Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Anno 8 - Numero 7 LUGLIO 2011 SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com — E-mail: [email protected] Pag. 8 ARCHEOPARK Pag. 14 CASERMA DEI CARABINIERI Pag. 30 PARCO NATURALE DELLA MAREMMA Consulta pagina 16 La Redazione della Piazza augura buone ferie a tutti i cittadini e dà appuntamento a Settembre La zza Pia Luglio 2011 Palio Madama Margarita 3 GRAZIE A CHI SUDA! di Ivo Santolamazza Vince il Palio 2011 il Rione Empolitano. Rione Nobile è il Borgo Grazie a chi lavora al palio prendendo giorni di ferie, a chi si occupa degli allestimenti, delle scenografie, dei vestiti. Grazie ai musici, grazie a chi sopporta il caldo addossandosi velluti, elmetti e corpetti. A loro e al pubblico “pagante” (d’entrata, di offerte libere o di lotteria) dovrebbe andare tutto il rispetto possibile. Rispetto vuol dire pubblicizzare la festa fino allo sfinimento, consegnare fino all’ultima brochure. Rispetto vuol dire far entrare gli invalidi laddove è possibile all’interno del giro di corteo, soprattutto due ore prima del passaggio dello stesso, magari anche con l’automobile di un familiare che fa dieci metri e poi riesce, giusto il tempo di far scendere chi non può camminare (non è stato possibile!) Rispetto vuol dire guardare l’orologio per essere puntuali e non prendere in giro persone che partecipano per lo stesso motivo o per motivi diversi (senza essere pagate) se, in un certo senso, si adoperano alla riuscita della manifestazione. Visto che quest’anno non sono riuscito a vedere tutte le scene neanche io, o qualcuno non voleva che le vedessi per paura che influenzassi forse la giuria perché concittadino (ipotesi più probabile o meno insolente, che non richiede delucidazioni), riporterò più tardi le critiche degli esperti. Stessa critica portata avanti da molte voci del popolo è stata affib- Pia La zza biata alla scelta del Sindaco di Castel Madama di insignire la carica di assessore al palio ad un concittadino castellano. Molti si chiedevano chi sceglie e come viene selezionata la giuria. Altri pensavano che continuasse la collaborazione con il docente di scenografia (che sceglieva la giuria anni addietro) ed i suoi studenti dell’Accademia di belle Arti di Roma (che disegnavano lo stendardo). Comunque, qualsiasi castellano è esente dal dare una votazione ed il compito, tra chi passa sotto le corde di recinzione, è quello di semplice 4 Palio Madama Margarita Luglio 2011 Le foto dell’articolo sono state fornite dallo Studio Fotografico “La Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Vicolo Giustini, n. 10 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849 Anno 8, n. 7 - Luglio 2011 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: Rino Sciarretta Capo Redazione: Carla Santolamazza SOMM ARIO pag. 3 • Archeopark: parco archeologico diattico » 8 • Archeopark: osservazioni » 11 • Dall’Archeopark al Parco Archeologico » 13 • Caserma » 14 • Brevi » 15 • Inserto Palio » 17 • Vicovaro » 25 • Meglio fare chiarezza » 28 • Centro Sociale Anziani » 29 • Parco Naturale della Maremma » 30 • Associazioni » 33 SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com • Bandiere tricolori » 34 E-mail: [email protected] • Film » 35 [email protected] • Cultura » 37 • Carmen e l’amour fou » 38 Redazione: Ivano Chicca, Ivano Moreschini, Ramona Pompili, Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis, Elisa Livi, Ivo Santolamazza Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Italo Carrarini, Alessandro Camiz, Bruno Testa, Mario Di Nardo, Rina Iori, Diego Onofri, Silvia Filippi Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 Grafica ed Impaginazione: Salvatore De Angelis Chiuso in redazione il 18/07/2011 - Tiratura 1.500 copie LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ DALLE ORE 18 ALLE 20 • Grazie a chi suda! Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli La zza Pia Luglio 2011 Palio Madama Margarita accompagnatore o di carica pubblica o di rappresentante della stampa. Al contempo, come ogni anno, va detto ai rioni di trovare una soluzione per il passaggio del pubblico, perché la solita lamentela di chi paga e guarda è quella di non riuscire a vedere le scene e di essere bloccati o cacciati al passaggio della giuria. Inoltre va ricordato che quella che può essere una novità per i castellani nell’addobbo o nei temi rappresentati, non è detto sia apprezzata dalla giuria che cambia ogni anno. Una nota di merito secondo me e il parere della gente va alla ricostruzione della cappella dell’Empolitano, alle scene della rivolta e della “fattura” di Castelluccio, alla falconeria e alla Madama del Borgo, al corteo di Santa Maria della Vittoria. Pia La zza 5 Per l’addobbo inserisco le critiche, forse costruttive o quelle più incisive, di quattro giudici. Ovviamente ricordo che ogni componente della giuria ha dato voti diversi ai quattro rioni preferendo chi uno chi l’altro. ADDOBBO BORGO: Storico Federico Canaccini “un po’ improbabile la presa della strega con un sommovimento popolare di fronte alla giustizia rappresentata dalle guardie. C’erano processi etc. e comunque il fenomeno è stato ridimensionato. La balla di fieno è impossibile (la crea una macchina post Riv. Ind.). I tovaglioli non mi pare ci fossero, si usava una candida tovaglia… Da un punto di vista di resa ho notato un po’ troppa confusione e improvvisazione… Improbabili i movimenti di giocolieri”. Voto 7. La zza Pia Luglio 2011 Palio Madama Margarita ADDOBBO CASTELLUCCIO: Scenografa Paola Castrignanò “un po’ un’occasione sprecata data la bellezza urbanistica dello spazio allestito. Alcune imprecisioni e trascuratezze nelle ricostruzioni di ambienti e costumi. Molto bella l’idea dello scontro tra popolo e nobiltà… Attenzione alle pettinature, la maggior parte non proprio aderenti all’epoca. Bello allestimento serale tra sacro e profano. Ancora bello l’uso della cenere per la pulizia dei vestiti, tradizione effettivamente esistente e ben rappresentata”. Voto 7. ADDOBBO EMPOLITANO: Storico Marina Carta “buona disposizione generale, belle le cappelle, il canto gregoriano, alcune botteghe come il ceraio, discutibile la presenza dei lebbrosi e l’abbigliamento dei popolani”. Voto 8. ADDOBBO SANTA MARIA: Regista Giuliano Petrelli “è la performance più tenue con temi risaputi come il carnevale e una generale maniera poco inventiva. Buona la performance degli stornelli amorosi, la nota sicuramente più interessante”. Voto 6. Per il corteo inserisco per intero (e sottolineo per intero) a tutti e quattro i rioni il giudizio di Federico Canaccini (Storico): CORTEO BORGO: “Bella l’idea di rappresentare il legame col momento da un punto di vista storico e costumistico, la strega risulta incomprensibile”. Voto 8. CORTEO CASTELLUCCIO: “Molto azzeccata l’idea del ciclo delle stagioni e dei mesi, li ho trovati pertinenti alla attenzione posta alla ricostruzione storica. Bella la coreografia dei tamburini”. Voto 8. CORTEO EMPOLITANO: “Ben fatta la ricostruzione del corteo con i ventagli” (??? ma non erano di Castelluccio? ) “e la ripresa del tema svol- 7 to della battuta di caccia; non pertinenti le pur belle danzatrici, i cui movimenti belli, non mi sembrano evocare il Rinascimento”. Voto 8. CORTEO SANTA MARIA: “La resa della romanità mi è apparsa un po’ forzata, più carnevalesca che storica. Belli i due personaggi del sole e della luna”. Voto 6. Dopo un Palio più scarno e meno affollato degli altri anni, alcuni propongono un Palio che torni nella serenità della semplice festa. Forse troppo accanimento provocato da uno sfrenato coinvolgimento dovuto al duro lavoro, non fa gestire l’affannosa corsa alla vittoria a tutti i costi. Quindi perché no una collaborazione dei quattro rioni ad un addobbo generale meno dispendioso di costi e sudore? Perché no solo la corsa al campo che non comporta una votazione “soggettiva” della giuria? Magari lasciare il corteo e la corsa, sostiene qualcuno. Discutibile la proposta di allungare la festa: il più lo fa la gente, le scene cinquecentesche hanno bisogno di chi le anima e una settimana di balli e canti sembra improbabile quando chi partecipa è in proporzione molto inferiore alla somma dei cittadini. Per non parlare del disagio trafficoparcheggio. Ma se lasciamo tutto com’è senza polemiche!? Qualcuno dovrà pur vincere! La scelta ai Massari e ovviamente agli organizzatori. Arrivederci al prossimo anno con il Palio Madama Margarita. Comunque sia. Se ci sarà. Sul sito www.lapiazzacastelmadama.com è visionabile la galleria con le immagini del Palio 2011 e la Relazione della Giuria con relativi punteggi. Pia La zza 8 ArcheoPark Luglio 2011 ARCHEOPARK: Parco Archeologico didattico a Colle Passero a cura di Carla Santolamazza Ripercorriamo le tappe del parco a tema dal bando dell’Università Agraria nel 2009 alla presentazione del progetto e del Piano Integrato di Intervento, adottato a marzo 2011, dalle osservazioni dei cittadini alla relazione con le controdeduzioni presentata a giugno 2011 Nel dicembre 2009 l’Università Agraria pubblica il bando di concorso per la riqualificazione dell’area in località Colle Passero. La società Archeopark s.r.l. di Boario Terme risponde presentando un progetto di un Parco Tematico sulla preistoria del Lazio. Il C.d.A dell’Università Agraria approva il progetto “Realizzazione del parco a tema archeologico didattico con attrezzature turistiche, ricreative e di servizio in Località Colle Passero”, firmato dall’Arch. Ezio Padovan. In seguito la stessa società presenta al Comune di La zza Pia Luglio 2011 ArcheoPark Castel Madama il progetto redatto in forma di Piano Integrato d’Intervento. A dicembre 2010 viene approvata la Convenzione tra Università Agraria e società Archeopark ed in seguito si ottiene il parere favorevole, ai sensi del cosiddetto art. 13, da parte dell’Area Difesa del Suolo della Regione Lazio. A febbraio 2011 viene approvato lo schema di Convenzione per la concessione del diritto di superficie dei terreni dell’Ente nell’area di Colle Passero, alla società Archeopark. Precisamente si prevede la cessione in diritto di superficie di circa 11 ettari di terreno per la durata di 50 anni, a fronte di un canone annuo a favore dell’Università Agraria di 3 mila euro/ettaro. Inoltre, le opere di riqualificazione e di urbanizzazione e le aree, circa 6.700 mq, in concessione alla società Archeopark, saranno cedute in proprietà al Comune di Castel Madama direttamente dall’Università Agraria. A marzo 2011 il Consiglio Comunale di Castel Madama, Sindaco Giuseppe Salinetti, adotta con delibazio- Pia La zza 9 ne n. 6 il Programma Integrato d’Intervento che ha valenza di piano attuativo in variante al PRG come si deduce dalla relazione tecnico illustrativa e dai grafici allegati. Dopo la pubblicazione all’Albo Pretorio Comunale e l’inserzione sul BURL, nel periodo compreso dal 28/04/2011 al 18/05/2011 pervengono al Comune di Castel Madama 2 osservazioni. A giugno 2011 viene presentata la relazione di controdeduzione alle osservazioni. Il 24 giugno si è tenuto un incontro tra il Sindaco Domenico Pascucci, e l’archeologo Ausilio Priuli della società Archeopark, erano presenti il progettista l’architetto Ezio Padovan, l’assessore alle attività produttive Mauro Cascini, l’assessore all’urbanistica Michele Nonni e l’assessore ai lavori Pubblici Luciano Liberati. I rappresentanti della società si sono resi disponibili a qualsiasi incontro con i cittadini che con osservazioni hanno espresso perplessità. A breve inizieranno gli scavi per la relazione geologica e archeologica. 