ANNO L - N. 2
Mercoledì 17 Febbraio 2010
€ 2,00
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Eccovi Alassio che innamora il sole (A. Graf)
Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure. O.d.V-O.N.L.U.S.
Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio Effettivo € 22,00 - Socio Aderente € 19,00 - Socio Aderente estero € 24,00
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IL GRAZIE DAL NUOVO PRESIDENTE
Tanti auguri
Sembra ieri ma sono già trascorsi 21 anni da quando, con un
pizzico di timore reverenziale e
tanta soggezione, entrai per la
prima volta a far parte del consiglio direttivo AVA; ora, grazie a
tutti coloro che mi hanno dato fiducia nelle trascorse elezioni, è
giunto il mio turno di presidente
della nostra amata Associazione
Vecchia Alassio.
Ho vissuto questo arco della
mia vita condividendo gli avvenimenti della nostra associazione con tre presidenti, tanto diversi tra loro quanto fondamentali per la formazione della mia
alassinità.
Il primo, con il quale ho intrapreso la mia avventura di consigliere, è stato il compianto
Capitano Dante Schivo, uomo
dalle mille idee, infinito entusiasmo e convinta “alassinità” che
ci ha lasciato improvvisamente
privandoci di un apporto di testimonianze scritte che ci mancherà sicuramente.
Poi venne il professore “Tomschi” Tommaso Schivo, uomo di
grande cultura, esempio indiscusso di signorilità, integrità
morale unite ad una estrema disponibilità verso gli altri. Per ultimo, per ben nove anni, l’amico
Carlo Cavedini, che definire il
Presidente infaticabile è poco,
scherzosamente lo chiamavo il
cottimista, perché riusciva ad
essere ovunque comunque, con
tanto di foto ricordo, un vulcano
“attivo ed irripetibile”.
E che dire dei colleghi consiglieri di questo arco di anni?
Citarli tutti non serve, basta ricordare che con ognuno c’è
sempre stato un ottimo rapporto collaborativo ma soprattutto
di sincera amicizia.
Un riconoscente e sentito grazie lo devo ad Antonio Carossino, tessera n° 1 ed ideatore
dell’AVA e all’Avvocato Claudio
Bottelli; per anni eletti “probi viri” dell’associazione, con queste
elezioni hanno sì passato ufficialmente ad altri il loro ruolo,
ma rimangono nel cuore di tutti
noi consiglieri che con loro abbiano condiviso vicende controverse, risolvendole anche grazie
ai loro consigli di saggezza.
Ora mi tocca e farò il possibile per operare in questo triennio, facendo tesoro degli insegnamenti acquisiti dai miei predecessori, confidando negli altri
otto consiglieri che compongono il nuovo direttivo ma, cosa
fondamentale, ascoltando chiunque possa darci il giusto apporto o la sacrosanta critica per
far sì che l’AVA ed il suo giornale “l’Alassino” diventino la voce
di tutti.
Grazie e… aspetto notizie!!!
Nel febbraio 2001 quando
scrissi “IL SALUTO DEL NUOVO
PRESIDENTE” con grande timore e commozione accettai la
nuova carica.
Ora dopo i 9 anni da Presidente e 17 facendo parte del
C.D., posso dire di lasciare non
con timore ma con serenità, perché conosco il nuovo Presidente
ed i Consiglieri che hanno lavorato con me per tanti anni, apprezzando di tutti l’intelligenza,
l’indipendenza, la dirittura morale, l’onestà ed il grande amore
per l’A.V.A. e per Alassio.
Invece non posso dire di non
lasciare con grande commozione, derivata da tanti anni trascorsi con gli amici Consiglieri.
Auguro al nuovo Presidente
Giovanni Giardini, ai “vecchi”
Consiglieri ed ai due nuovi Buon
lavoro e che le inevitabili lotte
ed amarezze (che sempre ci sono, per difendere l’indipendenza della nostra Associazione)
siano compensate ampiamente
dalle soddisfazioni.
Sempre disponibile a collaborare per il bene di tutti.
Vorrei dire ancora molte cose,
ma… la commozione me lo impedisce.
Tanti auguri a tutti, buon lavoro e sempre FLOREAT ALAXIUM
Con grande amicizia
Gianni Giardini
Carlo Cavedini
Grande pubblico alla prima
del Cineforum
La grande prima sfida è stata
vinta. Soddisfazione degli organizzatori per la risposta ottenuta dalla gente di fronte alla
riapertura del “Cineforum”
alassino. Il 5 febbraio scorso il
pubblico delle grandi occasioni ha gremito l’Auditorium
“Don Bosco” per assistere alla
“Prima” di un’iniziativa che
sembrava impossibile e che
continuerà per dieci settimane,
sempre il venerdì alle ore 21,
nell’intento di dare sempre più
spazio alla cultura coinvolgendo la gente e tagliando al massimo le spese. “Anche Noi”,
l’Associazione culturale nata
con il fine di «risvegliare
Alassio», caparbiamente vuole
andare avanti sia sul fronte della possibile riapertura di una
sala cinematografia in città, sia
per fare in modo che in un prossimo futuro possa veramente
prendere corpo una struttura
in grado di ospitare proiezioni,
teatro e, finalmente, Congressi.
«Il Cineforum è il primo atto
che anticipa una lunga serie di
iniziative intese a coinvolgere
l’intera società alassina. Al nostro fianco ci sono già albergatori, commercianti, liberi professionisti, insegnanti e operai.
Tutti vogliono un’unica cosa:
far risplendere Alassio e le sue
potenzialità decidendone il fu-
turo fuori da schemi prefissati
o di mero interesse partitico.
La nostra politica sarà esclusivamente quella del fare, non
del criticare». Il giornalista e
scrittore Daniele La Corte, presidente di “Anche Noi”, ha
aperto la prima serata del Cineforum dando poi la parola alla
professoressa Romana Rutelli,
docente presso l’Università degli Studi di Genova, autrice di
numerosi libri sul mondo della
celluloide. Poi è stata la volta
del giornalista Natalino Bruzzone, critico cinematografico e
anche lui scrittore, autore di
opere di successo, che ha illustrato come la realtà cinematografica rappresenti un forte
elemento di aggregazione. «È
inimmaginabile pensare a una
località turistica senza una sala
cinematografica, senza un teatro – ha sottolineato Bruzzone
– l’aver organizzato una serie
di proiezioni senza l’aiuto del
Comune o di altre realtà pubbliche dimostra che, il più delle volte, occorre solo credere
nelle cose puntando sulla buona volontà dei singoli». Il critico
cinematografico si è più volte
complimentato con i promotori di “Anche Noi” garantendo
loro la massima collaborazio(continua a pagina 2)
Il Consiglio Direttivo uscente
Alassio, 5 Febbraio 2010, Auditorium Salesiani – Serata inaugurale del Cineforum organizzato dall’Associazione
“Anche Noi per Alassio”. Quattro proiezioni di cortometraggi hanno reso particolarmente interessante la serata che
è stata aperta dal presidente del sodalizio, il giornalista Daniele La Corte, seguito da Romana Rutelli, docente presso l’Università di Genova e autrice di numerosi libri sul Cinema. Particolarmente interessante l’intervento del giornalista critico cinematografico Natalino Bruzzone. Numeroso e attento il pubblico presente che con soddisfazione ha
accolto l’annuncio dell’attività del Cineforum. Le proiezioni proseguiranno, da Venerdì 13 Febbraio ore 21 per 10 settimane consecutive. L’associazione “Anche Noi”, conta già oltre 160 soci.
(FOTO SILVIO FASANO)
Da sinistra: Gianni Croce, Caterina Maggi, Gianni Giardini, Crispino Valdora,
Carlo Cavedini, Lino Gioberti, Luciana Grollero, Antonio Brusco, Carlo Bertolino.
Risultati elezioni e nuovo Consiglio Direttivo
Presidente
Vice Presidente
Segretario
Consiglieri
Probiviri
Revisori dei conti
Giardini Giovanni
Gioberti Lino
Brusco Antonio
Bertolino Carlo
Falcone Luciano
Grollero Luciana
Lavagna Angelo
Maggi Caterina
Valdora Crispino
Cavedini Carlo
Croce Gianni
Gallea Andrea
Barbera Enzo
Fabbri Enzo
Rizzo Giuseppe
Festa delle biscette
Il 28 MARZO 2010 !!! Un giorno da ricordare!!
La S.O.A. Mutuo Soccorso di Solva vi attende!!!
IL CORPO POLIZIA MUNICIPALE
FESTEGGIA IL SANTO PATRONO
Come da tradizione, la Polizia
Municipale, sabato 23 gennaio
u.s., ha festeggiato il loro Patrono San Sebastiano. La solenne Messa cantata è stata celebrata dal Parroco Mons. Angelo
de Canis, che all’omelia nel ringraziare il personale del Corpo
per i numerosi e utili servizi resi
alla città ha anche ricordato alcuni episodi della vita di San
Sebastiano. Hanno preso parte
alla cerimonia il Sindaco Arch.
Marco Melgrati accompagnato
dall’amico Sindaco di Fossano;
il Vice Sindaco Gianni Aicardi,
molti Assessori ed Autorità civili e militari. Numerose le presenze tra i Vigili in servizio e
quelli in pensione con le relative
famiglie.
Dopo la funzione religiosa, nel
salone Parrocchiale il Comandante dei Vigili Fabrizio Pampararo ha fatto una esauriente
relazione su quanto svolto
nell’anno 2009 Ecco in sintesi
quanto detto:
“Buongiorno a tutti e grazie per
essere qui con noi oggi.
Un particolare grazie a Mons.
De Canis che da anni ci offre la
sua squisita ospitalità ed a tutti
coloro che hanno collaborato per
Singolarmente preso, il 2009
non ha evidenziato particolari
criticità, anzi, se raffrontato con
l’anno precedente, pur mantenendo una certa invariabilità di
Il corpo della Polizia Municipale della nostra città schierato in occasione del
(FOTO ALDO)
Santo Patrono.
la riuscita della festa.
Come ogni anno siamo giunti
al momento caratterizzato da un
breve riepilogo dell’attività svolta
dalla Polizia Municipale nel corso dell’anno appena trascorso.
dati, in alcuni casi viene registrato un aumento delle pratiche trattate dal Comando siano esse legate ad accertamenti di carattere
(continua a pagina 2)
Angolo
di
Daniele La Corte
La paura
del nuovo
La ricerca del nuovo sembra impossibile. Non c’è consultazione elettorale in cui
non saltino fuori nomi ormai
triti e ritriti. Dalla centrifuga
della politica è improbabile
immaginare che possano concretizzarsi novità in grado di
accendere speranze positive.
Gli ingredienti sono uguali da
anni e, di fronte ai soliti, appare sempre più concreto il rischio di deterioramento organico, oltre che psichico. Andiamo alle urne per le elezioni
comunali, provinciali e regionali, per non parlare del Parlamento nazionale, trovandoci di fronte, inesorabilmente,
sempre gli stessi nomi. Neppure un sussulto, un attimo di
disorientamento perché l’abitudine, l’assuefazione non
toccano più nessuno. La maggioranza degli elettori sembra
intruppata, ipnotizzata dal
nulla. La gente mugugna, prosegue nell’urlare al «Governo
ladro», ma poi vota nello stesso modo. Evidentemente c’è
paura del nuovo, c’è timore
che le cose possano cambiare, che menti fresche possano
ragionare meglio di quelle da
troppi anni impegnate ad amministrare le cose proprie
piuttosto che le cose di tutti.
Ci sono i professionisti della
politica, lavoratori indefessi e
costruttori di “inciuci” che
cercano, in maniera spasmodica il consenso dei cittadini,
soprattutto di quelli non coscienti dell’esistenza dei diritti, quelli che credono ancora
in Paese esclusivamente basato sul favore, sulla raccomandazione.
Alassio si è addormentata
ormai da tempo. Il suo sonno
rischia di diventare sempre
più profondo, senza risveglio.
Ma i politici, sempre gli stessi,
incollati alle poltrone, continuano, promettono miracolosi elisir di lunga vita distribuendo, però, camuffandoli
sapientemente, soltanto forti
dosi di sonnifero. Così dal
passato riappaiono anche gli
incantatori di serpenti, con gli
stessi “turbanti”, con gli stessi “pifferi”. Tutti promettono
tempi migliori, situazioni fantastiche. Nessuno, però, capisce che si devono fare i conti
con la realtà del presente, con
la crisi che molti dicono sia
ormai passata, ma che tanti
assicurano debba ancora arrivare. E allora, invece di provocare pensando a piazze piduiste, si pensi, magari, con
più realismo, a spazi alberati
che possano dare ossigeno a
chi vorrebbe scegliere Alassio per trascorrere momenti
tranquilli di giusto riposo. L’azione clorofilliana purificherebbe l’aria rendendo salubri
le menti evitando così immagini demoniache in ogni angolo della città, comprese le tante donne occultate in azzurrissimi burka.
2
«L’ALASSINO»
Mercoledì 17 Febbraio 2010
ALLA PRIMA DEL CINEFORUM (segue dalla prima pagina)
Carini e bellini
www.alassiosuperpartes.wordpress.com
e-mail: [email protected]
Daniele La Corte consegna la tessera n. 1 a Gibba. (FOTO S. FASANO)
ne. La direzione artistica del
Cineforum è stata affidata al
professor Beppe Rizzo, anima,
da sempre, della settima arte
per Alassio già ai tempi del
“Ritz”. La tessere ad honorem
del Cineforum è stata consegnata, prima delle proiezioni di
alcuni interessanti cortometraggi, al grande Gibba, nostro
concittadino e firma di calibro
del cinema italiano.
FESTEGGIAMENTI DEL CORPO DI POLIZIA
DEL SANTO PATRONO (segue dalla prima pagina)
amministrativo come anche penale.
Questo si traduce, ovviamente,
in una maggiore produzione di atti e documenti e, di conseguenza,
nella dimostrazione dell’impegno profuso da ogni appartenente al Corpo per far si che la struttura continui a funzionare correttamente.
Purtroppo, come è ovvio che
sia, il maggior carico di pratiche
burocratiche e la riduzione del
personale della Polizia Municipale determinato da ulteriori pensionamenti, hanno portato, nonostante l’impegno profuso, ad un
calo dei servizi svolti all’esterno
e ad una conseguente minore visibilità.
Mi auguro che l’Amministrazione, già in passato impegnata
nel tentativo di colmare le assenze che si sono venute a determinare nel corso del tempo, possa
anche quest’anno dirigere le necessarie risorse verso di noi, onde poter garantire quel servizio di
presenza e prevenzione che re-
puto necessario per una città come Alassio, magari con assunzioni a tempo indeterminato che
permettano quella reciproca,
quanto opportuna, conoscenza
tra vigili e cittadini.
Grazie.”
Ha preso quindi la parola il
Sindaco di Alassio.
Molti gli elogi al Corpo per il
lavoro svolto con grande spirito
di servizio, specialmente in occasione delle calamità naturali
che hanno messo a dura prova
tutto il personale, inoltre ha assicurato che il Comune per l’anno 2010 cercherà di integrare
l’organico con nuovi vigili, stagionali e fissi.
La celebrazione si è conclusa
con il saluto di Mons. De Canis a
cui ha fatto seguito un ottimo
rinfresco preparato e servito
dagli allievi dell’Istituto Alberghiero, che hanno dimostrato
ancora una volta la loro bravura
e la professionalità.
A.V.A.
Frevò
T’èi u segundu, ciamau Frevairin
ma in ta cùa ti gh’ai u venìn
e di toi frai u ciù grammu e u ciù curtu
tantu ch’i dixen: “t’èi pezzu de ’n turcu”.
Ma çerti anni, cuscì, pe scangiò
da grammu suggettu ti vén “patelò”.
Ti pii l’avviu cu-a Candeirara (2)
quande ancù ceppu u su vaccia in ta giaira
pe pruseguì, cu-u tò muru stortu,
privandu de tüttu scia u gussu che l’ortu.
In sci-a mitai t’oulì San Valentìn (I4)
di innamurai u giurnu du destìn
e nrimma o doppu u riva Carlevò
che allù… de raviöre ’na pansò.
