Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2 DCB Milano) Ordine Provinciale Medici Chirurghi e Odontoiatri Milano 1|2010 ANNO LXIII GENNAIO - MARZO INCHIESTA Decreto Brunetta Scacco alla professione medica Nuovi programmi di raccolta delle ADR nei bambini Come rilanciare la pediatria in Italia Il tempo della maternità e il tempo del lavoro Perché mettere in conflitto medici e farmacisti? www.omceomi.it Collegati con l’Ordine Ricordiamo che, ai sensi dell’art. 16 comma 7 D.P.R. 185/2008, sei tenuto a comunicarci il tuo indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC). Se non lo hai già fatto, segnalalo inviandolo a: [email protected]. Grazie. I telefoni dell’Ordine Dirigente Gabriella SARTONI tel. 02.86471403 Commissione Odontoiatri - Aggiornamento/ECM Dott.sa Marina CASERTA tel. 02.86471405 Segreteria del Presidente Segreteria commissioni Laura CAZZOLI tel. 02.86471413 Segreteria del Vice Presidente Segreteria del Consigliere Segretario Giusy PECORARO tel. 02.86471410 Area giuridica amministrativa Avv. Mariateresa GARBARINI tel. 02.86471414 ENPAM - Pratiche pensioni Gabriella BANFI tel. 02.86471404 Ufficio iscrizioni, cancellazioni, certificati Sarah BALLARE’ /Aggiornamento ECM Alessandra GUALTIERI Silvana BALLAN Maria FLORIS tel. 02.86471401 tel. 02.86471402 tel. 02.86471412 tel. 02.86471417 Contabilità/Economato Antonio FERRARI Fernanda MELIS Ufficio Stampa Cinzia PARLANTI [email protected] Pubblicità sanitaria e Psicoterapeuti Laura LAI tel. 02.86471407 tel. 02.86471409 tel. 02.86471400 tel. 02.86471420 CED Rossana RAVASIO Lucrezia CANTONI [email protected] tel. 02.86471419 tel. 02.86471424 Centralino tel. 02.864711 Si prega chiamare direttamente i numeri degli uffici per evitare intasamenti sulla linea principale. Organo ufficiale di stampa dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Inviato agli Iscritti e ai Consiglieri degli Ordini d’Italia Autorizzazione Tribunale di Milano n° 366 del 14 agosto 1948 Sommario Anno LXIII - 1/2010 gennaio-marzo Editoriale Le geremiadi del presidente Direttore Responsabile: Ugo Garbarini Comitato di Redazione: Valerio Brucoli, Dalila Patrizia Greco, Maria Grazia Manfredi, Luigi Paglia, Roberto Carlo Rossi Ugo Garbarini Redazione e realizzazione Tecniche Nuove SPA Via Eritrea 21 20157 Milano - Italy Cristiana Bernini - 02 39090689 e-mail [email protected] Pierluigi Altea Segreteria Cinzia Parlanti Via Lanzone 31 – 20123 Milano Tel 02 86471400 – Fax. 02 86471448 e-mail: [email protected] L’intervista Cambia la domanda di salute dell’infanzia Gli articoli e la relativa iconografia impegnano esclusivamente la responsabilità degli autori. I materiali inviati non verranno restituiti. Il Comitato di Redazione si riserva il diritto di apportare modifiche a titoli, testi e immagini degli articoli pubblicati. I testi dovranno pervenire in redazione in formato word, le illustrazioni su supporto elettronico dovranno essere separate dal testo in formato TIFF, EPS o JPG, con risoluzione non inferiore a 300 dpi. Stampa: Grafiche SIMA, Ciserano (BG) Trimestrale Poste Italiane SpA – Spediz. In abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 2, DCB Milano Dati generali relativi all’Ordine Consiglio Direttivo Presidente Ugo Garbarini Vice Presidente Roberto Carlo Rossi Segretario Salvatore G. Altomare Tesoriere Angiolino Bigoni Presidente Onorario Roberto Anzalone Consiglieri Leandro Aletti, Gianpiero Benetti, Francesco M.A. Brasca, Valerio Brucoli, Dino Dini, Claudio Gatti,Giovanni Campolongo, Luigi Di Caprio, Raffaele Latocca, Maria Grazia Manfredi, Luigi Paglia, Massimo Parise, Giordano P. Pochintesta, Ugo G. Tamborini, Maria Teresa Zocchi Commissione Odontoiatri Presidente Valerio Brucoli Segretario Ercole Romagnoli Componenti Dino Dini, Claudio Gatti, Luigi Paglia Collegio Revisori dei Conti Presidente Giovanni Canto Componenti Luciana Maria Bovone, Paola Pifarotti Tito Pignedoli 2 Inchiesta Cancellata la dignità professionale 4 L’opinione La rivoluzione Brunetta Enrico Pennasilico 10 Pierluigi Altea 14 Attualità Farmacovigilanza in pediatria Maria Cristina Parravicini 18 Il tempo della maternità e il tempo del lavoro Maria Cristina Parravicini 22 Perché mettere in conflitto Medici e Farmacisti? Roberto Carlo Rossi 26 Deliberazione Riscossione coattiva delle quote 28 Previdenza ENPAM problemi, incognite e prospettive Salvatore Altomare 30 Finestra sull’audiologia Lo screening della sordità Artilio Bini 35 Finestra sull’odontoiatria Previsione d’inclusione dei terzi molari e indicazioni alla loro estrazione Franco Bruno e Arnaldo Benech 36 Attività dell’ordine Un anno ricco di novità 38 Arte Il fenomeno Picasso Silvano Battistotti 46 Eventi ECM 48 In libreria 53 Notizie 54 In memoria di… 56 [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 1 EDITORIALE Ugo Garbarini Le geremiadi del presidente A ll’inizio del nuovo anno, rileviamo, ahinoi, che se il buon giorno si vede dal mattino, il 2010, testé apertosi tra scrosci di acqua, non dà speranze né dal punto di vista climatico né da quello professionale. Speravamo di suggellare con la parola “fine” le movimentate vicende che ci hanno assillato nell’anno passato ma siamo ancora nel mare procelloso delle tasse e della pec. A queste, si sono aggiunte altre e non piccole grane quali la “pandemia influenzale” e la cosiddetta Legge “Brunetta” di cui si parlerà in altre pagine del Bollettino. Qualche parola sull’ansia pandemica indotta dall’influenza A/H1N1. Si tratta della più massiccia operazione di disinformazione operata a livello mondiale con una ricaduta devastante in senso materiale e psicologico. Già l’OMS con il suo stadio 6, cioè con la sua definizione che, quella in corso, sia una pandemia, ha ingenerato un clima di vero terrore, retaggio dei racconti tramandatici da parenti che vissero nel corso della pandemia influenzale del 1918: cataste di bare insepolte nel piazzale antistante il Cimitero Monumentale… Si è poi aggiunto, del tutto casualmente, che il virus era lo stesso di quello della [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 2 “spagnola” come comunemente viene indicata quella pandemia che seminò milioni di vittime. Un giornale di elevatissima tiratura ci fece un libretto di divulgazione (che fruttò per inciso un bel mucchietto di euro) in cui si raccomanda di fare incetta di viveri, di acqua (4 litri per persona). Come all’avvicinarsi di una guerra atomica, in assenza di bunker. Ci era raccomandato di mantenere una certa distanza (1-2 metri!?) sui mezzi pubblici, di non stringere più le mani, non parliamo dei baci, l’uso delle mascherine. Alcune aziende registrarono fatturati enormi perché producevano confezioni di “disinfettanti” per le mani. Giunse anche Topo Gigio che ci raccomandò di lavarcele finalmente queste mani, indicandone anche le modalità (non fosse mai che qualcuno non fosse capace di lavarsele). Ci fu la corsa degli Stati ad acquistare i vaccini e, come alla guerra, fu creata una lista delle priorità per essere sottoposti all’unico salvavita reale. Non potendo essere tutti vaccinati, si decretò che gli ultrasessantacinquenni con patologie a rischio erano le querce di questa società. Altre nazioni programmarono di EDITORIALE vaccinare tutta la popolazione, nessuno discriminando. Ogni giorno, come fosse un bollettino di guerra, la lista dei morti con il contestuale chiarimento che erano morti perché afflitti da tante e altre patologie per cui ci si chiedeva come potevano essere ancora sopravvissuti. Ma allora che senso aveva pubblicarne i nomi? D’altra parte non si continuava a dire che la mortalità di questa pandemia era inferiore a quella stagionale? I dati statistici ancora ne rilevavano la scarsa mortalità in quelle aree dell’emisfero australe ove la pandemia aveva già “infierito”. Vaccini allestiti frettolosamente senza il tempo necessario per la loro validazione. I medici, con il ministro Fazio in testa (ma disse, lui non era persona a rischio) aderirono scarsamente all’iniziativa di farsi vaccinare, trasmettendo i loro leciti dubbi ai pazienti. La conclusione amara fu che, della filiera delle cause e concause della scarsa aderenza alla vaccinazione, i medici, come al solito, furono posti all’apice. Chi scrive è un tenace assertore della vaccinoprofilassi, ma non per questo vien meno, come tanti altri colleghi, alla discrezionalità di applicarla sempre e comunque tanto più P. Bruegel il Vecchio, Trionfo della morte, 1562, Museo del Prado, Madrid trattandosi, come nella fattispecie, di misura non obbligatoria. Possiamo dire che i colleghi hanno motivatamente giudicato che i rischi potenziali avrebbero potuto essere superiori ai vantaggi. Ecco allora inserirsi in questo excursus la FNOMCeO che, mostrando di avere scarsa fiducia nei propri iscritti, ha deciso in accordo con il Ministero, di organizzare più eventi formativi sulla vaccinazione quasi a voler puntare l’indice accusatore del mancato utilizzo dei milioni di dosi, contro i medici e la loro ignoranza. Vorremmo sapere, tirando in ballo l’OMS, che può influire su tutto ma anche essere influenzata (si parla di influenza infatti…), [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 3 quali furono le motivazioni per cui allertò il mondo definendo pandemia ciò che in realtà non era. Rimane il fatto, questo certo, che le azioni delle aziende produttrici andarono alle stelle. La cascata panica ha colpito anche chi ci governa: nessuno è responsabile di questo fatto perché, a scenario invertito “pandemia letale-mancanza di vaccini”, avremmo giustamente indirizzato critiche e anche più all’indirizzo di chi, sprovveduto, non aveva provveduto. Con ciò non si deve gettare sui medici la colpa dell’inutilizzo dei vaccini che, come ha fatto la Francia, sono stati in parte venduti ad altri Stati. INCHIESTA Pierluigi Altea Cancellata la dignità professionale Il Decreto Brunetta è stato accolto con molte riserve dalla classe medica, direttamente coinvolta nella norma in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle PA art. 69 del Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”, meglio noto come Decreto Brunetta contro i fannulloni, modifica l’art. 55 del decreto legislativo n. 165 del 2001, in particolare l’Art. 55-quinquies (False attestazioni o certificazioni). 1. “Fermo quanto previsto dal codice penale, il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustifica l’assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 400 a euro 1.600. La medesima pena si applica al medico e a chiunque altro concorre nella commissione del delitto. (….) 3. La sentenza definitiva di condanna o di applicazione della pena per il delitto di cui al comma 1 comporta, per il medico, la sanzione disciplinare della radiazione dall’albo e altresì, se dipendente di una struttura sanitaria pubblica o se L’ La medesima pena si applica al medico e a chiunque altro concorre nella commissione del delitto. [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 4 INCHIESTA convenzionato con il servizio sanitario nazionale, il licenziamento per giusta causa o la decadenza dalla convenzione. Le medesime sanzioni disciplinari si applicano se il medico, in relazione all’assenza dal servizio, rilascia certificazioni che attestano dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati”. Un provvedimento che non è piaciuto affatto ai medici, per molte ragioni. Innanzitutto perché, secondo alcuni, sarebbe costituzionalmente illegittimo: la Corte Costituzionale, infatti, già in altre occasioni, ha stabilito che non vi può essere un meccanismo automatico sanzionatorio derivante da una sentenza penale di condanna per un reato commesso. L’Ordine, il datore di lavoro del sanitario dipendente pubblico o la struttura pubblica con cui il medico è convenzionato devono potere applicare discrezionalmente la sanzione senza ingerenza alcuna. Ma le critiche e i dubbi sulla bontà della norma che investe prepotentemente i camici bianchi, riguardano anche altri aspetti che attengono alla specificità della professione medica, nel dispositivo di legge per niente presa in considerazione secondo i sindacati, al rapporto medico-paziente fondato sull’alleanza terapeutica e non sul dubbio metodico raccomandato invece dalla norma, non ultimo al buon senso e a quanto accade nella maggior parte dei Paesi europei dove le certificazioni per i primi giorni di malattia sono lasciate alla responsabilità del cittadino che in coscienza dichiara la propria indisponibilità al lavoro per motivi di salute. Una soluzione evidentemente troppo semplice per trovare consensi nel nostro ordinamento giuridico, almeno per ora. I dubbi della FNOMCeO e dei sindacati Le disposizioni relative al procedimento disciplinare contenute nel Decreto Brunetta non convincono i medici. Amedeo Bianco, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, in una sua recente dichiarazione, ha rilevato l’impossibilità di gestire dal punto di vista tecnico-professionale, medico-legale e deontologico gli aspetti della legge che riguardano la certificazione delle assenze brevi: per la maggior parte, rilasciate, come ha sottolineato Bianco, sulla base di sintomi soggettivi riferiti dal lavoratore e non di “dati clinici direttamente riscontrati e/o oggettivamente documentati”. Per i medici inadempienti sono previste sanzioni severe che prevedono anche il licenziamento e il carcere, oltre che la radiazione dall’Ordine. Secondo Bianco, il richiamo letterale all’art. 24 del Codice Deontologico in materia di certificazione, contenuto nelle legge Brunetta, sarebbe improprio, «laddove riconduce forzosamente – dice – quei principi generali a una fattispecie molto particolare e delicata, le certificazioni di disturbi soggettivi, che richiedono invece un’attenzione e un’articolazione diverse nella norma». Considerazioni e critiche, fa notare Bianco, nate dalla volontà di salvaguardare un bene prezioso e comune: «la promozione dell’efficacia e dell’efficienza delle pubbliche amministrazioni, ma all’interno di una più forte e articolata rete fiduciaria fra cittadini, medici e istituzioni pubbliche». Anche le parole pronunciate qualche giorno fa da Riccardo Cassi, presidente di CIMO-ASMD, l’Associazione Sindacale Medici Dirigenti, seppur in un più ampio contesto non lasciano dubbi. «Basta [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 5 medici burocrati – afferma – servono norme urgenti che restituiscano alla categoria la propria dignità professionale, anche dal punto di vista contrattuale». Il profondo disagio in cui vivono oggi i medici, infatti, dovrebbe far riflettere su come approntare norme che tengano conto della peculiarità dell’attività medica, oggi sin troppo burocratizzata, riportando l’attenzione sulle capacità umane e professionali, più che su quelle meramente dirigenziali. Ma non tutto tace, per fortuna. Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami, ha dichiarato: «Sulla vicenda delle diagnosi, i medici Snami continueranno a farle come sempre, secondo scienza e coscienza nel rispetto del codice deontologico. Se le pubbliche amministrazioni non le riterranno valide non sarà certamente un problema dei medici!». Testa conclude con un’argomentazione che lo Snami porta avanti e propone da svariati anni: «Vi sono pazienti che si rivolgono al proprio medico il giorno successivo alla malattia. Lo Snami da sempre propone che possa valere l’autocertificazione del paziente per i primi tre giorni di malattia». Critiche formali e sostanziali Sono quelle sollevate da Roberto Carlo Rossi, vicepresidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano. «Le disposizioni relative al procedimento disciplinare contenute nel decreto Brunetta – spiega – sono assurde sotto diversi punti di vista: lo dico come vicepresidente di un’istituzione dello Stato, qual è l’Ordine. Rispettare una legge, adeguarsi ai suoi dettami, com’è giusto che sia sempre e comunque, non significa accettarne acriticamente i contenuti, soprattutto se questi sono costruiti su impianti formali e sostanziali INCHIESTA sin troppo deboli». «Il Decreto Brunetta – entra nel vivo Rossi – introduce automatismi che la Cassazione già in passato ha condannato e bollato come scorretti. Di fatto, il medico condannato per aver rilasciato un certificato falso o una certificazione emessa su dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati, e che in virtù della norma verrebbe automaticamente radiato dall’Ordine, potrebbe impugnare la sentenza con buone possibilità di successo. Infatti – aggiunge Rossi – l’automatismo previsto nel decreto Brunetta lede la potestà decisionale della commissione medica dell’Ordine in ambito di giudizio». In pratica, la costringerebbe ad applicare la pena massima, quella della radiazione appunto, senza possibilità di comminare al reo sanzioni diverse, commisurate alla gravità dell’illecito, alle circostanze e a ogni altro elemento determinante. «Le ragioni che hanno spinto il legislatore a prevedere una norma così severa, per non dire forcaiola – spiega Rossi – sono riconducibili all’onda emotiva che ha investito il nostro Paese, al desiderio di voler finalmente punire i fannulloni, con ogni mezzo. Un progetto condivisibile in linea di principio – lascia intendere Rossi – se non fosse che lo strumento per condurre questa battaglia potrebbe trasformarsi in un’arma letale per il medico. La causa? Un altro errore formale davvero grave che non può sfuggire però a chi conosce bene le norme deontologiche che regolano l’operato del medico nel nostro paese». «Il decreto – denuncia Rossi – cita il nostro codice deontologico in maniera totalmente scorretta, se non addirittura aberrante quando dice che le sanzioni disciplinari in oggetto si applicano al medico che “rilascia certificazioni che attestano dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati”». Rossi fa notare come il nuovo codice, proprio nella sua più recente versione, quella del 2006, ha introdotto una sfumatura importante di cui nel decreto Brunetta però non vi è alcuna traccia. “Il medico – recita l’art. 24 del codice di deontologia medica – è tenuto a rilasciare al cittadino certificazioni relative al suo stato di salute che attestino dati clinici direttamente constatati e/o oggettivamente documentati”. «Di queste due congiunzioni, e/o – dice Rossi – introdotte su iniziativa tra l’altro proprio dell’Ordine di Milano, non s’è tenuto conto, stravolgendo il senso complessivo del dettame ordinistico». “Il medico – si legge poi nella seconda parte dell’articolo del codice menzionato – è tenuto alla massima diligenza, alla più attenta e corretta registrazione dei dati e alla formulazione di giudizi obiettivi e scientificamente corretti”. «Ma evidentemente il legislatore non s’è accontentato di questo: ha voluto dare un [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 6 giro di vite rendendo ancor più stringente la norma deontologica. Aspetti formali che comportano conseguenze sostanziali importanti per il medico, oltre che per il cittadino» commenta il vicepresidente dell’OMCeO di Milano. «Ritengo sia giusto punire i fannulloni – asserisce Rossi – così come i medici inadempienti, tuttavia sono convinto che sia invece ingiusto non prevedere una sorta di riabilitazione per chi sbaglia. La radiazione dall’Ordine – sottolinea Rossi – è la morte civile di un professionista, una pena dal carattere estremo e definitivo che, proprio in quanto tale, viene comminata raramente». Qual è dunque la proposta alternativa a quanto già stabilito dal decreto Brunetta? «Innanzitutto – dice il vicepresidente – una revisione delle norme disciplinari a carico del medico affinché ci possa essere piena potestà decisionale dell’Ordine. La radiazione dovrebbe essere l’atto ultimo, la pena da comminare a chi reitera l’illecito e non l’unica e automatica sanzione prevista per chi sbaglia». «Ciò che dispiace poi – aggiunge – è il modo in cui si è giunti a realizzare la INCHIESTA “ Il medico è tenuto alla massima diligenza, alla più attenta e corretta registrazione dei dati e alla formulazione di giudizi obiettivi e scientificamente corretti. ” norme: senza il minimo coinvolgimento degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri e, credo, della Federazione, l’organismo che avrebbe potuto spiegare le ragioni che oggi rischiano di rendere persino inapplicabili i dispositivi di legge introdotti. Come potremo verificare – si domanda infatti Rossi – la veridicità del racconto di un paziente che sostiene di essere stato a casa tutto il giorno per una forte emicrania e che si reca solo nel pomeriggio presso il nostro studio per farsi rilasciare il certificato medico da presentare al proprio datore di lavoro? Per non parlare di un’altra evenienza, rara, ma possibile: e se quello stesso paziente a cui noi abbiamo rilasciato un certificato di malattia sulla base di un’anamnesi credibile e probabile e dopo averlo visitato, in realtà, quello stesso giorno si fosse macchiato di un delitto? Cosa rischierebbe il medico? Casi limite, dirà forse qualcuno, ma pur sempre possibili». Che fare dunque? «La soluzione più semplice a questi problemi e che sosteniamo da tempo – dice vicepresidente dell’Ordine dei Medici – spiega Ricciardi – innanzitutto perché ha cancellato la possibilità di ricorrere al comitato dei garanti in Regione: una forma di tutela per il medico che ritiene di aver subito una sanzione ingiusta. Il decreto Brunetta, invece, proprio perché privo di qualsiasi contrappeso sindacale, comporta un grave rischio, quello di non Chirurghi ed degli Odontoiatri di Milano poter contrastare eventuali atti arbitrari – è l’autocertificazione per i primi giorni che in una qualsiasi organizzazione di malattia, come avviene già nella possono presentarsi». maggior parte dei Paesi al mondo, con Cosa auspica l’Associazione Sindacale qualche rara eccezione». Una soluzione Medici Dirigenti? «Ormai la legge è semplice che responsabilizzerebbe i entrata in vigore e non possiamo certo cittadini: al medico resterebbe l’onere sperare che ne venga promulgata di rilasciare certificati più importanti, un’altra – afferma Ricciardi – perlomeno per i quali è possibile raccogliere dati fin quando ci sarà Brunetta a anamnestici obiettivi, certi e oggettivi, capo del Ministero della Pubblica cosa non sempre praticabile, invece, per Amministrazione. Tuttavia, una cosa è quei disturbi che durano un giorno o ancora possibile: introdurre specifiche addirittura solo poche ore. norme di applicazione che tutelino il medico e gli riconoscano quella Sanzioni severe, senza peculiarità di cui nel decreto non contrappesi c’è traccia». Ma perché il legislatore Il Decreto Brunetta avrà un impatto non ha tenuto conto di quegli aspetti importante sulla vita professionale dei professionali legati anche al rapporto medici di medicina generale, ma anche su medico-paziente che rendono l’attività quella dei medici ospedalieri, seppur con del medico non sovrapponibile a quella alcune differenze, come spiega Giuseppe di un qualsiasi altro mestiere? «Perché, Ricciardi, vicepresidente nazionale di in fondo – dice Ricciardi – credo che il CIMO (Confederazione Italiana Medici ministro Brunetta ci ignori, forse anche Ospedalieri)-ASMD, l’Associazione in modo inconsapevole. Diversamente, Sindacale Medici Dirigenti a cui non non si spiegherebbe infatti perché dal sono piaciute affatto le norme disciplinari decreto siano state escluse la Polizia, le introdotte nel decreto legislativo 150. Forze Armate e alcune classi dirigenti, ma «È una legge che non condividiamo non i medici che, oltretutto, a differenza [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 7 INCHIESTA di qualsiasi altra categoria dirigenziale, è sottoposta a turni di lavoro festivi e notturni». Nonostante le critiche, anche per Ricciardi la legge Brunetta muove da un principio condivisibile, quello di ottimizzare le risorse e rendere più efficiente la pubblica amministrazione, tuttavia l’ha fatto cavalcando l’onda del malcontento e i luoghi più comuni, a discapito dei lavoratori onesti e soprattutto della classe medica coinvolta sotto molteplici aspetti nella norma. Cosa accadrà è difficile prevederlo, anche se le ricadute sui pazienti sono in parte immaginabili. Come si comporterà il medico di fronte a un soggetto che lamenta un dolore o un disagio di cui però non trova immediato riscontro oggettivo? Si rifiuterà di rilasciare il certificato o, com’è presumibile, sottoporrà il paziente a indagini diagnostiche superflue, ma utili a documentare e comprovare il bisogno di riposo del paziente? «È proprio questo il problema – conclude Ricciardi – la medicina difensiva troverà nuova linfa: il medico additato come incapace o connivente si metterà ai ripari. La campagna promossa da Brunetta alimenterà i luoghi comuni, come quello della malasanità: di fronte a pochi casi eclatanti ci si dimentica dei milioni di