’attenzione dei più noti musicisti del tempo, e il grande Haydn volle dedicare loro le sei Sonate op. 30
del 1780, scrivendo all’editore: «L’approvazione delle damigelle von Auenbrugger è assai importante per me, in quanto il loro modo di suonare e la loro concezione della musica sono pari a quelle dei più grandi maestri. Entrambe meritano di essere conosciute in tutta Europa». Marianna morì
di tisi a 23 anni. Poco dopo Antonio Salieri, compositore della corte imperiale, fece pubblicare a proprie spese da Artaria a Vienna la Sonata in mi bem. magg. in una bella edizione con frontespizio inciso e un’Ode in memoriam scritta da lui stesso. Sul frontespizio, sotto il titolo «Sonata [...] Dalla Illustre Damigella Marianna D’Auenbrugg / Primo et ultimo di lei prodotto / Con Ode d’un Amico &
Ammiratore delle di Lei rare Virtudi / Messa in Musica dal di Lei Maestro di Contra Punto il Sig.re
Anton. Salieri», un angioletto dolente veglia sulla silhouette con il ritratto di Marianna racchiuso nel
motto «Umbra Superstes». I tre movimenti della sonata - nell’ordine Moderato, Largo, Rondò: Allegro - sono nel più puro stile classico, caratterizzati da molte belle idee tematiche racchiuse in forme
regolari ed eleganti.
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Lera Auerbach (Celjabinsk
1973) è una compositrice-pianista russa, tra le più interessanti del panorama contemporaneo. Nata in una città degli Urali al confine con la Siberia, s’inserisce nel solco dei
virtuosi della tastiera che negli ultimi due secoli annovera nomi di rilievo anche tra i musicisti dell’Est. La Auerbach ha studiato alla Julliard School in America e alla Hochschule di Hannover, ha
debuttato alla Carnegie Hall nel 2002 eseguendo una sua Suite con Gidon Kremer e la Kremerata
Baltica, nel 2005 ha ricevuto il Premio Hindemith dello Schleswig-Holstein Festival ed è stata compositrice in residence a Brema. Oggi le sue composizioni sono eseguite in tutto il mondo e apprezzate per lo stile che spazia tra il linguaggio tonale e le esperienze della nuova musica, alla ricerca di
un’immediata comunicatività. Il ciclo di 12 pezzi caratteristici Images from Childhood op. 52
(Immagini dall’infanzia) si collega idealmente alle Scene infantili op 15 di Schumann, cui l’autrice
fa espliciti riferimenti anche nei titoli di taluni brani, che in successione sono: 1. Domanda, 2. Che
storia! 3. Dialogo, 4. Litigio, 5. Una vecchia fotografia dell’infanzia dei nonni, 6. Dopo la guerra
(il campo della morte), 7. Decisione, 8. Vacanze con la famiglia, 9. Testardo, 10. E-Creature, 11.
Ombre sulla parete, 12. Preghiera. Il ciclo è stato pubblicato nel 2000 da Sikorski ad Amburgo con
dedica a Page ed Elizabeth Johnson. La prima esecuzione è avvenuta l’8 aprile 2001 al New England
Conservatory Pre-college di Boston.
La Sonata quasi una Fantasia in do diesis min. op. 27 n. 2 di Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 Vienna 1827) non avrebbe titolo per figurare nell’odierno concerto se non per il fatto che è dedicata a una donna di spicco nella biografia beethoveniana: tanto importante che il compositore, pur di
omaggiarla con una dedica, pubblicò nel 1801 la sonata singolarmente e non insieme alla sua
“gemella” op. 27 n. 1. Giulietta Guicciardi era una bella contessina austriaca di 18 anni quando
conobbe Beethoven a Vienna. Prese lezioni di piano da lui, e ne nacque un amore che addolcì il rude
temperamento del maestro: «Questa trasformazione è dovuta a una cara, incantevole fanciulla, che
mi ama e io amo. Dopo due anni ho di nuovo qualche attimo di beatitudine, per la prima volta sento
che il matrimonio potrebbe darmi la felicità. Purtroppo lei non è del mio ceto e, adesso, non potrei
certo sposarmi». La storia con la Guicciardi è emblematica dei rapporti di Beethoven con le donne.
