ESCLUSIVAMENTE PER I NOSTRI ABBONATI
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RSPP - DDL CORSO
DI AGGIORNAMENTO 2013
articolato in 3 moduli didattici valido ai sensi dell’art. 34,
commi 2 e 3 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i., secondo le previsioni dell’art.
7 dell’accordo stato-regioni del 21.12.2011 – repertorio 223/csr.
Responsabile del progetto formativo: Centro Studi Italia Impresa
Rischio: ALTO
Settore: ATECO 2007: 25, 28 - Fabbricazione prodotti in metallo
Informazioni utili
Il corso, a pagamento, è riservato agli abbonati della
rivista Trattamenti e Finiture e associati a
Italia Impresa.
Per l’iscrizione rivolgersi
alla segreteria corsi:
Tel: 0239090440 - Fax: 0239090335
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sito: www.tecnichenuove.com
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il corso online:
• collegarsi a http://sicurezzalavoro.tecnichenuove.com;
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Durata del corso: 3 ore
• confermare la propria registrazione tramite l’e-mail che
riceverà all’indirizzo di posta elettronica indicato;
Modalità di erogazione: FAD in autoapprendimento
• effettuare l’accesso tramite username e password
precedentemente scelti;
• selezionare il corso che ha acquistato;
• inserire, solo al primo accesso, il codice di iscrizione
ricevuto tramite e-mail dopo l’acquisto del corso.
NOTA: manuale d’uso disponibile sulla piattaforma sezione AIUTO
Modulo didattico 2
RISCHIO:
SE LO CONOSCI, LO PREVIENI
Per ottenere l’attestato valido ai fini
dell’articolo 34 del D.Lgs. 81/08 è
necessario:
• sostenere online e superare i test di apprendimento alla
fine di ogni modulo (80% di risposte corrette - 8 su 10);
• compilare il questionario di gradimento (obbligatorio);
• scaricare l’attestato (stampare e/o salvare sul proprio
computer).
(Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione - Datore di lavoro)
Il corso deve essere completato tassativamente entro il 31 dicembre 2013
• Computer con connessione attiva a Internet
• Software di navigazione (Internet Explorer 7.0 o
superiori, Firefox 3.6 o superiori, Safari 5 o superiori,
Chrome)
• Software: Adobe Acrobat Reader.
Tecniche Nuove Spa è provider n. 1585 accreditato per la formazione
nell’ambito del programma ECM del Ministero della Salute
Trattamenti e Finiture g iug no 2013
Autore: Glauco L.S. Ricci
Requisiti tecnici per seguire
il corso online
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RSPP-DDL aggiornamento 2013
f modulo didattico 2
Trattamenti e Finiture g i ug no 2013
RISCHIO:
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SE LO CONOSCI,
LO PREVIENI
IL RISCHIO, SPESSO CONFUSO
CON IL CONCETTO DI PERICOLO,
PUÒ AVERE DIVERSI ASPETTI
NELLA NOSTRA QUOTIDIANA
ATTIVITÀ LAVORATIVA. UNA
SUA CORRETTA VALUTAZIONE
NON PUÒ NON DIPENDERE
DA UN’APPROFONDITA
CONOSCENZA DELLA
PROBABILITÀ CHE LO STESSO
RISCHIO SI MANIFESTI E DEL
DANNO ALLE PERSONE CHE NE
POTREBBE CONSEGUIRE.
N
on esiste attività umana priva di
rischio in senso assoluto.
Il fatto stesso di essere esposti
al sole, ad esempio, è di per se
una potenziale fonte di rischio
per la salute. Ma anche utilizzare un coltello per tagliare un
alimento lo è, così come mettersi al volante della nostra automobile o vivere in una città dove è installata ed è attiva una centrale nucleare.
La nostra attenzione va, quindi, posta, certamente sulla presenza del rischio, ma ancor di più sulla probabilità di accadimento
di un evento indesiderato che rientra nella nostra sfera di controllo a breve, medio
e lungo termine.
Alcuni studi hanno rilevato come sia importante, a questo proposito, riflettere anche
sui cosiddetti “quasi incidenti”, quelli eventi
che in passato non hanno prodotto un danno ma che avevano il potenziale di produrlo.
Molti pensano di aver ben chiaro cosa sia
il rischio ma è sufficiente chiederne una
definizione per scoprire come il concetto
non sia poi così intuitivo come sembra, dato che spesso si fa una certa confusione
tra rischio e pericolo.