10 ArcheoPark IL PARCO A TEMA Il progetto prevede la costruzione di un parco archeologico-didattico, in cui il visitatore vive in maniera attiva lo scenario preistorico ricostruito. La struttura, prevalentemente didattica, si inserisce in un ambito ricco di testimonianze archeologiche, storiche, naturalistiche e culturali, attraverso un sistema di laboratori in cui il visitatore ha la possibilità di interagire, manipolare, partecipare attivamente. Un viaggio alla scoperta della preistoria attraverso l’uso di materiali, strumenti, utensili, la visita di strutture ricostruite e la possibilità di cimentarsi nel macinare il grano e fare il pane, oppure nel manipolare l’argilla, nel filare e tessere il lino, nel fondere il metallo. Sarà prevista un’area per la simulazione di uno scavo archeologico, sarà realizzata una fattoria didattica ambientata nella preistoria con animali e campicelli. I materiali utilizzati saranno tutti naturali: legno, canne, rivestimenti in pietra. Nelle ricostruzioni saranno esemplificati i modi di vivere dell’uomo preistorico: nel Paleolitico superiore (riparo-grotta); nel Neolitico perilacustre (villaggio palafitticolo intorno ad uno specchio d’acqua); nell’Eneolitico (villaggio età del rame); nel Protovillanoviano (villaggio fine età del bronzo, inizio età del ferro); passaggio alla storia con la cultura laziale (villaggio di Fidene e casa del Palatino con la nascita di Roma). Nel complesso il progetto oltre a prevedere la realizzazione di strutture ricostruttive di insediamenti preistorici, di strutture per laboratori didattici e picnic, edifici per la ristorazione, centro visite, servizi igienici, attività ricettiva, prevede anche opere di urbanizzazione e infrastrutture funzionali all’intervento stesso e al centro abitato di Colle Passero sprovvisto degli standard primari di urbanizzazione (viabilità, parcheggi pubblici, verde pubblico attrezzato). Il piano comprende uno studio di sostenibilità e compatibilità con le caratteristiche idrogeologiche, naturalistiche, storiche e antropiche dell’area data la previsione di costruzione di un’area lacustre in cui confluiranno la maggior parte delle acque provenienti dalle numerose sorgenti. L’area lacustre da un punto di vista naturalistico sarà un’attrattiva per varie specie della flora e della fauna che potrebbero insediarsi in questo ambiente. Il costo minimo previsto per l’intervento è di circa 3.422.000,00 euro. Da un’ipotesi di bilancio di esercizio contenuta nel piano integrato si deduce che tenendo conto di un forte disavanzo nei primi anni di attività e quindi della necessità di ricorrere a un fido bancario per la gestione, rispetto all’investimento iniziale si prevede di arrivare al pareggio al 10° anno di gestione e solo dall’11° anno in poi si può prevedere un utile di esercizio. Quindi tenendo conto che la proposta di progetto è completamente nuova per il nostro territorio, che l’area non è mai stata a vocazio- Luglio 2011 ne turistica, che il tema della preistoria è limitato dai programmi ministeriali alle scuole elementari, la scommessa e l’investimento, anche se interessanti, sono ad alto rischio. LE OSSERVAZIONI 1) Osservazione prot. n. 0005162 in data 17/05/2011, a firma di vari residenti e proprietari di immobili in Castel Madama (che pubblichiamo integralmente a pag. 11); 2) Osservazione prot. n. 0005175 in data 18/05/2011, a firma del presidente dell’Associazione culturale “Comitato art. 9 “con sede in P.zza del Municipio, 00020 Ciciliano (RM). Nella seconda osservazione le tematiche riguardano: una mancata tutela del continuum del reticolo stradale e del tessuto edilizio tra Tibur e Trebula Suffenàs; il Parco tematico, pur avendo una valenza turisticodidattica, non può essere assimilato ai “Parchi archeologici e culturali” individuati dal PTPR, piano paesaggistico regionale; si segnala l’esigenza che nel progetto attuativo del Piano Integrato vengano contemplati la tutela, il recupero e la valorizzazione del suddetto antico tracciato stradale e del paesaggio circostante. RELAZIONE DI CONTRODEDUZIONE Illustriamo brevemente le controdeduzioni, per chi è interessato rimandiamo la lettura del testo integrale sul sito del Comune di Castel Madama. Le osservazioni dei residenti firmatari di Colle Passero non sono state accolte con le seguenti motivazioni. Relativamente ai primi cinque temi nelle controdeduzioni si ribadisce che il Piano integrato prevede la riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale della località Colle Passero con la realizzazione del parco e delle attrezzature turistiche, ricreative e di servizio. Si osserva che attualmente la zona è dedicata al pascolo ed è degradata e povera di nicchie ecologiche diverse che favoriscano la biodiversità a livello locale. La realizzazione del parco è finalizzata alla riqualificazione ambientale del sito, resa possibile dall’eliminazione del pascolo e dalla creazione di idonei habitat per la diffusione di alcune specie della flora e della fauna locale. La realizzazione di un’area lacustre su due livelli al centro del parco archeologico, costituirà un’attrattiva importante per numerose specie della flora e della fauna. Da un punto di vista paesaggistico l’intervento non sarà una ricostruzione artificiale e slegata dal contesto locale, un “Jurassic Park” con strutture di cartapesta e di plastica, ma una ricostruzione del paesaggio laziale dal Neolitico all’Età del Bronzo con la nascita della prima Roma basata su una rigorosa e aggiornata ricerca scientifica. Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, il problema è stato valutato in sede di progetto, considerando un flusso organizzaLa zza Pia ArcheoPark Luglio 2011 to e costante durante l’anno di visitatori attraverso le prenotazioni, e prevedendo opere di mitigazione con barriere verdi (essenze arbustive e arboree), lungo tutto il perimetro del parcheggio e della viabilità del Parco. Una ulteriore opera di mitigazione prevista è la costruzione di un argine in terra battuta nel tratto di viabilità pubblica di collegamento del parcheggio alla S.P. Empolitana, con funzione anche di barriera acustica. In relazione all’inquinamento luminoso, in fase di elaborazione del progetto esecutivo saranno rispettate le normative nazionali e regionali in materia, privilegiando i sistemi di illuminazione a led a basso consumo energetico. In merito alla tutela archeologica, sono previste modifiche nel progetto proposto in funzione della salvaguardia delle preesistenze presenti nell’area e per una loro adeguata valorizzazione all’interno del Parco. Per quanto riguarda la realizzazione dei servizi per Colle Passero le opere pubbliche che la società dovrà realizzare a propria cura e spese sono la viabilità pubblica di accesso e di raccordo con l’Empolitana, tutte le urbanizzazioni sovrastanti e sottostanti, verde pubblico secondo gli standard, parcheggio pubblico, sistemazione ambientale (idrogeologica) dei corsi d’acqua (fosso di S. Cecilia e fosso delle Scole), e delle relative sponde, con creazione di due specchi lacustri utili come bacino di accumulo a pubblico utilizzo per la prevenzione degli incendi boschivi, marciapiede di collegamento all’abitato di Colle Passero, illuminazione pubblica del parcheggio pubblico e della viabilità di accesso, rete fognante con sistema di smaltimento delle acque reflue di sub-irrigazione e/o fitodepurazione, acquedotto di alimentazione del Parco. Il costo delle opere di urbanizzazione, che la società si impegna a realizzare, ammonterà a 312.388,20 euro per un importo totale comprensivo di spese tecniche ed IVA pari a 394.858,68 euro. ARCHEOPARK paesaggistici e di impatto ambientale, oltre a non avere riguardo per gli effettivi interessi rilevanti della comunità. – In realtà ben altri sarebbero i bisogni della comunità, e non certo l’incentivazione di attività finalizzate ad un uso consumistico del tempo libero nell’area con presunti obiettivi educativi, ricreativi o di positiva ricaduta per l’economia del territorio. La “natura”, per essere pienamente apprezzata e restituita incontaminata alle future generazioni, dovrebbe essere “disturbata” il meno possibile, laddove è stata fin qui mantenuta integra grazie all’istituto dell’Università Agraria di Castel Madama che oggi la svende, per trasformarla in un sito artificiale, mentre così come è, offre ai visitatori un tragitto di vera ricerca della sua essenza, abbisognevole di interventi a basso impatto ambientale (come ad es. la segnaletica e la tabellazione di percorsi archeologico – naturalistici). – Che dire, a proposito di tutela del paesaggio, della trasformazione di un ambiente integro (che tutti dovrebbero salvaguardare) ad un luogo alla “Jurassic Park”, ove chi ora vi si addentra è per lo più inconsapevole di ripercorrere un’antica strada romana con “vere testimonianze” disseminate in tutta l’area, lungo un itinerario legato alla cultura degli antichi popoli che hanno abitato e connotato la storia di questa Valle. – Con tale artificioso