Gianni Croce
FEBBRAIO
Sei il secondo chiamato Febbraino /ma nella coda tieni il veleno
dei tuoi fratelli il più gramo e il più corto / di te si dice “sei peggio di
un turco”.
Ma in certi anni, così per cambiare/ nel tempo buono ci fai ritornare. / Prendi l’avvio con la Candelora (2) / Quando ancora il sole poco affiora per proseguire col tuo muso storto / privando di tutto sia
la barca che l’orto. / Sulla metà ecco san Valentino (14) / degli innamorati il giorno del destino / finché si arriverà a Carnevale / e allora
di ravioli scorpacciate!
Febbraio è il mese dell’amore
per eccellenza, dell’amore ingenuo, infantile in senso buono,
dell’amore che nasce, quell’amore che si stringe forte per sopravvivere all’inverno, in attesa della
primavera, dell’amore più detto
che dimostrato.
Febbraio è il vero mese dell’inizio, il mese dei buoni propositi, il
mese dell’amore…..
Quell’Amore con la “A” maiuscola, che tutto può toccare e tutto può coinvolgere, che non è così limitato, così circoscritto, né
così banale e scontato come siamo soliti pensare, ma è molto più
ampio e importante di quanto
possiamo immaginare.
È ciò che fa la differenza. In tutto. Sempre.
È l’Amore per quell’unica persona che, nella vita, possiamo
scegliere come parte della nostra
famiglia.
È l’Amore per il proprio paese,
e per il mondo in cui si vive; è
l’Amore per il proprio lavoro, per
i propri hobbies, e per tutto quello che si fa; è l’Amore per la vita,
propria e degli altri; è l’Amore per
il futuro,… proprio e degli altri!
È l’Amore per tutte le piccole
cose; per ogni indifesa, o semplicemente discreta, forma di vita;
per ogni gesto, ogni attenzione,
ogni pensiero.
È l’Amore non per le grandi cose (eclatanti) ma per le cose grandi (grandiose).
È l’Amore per il mezzo più che
per il fine; per ogni singolo passo
più che per l’arrivo alla meta; per
ogni persona che incrociamo nel
nostro percorso più che per quelle già in posa sul podio dei vincitori.
È l’Amore per l’essenza più che
per la parenza.
È l’Amore per la tenerezza, la
semplicità (non banalità), la sincerità, piuttosto che per la violenza, la prepotenza, l’arroganza,
la falsità; è l’Amore per la libertà
(quella vera), il rispetto, l’attenzione, più che per l’imposizione e
l’insensibilità.
È l’Amore per i nostri ideali, più
che per l’approvazione altrui o la
fama.
È l’Amore per ciò che è meglio
più che per ciò che è comodo; per
ciò che è bene più che per ciò che
è semplicemente permesso.
È l’Amore che ti fa stare dalla
parte della verità e della giustizia,
più che da quella più conveniente o di chi è più potente.
È l’Amore per l’Amore, è
l’Amore per l’Amare.
È l’Amore che ti permette, ogni
sera, di guardarti allo specchio, e
di essere orgoglioso di essere la
persona che sei, e che, spesso
con non poca fatica, ogni giorno ti
impegni ad essere.
È quell’Amore talmente grande, talmente forte, talmente intenso, da non aver neanche bisogno di essere ricambiato; perché
Amare qualcuno o qualcosa significa solo far fare un percorso
più lungo al proprio Amore, per
renderlo più forte, più intenso,
più ricco, prima di farlo poi ritornare a sé.
Provocatoriamente Anonima
MOGLIO
Festa di San Sebastiano
Dobbiamo riconoscere che da
molti anni non si vedeva una partecipazione così importante alla
festa patronale della nostra
Parrocchia. Domenica 24 gennaio, chi avesse deciso di entrare
in chiesa a messa iniziata, avrebbe sicuramente incontrato qualche difficoltà nel procedere, subito dopo aver varcato la porta
d’ingresso e si sarebbe pure domandato se per caso non avesse
sbagliato parrocchia. In realtà ci
si è trovati semplicemente di
fronte alla spontanea manifestazione del sentimento religioso solitamente timido e restio dei mogliesi e non solo di essi. Occorre
infatti precisare che molti erano i
fedeli convenuti da fuori; questo
è apparso subito evidente dal numero delle Confraternite presenti all’avvio della processione che,
ritmata da canti e preghiere, alle
dolci melodie del corpo bandistico “Città Di Alassio” ha preceduto, preparato e solennizzato la
gioiosa liturgia della S. Messa.
Consapevole dei doverosi onori
di casa, presenziava numerosa
ovviamente la nostra Confraternita di S. Caterina, seguita da
quelle di Laigueglia, di Erli e di
Oneglia, giunta questa, tra noi,
per la prima volta. Particolarmente toccante, a detta di molti,
l’ostensione dei preziosi Crocifissi, schierati durante la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal
Canonico Gianni Grasso e concelebrata da alcuni sacerdoti. Come
sempre, ha brillantemente animato ogni parte liturgica la
Cantoria Parrocchiale ed, unani-
mi, i consensi ad essa rivolti.
A tanti, forse a tutti, la festa è
sembrata davvero un momento
profondamente religioso: il gesto
di devozione al Santo Patrono
racchiudeva ed esprimeva una
supplica sincera e San Sebastiano proteggerà di sicuro la vita dei
suoi fedeli e dell’intera Comunità.
A conclusione della giornata di
festa, nel Salone parrocchiale, come da tradizione, la Compagnia
Teatrale Dialettale Alassina ha
presentato la commedia già recitata a “Ritruvammuse insemme”
replicando, davanti ad una sala
gremita di pubblico, il successo
della prima serata. Gianni Croce
quest’anno ha scritto una grande
e spiritosa opera teatrale, facendosi aiutare da Shakespeare (Le
allegre Comari di Windsor) e dalla coppia Boito-Verdi (Falstaff)
con un risultato certamente di livello superiore. Al quale hanno
contribuito anche tutti gli attori
della compagnia che vogliamo citare senza distinzioni di merito,
essendo stati tutti molto bravi:
Nino Moirano, Mimmo Bogliolo,
Augusto Bogliolo, Nino Brusco,
Gianni Croce, Giovanni Parascosso, Lina Nattero, Giuliana Basso,
Luisella Tonin, Laura Armato,
Giorgio Gioberti. Ha presentato
recitato e suggerito Andrea Gallea. Regia di Augusto Soldi, Costumi di Marisa Brusco, Scene di
Astrid Hammond.
È seguita una lauta cena preparata dalle signore di Moglio per
gli attori della compagnia e i simpatizzanti.
L.C.
Siamo alla recita di Natale.
Come sono carini e bellini gli scolaretti della IIK della Scuola
Primaria di Torricento, provincia di Torino, mentre cantano:
«...il treno della pace è un pensiero buono, ci aiuta proprio quando siamo giù di tono...» riuniti in
palestra durante la festa di
Natale! Sono splendidi con le magliette cuore rosso in campo
bianco e pantaloni blu. È un momento magico, ma... è proprio in
questi istanti che vengono in
mente i pensieri più strani e i ricordi. Ecco che la scena si trasforma e rivedo i pargoletti du-
una molla e arrivare puntuale e
calma per recitare: “Eccoti 4 euro, due per le patatine e due per
i bimbi che non hanno niente.
Era tanto carina e bellina anche
se ritornava al suo posto atterrando dopo due capriole. “...Ciuf
ciuf il treno della pace è un sorriso aperto, che porta la rugiada
pure nel deserto...” Improvvisamente torno bruscamente alla
realtà: la mia collega mi sta sussurrando: - Guarda Marco e
Giulia, si sono seduti!Siamo davvero tutti esausti! I
bimbi, che sono stati bravissimi
piccoli attori, ora avvertono la
rante le prove. Federico con la
manina alzata, chiedeva timidamente: - Oggi, nell’intervallo, andiamo a giocare in cortile? - Per i
bimbi il gioco è un diritto fondamentale, ma, purtroppo o per
fortuna, non si rendono conto
delle esigenze degli adulti e della
realtà: stava diluviando e nelle
pozzanghere mancavano solo i
pesci rossi. ...Ciuf ciuf il treno va,
sarà bello stare là, nei vagoni pieni zeppi d’amore. Ogni tanto si
sentiva uno strano sottofondo:
tum tutum tum tum tutum. Era
Irene che si appoggiava ad una
porta; cosa che non avrebbe certamente fatto durante la recita
ufficiale. “Pizzette, panini, patatine!” Gridava Piero, calandosi
perfettamente nel personaggio
di un venditore ambulante. Non
capirò mai come riuscisse Lucia
a smettere di colpo di chiacchierare con Silvia, scattare come
stanchezza prodotta dallo sforzo e dall’impegno intensi. Guardo l’orologio: fra 1 minuto e 59
secondi saremo tutti felici e rilassati a mangiar pandoro e salatini ed a bere coca-cola. “...Chi lo
perde poi lo prenderà. E la pace
nel mondo sarà”. È finita! Dopo i
meritatissimi applausi, in un batti baleno sono tutti per le scale in
ordine e in silenzio, guardati con
tenerezza e orgoglio dai loro genitori. Anch’io salgo, ma lentamente perché la memoria mi sta
giocando un altro tiro birbone...
Quand’ero bambina ho iniziato a
recitare: sono il fiorellino al centro, tra i nanetti della foresta. Ho
un visetto serafico, ma... improvvisamente ricordo che... ero tanto carina e bellina...!
Rosella
[email protected]
INCONTRI SALUTARI
Proseguono gli “Otto Incontri
salutari”, ciclo di incontri informativi per la terza età, organizzati dall’assessorato ai servizi
sociali del comune di Alassio, in
collaborazione con la Gesco e i
bar cittadini che hanno aderito
all’iniziativa, trasformandosi in
salotti dove salute e benessere
diventano un binomio indissolubile. «La collaborazione con i
bar cittadini è stata ideata al fine
di rendere gli incontri meno istituzionali e più graditi alla popolazione – ha dichiarato l’assessore Loretta Zavaroni – in modo
che i partecipanti si sentano più
a loro agio e siano portati a interagire con il relatore ponendo
domande».
“Per il benessere dei nostri
occhi: le nuove scoperte sulla
chirurgia oculare” è il titolo
dell’incontro con l’oculista,
Ernesto Carbone, che si è svolto mercoledì 20 gennaio, alle
ore 16.30, al Bar Maximilian in
via Roma, 65. Il Dott. Carbone,
dal 1980 lavora nella Divisione
Oculistica dell’Ospedale di
Imperia, dove è Dirigente
Medico di I Livello e si occupa
specificamente di Fluorangiografia retinica e trattamenti laser. Dal 1981 al 1998 è stato insegnante per la materia “Oculistica” presso la Scuola infermieri “Citta di Imperia”.
Mercoledì 10 febbraio, sempre alle ore 16.30 al bar Giacomel di via Mazzini, 67. sono stati
i carabinieri a parlare de “Le piccole accortezze per vivere sereni”. Mercoledì 24 febbraio, al Bar
Balzola, in piazza Giacomo Matteotti, il ginecologo Paolo Cristoforoni dell’istituto oncologico IST di Genova affronterà il tema “Quando la salute è anche la
gioia di volersi bene”.
Mercoledì 17 marzo, è in programma l’incontro con la Guardia costiera, nella sede della
Capitaneria di Porto di Alassio.
A chiudere il ciclo d’incontri,
martedì 20 aprile, al Bar Riviera, sarà il dermatologo Germain
Tagliapietra, specialista in dermatologia e venerologia con la
conferenza dal titolo “Un gesto
di affetto: voler bene alle nostre
rughe”.
Alassio, 18 gennaio 2010
Mercoledì 17 Febbraio 2010
3
«L'ALASSINO»
U recantu di nosci diti
CRONACA DI ANDATE
(a cura di G.C. e G.G.)
MESE DI FEBBRAIO 2010
Essighe ciù ün che in galera
Oggi si parla spesso del sovraffollamento delle carceri, al punto che si è reso necessario l’indulto ma, evidentemente, questa situazione nel nostro paese non è affatto nuova se tale
espressione si perde nella notte dei vecchi detti e vuol riferirsi a situazioni in cui un locale,
un mezzo pubblico, una piazza a seguito di una manifestazione o altro siano oltremodo gremiti di gente. Insomma “Essercene più uno che in galera”.
Cuntò i petti a ün
Tra le innumerevoli e deprecabili abitudini umane vi è quella del pettegolezzo e lo spettegolare è connaturale in particolari persone che amano ingerirsi in affari altrui spesso, poi,
riportando ad altri il frutto delle loro inchieste. Tale comportamento viene sintetizzato ironicamente dall’autore popolare nel detto: “Contare i peti a uno” per sottolineare fino a
quanto e intimamente tali indagini diano incommensurabile piacere a questi poco pregevoli soggetti.
ALASSIO E BONARIA, LA MADONNA
DELLA GENTE DI MARE
Dall’antico Santuario cagliaritano di N.S. di Bonaria, la massima Patrona dell’intera Sardegna,
abbiamo ricevuto una gradita
“memoria” di Roberto Porrà che
ravviva e sottolinea l’antico e
stretto legame fra i nostri marinai alassini e quel Santuario e, a
beneficio di tante antiche famiglie di Alassio e specialmente del
borgo Barusso, vogliamo ricordare qualche particolare da lasciare alla “storia” del nostro
paese e della nostra gente.
È risaputo che nei secoli XVI e
XVII la marineria alassina, prima che la distruggesse l’epoca
napoleonica, fu grande ed importante nell’intero bacino del
Mediterraneo ed è da considerare storicamente fra le più apprezzate ed importanti nei rapporti frequenti ed attivi con i
porti e con le coste della Sardegna. Grazie anche e soprattutto a questo, il culto di Nostra
Signora di Bonaria si diffuse in
quei secoli persino oltre Oceano, ove qualche studioso ritiene
che il nome stesso di Buenos
Aires derivi appunto dal nome
della Madonna sarda di Bonaria. Anche la Cooperativa dei
pescatori di Carloforte ha assunto come nome quello di
Bonaria. Venendo, comunque,
più vicino a noi, il suo culto si
diffuse in non pochi luoghi, ma
soprattutto, al di sopra di ogni
altro caso, furono i marinai e i
commercianti alassini a portarlo fra noi e a dargli una grande rilevanza nel nostro paese.
Contribuì a ciò la numerosa
“colonia” di marinai nati e provenienti da Alassio (e in particolare dal “borgo” di ponente, quello di Barusso e della Chiesa “marinara” di sant’Anna).
Allora la Chiesa e il borgo potevano apparire come un’appendice della cittadina, fuori le
mura per così dire, un borgo
modesto, ma attivo di pescatori, di contadini e marinai. Così
da quelli numerosi che veleggiavano fra le coste liguri e sarde
nacque il desiderio vivo di dedicare, entro le mura stesse della
Chiesetta di Sant’Anna (A Mare
Sant’Anna) un altare alla sacra
memoria della madonna cagliaritana di Bonaria, per la quale fu
dipinta una artistica pala risalente al secolo XVIII. Per dimostrare il culto profondo radica-
to nella gente di Barusso, anche
in cima al colle, nel Santuario di
San Bernardo, ora distrutto, fu
consacrato un altare laterale alla Madonna cagliaritana
C’è ancora chi, come noi, ricorda d’aver conosciuto, in
Barusso, qualche “vecchia”
Signora che di quella Madonna
portò col battesimo anche il nome, nome che veniva celebrato
solennemente anche con canti
liturgici non dimenticati ancora... “Di Bonaria la gran Regina...” che in tempi ormai lontani
mandava in bestia un’altra donna del borgo che usciva frettolosamente di chiesa, per non
sentir celebrare quel nome portato da una... rivale poco simpatica! E la venerazione di quel nome era tanto profondamente radicata nei marinai alassini, che
in alcuni documenti isolani (ad
esempio alcuni del 1592 e del
1595, Historia y mylagros de
Nuestra Senora de Buenayre del
frate mercedario Antioco
Brondo), essi vengono espressamente nominati e ricordati,
come i Berno, gli Stalla, gli
Airaldi e altri, anche se con i cognomi alquanto spagnoleggiati,
come Escofé (Scofferi) o Nater
(Nattero), così noti e importanti, già nel ’500, anche nel tessuto
sociale, commerciale e religioso
dell’isola, tanto che essi avevano fondato, già nel 1590, la
Arciconfraternita dei Genovesi
o dei “Naturales de Araxe”, oggi,
credo, ancora esistente nella
città di Cagliari.