Rifacciamoci, allora, alle definizioni uffi ciali, quelle che ci sono fornite dal D.Lgs.
81:2008.
Il Decreto definisce Pericolo la “proprietà
o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni”
e Rischio la “probabilità di raggiungimento
del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione a un determinato fattore o agente oppure alla loro
combinazione”.
RSPP-DDL aggiornamento 2013
f modulo didattico 2
Nel documento che ne consegue (il Documento Valutazione Rischi, altrimenti detto
Dvr), l’elenco dei rischi presenti e la loro
valutazione segnala gli argomenti da trattare nei corsi.
Semplicemente rifacendoci al Testo Unico
sulla Sicurezza (il Decreto 81), potremmo
elencare così i possibili rischi:
f Luoghi di lavoro
f Attrezzature di Lavoro
f Impianti e apparecchiature elettriche
f Cantieri temporanei o mobili
f Lavori nelle costruzioni e in quota
f Movimentazione manuale dei carichi
f Attrezzature munite di video terminale
f Agenti fisici (rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, radiazioni ottiche artificiali)
f Sostanze pericolose (agenti chimici,
agenti canceronici mutageni, amianto,
piombo, silicio)
f Agenti biologici
f Atmosfere esplosive
f Atri rischi (stress lavoro correlato, differenze di genere-età-provenienza, guida di
automezzi, lavoro minorile, gestanti, incendio, interferenze)
f Vediamo in dettaglio alcuni di essi, quelli più frequenti nei diversi ambienti applicativi.
Luoghi di lavoro
Luoghi destinati a ospitare posti di lavoro,
interni o esterni all’azienda, o comunque
qualunque luogo accessibile ai Lavoratori nell’ambito delle loro funzioni.
Come tali, detti luoghi devono rispondere a precisi requisiti di Sicurezza relativi a
stabilità e solidità, altezza, cubatura e superficie, pavimenti, muri e finestre, vie di
circolazione e scale, porte e portoni, temperature e microclima.
Nella valutazione dei rischi si dovrà tenere
conto della Sicurezza strutturale e dei locali dal punto di vista della prevenzione infortuni, della Sicurezza antincendio, dei requisiti d’igiene, dell’accessibilità ai disabili, in
generale dell’adeguatezza dei singoli locali
alle loro destinazione d’uso, sempre nel rispetto della legislazione vigente e cogente.
Anche i locali sotterranei possono essere
luoghi di lavoro, a condizione che siano assicurati aerazione, illuminazione e microclima adeguati.
Fondamentali ordine e pulizia, così come
la presenza della richiesta segnaletica per
la Sicurezza.
Attenzione alle vie d’emergenza che devono essere sempre sgombre, illuminate anche in condizioni d’emergenza, chiaramente indicate sino al punto di raccolta.
E particolare cura dovrà essere data alla
gestione dei rifiuti, soprattutto quando di
tipo speciale o pericoloso.
Rischio elettrico
È il rischio dovuto alla presenza della corrente elettrica, o meglio, al flusso di cariche
elettriche che ha luogo all’interno di alcuni materiali, definiti conduttori, quali metalli (rame, argento, alluminio, …) e tessuti organici (il corpo umano). Questo flusso
non scorre attraverso i materiali isolanti,
quali vetro, marmo, legno, plastica, gomma, carta, sughero.
In Italia la Sicurezza degli impianti elettrici
è disciplinata da Leggi e Norme Tecniche,
prodotte dal Cei (Comitato Elettrotecnico
Italiano) che stabilisce i requisiti per poter
definire impianti e apparecchi elettrici costruiti a regola d’arte. La marcatura CE garantisce in questo senso.
I rischi di natura elettrica sono causati da
contatti elettrici diretti e indiretti, innesco
e propagazione di incendi (dovuti a sovraccarichi e corto circuiti), ustioni, innesco di
esplosioni, fulminazione diretta e indiretta, sovratensioni, altre condizioni di guasto.
Sono, ovviamente, vietati i lavori sotto tensione, a meno che gli stessi non siano di
Sicurezza, e non possono essere eseguiti
lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette.
