TESINA INFORMATICA
LA FATTURA FISCALE
INDICE DEI CONTENUTI
1. LA FATTURA FISCALE
1.1 Contenuto della fattura
1.2 Chi deve emettere una fattura?
1.3 Registrazione
1.4 Tipologia Fatture
2. IRPEF
2.1 Che cos’è?
3. IVA
3.1 Che cos’è?
3.2 Come si calcola
4. ENPAP
4.1 Che cos’è?
4.2 Contributo Integrativo
5. ESEMPIO FATTURA
COMPONENTI GRUPPO: Roberta Lo Verde
Valeria Olivieri
Silvia Sandri
Federica Torrente
CAPITOLO 1- LA FATTURA FISCALE
In questa tesina intendiamo occuparci della definizione della fattura
fiscale.
La fattura è un documento fiscale obbligatorio e serve affinchè il soggetto
fiscale possa aver diritto a riscuotere il prezzo del bene offerto.
Lo psicologo è obbligato all’emissione della fattura nel momento in cui
avviene il pagamento del compenso pattuito.
1.1 Contenuto della fattura
È necessario emettere due tipi di fatture, l’originale che appartiene al
cliente e la copia, che deve essere conservata dall’emittente per non meno
di 10 anni.
La fattura deve contenere:
• la data di emissione e il numero progressivo attribuito (che ad ogni
inizio anno deve ripartire da uno);
• i dati del professionista:
- il nominativo
- l’indirizzo
- il numero di partita IVA, il codice fiscale;
• i dati del cliente:
- il nominativo, ditta, denominazione o ragione sociale
- l’indirizzo;
• aliquota che è pari al 20% per le prestazioni imponibili;
• la natura, qualità e quantità dei beni ceduti;
• ritenuta d’acconto;
• marca da bollo;
• l’aliquota e l’ammontare dell’IVA;
Le parti in cui vengono suddivisi i vari elementi che compongono la
fattura, formano una parte descrittiva della stessa e una parte tabellare.
Nella prima parte avremo una descrizione che fa da premessa alla parte
tabellare, in cui vengono inseriti i dati del professionista, del paziente e
della fattura stessa (numero, data di emissione).
Esempio parte descrittiva
Dottoressa Giorgia Sassi
Corso Montecucco, 12
10100 Torino
C.F. SSSGRG49A61C08F378L
P.I. 03427761895
Egr. Signore
Alfredo Bianchi
Via Apostoli, 24
10100 Torino
Fattura n° 5 del 15/04/2010
Nella parte tabellare, chiamata anche corpo della fattura, sono presenti
elementi di tipo quantitativo che permettono di calcolare l’importo che il
cliente deve pagare.
Esempio parte tabellare o corpo della fattura
Seduta di psicoterapia € 200
Contributo previdenziale Enpap 2% € 4
TOTALE fattura € 204
Bollo € 1,29
1.2 Chi deve emettere una fattura?
La fattura deve essere emessa da qualsiasi persona titolare di partita IVA,
nel momento in cui offre o vende un servizio.
1.3 Registrazione
La registrazione dipende dal tipo di servizio che viene offerto.
Le prestazioni sanitarie, quindi consulenza e sostegno psicologico, sono
esenti da IVA e quindi la fattura va fatta su un libretto per ricevute
sanitarie.
Se invece l’attività non è sanitaria, ad esempio formazione, bisogna
compilare la fattura su un normale libretto in cui si dovrà tener conto del
20% di IVA.
1.4 Tipologia fatture
Qui di seguito si trovano i casi più frequenti di fatturazione per gli
Psicologi alle quali è possibile fare riferimento.