Naturalmente non erano solo
i marinai... Su loro si elevavano
soprattutto i patroni, i Comandanti delle navi, i maggiori responsabili della navigazione o
di tutti i campi delle gestioni
nautiche, commerciali o amministrative che riguardavano gli
scambi, i galeoni, le navi da carico, che trasportavano nel continente in genere prodotti alimentari e nell’isola passeggeri e
prodotti lavorati. Così, spesso,
anche nella normale “routine”
del lavoro e dei viaggi marittimi
compare l’immagine o la storia
della Madonna cagliaritana.
Nelle frequenti e difficili navigazioni di allora spesso si incontravano gravi pericoli, tempeste, uragani, avarie, persino malattie improvvise ed epidemie
perniciose e, non di rado, anche
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duri ed impari scontri con i corsari barbareschi che tentavano
di far prigionieri marinai e passeggeri (per chiedere poi un riscatto) e di confiscare il ricco
bottino delle navi... e non mancarono vere battaglie e mai in
quei “barconi” erranti sulle onde
mancava la sacra immagine della Madonna di Bonaria, dinanzi
alla quale i marinai pregavano
devotamente. Gli episodi da ricordare sarebbero numerosi,
ma ci fermiamo a sottolinearne
uno solo, citato espressamente
nel suo volume dal frate Antioco
Brondo. La nave del Comandante alassino Gabriele Berno, il
6 dic. 1530, in pieno Mediterraneo, all’altezza di Alghero, fu
improvvisamente assalita da
ben 13 navi corsare veloci e ben
armate, comandate dal terribile
e mitico conquistatore di Algeri,
il turco Khair ed Din. La imbarcazione alassina sembrava destinata ormai a soccombere per
mancanza assoluta di vento e di
mezzi di difesa. Nell’estremo pericolo passeggeri ed equipaggio
si raccolsero in preghiera dinanzi all’immagine della Madonna di
Bonaria: improvvisamente si
alzò un vento impetuoso che
portò in salvo la nave. È solo un
episodio, su altri ci potremmo
fermare.
Comunque la storia della marineria alassina e dei rapporti fra
Alassio e Cagliari (come ho più
volte narrato nel mio volume:
“Alassio e la marineria velica
dell’800” - edito nel 1997) si conclude agli inizi del Novecento,
ma non cessò ad Alassio l’antica
devozione. Possiamo, anzi, dire
che restò, che non si spense e
che oggi ancora, in Barusso, il
culto religioso per la madre di
Gesù è più vivo che mai, anche se
non è eclatante come un tempo.
Per questo gli amici di Cagliari e
non pochi “barussini” vorrebbero rinsaldare gli antichi legami
religiosi e di amicizia con i Sardi
e con i Cagliaritani in’modo particolare.
E non si potrebbe, come vorrebbe la Signora Nuccia Cattaneo di Alassio, organizzare qualche manifestazione, una particolare funzione in ricordo di quell’
antico legame fra le nostre genti
e la Sardegna?
Tommaso Schivo
Fiocco
Rosa
Il 10 gennaio u.sc. a Roma è
nata ELETTRA per la gioia di
mamma Veronica e di papà
Antonio MARINO, dei nonni
Stefania e Silvio Messinetti e
Maria e Nicola.
Ogni bene e felicità alla neonata ed alla famiglia, anche da
parte della nostra Associazione!
Ho sceso… un milione di scale
Allora: qui dobbiamo metterci
d’accordo! Non si può soffiare e
sorbire contemporaneamente, e
se una cosa è bianca non può essere nera, al massimo bianconera, come sapeva benissimo
Moggi. Di cosa sto parlando? Ma
semplicemente del fatto che per
alcuni giudici l’edificio del
Piccolo Albergo Andatino, durante le ristrutturazioni è, come
dire, “ingrassato”. Secondo il nostro Megagalattico (che di ingrassare e dimagrire se ne intende) è rimasto come prima, anzi
sembra persino più snello, secondo da che parte (politica?) lo
osservi. E allora non essendo, a
quanto pare, sufficiente la comparazione fra le foto di prima e
quelle dopo la “cura”, non è rimasto altro, da parte della difesa del nostro, di far parlare direttamente il maggior testimone, e cioè l’albergo stesso. Come
fare? Semplice, rivolgendosi al
grande mago Jukas Casella, che,
in televisione, aveva già fatto
parlare galline e caprette, e figurati se lo spaventavano quattro
sassi antichi, carichi di acciacchi e di buona volontà. Ma (e
questo è uno scoop grandioso,
che potrei anche vendere a qualche settimanale di gossip, perché lo compri e poi lo strappi,
secondo gli usi attuali) risulta da
mie informazioni precise che interrogato alla presenza di tre
medium valorosi, alla domanda:
“Piccolo Albergo, sei cresciuto
durante la ristrutturazione?”, la
risposta sia stata: “Sono c...
miei!”, o, secondo un’altra versione: “Fatti i c... tuoi”. Risposte
che, a dir la verità, sarebbe stato
in grado di fornire anche direttamente il Nostro Amato, evitando spese e fastidi per la comunità. E allora, cari giudici, lasciate il terreno inseminato (in antico dialetto: lasciaighe zerbu) e
soprattutto lasciate lavorare il
nostro Amministratore, che, ha
detto, deve darsi da fare per organizzare la cerimonia di inaugurazione della preziosa struttura con “suono di trombe e cotillons” (sua frase riportata dai
giornali). In cui però non si capisce se anche i cotillons suonino.
Nel caso costeranno certamente
di più, ma qui non si bada ai mezzi pur di arrivare, anche nudi, alla meta. Nota del redattore: finora siamo alla metà. Circa.
Lasciate lavorare il nostro amato amministratore, che fra l’altro
non è neanche protetto da qualche legge “ad personam” come
qualche altro a Roma (a parte
che essendo grande e grosso,
per proteggere la sua persona,
di leggi ce ne vorrebbero almeno due). E allora lasciatelo lavorare e non lo chiamate sempre
nel Palazzo di Giustizia del capoluogo di provincia (Como) fa-
cendogli provare quanto è duro
“lo scendere e ’l salir per l’altrui
scale”, come diceva il sommo
poeta (e così fra Dante e Montale
abbiamo scomodato mezza letteratura italiana). E per farvi capire quanto tutta la città partecipi alle vicende del suo amato
premier e quanto sia solidale
con lui, vi comunico che anche
le palme cittadine per partecipare alla sofferenza del Nostro, si
stanno suicidando, una ad una;
alcune ammalandosi chiaramente di consunzione (come le
eroine dei racconti romantici)
nonostante le amorevoli e costanti cure di famosi “fitopatologi” - leggi: medici delle piante - altre dandosi la morte in maniera
violenta, come è accaduto ad
una palma in centro città, vicino
al locale “U landò” in via Prendente, la quale si è autotagliata
le chiome di fronde, rami e foglie, preparandosi a capo rasato
alla morte come facevano i samurai prima di fare harakiri.
“Sunt lacrimae rerum”. Insomma tutto il mondo piange per la
persecuzione dei giudici alla nostra città, mentre tutta la riviera
lacustre sorride per questo pazzo paese, che, come i ballerini
del tango, fa sempre un passo
avanti e due indietro. Con grande stile ma senza avvicinarsi mai
alla meta.
Luca Caravella
Grande compleanno - anno 1939
Cicci Massucci, Francesca Corvi, Antonio Marson, Anna Massucci, Fiammetta Massucci, Blaise Platt.
ARTISTI LIGURI
ESPONGONO A FIRENZE
Dal 25 al 28 febbraio i pittori ingauni Giuseppe Ferrando e Barbara
Furfari esporranno oli acquerelli ed
incisioni a Firenze presso la Fortezza
Da Basso all’interno della manifestazione “DanzaInFiera” (Padiglione
Spadolini - Stand A5).
Gli artisti ben noti al pubblico non
solo ingauno, hanno all’attivo prestigiose mostre, riconoscimenti ottenuti in concorsi nazionali ed internazionali, pubblicazioni su giornali, riviste
d’arte e libri.
L’iniziativa si colloca in seno ad un
ambizioso progetto: consolidare e
qualificare l’arte locale attraverso
sinergie tra diverse attività culturali; per quattro giorni la prestigiosa
location diventerà un polo culturale
che ospiterà artisti ed etoile internazionali.
La mostra di pittura, organizzata
dalla nota associazione artistica
Torchio e Pennello di Albenga, ha ottenuto il patrocinio della Provincia di
Savona ed è stata supportata dai seguenti partner: Centro Provinciale
Revisioni, Ottica Salmoiraghi e Viganò, I Giubetti, Termotecnica Pericoli,
The Dance Studio, Az. agricola Vio
Giobatta, Vigo Gerolamo di Albenga,
Sobrero autodemolizioni di Savona,
CA.RI.SA di Loano, I Commerce di Imperia, Cattaneo srl di Cisano Sul Neva, Arte quadro e discoteca Le Vele,
di Alassio.
4
«L’ALASSINO»
Lettere del pubblico
Nuova gestione dei parcheggi
pubblici con la soc. C.R.T. e il
suo progetto “Io vivo la città”
Da febbraio è cominciata la
nuova gestione degli stalli di sosta della Città di Alassio, a cura
della soc. S.c.t., che ha vinto
l’appalto pubblico per la gestione dei parcheggi a pagamento.
Importante evidenziare che
vengono mantenute le tariffe
“speciali” per i residenti, con la
sosta a 0,25 euro l’ora. Una novità sarà rappresentata dai totem di nuova generazione che
distribuiranno i biglietti, che saranno decorati con le immagini
delle più importanti manifestazioni che si svolgono ad
Alassio, quali Miss Muretto, il
Premio Letterario Un Autore e
un Editore per l’Europa, il festival del Jazz e altri.
La società è attiva in Italia e
soprattutto in provincia di
Savona, e porta avanti questo
progetto “IO VIVO LA CITTÀ”
che diventa operativo anche
ad Alassio.
Saranno infatti implementati
a partire da tale data i contenuti
del nuovo Progetto di gestione
della Sosta, integrato con le migliori tecnologie disponibili sul
mercato, e creato appositamente per la città di Alassio dalla società S.C.T. Srl, Alassina doc.
Il nuovo progetto prevede il
potenziamento delle postazioni per il pagamento della sosta
oltre all’inserimento di nuovi
terminali personalizzati che ricevono pagamenti anche mediante lettore di banconote; il
potenziamento del personale
presente sul territorio, il piano
di comunicazione all’utenza,
l’informazione dinamica sullo
stato di occupazione delle aree
e di guida al parcheggio e
l’informatizzazione delle procedure di gestione del servizio.
Nei tre varchi di accesso alla
città verranno posizionati pannelli luminosi che daranno
informazioni sullo stato di occupazione dei parcheggi a pagamento oltre ad informare su
nuovi eventi turistici o viabilistici; la gestione ed il monitoraggio del sistema integrato di
informazione avverrà tramite la
Sala Controllo remotizzata sita
presso la sede SCT di Alassio.
Il potenziamento del personale avverrà mediante l’utilizzo
di personale qualificato come
Ausiliario della sosta, il quale
avrà il compito di dare una maggiore e migliore informazione
all’utenza sull’utilizzo delle
aree di sosta, di garantire una
presenza sul territorio cittadino mirata ad ottenere la migliore e più sicura fruibilità delle
aree di sosta. Lo stesso sarà
inoltre autorizzato al sanzionamento amministrativo effettuato con sistema informatizzato
on-line mediante l’ausilio di PC
palmari e stampanti portatili.
Sarà attivata una nuova procedura di verifica e gestione
dell’utenza Residente con sistema centralizzato ed informatizzato il quale verifica on-line con l’utilizzo dei palmari in
dotazione al personale di servizio la validità dell’autorizzazione esposta.
La nuova tessera potrà essere ritirata dagli aventi diritto
presso gli uffici SCT di Alassio
in Via Pasteur n. 7 aperti dalle
ore 9.00/12.00 e dalle ore
14.30/18.00 dal lunedì al venerdì.
È già in distribuzione nei principali punti di interesse l’apposito depliant informativo IO VIVO LA CITTÀ il quale identifica
le aree di sosta a pagamento, le
modalità di espletamento del
servizio oltre ai principali punti
di interesse pubblico.
IO VIVO LA CITTÀ rappresenta una risposta professionale al
nuovo concetto di gestire la sosta, la viabilità e l’informazione
nei centri urbani. Esempio di integrazione tecnologica che riflette un sensibile miglioramento della qualità del servizio offerto mediante la ricerca di soluzioni d’avanguardia che permettano di gestire il pagamento
della sosta, i flussi veicolari, di
interagire in tempo reale sugli
stessi e dare informazioni puntuali, ridurre i tempi di attesa e
non ultimo dare un piccolo contributo alla riduzione dell’immissione di gas tossici in atmosfera.
Alassio, 6/02/2010
Marco Melgrati
Sindaco di Alassio
Informazione: fattore
di progresso
Informare, portare a conoscenza è il sistema con il quale
è possibile avere progressi in
molti settori della nostra vita.
Mai come oggi questo tema
ha larghi spazi nella quotidianità, i mezzi non mancano le
nuove tecnologie sviluppano
sempre nuovi strumenti atti a
dimezzare i tempi dell’informazione e di riflesso la conoscenza portandola addirittura in tasca e se ne può così usufruire
con una facilità estrema.
La nostra città, in cui l’economia turistica è prevalente, necessita di poter informare tutte
le persone che la frequentano.
È chiaro che il turista svolge
prima della sua venuta una ricerca preventiva per poter così
giocare d’anticipo, ma sarebbe
opportuno che la seconda fase
venisse fatta sul posto.
Creare un numero sufficiente
di “info point” attraverso quelli
che oggi vengono chiamati “totem” sarebbe importante. La loro collocazione dovrebbe essere gradevole sul percorso di
passaggio dove poter attingere
oltre alle informazioni meteo
(compresa
temperatura
dell’acqua di mare) e tutto ciò
che la nostra città giorno per
giorno offre. La cartellonistica,
seppur utile, verrebbe ad essere rinforzata da questi messaggi che scorrono per le 24 ore, si
verrebbe a concretizzare una
sorta di “fil rouge” o connessione tra chi ha qualcosa da dire e
chi è interessato a saperlo.
Bene hanno fatto le Società
sportive a realizzare un depliant dove viene enunciato
tutto quello che Alassio propone in ambito sportivo, con tutte le notizie che sono importanti per chi nel suo tempo libero vorrebbe fare questo tipo
di attività.
Sarebbe altrettanto logico
che le numerose attività culturali e associative che ad Alassio
svolgono qualche attività
creassero uno strumento analogo. Il tutto poi sotto la regia
del Comune che metterà “on line” sui tabloid.
Sullo stile delle grandi multinazionali che adoperano parte
del budget per la pubblicità del
prodotto, sullo stesso stile la
nostra città dovrebbe concorrere in modo concreto a rendere più usufruibile tutte le proposte che la nostra città giorno
dopo giorno offre ai suoi cittadini e ai turisti.