Rischio meccanico
Il rischio principale collegato all’utilizzo di
macchine è il rischio meccanico, legato
principalmente alla presenza elementi di
diversa natura in movimento relativo tra lo-
Trattamenti e Finiture g iug no 2013
In sintesi, se dovessimo applicare una formula matematica alle definizioni appena
esposte, si potrebbe dire che Rischio =
Probabilità x Danno.
Mentre il pericolo è la fonte stessa dell’eventuale danno (il fuoco, un rumore, una
sostanza chimica, ….), il rischio è la probabilità che il pericolo diventi effettivamente dannoso.
In tutto questo assume un aspetto importante la percezione del rischio, che è soggettiva e dipende dalla capacità di autovalutazione delle proprie capacità fisiche e
psichiche, nonché dall’abilità dell’uso dei
mezzi e degli strumenti di lavoro.
L’utilizzo di un casco, ad esempio, fornito
come dispositivo di protezione individuale,
nonostante le informazioni possedute siano le stesse e che anche la consapevolezza del rischio connesso al mancato utilizzo
sia identica, è fortemente condizionato, da
Lavoratore a Lavoratore, dalle variabili percettive individuali che influiscono sulla decisione presa.
Un approccio equilibrato alla Sicurezza,
quindi, è sviluppato solo se il rischio reale coincide il più possibile con quello percepito.
L’incidente è il risultato, a volte, dell’eccesso di sicurezza nelle proprie capacità o in
quella degli altri, della mancanza di informazione, delle cose date per scontate, dell’uso improprio di attrezzature, della fretta,
del voler risparmiare tempo o risorse.
Come migliorare, allora, la percezione del rischio, tenuto conto che dipende da fattori
quali età, sesso, cultura, capacità, abilità, conoscenze, contesto sociale a altro ancora?
Certamente con una corretta informazione, ma ancor più con una formazione mirata che preveda la misurazione della sua
efficacia, nell’immediato e nel tempo, e
che, se necessario oltre che obbligatorio,
sia ripetuta.
La base da cui partire, ovviamente, è la
valutazione dei rischi effettuata dal Datore di Lavoro, in collaborazione o meno con
esperti interni o esterni, primo fra tutti il
Rspp (Responsabile Servizio Prevenzione
e Protezione).
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ro e alla possibile proiezione, caduta, ribaltamento di oggetti, oltre che alle eventuali conseguenze di rotture della macchina.
Per ogni macchina deve essere presente un manuale d’istruzione in italiano, di
semplice consultazione, contenente tutte le informazioni su uso e manutenzione.
Su ogni macchina deve essere installato
un comando d’arresto d’emergenza, generalmente di tipo a fungo, di colore rosso, che permette l’arresto del processo
pericoloso nel più breve tempo possibile,
senza creare rischi supplementari.
Ricordiamo che una macchina per poter
essere venduta deve essere:
f accettabilmente sicura, che significa
essere costruita sulla base di un progetto tecnico;
f essere riconoscibile con la sua marcatura CE;
f essere accompagnata da un libretto
d’istruzioni;
f garantita da una dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore.
Una volta installate e funzionanti le macchine scelte, è vietato rimuovere anche
temporaneamente i dispositivi di sicurezza e effettuare operazioni di manutenzione con gli organi in movimento; manutenzione che dovrà, comunque, essere
effettuata periodicamente sulla base dei
manuali operativi in dotazione.
Un rigoroso rispetto della legislazione, un
corretto uso delle macchine e una buona
manutenzione consentono di ridurre notevolmente i rischi, legati agli organi in movimento (possibili cause di urti, trascinamenti e schiacciamenti), alla proiezione
di materiali (trucioli, liquidi, schegge), agli
stessi pezzi in lavorazione.
Ovviamente, l’uso delle macchine operatrici deve essere esclusivamente riservato
al personale autorizzato e devono essere
utilizzate soltanto le attrezzature a disposizione e gli utensili appropriati al lavoro
da svolgere e previsti dal ciclo operativo.
In ogni caso, quando gli elementi delle
macchine costituiscono un pericolo devono essere protetti o segregati o provvisti di dispositivi di Sicurezza.
Movimentazione manuale
dei carichi
Dicesi Movimentazione Manuale dei Carichi qualunque attività di movimentazione manuale di carichi (trasportare, sostenere, sollevare, deporre, spingere, tirare,
portare, spostare) che comporti rischi di
patologie da sovraccarico biomeccanico,
in particolare dorso-lombari, per i lavoratori interessati.