1) Prestazione soggetta ad IVA, a rivalsa Cassa Previdenza.
a) Compenso soggetto a ritenuta d’acconto: in genere si fa riferimento
a quelle prestazioni di tipo consulenziale o peritale effettuate in
favore di società, enti o altri professionisti.
b) Compenso non soggetto a ritenuta d’acconto: i casi più ricorrenti
sono relativi a prestazioni in favore di soggetti privati quali pareri e
consulenze
2) Prestazione soggetta ad IVA, a rivalsa Cassa Previdenza, con rimborsi
spese varie forfetariamente determinati: si tratta sempre di prestazioni di
tipo consulenziale che però includono l’addebito al cliente di spese
sostenute in favore di questo ma addebitate in via forfetaria cioè senza
allegare i documenti probatori (fatture e ricevute) delle spese medesime.
3) Prestazione esente IVA, soggetta a rivalsa Cassa Previdenza: si tratta
del tipo più frequente di operazioni poste in essere dagli psicologi
nell’ambito delle terapie psicologiche rivolte alla persona, sia direttamente
sia all’interno di centri riabilitativi. Ciò che rileva è oggettivamente la
prestazione effettuata e non come o in quale struttura questa venga svolta.
4) Prestazione esente IVA, soggetta a rivalsa Cassa Previdenza, con
rimborsi spese varie forfetariamente determinati.
5) Prestazione esente IVA, soggetta a rivalsa Cassa Previdenza, con
rimborsi spese analitici e documentati: si tratta di casi in cui sono state
sostenute delle spese in nome e per conto del cliente documentate da
fatture o ricevute a questo intestate e da allegare in originale alla fattura
consegnata e in fotocopia alla fattura che rimane allo psicologo emittente.
Per tale casistica abbiamo riportato solo l’esempio di una prestazione
esente (ma anche per prestazioni imponibili ai fini IVA vale la stessa
metodologia, ossia di non sottoporre ad IVA ed a ritenuta d’acconto
l’importo delle spese analiticamente determinato).
CAPITOLO 2 – IRPEF
2.1 Che cos’è?
Con l’acronimo IRPEF si fa rifermento all’Imposta sul Reddito delle
Persone Fisiche, regolata dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi, il
D.P.R. (Decreto del Presidente della Repubblica) 22 dicembre 1986, n°
917.
L’IRPEF è stata istituita con la riforma del sistema tributario del 1974 e
fornisce circa un terzo del gettito fiscale per lo Stato italiano.
Si tratta di un’imposta italiana diretta, personale, progressiva e generale.
Il presupposto dell’imposta è il possesso dei redditi i quali possono essere
in forma di denaro oppure in natura e che devono rientrare in una delle
seguenti categorie: redditi fondiari, redditi di capitale, redditi di lavoro
dipendente, redditi di lavoro autonomo, redditi di imprese, redditi diversi.
Il fatto che l’IRPEF sia un’imposta progressiva significa che il prelievo
cresce in maniera proporzionale e anche di più rispetto al reddito, mentre il
fatto che sia personale fa riferimento al fatto che sia dovuta per i soggetti
residenti nei territori della Stato, per tutti i redditi posseduti, compresi
quelli prodotti all’estero.
ESENZIONI
L’IRPEF non è dovuta dai contribuenti il cui reddito complessivo è
composto da:
• redditi di pensione fino a 7.500 euro (se goduti per l’intero anno);
• redditi di terreni per un importo non superiore a 185,92 euro;
• rendita castastale dell’unità immobiliare adibita ad abitazione
principale e delle relative pertinenze.
CAPITOLO 3 – IVA
3.1 Che cos’è?
L'imposta sul valore aggiunto, in acronimo IVA, è un'imposta che colpisce
solo il valore aggiunto di ogni fase della produzione, scambio di beni e
servizi. Attualmente è in vigore in 63 paesi.
L'Unione europea disciplina il tasso dell'IVA dei paesi membri: impone
un'aliquota minima del 15% e una massima del 25%.
L’IVA colpisce solo l'incremento di valore che un bene o un servizio
acquista ad ogni passaggio economico (valore aggiunto), a partire dalla
produzione fino ad arrivare al consumo del bene o del servizio stesso.
Attraverso un sistema di detrazione e rivalsa (addebito), l'imposta grava
completamente sul consumatore finale mentre per il soggetto passivo
d'imposta (il contribuente) rimane neutrale.