Leonardo Nappi
Mercoledì 17 Febbraio 2010
riceviamo e pubblichiamo
(le lettere anonime non vengono pubblicate)
Le tanto odiate strisce blu
Si sa, tutto cambia. Il cambiamento è già insito in noi, anche
gli antichi Greci con il loro panta
rei cercavano di esprimere l’essenza del concetto: tutto scorre,
tutto è destinato a mutare nel
tempo a cominciare da noi e così ecco cambiamenti quotidiani
a cui noi non facciamo neanche
più caso. Una sera si va a letto
con la Standa sotto casa: al mattino dopo ci si sveglia con Billa
così allo stesso modo si va per
pagare la Gesco e si viene a sapere che non si occupa più di
parcheggi ma che ha passato la
palla ad un’altra società; sono
tanti gli esempi e fin qui non c’è
nulla di strano. È cosa risaputa,
il pesce grosso mangia il pesce
piccolo. Non sono contraria ai
cambiamenti anche se a volte
fanno paura, a volte si ha la sensazione di cadere dalla padella
alla brace, penso che l’importante sia prendere spunto dalle
gestioni precedenti e da li andare avanti, migliorarsi, cercare di
non ripetere gli stessi errori e
dare un servizio sempre migliore ai vari utenti. Mi accorgo con
rammarico che non è sempre
così, in particolare mi riferisco
alla annosa faccenda delle strisce blu di Alassio i parcheggi a
pagamento gestiti dalla SCT.
Sono un’impiegata come tante, lavoro ad Alassio ma vivo a
Laigueglia come molte, moltissime persone che si trovano a lavorare non nel proprio comune,
ma in quello limitrofo. Mi trovo
quotidianamente a scontrarmi
col problema parcheggi. Alassio
è sempre stata una giungla per i
parcheggi non è una novità, ma
ora stiamo rasentando la follia:
escono cantieri come funghi ed i
parcheggi a strisce bianche, ormai sempre più rari, spariscono,
le strisce blu sono improponibili. Basta fare i conti della serva
per rendersene conto subito €
1,50 all’ora per 8 ore al giorno
per cinque giorni alla settimana
per quattro settimane ed ecco
che a fine mese una buona parte
dello stipendio se ne va per pagare il parcheggio. il mio non è
un caso limite perché ci sono
persone che devono fermarsi ad
Alassio nella pausa pranzo o che
fanno straordinari o ancora che
lavorano nel week end. Per loro
la situazione si fa subito più pesante.
Di primo acchito mi verrebbe
da dire che la soluzione più banale e più veloce ma anche la
più lontana sarebbe invece di
pagare come banchi, più nessuno lavorasse in questo comune
il quale pensa solo di prendere
soldi senza guardare in faccia a
nessuno fregandosene se le tasche da dove escono sono di turisti o lavoratori. C’è un’altra
soluzione meno drastica e più
fattibile ma nessuno finora ha
voluto prenderla in considerazione: perché non viene creata
una tariffa per coloro i quali
non sono residenti, ma che lavorano ad Alassio? Potrebbero
fare domanda portando oltre al
libretto dell’auto una dichiarazione del datore di lavoro che
attesta ciò, si potrebbe creare
una tariffa via di mezzo tra i residenti ed i non residenti perché penso che tutti noi siamo
rassegnati a pagare. È solo che
vorremmo pagare il giusto e
non vederci trattati alla stregua
dei turisti da spennare. Noi siamo lì per lavorare, non per girare il budello leccando un gelato
e guardando le vetrine.
Soluzioni ce ne sarebbero tante ma è molto più facile chiudere gli occhi far finta di niente e
far mettere mano al portafogli.
Lettera firmata
Aida e il palasport
che si credeva un teatro
Sembra una favola, ma è più
una barzelletta. Per portare
un’opera lirica in un palazzetto
ci vuole coraggio. Per portarci
un’opera monumentale serve incoscienza. Per portarci Aida è
sufficiente una buona dose di
faccia tosta, ma in questo caso
l’ignoranza è una colpa.
Certo, in una città in cui mancano un teatro, un cinema e la
musica dal vivo è un incontro
raro, riempirsi la bocca con il
nome “opera” può servire a dare un tono a politiche culturali
misere, se non indegne. È la
realtà della nostra provincia,
periferica e un po’ ignorante,
che si imbelletta una sera scambiando un palasport per un teatro, nell’illusione di diventare
“città”.
Per un attimo ci credo anch’io,
fino al frontale con la realtà. E allora mi arrabbio. Perché se da
una compagnia che accetta di
suonare in un palazzetto sarebbe stupido pretendere una
performance da Scala, è quantomeno lecito aspettarsi – pagando – uno spettacolo dignitoso.
Non è stato così.
Se Radames si nasconde sotto
una canotta da villeggiante bergamasco e non azzecca una nota
in tre atti; se i sandali con calzini
di Amonasro riportano con nostalgia ai bus di tedeschi; se un
coro verdiano è ridotto a venti
elementi e i violini primi e secondi sono in totale quattro, dopo due atti speri che la farsa finisca presto.
Però sei incollato alla tua scomoda poltroncina in plastica,
fuori fa freddo e il biglietto l’hai
pagato, e allora inizi a gustare il
lato trash dell’allestimento.
Poco a poco ti lasci rapire dalla
staticità della regia da teatrino
parrocchiale, coi cantanti inchiodati a terra e il trono di cartapesta, con le diapositive di una
vacanza a Sharm e alla Valle dei
Re spacciate per videoteatro. E
allora ti chiedi dove hai già apprezzato la coreografia fuori
tempo delle tre odalische, e il
senso di familiarità rimanda ai
cubi dell’Essaouira.
In un simile blob un’Amneris
e un’Aida volonterose, intonate
e dignitose, paiono quasi fuori
luogo: per fortuna l’accompagnamento midi della tastiera
Bontempi in “buca” riporta l’allestimento sui binari della farsa.
E poi il brano famoso, la marcia trionfale che la simpatica signora in pelliccetta mi canticchia nell’orecchio da quando
sono arrivato: non importa se
mancano la marcia, il da capo e
persino il trionfo, ma di fronte a
un pezzo rumoroso e conosciuto il pubblico alassino reputa
l’applauso inevitabile.
Dopo due ore di noia si scivola verso la tragedia finale, ma
neanche all’ultimo lo spettacolo smentisce se stesso: le guardie che imprigionano Radamès
sembrano uscite da una commedia di Alvaro Vitali, o da Spqr
con Massimo Boldi e Christian
De Sica.
Non resisto più: scoppio a ridere assieme alla coppia di turisti inglesi seduti al mio fianco
che scuotono la testa, sconsolati e divertiti. Folklore italiano.
Mi aspetto almeno una pacca
sulla spalla.
Che spettacolo! Un’inconsapevole Aida da rivista, il Bagaglino ad Alassio con musica dal
vivo. Basta convincersi che sia
opera. Le politiche culturali al
tempo di Maria de Filippi. Prossimamente Traviata con Pippo
Franco.
Matteo Paoletti
Nota: Delle opinioni personali
contenute nell’articolo è totalmente responsabile l’autore;
ne sono assolutamente estranei sia la Direzione del giornale sia il C.D. dell’A.V.A.
In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome
(leggibile) ed il firmatario deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione.
Università delle tre età
Caro Direttore
Facendo seguito alla lettera
pubblicata a dicembre sul vostro giornale, ritengo opportuno, a nome mio e del Consiglio
Direttivo che ho l’onore di presiedere, (eletto la scorsa primavera), replicare brevemente alle
osservazioni del ch.mo prof.
Quaglieni, di cui ben conosciamo gli altissimi meriti culturali e
scientifico-letterari.
L’Unitrè di Alassio, per definizione statutaria associazione di
promozione sociale e culturale,
opera da 28 anni in perfetta sintonia e con il pieno sostegno
dell’amministrazione comunale, in particolare con l’Assessorato alla Cultura ed è assolutamente aperta, senza preclusioni
di sorta, a sollecitare collaborazione e partecipazione alle sue
attività da parte di studiosi ed
esperti nei più vari campi del sapere. Vorrei precisare che, per
quanto riguarda il caso in oggetto, non ci è pervenuta nessuna
segnalazione né dagli associatistudenti né, più in generale dalla cittadinanza alassina, le cui
proposte è nostra abitudine tenere in grande considerazione.
Per concludere, il consiglio direttivo assicura che per l’Anno
Accademico 2010-2011 terrà nel
dovuto conto quanto esposto
dal prof. Quaglieni e, se gli impegni pregressi glielo consentiranno, potremo certamente colmare una lacuna, avvalendoci del
suo contributo, nelle forme e
con le modalità ritenute opportune da entrambe le parti.
Cordialmente
Gabriella Peluffo Schivo
Presidente Unitrè Alassio
CONOSCIAMO LA LIGURIA:
Visita a due antiche dimore
genovesi
Come prima uscita della serie: “Conosciamo la Liguria”,
giovedì 22 gennaio la sezione
alassina di Italia Nostra, in collaborazione con l’Unitre, ha organizzato una gita a Genova per
visitare Palazzo Reale e Palazzo
Spinola. La partecipazione è
stata numerosa, curiosa e interessata, sia all’appartamento
privato dei Savoia, (aperto eccezionalmente per noi) che pur
non avendo le sale di rappresentanza del piano nobile, è
però ricco di opere d’arte, arredi e oggetti ed è viva testimonianza del tempo, sia al cinquecentesco Palazzo Spinola di
Piazza Pellicceria, fastosa abitazione, donata allo Stato nel
1958 dagli ultimi eredi. Per l’occasione guide d’eccezione, fra
cui la Direttrice del Palazzo
Spinola, Farida Simonetti, hanno accompagnato i partecipanti ad ammirare le cucine con le
vecchie ricette ma anche i saloni affrescati, la Galleria degli
Specchi e, oltre a preziose collezioni di porcellane e argenti,
la ricca pinacoteca con quadri
di Antonello da Messina (un
umanissimo “Ecce homo”),
Rubens, Van Dyck e capolavori
genovesi.
La piacevole sosta per scaldarsi e rifocillarsi è stata un modo per conoscersi e scambiare
commenti. Ci sono altri progetti… perciò arrivederci a presto!
Giovanna Fazio,
Presidente Italia Nostra,
Sezione di Alassio
Illusioni e dolori
Più si moltiplicano le disgrazie
della vita e più è umano illudersi
di vedere l’alba di un mondo senza dolori. All’inizio dell’anno, come tutti gli anni, interroghiamo
gli astri con la speranza di sentirci dire che il brutto è passato.
Invece nel mondo ci sono, sempre di più, guerre, droga, malattie e fame. Nel nostro piccolo
mondo alassino, abbiamo avuto
grandi lutti. Già tanto storditi
per l’imperversare di quanto di
brutto c’è nel mondo, soffriamo
di più. Questi lutti ci hanno lasciato nella mente il vuoto. Le
persone che ci hanno lasciato
sono quelle che ci hanno insegnato a vivere, come sapere e come lavorare. Adesso anche se
tanto ammaccati, dobbiamo ritrovare la volontà di rimetterci
in cammino, seguendo l’encomiabile esempio di vita che ci
hanno lasciato.
Fernanda
FOGLIA
Quale infinita tristezza
per una foglia cadente
giù, nella sùbita brezza
di questa estate morente!
Rapida cade, si poggia
senza rumore per terra
e la frantuma la pioggia,
e c’è l’oblio che l’afferra.
Quanto di amaro scontento
mi passa dentro ai pensieri:
come se al far d’un momento
l’oggi mutasse già in ieri!
Solo una foglia che cade
ma, senza alcuna ragione,
quanta tristezza m’invade,
quale inspiegata emozione,
con quanta gioia perduta
dentro al mio cuore rimango
per una foglia, caduta
all’improvviso nel fango...
Antonio Boscione
Mercoledì 17 Febbraio 2010
Non “Sogno”...
Prima di entrare nel merito della questione, devo fare una doverosa premessa.
Trovo ridicolo che di fronte ad
un periodo duro per i Cittadini
alassini come quello che stiamo
trascorrendo, il nostro sindaco
perseveri nelle sue provocazioni. I
commercianti sono in seria difficoltà, il turismo è spento, i giovani
alassini hanno mille difficoltà nel
trovare casa e lavoro nella bella
cittadina dove son sempre vissuti.
Le colline devastate dalla speculazione edilizia e la nostra cittadina
sempre più vuota e dormitorio:
penso proprio che la priorità non
sia cambiare nomi alle piazze.
Non è dello stesso parere il nostro sindaco che provocatoriamente ritiene dover cancellare il
termine “libertà” sostituendolo
con quello di Edgardo Sogno, in
quanto presunta vittima di malagiustizia. A chiarire la personalità
di Edgardo Sogno ha pensato un
uomo come Paolo Emilio Taviani,
certamente non configurabile come un pericoloso sovversivo, nel
suo libro pubblicato dopo la sua
morte. Il Senatore Paolo Emilio
Taviani descrive la personalità di
Sogno, assolutamente antidemocratica, eversiva al punto da essere coinvolto in golpe, di essere associato alla P2 e altre infinite cose
certamente non democratiche al
punto di dover essere cacciato
dalla FIVL (Federazione Italiana
Volontari della Liberazione).
È da questo elemento che parte
di piazza della libertà dovrebbe
portare il nome? Possibile che
nessuno dei componenti della
maggioranza che sostiene il
Sindaco, conosca queste verità
storiche e non senta il dovere democratico e costituzionale di opporvisi?
Io penso che se disgraziatamente questa provocazione dovesse
aver seguito si verrebbe a infirmare quella condizione di condivisione del senso di legalità politica e di
coesione, tale da compromettere
le manifestazioni unitarie del prossimo 25 Aprile.
Paragonare inoltre Antifasci-
smo e Anticomunismo è intollerabile, per una persona che ricopre
la carica più alta di amministratore comunale.
Ogni paese ha la sua storia, e
l’antifascismo è l’elemento fondante della nostra Repubblica, trasfuso nella nostra Costituzione
che mai come in questi momenti
deve essere difesa da tutti coloro
che nella democrazia, nella pace
sociale, nella legalità credono.
La Costituzione è stata fatta da
uomini di tutte le correnti di pensiero, preoccupati esclusivamente
non dei loro portafogli, ma delle regole per la civile e democratica vita di tutti.
È inoltre inaccettabile l’arroganza dei toni usati dal Sindaco nei
confronti della sezione ANPI di
Alassio e del suo Presidente, per il
solo fatto di aver dichiarato la motivata opposizione alla provocatoria proposta.
Lancio, per chiudere, una proposta e la faccio a lei, signor Sindaco. Non è un mistero che io e lei
abbiamo idee politiche assai divergenti, ma in una cosa spero che
io e lei possiamo essere d’accordo,
l’importanza assoluta del rispetto
della democrazia. Se lei condivide
con me questo punto non può rendere omaggio ad una persona che
in più occasioni ha cercato di sovvertire governi democratici. La invito a leggersi il libro del senatore
Paolo Emilio Taviani di cui sopra
ho fatto cenno.
Uniamoci tutti nell’antifascismo più sincero e diamo un riconoscimento ufficiale ad un prete
Don Nicolò Peluffo, martire della
libertà savonese, vittima della
violenza e del fanatismo nazifascista. O invece come già è stato
proposto intitoliamola a Falcone
e Borsellino.
Sono questi i veri eroi, le persone in cui piace a tutti noi riconoscerci e ai quali le giovani generazioni devono ispirarsi.
Intitoliamo vie e piazze, ma manteniamo il nome di “libertà” ai nostri giardini comunali.
Rubrichetta mensile - Un ricordo per...
Un saluto dal trampolino. Sullo sfondo è visibile il Casinò e il Grand’Hotel.
Si riconoscono: Gino Ferrando con Luisita. Rosita Ferrando e Angiolina Aonzo.
PROGETTO “STEWARD DELL’AMBIENTE”
Jan Casella
Difendiamo la Costituzione!
Appello dell’ANPI
L’Associazione Nazionale Partigiani (ANPI) apre, oggi più che
mai, le sue porte ai cittadini e soprattutto ai giovani perché tutti
possano conoscere e condividere
il patrimonio di valori, ideali e
passioni che da sempre custodisce e trasmette da una generazione all’altra.
L’ANPI non è un’associazione
politica, se per politica si intende
adesione a un partito o a un’ideologia, ma lo è se per politica si intende amore, cura e conoscenza
della “polis”, della città comune,
della patria, dello Stato; lo è se la
si interpreta come occasione suprema per ricollocare la questione morale, soprattutto in questo
momento storico, al centro
dell’impegno pubblico.
Le radici dell’ANPI affondano
nella Resistenza degli Italiani
contro i nazifascismi e si nutrono
ancora del coraggio civile e
dell’ansia di libertà e dignità che
mosse i combattenti e coloro
che, sia pur senza prendere le armi, li appoggiarono e protessero.
