Edoardo Grossi
CASSINO
La Città Perduta
A mio padre che ha consumato
gli anni migliori della sua vita
per la nostra Patria e a tutti
coloro cui la guerra ha
incenerito l’esistenza....
non dimentichiamoli
Cassino La Città Perduta
PREFAZIONE
di Franco Assante
Edoardo Grossi, di Cassino, è un ambientalista con i fiocchi.
Lo dimostrano i suoi ripetuti interventi in difesa del verde
cittadino, l’impegno costante a salvaguardare anche la storia
della sua città dalla dimenticanza che normalmente segue
soprattutto quando si perdono i valori di un passato che ha
visto non soltanto la distruzione di Cassino, ma anche la sua
rinascita. Il suo percorso di ambientalista lo ha portato non
soltanto a raccogliere quanto di più significativo è stato
scritto su Cassino, dando vita ad un agile volumetto,
magnificamente stampato ed arricchito anche da tante foto
che meglio e più di ogni altro scritto inducono al ricordo
della Città. Foto di cui i più non conoscevano l'esistenza, ma
che Grossi ha raccolto con amore attingendo a tutte le fonti
possibili. Le foto, di per sé sole, fissano in maniera icastica
fenomeni, scene, percorsi che da sole danno un enorme valore
al volume, che va naturalmente letto tutto perché riproduce
brani e storie spesso dimenticate, scritte da personaggi che
rappresentano punti ineliminabili dalla storiografia della
Città. Penso che Grossi sia in possesso di altro materiale
relativo alla città di Cassino, di prima della guerra, della sua
distruzione e della sua rinascita. Non sarebbe inutile o
aggiornare il libretto o completarlo con altro che presenti
nuovi materiali, con la stessa cura del primo. Non so se lo
farà. Ma certamente va ringraziato per quello che ci ha già
dato
Cassino La Città Perduta
Cassino Risorge
*
“Cassino, l'antica città volsca sul fiume Rapido,
stendentesi ai piedi di una delle estreme propaggini del Monte
Cairo, non è più che un cumulo di rovine e di macerie.
Della vecchia città arrampicata sul fianco roccioso della
montagna e dominata dalla rocca Janula, che l'abate
Aligerno fece costruire nel secolo X, e di quella più moderna
dagli ampi viali e dai giardini ornati di palme, che si era
estesa nella pianura ai due lati della Casilina, nemmeno una
casa è rimasta in piedi.
Cassino 1935 - la villetta
Anche oggi, a due anni dalla sua distruzione e nonostante i
lavori di sgombro, i più pratici del luogo stentano a
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Cassino La Città Perduta
riconoscere le vie e le piazze sepolte sotto le macerie; la
piazza della cattedrale era coperta, fino a poco tempo fa, da
un alto strato di acque, sulle quali, frammisti alle erbe
acquatiche già cresciute rigogliose, galleggiavano resti di
Cassino: maggio 1944
legname e di masserizie, e vi si specchiavano i resti del bel
campanile, la cui parte inferiore risale al secolo XII. Nulla è
rimasto della chiesa di S. Maria delle Cinque Torri con le sue
12 colonne di granito, che conservava numerosi e interessanti
frammenti di iscrizioni e lapidi romane. Dove prima si
svolgeva la vita operosa di oltre diecimila cittadini, non ci
sono che macerie sconvolte dai bombardamenti, che vi hanno
creato profondi crateri;
e frammisti alle macerie, i resti
delle masserizie che i disgraziati abitanti non poterono
trasportare nella fuga precipitosa, proiettili di ogni specie,
armi, mine, cadaveri abbandonati, croci sulle tombe degli
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Cassino La Città Perduta
altri caduti che ebbero pietosa sepoltura. E in mezzo a questo
caos indescrivibile, fortini, appostamenti, carri armati,
cannoni, piazzati persino dentro le case.
Cassino 1944, primi aiuti sanitari guidati dal medico G.B. De Filippis
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Cassino La Città Perduta
La guerra, accanitasi per lunghi mesi su questa
disgraziata città e sulle sue rovine, passò finalmente oltre; e
qui dove per tanto tempo erano risuonati solo schianti di
ordigni di guerra, tornò il silenzio e la quiete. Dalle caverne e
dai boschi vicini uscirono gli abitanti indicibili che vi si erano
rifugiati tra pericoli e sofferenze indicibili, pur di non
allontanarsi dalle loro terre, delle quali avevano visto giorno
per giorno la loro distruzione. E la vita tornò lentamente a
rifiorire tra i cadaveri e le macerie.
Cassino 2 febbraio 1950
Ma i sacrifici non erano ancora terminati per questi
pionieri e per tutti coloro che ritornavano a ricercare la
propria casa la propria terra, o per quelli che vi accorrevano
in cerca di lavoro. La nuova sciagura ebbe due nomi: mine e
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Cassino La Città Perduta
malaria.