Infatti, il soggetto passivo d'imposta, che è colui che cede beni o servizi,
può detrarre l'imposta pagata sugli acquisti di beni e servizi effettuati
nell'esercizio d'impresa, arte o professione, dall'imposta addebitata (a titolo
di rivalsa) agli acquirenti dei beni o committenti dei servizi prestati.
L'IVA pertanto rappresenta un costo solamente per i soggetti che non
possono esercitare il diritto alla detrazione e quindi, in generale, per i
consumatori finali. Nell'imposta sul valore aggiunto occorre quindi
distinguere il contribuente di fatto (il consumatore finale), che pur non
essendo soggetto passivo dell'imposta stessa ne sopporta l'onere
economico e il contribuente di diritto (di norma un imprenditore) su cui
gravano tutti gli obblighi del soggetto passivo d'imposta, ma per il quale
l'imposta stessa è dal punto di vista economico neutrale.
Esistono tre condizioni che devono essere rispettate perché un'operazione
sia assoggettata ad IVA: 1) deve trattarsi di una cessione di beni o di una
prestazione di servizi rientrante tra quelle previste dalla normativa; 2) le
operazioni di cui al punto precedente devono essere effettuate
nell'esercizio di imprese, arti e professioni. La conseguenza di tale norma
è, ad esempio, la non assoggettabilità ad IVA delle vendite effettuate da
privati; 3) le operazioni devono essere effettuate all'interno dello stato.
Esistono tre aliquote IVA in vigore in Italia:
1. 4%,aliquota minima, applicata ad esempio alle vendite di
generi di prima necessità (alimentari, stampa quotidiana o
periodica, ecc.);
2. 10%, aliquota ridotta, applicata ai servizi turistici in Italia
per incentivare il turismo (alberghi, bar, ristoranti e altri
prodotti turistici) a determinati prodotti alimentari e
particolari operazioni di recupero edilizio;
3. 20% aliquota ordinaria, vale a dire che se la normativa
tributaria non prevede specificamente una delle due aliquote
precedenti, questa ultima è l'aliquota da applicare.
La psicoterapia è prestazione professionale esente da IVA; infatti
l’esenzione IVA per le prestazioni mediche, come precisato dall’Agenzia
delle Entrate con la circolare n. 4 del 28 gennaio 2005, va riconosciuta
esclusivamente a quelle prestazioni che sono dirette alla diagnosi, alla cura
e, quando possibile, alla guarigione di malattie e problemi di salute.
3.2 Come si calcola
Per calcolare l’IVA bisogna moltiplicare il costo del bene che si compra
per l’aliquota e poi dividere per 100. Il risultato ottenuto è l’IVA che
bisogna aggiungere al costo della merce.
3.3 La Ritenuta d’acconto
La ritenuta d’acconto è una trattenuta su un compenso assoggettato a
tassazione corrisposto da un soggetto, denominato sostituto d’imposta,
titolare di partita IVA, nei confronti di un altro soggetto, detto percipiente.
Le tipologie di compensi soggetti a ritenuta d’acconto sono:
1. redditi da lavoro autonomo: in questo caso la ritenuta d’acconto è
una trattenuta che grava sui compensi addebitati dai lavoratori
autonomi nei confronti dei titolari di una partita IVA (imprese o
liberi professionisti). In questo caso il soggetto debitore riveste il
ruolo di sostituto d’imposta, effettuando il versamento all’erario in
sostituzione del professionista, al quale viene detratta una parte della
sua prestazione. L’aliquota ordinaria della ritenuta d’acconto
corrisponde al 20% dell’imponibile;
2. redditi da lavoro dipendenti: qui la ritenuta d’acconto è una
trattenuta che grava sulle retribuzioni percepite dai lavoratori
dipendenti e assimilati;
3. redditi da capitale: in questo caso, il versamento all'erario della
ritenuta deve essere effettuato tramite il modello F24 con gli stessi
termini previsti per i lavoratori autonomi e dipendenti, compilando la
“sezione erario”, con l'indicazione del relativo codice tributo e del
mese ed anno in cui sono stati pagati i redditi da capitale (es.
dividendi su azioni);
4. altri redditi sottoposti a ritenuta d’acconto: assicurazioni sulla vita
soggetti a imposta sostitutiva, plusvalenze soggette a imposta
sostitutiva, titoli atipici, interessi e premi, indennità di esproprio.