L’ANPI continua a ricordare e
rinnovare la liberazione del paese
voluta da Italiani che si sono ribellati alla mortificazione civile del fascismo, all’occupazione nazista,
al mostro dei campi di concentramento, all’esercito spietato delle
stragi e delle sanguinose rappresaglie sugli innocenti.
La carta morale e politica di
questi Italiani è la Costituzione
della Repubblica, fatta tenendo
conto degli interessi di tutti, anche di quelli che non la volevano,
per assicurare la democrazia, tu-
5
«L'ALASSINO»
telare cittadini di qualsiasi idea
politica, razza o censo, favorire
l’esercizio equilibrato del potere
popolare, senza sopraffazione alcuna, neppure quella delle maggioranze sulle minoranze.
L’ANPI promuove la conoscenza, lo studio, la passione della
Carta fondamentale della collettività italiana, che contiene principi irrinunciabili, non negoziabili,
sui diritti dei cittadini, da quello
del lavoro a quello della libertà
politica e di movimento, da quello del miglioramento sociale e
culturale a quello della sicurezza
privata e pubblica.
L’ANPI non è un museo o una biblioteca del passato, anche se
conserva e difende la memoria dei
gesti collettivi e individuali che
hanno fatto nascere, con la Resistenza, l’Italia moderna; democratica, libera, repubblicana.
Iscriversi all’ANPI, frequentarne
le attività e le sezioni significa voler conoscere quello che è accaduto ma al contempo impegnarsi perché il futuro non ripeta gli errori
del passato e il presente del paese
si svolga nel segno della pace, della democrazia, della libertà, della
crescita civile e sociale di tutti.
Ed è per questo che la sezione
ANPI Alassio-Laigueglia invita tutti i cittadini ed in particolare i giovani che si riconoscono nei valori
di libertà, democrazia, legalità,
giustizia e pace a rafforzare la sua
presenza e a far sentire la sua voce all’intero paese.
Per il Consiglio Direttivo
Avv. Claudio Bottelli
Si è svolta venerdì 5 febbraio
nella sala consiliare del Comune, la conferenza stampa di pre-
sentazione del progetto “Steward dell’ambiente”. Erano presenti i giornalisti delle principa-
Da Antonio Tassara riceviamo
e pubblichiamo:
La Fondazione “A. De Mari”
della Cassa di Risparmio di
Savona, sempre sensibile ai problemi della sanità del territorio,
su interessamento dell’ANEDAssociazione degli Emodializzati del Centro Dialisi di AlassioAlbenga, ha donato al Centro di
Angiologia e Radiologia Interventistica dell’Ospedale Santa
Corona di Pietra Ligure un videoproiettore Panasonic per didattica e ricerca. Ormai da tempo esiste una bella collaborazione professionale tra il centro
Dialisi e il reparto pietrese, il cui
responsabile, dott. Paolo Gazzo,
e tutto il personale, danno sempre una completa disponibilità.
L’Unione degli Exallievi/e di
Don Bosco di Alassio, sensibile
all’appello lanciato dai Salesiani
di Haiti che hanno vissuto e stanno vivendo momenti tragici di
morte e distruzione, invita tutti
coloro che lo desiderano, ad inviare offerte che saranno smistate direttamente sul posto. Il versamento si può effettuare sul ccp
n° 86307774 intestato Federazione Italiana Exallievi/e di
Don Bosco – Unione di Alassio,
causale: emergenza Haiti.
Don Attilio Stra, missionario
sul posto, ha mandato una e-mail
per comunicare la distruzione
completa dell’opera “San Giovanni Bosco” di Port-au-Prince Enam
e dell’opera Piccole Scuole di
Padre Bonhem: oltre 200 allievi e
molti loro insegnanti, rimasti sotto le macerie, sono da considerarsi deceduti.
Il coordinamento degli interventi di assistenza ai centri menzionati e agli altri 9 centri presenti sull’isola, tutti più o meno gravemente lesionati, viene effettuato dall’Ispettore Salesiano delle
Antille, don Victor Pichardo e
sarà a lui che affideremo direttamente quanto ci verrà inviato.
li testate nazionali e locali, il preside Gian Maria Zavattaro, la vicepreside Antonella Annito,
l’assessore all’ambiente Marco
Salvo, i responsabili dell’azienda L.I.S.O. di Villanova di Albenga, Alessandra Pischedda,
del CREA di Casanova Lerrone, i
rappresentanti delle istituzioni
locali e provinciali.
Sono state presentate le prime
tre studentesse che prenderanno parte al progetto di educazione all’ambiente, organizzato
dall’amministrazione alassina,
in collaborazione con altri enti.
Si tratta di Chiara Caputo,
Elena Macciò e Giorgina Pedrini
chiamate dall’istituto Alberghiero F. Maria Giancardi ad indossare la divisa, curata da
“Alassio Donna”, delle “stewardess” dell’ambiente.
La presentazione della nuova
figura professionale e della firma della convenzione tra Scuola
e Comune è stata preceduta dal
ricordo del preside Renzo Rossi, presenti il figlio e la moglie.
Il professor Rossi, che ha guidato il nostro Istituto ed è stato
per più legislature consigliere
ed assessore della città, è deceduto lo scorso dicembre. A lui,
per volontà del comune e del dirigente scolastico reggente
Gian Maria Zavattaro, è stato
dedicato questo progetto didattico. Il giorno dopo è stato realizzato un servizio fotografico
per le vie di Alassio dove le nostre compagne hanno incontrato il sindaco Marco Melgrati,
l’assessore Salvo ed i responsabili della Ditta L.I.S.O. di Villanova d’Albenga, (specializzata
nel recupero e nello smaltimento degli olii vegetali e promotrice di questo importante progetto educativo).
Le steward dell’ambiente attraverso una serie di interviste
nel budello alassino hanno cercato di coinvolgere residenti e
turisti in questo progetto così
interessante. Si tratta di un progetto volto ad incrementare la
raccolto dell’olio alimentare
esausto e sensibilizzare l’utenza
ad un più corretto smaltimento
degli oli, che inquinano molto
quando finiscono direttamente
nell’ambiente. Gli alunni delle
classi terminali, adeguatamente
formati, cercheranno di coinvolgere la cittadinanza e convincerla a migliorare la raccolta
differenziata, a ridurre i rifiuti,
ad avere un atteggiamento ed
un comportamento più responsabile verso l’ambiente. L’Amministrazione Comunale ha
aderito con entusiasmo all’iniziativa proposta dall’Istituto
Professionale Alberghiero.
a cura di Gessica Cirillo
Classe 4 tst
Onore al merito
Abbiamo appreso con sommo piacere che il nostro “grande” Mario Berrino sarà invitato
in Spagna ad esporre i suoi quadri “en las casas de la Cultura”
di El Valle nella prossima stagione estiva, dal 14 giugno al 27
luglio a Melagis, dal 1° al 31
Agosto a Restabal – dal 5 al 21
settembre a Saleres.
Ci complimentiamo con lui,
sempre in “prima linea” a portare nel mondo la sua arte ed anche il nome di Alassio.
A.V.A
LAUREA
Il primo febbraio u.sc. si è brillantemente laureata in Economia Aziendale pressò l’Università degli Studi di Genova ELISA
FERRETTI con la tesi: “L’analisi
del settore editoriale per l’edizione di software: il caso di
Italcom”.
Relatore il ch.mo Prof. Roberto Garelli.
Alla neo dottoressa anche le
felicitazioni dell’Associazione
Vecchia Alassio.
6
«L'ALASSINO»
Assessorato alle Attività Sociali
Il fascino della Scala
PROGRAMMA DI NUOVI SERVIZI
appassiona gli allievi
di Progetto Danza Alassio
Il 23 e 24 Gennaio scorso
Progetto Danza Alassio ha invitato il Maestro e Coreografo
Maurizio Tamellini, del Teatro
alla Scala di Milano, a tenere
uno stage di danza classica con
gli allievi degli ultimi due corsi.
Tamellini ha fatto parte di
prestigiose Compagnie quali: il
“Ballet Classique de Paris”,
l’“Arena di Verona”, il “Teatro
Comunale di Firenze” e dal 1980
il “Teatro alla Scala”.
Ancora una volta gli allievi
della scuola alassina hanno potuto arricchire la loro esperienza con un maestro d’alto livello,
seguendo un percorso pedagogico ricco e stimolante, che
Progetto Danza Alassio riserva
ai suoi discepoli più costanti e
determinati.
Nella foto: Il Maestro Tamellini con le allieve del corso intermedio.
IL BASKET ALASSINO
CON I CAMPIONI DI SERIE A
Domenica 31 gennaio U.S., la
P.G.S. ALBATROS Alassio e la
Polisportiva IL GABBIANO
Andora hanno portato un po’ di
caldo sole ligure nell’inverno
milanese. Grazie alla collaborazione con l’ARMANI JEANS (mitica OLIMPIA MILANO) i nostri
bambini hanno vissuto una giornata emozionante tra le stelle di
serie A.
L’occasione è stata il derby
Armani Jeans/Cimberio Varese
al Mediolanum Forum di Assago
dove i piccoli atleti hanno sfilato in campo prima dell’inizio
dell’incontro per poi attendere
l’ingresso delle squadre. A quel
punto il cuore batteva forte: i
nostri ragazzi hanno accolto i
“giganti” ed insieme hanno gridato a gran voce il saluto di rito.
Quindi tutti sugli spalti a
godersi la partita che ha
visto l’Armani Jeans avere la meglio per 74 a 70...
puro spettacolo!!! Vogliamo ringraziare l’ARMANI JEANS MILANO
con il suo staff che ci ha
permesso tutto questo e
con la nostra adesione
all’Armani Jeans Junior
Program ci auguriamo
che sia solo l’inizio di una
bella avventura. Inoltre
ci teniamo ad informare
l’Armani Jeans che è ormai cosa nota che
Alassio porta fortuna alle
stelle dello sport... sarebbe fantastico se anche il grande basket
facesse capolino sul nostro bel
golfo. Grazie a tutti!
SERVIZIO DI MEDIAZIONE
FAMILIARE
Il Comune di Alassio, tramite
l’Assessorato alle Politiche Sociali, ha recentemente istituito
un servizio di mediazione e di
consulenza famigliare per supportare i genitori separati a continuare a svolgere, nella maniera
più condivisa possibile, il loro
ruolo nei confronti dei figli.
Il servizio, finanziato dai comuni del Distretto socio-sanitario n. 4 Albenganese, vuole andare incontro a quelle famiglie con
figli, che si trovino a dover affrontare una separazione e quindi un divorzio. Una situazione
sempre più frequente nella nostra società che rischia, se non
affrontata nella maniera adeguata, di provocare forti disagi. Il
servizio infatti vuole aiutare i coniugi a superare il doloroso scoglio dello scioglimento della famiglia e i bambini il disagio conseguente in età evolutiva.
«Obiettivo del servizio è ampliare l’offerta di aiuto alla famiglia, rendere i genitori in grado di
sostenere i propri figli nel cambiamento di struttura famigliare
– ha spiegato l’assessore
Dott.ssa Loretta Zavaroni – dare
sostegno alla responsabilità genitoriale e alla genitorialità fragile, creare alleanze di lavoro con
gli operatori anche attraverso la
creazione di momenti di autoformazione centrati sull’analisi e lo
studio delle casistiche con le relative problematiche».
Chi fosse interessato può rivolgersi al consultorio sia telefonicamente (ai numeri 0182.541200
e 0182.542287) sia di persona negli orari di apertura dal lunedì al
venerdì oppure allo Sportello di
Cittadinanza del Comune tel.
0182 602228.
Il mese di gennaio 2010 ha visto l’avvio di due importanti servizi quli il corso di italiano per
stranieri e il servizio di traduzione/mediazione.
CORSO DI ITALIANO
PER STRANIERI
L’assessorato alle politiche sociali si è anche adoperato per dare un supporto concreto agli immigrati che hanno difficoltà a relazionarsi per la mancata conoscenza della nostra lingua. È iniziato il 21 gennaio, il corso base
di italiano per gli stranieri che vivono sul territorio comunale, finalizzato a insegnare a comunicare nelle diverse situazioni della vita quotidiana, a leggere, comprendere e scrivere testi semplici. Il corso di svolge presso I locali del Centro per anziani “Argento Vivo”.
Mercoledì 17 Febbraio 2010
“Insieme per la Croce Rossa”
SERVIZIO
DI TRADUZIONE/MEDIAZIONE
Sempre a gennaio, è iniziato il
servizio di traduzione e mediazione della lingua e cultura araba. «Una volontaria di origini
egiziane si è resa disponibile ad
aiutare coloro che non sono ancora perfettamente integrati –
ha spiegato l’assessore Zavaroni –. Il servizio sarà garantito
presso lo sportello di cittadinanza per circa due ore settimanali».
SERVIZIO DI TELESOCCORSO
L’assessorato ha inoltre aderito alla proposta dell’AUSER di
Savona per il progetto “Anziani
età libera”, finanziato dalla
Fondazione Carige che prevede
l’installazione gratuita di dieci
apparecchi di telesoccorso al
domicilio di anziani residenti. Il
servizio, svolto in collaborazione con Televita di Genova è rivolto alle persone che sono già
in carico al Servizio Politiche sociali, sole e con problemi di salute per le quali il telesoccorso
potrebbe rivelarsi indispensabile. «In caso di bisogno, l’assistito premendo il pulsante di un
apposito telecomando portatile
si mette in contatto telefonico
immediato col Centro telefonico di Televita – ha spiegato
l’Assessore. In questo modo,
l’anziano è in grado, senza alzare la cornetta ma attraverso un
sistema di vivavoce, di dialogare con operatori esperti e professionalmente qualificati che
rispondono immediatamente alle richieste e alle emergenze ed
inviano in tempi brevi i soccorsi
pubblici necessari e avvisano i
famigliari. Ma tramite il telesoccorso, viene anche effettuato un
sistema di costante monitoraggio delle condizioni fisiche e psicologiche dell’utente, mediate
telefonate di verifica che vengono effettuate due volte la settimana».
BONUS GAS E BONUS
ENERGIA
Sempre tramite lo Sportello di
cittadinanza, è possibile presentare le domande per il bonus gas
e bonus energia per l’anno 2010
per ottenere gli sconti sul gas e
sull’energia elettrica. Entro il
prossimo aprile, possono essere
presentate le domande per l’attivazione del BONUS GAS che darà
diritto alla retroattività del bonus per l’anno 2009. Le domande
si ricevono il martedì e il giovedì
dalle ore 9.30 alle ore 12.30
Sabato 12 dicembre 2009 presso
il salone parrocchiale della Chiesa
di S. Giovanni, alla Fenarina, la
Corale Alassina – Coro Capo Mele
con il repertorio di canti di popolari e di montagna si è alternata al
duo “Olinda & Bruno” con un repertorio di canzoni e musica dagli
anni 50 ad oggi, dando vita ad uno
spettacolo bello ed originale, organizzato nell’intento di continuare nella nostra raccolta fondi.
Nonostante la bravura degli artisti vi è stata una scarsissima affluenza di pubblico, cosa di cui
siamo dispiaciuti non solo perché
ovviamente un maggior numero
di persone presenti in sala avrebbe significato raccogliere più fondi, ma anche perché sarebbe stata maggiore la soddisfazione di
chi si è esibito.
Comunque grazie al contributo
dato da voi che ci avete sostenuto in tutti questi anni e ad Alassio
Donna siamo riusciti ad acquistare un’automobile nuova che inaugureremo quanto prima.
So bene che un auto non è una
ambulanza, ma è ugualmente importante in quanto viene utilizzata per effettuare il trasporto di pazienti che necessitano di particolari terapie tipo dialisi, radioterapia o fisioterapie.
Poiché in un anno si fanno molti servizi del genere, le macchine
si usurano rapidamente e necessitano di essere sostituite.
Con la restante parte dei fondi
raccolti sarà inoltre possibile acquistare un nuovo defibrillatore,
strumento che, nei casi anche se
estremi di arresto cardiorespiratorio, talvolta è servito a salvare
una vita.