intervento “all’americana”, mosso nel nome della “ecosostenibilità” - che cela invece una diffusa, forse inconsapevole ma preoccupante tendenza culturale a mercificare la natura, le peculiarità del paesaggio verrebbero inevitabilmente alterate, trasformando l’ecosistema e il suggestivo panorama ancora visibile. Le osservazioni e le perplessità di diversi abitanti sul progetto: nessun intervento di riqualificazione urbanistica ed ambientale ... in arrivo solo schiamazzi ... di Italo Carrarini OGGETTO: Programma Integrato d’Intervento di cui alla Deliberazione del C.C. n. 6 del 10/03/2011. Foglio di osservazioni ai sensi della Legge 18 aprile 1962, n. 167, art. 6. Con riferimento all’Avviso Pubblico del 28/04/2011, con il quale si invitano Enti e soggetti vari a presentare osservazioni e/o opposizioni ai fini di un apporto collaborativo alla formazione del “Programma Integrato d’Intervento per la riqualificazione urbanistica ed ambientale attraverso la realizzazione di un parco a tema archeologico-didattico con attrezzature turistiche, ricreative e di servizio della Località “Colle Passero” – Soggetto proponente Archeopark srl”, adottato con Deliberazione del C.C. n. 6 del 10/03/2011, i sottoscritti cittadini residenti o proprietari di immobili in Castel Madama, osservano quanto segue: IMPATTO AMBIENTALE: – Il progetto, nella sua complessità, non costituisce a Ns avviso opera di riqualificazione ambientale ma contribuisce alla dequalificazione di un luogo di elevato interesse naturalistico, paesaggistico ed archeologico, denotando talune carenze in relazione ai profili Pia La zza 11 12 ArcheoPark – Attualmente, nella zona di Colle Passero, si rileva una esigua presenza di zanzare; chissà se con la realizzazione dei due laghetti artificiali non si andrà a provocarne la propagazione. Dubitiamo che al riguardo siano stati eseguiti studi specifici e/o che ci si sia preoccupati dell’incremento del tasso di umidità della zona, in pregiudizio delle aree abitate poste nelle immediate vicinanze. – Tra gli elaborati tecnici approvati con la Deliberazione sopra richiamata non ci sembra siano stati indicati studi in tema di “impatto acustico” (in una zona nella quale la quiete dovrebbe rappresentare un elemento di base nella classificazione acustica e che per le sue caratteristiche orografiche e morfologiche funge da cassa di risonanza verso l’abitato) e di “inquinamento luminoso” (alterazioni del fotoperiodo delle piante, incidenze sulla fauna, ecc…), tantomeno viene menzionata l’acquisizione dei pareri della competente Soprintendenza Archeologica per il Lazio per la compresenza di manufatti archeologici ed in particolar modo di resti di sostruzione stradale del diverticolo che, dall’attuale Ponte di S. Cecilia corre sulla riva destra del Fosso delle Scole per circa 4 km., collegandosi con la Valle del Fiumicino all’altezza di Sambuci, come evidenziato nelle allegate foto e come meglio indicato negli ulteriori allegati, tratti da “Forma Italiae - Tibur Pars Altera” di Cairoli F. Giuliani, edito da “Unione Accademica Nazionale e Istituto di Topografia Antica dell’Università di Roma” per i tipi di De Luca Editore – Roma, 1966. – Stando agli elaborati tecnici visionati, sui citati resti dovrebbero essere realizzati sia il parcheggio ad esclusivo servizio del Parco tematico e degli escursionisti che altre strutture. Inoltre, con la realizzazione del Parco, di detto “unicum viario antico” ne verrà impedita la gratuita e completa fruizione. Luglio 2011 mente di essere investiti e che oggi, in prospettiva della realizzazione del Parco, diventa improvvisamente attuabile solo ai fini dell’accoglimento del progetto in ordine alla sicurezza degli “utenti-consumatori” del Parco stesso. – L’altro intervento: il “parcheggio”, come già detto ad esclusivo servizio dei fruitori del Parco e degli escursionisti, non costituisce a Ns avviso “intervento utile e necessario per migliorare la vivibilità del nucleo abitativo dei residenti della località di Colle Passero”, ma intervento che come gli altri previsti è senz’altro peggiorativo della “vivibilità” e pertanto da ritenersi non attinente ai pronunciati obiettivi programmatici di “riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale della località Colle Passero”. – I servizi che gli abitanti della località in questione attendono invece da decenni, e che non sono stati contemplati nel predetto piano di riqualificazione urbanistica dovrebbero consistere (oltre che nella realizzazione del marciapiede di sicurezza, auspicabile anche sull’altro lato dell’Empolitana) in ben altro: “dalla realizzazione di due pensiline (per i due sensi di marcia) nelle fermate dei bus del trasporto pubblico… alla sostituzione dell’inadeguato specchio parabolico posto in uscita dalla strada di Colle Passero; dalla realizzazione del sistema fognario inesistente… ad un più efficace servizio dei rifiuti e pulizia delle strade; dal rifacimento della sede stradale… alla revisione complessiva delle reti idriche, elettriche e telefoniche, ormai obsolete e deteriorate, che obbligano spesso i nostri studenti a trasferimenti fuori sede per i collegamenti internet”. Castel Madama, 16 Maggio 2011 Firmato da 34 cittadini REALIZZAZIONE DI SERVIZI PER L’ABITATO DI COLLE PASSERO: – In merito al P.I.I. in argomento, le attuali dichiarazioni politiche preannunciano “Piani di riqualificazione urbanistica caratterizzati da una pluralità di funzioni e da un interesse pubblico localizzati anche a ridosso di nuclei abitati radi e diffusi privi di servizi”. – Dall’esame degli elaborati in atti, l’unico intervento previsto ad effettivo servizio degli abitanti, consisterebbe nella realizzazione di un “marciapiede” di collegamento tra l’accesso al Parco tematico e la Strada di Colle Passero, intervento, questo, assai esiguo e di normale routine amministrativa, sollecitato peraltro da anni senza esiti a tutela dei locali fruitori del servizio pubblico di trasporto che rischiano quotidiana- Il perimetro per un vincolo archeologico di in edificabilità assoluta proposto dal La torio di Lettura e Progetto dell’Architettura ed inserito dal Comune di Castel Ma nella Variante generale del P.G.R. La zza Pia Luglio 2011 ArcheoPark 13 Dall’Archeopark al Parco Archeologico degli Acquedotti Aniensi di Alessandro Camiz Costruire ruderi finti invece che valorizzare quelli veri è come piantare le palme al posto degli ulivi aboraadama Pia La zza È con grande imbarazzo che abbiamo appreso tramite internet dell’intenzione di codesta giunta, coincidente con quella della precedente che le elezioni le ha perse, di realizzare un archeopark (con la k) a Castel Madama. Bisognerà però cambiare nome anche alla città che quindi da oggi più ragionevolmente si dovrà chiamare Kastel Madama. Oltre ad esprimere un forte senso di imbarazzo vogliamo precisare il nostro giudizio su questa operazione che è decisamente negativo. Come illustrato nel volume recentemente edito per i tipi di Kappa (Progettare Castel Madama, Roma 2011) che contiene il risultato di un workshop internazionale svoltosi nel 2008 con gli studenti del Laboratorio di Sintesi del Prof. Strappa (Architettura Sapienza) e della School of Architecture della University of Miami, esiste un master plan per un parco archeologico degli acquedotti, e dopo otto anni di lavoro del Polo di Ricerca e Alta Formazione della Facoltà di Architettura della Sapienza nel Castello Orsini, con mostre, convegni, seminari, workshop sarebbe arrivato il momento di dare un contributo utile alla città. Quando nel 2006 concepimmo l’azione “workshop internazionale di progettazione sostenibile in area archeologica” nel Piano di Azione Locale dell‘Agenda 21 della Provincia di Roma, eravamo consapevoli della importanza che rivestiva la conoscenza dei cittadini rispetto ai Beni Culturali presenti nel loro territorio, ebbene faremo qui autocritica pubblica, è colpa nostra: non siamo riusciti a far sapere alla cittadinanza che nel territorio di Castel Madama i resti archeologici ci sono e sono anche tanti. Quattro tracciati di acquedotti romani attraversano il territorio comunale, ci sono diverse ville rustiche, colombari, cisterne, tombe, tracciati stradali antichi, posti di guardia, una città medievale abbandonata, tre grandi ville romane. Sì, nel territorio di Castel Madama c’è tutto questo, ma il livello di consapevolezza della cittadinanza e dei quadri dirigenti è talmente basso da rasentare la rimozione piscanalitica. Ecco perché siamo contrari all’archeopark. Riteniamo assolutamente irragionevole inventare dei ruderi finti quando si è in presenza di ruderi veri. D’altra parte chiunque abbia un minino di buon senso capisce da solo che per l’attrazione culturale e turistica la copia di un parco già esistente, come si configura la proposta dell’archeopark, non è per niente efficace, mentre l’originale, unico ed irripetibile sistema organico dei reperti archeologici nel loro territorio di riferimento, se ben attrezzato per la fruizione, può funzionare come grande attrattore culturale. Eppure la Variante generale di Piano regolatore, recentemente approvata, non prevede questo archeopark, ma prevede altra cosa. Un vincolo di inedificabilità assoluta, lungo il tracciato dei quattro acquedotti aniensi nel territorio comunale prelude alla realizzazione di un grande parco archeologico naturalistico, caratterizzato da una parte dalla presenza monumentale degli acquedotti, la cui estensione da Roma a Subiaco è paragonabile a quella della grande muraglia cinese, e dall’altra dal fiume Aniene: quindi un fiume vero e dei ruderi veri. Per l’archeopark invece si propone un lago finto con dei ruderi falsi, che cosa curiosa. Beh certo, questa operazione dovrebbe portare lavoro e soldi. Ma a chi li porterebbe i soldi? Alla cittadinanza di Castel Madama? Se 600 visitatori al giorno vanno a visitare l’archeopark a Brescia, sicuramente gli stessi 600 non andranno a Castel Madama per vedere una cosa uguale a quella già vista a Brescia, quindi il bilancio parte con un segno meno, -600 visitatori al giorno. I visitatori potrebbero venire a Castel Madama se trovassero fruibili quelle numerose testimonianze originali del passato, come il Castello ad esempio, e magari qualche posto letto in centro storico (questa sì sarebbe fonte di reddito e di lavoro per la cittadinanza). Mentre gli ipotetici innumerevoli visitatori dell’archeopark non passerebbero per la città e non lascerebbero neanche un centesimo alla comunità: impariamo dal funzionamento del sito di Villa Adriana che non riesce ancora a coinvolgere Tivoli, se non grazie a una recente e interessante progettazione integrata del territorio. Hans Lorzing, nel suo “mindscape diamond”, classifica l’archeopark e questo tipo di operazioni come “paesaggi trasposti“, ovvero la costruzione altrove di un paesaggio appartenente ad altro territorio: si tratta quindi di una operazione evidentemente non sostenibile dal punto di vista ambientale per la incompatibilità dei biotopi, ma soprattutto correlabile - per Lorzing - a una ideologia reazionaria. 