Per una corretta valutazione di questo rischio, andranno considerati le caratteristiche del carico, lo sforzo fisico richiesto, le
caratteristiche dell’ambiente di lavoro, le
esigenze connesse all’attività.
Un carico, di per sé, costituisce un rischio
quando è troppo pesante, ingombrante,
difficile da afferrare, in equilibrio instabile,
lesivo in caso d’urto.
Per questi motivi, lo sforzo fisico richiesto per movimentarlo può presentare un
rischio, in particolare quando è eccessivo,
quando si devono effettuare torsioni del
tronco, quando può comportare un brusco
movimento del carico, quando è compiuto
con il corpo in posizione instabile.
Anche l’ambiente di lavoro, si diceva, può
essere causa di rischio se movimentiamo
un carico, tipico esempio di due rischi che
interagiscono, aumentandosi o diminuendosi a vicenda. Un pavimento ineguale,
con dislivelli, ad esempio, può aumentare la difficoltà nel movimentare un carico
di per sé già difficile da trasportare. Ma
anche temperatura, umidità e ventilazione possono essere fonti si situazioni problematiche.
Tra i fattori individuali di rischio, l’inidoneità fisica, gli indumenti indossati, la formazione inadeguata o insufficiente che porta a conoscenze incomplete.
Modelli matematici, quale il Metodo Niosh,
aiutano in una valutazione più approfondita, se necessaria, partendo dall’età del Lavoratore interessato (tra i 18 e i 45 anni, il
carico massimo è di 25 kg per i maschi e
di 20 kg per le femmine) e applicando fattori demoltiplicativi che tengono conto degli elementi sfavorevoli di una determinata
movimentazione.
Fermo restando che soprattutto una corretta ed efficace informazione/formazione,
ad esempio sulle posizioni da assumere
nella movimentazione, garantisce la riduzione del rischio.
Rischio chimico
È l’insieme dei rischi potenzialmente connessi con l’impiego di sostanze chimiche,
che possono dar luogo a Rischi per la Sicurezza (incendio, esplosione, ustioni, corrosioni) e a Rischi per la Salute (esposizione a sostanze tossiche e nocive).
Il Rischio Chimico si concretizza nel momento in cui sul luogo di lavoro risultano
contemporaneamente presenti agenti chimici pericolosi e condizioni d’esposizione.
Le modalità di assorbimento possono essere ingestione, inalazione, contatto cutaneo.
L’inalazione è la via d’introduzione più probabile. Le conseguenze sono funzione delle particelle inalate e si possono limitare a
infezioni delle prime vie respiratorie oppure raggiungere i polmoni.
L’ingestione può avvenire attraverso l’esposizione ad aria inquinata da polveri o
fumi, oppure per contaminazione delle mani e del viso, o del cibo e delle beva
La penetrazione, attraverso il contatto cutaneo, può portare a fenomeni di irritazione, dermatiti, ustioni chimiche, contaminazioni, intossicazioni.
La valutazione del Rischio Chimico, secondo il Decreto 81, può portare a rischi non
bassi o bassi per la Sicurezza e a rischi rilevanti o non rilevanti per la Salute.
Nel caso di valutazioni non significative, le
misure generali di prevenzione prevedono
progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione, fornitura di attrezzature
idonee, manutenzione adeguata, riduzione
al minimo del numero degli esposti e della durata e dell’intensità dell’esposizione,
misure igieniche adeguate, riduzione della quantità degli agenti.
Nel caso di valutazioni significative, invece, si deve procedere con la sostituzione
dell’agente chimico pericoloso, nuove progettazioni dei processi, importanti misure
RSPP-DDL aggiornamento 2013
f modulo didattico 2
di protezione individuali, contromisure contro gli eventuali pericoli di esplosione, sorveglianza sanitaria.
Rischio biologico
e che si possono suddividere in contenimento primario (ad es. Dpi e vaccinazioni)
e secondario (separazione degli ambienti).
Il rumore
Definizione: qualsiasi suono indesiderabile,
sgradito o pericoloso per l’orecchio umano.
Misurato da parametri quali pressione acustica di picco, livello di esposizione giornaliera, livello di esposizione settimanale, il
Rumore può avere effetti sulla salute di tipo uditivo e extrauditivo.
Non solo l’apparato uditivo può rimanere
colpito da un’esposizione inaccettabile al
Rumore, ma anche agli organi, quali l’apparato digerente, l’apparato respiratorio, quello circolatorio, la stessa psiche.