Questi risultati sono stati raggiunti anche grazie alla disponibilità di molte persone che vorrei
ringraziare:
- il parroco don Luciano che ci
ha ancora una volta ospitato nel
salone parrocchiale, gli educatori
che ci hanno consentito di preparare la sala per tempo e la fam.
Chicca;
- la Corale Alassina-Coro Capo
Mele che mai una volta si è negata e partecipa sempre generosamente a serate come questa;
- i signori Olinda e Bruno che si
sono offerti spontaneamente, e
con molto entusiasmo, per contribuire allo spettacolo;
- tutte le amiche che ogni volta
che chiediamo loro di cucinare o
di cucire qualcosa per uno dei nostri innumerevoli mercatini, probabilmente mosse a pietà, ci dicono comunque sempre di si;
- la Madre Superiora dell’Istituto Domus Aurea per la disponibilità;
- Alassio Donna che quest’anno
ha generosamente contribuito alla nostra raccolta fondi
- il Comune di Alassio, nella persona dell’Assessore alle Politiche
Sociali dott. Zavaroni che, compatibilmente con i fondi a loro disposizione, ci aiuta;
- ed infine un ringraziamento va
anche al giornale “L’Alassino” che
pubblica i nostri articoli aventi lo
scopo di informarvi non solo sulle nostre iniziative, ma anche sulle motivazioni ed il conseguente
risultato ottenuto.
Il prossimo appuntamento sarà
il 3 aprile, probabilmente in via
Torino, con le Infermiere Volontarie che misureranno gratuitamente pressione e glicemia a turisti e residenti.
Per la Croce Rossa,
Delegazione di Alassio
Dott.ssa Musso Anna
SCUOLA 5a C - Ricordo di Gino
Alassio, 5 febbraio 2010
P.G.S. ALBATROS ALASSIO
Saranno famosi?
Sabato 19 Dicembre scorso al
Palalassio si è svolto un originale e piacevolissimo spettacolo, un concerto di danza e musica jazz. Protagonisti di tale
evento il Gruppo Spettacoli, 35
ballerine, della scuola Progetto
Danza Alassio, il maestro
Riccardo Zegna con la sua
band, la Nuclear Jazz Project
formata da 18 musicisti, e l’attore Carlo Ponta.
Lo spettacolo è stato organizzato dal Comune di Alassio col
patrocinio dell’Assessorato al
Turismo la Ge.Sco.Sport.
Il lavoro, ideato da Natascia
Ragni, con la collaborazione di
Livia Gaburri e la direzione artistica di Iris Gaburri, trae ispirazione dall’ormai noto canovaccio del musical “Saranno famosi” ed ha come soggetto una sofferta audizione di ballerini che
verranno selezionati per partecipare ad uno spettacolo stile
Broadway.
Spettacolare la performance
del maestro Zegna, che, con
questa occasione, ha potuto,
dopo tanto tempo, ricomporre
la sua band al completo.
O CAPITANO,…
Ti ricordiamo così, caro Capitan
Gino, con il gessetto in mano mentre disegni per noi la ROSA DEI
VENTI.
Venivi a scuola e ci raccontavi le
tue avventure marine; CI PARLAVI
DELLE CORRENTI, DELLA BUSSOLA E DELLE COORDINATE CHE CI
INDICAVANO LA ROTTA GIUSTA
VERSO IL NOSTRO FUTURO. Ci
manchi già, o Capitano, un grande
grazie dagli alunni e le maestre
della 5a C.
* Ciao Gino, ora che sei lassù salperai i mari del Paradiso e noi qui
a ricordarti, Capitano Gino!
Federico e Claudio
* Caro Capitano,
il mare può portarsi via il nostro
dolore, ma non i nostri ricordi
Marialetizia e Giada
Un’immagine dello spettacolo.
(FOTOPRINT)
* Sempre forte in ogni azione, coraggioso come nessun altro, tu ri-
marrai nei nostri pensieri. Grazie
di cuore per le tue belle lezioni.
Martina e Xheni
* Tu pure andato via, ma nei nostri cuori ci sei ancora, eri il nostro idolo. Ci manchi tantissimo.
Ci hai dato ottimi consigli. O nostro Capitano, perché te ne sei andato? Il mondo piange per te!!!
Capitan Gino, sei e sarai SEMPRE il miglior CAPITANO DEL
MONDO!!!
Gaia e Adelina
Mercoledì 17 Febbraio 2010
7
«L'ALASSINO»
GLI INGLESI, VISTI DAGLI ALTRI E DA NOI E GUNDURE CIAZZINE
(A cura di Tommaso Schivo)
Cap. 7° Per concludere l’ormai mio
lungo discorso sugli Inglesi, anche essi hanno, come del resto
tutti gli altri popoli del mondo,
le loro ombre e le loro luci. Se ne
legge una chiara sintesi in «Il
Milione -Encicl. di usi e costumi
- Europa, VoI. II°, pag. 498 e segIst.. Naz. De Agostini - Novara1959», da cui stralciamo qualche concetto conclusivo: «Come in letteratura in Inghilterra
dominano il “giallo”, la malizia
umana, il gusto segreto del delitto, l’azione sadica di un mostro, persino l’orrore, ma la
conclusione è sempre nella vittoria della legge, nelle mani di
Sherlock Holmes, esempio
dell’inglese metodico e ostinato e implacabile, ma concreto e
onesto... Sì, l’inglese ha cento
difetti... ma ama davvero la natura e i fiorì ed è bello (scrive in
quell’articolo M. Franzero) scoprire che un popolo diventa
buono e mite al cospetto dei
fiori».
A questo punto vorrei concludere, tornando ad alcuni giudizi
espressi nel suo libro, già citato,
da Antonio Caprarica. Egli afferma che l’Inghilterra per le classi
colte del continente europeo è
considerata da almeno duecento anni la patria dei gentlemen e
della libertà, anche se nella
realtà dei fatti e dei giudizi coesiste in certe parti del mondo, e
quasi in identica misura, accanto alla anglofilia, una spiccata
anglofobia, congenita, inspiegabile, ma vera. Gli Inglesi, insomma, continuano a stupire gli
Europei in genere per la loro accentuata eccentricità e per il loro anticonformismo, anche se,
col tempo, gli isolani (scrive
Caprarica) «hanno imparato dai
continentali di Francia e d’Italia
a mangiare meglio, ma non ancora a bere con misura». D’altra
parte c’è un taglio netto fra
Ombre e luci, come tutti
Britannici e Inglesi. Caprarica
afferma, non senza ironia, che
«Britannici si può diventare,
giacché è solo un passaporto,
ma Inglesi si nasce». È un popolo inconfondibile, dunque, un
popolo che ama il suo isolamento e lo ostenta, quasi guardando
gli altri dall’alto in basso, ma è
anche in grado di eccellere, di
parlata è la cinese e che la segue
l’idioma dell’India, va aggiunto
che queste sono tali per il numero di nati in quelle enormi distese di terra, ma ovunque si
giunga nei continenti e nelle isole del pianeta, ivi la lingua più
importante (oltre quella locale)
è l’inglese, senza alcuna eccezione.
L’inglese ama i fiori, ma ostenta tutta la sua raffinatezza.
(ILLUSTRAZIONE DI GIBBA)
non mescolarsi con le masse come una massa senza testa e senza idee. Ha la sua dignità e la impone, a volte diventando persino antipatico, ma intanto la sua
lingua ha dominato e domina il
mondo. Se è vero che quella più
Questa ostentata e spesso superba superiorità genera inequivocabilmente delle antipatie, delle critiche, del biasimo
persino, vero o falso che sia e
per dimostrarlo e per concludere tutto il discorso chiediamo
aiuto infine anche alla lingua, ai
modi di dire, agli stessi proverbi che pur sono, spesso, la sapienza dei popoli. Da noi si definisce «flemma inglese» la calma
e l’imperturbabilità assoluta
che giunge tuttavia sino a suscitare irritazione e contrarietà, incomprensione e antipatia Alfredo Panzini, narratore ed austero saggista (1863-1939) ed
Antonio Baldini, scrittore vissuto a cavallo fra Ottocento e Novecento, parlarono più di una
volta di «andarsene all’inglese»,
quando vollero sottolineare la
cattiva abitudine di darsela a
gambe, senza salutare nessuno
e «fare l’inglese» significò sempre fare lo gnorri o fingere di
non capire. Nel Tommaseo, perfetto conoscitore della nostra
lingua, si legge che «fare il milord inglese» equivale a darsi
delle stupide arie per ostentare
ricchezza e raffinatezza a volte
persino risibile e se si vuole
marcare un atteggiamento politico ispirato all’eccessivo senso
nazionalistico della supremazia
(vera o presunta) della propria
cultura e della propria civiltà (lo
scrisse anche Gramsci) si parla
di «inglesismo».
Ecco, concludiamo. Gli Inglesi... di ieri e di oggi sono un
popolo che ebbe ed ha tuttora le
sue ombre, i suoi nei, le sue pecche, le sue presunzioni, che per
tanti ed ovvii motivi è a molti indigesto o troppo superbo, che
parla di equità e di giustizia, di
rispetto e di equilibrio, ma che
quando gli fa comodo opera in
maniera del tutto diversa. Sì forse è vero tutto, ma va detto che
è anche un popolo capace, oggi
ancora, di insegnare qualcosa...
anche ai discendenti degli antichi Greci e Romani. Ogni popolo ha le sue luci e le sue ombre e
come tale dobbiamo accettarlo
e rispettarlo.
Un tempo quando non esisteva ancora la ferrovia, il transito
del primo treno risale infatti al
1872, tutti i commerci tra
Alassio e il rimanente della penisola, avvenivano principalmente via mare. Di cui l’utilizzo
di grossi velieri che collegavano
la nostra cittadina con la
Sardegna, la Sicilia e altri parti
del Mediterraneo.
Lo scarico delle navi che sostavano in rada veniva effettuato dalle gundure ciazzine costruite appositamente per tale
funzione. Le gundure erano gozzi idonei alla baia che poco
profonda sulla riva obbligava
l’uso di natanti leggeri e di poco
pescaggio.
quando le gundure ciazzine sotto la vigorosa spinta dei rematori arrivano sottobordo. Scivolano leggere sull’acqua verde,
trasparente, quasi immobile. –
Una scende e una sale: barili di
vino, tonno, galline, “ventre”,
conigli, sacchi di farina, cordame, “musciamme”, “biella”, reti
da pesca, balle di stoffa, formaggio sardo, fil di Spagna, cavi di
canapa.
Frattanto giunge forte il rumore del martello del fabbro
che batte il ferro caldo su “l’anchise”, mentre nel cantiere al
Borgo Coscia c’è un veliero tirato in secco per riparazioni alla
carena. Sono giorni che i carpentieri ci lavorano sopra. La
Ultimato lo scarico queste
barche venivano tirate a secco
sulla sabbia mediante “l’organu” che era un verricello particolare issato a monte della
spiaggia ed azionato a mano.
È ancora presto stamani
quando “L’AMABILE” con velatura ridotta e sospinto da una
bava di vento, entra in rada leggero come un gabbiano, ammaina le vele e dà fondo all’ancora. Il sole sta sorgendo: un
sole basso che crea abbaglianti
arcobaleni dagli spruzzi che
sfrecciano dal lato di sopravento della prora.
Da Sant’Ambrogio arriva il
suono dell’Angelus mattutino,
rada risuona del martello dei calafati mentre un odore di pece in
bollore si propaga sulle acque
chete.
Verso Vegliasco, su in alta collina, il fumo di un focherello acceso dal contadino per bruciare
le erbacce secche si condensa e
rimane stagnante nell’aria calma, a lungo.
Ora il sole è alto e lo scarico è
quasi terminato. Le gundure
ciazzine tornano a riva. È il momento in cui una decina di monelli tuffatisi dallo “scalandrùn”
arrivano a nuoto. Salgono a bordo vociando e facendosi burle
l’un l’altro. Poi usando l’albero
di bompresso come trampolino
iniziano a tuffarsi, splash, uno
dopo l’altro, sotto lo sguardo
bonario del burbero nostromo
che appoggiato all’albero di
maestra si gode lo spettacolo
assaporando il suo mezzo toscano.
GENITORI E BAMBINI ATTRAVERSO LE FIABE
Genitori e bambini coinvolti
insieme in un’esperienza di gioco attraverso la fiaba, e nel contempo relazionarsi con altri genitori con figli della stessa età e
con una psicopedagogista per
riflettere e confrontarsi sulle
esperienze dei propri figli.
È questa l’idea lanciata dal
Ludonido “Centro Bambini e
Famiglie”, asilo nido di Alassio,
promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali, rivolta ai
bambini di età compresa tra i
18 mesi e i 4 anni, accompagnati da un genitore o da un adulto.
Sei gli appuntamenti in calendario che si svolgeranno nella
sede del nido, situata in viale
delle Palme 7, a partire da sabato 6 febbraio, dalle ore 16.15.
“C’era una volta e una volta
non c’era…” è il titolo della serie di pomeriggi-gioco, gestiti
dalla Cooperativa sociale Nuova Assistenza di Novara e da
Art of living Foundation Italia e
IAHV onlus.
I bambini potranno provare il
piacere di esprimersi e di comunicare col gioco con i loro
coetanei e scoprire altri modi
di stare con i propri genitori, in
un ambiente a loro familiare e
soprattutto neutro, dove papà
e mamma diversamente che a
casa, lontano dalle attività domestiche e lavorative, potranno riservare un po’ di tempo
“privilegiato” ai loro piccoli.
Ma da quest’anno, anche i genitori con figli di età simile, du-
rante gli incontri, avranno l'opportunità di scambiarsi opinioni sul comportamento dei e con
i loro bimbi, ma potranno anche
osservare e conoscere il proprio figlio in un ambiente nuovo.
«Durante questi appuntamenti, i genitori potranno trascorrere con i loro bambini un
pomeriggio divertente e speciale – ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Sociali Loretta
Zavaroni –. Gli incontri saranno
legati a fiabe diverse che verranno rappresentate con lo
strumento del gioco, del disegno e della recitazione. Oltre al
momento di gioco, un sabato al
mese, i genitori potranno incontrarsi con la psicopedagogista per fermarsi a riflettere
sui propri figli, in merito alle
esperienze quotidiane di crescita».
L’iniziativa proseguirà sabato 20 febbraio, 13 marzo, 27
marzo, 10 aprile e 24 aprile
quando si svolgerà la festa di
chiusura.
La partecipazione è gratuita
ma, per frequentare ogni singola giornata, è preferibile per esigenze di spazio e di attività,
prenotare telefonando allo
0182.648456, dal lunedì al giovedì, dalle ore 9 alle ore 17.
Ma non è questa l’unica attività, proposta dell’asilo nido
“Piccolo Principe” dove ritornano, dopo il successo dello
scorso anno, gli incontri inseriti nell’ambito del progetto “Mu-
sica in culla”, organizzati da “Il
Giardino sonoro-Cooperativa
sociale Onlus”.
Dieci appuntamenti di due
ore circa, con i bambini di età
compresa tra gli 0 e i 3 anni e
due con entrambi i genitori, finalizzati a regalare ai bambini
possibilità espressive e comunicative in più, vivere insieme
a loro il difficile passaggio della dipendenza all’autonomia espressiva, aggiungere un tassello importante a quello straordinario mosaico che ciascun
bambino rappresenta.
«In sintesi, i nostri principali
obiettivi sono favorire l’ascolto, l’assorbimento e l’elaborazione delle diverse sfaccettature del linguaggio musicale – si
legge nel programma della
cooperativa – ampliare il vocabolario musicale del bambino
con proposte melodiche, ritmiche ed armoniche molto varie
e non necessariamente semplici. Stimolare in modo non direttivo, la produzione musicale del bambino centrando l’attenzione sulla coordinazione
voce-respiro-movimento, per
favorire una più autentica
espressività musicale. Fornire
ai bambini una guida per l’apprendimento del linguaggio
musicale».