14 Amministrazione Luglio 2011 CASERMA, SIAMO ANCORA ALLA PRIMA PIETRA di Ivano Moreschini NUOVA CASERMA DEI CARABINIERI CONSEGNATI I LAVORI Il Comune, con verbale sottoscritto il 29.12.2010, ha consegnato all’impresa Edil Ventre di Avellino i lavori di costruzione della nuova caserma dei carabinieri. Sono così ufficialmente iniziati i lavori che saranno ultimati nella primavera del 2012. L’Amministrazione comunale smentisce con i fatti le voci, inspiegabilmente diffuse, riguardanti la mancata esecuzione dell’opera (7 GENNAIO 2011). Mentre copiavo e incollavo questo pezzo ripreso dal blog del Pd di Castel Madama, ho fortemente sperato che questa tecnica di inizio degli articoli finisca quanto prima. È molto agevole e colpisce subito, ma comincia ad essere un po’ preoccupante. Vediamo un po’ cosa possiamo ricavare di concreto da questo comunicato ufficiale, al di là del tono di propaganda: il primo punto è che i lavori della caserma sono stati consegnati il 29.12.2010; il secondo punto è che saranno ultimati nella primavera 2012. Da notare che in un altro comunicato stampa, reperibile su www.sitopreferito.it, l’assessore Testi parlava invece di fine lavori al 7 ottobre 2012. Prendiamo per buona questa ultima data, più ottimistica. Si tratterebbe di un tempo di 20 mesi dalla consegna al termine dei lavori. Un paio di mesi dopo la consegna, il 12 marzo 2011, si svolge la cerimonia della posa della prima pietra, alla presenza anche del Vescovo di Tivoli. Poi ci sono state le elezioni di metà maggio, la formazione della nuova Giunta, ed ora si va verso le vacanze estive senza novità di rilievo riguardo alla Caserma. In sostanza ci siamo fermati alla prima pietra. Basta fare una passeggiata nel luogo del cantiere, di fronte al verde pubblico, per vedere come nulla sia stato toccato, ed i lavori non siano in realtà mai iniziati. Con il nostro giornale torniamo sull’argomento perché pensiamo che non sia il caso di lasciarlo nel dimenticatoio. È inutile ribadire l’importanza della costruzione della caserma per la sicurezza dei cittadini: ormai si tratta solo di capire quando sarà fatta e come. Al contrario di quello che si può pensare, infatti, la consegna dei lavori può essere negativa per il Comune, soprattutto se l’impresa non comincia, dando la colpa al Comune del fatto di non aver potuto cominciare. Non conosciamo i motivi reali che impediscono l’effettivo inizio dei lavori. Invitiamo però l’attuale Amministrazione, nelle figure del Sindaco Pascucci e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Luciano Liberati, a rendere noti tali motivi, e con una certa fretta, nell’interesse del Comune. Infatti le imprese possono avere enormi vantaggi da un cantiere fermo per responsabilità del Comune: possono pretendere somme ingenti per i macchinari fermi o il personale destinato al lavoro (danno emergente) ed il mancato guadagno (lucro cessante). Sul fermo del cantiere la principale ipotesi che circola è quella di un importo del contratto troppo basso rispetto ai costi effettivi, ipotesi che è senz’altro suffragata dal notevole ribasso (43%) offerto dall’impresa. Detto così, sembrerebbe che sia l’impresa ad essere in torto: ha fatto un’offerta che non è in grado di sostenere. In questo caso dovrebbero comunque esserci delle contestazioni da parte dell’ufficio tecnico, che dovrebbe obbligare l’impresa a cominciare i lavori. Visto che sono passati quasi sette mesi e ciò non accade, viene il dubbio che il ritardo nell’apertura del cantiere sia responsabilità del Comune, poiché si suppone che l’impresa non sia così sprovveduta da rischiare di pagare lei i danni al Comune. Se avesse torto si affretterebbe a cominciare. In ogni caso, edificare un corpo di fabbrica delicato come la Caserma in un anno e tre mesi non sembra molto realistico a questo punto, pertanto andiamo quantomeno incontro ad un rinvio del termine finale dei lavori, cioè a quel taglio finale del nastro che sembra essere stato evocato dal Vescovo di Tivoli come momento migliore della posa della prima pietra. Questo sarebbe a questo punto il male minore. Per il resto, speriamo che la faccenda venga affrontata e risolta, anche perché le somme in campo sono ingenti, ed il Comune di Castel Madama avrebbe serie difficoltà ad affrontare richieste di danni. La zza Pia Luglio 2011 Brevi 15 Riceviamo e pubblichiamo COME SI PUO’ DIVENTARE FASCISTI COME SI PUÒ PENTIRSI DI ESSERE STATI FASCISTI Siamo nei primi decenni del ‘900, da una famiglia di contadini, composta di 6 figli, 3 maschi e 3 femmine, come erano le famiglie di quell’epoca, in particolare la famiglia Rocchi, uno mostrava più interesse per la scuola, Domenico. Poiché negli anni precedenti alcuni parenti Rocchi erano andati ad abitare a Roma in un casale dei Talenti, Domenico fu mandato da loro e tutte le mattine andava a scuola a piedi nudi con un bel paio di scarpe lucide legate sulle spalle, che metteva prima di entrare nell’istituto. Gli insegnamenti e le discussioni che avvenivano a scuola lo resero un rivoluzionario. In quel periodo in Russia c’era la Rivoluzione Bolscevica e in Europa la Prima Guerra Mondiale. Fu chiamato a servire la patria con i cosiddetti ragazzi del ’99, lì fece il corso da Ufficiale e finita la guerra ritornò a Castel Madama e nella vivacità politica tra socialisti, fascisti e partito popolare, scelse di partecipare con i fascisti alla marcia su Roma. Le discussioni proseguivano, la vivacità politica era frenata dalla dittatura fascista, ma questo non significava che le voci clandestine circolassero nel paese. Poiché i fascisti avevano promesso riforme agrarie, industriali, protezione dei lavoratori e delle classi più deboli, Domenico si rese conto invece che i 4/5 dei proprietari di Castel Madama come vivevano prima vivevano dopo e che i contadini continuavano ad essere vessati e il delitto Matteotti del 1924 gli fece capire che aveva sbagliato scelta e che il suo partito non poteva più essere quello e immediatamente aderì al Partito Comunista clandestino, pur sapendo che i comunisti che agivano andavano in galera. Scelse quella via. Cominciò la cospirazione con altre cellule del partito dei dintorni di Castel Madama. Nel frattempo Gramsci aveva formato l’Unità che era arrivata anche a Castel Madama. Scoppiò la seconda guerra mondiale, nella fame e nella miseria si arrivò al 25 luglio del ’43 quando nella riunione del Gran Consiglio si decise l’arresto di Mussolini e anche a Castel Madama si svolse una prima manifestazione libera diretta principalmente dai comunisti. Mentre la guerra continuava, con Graziani Presidente del Consiglio, i comunisti di Castel Madama con in testa Domenico Rocchi, dirigente massimo del partito, si diedero alla macchia, per mettere in salvo le famiglie in una grotta sulla montagna a Monte Bruna. Vi furono scontri tra partigiani e tedeschi ed il 6 giugno ’43, finita la guerra, e liberata Castel Madama dalle truppe alleate, il Comitato di Liberazione e il Comando alleato decisero che le funzioni di Sindaco fossero svolte da Domenico Rocchi. La mattina svolgeva le mansioni di sindaco, la sera da grande rivoluzionario. Nella sezione il falegname Agostino Testa della “nuvala” leggeva l’Unità ai contadini e braccianti, si organizzavano le cooperative, primo presidente Michele de “micchelaccittu”, Damiano Iori guidava braccianti e contadini collegati al Federterra, il falegname veneziano Faiotto organizzava una stanza per i giochi, Moreschini Urbano, tuttofare, in particolare elettricista, faceva funzionare l’altoparlante più grande del mondo, acquistato con le sottoscrizioni di tutto il popolo. Il popolo aveva fame di lavoro e pane, le terre intorno al paese non potevano essere occupate per vari motivi e insieme al partito di Roma si decise di invadere le terre intorno a Roma e si ottennero vari terreni in concessione. Si cominciò ad organizzare la raccolta della frutta e a portarla a Roma, ma non essendo sufficiente si costrinsero i commercianti a raccogliere nelle loro campagne. Uno dei primi membri presente nel punto di raccolta era il socialista Emilio Liberati. Fu aperto un negozio di generi alimentari. Dal partito nazionale arrivò l’ordine di organizzare una manifestazione di tutti i braccianti agricoli perché fosse concessa la terra per lavorare. Nella manifestazione a Roma furono portati un centinaio di braccianti, nel giorno dell’apertura dell’anno santo. Appena messo il piede a terra tutti i manifestanti furono prelevati e portati a Regina Coeli. Alcuni giorni dopo, appena liberati, gli stessi dirigenti con un altro centinaio di braccianti partirono da Piazza Dante verso il quarto del piano, con Domenico Rocchi, la bandiera rossa in mano, la falce, il martello e la stella. Per questo ebbe in premio un trattore da parte dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Fu aperto un negozio di prodotti agricoli e un secondo negozio di generi alimentari. Domenico inoltre aveva cominciato anche a fare le costruzioni in Via Roma, Via San Sebastiano, Via della Libertà. Per questi motivi il Gramsciano propone che venga intitolata una via o una piazza a Domenico Rocchi. Castel Madama 28/06/2011 Il Gramsciano Alla direzione del mensile “La Piazza” Venuto a conoscenza dalla pubblicazione del mensile di giugno 2011 della vostra espulsione dalla sede di Vicolo Giustini da parte dell’attuale dirigenza del PD e, visto che già in precedenza avevo personalmente criticato l’esito della campagna elettorale e i suoi risultati, faccio presente che l’espulsione in oggetto è