prestazioni sanitarie erogate con successo dalla grande maggioranza dei medici italiani». in provincia di Milano, ed esponente dello SNAMI – non contempla questo principio, sebbene invece una qualsiasi sanzione disciplinare dovrebbe sempre essere proporzionata al danno causato. Non è possibile pensare di radiare dall’Ordine un medico che ha rilasciato un certificato di malattia di due o tre giorni senza che ne sussistesse la necessità. Visto che, oltretutto – ricorda anche Graffagnino – di tali certificati di massimo tre giorni riguardanti indisposizioni e piccole patologie dovrebbero occuparsene direttamente i cittadini senza coinvolgere il medico. È una necessità che sosteniamo da sempre». Poi precisa: «in 36 anni di attività non ho mai rilasciato un certificato falso, sia chiaro, ma il problema in questione è un altro: innanzitutto che le norme sono state calate dall’alto senza alcun coinvolgimento degli Ordini e dei sindacati. Non perché i medici debbano godere di particolari privilegi, ma solo perché la loro è un’attività professionale dalle caratteristiche peculiari che se fosse stata oggetto di una giusta analisi avrebbe dato origine a una norma più sensata e aderente al contesto reale in cui opera il medico». «Come si dovrebbe comportare – si domanda l’esponente dello SNAMI – il medico nei confronti di un suo vecchio paziente con cui ha un rapporto di stima e fiducia reciproca che con voce roca al telefono gli domandasse un certificato di malattia? Pene commisurate al danno Queste sono cose che avvengono Il Decreto Brunetta non sembra tener abitualmente» dice con franchezza conto di uno dei principi di cui già un Graffagnino. «Nessun medico invece illustre milanese, Cesare Beccaria, nella – precisa – rilascerebbe un certificato seconda metà del ‘700 aveva disquisito nel di malattia per 30 o 40 giorni senza una suo celeberrimo Dei delitti e delle pene: la sufficiente documentazione sanitaria. proporzionalità della pena commisurata al Ma di tutto questo evidentemente la danno. «Il Decreto Brunetta – dice infatti legge Brunetta non ha voluto tener conto, Gioacchino Graffagnino, medico di ignorando anche la funzione di garanzia medicina generale a Peschiera Borromeo, che gli Ordini dei Medici svolgono da [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 8 sempre nei confronti dei cittadini e della collettività». «Purtroppo – denuncia Graffagnino – la polverizzazione dei sindacati ha ridotto il peso che i medici avevano un tempo nella società. Per di più, sono anni ormai che la Federazione degli Ordini non batte i pugni sul tavolo». Le conseguenze, fa capire l’esponente SNAMI, sono sotto gli occhi di tutti, alcune delle quali poi persino grottesche. «Il Decreto Brunetta – ricorda Graffagnino – dice che costituisce illecito disciplinare l’inosservanza degli obblighi di trasmissione telematica della certificazione medica all’INPS: un’incongruenza, visto che a Milano, per esempio, non è ancora attivo il sistema e i certificati sono ancora cartacei». Ma a parte questo dettaglio, Graffagnino sottolinea un altro aspetto di cui non si parla abbastanza. «Non dimentichiamoci – dice – che il medico di medicina generale è un libero professionista che in virtù di una convenzione esercita la propria attività per conto del SSN. Ogni compito aggiuntivo che gli si chiede, come quello dell’invio telematico della certificazione, dovrebbe trovare la giusta remunerazione, invece ciò puntualmente non accade, visto che le convenzioni vengono firmate solo ogni quattro anni». Anche per Graffagnino la speranza è che il Decreto Brunetta possa trovare in un regolamento attuativo regionale il giusto contrappeso. «Non si può punire così severamente, con la radiazione, un medico per avere sbagliato, magari in buona fede – dice – è necessario trovare sanzioni intermedie proporzionate al danno causato e all’eventuale reiterazione dell’illecito che qualora avvenisse dovrebbe comportare sì, nei casi più gravi, come peraltro già avviene, la radiazione dall’Ordine». INCHIESTA Una norma che mina l’alleanza terapeutica sanitarie». « Nonostante i problemi di cui è vittima – Anche Gianpiero Benetti, coordinatore ricorda Benetti – la sanità italiana è unica al mondo, un modello portato per esempio scientifico dell’Azienda Ospedaliera Giuseppe Ricciardi, per efficienza ed equità. Anche per questo di Melegnano, in provincia di Milano, vicepresidente vogliamo difendere il nostro Servizio è fortemente critico nei confronti del sanitario nazionale e non certo per noi, ma nazionale di CIMO Decreto Brunetta. «Lo sono – precisa ( Confederazione per i cittadini che ne beneficiano». – sia in quanto componente del Italiana Medici Rispetto alle norme sui procedimenti Consiglio dell’Ordine dei Medici, sia Ospedalieri) disciplinari, Benetti traccia una chiara in qualità di membro della segreteria linea di demarcazione tra quello che è nazionale di ANAAO-ASSOMED, un certificato palesemente falso e un l’Associazione Medici Dirigenti». Le certificato redatto sulla base di elementi perplessità riguardano innanzitutto sufficienti a renderlo un documento l’idea del legislatore che ha, per così dire, autentico, frutto di un atto medico. amalgamato la classe medica al settore Gianpiero «Nella pratica quotidiana – spiega – pubblico, senza alcuna distinzione, come Benetti, l’’atto medico non prevede se i dipendenti pubblici fossero tutti coordinatore necessariamente la visita del paziente. uguali, svolgessero le stesse mansioni, scientifico Se per esempio il medico non può nel medesimo contesto. dell’Azienda Ospedaliera recarsi al domicilio del malato e questi, «Ma non solo – aggiunge Benetti – di Melegnano influenzato, lo raggiunge nel suo studio, per di più, senza avere intavolato una trattativa con la Federazione degli Ordini, possono essere sufficienti i segni senza avere raccolto le nostre osservazioni influenzali del paziente e altri pochi dettagli per giustificare il rilascio del in merito alle ricadute che il decreto nel certificato di malattia, anche sulla base suo complesso e le sanzioni disciplinari di una conoscenza diretta del paziente. in particolare avrebbero potuto avere Se il medico iniziasse sistematicamente nel mondo medico e avranno se non a dubitare di quello che dice e riporta si introdurranno degli aggiustamenti. Gioacchino il proprio assistito, si sancirebbe la fine Le trattative aperte recentemente con i Graffagnino, di un rapporto che deve invece essere sindacati serviranno a inserire modalità medico di basato su alleanza terapeutica». Ma a applicative tali da correggere il tiro medicina generale parte i casi particolari, lascia intendere a Peschiera della norma». «Andrebbe innanzitutto Borromeo, Benetti, i medici, tranne poche eccezioni, precisato – dice Benetti – il contesto si sono sempre mostrati attenti alle regole in cui si opera: non vogliamo che i comportamentali. «Se così non fosse problemi organizzativi e la carenza di – dice – il malcontento che il Decreto risorse delle strutture in cui si lavora si Brunetta ha generato tra i medici si trasformino in una mannaia sulla testa sarebbe tradotto in una risposta molto dei medici. L’unico aspetto che dovrebbe pesante. Invece, tutto scorre come competere direttamente al medico è Roberto sempre. Vogliamo continuare a essere quello comportamentale per il quale, Carlo Rossi, medici e a coltivare il rapporto però, esistevano già gli strumenti per vicepresidente che ci lega ai nostri pazienti in modo controllarne il buon esito: gli Ordini, dell’Ordine dei chiaro e pulito, perché questo è un bene innanzitutto, gli uffici di pubblica Medici Chirurghi e che supera qualsiasi altra cosa, decreti tutela e gli organismi di controllo degli Odontoiatri inclusi». ■ di Milano. in seno agli ospedali e alle aziende [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 9 L’OPINIONE La rivoluzione Brunetta Enrico Pennasilico La radiazione del medico in caso di condanna definitiva per false attestazioni o certificazioni rilasciati a pubblici dipendenti ex art. 55 quinquies D.Lgs 27/10/2009 n. 150 l Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, nella prefazione a una pubblicazione contenente anche il testo del decreto 27/10/2009 n. 150 che porta il suo nome, sottolinea che «i pilastri su cui poggia la riforma sono la trasparenza, la valutazione e il merito». Ribadisce che la riforma è fatta per «premiare le persone serie e oneste e per eliminare il fenomeno dei fannulloni o dei nullafacenti», come li definisce il prof. Pietro Ichino. Con ogni evidenza, all’interno di questa ottica, si pone l’art. 55 quinquies intitolato “False attestazioni o certificazioni” che qui di seguito si trascrive: I 1. “fermo quanto previsto dal codice penale, il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione, che attesta falsamente la propria presenza in servizio mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustifica l’assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni e con la multa da € 400,00 ad € 1.600,00. La medesima pena si applica al medico e a chiunque altro concorre nella commissione del delitto; 2. nei casi di cui al comma 1, il lavoratore, ferme la responsabilità penale e disciplinare e le relative sanzioni, è obbligato a risarcire il danno patrimoniale pari al compenso corrisposto a titolo di retribuzione nei periodi per i quali sia accertata la mancata prestazione, nonché il danno all’immagine subiti dall’amministrazione; 3. la sentenza definitiva di condanna o di applicazione della pena per il delitto di cui al comma 1) comporta per il medico la sanzione disciplinare della radiazione dall’albo e altresì, se dipendente di una struttura sanitaria pubblica o se convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, il licenziamento per giusta causa o la decadenza dalla convenzione. Le medesime sanzioni disciplinari si applicano se il medico, in relazione all’assenza dal servizio, rilascia certificazioni che attestano dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati”. [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 10 Confermate le perplessità di natura tecnico giuridica sul nuovo delitto introdotto, osservo che il terzo comma della norma fa derivare dalla sentenza definitiva di condanna o di applicazione della pena per il delitto previsto dal primo comma della norma stessa, per il medico la sanzione disciplinare della radiazione dall’albo, nonché il licenziamento per giusta causa del medico se dipendente, o la decadenza della convenzione se convenzionato È previsto infine che le medesime sanzioni disciplinari si applichino se il medico, in relazione all’assenza dal servizio, rilascia certificazioni che attestano dati clinici non direttamente constatati, né oggettivamente documentati. Illegittimità costituzionale Se la norma sopra esaminata si interpreta come determinante la sanzione disciplinare della radiazione o la decadenza dalla convenzione o il licenziamento per giusta causa, come conseguenza automatica e indefettibile della pronuncia definitiva di condanna, e addirittura le medesime sanzioni in caso di L’OPINIONE rilascio di certificazioni attestanti dati clinici non direttamente contatati né oggettivamente documentati, è lecito dubitare della costituzionalità di siffatta norma. E valga il vero. e lo svolgimento del preventivo procedimento disciplinare (Cass. Sezioni Unite n. 9228 del 7 settembre 1999 ). Ma v’ha di più. La sentenza n. 40/1990 della Corte Costituzionale ha dichiarato la L’art. 42 del DPR 5/4/50 n.221 illegittimità costituzionale dell’art. Tale norma introdusse l’istituto 139 n. 2 della Legge 1672/13 n. 89 della radiazione di diritto dall’albo a – Ordinamento del notariato e seguito di condanna per determinati degli archivi notarili «nella parte reati gravi. Tale radiazione di diritto in cui prevede che il giudice penale era di competenza del Consiglio e inabiliti de iure, anziché sulla base veniva dichiarata senza la celebrazione di valutazioni discrezionali, il notaio di alcun procedimento disciplinare che sia stato condannato per alcuno come atto dovuto in conseguenza dei reati indicati nell’art. 5 n. 3 della della definitiva sentenza di condanna legge stessa con sentenza non ancora o in conseguenza di altri fatti quali passata in cosa giudicata, e ha altresì l’interdizione da pubblici uffici dichiarato l’illegittimità costituzionale perpetua o di durata superiore a tre dell’art. 142 ultimo comma, della legge anni, o l’interdizione dalla professione notarile predetta, nella parte in cui per una uguale durata. prevede che è destituito di diritto il Tale norma di contenuto notaio che ha riportato condanna per regolamentare e quindi non di uno dei reati indicati nell’art. 5 n. 3 fonte primaria, è stata riconosciuta della stessa legge, anziché riservare illegittima dalle Sezioni Unite della ogni provvedimento al procedimento Corte di Cassazione e, come tale, disciplinare camerale del Tribunale disapplicata sulla base del principio civile come per le altre cause generale dell’ordinamento che enunciate nello stesso art. 52. vieta l’irrogazione automatica di Ha inoltre dichiarato l’illegittimità siffatte sanzioni senza l’apertura costituzionale dei primi tre commi [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 11 dell’art. 158 della legge notarile e infine ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 146 della stessa legge nella parte in cui non prevede che l’azione disciplinare rimanga sospesa fino al passaggio in giudicato della sentenza quando per il fatto illecito sia promosso processo penale. Come può vedersi il Giudice delle leggi ha cassato dall’ordinamento giuridico una norma della legge del L’OPINIONE notariato che prevedeva l’automatismo della radiazione, senza preventivo esperimento del procedimento disciplinare, riaffermando così il principio della illegittimità della radiazione automatica di diritto. È assolutamente pacifico quindi che le norme che prevedevano o che dovessero prevedere, come quella che stiamo esaminando, una radiazione di diritto, pena capitale sanzionatoria applicata automaticamente senza un preventivo procedimento disciplinare, sono in conflitto con i principi costituzionali e in particolare con l’art. 3 della Costituzione. Ma v’ha di più. La sentenza 18 – 21 gennaio 1999 della Corte Costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art. 38 del D.P.R. 27/10/1953 n. 1068 – Ordinamento della professione di ragioniere e perito commerciale – nella parte in cui prevede la radiazione di diritto dall’albo dei ragionieri e periti commerciali che abbiano riportato condanne penali per i reati indicati nel secondo comma dello stesso articolo. In tale pronuncia, il Giudice delle leggi richiamava sia la sentenza n. 40 del 1990 che la sentenza n. 158 del 1990 relativa alla radiazione di diritto per i dottori commercialisti, sia la sentenza n. 971 del 1978, sempre della Corte Costituzionale, che aveva dichiarato la illegittimità costituzionale delle norme che disponevano la destituzione di diritto per i pubblici dipendenti. Richiamava inoltre la legge n. 19 del 1999 che aveva eliminato l’istituto della destituzione di diritto nel campo del pubblico impiego. Alla luce di tutto quanto sopra esposto pertanto confermo che non solo è lecito dubitare della costituzionalità della norma che stiamo esaminando, ma è lecito essere convinti della incostituzionalità della norma esaminata ove dovesse essere interpretata quale introducente una sanzione automatica che deve essere solo dichiarata senza preventivo svolgimento di un procedimento disciplinare. Ermeneutica della norma Effettivamente la norma sembra introdurre un assoluto automatismo tra la sentenza di condanna e la sanzione disciplinare. Il legislatore utilizza il verbo “comportare”: dice infatti che la sentenza definitiva comporta la sanzione disciplinare della radiazione. Poiché è pacifico che tale verbo significa “avere, provocare come conseguenza, implicare” il criterio ermeneutico letterale legittima la interpretazione della norma come introducente una ipotesi di radiazione automatica di diritto scaturente dalla sentenza di condanna senza necessità di un procedimento disciplinare, [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 12 radiazione quindi che deve essere dichiarata dal Consiglio dell’Ordine come atto dichiarativo dovuto. Se ciò è vero, come è vero, quindi è legittimo sostenere la illegittimità costituzionale di tale norma che sostanzialmente reintroduce la radiazione di diritto che era prevista dall’art. 42 del D.P.R. n. 574/50 n. 221, norma regolamentare riconosciuta illegittima, come sopra abbiamo visto, dalle Sezioni Unite della Cassazione. La norma potrebbe resistere al dubbio di incostituzionalità se dovesse essere interpretata nel senso che quel comportamento delittuoso potrebbe essere considerato come giusta causa di licenziamento o giusta causa per applicare la decadenza, sempre però che fosse possibile l’applicazione di tale sanzione capitale a seguito di un procedimento disciplinare che potrebbe concludersi anche con una L’OPINIONE diversa e minore sanzione. In altri termini ciò che la Corte Costituzionale ha insegnato è che non vi può essere un automatismo sanzionatorio come conseguenza di una sentenza penale di condanna per un determinato reato. L’Ordine, il datore di lavoro del sanitario pubblico dipendente o la struttura pubblica con il quale il medico è convenzionato, devono poter applicare discrezionalmente la sanzione senza essere obbligati da un automatismo riconosciuto illegittimo dal Giudice delle leggi. Non posso non sottolineare come tale norma desti anche vivissime perplessità per i seguenti motivi. Poiché la sentenza definitiva comporta la radiazione, il medico radiato automaticamente non può più essere dipendente di una struttura sanitaria pubblica perché non può più esercitare la professione medica in quanto l’iscrizione all’albo è condizione necessaria per poter esercitare la professione medica, e ugualmente il medico radiato non può più essere convenzionato perché non può più esercitare la professione medica. Se ciò è vero, come è vero, quindi è certamente lecito dubitare della costituzionalità e della ragionevolezza di tale norma perché la sentenza definitiva di condanna comporta la radiazione dall’albo e la radiazione dall’albo comporta la impossibilità della prosecuzione del rapporto sia di pubblico dipendente che di medico convenzionato venendo meno la possibilità di continuare a esercitare la professione medica una volta dichiarata la radiazione come conseguenza della sentenza di condanna, determinando così un devastante automatismo a cascata costituzionalmente illegittimo. Tanto premesso e ritenuto conclusivamente così rispondo al quesito sottoposto al mio esame. È lecito dubitare, se non con forza ritenere, che il terzo comma dell’art. 55 quinquies del D.Lgs 30/3/2001 n. 165 Testo Unico del pubblico impiego, siccome introdotto dal D.Lgs 27/10/2009 n. 150, sia costituzionalmente illegittimo nella parte in cui prevede che la sentenza definitiva di condanna o di applicazione pena per il delitto [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 13 previsto al comma 1 della stessa norma comporta per il medico la sanzione disciplinare della radiazione dall’albo e se dipendente di una struttura sanitaria pubblica il licenziamento per giusta causa e se convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale la decadenza dalla convenzione, giusto il consolidato insegnamento del Giudice delle leggi e delle Sezioni Unite della Cassazione. A maggior ragione è lecito dubitare, se non con forza ritenere, che l’ultimo comma dell’art. 55 quinquies sia costituzionalmente illegittimo laddove prevede l’applicazione automatica delle stesse sanzioni previste dal comma terzo, come sopra precisato, per il sanitario che abbia rilasciato certificazioni che attestano dati clinici non direttamente constatati, né oggettivamente documentati. Essendo evidente la eccezionale delicatezza della questione è positivo l’intervento della FNOMCeO che ha chiesto la costituzione di un tavolo tecnico con i Ministeri competenti, le organizzazioni sindacali mediche e le società scientifiche di riferimento, per cercare di evitare un immenso possibile contenzioso e per dare una tranquillità operativa a tutti i medici interessati, oggi soggetti a rischio di morte professionale per un certificato ritenuto falso o attestante dati clinici non direttamente constatati, né oggettivamente documentati. ■ L’INTERVISTA Pierluigi Altea Cambia la domanda di salute dell’infanzia Alberto Giovanni Ugazio, neo presidente SIP, spiega come dovrà essere l’offerta di cura e di assistenza di domani in campagna elettorale si erano detti pronti a un rinnovamento della nostra società scientifica, mostra la volontà di cambiamento che si respira all’interno della Società. I pediatri vogliono uscire da un momento di crisi e riproporsi per quello che sono da sempre: gli interpreti dei bisogni e delle necessità di salute del bambino nel senso più ampio che questo termine può assumere. La pediatria è sempre stata una disciplina molto attenta e sensibile al bambino nella sua interezza. Oggi la SIP deve farsi interprete di una pediatria nuova, ben diversa da quella del passato che purtroppo sopravvive ancora in ampi settori della nostra università degli ospedali e della pediatria di primo livello. la prima volta che il direttivo della Società Italiana di Pediatria (SIP), la società scientifica nata nel lontano 1898, si configura come una squadra vera e propria ancor prima dell’insediamento dei suoi membri. A presentarne la lista, che ha poi ottenuto un ampio consenso elettorale, è stato Alberto Giovanni Ugazio, 65 anni, novarese, da molti anni parte attiva della SIP e che lo scorso novembre ha assunto l’incarico di presidente, succedendo a Pasquale Di Pietro. È Professor Ugazio, un incarico che giunge dopo molti anni di militanza attiva all’interno della SIP. La sua sarà dunque una presidenza all’insegna della continuità, ma com’è prevedibile anche orientata alle sfide di domani… Sì, in effetti ho sempre partecipato attivamente alla vita della Società Italiana di Pediatria; una società scientifica che in questi ultimi anni ha risentito della crisi che la pediatria sta vivendo nel nostro Paese. L’ampio consenso che ciascun membro del consiglio direttivo ha avuto dall’elettorato dei soci e che [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 14 Negli ultimi decenni, com’è cambiata la domanda di salute nell’area pediatrica? È cambiata radicalmente. Basti pensare che nella prima metà del secolo scorso, fino agli anni ‘60 ma anche oltre, le principali cause di mortalità, per citare solo un indicatore significativo, utile a comprendere il problema, erano le malattie infettive: i bambini morivano per diarrea, sepsi e tubercolosi. Patologie, per così dire, semplici dal punto di vista assistenziale che la pediatria ha saputo debellare nel corso del Novecento. La mortalità infantile che L’INTERVISTA all’inizio del secolo scorso sfiorava infatti il 20% e che negli anni ‘50 era ancora al di sopra del 10%, oggi si attesta intorno al 4 per mille. Un autentico successo. Il problema sta nel fatto che l’esperienza accumulata dai pediatri in questi anni di pediatria “semplice” continua a caratterizzare anche oggi molte strutture ospedaliere e universitarie, oltre che l’attività di non pochi pediatri di famiglia, ma nel frattempo lo scenario è totalmente cambiato. Oggi sono gli incidenti stradali le principali cause di mortalità infantile (al secondo posto nei bambini al di sotto dei cinque anni e al primo per quelli al di sopra), essendo pressoché scomparse le altre cause legate alle malattie infettive. Anche l’AIDS, negli anni in cui mieteva moltissime vittime, non è mai salita tra le prime cinque cause di mortalità infantile. Oggi le altre cause di mortalità infantile si riferiscono invece a malattie genetiche, degenerative, in altre parole a malattie complesse, come lo sono d’altronde anche i politraumatismi e per le quali è richiesto l’intervento di un’equipe di specialisti. Le cardiopatie congenite, la fibrosi cistica e il diabete che un tempo portavano i bambini alla morte, oggi, pur non essendo sconfitte, si sono trasformate in malattie croniche con cui i pazienti devono convivere per tutta la vita. Ma purtroppo la gestione del malato cronico è molto più complessa di quella di un paziente affetto da un evento acuto. Quindi, a suo avviso, ci sarebbe la necessità di ripensare ai rapporti tra università, ospedale e territorio? Sì, è proprio questo il problema. Dovremmo partire dall’Università. Oggi abbiamo troppe sedi universitarie piccole, anche con 20 posti letto soltanto e con poche migliaia di prestazioni l’anno in DH e in ambulatorio. Come possiamo pensare di formare pediatri in grado di affrontare le malattie complesse in strutture