Alassio, 25 gennaio 2010
Enzo Moirano
Fiocco
Azzurro
Marta ed Edoardo Luison salutano la nascita, il 30 gennaio
2010, del fratellino DANIELE per
la gioia di papà Alessio e mamma Annamaria, dei nonni Aldo,
Lucia, Emilio, Ninuccia e della
bisnonna Cesira.
Tanta felicità alla famiglia, in
modo particolare al nostro
Socio Emilio Maggi, e al piccolo
Daniele l’augurio di una vita serena anche da parte dell’Associazione Veccia Alassio.
8
«L'ALASSINO»
Mercoledì 17 Febbraio 2010
“Parliamo di…” Incontri Culturali 2010
Prof. Marco Cammi: “La società aperta di Karl Popper: realtà o utopia?”
Col prof. Franco Gallea in veste
di moderatore, il 15 gennaio scorso nell’Auditorium della Biblioteca R. Deaglio, il prof. Marco Cammi ha tenuto la prima conferenza
(dopo l’incontro col musicista
Giovanni Allevi del novembre
scorso) di questo ciclo annuale
“per la scuola, per l’aggiornamento, per il dibattito critico”, organizzato dal Comune di Alassio (Assessorato alla Cultura e Biblioteca
civica, Liceo Don Bosco, Regione
Liguria, Provincia di Savona).
«Il professor Marco Cammi – dice il prof. Gallea – è piacentino di
nascita e albenganese di adozione; laureato a Torino, ha lavorato
nella pubblicità, per poi passare
all’insegnamento. Ora è docente
di Storia e Filosofia (ma anche di
Teologia) e insegna al Liceo Scientifico di Albenga. Ci parlerà delle
teorie di Karl Popper, uno dei
maggiori filosofi contemporanei,
nato a Vienna nel 1902 da famiglia
ebraica, morto a Londra nel 1994».
Il prof. Cammi espone l’argomento con dotta ma comprensibile eloquenza: è un argomento difficile da riassumere, proviamo ad
esporre l’essenziale: «Viviamo in
una società aperta; cercherò di
delinearne le caratteristiche, in
contrapposizione alla società
chiusa, cioè quella dittatoriale.
Popper è stato un epistemologo,
filosofo della scienza, alla quale
viene collegata la politica... Si era
abituati a considerare la scienza
come una certezza, Popper pensava che ci fossero dei dubbi, ha
cercato un fondamento che non
sia definitivo, anche perché riteneva appunto che la politica fosse
una scienza. La sua posizione: la
scienza è figlia dell’intuizione, poi
si fa la verifica per avere la certezza; ma ben presto si convinse che
le cose non stanno così, è partito
dal principio che se una teoria viene dimostrata è vera, cioè non è
falsa, fino a prova contraria. La
scienza non è fondata su una roc-
cia, ma su una palude. Popper dice che questa tesi è valida non solo per la scienza ma per ogni altro
sapere. Nel 1935 enunciò la teoria
che se nella scienza non tutto è
certezza, a maggior ragione ciò
vale per la politica, questo dimostra che la società è aperta. Come
ci si è arrivati? Con la dialettica...
La democrazia non è il governo
della maggioranza, ma quella che
è in grado di garantire alla minoranza la possibilità di cambiare
l’uso della ragione e la libertà...».
Gallea conclude: «Il valore fondamentale è creare delle coscienze libere». È seguito un breve dibattito.
Gen. Dott. Luciano Garofano: “Il processo imperfetto – La verità sul caso Cogne”
La dott. Monica Zioni, Assessore al Turismo e Cultura del Comune di Alassio, ha porto il saluto agli
intervenuti a questa serata (29
gennaio 2010 - Auditorium della
Biblioteca civica) della serie “Parliamo di...”, in particolare ha ringraziato, oltre all’oratore, Silvia e
Antonio Ricci per la collaborazione, il prof. Don Giorgio Colaiacomo Direttore dell’Istituto Salesiano e il prof. Antonio Tassara.
Appunto al prof. Tassara il compito di presentare il Generale
dott. Garofano che «È la terza volta che viene ad Alassio per partecipare a questi incontri». Romano,
si è laureato in Chimica biologica
all’Università di Roma e in
Giurisprudenza a Napoli; entrato
nell’Arma dei Carabinieri, ben
presto assume il comando del
“RIS” di Parma, in questo ruolo si
è occupato di casi eclatanti:
Donato Bilancia, strage di Erba,
caso Cogne, ecc. Ora è in congedo: fa il docente e collabora alla
trasmissione Matrix. Sul caso
Cogne ha scritto un libro che ha il
titolo della conferenza, edito da
Rizzoli. Quindi Tassara intervista
il Generale. Proponiamo una sintesi delle sue risposte.
«Qui ad Alassio mi sento di casa. Il libro più che una fatica letteraria è stata una faticosa indagine». E prosegue raccontando la
genesi di questo processo: un “rito abbreviato” che è durato sei
anni. Quando è entrato nel
Collegio di difesa l’avvocato Carlo
Taormina ha tenuto un comportamento aggressivo. «Processo imperfetto – prosegue – non per seguire la letteratura. Parlo del ruolo della scienza, che spesso viene
criticata, ma è l’attività che ci fa vivere meglio, basta considerare il
progresso della medicina. Nei
processi ha una parte importante,
ma gli scienziati non sempre sono
preparati: il processo è imperfetto perché non siamo in grado di
usare la scienza in modo giusto e
completo. I giornalisti danno
informazioni che non tengono
conto di molti particolari, spesso
sono impressioni personali. L’indagine è una cosa molto delicata,
le relazioni devono essere imparziali, occorre essere cauti, riservati. L’avvocato Taormina e la signora Franzoni si sono serviti della televisione per avvalorare le loro tesi difensive. Abbiamo ricostruito a Parma la stanza del delitto Franzoni e le circostanze
dell’omicidio: non lo facciamo
spesso perché queste ricostruzioni costano. Ci hanno accusato di
avere fatto consulenze usando le
attrezzature del RIS, ma abbiamo
dimostrato che è una falsità. L’affermazione falsa di un giornalista
del Tg1, secondo la quale ero indagato, mi ha fatto molto male». Il
dott. Garofano ha descritto molti
altri particolari sul processo
Franzoni, alcuni assai interessanti, ma per averne un’idea precisa
occorre leggere il libro.
È seguito un breve dibattito, ecco alcune risposte dell’oratore fra
le più significative. «Gli autori dei
delitti hanno caratteri vari, certi
appaiono subito anormali, altri
riescono a simulare molto abilmente. I nostri collaboratori sono
“Carabinieri in camice”, militari
che amano la scienza, persone
semplici che fanno con impegno il
loro lavoro. Dopo altre nazioni anche il Parlamento italiano ha deliberato la costituzione della
“Banca del DNA”».
Carlo Bertolino
UN MAZZO DI MIMOSA PER MISS URAGANO
Chiedo scusa per la presunzione che ho ogni anno, in occasione
o in prossimità dell’8 marzo, di
voler dedicare un simbolico mazzo di mimosa alla parte dell’Umanità chiamata donna e ricordare a
me per primo che... “Davanti a
Dio Uno e Padre non v’è uomo né
donna ma l’essere umano, l’essere nel quale, sotto l’aspetto d’uomo o di donna, s’incontrano tutti
i caratteri che distinguono
l’Umanità...”, ... “l’uomo e la donna sono due rami che si muovono
distinti da uno stesso tronco...”
ha detto Giuseppe Mazzini.
... Così nel mondo
Sua ventura ha ciascun dal dì
che nasce, ha scritto Petrarca
Una fu lei: Jessie Jane Meriton
White, spesso chiamata Jessie
White Mario o Jessie Mario dal
cognome del coniuge, entrata
quasi chiedendo permesso, ma a
pieno diritto nella storia italiana e
che fu definita in seguito anche
“Miss Uragano” o la Giovanna
d’Arco italiana.... Una carrozza da
Santa Maria, una donna dentro,
viso di fuoco. capelli di fuoco, gesti di fuoco, e un angelo, e una
Furia, che cos’è?[ .. ] Ohimé! perché non è italiana? Si chiama Miss
White, è moglie del Mario, uno dei
nostri migliori, ... con queste pa-
role ce la presenta Giuseppe
Cesare Abba nel suo “Da Quarto
al Volturno”.
Nata a Portsmouth, Inghilterra,
il 9 maggio 1832, frequentò una
delle migliori scuole di Londra e
nel 1852, all’età di vent’anni, terminati gli studi, ottenne dalla famiglia di potersi trasferire a
Parigi per frequentare la Sorbona. Là, oltre che le lezioni, frequentò anche i circoli studenteschi liberali e repubblicani, ove
venne a conoscenza dei fatti riguardanti la nascita e la fine della
Repubblica Romana; ebbe così
inizio la sua ammirazione per
Giuseppe Mazzini.
A Nizza conobbe Garibaldi, al
quale promise che si sarebbe impegnata a studiare da medico per
poter assistere i feriti in battaglia.
Tornata a Londra cercò di farsi
ammettere alla facoltà di medicina, ma incassò sempre rifiuti, perché la società inglese non accettava all’epoca che una donna potesse diventare medico. Questo
non le impedì di studiare da infermiera e su testi di medicina e come infermiera fu presente in quattro campagne con Garibaldi ottenendo di predisporre veri e propri carri ambulanza.
A Genova, nel 1856, ebbe modo
di conoscere Giuseppe Mazzini e
la ammirazione per lui crebbe ancora. Nel corso di un secondo incontro con Pippo Jessie ebbe modo di conoscere anche Alberto
Mario, che sposò in Inghilterra,
dove lui e Mazzini alla fine del
1857 erano nuovamente in esilio.
Con l’unità d’Italia e il ritiro definitivo di Garibaldi a Caprera, continuò più assiduamente l’attività
giornalistica scrivendo per giornali italiani, inglesi e statunitensi.
Scrisse biografie di Garibaldi,
Mazzini, Bertani, Cattaneo,
Nicotera. Scrisse anche per la rivista “Antologia” di G.P. Viesseux,
e G. Capponi.
Fece ricerche sul problema della pellagra nelle campagne, dovuta alla cattiva alimentazione dei
braccianti; sui quartieri più poveri di Napoli vista erroneamente
dal governo come una città molto
prosperosa; sulla salute dei minatori nelle solfatare siciliane: denunciò il largo uso di lavoro minorile; (ricordate Ciàula scopre la
luna di Luigi Pirandello?) e le cattive condizioni di lavoro e di salute dei minatori.
La miseria in Napoli, pubblicata a Firenze nel 1877 da Le
Monnier e da me tratta dalla biblioteca del sito internet liberli-
ber.it, dedicata alla memoria di
Giuseppe Mazzini, definito maestro, si apre con le riflessioni di
Schelley e E. B. Browning sulle
condizioni non idilliache della
“gloriosa” Inghilterra e dei sudditi inglesi.
Nel febbraio 1879 il premio
Nobel Giosué Carducci, facendo
la critica alla sinistra italiana, ebbe modo di scrivere: «La democrazia conta un solo scrittore sociale: ed è un inglese, ed è una donna; la signora Jessy Mario, che non
manca mai dove ci sia da patire o
da osare per una nobile causa».
L’Uragano perse forza e cessò
la sua attività a Firenze il 5 marzo
1906. Il funerale si svolse con cerimonia non religiosa, tenutasi
nel suo appartamento, alla quale
seguì un lungo corteo funebre
che attraversò le strade di
Firenze. Le ceneri di Jessie White
riposano ora nel cimitero di
Lendinara accanto a quelle del
marito Alberto Mario.
Genova le ha dedicato una
scuola: la scuola primaria di Via
Apparizione in zona Borgoratti e
la Via Alberto e Jessie Mario, ma
poche sono le altre città che la ricordano sola o assieme al marito.
Giuseppe Cotta
LUTTI CITTADINI, NECROLOGI
DANTE SCHIVO
“GINO
U MARAJAN”
1935 - 2010
giorno, che nel suo andar per
mare, dopo aver espletato tutti
gli accorgimenti tecnici di un
buon ufficiale, non dimenticava
mai di mettersi nella mani di Dio.
Ancora tanto si potrebbe dire
di lui, ma per non rischiare di cadere nella retorica, forse è meglio limitarsi a come egli stesso
amava definirsi: alassino e uomo di mare.
L’alassino se n’è andato, in un
modo che ci ha lasciati tutti attoniti.
L’uomo di mare è salpato per
il suo ultimo imbarco. Ciao
Gino, grazie di tutto.
A.B. per A.V.A.
U “MARAJAN”
GINO SCHIVO
Comandante Dante Schivo,
“U Gino u Marajan”. Era anche
lui un prodotto di quella Via
Torino anni 50, dove si giocava
a calcio per la strada, perseguitati dal Vigile Di Fuccio, soprannominato “campana”, per la sua
andatura dondolante che noi
sottolineavamo con un irriverente “din don” vocale; braccati
quando giocavamo a “pimpirinella” da un altro Vigile al quale
avevamo affibbiato, a causa della sua idiosincrasia, lo stesso
appellativo di quel gioco. Anche
Gino era figlio di quella Alassio
delle interminabili partite a
“guardie e ladri”, giocate nel tepore delle lunghe serate primaverili, quando ci si nascondeva
tra le barche in secca o dietro le
prime cabine degli stabilimenti
balneari. Il suo amore per il calcio e la sua intelligenza lo portarono ad essere, per anni, il capitano di quelle “vespe” ormai mitiche, in un mondo di grandi entusiasmi.
Poi, seguendo quella strada
che si era scelto nel suo amore
per il mare, ebbe il primo imbarco, cominciò la sua vita di marinaio che lo tenne praticamente
assente dalla sua città per un
lungo periodo, seppure non gli
impedisse di formarsi una famiglia e di avere due figli. E, soprattutto, non gli impedì, al termine di quella lunga parentesi,
di tornare nella sua Alassio per
reinserirsi quasi subito nelle attività sociali. Cominciò come
istruttore di piccoli calciatori,
trasmettendo loro la sua sapienza calcistica ed i suoi valori umani e, forse, cercando tramite loro di recuperare una sua antica
identità. Più o meno in quel periodo, Gino diede alle stampe,
coadiuvato da un altro Gino,
quell’Accame che tutti ricordiamo, il suo libro “Cuvea de balún”, un volume prezioso e commovente. Pubblicò inoltre “Gli
uomini del mare”, “Il popolo dei
reordi” ed altre cose ancora.
Gino fu presidente della
Vecchia Alassio, e fu durante la
sua presidenza che nacque
“Ritruvammuse Insemme” è
grazie a lui, al suo interessamento che venne eretto in fondo alla “sua” Via Torino il
Monumento al Pescatore, sul
cui piedistallo vengono (o venivano!) applicate le composizioni ed il nome dei vincitori, di
quel concorso di Poesia Dialettale che sempre per merito suo
venne istituito piuttosto recentemente; era sempre Gino che
si prestava colle sue lezioni
all’Unitrè.
Uomo di profonda fede, faceva parte della Confraternita di
Santa Caterina, compariva sul
Bollettino Parrocchiale di S.
Ambrogio e a lui dobbiamo la
riapertura della chiesetta di S.
Rocco; a qualcuno confidò un
Gino, mi senti?
Tutti i tuoi amici ti salutano.
Ora puoi vedere le stelle da vicino… e chiamarle per nome,
puoi stare intorno ai pianeti che
ti hanno sempre affascinato. Ma
soprattutto sei al cospetto del
Dio creatore che hai sempre rispettato ed hai insegnato ad
amare a tutti i piccoli che ti sono stati attorno.
Puoi giocare a pallone con i
piccoli corpi celesti, libero dal
tuo corpo mortale, sorretto dal
tuo spirito forte che ti ha fatto
apprezzare tutto della vita.
Guardi giù, le lacrime dei tuoi
cari ti danno dolore, ma tu li
proteggerai sempre dalle insidie della terra, perché il tuo cuore è stato grande. Guardi il mare, tuo luogo di lavoro per tanto
tempo. Adesso visto dall’alto
non porta pericoli, non è nemico; è solo un drappo di seta che
avvolge tutto il tuo amore per
l’umanità.