CAPITOLO 4 – ENPAP
4.1 Che cos’è?
L’acronimo ENPAP designa l’Ente Nazionale di Previdenza ed
Assistenza per gli Psicologi, ovvero l’ente di previdenza obbligatoria per
coloro che svolgono la professione di psicologo.
Esso è stato istituito, come fondazione di diritto privato, ai sensi dell'art. 3,
comma 1, lett. b, D. Lgs. 10 febbraio 1996, n. 103 ed ha iniziato la propria
attività a seguito dell’approvazione del proprio Statuto e del Regolamento
con decreto interministeriale del 15/10/1997.
Lo scopo dell’Associazione è quello di erogare ai propri iscritti pensioni di
vecchiaia e invalidità, oltre che prestazioni assistenziali quale ad esempio
l’indennità di maternità.
La sua sede si trova a Roma e svolge la sua attività in tutta Italia.
Nello specifico esso è formato dai seguenti organi:
I.
Il Consiglio di Indirizzo Generale: è composto da un numero di
membri corrispondente al rapporto di uno ogni mille iscritti all'Ente
per ciascun collegio elettorale. La validità della durata in carica dei
suoi componenti è di quattro anni ed essi sono eleggibili per non più
di tre mandati consecutivi.
Il Consiglio di Indirizzo Generale si riunisce almeno due volte
all'anno su convocazione e sotto la presidenza del proprio
coordinatore, che ne fissa l'ordine del giorno e delibera con la
presenza della metà più uno dei componenti; in caso di parità prevale
il voto del coordinatore.
Alcuni dei suoi compiti sono: determinare gli obiettivi generali della
previdenza della categoria, deliberare per quello che riguarda
l’investimento dei fondi dell’Ente, approvarne il bilancio consuntivo,
deliberare le modifiche dello statuto e del regolamento, nominare il
Collegio Sindacale di cinque membri.
II.
Il Consiglio di Amministrazione: è composto da cinque membri scelti
con metodo elettivo. In concomitanza con l’elezione dei componenti
del Consiglio di Indirizzo Generale ciascun iscritto indica su un’
apposita scheda il nominativo di non più di quattro iscritti o
pensionati diretti, scelti indipendentemente dal collegio elettorale di
appartenenza. Anche in questo caso la durata della carica è di quattro
anni e ogni membro non può essere eletto per più di tre mandati
consecutivi. La carica di consigliere di amministrazione è
incompatibile con quella di componente del Consiglio di Indirizzo
Generale, con quella di Sindaco e con quella di membro del
Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi. Per questo, in caso
di elezione dello stesso soggetto per diverse cariche, egli ha la facoltà
di scegliere per l’una o per l’altra.
Il Consiglio di amministrazione si riunisce almeno ogni due mesi e
comunque ogni volta che il Presidente ne ravvisi la necessità. Anche
in questo caso è il presidente a fissare l’ordine del giorno.
Alcuni dei suoi compiti sono: eleggere il Presidente ed il VicePresidente dell'Ente, deliberare le proposte di modifiche dello
Statuto, del regolamento elettorale e del regolamento per l'attuazione
del trattamento pensionistico, da sottoporre all'approvazione del
Consiglio di Indirizzo Generale, deliberare sulla accettazione di
eventuali donazioni e legati a favore dell'Ente, deliberare i
provvedimenti necessari ad assicurare l'equilibrio economicofinanziario dell'Ente.
III.
Il Presidente: è eletto dal Consiglio di Amministrazione nella seduta
d’insediamento. Anche la durata della sua carica è di quattro anni e
non può essere confermato per più di tre volte consecutive.