così limitate? La SIP, sotto la guida del mio predecessore, Pasquale Di Pietro, ha svolto un importante lavoro di censimento: nel nostro Paese il 70% delle pediatrie conta solo quattro assistenti, un numero troppo modesto, appena sufficiente a coprire i turni di guardia. In questo modo non si può fare pediatria complessa, si replica soltanto l’attività dei pediatri [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 15 di famiglia. L’ospedale sotto casa è una demagogia controproducente per la salute del bambino. C’è invece la necessità di reparti pediatrici di grandi dimensioni in grado di offrire la giusta assistenza ai bambini che necessitano davvero di un ricovero. Solo un’equipe multidisciplinare integrata è in grado di affrontare la diagnosi e la terapia di una malattia complessa. Proprio in questa direzione, nel 2006 l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha dato vita a un progetto pionieristico in Italia: l’organizzazione per intensità di cure dei ricoveri pediatrici ordinari. Con quali risultati? La nostra era ed è una realtà privilegiata, già molto evoluta: il Bambino Gesù di Roma è il più grande ospedale pediatrico d’Europa che ospita al proprio interno tutte le specialità mediche e chirurgiche. Abbiamo applicato il modello di assistenza per intensità di cura: tutti i 144 posti letto del Dipartimento sono a disposizione di tutte le Unità L’INTERVISTA IL PERSONAGGIO Alberto Giovanni Ugazio, nato a Novara nel 1944, ha frequentato a Pavia la facoltà di Medicina e Chirurgia come alunno del Collegio Borromeo per poi conseguire la laurea nel 1969. Ottenuto il titolo accademico, ha iniziato a frequentare la Clinica Pediatrica di Pavia come allievo del Prof. G. R. Burgio, prima come Assistente Ospedaliero, poi come Assegnista ministeriale, specializzandosi nel frattempo in Pediatria e in seguito in Immunologia e Allergologia Clinica presso l’Università di Firenze, sotto la direzione del professor Ricci, in Italia uno dei pionieri dell’immunologia clinica. Dal 1978 al 1980 è stato Ricercatore della European Molecular Biology Organization (EMBO) presso l’Institute of Clinical and Experimental Immunology di Amsterdam. Rientrato in Italia, è divenuto Professore Ordinario di Pediatria presso l’Università di Pavia. Nel 1984 ha fondato la Clinica Pediatrica e la Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università degli Studi di Brescia che ha diretto, insieme al dipartimento di pediatria dell’ospedale dei Bambini della stessa città, fino al 2000. Da allora è direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Ugazio ha dedicato le sue ricerche alla immuno-ematologia e alla allergologia pediatrica con particolare riferimento al trapianto di midollo osseo, alle basi molecolari e alla terapia molecolare e genica delle immunodeficienze primitive. Con il professor Burgio, ha contribuito a identificare e caratterizzare i deficit immunitari dei bambini con Sindrome di Down, a caratterizzare il sistema immunitario del neonato e a identificare le tappe di sviluppo della immunità secretoria nel bambino. Ha poi coordinato a Brescia l’équipe che ha identificato i genimalattia della Immunodeficienza con iper-IgM X-recessiva e di una variante di Immunodeficienza con iper-IgM autosomico-recessiva, della SCID T-B+ autosomico-recessiva e della sindrome di Omenn e che ha pubblicato, simultaneamente all’équipe dell’NIH, i risultati delle prime applicazioni cliniche della terapia genica all’uomo. La stessa equipe che nel 1996 ha portato a termine con successo il primo trapianto in utero di cellule staminali ematopoietiche in un feto affetto da deficit primitivo dell’immunità. Attualmente prosegue le sue ricerche in collaborazione con i Laboratori di Immunologia dell’Ospedale Bambino Gesù diretti dalla Dott.ssa Rita Carsetti. Nel 1999 la Georgetown University di Washington gli ha conferito la R. T. Scanlon Memorial Lectureship “For outstanding contributions to the field of allergy and clinical immunology”. Autore di oltre cinquecento pubblicazioni su riviste internazionali e di numerosi volumi in ambito pediatrico, dallo scorso novembre è Presidente della Società Italiana di Pediatria. Operative. Siamo stati i primi in Italia a farlo, seguiti poi dall’ospedale Meyer di Firenze e dal Burlo Garofolo di Trieste. Abbiamo integrato l’attività di 12 Unità Operative Complesse, 5 Unità Operative Semplici e 5 Alte Specializzazioni. I ricoveri sono distribuiti ai vari piani del Padiglione per livello di intensità di cure, a partire da una terapia semintensiva a piano terra. Sono le equipe specialistiche che, interagendo tra loro, si recano al letto del malato. In altre parole, facendo cadere gli steccati tra le specialità, con tutti i vantaggi che ne derivano, abbiamo attuato l’interazione e l’integrazione tra le specialità: i due elementi che caratterizzano la medicina contemporanea. Un modo di concepire le cure molto efficace che ha senza dubbio ricadute positive anche nel rapporto medicopaziente che in pediatria è mediato e reso ancor più complesso dalle relazioni con i genitori dei bambini malati. In che modo si dovrebbero sviluppare questi delicati rapporti? In realtà così complesse, la responsabilità delle cure non è mai individuale, ma è in capo al team specialistico; tuttavia già nella nostra sperimentazione abbiamo introdotto la figura del case manager: è un pediatra generalista che traccia il percorso diagnostico e terapeutico del malato. È affidato a lui il compito di curare i rapporti con i genitori, ma anche di seguire il bambino nella sua [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 16 interezza: un aspetto questo ancora poco considerato. A dimostrazione di questo, basti considerare i dati di ICONA 2008 dell’Istituto Superiore di Sanità: meno del 10% dei bambini a rischio, perché affetti da una patologia cronica, viene vaccinato contro l’influenza stagionale che causa ogni anno 5-8 mila morti, tra cui molti bambini. La ragione sta nel fatto che lo specialista non sempre conosce le problematiche vaccinali: il pediatra generalista è l’unico in grado di dialogare con la famiglia e considerare i bisogni complessivi del bambino. In tutto questo, che ruolo ha il pediatra di famiglia? Ha un compito estremamente L’INTERVISTA importante, anche e soprattutto nella gestione delle malattie croniche. Se vogliamo davvero umanizzare gli ospedali, dobbiamo anzitutto evitare ricoveri impropri e in questo il pediatra di famiglia si sta adoperando con grande dedizione. Il modello italiano di pediatria che prevede appunto il pediatra di famiglia e che ha solo due corrispettivi nel mondo, in Spagna e negli Stati Uniti, seppur all’intero di sistemai sanitari assai differenti, ha raccolto consensi bipartisan anche negli USA, proprio quando si ha avuto notizia delle grandi difficoltà che sta incontrando la riforma sanitaria voluta dal presidente Obama. L’American Academy of Pediatrics con un’operazione di lobby decisa e spregiudicata è riuscita a ottenere un appoggio sia dai democratici, sia dai repubblicani che voteranno affinché tutti i bambini americani abbiano assistenza gratuita. L’idea protestante che ciascuno debba essere responsabile di se stesso non sarà dunque applicata ai bambini che in quanto tali non hanno evidentemente la possibilità di scegliere. È una vittoria importante. ulteriormente il sistema, a mio avviso, non dovremmo tanto aumentare il numero dei pediatri, ma far sì che il pediatra sia messo in condizioni di assolvere personalmente alle proprie funzioni professionalmente non delegabili. Dunque, per il futuro, è ipotizzabile che il pediatra di famiglia, così come già sta avvenendo negli Stati Uniti, coordini un’equipe di infermieri, di psicologi, di assistenti sociali e di altre figure sanitarie, coprendo un bacino di utenza più ampio. I problemi dell’allattamento al seno, per esempio, possono essere affrontati molto bene da un infermiere specializzato. Quindi al pediatra di famiglia competerebbero solo le questioni centrali, le problematiche di natura più strettamente medica… Certo, d’altronde quello attuale è un modello a cui molti sistemi sanitari si sono ispirati, ma che oggi necessita di una riorganizzazione. I problemi che interessano la sanità nel suo complesso, in pediatria sono ancor più evidenti, quasi esemplificativi di un sistema che andrebbe ripensato… Sì, sono in qualche modo esasperati. Nel nostro Paese, invece, sono sufficienti i pediatri di famiglia a coprire Per non parlare anche di un altro aspetto: la necessità di ridistribuire le il fabbisogno di cura e di assistenza? competenze cliniche. I bambini con È un problema che si sta dibattendo. malattie croniche, divenuti adulti, Tuttavia, non dimentichiamo un spesso continuano a rivolgersi al dato: l’Italia è il Paese con il maggior pediatra che non sempre possiede numero di pediatri per numero di le competenze necessarie per abitanti. Escludendo le aree montane risolvere i problemi di salute particolarmente isolate dove non dell’adulto. D’altro canto, il medico sempre è disponibile il medico di dell’adulto non è abituato a vedere medicina generale o il pediatra di pazienti affetti da fibrosi cistica o famiglia, in generale mi sembra da altre malattie croniche che un che la situazione sia abbastanza tempo non sopravvivevano alla soddisfacente. Per migliorare [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 17 patologia oltre l’età pediatrica. E il multiculturalismo, invece, è un problema in Italia? È un problema molto importante, non tanto nei suoi aspetti linguistici, tutto sommato facilmente superabili, ma in quelli più propriamente culturali. Quante volte accade di diagnosticare un diabete in un bambino la cui famiglia proviene da regioni rurali dell’Asia o dell’Africa e accorgersi che quello che noi consideriamo normale medicina viene da loro vissuto come accanimento terapeutico, con le conseguenze che questo può drammaticamente comportare… Per affrontare queste situazioni dovremmo riuscire a entrare nelle culture altrui, così lontane dalla nostra. È un lavoro difficile che richiede una formazione specifica di cui anche l’Università dovrebbe farsi carico. Per concludere, qual è lo scenario all’interno del quale opereranno domani i giovani pediatri? Oggi, chi ha la fortuna di entrare nel mondo pediatrico vivrà una grande rivoluzione, il passaggio dalla pediatria classica delle malattie semplici a quella delle malattie complesse. Il passaggio da una prevenzione delle malattie del bambino alla prevenzione in età pediatrica delle malattie dell’adulto. Una trasformazione affascinante che non coinvolgerà solo gli aspetti medici e tecnologici, ma anche quelli sociali, culturali e interpersonali. La pediatria ha bisogno di giovani che si facciano promotori di questi importanti cambiamenti che interesseranno dapprima i Paesi industrializzati e speriamo presto anche quelli in via di sviluppo. ■ ATTUALITÀ Maria Cristina Parravicini Farmacovigilanza in pediatria In Lombardia si sta affermando l’interesse per la segnalazione spontanea organizzata delle reazioni avverse. Nascono così appositi programmi di raccolta delle ADR nei bambini Mauro Venegoni, già direttore dell’Ufficio Farmacovigilanza dell’Aifa e attualmente al Centro di Farmacovigilanza della Regione Lombardia, specifica che «complessivamente, le reazioni avverse segnalate nei bambini sono poche rispetto ai farmaci che vengono utilizzati in età pediatrica; l’uso dei farmaci in generale aumenta molto nell’età avanzata, ma ha anche un picco nei primi tre anni di età. In questi anni la segnalazione delle reazioni avverse da farmaci ADR in Italia è aumentata grazie all’attività di stimolo che è stata fatta a livello nazionale e regionale, soprattutto in Lombardia, con una crescita delle segnalazioni nell’ordine di due volte e mezzo rispetto a quelle che erano tre anni fa. Questa maggiore sensibilità non ha però fino a ora coinvolto la pediatria tanto che, recentemente, sono sorte una serie di iniziative (oltre a quella lanciata dall’Azienda ospedaliera L. Sacco), come il progetto gestito dal Ministero della Salute con il coinvolgimento di numerosi ospedali pediatrici (Torino, Genova, Padova, Napoli, Firenze e Roma), per raccogliere le segnalazioni che arrivano nei pronto soccorso e sensibilizzare di conseguenza i pediatri». «Quello che colpisce – sottolinea È [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 18 Venegoni – è che non solo ci sono poche segnalazioni sui bambini, ma che in generale queste segnalazioni non vengono dai pediatri ma dai pronto soccorso e dai medici e infermieri dei centri di prevenzione vaccinale. La mancanza di segnalazioni da parte dei pediatri viene spiegata, in parte, come un problema di ordine “medico-legale”, nel senso che molti dei farmaci che i pediatri sono costretti a usare nei bambini non hanno l’indicazione pediatrica, perché mancano gli studi sulla popolazione pediatrica (fatto questo a cui si sta cercando di ovviare a livello europeo prolungando la brevettabilità del farmaco nel caso in cui l’azienda attui studi pediatrici). Una delle possibili spiegazioni quindi è che il pediatra che ha trattato il bambino con un farmaco privo di indicazioni pediatriche, in seguito a reazione avversa, abbia paura di procedere alla segnalazione per non essere perseguito; nella realtà tutto ciò non si verifica anche perché la segnalazione è anonima, nel senso che le informazioni sul paziente non sono sufficienti a identificarlo. Personalmente ritengo che le ragioni alla base dello scarso numero di segnalazioni siano molto banali: i medici, oberati da molte incombenze, devono scegliere delle priorità e, fintantoché non comprenderanno ATTUALITÀ che la farmacovigilanza fa parte del corredo dell’attività di diagnosi e cura proprie del medico, continueranno a considerarla solo un’attività burocratica e a lasciarla per ultima». «Negli ospedali e nelle ASL – prosegue Venegoni – quando si è riusciti a sensibilizzare i medici che hanno capito che la farmacovigilanza è una parte importante dell’attività diagnostica e che il comunicare agli altri questo tipo d’informazioni migliora la sicurezza dei farmaci, e quindi quella dei pazienti, allora i medici hanno preso a segnalare. In Lombardia si è lavorato molto sugli ospedali tanto che la nostra Regione che rappresenta il 20% della popolazione italiana, segnala il 40% delle ADR totali; va tenuto conto che, quando abbiamo iniziato a occuparci del problema – nel 1995 – avevamo 300 segnalazioni per anno contro le 5.000 attuali. Il lavoro iniziato nel ‘95 con gli ospedali e la medicina generale, per quanto riguarda la pediatria, sta partendo adesso: abbiamo un certo numero di segnalazioni, ma non abbiamo lo stesso rapporto che abbiamo per la popolazione adulta. Per migliorare questa situazione, con i fondi che vengono annualmente stanziati per la farmacovigilanza, noi pensiamo, anche in base a quanto già deciso dall’Aifa, di puntare per i prossimi anni oltre che ai pazienti ricoverati nelle strutture per anziani, anche alla segnalazione in pediatria per migliorare le informazioni di sicurezza dei farmaci nei bambini. Da qui il coinvolgimento dei pediatri di libera scelta, perché capiscano l’importanza non burocratica, ma clinica e semeiotica di questa attività e contribuiscano al raggiungimento di un numero congruo di segnalazioni. L’idea è quella di lavorare, per esempio con le ASL, e di avviare dei progetti con i pediatri di libera scelta. L’importante è che le iniziative non appaiano solo burocratiche, ma che permettano ai medici di avere anche un’informazione di ritorno: in primo luogo su quello che hanno segnalato, poi sulle novità e le informazioni che riguardano i farmaci usati in pediatria ecc, così da avere un flusso bidirezionale che stimoli i medici a partecipare». «Il programma generale di farmacovigilanza – specifica Venegoni – comprende ovviamente la sensibilizzazione anche dei farmacisti sulla sicurezza dei farmaci [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 19 in sintonia con le iniziative prese dall’Ordine dei Farmacisti di Milano; per esempio, quando sono state prese delle misure per i decongestionanti nasali, sono state fatte dall’Aifa delle lettere apposta per i farmacisti (dear pharmacist lecter). Ultimamente il Centro antiveleni di Milano ha segnalato che, in coincidenza con il picco dell’influenza, è stato visto un numero elevato di errori di somministrazione soprattutto di paracetamolo. Questo si è verificato in parte perché il foglietto illustrativo non era abbastanza chiaro e, in parte, per errori ponderali legati alla difficoltà di valutare la giusta dose in rapporto al peso dei bambini, tanto che è stata apportata una modifica ai foglietti illustrativi dei prodotti che contengono paracetamolo e sono state modificate le tabelle per renderle più chiare e per diminuire il rischio di sovradosaggio. Proprio in questi giorni, parte una lettera per informare i medici di queste variazioni. Ed è certamente importante far avere queste informazioni alla popolazione ATTUALITÀ anche tramite i farmacisti». Conclude Alma Lisa Rivolta, responsabile regionale di farmacovigilanza, ricordando che «al progetto MEAP (Monitoraggio degli Eventi Avversi in Pediatria) finanziato dalla Regione Lombardia e coordinato dall’Ospedale Sacco, dopo la giornata che abbiamo dedicato a «La farmacovigilanza in pediatria» abbiamo avuto una serie di adesioni spontanee da parte di pediatri di libera scelta, quindi pediatri del territorio e questo oltre che a essere importante, sta a significare che se parliamo del problema e lo divulghiamo, viene compreso dal pediatra che non ha mai pensato alla farmacovigilanza. Si tratta di un risultato confortante che ci insegna, ancora una volta, come un’attività d’informazione, oltre che di formazione in questo settore, sia importante perché consente di diffondere maggiormente la cultura della farmacovigilanza. In futuro cercheremo sicuramente di aumentare l’ attenzione nei confronti di queste fasce di popolazione che rappresentano una criticità per la sicurezza d’uso dei farmaci e per le quali la Regione Lombardia intende promuovere un sempre maggiore impegno in termini di vigilanza sull’uso sicuro e corretto dei farmaci». Farmacovigilanza e corretta prescrizione in età pediatrica: una scommessa Come ribadisce Emilio Clementi, Farmacologo dell’Università di Milano e Direttore dell’Unità Operativa di Farmacologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera Ospedale L. Sacco di Milano, «quello della farmacovigilanza è un problema piuttosto serio in quanto viene vissuto spesso dai medici come un evento un po’ burocratico, senza rilevanti ricadute terapeutiche, da svolgere su richiesta del Ministero, che obbliga a segnalare le reazione avverse da farmaci (ADR). In realtà la farmacovigilanza è una disciplina di alto valore scientifico che affronta problematiche e offre soluzioni importanti per la salute pubblica che vale la pena di esaminare e approfondire. Innanzitutto, è importante chiarire che mantenere gli attuali alti livelli di qualità del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), il 2° o il 4° nel mondo – a seconda delle classifiche – è costoso, per cui tutto ciò che migliora la prescrizione e migliora il rapporto qualità/beneficio/prezzo è il benvenuto; da questo punto di vista la farmacovigilanza è fondamentale perché il conoscere l’andamento e i meccanismi d’azione delle ADR aiuta a fare una mappa del rapporto farmaco/popolazione/patologia e, conseguentemente, può contribuire a un risparmio effettivo nei costi del SSN, senza che questo influisca in modo negativo sui benefici. Questo aspetto è in linea con gli obiettivi primari del piano Socio Sanitario Regionale della Lombardia e del SSN. Se quanto detto è importante in generale, lo diventa ancor di più se consideriamo le terapie in età pediatrica; qui il ruolo della farmacovigilanza è davvero essenziale. La nostra conoscenza dei farmaci per uso pediatrico è veramente molto limitata a causa della relativa paucità di studi clinici sul bambino. Se per l’adulto sappiamo come il farmaco viene assorbito, metabolizzato, escreto e come raggiunge una certa biodisponibilità, non abbiamo [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 20 molte informazioni dirette sulla farmacocinetica e farmacodinamica dei principi attivi quando utilizzati nel bambino. Il bambino non è un piccolo adulto, la sua capacità di assorbire, metabolizzare, distribuire ed espellere i farmaci è diversa da quella degli adulti, si modifica nel tempo e non è predittibile sulla base delle informazioni ricavate nell’adulto. Stabilire il dosaggio come attualmente viene fatto sulla base del peso, del volume e/o della superficie corporea è un’approssimazione che funziona in generale, ma non è accurata. Il Regolamento europeo del 2007 ha dato delle direttive molto precise per incentivare gli studi clinici di fase I nel bambino, che permetteranno di comprendere i parametri farmacocinetici, ma siamo ancora in una fase iniziale. Inoltre, i futuri trial verranno effettuati su principi attivi nuovi, mentre è verosimile che i farmaci in commercio continueranno a essere utilizzati senza ulteriori studi specifici sul bambino. Da quanto suddetto si comprende come la farmacovigilanza assuma un ruolo centrale per il miglioramento del rapporto beneficio rischio nel paziente pediatrico. Solo se si creerà una rete efficiente di farmacovigilanza in età pediatrica si riuscirà a capire se la risposta di un farmaco, in termini di frequenza, meccanismi d’azione delle ADR, luogo, tipo di patologia, è simile a quello dell’adulto o diversa. Si potranno così identificare quei farmaci che da un punto di vista della safety e/o dell’efficacia hanno qualcosa di diverso nel bambino rispetto all’adulto, e quindi studiarli in modo mirato, senza dover ri-testare tutti i farmaci sul bambino». ATTUALITÀ Il progetto MEAP (Monitoraggio degli Eventi Avversi in Pediatria) «Le UO di Farmacologia Clinica e Pediatria dell’AO Sacco – prosegue Clementi – hanno deciso di affrontare con forza il problema della corretta prescrizione in età pediatrica, ideando un progetto che ha come finalità quella di incentivare la segnalazione spontanea da parte dei medici pediatri afferenti al progetto, valutare la comparsa di ADR in età pediatrica e il loro impatto su salute e qualità della vita dei pazienti. Il progetto ha come scopo importante anche l’incentivare un progressivo coinvolgimento di medici pediatri «segnalatori» in una rete permanente di farmacovigilanza pediatrica con rapida messa a disposizione (tramite e-mail) dei risultati del sistema. Ai medici coinvolti verranno messi a disposizione report mensili sull’andamento del progetto e spunti di educazione continua sulla sicurezza dei farmaci e sui benefici che il sistema di segnalazione spontanea può apportare alla comunità sia in termini di riduzione del rischio per i pazienti sia in termini di risparmio delle risorse per la cura delle ADR. Un aspetto importante e innovativo del nostro progetto, sempre nell’ottica del miglioramento della qualità della segnalazione, è la costruzione della prima scheda informatizzata di segnalazione. Un problema serio per i pediatri di libera scelta è la mancanza di tempo e quindi la difficoltà alla compilazione delle informazioni sulle schede attuali di segnalazione di ADR. Per questa ragione abbiamo creato la scheda informatizzata che permetterà di immettere i dati in un tempo molto ridotto, rendendo molto più semplice veloce e preciso per il pediatra segnalare, e per noi analizzare i dati. Il progetto che coordiniamo è stato reso possibile grazie al finanziamento da parte della Regione Lombardia e unisce la realtà ospedaliera e quella territoriale (al progetto Regionale MEAP fanno capo 7 Aziende Ospedaliere, 2 IRCCS e 2 ASL, dislocati nel territorio lombardo); questo è molto importante perché le tipologie di paziente che si rivolgono all’ospedale o al pediatra del territorio hanno problemi di patologia, e quindi di terapia molto diversi. Il coinvolgimento nel progetto di 2 IRCCS della Lombardia (IRCCS E. Medea di Bosisio Parini e Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) risponde anch’esso alla logica di raggiungere e includere nello studio tutte le tipologie di paziente pediatrico: una grossa fetta [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 21 delle malattie genetiche infatti, si manifesta nell’infanzia e si tratta di malattie difficilmente curabili con un approccio che non sia nell’ambito della riabilitazione, tanto che questi pazienti non vengono seguiti dal pediatra di base ma in centri specializzati in riabilitazione tra cui gli IRCCS. Per questo motivo nel nostro progetto, oltre all’ospedale generalista e al pediatra di libera scelta, abbiamo inserito questi due IRCCS “pediatrici” della Lombardia. Ci terrei