Per questo motivo, la Legge, oggi parte del
Testo Unico sulla Sicurezza, fissa i valori limite d’esposizione (giornaliera, 87 dB (A))
e d’azione (giornaliera, 85 dB (A)).
Se, a causa delle caratteristiche dell’attività lavorativa, l’esposizione giornaliera
varia frequentemente, dovrà essere, ovviamente, tenuto conto del livello di esposizione settimanale; nel caso che anche
questo vari, si terrà conto del suo massimo ricorrente.
Una volta misurato il livello di Rumore presente, il Datore di Lavoro dovrà conside-
rare l’utilizzo di macchine e impianti con
minore impatto e l’utilizzo puntuale di Dispositivi di Proteziona adeguati, supportato da sorveglianza sanitaria e formazione.
Le vibrazioni
Le Vibrazioni sono oscillazioni meccaniche
generate da onde di pressione che si trasmettono attraverso corpi solidi, caratterizzate da parametri quali frequenza, periodo, lunghezza d’onda, ampiezza, intensità.
Si suddividono in vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio e vibrazioni trasmesse al corpo intero, misurate in m/s2, con
valori limite di esposizione giornaliera, per
brevi periodi e valori di esposizione che fanno scattare l’azione.
L’esposizione dei Lavoratori deve essere
valutata, sulla base di quanto riportato nel
Decreto 81, mediante l’osservazione delle condizioni di lavoro specifiche e le informazioni disponibili nelle banche dati di
Enti e produttori, attraverso la misurazione con impiego di attrezzature e metodologie specifiche.
Come per il Rumore, si deve tener conto di livello, tipo e durata dell’esposizione,
dei valori limite e dei valori d’azione, degli
effetti diretti e indiretti sulla salute dei Lavoratori.
Trattamenti e Finiture g iug no 2013
È la probabilità di sviluppare una malattia
in conseguenza di contatto con un agente
biologico, qualsiasi microrganismo, anche
geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni.
Le vie di trasmissione sono ingestione (pipettamento a bocca, mani, alimenti e bevande, sigarette, schizzi accidentali), inalazione (aerosol), inoculazione (punture
accidentali, morsi e graffi, tagli) e contatto (con cute, mucose, secrezioni).
Valutando il Rischio, si deve tener conto
della classificazione degli agenti biologici,
delle informazioni sulle malattie contraibili,
dei potenziali effetti allergici e tossici, della conoscenza delle eventuali patologie già
presenti tra i Lavoratori, di eventuali informazioni provenienti dall’autorità sanitaria.
Le misure per ridurre il Rischio possono
suddividersi in tecniche, organizzative, procedurali e igieniche.
Si dovrà, ad esempio, verificare la possibilità di eliminare gli agenti nocivi o, al limite, ridurre il numero di Lavoratori esposti,
così come formare e informare gli stessi
Lavoratori sui rischi ai quali sono esposti e
sull’importanza dell’utilizzo di Dpi adeguati.
Nelle aree di lavoro critiche, deve essere
vietata l’assunzione di cibi e bevande, deve essere vietato fumare e conservare cibi,
nonché utilizzare pipette per bocca.
I Lavoratori devono poter disporre di servizi sanitari adeguati provvisti di docce con
acqua calda e fredda, lavaggi oculari e antisettici per la pelle; devono indossare indumenti protettivi e i Dpi devono essere
lavati, disinfettati e/o sostituiti dopo ogni
utilizzo.
Tra le misure di sicurezza previste, fondamentale importanza assumono quelle per
il contenimento del rischio, che hanno l’obiettivo di eliminare o ridurre l’esposizione
ad agenti biologici o sostanze pericolose
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RSPP-DDL aggiornamento 2013
f modulo didattico 2
Lavoro al videoterminale
Chiudiamo questa breve panoramica sulle
principali fonti di rischio, con quella forse
più presente nelle diverse attività lavorative, perlomeno in tutte quelle che hanno un
ufficio dove si lavora con un sistema informatico, costituito da uno o più pc.