Alcuni dei suoi compiti sono: rappresentare legalmente l'Ente,
convocare e presiedere il Consiglio di Amministrazione definendone
le materie all'ordine del giorno, firmare gli atti ed i documenti che
determinano impegni ed assunzione di obbligazioni per l'Ente.
In caso di assenza o impedimento, il Presidente è sostituito dal VicePresidente.
IV.
Il Collegio dei Sindaci: è composto da cinque membri effettivi e
cinque supplenti, rimane in carica per quattro anni ed i suoi
componenti non possono essere nominati per più di tre mandati
consecutivi.
Esso è nominato dal Consiglio di Indirizzo Generale e rassegna a
questo e al Consiglio di Amministrazione una relazione annuale sui
risultati dei controlli eseguiti sull'andamento della gestione. I
controlli sono effettuati dai Sindaci che, in particolare, esaminano i
bilanci preventivi e le relative variazioni, nonché i bilanci attuariali
periodici.
Ogni psicologo deve presentare la domanda di iscrizione all’ENPAP
entro novanta giorni dal conseguimento di reddito professionale
tramite un lavoro in privato e per cui sia necessaria l’iscrizione
all’Albo dell’Ordine.
L’iscritto è poi tenuto a inviare all’Ente, entro il 1° ottobre di ciascun
anno, comunicazione del proprio reddito professionale mentre l’Ente,
in occasione delle scadenze contributive, provvede a trasmettere a
ciascun iscritto una specifica comunicazione in cui sono contenute le
indicazione per il pagamento dei contributi. Di norma, i contributi
vengono pagati tramite M.Av. in occasione dell’acconto (entro il 1°
Marzo dell’anno successivo a quello di riferimento) e tramite
bonifico bancario in occasione del saldo (entro il 1° Ottobre
dell’anno successivo a quello di riferimento).
Ogni membro iscritto all’ENPAP è tenuto a versare:
• un contributo soggettivo: pari al 10% del reddito professionale netto
(cioè che può essere, a scelta dello psicologo, del 14%, del 16%, del
18% o del 20%);
• un contributo integrativo: esso è pari al 2% dei corrispettivi lordi
incassati ed è a carico di colui che riceve la prestazione dallo
psicologo, cioè del paziente a meno che questi non sia anch’esso uno
psicologo iscritto all’Ente. In tal caso, in fattura l’ENPAP non
comparirà. Il contributo integrativo ha il fine di andare a costituire un
fondo per il finanziamento di attività assistenziali per gli iscritti
all’Ente e , come già detto, un loro fondo pensionistico nonché per la
copertura in parte dei costi di gestione dell’Ente stesso;
• un contributo per indennità di maternità: esso è stabilito
annualmente in misura fissa e di pari importo per tutti gli iscritti.
( Per gli studenti interessati all’esame: la parte in cui viene approfondita la
strutturazione dell’ENPAP non fa parte del programma d’esame, per
l’esame è importante solo la parte strettamente riguardante i contributi e
gli obblighi dello psicologo. Tutte le informazioni aggiuntive rispetto al
materiale delle lezioni sono state prese dal sito http://www.enpap.it/)
CAPITOLO 5 – ESEMPIO DI FATTURA
Dott.ssa Giorgia Sassi
Psicologa
10100 Torino, Corso Montecucco, 12
tel. 011/9002565 cell. 325/8594521
C.F. SSSGRG49A61C08F378L
P.IVA 03427761895XXXXX
FATTURA N°
del
PAGAMENTO
Prestazione
Onorario per formazione
Anticipazioni
Spese
Anticipazioni
es. art. 15
Spese
Diritti e Onorari
Cassa Previdenza Psicologi
2%
Totale imponibile
IVA
Totale fattura
A dedurre Ritenuta di
acconto
TOTALE DOVUTO
20%
Diritti e onorari
100,00
0
0
100,00
2,00
102,00
20,4
122,40
100,00
122,40
TASK PRATICI SU ARGOMENTO FATTURA
FISCALE
• Saper modificare i dati inseriti nella tabella excel.
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