a dire che la creazione di un sistema che metta a disposizione rapidamente i risultati è una novità fondamentale perché il lavoro della farmacovigilanza è doppio: da un lato c’è l’informazione e la formazione del pediatra; dall’altro il feedback che viene dato al medico ha come risultato che il pediatra, incentivato a segnalare, segnala con più appropriatezza, permettendoci di avere le informazioni utili per capire se il farmaco è adatto, se ci sono ipotesi di sovradosaggio, di sottodosaggio o se ci sono delle ADR significative. Tutto questo è fattibile se oltre alla reazione avversa abbiamo dei dati precisi sul paziente in cui la reazione avversa si è verificata». «Per dare l’idea dei risultati fin qui conseguiti – conclude Emilio Clementi – vale la pena esaminare qualche numero: attualmente in Lombardia abbiamo ricevuto 100 segnalazioni, mentre per tutto il territorio nazionale nel corso del 2008 ce ne sono state 245 da parte dei pediatri di libera scelta. Questo dà l’idea della forza di un progetto mirato di farmacovigilanza e insieme delle sue potenzialità scientifiche in termini di analisi compiuta del problema della corretta prescrizione in età pediatrica». ■ ATTUALITÀ Maria Cristina Parravicini Il tempo della maternità e il tempo del lavoro Una proposta all’Agenzia delle Entrate dal Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Milano. Il commento dell’avvocato Luciana Tullia Bertoli Luciana Tullia Bertoli, avvocato patrocinante in Cassazione del Foro di Milano o scorso 12 dicembre, nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano, si sono svolti i lavori del convegno “Studi di settore e maternità”, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Milano, a cui ha presenziato Luigi Magistro, Direttore Centrale della Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Nel corso della sua relazione, l’avvocato Paolo Giuggioli, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano, ha L chiesto all’Agenzia delle Entrate – nella persona di Luigi Magistro – di accogliere l’interpretazione della normativa che considera le professioniste con figli da zero a tre anni esonerate dagli studi di settore. «Il tempo della maternità – commenta in proposito Luciana Tullia Bertoli, avvocato patrocinante in Cassazione del Foro di Milano – si scontra con il tempo del lavoro: sono due tempi diversi, percepiti in diverso modo. Questa attenzione alla percezione del trascorrere del tempo, condizionata dall’attività nella quale siamo immersi, è nell’aria, è un tema attuale e va a toccare svariati campi di azione umana. Se per esempio sono solo in un determinato tipo di tempo – tempo del lavoro – riesco ad avere dei ritmi armonici; se contemporaneamente vivo in due tipi di tempo, il tempo del lavoro e quello della maternità, lo scontro è inevitabile. Ed è questo uno dei temi che abbiamo incominciato ad affrontare nel Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Milano». «Uno degli elementi conseguenti a questo scontro del tempo – prosegue [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 22 l’avv. Bertoli – è proprio l’elemento fiscale. Tutti i lavoratori autonomi sono soggetti agli studi di settore e, poiché i medici possono essere a loro volta lavoratori autonomi, sono di conseguenza soggetti agli studi di settore e questo come norma generale. Gli studi di settore sono un insieme di coefficienti che vengono applicati agli elementi dichiarati dal contribuente e, da questa applicazione, scaturisce un reddito presunto. Il software che mette insieme gli elementi dichiarati con i coefficienti si chiama Gerico. La norma generale quindi recita che tutti i medici liberi professionisti sono soggetti agli studi di settore ma, come sempre, in presenza di una norma generale, esistono delle eccezioni ascrivibili al fatto che i cittadini italiani vivono una serie infinita di fattispecie, ragione per cui il legislatore prevede comunque nella normativa delle eccezioni. In questo senso, è da evidenziare l’eccezione dei contribuenti minimi: si tratta di quei contribuenti – medici inclusi – che non superando in un anno corrispettivi pari a 30mila euro ATTUALITÀ e utilizzando beni strumentali di minimo valore, possono usufruire del meccanismo dei contribuenti minimi e, in questo caso, non sono soggetti agli studi di settore. Questo va detto in modo da sgomberare il campo, nel senso che stiamo parlando di donne medico giovani, con figli da zero a tre anni, cioè nella prima fase della loro vita professionale, e che facilmente guadagneranno meno di 30mila euro e, proprio per questo, possono avvalersi di questa norma eccezionale. Diversamente, se non rientrano in questa categoria dei contribuenti minimi, sono soggette agli studi settore». Studi di settore e libera professione: possibilità di esonero L’avv. Bertoli prosegue precisando che: «Gli studi di settore sono, da un punto di vista giuridico, una presunzione in quanto il Ministero delle Finanze presume che, dati quegli elementi, si debba avere un determinato reddito. Quindi se si hanno determinati elementi, si usano cioè determinati strumenti – i beni strumentali giocano molto nella determinazione del reddito presunto – oppure se si lavora determinate ore nell’arco di una settimana, si presume che il soggetto debba guadagnare [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 23 non meno dell’importo calcolato con gli studi di settore. Questa presunzione si può sconfiggere con una prova contraria: io posso dimostrare, con documenti, che ho guadagnato di meno. Tuttavia, i documenti sono validi se provenienti da una volontà esterna alla mia, quale il mio medico curante, il pediatra, una lettera dell’ente al quale presto la mia attività che mi comunica una riduzione di ore di lavoro: cito queste ipotesi a titolo di esempio. Solo con una simile documentazione posso provare la congruità del mio reddito in relazione all’attività svolta e dimostrare che non sono stata ATTUALITÀ IL FUTURO È DEI MEDICI DONNA, MA LA MATERNITÀ RESTA UN LIMITE La Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Medici di Milano prosegue il lavoro impostato nei mandati precedenti. Da anni, nel SSN la presenza femminile è in costante aumento: 33% sono ora le donne medico in italia (più del 50% però sotto i 45 anni e addirittura i 2/3 al di sotto dei 35. Le colleghe laureate nel 2007 sono state il 65,2% e all’Università Statale di Milano le studentesse di Medicina sono il 73%) e il sorpasso sulla popolazione medica globale è previsto per il 2020. Ma è sempre soltanto una donna su 10 a occupare un posto di dirigente medico di struttura sanitaria complesso o di manager di azienda sanitaria. La difficoltà di conciliare i tempi di lavoro con quelli della vita familiare è uno dei principali ostacoli al raggiungimento di un soddisfacente equilibrio tra i due ruoli. Il duplice impegno condiziona poi spesso le scelte lavorative (e a volte tali scelte sono dei ripieghi, molto pesanti e assai poco gratificanti). Le donne, oltre che nella medicina territoriale, sono infatti molte nelle pediatrie, nelle neuropsichiatrie e nelle specialità che hanno a che fare con il laboratorio e la ricerca (guarda caso le specialità che non richiedono frequenti variazioni di orario). Sono ancora poche invece le professioniste impegnate nelle specialità chirurgiche, in particolare urologia, neurochirurgia, cardiochirurgia e ortopedia. Ed in una visione globale del SSN il problema non riguarda solamente le donne medico, ma il futuro stesso della sanità così come concepita attualmente: se si pensa infatti che entro 15 anni quasi 200mila colleghi andranno in pensione, sarà inevitabile la carenza di medici in alcune specialità chirurgiche, con tutte le ripercussioni immaginabili. Ancora, come già osservato nelle Commissioni Pari Opportunità che ci hanno preceduto, i grossi problemi riguardano il periodo della maternità, il rischio della dequalificazione e della perdita di competitività e le conseguenti difficoltà nel mantenere competenze e posizioni conquistate prima della gravidanza. Noi continuiamo a essere convinte che molto del lavoro da fare stia proprio nel difendere e valorizzare le differenze di genere, mostrando attenzione ai ruoli peculiari del nostro essere donna. Nel difficile percorso volto a individuare possibili soluzioni al problema, abbiamo cercato la collaborazione con altri Ordini Professionali ed è emersa la possibilità di lavorare con il Comitato Pari Opportunità dell’ordine degli Avvocati. La novità relativa agli studi di settore e maternità, frutto di un convegno tenutosi nel mese di dicembre al Palazzo di Giustizia, è sicuramente interessante per molte colleghe. È nostra intenzione proseguire su questa strada e occuparci anche di altri problemi comuni, con la speranza per lo meno di prenderne coscienza, se non di risolverli. Tutte le colleghe che fossero intenzionate a collaborare con la nostra Commissione, o a sottoporci quesiti, segnalazioni o temi da affrontare, possono contattarci presso lo Sportello delle Pari Opportunità presso l’Ordine dei Medici di Milano – tel. 02 864711 in grado di raggiungere il reddito presunto dagli studi di settore. Tuttavia, il legislatore ha previsto alcuni casi particolari di esonero dagli studi di settore, fra i quali c’è lo svolgimento dell’attività in modo non normale. Questo significa che se io svolgo nel periodo di imposta l’attività in modo non normale, sono esonerata e quindi non devo raccogliere documentazione quale prova contraria, è sufficiente che io rientri in una delle categorie che l’Agenzia delle Entrate ha individuato fra quelle che svolgono l’attività in modo non normale. «Al nostro convegno, a cui ha presenziato anche il professor Vittorino Andreoli, nel corso della sua relazione, ha spiegato quello che accade nei primi tre anni nella relazione madre/figlio: un periodo in cui il bambino non ha coscienza dei propri confini, considera il seno materno parte di se stesso; la madre ugualmente vive questa comunione e, mentre è in casa con il bambino, sente il desiderio di andare a lavorare per riprendere contatto con il mondo esterno, salvo poi, tornata a lavorare, [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 24 scontrarsi con il desiderio di essere di nuovo vicina al suo bambino in quanto il cordone ombelicale, di fatto, non si è reciso. L’intervento del prof. Andreoli è stato, oltre che interessante, particolarmente utile perché, quando il dott. Magistro ha svolto la sua relazione, ci ha ringraziato in quanto gli è stato fornito un dato che non aveva considerato, tanto che ha accolto la proposta sulla considerazione del tempo bambino/ mamma, e ha firmato il verbale che per ora non è ancora un consenso, ma ATTUALITÀ conferma il fatto che ha interiorizzato le nostre argomentazioni». La “Banca del Tempo” «Quello che noi abbiamo chiesto all’Agenzia delle Entrate, quindi al Ministero delle Finanze, è che per tutte le professioniste – siano esse medici, avvocati, notai ecc. – che hanno figli da zero a tre anni sia ammesso (dal punto di vista amministrativo con una circolare) che la norma eccezionale, sull’esonero dello svolgimento dell’attività in modo non normale, sia applicata automaticamente, e quindi che la professionista non abbia bisogno di costruirsi una cartella di documentazione contraria, cioè che non debba vincere la presunzione. Il Ministero ha solo firmato “per ricevuta” la nostra richiesta, ma si è trattato di un successo enorme in primo luogo perché il dott. Magistro è venuto al convegno, poi perché ne ha firmato il verbale. A voce ha dichiarato che ci ringraziava per aver fornito questo nuovo elemento; ora dobbiamo attendere le istruzioni per la dichiarazione dei redditi, ma ci aspettiamo che contenga le nostre istanze». «Personalmente – conclude Luciana Tullia Bertoli – sono molto soddisfatta, ma vorrei sottolineare ulteriormente il tema del tempo che è decisamente importante. Noi come Comitato Pari Opportunità abbiamo incominciato ad affrontare anche il problema della “Banca del Tempo”; come avvocato infatti ho avuto modo di constatare come le colleghe, fintantoché sono in gravidanza, vivono nella convinzione che, anche a parto avvenuto, potranno continuare a sostenere ritmi lavorativi pari a quelli antecedenti. Ma se il tempo in gravidanza sembra quasi dilatarsi, appena il bambino nasce, sembra contrarsi e si ha lo scontro dei due tempi. Questo comporta che, nel corso dei tre anni, le donne avvocato possono perdere la propria clientela a fronte dell’obbligo di andare in udienza, pena la ricerca del sostituto: ma il rischio è che il sostituto, del tutto involontariamente, attragga il cliente nella sua sfera d’azione. Attualmente stiamo lavorando sulla “Banca del Tempo” e ci stiamo domandando come potrebbe essere una “Banca del Tempo” per le sostituzioni in udienza, vale a dire una “Banca del Tempo” controllata e gestita dal nostro Comitato Pari Opportunità in modo tale da poter arrivare a una tutela limpida delle sostituzioni. Come avvocato vorrei sottolineare che la valenza del tempo visto nel duplice aspetto del tempo del lavoro e del tempo della maternità è il tema che sorregge tutta la costruzione che abbiamo avviato; da qui la necessità di trovare come armonizzare questi due modi di vivere il tempo anche dal punto di vista fiscale». «Sono certa che uno scambio di idee fra i nostri Comitati per le Pari Opportunità, sul valore e sull’utilizzo del tempo, potrebbe portare a un notevole arricchimento nell’analisi e nella ricerca dei mezzi migliori per una gestione della professionalità armonica e in equilibrio». «Auspico, pertanto, la programmazione di incontri che potremmo definire interdisciplinari, su questo tema e su ogni altro tema connesso alle pari opportunità». ■ [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 25 . ATTUALITÀ Roberto Carlo Rossi Perché mettere in conflitto Medici e Farmacisti? Il Decreto Legislativo 153/2009 detta i nuovi compiti assistenziali delle Farmacie e c’è da scommettere che, per i Medici, non mancheranno i problemi ell’ultimo scorcio del 2009, accanto al più famoso Decreto Legislativo n° 150 (relativo a una serie di nuove regole per i pubblici dipendenti, come assenze per malattia, produttività, certificati medici ecc.), è passata sostanzialmente sotto silenzio la pubblicazione del Decreto Legislativo n° 153 (Gazzetta Ufficiale del 4 novembre 2009, n. 257). Si tratta di un importante provvedimento di Legge relativo a “nuovi compiti e funzioni assistenziali delle farmacie pubbliche e private operanti in convenzione con il Servizio sanitario nazionale”. Il Decreto introduce una serie notevole di innovazioni relativamente ai servizi erogati in farmacia. Innanzi tutto le farmacie parteciperanno attivamente al servizio di assistenza domiciliare integrata “a supporto delle attività del Medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta”. In particolare è prevista: 1) la consegna domiciliare di farmaci e dispositivi medici; 2) la preparazione e la dispensazione N al domicilio delle miscele per la nutrizione artificiale e dei medicinali antidolorifici; 3) la dispensazione per conto delle strutture sanitarie dei farmaci a distribuzione diretta; 4) la messa a disposizione di operatori socio-sanitari, di infermieri e di fisioterapisti, per l’effettuazione, a domicilio, di specifiche prestazioni professionali richieste dal Medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta. Ma non basta: le farmacie contribuiranno all’erogazione di programmi di educazione sanitaria e di campagne di prevenzione, erogheranno (“su prescrizione dei Medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta” … e ci mancherebbe!) servizi di secondo livello (compresa la rianimazione con defibrillatori semiautomatici!) rivolti agli assistiti “anche avvalendosi di personale infermieristico”, effettueranno prelievi di sangue per analisi, prenoteranno prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale (e il cittadino potrà pagare il ticket e ritirare i referti), parteciperanno a iniziative di farmacovigilanza. [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 26 Un annoso conflitto di interessi Inutile ignorare che il decreto legislativo 153/2009 butta benzina sul fuoco di un annoso conflitto di interessi: quello tra Medico e Farmacista. Presumiamo che i moderni speziali saranno contenti del testo di legge poiché per loro si aprono indubbiamente nuove prospettive assistenziali e, diciamolo pure senza pudore, nuove prospettive di guadagno. Tuttavia, è davvero curioso che un provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della nostra Repubblica sancisca l’unione forzosa tra Medici e Farmacisti nell’erogare prestazioni sul territorio, quando, fin dall’epoca medioevale, le legislazioni locali e nazionali si sono adoperate per separare accuratamente gli interessi dell’uno da quelli dell’altro. Sul tema si rimanda a un bell’articolo del Collega Antonio Lupano di Torino (Occhio Clinico 2007; 5:2829). Per esempio a Venezia, nel 1258, il Capitolare dei Medici sanciva “non habebo societatem cum aliquo ipotecario, scilicet quod habeam portionem lucri medicinarum ATTUALITÀ Peter Paul Rubens, Il giudizio di Paride, 1636 ca., National Gallery, London rispetto giustamente dovuto verso i Farmacisti, paventiamo che sarà difficile non imbattersi in qualche caso in cui tale “educazione” verrà indirizzata verso maggiori consumi sanitari e non verso un corretto, razionale e scientifico utilizzo delle risorse a disposizione dei pazienti e del sistema sanitario pubblico. Rapporti minati que venduntur pro me in statione apotecarii […] quod nullus apotecarius audeat dare salarium alicui medico pro quo utatur in statione sua et faciat vendere medicinas suas”. Più recentemente (nel 1845) lo scrittore scledense Arnaldo Fusinato, in una sua notissima poesia, attribuiva al popolo questa invettiva contro il povero Medico Condotto: “Ordini a caso qualche sciroppo O qualche pillola che costi troppo, È tutto inutile, ragion non vale, Tu sei d’accordo con lo speziale”. Una convivenza difficile Proprio alla luce di quanto fin qui detto, non può non lasciare perplessi il fatto che si affidino al Farmacista una serie di compiti che, inevitabilmente, porteranno a situazioni di difficile convivenza. Passi per la possibilità di partecipare alla farmacovigilanza o per la concessione di organizzare la consegna a domicilio di farmaci e presidi o per la prenotazione di esami e il ritiro di referti. Ma cosa succederà se, specie in una piccola realtà in cui non esistono altro che una o due farmacie, il Medico non sarà d’accordo con il Farmacista nel tipo di servizi infermieristici o fisioterapici (o, peggio, sulle terapie domiciliari) da erogare al paziente non deambulabile? Oppure, in un’epoca in cui è feroce il monitoraggio della spesa sanitaria, che cosa succederà se un Medico prescriverà “troppi” esami, “troppi” farmaci o “troppe” “prestazioni professionali” a un paziente in assistenza domiciliare “assistito” da una determinata farmacia? Non sarà immediata, cieca e senz’appello la condanna del fedifrago? Che importa se poi se ne scoprirà l’innocenza solo dopo anni di calunnie, avvocati e tribunali? Non sarà sempre e comunque il Medico l’anello debole di questo sistema? Il professionista che sottoscrive ricette e disposizioni assistenziali non sarà colui che verrà interrogato, sospettato e “spremuto” per primo nel caso (già visto) in cui qualche politico vorrà rientrare dalle spese troppo alte in campo sanitario? Ed infine, che dire dell’opportunità, per il Farmacista, di partecipare a campagne di educazione sanitaria? Con tutto il [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 27 Non ci risulta che dalla Federazione o da altre componenti del mondo medico si siano levate proteste all’apparire del D Lgs 153/2009. Tuttavia, per le ragioni che si sono ora enumerate, lo si considera un provvedimento che purtroppo contribuirà a minare i rapporti e la credibilità dei due professionisti che, tradizionalmente, costituivano le autorità indiscusse (nei paesi o nei quartieri) quando si parlava di salute: il Medico e il Farmacista. I rischi, per i Medici, saranno senz’altro quelli di venir coinvolti, loro malgrado, in scandali e accuse di prescrizioni incongrue o di iperprescizione e in tutto questo il rapporto Medicopaziente e l’alleanza terapeutica rischia di andare a farsi benedire. Con buona pace dell’interesse del cittadino. Forse è davvero il caso di ritornare sui propri passi e ripensare/ modificare un testo di Legge che rischia di diventare quantomai pericoloso e sdrucciolevole. Magari, questa volta, con l’aiuto di coloro che la deontologia la tutelano quotidianamente nell’interesse di tutti: gli Ordini dei Medici. ■ DELIBERAZIONE Riscossione coattiva delle quote Regolamento interno per accelerare i tempi del recupero l Consiglio dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, nella seduta del 23 novembre 2009, • premesso che il D.Lgs.C.P.S. 233/46, recante norme volte alla ricostituzione degli Ordini delle professioni sanitarie e alla disciplina dell’esercizio delle professioni stesse, prevede all’art. 4 che il Consiglio, entro i limiti strettamente necessari a coprire le spese dell’Ordine, stabilisca una tassa annuale di iscrizione all’Albo; • considerato che è emerso negli ultimi anni in modo preoccupante il fenomeno di morosità da parte di un numero sempre crescente di iscritti (che oggi si possono stimare in 2.265 unità) e che ciò non può che comportare un grave disagio per la gestione ordinistica; • tenuto presente che più elementi concorrono a ritardare il versamento della quota da parte dei sanitari e che spesso gli avvisi tornano al mittente per irreperibilità a diverso titolo del destinatario o perché, in altri casi ancora, gli iscritti comunitari o extracomunitari migrano in altro Paese senza darne comunicazione all’Ordine; I • ritenuto che, a fronte della situazione descritta che ha comportato e comporta sempre più per l’Ordine un aggravio di lavoro di segreteria con ulteriori oneri per il recupero delle quote, ci si è rivolti più volte alla Federazione Nazionale per rappresentare le problematiche emerse; • verificato essere la Federazione Nazionale intervenuta sull’argomento: con deliberazione del Comitato Centrale n. 39 del 13 febbraio 2004, invitando gli Ordini ad adottare una deliberazione tendente a prevedere, in aumento alla tassa annuale per i medici morosi, un importo pari al 10 per cento della tassa stessa, a titolo di rimborso forfetario per le spese amministrative sostenute dall’Ente ai fini della riscossione, con salvezza dell’integrale recupero delle spese legali e procedurali eventualmente sostenute in caso di ricorso all’autorità giudiziaria, con comunicazione n. 23 del 4 maggio 2006, precisando che: lo stato di morosità nel pagamento dei contributi si concretizzava alla scadenza dell’anno civile, vale a dire al 31 dicembre, successivamente a tale data andava [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 28 attivata la procedura di cui al combinato disposto dell’art. 11, ultimo comma, D.Lgs.C.P.S. n. 233/1946 e dell’art. 11, secondo comma, D.P.R. 221/1950 (indicando, quale procedura da seguire per la cancellazione dall’Albo, quella per “morosità e irreperibilità”), l’iscritto cancellato poteva essere reiscritto quando fossero cessate le cause che avessero determinato la cancellazione (e quindi solo ove avesse pagato i contributi di cui era moroso), la reiscrizione entro tre mesi consentiva al sanitario cancellato di mantenere lo stesso numero di iscrizione e l’anzianità maturata successivamente ai tre mesi; • preso atto della comunicazione n. 24 (“Regolamento interno per la riscossione coattiva delle quote”) con cui la Federazione Nazionale in data 3 luglio 2009 (prot. 7596) indicava quale avrebbe potuto essere una semplificazione dei protocolli esattivi da adottare in un eventuale Regolamento a salvaguardia dell’Ente e degli iscritti; • appurato che l’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano ritiene adeguata DELIBERAZIONE una tempistica quale quella di seguito riportata: 1. invito al pagamento della quota ordinistica entro il 28 febbraio e, in difetto di pagamento 2. sollecito al saldo tramite Raccomandata a r. entro il 30 giugno e, in difetto di pagamento 3. convocazione dal Presidente tramite raccomandata a r. o ufficiale giudiziario o messo comunale entro il 30 novembre e, in caso di mancata comparizione (e sempre persistendo l’inadempienza). 