un fatto talmente grave che non può passare inosservato. Durante l’ultima campagna elettorale è stato invitato a Castel Madama l’on. Walter Veltroni, eletto nelle primarie come segretario del PD supportato da un programma di partito, che prevedeva l’inglobamento di tutti i gruppi di centro e centrosinistra, cosa che nella sezione di Castel Madama è risultata completamente all’inverso. Il simbolo era quello dell’Unione di Romano Prodi, ma nei fatti era PD e SEL e nemmeno per intero. Io ritengo necessario che per il risanamento del PD sia azzerata l’attuale dirigenza con lo scioglimento della sezione e relative dimissioni dei consiglieri e del segretario in carica, e anche dei due consiglieri di minoranza in carica. Castel Madama 29/06/2011 Pia La zza Il Gramsciano 16 Brevi Luglio 2011 L’angolo di Bruno ... GIOVENTU’ Definizione della gioventù: il ruolo sociale che prescrive che, per la prima volta, una persona si interessi socialmente, (quindi anche sessualmente), dell’altro sesso. (J.R. Udry) Giovinezza: quel tempo durante il quale proviamo una nutriente ma anche folle indulgenza verso noi stessi. (E. Siciliano) Cos’è mai la giovinezza? … Abuso e ignoranza. (F. Villon) Le intemperanze: è una caratteristica e un diritto dell’età non essere equilibrati. (F. Scaparro) Gioventù matura: un ragazzo/a diventa adulto/a quando si rende conto che ha diritto non solo ad avere ragione ma anche ad avere torto. (T. Szasz) La giovinezza non è una età, è una stagione del cuore. (A. Sertillanges) La gioventù non è paziente, non può aspettare di essere felice. (Gina Lagorio) La mancanza di desideri è il segno della fine della gioventù. (Goffredo Parise) Giovinezza passata: finché eravamo giovani era tutto un’altra cosa. Chissà perché. Forse eravamo stupidi, però adesso siamo “cosa”, che cosa, che? Quella voglia, la voglia di vivere, chissà dov’è! (Vasco Rossi) Gioventù … passata …: a quell’epoca rassomigliavo ad un puledro appena uscito dalla stalla che vede per la prima volta la prateria. A quell’epoca rassomigliavo ad un uccello appena uscito dal nido che vede per la prima volta il cielo. Dinanzi c’era uno spazio infinito, dinanzi c’era un orizzonte luminoso. (Feng Zhi). Ricerca e raccolta di idee, pensieri ed opinioni a cura di Bruno Testa errata corrige ORARIO DI RICEVIMENTO Il Vicesindaco e Assessore: Michele Nonni Urbanistica, PRUSST, riqualificazione del centro storico, delle frazioni e delle zone agricole, ambiente, fonti rinnovabili, nettezza urbana, raccolta differenziata, arredo urbano, parchi e giardini, agricoltura, polizia locale, caccia e pesca. Riceve il lunedì dalle 11.00 alle 14.00 La zza Pia il servizio Fotografico è fornito dallo Studio La zza Pia 25 Vicovaro Luglio 2011 VICO ... NEWS Notizie da Vicovaro a cura di Roberto Bontempi ARRIVA L’ESTATE: ECCO LE FESTE! A Vicovaro tanti appuntamenti in programma Bella stagione fa rima con festa in piazza e quest’anno ancor di più. Nata dalla collaborazione tra l’assessorato al Turismo, nella persona dell’Assessore Luigi Moltoni, e la Pro Loco di Vicovaro, ha già preso il via l’edizione 2011 dell’Estate vicovarese. Anche quest’anno tante iniziative per riempire in modo allegro gioioso le calde serate dei concittadini e di quanti vorranno unirsi a loro: si va dai classici balli di gruppo all’intrattenimento musicale, passando per giochi popolari e spaghettate. Di seguito il calendario delle iniziative. Foto Mario Ventura Venerdì 22 luglio ore 21, Piazza San Pietro Serata danzante – balli di gruppo Venerdì 5 agosto ore 21, Piazza San Pietro I Campionato di giochi popolari a squadre (eliminatorie) Sabato 23 luglio ore 21, Piazza San Pietro Baby dance e animazione per bambini Sabato 6 agosto ore 21, Piazza San Pietro Concerto della banda “Gioacchino Rossini” di Vicovaro diretta dal Maestro Maurizio Giordani Domenica 24 luglio ore 21, Piazza S. Pietro Esibizione della Fanfara dei Bersaglieri di Palombara Sabina Domenica 7 agosto, Piazza San Pietro I Campionato di giochi popolari a squadre (finali) Venerdì 29 luglio ore 21, Piazza San Pietro Serata musicale con Marco Romano Venerdì 12 agosto, Piazza San Pietro Serata musicale Sabato 30 luglio, Piazza San Pietro Torneo di pallavolo maschile – Spaghettata Sabato 13 agosto, centro storico Passeggiando alla ricerca di antichi sapori (II edizione) Domenica 31 luglio ore 21, Piazza San Pietro Serata musicale con Antonio De Simone Domenica 15 agosto, Piazza San Pietro Torneo di pallavolo femminile INFIORATA DEL CORPUS DOMINI Come da consolidata tradizione, anche quest’anno l’Associazione infioratori di Vicovaro ha lavorato alacremente per allestire, in occasione della festività cristiana del Corpo e Sangue di Cristo del 26 giugno, una bella infiorata in Piazza San Pietro. Di seguito alcune foto mostrano l’ottimo lavoro svolto dai tanti ragazzi coinvolti. Pia La zza La zza Pia 27 Vicovaro Luglio 2011 SAGRA DEL PANE Nonostante il caldo torrido e una serie di altre iniziative consolidate nel tempo programmate nei Comuni limitrofi, anche questa edizione della Sagra del pane di Vicovaro si è rivelata un ottimo successo. Fin dal mattino, in Piazza San Pietro, sono stati allestiti gli stands gastronomici. Alle 11 c’è stata la tradizionale benedizione del pane da parte del parroco di Vicovaro, don Benedetto Molinari, poi è stato servito il pasto: 10 euro per sagne aglio e olio, braciola di maiale, insalata, acqua e vino il tutto accompagnato dal pane, distribuito in quantità per tutta la giornata. Nel pomeriggio grande successo per la merenda con pizze fritte e animazione per i bambini. In serata, infine, durante e dopo la cena a base di panini con porchetta e salsiccia, si è tenuto uno spettacolo musicale con Marco Romano. Durante la manifestazione i bambini della scuola “Educazione alle arti e ai mestieri” di Antonio Mattia, hanno esposto i loro lavori. FESTA DELLA MADONNA DEL CARMINE (13.07.2011) Edizione quanto mai ricca quella di quest’anno della Madonna del Carmine, che si è svolta, nel cuore di luglio, con il contributo della BCC di Vicovaro e il patrocinio del Comune di Vicovaro e della Provincia di Roma, grazie alla collaborazione del Comitato di Frazione di San Cosimato, il Comitato festeggiamenti e la Pro Loco di Vicovaro. Ecco il dettaglio delle iniziative programmate. CONCERTI REGGAE A SAN COSIMATO Sabato 23 e Domenica 24 luglio, l’Associazione Josè Martì onlus, organizza nel parco di San Cosimato all’interno dell’Oasi francescana, il “Reggae Party story”, due serate a ritmo di musica reggae. Il 23 il gruppo Onde Roots, suonerà cover di Bob Marley mentre domenica 24, dopo la dance hall MaDeKe, concerto con i Rione Roots. Appuntamento alle ore 21. L’ingresso è gratuito. Pia La zza 28 Attualità Luglio 2011 MEGLIO FARE CHIAREZZA di Mario Di Nardo (presidente della compagnia teatrale) Dal momento che qualche personaggio, spinto dallo spirito del paladino di turno detta sentenze senza sapere, ritengo doveroso spiegare quanto segue: dopo aver partecipato al bando pubblico per l’affidamento della sala polivalente Comunale, la compagnia teatrale “Quelli che ... continuano”, si aggiudica la gestione del suddetto immobile e, il 3 febbraio del 2009, stipula con il Comune la “CONVENZIONE PER LA GESTIONE DELLA SALA POLIVALENTE COMUNALE”, firmata dall’ing. Salvati per il comune (proprietario) e dal sottoscritto per la compagnia (gestore); la suddetta convenzione è composta da 16 articoli, nello specifico l’art. 7 recita: Uso dell’impianto da parte di altri soggetti: - il Gestore consente l’uso dell’impianto a titolo gratuito alle scuole di Castel Madama. Le Associazioni culturali, ricreative, sociali che ne facciano richiesta sono tenuti al pagamento, a titolo di rimborso spese per consumi e gestioni, di una tariffa oraria. La tariffa oraria che il Gestore potrà richiedere è di Euro 20,00. Il pagamento della tariffa avverrà a favore del soggetto gestore, a titolo di rimborso spese per consumi e gestione. ecc., ecc. - Le associazioni, le scuole o i singoli soggetti, devono stipulare con il gestore un modulo di richiesta avente come oggetto: “richiesta di concessione in uso temporaneo della sala teatrale comunale”; la presente richiesta sarà firmata dal richiedente e, per accettazione, dal gestore; con la stipula della suddetta richiesta, il richiedente si assume tutta la responsabilità di quanto possa accadere all’interno della sala comunale, sollevando il gestore da ogni responsabilità. Il procedimento appena illustrato viene rispettato da tutti i richiedenti della sala in oggetto (dal febbraio del 2009 la sala è stata concessa per ben 40 volte per manifestazioni teatrali e cinematografiche), fatta eccezione per chi ritiene ingiusto quanto appena descritto, affermando che le proprietà comunali devono essere messe a disposizione di tutti i cittadini che ne facciano richiesta senza assunzione di responsabilità e senza versamento della quota succitata. Fedele alla concessione stipulata, chi non accetta le condizioni dell’art. 7 non potrà usufruire della sala comunale. Per concludere volevo spiegare il perché la passata amministrazione ha ritenuto doveroso inserire nella convenzione di gestione il versamento di € 20 l’ora al gestore della sala in oggetto: la sala polivalente comunale, come tutti i luoghi frequentati da pubblico è soggetta ad usura e quindi abbisogna di una costante manutenzione (dall’inizio della gestione la sala è stata ritinteggiata nella sua totalità due volte); a tal riguardo riceviamo i complimenti da tutti per come la stessa viene gestita e mantenuta; la parte tecnica è allestita di tutte le apparecchiature che un locale adibito a teatro e a proiezioni può richiedere, le suddette apparecchiature sono tutte di proprietà della compagnia teatrale “Quelli che ... continuano” e vengono adoperate da tutte le realtà che ne fanno richiesta; durante l’uso a terzi, almeno due componenti della compagnia sono presenti in sala per qualsiasi necessità; i camerini degli attori sono arredati di tutti i comfort inerenti al fabbisogno degli attori, arredi di proprietà della compagnia teatrale; i servizi igienici al pubblico sono arredati e sempre puliti; la platea sempre in ordine e degna delle manifestazioni che ospita; pertanto quando si entra nei camerini o nei servizi o in platea e si trova tutto al suo