Egli sempre s’innamorò, ricambiato, di donne aristocratiche: ogni legame, dunque, era già in partenza destinato a fallire a causa della differenza di classe. Infatti, mentre ricambiava i sentimenti di
Beethoven, Giulietta s’impegnava con il conte Wenzel Robert Gallenberg che avrebbe sposato due
anni dopo, trasferendosi con lui a Napoli. Nonostante il triste epilogo, questo amore resta immortale perché consegnato a una delle più belle e celebri creazioni beethoveniane, la Sonata in tre movimenti Adagio sostenuto - Allegretto - Presto agitato nota come «Chiaro di luna» per il suggestivo
tempo lento iniziale (una novità per l’epoca!), la cui forma libera è quella di una Fantasia barocca
ma le inedite sonorità, ottenute anche con un’originale pedalizzazione, sono già romantiche.
Clara Schumann nata Wieck (Lipsia 1819 - Francoforte 1896) è stata la pianista, compositrice e
didatta più importante dell’800. Avviata alla musica dal padre, insegnante di pianoforte, iniziò a 8
anni una carriera di “virtuosa” che l’avrebbe resa celebre in tutta Europa, meritandole l’ammirazione di Paganini, Mendelsshon, Chopin, Liszt e Brahms. A questa carriera impegnativa, fatta di continue tournée, migliaia di concerti e un vastissimo repertorio, Clara affiancò quella didattica: accettando una cattedra di pianoforte a Francoforte, passò alla storia come la prima donna docente in un
Conservatorio. Con la sua arte, esercitata professionalmente a livelli altissimi, mantenne la famiglia
(pochi erano infatti i guadagni di Robert Schumann, da lei sposato nel 1840 contro il volere del
padre), gli otto figli e i numerosi nipoti. Nel non vasto catalogo delle sue opere - che significativamente s’interrompe dopo la morte dell’amato marito - spicca il Concerto in la min. op. 7 per pianoforte e orchestra o quintetto d’archi, scritto nell’adolescenza tra il 1833 e il 1836, per la cui orchestrazione chiese aiuto al ventitreenne Schumann. Scritto nella stessa tonalità dell’unico concerto
schumanniano, quello di Clara è però più vicino, dal punto di vista della forma e della concezione
musicale, ai concerti del primo Romanticismo, in particolare a Mendelssohn, Chopin e Hummel.
Composto da tre tempi uniti tra loro, legati da un’unità tematica ben riconoscibile e inframmezzati
da libere cadenze, è aperto da un Allegro maestoso in forma di tema e variazioni, i cui materiali
tematici sono esposti prima dall’orchestra e poi dal solista con fioriture nello stile del Belcanto italiano. Pieno di sentimento è il secondo tempo, una Romanza: Andante non troppo con grazia in Fa
min. per violoncello e pianoforte, senza accompagnamento d’orchestra. Il Finale: Allegro non troppo. Allegro molto è un Rondò brillante. Clara iniziò a comporre il concerto proprio dal Finale, di cui
diede la prima esecuzione al Gewandhaus di Lipsia nel 1834 diretta da Mendelssohn, suonandolo
poi in privato per Chopin nel 1836. L’esecuzione integrale, sempre a Lipsia e con Mendelssohn
come direttore, si data al 9 novembre 1835. Pubblicato nel 1836 in Germania e Francia con dedica
al compositore Ludwig Spohr, non fu edito in partitura ma in parti staccate: da qui la difficoltà di
ricostruirne la versione originale, operazione effettuata da Janina Klassen nel 1990. Enrica Ciccarelli ha invece realizzato e inciso una sua trascrizione per pianoforte solo, contribuendo così in modo
determinante alla riscoperta di questo bel concerto romantico.
Marco Corica
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