4. cancellazione dall’Albo; • letto l’art. 11 del Regolamento per l’amministrazione e la contabilità approvato nella seduta di Consiglio del 29 ottobre 2001 e oggi tuttora vigente; • in adeguamento degli atti di indirizzo e di coordinamento della Federazione; • all’unanimità DELIBERA di avvalersi delle tempistiche sopra riportate e di elevarle al rango di regolamento interno per la procedura da adottare nei confronti dei propri iscritti morosi; di esigere da ogni iscritto moroso, oltre all’importo della tassa, il 10% della quota a titolo di rimborso forfettario per le spese amministrative sostenute dall’Ente. E ciò per tutto quanto specificato in premessa, da considerare parte integrante, anche motivazionale, [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 29 della presente delibera. La sopraestesa deliberazione, avente natura di provvedimento regolamentare, verrà trasmessa per l’approvazione alla Federazione Nazionale a norma dell’art. 35 del D.P.R. 221/1950. ■ PREVIDENZA Salvatore Altomare ENPAM problemi, incognite e prospettive Un sistema previdenziale che necessita a breve di correttivi e di modifiche normative on il Decreto Legislativo 30 giugno 1994, n. 509 (Privatizzazione degli Enti Pubblici) l’ENPAM è stato trasformato in Fondazione, con personalità giuridica di diritto privato con piena autonomia gestionale, contabile e amministrativa sotto il diretto controllo dello Stato. Il Decreto Legislativo 509/1994 fissa l’obbligo di prevedere una riserva legale, al fine di assicurare la continuità nell’erogazione delle prestazioni. L’art. 59, comma 20, della Legge 27 dicembre 1997, n. 449, precisa che il patrimonio netto deve almeno essere pari a cinque volte la spesa per le pensioni sostenuta nell’anno finanziario di riferimento, anno 1994. Per quanto riguarda l’ENPAM, nel corso degli anni, il patrimonio netto è stato in grado di garantire l’esistenza della riserva legale. I vincoli di garanzia, imposti alle Casse privatizzate, oltre alla riserva legale (riserva tecnica) sono costituiti dai bilanci tecnici. Gli Enti previdenziali privatizzati devono garantire bilanci tecnici trentennali stabili e una solidità patrimoniale per i prossimi 50 anni. C L’art. 1,comma 763 della legge 296/2006 (Legge Finanziaria 2007) ha portato la verifica della stabilità delle gestioni previdenziali da 15 anni a un arco temporale non inferiore a 30 anni. Il Decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 29 novembre 2007 ha stabilito che è opportuno che il bilancio tecnico sviluppi proiezioni di equilibrio della gestione e di bilancio su un periodo di 50 anni alla data dell’elaborazione. La sostenibilità delle casse Secondo i bilanci tecnici, la sostenibilità delle casse viene valutata con l’analisi di tre parametri: 1. Saldo previdenziale; 2. Saldo finanziario; 3. Patrimonio netto. Una situazione di squilibrio può comportare: • disavanzo previdenziale (le spese da prestazioni saranno superiori alle entrate contributive); • disavanzo patrimoniale (le uscite saranno superiore ai ricavi); • azzeramento del patrimonio. Il Saldo previdenziale, che mette a confronto le entrate da contributi [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 30 e le uscite per le prestazioni, è teoricamente e naturalmente il primo indicatore sensibile; quando volge al rosso, devono intervenire i proventi della gestione del patrimonio a pareggiare i conti. È il Saldo finanziario che deve sostenere il Saldo previdenziale. Il Decreto ministeriale 29 novembre 2007 non indica esplicitamente a quale indicatore si debba fare riferimento per determinare l’effettiva situazione di squilibrio finanziario dei fondi: non è precisato se è il saldo previdenziale oppure il saldo finanziario a delineare PREVIDENZA La necessità di correttivi la situazione di squilibrio. Inoltre la reale consistenza del patrimonio dell’Ente, se considerata, potrebbe coprire eventuali squilibri temporanei Dovrebbe essere in qualche modo considerata la consistenza del patrimonio e non solo la sua redditività; lo squilibrio di un Fondo non dovrebbe concretizzarsi sino a che il patrimonio dell’Ente è in grado di coprire eventuali temporanei saldi negativi previdenziali oppure finanziari. In merito alla sostenibilità delle Casse, il Saldo previdenziale, che mette a confronto le entrate da contributi e le uscite per le prestazioni, per l’ENPAM andrà in crisi nel 2024, mentre il Patrimonio netto volge al rosso nel 2032. Sebbene l’ultimo bilancio tecnico non evidenzi problemi di stabilità nel breve periodo, le nuove prescrizioni legislative (Finanziaria 2007; Decreto del Ministero del Lavoro del 29 novembre 2007), in cui è prevista nei bilanci tecnici una proiezione di sostenibilità non inferiore a 30 anni, nel mediolungo periodo comporteranno una situazione di squilibrio per i Fondi. [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 31 Da quanto riportato, si comprende l’esigenza di introdurre correttivi nell’ottica di rispettare le vigenti prescrizioni di legge. Le correzioni del sistema previdenziale dell’ENPAM vanno fatte, anche perché in assenza di esse, secondo la previsione attuariale, si arriverà a una situazione di squilibrio. Gli studi attuariali evidenziano un’inversione di tendenza nell’equilibrio dei Fondi che inizierà a manifestarsi a seconda delle gestioni, tra il 2018 e il 2021. La popolazione dei medici “attiva” è particolarmente concentrata nella fascia d’età tra i 45 e 54 anni e ciò induce a prevedere un incremento del numero dei pensionati. Tra il 2015 e il 2025 si pensioneranno oltre 120mila medici di cui 40.000 medici di famiglia con effetti facilmente intuibili nel rapporto tra contribuenti attivi e pensionati dei vari fondi e in particolare del Fondo di Medicina Generale che oggi presenta 70.000 contribuenti attivi e 28.000 pensionati. L’annuale indicizzazione del contributo e l’aumento del numero dei contribuenti non risolveranno i problemi. PREVIDENZA Del resto i nuovi contribuenti, appartenendo a fasce di età a contribuzione ridotta, comportano un incremento contributivo incisivo ma non determinante, avendo un peso contributivo individuale inferiore a quello di coloro che giungono all’età della pensione. C’è poi da dire che una buona parte dei medici iscritti all’ENPAM risulta essere dipendente del SSN (130 mila circa) per cui, versando i contributi anche all’INPDAP o all’INPS, contribuiscono con l’afferenza alla Quota A e, se svolgono libera professione, alla Quota B del Fondo Generale. I rapporti elencati in tabella 1 riferiti all’anno 2008 cambieranno bruscamente quando oltre 120mila medici andranno in pensione. Il rapporto tra contribuenti e pensionati potrebbe essere destinato a crollare, con pesanti conseguenze sulle entrate (in diminuzione) e sulle uscite (in forte crescita). Fondo Generale Quota A Iscritti 342.260 Fondo Medicina Generale Iscritti 69.452 Pensionati 82.501 Pensionati 25.531 Rapporto = 4,15 Rapporto = 2,72 La longevità crescente è un altro aspetto del problema. L’aumento di tre mesi di aspettativa di vita per ogni anno che passa porta statisticamente a un’aspettativa totale di vita di circa 20 anni, a partire dai 65 anni. Correzioni al sistema previdenziale Le correzioni del sistema previdenziale ENPAM, al pari delle altre gestioni previdenziali “a ripartizione”, sono state rivolte verso: • le aliquote del prelievo contributivo; • i coefficienti di rendimento annuo; ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI DELLE CORREZIONI 1. Aumentando le aliquote del prelievo contributivo, aumenta il debito previdenziale dell’ENPAM nei riguardi dei contribuenti, in considerazione del fatto che è già assegnata al momento dell’incasso del contributo quella che sarà la redditività del contributo stesso. L’aumento dell’aliquota potrebbe non essere più sostenuta dalle Regioni e dallo Stato (attualmente contribuiscono per i medici di medicina generale con una quota che rappresenta il 62,5%, minore rispetto a quella dei dipendenti 66%; dell’attuale 16,50% il 10,375% è a carico della parte pubblica e il restante 6,125% a carico del medico). L’aumento dell’aliquota può certamente, per un buon periodo, mantenere stabile l’avanzo di gestione previdenziale (che si è dimostrato rilevante ai fini del Totale Avanzo di esercizio), ma il Saldo previdenziale, che mette a confronto le entrate da contributi e le uscite per le prestazioni, deve essere sorretto dalla gestione finanziaria, altrimenti nel lungo periodo, in considerazione che un aumento delle aliquote comporta in seguito un aumento della spesa previdenziale (stante l’attuale sistema retributivo) e in considerazione del numero crescente dei pensionati, sarà negativo. 2. Ridurre i coefficienti di rendimento annuo significa ridurre l’entità della pensione del contribuente. 3. Aumentando l’età pensionabile si aumenta il periodo della contribuzione e si riduce il periodo di tempo destinato a pagare le pensioni al contribuente o agli aventi diritto. • l’età pensionabile. I correttivi deliberati, nel corso degli anni, dal Consiglio di amministrazione e approvati dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 32 Finanze, hanno riguardato, anche se con provvedimenti diversi, tutti i fondi e hanno fatto riferimento essenzialmente a un aumento dell’importo della contribuzione e a una riduzione del coefficiente di rendimento. Le correzioni devono PREVIDENZA essere di natura parametrica, al fine di conservare l’attuale sistema reddituale di calcolo delle prestazioni al precipuo scopo di perseguire al meglio l’obiettivo di coniugare l’equità intergenerazionale con l’adeguatezza delle prestazioni. Un eventuale intervento di natura strutturale, con passaggio al sistema contributivo, determinerebbe indubbi riflessi negativi in termini di equità intergenerazionale e adeguatezza della prestazione. Il passaggio al sistema contributivo comporta poi un “rischio occulto”: la riduzione delle prestazioni a dispetto di un buon patrimonio dell’ENPAM alla lunga potrebbe ingolosire il potere pubblico. La soluzione va cercata al fine di raggiungere non solo la sostenibilità finanziaria della gestione sul lungo periodo ma anche al fine di garantire trattamenti previdenziali adeguati. Soluzione proponibile La soluzione al problema va trovata essenzialmente: • nel mantenere l’attuale sistema retributivo al precipuo scopo di perseguire al meglio l’obiettivo di coniugare l’equità intergenerazionale con l’adeguatezza delle prestazioni; • nell’aumentare le aliquote del prelievo contributivo (portandole gradualmente al valore percentuale uguale o vicino a quello delle aliquote dei medici dipendenti pubblici 32,65%); • nel ristrutturare il sistema previdenziale dei Fondi ENPAM, apportando le necessarie correzioni al fine della costituzione di un unico fondo, con l’obiettivo di assicurare prestazioni future adeguate a tutti; • nell’aumentare la redditività del M.C. Escher, Relativity (1953) patrimonio dell’ENPAM, in quanto le correzioni del sistema previdenziale ENPAM rivolte verso i coefficienti di rendimento annuo potrebbero essere meno incisive e le correzioni circa l’età pensionabile potrebbero non essere necessarie. Comunque la soluzione proponibile non può non tener conto delle specifiche esposizioni delle singole gestioni, per cui le correzioni dovranno concretizzarsi in interventi mirati, più o meno incisivi, su uno o più provvedimenti al fine di assicurare la prescritta stabilità trentennale. Le riforme interesseranno tutti i fondi di previdenza gestiti dall’ENPAM, a eccezione del Fondo degli Specialisti Esterni, per il quale la prescritta stabilità è legata al favorevole evolversi del contenzioso giudiziario in atto con le Società obbligate al versamento del contributo di cui [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 33 all’art.1 comma 39 della legge n. 243/2004 e ai positivi riflessi connessi all’adozione del metodo contributivo per il calcolo delle prestazioni, già formalmente deliberato dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione. Redditività e sostenibilità I correttivi del sistema previdenziale devono essere affiancati da una valida redditività del patrimonio. Nel mettere a reddito i contributi versati dai medici e dagli odontoiatri occorre impostare un’efficace politica degli investimenti (immobiliare e mobiliare) a finalità previdenziale, affinché i proventi della gestione del patrimonio (Saldo finanziario) siano validi. L’avanzo di gestione previdenziale (Saldo previdenziale) deve essere ben utilizzato al fine della sostenibilità. I contributi dei medici e PREVIDENZA degli odontoiatri devono essere usati sia per pagare le pensioni che per accumulare un patrimonio di riserva. Necessità di modificare il sistema di tassazione I contributi versati a finalità previdenziale dagli iscritti sono esenti da tassazione e sono interamente deducibili dal reddito dei contribuenti. I contributi incassati dall’ENPAM, messi a reddito nell’attività d’investimento del patrimonio (mobiliare e immobiliare), sono tassati nei rendimenti dell’attività d’investimento. Le prestazioni erogate dall’ENPAM (le pensioni) sono tassate con le normali aliquote progressive. Questo è il sistema di tassazione, il cosiddetto ETT (Esenzione, Tassazione, Tassazione), applicato all’ENPAM. Doppia tassazione, quella della rendita finanziaria e quella sul pagamento delle pensioni, quindi collettiva in fase di capitalizzazione e individuale sulle pensioni. La rendita finanziaria del patrimonio è quindi considerata come una rendita finanziaria privata. Agli Enti pubblici di previdenza nazionale è applicato invece il sistema di tassazione EET (Esenzione, Esenzione, Tassazione); vengono tassate solo le prestazioni erogate. Il sistema di tassazione ETT è applicato in Europa solo in Italia, Svezia e Danimarca, mentre nelle altre nazioni europee si applica il sistema di tassazione EET in cui c’è anche l’esenzione della tassazione sulla rendita del patrimonio. Gli Enti previdenziali privatizzati inoltre, contrariamente a quanto previsto per quelli pubblici, sono soggetti a pagare l’IRES (imposta su reddito delle società con aliquota passata dal 33% al 27,5% con la finanziaria del 2008 – Legge 244/2007), l’ICI e in caso d’acquisto d’immobili l’IVA. Occorre una modifica del sistema di tassazione da ETT a EET (meglio ancora EEE). Si può fare leva sulla public utilità. Dato che gli investimenti sono finalizzati al pagamento delle future pensioni, si potrebbe ottenere se non un azzeramento in tempi brevi, almeno un abbassamento graduale della tassazione fino alla definitiva eliminazione. Verosimilmente i Ministeri Vigilanti (quindi lo Stato) potrebbero chiedere in cambio un impegno economico alle Casse rivolto al sociale. In tal caso occorre valutare con attenzione se ciò può rientrare nel programma economico dell’Ente e quale possa essere il rendimento e se c’è compatibilità con la mission dell’Ente. Se lo Stato non intende rinunciare al proficuo gettito fiscale, per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, occorre valutare con la “dovuta attenzione” se abbandonare la tradizionale gestione diretta (proprietà diretta) il cui rendimento è contenuto non solo a causa delle imposte, ma anche delle spese di manutenzione e di gestione (il dilemma è: gestione diretta, fondi o società real estate?). La tassazione sottrae risorse importanti e “forse” costringe l’Ente, per ridurne l’effetto, ad artifizi societari e a scelte di investimento che “forse” non verrebbero fatte se venisse abolita. Enti previdenziali privatizzati: una “modernizzazione incompleta” Ma c’è anche un altro importante problema da risolvere quello della scarsa autonomia degli enti privatizzati. Il nuovo modello giuridico, [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 34 introdotto nell’ordinamento con il Decreto legislativo n.509/94, con un contenuto caratterizzato dall’impiego legale della capacità del diritto privato nella gestione di alcuni interessi pubblici, è stato sottoposto ed è tuttora oggetto di analisi sia sul versante dell’attuazione, sia su quello della giurisdizione. Il quadro normativo andrebbe modificato. La riforma della privatizzazione degli Enti previdenziali, in riferimento a una piena autonomia degli Enti stessi, non si è attuata. Il quadro normativo, che regola le attività degli Enti previdenziali privatizzati, non solo non è adeguato all’impostazione che originariamente aveva ispirato la riforma, ma addirittura alcune norme costituiscono vere e proprie incursioni in grado di insidiare la riforma stessa della privatizzazione e di comprimere la stessa autonomia degli Enti. Il panorama degli Enti previdenziali privatizzati risulta quello di una “incompleta modernizzazione”. Esiste l’impellente necessità di una revisione di quegli aspetti legislativi che limitano la natura privata degli Enti. Occorre costituire, d’accordo con i Ministeri Vigilanti, un gruppo di lavoro paritetico, allo scopo di avviare un dialogo circa l’adeguatezza del quadro normativo che regola l’attività degli enti previdenziali privatizzati, al fine di rendere più chiara e concreta la natura privata degli Enti, senza tuttavia disconoscerne le finalità pubbliche che giustificano la vigilanza dello Stato, e valutare le correzioni del sistema da apportare, anche quelle riguardanti il sistema della tassazione, atte al fine di rispettare i vincoli di garanzia. ■ FINESTRA SULL’AUDIOLOGIA Lo screening della sordità Dott. Artilio Bini Audiologo – Dirigente medico Azienda Ospedaliera di Melegnano I test uditivi neonatali hanno lo scopo di identificare i soggetti ipoacustici per trattarli precocemente e prevenirne il danno psico-linguistico e relazionale no dei capitoli più affascinanti dell’audiologia è stato aperto da D.T. Kemp nel 1987, con la registrazione degli echi cocleari, tappa basilare per la conoscenza della fisiologia del sistema uditivo e per la diagnosi precoce delle ipoacusie di tipo neurosensoriale a genesi cocleare. Gli echi cocleari, o meglio le otoemissioni acustiche, sono la risposta generata dall’attività contrattile delle cellule ciliate esterne. La loro registrazione ha permesso di monitorare la funzionalità della coclea e di scoprirne le eventuali alterazioni. Nel 1988 è stata sviluppata la prima apparecchiatura di registrazione delle TOAE (fotoemissioni acustiche evocate da transienti) e negli anni successivi la loro applicazione universale come screening della sordità alla nascita. Gli screening uditivi neonatali hanno lo scopo di identificare i soggetti ipoacustici per attuare un trattamento precoce e prevenirne il danno psicolinguistico e relazionale. La letteratura internazionale ormai concorda sul dato dell’incidenza della sordità grave e profonda in 1-2 soggetti su 1.000 nati. In tali casi la protesizzazione acustica precoce e l’eventuale impianto cocleare è la risposta terapeutica alla disabilità uditiva. Attualmente la metodica usata per lo screening audiologico neonatale si basa sulla registrazione delle TOAE associate a un eventuale secondo U livello con ABR (potenziali evocati uditivi). Questi concetti sono stati assunti dalla Regione Lombardia che ha promosso lo screening in tutte le Aziende Ospedaliere del proprio territorio. Dal 2005 presso l’Azienda Ospedaliere di Melegnano, nella sede del Presidio Ospedaliero “Predabissi” di Vizzolo P. è stata iniziata l’attività di screening uditivo neonatale. La fattiva collaborazione tra le unità operative di Pediatria e Otorinolaringoiatria, che si sono avvalse di collaboratori con specifiche qualifiche in audiologia, hanno decretato il successo e la prosecuzione di tale importante azione clinico-diagnostica. Vengono testati mediamente 1.000 neonati all’anno con il riscontro di due ipoacustici ogni 1.000 testati che vengono trattati presso la stessa struttura con terapia protesica acustica e, in casi selezionati, presso specifici centri per gli impianti cocleari. Lo screening comporta l’utilizzo di uno strumento portatile per le otoemissioni e di stazione fissa per gli ABR necessari come secondo livello. I neonati vengono testati entro tre giorni dalla nascita, cosicché in tre sedute settimanali vengono esaminati tutti i nuovi nati. I casi FAIL (fotoemissioni assenti) vengono controllati dopo 14 giorni. Successivamente i pazienti con TOAE assenti vengono inviati ad ABR in una seduta settimanale. Gli esami vengono eseguiti da [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 35 personale laureato in Tecniche Audiometriche e coordinato dallo specialista Audiologo, coadiuvati dall’impegno dei medici e del personale infermieristico del Nido. Dopo 4 anni di esperienza si può concludere che la validità e l’efficacia dello screening audiologico neonatale debba soggiacere ad alcune regole irrinunciabili: - deve essere universale su tutti i nati - deve avere una sfuggenza al test nulla o praticamente nulla - deve essere attuato da personale medico e tecnico con competenze specifiche - deve essere eseguito in piena collaborazione tra le Unità Operative coinvolte - deve essere uniformato a un protocollo diagnostico chiaro e unico. ■ FINESTRA SULL’ODONTOIATRIA Previsione d’inclusione dei terzi molari e indicazioni alla loro estrazione L’approccio è attualmente conservativo. Qualora si debba intervenire, il momento più indicato è tra i 7 e gli 11 anni ltimamente l’atteggiamento circa l’estrazione profilattica del terzo molare è cambiato verso un approccio più conservativo: le indicazioni all’estrazione rimangono limitate a infezioni ricorrenti o a diagnosi ortodontiche di mancanza di spazio. La tesi dell’affollamento del settore anteriore all’arcata inferiore conseguente alla spinta dei terzi molari appare non avvalorata. D’altro canto gli studi a riguardo datano però solo pochi anni e per una visione univoca necessitano studi più numerosi e con un followup più lungo. Nel caso certo si debba U procedere è preferibile farlo con una germectomia a un’età di 7-11 anni in quanto l’intervento è poco invasivo, veloce e facile, mentre a un’età più adulta i tempi di guarigione sono 3-4 volte maggiori con un rischio di complicanze più elevato. Secondo gli attuali orientamenti l’estrazione profilattica dei terzi molari inclusi asintomatici non appare giustificata, considerando le possibili complicanze e il trauma chirurgico che ne derivano. Gli studi a riguardo datano però solo pochi anni e pertanto sono necessari per una visione univoca studi più numerosi con un follow-up più lungo. D’altra parte non si trovano in letteratura dati validi a lungo termine sulle possibili conseguenze di un mancato trattamento dei terzi molari inclusi asintomatici. Da quanto enunciato appare giustificato un atteggiamento più conservativo che in passato e la linea terapeutica attuale è di estrarre i terzi molari disodontiasici solo in caso di infezioni ricorrenti o di inadeguato spazio osseo mandibolare per l’eruzione se gli scopi della [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 36 Franco Bruno Medico Chirurgo specialista in Ortodonzia Libero Professionista Professore a Contratto presso la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Cagliari franco [email protected] Arnaldo Benech Direttore S.C.D.U. Chirurgia Maxillo Facciale e Scuola di Specializzazione in Chirurgia Maxillo Facciale Facoltà di Medicina e Chirurgia e scienze della Salute – Università del Piemonte Orientale – C.so Mazzini 18 Novara [email protected] necessità di spazio sono dettati da linee terapeutiche ortodontiche. In questi ultimi casi si dà la preferenza all’intervento a un’età più giovane preferibilmente inferiore ai 18 anni, con una germectomia, poiché in pazienti più adulti, come si evince dai lavori di Chiapasco, Crescentini e Romanoni del 1994 (20) e di Phillips, White, Shugars e Zhou del 2003 (21), i tempi di guarigione sono 3-4 volte maggiori con rischio di complicanze più elevato. Decidere di intervenire per una germectomia non è mai semplice e dovrà esserci un accordo stretto tra chirurgo e ortodontista e una chiara elencazione ai genitori dei vantaggi e degli svantaggi. La germectomia dei terzi molari può essere praticata in varie fasi del loro sviluppo: precocissima a un’età fino agli 8 anni, in cui la calcificazione coronale è iniziale limitata solo alle cuspidi e il secondo molare è ancora nel follicolo, precoce tra gli 8 e i 12 anni in cui la calcificazione coronale è in fase avanzata e il secondo molare è già sviluppato più o meno in arcata, FINESTRA SULL’ODONTOIATRIA Bibliografia essenziale sull’argomento Figura 1 - Analisi cefalometrica secondo Ricketts ripresa da Schulhof e Turley per I molari superiori Figura 2 - Analisi ortopantomografica secondo Ganss per il terzo molare superiore Figura 3 - Analisi cefalometrica secondo Schulhof e Turley per il terzo molare inferiore Figura 4 - Analisi cefalometrica secondo Ricketts per il terzo molare inferiore tardiva tra i 12 e i 16 anni in cui l’elemento è in fase di eruzione e il secondo molare è già erotto in arcata. Intervenire in fase precocissima di maturazione del germe rende la sua enucleazione molto facile, veloce e poco invasiva; intraoperatoriamente il follicolo appare di colore bluastro e la cripta in cui esso è contenuto viene aperta sul lato mediale della mandibola superficialmente