posto e tutto pulito e ben sistemato dobbiamo pensare che c’è qualcuno che pensa a questo; quando un’associazione o un singolo cittadino usufruisce di tutta la strumentazione, anche in questo caso dobbiamo pensare che c’è qualcuno che pensa a questo. Tutto ciò comporta una spesa per il gestore e una continua manutenzione; quindi per te associazione e/o singolo privato che vuoi venire a incassare durante i tuoi spettacoli perché questo è il tuo lavoro, non puoi e non devi pretendere che il gestore della sala ti ospiti a sue spese e, soprattutto, si assuma la responsabilità della manifestazione da te indetta. Sperando di essere stato chiaro ed esauriente e ringraziando il succitato paladino di turno per avermi dato lo spunto per questo chiarimento, ricordo a tutte le associazioni o singoli cittadini che la sala polivalente Comunale è a disposizione per tutte quelle realtà che vogliono presentare rappresentazioni teatrali o cinematografiche, fermo restando le modalità della convenzione di gestione. I dieci anni di esperienza con la Compagnia Teatrale mi hanno insegnato che il Comune va vissuto e non sfruttato. La zza Pia Luglio 2011 Centro Sociale Anziani 29 Gemellaggio con il Centro Sociale di San Polo dei Cavalieri a cura di Rina Iori Un momento di convivialità e di festa all’insegna dell’amicizia Domenica 12 giugno 2011 il Centro Sociale Anziani di Castel Madama si è recato, con un pullman, a San Polo dei Cavalieri per la cerimonia di gemellaggio con il locale Centro Sociale. Si è trattato di un vero e proprio patto di amicizia il cui scopo è di aprire il territorio ad uno scambio di conoscenze e esperienze basilari per la vita di un Centro che ha come protagonisti persone che hanno vissuto una vita tra il lavoro e la famiglia e che oggi hanno ancora molto da imparare e da insegnare. L’incontro si è tenuto presso il Ristorante “Lu Grisciu” con la partecipazione di circa 200 persone tra cui, oltre ai Presidenti dei due Centri Stefania Mozzetta, Rina Iori e i rispettivi membri del Comitato di Gestione, per San Polo il Sindaco Paolo Salvatori, il Maresciallo Luciano Serraiocco e il parroco Don Andrea e per Castel Madama il consigliere comunale delegato ai Servizi Sociali Domenico Moreschini. Presenti inoltre il Presidente del CSA di Settecamini Amedeo Goghi, con una delegazione del Comitato di Gestione e il vice Presidente di Tivoli Terme Antonio Cola. Per un saluto istituzionale, sono intervenuti il Sindaco di San Polo che si è congratulato con i soci per essersi resi protagonisti di un incontro-confronto che arricchisce entrambe le comunità e il consigliere delegato ai Servizi Sociali Domenico Moreschini che ha portato i saluti del Sindaco e della Giunta Comunale di Castel Madama. Al termine del pranzo c’è stato lo scambio dei doni e l’invito al Presidente del CSA di San Polo a ricambiare la visita in modo da trascorrere un’altra giornata di festa insieme nel nostro Comune. PROSSIME MANIFESTAZIONI E GITE Sabato 23 Luglio ore 21,00 - Parco Oudenaarde “Festa dei Nonni” premiazione e serata danzante Sabato 20 Agosto ore 21,00 - Collicelli “Agosto sotto le Stelle” serata danzante Sabato 10 Settembre ore 21,00 - Parco Oudenaarde “Festa di fine Estate” serata danzante In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia 23-24 e 25 Settembre 2011 “Viaggio a Torino” quota individuale di partecipazione (minimo 40 persone) Euro 244,00 per i soci (con il contributo del CSA) Euro 255,00 per gli aggregati e simpatizzanti. Prenotazioni entro il 31 Luglio Venerdì 21 Ottobre ore 18,00 - Teatro Orione-Roma “Due mariti imbroglioni” commedia comica in tre atti di Eduardo Scarpetta Per qualsiasi informazione o chiarimento rivolgersi al CSA tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 19,30 - Tel. 0774/4500244 Pia La zza 30 Aree Protette Toscana Luglio 2011 Parco Naturale della Maremma a cura di Elisa Livi L’Area Protetta si estende su una superficie di 9.000 ettari nella regione Toscana, provincia di Grosseto. I comuni interessati sono: Grosseto, Magliano in Toscana, Orbetello. L’Ente Gestore del parco è l’Ente Parco Regionale della Maremma. Sito internet: www.parco-maremma.it Una catena di colline impervia e selvaggia, che discende verso il mare con spiagge sabbiose e scogliere... ... circondata da paludi, pinete, campi coltivati e pascoli. Il territorio del parco, delimitato dalla ferrovia Livorno-Roma, si estende lungo la costa tirrenica da Principina a Mare ad Alberese, fino a Talamone. Elementi geografici significativi sono costituiti dall’ultimo tratto del fiume Ombrone, dal sistema orografico dei monti dell’Uccellina, che raggiunge i 417 metri a Poggio Lecci, dall’area palustre della Trappola, oltreché dal tipo di costa, ora falcata sabbiosa, ora a falesia precipite. Il tratto costiero della Maremma toscana che va da Principina a Mare fino a Talamone, ed è limitato ad Est in parte dalla via Aurelia, è diventato, a partire dal 1975 (Legge Regione Toscana n.65, 5 giugno 1975) il Parco Naturale della Maremma. Esteso per 100 kmq., esclusa la fascia esterna di rispetto, il Parco confina a Sud e S/W con il mare, sul quale si affaccia nella parte meridionale con una costa alta ed erosa. Ad essa, più a Nord, succedono spiagge dove la copertura vegetale è costituita da numerose specie pioniere, ben adattate al difficile ambiente sabbioso e salmastro e sostituite da specie caratteristiche della macchia mediterranea mano a mano che ci si allontana dalla battigia. La linea di costa è andata soggetta a forti mutamenti, oltreché nei tempi geologici, nel corso degli ultimi decenni: per cui risulta oggi avanzata a Sud di Marina di Alberese, mentre ha subito un notevole arretramento al di qua e al di là di Bocca d’Ombrone. Dal punto di vista naturalistico il complesso formato dai Monti dell’Uccellina, dalla pineta di Marina di Alberese, dalla Foce del fiume Ombrone e dalle Paludi della Trappola costituisce un prezioso mosaico di ecosistemi sui quali ha agito in momenti e modi diversi l’uomo, caratterizzando ulteriormente il paesaggio senza tuttavia degradarlo e impoverirlo. Il territorio: A Nord dell’Ombrone si presenta un territorio pianeggiante occupato dalle Paludi della Trappola: un sistema di specchi d’acqua, in parte temporanei e in parte permanenti (i così detti chiari o bozzi) cui si alternano rilievi dunosi appena accennati. Un aspetto caratteristico di questo settore del Parco è la presenza di bovini maremmani, mantenuti allo stato brado durante tutto l’anno; le acque interne ospitano durante l’inverno un gran numero di uccelli acquatici migratori, ma varie specie di avifauna sono sempre presenti. I settori più lontani dal mare sono stati bonificati e sono ora occupati da colture agrarie e da moderni allevamenti zootecnici. Il territorio descritto è parte del delta dell’Ombrone che taglia con un percorso a meandri il territorio del Parco. A sinistra della foce dell’Ombrone si estende un territorio caratterizzato da un compatto sistema di dune intercalate da lame di limitata estensione e coperte in buona parte da una pineta. La pineta di pino domestico è separata dal mare da una fascia di pino marittimo, che assolve la funzione di proteggere il territorio retrostante dall’azione dannosa dei venti salati. Questa zona è attraversata da alcuni canali artificiali che in parte risalgono alle prime bonifiche Lorenensi del XVIII sec. La parte centrale e meridionale del Parco è dominata dai Monti dell’Uccellina, un insieme di rilievi in parte di natura calcarea, in parte silicea, che culmina nei 417 m. di Poggio Lecci. Questi rilievi sono oggi quasi completamente coperti da fitta vegetazione forestale (macchia mediterranea). Solo la parte bassa delle pendici volte ad oriente è stato disboscata e trasformata in pascolo o in uliveto. Sui Monti dell’Uccellina appaiono antiche torri ed edifici religiosi che testimoniano la passata presenza e attività dell’uomo in questa terra: ricordiamo l’abbazia di San Rabano, in gran parte diroccata, le torri di Castelmarino, di Collelungo, di Cala di Forno e della Bella Marsilia. Presso Talamone incontriamo i ruderi di una villa d’epoca romana, mentre nelle grotte formatesi ai piedi della scarpata calcarea sono state trovate testimonianze preistoriche che ci riportano fino al paleolitico. La Natura: La fauna: il territorio del parco comprende una successione di vari ecosistemi, in cui coesistono ambienti naturali e ambienti antropizzati, tutti ugualmente La zza Pia Luglio 2011 Aree Protette Toscana 31 importanti per il ruolo essenziale che svolgono nella vita della fauna selvatica. Ogni specie ha i suoi ambienti elettivi. La vegetazione: formato da due grandi unità geomorfologiche, costituite dai monti dell’Uccellina e dalla piana dell’Ombrone, il Parco della Maremma raccoglie una grande varietà di aree vegetazionali. Il territorio: il paesaggio presente all’interno del Parco è molto simile a quello tipico della Toscana Meridionale, caratterizzato da forme dolci e di incisioni vallive poco accentuate. L’idrografia: il reticolo idrografico è caratterizzato da una rete di corsi d’acqua secondari, prevalentemente artificiali, realizzati a seguito della bonifica della pianura e facilmente riconoscibili dal loro andamento rettilineo e dai loro argini manufatti. PUNTI D’INTERESSE: LE TORRI: Nel XV secolo la minaccia sempre crescente della potenza turca fu una delle maggiori preoccupazioni per i sovrani occidentali in quanto la pirateria faceva parte della politica marinara di queste popolazioni. I pirati infatti avevano l’obbligo di dividere il bottino con il loro governo, pertanto questa attività rappresentava per esso uno dei maggiori cespiti di guadagno; inoltre, va considerato che i pirati non si limitavano ad assalire le navi, ma facevano anche scorrerie e razzie sulla terraferma. Queste incursioni durarono, anche se con minore intensità, fino a tutto il XVIII secolo. Trappola, Castel Marino, Colle Lungo, Torre dell’Uccellina, Torre di Cala di Forno, Bella Marsiliana, Bassa, Torre di Poggio Raso, Torre delle Cannelle, Torre di Capo d’uomo, Torre del Molinaccio, Torre del Talamonaccio sono le torri, di cui visitabili: Castelmarino, Collelungo e Torre dell’Uccellina. LA TORRE DELL’UCCELLINA Eretta dopo il 1321 quando la famiglia degli Abati fortificò l’intero monastero, la