Se le mine erano una triste eredità della guerra, lo sviluppo
della malaria è stato favorito dalle particolari condizioni
idrauliche di quel territorio, come se anche la natura si fosse
voluta accanire contro quelle disgraziate popolazioni,
creando altri ostacoli alla ripresa della loro vita.
Il Rapido, il cui nome insieme a quello di Cassino ricorse
frequente nei bollettini di guerra, uscito dalle gole dei monti
sotto il paese di S. Elia Fiumerapido, scorre in una vasta
pianura che va poi a congiungersi con la valle del Liri.
Nell'ampio arco che descrive attorno alla città, il suo alveo è
pensile sulle campagne e arginato; fu facile quindi ai
tedeschi, rompendo gli argini, provocare l'allagamento di
vaste estensioni di terreno a protezione delle loro difese.
Attraverso tali rotture le acque del fiume, abbondanti anche
in estate, invasero le campagne e, trattenute dai rilevati della
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Cassino La Città Perduta
Casilina e della ferrovia, provocarono vasti allagamenti.
Nelle parti più depresse esse raggiunsero l'altezza di oltre due
metri.
Il gruppo delle sorgenti, della portata di vari metri
cubi al secondo, che affioravano nell'abitato scorrendo entro
un sistema di canali coperti che servivano anche da fognatura
(a valle della Casilina si riunivano agli altri gruppi di
sorgenti che originano il Gari), ebbe a subire una completa
trasformazione.
Le Acque del Gari nel 1944
Distrutta la canalizzazione coperta, le acque, per trovar si
una via di uscita, si alzarono notevolmente di livello e
allagarono cosi tutti i crateri e le depressioni che si erano
formate in mezzo alle macerie.
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Cassino La Città Perduta
Nella piazza della Cattedrale esse si alzarono di oltre tre
metri, raggiungendo i primi piani delle case. Anche le acque
freatiche, abbondanti in tutto il terreno pianeggiante,
salirono di livello, sia per il rialzamento delle acque sorgive,
sia per l'ulteriore elevarsi del fondo del Rapido, rimasto
troppo tempo abbandonato, sia infine per la mancanza di
scolo dei colatori della campagna, anch'essi distrutti od
ostruiti dalle operazioni belliche insieme ai sottopassaggi dei
due rilevati stradale e ferroviario. Il rialzamento delle acque
freatiche causava il riempimento di tutte le buche e dei crateri
formati dalle bombe
e dalle cannonate, i quali si
trasformarono in altrettanti minuscoli laghi di acqua
stagnante, divenuti poi formidabili focolai di malaria.
Chi saliva verso l'Abbazia, si fosse fermato ad osservare la
valle sottostante, avrebbe visto non solo il terreno coperto in
Come appariva Cassino nel 1945 salendo a Montecassino
gran parte dalle acque, ma quello non sommerso, costellato
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Cassino La Città Perduta
da una miriade di piccoli stagni rotondi. Qui l'anofele trovò
l'ambiente più favorevole per il suo sviluppo, e al
sopraggiungere dell'estate 1945 la malaria scoppiò violenta
non solo a Cassino e nelle sue vicinanze, ma fino nei paesi ad
altitudine più elevata: tutti ne furono colpiti, e la perniciosa
non mancò di mietere vittime, favorita dalla scarsa resistenza
degli organismi, indeboliti da tanti mesi di sofferenze.
E cosi molti di coloro che "coraggiosamente” erano
tornati alla loro città distrutta e alle campagne, di fronte alla
violenza del male dovettero abbandonare una seconda volta
il luogo natio.
Il Centro di Cassino (visibili i resti della Chiesa della Madonna del Carmine)
E altrettanto fecero coloro che si erano recati nella zona di
Cassino per i lavori di ricostruzione.
Di fronte a questa situazione, che in certi momenti apparve
tragica e dopo i primi provvedimenti d'urgenza, il Ministero
dei LL. PP.(e per esso gli organi periferici: il Provveditorato
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Cassino La Città Perduta
alle 00. PP. del Lazio, il Genio Civile di Frosinone prima e
poi la Sezione Autonoma costituita a Cassino) mise in moto il
personale, i materiali e i mezzi di trasporto che aveva a
disposizione, e purtroppo erano assai scarsi, per iniziare
l'opera di ricostruzione e la lotta contro la malaria. Intanto
anche gli Alleati, dopo aver distribuito viveri e indumenti alla
popolazione, procedevano alla riparazione della Via Casilina
per assicurare il transito ai loro trasporti, e più tardi
riattivavano la ferrovia.
L'opera di ricostruzione fu avviata in tre settori:
costruzione di alloggi per i senza tetto, sminamento dei
campi, bonifica del territorio.
Cassino 1946 La sede del Comune appena ricostruito
Fu dato subito mano ai lavori per la costruzione di un
gruppo di alloggi (nella località più elevata della città lungo
la Casilina, nei pressi del cosiddetto Colosseo) capaci di dare
ricovero ad un centinaio di famiglie. Questi alloggi in
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