sopra il germe del secondo molare. Intervenire successivamente in fase precoce di sviluppo del germe porta a trovare la cripta sotto e dietro il secondo molare mentre nella fase tardiva le problematiche chirurgiche sono quelle di un dente quasi completamente formato. Nel caso si debba procedere, il momento più indicato è tra i 7 e gli 11 anni, età in cui la struttura ossea mandibolare e il germe sono ancora in uno stadio di maturazione incompleto. In questo periodo l’intervento risulta poco invasivo, veloce e facile. Altrimenti è meglio posticipare l’intervento al periodo in cui il terzo molare è quasi completamente formato. Di contro la germectomia del terzo molare deve essere praticata con cautela perché non esiste una certezza diagnostica della mancanza di spazio prima dei 12-13 anni, perché il bambino è molto meno trattabile e perché il consenso dei genitori non è facile in quanto le complicanze possono verificarsi anche dopo anni. ■ [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 37 1. Rajasuo A, Murtomaa H, Meurman JH. A comparison of the clinical status of third molars in young men in 1949 and in 1990. Oral Surg Oral Med Oral Pathol 1993; 76: 694-698 2. Pell GJ, Gregory GT. Impacted mandibular third molars: classification and modified technique for removal. Dent Dig 1933; 39: 330-660 3. Ricketts RM. Studies leading to the practice of abortion of lower third molars. Dent Cl N Am 1979; 393-411 4. Schulhof RJ. Third molars and orthodontic diagnosis. J Clin Res 1976; 10: 272-81 5. Ganss C, Hochban W, Kielbassa AM, Umstadt HE. Prognosis of third molar eruption. Oral Surg Oral Med Oral Pathol 1993 Dec; 76 (6): 688-93 6. Bjork A, Jensen E, Palling M. Mandibular growth and third molar impaction. Acta Odontol Scand 1956; 14: 231-272 7. Richardson ME. Development of the lower third molar from 10 to 15 years. Angle Orthod 1973 Apr; 43 (2): 191-3 8. Ricketts RM. A principle of arcial growth of the mandible. Angle Orthod 1972 Oct; 42 (4): 368-86 9. Langlade M. Diagnosi ortodontica. Scienza e tecnica dentistica. Ed Internazionali, Milano, 1986 10. Tweed C. Ortodonzia clinica. Ed Piccin, Padova, Vol. I, 1978 11. Olive R, Basford K. Reliability and validity of lower third molar space-assessment technique. Am J Orthod 1981 Jan; 79 (1): 45-53 12. Pfeiffer JP, Grobéty D. A philosophy of combined orthopedic-orthodontic treatment. Am J Orthod 1982 Mar; 81 (3): 185-201 13. Marrifield LL, Klontz HA, Vaden JL. Differential diagnostic analysis system. Am J Orthod Dentofacial Orthop 1994 Dec; 106 (6): 641-8 14. Ades AG, Joondeph DR, Little RM, Chapko MK. A long-term study of the relationship of third molars to changes in the mandibular dental arch. Am J Orthod Dentofacial Orthop 1990 Apr; 97 (4): 323-35 15. Pirttiniemi PM, Oikarinen KS, Raustia AM. The effect of removal of all third molars on the dental arches in the third decade of life. Cranio 1994 Jan; 12 (1): 23-7 16. Harradine NW, Pearson MH, Toth B. The effect of extraction of third molars of late lower incisor crowding: a randomized controlled trial. Br J Orthod 1998 May; 25 (2): 117-22 17. Song F, O’Meara S, Wilson P, Golder S, Kleijnen J. The effectiveness and cost-effectiveness of prophylactic removal of wisdom teeth. Health Technol Assess 2000; 4 (15): 1-55 18. Proffit WR, Fields HW Jr. Contemporary Orthodontics. II ed. Mosby-Year Book, Inc. 1993 19. Lindqvist B, Thilander B. Extraction of third molars in cases of anticipated crowding in the lower jaw. Am J Orthod 1982 Feb; 81 (2): 130-9 20. Chiapasco M, Crescentini M, Romanoni G. The extraction of the lower third molars: germectomy or late avulsion? Minerva Stomatol 1994 May; 43 (5): 191-8 21. Phillips C, White RP Jr, Shugars DA, Zhou X. Risk factors associated with prolonged recovery and delayed healing after third molar surgery. J Oral Maxillofac Surg 2003 Dec; 61 (12): 1436-48 ATTIVITÀ DELL’ORDINE Un anno ricco di novità Un breve excursus sulle attività degli uffici nel 2009 Sportello di conciliazione Nel maggio 2009 venivano presi contatti con l’Ordine degli Avvocati di Milano per saggiare l’interesse e la disponibilità dell’Organismo di Conciliazione Forense a operare la conciliazione in ambito sanitario. L’attenzione è stata massima, tanto che i vertici dei due Enti si sono incontrati per confermare le rispettive volontà attuative Referente del progetto per l’ordine degli avvocati, l’avv. Paola Ventura. Veniva quindi costituito un gruppo di lavoro formato dal dott. Ugo Garbarini, dal dott. Roberto Carlo Rossi, dalla dott.ssa Monica Cucci, dall’avv. Enrico Pennasilico, dall’avv. Mariateresa Garbarini, dall’avv. Paola Ventura, dall’avv. Nicoletta Bosio e dall’avv. Gigliola Pirotta, gruppo che veniva subito istruito, sia a livello normativo sia a livello pratico, in merito alla “Conciliazione”. È stato organizzato un incontro tra il gruppo così come sopra costituito (con l’ulteriore presenza del Dott. Ferraro, Dirigente dell’Ordine degli Avvocati di Milano) e i rappresentanti dei Broker maggiormente interessati della questione perché operativi soprattutto in campo sanitario (Steffano Group nella persona del dott. Attilio Steffano, Rasini Viganò S.p.A. nella persona del dott. Federico Lanciani, Marsh Italia nella persona del dott. Carlo Colella). Ad oggi si è in attesa di conoscere dagli stessi proposte attuative di una modifica – a livello di polizza – volta a includere la conciliazione tra le voci incluse nella copertura assicurativa. Registri per le Medicine non Convenzionali – Registro per la Medicina Estetica Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dell’Istituzione dei Registri per la medicina non Convenzionale e per la Medicina Estetica, sono stati creati, per ognuna delle sette branche approvate, appositi moduli da consegnare agli iscritti che intendano richiedere l’inserimento, con la specifica dei criteri previsti come legittimanti: elencazione della documentazione, delle esperienze professionali previste dalle norme transitorie e comprese nell’elenco degli allegati. Nei moduli è stato inserito uno spazio per ricevuta con il nominativo di chi ritira la documentazione e uno schema nel quale la Commissione preposta e nominata dal Consiglio potrà esprimere il proprio giudizio, ciò per facilitare il compito di valutazione ed esame di ogni singola posizione. A livello informatico, oltre alla registrazione nell’anagrafica dell’iscrizione al registro, è stato previsto un collegamento con il protocollo informatico che [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 38 consentirà, dopo positiva valutazione della Commissione e il passaggio in Consiglio, di attribuire il numero di iscrizione a seconda della data di presentazione della richiesta di iscrizione. Per informazione, illustrazione degli scopi dei Registri e spiegazione dei compiti spettanti e derivanti agli uffici dalla loro istituzione, è stata organizzata una riunione del personale con partecipazione del Presidente. Documento Programmatico sulla Sicurezza (DPSS) Il Documento, approvato nella seduta di Consiglio del 2/3/2009, è stato redatto in collaborazione tra il Direttore sig.ra Gabriella Sartoni, l’avv. Mariateresa Garbarini e il Responsabile dei Sistemi Informativi Luca Alberti della Società Ramcube con lo scopo di delineare il quadro delle misure di sicurezza, organizzative fisiche e logiche adottate e da adottare per il trattamento dei dati personali effettuato dall’Ordine. Il documento si compone di 55 pagine e comprende capitoli dedicati alla sicurezza fisica e logica, all’organizzazione degli archivi, alla sicurezza della rete di comunicazione, alle norme per la gestione sicura delle password, all’elenco dei vari compiti e delle responsabilità, dei rischi che incombono sui dati, degli interventi ATTIVITÀ DELL’ORDINE formativi previsti e l’elenco dei trattamenti dei dati affidati all’esterno. È stata predisposta una lettera (oltre che per i consulenti e i fornitori) per i Consiglieri quale nomina a responsabile del trattamento dei dati personali e sensibili, per il buon adempimento della carica istituzionale rivestita che ogni Consigliere ha controfirmato per accettazione. Il DPSS è stato consegnato a tutti i dipendenti e quindi, per meglio informarli e responsabilizzarli in base alle loro mansioni, è stata organizzata una riunione del personale con la partecipazione del Consulente informatico durante la quale ciascuno ha potuto richiedere le delucidazioni ritenute opportune. D.Lgs. 81/2008 In ottemperanza ai dettami normativi, verificata l’esigenza di integrare e modificare il Documento di Valutazione Rischi già esistente alla luce delle effettive realtà ed esigenze lavorative dell’Ente, oltre che degli emendamenti normativi operati dal legislatore (un esempio tra tutti: l’abrogazione in toto della precedente normativa di riferimento L. 626/1994), si sono svolti numerosi incontri tra il consulente informatico RamCube S.r.l. nella persona del signor Luca Alberti, il funzionario dell’area giuridica amministrativa avv. Mariateresa Garbarini e il Direttore signora Gabriella Sartoni. Numerosi sono stati i contatti telefonici e telematici anche con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Ram S.r.l. nella persona del signor Gabriele Villa. È stato quindi predisposto e stilato nuovo Documento di Valutazione Rischi, debitamente munito di data certa e attualmente custodito presso [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 39 l’Ente. Vengono tenute presso la sede le riunioni periodiche del servizio di Protezione cui partecipa anche il medico competente dottor Umberto Binda. Regolamento interno per la riscossione coattiva delle quote La FNOMCeO, dopo varie sollecitazioni anche del nostro Ordine, ha inviato la bozza del Regolamento ATTIVITÀ DELL’ORDINE COMUNICAZIONE e-mail riunendoli in piccoli gruppi al momento della consegna del tesserino di iscrizione. Dopo il messaggio di benvenuto del Presidente e un suo intervento riguardante gli aspetti peculiari della professione, uno dei presenti legge il Giuramento quindi vengono consegnati a tutti una pergamena sulla quale è riprodotto il giuramento e il libretto “Le norme che regolano la professione medica”. Lo scopo della cerimonia è stato compreso dai nuovi iscritti che hanno espresso apprezzamento per la sua istituzione. Bollettino La nuova veste grafica, la diversa impostazione ed elaborazione degli articoli e degli argomenti trattati, le interviste su tematiche scelte dal comitato di redazione ed effettuate da giornalisti professionisti tra esperti in materia sono state apprezzate dagli iscritti che hanno espresso il loro gradimento attraverso lettere e e-mail. Sono usciti, come da previsione, quattro numeri, l’ultimo dei quali ha richiesto un aumento di pagine di un ottavino per consentire un maggiore sviluppo dei temi trattati. Le riunioni del comitato di redazione, di cui fanno parte il Presidente, il Vice Presidente, il Presidente della Commissione Odontoiatri, i Consiglieri Manfredi e Paglia, e a cui partecipa anche la dott.ssa Greco, l’editore e il redattore esterno, si tengono presso la sede dell’Ordine. Sito Web È stato deciso, su sollecitazione di vari Consiglieri e utenti, di procedere alla definizione di un progetto che presenti una diversa qualità e quantità di livelli di servizio agli iscritti. Dopo vari incontri con i rappresentanti della Società, che aveva in gestione il sito, si è scelto di affidare ad altro gestore la realizzazione di un nuovo Portale che ottemperasse al meglio la funzione di strumento di riferimento per la comunicazione e la fornitura di servizi verso gli iscritti e il pubblico. Sono stati dettagliatamente esaminati, nel corso di varie riunioni con la partecipazione del Presidente, del vice Presidente e del dott. Paglia, tutti gli aspetti della comunicazione che si volevano realizzare, diretta sia agli iscritti che al pubblico; sono stati attentamente considerate tutte le opportunità che il sito può offrire; sono state valutate le pagine che dovevano essere ampliate e quelle che dovevano essere implementate. I risultati di questi confronti hanno trovato definizione in apposito Capitolato Tecnico approvato dal Consiglio del 23/11/2009 e il nuovo Portale dovrebbe essere operativo a partire dal gennaio 2010. News Sono state prodotte 13 News dirette ai medici e n. 10 dirette agli odontoiatri. Le news, che trattano “in diretta” argomenti di attualità, hanno consentito di informare in tempi brevi gli iscritti su prescrizioni normative e hanno fornito notizie su temi di primaria importanza per lo svolgimento della professione. Le news sono seguite con molto interesse dagli iscritti i quali, nel corso dell’anno, hanno incrementato la comunicazione dei loro indirizzi e-mail. Attualmente siamo in possesso di n. 10.000 indirizzi contro i 9.000 dell’anno 2008. Cerimonia 50° di laurea Anche quest’anno è stata consegnata la medaglia d’oro a tutti i Colleghi che hanno raggiunto i 50 anni di laurea. Nella cerimonia svoltasi il 22 maggio presso l’Ospedale Militare sono stati premiati 140 colleghi che, accompagnati dai familiari, hanno manifestato il loro gradimento e soddisfazione per questo momento di aggregazione che li avvicina al proprio Ordine. Questionario sul grado di soddisfazione degli iscritti Sempre allo scopo di far partecipare sempre più attivamente gli iscritti alla vita dell’Ordine e migliorare gli aspetti della comunicazione tra l’istituzione e i colleghi è stato elaborato dal consigliere dott.ssa Zocchi un breve questionario inserito nel numero 2 del Bollettino. Le domande contenute vertevano sulla conoscenza dell’istituzione ordinistica e sui servizi offerti e su eventuali critiche, su quali argomenti e tematiche fossero da affrontare per meglio tutelare la professione e richieste di suggerimenti sui temi di aggiornamento da trattare nei corsi. Purtroppo, ha risposto al questionario una bassissima percentuale di iscritti 1° Concorso Letterario Iniziativa rivolta ai medici e odontoiatri che si sono cimentati nella stesura di racconti brevi di tematica medica nei quali vengono descritte esperienze di vita clinica, di rapporti con i pazienti, di vita tra colleghi, di vita personale del medico, di storia della medicina. La giuria presieduta da Ulrico C. Hoepli e composta da Giorgio Conconi, Bruno Conti, Giorgio Cosmacini, Luigi R. Fassati, Ugo Garbarini, Dalila P. Greco e Daniela Massari ha scelto i quattro migliori che sono stati premiati con una targa in argento mentre dal quinto al decimo classificato è stata consegnata una pergamena ricordo. I primi quattro racconti sono stati pubblicati sul Bollettino a partire dal primo numero del 2009. Giuramento dei nuovi iscritti Il Presidente ha ritenuto di estrema importanza riproporre la cerimonia del Giuramento professionale facendo in modo che essa avvenga presso la sede dell’Ordine affinché il neo iscritto abbia un vero accesso personalizzato all’Istituzione ordinistica. Per perseguire questo scopo, si è pensato di convocare i partecipanti tramite [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 40 ATTIVITÀ DELL’ORDINE per la riscossione coattiva delle quote. La bozza è stata attentamente valutata dagli uffici e modificata in relazione alle diverse esigenze locali. L’adozione del Regolamento, avvenuta nella seduta di Consiglio del 23/11/2009, si è resa necessaria anche in considerazione della dimensione del fenomeno della morosità che è arrivato a interessare, nel corso degli anni, un totale di 2.265 iscritti in gran parte extracomunitari che continuano a migrare e diventano irreperibili. Attualmente il recupero di tali quote avviene tramite Equitalia e, molto spesso, le procedure si concludono a distanza di anni comportando una incertezza nei dati di incasso. Nel nuovo Regolamento è previsto, dopo l’invio del MAV e il primo sollecito a opera della Banca, l’invio di un sollecito al saldo tramite Racc. A.R. entro il 30 giugno; in difetto di pagamento, l’iscritto verrà convocato dal Presidente entro il 30 novembre e, in caso di mancata comparizione e persistendo l’inadempienza, si procederà alla cancellazione dall’Albo. Istituzione Servizio MAV Il Consiglio dell’Ordine, nella seduta del 21 settembre 2009, su proposta del Tesoriere prof. Angiolino Bigoni, ha deliberato la istituzione del servizio MAV (pagamento mediante avviso) per la riscossione dei contributi annuali dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, a partire dall’anno 2010, affidando tale servizio, dopo aver interpellato tre istituti bancari e averne valutate le relative offerte, alla Banca Intesa San Paolo che provvederà a inviare l’avviso agli iscritti nel prossimo mese di gennaio. Il pagamento della tassa annuale potrà essere versato, senza addebito di commissioni, in qualsiasi istituto bancario, presso gli uffici postali o tramite internet, con una minore possibilità di errore di imputazione dei pagamenti. Per gli uffici dell’Ordine i vantaggi si tradurranno in una sensibile diminuzione dei costi di gestione delle somme incassate, in una concreta riduzione dei tempi di accredito e, cosa di estrema importanza, nella possibilità di effettuare un monitoraggio delle singole posizioni in tempo reale che si tramuterà nella possibilità di rispondere in tempi brevissimi alle richieste d’informazione sulla situazione contributiva dell’iscritto. Anche questa scelta è stata dettata per rispondere al meglio ai criteri di efficienza, efficacia, trasparenza ed economicità che deve contraddistinguere la gestione dell’Ordine. Posta Elettronica Certificata La legge 28/1/2009 n. 2 di conversione del D.L. 29/11/2008 n. 185 ha previsto che “i professionisti iscritti in albi ed elenchi comunicano ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo PEC” entro un anno dall’entrata in vigore della norma (29 novembre 2009). La FNOMCeO, inizialmente aveva sconsigliato gli Ordini dall’intraprendere iniziative volte alla stipula di singole convenzioni con gestori accreditati. Nel Consiglio Nazionale del 16 ottobre 2009 è stato comunicato ai Presidenti di Ordine che, a livello Federativo non era stato ancora individuato il gestore accreditato con cui convenzionarsi per offrire il servizio di posta elettronica certificata a tutti i medici [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 41 e gli odontoiatri italiani. Visti i ritardi attuativi della FNOMCeO, l’Ordine si è attivato per ricercare, tra i gestori accreditati, chi potesse offrire le condizioni migliori ai propri iscritti per l’acquisto di caselle di Posta Elettronica Certificata, anche perché non era possibile, vista la ormai vicinissima scadenza del 29 novembre, indire una gara nel rispetto delle vigenti leggi, sul tema relativo alla pubblica amministrazione. Le offerte pervenute da Aruba, Register, TWT, Visura sono state pubblicate sul sito, nella parte riservata agli iscritti e a parte qualche difficoltà di collegamento iniziale, ATTIVITÀ DELL’ORDINE PROGETTI OBIETTIVO ASSEGNATI E RAGGIUNTI DAL PERSONALE varie lamentele telefoniche e 30 mail pervenute e protocollate, di iscritti che avrebbero voluto un intervento diretto dell’Ordine, con offerta gratuita della PEC, attualmente hanno provveduto a depositare la loro casella PEC all’Ordine n. 1.429 iscritti. Convocazione Unica Assemblea Sono state prese in esame le norme contenute nell’art. 4 e 5 del DlgsCPS 13/9/1946 n. 223 con le quali il legislatore ha attribuito al Consiglio dell’Ordine il potere di determinare, con efficacia obbligatoria, a carico degli iscritti, oltre alla tassa annuale e a quella di iscrizione, anche le tasse per il rilascio dei certificati e dei pareri per la liquidazione degli onorari. Allo stesso tempo la legge attribuisce all’Assemblea degli iscritti il potere di approvare il bilancio preventivo e il conto consuntivo. Sono stati quindi presi in esame i dati numerici relativi alle presenze degli iscritti alle Assemblee degli ultimi anni (n. 49 anno 2008 – n. 43 anno 2007 – n.82 anno 2006) e i costi che derivano dalla convocazione di due assemblee, una per l’approvazione del bilancio preventivo e una per l’approvazione del conto consultivo (€ 40.000,00). È stato richiesto anche parere al consulente legale e, nella seduta di Consiglio del 21/9/2009 si è deliberato, per motivi di economicità Rilascio certificati carichi pendenti Procura della Repubblica Il Rilascio certificati carichi pendenti Procura della Repubblica è finalizzato al conseguimento di aumento di efficienza dei processi interni e semplificazione delle procedure di richiesta e rilascio dei certificati di carichi pendenti da parte della Procura della Repubblica, ricorrendo alla automatizzazione di alcuni passaggi per ottenere maggiore efficienza e riduzione di costi e di impiego di personale. Risultato raggiunto sia in tema di tempi di attesa (dai 15 gg. precedenti alle 7 ore attuali) che di maggiore collaborazione tra i due Enti. Assistenza ai lavori di manutenzione nei locali Come previsto dal DPSS un impiegato dell’Ordine ha dovuto assicurare la sua presenza durante i lavori di manutenzione degli uffici che hanno interessato: Sostituzione dell’impianto di condizionamento nel locale Server con predisposizione di nuove condutture di aerazione e contemporanea revisione di tutto l’impianto di elettrificazione. Sempre nel locale server si è reso necessario, per questioni di sicurezza, posizionare tutti i cavi telefonici in un apposito mobile-contenitore, acquistato allo scopo, atto a contenerli in modo da facilitarne l’identificazione e l’ispezione. Interventi di muratura a causa di infiltrazioni di umidità al di sotto della pavimentazione dei balconi di Via De Amicis – Bonifica locali delle cantine dopo l’allagamento verificatosi il 20 febbraio 2009 e successiva attrezzatura delle pareti con armadi e scaffalature atti a contenere documentazione cartacea non eliminabile. Accessibilità portale servizi anagrafici del Comune di Milano finalizzato alla riduzione dei tempi di attesa, con l’ obiettivo di accedere all’area riservata del Portale del Comune di Milano – servizi anagrafici – per ottenere online le informazioni relative alla residenza, pubblicate nell’area utenti registrati del portale del Comune. Gli uffici dell’Ordine hanno la necessità di tenere sempre aggiornati i dati relativi agli indirizzi degli iscritti i quali non sempre ricordano di inviare i propri cambi di indirizzo, o i trasferimenti di residenza, e questo provoca un dispendio di energie sia in termini economici (ritorno della corrispondenza già affrancata) che di tempo dedicato. Le richieste (circa 1.000 all’anno) di conferma di indirizzo al Comune, venivano inviate agli uffici anagrafe che le riscontrava con molto ritardo e questo andava a discapito della ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse e dei tempi degli operatori dei due Enti, contravvenendo alla sempre auspicata collaborazione tra Enti pubblici. A seguito di vari solleciti, è stato organizzato un risolutivo incontro con l’Assessore Stefano Pillitteri, a cui hanno partecipato oltre a funzionari comunali, il Consigliere dott. Parise e il direttore Gabriella Sartoni. Attualmente, al termine di una prima fase di rodaggio, siamo passati dai 30 gg. necessari per avere una risposta, a due gg. o addirittura a casi in cui la risposta arriva a un’ora dalla richiesta che ora viene effettuata via e-mail. Ristampa volume “Norme e Regolamenti” Vista la delibera di Consiglio, di procedere alla ristampa del volume “Le norme che regolano la Professione Medica” la cui ultima edizione risaliva al 1988 e le cui copie erano in via di esaurimento, è stato deciso un progetto obiettivo finalizzato all’aggiornamento della normativa pubblicata sul volume, con le modifiche apportate o da nuova legislazione [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 42 ATTIVITÀ DELL’ORDINE e di positivo contenimento delle spese (€ 20.000,00), pur nel rispetto della normativa, di convocare per l’anno 2010, un’unica Assemblea annuale degli iscritti cui sottoporre l’approvazione del Consuntivo 2009, l’assestamento 2010 e il bilancio preventivo 2011. o da sentenze intervenute dal 1988 a tutt’oggi. Il volume è stato stampato nel luglio 2009 e viene consegnato agli iscritti al momento del Giuramento. Fascicoli personali degli iscritti cancellati negli anni 1911-2008 Nel mese di febbraio 2009 si è verificata una perdita d’acqua dalle tubazioni situate nelle cantine con conseguente allagamento delle stesse e danno irrimediabile per molta della documentazione cartacea, contenuta negli scatoloni ivi depositati. Tutto l’ingente materiale polveroso e in pessime condizioni è stato traslocato dai vani cantina presso il locale conferenze della sede e tutti gli incartamenti sono stati esaminati per valutare quali dovevano essere distrutti con apposita apparecchiatura, quelli che potevano esserlo, opportunamente protetti, consegnati all’AMSA per l’incenerimento e quelli che