Il videoterminale non costituisce di per sé
un fattore diretto di rischio per la salute dei
Lavoratori ma il suo utilizzo in condizioni
ambientali e organizzative inadeguate può
determinare disturbi riconducibili all’affaticamento dell’operatore. Il Rischio non è
collegato al solo pc in quanto tale ma dal
complesso definito “Posto di Lavoro”, insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, tastiera, mouse, sedia, piano di lavoro, stampanet, ambiente
circostante, software. Lavoratore al videoterminale è colui che utilizza il Vdt in modo
sistematico o abituale per 20 ore settimanali, dedotte le interruzioni, pari a un massimo di 15 minuti ogni due ore.
I Lavoratori, prima di essere addetti all’attività videoterminalistica, devono essere
sottoposti a visita medica per evidenziare eventuali malformazioni strutturali, evidenziando i rischi per la vista e gli occhi,
i problemi legati alla postura e all’affaticamento fisico e mentale, le condizioni ergonomiche e di igiene ambientale.
I principali fattori di rischio che possono
portare a disturbi fisici sono da ricercare
nella scarsa conoscenza dei principi ergonomici, nell’errata scelta o cattiva disposizione delle attrezzature, nell’errata postura
da seduti. Anche sedile e monitor devono
rispondere a precisi requisiti ergonomici,
così come tastiera e mouse, ma anche lo
stesso software, se inadeguato, può essere fonte di rischio, causando stress. ■
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Test di apprendimento
La normativa vigente prevede che il test debba essere sostenuto obbligatoriamente online.
Le domande e le risposte nel test online appariranno in ordine casuale, diverso a ogni accesso al sito.
I
Dispositivi di Protezione Individuale per le attività lavorative
devono essere sempre indossati?
❑ Solo per lavori in quota
❑ Solo per lavori di cantiere
❑ Sempre
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6
Si possono eseguire lavori sotto tensione?
❑ No, mai
❑ Sono consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di
sicurezza
❑ Sì, seguendo le procedure di sicurezza
Si possono rimuovere i dispositivi di sicurezza, svolgere
operazioni di manutenzione e riparazione su organi,
impianti in moto o in tensione?
❑ Sì, mettendo in sicurezza l’impianto
❑ Sì, sempre
❑ Sì, sotto la vigilanza e responsabilità di persona competente
Una macchina per essere venduta e immessa sul mercato
deve avere:
❑ Marcatura CE
❑ Marcatura CE e Libretto d’istruzioni
❑ Marcatura CE, Libretto d’istruzioni e Dichiarazione di Conformità
Il limite di peso da sollevare da soli per un maschio adulto,
tra i 18 e i 45 anni, è:
❑ 25 Kg
❑ 20 Kg
❑ 15 Kg
La definizione di Movimentazione Manuale è:
❑ Operazione di trasporto con carrelli elevatori
❑ Operazioni di trasporto, sostegno, sollevamento, deposizione,
spinta, tiro, spostamento
❑ Operazioni di stoccaggio materiali
7
Come viene definito dal D.Lgs. 81:2008 il Videoterminalista?
❑ Lavoratore che utilizza tutti i giorni il Vdt
❑ Lavoratore che utilizza il Vdt in modo sistematico e abituale
per 20 ore settimanali, dedotte le interruzioni
❑ Lavoratore che utilizza il Vdt in modo sistematico e abituale per
meno di 20 ore settimanali, dedotte le interruzioni
8
Come viene definito il posto di lavoro al Vdt?
❑ Insieme che comprende le attrezzature munite di Vdt, tastiera,
mouse, sedia, stampante, piano di lavoro, ambiente circostante,
software
❑ Insieme che comprende le attrezzature munite di Vdt, tastiera,
mouse, sedia, stampante, piano di lavoro, ambiente circostante
❑ Insieme che comprende le attrezzature munite di Vdt, tastiera,
mouse, sedia, stampante
9
Cosa devono avere a disposizione i lavoratori per evitare il
Rischio Biologico?
❑ Indumenti protettivi od altri indumenti idonei, da riporre in posti
separati dagli abiti civili
❑ Servizi sanitari adeguati provvisti di docce con acqua calda e
fredda
❑ Indumenti protettivi, da riporre insieme agli abiti civili
10
Come vengono definiti dall’art. 62 del D.Lgs. 81:2008 i
“Luoghi di Lavoro”?
❑ Campi, boschi, pescherecci, mezzi di trasporto
❑ Luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno
dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo
di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al
lavoratore nell’ambito del proprio lavoro
❑ Tutti gli ambienti di proprietà ubicati all’interno dell’azienda o
dell’unità produttiva
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Luglio 2013