I discenti dell’Unitre
di Alassio
GINO E RENZO
Molto spesso diamo per scontato cose che poi così scontate
non sono ed è la ragione per cui
vorrei rendere un ultimo saluto
a due persone che hanno fatto
parte della mia vita in modo discreto, ma allo stesso tempo vigile: sto parlando di Renzo
Rossi e di Dante Schivo detto
“Marajan”. Legato da una forte
amicizia con i figli Riccardo e
Giorgio, non posso che condividere il loro cordoglio. Sorridendo al ricordo di una battuta esilarante di Renzo (sempre così
piacevole) o di un racconto accattivante di Dante sul mare e le
stelle (sempre molto coinvolgente), ripeto con S. Agostino:
“Non ti chiedo, o Signore, perché ce li hai tolti, ma ti ringrazio
per avermeli fatti incontrare”.
Paolo Mazzoni
UN RICORDO
PER DANTE SCHIVO
Ho avuto occasione, facendo
parte del Consiglio Direttivo
dell’A.V.A., di apprezzare le capacità organizzative e l’amore
che Gino nutriva per l’Associazione e per la nostra città. È stato una persona che difficilmente
verrà dimenticata, per le numerose iniziative che ha proposto
e che ancora oggi vengono portate avanti.
Ciao Gino, anche a nome di
tutti i soci e gli amici.
Carlo Cavedini
Mercoledì 17 Febbraio 2010
9
«L'ALASSINO»
LUTTI CITTADINI, NECROLOGI, ANNIVERSARI
SANTINA RAVIZZA
È mancata il 18/1/2010 la signora
Santina Parodi Ravizza, lasciando
un grande compianto in città e il ricordo di una vita spesa per la famiglia e per Alassio, anche dopo la perdita del giovanissimo figlio.
A lei si deve in particolare il lascito che ha permesso la costruzione
del Palazzetto dello Sport, giustamente intitolato al figlio e parte del
suo patrimonio in opere di bene.
L’Associazione Vecchia Alassio è
certa di interpretare e di rappresentare il cordoglio dei Soci e della
città.
GUIDO POLI
18/7/1914 - 8/1/2010
cordare tutti i defunti, persone anziane e giovani. Di questi, il più giovane ad andar via è stato Marco
Marchesini, 56 anni.
Vorrei che questa foto servisse a
farlo ricordare, com’era. Forse più
che tante parole, a volte inutili, può
giovare rivedere in questa foto il suo
volto ironico, canzonatorio, contento della vita vissuta, a modo suo, trovandovi gioie e amarezze, fra le quali di certo il male che lo ha fatto soffrire, accompagnandolo alla morte,
che però ha saputo affrontare con
grande dignità.
Ciao Marco, ti ricordiamo con affetto
TERESA ZANONI
VED. BRANCALEONI
RICORDO DI
BRUNO GRANDI
MIMA CRISTIANI
IN PELOSINI
1937 - 2010
NORMA BARBERO
IN BENSI
4/2/2009 - 4/2/2010
“Appena smette di nevicare faccio un salto ad Alassio e vengo a fare due chiacchiere”. Ci siamo scambiati i saluti a telefono, non lo sapevamo ma era l’ultima volta. Dopo la
neve, il gelo e Bruno Grandi se ne è
andato. È passato un anno e mi piace ricordare Bruno, cui ero affezionato, così come sempre è parso ai
mie occhi.
Un uomo aperto, ottimista, sempre disponibile a dare una mano
che, impegnato per anni nel sociale,
ha dato in ogni incarico ricoperto il
suo appassionato e disinteressato
contributo. Ha attraversato anche
periodi bui, che peraltro non hanno
modificato il suo carattere, anzi, a
mio avviso lo hanno aiutato a svegliare l’ispirato artista che, forse inconsciamente, possedeva nel suo
animo da sempre.
È evidente dalle sue opere l’approdo ad una pace interiore estrinsecata nei quieti paesaggi della sua
seconda patria piemontese non meno che nella magia (pensiero indimenticabile e nostalgico) delle marine che lo riportano nella sua adorata e amata Alassio, dove oggi riposa. Ecco, vorrei che tutti coloro
che lo hanno conosciuto lo ricordassero come un dolce sognante
poeta che ha attraversato la vita instaurando un sereno rapporto con
le cose del mondo.
dell’
Recuperi spazio, procuri piacere ad altri
e aiuti la ricerca sul cancro.
Associazione Volontari Baia del Sole
Ciao mamma,
hai lasciato le nostre braccia
vuote, ma siamo certi che oggi sei
tra le braccia di Dio. San Girolamo
ha scritto: “La fede mantiene uniti
quelli che la morte separa; non
rattristiamoci di averla perduta,
ringraziamo il Cielo di averla avuta, anzi di averla ancora, poiché
per Iddio tutte le cose vivono e chi
ritorna al Signore continua a far
parte della famiglia”.
La tua amata famiglia
È trascorso un anno dalla tua improvvisa e silenziosa scomparsa,
ma il tempo non ha cancellato l’incolmabile vuoto che hai lasciato.
Ti ricordiamo costantemente con
immutato affetto, sei e sarai sempre nei nostri cuori.
Ci manchi immensamente. Ciao
Norma.
I tuoi cari
CATERINA PORCELLA
IN GARINO (RINA)
22/1/2002
LUCIANA AMBROGIANA
SALOMONE
BIAGIO PORCELLA
(MIMMO)
13/2/2001 - 13/2/2010
04-02-2004
Coloro che ci hanno lasciato
non sono degli invisibili. Tengono
i loro occhi pieni di luce fissi nei
nostri pieni di lacrime (così diceva S. Agostino).
Cara Luciana, pensando a te e
alla nostra cara mamma ne percepisco la vostra presenza e nell’umido dei miei occhi so che c’è la
luce dei vostri che non mi lasceranno mai.
Tua sorella Gina
SERGIO GALLEA
Ci sono cose preziose che il
tempo non può cancellare ne farci dimenticare!
Ci mancate tantissimo, ogni
giorno sempre come allora. Un
bacione con un grande abbraccio.
Alessio-Andrea-Giulia
e tutta la vostra famiglia
Ora con voi c’è anche lo Zio Beppe!
Un bacio grande da Felice –
Chiara e Piera.
Paolo
MIMMO CASTIGLIONE
2005 - 30/1/2010
Dopo breve malattia è mancata ad
Albenga, dove viveva, mai dimentica del “Suo Barusso” dove era nata.
Il marito, il fratello e le sorelle, i
cognati, i nipoti la ricordano con affetto e rimpianto a quanti l’hanno
conosciuta.
L’Associazione Vecchia Alassio si
unisce al cordoglio della Famiglia e
porge sentite condoglianze.
Anniversari
RENATO GHIRETTI
2009 - 2010
MARCO MARCHESINI
19/12/2009
Nell’ultimo numero del mensile
“L’Alassino”, due pagine di necrologi non sono state sufficienti per ri-
Caro Sergio, da un anno non ci sei
più, ma il nostro pensiero corre a te
ogni momento della giornata. Sei
stato un marito e un padre all’antica, molto duro e autorevole, non hai
mai detto a nessuno di noi “Ti voglio
bene”, ma io so che ce ne volevi tanto, e forse nessuno ti aveva insegnato a dirlo.
Pensavi di vincere la malattia con
la tua sola forza: non è bastato e una
fredda mattina di febbraio te ne sei
andato all’improvviso, lasciandoci
tutti sgomenti. Non hai creduto nei
medici, hai avuto paura. Noi ti ricordiamo sempre e ti vogliamo bene.
Tua moglie Patrizia,
i tuoi figli Claudio, Andrea,
Milena, Debora e Roberta,
le nuore e i nipoti.
«Sogno spesso di volare»,
dicevi…
Tu voli ancora papà…
Nei miei pensieri
nei miei ricordi
Nei miei rimpianti
nei meandri del mio cuore…
e anche quel giorno,
nelle mie paure, la tua mano
ha stretto forte la mia…
Abbiamo volato insieme Papà.
Grazie
Gettarli dispiace, però il posto che occupano serve.
Che fare?
Lasciali sui tavoli posti nella “Galleria C. Chaplin”.
Chi li prenderà lascerà un’offerta a favore
A.I.R.C.
2009 - 2010
Nico e Tata
Al momento di andare in macchina abbiamo appreso della
scomparsa della sig.ra Teresa Zanoni, ved. Brancaleoni, madre del
nostro Socio Sac. Mons. Giorgio
Brancaleoni. Porgiamo alla famiglia
le più sentite condoglianze.
Un amico di Alassio, l’otto gennaio ci ha lasciati.
Nato ad Ascoli Piceno nel 1914, ha
trovato nell’amore per il mare la sua
vita professionale. Giovane nocchiero della scuola di Pola, completò la preparazione marinara con
la traversata dell’Atlantico a vela
nell’Amerigo Vespucci.
Il suo lavoro di marinaio e, più tardi, di sottufficiale di P.S. lo portò a
vivere per lunghi anni in città di mare, come Napoli e Venezia.
Al momento della pensione e per
oltre 20 anni scelse di trascorrere,
assieme alla moglie, i mesi invernali
nel nostro paese, vivendo la nostra
città non come turista di passaggio,
ma come cittadino attento ai costumi e rispettoso della storia di
Alassio.
Iscritto da subito all’Università
della terza età, partecipò assiduamente, con la moglie Fernanda, alla
vita e alle iniziative del sodalizio,
stringendo e rinnovando sincere e
profonde amicizie con gli altri partecipanti e con gli amici alassini che
porgono alla Signora Fernanda e famiglia le più sentite condoglianze
della nostra città.
GIUSEPPINA
FERRARO
VED. SANSALONE
LIBRI-RIVISTE-VHS-CD
I fiori dei campi sono i figli della
benevolenza, del sole e dell’amore della natura e i figli degli uomini sono i fiori dell’amore e della
comprensione.
Con affetto tua moglie e figli
MESE DI GENNAIO 2010
CARTASEGNA Maria Clotilde anni 100
CASSINI Maria Teresa anni 93
DAINELLI Alighiero
anni 81
DI FAZIO Bruno
anni 80
GROLLERO Giuseppe anni 81
GROSSI Amelia
anni 96
MOLLE Piero
PARODI Santina
POVEROMI Alessandro
SCHIVO Dante
SCOLA Maria
anni 57
anni 96
anni 69
anni 74
anni 94
L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite
condoglianze ai loro famigliari.
10
«L'ALASSINO»
Mercoledì 17 Febbraio 2010
LA SPIAGGIA DI ALASSIO
IN INVERNO È MORTA?
I Fiori di Bach
Meteorologia
Alassina
a cura dell'Osservatorio Don Bosco
GENNAIO 2010
a cura di Caterina Maggi
Il sesto gruppo è formato da:
CRAB APPLE – LARCH
ELM – SWEET CHESTNUT
STAR OF BETHLEHEM – WILLOW – OAK
– Ricordo che le parole tra le virgolette sono l’indicazione originale
del dottor Bach –
CRAB APPLE Malus sylvestris (Melo selvatico)
“È il rimedio per la depurazione. Per coloro che sentono di avere
in sé qualcosa di non pulito. Sovente è qualcosa di poca importanza; per altri può essere un disturbo più serio che tende a passare inosservato confrontato con la sola cosa su cui si concentrano. In entrambe i casi la persona è ansiosa di liberarsi di questa
particolare cosa che nella sua mente è la più importante e che le
sembra essenziale curare. Questi individui diventano abbattuti se
la cura fallisce. Essendo un depuratore, questo rimedio purifica
le ferite, se il paziente ha ragione di credere che qualche veleno
si sia introdotto e debba essere eliminato”.
Le persone che hanno bisogno di Crab
Apple hanno difficoltà ad accettare le
imperfezioni a livello
fisico, e manifestano
questa difficoltà col
rifiuto o col disgusto,
che possono sfociare
in un sentimento di
vergogna per il corpo
e le sue imperfezioni.
Questo rimedio ci
aiuta a recuperare il
senso delle proporzioni in quei momenti in cui alcuni difetti, come
eczemi, rash cutanei, nei, eccetera, danno sensazioni di sporcizia e
disgusto, ma è utile anche quando si proiettano questi sentimenti
sull’ambiente o sulle altre persone, o quando il pensiero si concentra eccessivamente su banalità, su cose irrilevanti, facendo distogliere l’attenzione da ciò che è realmente importante.
NO! È SOLO ADDORMENTATA.
(FOTO DI ROBERTO SANTOMASO)
Il comportamento della nostra Terra, nel
suo moto di rivoluzione attorno al Sole, è conosciuto da tutti, ma è utile richiamarcelo
perché sembra contrario alla nostra esperienza quotidiana:
quando la Terra è più vicina al Sole, noi viviamo il periodo più
freddo. È proprio nei primi giorni di gennaio (nella notte tra
il 2 e il 3 gennaio!) che la Terra si trovava in PERIELIO a circa
147 milioni di chilometri dal Sole: e siamo nella stagione più
fredda! Non è colpa del Sole; il fatto è legato alla inclinazione
dell’asse terrestre che modifica la nostra esposizione ai raggi solari.
Situazione opposta l’avremo in luglio (ma ne riparleremo).
Ora la nostra rapida rassegna meteorologica:
Pressione media: 754,2 mmHg; le medie decadali: 749,1
mmHg nella prima; 758,1 mmHg nella seconda; 755,2 mmHg
nell’ultima. La maggior depressione è in data 30 gennaio alle
ore 4 con 738,0 mmHg.
Temperatura media: 8,3 °C 8 valore pressoché uguale in
tutte e tre le decadi). Temperatura minima assoluta del mese: +4,4 °C registrata alle ore 5 del giorno 8; la temperatura
media più bassa è in data 26 con 6,6 °C.
Umidità media: 52%; valori decadali: 56% nella prima; 51%
nella seconda; 50% nella terza.
L’umidità media giornaliera più bassa è stata registrata il
giorno 31 con solo l’8%. Il giorno più umido è in data 9 gennaio con il 77% di media. La punta più alta dell’umidità è del
giorno 8 alle ore 4 con il 98%!
(Ricordo a tutti i lettori che i valori medi giornalieri sono il
risultato di tre rilevamenti: uno alle ore 8, uno alle ore 14 e
l’ultimo alle ore 19).
Precipitazioni: totale 65,8 millimetri, così distribuiti: 60,6
mm nella prima decade; 4,6 mm nella seconda; 0,6 mm nella
terza.
Giorni coperti (senza sole): 11; giorni sereni: 12. (Cinque
giorni coperti nella prima decade; quattro giorni coperti nella seconda; due nell’ultima.
Non tutto è negativo nel mese di gennaio: la durata del giorno aumenta sensibilmente: oltre 45 minuti di luce in più dal
1° gennaio al 31 del mese.
Ecco allora l’eliofania: 91,5 ore di sole in tutto il mese; media giornaliera 3,0 ore; le medie giornaliere decadali: 1,8 ore
nella prima; 3,0 ore nella seconda; 4,0 ore nella terza.
Gennaio 2010 ci ha ricordato (con molto garbo) che l’inverno esiste ancora, nonostante il riscaldamento….
Il Direttore dell’Osservatorio
Prof. Don Natale Tedoldi
LARCH Larix decidua (Larice)
“Per coloro che si considerano meno abili o capaci di coloro che
hanno attorno, che sentono che non avranno mai successo, e così non rischiano o non fanno abbastanza sforzi per tentare il successo”.
La persona di tipo
Larch non è affetta
da timidezza (Mimulus), non è una persona gelosa o invidiosa (Holly), né si lamenta o è amareggiata per la mancanza di
successo (Willow).
Non si fa avanti, non
prova, semplicemente perché convinta di
non essere all’altezza, di essere da meno
degli altri. In genere le basi di questi complessi di inferiorità vengono poste già dalla primissima infanzia ad opera dei genitori, per
cui il timore (se non addirittura la certezza) del fallimento agisce
come un vero e proprio automatismo. Larch agisce sulle persone
affette da insicurezza e scarsa stima di sé, aiutando a dissolvere le
idee fisse autolimitanti della personalità, e a sviluppare invece le
capacità inutilizzate.
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(continua)
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