dovevano e potevano essere conservati. Tra questi 140 voluminosi pacchi contenenti i fascicoli personali degli iscritti cancellati per decesso, morosità, trasferimento negli anni dal 1911 al 2005. Considerato quanto stabilito dalla legge in merito alla conservazione dei fascicoli personali, è stato istituito un progetto obiettivo per l’inventario e la classificazione, secondo elenchi alfabetici per anni di riferimento, dei 12.343 fascicoli contenuti nei pacchi e che si trovavano in pessime condizioni di mantenimento, perché esposti senza alcuna protezione all’umidità e alla polvere nel corso degli anni. Attualmente tutta la documentazione è stata vagliata, registrata e, unitamente agli altri fascicoli dei cancellati fino all’ anno 2008, archiviata e protetta negli armadi ubicati nelle cantine opportunamente bonificate. Tutti i fascicoli sono inventariati secondo uno schema che li rende immediatamente reperibili in caso di necessità. Corsi frequentati dal personale Progetto congiunto ENPAM/FNOMCeO ICI Albi – n. 2 persone Corso di Primo Soccorso aziendale – n. 2 persone Corso Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza – n. 1 persona [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 43 Consulenze del Legale agli uffici L’ avv. Enrico Pennasilico che da moltissimi anni fornisce la sua consulenza agli uffici e al Consiglio, ha effettuato 80 accessi presso la sede offrendo assistenza per la stesura delle motivazioni di pronunce delle Commissioni Medica e Odontoiatrica; per l’impostazione dei procedimenti disciplinari ex art. 44 (es. caso Clinica Santa Rita); per la stesura di delibere riguardanti casi complicati relativi al rifiuto di cancellazione dall’Albo, alle iscrizioni o alle cancellazioni di cittadini extracomunitari; alle interdizioni dall’esercizio professionale derivate da sentenze comunicate dalla Procura della Repubblica; controversia su trasmissione dati di sospensioni alla Regione Lombardia; assistenza alla stesura di contratti; rilettura nuova stesura “Norme e Regolamenti” con particolare riferimento alla evoluzione normativa e alle pronunce giurisprudenziali – L’avv. Pennasilico ha affiancato anche ATTIVITÀ DELL’ORDINE QUALCHE NUMERO l’avv. Mariateresa Garbarini dell’area giuridico amministrativa e ha fornito alla Presidenza o alla Direzione, nel corso dell’anno, 60 consulenze che gli sono state richieste per le vie brevi al momento della sua presenza in sede, con correlata redazione di memorie o corrispondenza attinenti la questione sottoposta. Sono stati richiesti dal Consiglio 10 pareri legali riguardanti tematiche difficoltose (LaClinique, Università Ambrosiana, procedimenti disciplinari a doppio iscritto ecc.) ed ha altresì fornito numerose decine di consulenze (anche telefoniche) a medici e odontoiatri che hanno richiesto appuntamento con lui con particolare riferimento alle problematiche di responsabilità civile e previdenziale. Notifiche tramite Ufficiale Giudiziario Per mancata informazione, da parte degli iscritti, dei cambi di indirizzo o a causa della loro noncuranza nel ritirare le raccomandate loro indirizzate, molte volte si verifica la necessità di ricorrere all’ufficiale Giudiziario per notificare sia le convocazioni dal Presidente ex art. 39 DPR 5/4/1950 n.221, sia le convocazioni alla celebrazione di procedimenti disciplinari, o l’invio delle decisioni adottate dalle Commissioni al termine di procedimento. D’intesa con il consulente legale che, sino a quest’anno è sempre stato incaricato di svolgere tale procedura, considerato che all’interno dell’Ordine è stato assunto personale la cui professionalità consente di Riunioni di Consiglio Riunioni di Commissione Medica Riunioni Commissione Odontoiatri (oltre 32 riunioni del mercoledì in cui i componenti la Commissione sono a disposizione dei Colleghi o del pubblico e all’esame della documentazione assegnata) Riunione Collegio dei revisori dei Conti RIUNIONI COMMISSIONI ORDINISTICHE Aggiornamento professionale Aspetti deontologici contrati convenzioni e dispositivi di legge Assicurazioni private – INPS – INAIL Associazioni mediche e odontoiatriche attività culturali Bioetica e deontologia Continuità assistenziale Contro l’abusivismo in odontoiatria Dirigenza medica e spedalità privata ENPAM – ONAOS Giovani medici Medicina ad indirizzo estetico Medicine non convenzionali Pari opportunità Precariato medico Problemi professione odontoiatrica Problemi sociali Pubblicità Responsabilità professionale medica – Odontoiatrica e psichiatria forense Precariato medico Tavolo tecnico sindrome post-polio ACCESSI IN SEDE Accessi del Presidente in sede Documentazione protocollata e assegnata all’ufficio del Presidente (n. 173 esposti + 519 varie) Accessi del Vice Presidente in sede Documentazione protocollata e assegnata all’ufficio del Vice Presidente (n. 144 esposti + n. 161 varie) Accessi del Consigliere Segretario in sede Documentazione protocollata e assegnata all’ufficio del Consigliere Segretario (n. 69 esposti + 48 varie) Accessi del Presidente Commissione Odontoiatri in sede Documentazione protocollata e assegnata alla Commissione Odontoiatri (94 esposti + 186 varie) Accessi del Tesoriere in sede Sostegno all’ufficio amministrazione e contabilità nella conduzione delle trattative e dei contratti, controllo sulle fatture e documenti contabili n. 14 n. 9 n. 13 n. 2 2 riunioni 2 riunioni 3 riunioni 2 riunioni 1 riunione 1 riunione 3 riunioni 1 riunione 5 riunioni 3 riunioni 2 riunioni 1 riunione 1 riunione 1 riunione 1 riunione n. 218 n. 692 n. 165 n. 305 n. 122 n. 117 n. 96 n. 280 n. 159 PROCEDIMENTI DISCIPLINARI CELEBRATI Albo Medici Ricorsi presentati dai medici alla CCEPSS al termine del procedimento Albo Odontoiatri Medici convocati a seguito di esposti pervenuti di cui n. 42 ex art. 39 Odontoiatri convocati a seguito di esposti pervenuti di cui n. 7 ex art. 39 n. 37 n. 6 n. 7 n. 98 n. 44 PATROCINI PER CORSI E MANIFESTAZIONI Patrocini concessi dal Consiglio per Corsi o Manifestazioni Convegni residenziali ECM con un totale di n. 1.707 partecipanti Corso FAD Visti di equità rilasciati n. 75 n. 12 n. 1 n. 50 [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 44 ATTIVITÀ DELL’ORDINE IN & OUT Dati protocollo in entrata Dati protocollo in uscita e-Mail pervenute (compresa posta indesiderata) e-Mail inviate n. 12.000 n. 7.400 n. 18.200 n. 5.005 ENPAM Domande di pensione presentate Richieste informazioni protocollate in arrivo Domande di sussidio presentate Casi esaminati dalla Commissione Invalidità Accessi al Totem informativo presente negli uffici n. 410 n. 170 n. 26 n. 15 n. 100 ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI Iscrizioni Albo Medici n. 402 di cui 290 di prima iscrizione (tra cui 14 cittadini comunitari e 13 extracomunitari) e n. 112 di provenienti da altri Ordini provinciali. Iscrizioni Albo Odontoiatri n. 73 di cui 38 di prima iscrizione (tra cui 4 di cittadini comunitari e 1 cittadino extracomunitario con reciprocità); n. 14 di provenienti da altri Ordini provinciali e n. 21 doppie iscrizioni. Cancellazioni Albo Medici n. 241 di cui n. 93 per decesso; n. 94 trasferimento ad altro Ordine provinciale; n. 12 trasferimento residenza all’estero; n. 42 rinunce all’iscrizione Cancellazioni Albo Odontoiatri n. 37 di cui n. 5 per decesso; n. 19 trasferimento ad altro Ordine provinciale; n. 2 trasferimento residenza all’estero; n. 11 rinunce all’iscrizione. Iscrizioni Elenco Psicoterapeuti n. 22 Tesserini di iscrizione emessi (compresi i duplicati) n. 766 Certificati di iscrizione emessi (compresi Good Standing) n. 3.183 Certificati online richiesti tramite sito Web n. 3.298 Pass auto e vetrofanie rilasciati n. 1964 AREA GIURIDICA –AMMINISTRATIVA Documentazione protocollata ed evasa + 252 E-Mail riguardanti vari quesiti: Accesso agli atti amministrativi, Contrattualistica, PEC, Problematiche generali inerenti la professione, procedimenti disciplinari ecc. PUBBLICITÀ SANITARIA Documentazione protocollata ed evasa di cui 71 richieste di parere preventivo, 58 richieste parere per apertura sito Internet, 47 esposti, 12 varie. Convocazioni a seguito esposto Presenze Consigliere dott. Ugo Tamborini per consulenze ai Colleghi CONSULENTI ESTERNI: APPUNTAMENTI FISSATI DAL CENTRALINO DELL’ORDINE Legale Avv. Matteo Fortis (oltre alle consulenze telefoniche) Fiscale Dott. Marco Razza (oltre alle consulenze telefoniche) Dott.ssa Eva Azzimonti (oltre alle consulenze telefoniche) Previdenziale e Contratti Dott. Pier Franco Rossi APPUNTAMENTI FISSATI CON I CONSIGLIERI Medicina Generale Dott. Luigi Di Caprio Dott. Ugo Tamborini Medicina dei servizi Dott. Giovanni Campolongo n. 200 n. 188 n. 20 n. 40 n. 184 n. 214 n. 136 n. 129 n. 23 n. 10 n. 8 [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 45 predisporre tale prassi, si è passati ad autonomamente richiedere tali notifiche agli uffici preposti del Tribunale di Milano. Consulenza Informatica • Sviluppo IAM (Anagrafica Iscritti): nuova idoneità agli obblighi di legge (good-standing, registri MNC), migrazione patrimonio informativo da vecchia a nuova piattaforma tecnologica (lettere automatiche in ambiente Intranet), miglioramento funzioni di controllo degli accessi ai dati riservati. • Rinnovamento infrastruttura Server: incremento delle prestazioni, maggiore flessibilità e continuità di servizio, migliore sicurezza del patrimonio informativo, adesione agli obblighi di legge in materia di privacy dei dati. • MAV: semplificazione procedura di pagamento dei contributi annuali, riduzione errori di imputazione, diminuzione costi di gestione e dei tempi di accreditamento, monitoraggio delle singole posizioni e dello stato del credito • PEC: adesione agli obblighi di legge, e-mail con valore legale, riduzione costi invio/ricezione documenti, trasmissione sicura • Sviluppo nuovo Portale: flessibilità e adattabilità, grafica moderna e consona all’Ente, miglioramento aree pubbliche e riservate, aggiornamenti in tempo reale, maggiore interazione con gli Iscritti, percorso di navigazione consistente • Servizio di assistenza: team focalizzato sulle esigenze dell’Ordine.■ ARTE Silvano Battistotti Il fenomeno Picasso (Parte quarta) “Donna in poltrona” 1913 cm. 150x100 olio su tela ediamo ora la “Donna in poltrona” del 1913 cm. 150x100 olio su tela, ancora in verticale, ma qui siamo già di fronte a una sintesi formale che supera le geometrie esasperate dei primi quadri V cubisti. I tratti sono più morbidi, le linee curve modulate si alternano ai piani spezzati, le campiture si fanno più ampie e meno articolate, ne risulta una maggior distensione e un ampio respiro che si trasmette al fruitore [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 46 senza ansia ossessiva. Le parti più evocative del ricordo figurale sono i capelli, trattati con una ondulazione di linee cromatiche ben inserite sui colori di fondo, le mammelle sono viste sia frontalmente, con i capezzoli-turaccioli in forte aggetto, sia lateralmente con appiattimento; i grandi archi laterali sfalsati tra loro delimitano il corpo della figura, articolati all’interno da altre successioni di superfici ricurve e di piani intersecantisi, l’abito della donna è rappresentato con modulazioni curve ma pare essere un pezzo di tenda con gli occhielli verso il basso, i braccioli della poltrona sono dinamizzati da piccoli semicerchi accavallantisi e vediamo persino una traccia di frange della stessa, molto stilizzate e mimetizzate all’interno di rettangoli; i colori vanno un po’ animandosi, pur restando ancora su grigio-verdi e bruni con piccoli accenni di rosso. Siamo di fronte a un ritmo dinamo-plastico, che vedremo anche nei Futuristi italiani, caratterizzato dall’alternanza tra ampie campiture di colore più omogeneo in contrasto con piccole zone più dinamizzate e modulate da linee curve che contornano quasi la massa compositiva centrale. Siamo alle ultime battute di questo periodo; presto il colore prenderà di nuovo il sopravvento e le forme, più geometrizzate e inventate, ci porteranno verso una maggior sintesi formale. “I tre musici” 1921 cm. 204x233 olio su tela, è il classico esempio di quanto appena accennato. Qui abbiamo tre personaggi variamente interpretabili, cioè un Pierrot che suona il clarino, un Arlecchino che “I tre musici” 1921 cm. 204x233 olio su tela suona la chitarra e un Monaco che regge lo spartito musicale. Al di là di questa breve descrizione andiamo a scoprire la stretta connessione, o meglio interconnessione,dei tre personaggi, quasi un monolite scultoreo con alcuni accenti cromatici che ci riportano a una tavolozza non mortificata. Appaiono i tre colori fondamentali, giallo, rosso e blu più il bianco e il nero, quel nero che Picasso ha sempre usato in modo insuperabile e che funge sempre da catalizzatore per esaltare gli altri colori. Le figure sono variamente spezzate in parte dalle linee ma qui vediamo che sono le forme delle superfici cromatiche stesse a modulare le forme e a creare piani diversi. Certo non abbiamo più quelle spezzature prepotenti dei primi periodi cubisti ma il risultato qui ottenuto è più disteso e leggibile. Guardate per esempio il particolare del cane sotto il tavolo: il corpo è sotto la sedia del Pierrot, le due zampe con unghie fuoriescono verso sinistra e la testa è là in fondo, dietro tutti, anche se cerca di insinuarsi più in avanti; il piano del tavolo è sbilenco pendendo a destra con un bruno che ben si accosta all’azzurro del piano posteriore che a sua volta si lega con quegli azzurri, bianchi e neri sul piano stesso. L’azzurro di fondo è parte del vestito del Pierrot (che è bianco) e parte dell’Arlecchino che è a triangoli rossi (o meglio arancio, che è il complementare del blu) e gialli. Il nero domina ovunque, definisce, rinforza, blocca le figure in moduli geometrici ben calibrati, il fondo è bruno, come ai vecchi tempi, ma si porta tra le fessure fino in primo piano legando il tutto in modo ineccepibile. Ultima osservazione: guardate il volto dell’Arlecchino e la barba del Monaco, osservate come paiono pezzi di collage strappati da una carta da parati o da una reticella metallica ritagliata. È ancora una volta il piacere di tenersi sempre attaccati a qualcosa della vita reale, è l’uso dell’oggetto stravolgendone la funzione, ma inserendolo in un nuovo contesto in cui le possibilità d’uso possono dilatarsi a dismisura. E il tutto con una sobrietà di mezzi, con un equilibrio misurato tale da trasfigurare i tre musicisti in una dimensione cristallizzata nel tempo, ma un tempo oltre quello musicale. Negli anni Venti e Trenta Picasso dipinge e scolpisce secondo due filoni interessanti: l’uno è costituito dal repertorio classico con infiltrazioni di tipo surrealista, l’altro, strettamente legato al primo, trasmuta il reale violento delle cose per unificare natura e storia in una identica drammaticità (Minotauromachia 1935; Guernica 1937 o Pesca notturna ad Antibes 1939). Negli ultimi tre decenni della sua carriera pittorica Picasso ha spaziato veramente in un suo macrocosmo, non tralasciando nessun aspetto della vita quotidiana senza traslarlo con il suo” tocco magico” di grande artista con cicli quasi [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 47 ossessivi che egli vorrà sviscerare fino all’impossibile. Avremo allora la serie del “Gatto con uccello” del 1939, quella del “Teschio di toro” del 1942 e a partire dal 1963 la serie infinita de “Il pittore e la modella” dove l’artista, con l’occhio compiaciuto del guardone, osserva le modelle che tanto l’ispiravano con la loro bellezza, senza contare la numerosa attività grafica espressa sempre nel campo dell’erotismo. Vi è poi un altro settore in cui Picasso si è cimentato: quello del rifacimento di grandi capolavori del passato, intorno alla metà degli anni cinquanta, quasi a volerci suggerire come lui avrebbe interpretato quelle grandi opere, così egli riproietta nel presente “Las meninas” da Velasquez, “Donne d’Algeri” da Delacroix, “Le déjeuner sur l’herbe” da Manet ecc. Anche in queste opere Picasso ci dimostra la sua grandezza con la sua capacità di “metabolizzatore “continuo, con quella sua vena di creatore e ricreatore tanto che questa sua ossessione esplicita di dipingere lo indusse a dire: “tutto sommato, la cosa veramente terribile per un pittore è la tela bianca. ■ ISCRIZIONI ECM Iscrizione agli eventi ECM dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Milano L’iscrizione ai Corsi ECM organizzati dall’Ordine dei Medici di Milano può essere effettuata via e-mail all’indirizzo [email protected] inserendo nella mail tutti i dati richiesti nella scheda sotto riportata. N.B. Si specifica che l’adozione di tale modalità comporta l’implicita autorizzazione da parte dell’Ordine al trattamento dei dati ivi inseriti e che tali dati potranno essere cancellati o rettificati a Vostra richiesta ex art. 7 D.Lgs. 196/2003. Qualora il medico non avesse indirizzo mail potrà inviare la scheda di seguito riportata tramite Fax al n. 02 93661587 *Nome/Cognome....................................................................................................................................................................................................... *Luogo e data di nascita........................................................................................................................................................................................... *Anno di Laurea............................................................*Specialità........................................................................................................................ *Qualifica..................................................................................................................................................................................................................... Istituto........................................................................................................................................................................................................................... Indirizzo professionale...................................................................................................................................................................n....................... CAP...........................................................Città...........................................................................................................................Prov........................ Residente a.................................................................................................................................................................................................................. Indirizzo domicilio..........................................................................................................................................................................n....................... CAP....................................................Città..........................................................................................................................................Prov............... Tel. ab...................................................................................................................................................Osp................................................................. Cellulare.........................................................................................................Fax....................................................................................................... E-mail............................................................................................................................................................................................................................ *Codice fiscale............................................................................................................................................................................................................ ❑ 1 Il carcinoma orale Sabato 6 marzo 2010 ❑ 3 Opzione terapeutiche in tema di patologia degenerativa del rachide Sabato 20 marzo 2010 ❑ 2 Il maschio infertile: che fare? Sabato 13 marzo 2010 ❑ 4 Indicazioni e limiti delle seconde classi scheletriche da ipoplasia mandibolare: protocolli ortopedico/ortodontici e chirurgici Sabato 17 aprile 2010 Consenso al trattamento dei dati personali Il trattamento dei dati personali che La riguardano viene svolto nel rispetto di quanto stabilito dalla Legge 196/2003 sulla tutela dei dati personali. Si raccomanda di compilare la scheda di iscrizione in tutte le sue parti, compreso il codice fiscale, indispensabile al fine di ottenere l’attribuzione dei crediti formativi. ❑ Accetto ❑ Non accetto Firma............................................................................................................................................................................................................ L’accettazione al consenso del trattamento dei dati è fondamentale ai fini dell’iscrizione. INFORMAZIONI GENERALI • L’iscrizione al Corso è gratuita. • Il Corso è in fase di accreditamento presso il Ministero della Salute: verrà rilasciato un attestato di partecipazione con crediti formativi attribuiti dalla Commissione E.C.M. • L’attestato verrà rilasciato solo a coloro che parteciperanno all’intera durata dei lavori e compileranno il questionario di valutazione/apprendimento e il modulo di valutazione dell’evento. CORSI ECM 1 Il carcinoma orale Sabato 6 marzo 2010 – ore 8.15-13.40 Auditorium Don Alberione – Periodici San Paolo Via Giotto 36 – Milano Il 6 di marzo ci sarà la presentazione alla Regione Lombardia del “Progetto Nazionale di prevenzione del Carcinoma del Cavo Orale” promosso dalla C.A.O. insieme a importanti società scientifiche universitarie quali la S.I.P.M.O. e la S.I.O.C.M.F. È stato questo l’inizio di un percorso che si propone di sensibilizzare le differenti professionalità mediche (dall’odontoiatra al medico di medicina generale nell’ambito della comune casa ordinistica) verso una gravissima patologia che, tra l’altro, è particolarmente temuta dai cittadini della nostra regione. Un discorso che è anche funzionale alla promozione della rete di strutture già presente sul territorio (cliniche universitarie, reparti ospedalieri, ambulatori ecc.). Le strategie di contrasto del carcinoma intraorale si fondano su diagnosi il più possibile precoci e sulla promozione di misure di prevenzione primaria (tra cui le tecniche di cessazione del fumo). Alcune recenti ricerche hanno mostrato che solo il 53% degli odontoiatri si sente sufficientemente preparato per gestire appropriatamente un soggetto che presenti una lesione orale potenzialmente maligna o una sospetta neoplasia. L’obiettivo principale di questo corso è quello di fornire ai partecipanti tutte le informazioni più importanti per prendere decisioni e agire comportamenti basati sulle migliori evidenze scientifiche disponibili. Coordinatori Valerio Brucoli, Dino Dini, Claudio Gatti, Luigi Paglia, Ercole Romagnoli Introduzione Valerio Brucoli Moderatore Dott. Antonio Carrassi PROGRAMMA 8.15-8.30 Registrazione Partecipanti 8.30-9.20 Apertura lavori Dott. Ugo Garbarini Presidente OMCeO Milano Saluto delle Autorità Prof. Ferruccio Fazio (Ministro della Salute) Dott. Luciano Bresciani (Assessore alla Sanità Regione Lombardia) Generale Samuele Valentino (Comandante Ospedale Militare di Milano) Prof. Enrico Gherlone (Referente per l’Odontoiatria Ministero Salute) Sono stati invitati a partecipare Dott. Carlo Lucchina (Direttore Generale Sanità Regione Lombardia) Presidenti OMCeO Lombardia Presidenti CAO OMCeO Lombardia Direttori Generali ASL e A.O. Lombardia Direttori Sanitari ASL e A.O. Lombardia 9.20-10.00 Francesco Spadari Dorina Lauritano Epidemiologia e fattori di rischio 10.00-10.40 Alessandra Majorana Aspetti diagnostici e clinici delle lesioni orali potenzialmente maligne 10.40-11.20 Silvio Abati Il carcinoma orale: presentazione iniziale e problematiche cliniche 11.20-11.50 Intervallo 11.50-12.30 Federico Biglioli Davide Sozzi Strategie terapeutiche e protocolli di follow-up 12.30-13.10 Antonio Carrassi Il ruolo dell’Odontoiatra nella prevenzione del cancro orale 13.10-13.40 Discussione e compilazione schede di valutazione e di verifica n. 200 posti disponibili - Accreditato per Medico Chirurgo e Odontoiatra [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 49 CORSI ECM 2 Il maschio infertile: che fare? Sabato 13 marzo 2010 – ore 8.15-13.45 Auditorium Don Alberione – Periodici San Paolo Via Giotto 36 – Milano 10.45-11.00 Moderatori Giovanni M. Colpi Direttore U.O.C. di Urologia II Andrologia e Riproduzione Assistita A. O. San Paolo – Milano Marco Grasso Direttore U.O.C. di Urologia A. O. San Gerardo – Monza Intervallo Moderatori