torre fu chiaramente rialzata in un secondo periodo in quanto il tessuto del paramento cambia nella parte alta divenendo meno curato e squadrato. È probabile che questo intervento risalga alla metà del XVI secolo, allorché si provvedette alla costruzione della maggior parte delle torri della zona e al riattamento di quelle esistenti allo scopo di formare un’ininterrotta catena di edifici di avvistamento lungo tutta la costa. Dalla foto aerea pos- San Rabano (vista dall’alto) Pia La zza Cala Di Forno siamo notare il vano interno e il camminamento di ronda; la copertura doveva poggiare su pilastri di cui rimane ancora traccia e doveva essere a forma di padiglione come negli altri edifici consimili. La piccola porta di accesso ad arco acuto si trova sopra il basamento mentre in alto si aprono alcune arciere. All’interno lo spazio è diviso in quattro piani oltre a quello terreno. Nel Catasto Leopoldino, presso l’Archivio di Stato di Grosseto, la torre risulta registrata alla sezione M della Comunità di Grosseto alla particella 319 e la planimetria, redatta dal geometra Antonio Banti, è datata 11 febbraio 1823. IL COMPLESSO DI SAN RABANO Il complesso abbaziale di San Rabano, posto a cavallo tra Poggio Lecci e Poggio Alto, risulta indicato alla fondazione, avvenuta nei primi del XII sec., come Monasterium Arborense o Monasterium de Arboresio o Alberese. L’etimologia del nome rimane incerta fra le parole arbor, albero, e albarium, riferito alla pietra biancastra dei monti dell’Uccellina. Nel primo documento che si conosca il nuovo nome sembra soppiantare un precedente Sancta Maria de Arboresio, mentre successivamente viene semplicemente indicato come Domus et loci ordinis Sancti Benedecti de Arboresio. Per quanto diffusa, sembra poco probabile l’ipotesi della derivazione del nome attuale da un più antico romitorio posto più a valle, mentre è da ritenersi più valida la teoria che vede nascere “S. Rabano” come uso improprio e arbitrario del nome Sancti Rafani Praeceptor costruttore della chiesa terminata nel 1587 in Alberese e ritenuto, dalla critica sette - ottocentesca, l’ultimo Abate dell’Abbazia. Il complesso, sorto nell’XI sec. come insediamento benedettino cassinese, raggiunse il pieno sviluppo soprattutto nel corso del secolo successivo ad opera dei benedettini cistercensi. Itinerari nel Parco: Il Parco è aperto tutto l’anno, tutti i giorni della settimana. Prima di entrare è necessario acquistare i biglietti di ingresso presso i Centri Visite. Gli itinerari possono essere percorsi sia singolarmente che in gruppo, accompagnati o meno da una guida, in base al periodo dell’anno. La zza Pia Luglio 2011 Associazioni 33 UN ANNO INSIEME AI BAMBINI di Diego Onofri Ringraziamenti L’Ass. ringrazia il sig. Giuseppe Salinetti per aver contribuito economicamente all’acquisto del legname servito per la realizzazione dei leggii; il sig. Mauro Cascini (CONAD Castel Madama) il quale ha contribuito sponsorizzando tutti i premi per la corsa podistica e i giochi popolani; il Comune di Castel Madama; l’Università Agraria; i volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa; la birra SPAAD; l’Ass. L’albero della Vita; il Centro Sociale Anziani; il gruppo ciclisti Gino Garofolo; Ficacci Olive; Farmacia Tornaghi; Alimentari Massimo Chicca; Macelleria Salviani Bruno; Macelleria Salvati Nando; L’arte del pizzicagnolo; Profumeria Coccinella; Cartoleria Teorema; Cartoleria Eureka; Antica Cartoleria Grezzi; Cartoleria l’Angolo; Cartoleria e Merceria Mancini Francesca; Tabaccheria Anné; Pub La Comida; Bar dei Giovani; e tutti coloro che ci hanno sostenuto per la buona riuscita dell’evento! I N V I T O L’associazione Camminando con Stefano invita chiunque, volesse prendere parte all’organizzazione di feste, giornate dedicate ai piccoli, alla comunità ecc. … ad iscriversi ad essa diventando così parte attiva e lavorando fianco a fianco con i ragazzi che oggi la sostengono per dare un futuro migliore e sereno ai nostri figli ed al nostro paese. Per ulteriori informazioni contattare Diego Onofri Cell. 331/6246998! Pia La zza 34 Manifestazioni Luglio 2011 BANDIERE TRICOLORI di Silvia Filippi Vogliono il Risorgimento. Gettonano le guerre d’indipendenza. T’ascoltano soltanto se a loro racconti gli eroici furori di chi una patria la voleva, centocinquanta anni fa. Sono i diciottenni degli istituti tecnici. Quelli che la controriforma Gelmini vuole sempre più ignoranti. Quelli che ogni anno vanno ad ingrossare le file di una destra giovanile che pesca nel sottoproletariato culturale e trova sempre nuovi adepti. Fare storia con loro è una scommessa. Una fatica. A volte un pianto. È difficile spiegare in classe il Risorgimento, il senso di quella nostra storia nazionale e riflettere sul significato di una celebrazione, è quasi imbarazzante per chi negli anni settanta era studente, quando il patriottismo era disvalore, e l’idea di nazione era più che sospetta, quando la storia del Risorgimento faceva sorridere chi cercava in quella storia l’origine del movimento operaio in Italia, quando la spigolatrice di Sapri era una nota d’appendice ad un fotoromanzo deamicisiano di provincia… quando… quando l’unità d’Italia era fuori discussione e la DC governava e l’opposizione si opponeva, e i ragazzi contestavano e a sinistra si dividevano. …E ora: bandiere tricolori. Un’intera generazione a fare i conti col negato, col rimosso. Quasi costretta ad inventare un entusiasmo. A scegliere tra la bandiera tricolore e il razzismo leghista. Quasi costretta ad inventare una ragione di unità, una difesa di questa nostra unità nazionale. Da opporre all’ignoranza terrificante e cialtrona di un’ideologia che ideologia non è neppure. Da opporre al pigolio offensivo di un ministro dell’Istruzione, che “Pubblica” non è più nemmeno nel nome, che il 17 marzo avrebbe volentieri lasciato le scuole aperte con l’arroganza di che sull’unità d’Italia si gioca voti alle elezioni. E mentre spiego ai miei alunni che di Risorgimenti ce ne sono tanti, sfoglio il libro di testo e penso al povero Cattaneo. Stiracchiato a destra. A quel federalismo nobile che di una patria democratica e repubblicana doveva essere coniugazione ragionevole e ragionata. E guardo il volto triste del povero Mazzini. La sua Europa nessuno la ricorda. E la Costituzione della Repubblica Romana… ben poco sembra interessare in tempi duri pure per la Costituzione della Repubblica Italiana! Ma che importa... Basta mettere quel volto pensieroso sullo stendardo in piazza, in una piazza di una qualsiasi cittadina, certo non leghista del Nord…, a fianco del sorriso da divo holliwoo- diano di Giuseppe Garibaldi e degli occhialetti tondi di Cavour. E la destra fa cultura. E se non fa storia, fa cronaca. Penso alla mia generazione. A chi a scuola il Risorgimento l’ha contestato, perché era out, era retorica, vissuto quasi come sottocultura… e ora in classe, dall’altra parte della cattedra, deve fare i conti con la denigrazione leghista o col nazionalismo neofascista di chi non vuole neanche sapere perché un ponte della sua città è intitolato a Giuseppe Impastato. E dunque eccoci qui a festeggiare l’unità d’Italia. Centocinquanta anni dopo. Tra l’indifferenza ostentata della sottocultura leghista e i trionfalismi celebrativi della destra che guai se gli tocchi la mamma, la pizza, la pasta e la patria! Smarriti. E tra tante chiacchiere e avvilenti esibizioni di nullità, qualche studioso di buona volontà, qualche storico risorgimentalista “marginale” …sperimenta celebrazioni alternative, momenti di riflessione su un passato di un’Italia del presente dove le questioni storiche restano irrisolte. Prima fra tutte, la questione meridionale, tra tutte la più nazionale! E legge allora brani di Verga, Pirandello, Consolo …e attinge al tesoro della nostra letteratura per fare storia: un modo dignitoso e serio di credere a questa nazione al di là delle chiacchiere, dei tatticismi politici e della retorica! E mentre un mio studente mi chiede provocatorio se io mi sento italiana e credo alla patria, sorrido, non rispondo e penso alla poesia di Patrizia Cavalli, La patria… “Ostile e persa /…, sempre più / dubitando, eccomi qui obbligata / a pensare alla patria. Che se io l’avessi / non dovrei più pensarci, sarei nell’agio pigro / e un po’ distratto di chi si muove / nella propria casa, sicuro anche al buio / di scansare, tanto gli è familiare, / ogni più scabro spigolo di muro”. Silvia Filippi, nata a Terni, vive e lavora a Tivoli dove insegna materie letterarie nella scuola secondaria superiore statale. Oltre a collaborare con riviste culturali, con la raccolta di poesie, Perle clandestine, Città del sole edizioni, ha vinto il concorso letterario nazionale “Gino Puccini” nel 2009. Con la detta casa editrice ha pubblicato, nel 2010, il romanzo La Forma di Cospea. La zza Pia 35 Film Luglio 2011 L’AVVENTURA di Elisa Livi “Non so se sarà il mio film più bello, so che sarà il più caldo”, dichiarò Antonioni mentre girava L’avventura. Questa pellicola fu sicuramente la più travagliata della sua carriera; ci furono mesi d’interruzioni, il ritiro del produttore, la mancanza di fondi nonché l’estenuante lavoro di realizzazione. Arrivato a conclusione, ed a lungo elaborato in sede di montaggio. L’avventura fu presentato al Festival di Cannes nel 1960, con un’accoglienza fortemente contrastante. Pochi furono i giudizi positivi rispetto alle opinioni negative e molte furono le perplessità nei confronti della pellicola di Antonioni. Nelle pellicole del regista, a recepire e intendere la situazione di crisi sono le figure femminili, infatti, non a caso, nel film sono prediletti i momenti e le situazioni tra donne sole. Anna è insofferente nei confronti del padre e verso il rapporto con Sandro, è imprevedibile e rivelerà presto una sua insicurezza, cercando di richiamare l’attenzione su di sé inventando la presenza del pescecane. La sua scom- Pia La zza parsa darà luogo a quel processo di sostituzione che è per Antonioni simbolo della precarietà. Claudia, interpretata da Monica Vitti, diventerà progressivamente nel racconto da soggetto osservante ad “attrice”. Sandro è il personaggio interferente, colui che accetta la mediocrità dei meccanismi sociali. Come spesso accade per i personaggi maschili, il regista lo sente