Giovanni M. Colpi Rubens Fadini 11.00-11.30 Marco Grasso Quando è criticabile il ricorso diretto alla fecondazione in vitro PROGRAMMA 8.15-8.45 Registrazione Partecipanti 8.45-9.15 Giorgio Del Noce Responsabile Servizio di Andrologia – Promea – Torino Infertilità maschile: epidemiologia ed implicazioni socioeconomiche 9.15-9.45 Rubens Fadini Direttore Biogenesi – Istituti Clinici Zucchi – Monza La Legge 40/2004, i “viaggi della speranza”, la delibera della Consulta 9.45-10.15 Candido Bondavalli Direttore U.O.C. di Urologia A. O. Carlo Poma – Mantova Paolo Parma Dirigente Medico – U.O.C. di Urologia A. O. Carlo Poma – Mantova Quando prescrivere l’esame seminale e quando la crioconservazione del seme 11.30-12.00 Francesco Fusi Responsabile Centro di PMA IRCCS San Raffaele – Milano Quando è indicato il ricorso alla fecondazione in vitro e risultati della stessa 12.00-12.30 Mirco Castiglioni Dirigente Medico – U.O.C. di Urologia II Andrologia e Riproduzione Assistita A. O. San Paolo – Milano Indicazioni ed efficacia dei trattamenti del maschio nell’infertilità di coppia 12.30-13.00 Giovanni M. Colpi Etica, economia ed appropriatezza nella gestione del maschio infertile 13.00-13.15 Candido Bondavalli Giovanni M. Colpi – Rubens Fadini Francesco Fusi – Marco Grasso Conclusioni 13.15-13.45 10.15-10.45 Mario Mancini Dirigente Medico – U.O.C. di Urologia II Andrologia e Riproduzione Assistita A. O. San Paolo – Milano Quando e come è utile l’ecografia nel maschio infertile Compilazione schede di valutazione e di verifica n. 200 posti disponibili – Accreditato per Medico Chirurgo [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 50 3 Opzioni terapeutiche in tema di patologia degenerativa del rachide Sabato 20 marzo 2010 – ore 8.00-13.45 Auditorium Don Alberione – Periodici San Paolo Via Giotto 36 – Milano Coordinatore Dott. Roberto Assietti Dirigente Medico – S. C. di Neurochirurgia Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico – Milano PROGRAMMA 8.00-8.30 Registrazione Partecipanti 8.30-8.45 Dott. Pietro Marino Responsabile S. C. di Medicina d’Urgenza Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico – Milano Introduzione ed inquadramento epidemiologico 11.45-12.45 Dott. Roberto Assietti Trattamenti chirurgici tradizionali e mini-invasivi 12.45-13.10 Dott. Mario Morosi Responsabile S. C. di Neurochirurgia Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico – Milano Conclusioni 13.10-13.45 Compilazione schede di valutazione e di verifica 8.45-9.30 Dott. Roberto Assietti Anatomia, fisiopatologia e biomeccanica del rachide 9.30-10.15 Dott. Antonio Pieri Dirigente Medico – S. C. di Neurochirurgia Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano Quadri clinico radiologici principali 10.15-10.45 Intervallo 10.45-11.45 Dott.ssa Patrizia Tito Dirigente Medico – S. C. di Neurochirurgia Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico – Milano Trattamenti conservativi medici, fisici e chirurgici percutanei n. 200 posti disponibili – Accreditato per Medico Chirurgo [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 51 CORSI ECM 4 3 Indicazioni e limiti delle seconde classi scheletriche da ipoplasia mandibolare: protocolli ortopedico/ortodontici e chirurgici Sabato 17 aprile 2010 – ore 8.15-14.15 - Auditorium Don Alberione Periodici San Paolo - Via Giotto 36 – Milano Le malocclusioni di seconda classe, caratterizzate da ipoplasia della mandibola, sono molto frequenti nella razza caucasica e possono riconoscere una tendenza famigliare. Svariati Autori si sono occupati di far luce sui tempi, sulle modalità di trattamento e sugli aspetti prognostici dei trattamenti. Relativamente ai tempi, ad oggi, il timing corretto prevede la stimolazione della crescita mandibolare poco prima del picco di crescita adolescenziale o pre-puberale. Vi sono svariati dispositivi ortopedici con i quali procedere alla stimolazione mandibolare. Generalmente si tratta di apparecchi rimovibili che devono essere portati dal paziente per il maggior numero di ore possibili nelle 24 ore. Non in tutti i casi la stimolazione mandibolare porta alla soluzione completa del difetto. Le variabili in gioco riguardano il tipo di difetto, la gravità, la ereditarietà del difetto e i tempi di trattamento. La non completa risoluzione della problematica può richiedere un intervento chirurgico ortognatico a fine crescita eseguito dal chirurgo maxillo-facciale. Il trattamento chirurgico delle ipoplasie mandibolari si avvale oggi di tecniche chirurgiche molto affidabili e sperimentate che vanno applicate con tecnica corretta dopo aver pensato un piano terapeutico che molto spesso è bimascellare con armonizzazione nei vari piani dello spazio dei mascellari, ovviamente con anche l’ottenimento di una corretta chiave occlusale. Spesso obiettivo morfo-estetico e stabilità nel tempo non vanno di pari passo e occorre, discutendone col paziente, optare per la soluzione preferita. La recidiva, imprevedibile per il singolo caso clinico, è mediamente proporzionale all’avanzamento praticato e se per piccoli avanzamenti è di fatto senza apprezzabili conseguenze occlusali, per grandi avanzamenti sarà caratterizzata da perdita della corretta occlusione ma con modeste conseguenze estetiche. Coordinatore Dott. Claudio Gatti Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Libero Professionista a Milano e Parabiago Maxillo-Facciale – A. O. San Paolo – Università degli Studi di Milano Il trattamento chirurgico delle ipoplasie mandibolari: indicazioni, limiti e aspetti prognostici Moderatore Dott. Luigi Paglia Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Responsabile Dip. Odontoiatria Infantile Istituto Stomatologico Italiano – Milano 11.00-11.20 11.20-12.20 PROGRAMMA 8.15-8.45 Registrazione Partecipanti 8.45-9.00 Introduzione Intervallo Dott. Claudio Gatti 9.00-10.00 Prof.ssa Giovanna Garattini Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche - A. O. San Paolo Università degli Studi di Milano Il trattamento ortopedico delle ipoplasie mandibolari: lo stato dell’arte Dott.ssa Maria Costanza Meazzini Consulente ortodontico per le malformazioni cranio-facciali – Milano Il trattamento ortopedico e distrattivo delle ipoplasie emi-mandibolari: potenzialità, limiti e risultati a distanza 12.20-13.20 Dott. Luca Autelitano Dirigente Medico – U. O. di Chirurgia MaxilloFacciale – A. O. San Paolo – Milano Il trattamento chirurgico delle ipoplasie emi-mandibolari: indicazioni e stabilità nel tempo 13.20-13.40 Discussione Dott. Luigi Paglia 13.40-14.15 Conclusioni e compilazione schede di valutazione e di verifica 10.00-11.00 Prof. Roberto Brusati Professore Ordinario di Chirurgia n. 290 posti disponibili – Accreditato per Odontoiatra [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 52 IN LIBRERIA Gestione dei rifiuti e rischi per la salute La spalla diagnosi e valutazione medico-legale Strategie di prevenzione primaria e di promozione della salute a cura di Antonio Faggioli e Ernesto Burgio C.G. edizioni medico scientifiche, 2009, Torino Giuseppe Basile, Paolo Mannella, Alberto Passeri Ghedimedia, 2009, Milano L’elaborato nasce dall’esigenza di una trattazione specifica delle “patologie di spalla”, secondo una prospettiva congiunta clinica e medico-legale. Sono sempre più ampie, infatti, le convergenze e i reciproci contributi tra le due discipline specialistiche. Tra i “punti d’incontro”, gli autori ritengono che lo studio del distretto scapoloomerale sia un argomento di rilevanza, per le molteplici manifestazioni patologiche da cui esso può essere affitto e per l’interferenza di queste condizioni sull’economia dell’arto superiore e, quindi, sulla globale “validità” della persona. Da qui l’intento di fornire una sinossi metodologica utile alla conduzione di un esame clinico adeguato e accurato, fruibile in ambito sia diagnostico-terapeutico sia di accertamento e valutazione medico-legale. La conoscenza dell’anatomia funzionale consente di comprendere i segni clinici e le manovre di estrinsecazione semeiologici, la cui corretta esecuzione e interpretazione permettono di formulare un giudizio sulla disabilità della persona. Un contributo alla conferma del sospetto diagnostico giunge dalle metodiche di diagnostica per immagini, la cui conoscenza approfondita è indispensabile per prospettare o valutare a posteriori un idoneo iter diagnostico-terapeutico anche in termini di “appropriatezza” e “beneficialità”. Ciò introduce allo studio del distretto scapolo-omerale in chiave di lettura prevalentemente medico-legale, con riferimento al rapporto di causalità tra lesione/patologia, sua conseguenza anatomo-funzionale, fino alla possibile estrinsecazione giuridica, operando altresì una “personalizzazione” del momento valutativo. Gli autori auspicano l’utilizzo di una coerente e univoca metodologia accertativa e valutativa, per correlare razionalmente l’eventuale menomazione riscontrata con il pregiudizio psico-fisico dell’esaminato e con il suo “funzionamento” negli svariati domìni della vita quotidiana. Ciò consentirà di superare le discrasie accertative e valutative percepite nella pratica clinica e medicolegale, fonte non trascurabile di “conflitto” sanitario. Il volume proposto dall’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia affronta il problema della gestione/smaltimento dei rifiuti in un’ottica di rispetto del binomio salute dell’uomo e dell’ambiente. Il testo è suddiviso in cinque parti. La prima presenta i principi fondamentali dell’ecologia e i doveri deontologici del medico. La seconda parte entra nel cuore delle problematiche ambientali, affrontando innanzitutto il quadro legislativo in materia di rifiuti. Un labirinto di decreti e leggi in recepimento di direttive europee spesso disattese dagli amministratori locali. La terza parte del testo affronta il tema “Salute pubblica e inceneritori di rifiuti: principio di precauzione, principio di prevenzione, significatività statistica e recenti evidenze epidemiologiche”. Le note dolenti vanno riportate “la salute delle popolazioni esposte può essere seriamente compromessa: in relazione alla quantità e qualità dei rifiuti inceneriti, alle non sempre ideali condizioni di combustione, all’intensità e continuità delle emissioni, alla diffusione e persistenza in ambiente di inquinanti che vanno ad aggiungersi a quelli provenienti dalle altre fonti di inquinamento”. La quarta parte si occupa di “Percezione del rischio, comunicazione sul rischio, partecipazione democratica: un nesso inscindibile di concetti e di pratiche”, verrebbe da aggiungere mai praticate. La fiducia degli autori fa ben sperare: “in una parola occorre che tutti (ricercatori, controllori, amministratori, cittadini) maturino e adottino un atteggiamento responsabile”. La quinta parte contiene le conclusioni in cui l’associazione ISDE Italia fa otto proposte operative vi riportiamo quella conclusiva, sempre disattesa in Italia: “il riconoscimento da parte delle istituzioni di “Comitati di Esperti”, esenti da conflitti d’interesse”. [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 53 NOTIZIE SPECIALISTI CERCASI PER EDUCAZIONE SANITARIA IN TANZANIA L’ospedale di Ikonda, costruito dai Padri Missionari della Consolata di Torino cinquant’anni fa, si trova nella regione dell’Ukinga (2000 metri di altitudine) e a 850 kilometri dalla città di Dar es Salaam. È sorto per la pressante richiesta della popolazione locale afflitta da un’alta mortalità materno infantile. Fin dagli anni Settanta il Ministero della Sanità tanzaniano ha riconosciuto l’importanza strategica di questa struttura sanitaria da incorporarla nella organizzazione sanitaria regionale. I Padri della Consolata hanno sempre privilegiato il processo di africanizzazione tanto che ora tutto il personale medico e paramedico è tanzaniano e la presenza saltuaria di specialisti occidentali ha solo la funzione di supporto didattico (attualmente è presente una infettivologa e una farmacista). Questo ospedale deve ancora fare affidamento a figure sanitarie capaci di diagnosticare e curare pazienti con le più varie patologia. Per tentare di mantenere il livello assistenziale più e elevato possibile, Padre Alessandro Nava, attuale Amministratore, sta cercando specialisti in ORTOPEDIA, PEDIATRIA, GINECOLOGIA che desiderino fare educazione sanitaria nell’ambito della propria specialità per periodi non inferiori all’anno, limite temporale nato dalle esperienze passate e dalle richieste degli stessi medici tanzaniani. Inoltre, la presenza di pazienti cardiopatici ha spinto il personale sanitario a chiedere con insistenza la presenza di un CARDIOLOGO anche per un periodo molto più breve (uno, due mesi) con lo scopo di insegnare le basi di una specialità da sempre poco considerata nei Paesi equatoriali. È richiesta la conoscenza della lingua inglese. Per ulteriori informazioni: www.ikondahospital.org – tel. 338 6673367 Per contattare direttamente Padre Alessandro Nava: [email protected] tel. +255 (0)754372769 oppure Dr. Manuela Buzzi: [email protected] – tel.+255 (0)762098451 CERCO-OFFRO A.D. Global Solution, azienda attiva nel settore della formazione, CERCA docenti in area Salute e Sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08), in particolare sulla tematica del Primo Soccorso Aziendale. Si richiede laurea in medicina, esperienza nella formazione di adulti sul tema specifico, disponibilità a eventuali trasferte. Inviare C.V. completo di autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs. 196/03 a [email protected]. A proposito dell’articolo sulla Sindrome Post Polio, così si esprime il collega prof. Silvio Boccardi «Non credo all’esistenza di una Sindrome Post Polio definita, ma all’aggravamento dei segni legati alla poliomelite accentuati dall’invecchiamento e dalla progressiva perdita dei compensi» [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 54 NOTIZIE UN VUOTO INCOLMABILE Giorgio Conconi ci ha lasciato improvvisamente. Incredulità, stupore, sconcerto, sconforto, rimpianto, dolore, ricordi. Ricordi dei momenti trascorsi insieme nei congressi, nelle manifestazioni culturali da lui organizzate nelle belle ville patrizie della sua città. Di quei tempi, ricordo il grande prestigio di cui giustamente godeva come medico e come persona, cordiale, ottimista, aperta e soprattutto, ricca di cultura umanistica, ricco di una grande fede che, da laico inveterato, gli invidiavo. Credo di avere letto tutti i suoi romanzi, anche per questo stimandolo ed ammirandolo, pensando alla mia incapacità espressiva. Quel magnifico “Quando Gesù sorrise” testimonianza della sua grande fede e conoscenza delle Sacre Scritture. Leggevo il suo piacevolissimo e gustosissimo elzeviro che, alla domenica, ci confezionava sul Corriere della Sera, frutto e testimonianza della sua professione. Professione di un medico che rifletteva sul suo lavoro e sul mondo di personaggi con cui veniva a contatto. Era anche componente della Commissione Cultura dell’Ordine e ne aveva entusiasticamente accettato di farne parte anche quest’anno. È un vuoto incolmabile quello che lascia, ricorderemo con affetto, simpatia e rimpianto le sue doti morali e siamo vicini alla sua bella Famiglia che ne è stata dolorosamente privata. Ugo Garbarini ENTUSIASMO PER UN COMPITO IMPEGNATIVO È appena finito il 2009 e già lo abbiamo archiviato come anno pieno di eventi catastrofici di grande entità. Il terremoto d’Abruzzo ci ha scosso particolarmente, abbiamo rivolto il nostro pensiero alle numerose vittime e alle numerose persone rimaste senza casa, il bene più prezioso. Noi Socie AMMI abbiamo raccolto fondi che abbiamo donato per la ricostruzione dell’Ospedale Pediatrico dell’Aquila, contributo di solidarietà molto sentito da tutte noi AMMINE. Abbiamo inoltre dato la nostra solidarietà agli alluvionati di Messina e dintorni. Sono passati ormai otto mesi dalla mie elezione a Segretaria Nazionale e il mio entusiasmo è sempre un crescendo. Con questa carica così importante ho avuto modo di contattare numerose Sezioni e parlando con le varie Presidenti, Segretarie,Vice Presidenti ho potuto constatare quale grande famiglia è l’AMMI. Il mio compito è molto impegnativo, ho dovuto redigere il nuovo indirizzario triennale e ho stilato i verbali del Consiglio Nazionale Il mio telefono cellulare è sempre aperto per fornire indicazioni,informazioni e supporto materiale per lo svolgimento delle attività delle Sezioni. Il nuovo anno mi vedrà impegnata nei nostri interregionali di Lucca,Benevento e di Padova; inoltre parteciperò al Congresso Nazionale di Palermo. Questi incontri con le Sezioni di tutta Italia mi daranno ancor più la carica per lavorare con impegno affinché la nostra associazione continui a essere un punto di riferimento importante per tutte le mogli dei Medici. Sono gradite nuove iscrizioni,la nostra associazione è aperta a tutte coloro che vogliono essere al corrente di tutte le nostre attività che riguardano principalmente le informazioni relative alla prevenzione medica e alla divulgazione scientifica e culturale. Abbiamo inoltre in programma due viaggi all’anno, uno in Italia e uno all’estero;tali viaggi culturali sono un’occasione di incontri tra amiche unite dallo stesso interesse. Porgo i miei migliori auguri di Buon Anno 2010. La Presidente di Milano / Segretaria Nazionale AMMI Alba Maspero Casorati [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 55 WWW.DENTISTIMILANO.IT Notevole riscontro ha avuto il 3° Convegno di Dentisti Milano dal tema di scottante attualità: “La professione che cambia: sicurezza, burocrazia, prospettive”. La realtà odontoiatrica infatti è in rapido e continuo cambiamento per quanto riguarda sia gli adempimenti strutturali che fiscali, così come per il ruolo delle nuove figure professionali che gravitano attorno allo Studio. Il dr. Ezio Carlo Rossi, presidente di Dentisti Milano, ha aperto la giornata con un breve discorso introduttivo, ricordando l’attività dell’associazione e presentando l’iniziativa, intrapresa quest’anno, a favore della popolazione dell’Abruzzo colpita dal terremoto. Ha quindi dato il via ai lavori il dr. Sergio Morena, che ha illustrato le normative in atto per la sicurezza sul posto di lavoro. Il secondo intervento è stato di Massimo Romagnoli, esperto di sicurezza, privacy e gestione dello studio dentistico: ha evidenziato la lista degli adempimenti necessari a una corretta conduzione dello studio odontoiatrico. La parola è passata poi al dr. Carlo Fossati, presidente della Fondazione I.S.I. che ha esposto un’efficace sintesi sui differenti ruoli delle nuove figure professionali. Il dr. Claudio Giammatteo, direttore del Fondo Faschim, ha concluso i lavori, presentando l’esperienza maturata da questo fondo sanitario. La sua esposizione brillante e accattivante ha dato seguito a un crescendo di domande e risposte che ha tenuto viva la tavola rotonda conclusiva, sicuramente proficua per tutti. Dentisti Milano ringrazia l’assicurazione Assita, l’Istituto Stomatologico Italiano e Antenna Service Consulente Informatica che con la loro generosità, ospitalità, disponibilità e competenza hanno consentito la realizzazione dell’evento. L’associazione, ritenendo doveroso rispettare il proprio motto “Etica e Professione” per salvaguardare la qualità del loro lavoro, a vantaggio di tutta la collettività e della qualità dell’odontoiatria italiana, si augura di poter continuare a realizzare questo tradizionale appuntamento d’informazione con un 4° Convegno. Dentisti Milano è pronta ad accogliere chiunque condivida questi ideali. Per informazioni e iscrizioni www.dentistimilano.it. IN RICORDO DI… I colleghi che ci hanno lasciato ABRAMO ADAMI ALTAMURA AUDISIO BARBACCIA BARBAGALLO BEDONI BENETTI BIGATELLO BLASI BORELLA BOTTANI BRIGIDA BRINA CALDERARI CALVI ZAMPETTI CAMPORESE CARLONI CASATI CASTELLANI CATTANEO COHN COLLIVASONE CONCONI COZZI CRIVELLI DALLE RIVE DE CANCELLIS DE CHERCHI DE PALO DE POL DELLA MORTE DI NOLA DI PREMIO FABRIS FABRIS FELISI FERRARI FERRARIO FRANCESCHINI GABRICI GIANA GRILLI GRILLO GUARNERA LASTRUCCI LEPERA LESCA LICATA LO MONACO Dott. Francesco 10-apr-42 Dott. Andrea 28-feb-50 Dott. Vincenzo 26-feb-3 0 Dott. Roberto 03-ago-48 Dott.ssaPaola 24-gen-50 Dott.ssa Giuseppina 28-ago-27 Dott. Pietro 23-mag-49 Dott. Mario Dino 30-mar-55 Dott. Attilio Maria 03-feb-48 Dott. Raffaele 19-apr-24 Dott.ssa Elena 12-dic-54 Dott. Gilberto 16-mag-29 Dott. Vincenzo 25-gen-33 Prof. Aldo 06-feb-18 Dott. Gerolamo 22-ott-30 Dott. Aurelio 02-apr-24 Dott. Sergio Carlantonio12-giu-46 Dott. Antonio 04-mag-55 Dott. Giuseppe 02-mar-45 Dott. Renato 27-dic-46 Dott. Edoardo 02-ott-25 Dott. Neville Herbert 18-apr-39 Dott.ssa Rosella Maria 12-lug-59 Dott. Giorgio 06-mar-37 Dott.ssa Enrica 20-apr-50 Dott. Gerolamo 14-feb-46 Dott. Francesco 25-ott-23 Dott. Francesco 22-set-28 Dott.ssa Maria Sonia 20-feb-36 Prof. Giuseppe 25-ott-35 Dott.ssa Maria Pia 24-set-34 Dott. Ennio 24-mar-45 Dott.ssa G. M. Immacolata 01-set-64 Dott.ssa Raffaella 20-giu-47 Dott. Nicola 03-lug-42 Prof. Pietro 16-ago-16 Dott. Arnaldo 19-gen-29 Prof. Alberto 02-ago-47 Dott.ssa Elena Giovanna 23-ago-56 Dott.ssa Giuliana 08-gen-23 Dott. Enzo 09-feb-09 Dott. Giancarlo 22-giu-57 Dott.ssa A. Antonietta M. 27-mar-41 Dott. Walter Vincenzo 22-gen-54 Dott.ssa Silvia 07-gen-47 Dott. Renato 25-dic-54 Dott. Paolo 25-mar-55 Prof. Sergio 14-set-18 Dott. Giuseppe 04-giu-27 Dott. Giuseppe 25-set-39 LORENZELLI LUSSO MACULOTTI MAISANO MANENTI MARI MARTINELLI MEDA MELILLO MELLI MELZI MICOSSI MIGLIAVACCA MISSAGLIA MOLTENI MORESCHI MORONI MOROSINI NAVA OLGIATI ORDESI OTTOLENGHI PALMIERI PARDI PASQUINUCCI PEDRIALI PERTILE PISCETTA PIZZIGONI RATTO RICCI RILKE RIZZONICO ROBBIANI RUFFO SALVADORI SCAGLIONE SELVA SENESI SIGNORELLI SOLDATI SURACE TORNAGHI VALASSINA VALOTI VALSESCHINI VARALDI VIMERCATI VINCI ZULLO 26-mar-09 13-mag-09 14-mag-09 30-ago-09 14-set-09 10-lug-08 27-ott-09 27-feb-09 21-ott-09 18-ott-09 28-nov-09 05-nov-09 01-set-08 23-mag-09 11-ago-08 28-nov-09 25-apr-09 16-dic-08 26-lug-09 15-ago-09 28-nov-08 11-mar-09 09-gen-09 14-ott-09 13-giu-08 22-dic-08 12-feb-08 08-feb-09 31-mar-07 12-ott-09 24-feb-06 08-nov-09 07-ago-08 07-set-08 10-gen-09 10-dic-08 14-set-09 30-lug-08 30-ott-08 31-gen-09 18-ott-09 14-dic-08 05-mag-09 30-mar-09 15-lug-09 12-mar-09 04-mar-08 01-dic-07 16-mag-09 15-apr-08 Dott. Alberto 22-lug-23 Dott. Gino 07-ago-28 Dott. Luigi 04-ott-47 Dott. Renato 10-apr-23 Dott.ssa Gabriella 01-mar-21 Dott. Luigi 30-dic-47 Dott.ssa Carla 06-apr-53 Dott. Guido 14-gen-19 Dott. Pietro 25-mar-25 Dott. Alessandro 09-giu-84 Dott.ssa P. Amedea 30-gen-67 Dott. Piero 27-ott-46 Dott. Carlo Stefano Pio 26-dic-56 Dott.ssa Rosabianca M. 28-lug-50 Prof. Franco 16-nov-32 Dott. Silvio 29-ago-22 Dott. Gianalessandro 11-lug-41 Dott. Pierluigi 24-mar-41 Dott. Claudio 29-set-52 Dott. Vittorio 29-giu-48 Dott. Giorgio Emilio 14-set-50 Dott. Donato 10-feb-57 Dott. Luigi 21-giu-68 Prof. Giorgio 06-apr-40 Dott. Guido 26-set-22 Dott. Enrico 20-gen-42 Dott. Enrico 11-mar-79 Dott. Angelo 17-mag-18 Dott. Fulvio 19-feb-34 Dott. Emilio 03-mar-21 Dott. Arturo 03-set-22 Prof. Franco 25-ott-29 Dott. Erminio 13-set-24 Dott.ssa D. Maria 26-lug-55 Dott. G. Domenico 01-gen-27 Prof. Bruno 03-ott-31 Dott. Roberto 05-set-45 Dott. Gian Franco 09-giu-32 Dott.ssa Elisabetta 24-set-58 Dott. Giorgio 23-giu-29 Prof. Bruno 07-ago-28 Prof. Antonino 02-lug-35 Dott.ssa Raffaella 22-apr-43 Dott. Gian Piero 20-feb-40 Dott.ssa G.Elena 27-set-51 Prof. Silvio G. Antonio 10-ott-33 Dott. Umberto 21-ago-37 Dott. Giancarlo 31-ott-38 Prof. Giuseppe Walter 05-ott-37 Dott. Antonio 21-ago-67 [bollettino OMCeOMI] 1/2010 GENNAIO-MARZO 56 22-gen-09 02-gen-09 28-apr-09 16-mar-09 19-gen-09 25-feb-09 10-gen-09 02-dic-08 03-apr-09 28-giu-09 12-mar-09 01-ago-09 28-ago-09 25-ago-07 06-dic-07 06-nov-09 19-set-09 09-set-08 16-mar-09 09-mar-09 26-nov-09 18-giu-09 02-ago-09 01-mag-07 18-apr-09 03-lug-09 15-ago-09 17-mag-09 13-giu-09 07-ott-08 11-gen-09 10-giu-09 23-feb-09 07-ago-09 16-lug-09 10-dic-08 09-dic-09 02-nov-09 28-gen-09 14-dic-08 04-mar-09 17-ago-09 30-set-09 01-mag-09 12-set-09 08-gen-09 02-ago-09 06-feb-09 29-mag-09 23-mag-09 Collegati con il bollettino per lanciare le tue idee, le tue proposte, i tuoi suggerimenti [email protected] Per un bollettino più “grande” e più “vivo” abbiamo bisogno anche di te. Aspettiamo i tuoi contributi per farne uno strumento sempre più utile per la nostra professione. Il Comitato di Redazione www.omceomi.it Collegati con l’Ordine per avere tutte le notizie, le informazioni e i servizi riservati agli iscritti Abbiamo bisogno di conoscere il tuo indirizzo e-mail per completare il nostro archivio informatico e permetterci di contattarti con maggior tempestività. Se non lo hai già fatto, invia un’e-mail a [email protected] con l’indirizzo di posta elettronica a cui desideri ricevere le nostre comunicazioni. Grazie.