meno, tanto è vero che acconsente solo a giustificazioni didascaliche. Antonioni definì L’avventura un giallo alla rovescia. Il rovesciamento non sta tanto nel fatto in sé, la scomparsa di Anna, che avviene presto e non è spiegata, ma la si ritrova nei procedimenti narrativi. Del giallo, nel film, resta solo lo schema, mentre l’attenzione e l’interesse vanno in tutt’altra direzione. La complicazione tradizionale dell’intreccio “giallo” lascia il posto ad una linearità di esposizione. È un giallo al contrario, la scomparsa di Anna è un pretesto per analizzare la labilità dei rapporti tra uomo e donna che tentano di condurre una vita normale tra i mille ostacoli. La zza Pia Luglio 2011 37 Cultura Festival Internazionale di Villa Adriana di Ivo Santolamazza Dal 16 giugno al 20 luglio 2011, nella splendida cornice di Villa Adriana di Tivoli, è tornato anche quest’anno il Festival Internazionale di Villa Adriana a Tivoli, giunto alla sua quinta edizione. Il festival è promosso dalla Regione Lazio e prodotto dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con MIBAC. Il grande palcoscenico all’aperto che accoglie gli spettacoli è stato allestito nell’area delle Grandi Terme di Villa Adriana, uno dei più importanti siti archeologici a cielo aperto del mondo, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Anche quest’anno il programma ha offerto una panoramica sulle novità più interessanti della scena internazionale. Cina, Russia, Stati Uniti, Israele, Belgio, Francia, Italia, Romania e Lituania sono i paesi a cui appartengono i protagonisti di questo giro del mondo attraverso le suggestioni e i talenti delle diverse espressioni artistiche: il teatro di Eimuntas Nekrosius con Evgenij Mironov e quello di Pippo Delbono insieme ad Alexander Balanescu; il circo di Victoria Chaplin e Jean-Baptiste Thierrée; la danza dei Ballets C. de la B. e di Barak Marshall; la musica del pianista Haochen Zhang, del cantautore Vinicio Capossela e della cantante jazz Cassandra Wilson. Il festival si è inaugurato giovedì 16 giugno con “Le Cirque Invisible” uno spettacolo sorprendente frutto della prodigiosa abilità di due grandi artisti, Jean Baptiste Thierée e Victoria Chaplin, assenti da Roma da molti anni. 100 capolavori dallo Städel Museum di Francoforte di Ivo Santolamazza Fino al 17 luglio, nel Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale - due passi dalla stazione ferroviaria Termini di Roma - i capolavori dello Stadel Museum di Francoforte. Nella capitale infatti sono state in mostra opere dell’Impressionismo, dell’Espressionismo e dell’Avanguardia custodite nel museo tedesco, una delle più ricche e complete raccolte europee d’arte antica e moderna, fortemente voluta dal mercante e banchiere Stadel. In esposizione a Roma opere dell’Ottocento e del Novecento, distribuiti in sette sezioni ognuna delle quali accomuna le tele per stile e per periodo cronologico di produzione. Nelle sette sale capolavori, tra gli altri, di Tischbein, Koch, Corot, Monet, Degas, Renoir, Van Gogh, Cézanne, Böcklin, Feuerbach, fino a Moreau, Redon, Hodler, Munch, Beckmann, Ernst, Klee, Picasso. In apertura il famosissimo ritratto di Goethe in riposo sullo sfondo della campagna romana - opera di Tischbein - che è diventata un simbolo di quello che si considerò come un esodo, un viaggio che tutti gli artisti europei dovevano intraprendere, quello nella capitale italiana, diventata quindi tappa fissa per coloro che volevano “scoprire” il mondo. Nella collezione anche l’Impressionismo di Renoir, il Simbolismo di Munch ed altri artisti caratterizzati dai loro inquietanti mondi, i gruppi espressionisti del Die Bruche e del Der Blaue Reiter tedeschi fino a Max Beckmann, Paul Klee e Picasso. Musei aperti il Sabato sera di Ivo Santolamazza Ogni sabato, dal 25 giugno al 3 settembre, sarà possibile visitare il patrimonio artistico di Roma con le luci della sera. Dalle ore 20 all’1 infatti - con ultimo ingresso alle ore 24 - molti Musei della Capitale saranno aperti eccezionalmente, per consentire sia ai cittadini romani che ai turisti di apprezzare le incredibili bellezze risparmiandosi il caldo estivo - ma forse non le file visto il grande successo che si riscontra in città ogni qual volta si aprono i musei di sera. Oltre all’apertura straordinaria del Colosseo, saranno 19 gli spazi museali della città, con le mostre permanenti e temporanee ospitate aperti al pubblico: Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Mercati di Traiano, Museo dell’Ara Pacis, Museo di Roma Palazzo Braschi, Museo di Roma in Trastevere, Museo Napoleonico, Museo Barracco, Musei di Villa Torlonia (Casino Nobile, Casina delle Civette, Casino dei Principi), Museo Pietro Canonica, Museo Carlo Bilotti, Macro Via Nizza, Macro Testaccio, Museo della Civiltà Romana, Planetario, Museo Civico di Zoologia, Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina. I musei sono sparsi lungo tutto il territorio cittadino, dal centro alla zona di Piazza Bologna, da Trastevere a Testaccio fino all’Eur. Un’occasione imperdibile visto che ci saranno anche spettacoli teatrali e concerti di musica dal vivo negli spazi interni o esterni degli stessi musei. È obbligatoria la prenotazione in caso di visite guidate. Pia La zza 38 Cultura Luglio 2011 CARMEN E L’AMOUR FOU di Ivano Moreschini Mi accingo a scrivere, e penso che questa volta l’articolo non è su un amore tra letterati o tra artisti. Non è un amore reale quello di cui vado a raccontarvi. Carmen è un personaggio inventato, prima da Prosper Mérimée, letterato francese dell’ottocento un po’ oscuro che l’ha descritta in un racconto del 1845; poi dalla musica di Georges Bizet e dal libretto d’opera di Henri Meilhac et Ludovic Halévy, che nel 1875 presentarono al mondo una donna che diventerà un mito moderno. La chiave giusta per presentare il rapporto tra Carmen e l’amore è proprio quella del mito, che fa da pendant femminile con l’altro mito, stavolta maschile, lanciato dall’opera lirica, quello del Don Giovanni. Nel settecento e nell’ottocento l’Europa della borghesia in ascesa aveva l’opera lirica per creare divismi ed anche personaggi mitici, come oggi abbiamo il cinema. L’amore che Carmen rappresenta è l’amour fou, espressione francese che letteralmente vuol dire amore folle, ma che ha molto più senso tradurre con una perifrasi: Carmen è colei che scatena le forze oscure dell’amore, quelle istintive che fanno saltare gli schemi, la morale, il modo di vivere. Carmen è essa stessa una sfida alla normalità borghese: è zingara, è bella e sa di esserlo, usa il suo potere di attrazione sessuale con tutti gli uomini. Nella novella di Mérimée il lato Rom di Carmen viene descritto meglio, e si capisce come i costumi di quel popolo permettevano di essere fedele allo sposo, al Romi, ma anche di avere degli amanti detti “minchorroi”. L’opera è più diretta e semplice, ha esigenze di pubblico, ma forse anche per questo tocca corde più sensibili. Carmen si presenta sulla scena e tutti si voltano verso di lei, in una piazza di Siviglia occupata da truppe francesi. Si volta anche Don Josè, il brigadiere che nel libretto è legato al paese natio e ad un amore casto e un po’ stucchevole, che lo va a trovare per portargli il bacio della mamma. Carmen canta “l’amour est un oiseau rebelle/que nul ne peut apprivoiser” (l’amore è un uccello ribelle/ che nessuno può addomesticare), la famosa Habanera, e conclude, guardando Don Josè che la guarda, con la frase “si je t’aime, prends garde a toi!” (se io ti amo, stai attento a te). I due si innamorano davvero, tra varie vicissitudini, e Carmen, che è nata libera e libera morirà, come canta, pian piano attrae Don Josè in una vita diversa dalla vita di caserma. Fino a convincerlo ad andare in montagna con i contrabbandieri, a disertare, inebriato dall’amore per lei. Lei che Don Josè percepisce come angelo e diavolo, come una bambina giocosa, ma che ha in mano un gioco pericoloso, mortale. E gli accenti della Carmen quando lo invita a fuggire in montagna sono quelli di una qualsiasi adolescente che aspetta il suo principe azzurro: “si tu m’aimais/la bas dans la montagne tu me suivrais/ e comme un brave à travers la campagne/en croupe tu m’emporterais” (se tu mi amassi/ mi seguiresti lassù sulla montagna/ e come un eroe attraverso la campagna/ in groppa tu mi porteresti). Don Josè la segue, il treno della sua vita deraglia dai suoi tranquilli binari, entra nel contrabbando, nella novella del Mérimée anche nel crimine, si perde negli incantesimi del mito negativo della donna strega, che perde l’uomo che cede ai suoi sortilegi. E dopo tutto questo, il cambio di scena: compare il toreador Escamillo, tanto brillante quanto Don Josè sembra un piccolo borghese in catene, nonostante la presenza del don nel suo nome segnali una lontana origine nobile. Escamillo è il sole, l’uomo trionfante che scende nell’arena cosciente che il premio del matador è l’amore che l’attende, sono gli occhi neri che lo guardano. E quegli occhi, dopo che lui li ha visti in una festa, non possono essere che quelli di Carmen. Carmen sa che Don Josè non la perdonerà, che mette in gioco la sua vita innamorandosi di Escamillo, ma non le importa, lei è libera: “libre elle est née et libre elle mourra”. Abbandona Don Josè, corre a vederlo in una corrida. Prima che lei riesca ad entrare però, Don Josè, che ormai vaga disperato come uno straccione, la blocca, la minaccia, la blandisce, la implora, la perdona e la condanna, si inginocchia davanti a lei. Ma lei è irremovibile: non lo ama più. Non le importa che la vita di lui sia stata scardinata. Ora il suo amore è Escamillo. Carmen vuole vedere il torero, ma non riesce a passare, e in un gesto estremo di rabbia si toglie l’anello che Don Josè le aveva regalato e glielo sbatte sul viso. Cerca disperatamente di aprirsi la strada mentre sente le grida dell’arena. Don Josè la abbraccia e la trafigge con un coltello. I gendarmi che accorrono lo troveranno abbracciato al corpo esangue del suo amore, della sua perdizione. Trova la forza di alzarsi, di dire “vous pouvez m’arreter/c’est moi qui l’ai tuée/ Ah! Carmen! Ma Carmen adorée!” (potete arrestarmi/sono io che l’ho uccisa…). Il mito di amore e morte, eros e thanatos, si rinnova, anche nella modernità. La zza Pia Pia La zza